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Notizie e Idee da Nichelino
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ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:ALL’INTERNO:
ANNO 2 ANNO 2 ANNO 2 ANNO 2 NUMERONUMERONUMERONUMERO 1 1 1 1 ———— GEN GEN GEN GEN FEBFEBFEBFEB 2011201120112011
Forse creare un prodotto edi-
toriale nuovo, buttarlo sulla
piazza cittadina, attendendo
poi il riscontro dei suoi poten-
ziali lettori, può sembrare (per
lo meno al giorno d’oggi),
un’impresa assai avventata e
pericolosa. Eppure è proprio
da questo punto controverso
che nasce l’idea dell’Officina.
Con uno scopo preciso, tra
l’altro. Stimolare il confronto,
ridestare l’attenzione e
l’impegno per il territorio che
quotidianamente viviamo,
diventare un canale non solo
informativo (per questo ab-
bondano le pubblicazioni set-
timanali e mensili già presenti
sul territorio) ma di analisi
spassionata e obiettiva sulle
tematiche più attuali.
L’Officina è un’idea che parte
dal basso, dalla volontà di un
gruppo di giovani nichelinesi
intenzionati a non chiudere gli
occhi sulla realtà che li cir-
conda. Partiamo da un numero
“uno”, e con tematiche calde:
urbanistica, lavoro, giovani e
associazionismo. Speriamo di
raccogliere riscontro e parteci-
pazione.
L’Attaccabottone
Perché la nostra città è così gri-
gia e disordinata? Perché è con-
siderata una sorta di dormitorio?
Una costola, neanche tanto bel-
la, della periferia di Torino? È
opportuno fare una premessa
sostanziale: tutte le città sono il
risultato di trasformazioni avve-
nute nel corso dei secoli. Niche-
lino, però, non porta con sé un
gran passato. Da luogo quasi
sconosciuto diventa feudo dei
conti Occelli a metà del ‘500 e
vede crescere la sua popolazio-
ne in maniera lineare sino quasi
a metà del XX secolo. Negli
anni '70 la popolazione balza a
circa 45.000 abitanti: la città si
Là dove c'era l'erba ora c'è... una città
Il lavoro di domani visto con gli
occhi di una generazione
“pensante”, che ha a cuore il
proprio futuro ed
è preoccupata
dalle politiche
nazionali (e locali)
del lavoro, consi-
derate inesistenti o
quasi. Sono questi
i dati emersi
dall’esame di una
serie di questiona-
ri somministrati ai
ragazzi che frequentano le classi
quinte dell’Istituto Erasmo da
Rotterdam da cui si evincono
riflessioni e considerazioni.
Tranne un’esigua parte dei ra-
gazzi (1%), la quasi totalità del
campione ritiene il
lavoro fondamen-
tale per la propria
vita. Dubbi emer-
gono però dalla
percezione che
ognuno ha del pro-
prio futuro: solo
l’1% si vede disoc-
cupato (netta con-
trotendenza con la
realtà) mentre circa il 10 dichia-
ra di non averci mai riflettuto.
Continua a pag. 4
A.A.A. Lavoro cercasi… ma come??
Urbanistica p. 2 Interviste a Fattori e Parisi Casa e Crisi p. 3 a cura dell’Avv. Pietro Pisano Inchiesta Lavoro p. 4 a cura di Autera, Ferrara, Fusco Rappresentatività Sindacale p. 5 Nichelinesi: Chef Jerry p. 6 Arte & Cultura p. 6 Intervista a Beppe Rovera a cura di Mauro Baglieri Cucina centralizzata p. 7 Novità per Mamma e Papà Acqua Pubblica Approvata la mozione p. 7
trova ad affrontare l'urgenza di
accogliere la massiccia immi-
grazione di chi, dal Sud, viene a
cercar lavoro alla Fiat. Nicheli-
no si allarga ma senza una pia-
nificazione urbanistica control-
lata. Ci troviamo di fronte alla
cosiddetta “crisi della città con-
temporanea” che ha portato alla
dispersione urbana (sprawl):
separazione fisica dello spazio
utilizzato per le diverse attività
(commerciale, servizi, residen-
ziale), creazione di zone esclusi-
vamente residenziali; elimina-
zione di un vero e proprio cen-
tro della città vissuto dai cittadi-
ni. Continua a pag. 2
Nichelino e L’edilizia: un tema scottante
Inchiesta tra gli studenti dell’Erasmo
Nichelino, vista aerea
FRANCO FATTORI Assessore all’Urbanistica (Pd)
Assessore, quali sono i proget-ti futuri nel campo dell’edilizia a Nichelino? A luglio 2011 partiranno i lavori
di Mondo Juve e la Regione ha
appena approvato la realizzazio-
ne del progetto Articolo 18.
Interventi sono previsti anche
nella zona PIP4, per il PEC e
Fuksas. Stiamo inoltre vaglian-
do il progetto Outlet in zona
Buffa.
Nichelino oggi raggiunge i 50.000 abitanti. Con tutti i progetti in atto, di quanto po-trebbe crescere la popolazione nei prossimi anni? Oggi i fattori sono diversi: la
famiglia è frammentata, sono
aumentati i single e i divorzi.
Abbiamo in cantiere molti pro-
getti ma stimiamo una crescita
demografica di un valore poco
al di sopra dei 50.000. Le nuove
costruzioni saranno indirizzate
sia ad uso abitativo che com-
merciale.
Molti appartamenti sono sfitti o invenduti, pensiamo al quar-tiere San Quirico. È necessa-rio edificare? La crisi economica è risultata
determinante sull’invenduto.
Fra le varie progettualità abbia-
mo 170 appartamenti circa per
l’edilizia popolare e altrettanti
in convenzionata, che prevederà
L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2L’OFFICINA PAG. 2 Quand'ero piccolo i miei genitori hanno cambiato casa una decina di volte. Ma io sono sempre riuscito a rintracciarli. Woody Allen
Urbanistica: gli ultimi 50 anni di Nichelino
2/3 anni in affitto convertibili in
caparra per il mutuo.
L’obiettivo è aiutare chi non
può acquistare da solo una casa.
Quando finirà il territorio, cosa si farà? Il consumo del territorio è pura
demagogia: si costruisce là dove
non si può coltivare e dove la
terra è inutilizzata. Ogni abitan-
te di Nichelino ha 33 metri qua-
drati pro capite di verde, senza
contare Stupinigi e Boschetto,
in provincia la media è di 25
mq: vincoliamo ogni costruttore
a edificare secondo questo dato.
***
GIOVANNI PARISI Consigliere di opposizione (Pdl)
Consigliere, cosa pensa dell’edilizia a Nichelino? Come opposizione proponiamo
il riutilizzo e non
all’edificazione di nuove aree.
Prendiamo il Fuksas: a chi con-
viene? Sono d’accordo solo se
gli spazi abitativi ricavati dal
progetto andranno ai meno ab-
bienti. Non entro nel merito dei
numeri lasciati da Fattori perché
non ho mezzi per confermarli o
smentirli.
È concorde sul fatto che la crisi sia stata determinante per il calo delle vendite di case sul territorio? A San Quirico, e non solo lì, ci
sono molti appartamenti inven-
duti. I costruttori stanno abbas-
sando i prezzi cercando di age-
volarne la vendita. Lo stesso
fanno le banche. Finché ci sono
quelle, perché costruire.
Quando finirà il territorio, che si farà? Ci siamo opposti all’Outlet e ci
opporremo a tutti i progetti assi-
milabili: il nostro territorio è
ridotto al lumicino. Io che ho
fatto l’assessore lo capisco be-
ne. Pensi che quando si costrui-
va durante la mia gestione, la-
sciavamo spazi intorno alle
scuole per eventuali allargamen-
ti. Oggi ci si costruisce intorno!
La modalità è la stessa, fanno la
variante parziale, e dove una
volta c’era il vincolo agricolo il
territorio diventa edificabile.
Offrono un sovrapprezzo ai
coltivatori al metro quadro, poi
cambiano la destinazione d’uso
e costruiscono. Mi sono mosso
in questo senso con un esposto
in procura, discusso a dicembre.
Allora ci racconterà poi come è andata. Assolutamente sì!
Comitato Piazza Rossa
Domande in pillole a…
PILLOLE DALL’OFFICINA - Opere triennali
Tre milioni 211mila euro è il costo stimato per le opere previste dal Comune nel triennio 2011-2013. Nel calderone rientrerà la riqualifi-cazione della scuola materna Piaget e del Nido Puccini, l’ampliamento del cimitero di via Pateri, la ristrutturazione delle tribune e degli
impianti elettrici dei campetti di calcio di via XXV Aprile, l’intercettazione delle fogne della zona di Sotti-Vernea, la realizzazione del par-cheggio di interscambio vicino alla stazione ferroviaria con creazione di nuove piste ciclabili verso Garino (progetto in parte finanziato dal
Ministero dell’ambiente con 51mila euro) oltre tutta una serie di manutenzioni ordinarie di aree verdi, parchi, giardini ed edifici comunali.
Programma che però rischia di diventare il libro dei desideri poiché solo per una parte delle opere c’è una completa copertura finanziaria.
LA REDAZIONE:
Direttore Responsabile Erika Nicchiosini Condirettore Daniela Demasi Proprietà della Testata: Associazione L’attaccabottone P. iva 10375680013 C.F. 10375680013 [email protected] Registrazione Tribunale di Torino n. 61 del 29/10/2010 Stampato da: Publiworld di Francesco Piarulli P.iva 09335570017 Grafica e stampa pubblicitaria Sede: Via Cherubini 19 10154 Torino Tel./Fax 011.19.70.76.59 Per comunicare con noi: [email protected] 3337626840 Per le inserzioni pubblicitarie: 3346072323 DISTRIBUZIONE GRATUITA
L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3L’OFFICINA PAG. 3 Quando pensi che a nessuno importa se sei vivo, prova a non pagare per due mesi la rata della macchina. John Adam Belushi
L’angolo legale a cura dell’Avv. Pietro Pisano
Qualora all’udienza il condutto-
re (ovvero chi occupa la casa in
veste di affittuario) non com-
paia o, pur comparendo, non si
opponga al provvedimento, il
giudice convaliderà lo sfratto e
fisserà un termine entro il quale
l-affittuario dovrà rilascia-
re l’immobile (normalmente
viene concesso il termine di un
mese). Il conduttore potrà op-
porsi allo sfratto (dimostrando,
per esempio, di avere pagato i
canoni o, più in generale, conte-
stando l'esistenza dei presuppo-
sti previsti dalla legge). In tal
caso il giudice non potrà conva-
lidare lo sfratto ed il procedi-
mento proseguirà secondo il rito
ordinario. Se l’opposizione non
è però fondata su prova scritta il
giudice, su richiesta del locato-
re, potrà pronunciare ordinanza
provvisoria di rilascio. Il pro-
cesso, quindi, proseguirà ma il
locatore potrà subito ottenere il
rilascio dell’immobile. In ogni
caso l'inquilino potrà fino al
momento dell’udienza evitare lo
sfratto pagando o obbligandosi
a pagare quanto dovuto. Egli,
infatti, potrà comparire all'u-
dienza e sanare la morosità,
ovvero chiedere al giudice una
dilazione per il pagamento delle
somme dovute al locatore. Il
giudice, che in realtà dovrebbe
valutare l’esistenza di gravi
motivi, concederà al conduttore
un termine massimo di 90 giorni
(120 in casi eccezionali) per
pagare i canoni scaduti, gli one-
ri accessori, gli interessi e le
spese legali che liquiderà all'u-
dienza. La possibilità di sanare
la morosità nel corso del giudi-
zio è concessa dalla legge per
un massimo di tre volte nel cor-
so del quadriennio antecedente
l’udienza. Se, invece, il condut-
tore non sarà riuscito a pagare
ed il giudice avrà convalidato lo
sfratto, decorso il giorno fissa-
to per il rilascio, il proprietario
potrà iniziare l'esecuzione forza-
ta. Questa fase, la cui durata è di
circa quattro - cinque mesi, è di
competenza dell'ufficiale giudi-
ziario il quale, su impulso del
proprietario ed eventualmente
con l'assistenza della forza pub-
blica, eseguirà l'accesso nell'im-
mobile e lo consegnerà al pro-
prietario.
Crisi economica, emergenza
abitativa, morosità: il problema
casa è diventato sempre più
pesante tanto da sfociare, in
questi ultimi anni in un autenti-
co allarme nazionale. Ma cosa
accade quando l'inquilino non è
più in grado di corrispondere il
canone di locazione? In
quest’ultimo caso, il proprieta-
rio potrà promuovere presso il
Tribunale competente, in rela-
zione al luogo dove si trova
l'immobile, un procedimento di
sfratto per morosità. Presuppo-
sto per poter ricorrere a questo
procedimento speciale, più rapi-
do rispetto ad una causa ordina-
ria, è che le parti abbiano stipu-
lato un contratto di locazione in
forma scritta e che il contratto
medesimo sia stato registrato.
I DATI
P r e o c c u p a n o i d a t i
sull’emergenza abitativa
anche se Nichelino si collo-
ca al 5° posto per tasso di
abitabilità (cioè il rapporto
tra numero di famiglie e
disponibilità di alloggi) tra i
comuni della provincia tori-
nese con popolazione supe-
riore ai 5mila abitanti. Sono
le condizioni di crisi econo-
mica e le variazioni demo-
grafiche a determinare
l’emergenza abitativa. Dal
2001 al 2010 i nuclei fami-
gliari presenti sul territorio
sono aumentati dell’11%
mentre l’aumento delle uni-
tà immobiliari è stato solo
del 9,2. In media sono stati
eseguiti 30 sfratti esecutivi
all’anno per morosità o fini-
ta locazione: nel solo 2010
sono stati seguiti dagli uffici
7 sfratti per finita locazione.
Dal 2007 al 2009 il Comune
è intervenuto sulle spese per
il fondo sociale Atc e a co-
pertura delle morosità con
più di 54mila. I nuclei fami-
gliari a carico del Cisa
(servizi sociali) sono au-
mentati passando da 265 a
295. I contributi per le fami-
glie con sfratto sono aumen-
ti da 3 a 10mila euro. I con-
tratti di locazione stipulati
con Locare (ufficio che age-
vola l’incontro proprietari
di case e aspiranti affittuari
a prezzo calmierato) nel
2009 sono stati dieci, 16 nel
2010 nonostante la gradua-
toria fosse ben più ampia.
La domanda di case popola-
ri è aumentata del 3,8% e in
media, all’anno, sono solo
20 gli alloggi Atc che si
liberano.
Casa e crisi Quando diventare morosi diventa un problema... da Giudici
Giovani e lavoro: pensando al futuro
Le ragazze si dimostrano più
interessate nella prosecuzione di
un percorso scolastico - univer-
sitario mentre i “maschietti” si
dichiarano da subito più interes-
sati al mondo del lavoro. In mol-
ti, inoltre, hanno una visione
ottimistica del futuro: ben il
37% degli intervistati ritiene di
avere buone possibilità di otte-
nere quasi da subito un lavoro a
tempo indeterminato. Questa
rosea previsione può dipendere
sia dal fatto che 3 su 5 ritengono
la propria esperienza scolastica
come abbastanza o molto forma-
tiva, soprattutto in virtù del forte
legame che la scuola ha col
mondo del lavoro (65%). Sono
tuttavia rilevanti sia il 35% che
ritiene inutile o comunque poco
formativa la propria esperienza
scolastica, che il 20% che non
sa, dopo 5 anni, se la propria
scuola sia collegata o meno al
mondo del lavoro. Dai sondaggi
emerge anche come, tra i fattori
che possono condizionare i ri-
sultati scolastici, si possa anno-
verare sia l’influenza degli amici
che quella di avere avuto brevi
esperienze lavorative. Per quan-
to concerne l’influenza degli
amici, le risposte si dividono
nettamente a metà: da un lato
c’è chi si farebbe influenzare
dall’amico che lavora perché
accattivato dall’indipendenza
L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4L’OFFICINA PAG. 4 L'ottimista è un uomo che, senza una lira in tasca, ordina delle ostriche nella speranza di poterle pagare con la perla trovata. Ugo Tognazzi
«I nostri ragazzi sono
figli di operai». È que-
sta per il preside Falbo
la ragione per cui i
suoi studenti sono così
attenti al tema del la-
voro. E se le ragazze
sono più propense allo
studio, è soprattutto
dovuto al fatto che
queste siano tenute molto di più a casa, avendo così meno distra-
zioni. La ragione, secondo Falbo, sarebbe da ricercare nel fatto che
il più delle loro famiglie sia di origine meridionale. Così come alla
provenienza sociale sarebbero da imputare gli abbandoni scolastici
precoci: «I soldi fanno gola, soprattutto in un periodo di crisi come
questo», commenta il preside. Un dato stupisce su tutti, ovvero il
grande ottimismo nutrito dagli studenti per il loro futuro lavorati-
vo, ha in realtà una base del tutto fondata: «…il diploma
dell’Erasmo è molto richiesto, soprattutto per il ramo dell’IGEA –
spiega Falbo - Solo nel 2009 sono stati assunti circa 82mila ragio-
nieri». È inoltre da riconoscere una notevole organizzazione di
tirocini e stage. Il collegamento dell’Erasmo con il mondo del la-
voro pare comunque strettamente connesso con l’indirizzo fre-
quentato (Liceo linguistico o scientifico, Amministrazione finanza
e Marketing, Itc ecc.). In un contesto in cui le politiche giovanili
sul lavoro sono totalmente assenti (o quasi), l’Istituto si distingue
poiché mette in campo, con la collaborazione del Comune, corsi
orientativi non solo per la scelta universitaria sia anche per chi
aspira ad avviare una attività indipendente. In tal senso viene rite-
nuta opportuna la proposta di creare uno sportello comunale che
faccia incontrare domande e offerte di lavoro.
Dubbi e certezze dei nostri ragazzi
Il Preside Falbo commenta...
economica (33%), un rilevante
10% coglierebbe l’occasione per
abbandonare la scuola per man-
canza di voglia; dall’altro c’è
chi continuerebbe a studiare sia
perché ritiene che l’istruzione
possa garantirgli maggiori possi-
bilità lavorative, sia perché cre-
de fortemente in essa. Per quan-
to riguarda il “fattore lavoro” si
nota come il 60% abbia già avu-
to esperienze lavorative da cui
però (54%) o non ha avuto con-
dizionamenti sul proprio rendi-
mento scolastico o lo ha addirit-
tura migliorato. L’analisi rileva
come sia scadente il livello di
informazione dei giovani rispet-
to alle strutture utili alla ricerca
di impiego. In molti non si sono
mai interessati della ricerca di
strutture come l’Informagiovani
mentre solo il 31% dei ragazzi
vi ha trovato un riscontro con-
creto. Ciononostante, all’idea
proposta di creare uno sportello
comunale che faccia incontrare
“domanda e offerta”, il 73%
degli interrogati risponde in
maniera positiva nonostante
alcuni privilegino la ricerca di
lavoro “indipendente”. Scarsa,
infine, la fiducia nella politica:
quasi l’80% dei ragazzi sostiene
che la politica sia cittadina che
nazionale sia inerte rispetto ad
una tematica importante quale il
lavoro.
a cura di Roberto Autera, Erica Ferrara, Pietro Fusco
PILLOLE DALL’OFFICINA - Ben arrivato sovrappasso
Ci ha impiegato 4 anni, ma finalmente è tra di noi. E’ il sovrappasso di via Colombetto voluto dall’amministrazione per eliminare le
code infinite al passaggio a livello di via Giusti. Peccato che la not-te prima dell’inaugurazione ufficiale del 23 dicembre ignoti abbia-
no rubato il rame contenuto nei cavi dell’illuminazione. Povero
sovrappasso non ancora inaugurato e già vandalizzato. E mentre la campata centrale si abbassa per via dell’assestamento già si notano i
primi problemi di viabilità. La visibilità tra via Bengasi e via Paesa-na è pressoché nulla. Sarà forse necessario un nuovo semaforo.
L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5L’OFFICINA PAG. 5 Colui che è capace di sorridere quando tutto va male, è perché già ha pensato a chi dare la colpa. Confucio
Per i lavoratori dipendenti il con-
tratto collettivo nazionale di lavoro
(Ccnl) rappresenta ciò che la Co-
stituzione è per tutti i cittadini. Per
questo sarebbe impensabile avere
un Ccnl approvato da una mino-
ranza di persone, come lo sarebbe
per la Costituzione stessa. Tanto
più che quando si affrontano pro-
blemi relativi al lavoro, si tocca la
qualità della vita stessa delle per-
sone. Ecco che per ridare ai lavora-
tori il diritto di decidere sugli ac-
cordi contrattuali che li riguardano,
è ormai divenuta necessaria una
legge che sappia dare una soluzio-
ne al tema della democrazia nei
luoghi di lavoro. E in questa dire-
zione si muove la proposta di legge
di iniziativa popolare promossa
dalla Fiom, il sindacato dei metal-
meccanici della Cgil. Tale propo-
sta ha per oggetto le regole demo-
cratiche sulla rappresentanza sin-
dacale nei luoghi di lavoro, la rap-
presentatività delle organizzazioni
sindacali e il referendum per
l’efficacia dei contratti collettivi di
lavoro. La Cgil intende in primo
luogo estendere il diritto di rappre-
sentanza in tutte le realtà lavorati-
ve. Attualmente, infatti, gli organi-
smi rappresentativi possono essere
formati solo nelle unità produttive
del settore privato con più di 15
addetti. La proposta di legge inten-de ampliare questa possibilità. Se-
condo il testo della Cgil, in ogni
impresa i lavoratori hanno diritto
di costituire una Rappresentanza
sindacale unitaria (Rsu) attraverso
un’elezione libera e con metodo
proporzionale. Con questa propo-
sta di legge si intende definire un
nuovo sistema per la certificazione
della rappresentatività sindacale, a
livello nazionale e territoriale. Nel
sistema attuale, infatti, la legge
non prevede alcun legame fra la
rappresentatività delle organizza-
zioni sindacali (in altre parole, la
forza di ogni sigla sindacale) ed il
diritto a prendere parte alle nego-
ziazioni per la stipula dei contratti,
cosicché il datore di lavoro può
dare vita ad accordi separati. Di
fatto è l’imprenditore che determi-
na la validità di un contratto collet-
tivo, imponendo le soluzioni che
ritiene più convenienti e le parti
con cui stipulare l’accordo. E’ di
questi giorni la disdetta del con-
tratto nazionale di categoria da
parte della Fiat. Ancora più recente
è la sottoscrizione di un accordo
separato per lo stabilimento di Mi-
rafiori. Tale accordo, senza entrare
nel merito di alcune sue clausole
ritenute da un parte del sindacato
gravemente lesive dei diritti dei
lavoratori, di fatto modifica le at-
tuali norme sulla rappresentanza
sindacale aziendale, consentendo
la partecipazione soltanto alle
organizzazioni firmatarie
dell’accordo. In altre parole, sol-
tanto l’organizzazione sindacale
che avrà sottoscritto l’accordo con
la FIAT potrà rappresentare i lavo-
ratori in azienda. In tal modo se il
sindacato più rappresentativo del
comparto (la Fiom, appunto) non
sottoscriverà l’accordo, lo stesso
perderà i propri rappresentanti
all’interno dello stabilimento. Se
fosse stato approvato il progetto di
legge di iniziativa popolare di cui
stiamo parlando, si sarebbe evitato
un così clamoroso “strappo” poi-
ché esso prevede che la qualità e
l’efficacia di un contratto naziona-
le e/o aziendale è tale se firmato da
sindacati davvero rappresentativi;
e la rappresentatività di un sinda-
cato verrebbe determinata sulla
base della percentuale di voti otte-
nuti nelle elezioni delle Rsu e dal
numero degli iscritti che versano
regolari contributi sindacali. Dopo-
diché l’accordo dovrebbe trovare il
gradimento ed essere approvato
con referendum dai lavoratori.
Pino Capozzi
Il Ccnl e la rappresentatività sindacale
L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6L’OFFICINA PAG. 6 Non è perché le cose sono difficili che non osiamo, ma è perché non osia-mo che sono difficili. Seneca
Arte & Cultura a cura di Mauro Baglieri
Beppe Rovera: l’Occitano
Beppe Rovera nasce a Villanovetta in provincia di Cuneo sessantatre anni fa. Di origini occitane e
montanare, Rovera si identifica totalmente nella cultura (occitana, appunto) dei cantastorie trovato-
ri e ama “praticare” una vita in stile bohemien. Nasce come falegname artigiano ma, non riuscendo
a creare sculture in legno per via di una difficoltà d’approccio alla tridimensionalità, si fa attrarre
dall’arte pittorica. Negli anni ’60 si iscrive alle Scuole tecniche San Carlo, dove peraltro ave-
va studiato anche il “vecchio” Giovanni Agnelli, fondatore della Fiat Auto Spa. Si iscrive poi al
corso triennale di Disegno artistico ornamentale uscendone promosso con profitto e ricevendo per
questo la medaglia d’oro dal Ministero della Pubblica Istruzione. Nel 1974 inizia il suo percorso
artistico: è terzo al concorso internazionale di pittura Avis di Forano della Chiana (Arezzo), secon-
do premio all’Estemporanea di Cuneo e nel 1975 riceve la coppa al concorso Carlo Borra. Nel
1976, in Inghilterra, gli viene assegnato il Diploma di Merito Distinto al Kings International Acca-
demy. Pittore di paesaggi visti durante viaggi e riportati successivamente su tela talvolta anche im-
provvisando, Beppe Rovera riversa nell’opera artistica i suoi stati d’animo. Colori forti e accesi
mettono in “mostra” la sua natura chiara ed estroversa, ottimista persino nelle giornate di pioggia.
Tutti i suoi paesaggi sono luminosi, pieni di sole e di riflessi, con ben poche ombre. Rovera resta
sulla cresta dell’onda fino al 1995: lavora con il nome d’arte L.I.K. nonostante gli amici, proprio grazie alle sue origini occitane, lo avessero
soprannominato Asterix (ma Asterix non era Gallico?). Fino allo stesso anno si trova a gestire anche clienti francesi ma, ritenutosi incom-
preso, decide di lasciare fino al 2005, anno in cui riemerge per tornare a parlare con tele e pennelli. È influenzato dagli impressionisti e dai
macchiaioli, si ispira al toscano Giovanni Fattori e alla pittura di fino Ottocento e inizio Novecento. Di carattere piuttosto duro, ha frequen-
tato diverse associazioni nichelinesi e non ma non riuscendo ad ammorbidirsi, il più delle volte ne è stato cacciato. La verità è dunque il
punto di forza e il cardine sul quale gira l’attività del pittore che ricorda Enzo Biagi e una sua frase significativa: “Se non ricordo male c’era
una persona che è morta in croce per dire la verità”. Ad oggi Rovera attivo nel Gruppo Artisti del Borgo Vecchio di cui è socio fondatore .
I love Chef Jerry C’era una volta uno Chef un po’ imbranato
di nome Jerry. Arrivato direttamente da
Hell’s Kitchen, New York, lo chef un po’
imbranato inizia la sua italica avventura
nell’etere, presentando televendite disastro-
se e poco credibili (un esempio? Coltelli e
prodot t i de l la az ienda f i t t iz ia
Fish&Chips... ) per poi permetterci di sbir-
ciare nella sua vita quotidiana grazie ad
una sit-com di successo che lo porta ad
affrontare, insieme al suo inseparabile ami-
co Frank, innumerevoli e grottesche avven-
ture cittadine. Questa in poche parole la
storia di Alessio Parentela, in arte Chef
Jerry, e del suo amico Fabio Raschellà
(Frank), entrambi di Nichelino. Una strana
coppia che buca lo schermo come ormai
non è più di moda fare: con la semplicità e
la genuinità del rapporto comico-spalla e
che grazie ad un linguaggio idoneo a tutti,
privo di riferimenti volgari o doppi sensi,
urla o parolacce, rende godibile ogni sketch
producendo momenti di comicità davvero
divertente e rilassante. Motivi, questi, che
conquistano al duo un numero sempre più
nutrito di fans che da tempo seguono le loro
avventure sul sito www.chefjerry.it o su
facebook e youtube. È da apprezzare il fatto
che Alessio e Fabio non abbiano scelto cer-
to la strada più facile per farsi conoscere e
magari arrivare al grande pubblico. La co-
micità che oggi fa share (e quindi porta sol-
di e notorietà) passa da un linguaggio com-
pletamente diverso e, se vogliamo, più faci-
le e triviale. Il grande rapporto che lega
Jerry a Frank fa da tappeto musicale ad ogni
puntata e ci permette di riflettere sul grande
valore dell’amicizia tramite un linguaggio
fruibile da chiunque. L’esperienza teatrale
di Alessio e Fabio dona al prodotto, grazie
anche alla regia del moncalierese Maxì
Dejoie, una qualità interpretativa e finale
che gli ha permesso di rimanere per 9 mesi
in onda su Qoob, canale digitale terrestre
di proprietà di MTV. La sit-com è in conti-
nua evoluzione e prevederà la presenza
futura di nuovi personaggi che permette-
ranno a Jerry e Frank di confrontarsi e
rapportarsi con nuove figure che, ci faran-
no attendere con trepidazione l’uscita di
ogni puntata. Nella vita Alessio è davvero
un cuoco, diplomato all’Istituto alberghie-
ro, che per qualche anno ha anche lavorato
presso alberghi di alto livello (quelli con le
stelle). Precoce la sua passione per il teatro
che lo vede partecipare a commedie e spet-
tacoli tra cui “Le Iene – cani da rapina”,
omaggio a Quentin Tarantino adattato e
diretto dal regista Ivan Fabio Perna.
DA SINISTRA: FABIO RASCHELLA’, MAXI’ DEJOIE, ALESSIO PARENTELA
“MALINCONIA”
L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7L’OFFICINA PAG. 7 Un'ora breve di dolore c'impressiona lungamente; un giorno sereno passa e non lascia traccia L. Pirandello
Nei mesi tra Aprile e Luglio 2010 oltre 1.400.000 uomini e donne
del nostro Paese hanno firmato 3 quesiti referendari promossi dal
Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua. Obiettivo: abrogare
quelle leggi che in questi anni hanno dapprima favorito e poi im-
posto la privatizzazione del servizio idrico. Anche il comitato
cittadino “Acqua Pubblica Torino Sud” ha aderito a questa cam-
pagna raccogliendo in poche settimane 856 firme di nichelinesi
desiderosi di opporsi alla gestione mercantilistica dell’Acqua. E
non solo. I nostri amministratori hanno approvato, durante il con-
siglio dello scorso novembre, una modifica statutaria che dichiara
il servizio idrico privo di rilevanza economica. Ci aspettiamo ora
che l’amministrazione prosegua coerentemente su questa strada
adoperandosi per far valere questa volontà anche in SMAT e
ATO3 tramite il proprio rappresentante. L’opposizione del Forum
italiano di movimenti per l’acqua, ovviamente sostenuto anche
dal Comitato acqua pubblica
Torino sud, non nasce da un
pregiudizio ideologico, ma da
una semplice constatazione: non
possiamo permetterci di consi-
derare l’Acqua una merce e la-
sciare che il servizio idrico di-
venti la nuova frontiera della
speculazione finanziaria, così
come non possiamo consentire
di trasferire il potere decisionale in materia di risorse idriche dai consigli comunali a quelli di am-
ministrazione di società private. L’Acqua è e deve rimanere un
Bene Comune, una risorsa da preservare. Non accettiamo mistifi-
cazioni: privatizzare non è un obbligo europeo, anzi, il diritto
comunitario semplicemente ci chiede di tracciare una linea di
demarcazione tra quello che è mercato e quello che non lo è. Il
comitato continuerà a sostenere il referendum e la moratoria con-
tro le privatizzazioni (vedi la petizione on line su
www.acquabenecomune.org).
Per conoscere le prossime iniziative venite sul nostro sito
www.acquapubblicatorino.org/torinosud
o scrivete a [email protected].
Comitato Acqua Pubblica Torino Sud
Buon Anno a mamme e papà Lettera di un genitore sulla mensa scolastica Acqua Pubblica: il Comune approva
Sembrerà davvero strano per nostri figli ricevere per il nuovo anno,
da mamma e papà, un regalo senza fiocchi e fiocchetti. Perché
quest'anno noi genitori abbiamo voluto regalare ai nostri figli non
il solito giocattolo, pronto ad essere accantonato una volta stufi, ma
una nuova e splendida cucina centralizzata. E nello specifico la
nuova cucina centralizzata del comune di Nichelino. Vi voglio
raccontare una bella storia che ha inizio non più di un anno fa,
quando il comune di Nichelino decide che sia giunta l’ora di ri-
strutturare la sua cucina centralizzata. Il tutto dopo una serie di
denunce e segnalazioni che, tutto sommato, servono per far capire
un po’ a tutti che è giunto il momento di mettere mano alla vecchia
cucina diventata, nel tempo, poco funzionale. Andrebbe rinfrescata
e gli impianti rimodernati. Gli uffici, scorporati dai locali cucina
per rendere tutto ancora più igienico. Tornando a noi. C'e' voluto
parecchio tempo ma alla fine, per
Natale (per essere precisi con un
mese e mezzo di anticipo rispetto
a Natale) e per i nuovi anni a ve-
nire, i nostri figli grazie ad un
progetto del Comune ma con tanti
soldini versati dai genitori (si
parla di 29 centesimi a pasto per i
prossimi 5 anni) avranno una cu-
cina centralizzata che gli darà da
mangiare tutti i giorni. Però, per-
ché vi è sempre un però anche nelle belle fiabe, sembra che non sia
andato proprio tutto per il verso giusto con il nuovo appalto. Da
quello che si sente nelle scuole o dai genitori al di fuori dei cancel-
li, sembra che ci siano stati di nuovo altri disagi. Alcuni sicura-
mente di poco conto. Ma altri abbastanza “antipatici” da far addriz-
zare i capelli a docenti e genitori. Tra dimenticanze, frutta non la-
vata, errori di somministrazione dei cibi, piatti caldi o freddi, sem-
bra davvero che qualcuno sia partito con il piede sbagliato. Ma
siamo a Natale e siamo tutti più buoni. E noi genitori siamo sicuri
che dal nuovo anno tutto funzionerà alla perfezione con il contribu-
to di tutti.
Buon anno nuovo
Gabriele Bellone
Riceviamo e pubblichiamo
È partita il 10 dicembre la campagna
informativa “Differenziare Convie-
ne” a cura di Animo Nichelino, asso-
ciazione che da anni tratta i temi
caldi di rifiuti e raccolta differenzia-
ta. Come già anticipato la campagna
si occuperà di fare il giro di tutti i quartieri per riflettere e discutere
con i cittadini sul tema dei rifiuti e del loro corretto smaltimento. I
prossimi incontri si svolgeranno da gennaio fino ad aprile presso
varie sedi presenti sul territorio che verranno comunicate di volta
in volta. Gli incontri sono aperti a tutti.
Per informazioni http://animonichelino.blogspot.com/
PILLOLE DALL’OFFICINA - Bilancio di previsione 2011
Il Comune rispetta il patto di stabilità e si attesta tra uno dei virtuo-si della cintura sud di Torino, ma il per previsionale del 2011 non
potrà contare su tutte le risorse preventivate. Sarà di un milione 272mila euro il taglio inferto dal governo centrale alle casse muni-
cipali. Tagliati tutti i settori dalla cultura (Teatro Superga, 90mila
euro in meno) alle manutenzioni (neve, aree verdi, illuminazione pubblica, 130mila euro in meno). Rimane illeso il settore sociale
sul quale l’amministrazione ha deciso di non effettuare tagli. Nel periodo natalizio il Comune ha inviato una lettera informativa ai
cittadini per metterli al corrente della grave situazione finanziaria. I cittadini non ne saranno certo contenti.