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il secondo numero -marzo 2012- del giornalino scolastico dell'Istituto Carlo Anti

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Hanno partecipato a questo numero

Gli studenti: Tamizi Xhessika 2BLADa Campo Giulia 5BTTMassalongo Francesca 5BTTLeva Giorgia 5ATTCappellozza Maria Chiara 5ATTCiccarino Mario 4BLSCastiglioni Alessia 5BTGFasolin Sara 5BTGNoto Vanessa 5CTGPorcu Marika 5CTGBertasi Cristiano 5CTGFinamore Manuel 1BITRossi Erica 2CBC

Giornalino scolasticodell’IS Carlo AntiVillafranca di Verona

Anno III #02 marzo 2012

Il secondo numero di Loft è dedicato ai giovani con le loro speranze e i loro dubbi, le aspettati-ve e le paure nei confronti di un futuro incerto, vista la recente crisi economica che sta investen-do il nostro Paese. Proprio per questo però non abbiamo voluto solamente sottolineare una certa sfiducia dei giovani nella possibilità di concre-tizzare sogni e progetti di vita, in una realtà che offre loro sempre meno spazi e opportunità per affermarsi e realizzarsi nella vita privata e la-vorativa, ma abbiamo voluto portare anche esempi di giovani impegnati, che credono nei loro ideali, che coltivano una passione, che fin dalla scuola aderiscono a progetti e iniziative che permettono loro di entrare in contatto col mondo del lavoro o di esprimere abilità e capacità, interessi e curiosità che un giorno non lontano costituiran-no un prezioso bagaglio culturale di esperienze e conoscenze da spendere nel mondo del lavoro. E comunque l’importante è crederci! Sì, proprio così, i giovani hanno bisogno di sperare, di ipo-tizzare il loro futuro, di sperimentare, di osa-re, di inseguire ciascuno il proprio sogno perché solo così saranno un domani degli adulti sereni e realizzati e nel loro lavoro sapranno dare il massimo! Le difficoltà? La crisi? Sì, ci sono, ma quando mai si è raggiunto un traguardo tanto at-teso senza faticare? I giovani questo lo sanno e molti di loro, più di quanto immaginiamo, hanno le idee ben chiare e si stanno attivando per spianare la strada al loro futuro.In merito a questo abbiamo voluto lanciare un con-corso dal titolo “Anti’s got talent”, a caccia di nuovi talenti, alla scoperta di ragazzi che col-tivano una passione, che si cimentano in qualche curiosa attività, che si mettono in gioco o espri-mono qualche loro talento. Sul prossimo numero la pubblicazione dei nostri “talenti nascosti”.Buona lettura

La redazione

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Il futuro che oscilla

L’Anti-Culturale

Prendiamo confidenza... con la scienza

REVOLVER Ammazza il tempo!

Sicurezza senza limiti

Studenti a scuola di Ecosessualità

Gimme Voice sul set

Incontri musicali

La musica oggi

X-Mas day

Un giorno nell’Arte

Recensioni

La direzione del giornalino è di Alessandra Adami e Maria Buonocore;hanno collaborato gli insegnanti: Ismaele Chignola e Grazia Felici.La grafica è stata curata dagli studenti della classe 5ATG coordinati dal prof. De Giorgi.

O M M A R I OSSfoglia la versione virtuale del giornalino online

http://issuu.com/carloanti

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FUTUROOSCILLA

ILche

In un’intervista de La Stampa del 4 dicembre, 2011, Calabresi intervi-sta sei ragazzi genovesi, volontari nell’impresa di rimettere la città in sesto dopo le alluvioni che l’hanno devastata. Dai 15 ai 23 anni, ugual-mente intimoriti da un domani astratto. “[…] Certo, se penso alla parola futuro mi viene in mente solo una cosa: incertezza. Avremo mai un lavoro stabile e una pen-sione? L’unica certezza è vivere alla giornata, fare progetti con un tem-

po breve”, afferma Luca, il più gran-de tra i ragazzi. Ma sono soprattutto le parole di Marta, la più piccola, a colpire “[…] non ci sarà più la pos-sibilità di fare cose grandi, di arriva-re dove uno sogna, di salire in alto”. Parole che dette da un’adolescen-te appaiono sbagliate. Non è forse quella l’età per sognare? Viviamo in un paese che abbatte i sogni, polve-rizza le speranze. Oggi come oggi si è privi della possibilità di progetta-re, ideare, si è faccia a faccia con la

L’IGNOTO hA, DA SEMPRE, SPAVENTATO L’UOMO, INCAPACE DI VIVERE NELL’INCERTEzzA. NON è NECESSARIA UN’ATTENTA ANALISI, BASTA GUARDARSI ATTORNO, VOLGERE LO SGUARDO AL MONDO DEI GIOVANI, IN UN’ITALIA SEMPRE PIù POLITICAMENTE, ECONOMICAMENTE E

MORALMENTE INSTABILE. IL TIMORE è EVIDENTE. LA SOLA PAROLA “FUTURO” CREA SENSAzIONI CONTRASTANTI. SI è SEMPRE INSEGNATO A LOTTARE PER I PROPRI SOGNI, A CREDERE NELLE PROPRIE CAPACITà, TUTTAVIA, qUANDO SI VIVE ALLA GIORNATA E IL SOLO DOMANI è DIFFICILE DA DELINEARE, SPERANzE E ILLUSIONI TRAMUTANO IN DELUSIONI. RAGAzzI ALLO SBARAGLIO RENDONO LA PROPRIA VITA UNA GRANDE ROULETTE. DOPO AVER PUNTATO, CON ANNI DI STUDIO E SACRIFICI, NON RIMANE ChE ATTENDERE, NELLA SPERANzA ChE ESCANO I PROPRI NUMERI E ChE IL MONDO, FINALMENTE, CI SI APRA DAVANTI. MA COSA ACCADE, INVECE, SE LA PALLINA NON SI FERMA DOVE DOVREBBE?

di Giorgia Leva

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“ La sola parola “futuro” crea sensazioni contrastanti. Si è sempre insegnato a lottare per i propri sogni, a credere nelle proprie capacità, tuttavia, quando si vive alla giornata e il solo domani è difficile da delineare, speranze e illusioni tramutano in delusioni. ”consapevolezza che la probabilità di non veder mai rea-lizzato ciò che ci si prospetta è tanto vicina da sentirne il fiato sul collo. Nel rapporto Censis, pubblicato lo stesso giorno dell’intervista, si sottolinea “un fenomeno sem-pre più ampio di disaffezione allo studio, determinato dalla carenza di prospettiva di lavoro e da incerte tra-iettorie di vita futura”. è evidente come i giovani stiano perdendo fiducia nello studio da quando ha smesso di garantire un lavoro e uno stipendio adeguato. Scioccan-ti i dati Istat pubblicati dal sito nuovitaliani.it riguardo la disoccupazione giovanile. “Nel dicembre 2010 il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) in Italia è salito al 29% […] Si tratta del livello più alto dall’inizio delle serie storiche mensili, ovvero dal gennaio 2004”. quale futuro per i nostri figli? quando finiranno le preoccupa-zioni? “[…] più della metà dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni sogna un futuro lontano dall’Italia. La disillusio-ne dei giovani comincia a farsi sentire nel momento in cui iniziano a fare i conti con un mercato del lavoro sta-gnante e precario” continua l’articolo allegato ai grafici Istat, e ancora “Il lavoro, quale strumento principale per la costruzione di un “progetto di vita”, basato su un prin-cipio di uguaglianza, deve tornare ad essere al centro della democrazia”. Eccoci davanti al triste scenario di un paese che allontana da sé coloro che dovrebbe tenere più stretti, le basi per una ripresa, per un domani più rassicurante.

Forse quello di cui la nuova generazione ha bisogno è una spinta in più. Stanno incamminandosi sulla via sbagliata. Alla strada del sacrificio, del dare il massimo e lottare per diritti e sicurezze, in un futuro non così remoto come crediamo, si preferirà quella più arida del “non agire”, dello spogliarsi d’iniziative; e a guidarli sarà la convinzione che niente mai cambie-rà. Si presenta la necessità di motivare tutti coloro che rappresentano un paese nuovo, un paese rinato. Del re-sto il motivo è presto spiegato in un’Italia così ostinata-mente gerontocrate: il Censis rivela che il nostro Paese presenta un tasso di anzianità aziendale superiore alla media europea. All’Italia, oggi come oggi, serve colla-borazione. Un esplicito accordo tra giovanissimi e odier-

ni lavoratori, una stretta di mano che miri a spannare i vetri di quella grande finestra che dà sul futuro. I ragazzi di Genova sono solo infinitesimali esempi di quanta forza e volontà arricchiscono ancora l’animo dei più giovani. Alla società, ora, non resta che trovare la chiave giusta e spalancare la porta di quello che è un futuro indefinito ma che, con tutte le speranze, sarà presto un presente concreto.

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CI SONO TANTISSIMI RAGAzzI E RAGAzzE AL “CARLO ANTI” DI CULTURE DIVERSE ChE COSTITUISCONO UNA RISORSA E DOVREBBERO ESSERE ASCOLTATI. hANNO UNA VITA DA RACCONTARE, UN PATRIMONIO DA CONDIVIDERE… FATTO DI PAROLE, MUSIChE, COSTUMI ED

ESPERIENzE. qUESTE ESPERIENzE POSSONO TALVOLTA ESSERE NEGATIVE E PROPRIO PER qUESTO SEGNANO NEL PROFONDO E TI FANNO SENTIRE DIVERSO E ALLORA hAI VOGLIA DI RACCONTARLE E PARLERESTI PER ORE E ORE DI CIò ChE hAI VISTO qUANDO STAVI ANCORA Là… NEL TUO PAESE. CON qUESTA PAGINA VOGLIAMO FUNGERE DA MEGAFONO PER TUTTI I RAGAzzI E LE RAGAzzE STRANIERE ChE hANNO TANTO DA DIRE MA ChE PURTROPPO MOLTO SPESSO NON VENGONO ASCOLTATI.

L’ANTICulturaledi Giulia Da Campo e Francesca Massalongo

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Nella nostra scuola i ragazzi non aventi cittadinanza ita-liana sono 170 su un totale

di 1103 studenti, attenzione! 170 non è il numero dunque di tutti gli alunni che provengono da altri Pa-esi ma di quelli che, secondo la leg-ge italiana, non sono nostri concit-tadini; la percentuale dunque è del 15%.È interessante notare come ne siano presenti 55 nell’indirizzo ITI contro i 115 dell’indirizzo pro-fessionale. È da rilevare però una nota negativa; dei venti ragazzi in-tervistati al fine della realizzazione

dell’articolo solo pochi ci hanno dato il loro contributo: sarà for-se il timore dei pregiudizi e delle critiche??Cosa spinge un ragazzo o una ragazza a nascondere la pro-pria identità culturale? Vogliamo insistere su questo punto cardine, invitando tutti coloro che volessero condividere con noi un’esperienza, una particolarità che rende unico il loro luogo d’origine a contattarci, permettendoci così di rimanerne affascinati. Gli spunti sono vera-mente molteplici; nella nostra ri-cerca abbiamo infatti incontrato,

per citarne alcuni, ragazzi indiani, ghanesi, serbi, rumeni, egiziani, moldavi, colombiani, cubani, thai-landesi, albanesi, polacchi e ma-grebini.Queste righe sono dedicate a tutti coloro che, aprendo l’atlante, ma-gari nel bel mezzo dell’Oceano In-diano, iniziano a sognare…Ecco qui di seguito i contributi di alcune ragazze che hanno voluto condividere la loro nazionalità con noi.

Evelina 5BTT POLONIA

Keida 5ALS ALBANIA

è molto suggestiva la salita al Monte Giewont con circa 1000 m di dislivel-

lo partendo da zakopane. Il Giewont è il monte simbolo di zakopane e, guardan-dolo di profilo, assomiglia, come dice la leggenda, a un guerriero che dorme

pronto a svegliarsi e a proteggere la Po-lonia in caso di aggressione; ogni sen-tiero porta sempre ad un rifugio dove si possono gustare i prodotti tipici.

Nella società albanese la cultura è prevalentemente di tipo pa-triarcale: ispirandosi alle leggi

del “Kanun” (diritto consuetudinario vigente molto nel nord), gli uomini si arrogano il diritto di dominare e spesso maltrattare le donne del proprio nucleo familiare.

Uno degli eroi nazionali più celebri è Gjergj Kastriot Skenderbeu (1405-1468). Si racconta che all’età di sette anni fu preso in ostaggio dai turchi quando questi invasero l’Albania. Portato alla corte del sultano, venne addestrato per diventare un abile combattente. Ma successivamente scoprì le sue origini e ritornò in Albania per liberare dapprima Kruja, sua città natale, e dopo il resto del

Paese, portando avanti contro i turchi 25 anni di guerra, fino alla sua morte.

La mafia albanese è una tra le più temu-te al mondo. Se ne sa poco a causa delle difficoltà che si incontrano nel penetrar-vi, ma si è certi che la maggior parte dei traffici illeciti provenienti dall’est passa per l’Albania.

Sulla bandiera albanese è raffigurata un’aquila a due teste. questa è simbolo delle secolari lotte atte a preservare l’in-tegrità culturale e la libertà dell’Albania dai continui attacchi dei paesi confinan-ti. Il nome stesso “Shqiperia” (“Albania”, in albanese) si tradurrebbe letteralmen-te con “paese delle aquile”.

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PAOLA 5BTT COLOMBIAPaola 5BTT COLOMBIA

Claire 5BTT GHANA

Maria 4ATT INDIA

Ci sono molte curiosità in Colom-bia, ad esempio le festività inve-ce che festeggiarle nel giorno

indicato dal calendario vengono spo-state al lunedì dopo, in modo da fare il ponte.I negozi in Colombia sono sempre aper-ti 7 giorni su 7 con orario continuato.Le strade, per la maggior parte, sono

difficili da percorrere in quanto solo una piccola parte di esse è asfaltata.Uno dei simboli della Colombia è lo smeraldo, è quasi prezioso quanto il diamante.La Colombia è famosa per la produzio-ne del caffè; questa coltura viene prati-cata nelle fincas, delle aziende agricole abitabili.

In Ghana è tradizione usare la mano destra per dare o ricevere qualcosa poiché la mano sinistra è considera-

ta la mano del diavolo.

Jana Gana Mana:l’inno nazionale dell’India

Sei il dominatore delle menti di tutti,Colui che regge il destino dell’India.Il tuo nome risveglia i cuori di Punjab, Sind, Gujarat e Maratha,Dei Dravida e Orissa e Bengali;Echeggia nella colline di Vindhya e Himalaya,Si unisce alla musica dello Yamuna e del Ganga ed è cantato dalleOnde del Mare Indiano.Essi implorano le tue benedizioni e cantano le tue lodi.La salvezza di tutti aspetta nella Tua mano,Tu che reggi il destino dell’India,Vittoria, vittoria, vittoria a Te.

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LENA 5BTT ThAILANDIALena 5BTT THAILANDIA

Valentina 5BTT ETIOPIA

Il Viaggio

Si possono percorrere milioni di chilometri in una sola vitasenza mai scalfire la superficie dei luoghinè imparare nulla dalle genti appena sfiorate.Il senso del viaggio sta nel fermarsi ad ascoltarechiunque abbia una storia da raccontare.Camminando si apprende la vitacamminando si conoscono le cosecamminando si sanano le ferite del giorno prima.Cammina guardando una stellaascoltando una voceseguendo le orme di altri passi.Cammina cercando la vitacurando le ferite lasciate dai dolori.Niente può cancellare il ricordo del cammino percorso.

(Rubén Blades)

In ThAILANDIA il monaco maschio non può essere in nessuno modo toccato dalle donne così come la mo-

naca femmina non può essere toccata dall’ uomo; però gli uomini possono toccare gli uomini e le donne possono toccare le donne.L’ elefante viene molto usato come at-trattiva turistica anche nelle grandi cit-tà; vengono vendute banane ai visitato-

ri per nutrire l’animale.I thailandesi non visitano mai i templi la sera poiché considerati infestati da fan-tasmi e spiriti.Il saluto avviene a mani congiunte e con un piccolo inchino, per le donne è SAWADIKA, mentre gli uomini dicono SAWADIKAP.GLI SPORT NAzIONALI ThAILANDESI SONO IL WAI ThAI E LA BOX.

Il Rastafarianesimo è una filosofia di vita intesa come movimento spi-rituale e culturale nata nel 1930, su

ispirazione della fede ortodossa etiope di origine ebraico-cristiana.Il nome deriva da RAS TAFARI, impera-tore che salì al trono d’ Etiopia nel 1930 con il nome di hAILE SELLA SIE I; egli veniva considerato Cristo in terra.è dai RASTAFARIANI che deriva il termi-

ne ‘’RASTA’’. Secondo questa religione i fedeli non dovevano tagliarsi i capel-li, lasciarli al naturale e non pettinarli (dreadlocks).Inoltre dovevano uscire da Babilonia considerata il mondo occidentale cre-ato dal male, per andare a vivere nella terra promessa di zion, l’ Etiopia, che è simbolo del paradiso terrestre.

A noi, essendo studentesse dell’indirizzo turistico,

l’argomento sta particolarmente a cuore ed è

per questo che abbiamo deciso di condividere con voi lettori

una poesia, donataci da chi, di diverse culture se ne intende, la Prof.ssa Nicolis, che, per chi non

lo sapesse, insegna Geografia nella nostra scuola.

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IL 24 FEBBRAIO PRESSO L’AUDITORIUM DI VILLAFRANCA SI è SVOLTO IL CONVEGNO ‘’LA SCIENzA PER TUTTI’’ A CUI hANNO PARTECIPATO GLI STUDENTI DELL’ IS “CARLO ANTI”

DALLE ORE 11.00 ALLE ORE 13.00.

di Giulia Da Campo

La scienza è CulturA,per L’aVVocato,

per iL faLeGname,per L’imprenditore,

per tutti.

PRENDIAMO CONFIDENZA...CON LA Scienza

Il convegno ha ufficialmente aperto “La settimana della scienza e della tec-nica”, una mostra interattiva di scienze applicate che ha occupato i laboratori e la biblioteca del nostro Istituto, mentre un planetario 3D è stato allestito nello spazioso atrio d’ingresso. Il convegno è stato aperto dall’assessore alla cultura Maria Cordioli, poi la parola è passata a Claudia Bidoli, direttrice dell’associa-zione imprenditori del comprensorio villafranchese (AIV), che ha ringraziato i giovani imprenditori i quali, grazie al loro apporto economico, hanno reso possibile la realizzazione di questo im-portante evento culturale rivolto a tutti gli studenti delle scuole di Villafranca. Dopo gli interventi di G. Girelli, presi-dente di AIV Giovani e del Dirigente Scolastico del Liceo Medi, Prof. M. Boni-ni, gli studenti presenti in sala sono stati particolarmente attenti alle parole di Lucio Biondaro, responsabile del Grup-po Pleiadi.Biondaro si è presentato come un gio-vanotto dall’aria intraprendente che con la sua parlantina ha coinvolto subi-

to gli ascoltatori. Egli è un giovane lau-reato in fisica e, grazie alla sua passione per le materie scientifiche, ha fondato il gruppo PLEIADI, il quale ha lo scopo di divulgare la scienza in tutte le sue forme. Biondaro ne è il presidente, ed in breve tempo è riuscito a creare attorno a sé un folto gruppo di laureandi e laureati provenienti dai vari settori scientifici in grado di cooperare per la realizzazione di numerosi progetti.Il Gruppo PLEIADI punta soprattutto sul metodo didattico-interattivo; gli stu-denti infatti devono percepire la scien-za come un’esperienza alla loro portata e non come una disciplina difficile e distante dalla loro realtà; per questo anche le parole devono essere sempli-ci. Biondaro ha citato, a tal proposito, il fondatore dell’Exploratorium di San Francisco, Frank Oppenheimer, che era solito affermare: “Spiegare la scienza e la tecnologia senza il sostegno di fatti concreti può assomigliare al tentativo di raccontare a qualcuno cosa sia il nuo-tare senza mai metterlo nell’acqua”.La gente ha bisogno di conoscenza, di

sapere come avvengono alcuni feno-meni della natura e di capire le leggi che la governano attraverso l’uso di un linguaggio semplice e l’ausilio dell’espe-rimento. Ecco allora che una mostra interattiva delle scienze applicate risulta vincente ed incuriosisce i giovani.La mostra in questione è frutto del la-voro, durato circa due anni, del gruppo PLEIADI ed è stata particolarmente ap-prezzata dai docenti delle scuole prima-rie e secondarie ma anche da enti pub-blici e privati e dalle aziende.La nostra scuola è sede della mostra fino all’11 marzo e possiamo dire che ne siamo fieri in quanto, con il Liceo Scien-tifico delle Scienze Applicate in casa, dimostriamo un’attenzione particolare alle materie scientifiche e gli studenti possono testare, attraverso l’applicazio-ne pratica, ciò che stanno studiando.La mostra, grazie al grande successo di pubblico e alla sua particolarità, ha tro-vato spazio sia in articoli di giornale che in un servizio sul TGVeneto. Ricordiamo anche che la medesima mostra sarà

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In queste foto:alcuni momenti del convegno;

l’allestimento del planetarionell’atrio del nostro istituto;

in alto a destrail nostro preside Prof. Pardini,

con il Dirigente Scolastico del Liceo Scientifico “E. Medi”

Prof. Bonini

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presentata al prossimo Ecsite Confe-rence, la conferenza annuale dei musei scientifici e degli science center. Sarà presentata come mostra allestibile in posti non usuali, come scuole, cantine, gallerie e centri commerciali. L’obiettivo della mostra è infatti portare la scienza nei piccoli centri e renderla accessibile a tutti, grandi e piccini.

L’intervento di Biondaro è stato sicura-mente il più significativo del convegno e si è concluso con un fragoroso applau-so; la parola è poi passata all’ispettore Stefano quaglia, insegnante universita-rio di greco e dirigente USVR, il quale ha parlato dei rapporti tra discipline uma-nistiche e discipline scientifiche. Gli ab-biamo posto alcune domande:

Tanti ragazzi di quinta si trovano a dover fare la fatidica scelta universi-taria, lei che è professore che consi-glio può dare?Il primo messaggio che vi lancio è que-sto: non sentitevi estranei alle discipline che studiate a scuola, è da quelle disci-pline e dal modo in cui vi rapportate ad esse che voi potete capire voi stes-si. L’educazione fisica si fa con il corpo, l’atletica si fa con il corpo, la scienza si fa con la testa e allora bisogna vedere che grado di atletismo si ha con le di-verse discipline; c’è chi salta in alto, chi corre veloce, chi lancia il giavellotto, chi lancia il disco… bisogna capire in quale disciplina siamo portati.

Molti ragazzi si sentono in un limbo tra materie scientifiche e umanisti-che. Ma sono davvero così distanti tra loro?La distinzione tra sapere scientifico e sapere umanistico è arcaica e nella ci-viltà contemporanea non ha motivo di esistere; è sbagliata la continua divi-sione che ci propongono tra discipline scientifiche e umanistiche, è errata la stessa terminologia: esistono discipli-ne scientifiche in cui è fondamentale la matematica perché sono fondamentali le 4 operazioni e discipline di tipo lin-guistico-letterario per le quali non sono valide le 4 operazioni ma che non sono meno scientifiche!

Che cos’è la scienza per lei?La scienza non è accumulo del sapere, ma selezione consapevole di contenuti dai quali si ricavano le idee chiave per risolvere i vari problemi che ci si presen-tano davanti; le scienze sono balconi dai quali si vedono panorami diversi e ognuno si affaccia e vede un punto di vista diverso.Prendiamo in esame un animale: la far-falla.Farfalla deriva dal greco, significa “ani-ma” poiché la farfalla dà l’idea di qual-cosa di leggerissimo, proprio come l’anima, ed è stata utilizzata anche in una scultura di Canova per simboleg-giare l’anima.questo è uno studio poetico, artistico e psicologico dell’animale farfalla, però

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essa può essere esaminata dal punto di vista anatomico e della composizione biologica: un lepidottero con i suoi co-lori cangianti… ma allora cosa cambia!? il fatto è che distinguere i punti di vista non implica la separazione, stiamo solo guardando da un altro balcone.

Cosa vi è alla base della scienza?Il fondamento della capacità scientifica è la capacità di comunicazione e verba-lizzazione delle proprie esperienze. Un grande scienziato è un grande comuni-catore; Einstein era anche filosofo, non a caso sono molto famosi i suoi aforismi.A conclusione di questo pensiero voglio

ribadire che è sbagliato cadere nella settorialità tipica dell’università, poiché tutte le discipline sono in interazione tra loro.

NELLA NOSTRA SCUOLA È POSSIBILE VISITARE LA MOSTRA INTERATTIVADAL 25 FEBBRAIO ALL’11 MARzO,L’ENTRATA È LIBERA IL SABATO DALLE 14 ALLE 18E LA DOMENICA DALLE 10 ALLE 18.SONO STATI ALLESTITI VARI ESPERIMENTI COME IL VORTICE, GLI SPECCHI USTORI, LE RUOTE QUADRATE, L’OCCHIO LASER, IL CUBO OTTICO, UN SIMULATORE DI TZUNAMI, UN PLANETARIO 3D… E ALTRO ANCORA!

da sinistra:Il dirigente USVR Stefano Quaglia,

il presidente del gruppo PLEIADI lucio Biondaro,il vicepresidente di PLEIADI Alessio Scaboro,

l’assessore alla cultura Maria Cordioli,il nostro mitico preside Claudio Pardini,

la direttrice AIV Claudia Bidoli,il rappresentante di E-globalservice Enrico locatelli,

infine il presidente di AIV Gianni Girelli.

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FACCIAMOCI uNA CulturA...É GrAtIS!Alla Biblioteca Civica di Verona – Via Cappello, 43 – si può usufruire di servizi di prestito, lettura in sede, riproduzione, consulenze e ricerche bibliografiche in modo completamente gratuito.Ciò che può interessare maggiormente a noi ragazzi è la sezione Audiovisivi del-la Biblioteca, la quale offre un servizio di prestito gratuito di materiale video (videocassette e DVD) con un catalogo di circa 10.000 titoli suddivisi in film, do-cumentari, teatro e musica.Il Centro Audiovisivi si propone inoltre di promuovere la diffusione della cultu-ra dell’immagine cinematografica attra-verso l’organizzazione di corsi di forma-zione e aggiornamento sul linguaggio dell’immagine e altre manifestazioni culturali.

EMOZIONIAMOCI CON Il GrANDE tEAtrOGrazie all’iniziativa TeatroUnder26, ide-ata dal Teatro Stabile di Verona con il contributo della Fondazione Carivero-na, i giovani dai 18 ai 26 anni che vivo-no, lavorano o studiano a Verona, han-no l’ingresso a teatro a soli 3 euro!è attraverso la partecipazione agli spet-tacoli e la frequentazione dei teatri che i giovani possono individuare un modo diverso per interpretare la socialità, per individuare valori utili alla loro crescita e formazione, per assistere a delle im-portanti rappresentazioni che riportino ad un linguaggio immediato i grandi autori ma anche la drammaturgia con-temporanea ed i nuovi linguaggi legati alla multimedialità.ClICCA!www.teartounder26.it

Ammazza il tempo!

MA ORA BASTA CON I POMERIGGI SPRECATI SU FACEBOOK O DAVANTI ALLA TV.SE NON AVETE IDEE ALTERNATIVE BEH...LEGGETE UN PO’ QUI.

Come impiegano i giovani il tempo a disposizione? Prevalentemente guardando la televisione (63%) o ascoltando la radio (58%). In alternativa, il 26% gioca ai videogames, mentre la sana abitudine di leggere un libro viene seguita appena dal 24% dei ragazzi.Le statistiche inoltre dicono che alcuni adolescenti passano in un giorno più ore davanti alla tv che non sui banchi di scuola. I dati emersi più significativi sono i seguenti: il 51% delle famiglie ha tre o più televisori in casa (19% più di tre, 13% uno, 36% due); emerge una singolare coincidenza fra la percentuale dei ragazzi e dei genitori con la televisione collocata nella propria camera (47%).

di Da Campo & Massalongo

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OrGANIZZIAMO uN VIAGGIO...Il sabato sera le discoteche vengono ri-empite in massa dalla fauna giovanile e sappiamo bene che, se vuoi entrare in una discoteca “in” che si rispetti, alme-no 20 euro devi salutarli all’entrata.Una volta dentro, dirai addio ad altri 3 o 4 euro per il guardaroba e, arrivata l’ora di bere, il tuo portafoglio sarà tri-stemente vuoto... E allora ti chiedi perché!?Invece di passare i sabati chiuso nelle gabbie-discoteche come un orango-tango, metti via i soldi e prenota un viaggio!Grazie alle compagnie low-cost come RYANAIR e Easyjet, con soli 36,00 € vai a Parigi, con 20,99 € vai a Londra, e con 29,99 sei a Madrid!quanto costerà rinunciare a qualche sabato in discoteca se poi hai la soddi-sfazione di vedere una capitale europea con i tuoi amici!?ClICCA!www.ryanair.comwww.easyjet.com

AltrE PrOPOStE...Per i più “Originali” si propone un giret-to in città... Non uno qualsiasi... Che ne direste di “adescare” qualche turista te-desco o inglese e proporsi come guida per il centro?? Si mette alla prova la pro-pria abilità linguistica e ci si diverte... E chissà non arrivi qualche mancia!!!

Ti piace scrivere??? Proponiti alla reda-zione di qualche giornale... A partire da quelli gratuiti per poi arrivare chissà... All’Internazionale!!! Proponete qualche vostro manufatto e... Non si sa mai!!!

Nella prospettiva estiva vi consigliamo un giro completo del lago in bicicletta... zaino in spalla e magari qualche ami-co al seguito. Le possibilità di alloggio sono molteplici: dai costosi hotel, agli ostelli, fino ad arrivare ai campeggi, ma-gari con un sacco a pelo sotto le stelle, stile Wild Oltrenatura! In qualche giorno avrete visitato tutti i più particolari luo-ghi del nostro amato lago!

Togliete la polvere dai libri in mansar-da, trovate un ricettario e proponetevi pasticcieri agli amici... cucinare è diver-tente, costruttivo e soddisfacente per il palato. Fate una sorpresa a qualcuno magari, o seguite alla tv un programma di cucina nella preparazione....

Per i più avventurieri si consiglia il “Ca-noa club” di Verona, con possibilità di fare rafting sull’Adige... La vostra città come non l’avete mai vista!

Mettetevi dunque alla prova se avete coraggio, Il mondo aspetta solo voi!!

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SICUREZZAsenza

LIMITLe quinte del grafico partecipano al progetto I giovani e l’educazione stradale

Venerdì 10 feb-braio le classi quinte dell’indi-

rizzo grafico han-no partecipato, in

Aula Magna, al progetto di edu-cazione stradale volto a sensibi-lizzare i giovani sui pericoli stra-dali.

L’attenzione è stata immediata-

mente catturata da un video che ha mo-strato scene toccanti

di incidenti stradali, sulle note della canzone Pensa del cantante Fabri-zio Moro.

Al termine del filmato,un infermie-re del 118 e l’ispettore capo Andrea Scamperle della Sezione Polizia Stradale hanno spiegato la gravità dei rischi che si corrono ogni giorno lungo la strada.

Per prima cosa, i due relatori hanno parlato del loro lavoro, che consiste nel recarsi, nel più breve tempo pos-sibile, sul luogo dove è avvenuto un incidente e soccorrere le persone coinvolte.

<Nella maggior parte dei casi, ci troviamo di fronte a scene agghiac-cianti: autovetture capovolte, talvol-ta ridotte a un rottame e, quando ti ritrovi tra le braccia il corpo senza vita di un ragazzo della vostra età, spesso ti manca il fiato>, spiega l’in-fermiere, aggiungendo che la mag-gior parte degli incidenti mortali,

nei quali sono coinvolti sempre più giovani, è spesso causata dall’assun-zione di alcol o droghe leggere.

A questo proposito è stato mostrato un servizio de Le Iene, nel quale gli attori del noto programma, hanno preso le vesti di poliziotti ed hanno fermato qualche ragazzo, palese-mente sotto effetto dell’ alcol. Con l’aiuto di telecamere nascoste han-no mostrato le condizioni di questi giovani di ritorno da serate movi-mentate.

Durante la visione del servizio gli studenti sono apparsi divertiti ma, dopo una breve riflessione colletti-va, si sono resi conto che, quando ragazzi in tali condizioni si mettono alla guida, possono causare inciden-ti mortali.

Levi, Tobia, Nicole, Martina e Valeria tornavano a casa da una serata di divertimento la notte del 26 giugno 2005 e nessuno avrebbe pensato che, lungo la strada, avrebbero trovato la morte. A Caselle di Sommacampagna l’auto dei giovani sbanda e finisce contro un camion nella corsia opposta. La strada si è presa le vite di cinque giovani amici.

di Alessia Castiglioni

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“Spesso siamo portati a pensare che le cinture non servano a molto nei posti posteriori - spiega il responsa-bile della polizia stradale - in realtà, nel caso di un urto potente, nella vettura si creerà un effetto centrifu-ga, e le persone che non sono salda-mente ancorate ai sedili andranno a sbattere ovunque, causando ulte-riori danni a sé a ad altri”. Alla fine della mattinata sono inter-

venuti i genitori di Levi e Tobia, due dei ragazzi citati all’inizio dell’artico-lo. hanno tenuto un discorso breve e molto diretto, con il quale hanno sottolineato l’importanza della vita e il dolore che prova un genitore quando gli viene strappato il figlio dalle braccia. E allora cari ragazzi e cari amici, rispettiamo le norme di si-curezza, andiamo piano in

macchina e, soprattutto, non assumiamo alcol prima di metterci alla guida; la vita è una e va vissuta con responsabilità.

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Studenti a scuola di...

NEI MESI DI GENNAIO E FEBBRAIO, NELLE CLASSI SECONDE DELL’INDIRIzzO PROFESSIONALE ECONOMICO/TURISTICO E DEL LICEO GRAFICO, è

STATO REALIzzATO IL PROGETTO “ECOSESSUALITà”, UN PERCORSO DI EDUCAzIONE SESSUALE E PREVENzIONE DELLE MALATTIE A TRASMISSIONE SESSUALE. IL PROGETTO, COORDINATO DALLE PROF.SSE TEDESCO ROSA E BRESCIANI DONATA, è STATO EFFETTUATO, NELLE CLASSI COINVOLTE, GRAzIE ALL’INTERVENTO DI ESPERTI OPERATORI DEL SERT DI VILLAFRANCA: INFERMIERA PROFESSIONALE, PSICOLOGO, EDUCATRICE, OSTETRICA, PER UN TOTALE DI 7 ORE PER CLASSE.

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di Sonia Tumicelli

Il progetto di ecosessualità che abbiamo affrontato come classi del biennio prevedeva quattro in-

contri con persone specializzate nel campo della sessualità. Gli incontri sono stati tenuti da un medico, da uno psicologo, da un’infermiera e infine da un’ostetrica.

Abbiamo parlato di tanti aspetti le-gati alla sessualità come le malattie sessualmente trasmettibili, i con-traccettivi, i sentimenti e le emozio-ni legate alla sessualità e all’amore.

Gli argomenti sono stati presenta-ti attraverso diapositive, schede e possibilità di dialogo e discussione che hanno permesso un maggior coinvolgimento. Ad esempio l’oste-trica ha portato in classe diversi contraccettivi per farci comprende-re come si usano e quale sia il loro scopo che è, in particolare, quello di proteggere la donna da malattie e da gravidanze indesiderate.

I contraccettivi per le donne sono il diaframma, la spirale, le pillole, mentre per gli uomini c’è solo il pre-servativo.

Prima di spiegarci tutto questo gran-dissimo mondo infinito sulle relazio-ni sessuali tra due persone, il medi-co che ha tenuto il primo incontro ci ha spiegato la differenza tra fare sesso e fare l’amore. Voi la sapete?? E’ molto semplice, ma proprio per-ché è semplice tante volte si dà per scontato. Fare l’amore significa pro-vare un sentimento verso l’altro tan-to da spingersi a “mettere in gioco” se stessi, invece è molto diverso fare sesso perché questa diventa un’azio-ne per soddisfare un impulso o solo un divertimento. Vi auguro di poter partecipare a questi incontri perché sono molto interessanti ed educa-tivi, si può parlare senza vergogna, si possono avere delle risposte alle domande che abbiamo e si possono maturare delle riflessioni.

Gli incontri di ecosessualità vi serviranno adesso, domani e nel futuro!

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Anonimo

Gli incontri di ecosessualità sono stati molto interessanti perché l’ostetrica, lo psicologo e l’infermiera hanno chiarito tutti i miei dubbi riguardanti il sesso e le malattie trasmissibili.

Anonima

Il progetto di Ecosessualità mi ha insegnato che, nel caso avessimo dei dubbi o dei problemi, possiamo rivolgerci ad un centro specializzato chiamato C.I.C. dove possiamo tro-vare delle persone esperte, come psicologi e dottori,che ci aiutano a prevenire rischi indesiderati.

Alessandro

Istruttivo, interessante, utile: sareb-be carino rifarlo.

Luca

ho imparato cose nuove sui contraccettivi per evitare rischi e malattie

Anonima

Il corso di ecosessualità mi è piaciuto molto e lo rifarei volentieri. ho trova-to interessante poter confrontare le mie conoscenze con quelle di figure professionali e competenti, così da poter ricevere nuove informazioni che si sono aggiunte a quelle da me già possedute.

Ma sentiamo il parere di alcuni alunni che hanno

partecipato al corso di Ecosessualità:

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Sara

A me ha colpito in particolare la lezione dello psicologo che ci ha spiegato che i rapporti sessuali non sono sempre voluti, ossia si posso-no verificare casi di prostituzione o di molestie sessuali, per cui le ragaz-ze possono essere costrette, contro la loro volontà, a subire dei rapporti con l’altro sesso.

Alessia e Silvia

Abbiamo apprezzato molto il corso di Ecosessualità perché ci ha aiuta-to a capire i rischi e i pericoli che si possono correre avendo rapporti non protetti. Abbiamo imparato che dobbiamo prendere sempre precauzioni e stare attente alle ma-lattie che si possono contrarre. Ci piacerebbe fare altri incontri con gli esperti che sono intervenuti.

Con questo corso si è voluto perciò conseguire lo scopo di

fornire agli alunni informazioni sicure, supportate

scientificamente, per prevenire

comportamenti eccessivamente

superficiali e sconsiderati,

nonché gravi malattie di cui magari non si era

a conoscenza.

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GIMME VOICESUL SET

VERONA, LUNEDì 6 FEBBRAIO, I RAGAzzI

DELLA 5^ CTG ORGANIzzATI IN IMPRESA

SIMULATA DENOMINATA GIMME VOICE,

hANNO PARTECIPATO AD UN PROGETTO

DI CONFINDUSTRIA ChE hA PREVISTO

UN’INTERVISTA VIDEO, AD ALCUNI ALLIEVI, I

qUALI hANNO SPIEGATO, IN INGLESE, COME

FUNzIONI LA LORO IMPRESA SIMULATA.

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- Qual è il vostro progetto? A questo quesito ha risposto l’al-lieva Noto V.: - Hi Guys, We’re Gimme Voice, the advertising agency that gi-ves voice to your ideas. Our aim, as the visual of the microphone expresses, is to boost your fame, using the media that surrounds us: posters, flyers, cat-alogues, trademarks and websites are just some of the tools that give voice to your thoughts

- Qual è l’aspetto più innovativo o comunque particolare del pro-getto?

L’allievo Bertellini ha precisato: - We’re the future of communication, with our creative minds and your business ideas

L’ intervista ha spaziato sugli even-tuali acquirenti del prodotto/servi-zio e sulla concorrenza che Gim-me Voice tenta di superare, hanno asserito i ragazzi, offrendo una co-municazione giovane e fuori dal comune, che sappia sorprendere e coinvolgere il target dei clienti. La caratteristica saliente è che Gim-me Voice parla inglese e attraverso internet è in grado di dialogare con le aziende di tutto il pianeta.

I ragazzi, durante l’esecuzione del-la performance, sono stati seguiti da due collaboratori che si sono occupati della messa a punto del progetto e dell’allestimento del set, coadiuvati dal materiale grafico cre-ato dai ragazzi a scuola, per girare al meglio le varie parti del video.

I ragazzi della quinta CTGincontrano le telecamere di Confindustria.

La classe si è recata presso la sede di Verona di Confindustria, preparata a registrare il video intervista di 3 minuti in cui sono

stati spiegati la storia dell’azienda simulata che si occupa di grafica (costituita già dalla classe terza) i prodotti e le strategie

di comunicazione. Di seguito alcune domande poste agli allievi:

di Vanessa Noto e Marika Porcu

Inizialmente gli studenti sono ap-parsi un po’ insicuri e timidi nel parlare ad una telecamera puntata direttamente su di loro, ma poi, gra-zie ai collaboratori e ad altri studenti presenti, hanno affrontato la situa-zione con molta ironia, scioltezza e grande professionalità.

Alla fine del video intervista, i col-laboratori, i ragazzi, insieme al Prof. Chignola e alla vicepreside Prof.ssa zoccatelli (che hanno coordinato il progetto) hanno scattato molte foto per ricordare questa simpatica esperienza.

L’incontro è terminato, gli allievi, protagonisti per un giorno, sono tornati a scuola, soddisfatti per il vi-deo realizzato e con in cuore tanta speranza di poter vincere il concor-so a cui il video realizzato è legato.

Incrociamo le dita per i nostri ragazzi!

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PARLANDO CON UN RAGAzzO DI TERzA DEL NOSTRO ISTITUTO,

hO SCOPERTO ChE NELLA NOSTRA SCUOLA SI SVOLGE UN’INTERESSANTE ATTIVITà LEGATA ALLA MUSICA, qUINDI NON hO PERSO TEMPO E LUNEDì POMERIGGIO MI SONO FERMATA DOPO LA SCUOLA ARMATA DI CARTA, PENNA E MACChINETTA FOTOGRAFICA… MI SONO INFILTRATA PER VOI NELL’ AULA DEL CORSO DI BODYPERCUSSION PER CURIOSARE, FOTOGRAFARE, ASCOLTARE E CAPIRE.

ho conosciuto Andrea Pedrotti, il responsabile dell’attività che si svolge ogni lunedì e coinvolge 14 alunni della nostra scuola.

Andrea nasce a Bussolengo nel 1981, nel 2001 si diploma come perito grafico ma, dopo alcuni anni, decide che la musica sarà l'unica sua occupazione quoti-diana e così nel 2007 si iscrive alla "Scuola di specializzazione in musicoterapia Giovanni Ferrari" di Padova e inizia a percorrere la sua nuova strada professionale come musicoterapista ed inse-gnante di musica. I contatti con la scuola di Padova e i progetti

professionali lo hanno poi por-tato a trasferirsi in provincia di Padova.

L'iniziativa per questo progetto di musicalità integrata è arrivata dalla madre di un allievo della nostra scuola che, incuriosita dal-la Body Percussion, ha proposto questo tipo di attività.

di Giulia Da Campo

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Cosa si fa al corso di Body Percus-sion?

Andrea ci tiene a precisare che il pro-getto che sono riusciti ad attivare, grazie anche alla numerosa adesione degli allievi della scuola, non tratta solo le Body Percussions ma intende far sperimentare un'attività di musi-calità integrata, e quindi, toccando diversi ambiti della musica quali il canto, gli strumenti, la costruzione di strumenti musicali da materiali rici-clati e non, le body percussions aiuta-no a conoscere un po' di più la musica che altrimenti rischia di rimanere quel grazioso rumore che esce dagli au-ricolari del nostro iPod e che noi non siamo più abituati ad ascoltare come musica.

Quanto pensi sia importante la musica per i giovani d’oggi? E quanto invece lo è per te?

La musica per i giovani d'oggi è molto importante ma non meno di quanto lo sia stata per i giovani di ieri e per quelli di domani.

Credo che tutte le forme d'arte, come possono essere anche la scultura, la

pittura, il ballo, il teatro, la poesia e anche gli sport, siano una componen-te fondamentale per la crescita di voi ragazzi e materia prima che concorre alla formazione di grandi uomini e grandi donne.

Chi impara ad esprimersi attraverso una qualsiasi forma artistica o at-traverso uno sport, impara anche ad essere qualcuno e non uno qualsiasi; impara ad ascoltare le idee degli al-tri, a valutarle e criticarle costruttiva-mente.

Conoscere e sperimentarsi in una for-ma d'arte o sport ci insegna da subito a comunicare ed ognuno, per stare bene, credo debba trovare la propria strada, quella strada che gli permetta di esprimere le proprie opinioni e che gli consenta di fare per il mondo quel-lo che lui stesso sa meglio fare, solo così potremo sperare in un domani migliore di ieri.

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Suoni la chitarra, che è sicuramen-te lo strumento più aggregativo per eccellenza... Come è iniziata questa tua passione?

Io ho iniziato a far capire ai miei geni-tori la mia propensione musicale già all'età di 3 anni. Mi raccontano infatti, e pian piano a forza di sentire questi racconti tornano anche a me in men-te alcune immagini, che nell'estate dell'84 il tormentone familiare ero io che cantavo davanti ai parenti "L'ami-co è" di Dario Baldan Bembo. Successi-vamente a 6 anni Santa Lucia capì che una tastiera avrebbe potuto essere un "giocattolo" per me più interessante di tanti palloni, trattori e macchinine, e così iniziai a ripetere "ad orecchio" alcuni motivetti delle pubblicità.

A 10 anni, per il compleanno, arrivò la prima chitarra e l'iscrizione al corso di musica, ma a 12 mi ritirai in quanto il mio maestro volle vedere mia madre per dirle :"Signora, si risparmi i soldi del corso, al suo ragazzo non piace studiare chitarra"... e un po' aveva ra-gione... preferivo suonarla!!

E così negli anni successivi iniziai ad imparare i primi accordi da autodi-

datta, a copiare alcuni assoli tra i più famosi della storia del rock, a ripetere "ad orecchio" le canzoni più conosciu-te della musica leggera italiana, fino a diventare il migliore amico di tutti gli autisti che accompagnavano la mia classe in gita!

Nel frattempo, facendo esperienza in diverse band, imparai a suonare an-che basso, batteria, tromba e so an-che cantare.

So che sembrano tanti strumenti ma come ho detto sempre, chi si dedica allo sport non si ferma ad una sola disciplina... io invece, che con lo sport ho sempre avuto poco da spartire, mi sono dedicato alla musica.

Andrea qui è intento ad intonare con la chitarra i pezzi di legno che poi andranno a formare gli xilofoni

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Matteo, Mirco, Andrea, Giovanni, Marco, Stefano, Vlad, Anna, Cephas, Matteo G., Riccardo

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di Giorgia Leva

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solo 20 anni fa l’unico modo per sfondare nel mondo della musica era seguire la classica trafila dei provini, delle serate gratis tra i più disparati locali e pub, l’onerosa partecipazione ai vari festival e i ricatti costanti che dovevano essere sorbiti per accedere alle manifestazioni canore. oggi questa prassi estenuante va via via scomparendo: è il tempo della tecnologia, è il tempo di internet.

“Chi sa fare la musica la fa, chi la sa fare meno la insegna, chi la sa fare ancora meno la organizza, chi la sa fare così così la critica.”

L’affermazione del celebre cantan-te lirico Luciano Pavarotti, sembra essere il manifesto di una ribellione sempre più accesa verso coloro che soffocano i piccoli artisti. Un colos-so, Internet, che è andato a “soccor-rere” gli appassionati di musica pieni di talento e di sogni, disposti a tutto pur di mettersi alla prova o di esibir-si davanti una piccola platea, coloro che dal sistema discografico mon-diale hanno subito ogni tipo di tor-to. Dopo esser stati spremuti come limoni e gettati nel cestino della spazzatura, la loro musica è stata

calpestata senza ritegno. Il XXI se-colo però segna la rivalsa delle band emergenti, del sound genuino; non sono più necessarie le grandi infra-strutture delle case di produzione discografica per far arrivare la musi-ca alla gente. Siti internet come You-tube (www.youtube.it) vanno a sop-piantare quel processo industriale utile solo a sottrarre guadagni agli artisti e a rendere i dischi sempre più costosi. I tempi sono cambiati e anche la speranza di avere succes-so e di farsi conoscere dal grande pubblico può essere alimentata a buon diritto. Le prove tangibili, i casi di grande successo musicale, non tardano ad arrivare. Basti pensare a band come i giovani inglesi Arctic Monkeys, che proprio grazie al web hanno fatto il “botto”, ma anche i già conosciuti Radiohead che, attraver-so un sito internet, hanno raggiunto milioni di vendite senza passare per le mani di una struttura discografi-ca. I nomi sono numerosissimi e il talento certamente non scarseggia.

Tuttavia il rischio “Meteora” è sem-pre in agguato. quante volte ci chie-diamo che fine abbia fatto “quel can-tante che cantava quella canzone”? Il mondo della musica è elastico, flessibile e malleabile; esso si adat-ta e aderisce perfettamente ai cam-biamenti di quella che è una società mutevole e incoerente. Non a caso Platone era dell’idea che “se cambia la musica, cambieranno anche le istituzioni più importanti”. La moda musicale è il riflesso della società odierna, esse sono legate da un filo invisibile, il mutare di una è segui-to dal mutare dell’altra. Tanto corre veloce la quotidianità, tanto correrà la musica. Così gli apparenti “grandi successi” bruciano e si disintegrano in fretta al contatto con l’atmosfera di una realtà in continua evoluzio-ne. Oltre a portare visibilità a grup-pi ed artisti meritevoli, Internet ha anche contribuito a creare confu-sione. Ogni giorno si è tartassati da centinaia e centinaia di nuovi nomi, brani, generi e suoni; perdersi nella fauna musicale è un gioco da ragaz-zi. La scelta è dell’ascoltatore: egli dovrà districarsi tra i gusti, i sapori, i colori e le sonorità che pullulano e si moltiplicano a vista d’occhio

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Put on your colors and run come seeeverybody’s sayin’ that music’s for free

take off your clothes and lie in the suneverybody’s sayin’ that music’s for fun

David Corsby – Music is Love

all’interno dello scenario musica-le odierno. Come già detto, sì può comprendere molto di una specifica realtà a partire da ciò che offre in li-nea musicale e la splendida Verona è ricca di nuove proposte sonore.

Fra tutti ricordiamo The Wows, un tempo Plan A; la band Indie/Alterna-tive, Noise Rock nata nel 2005 come cover-band. Ma i tempi delle cover-band sembrano lontani anni luce e, dopo numerose modifiche nello sti-le e nella formazione, la band vince nel 2009 il concorso “Nokia Trends Lab” e con esso l’occasione di regi-strare negli studi della Sae a Londra il primo disco. Con l’arrivo del 2012 l’incontenibile attesa, i The Wows sono una macchina inarrestabile di produzione e creatività, prossimo all’uscita l’EP “Model Soldiers”.

Su Facebook si descrivono così: «Scriviamo musica e la suoniamo», sì “ perché gli WOWs sono tra i pochi gruppi veronesi che cercano di farsi strada suonando le proprie canzo-ni, tenendosi lontani sia dalle cover che dalle soluzioni più facili” scrive il giornale L’Arena e ancora “perché gli WOWs sono la band che mancava, il gruppo di cui poter andare orgo-gliosi tra qualche anno, quello che

(incrociamo le dita) riuscirà ad uscire da questa città e dalla sua provincia, lasciandosi dietro una scia di brividi e luce. ”

Ma ricordiamo anche i veronesi 4ELLEPI’, un quintetto propositivo dalle diverse e tangibili influenze, che corre all’interno di quella fascia di infinite possibilità sperimentali che è il Pop-Rock odierno.

E i giovani The Brand? Passati da sot-tomarca a vero marchio di fabbrica, i The Brand rappresentano una pro-messa. Un nodo al fazzoletto stretto con l’uscita del primo DEMO (2009) e riconfermato con la pubblicazione dell’album di inediti “Original”.

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1. The WOWs

2. Arctic Monkeys

3. Radiohead

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3

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CITTADINANZA ATTIVAGagliardo, neo-ministro delle POLI-TIChE GIOVANILI nominato da Mario Monti, ha iniziato la conferenza esor-dendo: ‘’C’è una profonda povertà che costituisce l’impossibilità di costruire gli spazi della cittadinanza e dei diritti, ma ci sono alla base di questa povertà delle discriminazioni e delle profonde dise-guaglianze; questo è un elemento criti-co; l’Italia è un Paese nel quale ci sono persone che guadagnano quasi 450 volte lo stipendio di un operaio, altre che guadagnano 11 mila volte quello stipendio, persone che col loro stipen-dio possono in un anno mantenere un intero stabilimento di operai (che inve-ce viene chiuso lasciando a casa le per-sone che vi lavorano) e noi siamo in più di 12 milioni di poveri.Le illegalità tagliano le gambe al nostro futuro; -Sapete il fatturato delle ma-fie ogni anno? -Chiede Gagliardo- 140 miliardi di euro con incremento annuo del 38%. 60 miliardi per droga ven-duta a persone come voi. Il giro della corruzione è di 60 miliardi, di evasione fiscale 400 miliardi... sottratti al vostro futuro. Di quale cittadinanza parlia-mo??? quella dei concerti a teatro?? Fra qualche anno vi sposerete e avrete dei figli... magari oggi non ve ne frega niente, magari il vostro problema ora è il lavoro se non lo spostate nel tempo dopo gli studi. Guarderete i vostri figli e penserete: quale terra ti lascerò? quali prospettive?Con queste domande dirette e provo-canti al pubblico delle scuole, Gagliar-do ha suscitato diverse reazioni: risate, dubbi e riflessioni dei più.

NEI GIORNI 15 E IL 20 DICEMBRE AL PALACOVER DI VILLAFRANCA LE SCUOLE CARLO ANTI, BOLISANI E

ENRICO MEDI hANNO PARTECIPATO ALL’ EVENTO X-MAS DAY IN COLLABORAzIONE CON LA CARTA GIOVANI DI

VILLAFRANCA.

di Da Campo & Massalongo.

La Carta d’ Identità:

NOME:Michele Gagliardo

PROFESSIONE:formatore

HOBBY:sport, corsa, montagna, stare coi figli...

SOGNO CHE AVEVI DA BAMBINO:andare in Africa e viverci per dare una mano alle popolazioni africane

L’Unione Europea ha delineato un piano di azione 2010-2018 per implementare in questi die-

ci anni la partecipazione dei giovani nell’ambito di diversi aspetti della vita comunitaria e degli stati membri: citta-dinanza attiva, partecipazione politica, inclusione sociale e solidarietà dei gio-vani, sono le linee guida da seguire con concrete iniziative.I giovani si scontrano infatti nella re-altà quotidiana con diverse sfide: di-soccupazione giovanile, formazione e istruzione, invecchiamento della po-polazione, classe dirigente di annata e bloccata da decenni. Coinvolgere le giovani generazioni nella formazioni di decisioni e opinioni politiche, cultu-rali ed economiche può costituire un volano per l’innovazione di governo e amministrativa nella sfera pubblica, ma soprattutto può creare un nuovo sen-so di cittadinanza e un comune sentire

per una società maggiormente coesa. Coinvolgere i giovani vuol dire miglio-rare sia la democrazia rappresentativa (candidandosi e partecipando al voto) sia la democrazia partecipativa sotto-forma di azione civile e impegno sociale e nel volontariato. Per questi motivi nei giorni 15 e il 20 Dicembre al Palacover di Villafranca le scuole Carlo Anti, Boli-sani e Enrico Medi hanno partecipato all’ evento X-MAS DAY in collaborazione con la carta giovani di Villafranca. Il pri-mo incontro verteva appunto sull’im-portanza della cittadinanza attiva nel mondo giovanile, sulla droga, sulla mafia, e sull’importanza delle istituzioni scolastiche con l’intervento di Michele Gagliardo, presidente dell’associazione Abele contro droga e mafia e dell’asso-ciazione Libera, per il sano intratteni-mento culturale.

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Gagliardo ha continuato poi ad insiste-re sul problema della disuguaglianza sociale in Italia:‘’è stata la strategia economica italiana a generare tali disuguaglianze: più di 12 milioni di poveri, più di 3 milioni e 100 giovani poveri in un paese che consen-te al malaffare di crescere ogni anno e sottrarre 400 miliardi di denaro destina-ti al vostro futuro. -Sarà molto presto un vostro problema- ha detto l’oratore puntando il dito.Tra gli studenti poco attenti e rumorosi Gagliardo quasi si indispettisce ed al-zando il tono della voce ha continuato dicendo:‘’Con la cittadinanza c’è poco da scher-zare perché il futuro è vostro e di chi verrà dopo di voi. Il lavoro che ci spetta è complesso e articolato: La prima cosa da fare è questa... non chiederci solo perché no ma anche dire perché no a un mondo diverso?A un modo di stare insieme diverso, a un sistema economico diverso dal no-stro che si fonda sui principi di dise-guaglianza tanto che il 10% della po-polazione italiana detiene il 50% delle risorse economiche?Chiedete di più ai vostri insegnanti... fatevi i vostri pensieri... se non avete un vostro pensiero sulle cose non ci sarà mai democrazia... affermatelo il vostro pensiero... studiamo insieme delle forme di economia sociale e soli-dale, l’alternativa per l’economia delle discriminazioni ,in che modo costruire prospettive economiche rispettando criteri di socialità, costruire comunità mentre si guadagnano dei soldi. Ci sono molte esperienze in Italia straordinarie

da questo punto di vista: restituire ri-sorse ai giovani costruendo comunità, investire nella costruzione di economie sociali e solidali, investire nel sostegno delle funzioni educative.

Abbiamo chiesto a Gagliardo quali fos-sero, secondo lui, i sogni dei giovani d’ oggi, se fossero legati più al materia-lismo o alle ideologie e ci ha risposto così:‘’ho tre pensieri... incontro molti giova-ni e in questi ultimi due anni ho capito che per molti il desiderio è una società più giusta, più uguale per tutti e con la mente e il cuore cercano di realizzare ciò. Ci sono però altri giovani per i quali è difficile desiderare... che hanno smes-so di desiderare... e chi smette di deside-rare muore perché noi siamo quello che desideriamo... la società dei consumi ci fa scambiare gli oggetti per desideri... e noi diventiamo quell’ oggetto... sia-mo quello che desideriamo... dietro un mondo migliore c’e una vasta possibi-lità ma dietro un telefonino c’e solo un telefonino.... e poi un altro e un altro an-cora... vuol dire che non c’ è nulla, ecco perché si spengono le vite. Ciascuno di noi è al mondo per costruire qualcosa di buono e attraverso la ricerca di questi oggetti non si può costruire qualcosa di

buono... non ci può essere novità... al-lora i desideri sono lo strumento per restituire a ognuno di noi essenza di novità.

DROGAGagliardo differenzia il diverso uso della droga dal passato ad oggi:Negli anni ‘70 era droga politicizzata e d’evasione dalla società in cui i giovani non si riconoscevano.Oggi è droga per conformismo.Evidenzia le conseguenze della droga, devastante in tutti i casi... Non nega però il piacere che procurano certe so-stanze e dice: ‘’Chi utilizza droghe ha un grande bisogno di stare nel mondo ma purtroppo lo fa standone fuori... esso si distrugge per stare dentro il mondo.’’è contrario alla legalizzazione delle dro-ghe leggere e non.

POLITICAGagliardo vuole mettere la questione giovanile al centro dello sviluppo del territorio.I giovani sono il futuro.I giovani devono essere al centro.

Dopo uno scroscio di applausi, uno scia-me di ragazzi si è complimentato con il neo-ministro Gagliardo.Alla fine si sono tutti riuniti a discutere in un momento conviviale con panetto-ne e cioccolata.

“Io non posso pensare al mio divertimento se non ho la possibilità di pensare con progettualità e con speranza al mio futuro”

Tra le immagini pubblicate sulla pagina Facebook dell’evento, il momento dell’esibizione di Omar Pedrini sul palco del Palcover.

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UN GIORNO NELL’ARTE

La mostra ha un impianto molto chiaro, facilmente seguibile, poiché è divisa in varie sale che illustrano man mano le varie tematiche che la pittura simbolista ha espresso in Italia (con alcuni confronti an-che con le tematiche e i dipinti del simbolismo europeo). Abbiamo dunque affrontato, guidati da una ragazza molto brava e preparatissi-ma, il tema del ritratto, del paesag-gio, del mistero della maternità, una ricca sezione di arte grafica e la rie-vocazione della “sala del sogno” dal titolo Un’oasi di purezza che era stata allestita per la Biennale del 1907. La mostra è stata in grado di supporta-re e approfondire i nostri studi sul Simbolismo e di farci capire meglio, con la visione diretta, sia la tecnica del Divisionismo, sia anche la qua-

lità, le dimensioni e la ricchezza di questo movimento italiano a caval-lo tra Otto e Novecento. Tra le opere è esposta anche la più criticata alla Triennale di Brera del 1891: Materni-tà di Previati. quest’opera fu messa a confronto con Le due madri di Se-gantini (anch’essa presente in mo-stra) che rappresenta la vicinanza e la sintonia del mondo umano con quello animale, ritratti in intima fa-miliarità uno con l’altro, mentre Pre-viati voleva trasmettere un concetto di amore materno e i suoi stessi sen-timenti in una composizione di tono universale, fortemente simbolista. Ma ciò che ha fatto tanto discutere il pubblico della Triennale di Brera più che il tema, è stato l’impiego della tecnica divisionista, poco nota, con quelle pennellate decisive e fi-

Tra Simbolismo e contemporaneità,da Palazzo Zabarella all’atelier di Bluer

di Cristiano Bertasi

LA NOSTRA CLASSE, LA 5C TG, IL 22 DICEMBRE SI è RECATA ALLA MOSTRA IL SIMBOLISMO IN ITALIA, ORGANIzzATA A PALAzzO zABARELLA A PADOVA, CON GLI INSEGNANTI SERENELLA CASTRI E ISMAELE ChIGNOLA

“La mostra è stata in grado di supportare e approfondire i nostri studi sul Simbolismo”

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UN GIORNO NELL’ARTE

lamentose a cui il pubblico non era abituato. In verità a noi è sembrato che entrambe le figure delle madri trasmettessero un senso di amore eterno, di tipo protettivo.

Dopo la mostra, abbiamo visitato l’atelier dell’artista contemporaneo Bluer, che ci ha accolto tutti con grande gentilezza. Ovunque, nel suo studio, vi erano le sue ultime creazioni in plexiglass. Nuovi mate-riali, nuove forme: è questa la con-temporaneità dell’arte, è questo che Lorenzo Viscidi, in arte Bluer, ricerca con queste sue opere. Abbiamo os-servato però anche delle innovative scale-cassetti e dipinti di periodi precedenti. L’artista ha descritto le sue opere e ci ha aiutati a com-prendere la sintonia che egli vuole raggiungere tra le sue creazioni e i luoghi storici di Padova dove abita.

Bluer, il suo nome d’arte, non è stato scelto a caso: oltre ad essere il colore che in qualsiasi lingua si pronuncia in modo uguale, egli ama progetta-re e creare opere basandosi sul colo-re blu, un blu elettrico a cui conferi-sce valore simbolico e che gli è valso la definizione di “pittore del Blu”. Nei suoi dipinti, Bluer inserisce fram-menti di specchi e di altri materiali, diversi dal classico colore sulla tela, e questo per attirare l’osservatore dentro la tela e farlo interagire con essa, poiché la figura dell’osservato-re del dipinto diventa subito parte integrante, sebbene fuggevole, del quadro stesso. La sua ricerca sem-pre più approfondita sui

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“Solo gli artisti sanno svelare i pensieri segreti, le meravigliose ambiguità, le zone misteriose e inesplorate che la realtà apparente nasconde.”

materiali più disparati lo ha poi por-tato al plexiglass, con il quale, oltre alle forme indefinite caratterizzate da una linea sinuosa e al colore – di cui Bluer non dimentica mai la com-ponente simbolica ed emotiva - egli riesce ad intrappolare anche la luce creando così giochi sempre nuovi e interessanti di luce ed ombre. L’ar-tista crea queste strabilianti opere in pochi minuti, nella loro forma definitiva, che va realizzata quan-do il materiale è caldo. Tale velocità presuppone però sia una incredibile manualità nel manipolare le lastre in plexiglass ma anche un progetto at-tentamente studiato e considerato minutamente in precedenza. Bluer ha partecipato a mostre personali e ad esposizioni collettive in Fran-cia, Germania, Spagna, Inghilterra, Australia, Finlandia, solo per citare alcuni Paesi. E’ stato molto utile per noi trovarci a faccia a faccia con un artista dei nostri giorni e ascoltarne le idee e i progetti.

Il Simbolismo è un movimento artistico nato in Francia il 18 settembre 1886 con la pubblicazione su Le Figaro del manifesto Simbolista scritto dal poeta Jean Moréas. L’obiettivo del Simbolismo è quello di interrogarsi, specialmente in pittura, sulle questioni basilari dell’umanità come il senso della vita e della morte attraverso l’accesso dell’artista alle zone poco esplorate (a quei tempi) del sogno, della visione, dell’analogia di forme e colori con i fenomeni della natura, con i suoni e gli elementi. La mostra di Padova si concentra sulla versione italiana del Simbolismo europeo. Approfondisce l’operato di Segantini, Previati ma anche di Pellizza da Volpedo, Morbelli e altri pittori e scultori meno noti. In Italia troviamo due stili ben diversi all’interno del Simbolismo: a Milano lo stile è quello divisionista, simile a quello

francese (pointillisme) anche per temi e atmosfere, mentre a Roma, anche per influenza di D’Annunzio, si era elaborata una pittura più vicina allo stile dei Preraffaelliti, quindi basata sulla tradizione. Questi due stili di pittura determinano anche l’uso del pennello. Nella Milano del tempo il colore è tracciato con fini filamenti lasciando tra una pennellata e l’altra un piccolo spazio bianco che sommandosi (nella visione dell’occhio umano) ai colori accostati, conferisce alla tela una intensa luminosità, così come aveva scientificamente provato la Teoria del colore di Chevreuil; l’altro stile, invece, è di stampo più accademico e dunque conservatore, dal punto di vista formale. Vari artisti italiani si esprimono anche con il medium della grafica: le opere di Alberto Martini confermano le verità del Simbolismo in Italia.

Approfondimento:IL SIMBOLISMO IN ITALIA

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“Forme indefinite caratterizzate da una linea sinuosa e dal

colore – di cui Bluer non dimentica mai la componente

simbolica ed emotiva”

“L’artista crea queste strabilianti opere in pochi minuti, nella loro forma definitiva, che va realizzata quando il materiale è caldo”

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La fattoria degli animali è una favo-la divertente, curiosa e interessante allo stesso tempo. I temi affrontati sono le caratteristiche di un regime totalitario: dittatura, censura, sfrut-tamento dei più deboli ed ingenui, servilismo e demagogia. Temi pe-santi, sì, ma grazie alla scrittura sem-plice ed immediata di Orwell, è faci-le leggerlo tutto d’ un fiato in uno di questi freddi pomeriggi d’inverno. La favola è ambientata in Inghilterra, nella fattoria Padronale del Signor Jones. Gli animali della fattoria (tra cui galline, oche,cani, cavalli e ma-iali) decidono un giorno di ribellarsi ai servigi che devono prestare al Si-gnor Jones. Riescono nel loro inten-to e proclamo i maiali Palla di Neve e Napoleon come coloro che dirige-ranno la fattoria, il tutto con tanto di inno liberatorio titolato:’’Animali d’Inghilterra’’. Tra i due maiali si crea però dell’invidia tant’è che poi rimar-rà solo il maiale Napoleon alla guida. Napoleon si comporterà come un padrone dispotico perciò si ricreerà la stessa situazione che vi era prima con il padrone Jones. Gli animali però sono inconsapevoli del potere esercitato dal maiale Napoleon per-ché, a differenza della razza dei ma-iali, loro non sono in grado di scrive-re, leggere e fare discorsi articolati. Il maiale Napoleon assumerà le stesse caratteristiche di un essere umano: spregevole, senza morale e sfrutta-tore degli animali; arriverà persino a stringere un accordo con un altro uomo, Pilkington.

Il libro ha avuto delle grandi diffi-coltà ad essere pubblicato poiché contiene dei riferimenti storici rea-

li; segue infatti il percorso politico che ebbe la Russia in quel periodo (1945), Orwell critica Stalin, difende a spada tratta la democrazia. ‘’Se si ama la democrazia- argomenta Or-well-si devono combattere i suoi ne-mici, non importa con quali mezzi. E quali sono i suoi nemici? Coloro che obbiettivamente la mettono in pe-ricolo con la diffusione di dottrine sbagliate’’. Inoltre Orwell, scegliendo di rappresentare con i maiali la casta dominante, offfende pesantemen-te coloro che detenevano il potere durante il regime sovietico. Orwell richiama l’attenzione sulla libertà dell’individio, la libertà di stampa e la libertà intellettuale. è un esempio di letteratura divertente antirussa...Leggetelo.

Dal libro hanno tratto una versio-ne a fumetti e un film d’animazio-ne.

RECENSIONI

La fattoria degli animali di George Orwell, un libro che non doveva essere pubblicato

George Orwel

Ti racconto un libro…

TITOLO: La fattoria degli animali

AUTORE:George Orwell

EDIZIONI:Arnoldo Mondadori

N° PAGINE:142

GENERE: Fiaba / Satira politica

di Giulia Da Campo

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questo romanzo racconta la vita di Leonardo, un ragazzo di sedici anni, che ama la musica ma non tanto la scuola anche se con l’arrivo del nuo-vo supplente di storia e filosofia è diverso, infatti questo professore lo convincerà a cercare un sogno. Da qui inizia per Leo una serie di vicen-de problematiche, insomma i vari ostacoli che un adolescente può trovare nel suo cammino di cresci-ta, che l’autore descrive contrappo-nendo due colori, il rosso al bianco. Il rosso rappresenta l’amore per Beatrice, una ragazza di cui è folle-mente innamorato, mentre il bianco un nemico che gli ricorda il vuoto, il nulla, lo spaventa e lo costringe a riflettere, a scavare dentro di sé per trovare un sogno più grande. In particolare, il protagonista dovrà affrontare la malattia di Beatrice, la leucemia, e verrà aiutato in questo, da Silvia, la sua migliore amica se-gretamente innamorata di lui, e dal professore di filosofia, sopranno-minato il Sognatore, che gli daran-no dei consigli per andare avanti. Grazie a loro riuscirà poi a convin-cersi del fatto di doversi dichiarare il prima possibile a Beatrice. Scrive, dunque, una lettera da portarle, ma viene fermato da un incidente con il motorino che lo fa rimanere un po’ di tempo in ospedale. Purtroppo, nemmeno dopo altri tentativi riesce a consegnare quella lettera, per-ché il visitare una persona malata e quindi diversa da quella che era, lo fa scappare. Sfogatosi con il prof. di filosofia, che come sempre riesce a tirargli su il morale, decide di andare a trovarla per sistemare le cose tra di loro. Nel frattempo la scuola finisce

e, solamente dopo le vacanze estive, Leo e Silvia chiariscono i problemi avuti. questo romanzo risulta un ca-polavoro perché l’autore, riuscendo a comprendere le problematiche di noi ragazzi con le nostre sofferenze ma anche le nostre felicità, riesce a farci riconoscere in almeno uno dei personaggi della storia. A mio pa-rere è un libro interessante e coin-volgente, veramente stupendo! La voglia di vedere come andrà a finire vi farà andare avanti nella lettura. Ad esempio io l’ho letto tutto d’un fiato e anche per questo lo consiglio a tutti i giovani. Da leggere assolu-tamente!!

Alessandro D’avenia

TITOLO: Bianca come il latte rossa come il sangue

AUTORE: Alessandro D’avenia

EDIZIONI: Mondadori

N° PAGINE: 254

GENERE:Romanzo/ Drammatico, Sentimentale

di Erica RossiBianca come il latterossa come il sangue

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