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Giornalino scolastico dell’IS Carlo Anti Villafranca di Verona Anno IV #01 novembre 2012 LA NOTIZA A RUOTA LIBERA La Nuova Redazione di Loft - Milano in un giorno: visita alla Triennale - Brighton: un’esperienza da rifare! - Progetto solidarietà - Operative system - Chi sono realmente gli Hacker - Non solo Manga - Lingue orientali: cinese e coreano - Beati loro! Ma speriamo che non piova - La mia esperienza nel Movimento Studenti Cattolici - Il mondo dell’equitazione - Le ricette del Cicca - I nostri indirizzi

loft novembre 2012

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Giornalino scolastico dell'IS Carlo Anti di Villafranca di Verona

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Giornalino scolasticodell’IS Carlo Anti

Villafranca di Verona

Anno IV #01 novembre 2012

LA NOTIZA A RUOTA LIBERA

La Nuova Redazione di Loft - Milano in un giorno: visita alla Triennale - Brighton: un’esperienza da rifare! - Progetto solidarietà - Operative system - Chi sono realmente gli Hacker - Non solo Manga - Lingue orientali: cinese e coreano - Beati loro! Ma speriamo che non piova - La mia esperienza nel Movimento Studenti Cattolici - Il mondo dell’equitazione - Le ricette del Cicca - I nostri indirizzi

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Anno nuovo redazione completamente nuova! Proprio così, il nuovo anno scolastico si è aperto con la necessità di chiamare a raccolta nuove leve del giornalismo per ripristinare il gruppo di lavoro di Loft, capitanato dagli ormai storici professori Adami Alessandra, Buonocore Maria e De Giorgi Piero. Abbiamo pensato quindi di dedicare questo primo numero di Loft alla presentazione dei neoredattori attraverso le loro fotografie, un motto che li caratterizza e la stesura, da parte di ciascuno di loro, di un articolo che esprima i loro interessi culturali, sociali e scolastici. Ci auguriamo quindi che questo loro esordio possa rappresentare l’inizio di una lunga e proficua collaborazione. Non mancano in questo numero le pagine dedicate alla presentazione dei vari indirizzi, essendo in epoca di orientamento scolastico per gli alunni di terza media, ed infine uno spazio dedicato alla solidarietà. Si tratta in questo caso del progetto “Un pasto al giorno” promosso dalla Onlus AMOV, associazione istituita dalle suore orsoline di cui fa parte una docente del nostro Istituto, la Prof.ssa Caprini. L’obiettivo di questo progetto è quello di garantire almeno un pasto al giorno, per un anno, ad un bambino della scuola in Burkina Faso, con un importo pari a 200 euro. Invitandovi a compiere un gesto di generosità, vi auguriamo una piacevole e gradita lettura.

La redazione

Hanno partecipato a questo numero

Gli studenti: Davide Cazzola 2BlaAlessandra Lana 3AlmFederico Vandin 3AlmMattia Tibaldi 3BlaNicole Dal Zovo 4BtgGiorgia Lai 4BtgDario Petrin 5AtgManuel Finamore 2BitLucrezia Macrì 2BlaMario Ciccarino 5BlsValentina Gobbi 4BtgDaniela Pasqualon 5AtgMilena Bortignon 5Atg

Giornalino scolasticodell’IS Carlo AntiVillafranca di Verona

Via Magenta, 7/B - 37069

Sede centrale: 045 6303088Sede staccata: 045 6301484

www.carloanti.net

Anno IV #01novembre 2012

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La Nuova Redazione di Loft

Milano in un giorno: visita alla Triennale

Brighton: un’esperienza da rifare!

Progetto solidarietà

Operative system

Chi sono realmente gli Hacker

Non solo Manga

Lingue orientali: cinese e coreano

Beati loro! Ma speriamo che non piova

La mia esperienza nel Movimento Studenti Cattolici

Il mondo dell’equitazione

Le ricette del Cicca

I nostri indirizzi

La direzione del giornalino è di Alessandra Adami e Maria Buonocore;hanno collaborato gli insegnanti: Grazia Felici e Ismaele Chignola.La grafica è stata curata dagli studenti della classe V Btg coordinati dal prof. Piero De Giorgi

O M M A R I OS

Via Magenta, 7/B - 37069

Sede centrale: 045 6303088Sede staccata: 045 6301484

Sfogliate la versione online di Loft http://issuu.com/carloanti

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Federico VandinDal Nero si origina la Luce e dalla Luce i colori. Nel Nero vivono, dunque, i tre colori primari.Gino e MicheleAlessandra Lana

Allucinazione è solo il nome che dai a una realtà in cui non credi. A qualcosa che vedi, che senti, che tocchi, eppure, decidi di non considerare.

Mario CiccarinoLa cucina coincide con due passioni: quella di compiacere gli altri e quella di mangiare!

Lucrezia MacrìUna voce nell’aria, un sorriso sul volto e un cavallo al mio fianco.

Davide CazzolaSolo i gabbiani che volano alto vedono tutto l’orizzonte.

Daniela PasqualonNon lasciare che la paura di perdere ti impedisca di partecipare.

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1. Davide Cazzola 2Bla2. Alessandra Lana 3Alm3. Federico Vandin 3Alm4. Mattia Tibaldi 3Bla5. Nicole Dal Zovo 4Btg6. Giorgia Lai 4Btg

7. Dario Petrin 5Atg8. Manuel Finamore 2Bit9. Lucrezia Macrì 2Bla10. Mario Ciccarino 5Bls11. Daniela Pasqualon 5Atg12. Milena Bortignon 5Atg

Mattia TibaldiNel silenzio sta la conoscenza.

Giorgia LaiNon c’è montagna più alta di quella che non scalerò, non c’è promessa più persa di quella che non giocherò ora.

Dario PetrinLa cosa più deliziosa non è non aver nulla da fare... è aver qualcosa da fare e farla fare a qualcun altro.

Milena BortignonChi desidera vedere l’arcobaleno, deve imparare ad amare la pioggia.Paulo Coelho

Nicole Dal ZovoCarpe diem.

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Daniela Pasqualon 5ATG

di Bortignon Milena 5ATG

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MILANO IN UN GIORNO: VISITA ALLA TRIENNALE

Il 5 ottobre dunque, muniti di pranzo al sacco e macchinetta fotografica, siamo partiti alla volta di Milano. Con questa quinta edizione la Triennale Design Museum ha portato avanti il suo percorso di promozione e valorizzazione della creatività con la

scelta di dedicare una edizione alla grafica italiana e alla comunicazione visiva. Per noi studenti questa mostra ha rappresentato un’opportunità per capire vicende, figure, fenomeni che hanno accompagnato e sostenuto gli sviluppi culturali, sociali, economici e

LA TRIENNALE DESIGN MUSEUM DI MILANO HA PRESENTATO LA QUINTA EDIZIONE DAL TITOLO TDM5 IN CUI LA GRAFICA ITALIANA È LA PROTAGONISTA. UN

EVENTO A CUI L’INDIRIZZO GRAFICO DEL NOSTRO ISTITUTO NON POTEVA MANCARE, PER CUI LE CLASSI 5 ATG E 5 BTG HANNO VOLUTO CONOSCERE, MA SOPRATTUTTO TOCCARE CON MANO, LE RADICI DELLA GRAFICA ITALIANA.

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L’attraversamento di un ponte coloratissimo ci ha traghettati nell’altra sponda in cui ci attendeva la grafica italiana.

politici del nostro paese. Un’occasione per collegare passato e presente, anche rispetto ai prodotti della cultura visiva che appartengono ormai diffusamente alla nostra vita quotidiana. La grafica è un capitolo fondamentale della storia del design italiano, che ha contribuito fortemente a costruire la realtà sociale, economica e culturale del nostro paese... si legge nella prima pagina del libretto-guida: il senso di questa visita è stato proprio dimostrare come essa abbia contribuito a creare il mondo in cui oggi viviamo. Partendo dalle premesse storiche, dalle radici culturali e dai momenti-

chiave del graphic design italiano, il percorso espositivo si è articolato per tipologie per cui, nella prima parte abbiamo visionato tutto ciò che riguarda la tipografia e quindi il carattere e le lettere, con esempi di grandi personaggi come Bodoni che hanno praticamente scritto la storia della grafica; inoltre sono esposti qui libri, periodici, manifesti culturali e politici che hanno permesso ai grafici di esprimere il loro impegno sociale ed etico.

Un’occasione per collegare passato

e presente, anche rispetto ai prodotti della cultura visiva che appartengono ormai diffusamente alla nostra vita quotidiana.

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La seconda parte ha riguardato invece la pubblicità, da Olivetti a Pirelli, dalla Rinascente alle prime campagne pubblicitarie di Barilla e il loro packaging, per concludere con lo schermo cinematografico e televisivo che ha avuto il bisogno molto presto dell’intervento dei progettisti grafici. I professori di progettazione grafica, Cavazzoli e Chignola, ci hanno sapientemente accompagnato in questo percorso davvero entusiasmante per chi, come noi, ha passione per l’immagine e la grafica.Milano è senza dubbio una città che pulsa, che corre, così anche noi,

inebriati da questa esperienza, siamo stati coinvolti dai docenti in un’altra visita culturale, questa volta presso il Palazzo Reale, che ospita una mostra fotografica di un pittore tedesco Juergen Teller. Poche opere, ma di indubbio fascino, che celebrano una delle personalità più interessanti del mondo della fotografia di moda. Allestita negli appartamenti di riserva di Palazzo Reale, la mostra in questione crea un contrasto forte e potente fra le immagini e l’ambiente architettonico che le ospita. Per qualche istante abbiamo immaginato di poter vivere in quelle meravigliose stanze,

“abitate dai Visconti, dagli Sforza e poi dagli Asburgo...” ci ha ricordato la Professoressa Felici. Per concludere, una visita, doverosa, al Duomo di Milano che, con la sua imponenza, ha ammaliato i nostri sguardi. Milano in un giorno: un grande successo! Professori e alunni sono apparsi a fine giornata contenti e soddisfatti per l’esperienza. Un ricordo bellissimo che personalmente porterò sempre con me in quanto sono proprio queste giornate “brevi ma intense” che non si possono dimenticare facilmente.

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BRIGHTON

Un’esperienza da rifare!

E’ IN PARTENZA IL VOLO PER LONDON GATWICK DELLE ORE 15:10 DALL’AEROPORTO VALERIO

CATULLO DI VILLAFRANCA DI VERONA CON A BORDO 13 STUDENTI E LA PROFESSORESSA CHIARA TACCONI DELL’ ISTITUTO “CARLO ANTI”.

“I gentili passeggeri sono pregati di allacciare le cinture. E buon viaggio a tutti!” Il viaggio in aereo, il fuso orario, poi ognuno nella propria famiglia ospi-tante e l’avventura ha inizio! La giornata tipo degli studenti è scandita da alcuni momenti prestabiliti ed importanti. La mattina, frequenza di un corso in una scuola certificata ISE dalle 9:15 alle 12:30. L’insegnante, Antonella, li ha se-guiti per tutto il periodo della perma-nenza fornendo supporto e assistenza linguistica ma anche molte informazio-ni turistiche sulla città, Brighton, che i ragazzi hanno avuto occasione di visita-re insieme all’insegnante e, passeggian-do per le sue strade, mettersi alla prova nel porre domande ai passanti, in una sorta di gioco ove dimostrare compe-tenze e coraggio. Dopo la pausa pran-zo, il gruppo si reca sul posto di lavoro; durante le due settimane, infatti, gli al-lievi hanno svolto uno stage formativo

di Daniela Pasqualon 5ATG

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BRIGHTON

Un’esperienza da rifare!

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Brighton e le famiglie ospitanti, domenica 16 Settembre, sono pronte ad accogliere 13 studenti di vari indirizzi dell’ Istituto “Carlo Anti” in occasione del Progetto Internship project- Inghilterra.

e lavorativo, ognuno in un contesto diverso. All’inizio qualche proble-ma da affrontare con l’approccio all’attività lavorativa, presto risolto e, per la maggior parte dei ragaz-

zi, un’esperienza positiva. Diamo voce a qualcuno dei partecipanti: Matteo Rudella della classe 5BLS afferma: “ Mi sono trovato bene

al lavoro, è un’ottima possibili-tà per fare esperienza lavora-tiva all’estero. La disponibilità

del mio datore di lavoro è stata davvero encomiabile e ho visto con occhi diversi la realtà del settore del vestiario e del lavo-ro in generale. Consiglio a tutti di avere coraggio e buttarsi in questa entusiasmante avven-tura!”. Un altro ragazzo, Alberto Gottardelli, della classe 4 AII ag-giunge: “Mi sono trovato molto

bene anch’io, ho lavorato in un charity shop nel quale si vendono oggetti e vestiario di vario genere, naturalmen-te usati, e il ricavato va alle persone in difficoltà o a malati terminali i quali non si possono permettere l’assistenza me-dica adeguata”. Prosegue poi dicendo: “ Questo lavoro mi ha dato la possibilità di conoscere altri ragazzi volontari nel mio stesso negozio i quali venivano da tutte le parti del mondo come Arabia, Corea del Sud, Hong Kong ecc. Sicura-mente è un’esperienza che consiglio e che mi piacerebbe ripetere!”. Dopo il lavoro ognuno torna a casa con il pro-prio compagno di stanza, cena insieme alla famiglia, per poi prepararsi ad una nuova ed intensa giornata. Al sabato una meta d’eccezione: Londra! Grazie alla guida i ragazzi hanno visitato molte attrazioni turistiche tra cui il Tamigi, il Tower Bridge, l’Elizabeth Tower e il Lon-

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don Eye. Finalmente è domenica! Giornata de-dicata alla splendida cittadina di mare, Brighton e, dopo la visita all’incantevole Royal Pavilion, l’opportunità di assaporare la tipica colazione in-glese, accompagnati dalla docente, attenta e di-sponibile. Anche l’ultima sera quel sole timido e tiepido è andato a dormire tra le onde del mare, per poi risvegliarsi la mattina seguente, accom-pagnandoli all’aeroporto in un’alba incantevo-le, finché i protagonisti di questo viaggio si sono imbarcati per tornare in Italia. I sorrisi e le vicen-de accadute, le persone conosciute e l’atmosfe-ra londinese di queste due settimane hanno, in qualche modo, segnato il cuore di ognuno di loro creando magari nuovi sogni, nuove aspet-tative, nuovi progetti. Il viaggio, metafora della vita, li ha fortificati nello spirito di adattamento e resi pronti ad affrontare la vita lontano da casa. Soprattutto lontano da casa.

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Lo scorso anno noi studenti dell’Anti abbiamo contribuito alla realizzazione di un sogno:

Una casa per Reine.Reine è una bimba di quattro anni che abita in Togo, figlia di una ragazza ma-dre che, non potendo mantenerla, si è rivolta alla missione delle Suore Orso-line del luogo le quali hanno garantito alla bambina un’adozione a distanza in Italia che le permette, anche oggi, di sopravvivere; ma Reine aveva bisogno di una casetta dove vivere con la sua mamma visto che la missione non pote-va ospitarle a lungo. La prof.ssa Felici, in collaborazione con la prof.ssa Caprini, nostra insegnante e suora dell’ordine delle Orsoline, ha coinvolto i nostri rap-presentanti di Istituto nel progetto Una casa per Reine attraverso il quale sono stati raccolti tra noi studenti dell’Anti, a cui si sono uniti anche alcuni professo-

ri, oltre 600 € per costruire una caset-ta che potesse ospitare la mamma e la sua bambina. La casa è stata realizzata in mattoni e terminata in primavera. Il costo ha superato la cifra raccolta ma il nostro contributo è stato determinante per far partire il progetto. Animati da entusiasmo e supportati dal prof. Chignola, abbiamo anche lavora-to alla grafica della Onlus che le suo-re hanno istituito per la gestione dei progetti di solidarietà creando il logo, AMOV (Associazione Missioni Orsoline Verona) e con esso calendari e segnali-bri per propagandare le attività.

Cosa abbiamo realizzato insieme

PROGETTO SOLIDARIETÁ

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Aggiungi un posto a tavola! PROGETTO: Un pasto al giorno

Anche quest’anno, forti della pre-cedente esperienza, intendiamo proporvi una sfida che abbiamo

intitolato Aggiungi un posto a tavola!Ci definiscono una generazione apatica e insensibile…dimostriamo che anche noi riusciamo a cogliere l’importanza della solidarietà abbracciando il proget-to Un pasto al giorno,attraverso il quale, con un importo pari a 200 €, si garanti-sce, per un anno, ad un bambino della scuola in Burkina Faso, un pasto al gior-no. Tutto ciò attraverso la AMOV, il cui slogan è L’oceano è fatto di gocce: anche la tua è preziosa!

In Burkina Faso, specie nei villaggi, le abitudini alimentari sono molto sempli-ci e ridotte al minimo: un pasto al gior-no composto da una “polenta” di farina di mais bianco o di miglio con un sugo fatto di foglie verdi, noccioline pestate, sale, peperoncino e qualche volta un po’ di pesce secco, rappresenta spesso l’unico pasto della giornata che le suore preparano per i bambini della scuola. Dalle foto si evince come il pasto venga preparato dalle suore e consumato dai bimbi nella pausa dall’attività didattica. Il nostro gruppo classe lavorerà, anche quest’anno, all’aggiornamento della grafica della Onlus, coordinati dal prof. Cavazzoli docente di progettazione, ma ci faremo promotori nell’istituto di una raccolta fondi, affinché si possa garanti-re ad alcuni bambini, a scuola, un pasto al giorno. Ringraziamo il Dirigente, prof. Claudio Pardini, per la sensibilità che,

ancora una volta, ha voluto profondere nell’appoggiare questa iniziativa.La richiesta? Un euro ad allievo. Deman-deremo la raccolta ai rappresentanti di classe del nostro istituto e, nel prossimo numero del giornalino, vi daremo conto a quanti bambini riusciremo a garantire un pasto.Certi che questa piccola goccia possa trovare in voi condivisione e, perché no, proseguo negli anni a venire, vi ringra-ziamo già d’ora per quanto vi impegne-rete in suo favore.

Cosa vogliamo realizzare insieme

La classe V ATG

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Metro, la nuova interfaccia. Tou-chscreen, la nuova parola d’or-dine. Mobile, il nuovo dogma.

Tutto ciò è Windows 8, il sistema ope-rativo con cui Microsoft tenta la grande rivalsa nei confronti di Apple e Google tanto su desktop quanto su mobile. L’e-sordio, non a caso, avviene su un tablet Samsung a dimostrazione del fatto che il progetto è già maturo ed a partire dal 26 ottobre 2012 disponibile in beta re-lease per il grande pubblico. Buone le sensazioni dell’esordio: i riscontri della critica sono stati positivi, ma il potenzia-le del sistema operativo andrà esplorato anche al di fuori del solo hardware for-nito alla prima ufficiale. Quel che appa-re certo è il fatto che Windows 8 abbia ora quanto necessario per sfondare nel

mondo tablet in opposizio-ne ad OS ed Android, men-tre a livello desktop solo il tempo ce lo potrà dire. Steve Ballmer aveva definito Win-dows 8 come la più grande scommessa mai intrapresa dal gruppo. Ma l’arrivo del sistema operativo significa anche qualcosa di ulteriore: il gruppo si è dotato di un nuovo logo, ha abbracciato una nuova interfaccia grafi-ca sui propri prodotti ed ha intrapreso una fase di cam-biamento radicale anche in termini di modello. Ballmer ha infatti chiuso l’anno fiscale 2012 con una lette-ra agli azionisti nella quale ricorda che

nulla sarà più come prima: Windows 8 per Microsoft è qualcosa di più di un semplice sistema operativo, significa una nuova era, in tutto e per tutto.

WINDOWS 8

NE È PASSATO DI TEMPO DAL PRIMO SISTEMA

OPERATIVO MS-DOS E OGGI CI RITROVIAMO

DAVANTI A UNA VASTA SCELTA DI SISTEMI

OPERATIVI, MA ALLORA QUALE USARE?

LA SCELTA AVVIENE INNANZITUTTO IN BASE

ALLE ESIGENZE DELL’UTENTE E DEL CAMPO DI

APPLICAZIONE. INFATTI, ALCUNI SONO ADATTI

A GESTIRE RETI DI COMPUTER, ALTRI INVECE

SONO PIÙ ADATTI PER ESSERE USATI NEL

CAMPO DELLA GRAFICA, ALTRI ANCORA

OFFRONO MAGGIORI GARANZIE DI

FUNZIONALITÀ. I OS PIÙ IDONEI PER LA

GESTIONE DELLE RETI SONO LINUX, PER

LA GRAFICA SONO MACOS, MENTRE

WINDOWS È UNA VIA DI MEZZO.

di Mattia Tibaldi 3Bla

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REQUISITI MINIMI• Processore da 1 GHz o più veloce

• 1 GB di memoria RAM (2 GB per la

ver sione a 64 bit)

• 16 GB di spazio libero su disco rigi-

do (20 GB per la versione a 64 bit)

• Scheda video compatibile DirectX

9 con driver WDDM 1.0.

PREGI• Velocità di caricamento del siste-

ma inferiore ai 10 secondi

• Il kemel e stato ulteriormente otti-

miz zato e Windows 8 risulta più

veloce e scattante di Windows 7

• Rinuncia da parte di microsoft al

tra dizionale desktop: una novità

che può tornare utile con alcune

applicazioni

• Per essere ancora una beta, la

compa tibilità di Windows 8 con

i vecchi programmi è davvero

buona• Il nuovo Windows offre il supporto

nativo per l’installazione su chia-

vette USB• Il supporto per i touchscreen mi-

gliora notevolmente

• L’usabilità del sistema operativo è

stata migliorata

• Molto utile lo Start Screen che

elenca le applicazioni più utilizzate

• Ottima l’integrazione con tutti i

servizi on-line di Microsoft

DIFETTI• L’interfaccia stile metro va inserita

anche nei contro poiché non a

tutti gli utenti piacerà! Le limitazio-

ni si notano, soprattutto, con quei

programmi che usano in maniera

intensiva proprio la struttura a

finestre• Lo Start Screen di Windows 8 ha

un’usabilità minore rispetto al

classico tasto Start, che in un solo

clic permetteva di accedere a tutti i

programmi installati nel computer

e ai vari componenti hardware.

• In Windows 8 è possibile disabi-

litare completamente il controllo

account utente, ma così facendo

molte delle applicazioni Metro

smettono di funzionare. C’è da dire

che si tratta ancora di una beta del

sistema operativo: probabilmente

questo difetto verrà corretto nella

versione definitiva.

disegno di Valentina Gobbi

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REQUISITI MINIMI• Processore 1 GHz x86

• 1 GB di RAM• 15 GB di spazio libero su disco

• Scheda grafica con una risoluzione

minima pari a 800x600

• Piastra madre capace di avvio da

lettore CD/DVD o USB

• Scheda audio

• Connessione Internet

PREGI• Il sostegno intorno ad Ubuntu è a

dir poco fenomenale.

• Ubuntu è probabilmente il sistema

operativo più supportato quando

si tratta di software

• Ubuntu è facile da usare.

• Ubuntu è diventato un sistema

operativo che facilmente e volen-

tieri coesiste con una installazione

di Windows.

• Ubuntu ha un supporto molto

lungo. • Ubuntu è facile da aggiornare.

• Ubuntu offre un buon mix di stabi-

lità e software all’avanguardia.

• Ubuntu fa della gestione dei pac-

chetti un gioco da ragazzi.

• Ubuntu è più veloce di Windows.

DIFETTI• Ci sono fin troppi nuovi utenti che

cercano di fornire supporto.

• Ubuntu può avere un sacco di sof-

tware, ma non è ancora Windows.

• Ubuntu potrebbe allontanare gli

utenti dalla vera filosofia Linux.

• I colori di Ubuntu non sono ecce-

zionali• Gli aggiornamenti potrebbero

corrompere il sistema.

• Ubuntu è stabile ma non il più

stabile. • Il Centro Software non piace agli

utenti più tecnici.

• Ubuntu è più lento rispetto mag-

gior parte delle distribuzioni Linux.

UBUNTU 12.04

Il momento di Ubuntu 12.04 “Precise Pangolin” è

arrivato. Canonical, la società fondata dal magnate

sudafricano Mark Shuttleworth, ideatore di Ubuntu,

ha appena pubblicato sui suoi server la nuova versione

della nota distribuzione Linux. Trattandosi di una versio-

ne LTS (Long Term Support), Ubuntu 12.04 non contiene

novità “epocali” quanto, piuttosto, una

serie di modifiche che hanno interes-

sato le funzionalità introdotte nelle

precedenti release, a partire da Ubun-

tu 10.10 “Maverick Meerkat”, passando

per la 11.04 “Natty Narwhal” e per la

più recente 11.10 “Oneiric Ocelot”.

Le release LTS di Ubuntu sono viste

come versioni un po’ speciali, men-

tre nelle altre i programmatori di

Canonical usano aggiungere funzio-

nalità nuove e fare esperimenti volti

a migliorare il sistema operativo. Le

versioni LTS rappresentano la perfe-

zione della distribuzione, veri e propri

“punti di riferimento” che debbono garantire efficienza e

stabilità per un lungo periodo di tempo. Le versioni LTS

di Ubuntu, infatti, godono normalmente di tre anni di

supporto che salgono a cinque nel caso delle release per

sistemi server. Si tratta di un grande vantaggio rispetto

ai rilasci tradizionali che assicurano, sia per le versioni

server che per quelle desktop, un supporto massimo

pari a 18 mesi.

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Mac-OS Mountain Lion

REQUISITI MINIMI• 2 GB di memoria RAM

• 8 GB di spazio liberi su Hard Disk

• Per aggiornare il sistema da una

versione precedente di OS X, il

computer deve eseguire almeno la

versione 10.6.8

PREGI• Installazione indolore e veloce

• Prezzo• AirPlay Mirroring: fantastico!

• Integrazione totale con iCloud,

documenti in primis

• Le nuove app Note e Promemoria

• Sicurezza migliorata

• Integrazione social ai massimi

livelli• Game Center, non sottovalutia-

molo!

DIFETTI• AirPlay Mirroring solo sui Mac 2011

in poi… perchè?

• Power Nap: sarebbe un grande

pregio, ma funziona solo su pochi

modelli• Rallentamenti su alcuni modelli

Mac 2009/2010

Chi ha conosciuto Apple grazie

all’iPhone, all’iPod o all’iPad forse

avrà dimenticato che la società

di Cupertino è nata e cresciuta grazie ai

computer e ai suoi sistemi operativi. Da-

gli anni ’80 in poi, le evoluzioni di questo

sistema operativo per Mac sono state

tante, fino ad arrivare al nuovo felino

chiamato Mountain Lion, il sistema ope-

rativo che ancor più di Lion sancisce una

sempre maggiore integrazione con i OS.

La strada intrapresa da Apple è chiara:

creare un ecosistema mobile/desktop

capace di rendere l’esperienza utente

un tutt’uno, sia che si utilizzi un Mac, sia

che si utilizzi un dispositivo OS. Giusto

per fare due esempi, adesso possiamo

scrivere un documento Pages su iMac in

ufficio e continuare a lavorarci su iPad

mentre torniamo a casa, senza dover

fare alcunché grazie agli automatismi di

iCloud.

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Provate a pensare ad un hacker…Cosa vi viene in mente?

We’re Anonymous.

We’re legion.We don’t forgive. We don’t forget. Expect us!

Beh, sicuramente molti di voi immagi-neranno un hacker come un criminale informatico che ogni anno commette innumerevoli danni e reati tramite un computer, ma vediamo invece qual è il vero significato della parola stessa.

Un hacker non è affatto un criminale e non ha commesso mai nessun reato nella sua carriera, ma è solo un esperto programmatore con conoscenze molto approfondite, che lavora con lo scopo di rendere più sicura la rete.

I veri pirati informatici non sono gli hacker, bensì i “cracker”, che attaccano server ed altri computer per vari moti-vi, sfruttando la rete e i bug dei servizi internet.Un esempio di cracker sono gli Ano-nymous, il più grande e famoso gruppo di hacktivisti del mondo che andremo ad approfondire.

Manuel Finamore 2BIT

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GLI ANONYMOUSIl simbolo degli Anonymous è rappre-sentato da un busto senza capo, che indica la mancanza di un leader.

Obiettivo: A dire la verità, gli Anonymous non han-no nessun obiettivo principale, ma agi-scono anonimamente secondo un fine concordato.

Il loro motto è: «We’re Anonymous. We’re legion. We don’t forgive. We don’t forget. Expect us!» ovvero « Noi siamo Anonymous. Noi siamo legione. Noi non perdonia-mo. Noi non dimentichiamo. Aspetta-teci! »Ognuno può far parte del gruppo Anonymous,che è composto da utenti provenienti da diversi forum di tutto il mondo che si riuniscono sulla rete.

ATTIVITA’Gli Anonymous hanno compiuto in to-tale una cinquantina di attacchi, ma il più importante si è verificato dopo che l’FBI aveva deciso la chiusura di Megau-pload, sito che permetteva lo scambio di milioni di file.Quest’evento è stato definito la World Wide Web War perché oltre 30.000 com-puter hanno inviato attacchi DDoS ai più importanti siti internazionali gover-nativi e federali, rendendone inaccessi-bili più di 200, tra cui quelli dei:- Dipartimento della Giustizia

(Justice.gov);- Motion Picture Association of America

(MPAA.org);- Universal Music

(UniversalMusic.com)-Belgian Anti-Piracy Federation

(Anti-piracy.be/nl/);- Recording Industry Association of

America (RIAA.org);

- Federal Bureau of Investigation (FBI.gov);

- HADOPI law site (HADOPI.fr);

- U.S. Copyright Office (Copyright.gov);

-Universal Music France (UniversalMusic.fr);

- Senatore Christopher Dodd (Chris Dodd.com);

- Vivendi France (Vivendi.fr);

- Casa Bianca (Whitehouse.gov)

- BMI (BMI.com);

- Warner Music Group (WMG.com).

Noi siamo Anonymous.

Noi siamo legione. Noi non perdoniamo. Noi non dimentichiamo.Aspettateci!

L’Italia non fa eccezione, infatti anche da noi si sono registrati numerosi attac-chi, tra cui:Attacchi ai politici italiani rilasciando il seguente messaggio: “Mentre il paese va a rotoli a discapito delle classi più svantaggiate voi continuate a perdere ottime occasioni per tacere, per smet-terla di rubare e per piantarla di farvi sempre e soltanto gli affari vostri”Attacco a Miss Padania 2010Attacco al sito del Vaticano, hackeran-do il database della Radio Vaticana per aver usato ripetitori con potenze di trasmissione largamente fuori dai limiti di legge (che potrebbero causa-re gravi malattie neoplastiche) e ren-dendo inaccessibile il sito del Vaticano, accusato di attività di censura e di anti-progresso nei confronti della medicina e di discriminazioni religiose, sessuali e politiche.- Attacco a Trenitalia;- Attacco al sito di Equitalia;- Attacco al sito di Vittorio Sgarbi;- Attacco all’Enel, Endesa, Emgesa;- Attacco al Ministero dell’Interno,

Ministero della Difesa e Carabinieri.

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I manga nascono a Edo (nome antico della città Tokyo) nel 1600, quando delle persone disegnarono sulle pa-

reti dei templi delle “vignette” raffigu-ranti scene sacre. Queste vignette furo-no poi trasportate su tavolette di legno e rese pubbliche, questi furono i primi manga.Nel 1702, Shumboko Ono, un celebre autore di manga, raccolse tutti i suoi disegni in un libro, che ancora oggi è il testo più antico su questa forma d’arte.

Nel 1928, a Toyonaka, nacque colui che era destinato a diventare il “dio

dei manga”. Stiamo parlando di Osamu Tezuka, portato al succes-so, in Giappone, da Shin Taka-

rajima, ma in Italia conosciuto soprattutto per Astro Boy. Osamu Tezuka fu colui che inventò i tradizionali “occhio-

ni” dei manga. Il primo anime (cartone ani-

mato giapponese) fu proprio quello di Astro Boy. Il primo episodio fu mandato in onda nel 1963, la serie durò per tre anni e conta 193 episodi.Il 1972 è ricordato come l’anno della na-scita del primo super robot: Mazinga Z.Nel paese del Sol Levante i manga han-no pari importanza dei libri e dei film, mentre in Italia sono spesso considerati “cose per bambini”. In realtà esistono

varie tipologie di manga, ognuna delle quali è destinata a un differente target. Esistono principalmente tre generi di manga:- Kodomo: con uno stile minimalista e stilizzato, i personaggi sono spesso zo-omorfi ed è pensato per un pubblico di babmbini (alcuni esempi: Doraemon, Hamtaro, Doremi...);- Shonen: indirizzati ad un pubblico maschile e a una fascia di età compre-sa dall’età scolare alla maggiore età. Gli shonen si focalizzano principalmente sull’azione e la trama si snoda tipica-mente in una serie di prove (duelli, pro-ve sportive, ecc...) in cui i protagonisti vengono continuamente messi a dura prova (alcuni esempi: Dragon Ball, Na-ruto, One Piece, Death Note...);- Shojo: indirizzati ad un pubblico fem-minile e a una fascia di età compresa dagli ultimi anni dell’infanzia (dieci anni), sino alla fine dell’adolescenza (in-torno alla maggiore età). Gli shojo sono incentrati su tematiche sentimentali, con situazioni melodrammatiche e ide-alizzate. Negli ultimi anni gli shojo han-no accostato alle storie sentimentali tematiche fantascientifiche, realistiche e sportive (alcuni esempi: Candy Candy, Lady Oscar, Kiss Me Licia, Lovely Com-plex...).

I MANGA SONO ORAMAI ENTRATI NELLA CULTURA OCCIDENTALE. SONO SEMPRE DI PIÙ I RAGAZZI CHE SI AVVICINANO AL MONDO DEI FUMETTI DEL SOL LEVANTE.

CHI NON HA MAI LETTO UN MANGA? OPPURE VISTO UN CARTONE ANIMATO TRATTO DA QUESTO? NOI SIAMO NATI E CRESCIUTI CON I CARTONI GIAPPONESI, QUALE BAMBINO NON HA MAI GUARDATO DRAGON BALL, I POKÈMON, I DIGIMON, DOREMI...?IN QUESTO ARTICOLO CERCHEREMO DI SCOPRIRE LA STORIA DEI MANGA.

NONSOLOMANGA

di Alessandra Lana e Federico Vandin 3Alm

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Il termine Cosplay è una contrazione dei termini inglesi costume (“costu-me”) e play (“recitare”), sviluppatosi in Giappone. Generalmente l’hobby del Cosplay è legato a convegni e fiere del fumetto, ma nella patria natia, è usua-le che gli adolescenti giapponesi si ri-uniscano con gli amici, per riprodurre alcune scene delle loro serie preferite; fra questi raduni ricordiamo quello di Harajuku, quartiere di Tokyo, nel quale ogni domenica, decine di ragazzi e ra-gazze di riuniscono per mostrare i loro costumi ai turisti e ai fotografi. La fiera italiana più importante è “Lucca Comics and Games”, la quale è la terza nel mondo per importanza e visitato-

ri. Quest’evento si svolge nella città di Lucca, in Toscana, in concomitanza con il ponte della festa di ognissanti; è svi-luppata nell’intero centro storico della città, con diversi padiglioni situati nelle principali piazze lucchesi e nelle vie più larghe. La città di Lucca è particolare per le sue mura, che durante la mani-festazione sono palcoscenico naturale per ragazzi e adulti dediti a questa for-ma d’arte tipica dell’estremo oriente.Durante le fiere si svolgono delle gare di Cosplay, cioè vengono premiati i co-splayer nei quali i giudici colgono mag-giormente la somiglianza e lo spirito del personaggio rappresentato; oltre al premio per aver vinto il contest, ci sono

IN ITALIA, INSIEME AI MANGA, SI È MOLTO DIFFUSA LA PRATICA DEI COSPLAY, CHE CONSISTE NELL’INDOSSARE UN COSTUME CHE

RAPPRESENTI UN PERSONAGGIO DEI MANGA, DEGLI ANIME, DEI VIDEOGIOCHI E DELLE BAND MUSICALI J-ROCK E VISUAL KEI.

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diversi premi: per esempio, il “premio simpatia” conferito alle scene più comi-che o demenziali, o ancora il premio per i costumi più fedeli all’originale.I vestiti per i Cosplay si possono com-prare su internet completi di oggetti e parrucche, ma a mio parere la vera ani-ma di questa passione è proprio cucire autonomamente i travestimenti e co-

struirsi, anche con materiali casalinghi, gli oggetti del personaggio, anche a discapito di notti insonni per riuscire a finire prima di una fiera.Quest’anno il Lucca Comics and Games è iniziato l’1 novembre e noi, ovviamen-te, eravamo lì per fotografare i migliori cosplayer e per rendervi partecipi delle varie manifestazioni che sono state ef-fettuate durante la fiera.Quest’anno alla fiera di Lucca ci sono state parecchie novità: il numero de-gli stand ed espositori è aumentato rispetto agli anni precedenti. Nei primi due giorni di fiera sono stati registrati 100.000 visitatori e solo il primo giorno sono stati staccati 58.000 biglietti. L’an-no scorso il numero totale di parteci-panti alla fiera è stato di 150.000, quindi quest’anno c’è stato un record per le visite.

A Lucca Comics & Games 2012 erano ospiti i K-ble Jungle, nuovo gruppo mu-sicale formato da due personaggi già noti da tempo da appassionati di mu-sica giapponese, cosplayer e amanti di anime e manga: DJ Shiru (italiano) ed Eriko (giapponese). A Lucca i K-ble Jun-gle hanno portato sul palco di Music & Cosplay il loro mix di canzoni originali, cover di sigle degli anime, e qualche pezzo di musica tradizionale giappone-se. Quest’anno, inoltre, erano presenti tre autori di manga che hanno avuto un enorme successo a livello mondiale. Il primo di questi, ospite della casa editri-ce Planet Manga, era Takeshi Obata, di-segnatore di numerosi manga, dei quali ricordiamo quelli di maggiore successo: Death Note e Bakuman. Per l’occasione sono stati ristampati i suoi manga. Ospi-

Quest’anno il Lucca Comics and

Games è iniziato l’1 novembre e noi, ovviamente, eravamo lì per fotografare i migliori cosplayer.

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te della Star Comics era Sakae Esuno au-tore del celebre Mirai Nikki, pubblicato in Italia appunto dalla Star Comics, la quale ha pubblicato il volume 7 anche in Variat Edition, con copertina olografi-ca, all’interno un mini poster con un’illu-strazopne inedita e in edizione limitata. La casa editrice GP Publishing, invece, aveva come ospite Akihisa Ikeda, autore di Rosario + Vampire.La parte più significativa per gli appas-sionati del Giappone è il Japan Palace, all’interno del quale è possibile man-giare cibi giapponesi, provare giochi della cultura del Sol Levante, come ad esempio la pesca del pesce rosso, e pro-vare il lancio degli shuriken (stelle ninja) contro i bersagli predisposti. Per quanto riguarda il cibo giapponese l’associazio-ne ManGiappone, rispetto all’anno pre-cedente, ha ampliato la scelta dei piatti.

Quest’anno nel menù erano presenti, oltre agli Yakisoba (spaghetti di grano saltati) e Takoyaki (polpette con polpo) già presenti, gli Yakitori (spiedini di pol-lo), gli Onigiri (polpette di riso ripiene di vari condimenti, di forma rettangola-re e con una striscia di alga nori su un lato) e i dolci Dorayaki (una specie pan-cake ripieno di salsa dolce di fagioli azu-ki), Daifuku (dolce di riso ripieno di sal-sa dolce di fagioli azuki) e Dango (una sorta di gnocco giapponese fatto con il riso e messo su di uno spiedino). Nel chiostro principale del Japan Palacela si è svolta lasfilata in kimono, modelle e cosplayer hanno sfilato con i costumi e il trucco preparato dallo staff del foto-grafo Naoya Yamaguchi. Inoltre, Yama-guchi, ha presentato alcuni suoi lavori in una raccolta chiamata “The Japoni-sm”: opere che esprimono l’essenza del

senso estetico, dei sentimenti e della filosofia giapponesi, come ad esempio la foto chiamata “Orain”, dedicata ad una cortigiana che abitava a Yoshiwara nel Periodo Edo. Le orain non devono essere confuse con le geisha, le prime sono cortigiane di lusso e portano l’obi ( cintura a fiocco legata in vita al kimono) sul davanti, mentre le geisha lo portano al contatto con la schiena e sono artiste ed intrattenitrici, le cui abilità includono varie arti, come la musica, la danza e il canto. Le geisha, in occidente, vengono erroneamente assimilate a prostitue. Anche quest’anno il Lucca Comics & Ga-mes ha saputo meritarsi il titolo di fiera più importante d’Italia. Un evento che nessun amante dei manga e del Giap-pone può lasciarsi sfuggire.

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LINGUEORIENTALI

SONO SEMPRE DI PIÙ GLI STUDENTI INDIRIZZATI ALLE FACOLTÀ UNIVERSITARIE DI LINGUA E CULTURA ORIENTALI. IL MOTIVO È EVIDENTE: I PAESI ORIENTALI, COME LA CINA, IL GIAPPONE

E LA COREA HANNO UN’ECONOMIA E UN LIVELLO DI TECNOLOGIA MOLTO AVANZATI.INFATTI LA CINA È LA SECONDA MAGGIORE ECONOMIA AL MONDO E POSSIEDE, COME I SUOI CUGINI COREA E GIAPPONE, UN’ INNOVAZIONE TECNOLOGICA AVANZATISSIMA (BASTI PENSARE CHE FAMOSE AZIENDE COME, LA SAMSUNG PER LA COREA E TOSHIBA PER IL GIAPPONE, SONO FRA LE PRIME AZIENDE PRODUTTRICI DI DISPOSITIVI ELETTRONICI AL MONDO).SI DICE INOLTRE CHE QUESTE NAZIONI POTREBBERO DIVENTARE LE “PADRONE DEL MONDO”, POICHÉ PAESI IN CONTINUA ESPANSIONE NEL CAMPO DELL’ECONOMIA E DELLA TECNOLOGIA: FUTURO DEL NOSTRO PIANETA.

Cinese e Coreano

di Davide Cazzola 2Bla

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Lingue Orientali:

Cinese e Coreano

Sono sempre di più gli studenti indirizzati alle facoltà universitarie di lingua e cultura orientali. Il motivo è

evidente: i paesi orientali, come la Cina, il Giappone e la Corea hanno un economia e un livello di tecnologia

molto avanzati.

Infatti, la Cina, è la seconda maggiore economia al mondo e possiede, come i suoi cugini, Corea e

Giappone, un' innovazione tecnologica avanzatissima (Basti pensare che famose aziende come, la Samsung

per la corea e Toshiba per il giappone, sono fra le prime aziende produttrici di dispositivi elettronici al

mondo).

Si dice inoltre che queste nazioni potrebbero diventare le "padrone del mondo", poiché paesi in continua

espansione nel campo dell'economia e della tecnologia: futuro del nostro pianeta.

Il Coreano

Il coreano è una lingua orientale affine al giapponese (pronuncia) parlata da circa 78 milioni nella penisola coreana e da

alcuni gruppi etnici di persone in Cina, Russia, Giappone, Stati Uniti, Brasile e Argentina.

Presenta 14 consonanti e 21 vocali da incastrare fra loro come in un puzzle per formare dei segni che NON sono

ideogrammi:

Le consonanti iniziali di una parola vanno SEMPRE accompagnate da una vocale (posta a destra o sotto alla consonante a

seconda del tipo di vocale).

Le consonanti finali vanno poste sotto al dittongo formato.

Una parola iniziante per vocale è accompagnata dalla consonante muta.

Un insieme di lettere deve necessariamente avere un numero minimo di due lettere e uno massimo di 4.

Alcune parole coreane derivano dal cinese.

consonante "n".

dittongo "na".

trittongo "nas".

quadrittongo "nags".

Coreano di sopravvivenza

Qui verranno riportate alcune frasi ESSENZIALI per un eventuale viaggio in Corea, con pronuncia posta fra parentesi.

! (anniòng) = Ciao!

. (Hwanniong-habnidà)= Benvenuto/a!

? (Anniònghaseyò?)= Buongiorno./Come stai?

. (Anniòng-hi Jumuséyò)= Buonanotte.

. (Anniòng-hi Gyeseyò)= Arrivederci.

. (Nan guènjanhà)= Sto bene.

. (Gamsà-Habnidà)= Grazie

. (Mian-héyo)= Mi dispiace/Scusa.

? (Irum-i muòshibnikkà?)= Come ti chiami?

... . (Jé irumun... ibnidà)= Mi chiamo...

. (Né)= Sì.

. (Aniò)= No.

? (Yòng-ò rul hal jul ashibnikkà?)= = Sai parlare inglese?L'unica difficoltà nell'apprendere il coreano è imparare il sistema di scrittura e memorizzare i diversi vocaboli, poiché le

frasi si basano sulla costruzione "logica" (soggetto, verbo e complemento hanno posizioni precise) e i verbi non sono

coniugati come in italiano ma hanno una sola forma per il presente, una sola per il passato e una sola per il futuro.

Il Cinese

Lingue Orientali:

Cinese e Coreano

Sono sempre di più gli studenti indirizzati alle facoltà universitarie di lingua e cultura orientali. Il motivo è

evidente: i paesi orientali, come la Cina, il Giappone e la Corea hanno un economia e un livello di tecnologia

molto avanzati.

Infatti, la Cina, è la seconda maggiore economia al mondo e possiede, come i suoi cugini, Corea e

Giappone, un' innovazione tecnologica avanzatissima (Basti pensare che famose aziende come, la Samsung

per la corea e Toshiba per il giappone, sono fra le prime aziende produttrici di dispositivi elettronici al

mondo).

Si dice inoltre che queste nazioni potrebbero diventare le "padrone del mondo", poiché paesi in continua

espansione nel campo dell'economia e della tecnologia: futuro del nostro pianeta.

Il Coreano

Il coreano è una lingua orientale affine al giapponese (pronuncia) parlata da circa 78 milioni nella penisola coreana e da

alcuni gruppi etnici di persone in Cina, Russia, Giappone, Stati Uniti, Brasile e Argentina.

Presenta 14 consonanti e 21 vocali da incastrare fra loro come in un puzzle per formare dei segni che NON sono

ideogrammi:

Le consonanti iniziali di una parola vanno SEMPRE accompagnate da una vocale (posta a destra o sotto alla consonante a

seconda del tipo di vocale).

Le consonanti finali vanno poste sotto al dittongo formato.

Una parola iniziante per vocale è accompagnata dalla consonante muta.

Un insieme di lettere deve necessariamente avere un numero minimo di due lettere e uno massimo di 4.

Alcune parole coreane derivano dal cinese.

consonante "n".

dittongo "na".

trittongo "nas".

quadrittongo "nags".

Coreano di sopravvivenza

Qui verranno riportate alcune frasi ESSENZIALI per un eventuale viaggio in Corea, con pronuncia posta fra parentesi.

! (anniòng) = Ciao!

. (Hwanniong-habnidà)= Benvenuto/a!

? (Anniònghaseyò?)= Buongiorno./Come stai?

. (Anniòng-hi Jumuséyò)= Buonanotte.

. (Anniòng-hi Gyeseyò)= Arrivederci.

. (Nan guènjanhà)= Sto bene.

. (Gamsà-Habnidà)= Grazie

. (Mian-héyo)= Mi dispiace/Scusa.

? (Irum-i muòshibnikkà?)= Come ti chiami?

... . (Jé irumun... ibnidà)= Mi chiamo...

. (Né)= Sì.

. (Aniò)= No.

? (Yòng-ò rul hal jul ashibnikkà?)= = Sai parlare inglese?L'unica difficoltà nell'apprendere il coreano è imparare il sistema di scrittura e memorizzare i diversi vocaboli, poiché le

frasi si basano sulla costruzione "logica" (soggetto, verbo e complemento hanno posizioni precise) e i verbi non sono

coniugati come in italiano ma hanno una sola forma per il presente, una sola per il passato e una sola per il futuro.

Il Cinese

Il CoreanoIl coreano è una lingua orientale affine al giapponese (pronuncia) parlata da circa 78 milioni nella penisola coreana e da alcuni gruppi etnici di persone in Cina, Russia, Giappone, Stati Uniti, Brasi-le e Argentina.Presenta 14 consonanti e 21 vocali da incastrare fra loro come in un puzzle per formare dei segni che NON sono ideo-grammi:Le consonanti iniziali di una parola van-no SEMPRE accompagnate da una voca-le (posta a destra o sotto alla consonan-te a seconda del tipo di vocale).

Le consonanti finali vanno poste sotto al dittongo formato.Una parola iniziante per vocale è ac-compagnata dalla consonante muta.Un insieme di lettere deve necessaria-mente avere un numero minimo di due lettere e uno massimo di 4.Alcune parole coreane derivano dal ci-nese.

Sono qui riportate alcune frasi ESSENZIALI per un eventuale viaggio in Corea, con pronuncia posta fra parentesi.L 'unica difficoltà nell'apprendere il coreano è imparare il sistema di scrittura e memorizzare i diversi vocaboli, poiché le frasi si basano sulla costruzione "logica" (soggetto, verbo e complemento hanno posizioni precise) e i verbi non sono coniugati come in italiano ma hanno una sola forma per il presente, una sola per il passato e una sola per il futuro.

Coreano di sopravvivenza

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Il CineseIl cinese è una lingua orientale parla-ta come lingua madre da un quinto della popolazione mondiale. Utilizza un sistema di scrittura ad ideogrammi (detti Hànzi).

Esistono 80.000 caratteri cinesi, un cinese con un buon livello di istruzione ne conosce almeno 8.000, uno stranie-ro in Cina ha bisogno almeno di 3.500 caratteri per comunicare "bene", men-tre una conoscenza di cinese "base" richiede 1.200 caratteri.

Ogni ideogramma deriva dalla sem-plificazione di antiche pitture rupestri cinesi:

Per esempio l'ideogramma "ren" ( ) deriva dalla semplificazione di una persona in piedi:

dis

egno

di V

alen

tina

Gob

bi

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Cinese di sopravvivenza

Sono qui riportate alcune frasi ESSENZIALI per un eventuale viaggio in Cina, con pronuncia posta fra parentesi

Il cinese è ritenuta la lingua più difficile da apprendere nel mondo, non nella struttura grammaticale in sé, ma nella difficolta nell'imparare 1.200 caratteri "base" richiesti, nell'imparare il modo di scrittura (infatti ogni segno di un carattere va scritto da sinistra verso destra e dall'alto verso il basso in un ordine preciso) e nella pronuncia.

Chi studia la lingua cinese sa bene che ogni vocale ha 4 diverse pronunce (toni).

Nel cinese parlato si rischia di chiamare propria madre, "cavallo", il che sarebbe molto scortese.

Il Cinese

Il cinese è una lingua orientale parlata come lingua madre da un quinto della popolazione mondiale. Utilizza come sistema

di scrittura ad ideogrammi (detti Hànzi).

Esistono 80.000 caratteri cinesi, un cinese con un buon livello di istruzione ne conosce almeno 8.000, uno straniero in Cina

ha bisogno almeno di 3.500 caratteri per comunicare "bene", mentre una conoscenza di cinese "base" richiede 1.200

caratteri.

Ogni ideogramma deriva dalla semplificazione di antiche pitture rupestri cinesi:

Per esempio l'ideogramma "ren" ( ) deriva dalla semplificazione di una persona in piedi:

Cinese di sopravvivenza

Qui verranno riportate alcune frasi ESSENZIALI per un eventuale viaggio in Corea, con pronuncia posta fra parentesi

Il cinese è ritenuta la lingua più difficile da apprendere nel mondo, non nella struttura grammaticale in sé, ma nella difficolta

nell'imparare 1.200 caratteri "base" richiesti, nell'imparare il modo di scrittura (infatti ogni segno di un carattere va scritto da

sinistra verso destra e dall'alto verso il basso in un ordine preciso) e nella pronuncia.

Chi studia la lingua cinese sa bene che ogni vocale ha 4 diverse pronunce (toni).

Nel cinese parlato si rischia di chiamare propria madre, "cavallo", il che, sarebbe molto scortese.

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Sarete invidiosi di loro perché, pensate, cominciano la loro giornata alle 8:15 di mattina a causa della distanza della scuola e dei problemi legati ai mezzi di trasporto. Se perdono la navetta per un minuto di ritardo del loro autobus, devono raggiungere la scuola a piedi e, se va bene, arrivare trafelati per la seconda ora. Per due giorni a settimana poi, poiché non c’è la navetta, i ragazzi sono costretti a raggiungere il centro di Villafranca a piedi e sono oltre due chilometri…per tornare a casa, però, un sacrificio accettabile. Anche l’orario delle lezioni è loro favorevole: alcuni docenti

hanno lezione in sede centrale e quindi arrivano in ritardo in sede staccata. E le Assemblee d’Istituto? Un vero piacere per alunni e prof che devono fare il tragitto a piedi, a volte andata e ritorno. Per non parlare della geniale idea di inserire il registro elettronico! Gli alunni (e questa volta tutti, immagino anche quelli della sede centrale) ringraziano, dato che quest’ultimo ipnotizza i professori tenendoli inchiodati a quel monitor per diversi minuti per capire chi manchi, chi c’è, cosa si fa ... e non dimentichiamo che le ore sono da 50 minuti!

BEATI LORO... ma speriamo che non piova!

QUELLA CHE SEGUE È LA STORIA DELLA “BELLA VITA” DEI GIOVANI RAGAZZI DELL’INDIRIZZO GRAFICO PUBBLICITARIO

DELLA SEDE STACCATA DELL’ISTITUTO “CARLO ANTI”.

di Dario Petrin 5Atg

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Unica pecca della nostra sede? Le giornate di pioggia, che costringono gli alunni a tenere l’ombrello aperto pure in classe, creando un’atmosfera romantica. Ma tutto si sopporta pur di respirare aria pura, di campagna, e non fa nulla se spesso il concime naturale sparso per i campi rilascia il suo inconfondibile profumo nelle aule. È la natura! Dicono i prof.Una domanda che sorge però spontanea ai ragazzi è la seguente: per quale ragione ai grafici è stato donato questo splendido edificio, questo paesaggio tipico, e questa magnifica opportunità di fare così tanta fatica a raggiungere la scuola? Chi lo sa! Però, che dire… molti penseranno: beati loro!

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La mia esperienza nel Movimento

Studenti CattoliciCi definiscono generazione bruciata,

ma noi nel concreto cosa facciamo per combattere questi pregiudizi?Lo scorso anno sono venuta a cono-scenza di un’associazione, il Movimento Studenti Cattolic;, posso già immagi-nare che qualcuno, sentendo la parola “cattolici”, possa credere di non essere interessato e di conseguenza diffidare dall’utilità di leggere questo articolo. Vi invito però a impiegare cinque minuti del vostro tempo-lettura e di riflettere su quest’opportunità.Non vi nego che, probabilmente, se lo scorso anno mi fossi trovata davanti ad un articolo simile avrei assunto un at-teggiamento di assoluta indifferenza,

ma grazie ad una buona dose di curio-sità personale ho deciso di mettermi in gioco e di capire come operasse questo movimento.Per una serie di eventi fortuiti, mi sono ritrovata coinvolta in quest’esperienza e, con grande stupore, con il suo prose-guire, mi sono accorta che essa mi ha totalmente scosso e cambiato. Oltre a rafforzare il credo religioso, che, tengo a precisare, non mi è mai stato imposto, quest’associazione studentesca mi ha fatto credere in me e nelle mie capacità.Inizialmente sono stata attirata da alcu-ni seminari di giornalismo organizzati con giornalisti celebri e docenti specia-lizzati.

Provare per credere!di Giorgia Lai IV BTG

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Ciò che fin da subito mi ha più colpito è stato il fatto che dentro l’associazione non sono mai stata trattata da bambina e non sono mai stata un numero di un grande gruppo, ma sono stata accetta-ta per le mie qualità che, da subito, ho imparato a sfruttare; mi è stato richiesto di dare il massimo e di credere a pieno nelle mie capacità e in ciò che mi impe-gnavo a fare.Il movimento, inoltre, mi ha dato la pos-sibilità di conoscere autorità politiche e persone di alta rilevanza nella società. Però, l’aspetto più sorprendente, è che ho conosciuto ragazzi da ogni parte d’I-talia e del mondo con la voglia di non essere catalogati come una generazio-ne inutile ma capace di agire ognuno nel suo piccolo e con le proprie forze per creare qualcosa di grande, nuovo e diverso. Ragazzi con cui ho instaurato fin da subito proficui rapporti d’amici-zia.

Ma di cosa si occupa questa associazione?Nel pratico l’MSC si occupa di Forma-zione Socio-politica e di Educazione alla Convivenza.Attraverso incontri periodici e due con-vegni nazionali che si tengono ogni sei mesi, il Movimento propone ai giovani momenti di formazione e di riflessione sulla società, avvalendosi di seminari guidati da docenti ed esponenti del mondo della chiesa, della cultura e del-la politica.Il Movimento ha inoltre un canale, Youtube, dove la troupe di MSCtv pub-blica le varie interviste e un giornale, Educazione&Libertà, nel quale i giovani riportano le notizie senza i consueti fil-tri che la società ci impone, notizie reali, scritte da giovani per i giovani. Questo percorso permette inoltre di conseguire un patentino da pubblicista.L’MSC partecipa attivamente alla vita studentesca del nostro Paese preoc-cupandosi di eleggere propri candi-dati alle cariche rappresentative delle Consulte Provinciali Studentesche e sostenendo il Forum delle Associazioni

Studentesche maggiormente rappre-sentative, di cui è co-fondatore, istituito nell’anno 2001 presso il Ministero dell’I-struzione. Cosa propone per domani? Partendo dal presupposto che la scuola è ambiente privilegiato per far vivere le differenze, il Movimento Studenti Cat-tolici vuole essere un spazio temporale per stimolare l’educazione come impre-sa comunitaria.Provare per credere!

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Nel tempoi cavalli si evolsero ge-neticamente e uno tra i tanti cambiamenti ai quali vennero

sottoposti fu lo sviluppo e l’evoluzione dei loro arti. Questi, inizialmente suddi-visi in più dita allargate adatte alla vita primordiale, successivamente, a causa dell’indurimento del terreno e del bi-sogno di scappare dai predatori, si svi-lupparono in un solo dito, il medio, oggi dotato di zoccolo.Da quando conobbero gli uomini, i cavalli vennero sfruttati per i lavori nei campi, per le guerre, per il trasporto di merci, persone e per moltissimi altri la-vori pesanti.A seconda dei luoghi in cui si sviluppa-rono, ci furono dei cambiamenti non solo nei finimenti ma anche nella razza, nelle monte e nel loro diretto utilizzo.Lo sviluppo dei cavalli ha fatto sì che varie razze, naturali o provenienti da incroci, siano state collocate in uno

schema; ad ogni razza, carat-terizzata dalla sua genetica, è stato dato un compito, me-glio definito come specialità. L’insieme di queste specialità compone le varie monte, o “stili di andare a cavallo”.Tutti questi “stili” creano l’equitazione, grazie alla quale l’uomo instaura un reciproco rapporto con questo nobile animale.Per esempio nella mon-ta americana, praticata nelle praterie dove i cowboy utilizzavano i cavalli per il bestiame, vi sono molte discipline sportive come il cut-ting, il reining, il team penning, le gimkane we-stern e molti altre nelle quali si utilizzano princi-

INNANZITUTTO I PROGENITORI DEI CAVALLI SONO APPARSI SULLA TERRA CIRCA 55 MILIONI DI ANNI FA E CON

IL PASSARE DEL TEMPO HANNO INIZIATO AD ESTINGUERE IN ALCUNI TERRITORI COME L’AMERICA MA SONO SOPRAVVISSUTI IN ALTRI COME L’EUROPA E L’ASIA.

di Lucrezia Macrì classe 2BLA

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Anche il solo

fatto di vederli correre liberi, di vederli nitrire, di vederli felici e spensierati riempie il cuore di felicità e armonia.

palmente alcune razze come il quarter horses, l’apaloosa ,il paint horses…Oppure nella monta inglese, più classi-ca ed elegante, vi sono discipline come il dressage, il salto ostacoli, l’endurance, la polo e così via dove invece vengono utilizzati il purosangue inglese, la razza belga, l’arabo…Queste sono le monte equestri più conosciute ma ce ne sono tante altre molto interessanti e particolari. Nonostante tutte queste suddivisioni e queste differenze tra le varie razze, di-scipline e monte c’è una cosa che non cambia mai: il legame cavallo-cavaliere.Sicuramente vi sarà capitato di vedere qualche film sui cavalli, e normalmente c’è sempre un/a ragazzo/a che instaura un rapporto particolare con il suo ca-vallo. Normalmente i film sono finzione ma vi posso assicurare che questo lega-me

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Forse uno dei più veri e importanti

legami è quello tra uomo e animale; per moltissime persone sono come degli amici, dei compagni, dei complici.Quando un padrone cavalca il proprio cavallo è come se prendesse in prestito la sua libertà.

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Page 39: loft novembre 2012

c’è ed è vero. Forse uno dei più veri e importanti. I cavalli sono da sempre animali liberi e selvaggi. Quando un padrone cavalca il proprio cavallo è come se prendesse momentaneamen-te in prestito la sua libertà. Questo le-game non si vede ma si sente. Il cavallo è capace di darti fiducia, amore, passio-ne; l’unica cosa che chiede in cambio è rispetto. Se una persona ha questo rap-porto con il proprio cavallo quando è triste le basta solo andare da lui e in un istante la sua tristezza trova conforto, anche solo con la sua presenza. Ci sono persone che guardando negli occhi un cavallo non sentono emozioni, altre invece, come me, vedono anche solo in uno sguardo l’anima pura e sincera di quell’animale. Per molti sono solo spettacolari animali che sanno corre-re o saltare, per quelli come me, sono tutto! Una ragione di vita, parte inte-grante della propria esistenza, sono creature tanto nobili quanto sensibili. Per moltissime persone sono come degli amici, dei compagni, dei com-plici. Sanno darti una forza interiore che ti fa superare ogni ostacolo che ti si presenti davanti. Danno soddisfazio-ni e gratitudine. Anche il solo fatto di vederli correre liberi, di vederli nitrire, di vederli felici e spensierati riempie il cuore di felicità e armonia. Potrei stare qui ore a raccontarvi la loro importanza e ciò che si sente quando cavalcandoli

si diventa un tutt’uno con loro. Questi animali ci possono far volare senza ali, possono farci sentire importanti. Grazie a loro moltissime persone han-no sviluppato il rispetto e stima interiore, quello che serve nella vita per andare avanti con serenità... Per saperne di più... attendete di leggere il prossimo articolo !

disegno di Valentina Gobbi

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BUONGIORNO A TUTTI!! SE AVETE LA PASSIONE DELLA CUCINA COME ME ALLORA

SIETE SULLA PAGINA GIUSTA. CON QUESTA NUOVA RUBRICA SPERO DI

AIUTARVI A PREPARARE DEI DELIZIOSI MANICARETTI DA PROPORRE OGNI

VOLTA CHE VORRETE!

Le ricette che intendo proporvi sono due:

una golosa e alquanto calorica, l’altra più salutare ma altrettanto appetitosa.

INGREDIENTI

Per le creme:

• 450 ml di panna da

montare

• 300 gr di cioccolato al latte

• 100 gr di burro ammorbidito

• 2 cucchiai di brandy

• 150 gr di cioccolato bianco

Per l’impasto:

• 100 gr di burro

• 100 gr di zucchero

• 1 bustina di zucchero

vanigliato

• 75 gr di farina bianca

• 2 cucchiai di cacao in polvere

• 1 cucchiaino di lievito per

dolci

• 50 gr di cioccolato grattugiato

• 2 uova

Per la decorazione:

• 75 gr di cioccolato bianco

• 75 gr di cioccolato al latte

• 75 gr di cioccolato fondente amaro

LE RICETTE DEL Cicca

Torta ai Tre Cioccolati

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di Mario Ciccarino

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Fagottini di Platessa

PREPARAZIONE:Il giorno prima di servire la torta biso-gna preparare le creme: quella al cioc-colato si cucina mettendo in un pen-tolino 300 ml di panna e, quando sarà bollente, bisogna aggiungere il ciocco-lato al latte sminuzzato, 50 gr di burro e il brandy. Dopo di che si fa sciogliere e amalgamare il tutto e lo si mette in una ciotola.

Per la crema bianca si usa lo stesso pro-cedimento: cioccolato bianco, 150 ml di panna e 50 gr di burro, si fa sciogliere il tutto e poi si mette in un’altra ciotola.Lasciate poi raffreddare le due creme e mettetele in frigo per tutta la notte.Preparate l’impasto per la torta metten-do il burro in una ciotola, lavoratelo con il frullino elettrico e poi incorporate lo zucchero e lo zucchero vanigliato, ag-giungete le uova e continuate a mesco-lare. Infine aggiungete la farina setac-ciata, il lievito, il cioccolato grattugiato e il cacao in polvere.

Imburrate e infarinate uno stampo per dolci e versateci l’impasto. Cuocetelo in forno caldo a 160°C per circa 20 minuti e fate la prova con lo stuzzicadenti per accertarvi della cottura.

Adesso mettete la torta in un piatto da portata e frullate le due creme che era-no in frigo con il frullino elettrico, poi mettete la crema bianca in una sacca da pasticciere e distribuitela sulla torta formando 3 cerchi, oppure una spirale.Montate anche la crema scura e, sem-pre con la siringa da pasticciere, riem-pite gli spazi vuoti lasciati dalla crema bianca. Con la crema scura rimasta coprite bene anche i bordi della torta. Mettete poi la torta in freezer per circa due o tre ore.

Per la decorazione dovete sciogliere i 3 cioccolati a bagnomaria separatamen-te e poi stenderli su un foglio di carta da forno, mescolateli appena con uno stuzzicadenti in modo da formare i ric-

cioli. Lasciate rassodare i riccioli di cioc-colato e quando saranno asciutti racco-glieteli tutti con una spatola.Decorate la superficie della torta con questi riccioli di 3 colori e buon appe-tito!

•12filettidiplatessa

•500grdipomodorini

•1mazzettodiprezzemolo,anetoed

erbacipollina

•unpo’dibrodovegetal

e

•succodimezzolimone

•saleepepeq.b.

•olioextravergined’oliva

Per l’impasto:

• 100 gr di burro

• 100 gr di zucchero

• 1 bustina di zucchero

vanigliato

• 75 gr di farina bianca

• 2 cucchiai di cacao in polvere

• 1 cucchiaino di lievito per

dolci

• 50 gr di cioccolato grattugiato

• 2 uova

Torta ai Tre CioccolatiINGREDIENTI

PREPARAZIONE:Lavate ed asciugate i filetti di platessa e cospargetevi sopra il succo di limone. Lavate e asciugate poi anche le erbe e poi sminuzzatele. Disponete su un pia-no i filetti di platessa e conditeli con un mix di olio e sale, dopo di che cosparge-tevi sopra le erbe. Una volta terminato il lavoro, arrotolate i filetti.Pulite e lavate poi i pomodorini. In una padella fate cuocere i pomodorini met-

tendoci un po’ di olio extravergine d’oli-va e un po’ di acqua e adagiatevi i filetti. Mentre cuociono, aggiungete un po’ alla volta del brodo vegetale. Una volta pronti, conditeli con sale e una spolve-rata di pepe.Prendete infine delle terrine e dispone-te i fagottini di platessa, anche 2 o 3 per volta, insieme ai pomodorini e inforna-te il tutto. Il forno è bene accenderlo durante la cottura dei pomodorini, in

modo da trovarlo già preriscaldato. In-fornate poi per circa 10 minuti a 180°. Quando saranno pronti ,serviteli insie-me a un buon bicchiere di vino bianco e buon appetito!

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