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La logica della ricerca sociale: Cos'è la ricerca sociale La ricerca sociale si occupa di raccogliere e interpretare dati allo scopo di rispondere a domande concernenti i diversi aspetti della società, permettendoci così di comprenderla (Bailey, 1995). La ricerca si può dividere in: 1. Ricerca pura 2. Ricerca applicata La prima consente di elaborare e verificare teorie e ipotesi che saranno utili in futuro ma non direttamente applicabili per risolvere problemi sociali concreti. La seconda invece propone risultati utilizzabili per risolvere problemi sociali di interesse immediato. È da notare che le due categorie non sono tra loro mutuamente esclusive. La ricerca è il primo passo da compiere in qualsiasi progetto di intervento e di miglioramento sociale. Conoscere una situazione e comprendere gli elementi che la determinano è il prerequisito i ndispensabile per poter  pianificare forme di interve nto concreto. Se per molti i metodi di ricerca usati, che vanno dall' inchiesta, all'esperimento o all'osservazione, sono considerati un mezzo per conseguire un fine, negli ultimi anni è emersa una tendenza interessante. La ricerca ha un'impatto sulla società non solo perchè permette di fare scoperte su di essa, ma anche perchè è sempre pi&grave utilizzata da settori della società tradizionalmente estranei ad essa (vedi ad esempio il maggior utilizzo di inchieste e sondaggi da parte di giornali e reti televisive). L'attenzione per i metodi di ricerca è importante perché ci consente di generare e controllare teorie e ipotesi metodologicamente corrette, evitando di "far dire ai dati ciò che non possono dire", o  peggio, di enun ciare teorie che co ntrastano palesem ente con l'eviden za empirica. La definizione di ricerca sociale è a tutt'oggi un problema aperto. In questo corso cercheremo di illustrarla descrivendone gli obiettivi e i metodi. Non è possibile iniziare un discorso sulla ricerca sociale senza partire da un discorso più generale sulla logica della ricerca scientifica. La logica della ricerca scientifica Quando si affronta il tema della ricerca scientifica è necessario tenere conto di quattro ordini di questioni: 1. La questio ne ontologica (Corbetta, 1998): il mondo dei fatti sociali, ossia la "realtà", esiste veramente o è una nostra costruzione? I fenomeni sociali sono "cose in sé stesse" o sono "rappresentazio ni di cose"? 2. La questio ne epistemologica: la "realtà sociale" è conoscibile? Quando possiamo essere sicuri che la conoscenza che possediamo è vera conoscenza? 3. La questio ne metodologica: come possiamo fare per conoscere la "realtà sociale"? Quando  possiamo esse re sicuri che le no stre tecniche con crete di ricerca (ad es empio l'esperimento, l'intervista, l'osservazione, vedere l'unità 2), ci aiutano effettivamente a soddisfare i nostri obiettivi conoscitivi? Quali sono le tecniche più appropriate per rispondere ai nostri quesiti?

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La logica della ricerca sociale:

Cos'è la ricerca sociale 

La ricerca sociale si occupa di raccogliere e interpretare dati allo scopo di rispondere a domandeconcernenti i diversi aspetti della società, permettendoci così di comprenderla (Bailey, 1995).

La ricerca si può dividere in:

1. Ricerca pura 

2. Ricerca applicata 

La prima consente di elaborare e verificare teorie e ipotesi che saranno utili in futuro ma nondirettamente applicabili per risolvere problemi sociali concreti.La seconda invece propone risultati utilizzabili per risolvere problemi sociali di interesseimmediato.È da notare che le due categorie non sono tra loro mutuamente esclusive. La ricerca è il primo passoda compiere in qualsiasi progetto di intervento e di miglioramento sociale. Conoscere una

situazione e comprendere gli elementi che la determinano è il prerequisito indispensabile per poter  pianificare forme di intervento concreto.

Se per molti i metodi di ricerca usati, che vanno dall'inchiesta, all'esperimento o all'osservazione,sono considerati un mezzo per conseguire un fine, negli ultimi anni è emersa una tendenzainteressante. La ricerca ha un'impatto sulla società non solo perchè permette di fare scoperte su diessa, ma anche perchè è sempre pi&grave utilizzata da settori della società tradizionalmente estraneiad essa (vedi ad esempio il maggior utilizzo di inchieste e sondaggi da parte di giornali e retitelevisive).

L'attenzione per i metodi di ricerca è importante perché ci consente di generare e controllare teoriee ipotesi metodologicamente corrette, evitando di "far dire ai dati ciò che non possono dire", o

 peggio, di enunciare teorie che contrastano palesemente con l'evidenza empirica.

La definizione di ricerca sociale è a tutt'oggi un problema aperto. In questo corso cercheremo diillustrarla descrivendone gli obiettivi e i metodi. Non è possibile iniziare un discorso sulla ricercasociale senza partire da un discorso più generale sulla logica della ricerca scientifica.

La logica della ricerca scientifica 

Quando si affronta il tema della ricerca scientifica è necessario tenere conto di quattro ordini di

questioni:1. La questione ontologica (Corbetta, 1998): il mondo dei fatti sociali, ossia la "realtà", esiste

veramente o è una nostra costruzione? I fenomeni sociali sono "cose in sé stesse" o sono"rappresentazioni di cose"?

2. La questione epistemologica: la "realtà sociale" è conoscibile? Quando possiamo esseresicuri che la conoscenza che possediamo è vera conoscenza?

3. La questione metodologica: come possiamo fare per conoscere la "realtà sociale"? Quando possiamo essere sicuri che le nostre tecniche concrete di ricerca (ad esempio l'esperimento,l'intervista, l'osservazione, vedere l'unità 2), ci aiutano effettivamente a soddisfare i nostri

obiettivi conoscitivi? Quali sono le tecniche più appropriate per rispondere ai nostri quesiti?

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4. La questione tecnica: come possiamo applicare correttamente le tecniche di ricerca? Come possiamo leggere correttamente i risultati che le tecniche concrete di ricerca ci consentonodi ottenere a partire dai dati empirici?

La metodologia è dunque un'attività critica esercitata sulle tecniche di ricerca concrete,l'epistemologia è una riflessione sulla metodologia e sulla natura della conoscenza e l'ontologia è

una riflessione sulla natura del mondo.Mentre la questione ontologica è materia di studio dei filosofi e le questioni metodologiche etecniche saranno ampiamente trattate nel resto del corso, è importante in questa sede dire qualcosadi più sull'epistemologia. Essa si occupa dei fondamenti, della natura dei limiti e della validità delsapere scientifico, assumendo come oggetto di indagine i procedimenti effettivi e il linguaggio dellascienza. Essa si pone il problema della validità delle procedure effettive della scienza. Come

 possiamo essere sicuri di possedere una conoscenza autentica? La conoscenza è legata allacredenza, ma ciò che è conosciuto deve essere vero, ciò che è creduto può essere falso. Dunque laconoscenza deve essere un credenza vera giustificata (Bechtel, 1995). Si pone qundi il problemadella giustificazione delle credenze: i due approcci fondamentali sono il fondazionalismo e il

coerentismo. Secondo l'approccio fondazionalista la base per la maggior parte degli asserticonoscitivi è un insieme di asserti fondativi, da cui vengono derivate altre conoscenze. Ifondazionalisti vedono la scienza come un edificio che si costruisce mattone su mattone, dove ogninuovo asserto conoscitivo poggia su quelli precedenti. Questo approccio, partito con la grandeambizione di unificare tutte le scienze è stato ormai sostanzialmente abbandonato. Principaliesponenti di questo approccio sono stati filosofi e scienziati quali Carnap, Schlick, Hahn, Neurath,Frank (a Vienna) e Hempel, Reichenbach, Herzberg, Lewin (a Berlino), che hanno dato origine al

 pensiero "neopositivista", secondo il quale l'esperienza è la fonte primaria della conoscenza, lalogica è lo strumento privilegiato per rappresentare la conoscenza scientifica e questa si puòconsiderare alla stregua di una struttura assiomatica, basata su pochi principi immutabili dai quali è

 possibile derivare tutti i teoremi (proprio come nella geometria euclidea). Essi distinguono tra

contesto della scoperta, ossia il contesto entro il quale avvengono le scoperte scientifiche e contestodella giustificazione, ossia il contesto entro il quale le scoperte scientifiche vengono inserite in unquadro coerente di leggi. Per il contesto della scoperta i neopositivisti propongono lo schemaipotetico-deduttivo: si formula un'ipotesi a partire da un evento che richiede una spiegazione e se neaccerta la verità cercando delle prove empiriche. Ad esempio se si è verificato il fatto y, si ipotizzauna legge del tipo: SE x ALLORA y. x diventa così la spiegazione di y. Il controllo empirico serve

 per confermare o smentire le previsioni e le previsioni confermate sono il mezzo per raccogliere prove per la verità di ipotesi o leggi. Per il contesto della giustificazione i neopositivisti propongonolo schema nomologico-deduttivo, secondo il quale la spiegazione di un evento consiste nelladerivazione di un asserto che lo descrive a partire da leggi generali e da fatti empirici noti, adesempio se una legge scientifica afferma che SE x ALLORA y e si verifica il fatto x, laconseguenza (che può essere prevista, se la derivazione viene effettuata prima del verificarsi di x, o

 spiegata, se la derivazione viene effettuata dopo il verificarsi di x) è y.Popper mette in discussione lo schema ipotetico-deduttivo sulla base dell'affermazione che le

 previsioni confermate non dicono nulla sulla validità della teoria. Ad esempio se la teoria è "tutti icigni sono bianchi", il fatto di aver osservato empiricamente finora solo cigni bianchi non assicurache tutti i possibili cigni siano bianchi, dato che prima o poi si potrebbero trovare cigni di altricolori. In aggiunta è sufficiente trovare un solo caso in cui la teoria venga confutata (ad esempio, icigni neri d'Australia), per far sì che la teoria ("tutti i cigni sono bianchi") sia falsa. In aggiunta glistessi dati possono sostenere più teorie alternative, ad esempio l'aumento della temperatura mediadelle estati degli ultimi anni potrebbe essere una conferma alla teoria dell'"effetto serra" ma anche

alla teoria della "fine dell'era glaciale". I dati solo quindi sempre "carichi di teoria", perché teoriediverse (e spesso contrastanti) possono trovare conferma negli stessi dati. Popper propone quindi dinon cercare conferme alle teorie, ma di cercare di confutarle, dato che solo le teorie che resistonoalla confutazione si possono considerare, anche se non "vere" in senso assoluto, maggiormente

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credibili e sostituisce allo schema ipotetico-deduttivo lo schema di falsificazione, accettando per ilcontesto della giustificazione lo schema nomologico-deduttivo.

L'approccio coerentista ripudia apertamente l'esistenza di fondamenti esterni "assoluti" del saperescientifico a favore di un quadro privo di punti di riferimento assoluti (gli "assiomi" dei

neopositivisti) che si regga sulla reciproca giustificazione tra credenze, da ricercarsi nella relazionetra di esse. Il requisito fondamentale diventa la coerenza tra credenze. Le credenze che sonocoerenti si giustificano l'un l'altra in modo tale che, anche se nessuna di esse può essere sostenutaindipendentemente dalle altre, nel suo insieme l'intera rete risulta stabile. Principale esponente diquesto approccio è Kuhn che sostiene che la scienza si fondi sull'evoluzione di paradigmi ossiaquadri di riferimento che consentono di definire i fenomeni che una disciplina assume come oggettidi studio. I paradigmi nascono, evolvono, muoiono e sono in concorrenza tra di loro per diventaredominanti. Esempi di paradigmi sono, ad esempio in psicologia, il comportamentismo e ilcognitivismo. Lo scopo dello scienziato secondo Kuhn è adattare le teorie, viste come schemiinterpretativi, alla natura. L'approccio di Kuhn è di tipo storico e rinuncia a qualsiasi tentativo difornire una teoria normativa della scienza.

Le teorie di Kuhn influenzano profondamente Feyerabend che propone l'anarchismo metodologico:egli rifiuta ogni tentativo di specificare una metodologia della scienza. Ogni sistema di credenze,anche quelli di sapore maggiormente a-scientifico come, ad esempio, l'alchimia e l'astrologia,

 purché in grado di spiegare dei fatti può assurgere al ruolo di paradigma. Feyerabend ritienenecessario considerare sempre teorie alternative al fine di scoprire dati che potrebbero falsificareuna teoria, ma anche di difendere le teorie già falsificate perché in futuro potrebbero emergerenuove informazioni tali da invalidare i dati falsificanti e riportare in auge le vecchie teorie. Egliinsiste sulla necessità di adottare un procedimento controinduttivo: solo chi ha infranto le regole del

 pensiero corrente della sua epoca ha portato al progresso scientifico, ad esempio Galileo con le suescoperte sul sistema solare.Le idee di Kuhn influenzano anche Lakatos e Laudan. Il primo propone di sostituire la nozione forte

di paradigma con quella più debole di programma di ricerca. Mentre un paradigma può esseresottoposto in ogni sua parte al processo di falsificazione, e può essere abbandonato qualora un

 paradigma concorrente abia dimostrato maggior capacità esplicativa, un programma di ricerca ècostituito da un nucleo di assunti fondamentali condivisi da tutti i ricercatori che aderiscono al

 programma di ricerca, non sottoposto a processo di falsificazione e accettato quindi come "vero" a priori, circondato da ipotesi ausiliarie, sottoposte a processo di falsificazione, che consentono al programma di ricerca di evolvere e di convivere con altri. Un programma di ricerca è valutato dalsuo carattere più o meno progressivo e il progresso può essere teorico se è finalizzato ad estenderela portata empirica di una teoria, applicandola a nuovi domini oppure empirico se è finalizzato acorroborare empiricamente le nuove tesi proposte nel corso del progresso teorico. Laudan proponeuna visione ancora più debole della scienza, che sostituisce alla nozione di paradigma quella ditradizione di ricerca ossia una sequenza di teorie che condividono assunti ontologici circa la naturadel mondo e un insieme di principi metodologici che prescrivono come modificare e svilupparenuove teorie. Nella tradizione di ricerca manca il "nucleo forte" non sottoposto a processo difalsificazione.

Una critica all'epistemologia classica proviene dalla cosidetta epistemologia naturalizzata, che propone di mettere da parte il concetto di conoscenza per concentrarsi su ciò che giustifica lacredenza; diventano così rilevanti le conoscenze empiriche relative al modo in cui gli esseri umanielaborano l'informazione e formulano giudizi. La figura 1 schematizza le principali tappedell'evoluzione dell'epistemologia in questo secolo.

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L'epistemologia comtemporanea: la teoria realista 

Recentemente ha incontrato parecchi consensi, soprattutto nella ricerca nelle scienze umane, lacorrente epistemologica denominata teoria realista, delineata da Harré, Bhaskar, Aronson, Manicas

(Pedon, 1995). Tale corrente si fonda sulla posizione ontologica denominata realismo critico, laquale presume l'esistenza di una realtà esterna all'uomo, ma essa è solo imperfettamenteconoscibile, sia per l'inevitabile imprecisione di ogni conoscenza umana, sia per le sue leggi chehanno carattere tendenziale e probabilistico. La teoria realista rifiuta il fondazionalismo, è concordenell'affermare che i dati sono carichi di teoria e afferma che il compito della scienza è inventareteorie che aiutino a rappresentare il mondo. Non esistono categorie fisse dell'intelletto, vi sono dei"quadri", socialmente determinati, per mezzo dei quali il mondo viene visto e interpretato. Le teoriescientifiche sono costituitive del mondo conosciuto (ciò che Popper chiama il Mondo 2, il mondodei concetti), ma non del mondo reale (ciò che Popper chiama il Mondo 1, il mondo delle cose), per cui lo scienziato può sempre essere in errore, dato che il suo "quadro" può non essere adeguato allarealtà. Concetto chive della teoria realista è la transdizione, ossia l'inferenza dall'esperienza, verso

ciò che è al di là dell'esperienza, ossia inferire ciò che non può essere osservato da ciò che puòessere osservato. Altro concetto chiave è quello di stratificazione. Le "cose" del mondo sonocomposti complessi. L'acqua può essere vista a un livello come una sostanza liquida, ad un altrolivello come un agglomerato di molecole, ad un altro come un agglomerato di idrogeno e ossigeno ead un altro come un agglomerato di protoni, elettroni, neutroni. Allo stesso modo i processi chesottostanno al comportamento umano possono essere visti in termini di fattori neuro-anatomici,individuali e sociali. Questa stratificazione è per la teoria realista una delle ragioni fondamentali per il rifiuto del riduzionismo: se la natura è stratificata le leggi scientifiche devono tenere conto di una

 pluralità di livelli diversi. Da qui il rifiuto dei concetti tradizionali di causalità humeana e di leggescientifica, entrambi sostituiti dal concetto di tendenza strutturale, espressa da affermazioni del tipo"quando è presente la condizione C, il sistema A necessariamente tende allo stato F in virtù dellasua struttura S". Tale tendenza non definisce necessariamente un comportamento testimoniabile,dato che il sistema A non si trova necessariamente in una condizione di chiusura, ma è inserito inuna rete di relazioni complesse con altri sistemi. In altre parole, sotto la condizione C, il sistema Aassume lo stato F, a meno che qualcosa, nella rete di relazioni, non lo impedisca. Le leggiscientifiche non si riferiscono più agli eventi, ma alle strutture o alle loro proprietà disposizionali,ad esempio il fatto che lo zolfo sia giallo dipende non soltanto dalla struttura della superficie dellozolfo, ma anche dalle condizioni di illuminazione e dai meccanismi della percezione umana (Pedon,1995, 41); in questo esempio "lo zolfo è giallo" è la tendenza strutturale, ma alterazioni nellecondizioni di illuminazione o nella nostra percezione possono impedirci di esperirla. La complessitàdelle relazioni tra i sistemi che costituiscono il mondo, e il conseguente indeterminismo, ci porta

qundi a ragionare in termini di probabilità. La teoria realista invita quindi a non ragionare in terminidi sistemi "chiusi" (quali possono essere quelli dell'esperimento classico, in cui si cerca di teneresotto controllo il maggior numero possibile di variabili, vedere unità 2), ma a ragionare in termini disistemi "aperti", studiando il massimo numero possibile di fattori interferenti, cercando di cogliere ilmassimo numero possibile di relazioni tra fenomeni. La spiegazione dei fenomeni concreti deveessere così fondata sulla conoscenza delle tendenze strutturali dei sistemi che compongono laconfigurazione in oggetto e sulla comprensione delle loro specifiche e mutevoli interazioni, chenelle scienze sociali sono spesso diverse da caso a caso.

Applicando i principi della teoria realista alle scienze sociali si desume che:

• non esistono individui "universali", ossia esseri umani che studiati una volta per tutterendano conto delle peculiarità dalla natura umana, ma solamente individui storicamente eculturalmente situati, e di ciò occorre tenere conto nelle operazioni di generalizzazione deirisultati della ricerca;

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• le regolarità che si possono osservare nei comportamenti non sono il segno di leggideterministiche, ma esprimono delle tendenze strutturali dei sistemi coinvolti, ossia regoleche valgono sotto certe condizioni e comunque mai definitive;

• il ricercatore, condividendo la stessa natura dell'oggetto che egli studia, deve

"comprenderlo" (in senso weberiano) dall'interno. E' grazie a questo processo dicomprensione che è possibile scoprire le tendenze strutturali;

• non solo ciò che è osservabile concorre alla spiegazione scientifica. Le osservazioni nonsono la base della scienza ma solo degli indizi destinati ad essere continuamentereinterpretati. La sensibilità, il bagaglio conoscitivo (non limitato allo stretto ambito dellaricerca), l'esperienza, la capacità immaginativa e l'abilità del ricercatore di cogliere lesituazioni è quindi un elemento essenziale della ricerca sociale;

• le tecniche concrete di ricerca (vedere unità 2) e di analisi dei dati (vedere unità 3) non possono essere ritenute di per sé delle spiegazioni, ma costituiscono solo delle descrizioni,ossia degli ausilii al processo di comprensione messo in atto dal ricercatore;

• la necessità di avere un quadro di indizi più ampio possibile fa sì che la ricerca debbasuperare tutte le forme di chiusura (rivolgendosi ad esempio ad approcci "aperti" qualil'analisi ecologica) e in particolare il dualismo metodi qualitativi - metodi quantitativi(vedere unità 2), ricorrendo a forme di triangolazione per mettere a confronto i risultatiottenuti tramite metodi diversi, per controllare la validità delle ricerche e per considerare irisultati secondo prospettive teoriche molteplici.

La ricerca sociale: obiettivi e metodi 

Ricollegandosi al discorso sull'epistemologia contemporanea visto precedentemente possiamo

affermare che nella ricerca sociologica non esistono né teorie, né paradigmi dominanti, è rarissimotrovare teorie o ipotesi puramente deterministiche o di portata generale e ancor più raro trovare fattiche invalidino in modo univoco una teoria. Esistono vastissimi settori della realtà sociale in cui nonesistono teorie in senso proprio (cioè sistemi di asserti), ma solo schemi interpretativi, apparaticategoriali, sistemi tipologici, definizioni o stipulazioni (Ricolfi, 1994). La ricerca in sociologia siriduce quindi a una risposta a domande, ossia a bisogni di conoscenza tradotti in interrogativi sullarealtà. La metodologia della ricerca, contrariamente a quanto si ritiene comunemente, non indical'insieme dei metodi e delle tecniche utilizzati nella pratica di ricerca, ma l'attività critica che siapplica ai diversi prodotti della ricerca (Boudon, 1991, p. 279). Questa definizione insistesull'aspetto normativo della metodologia della ricerca, ovvero come dovrebbero essere svolte lericerche, anziché di come come vengono svolte effettivamente. Fare ricerca non è difficile, in

 particolar modo grazie all'ausilio dei potenti strumenti di elaborazione informatizzata oggi adisposizione. Ciò che è difficile è condurre una buona ricerca, il che significa seguire certe procedure che ci guidino e ci orientino attraverso tutte le sue fasi, dalla formulazione del disegno diricerca all'analisi dei dati. Una ricerca fatta senza certi "standard di qualità", oltre ad essere una

 perdita di tempo e di risorse, è anche dannosa, perché ci porta a delle conclusioni false o fuorvianti,non contribuendo alla chiarezza, ma addirittura mistificando la realtà. La metodologia della ricercasi occupa quindi di fare sì che una qualsiasi ricerca assuma i canoni della ricerca scientifica. Laricerca sociale è prevalentemente ricerca empirica, ovvero vincolata a conoscenze fattuali acquisitesul campo o in laboratorio, quali osservazioni, questionari, interviste, documenti, esperimenti(Ricolfi, 1994).

Per definire compiutamente la ricerca sociale partiremo dagli obiettivi e dai metodi della ricercastessa. Gli obiettivi di una ricerca sociale possono essere sintetizzati in tre grandi classi: descrizione, spiegazione, previsione di una realtà data.

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Sotto il termine "descrizione" vengono raggruppate tutta una serie di tecniche che vanno dairesoconti etnografici (Fetterman, 1989), alla classificazione e costruzione di tipologie, alla"selezione, dalla varietà infinita degli asserti (cioè affermazioni che si riferiscono a qualche aspettodella realtà) veri, di un sottoinsieme rilevante (ossia pertinente e non banale) di asserti veri"(Ricolfi, 1994). E' importante sottolineare che ogni descrizione è frutto di una scelta, ovvero di una

definizione di caratteristiche selezionate, della costruzione di classi in funzione di criteri determinatida opzioni teoriche o semplicemente funzionali all'indagine (Statera, 1997). E' da sfatare quindi ilmito di una "descrizione obiettiva della realtà", che semplicemente non esiste e non può esisteredate le premesse di valore e le prospettive teoriche, spesso implicite, del ricercatore. Abbandonatele pretese di "obiettività" della descrizione è metodologicamente più corretto definire un "modello"esplicito con cui il ricercatore si accosta alla realtà empirica, intendendo per "modello" un sistemadi asserti e di nessi tra asserti che schematizzino, in modo univoco e rigoroso sotto il profilolinguistico, la teoria o il paradigma con cui ci si accosta alla descrizione di quella data realtàempirica, i valori e assunti che guidano il ricercatore, gli scopi e i metodi della ricerca. Come scriveGallino (1987, p. 26):

Osservare, descrivere, classificare fenomeni sociali e culturali senza preoccuparsi di rapportarliesplicitamente ad alcun modello di comportamento (né di istituzione, di società, o di altro) è ilcompito che ha svolto fin dalle origini un filone particolarmente nutrito della ricerca sociologica eantropologica, cui sono stati alternamente applicati i nomi di descrittivismo o sociografia oetnografia - nessuno dei quali ha fatto estesamente presa in questo senso nella storia delle rispettivediscipline. [...]. Questa enorme accumulazione di fatti senza teoria, portato inevitabile dell'aver compiuto e raccolto osservazioni non governate da un modello esplicito - che vuol dire governateda incontrollabili modelli impliciti - è stata certo preziosa per documentare la varietà inesauribilenon meno che la tenace reiteratività dei comportamenti umani, [...]; ma è risultata di utilità minima

 per procedere a spiegarli in un quadro teorico unitario, al peggio non spezzettato in segmentiirreparabilmente contraddittori. [...]. Nessun modello, si è dovuto ammettere, e nessuna teoria, si

 possono costruire a posteriori e fondare in modo indipendente dall'osservazione; e ogniosservazione, comunque, già contiene teoria e modelli di una teoria.La spiegazione sociologica deriva dal modello nomologico-deduttivo che definisce ogni tipo dispiegazione scientifica (Statera, 1997). Perché sussista una spiegazione deve esistere una regolaritànella sequenza di eventi. Tale regolarità può consistere in una associazione, in un rapporto causale ofunzionale. Da questa "legge" e da un fatto empirico dato (explanandum) si inferisce la spiegazionedel fatto stesso (explanans). Generalizzando:

Per Ricolfi (1994) "spiegare" significa "stabilire nessi tra asserti, che possono essere esposti alrischio della falsificazione, ma non possono in alcun modo essere provati. [...]. Di una spiegazioneche ha superato i controlli tutto quel che possiamo dire è che è verosimile, o che non è statacontraddetta dai fatti". Non possiamo quindi mai essere sicuri delle nostre spiegazioni, perché non

 possiamo mai escludere che possa venir fuori, adesso o in futuro, un fatto che le contraddice.

Secondo Statera (1997, p. 65) la struttura logica della previsione scientifica è identica a quella dellaspiegazione. Date le premesse logiche, cioè le condizioni empiriche e un sistema di asserti in formadi leggi, vengono derivate le previsioni corrispondenti. Perché le previsioni siano affidabili occorre

un altissimo grado di fiducia nel sistema di asserti, che nella ricerca sociologica si viene ad averemolto di rado.

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Per definire i metodi della ricerca sociale faremo riferimento alla classificazione proposta da Ricolfi(1997). Questa classificazione usa tre criteri discriminanti:

• la formalizzazione o meno delle procedure di ricerca

• l'uso o meno della statistica

• l'ispezionabilità o meno della base di dati, dove con ispezionabilità si intende la possibilitàdi accedere alla base empirica, in modo da poter ripetere, interamente o parzialmente, laricerca in questione partendo dagli stessi dati.

La tassonomia proposta da Ricolfi è riportata in figura 2.

La ricerca sociale: concetti chiave 

Passiamo ora ad illustrare alcuni concetti chiave della ricerca sociale. Iniziamo dal concetto diteoria scientifica. Secondo Statera (1997, p. 60) per teoria scientifica si intende un un insieme diipotesi esplicative che valgono a dar conto di ricorrenze empiricamente rilevate, ovvero di leggi

sperimentali. La legge, al contrario, descrive delle regolarità nella successione di eventiempiricamente osservati; la legge è riassunta da una più ampia teoria. La teoria è dunque un sistemagenerale di leggi che non può essere empiricamente riscontrata se non desumendo da essa i suoiasserti, detti anche proposizioni o ipotesi. Tali asserti sono affermazioni dotate di valore di verità(ossia possono essere vere o false), che si riferiscono a un aspetto della realtà e hanno comecaratteristica di avere un riscontro empirico immediato. Gli asserti si differenziano dai concetti, chesono "vitali" nel flusso di esperienze umane (Marradi, 1980, p. 9). Un asserto è una legge quandoafferma una regolarità empirica.Si definisce oggetto uno specifico referente sul quale si raccolgono informazioni. L'oggettocostituisce in questo caso l'unità di raccolta delle informazioni, ad esempio il singolo individuo.L'unità di raccolta può differire dall'unità che invece è il tipo di referente effettivamente consideratonell'analisi dei dati. La proprietà è un dato carattere dell'oggetto in questione, e diventa unavariabile quando ne venga data una definizione operativa, che può definita come l'insieme di regoleche guidano le operazioni con cui ciascun stato sulla proprietà X viene rilevato, assegnato ad una

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delle categorie stabilite in precedenza e registrate come variabile su un supporto di memorizzazione(Vedere Unità 2 - La matrice dei dati). Ad esempio, se stiamo conducendo una ricerca suidisoccupati italiani, i disoccupati sono gli oggetti della ricerca, le proprità che potremmo prenderein considerazione potrebbero essere il sesso (e la definizione operativa sarebbe 1- maschio, 2-femmina) e il titolo di studio (definizione operativa: 1- licenza elementare, 2- licenza media

inferiore, 3- licenza media superiore, 4- laurea).Le ipotesi possono essere monovariate, se si riferiscono ad un solo carattere della realtà sotto esameo multivariate (o relazionali) se riguardano un rapporto tra due (bivariate) o più caratteri della realtàsotto esame. Gli asserti devono essere dotati di riscontro empirico immediato. Per tutti quegli assertiche contengono concetti astratti è necessario utilizzare degli indicatori, che consentano di definirnedelle operazioni di misura. La figura 3 illustra alcuni possibili indicatori del concetto astratto di"libertà".

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 Figura 3 - Concetti e indicatori 

Tra concetto e indicatore esiste un rapporto di indicazione. Il rapporto di indicazione è larappresentazione semantica fra il concetto che ha suggerito la definizione operativa e uno deiconcetti troppo generali per suggerirla. Tale rapporto, stabilito in base ai significati sociali deiconcetti interessati (cioè ai loro significati nel contesto in cui si svolge la ricerca), fa del concetto

 più specifico un indicatore del concetto più generale. La figura 4 illustra tre possibili tipi di rapporto

di indicazione. In figura 4.1 un concetto direttamente operazionalizzabile viene trasformato invariabile tramite una definizione operativa (sulla quale torneremo in dettaglio nell'unità 3). In figura4.2 un concetto più generale (A) viene collegato tramite un rapporto di indicazione a un concetto

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 più specifico (B). Quest'ultimo può essere operazionalizzato in una variabile B, in modo piùsemplice di quanto sia possibile fare con il concetto A (figura 4.3). Un concetto può avere unrapporto di indicazione con più concetti diversi, ciascuno operazionalizzabile in una variabile(figura 5). Le singole variabili possono essere ricombinate in un indicatore unico del concetto di

 partenza (figura 6).

 Figura 4 - Rapporti di indicazione tra concetti 

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 Figura 5 - Rapporto di indicazione con più concetti 

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 Figura 6 - Costruzione di un indice a partire da più indicatori 

In tema di indicatori possimo definire i concetti di validità e di attendibilità. La validità è la proprietà per cui una tecnica, un metodo o più semplicemente un indicatore raggiunge gli obiettiviche si prefigge. Un indicatore che misura l'anomia è dotato di validità se misura proprio l'anomia (e

non qualche altra cosa). Stesso discorso per i metodi e le tecniche.L'attendibilità potrebbe essere definita come la stabilità della misura. Se un indicatore che misural'anomia dà un certo valore in presenza di date condizioni iniziali, deve dare lo stesso valore ogni

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volta che viene riapplicato a quelle stesse condizioni iniziali.La ricerca empirica può essere descrittiva oppure esplicativa, a seconda delle finalità (di descrizionenel primo caso, di spiegazione nel secondo) che si propone. Infine la ricerca deve essereavalutativa, cioè non deve contenere proposizioni di carattere prescrittivo o giudizi di valoreriguardanti la realtà sotto esame.

Le fasi della ricerca sociale 

Fasi fondamentali della ricerca 

Anche se la ricerca sociale ha metodi e ambiti diversi a seconda della scuola cui appartiene ilricercatore e a seconda dei paradigmi adottati (che come abbiamo visto costituiscono il backgruondteorico sottostante alla ricerca stessa), si possono definire cinque fasi della ricerca sostanzialmentecomuni a tutti gli approcci (Bailey, 1995).

Fasi fondamentali della ricerca

Tale approccio ha due importanti caratteristiche:

circolarità:

ogni fase risulta interdipendente e collegata alle altre secondo un percorso circolareteoricamente senza fine, in cui anche il giungere ai risultati della ricerca non significa

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necessariamente la fine dello studio, ma può dare spunti per la correzione dell'ipotesiiniziale;

ripetizione:anche quando la ricerca condotta ottiene risultati verosimili, è consigliabile ripetere lo studio

 per controllare la non accidentalità dei risultati. In genere si preferisce non condurre una

replica perfetta della ricerca precedente, ma apporre sempre qualche piccolo cambiamento,in modo da controllare i risultati di ricerche precedenti e contemporaneamente assegnarne dinuovi.

La codifica e analisi dei dati 

Terminata la fase di raccolta dei dati, il ricercatore sociale si trova spesso con una mole notevole diinformazioni da elaborare per mettere in relazione le sue ipotesi con i dati raccolti.

A questo scopo ci vengono in aiuto le tecniche statistiche di analisi dei dati, ma anche le altre strade

offerte dalla metodologia della ricerca. Prima di applicare qualsiasi tecnica di analisi dei dati ènecessario ridurre in forma meglio analizzabile tutta questa mole di informazioni,tramite una procedura che chiameremo riduzione dei dati.

Il problema della riduzione dei dati trova la soluzione più efficiente trascrivendo le informazioniraccolte su supporti magnetici accessibili via computer (hard disk, floppy disk), usando ilformalismo della matrice dei dati e utilizzando simboli convenzionali o codici per registrare lesingole informazioni in modo il più possibile compatto.

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La matrice dei dati (Matrice casi per variabili)

Con questo termine si intende un ideale rettangolo che contiene tante righe quante sono le unità dianalisi in esame (nel caso dell'intervista sono i rispondenti) e tante colonne quante sono le variabiliconsiderate (nel caso dell'intervista le domande). Ogni singola risposta del questionario verràtradotta in codici (corrispondenti alladefinizione operativa) e incasellata nella sua posizione.I vantaggi sono numerosi, perché non si trascrive tutto il contenuto del questionario, ma solo icodici delle alternative scelte da ciascun intervistato e si rendono più rapide le operazioni dielaborazione statistica dei dati.

I limiti del supporto cartaceo sono inoltre superati grazie ai supporti di tipo magnetico oppureottico, dove i dati sono organizzati in file, ogni file contiene uno o più records e ogni recordcontiene uno o più campi i quali contengono le informazioni codificate in caratteri, ciascuno deiquali viene rappresentato con un byte di informazione.Per trovare delle analogie con la matrice dei dati su carta, il file coincide con la matrice dei dati, irecords prendono il posto delle righe delle matrici, i campi che formano un record altro non sonoche le celle della matrice.Con questa organizzazione di dati il computer è in grado di eseguire velocemente e in modoautomatico le operazioni aritmetiche richieste dalle diverse tecniche statistiche.

Ritornando ora alla codifica dei dati, essa prevede l'assegnazione di un dato simbolo o codice allerisposte previste per ciascuna domanda del questionario (in accordo con la definizione operativa

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della variabile in questione) e l'organizzazione dei dati relativi ad un singolo questionario entro irecords.

I ricercatori normalmente utilizzano codici numerici, cioè cifre comprese tra 0 e 9 (ma anche a duecifre in caso di necessità), piuttosto che alfabetici per almeno due ragioni: in primis perché i numeri

sono suscettibili di un miglior trattamento statistico e poi danno luogo a minor confusione.Dopo aver assegnato ad ogni modalità di risposta un simbolo diverso, questo andrà trascritto nellacella corrispondente all'incrocio tra il caso (riga) e la variabile (colonna). Di seguito è riportato unesempio di matrice dei dati.

Sesso M= 1F= 2Stato civile Sposato/a = 0Vedovo/a = 1Celibe/nubile = 2N° di figli  Nessun figlio = 01 Figlio = 12 figli=23 figli=3

 più di 3 figli=4Professione Casalinga = 0Operaio/a, contadino/a,

collab.domestico/a =1Impiegato/a=2Artigiano/a, commerciante= 3altro=4

La codifica può avvenire in due momenti distinti:

a priori: quando la stesura del questionario prevede già una prima codifica delle alternative alle

risposte. E' questo il caso delle domande chiuse per le quali si prevedono già tutte lealternative;

a posteriori: riguarda per lo più domande aperte, difficili da codificare a priori perché il numero dellerisposte possibili rimane incerto fino all'ultimo, e permette anche di considerare solo lerisposte effettivamente date dagli intervistati, scegliendo la codifica che appare migliore nelcaso specifico.

Dopo la fase di codifica segue quella di registrazione, dove ad ogni variabile del questionario siassegna codice (lungo al massimo 8 caratteri) e i dati vengono caricati su un file tramite calcolatore.

In questa fase abbiamo due tipi di pulizia dai codici non previsti; quelli dovuti ad errori di scritturada parte dei rispondenti e quelli dovuti a risposte errate a causa della non comprensione delledomande, ad esempio quando un intervistato barra due risposte nelle domande che ne richiedono

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una sola. In questo ultimo caso, come nel caso in cui l'intervistato non abbia risposto ad unadomanda, il valore da caricare è il missing ossia informazione mancante, che in genere ha un codicemolto diverso dagli altri, ad esempio '99.

Interpretazione dei risultati 

E' questa l'ultima fase di una ricerca e permette di controllare le ipotesi che erano state formulateall'inizio.

Il primo passo da fare è l'analisi monovariata e il calcolo delle distribuzioni di frequenza di tutte levariabili, in modo da mettere in luce la distribuzione del fenomeno nel campione condiderato.Questo passaggio serve anche per verificare che le fasi precedenti siano state condotte in modocorretto (cioé non vi siano errori di impostazione o di battitura nella matrice dei dati) e anche per avere indicazioni su come raggrupare le modalità di una variabile che ne ha molte (come può esseread esempio l'età) in un minor numero di modalità più ampie.

Accanto alle distribuzioni di frequenza è altrettanto utile presentare i dati in tabelle a doppia entrata, le quali permettono di sintetizzare diverse distribuzioni di frequenza e di avere un'ideadell'associazione tra la variabile in riga e in colonna. Utili per sintetizzare le serie di dati sono letecniche statistiche, che permettono di passare da variabili misurate sui singoli individui in una certa

 popolazione, a variabili che descrivono l'intera popolazione (variabili aggregate), quali le misure ditendenza centrale della distribuzione e le misure di dispersione o di variabilità.

Con una misura di tendenza centrale, una di dispersione e degli indici di asimmetria e di curtosi è

 possibile descrivere sinteticamente una distribuzione. Questi argomenti saranno trattati in modo particolareggiato nelle unità successive.

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Scelta del problema e definizione delle ipotesi 

La scelta del problema di ricerca subisce l'influenza di diversi fattori, molti dei quali riguardano chiconduce la ricerca. Essi sono identificabili dalle seguenti caratteristiche:

PARADIGMA SOCIOLOGICO:

si intende la prospettiva di ricerca o scuola di pensiero del ricercatore, che porta con sèdeterminate idee sugli scopi della ricerca e sui metodi appropriati (come si dovrebberealizzare la ricerca) e i propri valori e assunti. A paradigmi diversi corrispondono valori eassunti diversi.I principali paradigmi della ricerca sociale sono riassumibili dalla seguente tabella:

ParadigmaUnità di

analisi

Metodi di raccolta

datiTecniche di analisi dei dati

"Scientifico" ostatistico

Micro omacro

Inchiesta Statistica

Sperimentale(Psicologia sociale)

Micro Esperimento inlaboratorio

Statistica

EtnograficoMicro omacro

Osservazione(partecipante o non

 partecipante) e note sulcampo

Analisi qualitativa dei testi delle (es.analisi del contenuto o analisilessicale)

Etnometodologico Micro Osservazione

Analisi qualitativa dei testi delle note(es. analisi del contenuto o analisilessicale) con particolare riferimentoalle "espressioni indicali"

Cognitivista MicroInchiesta eosservazione(partecipante o non

 partecipante)

Programma per computer cheincorpora il modello di simulazionedell'unità di analisi

(Elaborazione da Bailey, 1995)VALORI DEL RICERCATORE:

il ricercatore sceglierà in modo del tutto arbitrario l'oggetto della sua ricerca e il rapportocon i propri soggetti di ricerca. È lui a decidere ciò che appare desiderabile e indesiderabile.

GRADO DI REATTIVITÀ:dipende dal tipo di raccolta di dati. Per reattività intendiamo che lo studio può influire sui

dati, come quando il gruppo osservato agisce in un modo in presenza dell'osservatore e in unaltro in sua assenza.METODOLOGIA DEL RICERCATORE:

le strade percorribili sono, come abbiamo avuto modo di vedere nella tabella dei paradigmi,diverse e spesso ugualmente valide.

UNITÀ DI ANALISI SCELTA:la scelta può andare in due direzioni, scegliendo come unità di analisi o il singolo, e inquesto caso avremo studi micro, o degli aggregati di persone come la provincia, la famiglia,e in quest'altro caso avremo studi macro. L'unità di analisi si differenzia dall'unità diraccolta, che è quella con cui i dati vengono rilevati. Ad esempio se vogliamo vedere qualisono i comuni che offrono i migliori servizi ai loro cittadini tramite un questionario

compilato dai cittadini stessi, l'inità di raccolta è il singolo cittadino, l'unità di analisi è ilcomune. Si passa dai dati dei singoli cittadini ai dati del loro comune tramite un'operazionedi aggregazione. Ad esempio, se la domanda posta al cittadino è: "Dia un giudizio da 1 a 10

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al sistema di trasporti del suo Comune", passando al comune come unità di analisi sisostiuirà a tale variabile la media di tutti i giudizi espressi dai cittadini di quel comune.

SCOPO DELLA RICERCA:il ricercatore può decidere se condurre uno studio descrittivo (descrizione), che mira adescrivere dettagliatamente dei fenomeni, spesso a scopo esplorativo, o uno studio

esplicativo che tende invece a spiegare un fenomeno specificando il perché è accaduto(spiegazione) e congetturando anche che cosa accadrà in futuro (previsione).Le funzioni di descrizione, spiegazione, previsione sono quelle gia viste nell'unità 1 enell'unità 12, riferite ai modelli.

Una volta individuato il problema, il passo successivo sarà di formulare una teoria.Una teoria si definisce come un tentativo di spiegare un particolare fenomeno e che in ultima

istanza deve essere controllabile. Le sue componenti sono concetti e variabili collegati in

affermazioni conosciute come proposizioni, che sono affermazioni concernenti uno o più concetti e

variabili (Marradi, 1993).

Definita la teoria nelle sue componenti occorre, per renderla controllabile, determinare delle ipotesi,

la cui formulazione si basa su conoscenze esterne ai dati stessi (e qui entra in gioco il backgruondteorico del ricercatore), su precedenti esperienze o su teorie riguardanti il contesto della ricerca.L'ipotesi è semplicemente un'affermazione, ancora provvisoria e non provata, di quelli che sono ifatti implicati dalla teoria secondo il ricercatore. Perché tale affermazione sia provata, occorresottoporla a controllo empirico e a tale scopo essa deve essere formulata nel modo più preciso

 possibile, deve contentere esclusivamente termini osservativi (ossia concetti non astratti), enaturalmente deve avere la forma di un asserto, ossia deve poter assumere i valori di verità "vero" o"falso".

Le ipotesi possono essere di due tipi:

1. ipotesi monovariata o descrittiva: riguarda la distribuzione di frequenza, la forma, la posizione o parametri relativi a una singola variabile;

2. ipotesi multivariata o relazionale: riguarda il rapporto tra due o più variabili, dove al variaredi una varia anche l'altra.

 Per relazione (o associazione) tra due variabili inoltre intendiamo dire che esse variano insieme,cioè che un mutamento nella variabile X è accompagnato da un mutamento di Y e viceversa. Le

 possibili relazioni tra variabili sono:

Relazione positiva o negativa:all'aumentare o diminuire di x, segue l'aumento o decremento di y se la relazione è positiva,

mentre è negativa se all'aumento o decremento dell'una segue rispettivamente undecremento o incremento dell'altra.Ad esempio, se ad un aumento del livello di istruzione di una persona fa riscontro unincremento di reddito, la relazione è positiva. Se ad un incremento nel livello di istruzione èaccompagnato da un decremento nel livello di pregiudizio etnico, la relazione è negativa(detta anche inversa).

Relazione simmetrica o asimmetrica:al cambiamento di x, segue un corrispondente cambiamento in y e viceversa per il primocaso, mentre nel caso di una relazione asimmetrica un mutamento nella prima variabile

 provoca un mutamento nella seconda ma non viceversa. Ad esempio, possiamo affermareche una relazione tra fumo e cancro al polmone è di tipo asimmetrico e il fumo può causare

il cancro al polmone mentre il cancro al polmone non può causare il fumo.Quindi per ricapitolare, i passi che costituiscono le prime fondamentali mosse di una ricerca sono:

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Come formulare e verificare una ipotesi?Sebbene nella pratica i ricercatori seguano strade diverse, all'interno di questa sezione è presentatol'approccio classico, che si compone di tre fasi distinte:

1. Definizione teorica dei concetti e formulazione di una proposizione che li metta in relazione.2. Individuazione di procedimenti per misurare empiricamente i concetti, colmando il divario tra il

 piano concettuale e il piano empirico. L'ipotesi che si forma a questo punto coincide con la proposizione della fase precedente, anche se l'una sta su un piano concettuale, l'altra su un piano

empirico.3. Raccolta e analisi di dati utili per verificare se l'ipotesi è vera o falsa.

Formulazione del disegno della ricerca 

In questa fase il ricercatore deve decidere come misurare le variabili contenute nelle sue ipotesi edefinire il gruppo di soggetti su cui verificare tali ipotesi, sia come numerosità che comecaratteristiche possedute. E' in questa fase che si decidono le tecniche di raccolta dei dati piùappropriate per gli obiettivi della ricerca e di conseguenza anche le tecniche di elaborazione dei datiraccolti che verranno utilizzate.

Le principali tecniche di raccolta dei dati sono:

1. Esperimento

2. Osservazione

3. Inchiesta

4. Intervista con basso grado di strutturazione

5. Etnometodologia

6. Uso dei documenti

Esperimento 

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L'esperimento consiste nell'introduzione di uno stimolo sperimentale (ad esempio una variazione inuna variabile indipendente X) all'interno in un ambiente in cui tutte le altre variabili sonocontrollate, e nella conseguente misurazione dell'effetto di tale variazione sulla variabile dipendenteY.

Come tecnica di raccolta dei dati e prima ancora, come disegno di ricerca, l'esperimento presentadiversi vantaggi e svantaggi.

Tra i vantaggi ritroviamo:

Individuazione del rapporto causale: l'esperimento consente di misurare il valore della variabile dipendente e i suoi cambiamentiall'introduzione della variabile indipendente, sospetta causa dei suoi mutamenti, all'internodi un ambiente in cui tutte le altre variabili sono controllate, e quindi consente di isolarerapporti di causa-effetto tra variabile indipendente e dipendente.

Controllo:  permette un controllo maggiore tanto nell'analisi dei dati che nel controllo delle ipotesi,

anche perché è soggetto ad un numero limitato di errori provocati da fattori esterni.Possibilità di svolgere analisi longitudinali: 

fornisce l'opportunità di studiare i cambiamenti temporali ad intervalli prestabiliti.

Gli svantaggi sono elencabili invece in:

Ambiente artificiale: utilizzato per avere un controllo sulle variabili in gioco, comporta molto probabilmenteun'alterazione dei comportamenti studiati.

Effetto dello sperimentatore: l'esperimento si considera particolarmente reattivo proprio perché le aspettative dellosperimentatore possono influenzare i risultati. Le influenze del ricercatore dipendono il più

delle volte dalle indicazioni che dà ai soggetti durante l'esperimento.Per ovviare a questi inconvenienti si può ricorrere al disegno sperimentale del doppio cieco,dove non si conosce, tra i due gruppi che appartengono al piano di sperimentazione, quale èquello sperimentale, e quindi soggetto al trattamento, e quale di controllo.

Ampiezza del campione: gli studi delle scienze sociali necessitano di un campione quasi sempre numeroso, per consentire una migliore generalizzabilità dei risultati. Tuttavia un'alta numerositàcampionaria comporta sempre una maggior difficoltà nel controllo delle variabili esterne.Gli esperimenti vengono quindi condotti su piccoli campioni e ciò limita la generalizzabilitàdei risultati. Il grado in cui il ricercatore riesce a controllare le variabili rilevanti al rapportodi causa ed effetto che intende studiare e le variabili che influenzano questo rapporto e che

andranno mantenute costanti, si chiama grado di isolamento.

Il rapporto di causa ed effetto, a differenza di quanto avviene nelle inchieste e nelle interviste,nell'esperimento si osserva direttamente, studiando dal vivo i cambiamenti nella variabile effetto, in

 presenza della variabile ritenuta causa.

Le fasi dell'esperimento sono:

1. Ipotesi causale si afferma che una variabile (la causa o variabile indipendente) provoca

mutamenti in una seconda variabile (l'effetto o variabile dipendente).

2. Pretestmisurazione della variabile dipendente nella situazione iniziale, in

assenza di qualsiasi trattamento sperimentale.3. Introduzione dellostimolo sperimentale

 si fa variare nella situazione studiata la variabile che si presuppone

causa dei cambiamenti nella variabile dipendente.

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4. Post-misurazioneviene eseguita una nuova misurazione della variabile dipendente per 

controllare se si è introdotto un cambiamento del suo valore.

Dalle fasi sopra descritte risulterà chiaro come, se esiste un totale isolamento, ogni cambiamentodella variabile effetto sarà dipeso dalla variabile causa. Nella pratica un totale isolamento non è

 possibile e sono sempre presenti un numero praticamente infinito di fattori estranei che il ricercatorenon è in grado di controllare.Quindi, si dovrà operare con due gruppi che abbiano le medesime caratteristiche (ciò significa cheavranno presumibilmente anche gli stessi risultati nella misurazione del pretest, a meno didifferenze dovute al caso) e subiscano l'influenza degli stessi fattori estranei.In tal modo poiché solo un gruppo viene sottoposto al trattamento sperimentale e poiché la lorosituazione iniziale misurata dal pretest è uguale, la differenza tra i cambiamenti nel gruppo dicontrollo e nel gruppo sperimentale, sarà dovuta agli effetti dello stimolo sperimentale.In tutti i casi dove non é possibile formare due gruppi perfettamente omogenei si dovrà ricorrereall'estrazione casuale dei membri di ciascun gruppo, per eliminare possibili distorsioni sistematiche.

Vediamo, a titolo di esempio, il disegno sperimentale classico, composto da un gruppo sperimentalee un gruppo di controllo.

Gruppo sperimentale Gruppo di controllo

1. Selezione dei soggetti 1. Selezione dei soggetti

2. Selezione delle condizioni sperimentali 2. Selezione delle condizioni sperimentali

3. Pretest 3. Pretest

4. Esposizione agli stimoli sperimentali4. Post test:Post-testcontr -Pre-testcontr = Diff contr 

5.Post-test:Post-testsper  - Pre-testsper = Diff sper Effetto causale= Diff sper - Diff contr

Se vi sono effetti estranei allora la differenza nel gruppo di controllo tra il post-test e il pre-testdovrebbe essere diversa da 0, valore che dipende quindi da fattori esterni o non controllati.

Osservazione 

Il metodo dell'osservazione è la tecnica principale per la raccolta di dati sul comportamento nonverbale e si può accompagnare ad altre tecniche simultanee, come l'esperimento o l'inchiesta nellasua fase preliminare.

I tipi principali di osservazione sono due: partecipante e non partecipante. L'osservatore partecipante prende regolarmente parte alle attività di chi osserva ed ha un ruolo definito all'internodel gruppo.Un osservatore non partecipante non prende invece parte alle attività di gruppo.

Le fasi principali dell'osservazione sono:

1. La decisione sugli obiettivi dell'indagine.

2. La decisione sul gruppo di soggetti da osservare.

3. Il conseguimento dell'accesso al gruppo osservato.4. L'instaurazione di un rapporto con i soggetti da studiare.

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5. La realizzazione dell'indagine mediante osservazione e registrazione di appunti sul campo per il periodo di tempo prefissato.

6. La gestione delle crisi quando si manifestano.

7. La chiusura (fine) del periodo di osservazione.

8. L'analisi dei dati.

9. La redazione di un rapporto con la presentazione dei risultati

L'osservazione è utile tutte le volte che si desideri un quadro completo e approfondito di uncomportamento in un dato ambiente naturale e anche in un lungo arco di tempo.

I vantaggi dell'osservazione sono:

1. Il comportamento non verbale: quando é necessario raccogliere dati sul comportamento non verbale l'osservazione è la

tecnica migliore, grazie anche alla relazione interpersonale che si instaura tra osservatore esoggetti, e che dà l'opportunità di documentare in modo dettagliato comportamenti che isoggetti stessi no sarebbero in grado di documentare.

2. L'ambiente naturale: il comportamento osservato può essere studiato nell'ambiente naturale dei soggetti, noncreando le distorsioni che l'inchiesta e l'esperimento comportano, anche se possono

 persistere quelle provocate dalla presenza di un estraneo.3. Analisi longitudinale: 

l'osservazione permette di studiare uno o più soggetti nel loro ambiente naturale per un periodo di tempo molto più lungo di quello consentito dall'inchiesta o dall'esperimento.

Oltre ai vantaggi l'osservazione però comporta anche degli svantaggi:

1. Mancanza di controllo: l'ambiente naturale comporta uno scarso controllo sulle variabili estranee che possonoinfluenzare i dati.

2. Difficoltà di quantificazione: i dati dell'osservazione possono essere solo in una certa misura quantificabili, ma talequantificazione si limita a frequenze e a percentuali di categorie concettuali o osservative.La gran parte dei dati raccolti sono spesso difficili da classificare e sintetizzare allo scopo dicontrollare le proprie ipotesi.

3. Piccole dimensioni del campione: dato che questi studi sono generalmente condotti in modo molto approfondito,l'osservazione di gruppi numerosi richiede la presenza di più osservatori il cui lavoro è peròmolto spesso non comparabile con conseguenti problemi di attendibilità.

4. Accesso al campo di indagine: spesso si incontrano difficoltà ad ottenere l'autorizzazione ad indagare in un ambiente eanche qualora lo si ottenga si sarà guardati con sospetto.

5. Mancanza di anonimato dei soggetti osservati: l'osservatore difficilmente riuscirà a mantenere l'anonimato del rispondente, a differenza diquanto succede nell'inchiesta, il che può procurare non pochi problemi quando si affrontanotemi delicati.

Tipi di osservazione

Lo studio può essere strutturato secondo gradi diversi che classificano i diversi tipi di osservazione.Il contesto di ricerca può essere dicotomizzato in:

1. contesto naturale

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2. contesto artificiale (ovvero di laboratorio)

Lo studio a sua volta può essere:

1. strutturato, come quando si conta la frequenza con cui avvengono determinaticomportamenti o si dicono determinate cose;

2. non strutturato, nel quale il ricercatore non va in cerca di comportamenti specifici, ma silimita semplicemente ad osservare e a registrare ciò che avviene. Queste due dicotomie

 possono essere utilizzate per costruire una tipologia a quattro caselle:

Tipi di studi basati sull'osservazione

Studio/Ambiente Ambiente naturale Laboratorio artificiale

Non strutturatoStudio sul campo completamente non

strutturatoStudio non strutturato in laboratorio

Strutturato Studio sul campo strutturatoOsservazione in laboratorio

completamente strutturata

Studio sul campo non strutturato

Sono i meno strutturati tra i quattro tipi di studio basati sull'osservazione.Condotti in ambiente naturale, utilizzano generalmente l'osservazione partecipante e l'osservatoreimpone una bassissima strutturazione allo studio.

Il termine "studio sul campo" è spesso utilizzato come sinonimo di "studio etnografico" o

"etnografia", che si definisce come la descrizione di una particolare cultura.

La ricerca etnografica è un metodo di indagine, o meglio, un insieme di metodi, con cui antropolgi esociologi si propongono di delineare le caratteristiche di una cultura, vivendo con e come le personeche la condividono (Cardano, 1997). Questo allo scopo di:

1. Ricostruire il profilo della cultura dal punto di vista dei suoi membri, afferrare cioè la lorovisione del mondo, cogliere il senso che ciascuno di loro ripone nelle proprie azioni;

2. Delineare le regole che governano l'interazione sociale, ricostruire la trama che ora unisce,ora oppone, i valori, le credenze che abitano quella cultura, mettere a fuoco i meccanismi

causali che legano gli eventi cui l'etnografo ha modo di assistere.L'etnografia è il metodo dominante utilizzato dagli antropologi culturali che si interessano alleculture relativamente primitive. Tuttavia, il metodo etnografico viene anche utilizzato sempre piùspesso all'interno di società complesse per studiare gruppi subculturali.

Dato che il metodo etnografico si propone semplicemente di descrivere una particolare cultura,l'etnografo in generale ha poche ipotesi e nessuna griglia di osservazione. Invece di porsi l'obiettivodi provare una qualsiasi ipotesi specifica, egli ha uno scopo di tipo generale: descrivere la cultura ola subcultura con il maggior dettaglio possibile, compresa la lingua, i costumi, i valori, le cerimoniereligiose e le leggi. In generale per la realizzazione di questo obiettivo è necessario che l'osservatoredivenga, ove possibile, un osservatore partecipante. In effetti, l'obiettivo del ricercatore in moltistudi etnografici è di risocializzarsi nella cultura che sta cercando di descrivere. Il ricercatore cercadi dimenticare in parte la sua cultura e di entrare a far parte della cultura che sta studiando, per 

 poterla comprendere "dall'interno".

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Osservazione in laboratorio strutturata

Il tipo di studio che abbiamo poc'anzi analizzato è completamente non strutturato: mancano leipotesi precostituite, non esiste una griglia di osservazione, si svolge in un ambiente naturale nonrichiede la quantificazione dei dati.

Diametralmente opposta è l'indagine completamente strutturata che si svolge in laboratorio, per controllare determinate ipotesi. In questo studio viene utilizzata una griglia di osservazione, ossiaun elenco di cose da osservare.

In questo studio si evitano la maggior parte dei problemi dello studio sul campo (legatiall'interazione tra osservatore ed osservati) eliminando ogni tipo di comunicazione ed interazionetra ricercatore e soggetti studiati.

Studio sul campo semi-strutturato

Questo è il caso in cui il ricercatore vuole il rigore e la quantificazione permessa dall'indagine

strutturata, eliminando l'artificiosità che l'accompagna.In realtà accanto ai vantaggi di tutte e due i metodi di cui è composto, avrà anche gli svantaggi diciascuno.

Per ovviare a questi svantaggi ci sono diverse strade a disposizione.Si può ad esempio scegliere come ambiente una situazione che permetta un grado di controllo sullevariabili estranee, per garantire ai soggetti osservati, per la durata dell'osservazione, le stesseinfluenze. Altra strategia sarà quella di scegliere come soggetti bambini, che risultano pocoinfluenzabili dalla presenza di osservatori estranei.

 Non a caso la maggor parte di studi semistrutturati sono condotti su bambini in ambienti familiaricome l'aula scolastica.

Studio non strutturato in laboratorio

Anche se la maggior parte degli studi condotti in ambiente artificiale sono completamentestrutturati, esistono anche alcuni studi non strutturati di laboratorio. Un esempio è la terapia delgioco per il trattamento di disturbi emotivi.

Poiché anch'esso è una combinazione degli studi già esaminati, i vantaggi e gli svantaggi sarannouna combinazione di quelli segnalati in precedenza.

Inchiesta (survey) 

Dicesi inchiesta (o con termine inglese survey) la tecnica di raccolta di dati che consiste nel porreun certo numero di domande nello stesso momento ad un gruppo di soggetti, tramite questionario

 postale, telefonico o direttamente da un intervistatore. Sono realizzate normalmente su uncampione, e quando vengono condotte sull'intera popolazione si chiamano censimenti.Hanno il vantaggio di utilizzare domande predeterminate e rendere possibili confronti quantitativi.

I tipi di inchiesta sono:

Inchiesta standard Inchiesta non standard

Inchiesta tramite questionario Intervista strutturata Intervista con basso grado di strutturazione

Questionario

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Il questionario è costituito da un elenco carteceo di domande alle quali l'intervistato risponde dasolo (questionario autocompilato) o con l'ausilio dell'intervistatore. E' un ottimo strumento per laraccolta dei dati, anche se deve essere preparato in modo particolarmente accurato.Infatti bisogna garantire la rilevanza del questionario attraverso la rilevanza degli scopidell'indagine e delle domande per l'intervistato, nonché formulare domande che non presentino

ambiguità sia per chi deve rispondere, sia per chi deve interpretare tali risposte.Accanto all'attenzione per la formulazione delle domande, occorre prestare altrettanta attenzionealla modalità di risposta. Queste possono essere aperte o chiuse.

1. Modalità di risposta aperta: si ha quando non ci sono alternative fisse, ed è usata quando siindaga su argomenti complessi per i quali non sia possibile definire una schematizzazione.Sono utili quando si tratta di rilevare variabili misurate su scala di rapporti e di intervalli (come ad esempio l'età, l'altezza, il peso), per le quali risulta impossibile elencare tutte lealternative possibili, oppure di domande che richiedono risposte discorsive (ad esempio"Cosa ne pensi di ...").

2. Modalità di risposta chiusa: in questo caso il rispondente deve scegliere tra le alternative proposte quella per lui più appropriata. Sono utili per rilevare variabili nominali e ordinali,che hanno categorie autonome, con modalità discrete e mutuamente esclusive, quali adesempio il sesso o il titolo di studio.

Dopo aver steso il questionario, non bisogna dimenticare di scrivere una lettera di presentazione

dove si spieghi la motivazione dell'inchiesta all'intervistato, nonché le istruzioni per l'intervistato el'intervistatore (se il questionario non è autocompilato.

Ultimo passo sarà di creare una prima stesura del questionario, che andrà provato su un campionead hoc (pretest del questionario) chiamato a rispondere al questionario e a commentare le difficoltà

e le ambiguità incontrate.

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Intervista strutturata

L'intervista strutturata è un'intervista condotta con una scaletta predefinita di domande. Essa, comequalsiasi altro strumento di raccolta dei dati, presenta dei vantaggi e degli svantaggi:

1. Vantaggi

La flessibilità: l'intervistatore può scegliere di volta in volta le domande più appropriate a differenza diquanto avviene con i questionari postali autocompilati.Il tasso di risposta: l'intervista tende ad avere un tasso di risposta più elevato del questionario autocompilato,

 perché sfrutta le capacità di relazionarsi dell'intervistatore.Il comportamento non verbale: L'intervistatore è presente e può quindi osservare il comportamento non verbale delrispondente.Il controllo sull'ambiente: 

l'intervistatore può standardizzare l'ambiente garantendo che tutti i soggetti rispondano alledomande nelle medesime condizioni.La maggior complessità del questionario: un bravo intervistatore permette di far rispondere anche a questionari molto complessi,altrimenti di difficile comprensione per i rispondenti.

2. Svantaggi:

Il costo: la preparazione dell'intervista e degli intervistatori risulta costosa, in aggiunta vi è il costodel lavoro da loro svolto.L'influenza dell'intervistatore: 

l'intervistatore può influenzare le risposte degli utenti, nonché fraintendere ciò che dicono ocompiere errori nella sua registrazione.Minor garanzia dell'anonimato: conoscendo il nome e l'indirizzo dell'intervistato, l'intervistatore rappresenta una potenzialeminaccia all'anonimato dell'intervistato specie se le domande riguardano la sfera personale.La formulazione meno strutturata delle domande: questa è l'altra faccia della flessibilità offerta dall'intervista, poiché riduce la possibilità diconfrontare le risposte ottenute da intervistati differenti.

Dalle insidie che presenta l'intervista risulta importante la sua buona conduzione. Come fare? In primo luogo bisogna presentare le domande così come sono formulate, per permettere diconfrontare le risposte fornite da tutti gli intervistati. Perciò si eviteranno anche i chiarimenti alle

domande, a meno di esplicite richieste del rispondente.Altrettanto importante è l'ordine con cui si presentano le domande, che deve essere lo stesso per tutti gli intervistati. Un altro rischio è che l'intervistatore "guidi" l'intervistato verso certe risposte;

 per ovviare questo inconveniente è importante la buona formazione e l'esperienza del ricercatore.

Esempio di scaletta di intervista (da un'inchiesta sul programma televisivo "Melevisione", vedereTrinchero, 1999) Introduzione Qual è il vostro giudizio generale sul programma televisivo "LaMelevisione"? [Sonda: Giudizio positivo o negativo? Perché?] Quali elementi pensate che sianoinnovativi? E quali ripresi da altri programmi? [Sonda: Quali sono le differenze con altretrasmissioni analoghe e quali i tratti costanti?] Quali pensate che siano i propositi dellatrasmissione? Pensate che siano chiari? [Sonda: Ritenete che stimoli la fantasia? Diverta? Informi?

Arricchisca?] Cosa ne pensate del ritmo e del tono della trasmissione? [Sonda: Il ritmo vi sembratroppo lento? Il tono è troppo pacato? La trasmissione è troppo lunga? Troppo ripetitiva?] Secondovoi qual è il pubblico-tipo della trasmissione? [Sonda: Bambini dai cinque ai sette anni? Più grandi?

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Più piccoli?] I personaggi Come avete trovato i personaggi della trasmissione? [Sonda: Quali di essiritenete troppo sdolcinati e melensi? Quali di essi ritenete troppo violenti e cattivi? Quali trovateoriginali e quali vi sembrano "già visti"? Quali vi sembrano troppo infantili? Ritenete opportuno chesiano multirazziali? Vi sembrano lenti o frenetici?] Se doveste cambiare le caratteristiche di uno o

 più personaggi quali cambiereste, e come? [Sonda: Tonio? Linfa? Ronfo? Lampo? Orcobruno?

Fatagaia? Rosarospa?] Cosa ne pensate del rivolgersi "in camera" ai bambini? [Sonda: Potrebbe,secondo voi, spaventare o comunque impressionare negativamente i bambini più piccoli?] I cartonianimati Cosa ne pensate dei cartoni animati della trasmissione? [Sonda: Quali trovate originali equali vi sembrano "già visti"? Quali vi sembrano troppo violenti e quali troppo sdolcinati? Quali visembrano troppo ripetitivi? Secondo voi quali sono i preferiti dai bambini? Perché?]L'ambientazione Cosa ne pensate dell'ambientazione della trasmissione? [Sonda: Vi sembra troppo

 povera? Come la migliorereste?] Il messaggio predominante Secondo voi la trasmissione veicolauno o più messaggi predominanti? Quali? [Sonda: I personaggi veicolano dei messaggi? Riteneteche siano comprensibili dai bambini? E i cartoni animati? Il programma ha un filo conduttore?]Secondo voi quali messaggi dovrebbe veicolare un programma di questo tipo? [Sonda: I programmitelevisivi di questo tipo possono insegnare qualcosa ai bambini? Cosa? E in che modo?] Il

linguaggio Cosa ne pensate del linguaggio usato dai personaggi della trasmissione? [Sonda: Visembra troppo difficile? Vi sembra adeguato al pubblico? Come lo migliorereste?] Le canzoni, le

 poesie, le rime, le storie Cosa ne pensate delle canzoni, poesie, rime, storie narrate in trasmissione?[Sonda: Vi sembrano adeguate al pubblico? Quali suggerimenti dareste per migliorarle? Troppolunghe? Troppo corte? Recitate troppo velocemente? Potrebbero essere utili i testi insovrimpressione?] Vi sembra che le canzoni, poesie, rime, storie siano comprensibili? [Sonda: Visembrano recitate in modo troppo veloce? Potrebbe essere utile inserire dei testi insovrimpressione?] Gli argomenti trattati Cosa ne pensate del modo con cui vengono trattatiargomenti e spiegati semplici concetti in trasmissione? [Sonda: Lo trovate adeguato o meno ai

 bambini di oggi? Come lo migliorereste? Meno concetti? Più approfondimento? E' necessario dare più risalto agli argomenti?] Cosa ne pensate dei giochi proposti durante la trasmissione? [Sonda: Visembrano troppo "vecchi" per i bambini di oggi o destano interesse? Quelli che insegnano acostruire usano materiali troppo costosi?] Quali argomenti dovrebbe trattare una trasmissione diquesto genere? [Sonda: E' giusto riprendere argomenti che si studiano a scuola o no? Qualiargomenti preferiscono i bambini di oggi?] L'orario di programmazione L'orario di programmazionevi sembra adeguato? [Sonda: I bambini a quell'ora sono a scuola? Fanno il sonnellino

 pomeridiano?] Aspettative sulle trasmissioni per bambini Secondo voi come dovrebbe essereconcepita una trasmissione per bambini di questo genere? [Sonda: Come potrebbe essere calibratauna trasmissione di questo genere per i bambini di oggi?] Secondo voi che tipo di serviziodovrebbero svolgere le trasmissioni televisive per bambini, in generale? [Sonda: Quali sono levostre aspettative in merito alle trasmissioni televisive per bambini?]

Esempio di scaletta di intervista (da un'inchiesta sul programma televisivo "Melevisione",

vedere Trinchero, 1999) 

Introduzione

Qual è il vostro giudizio generale sul programma televisivo "La Melevisione"? [Sonda: Giudizio positivo o negativo? Perché?]

Quali elementi pensate che siano innovativi? E quali ripresi da altri programmi? [Sonda: Quali sonole differenze con altre trasmissioni analoghe e quali i tratti costanti?]

Quali pensate che siano i propositi della trasmissione? Pensate che siano chiari? [Sonda: Riteneteche stimoli la fantasia? Diverta? Informi? Arricchisca?]

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Cosa ne pensate del ritmo e del tono della trasmissione? [Sonda: Il ritmo vi sembra troppo lento? Iltono è troppo pacato? La trasmissione è troppo lunga? Troppo ripetitiva?]

Secondo voi qual è il pubblico-tipo della trasmissione? [Sonda: Bambini dai cinque ai sette anni?Più grandi? Più piccoli?]

I personaggi

Come avete trovato i personaggi della trasmissione? [Sonda: Quali di essi ritenete troppo sdolcinatie melensi? Quali di essi ritenete troppo violenti e cattivi? Quali trovate originali e quali vi sembrano"già visti"? Quali vi sembrano troppo infantili? Ritenete opportuno che siano multirazziali? Visembrano lenti o frenetici?]

Se doveste cambiare le caratteristiche di uno o più personaggi quali cambiereste, e come? [Sonda:Tonio? Linfa? Ronfo? Lampo? Orcobruno? Fatagaia? Rosarospa?]

Cosa ne pensate del rivolgersi "in camera" ai bambini? [Sonda: Potrebbe, secondo voi, spaventare o

comunque impressionare negativamente i bambini più piccoli?]I cartoni animati

Cosa ne pensate dei cartoni animati della trasmissione? [Sonda: Quali trovate originali e quali visembrano "già visti"? Quali vi sembrano troppo violenti e quali troppo sdolcinati? Quali visembrano troppo ripetitivi? Secondo voi quali sono i preferiti dai bambini? Perché?]

L'ambientazione

Cosa ne pensate dell'ambientazione della trasmissione? [Sonda: Vi sembra troppo povera? Come lamigliorereste?]

Il messaggio predominante

Secondo voi la trasmissione veicola uno o più messaggi predominanti? Quali? [Sonda: I personaggiveicolano dei messaggi? Ritenete che siano comprensibili dai bambini? E i cartoni animati? Il

 programma ha un filo conduttore?]

Secondo voi quali messaggi dovrebbe veicolare un programma di questo tipo? [Sonda: I programmitelevisivi di questo tipo possono insegnare qualcosa ai bambini? Cosa? E in che modo?]

Il linguaggio

Cosa ne pensate del linguaggio usato dai personaggi della trasmissione? [Sonda: Vi sembra troppodifficile? Vi sembra adeguato al pubblico? Come lo migliorereste?]

Le canzoni, le poesie, le rime, le storie

Cosa ne pensate delle canzoni, poesie, rime, storie narrate in trasmissione? [Sonda: Vi sembranoadeguate al pubblico? Quali suggerimenti dareste per migliorarle? Troppo lunghe? Troppo corte?Recitate troppo velocemente? Potrebbero essere utili i testi in sovrimpressione?]

Vi sembra che le canzoni, poesie, rime, storie siano comprensibili? [Sonda: Vi sembrano recitate inmodo troppo veloce? Potrebbe essere utile inserire dei testi in sovrimpressione?]

Gli argomenti trattati

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Cosa ne pensate del modo con cui vengono trattati argomenti e spiegati semplici concetti intrasmissione? [Sonda: Lo trovate adeguato o meno ai bambini di oggi? Come lo migliorereste?Meno concetti? Più approfondimento? E' necessario dare più risalto agli argomenti?]

Cosa ne pensate dei giochi proposti durante la trasmissione? [Sonda: Vi sembrano troppo "vecchi"

 per i bambini di oggi o destano interesse? Quelli che insegnano a costruire usano materiali troppocostosi?]

Quali argomenti dovrebbe trattare una trasmissione di questo genere? [Sonda: E' giusto riprendereargomenti che si studiano a scuola o no? Quali argomenti preferiscono i bambini di oggi?]

L'orario di programmazione

L'orario di programmazione vi sembra adeguato? [Sonda: I bambini a quell'ora sono a scuola?Fanno il sonnellino pomeridiano?]

Aspettative sulle trasmissioni per bambini

Secondo voi come dovrebbe essere concepita una trasmissione per bambini di questo genere?[Sonda: Come potrebbe essere calibrata una trasmissione di questo genere per i bambini di oggi?]

Secondo voi che tipo di servizio dovrebbero svolgere le trasmissioni televisive per bambini, ingenerale? [Sonda: Quali sono le vostre aspettative in merito alle trasmissioni televisive per 

 bambini?]

L'intervista con basso grado di strutturazione 

A volte l'intervista si può condurre in forma libera, costruendo le domande nel corso dellaconversazione. A questa categoria appartengono le interviste basate su:

1. Domande aperte: permettono all'intervistato di esprimere un parere su un argomento su cui prima non si è riflettuto, con frequenti e lunghe trascrizioni da parte dell'intervistatore.

2. Domande-sonda: sollecitano una risposta più dettagliata e precisa, atte a ridurre la quantitàdi informazioni irrilevanti.

Tra le interviste con basso grado di strutturazione abbiamo poi :

1. le interviste circoscritte, che utilizzano temi e ipotesi selezionati in precedenza,sottoponendo a domande non preventivamente formulate persone che sono state coinvolte inuna situazione particolare (hanno visto un film, hanno fatto una certa esperienza di un

 particolare evento);

2. l'intervista clinica, un'intervista sulla storia personale, dove l'intervistatore sceglie alcuniaspetti della storia di vita dell'individuo intorno ai quali orientare le sue domande,conducendo una intervista flessibile e non strutturata. E' utilizzata da professionisti comeassistenti sociali o operatori di consultori o di carceri;

3. l'intervista completamente non strutturata o non direttiva, quando assume la forma dicolloquio e mira, specie nella psicoterapia dove è nata, a sondare i sentimenti più soggettivie profondi dell' intervistato;

4. i metodi proiettivi: sono stati introdotti in psicologia clinica come mezzo per far affiorare isentimenti interiori dell'intervistato, e risultano utili quando non si vuole far conoscere il

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vero obiettivo dell'indagine. Infatti sono forme di raccolta di dati indirette, che evitanodomande sul tema trattato, e ricorrono al commento di fotografie, disegni, storielle omacchie colorate.

I tipi di intervista sono schematizzati nella figura seguente:

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L'etnometodologia 

L'etnometodologia si fonda sulla nozione che le attività quotidiane sono rese possibili dall'uso diuna serie di assunti e convenzioni, assimilabili a dei metodi, che vengono appunto definite

etnometodi. Il suo obiettivo fondamentale è lo studio del modo in cui i membri della societàattribuiscono un senso a quelle che gli etnometodologi chiamano espressioni indicali ovvero quelleespressioni il cui significato non è universale ma dipende dal contesto in cui vengono usate. Adesempio nella conversazione quotidiana molti concetti sono sottointesi, come esistesse un tacitoaccordo, le parole assumono un significato differente a seconda di come sono dette e del contesto incui sono dette.L'etnometodologia riconosce il fatto che la gente comune cerca di fornire spiegazioni ai fatti sociali

 proprio come fanno gli scienziati, ovviamente servendosi di un apparato concettuale del tuttodiverso. I tentativi compiuti dai membri della società per attribuire un senso al mondo sociale sonouno dei modi fondamentali in cui viene creata e perpetuata una struttura sociale, definita daglietnometodologi come un'entità generata continuamente dall'incessante processo di interpretazione a

cui gli attori sociali sono sottoposti ogni giorno. L'etnometodologia si occupa quindi dello studiodegli aspetti di senso comune della vita quotidiana. L'interazione sociale è per loro un processocostantemente in corso.Gli studi di etnometodologia sono studi di tipo micro. La metodologia in essi utilizzata comprende:

• analisi della conversazione

• studio dell'interazione non verbale

• osservazione partecipante e non partecipante.

L'etnometodologia si contrappone alle inchieste: i due metodi hanno obiettivi diversi e

incompatibili. I ricercatori che si occupano di inchieste tendono a dare per scontate esattamentequelle cose che meriterebbero indagine sociologica, per gli etnometodologi nell'inchiesta il

 processo diventa il prodotto dell'indagine. Questo è inevitabile perché il ricercatore condivide con isuoi oggetti di indagine le stesse pratiche quotidiane, è anch'egli immerso nei suoi etnometodi enelle sue espressioni indicali. Ad esempio nelle inchieste classiche sulla devianza i ricercatori nonindagano sul processo mediante il quale un fenomeno viene etichettato come deviante, essiconsiderano la devianza come un dato oggettivo e poi ne cercano spiegazioni nelle risposte ad unquestionario. Nelle ricerche che adottano il paradigma etnometodologico, la devianza è un tema diindagine in sé stesso (come ad esempio nella teoria dell'etichettamento: diventa deviante colui che èstato "bollato" come tale, come quando una giuria giudica un imputato). Per gli etnometodologi larealtà è quindi una costruzione sociale.

Le espressioni indicali sono espressioni che non hanno senso se non all'interno di un contesto. Illoro significato varia a seconda di chi le pronuncia e di chi le ascolta. La preoccupazione deiricercatori convenzionali è di sostituire le espressioni indicali con espressioni non indicali, il cuisignificato non muta al mutare del contesto mentre gli etnometodologi le considerano oggetti distudio in quanto tali. Essi cercano un ordine non nel significato ma nel modo e nei contesti in cui gliindicali sono utilizzati. Le conversazioni, anche quelle correnti e informali, sono altamentestrutturate e in modo niente affatto casuale: le regole di interazione (es. distanza fisica tra i soggetti,volume di voce, turni di parola, frasi standard che aprono e chiudono la conversazione) sononumerose e le persone vi aderiscono senza accorgersene.Gli etnometodologi osservano e classificano il comportamento esterno (cioè che può essereosservato direttamente) e inferiscono l'esistenza delle regole che causano le regolaritàcomportamentali, nel contesto di ciascuna situazione specifica. I metodi di ricerca stessi diventanooggetti di studio. La posizione nei confonti del concetto di misurazione è una posizioneoperazionista: il concetto misurato è sinonimo del corrispondente insieme di operazioni di misura

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(ad esempio la lunghezza non è un concetto assoluto ma il risultato di un protocollo di operazioni dimisura).I principali vantaggi dell'etnometodologia sono riassumibili in:

• consente studi longitudinali, ovvero prolungati nel tempo, anziché "fotografare" lasituazione in un dato istante come fa l'inchiesta;

• studia anche il comportamento non verbale;

• consente di sondare le ragioni per cui gli intervistati rispondono in un certo modo alledomande di un questionario o di un intervista;

• consente di mettere in luce i problemi legati alla formulazione delle domande di unquestionario.

Tra gli svantaggi dell'etnometodologia possiamo elencare la sua inadeguatezza per lo studio dei prodotti di particolari atteggiamenti sociali (ad esempio il voto politico) e per le indagini su largascala.

L'uso dei documenti 

Una fonte molto importante di dati è l'analisi dei documenti che contengono informazioni sulfenomeno che intendiamo studiare. Questi documenti possono essere di tipi molto diversi:

primari: sono resoconti di testimoni oculari scritti da persone che hanno vissuto un particolare eventoo hanno tenuto uno specifico comportamento, come ad esempio partecipare ad una rapina oavere un'esperienza di droga o alcolismo;

secondari: 

di persone che non erano presenti e hanno steso un resoconto di ciò che è successo.Accanto alla distinzione tra primari e secondari esiste un'ulteriore differenziazione che si riferisceagli scopi per cui questi documenti sono stati creati. Avremo quindi:documenti personali 

sono documenti scritti per scopi personali, ad esempio lettere e diari;registri e fascicoli delle imprese e delle organizzazioni 

creati perché tali informazioni non possono essere affidate alla memoria delle persone, adesempio bilanci, comunicazioni interne;

stampa, quotidiani, riviste e fascicoli che riguardano l'oggetto della ricerca.

 I metodi di ricerca sono sintetizzati nella figura seguente:

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