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Lucrezio

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saggio su Lucrezio e il de rerum natura

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Langoscia attanaglia luomo al da punto far insinuare in lui il dubbio, la superstizione religiosa, la paura della vita e della morte, lignoranza, lerrore

Langoscia attanaglia luomo al da punto far insinuare in lui il dubbio, la superstizione religiosa, la paura della vita e della morte, lignoranza, lerrore.Sembrerebbe non esserci un modo per uscire da questangoscia, invece Lucrezio, poeta del I secolo a.C., ci rivela la soluzione. Lopera chiave per capirlo il De Rerum Natura.

Alcuni hanno sostenuto che nel momento in cui Lucrezio scrisse il De Rerum Natura fosse in una fase di follia, come testimoniato dalla personalit tormentata che si rivela nellopera stessa, ma altri screditano le accuse relative allassunzione di un filtro damore, alla follia e al suicidio ritenendo che fosse stato Girolamo, scrittore cristiano, ad attribuirgliele al fine di screditarlo come poeta, visto che nel solco della filosofia epicurea, aveva condotto una fiera polemica antireligiosa.

Non abbiamo comunque abbastanza testimonianze per poterci esprimere al riguardo e allora ci limitiamo ad analizzare la sua opera in maniera oggettiva. Di sicuro per queste dicerie intorno alla figura di Lucrezio non fanno altro che aumentare il fascino che lopera pu avere sullumanit.

Lopera divisa in tre diadi, formate ciascuna di due libri, per un totale di sei libri. Viene spiegata prima la dottrina degli atomi, poi la costituzione delluomo e in particolare la natura dellanima e delle sensazioni, e infine la cosmologia, la conformazione del mondo e le cause dei fenomeni naturali.

La figura di Epicuro risulta essere molto importante perch viene direttamente citata nel Libro I, nel Libro III e nel Libro V, in ogni apertura di diade.

Epicuro fu un filosofo nato alla fine del IV secolo a.C. che divulg le sue teorie attraverso un pubblico di vasti discepoli formato anche da donne e schiavi. Non abbiamo molte testimonianze scritte, ma sappiamo di unopera importante andata perduta Sulla Natura, di cui restano solo frammenti. Questo un primo punto di contatto tra Epicuro e Lucrezio. La teoria epicurea si rifa allatomismo esprimendo che il principio primo la materia, suddivisa in atomi, particelle indivisibili e invisibili, che formano ogni cosa del mondo e anche le cose ritenute immateriali, come lanima. Gli atomi si muovono nel vuoto cadendo in verticale seguendo delle traiettorie e arrivando, attraverso una piccola deviazione il clinamen ad aggregarsi tra loro formando i corpi. Luniverso perci eterno e infinito e tutto ci che esiste in esso, dagli astri alluomo, il prodotto di aggregazioni transitorie di atomi ed quindi destinato a dissolversi con la loro disgregazione. Anche lanima umana essendo formata da atomi particolarmente leggeri e sottili, dopo la morte si disgrega insieme al corpo. Le sensazioni sono prodotte da atomi che si distaccano dai corpi, ne assumono la forma e ne depositano limmagine sullanima delluomo: esse quindi sono vere, non convenzionali.

Gli di esistono ma non agiscono n sulla natura n sulluomo: la loro una condizione di assoluta beatitudine priva di turbamenti ataraxa .

Secondo Epicuro, la conoscenza della natura dellanima e degli di potrebbe liberare luomo dai timori generati dalle superstizioni.Il fine dellesistenza il raggiungimento della felicit che consiste nella privazione del dolore fisico apona e del dolore morale ataraxa cos da ottenere il piacere. Questo piacere pu essere catastematico, fondato sullequilibrio e la stabilit interiore, e cinetico, turbato continuamente dai desideri senza appagarsi mai.

Il filosofo insegna che per condurre una vita beata bisogna seguire i princpi del tetrafarmaco cio non avere timore degli di, non temere la morte, raggiungere il piacere e sopportare il dolore.

Lagire umano non in alcun modo condizionato dagli di n dal fato, ma appoggiava il concetto di libero arbitrio, cio la possibilit data alluomo di fare le proprie scelte morali con laiuto del sapere. Il modello di vita ideale per Epicuro era quindi quello offerto dal Giardino, luogo in cui radunava i suoi discepoli per disquisire di questi insegnamenti e che ha dato il nome alla sua scuola. Il saggio avrebbe dovuto trascorrere la propria vita lontano dalla politica e da qualsiasi occasione di turbamento, possibilmente in una comunit di amici affini a lui, impegnandosi nella conquista dellequilibrio interiore. Mirava soprattutto a risolvere i problemi della vita individuale.

Nellopera di Lucrezio viene riversata gran parte della teoria epicurea. Nel Libro I infatti lautore elogia il filosofo che scoprendo le leggi della natura ha sconfitto il potere della religio, causa di timori per luomo e ispiratrici di azioni empie e delittuose; inoltre inizia il discorso sulla natura formata da atomi.Nel Libro II continua a parlare dellatomismo spiegando il clinamen e spiegando che gli atomi non possono essere sensibili e come si aggregano e disgregano per poi riaggregarsi; si esprime anche sugli di dicendo che sono del tutto estranei ai processi naturali .Nel Libro III tratta la natura dellanima divisa tra un principio razionale ed uno vitale; nasce insieme al corpo e con esso si disgrega. Gli atomi che la formano sono lisci e leggeri. Aggiunge che non potendo essa sopravvivere, luomo non deve avere paura della morte, perch niente dopo di essa potr pi riguardarci.Nel Libro IV affronta il tema delle sensazioni; dice che i corpi sono ricoperti da una sottile membrana di atomi che staccandosi dai corpi stessi vanno a colpire gli organi dei sensi e rendono possibili le percezioni e la conoscenza. Ci sono membrane ancora pi leggere per i sogni e per il pensiero. Qui tratta della passione amorosa di cui mostra la causa fisica e gli effetti devastanti.Nel Libro V si passa alla natura del mondo. Esso non stato creato dagli di ma dal combinarsi dei quattro elementi: terra, acqua, aria, fuoco. Allo stesso modo perir quando si dissoceranno. Le specie animali ancora esistenti sono quelle che hanno facolt necessarie alla sopravvivenza. Qui traccia una storia dellumanit, dallo stato ferino a quello civile.

Nel Libro VI si parla dei fenomeni celesti e terrestri dei quali Lucrezio spiega le cause naturali, escludendo ogni intervento divino. Infine fa una dettagliata descrizione della peste di Atene del 430-429 a.C.

Lucrezio utilizza la poesia come un miele, spiegando che ha la funzione di rendere assimilabile la dottrina ostica e difficile di Epicuro. Non tutte le poesie per sono valide; in particolare in contrasto con le parole dei sacerdoti, considerati dei poeti mistificatori, che inducono false credenze e generano superstizioni e paure. Il De Rerum Natura in primo luogo unopera che serve come strumento per aiutare gli uomini a vincere la paura della morte e la sofferenza indotta dalle passioni. Lucrezio infatti si mostra convinto del valore liberatorio della conoscenza, cio del fatto che le paure che affliggono lumanit sono causate da persuasioni erronee (riguardanti la sfera della religio, la morte, le pene dellaldil ecc.), di cui la scienza pu dimostrare linfondatezza. Per applicare questa sua teoria, Lucrezio presenta Epicuro come una sorta di nuovo Prometeo, per la sua opera di generoso benefattore dellumanit, ma anche come un eroico guerriero che con il coraggio e la forza della mente ha osato spingersi oltre le (I, v.73), per scoprire le leggi della natura e liberare luomo dai vincoli dellignoranza.

Gran parte della polemica attuata contro i sacerdoti, gli indovini o i poeti che diffondono pericolose superstizioni e soprattutto contro la religio, considerata fonte di errori e dolori per luomo. Ribadisce come proprio la religio pu essere empia poich ha spesso spinto a compiere orrendi misfatti, come nel caso di Ifigenia, sacrificata agli di per ottenere da essi la partenza delle navi achee verso Troia.

Il fine di Lucrezio quello di assicurare il raggiungimento della felicit, o almeno della serenit interiore; nel poema per prevalgono raffigurazioni di segno contrario, sconvolgenti scenari di cataclismi naturali (terremoti, inondazioni, conflagrazioni cosmiche) oppure quadri, talvolta macabri o raccapriccianti, delle malattie che devastano la psiche e il corpo, togliendo alluomo ogni dignit. Sono esemplari in questo senso i quadri drammatici posti a conclusione dei libri II, IV, VI: nel finale del libro II Lucrezio descrive la conflagrazione cosmica ce porr fine alluniverso; nel IV dipinge gli effetti devastanti delleros e nel VI narra la terribile pestilenza di Atene, i cui effetti distruttivi concludono il poema come un grandioso trionfo della morte.

Da queste immagini sembra affiorare la convinzione che il dolore sia radicato in natura e da esso non si possa fuggire per cui luomo pu fare ben poco per difendersi. Alcuni critici hanno parlato di un anti-Lucrezio come una sorta di seconda personalit dellautore che quasi non crederebbe a quanto affermato razionalmente da Lucrezio stesso. Altri critici hanno invece imputato la prevalenza di questo pessimismo ai limiti dello stesso razionalismo epicureo: nel tentativo di dissipare le angosce umane, infatti, il poeta si sarebbe limitato ad argomentazioni valide dal punto di vista razionale, ma poco confortanti e poco adatte alla consolazione e allincoraggiamento delluomo comune, fragile e ben diverso dalleroe epicureo prospettato da Lucrezio.

I fondamenti materialistici della filosofia epicurea conducono anche a un radicale rifiuto delletica tradizionale: lassenza di una prospettiva ultraterrena e di un intervento provvidenziale sulla realt fanno apparire vano il desiderio di potere e di ricchezza, e mostrano linfondatezza di molti valori condivisi dalla societ romana come limpegno politico, la virt militare, la gloria e lonore.

simbolica lapertura del poema con la rappresentazione di Venere, che secondo la leggenda era la progenitrice dei Romani in quanto madre del capostipite Enea, che descritta nellatto di chiedere a Marte, il dio della guerra, una pace duratura per Roma: attraverso questa immagine di Venere, simbolo di pace e di amore, Lucrezio sembra fare appello a quei principi di vita e di concordia sui quali vorrebbe fosse fondata la societ.

In parallelo corre la critica alla guerra e alleroismo militare: oltre ai passi che rappresentano con toni crudi scene di battaglia, significativa la svalutazione di personaggi della storia romana comunemente celebrati per il loro eroismo, come Scipione Africano costretto anchegli dalla morte a rendere le sue ossa alla terra come lultimo degli schiavi.