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Anno IV, numero 43, venerdì 6 marzo 2009, pag. 1 L’UNICA FREE PRESS DELLA COMUNICAZIONE (copie scaricate ieri: 75.148) Donna in carriera, donna oggetto o da calendari o, donna-mamma-moglie, donna in politica, donna esibizionista davanti alle telecamere, donna che ispira violenz a: qual è il confine tra stereotipo e realtà?

L’UNICA FREE PRESS DELLA COMUNICAZIONE · Sapete una cosa? Noi tutto questo lo ... Dopo un’altra giornataccia saremo riuscite a ... parzialità vuol dire avere un atteggiamento

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Anno IV, numero 43, venerd ì 6 marzo 2009, pag. 1

L’UNICA FREE PRESSDELLA COMUNICAZIONE

(copie scaricate ieri: 75.148)

Donna in carriera,

donna oggetto

o da calendario,

donna-mamma-moglie,

donna in politica,

donna esibizionista

davanti alle telecamere,

donna che ispira violenza:

qual è il confine tra

stereotipo e realtà?

Penetrare con lo spirito nell ’essere di una fanciulla è un’arte,ma saperne uscire è un capolavoro. Kierkegaard—Diario di un seduttore

Niente stereotipi, giuroIn una di quelle mattine in cui l’inverno co-mincia ad accusare i primi colpi inferti dalla pri-mavera, decisa ormai a farsi strada, e permette,in un tepore inaspettato e truffaldino, di scorge-re nelle mie zone la pianura attorno a sé, con gliAppennini a sud e le Alpi a nord, a segnare unalinea di demarcazione verso l’azzurro, ho notatouna signora molto elegante, prima indugiare nelcontrollarsi il trucco, che non aveva mancato disistemare in maniera precisa e veloce, e poi u-scire dalla sua auto.Nessuno pensi male di me: puro spirito di osser-vazione. Vestita in modo molto curato, con bor-setta, agenda tra le mani e telefonino, si è av-viata verso la via principale. Camminava di corsasu tacchi a spillo e parlava al telefono animata-mente, probabilmente per una questione di lavo-ro o chissà che altro. Si è fermata un attimo, si èguardata attorno. Ancora un’altra telefonata, unappunto e uno sguardo a chi passava: aspettavaqualcuno? O voleva farsi notare ancora di più?La mia curiosità mi ha fatto soffermare, per os-servare ancora meglio la scena. Lo confesso, eroalla ricerca di un’ispirazione per scrivere sul mioPC qualcosa per oggi: certo, Carrie Bradshaw hamolti più spunti di me su cui lavorare!Di lì a poco ho sentito risuonare una campanella,molto familiare, perché è la stessa che ha ac-compagnato le mie elementari: uno sciame dibambini vocianti è corso fuori, animato da quellavivacità, mescolata con la voglia di libertà, cosìcontagiosa anche per chi ha “qualche” anno inpiù.Una bimba ha iniziato a correre verso la donnache avevo osservato, saltandole al collo. Un reci-proco bacio, qualche parola, dolci sorrisi. Nelvederle camminare via, con il saltellare dell’unae la gioia dell’altra, ho avuto la riprova che seuna sequenza o un semplice particolare possonoessere geniali e perfette, non sempre corrispon-dono all’intero film. Se ci pensa, fermandosi suun passaggio, avrei visto una donna vanitosa,una donna impegnata, una donna magari alcomando, una donna in attesa di un imprecisatoappuntamento, una donna mamma.Guardandole una dopo l’altra, ho visto solo lesfaccettature di una donna: nessun stereotipo,solo una tante possibili realtà. Ispirazione trova-ta e buon 8 marzo a tutte voi.

[email protected]

Tanti stereotipi, i vostriCi volete donne a quindici anni e ragazzine aquaranta. Ci volete mogli e amanti allo stessotempo, madri attente, donne in carriera egeishe premurose. Ci volete al passo con i tem-pi, con un look sempre alla moda ma tradizio-naliste quando ribadite chi porta i pantaloni. Civolete attraenti e desiderabili, provocanti e se-ducenti, ma ci date la colpa se qualcuno si voltaa guardarci. Ci volete realizzate, con mille im-pegni e l’agenda piena, ma pretendete di averesempre uno spazio nel nostro cuore, nelle no-stre giornate e nella nostra mente. Ci voletecome la protagonista dell’ultimo calendario,anche se noi non abbiamo un truccatore tuttoper noi e Photoshop non ci può venire incontroalle 7 del mattino, appena sveglie. Ci voletesempre fresche di parrucchiere e di ceretta, mavi lamentate se spendiamo troppo per farci bel-le. Ci volete dolci quando avete la febbre, ag-gressive sotto le lenzuola, tenaci al lavoro,scattanti ai fornelli.Ci volete impeccabili 24 ore su 24.Ci volete vedere a nostro agio sul mitico tacco12 come in infradito, dentro una minigonnaattillata come in tuta.Sapete una cosa? Noi tutto questo lofacciamo ogni giorno. E anche bene.Ci ritocchiamo il trucco per arrivare perfette allavoro, nel frattempo abbiamo già accompagna-to i figli a scuola e, ancora prima, vi abbiamosvegliati e accolti con la colazione in tavola.Dopo un’altra giornataccia saremo riuscite anon far smagliare le calze, a non far colaretroppo il rimmel, a non inciampare e ad arrivarea cena nel vostro ristorante preferito ancoraprofumate, con l’aria stanca ma la mente atti-va. Sì, siamo arrivate in ritardo e abbiamo par-cheggiato l’auto un po’ storta, ma che ci voletefare? Un compromesso dovrete pur accettarlo…d’altra parte, chi ve l’ha stirata la camicia cheavete addosso e che avete trovato lì pronta sta-mattina?Soprattutto sappiate che esiste un motivo pre-ciso per cui facciamo le acrobazie.Per noi stesse. Per sentirci donne.L’8 marzo, cari uomini, vi chiediamo sol-tanto una cosa: tenetene conto. Le mimoseappassiscono, le tette crollano. Ma cosa cirende davvero donne?Rispondete voi…

[email protected]

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 2

Maurizio Rompani, Direttore Generale TPe docente di Etica della comunicazionepresso l’Università di Ferrara

“Come un serpente che cambia la pelle ed il bruco chediviene farfalla, il percorso di crescita personale che oggila donna è in grado di fare, spogliandosi degli abiti stret-ti che è stata costretta da indossare, si basa, sulla libe-razione della propria energia interiore, riappropriandosi ditutti quegli aspetti, che sono stati repressi o demonizzati,ma che in realtà esprimono la vera essenza e il vero potereinteriore dell’essere donna”.Ho volutamente iniziato questo mio omaggio non conparole mie, ma riportando quelle di Emanuela Perri, per-ché sono molto belle e perché le condivido. Personal-mente ho il sospetto che invece essere donna oggi si-gnifichi tante cose assieme, ma soprattutto voglia direappartenere agli stereotipi: uno di questi è cercare diattenuare o addirittura far scomparire la differenza ses-suale.Certamente il motivo principale è che fino ad ora, ma in

gran parte ancora oggi, questa differenza sia vissuta dall’uomo come superiorità,ma penso che la cosa più giusta sia non superarla, ma far sì che venga vissuta ecapita in modo differente, vissuta come una parzialità, nessuno dei due sessi puòparlare per l’altro, parzialità vuol dire avere un atteggiamento di apertura all’altro,relazionarsi alla pari. La vera parità non sta nell’annullamento delle proprie caratte-ristiche, ma nell’esaltazione di queste e nella loro totale complementarietà. L'esse-re donna è qualcosa a cui non si deve rinunciare, qualcosa che non deve dipendereda quello che percepiscono gli uomini, qualcosa di intrinseco che ogni donna svilup-pa a suo modo e gusto ma che non deve essere uno scudo verso il mondo ma lavera espressione del proprio io.Vorrei spendere anche due parole sulla festa della donna: non sono contrario asso-lutamente, tutti noi abbiamo bisogno di momenti di incontro stabiliti. Non dimenti-chiamo che la data trae origine da una tragedia tutta al femminile che proprio RosaLuxemburg propose al mondo come punto fermo nel percorso dell’emancipazionefemminile. Però ormai l’8 marzo si è trasformato soprattutto nella festa dei fiorai,che vendono striminziti mazzetti di mimose a prezzi esorbitanti, dei ristoratori, op-pure dell’inversione dei ruoli con locali che organizzano feste solo al femminile. E’tutto giusto e probabilmente se fossi una donna vorrei anche dare una soddisfazio-ne al mio spirito di rivalsa.Che bello sarebbe però portare la propria compagna, partner no per piacere, fuori acena, in un luogo che significasse qualcosa per tutti e due, offrirle una rosa o unqualunque altro fiore, ma non per favore la mimosa con plastichino trasparente chel’avvolge. Lasciare fuori dalla porta tutti quegli stereotipi che formano la festa, machiudersi dentro con tutte quelle ricchezze, quei momenti che ne hanno fatto unacoppia: ricordiamoci sempre che la nostra vita non è misurata dai respiri che fac-ciamo, ma proprio da quegli attimi che questi respiri hanno bloccato. Ricordiamoli,ma soprattutto con la consapevolezza che ce ne saranno altri, non perché previsti,ma perché inevitabili. In fondo un uomo e una donna insieme non hanno bisogno dinulla di più: l’universo sono loro. E se questi momenti non fossero riservati solo all’8marzo sarebbe ancora più bello. Se proprio una donna vuole dare un forte senso diribellione alla propria giornata è giusto che lo faccia, semplicemente perché, lo dicoda uomo, se lo merita e poi sappiamo tutti che lo fa al femminile, cioè con pragma-tismo e dolcezza, con passione e buonsenso. Concludo, forse inimicandomi il mon-do, ma trovo giusto dirlo: buon 8 marzo a tutte le donne, ancor di più alle donneitaliane perché sono le migliori”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 3

Francesca Senette, giornalista e conduttrice tv“La donna di oggi, quante donne è? Nei momenti di stanchezza, quandol'energia scema e ho la percezione di essere in riserva, penso alle troppecomponenti alle quali cerco di tenere testa tutti i giorni, tutto il giorno. Ti sve-gli la mattina e già sei moglie, mamma, donna di casa, professionista, donnaal passo con i tempi e con la moda, trentenne in forma, figlia premurosa, so-rella presente, amica affidabile, nuora comprensiva, magari pure personaggiotelevisivo sorridente, simpatico e disponibile, commensaleimpeccabile, buona compagnia a cena e - forse - buona compagna dopocena.Ecco. Quanto è stereotipo questo e quanto è realtà? Forse dipende dalle a-spettative. Quelle degli altri: del marito, della figlia, della tata, del portinaio,dei colleghi, della sorella, dei genitori, degli amici, della gente comune, dei

suoceri, degli ospiti... E soprattuttoquelle tue su di te.Vuoi essere donna-mamma-mogliema anche potenzialmente donnacalendario (non per spogliarti davve-ro, ma per competere nella tua fisici-tà e femminilità con le donne più de-siderate e desiderabili).E ancora vorresti impegnarti in politi-ca ma anche saperti muovere e parla-re davanti alle telecamere. Stampa etivù ti dicono che si può fare!Quante donne a tutto tondo ci propo-ne ogni giorno la metarealtà? Tan-te! Ministre belle e spigliate che sonopure mamme e mogli, con fisico dapin up.Oppure la donna manager ai verticidell'industria, felicemente sposata,madre e sempre impeccabile nel suoabito griffato e capello coiffato, etrucco e tutto il resto.Siamo tutto e vogliamo essere tutto.Quando non ci riusciamo diamo la colpaalla società che ci chiede troppo. Resta

fuori la categoria ‘donna che ispira violenza’. Quella non la capisco, non la percepi-sco, non la considero neppure. Non sono le donne ad ispirare violenza, sono gliuomini ad usare violenza contro le donne. Indistintamente”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 4

Marco Lisci,Web designer/engineerBadSharkCommunications

“’Il consumatore non è uno sciocco. Ilconsumatore è tua moglie’ (DavidOgilvy). Ops. Vale lo stesso serispondo con le parole di un altro?”

Barbara Bembo, titolare B-B Consulting“Uno stereotipo si crea, a mio parere, per semplificare, per organizzare; se neha, immagino, l'esigenza. E, a onor del vero, esistono stereotipi anche perl'universo maschile. Certo è, che ogni donna intelligente vorrebbe rientrare,quantomeno, nello stereotipo di donna impegnata in qualcosa di importante.Il problema dello stereotipo è che non permette quasi mai, ancora oggi, una

visione trasversale: una donna dibell'aspetto, sarà difficilmente‘catalogata’ come potenziale donnain carriera, o se la sua carriera è sot-to gli occhi di tutti, si immagina sem-pre che l'auge sia stato raggiuntograzie all'aspetto e non ai meriti. Equesto è il punto, l'aspetto. Per ladonna, diversamente che per l'uomo,l'elemento che la contraddistingue èsempre l'aspetto esteriore. In questosenso, pur dovendo ammettere chele donne che della loro bellezza fan-no la loro fortuna, alimentano questarealtà, non riesco a dare loro tutti itorti. Diverso è, indubbiamente, peril tema della violenza. E' impensabi-le, davvero grave, che ancora si pos-sa pensare a una responsabilitàqualsiasi della donna rispetto alle

violenze che oggi, forse più che mai, si continuano a perpetrare. Ed è tristesapere che invece è la dura realtà”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 5

Alberto Annibali, stilista“La Donna sicuramente rappresenta la metà inscindibile di un uomo, è aman-te, compagna, mamma, complice (o dovrebbe essere vista cosi dagli uomini)e come tutti gli esseri umani dotati di cervello ha bisogno di una propria rea-lizzazione in quanto tale.Nella vita quotidiana le donne hanno oltrepas-sato il limite che le lasciava essere solo mam-me, mogli e compagne, diventando anche pro-tagoniste al di fuori del focolare domestico equesto è bello.Forse alcune di esse stanno allontanandosi pa-recchio da questo confine purtroppo attirandovolutamente particolari attenzioni da parte degliuomini che le considerano oltre che esseri uma-ni, mamme o compagne anche donne di potereo ancor peggio oggetti del desiderio.Personalmente una donna non ha bisogno dimettersi in mostra se non per merito del propriocarattere, della forza, del fascino e dell'eleganzache naturalmente la contraddistingue. Mettersi inmostra in altro modo come avviene sempre piùspesso sui calendari o in altri atteggiamenti (dipotere etc) lo trovo innaturale falsato.La donna deve essere donna e basta (una paro-la un mondo no?)”.

Edy Angelillo, attrice“Viviamo in un mondo in cui bisogna etichettare tutto e tutti, ecco perché quan-do devo rispondere a una domanda del genere, penso che tutte queste donnerappresentate nella domanda, non esistano ma che siano solo delle ‘etichette’ ,degli stereotipi. Esistono delle persone, non delle categorie e in questo caso,delle donne. Essendo naturalmente ‘portate’ o abituate per necessità a fare

più cose in una volta e avere quindiuna mente molto più elastica rispet-to ai nostri uomini, riusciamo ad es-sere più cose.. donne- mamme -mogli. Donna in carriera o in politicacredo teoricamente siano la stessacosa, sempre di donne lavoratrici siparla anche se sicuramente privile-giate rispetto all'operaia, la segreta-ria o la cassiera.Donna esibizionista davanti alle tele-camere!?...sono un'attrice ed è ilmio mestiere, esibirmi su un palco-scenico o davanti alle telecamere,ma rientro nella fascia delle donne

che lavorano e non in quella delle ‘esibizioniste o troniste’.Rispetto alla donna che ispira violenza... credo che esistano solo ‘degli orrendibestioni’ travestiti da uomini che possano pensare che esistono donne che ispi-rano violenza. Riguardo alle donne oggetto o da calendario, credo che ognunaabbia la libertà di essere quello che desidera, sempre se non obbligata, se cisono donne che come obbiettivo nella vita si prefiggono il calendario, ben ven-gano i calendari... contente loro!Di sicuro è sempre più difficile riuscire a incastrare in maniera equilibrata, nellapropria vita tutte queste cose, ma fa parte del gioco, credo che nessuna deside-ri tornare in un mondo in cui chi decideva era solo il maschio. Ci vorrà ancoraparecchio per arrivare a quel giusto equilibrio per vivere più in sintonia con noistesse,con gli uomini, figli e lavoro, ma indietro non si torna”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 6

Sofia Ambrosinie Stefano Volpi,direttori creativi Wlf“Ogni anno arriva puntuale l’8 marzo.E con l’8 marzo arrivano puntuali ledomande sulla donna che lavora. Chis-sà quante generazioni di uomini e didonne dovranno ancora passare perfarla diventare una vita normale, quel-la di una donna che lavora. Del restonon fa niente di male, di strano, dieccezionale, una donna che lavora.Lavora. E per poter lavorare qualchevolta diventa anche datore di lavoro di

un’altra donna che lavora, una colf, una baby sitter, una badante. Per cui, nelsuo piccolo, una donna che lavora contribuisce anche a creare altri posti dilavoro. Perché quasi dietro ogni grande donna che lavora, c’è sempre un’altragrande donna che lavora. Qualcuno lo faccia sapere a Brunetta, che è un uo-mo, ma s’ammazza di lavoro quasi come fosse una donna”.

Maddalena Santucci,redattrice Giornale Radio Rai

“Donna in carriera, donna oggetto o da calenda-rio, donna-mamma-moglie, donna in politica,donna esibizionista davanti alle telecamere, donnache ispira violenza... Quanti aspetti e punti di vi-sta da tenere insieme per la mia riflessione... Iomi sento semplicemente 'donna', fiera di esserlo...Dietro ad un microfono come nel mio caso, maanche davanti ad una telecamera, impegnata nellavoro, 'impressa' su un calendario, presa a soste-nere una conversazione su temi di politica, inter-na o internazionale, decisa e combattiva per di-fendere i miei diritti... ma anche come mamma,moglie, amante, figlia. Sono tutti i miei'Modi' (che è anche il mio soprannome) di esserdonna. Quello che conta è saperli mescolare insie-me e saper tirar fuori dal cilindro, al momentogiusto, quello che più si addice alla situazione...

qualunque situazione.Mi spaventano molto (ma mi fanno anche un po' tristezza) quelle di noi cheperdono di vista il 'rosa' e si tingono d'azzurro per emulare a tutti i costi gliuomini. Arrabbiate, aggressive, sgraziate... con un linguaggio da fare paura...Sarò controcorrente, ma secondo me, in questa corsa, ci perdiamo. E molto.Non che si debba tornare a stare al passato, a casa tra camicie da stirare efornelli accesi... Ma in fondo a noi (che siamo state disegnate così diverse daloro...) basta solo un po' d'organizzazione per far tornare sempre i con-ti...Piccoli miracoli che ci riescono così bene...Sarà che non ho mai nemmeno preso in considerazione l'idea della famigliasenza il lavoro e viceversa, forse perché sono cresciuta in mezzo a donne chehanno sempre lavorato, non solo la mia mamma ma anche entrambe le mienonne... e nonostante questo non è mai mancato niente: dai manicaretti, allecoccole, all'affetto, allo stare insieme, al rispetto delle tradizioni, al tramanda-re i saperi della casa e della vita... Nulla mi ha mai fatto dubitare che, 'da gran-de' anche per me sarebbe stato così... E lo dice una che si è sacrificata molto,pur di realizzare il sogno di diventare giornalista. Già, ma a questo sogno, a-desso che ci penso, ancora manca qualche pezzo... eh, si, perchè accanto aquel microfono e a quelle parole che sono diventate il mio 'mestiere' ci vogliopresto anche un po' di calore... quello di un nido e di una culla...”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 7

Diego Dalla Palma,espertodi immaginee scrittore

Si chiama consapevolezza emanca, purtroppo, a buonaparte della società odierna(donne comprese, ovviamente)".

Igor Righetti,giornalista professionistae docente di Linguaggiradiotelevisivi pressoUniversitàdiRomaTorVergata“Fatta eccezione delle donne che ispiranoviolenza con cui non sono per niente d'ac-cordo perché la violenza viene ispirata achi è violento di suo, la donna è musaispiratrici di artisti e letterati, è la ruotache fa girare il mondo, che dà emozioni egioia di vivere. L'uomo ha sempre bisognodella donna sia quando è figlio sia quandoè marito e a sua volta diventa padre. Co-me sarebbe triste il mondo senza le don-ne, senza la loro imprevedibilità, ma purforte costruzione del futuro”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 8

Luisa Scarlata, Creative director/copywriterBadShark Communications“Dunque vediamo... se si parla di un fondotinta c’è la donna manager inascensore che ‘deve essere a posto’ per tutti i suoi meeting; se si tratta diun profumo abbiamo certamente la donna bellissima da poster o da calen-

dario; poi ci sono le merendine e iprodotti per la casa e allora via con ladonna-moglie-mamma; per una cam-pagna sociale vediamo fare un timidocapolino alla donna in politica/impegnata; telefonini, prodotti percapelli o di bellezza in genere ci rega-lano invece frotte di donne esibizioni-ste. Infine donne che ispirano violen-za? Ho capito bene?! (Ma forse ci siriferisce a quei manifesti in cui duedonne vengono perquisite in modonon proprio delicato).In ogni caso con gli stereotipi più omeno è finita qui e la differenza conla realtà è abbastanza ovvia: donnemanager, mamme, mogli, impegnate,esibizioniste e che NON ispirano vio-lenza tutto in una. Del resto chi fu adire per primo – e a ragione - che larealtà supera ogni immaginazione?P.s.: a proposito di ‘Donne e Pubblici-tà’, a tutte coloro che con la scusadell’8 marzo vogliono sentirsi fiere deiprogressi fatti fino ad oggi, consiglie-

rei di dare un’occhiata alla (tra l’altro bellissima e super premiata) serietv “Mad Men”, ambientata nei “favolosi” anni ’60. Altro che parità: vi ri-cordate quando le donne erano solo le mogli di, le amanti di, le segretariedi…?”

Cipriana Dall’Orto, condirettore Donna Moderna“Oggi sotto i riflettori troviamo donne di ogni tipo, non solo veline, protago-

niste di calendari, esibizioniste di variogenere, o donne che sfruttano il propriocorpo e la propria bellezza per costruirsiuna carriera, avere denaro e sposare uncalciatore… Sotto i riflettori ci sono anchedonne importanti, compagne di uominiillustri che non si limitano a ricoprire ilruolo di ‘bella donna’. Pensiamo a Michel-le Obama. Si tratta di donne che ispiranoserietà, intelligenza, donne generose macapaci di gestire la propria vita e che nonsi accontentano di essere comprimarie.Sotto i riflettori emergono le qualità delladonna.Ma purtroppo sotto i riflettori oggi ladonna appare anche in veste di vittima.Vittima di stupri, ma non solo. Basticonsiderare la pratica degli aborti selet-tivi in India, la discriminazione che an-cora persiste.Le grandi donne oggi esistono anche dasole, e hanno raggiunto traguardi storici.Citerei la Betancourt o la stessa

Merkel, basta guardarla nelle fotografie tra gli altri capi di statoper coglierne il carisma.E’ possibile che alle spalle di queste grandi donne ci sia un grande uomo,ma bisogna considerare soprattutto il ruolo della donna quando affianca unuomo di potere. In quel caso la donna è disponibile, generosa, lascia il suouomo libero di realizzarsi.Da parte sua, la donna dev’essere più ‘acrobata’ per inseguire i traguardidella propria carriera. Paga un prezzo elevato e lo paga da sola. Ma, rispettoagli uomini, le donne sanno fare più cose contemporaneamente: lavorano,ma hanno già organizzato la giornata dei figli, hanno chiamato i genitori,hanno pensato ai lavori domestici, … In questo senso, le donne delle nuovegenerazioni sono ancora più capaci. Si danno delle priorità, si organizzanoalla perfezione, non fanno confusione nello scegliere su quale attività impe-gnarsi. E la concentrazione è sempre al massimo, sanno liberare la menteper ottimizzare il tempo a disposizione. Un uomo questo lo fa con molta piùdifficoltà, fa la metà delle cose e non smette di ‘parlarsi addosso’, non ha ildono della sintesi. La donna ha un ‘senso etico del tempo’.E poi la donna ci tiene a raggiungere la propria indipendenza, sin da moltogiovane. In questo senso, tocca alle madri far capire ai figli maschi che ènecessario cavarsela da soli e fare esperienze che aiutino a crescere da soli.Per quanto mi riguarda, credo moltissimo nella ‘rete delle donne’. Si parlaspesso delle gelosie e degli scontri al femminile, ma in realtà le donne siaiutano molto e aiutano le persone più deboli, anche sfruttando Internet. Daparte nostra, abbiamo creato un microcredito a sostegno delle donne in si-tuazioni disagiate che vogliono emanciparsi ed essere autosufficienti. Pen-siamo a donne vittime di mariti violenti che hanno bisogno di un aiuto ancheeconomico per trasferirsi. Il costo del Ciondolo allegato a Donna Moderna sitrasforma proprio in un sostegno a favore dell’associazione Pangea Onlusche si schiera accanto alle donne maltrattate”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 9

Stefano Jurgens,autore tv“Il confine tra stereotipo e realtà, se-condo me nelle donne come negli uomi-ni, dipende da quanto è forte o debolela propria personalità, quindi non si puògeneralizzare. Le donne però, a voltedette ‘sesso debole’ hanno bisogno diinterpretare nella vita un ruolo che noncorrisponde alla loro vera indole o per-sonalità, per difendersi dall'immagine ingenere più aggressiva e visibile degliuomini, ed ecco che le donne devonotrovare un cliché che dia loro una im-mediata riconoscibilità, utile per esem-pio al giorno d'oggi in un mondo, quelloin cui viviamo in cui tutto fa o può farespettacolo. Ma Il bello delle donne, al dilà dello stereotipo o di quello che vo-gliono apparire è che dentro sono e sa-

ranno sempre fragili, passionali, intelligenti, sentimentali, sensuali, forti eprotettive ecc. Alcuni di questi aggettivi sono una loro unica prerogativa... edè per questo che l'uomo le vorrà sempre accanto”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 10

Chiara Busani,Retail MarketingManager OSRAM S.p.A.“Riflessione: perché un uomo viene consi-derato nella sua totalità di individuo e noncerchiamo di incasellarlo nelle categorieuomo in carriera, uomo-padre-marito,uomo attraente?Forse perché ci si aspetta che siano i varivolti di una sola persona?Forse è il caso di iniziare a considerare allostesso modo anche le donne dato che ilmondo femminile è ovviamente tanto varie-gato quante sono le donne che lo compon-gono e credo che il tentativo di etichet-tarci sia l'ennesimo effetto di una visionedel mondo molto maschile e limitantedella realtà.E' ancora la rassicurante contrapposizione

tra la brava donna da sposare e la donna da desiderare. Oppure tra la madreamorevole che si sacrifica per i figli e la donna in carriera, cinica ed egoista.Come dire... facciamo un passo avanti!Io vedo attorno a me donne che fortunatamente hanno la libertà di scegliere lacomplessità senza dover dividere la propria esistenza tra questi stereotipi. Tut-tavia si riflettono purtroppo in un mondo del lavoro plasmato da una concezio-ne tutta maschile del tempo che rende molto difficile poter conciliare i vari ruoli.In una parola possiamo essere al tempo stesso valide professioniste, compa-gne, madri, donne consapevoli del proprio fascino. Non è facile ma è molto ap-pagante. Spero che molte più donne capaci possano in futuro avere accesso aposizioni che consentano loro di scardinare antichi vincoli a vantaggio di tutte”.

Federica de Sanctis, giornalista Skytg24,anchorwoman SkyTg24mattina

“Dire che esistono donne cheispirano violenza è come fareviolenza alle donne, semmaiesistono i criminali o i devia-ti... non lo dico io, la crona-ca-purtroppo ce lo insegnaogni giorno.La donna preda mi piacepensarla come una donnache gioca. Gioca con l'uomoche fa per mestiere il‘cacciatore’. La donna ogget-to penso sia una semplifica-zione massmediatica, cioè unqualcosa che nella realtà non

esiste, un concetto creato per il cinema, la pubblicità, un prodotto da businessmaschilista o maschio centrico, come preferite!. Che poi ad alcuni uominipiaccia pensare ad una donna come oggetto di desiderio, piacere, attenzionee quanto altro, beh allora qui è un'altra storia.Sul resto penso che il confine tra stereotipo e realtà sia flebile o forse nonregge proprio. Se penso a me penso a tutte quelle sfaccettature, quelle sfu-mature che completano una persona. Nuance diverse di uno stesso colore.Sono convinta che la donna in carriera, quella che fa televisione o quella chedecide di essere protagonista di un calendario possa essere benissimo - a vol-te chissà meglio di altre - una mamma premurosa e una moglie affettuosa.Gli stereotipi spesso, nei settori dove ci si espone come il mio, possono nuo-cere così come i pregiudizi, ma sono convinta che con un po' di intelligenza efair play si superi tutto. Non mi piace pensare a chi con la scusa dello stereo-tipo si arrende e fa il gioco di chi lo stereotipo lo ama e lo impone”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 11

Paul Wauters, Chief Creative Officer TBWA\Italia“Mi piacerebbe che anche noi uomini avessimo cosìtante categorie in cui essere messi. Non mi viene inmente nessuna immagine quando penso ad un‘uomo in politica’, me ne si presenta una se penso auna ‘donna in politica’. Un uomo in carriera significasemplicemente un uomo che ha un lavoro. Maquando si dice ‘donna in carriera’ appare quella im-magine di donna che ha molto successo, meravi-gliosamente crudele, dal cuore di ghiaccio che amiodiare. Per non parlare della differenza tra una don-na oggetto e un uomo oggetto e, fortunatamente,non ci sono uomini esibizionisti davanti alle teleca-

mere. Una ‘madre’ è calda, responsabile e premurosa. Un padre è un tipo chenon vede l’ora di uscire di casa per andare al bowling e mente sul numero dibirre che ha bevuto prima di rientrare. Perché gli stereotipi delle donne sonomolto più interessanti che gli stereotipi degli uomini? Tra l’altro, quando ledonne pensano agli uomini, ci sono molte meno categorie (di solito una) e lelamentele sono sempre le stesse. Forse queste colorite categorie esistonoperché le donne sono più radicali nelle loro scelte. Forse le mettiamo in cate-gorie perché le vogliamo ridurre a una dimensione in modo da portarle al no-stro livello? Forse, non lo sappiamo, perché siamo solo uomini”

Simona Falasca,Ufficio Stampa Gruppo HTML“Ogni stereotipo che si rispetti, proprio in quanto tale, è riduttivo della realtà.Quelli che tentano di descrivere e incasellare noi donne poi lo sono ancora di più.Di solito gli stereotipi aiutano a semplificare ciò che non si conosce bene vera-

mente. E l'universo donna ri-mane da sempre un mistero,tanto più nella società di oggi incui i ruoli si sovrappongono. Ilproblema nasce però quandoquesti stereotipi prendono ilsopravvento e si sostituisconoin toto alla realtà stessa. Mam-ma, moglie, donna in carriera,in politica, ma anche donnaoggetto e ‘velina’: sembra cheal giorno d'oggi ognuna di noi

debba limitarsi a scegliere a quale di questi modelli ispirarsi o, al contra-rio, prendere le distanze. Con il risultato di contribuire a confermare ulterior-mente lo stereotipo stesso che ne è alla base. Ma soprattutto di perdere divista la vera natura della donna, che va ben oltre tali semplificazioni. Inutiledare la colpa ai media e ai modelli che propongono. Lo si è fatto per anni,puntando il dito, secondo me, sulla conseguenza e non sulla causa del proble-ma che è da ricercarsi proprio nella perdita del significato profondo di femmi-nilità. In una società patriarcale come la nostra in cui sapere e potere sono, difatto, nelle mani degli uomini, abbiamo passato anni a tentare di ‘scimmiottarli’nel lavoro, nell'amore, nella gestione della casa e nella crescita dei figli, allaricerca di un riscatto che ha però minato quelle differenze e quelle peculiaritàche rappresentano proprio la nostra forza. La donna è fatta per accogliere, cre-are, accudire, insegnare, lottare. Dare la vita. Che non significa dipendere, su-bire, svendersi. Ma sta prima di tutto a ognuna di noi risvegliare tali caratteri-stiche e riscoprire la propria la femminilità più vera. E' l'unica possibilità cheabbiamo per ridare il rispetto e la dignità che merita ‘il sesso debole’”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 12

Giancarlo Magalli,presentatore TV“Lo stereotipo peggiore è pensare che la donna siauna cosa o l’altra, pensare, quindi, che sia moglie,madre schiava o amante. Ogni donna ha tutto in séper essere ciò che desidera. Saranno il suo caratte-re, la sua vita, la sua collocazione sociale a portarlain una direzione piuttosto che in un’altra, ma, ripe-to, ogni donna ha il potenziale per essere tutto. Ilcercare di capire come è fatta, poi dipende dall’uo-mo che ha al suo fianco: sarà lui quello in grado ditirarle fuori le sue caratteristiche, questo anche aseconda dell’ambiente in cui vive o ha vissuto odalle situazioni in cui si è trovata nel corso deglianni.In ogni donna, quindi, c’è la possibilità di esseretante cose, ma non dimentichiamoci che la socie-tà, i pregiudizi, gli uomini non aperti di mentalitào la zona geografica possono diventare fattori chepossono soffocarne le potenzialità”.

Sofia Cortellini Klein,New Business & Finance Director Klein Russo

“La nostra mente ha bisogno di semplifi-care la realtà. Per questo spesso si affi-da agli stereotipi che non sono altro chesterili classificazioni del mondo. Occorreattivare il pensiero, non essere pigri,sollecitare il senso critico, risvegliare lacapacità di andare oltre all'apparenza,per scoprire che ogni essere umano rac-chiude sempre in sé una sua grande uni-cità. E questo sforzo vale sempre la pe-na di farlo, sia che si parli di donne chedi uomini”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 13

Annalisa Modotto, Account junior“ESSERE DONNA E’ OGGI LA REALTA’ CHE SUPERA LO STEREOTIPO!Lo stereotipo è un pensiero facile perché largamente condiviso: una porzionedi sapere che utilizziamo per semplificare la comprensione della realtà. Unasemplice occhiata a ciò che ci circonda, alle relazioni che quotidianamente civedono coinvolti, ci mostra come, grazie agli stereotipi, oscuriamo e rifuggia-mo la realtà di un ‘mondo in rosa’ ricchissimo di sfumature e differenze.PERDITE DI TEMPO, quando il tempo è da sempre oro, quando i tempi sono

cambiati e quando la realtà supera i confinidello stereotipo.La realtà più amara da accettare è che ormaile donne trovano la definizione di loro stessesolo e soltanto negli stereotipi. Sembra, peresempio, che essere etichettata come ‘donnain carriera-mamma-moglie’ sia un ambitoriconoscimento; ma non ci rendiamo contoche è una scelta di vita, e non un modo perottenere un premio.‘Donne che ispirano violenza, donne da ca-lendario, donne esibizioniste e donne ogget-to’ sono invece paradossalmente risultanti distereotipi maschili, che vogliono l’uomo‘padre e padrone’ unico genere eletto, mor-boso e che fa della possessione la sua carta

vincente. In questo caso confini non esistono: lo stereotipo nasce dallo stere-otipo e supera la realtà per diventare altro, una realtà scomoda alla qualenessuno dovrebbe assistere.La libertà di azione, tanto quanto la libertà di espressione per quanto censu-rabili, hanno perso totalmente il loro valore e la loro carismatica forza, cheoggi non vedo più in molte delle donne che mi circondano.Per me ‘essere’ donna è uno stato infinitamente piccolo del mio IO. Io sonodonna, sarò donna, ma non per seguire un modello, quanto per crearne unonuovo che sia reale e non fonte di stereotipo.Tanto quanto sono convinta che in assenza dello stereotipo del carabinierepasticcione o dell’italiano all’estero molte barzellette diventerebbero incom-prensibili; sono convinta anche che tante donne slegate dagli stereotipi po-trebbero meglio comprendere ciò che sono, e che potrebbero essere per co-struire la loro reale identità”.

Erina Martelli, speakerRadio Monte Carlo“Temo che, tra tanti media, soprattutto latelevisione renda un pessimo servizio alledonne: anche all'estero la tv italiana è cono-sciuta per la continua esposizione di corpifemminili come quarti di bue in macelleria.Ho l'impressione che, per quanto la donnatelevisiva sia certamente stereotipata, diventiperò oggetto di imitazione fin troppo reale daparte di alcune di noi, specie le più giovani,che ne ammirano l'immagine vincente e pati-nata. Gli altri stereotipi, quello per esempiodella donna in carriera o della mamma/moglie, mi sembrano perlopiù proposti dallapubblicità: non che siano più realistici, però

hanno almeno il vantaggio dell'ironia.Mi fa sorridere, poi, che la maggior parte delle donne con cui parlo condividaquesti pensieri ma li esprima poco volentieri: è così fastidioso essere conside-rate bacchettone! Ma tant'è, finché gli stereotipi rimangono bisogna cercare dicombatterli. Nel frattempo, la tv la guardo sempre meno. E sono sicura diessere in buona compagnia!”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 14

Tiziana Pittia, Fondatrice e amministratoreEspressione S.r.l."La domanda mi fa ricordare le parole di Rita Levi-Montalcini espresse duran-te la presentazione del suo ultimo libro a Milano a novembre 2008 nella libreriaMondadori, dichiarava di essere stata fortunata come donna, perché suo padre

aveva accolto la sua richiesta a 19 anni di continua-re gli studi universitari in quanto non si sentiva por-tata a fare la moglie e la madre. Credo che per ri-spondere alla domanda la parola giusta sia ‘libertà’.Quanto le donne oggi sono libere di scegliere la loro‘inclinazione naturale?’ Questo dipende non solo dalluogo in cui vivono, ma dall'ambiente e dalla culturache respirano.Se le donne scelgono un certo tipo di vita, quellavita è vissuta, è reale, non ci sono stereotipi chepossono in qualche modo ‘contenerle’, se inveceinterpretano un ruolo è come se vivessero su Se-cond Life, ovvero fanno percorsi non dettati da scel-te, ma copiati per corrispondere a modelli o per as-secondare esigenze di altri. Credo che questo feno-meno ormai non sia più esclusivo del mondo femmi-nile, anzi, anche il mondo maschile subisce il fascino

degli stereotipi. Si potrebbe obiettare che quindi la libertà non è in discussione,e invece si, perché il condizionamento nel comportamento non è libero, è e-spressione di un gruppo più forte che definisce mode e stimola l'emulazione. Lalibertà è quindi un processo interiore che permette all'individuo di staccarsi dalcontesto e di esprimere meglio la propria personalità. Per ritornare al mondofemminile, probabilmente le culture oppressive che ci hanno preceduto hannofatto si che le donne trovassero una sorta di ‘difesa’ attraverso l'omologazionein una modalità di comportamento. Anche se, all'interno delle figure evocatemolte donne sono felici e appagate per scelta di appartenervi".

Valentina Maggi, Web editore studentessa di Editoria multimedialeDonne, donne, donne. Cosa distingue una velina da una senatrice? Una casa-linga e una CEO hanno qualcosa in comune? Ma soprattutto, è vero che unamodella non ha cervello mentre invece una ricercatrice universitaria mancadi femminilità?Partendo da queste domande, che si fondano sul peggiore e più diffuso deglistereotipi, non si arriverà mai a capire le donne di oggi. Se fino a trent’annifa il gentil sesso non aveva altra scelta se non assecondare il volere dellafamiglia, e in particolare del patriarca, ora le cose vanno diversamente, mapare che non tutti se ne siano accorti. Ognuna di noi ha il diritto, ma soprat-tutto il dovere, di prendere in mano la propria vita e perseguire i propri o-biettivi fino in fondo.

Una velina, una casalinga euna senatrice, che abbianoscelto il proprio ruolo nelmondo in piena autonomiadecisionale, hanno esercitatoil diritto ad essere persone ehanno scelto cosa fare dicorpo e cervello. Coloro cheinvece hanno semplicementeseguito la corrente accettan-do le imposizioni di altri oche hanno rinunciato a com-battere per la loro afferma-zione individuale rimarrannoper sempre con il dubbio dicosa sarebbero potute diven-tare se avessero avuto laforza di prendere coscienzadella loro personalità.

Ed è qui che emerge il problema dello stereotipo. La distinzione fondamen-tale tra donna e donna non va cercata tra la showgirl e la giornalista, ma tracolei che ha scelto di fare la casalinga e colei che ci si è trovata, tra coleiche ha scelto di fare un reality e colei che l’ha fatto perché non aveva altroche la stimolasse, tra colei che ha scelto la facoltà di ingegneria e colei cheha studiato per non dare un dispiacere ai genitori. Cadere nel luogo comunedella donna in carriera come donna che abbia raggiunto il massimo grado disoddisfazione e appagamento è facile tanto quanto ritenere che a una donnasenza figli manchi “qualcosa”. Questo è lo stereotipo peggiore e più diffusoche ogni donna dovrebbe combattere, e che, paradossalmente, è stato spie-gato così bene da un uomo, Giorgio Gaber.“Secondo me oggi se una donna fa la madre di famiglia rinunciando a lavo-rare sbaglia. Se lavora e rinuncia a fare la madre di famiglia sbaglia. Se cer-ca di lavorare e di fare contemporaneamente la madre di famiglia sbaglia.Sbaglia comunque”.E allora, se tanto sbagliamo comunque, conviene rinunciare al desiderio diassecondare gli altri, e prendere coscienza dell’importanza del potere deci-sionale di ognuna di noi: colei che sceglie ha già vinto ogni stereotipo equalsiasi sia la natura della sua scelta, nessuno ha il diritto di contestarla.La discriminante fondamentale non deve essere la qualità della decisione,ma l’effettiva esistenza di tale decisione. Il giudizio altrui, se proprio non sene può fare a meno, non può che fondarsi su questo.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 15

Francesca Fantoni, Regional MarketingManager SER Sterling Commerce

“Il confine è dove lo mettiamo noi che stiamoscrivendo e voi che state leggendo. È un con-cetto astratto che esiste solo nel momento incui lo si crea. Personalmente non lo vedo.Non ritengo ci sia, e non ho mai vissuto comese ci fosse. Oggettivamente le donne portanoi figli in grembo per 9 mesi e hanno caratteri-stiche fisiche diverse dagli uomini, ma noncredo che queste differenze comportino delleeffettive limitazioni o vantaggi nella vita ditutti i giorni e nella vita lavorativa.Ci sono donne e donne, come ci sono diffe-renze fra gli uomini. E dico questo pensandoalla carriera, alla politica, alla famiglia. Mi sichiede spesso cosa significa essere donna emanager…e io non capisco la domanda… lamia risposta immediata è: ‘perché non chie-

dete a un uomo cosa vuol dire essere padre e manager?’.Credo che gli stereotipi stiano nella testa di chi li crea e la realtà è invecequella che ognuno di noi costruisce ogni giorno. Sono una donna con un figlio,un marito, una casa, una carriera, degli hobby e delle necessità che sono mie,mentre mio marito ha le sue. Ognuno vive la famiglia con il proprio contributosenza chiedersi se ‘rispetto al sesso di nascita’ quel ruolo sia appropriato omeno. Mi piacerebbe che venissero raccontate storie vere di uomini che sioccupano della casa e si prendono cura dei figli - e ce ne sono tanti - e cheper questo non sono certo meno virili di chi fa tardi in ufficio ogni sera; pro-prio come le donne che lavorano sodo, non sono certo meno femminili diquelle che stanno a casa, portano i bambini a scuola, in palestra e che vannodall’estetista ogni settimana...”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 16

Sabrina Bellodi, Marketing Program ManagerEMEA Sterling Commerce

“Penso che la nostra generazione (i trenta-quarantenni) stia faticosamente riuscendo adandare oltre gli stereotipi “maschio-femmina”che purtroppo hanno imperversato finora.La schematizzazione, purtroppo, parafrasandoun celebre detto ‘è nell’occhio di chi guarda’.Ovvero è soprattutto un fattore culturale, ali-mentato come sempre dai media che continuanoa parlare dei soliti modelli: donna oggetto, don-na che vorrebbe ma non può, quote rosa, ecc.Quando si riuscirà a vedere le persone in quantotali e non secondo il genere maschile e femmini-le, soprattutto nell’ambito professionale; quandosi guarderà al raggiungimento degli obiettivi sullavoro e nella vita, quali essi siano; quando quei

pochi che utilizzano il proprio ‘sesso’ come mezzo per la crescita sociale o perottenere qualcosa dagli altri si comporteranno come persone e non come og-getti: ecco allora che magicamente la discriminazione scomparirà e si avràuna reale crescita della società”.

Licia Negri, direttore Fashion tv“Perché trovare un confine? Originariamente lo stereotipo indicava una pia-stra di metallo su cui veniva impressa un'immagine originale, in modo da per-metterne la duplicazione su carta stampata. Lo scopo quindi era proprio quel-lo di... permetterne la duplicazione.

Nel tempo lo stereotipo si è trasformato in unametafora volta a riassumere e raffigurare un in-sieme di elementi che contraddistinguono, adesempio, un tipo di persone che si ritiene ricono-scibile in quanto accomunato da determinatecaratteristiche. Il passaggio dalla piastra di me-tallo, alla metafora riassuntiva delle caratteristi-che di un soggetto ‘tipo’, sviluppa - in realtà - unpercorso lineare che identifica lo stereotipo comeun'immagine da replicare e quindi, seguendouna linea prospettica solo parzialmente diversa,da imitare. E' chiaro dunque che se vi è una line-a di confine tra stereotipo e realtà, questa nonsolo è ben sottile ma, probabilmente, è ancheformale o, se si preferisce, astratta. Laddove ilconcetto di ‘astrazione’ soffre probabilmente ilbisogno comune di potersi riferire a una regola

ideale che separi il bene dal male e il giusto dall'ingiusto. ‘Bisogno’ ben riassunto dalquesito che, infatti, in concreto, propone una contrapposizione ideale tra male/stereotipo e bene/realtà: ‘Per quale ragione, l'uomo tende all'imitazione del male ?’.Personalmente, non la penso così. Credo che la divisione tra buoni e cattivi sia –appunto - un'astrazione infantile o, diversamente, finta - o furba - e che il feno-meno dell'imitazione sia piuttosto il bisogno - naturale e ancestrale - di trovaredei punti di riferimento che si trovano - in modo altrettanto naturale e ancestra-le- laddove cade il riconoscimento sociale. In tal modo, il riconoscimento sociale,cristallizzando le caratteristiche più "gettonate”, crea degli stereotipi, ossia deimodelli finalizzati, appunto nella realtà, all'imitazione. Questa mia prospettivarisponde alla domanda "verificando" la totale assenza di linee di confine tra realtàe stereotipo cui fanno da contraltare il continuo susseguirsi di linee di partenza edi arrivo; dove la linea di partenza è rappresentata dalla realtà e quella di arrivoè invece rappresentata proprio dallo stereotipo. Se la domanda invece era: per-ché ‘sconfinare’ dalla realtà allo stereotipo se lo stereotipo è male allora il proble-ma è ben diverso. E sta negli stereotipi e cioè nei modelli, ma certamente nonnel fenomeno della stereotipizzazione in sé. Un giorno - e concludo - Fabrizio Co-rona, stereotipo per eccellenza, cui si potranno probabilmente muovere tantecritiche ma non certo quella di non essere una persona intelligente, ha espres-so più o meno il seguente concetto: ‘Signori, io forse non vi piaccio, ma dicerto sono il prodotto più naturale e logico della società di oggi’.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 17

Stefano Tumiatti, direttore creativoe strategico Cayenne Italia“Non mi considero razzista ma ritengo mediamen-te la razza femminile migliore di quella maschile.Credo che una donna possa ispirare dubbi, bellez-za o passione MAI violenza. Se accade si tagli pureil pisello. Il confine tra stereotipo e realtà non sodove sia, non viaggio molto. Buon 8 marzo quindia voi donne, che peraltro è il compleanno di Bar-bara, la splendida ragazza che amo”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 18

Cristiana Gandini, socia e Direttore CreativoGandini&Piccioni Comunicazione s.r.l. di Torino“E’ sicuramente stimolante il quesito in merito ai vari ‘ruoli’ con cui le donnesono spesso etichettate, in bilico tra stereotipo e realtà.Certamente è più accattivante lo stereotipo, mentre la realtà, indubbiamentepiù ricca di valori, non a tutti piace, chissà, forse nemmeno alle donne.La gente ama sognare.Sogna la donna velina. Bella, disinvolta, oggetto del desiderio, famosa.Sogna la donna mamma e moglie. Tenera, disponibile, tuttofare, umile, grande.E’ la più grande di tutte.Sogna la donna in carriera, la donna con le spalle larghe, che sa farsi valere e rivendicail suo ruolo nella società… ruolo negato per tanti anni e oggi troppo spesso imposto.Sogna la donna da Grande Fratello, che non aspetta altro che esibirsi davanti alletelecamere per costruirsi un presente famoso e garantirsi un futuro da palcoscenico.Non tutti sognano lo stesso tipo di donna, ma credo che tutti, uomini e donne,sognino un modello di donna; un modello in cui identificarsi, un modello da de-siderare, un modello a cui ambire.Giustamente il quesito viene posto a donne che operano nell’ambito dellacomunicazione… chi meglio di noi può delineare il confine tracciato dalla comu-nicazione, pubblicitaria e non, orientato a creare stereotipi ad uso e consumodei consumi?

Credo che le risposte delle donne interpellate saran-no diverse tra loro.Io provo a dare la mia. Non ci si sofferma su unpunto: spesso la donna moglie e madre è anchemanager, o velina, o oggetto di desiderio… vivaddio!Parlo di me, parlo di noi. Lavoro nel mondo dellacomunicazione da 25 anni, vicepresidente TP, sociae direttore creativo dell’agenzia di comunicazioneStudiosessanta con un altro socio, Oscar Gastaldi,un uomo. Grande uomo!Ho creato una seconda società, emanazione dellaprima, a nome ‘Gandini&Piccioni’ con due donnegrandissime: Sonia e Ilenia Piccioni. Ci occupiamodi tutti gli aspetti dell’immagine, della comunicazio-ne e della pubblicità.Sede a Torino in Piazza Castello. Dopo solo un anno

di attività vincitrici al Grand Prix Pubblicità Italia per l’immagine del Riso Dop diBaraggia, del bando di gara per la creazione del logo URP della Regione Pie-monte; in passato vincitrici di altri premi, nazionali e internazionali, che spazia-no dalla campagna contro il fumo (premiata a Oslo e Helsinki), al progetto divalorizzazione del territorio ‘Valle d’Aosta in tutti i sensi’, passando dal packa-ging per i profilattici (1° premio assoluto di Pubblicità Italia), al Progetto di co-municazione in tema di ambiente, insomma, la creatività non ha limiti né confi-ni!Ci siamo piaciute, ci siamo trovate bene, chi crea, chi organizza, chi ammini-stra abbiamo coinvolto una quarta donna, Francesca Gastaldi, abbiamo creatouna nuova società: la Expoblot srl.Dal primo gennaio ‘09 abbiamo preso in gestione il 2° polo fieristico del Pie-monte, dopo il Lingotto di Torino. Un’attività che ci vede impegnate, insiemea uomini e donne di grande valore (siamo circa trenta persone ad oggi) inun’impresa di rilancio di un territorio a cavallo tra Milano e Torino con poten-zialità insospettate. Ci crediamo. Ce la faremo.

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Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 19

Una donna, tre donne, quattro donne… non ci siamo scelte perché donne, ci siamo scelte per-ché brave, perché piene di vitalità, perché concretamente sognatrici. Il fatto che fossimo don-ne o uomini nel momento in cui ci siamo scelte non ha avuto alcuna rilevanza; ci siamo reseconto dopo, che eravamo tutte donne.Nel nostro staff, nelle nostre aziende, sono benvenuti anche gli uomini, insieme alledonne, le donne insieme agli uomini, perché per affrontare, stereotipare, interpretare iconsumi ci vogliono uomini e donne, ci vogliono visioni femminili e maschili, ci vuolescambio, confronto, complicità, conoscenza dei retaggi culturali e delle evoluzioni sociocomportamentali trasversali al sesso, all’età, al livello socioeconomico.Ci vogliono persone che sanno lavorare, che amano la vita, le sfide, e quindi, inevitabil-mente, il loro lavoro: un lavoro creativo, curioso, vario, di approfondimento, di trasfor-mazione mediatica di ruoli quotidiani predominanti da proporre in stereotipi a cui i con-sumatori, donne e uomini, si possano ispirare.Le donne a volte sono eccessivamente emotive, spesso definite “uterine”, di contro le donnesono molto abili nel cogliere sfumature che agli uomini sfuggono, sovente le donne sannoessere lucide, razionali e obiettive come nemmeno un uomo (è scientificamente provato chel’uomo ha maggior dimestichezza con l’emisfero sinistro, quello della razionalità) sa essere.Forse abbiamo solo timore. Timore di non essere riconosciute, di essere una specie protettadalle quote rosa. Timori che avremo superato quando l’8 marzo non sarà più la gogliardiaeccessiva per festa della donnaSono passati xxx anni, di fatto ne sono passati quasi mille. Peccato non averlo capito.Parliamo meno di quote rose e entriamo di più nella realtà.Parliamo di quotidiano, non di stereotipi; e allora tocca agli uomini: sparecchiare, stira-re, ‘fare la cucina’, badare ai figli malati o insonni. Uomini, siete bravi abbastanza perpoterlo fare e per permettere alle vostre donne di potere adoperarsi per la famiglia enel contempo realizzare le proprie aspettative di vita così come potete farlo voi.La crescita, quella vera, deve essere un fatto condiviso dalla società tutta.Forse non ho risposto alla domanda, o per chi sa leggere tra le righe, si. In ogni caso larisposta al quesito è: lo stereotipo è uno stereotipo costruito a tavolino, da uomini e dadonne, in piena e completa complicità.La realtà è ciò che si vive nel quotidiano, la realtà siamo noi, donne, madri, manager, modelle,oggetto del desiderio (chi ha l’avvenenza che glielo può permettere).Un ruolo non esclude l’altro, ma riconosciamo che di fronte ad esigenze comuni, ambizionicomuni, bisogni comuni, non c’è stereotipo che regga; impariamo a rispettarci, ad amarci a ve-nirci in contro, uomini e donne, o se preferite, donne e uomini”.

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Francesca Ginocchi, Communications DirectorNBC Universal Global Networks Italia

“Il confine tra stereotipo e realtà è diventatoattualmente sempre più sottile. Oggi l'atteg-giamento del gentil sesso di fronte ad unmedia come la TV è spesso contraddittorio,variando dalla curiosità, alla morbosità, al-l'esibizionismo, all'indifferenza ma spesso ècaratterizzato semplicemente dalla voglia dievasione.Noi di Hallmark (Sky - Canale 127) cerchia-mo di rispondere proprio a questa esigen-za, fornendo contenuti rilassanti e appas-sionanti, raffinati ed eleganti per costruireuno spazio dove evadere dalla frenesiaquotidiana”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 20

Francesco Pira, sociologo e giornalista,docente di Comunicazione e relazioni pubblichepresso l’Università di Udine

Esiste un linguaggio per gli uomini e uno per le donne, ha senso parlare digenere quando la parola si trasforma inscrittura, in suono o immagine? Questo è ildilemma su cui ci interroghiamo alla vigiliadell'8 marzo. E allora facciamo un piccolopercorso. Le parole non sono neutre. Questaaffermazione assume quasi valore assioma-tico nella comunicazione. Basti pensare aquanto affermava Arthur Krock(Corrispondente dell’Associated Press) nellontano 1963, quando sentenziò: “...se ciriesce la colpa è della stampa. Kennedy,manipola le notizie in modo impudente, cini-co e scaltro”. Dunque la riflessione devepartire prima di tutto dalla parola e comeaffermava Piero Ottone, maestro del giorna-lismo italiano nel suo Storia del giornalismoitaliano: “La parola, il linguaggio, la comuni-cazione servono anzitutto a manifestare bi-sogni, ad avanzare richieste, a imporre com-portamenti; tendenzialmente,a dare ordini,

affinché prevalga la nostra volontà... Ma la parola serve anche a racconta-re; a raccontare qualche cosa per il gusto di farlo, senza chiedere nullain cambio... Raccontiamo perché col racconto entriamo in contatto conaltre persone, stabiliamo un rapporto, sfuggiamo alla solitudine, non sia-mo più soli: anche per questo ogni essere umano sente il bisogno di co-municare”. Allora, una prima distinzione possibile è tra parola parlata eparola scritta.Il linguaggio giornalistico è sempre di più una contaminazione di questi dueaspetti, e va addirittura oltre.I sensi del pubblico sono più coinvolti, vista, udito, tatto e addirittura olfat-to. I media le tecnologie ad essi associate amplificano l’aspetto emozionalea discapito di quello razionale.Il linguaggio strumento essenziale per l’intelletto umano, è ciò che gliconsente di alfabetizzarsi di ampliare le proprie conoscenze, di staccarsidal coinvolgimento emotivo e di acquisire maggiore coscienza. Così laparola parlata, si trasforma in un discorso nel quale intonazione, lessico,sintassi e mimica accompagnano le idee che attraverso le parole trovanouna rappresentazione.Da questo insieme colei/colui che ascolta in modo rapido e in parteimplicito riceve un messaggio che viene quindi elaborato e che da ori-gine ad una reazione, forma un’opinione. La parola scritta lascia iltempo della sedimentazione, scorre solo attraverso l’unione di lessicoe sintassi, essa risuona nella mente di ognuno con una intonazioneogni volta diversa.

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Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 21

Ma in entrambe i casi l’aspetto fondamentale che si asso-cia al modo con cui si da forma alla parola è la percezione,il modo in cui essa è recepita, assorbita dal pubblico e daluogo al processi di formazione dell’opinione. Il prof.Sartori nel suo celebre saggio Homo vindens sostiene checon l’avvento della televisione è stato stravolto quello cheera il processo di formazione dell’opinione che definisce ‘acascata’… o meglio come una successione di cascate inter-rotte da vasche nelle quali le opinioni si rimescolano”. La“videocrazia” – ancora aggiunge - ha fabbricato una opi-nione massicciamente etero-diretta che svuota la demo-crazia come governo di opinione. Per tornare al quesito dipartenza esistono linguaggi per pubblici diversi? Le donne inparticolare, sempre più attive presenti, portatrici di nuovibisogni, necessitano di un codice di comunicazione diverso?Adattato al proprio DNA di genere? Molti studiosi della culturadi genere sostengono che si provenga da una cultura fonda-mentalmente maschile, che è il risultato di un sistema per-cettivo della realtà appreso nei diversi contesti e patrimoniostorico genetico del nostro vissuto.Questo significa che nella comunicazione sono utilizzateregole predefinite e in parte inconsce che sono frutto diquanto sopra esposto. Così l’oggetto che sarà definito nelmomento del dialogo o della scrittura e rappresentazionesarà strutturato secondo quelle regole. Allora si può af-fermare che più che di differenza di linguaggi siamo an-cora in una logica di cultura prevalente. E’ vero però chelentamente i modelli si stanno modificando che il radicalecambiamento di ruolo della donna nella società occiden-tale ha innescato un processo evolutivo che si intrecciacon quello dell’affermazione di identità sessuali diverserispetto al genere di appartenenza. Nella comunicazionein linea generale è vera l’affermazione che esistono pub-blici, diversi, target, definiti sulla base del genere dei gu-sti, del potenziale di acquisto, dell’orientamento politico.Se così non fosse l’editoria specializzata non avrebbeluogo di esistere. Perciò nei femminili troveremo unascaletta di argomenti che compone il sommario che fariferimento alle differenze di genere tipiche ed ancoraemotivamente percepite nella società. Ma a questo puntoè necessario introdurre un elemento di differenziazionedato dal fattore età. Infatti anche i femminili al loro inter-no realizzano una segmentazione del target in funzionedelle fasce di età cha da luogo da interessanti considera-zioni proprio sull’utilizzo del linguaggio. Basti pensare aiconcetti che vengono definiti a seconda degli autoriFemale Thinking o Male Thinking e ancora Drive Maschileo Drive Femminile. Questi non sono coincidenti con l’ap-partenenza di genere ma rappresentano il sentire ilmodus pensandi, e come asserisce Francesco Morace:“ ... il gioco di ruoli, di scambi, di relazione tra uomo edonna è passato dalla dialettica parità – differenza all’at-

tuale posizione dove si trovano nuovi modelli di –alterità,perché comunque, nel corso del tempo, i codici, i lin-guaggi, i comportamenti degli uni e degli altri si sonoprogressivamente avvicinati, contaminandosi a vicen-da...”. Basta osservare le copertine di mensili o settima-nali per vedere che i punti di contatto sono molteplici,dalle rubriche sul sesso, al fitness ai sex symbol che ri-svegliano l’immaginario del lettore/lettrice. Scorrendo gliarticoli risulta ancora più evidente che gli argomenti sonomolto simili anche nel modo in cui sono redatti. Il lin-guaggio utilizzato è sempre più diretto, senza parafrasi. Ibisogni, le aspettative sono simili, la prova costume valeper tutti..., l’oggetto del desiderio, tanto per citare gliesempi più lampanti. Si potrebbe opinare che il mercatodei femminili è così vasto e quello delle riviste per il pub-blico maschile è molto più ridotto a dimostrazione delfatto che le donne necessitano di un linguaggio dedicato.In realtà per dirla con gli esperti di marketing, le scelte egli acquisti restano una prerogativa femminile e che sem-pre di più le donne costruiscono intorno all’oggetto acqui-stato e o da acquistare un complesso processo di analisiche non è solo basto sul prezzo o sulla marca. Da questoinsieme di fattori nasce l’esigenza di comunicare di piùper muovere all’acquisto, ecco che cresce il panoramadelle riviste a fronte di un mercato pubblicitario pronto ainvestire ingenti risorse per trovare spazi anche non tra-dizionali di comunicazione. Al termine di queste riflessioniè opportuno tornare a fare il punto sulla nozione stessadi giornalismo, su come la notizia deve essere costruita erappresentata e su come sulla base di questa, sia essotesto scritto, parlato, ipertesto, si costruisce, come scri-vevamo nella premessa un rapporto con l’individuo, pub-blico/lettore. E perché il rapporto sia libero è necessarioche l’individuo sia in grado di comprendere, sia munito distrumenti che gli consentano un’interpretazione libera epersonale.Così per tornare a citare Piero Ottone, possia-mo concludere questa dissertazione con questo branotratto dallo stesso volume: “L’uso della parola nella fun-zione estetica è la massima aspirazione del giornalista, èl’essenza della sua vita. (Nella speranza che egli senta il desi-derio di raccontare soltanto cose vere. Se poi, per intensificarel’attenzione altrui, inventa storie fantastiche, è bene che ilnostro soggetto rinunci al giornalismo, e diventi romanziere).

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Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 22

Rai, Romani: “La propostaBondi superata dal digitale”Ma per Gentiloni si può fare,“a patto che ci sia un tetto antitrustalla raccolta pubblicitaria”di Silvano SpanarelloLa bocciatura alla proposta del mini-stro dei Beni Culturali Sandro Bondisu una rete Rai svincolata da Auditele pubblicità come accade nella Fran-cia di Sarkozy arriva dal sottosegre-tario alle Comunicazioni, Paolo Ro-mani. La ragione? Si tratterebbe diuna proposta “superata” dalla tecno-logia, ossia dall’avvento del digitaleterrestre che con la moltiplicazionedei canali porterà al lancio di canali,anche pubblici. tematici e privi dispot. “La televisione è un importantestrumento di diffusione culturale –ha spiegato Romani – ma la propo-sta del ministro Bondi può ritenersisuperata dal passaggio al digitale,che fra un anno e mezzo vedrà digi-talizzato il 70 per cento del Paese. Edigitale – ha aggiunto il sottosegre-tario - significa moltiplicare per cin-que l’offerta televisiva, con tanti ca-nali di servizio pubblico, anche te-matici, che probabilmente non a-vranno al loro interno la pubblicita”.Romani ha poi annunciato che “è allostudio una riforma del contratto diservizio con la Rai in scadenza allafine del 2009: tra le ipotesi c’è quel-la di riperimetrare il servizio pubbli-co, definendo meglio che cosa si in-tende per tv pubblica, che ovvia-mente deve avere una proiezionepiu' culturale che commerciale. Dalcombinato disposto tra le due cose,il passaggio al digitale e la ridefini-zione del contratto di servizio - haconcluso il sottosegretario - si puòragionevolmente risolvere il proble-ma”.L’ipotesi Bondi ha trovato invece unaparziale apertura dal responsabiledella comunicazione per il PD, PaoloGentiloni: “Ridurre la pubblicità sullereti Rai, e non solo su Raitre – hacommentato - è un obiettivo più checondivisibile. Non per fare un canale

'culturale' o di nicchia, ma per rilan-ciare la differenza del servizio pub-blico e della sua missione. La Rai –ha aggiunto Gentiloni - è l'unica trale tv pubbliche dei grandi paesi eu-ropei - prosegue l'ex ministro - adipendere in modo decisivo dallapubblicità e le conseguenze sonoevidenti nella diffusione di un model-lo televisivo che insegue quello dellatv commerciale”. “Naturalmente –ha concluso Gentiloni - un progettodi drastica riduzione della pubblicitàin Rai deve andare di pari passo conl'introduzione di una soglia antitrustalla raccolta pubblicitaria per evitareche le risorse in uscita dalla tv pub-blica confluiscano nelle reti di pro-prietà del Presidente del Consiglio,accentuandone ancora di più l’attua-le posizione dominante".

Paolo Gentiloni, fonte camera.it

Paolo Romani, fonte camera.it

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 23

Furto d’identità:Adiconsum lancia un sitoe una guida per difendersiE una ricerca rivela che un consumatoresu quattro ne è vittima

di Laura Caputo

Un sito e la proposta di inserire trai reati il furto di identità. L’Adicon-sum chiede al governo maggioreattenzione a un fenomeno dilagan-te sul web come si sta rivelandoquello sul furto di identità. Nelcorso del forum sul furto di identi-tà realizzato da Adiconsum nell’-ambito del progetto ‘Save the da-te’ sono stati presentati i risultatidi un’indagine su 1325 consuma-tori realizzata in collaborazionecon Fellowes-Leonardi.La ricerca mette in luce un datoallarmante: un consumatore suquattro è vittima di furto d'identi-tà. Si tratta, prevalentemente,di liberi professionisti, commer-cianti e pensionati, residenti nelCentro-Sud, a cui capita di per-dere o farsi clonare bancomat ecarte di credito, di lasciare me-morizzate le proprie passwordsul pc o, più semplicemente, digettare nei cassonetti informa-zioni bancarie e altri documentisensibili senza prima farli a pez-zettini. Una “distrazione”, di soli-to scoperta attraverso la letturadegli estratti conto, che costa, ingenere, 500 euro, ma è facile arri-vare (e superare), anche, quotamille euro. E in più il malcapitatopuò, anche, finire in tribunale perdifendersi, per esempio, perchénon ha pagato una rata di mutuodi una casa comprata (a sua insa-puta) in una nota località sciisticaitaliana o un finanziamento perl'acquisto di una sfavillante Merce-des, peraltro, pure intestata, mache, ovviamente, non ha mai vi-

sto. Di qui la sollecitazione, daparte del segretario generale diAdiconsum, Paolo Landi, “alle isti-tuzioni, per inserire al più prestonel nostro ordinamento il reato difurto d'identità”.Nell'immediato, comunque, pro-segue Landi, abbiamo istituito unOsservatorio permanente permonitorare il fenomeno, informa-re i cittadini sui rischi e fornireconsigli e assistenza in caso difurto.Inoltre, è disponibile, gratuita-mente, una guida “Difendi la tuaprivacy” ed è possibile, anche,contattando il sitowww.furtodidentita.com dovetrovare tutto quello che c'è dasapere sul furto d'identità.Dall'indagine emerge, poi, comeben il 69% degli intervistati non sivergogni e denunci (a carabinieri epolizia postale) il furto della pro-pria identità o la frode subita. Maè, ancora, alta la percentuale dichi non prende precauzioni pereccessiva sicurezza (il 40% diitaliani non usa le carte prepa-gate per i propri acquisti on li-ne) o, addirittura, perché nonconosce il fenomeno o non è in-formato sui rischi che si possonocorrere. Tra le precauzioni sug-gerite: aggiornare costantemen-te l'antivirus del pc, non rispon-dere a mail provenienti da sco-nosciuti e non salvare passwordpersonali on-line.E se proprio si devono inserire datipersonali su internet, il consiglio èquello di controllare sempre, nelsito, che la trasmissione avvengacon protocollo cifrato.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 24

Nielsen Online presenta BuzzMetricsNielsen Online ha presentato BuzzMetrics, lo strumentoper la misurazione del “buzz”, ovvero l’insieme di tuttiquei contenuti, opinioni, consigli, passaparola che corro-no sulla rete.“BuzzMetrics è attivo con grande successo negli StatiUniti da oltre dieci anni e dal 2007 anche in Gran Breta-gna, Germania, Australia/Nuova Zelanda e Spagna. InItalia questo servizio era molto atteso dalle tante azien-de che stanno comprendendo quanto sia importanteascoltare la voce dei consumatori sul web - ha spiegatoLuca Bordin, Managing Director Nielsen Online - Stiamoassistendo al boom dei contenuti generati dagli utenti.I nostri dati ci dicono che sempre più persone frequen-

tano community, blog, social network: nel mondo a di-cembre 2008 erano quasi 250 milioni, 16 milioni solo inItalia – ha proseguito Bordin – ma ciò che colpisce è iltempo che queste persone vi dedicano: nel nostro Pae-se una media di oltre tre ore e mezza al mese a testa”.

Motori.it, una partenza “a tutto gas”I dati relativi ai primi dieci giorni di Mo-tori.it confermano sia le aspettative dellancio, sia accelerano significativamen-te il processo di affermazione del sitonell’editoria Web di settore.Sono già 50.000 gli utenti unici che han-no visitato la nuova testata sul mondodell'auto del Gruppo HTML e che si sonosoffermati all'interno di tutte le sue aree,come si può evincere dalle 300.000 pagi-ne viste e dall'ottimo dato relativo allapermanenza media sul sito, oltre i 4:30minuti. Il merito è nei contenuti, che ga-rantiscono un'informazione puntuale,fondamentale in un settore dove la tem-pestività della notizia è in grado di fare ladifferenza. In questo senso, è esemplarela copertura riservata al 79° Salone diGinevra, che ha attratto gli utenti e con-quistato il favore degli addetti ai lavori, oltre che nu-merosi link sulla blogosfera. Altro punto di forza èdata dall’usabilità del sito, che permette di navigarecon immediatezza tra le varie sezioni, ma anche del-la multimedialità, che riesce ad integrare i contenuticon foto e video selezionati. Un ulteriore indice delgradimento di Motori.it è rintracciabile nei 20.000utenti iscritti alla newsletter in soli dieci giorni e neitanti commenti che già arricchiscono gli articoli delsito. “C'è fiducia e soddisfazione intorno a questi pri-mi dati ricevuti – ha commentato Giusy Cappiello,direttore vendite di TAG Advertising. - Si tratta dinumeri che non si limitano a registrare il notevoleafflusso al sito, ma che forniscono un feedback inco-

raggiante soprattutto da un punto di vista qualita-tivo: Motori.it piace. E piace proprio al target checi eravamo prefissati di raggiungere. Uno sguardoanalitico sulla profilazione dei primi utenti regi-strati fotografa un'audience qualificata, istruita,altospendente e con forte propensione all'acquisto.Si tratta per lo più di giovani sopra i 25 anni ap-passionati del settore o early adopter, attenti alleultime novità, ma sensibili alle tematiche ambientalie all'ottimizzazione dei consumi. Fin da subito glisponsor hanno mostrato interesse e apprezzato lepotenzialità strategiche offerte dal sito: a brevesaranno on line importanti campagne declinate suformati davvero innovativi”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 25

Con Yahoo! alla scopertadel Salone di Ginevra ‘09L’auto del futuro? È già presente. Ieri al Salone di Gine-vra 2009 hanno sfilato per la prima volta in maniera con-sistente le automobili ecologiche, che a breve percorre-ranno le strade. Dai modelli a metano a quelli “ibridi” finoai motori elettrici, su Yahoo! Auto, partner ufficiale della79esima edizione del Salone di Ginevra, è possibile sco-prire l’auto del futuro e vivere l’evento direttamente dalproprio pc. Lo speciale dedicato di Yahoo! Auto è già on-line [http://it.cars.yahoo.com/ginevra/] e offre una pre-view esclusiva della manifestazione e dei suoi contenuti,garantendo piena copertura dell’evento e riportando tuttii dettagli delle auto su cui saranno puntati i riflettori que-st’anno. Gli articoli dettagliati, le pagelle, le photogallerye i video dedicati presentano agli utenti di Yahoo! i mo-delli più attesi e tutte le tendenze del 2009, rivolgendosisia agli appassionati che ad una audience più esperta.Una sezione dedicata con articoli e photogallery raccoglietutte le informazioni e le caratteristiche delle auto“concept” e “green” presenti al Salone.

Vodafone Lab si rinnovaA 8 mesi dal lancio il vodafone lab (lab.vodafone.it) sirifà il trucco. Il laboratorio di idee nato in casa Vodafoneper dare spazio alle opinioni di tutti nel mondo delle tec-nologie cambia la veste grafica. La grafica del vodafonelab è più semplice da consultare, grazie ai suggerimentiarrivati dagli oltre 23.000 utenti che dal 7 luglio scorsopopolano il lab. In questi otto mesi la redazione del labha postato 324 post nel blog , di cui la maggior partevideo. Nel forum sono state aperte circa 4.600 discussio-ni dai labber, mentre nel wiki sono state create oltre 500voci ad hoc. Vodafone lab è un laboratorio di idee on-line, un luogo in cui discutere e scambiarsi opinioni sugli

argomenti più interessanti del mondo tecnologico e toc-care con mano tutte le più importanti novità di questomercato in continua evoluzione.

Nasce RMC Motori,una nuova webradio on-lineNel bouquet di webradio del Gruppo Finelco nasce oggila trentesima proposta: RMC Motori, emittente dedicataal mondo delle quattro ruote e agli automobilisti in gene-rale, che offre rubriche varie e diversificate, affidate aesperti del settore, unite alla musica.Le notizie e i servizi sono realizzati dai giornalisti dellaredazione motori di RMC (Paolo Ciccarone, Debora Gan-dini, Nicola Zanarini, Franz Bisi) e gli argomenti affrontativanno dalle novità degli autosaloni ai consigli utili perl’automobilista, dalle auto celebri ai suggerimenti nelcampo della meccanica e delle assicurazioni. C’è spazioper reportage sulla Formula 1 e sui capolavori del cinema

che hanno immortalato una vettura.La webradio è ascoltabile su unitedradio.it, radiomonte-carlo.net, su iPhone 3G, Smartphone con sistema opera-tivo Symbian, Msn Messenger.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 26

Sociologia del commercio elettronico:il venditore on-line è sempre più spesso donnaOxatis ha realizzato una ricerca volta a delineare il profilodell’e-commerciante con lo scopo di combattere alcuneidee precostituite e stereotipi che vedono solo giovanissimie “smanettoni” operare nel mondo dell’e-commerce e diInternet in generale. Lo studio dello scorso anno aveva giàrivelato alcune caratteristiche del venditore online: non piùgiovanissimo (dai 40 anni in su), con conoscenze informa-tiche di base, ma grande fiuto per gli affari, visto che rag-giunge l’e-commerce dopo aver maturato esperienza off-line. La ricerca di quest’anno condotta da Oxatis, rivela eprecisa, quindi, che la natura degli e-commercianti non ècostituita né dagli ipermercati on-line, né dagli “amatori”che frequentano i marketplace, né da giovani fanatici diInternet di 25 anni, ma da micro imprese di commerciantiprofessionisti maturi, con una forte percentuale femminile,interessati a scegliere delle condizioni di lavoro che per-mettano di conciliare lavoro e famiglia. Grazie all’uso dipiattaforme di creazione di siti di commercio elettronicocome Oxatis, questi utenti hanno avuto l’opportunità diapprocciarsi all’e-commerce con un investimento misuratoe ottenendo un rapido successo. Condotta su un campionedi 2500 clienti, la nuova indagine aggiunge elementi inte-ressanti al profilo del venditore on-line stilato precedente-mente, per un quadro sociologico più preciso del commer-ciante virtuale che risulta essere diplomato (76% degliintervistati), sposato o convivente, nell’81% dei casi, configli (79%) e sempre più spesso donna.Nella fascia di età di riferimento, ovvero quella tra i 35 e i50 anni, infatti, il numero delle e-commercianti è aumen-tato fino a raggiungere quello dei colleghi maschi. Nellafascia di età tra i 25-35 anni, invece, il numero di donneattive nel commercio elettronico supera del 4% quello de-gli uomini, che recuperano terreno nella fascia over 50.La ricerca conferma, poi, il dato del 2008 secondo il qualela maggioranza degli e-commercianti ha un’attività com-

merciale off-line avviata (70%), mentre evidenzia che tra i“Pure Player Online” il numero delle donne supera quellodegli uomini. Infatti, le donne che si consacrano solo all’e-commerce sono il 37%, contro il 25% degli uomini, riu-scendo, in questo modo, a conciliare meglio vita professio-nale e familiare, senza rinunciare a un reddito proprio e asoddisfazioni professionali.Il commercio elettronico resta alla portata di tutti, infatti,l’indagine ribadisce che il commerciante on-line non è unweb addicted: il 51% degli intervistati non aveva sitiInternet prima di aprire il proprio negozio online, cionono-stante, la stragrande maggioranza degli e-commerciantiOxatis intervistati (90%) ha creato in prima persona ilproprio sito e nel 70% dei casi continua a gestirlo da solo,anche se il 33% degli intervistati confessa di usufruire del-l’aiuto di un membro della famiglia. Tra le principali moti-vazioni che spingono ad avvicinarsi all’e-commerce ci so-no: la possibilità di creare un’attività in proprio con inve-stimenti iniziali limitati (57%), di aumentare il proprio vo-lume d’affari (53%) e di poter operare 24 ore su 24 e 7giorni su 7 (46%). Particolarmente significativo il fatto chetra coloro che hanno scelto l’e-commerce per mettersi inproprio il 60% sia composto da donne. Secondo gli intervi-stati, l’e-commerce offre altre due importanti facilitazioni,particolarmente apprezzate dalla componente femminiledel campione: avere orari flessibili e poter lavorare da ca-sa. Ma quanto sono soddisfatti i venditori virtuali? Ovvero,quanto incide l’attività online sul loro reddito? Alla domanda“Qual è la proporzione del suo volume d’affari on-line?” piùdella metà dei venditori ha risposto di realizzare on-line piùdel 15% del fatturato, mentre per il 16% di essi l’e-commerce costituisce l’attività principale (più del 50% delfatturato). Un’incidenza decisamente favorevole, tanto che,negli ultimi sei mesi, il volume d’affari del 62% dei clientiOxatis intervistati ha subito un aumento del 10% circa.

Torna “Virgilio Mail”Virgilio, il portale di Telecom Italia, torna ad offrire agliutilizzatori del web il servizio di posta elettronica “VirgilioMail”, arricchito di nuovi servizi e prestazioni. Grazie allarealizzazione di un nuovo look grafico, la gestione e laconsultazione della propria e-mail sarà ancora più sem-plice: si avranno a disposizione 3 Gigabyte di spazio pergestire la propria casella di posta elettronica, fino a 2Gigabyte per spedire o ricevere file di grandi dimensionie programmi antivirus e antispam di ultima generazioneche garantiscono la sicurezza e la protezione delle e-mail. Chi sceglierà “Virgilio Mail” potrà consultare in qual-siasi momento la posta elettronica personale direttamen-te dal proprio telefonino.

La nuova casella, attivabile dal portale www.virgilio.it,offrirà agli utenti anche un servizio “Notes” che consentedi programmare il calendario degli appuntamenti perso-nali e di essere avvisato con un alert via e-mail per ogniappuntamento in agenda. Inoltre, per coloro che accedo-no alla propria e-mail, sarà possibile “chattare” in temporeale con gli internauti Alice e Windows Messanger attiviin rete. Tutti coloro che si registreranno al servizio avran-no sulla propria home page di posta le news del giornosui temi generali, oltre che su musica, sport, giochi, viag-gi, motori. Infine, si potrà accedere a tutti i servizi dellaCommunity come ad esempio Foto Album, Blog e SpazioWeb.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 27

Il Corbis: la popolazione dei single cresce ele donne impazzano sui social networkDa uno studio condotto dagli esperti del CreativeIntelligence Team di Corbis, studiosi dei trend visuali eculturali in America, Europa, Medio Oriente, Africa edAsia Pacifico, si evince che la popolazione dei single stacrescendo in tutto il mondo.Negli anni ’70 il numero di single negli Stati Uniti am-montava a 38 milioni, recentemente è salito fino a quasi90 milioni, superando quello dei nuclei famigliari tradi-zionali. Solo il 16% di questa popolazione è alla ricercadi un partner, il restante si dichiara soddisfatta del pro-prio stato di single.Le ricerche condotte rilevano che un maggior numero digiovani, in Europa, sceglie di vivere con i genitori o dicondividere la casa con altri single a causa del continuorincaro del costo della vita nelle principali città. Di con-seguenza molti giovani si sposano in età “avanzata” ecreano una famiglia più tardi rispetto alle generazioniprecedenti, dando priorità alle ambizioni e agli interessiindividuali.Anche il Giappone sta registrando un fenomeno similecon oltre 16 milioni di single.La Cina sta entrando anch’essa in questo sistema deisingle.A questo proposito, tra i dati sorprendenti c’è una cre-scita esponenziale femminile su Web, dove le donneraggiungono la maggioranza degli utenti americani, parial 53%, al fine di tessere delle relazioni. Mentre il Websi afferma sempre più come un social medium, le donneaffollano i siti di “social networking” e utilizzanoInternet per instaurare relazioni, incontrare nuove per-sone e tenersi in contatto con amici e parenti.

Inoltre da un recente studio condotto negli Stati Uniti sievince che i diamanti non sono più i “migliori amici” del-le donne. Tre donne su quattro infatti preferiscono rice-

vere come regalo un dispositivo tecnologico, per esem-pio un nuovo televisore al plasma, mentre, dovendoscegliere tra un paio di scarpe di marca e una nuovavideocamera digitale, un sorprendente 86% opta senzadubbio per la seconda.Le donne stanno superando gli uomini nell’acquisto dicomputer, videogiochi e D.V.D., arrivando ad affermarsicome la fascia di pubblico di riferimento a cui gli opera-tori del settore devono indirizzarsi.

Uno spot per il teatro PalladiumTrenta secondi per evocare una stagione intera. È on airil video promozionale che xister ha realizzato per presen-tare il cartellone 2009 del teatro Palladium di Roma. Lospot è in programmazione fino al 15 marzo nelle saleUGC, UCI, Stardust, Embassy (in tutto il Lazio) e fino al30 marzo nelle sale Warner (su schermi nazionali).“Il teatro, cambia” è la firma della campagna: cambia lanatura del teatro, che con ogni spettacolo assume unaconnotazione nuova; cambia anche lo spettatore, che sievolve continuando a portare con sé le forti emozioni cheha vissuto. È questo il segno impresso dalla nuova ge-stione al teatro.

Nel video il concept è reso esplicito dal vortice di espe-rienze ed emozioni che prendono forma nell’occhio dellospettatore: musica, teatro, danza, arti visive, incontri. Lospot, che precede le proiezioni dei film in sala, evoca lacaratteristica del teatro Palladium: una programmazionedensa e capace di comprendere forme espressive ed e-stetiche differenti.La creatività è di Sarah Grimaldi e Valerio Di Giorgio del-l’agenzia xister, le musiche originali realizzate da Xcoast.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 28

È MC2 il nuovo centro media di illycaffèillycaffè S.p.A. ha scelto MC2 per la strategia e la pianifi-cazione media. Sul fronte creativo la illycaffè conferma laconsulenza di Annamaria Testa, anche attraverso la suasocietà Progetti Nuovi che ha ideato le ultime campagnestampa. “Abbiamo scelto MC2, per la sua capacità di ca-pire le esigenze del consumatore di elezione di illycaffèche è molto dinamico, nomade e demanding – ha affer-mato Giacomo Biviano, direttore generale divisione Emeadi illycaffè - Il piano 2009 è ancora in fase di elaborazio-

ne, ma sappiamo già che prevederà una forte integrazio-ne fra i mezzi offline e digitali ”.“Siamo molto orgogliosi di annoverare tra i nostri clientiillycaffè, una azienda da sempre riconosciuta come dina-mica e all’avanguardia – ha dichiarato Federico de Nar-dis, AD di MC2 mediacommunication - Sarà una sfida eun piacere poter lavorare insieme a loro. Anche se il pia-no 2009 è ancora in fase di studio le prime nuove cam-pagne partiranno già nei prossimi mesi”.

On air la campagna di Accor ServicesRiparte la campagna di Accor Services, all’insegna delclaim “Una conquista dell’umanità!”. Dopo il grande suc-cesso ottenuto nel 2008, anche per l’anno 2009 sarannotre illustri personaggi della storia a dare voce ai prodottidel gruppo: Cristoforo Colombo, Leonardo da Vinci e Giu-seppe Garibaldi. La campagna è ideata da 141 worldwi-de, società del gruppo Ogilvy & Mather, per promuovere imarchi Ticket Restaurant, Ticket Compliments e TicketRestaurant Card, e sarà pianificata sulle radio nazionali eattraverso cartoline a tema nel circuito Promocard. I sog-getti riguardano tre situazioni: Leonardo da Vinci cheinsieme alla Gioconda promuove la pausa pranzo con laTicket Restaurant Card, Giuseppe Garibaldi che si trova afar fronte a 1000 richieste di ogni tipo ricorrendo ai Ti-cket Compliments, e Cristoforo Colombo che invoca i Ti-cket Restaurant per far fronte alle esigenze dei suoi ma-rinai. La campagna sarà on air sulle reti Radio Rai fino al14 marzo e su Radio 24 fino al 7 marzo. Le Promocard,

invece, saranno in distribuzione negli appositi espositorifino all’8 marzo.

Con 1861united il brand Police diventa YouniquePolice torna in comunicazione per illancio delle nuove collezioni e lo facon 1861united, l'agenzia guidata daPino Rozzi, Roberto Battaglia e NicolaBelli. Un grande progetto che consoli-da e reinterpreta il concept creativo“Be Younique”. Dodici diversi soggetti

stampa e affissione che raccontanostorie metropolitane, persone dal vol-to particolare che hanno interessi ori-ginali. Dagli scatti di Pierpaolo Ferrari,realizzati tra New York e Milano, e-mergono personaggi alternativi efashion, “Younique”, che rappresenta-

no il lifestyle Police. Dal concetto “BeYounique” si sono articolate numero-se attività collaterali. Per la settimanadella moda sono state realizzate affis-sioni speciali nei punti strategici diMilano. Da fine marzo il restyling to-tale del sito internet, in linea con lacampagna stampa e con il mood urban-fashion del brand. Per il Mido, la MostraInternazionale Ottica, a Milano da oggial 9 marzo, è stato studiato e realizzatol’intero allestimento dello stand Police.Credit:Copy:Luca BeatoArt: Filippo Solimena, Nicola BolfelliDirettori Creativi:Vincenzo Celli, Peppe CirilloDirettori Creativi Esecutivi:Pino Rozzi, , Roberto BattagliaFoto: Pierpaolo Ferrari

OVS industry: campagna Spring09Dopo Parigi, Los Angeles e New York è Marsiglia lalocation della nuova campagna OVS industrySpring09. Scattata dal fotografo Christophe Rihet,la campagna OVS Spring09 è ambientata tra le viedella cittadina francese e le spiagge della sua co-sta. La campagna riprende una varietà di situazio-

ni: la storia dei protagonisti si snodatra la città, la casa sul mare e laspiaggia. La campagna è on air dametà febbraio a fine maggio, instampa e affissione, in Italia e all’e-stero.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 29

A Roma l’adidas Rugby TempleAdidas, in occasione del torneo più antico nel mondo delrugby, vuole ribadire su Roma, che ospita le gare internedell’Italia, la sua presenza nel mondo della palla ovale,attraverso lo sfruttamento dei suoi asset unici presentinella nazionale azzurra. È stato ideato e sviluppato unprogetto di comunicazione che prevede la nascita di unluogo di ritrovo che sia il punto di riferimento per i veriamanti del Rugby. L’adidas Rugby Temple in via del Co-losseo, a pochi passi dal monumento, è il primo“temporary pub” e ha preso vita grazie alla partnershiptra adidas e Shamrock. Il pub mantiene la sua atmosferadi tipico pub irlandese, ma Adidas lo ha trasformato neltempio del Rugby grazie ad un allestimento che ne esaltaancor di più la passione per questo sport: cimeli storici,testimonianze degli All Blacks e dei Pumas argentini. L’-attività è comunicata con affissione nei pressi dello stadio

Flaminio, dinamica, un forte supporto street marketingcon Jeep Iveco Rugby Temple.

Alt Communication toglie la cravatta a BlackBerryRisolto il mistero dell’invasione di cravatteche nei giorni scorsi ha colpito Milano du-rante la settimana della Moda.Alt Communication ha ideato e organizza-to un’originale azione di street marketingallo scopo di comunicare, in maniera ironi-ca e sorprendente, il nuovo posizionamen-to di BlackBerry: ha invaso Milano con lecravatte, durante la settimana della mo-da. Gli smartphone BlackBerry infatti nonsono più dedicati solo al mondo business,ma si rivolgono anche a un pubblico con-sumer, composto da giovani.L’azione si è svolta in due fasi: una primateaser, giovedì 26 febbraio, ha previsto ilposizionamento di 10.000 cravatte su mo-torini, specchietti delle auto, all’ingressodelle fermate delle metropolitane, in localie luoghi di aggregazione, per creare curio-sità e attenzione ma senza svelare molto.Solo nella seconda fase, venerdì 27 feb-braio, è stato svelato il collegamento conil nuovo posizionamento di BalckBerry

attraverso la distribuzione di 5-0.000 flyer realizzati come unfinto magazine di moda. La coverpatinata e gli articoli presentava-no le soluzioni che rendono glismartphone BlackBerry uno stru-mento di comunicazione indispen-sabile per essere sempre connessicon le ultime tendenze ovunque cisi trovi. Le zone di Milano scelteper l’azione sono state PiazzaDuomo e Colonne di San Lorenzo,le Università e i siti dove si con-centravano le attività legate allasettimana della Moda.Lo staff di Alt Communication che

ha curato il progetto è composto

da Luigi Tursi Art Director, Ema-

nuela Ciuffarella Marketing

Manager, Isidoro Rubio Account e

Donato Della Guardia Project

Manager.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 30

Pignoletto Gradizzolo sponsor di ErnestvirgolaIl Pignoletto "Gradizzolo" sponsorizza l'etichetta indipen-dente Ernest, in occasione della III edizione di BilBOl-bul. Festival Internazionale di fumetto, a Bologna finoall’8 marzo 2009. E Drusillo è il nome dell'ernestcocktailcreato da Rebecca Rossi, che sarà presentato in ante-prima al party ufficiale del Festival. Ernestvirgola è unacasa editrice indipendente. Il gruppo è composto daifondatori Sara Pavan, Vincenzo Filosa e Francesco Cat-tani, con Alessandro Lise e Alberto Talami, Laura Ca-

melli, Giusy Noce, Samantha Lucia-ni e Rebecca Rossi. L’etichetta sidescrive “come una festa in giardinoa fine maggio con i palloncini colo-rati sugli alberi e gli amici che arri-vano con torte salate e dolci fatti incasa”. E quest’anno firma proprio ilparty ufficiale, domani, al Caffè DeMarchi in centro a Bologna.

Levoni sceglie EdelmanLevoni ha scelto Edelman come partner per la consulenzanell’attività di comunicazione. L’agenzia si occuperà delleattività di ufficio stampa e fornirà la sua consulenza nell’-organizzazione di iniziative speciali. L’obiettivo è comuni-care le caratteristiche e i plus dei salumi Levoni, aumen-tando il livello di notorietà del marchio e della gamma deiprodotti.“La nostra azienda da sempre si distingue per la grandeattenzione alla qualità dei propri salumi. Sinonimo di tra-dizione e di gusti eccellenti, il nome Levoni è associato

alla bontà dei prodotti e al piacere che si prova nel gu-starli – ha commentato Marella Levoni, responsabile rela-zioni esterne e comunicazione - Per noi è quindi fonda-mentale comunicare questa nostra filosofia. Con il sup-porto di Edelman e in particolare grazie alla sua espe-rienza nell’area food, vogliamo istituire una relazione co-stante e duratura con i media”.“Siamo orgogliosi di diventare partner di un’azienda disuccesso come Levoni per accompagnarla nel suo percor-so di comunicazione tutto all’insegna della qualità – haaffermato Fiorella Passoni, Amministratore Delegato diEdelman Italia –. È la prima volta che l’azienda si avvici-na al mondo della comunicazione con i giornalisti e, perquesto motivo, l’incarico ha per noi un significato ancoramaggiore e stimolante”.

MSC Crociere: un concorsoper le agenzie di viaggioMSC Crociere propone MSC & PARTNERS, concorso dedi-cato alle agenzie diviaggio e grazie al qua-le tutte le agenzie diviaggio italiane checommercializzano ilprodotto saranno prota-goniste di un’iniziativadi incentivazione.Le ADV che venderannoalmeno una crociera delcatalogo annuale 2008-2009 con data di par-tenza compresa tra il1° marzo e il 31 ottobre2009 potranno parteci-pare all’assegnazione di3 Land Rover, 25scooter Pato, 50 bla-ckberry Storm e 150 giacconi Timberland. Il concorsopremierà le agenzie che risulteranno ai primi posti della

classifica sulla base delle vendite sviluppate nel periododel concorso.“Questo straordinario concorso vuo-le premiare le agenzie di viaggiopartners di MSC Crociere. Le agen-ziesono il nostro unico canale distribu-tivo – ha dichiarato Leonardo Massa,direttore commerciale Italia e SudEuropa di MSC Crociere - e da sem-pre proponiamo iniziative speciali aloro dedicate. Questa tipologia diincentivazione ci consente di valoriz-zare ulteriormente il rapporto fidu-ciario ed esclusivo che la Compagniaha costruito negli anni con gli agentidi viaggio. Con le ADV, infatti, MSCCrociere condivide non solo il suc-cesso che sta ottenendo come a-

zienda nel mondo ma anche un futuro prospero, ricco diaspettative e di nuove sfide”.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 31

OMP firma la Mille MigliaE’ stato sottoscritto un accordo di subli-censing tra OMP e l’ATI - composta daMAC Events, Meet Comunicazione e San-remo Rally - che gestisce l’organizzazio-ne, la comunicazione, lo sponsoring e lalicenza del marchio della Mille Miglia, lastorica competizione d’auto d’epoca. OMPprodurrà abbigliamento e accessori racingcon una linea dedicata “special editionMille Miglia” che comprende caschi, tute,stivaletti, guanti e sottotute di ultima ge-nerazione. Grazie a questa intesa, i par-tecipanti della Mille Miglia 2009 potranno

dunque sin da oggi ordinare e farsi confezio-nare su misura i propri capi gara, con ricamipersonalizzati ed originali vezzi creativi surichiesta.“Poter produrre e lanciare una linea di abbi-gliamento ad hoc per la Mille Miglia che ve-stirà i protagonisti di questa mitica gara - hacommentato Paolo Delprato, vice presidentedi OMP - ci dà grande soddisfazione e ricono-scimento delle nostre capacità e del posizio-na mento che stiamo perseguendo anche nelsettore vintage per auto d’epoca con il mar-chio OMP”.

Le guide Clup in libreria con Well Done!Nuovi titoli, un look grafico completamenterivisto, contenuti ancora più accattivanti. Èiniziato così il 2009 per le Clup, le guide DeAgostini. Un progetto di riposizionamentodel marchio che il gruppo di Novara ha svi-luppato non solo attraverso il restyling gra-fico/editoriale della collana, ma anche con larealizzazione di una grande operazione divisibilità allestita sul punto vendita. Comepartner creativo di questa iniziativa è statascelta Well done! La struttura si è concen-

trata in primis sulla definizione del concept esuccessivamente sulla sua declinazione nei di-versi materiali p.o.p. destinati alle librerie: “Clupfirma il tuo viaggio” esprime l’autorevolezza del-la collana, la capacità di porsi come punto di ri-ferimento per il viaggiatore, il tocco unico nellascelta degli itinerari.A livello visivo, tutto si basa sul concetto di“modularità”, sulla possibilità cioè di svilupparediversi livelli di comunicazione a partire da unsemplice elemento costitutivo: il cubo.

Il naming placement sbarca in Italiacon “L’ultimo Crodino”In uscita a marzo nelle sale interprato da Enzo Iachetti,Ricky Tognazzi e Serena Autieri, il film di Umberto Spi-nazzolla si ispira ad un fatto di cronaca realmente acca-duto nel 2001: il maldestro tentativo di rapimento postmortem di Enrico Cuccia (ex direttore di Mediobanca) adopera di due pasticcioni, Pes (Enzo Iacchetti) e Crodino(Ricky Tognazzi), a corto di denaro.Questo lo spunto per organizzare la prima operazione dinaming placement del cinema italiano, curata dalla tori-nese Top Time. L’operazione studiata da Paolo Tenna,amministratore delegato di Top Time, e Federica Femia,project manager dell’agenzia, ha coinvolto il marketingdel Gruppo Campari in un’attività già nota al cinema diHollywood ma nuova per il mondo della pubblicità madein italy.Top Time e Campari hanno studiato un posizionamentostrategico del brand Crodino molto forte, che attraverso ilfilm mira a valorizzare Crodino soprattutto in terminiqualitativi. Una vera e propria operazione di marketing,dunque. “Abbiamo un profondo rispetto del cinema italia-no – ha dichiarato Paolo Tenna – inteso come opera cul-turale e patrimonio di tutti, che non può e non deve limi-

tarsi ad essere business. Proprio per questo creatività equalità restano asset imprescindibili del film di UmbertoSpinazzolla”. Comunicazione aziendale e spettacolo sifondono in questo meccanismo che non stravolge il cuoredel racconto narrativo ma anzi lo arricchisce.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 32

La Nazione: 150 anni di storiaIl calendario degli eventi realizzati per celebrare i 150 annidi vita de La Nazione, il cui culmine è la mostra che si tro-va nel Palazzo Medici Riccardi (Galleria dei Medici) e iniziadomani, ha come denominatore comune i lettori. Le attivi-tà programmate, infatti, sono state studiate per coinvolge-re il maggior numero di partecipanti possibili, per ricam-biare l’affetto e la fedeltà di tutti coloro che considerano LaNazione il “proprio giornale” e che le hanno permesso diraccontare questo secolo e mezzo di storia.L’organizzazione offre una varietà di occasioni di incontroe scoperta, tra cui una mostra itinerante e visite ai teatrifiorentini. Proprio per questo, nel cuore di Firenze, la Pro-vincia ha voluto ospitare questa mostra che vuole far rivi-vere al visitatore anno dopo anno gli eventi più significati-vi, politici e culturali, ma anche fatti di cronaca o semplicicuriosità tratte dalle notizie del giornale. Un secolo e mez-zo di cronaca e di storia con uno sguardo attento a ciò chestava accadendo, di epoca in epoca, in Europa e nel mon-do. La mostra propone due percorsi: una carrellata crono-logica composta da 150 pannelli che riproducono le prime

pagine e gli articoli che hanno scritto la nostra storia eun’esposizione di rari documenti e cimeli risorgimentalitratti dalle collezioni della Fondazione Spadolini che inte-gra il percorso. Le immagini dei protagonisti, le testimo-nianze autentiche degli eventi politici, militari e culturaliintrodurranno il visitatore al percorso storico.

Nuovo scooter Geo 250 RS e viaggio in MalesiaSeiviaggi, in occasione della presentazionedel nuovo scooter Geo 250 RS, proponeun concorso, in partnership con PeugeotMotocycles e L’Ente Malese per il turismo:in palio un viaggio per due persone in Ma-lesia a Kuala Lumpur e sull'isola di Pan-gkor.L'iniziativa si svolge fino al 31 marzo ecoinvolge 300 punti vendita Peugeot intutta Italia (elenco disponibile su peugeot-moto.it). Per partecipare è necessario re-carsi presso i punti vendita che aderisconoall’iniziativa, provare il nuovo Geo 250 RSe compilare l’apposita cartolina.

Warrant Group presenta il primo portale ‘tailor-made’della finanza agevolata. È janus.warrantgroup.it.Il portale, dal quale si accede anche dal sitowww.warrantgroup.it - monitora complessivamenteoltre un centinaio di fonti (a livello istituzionale co-munitario, nazionale ed anche a scala regionale, ol-tre al monitoraggio dei siti di enti gestori ed eroga-tori a livello privato), mettendo in evidenza in ma-niera puntuale, con aggiornamenti in tempo reale, ibandi e le agevolazioni disponibili su scala regionale,nazionale e comunitaria per i più svariati settori

merceologici, oltre a gare e appalti. Ma non c’ è soloinformazione.“Janus.warrantgroup.it è un portale intelligente che siconfigura come uno strumento flessibile e strutturatoper le singole esigenze di ciascuna azienda, grazie adun sofisticato sistema di filtri che consentono di dise-gnare ‘su misura’ le informazioni di interesse per cia-scuna realtà in relazione alla sua organizzazione ed alsettore merceologico di appartenenza, da quello indu-striale a quello dei servizi” ha dichiarato Roberto Furini,Amministratore Delegato Warrant Group.

Warrant Group presentail portale ‘Tailor-Made’

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 33

Wind e Orascom:cambi al verticeDal primo aprile nella società italiana,guidata da Luigi Gubitosi e che fa capo al

gruppo dell'im-prenditore egi-ziano NaguibSawiris, arrivaun nuovo diret-tore generale,Ossama Bessa-da , mentrel'attuale dg diWind, KhaledBichara, assu-merà lo stessoincarico nellac a p o g r u p p oOrascom Tele-com Holding.Bessada guide-rà in Wind leunità Commer-

ciale, Tecnica, IT, R&S, Strategia operati-va, Affari regolamentari e Relazioni istitu-zionali dell'operatore.''Il manager - si legge in una nota - hadato un impulso dinamico alla strategiacommerciale di Oth, contribuendo al mi-

g l i o r ame n t odella redditivi-tà negli ultimitre anni, rad-doppiando iricavi del grup-po e triplican-do il numerodegli abbonati.Da oltre 15anni nelle tele-comunicazioni,Bessada hauna laurea iningegneria del-le telecomuni-cazioni e unMaster in Busi-ness Admini-stration''.

Bichara, nella veste di direttore generaledi Orascom, sarà a capo della divisionetecnica, IT, affari regolamentari, commer-ciali e marketing del gruppo. E’ statoChief commercial officer di Wind dal 2006e ha diretto l'unità telefonia fissa e porta-

le (Infostrada e Libero) dal 2005. ''Grazieal suo contributo Wind, in soli tre anni, èdiventato uno dei principali operatori inte-grati di telefonia mobile, fissa e bandalarga d'Europa. Il manager è anche il co-fondatore e presidente di LINKdotNET, ilmaggior Isp privato del Medio Oriente'',sottolinea la nota. Per il presidente e ceodi Oth, Naguib Sawiris, ''la nomina diKhaled Bichara a Coo di Oth è un nuovopasso in una carriera costellata di succes-si, più di recente in Wind dove è statol'artefice del turnaround del risultato ope-rativo della società e ha contribuito inmodo determinante a fare di Wind l'ope-ratore di tlc italiano a crescita più rapida''.''Ossama Bessada - prosegue Naguib Sa-wiris - ha una vasta esperienza commer-ciale nel settore delle tlc, dove ha contri-buito a promuovere l'impressionante e-spansione di Orascom Telecom. Nel suoruolo di Chief Commercial Officer di Wea-ther Investments ha acquisito una cono-scenza approfondita del funzionamentodelle società operative del gruppo cheutilizzerà a vantaggio di Wind nella suaprossima fase di evoluzione".

Bruno Filetti Presidentedi BolognaCongressiIl Consiglio di Amministrazione di Bolo-gnaCongressi Spa, nella riunione del 27febbraio 2009, ha deliberato la nomina diBruno Filetti, attuale Presidente della Ca-mera di Commercio di Bologna, qualePresidente di BolognaCongressi.BolognaCongressi è la società del GruppoBolognaFiere dedicata alla gestione disedi per l’organizzazione di congressi e dieventi quali il Palazzo dei Congressi diBologna, la Sala Maggiore (area ex Gam),il Palazzo Re Enzo e l’aula Magna di SantaLucia. Nella compagine societaria di Bolo-gnaCongressi, oltre a BolognaFiere Spa,sono presenti Camera di Commercio, Co-mune di Bologna, Società Aeroporto, A-scom e Associazione Albergatori (valutarese inserire i membri del Cda).

Ossama Bessada

Khaled Bichara

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 34

a cura di Andrea Zulberti

“Non Solo Mimosa”: Media Worldfesteggia le donne

Da domani al 22 marzo Media World propone al popolo diFacebook “Non Solo Mimosa”, l’applicazione che ti per-mette di fare un regalo a tutte le donne presenti sul so-cial network in occasione della ricorrenza dell’8 marzo. Ilconcept dell’applicazione è stato ideato e sviluppato dalladivisione Digital dell’agenzia Cayenne per Media World.“Non Solo Mimosa” si lega alla giornata della festa delladonna in modo ironico. Questa applicazione crea così vi-talità e divertimento ma è anche l’occasione per MediaWorld di presentare un richiamo alle promozioni in corso.

Playboy svelaEva Riccobono

Bellezza ed eleganza. Un binomio che Playboy ha portatonelle edicole italiane con Eva Ric-cobono in copertina sul terzo nu-mero del ritrovato magazine. Fo-tografata da Alan Gelati, la mo-della siciliana si mette a nudo,togliendo i veli non solo dal suocorpo ma anche della sua vitaprivata di cui la sua doppia anima,da santa e da peccatrice. Reducedal successo sanremese che havisto sul palco dell’Ariston il padrefondatore del coniglio in frac HughHefner, accompagnato dalle im-

mancabili fidanzate, e le tre playmate italiane, Sarah,Micol e Cristina, Playboy torna in edicola.

On-line il sito aemcom.net

Aemcom si avvicina ancora di più ai propri clienti, da oggiè on-line il nuovo sito www.aemcom.net, completamenterivisitato nell’architettura dei contenuti. Il rinnovato sitoAemcom si presenta con orientato alla. E per chi volessetenersi aggiornato sulle ultime notizie locali e nazionalivedrà scorrere in homepage i titoli di E–Cremonaweb,Ansa, Il Sole 24 Ore e Punto Informatico. Aemcom cresceed i suoi clienti possono contare su un servizio che vuolesempre migliorarsi ed ampliare la propria offerta per ri-spondere alle nuove esigenze di cittadini ed imprese diCremona e delle province limitrofe.

Vasco su www.corriere.it

Il Corriere della Sera.it presenta il concorso Vinci Vascoal cinema, mettendo in palio 250 biglietti per assisterealla proiezione in sala cinematografica dell’anteprima delnuovo D.V.D. di Vasco Rossi. Da ieri fino al 10 marzo2009 sul sito www.corriere.it è possibile iscriversi gratui-tamente al concorso compilando un form con i propri datie selezionando una delle cinque città (Milano, Bologna,Roma, Napoli e Messina) in cui sarà proiettato in antepri-ma il D.V.D. Il mondo che vorrei Live, in uscita il prossi-mo 13 marzo.

L’Europeo: “L’estrema destrada Salò a Fiuggi”

Il n.3 de L'Europeo, mensile di RCS MediaGroup in edico-la oggi, racconta la storia del MSI e dei gruppi eversivi didestra nel dopoguerra, fino allo scioglimento del MSI edalla nascita di Alleanza Nazionale. Narra alcune propaggi-ni dei giorni nostri, come Forza nuova, i nazirock , gliepigoni di Terza Posizione e l'agghiacciante episodio diPrimavalle, ad opera di esponenti di Potere Operaio. O-riana Fallaci intervista il leader dei "boia chi mol-la" (Ciccio Franco, Reggio Calabria 1970) e l'ex fascistaGiulio Salierno. Il settimanale L'Europeo aveva impiegatoi suoi migliori giornalisti per indagare su stragi (Brescia,Italicus, Peteano, Piazza Fontana, ecc.), omicidi(Occorsio ed altri), terroristi neri (Degli Esposti, Nardi,Tuti).

Lancio mondialedella “The Cavalli Card”

“Everything I need” è la risposta di Milla Jovovich alladomanda di Roberto Cavalli “Did you get everything?”. Ineffetti, qualche frame prima la vediamo ribaltare più vol-te il suo guardaroba in vista di una gita fuori casa. Allafine sceglie di mettere ciò che le serve veramente, ovve-ro “The Cavalli Card”, la nuova carta di credito messa apunto dalla società tedesca Corpcom gmbh che, in accor-do con Mastercard e lo stilista Roberto Cavalli, ha affidatoall’agenzia Molteplice il lancio della stessa. La nuova car-ta permette di usufruire di benefit pensati per le esigenzedei suoi sottoscrittori. Il concept e la creatività sono dell’-agenzia Molteplice, sotto la direzione creativa di MarcoRavanetti, che ha scelto per la regia dell’opera la mano diGiovanni Bedeschi.

Anno 4 - numero 43venerdì 6 marzo 2009 - pag. 35

Juventus Channel:Obiettivo Chelsea

Juventus Channel (231 di Sky) trasmette oggi alle 19.30la terza puntata di Obiettivo Chelsea che avrà come titolo“La sfida”: approfondimenti, curiosità, interviste primadell’attesissima sfida di ritorno di Champions in program-ma martedi 10 contro i Blues londinesi. La terza puntatadi Obiettivo Chelsea sarà una panoramica generale sugliaspetti calcistici ed extra calcistici che caratterizzanoquesta sfida: dal ritorno di Ranieri a Stamford Bridge,agli effetti positivi della “cura Hiddink”, dallo stato di for-ma dei giocatori agli umori dei tifosi. Contributi video einterviste si alterneranno all'analisi tecnico-tattica deimatch realizzata con esperti come Fabio Capello e il gior-nalista Giancarlo Gavalotti.

Tonight.eu presenta il nuovo sito

Tonight.eu, network europeo di portali dedicati alla vitanotturna, ha annunciato il lancio dei nuovi siti web e mo-bile e l’apertura del proprio network a siti gestiti da terzi.Il nuovo portale è sviluppato con tecnologie proprietarieche aiutano l’utente a trovare una rapida risposta alladomanda: “cosa posso fare stasera?”. La nuova vestegrafica è solamente il più evidente dei cambiamenti ap-portati, che mirano a valorizzare l’esperienza dell’utente.In particolare si accentua la componente di social & trustnetworking: il sito è in grado di dare suggerimenti e con-sigli su misura a ciascun utente registrato.

Molinari torna in tvcon Armando Testa

Molinari affida il suo budget 2009 alla sede romanadell’Armando Testa e torna a comunicare sulle prin-cipali emittenti televisive e radiofoniche italiane. Ilbrand proporrà dal 22 marzo una nuova campagnaall’insegna dell’ironia e dell’understatement, volta aconsolidare il posizionamento della Sambuca ExtraMolinari.

Next Exit in edicolail numero di marzo

Next Exit: la selezione di occasioni di lavoro, bandi,contest e concorsi provenienti da ambienti di lavoro crea-tivo. Una mappa per chi ha necessità di lavorare ed e-sprimersi Shooting, interviste e immagini d'autore. Moda,design, arte, fotografia, pubblicità, videografica, fumetto,

tendenze, economia, nuove tecnolo-gie. Interviste fotografiche. Il solito econsolidato gruppo di segnalazioni ein più pagine originali, con una nuo-vissima sezione "concorsi musicali".Stesso formato, edizione "di maggiorlusso". Per un periodico diverso daglialtri, comodo e accessibile come unfreee press, di vasta tiratura e divul-gativo come un magazine settimanale,utile e specializzato. Distribuito nelleedicole delle principali città italiane.

On air la nuova campagnadel San Camillo -Istituto Superiore di Moda e Design

Concepita e declinata su più mezzi, la campagna del SanCamillo - Istituto Superiore di Moda e Design pone l'ac-cento su un percorso formativo che fa leva sulla forzadella tecnica ad ausilio della teoria. L’offerta didattica,infatti, si basa sia sullo studio individuale che sull'espe-rienza di gruppo con la consegna mensile di lavori, ricer-che ed elaborati.Attraverso un metodo flessibile e costante il percorsoformativo dell'Istituto San Camillo è apprezzato dai piùgiovani ma anche da chi lavora. I corsi saranno a fre-quenza libera con lezioni pratiche a ciclo continuo.

Credit:advertising: Dbtconcept: cadeau-project.comaccount executive: Osvaldo Raniolodirettore creativo: Turi Di Bellaflash AS coding: Fabio Adornetto

Quotidianoa diffusionegratuita

Spot and Web del 5 marzo 2009

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in 75.148 copie

Per inviare i comunicati stampa:

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Servizio arretrati: www.spotandweb.it

Editore:Mario Modica Editore, e-mail: [email protected]

Direttore responsabile:Fabio Muzzio, e-mail: [email protected]

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RedazioneVia Cascina Spelta 24/D PaviaTel. 0382-1751768Fax 02-700442082e-mail: [email protected]

Registrazione presso il Tribunale di Pavia n. 234/79 del13.02.1979 diffusione via Web

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