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NOTIZIE PICCOLE, BREVI, MINIME. MA NON PER QUESTO MENO ESSENZIALI coriandoli LUOGO COMUNE - Anno I, numero 02 dicembre 2008 Quadrimestrale della nuova cittadinanza a Mogliano Veneto Registrazione Tribunale di Treviso num. 96/2008 del 10/06/2008 Direttore responsabile: Luigi Scandolin Redazione: Olga Barmine, Elena Bojonca, Iurie Bojonca, Giuliana Marton, Stefano Pellizzon, Ernesto Perillo, Siro Valmassoni, Sergio Zulian Hanno collaborato: Sanjida Afrin, Bruno Baratto, Moufida Briky, Fabiola Caramel, Giancarlo Cavinato, Paolo Criveller, Flavia Marostica, Nerina Wretenar Grafica e stampa: Coop. sociale Città Invisibile (PD) Tiratura: 1.500 copie Per collaborazioni e comunicazioni: c/o Sportello Arcobaleno - Via Ronzinella 31021 - Mogliano Veneto (TV) Fax e Telefono 041.5903617 - mail: [email protected] 02 Città di Mogliano Veneto Assessorato alle Politiche Sociali Progetto Comunità DICEMBRE 2008 il giornale della nuova cittadinanza a mogliano veneto Il dossier tematico di questo numero non c'è: il giornale è dedicato a racconti, attività, interventi che hanno caratterizzato la “Festa del Volontariato” del 5 dicembre al Centro Sociale di Mogliano. Gli argomenti sono diversi ma con un comune denominatore: il valore delle pluralità e delle differenze. Il numero contiene un'analisi sui dati reali dell'immigrazione e sulla risorsa che questa rappresenta, una riflessione sul diritto per tutti ad essere curati, con accanto esperienze di inclusione di bambini, giovani e adulti. Pentru acest numar nu avem un dossier la o tema specifica: revista este dedicata povestirilor, activitatilor, parteciparilor care au avut loc la "Sarbatoarea Voluntarilor" din 5 decembrie pe langa Centrul Social al localitatii Mogliano. Parcursurile tematice sunt diferite dar cu un numitor comun: valoarea pluralitatii si a diferentelor. Acest numar contine o analiza bazata pe numere exacte cu privire la imigratie. Ea pune accentul pe resursa care o reprezinta. Este un mod de a reflecta la dreptul tuturor de a fi ingrijiti, avand in vedere experiente ce includ copii, tineri si adulti. pag.8 LA SALUTE È UGUALE PER TUTTI Riportiamo parte della normativa vigente in materia sanitaria, che riguarda la tutela della salute per tutti: italiani e stranieri presenti sul territorio italiano. Decreto Legislativo 286 del 1998 (Testo Unico sull'immigrazione) Art. 35 (Assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale) ... 3. Ai cittadini stranieri presenti sul territorio nazionale, non in regola con le norme relative all'ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure LA PLURAL ITALIANO ITALIANO Rumeno Rumeno Arabo Arabo AL PLURALE Sempre più frequenti sono nella nostra società le situazioni di disuguaglianza, discriminazione, razzismo. Invece che rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, si moltiplica la disparità economica, sociale, culturale tra le persone. Si rafforza l'idea di essere minacciati e accerchiati e che il nostro territorio, la nostra casa siano in pericolo. La paura dell'altro – per genere, provenienza, condizione sociale e culturale, lingua, colore della pelle e delle idee…– diventa il sentimento dominante. E non resta che rinchiudersi nella difesa dei propri privilegi, pensati come diritti, in un processo che crea esclusione, separazione, allontanamento dalla società e dalla vita collettiva. La democrazia invece appartiene a tutti e tutti appartengono alla democrazia. Appartenere significa far parte, condividere, riguardare. La democrazia si fonda sul riconoscimento di tutte le persone che risiedono in un determinato luogo; sulla condivisione delle esperienze di vita e di relazioni attente e curiose, la ricerca e lo sviluppo del bene comune, in una prospettiva di cambiamento reciproco; sulla pari dignità di tutti, sulla giustizia, sulla scrittura condivisa delle regole e del loro rispetto. Perché la democrazia è per sua natura differente, colorata, plurale. La redazione ÏÏÚá Ç ÇÏå íÝ íÚÖ Çæã Ýáã ÏÌæí? ÉáÝÍ" ÇåÈ ÊãÓÊ Å íËáá Ç áÇãÚ? Çæ É ØÔä? Çæ ÕÕÞáá É ÕÕÎã ÉÏíÑÌá Ç ÚíÖ Çæãá Ç. æä ÇíáæãÈ íÚÇãÊÌ? Ç ÒßÑãá ÇÈ ÑÈ ãÌÏ 5 ãÄíá "íÚæØÊá Ç áãÚá Ç ? íáÍÊ äãÖÊí ÐÐÚá Çæ, ÚæäÊá Çæ Éí ÏÏÚÊ Ã íà ßÑÊÔã ãÓ ÇÞ ÐæÌæ Úã äßá,É ÚæäË ã äà áãÃÊá Ç Úã . ÇåíáÚ ÑÝ æÊÊ íÊá Ç ÏÑÇæãá Ç äÚæ ÉÑÌå á Ç äÚ ÉíÞíÞÍ ÊÇä ÇíÈá ÑÇÈßá Çæ ÈÇÈÔá Çæ áÇÝØ?á ÊÇÑÈÎ ßÇäå äÃæ ,Úí ãÌáá ÞÍ ÉíÍÕá Ç ÉíØÛËá Ç ÚãÌá Ç ÉÛíÕ äã Ê? 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Situatiile de inegalitate, de discriminare, de rasism in societatea noastra sunt din ce in ce mai frecvente. Si in loc sa se elimineze obstacolele care impiedica dezvoltarea deplina a fiintei umane, se mareste disparitatea economica, sociala, culturala intre indivizi. Devine mai fixa idea ca suntem amenintati si inconjurati de dusmani si ca teritoriul nostru, casa noastra sunt intr-un mare pericol. Teama de un "ALTUL" - provocata de gen, provenienta, grad social si cultural, limba, culoarea pielei si a ideilor...- devine sentimentul dominant. Si nu ramane decat sa ne protejam propriile privilegii, considerate ca drepturi, intr-un proces care creaza excludere, separare, indepartare de societate si de viata colectiva a acesteia. Democratia in schimb apartine tuturor si toti apartin Democratiei. A apartine inseamna a face parte,a imparti ceva cu cineva, a avea solicitudine. Democratia este construita prin actiunea de recunoastere de catre persoanele care locuiesc intr-un spatiu determinat; prin trairea comuna a experientelor de viata si a relatiilor atente si curioase, prin cercetare si prin dezvoltare in perspectiva schimbarii reciproca; prin demnitatea egala a tuturor, prin dreptate, prin determinarea de a scrie regulile si de a le respecta. In fond este Democratia cea care e prin natura sa diversa, colorata, plurala. Redactia DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI UMANI: 50 ANNI D'ILLUSIONI? Art. 1 - Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni verso gli altri in spirito di fratellanza. 1 miliardo e 200 milioni di persone (uno su cinque) sopravvivono con meno di un dollaro al giorno. In Italia sono 7 milioni e 542mila gli individui considerati poveri nel 2007 costretti a sopravvivere con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con meno di 500-600 euro al mese, pari al 12,8% della popolazione, a fronte di 7 milioni 537mila nel 2006. (Caritas: Rapporto sulla povertà e l'esclusione sociale in italia, 2008) 01

Luogo Comune - Dicembre 2008

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Il giornale della nuova cittadinanza di Mogliano Veneto - n° 2 - Dicembre 2008

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Page 1: Luogo Comune - Dicembre 2008

NOTIZIE PICCOLE,BREVI, MINIME.

MA NON PER QUESTOMENO ESSENZIALI

coriandoli

LUOGO COMUNE - Anno I, numero 02 dicembre 2008Quadrimestrale della nuova cittadinanza a Mogliano Veneto

Registrazione Tribunale di Treviso num. 96/2008 del 10/06/2008

Direttore responsabile: Luigi Scandolin

Redazione: Olga Barmine, Elena Bojonca, Iurie Bojonca, Giuliana Marton, Stefano Pellizzon, Ernesto Perillo, Siro Valmassoni, Sergio Zulian

Hanno collaborato: Sanjida Afrin, Bruno Baratto, Moufida Briky, Fabiola Caramel, Giancarlo Cavinato, Paolo Criveller, Flavia Marostica, Nerina Wretenar

Grafica e stampa: Coop. sociale Città Invisibile (PD)

Tiratura: 1.500 copie

Per collaborazioni e comunicazioni:c/o Sportello Arcobaleno - Via Ronzinella 31021 - Mogliano Veneto (TV)Fax e Telefono 041.5903617 - mail: [email protected]

02n°

Città di Mogliano VenetoAssessorato alle Politiche SocialiProgetto Comunità

DICEMBRE 2008

il giornale della nuova cittadinanzaa mogliano veneto

Il dossier tematico di questo numero non c'è: il giornale è dedicato a racconti, attività, interventi che hanno caratterizzato la “Festa del Volontariato” del 5 dicembre al Centro Sociale di Mogliano. Gli argomenti sono diversi ma con un comune denominatore: il valore delle pluralità e delle differenze. Il numero contiene un'analisi sui dati reali dell'immigrazione e sulla risorsa che questa rappresenta, una riflessione sul diritto per tutti ad essere curati, con accanto esperienze di inclusione di bambini, giovani e adulti.

Pentru acest numar nu avem un dossier la o tema specifica: revista este dedicata povestirilor, activitatilor, parteciparilor care au avut loc la "Sarbatoarea Voluntarilor" din 5 decembrie pe langa Centrul Social al localitatii Mogliano. Parcursurile tematice sunt diferite dar cu un numitor comun: valoarea pluralitatii si a diferentelor. Acest numar contine o analiza bazata pe numere exacte cu privire la imigratie. Ea pune accentul pe resursa care o reprezinta. Este un mod de a reflecta la dreptul tuturor de a fi ingrijiti, avand in vedere experiente ce includ copii, tineri si adulti.

pag.8

LA SALUTE ÈUGUALE PER TUTTIRiportiamo parte della normativa vigente in materia sanitaria, che riguarda la tutela della salute per tutti: italiani e stranieri presenti sul territorio italiano.Decreto Legislativo 286 del 1 9 9 8 ( T e s t o U n i c o sull' immigrazione) Art. 35 (Assistenza sanitaria per gli stranieri non iscritti al Servizio sanitario nazionale)...3. Ai cittadini stranieri presenti sul

territorio nazionale, non in regola con le norme relative all'ingresso ed al soggiorno, sono assicurate, nei presidi pubblici ed accreditati, le cure

LA PLURAL

ITALIA

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ITALIA

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Arabo

AL PLURALE

Sempre più frequenti sono nella nostra società le situazioni di disuguaglianza, discriminazione, razzismo. Invece che rimuovere gli ostacoli che impediscono il pieno sviluppo della persona umana, si moltiplica la disparità economica, sociale, culturale tra le persone.Si rafforza l'idea di essere minacciati e accerchiati e che il nostro territorio, la nostra casa siano in pericolo. La paura d e l l ' a l t r o – p e r g e n e r e , provenienza, condizione sociale e culturale, lingua, colore della pelle e del le idee…– diventa i l sentimento dominante. E non resta che rinchiudersi nella difesa dei propri privilegi, pensati come diritti, in un processo che crea e s c l u s i o n e , s e p a r a z i o n e , allontanamento dalla società e dalla vita collettiva.La democrazia invece appartiene a tutti e tutti appartengono alla democrazia. Appartenere significa far parte, condividere, riguardare. La democrazia si fonda sul riconoscimento di tutte le persone che risiedono in un determinato luogo; sulla condivisione delle esperienze di vita e di relazioni attente e curiose, la ricerca e lo sviluppo del bene comune, in una prospettiva di cambiamento reciproco; sulla pari dignità di tutti, sulla giustizia, sulla scrittura condivisa delle regole e del loro rispetto.Perché la democrazia è per sua natura differente, colorata, plurale.

La redazione

ÏÏÚáÇ ÇÏå íÝ íÚÖÇæã Ýáã ÏÌæí?ÉáÝÍ" ÇåÈ ÊãÓÊÅ íËááÇ áÇãÚ? Çæ ÉØÔä?Çæ ÕÕÞáá ÉÕÕÎã ÉÏíÑÌáÇ

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Situatiile de inegalitate, de discr iminare , de ras ism in societatea noastra sunt din ce in ce mai frecvente. Si in loc sa se e l imineze obs taco le le care impiedica dezvoltarea deplina a f i i n t e i umane , s e ma re s t e disparitatea economica, sociala, culturala intre indivizi.Devine mai fixa idea ca suntem amenintati si inconjurati de dusmani si ca teritoriul nostru, casa noastra sunt intr-un mare pericol. Teama de un "ALTUL" - provocata de gen, provenienta, grad social si cultural, limba, culoarea pieleisi a ideilor...- devine sentimentul dominant. Si nu ramane decat sa ne protejam propriile privilegii, considerate ca drepturi, intr-un proces care creaza excludere, separare, indepartare de societate si de viata colectiva a acesteia. Democratia in schimb apartine tuturor si toti apartin Democratiei. A apartine inseamna a face parte,a imparti ceva cu cineva, a avea solicitudine. Democratia este construita prin actiunea de recunoastere de catre persoanele care locuiesc intr-un spatiu determinat; prin trairea comuna a experientelor de viata si a relatiilor atente si curioase, prin cercetare si prin dezvoltare in perspectiva s ch imbar i i r ec ip roca ; p r in demnitatea egala a tuturor, prin dreptate, prin determinarea de a scrie regulile si de a le respecta. In fond este Democratia cea care e prin natura sa diversa, colorata, plurala.

Redactia

DICHIARAZIONE UNIVERSALE DEI DIRITTI

UMANI: 50 ANNI D'ILLUSIONI?

Art. 1 - Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti. Essi sono dotati di ragione e di coscienza e devono agire gli uni

verso gli altri in spirito di fratellanza.

1 miliardo e 200 milioni di persone (uno su cinque) sopravvivono con meno di un dollaro al

giorno.

In Italia sono 7 milioni e 542mila gli individui considerati poveri nel 2007 costretti a

sopravvivere con meno di metà del reddito medio italiano, ossia con meno di 500-600 euro al mese,

pari al 12,8% della popolazione, a fronte di 7 milioni 537mila nel 2006.

(Caritas: Rapporto sulla povertà e l'esclusione sociale in italia, 2008)

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coriandoli

Grazie per avermi invitato in una occasione in cui non si Per costruire insieme identità che siano in relazione e non in parte dai problemi o da quello che non va. Una volta tanto contrapposizione è necessario un serio intervento formativo, si ragiona su quello che va, su alcune cose che funzionano perché una simile prospettiva non nasce spontaneamente. nei territori nei quali abitiamo. Abbiamo bisogno di una formazione continua, non possiamo Mi piace ricordarne alcune fra quelle che sono state ritenerci già arrivati: torniamo a scuola per i nostri figli, ma raccontate oggi. torniamo a scuola anche per noi. Per un territorio e per una Protagonista è stata la formazione: la scuola dei piccoli identità che scopriamo un po' alla volta, che costruiamo e che stanno crescendo, assieme alla scuola dei grandi che continuiamo a costruire un po' alla volta.stanno continuando a crescere. Cose concrete: dalla E' necessario, per costruire un luogo del genere, mettersi lettera dei compagni ad Akim alla sua risposta, insieme in tanti: le scuole dei piccoli, le scuole dei grandi, i all'intervento di Sanjida, a partire dalla mancanza dei CTP, il Comune, le Associazioni…altrimenti da soli non si propri parenti e dal particolare degli abiti, che non è combina molto, lo sappiamo. Ed è un mettersi assieme che secondario ma è importante e fa parte del nostro modo di crea posto per tutti. E' interessante come nel coro dei essere e di stare in relazione in questo mondo. “Ragazzi invisibili” che abbiamo ascoltato ci fosse posto non Sono emersi vari aspetti che dicono come abbiamo soltanto per chi canta in un modo e per chi canta in un altro, bisogno di un “luogo comune” dove poter dare e ricevere non soltanto per chi canta più forte o più piano, per chi è fiducia. Se alla base non c'è questo, si rischia che tutti i intonato o chi è stonato, ma ci fosse posto addirittura per chi luoghi che possiamo inventare non servano e non ci taceva. Questo non è poco. Di solito non ce lo ricordiamo.aiutino a crescere insieme. La sfida che abbiamo di fronte è quella di lavorare e pensare, E' importante infatti riuscire a costruire insieme delle cose in un territorio plurale, i migranti come una risorsa e non a cui dare insieme gli stessi nomi, facendo qualcosa gli uni come un problema, in quanto segno e provocazione di questa con gli altri, prima ancora che gli uni per gli altri. pluralità già presente. Un luogo comune è necessario per costruire un luogo Don Bruno Barattocondiviso: i territori cambiano e cambiano le identità.

Provincia di Treviso: cittadini stranieri residenti a fine 2007

Per il mercato del lavoro

Dei cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso:• più del 26% sono minori che vivono in famiglia, quasi il

60% nati in Italia;2.056 neonati figli di entrambi i genitori stranieri, quasi il 22% dei nuovi nati nel 2007 (1 neonato su 5 è figlio di genitori stranieri);

• oltre 16.200 gli alunni di cittadinanza non italiana presenti nelle scuole della provincia (12% degli iscritti nell'a.s.2007-2008), da quelle dell'infanzia alle secondarie di secondo grado, ma anche nelle strutture educative, ricreative, sportive...

• In forte aumento chi viene dall'Europa dell'est, comunitari e non comunitari (in primis l'«effetto romeni», ma anche l'alto incremento di moldave...).

• Una presenza ormai capillare di donne dall'Europa orientale ad aver cura dei nostri anziani.

• Una pluralità religiosa sempre più evidente, sia per la presenza consistente dei musulmani (stimati in Veneto intorno al 33% dei migranti), sia per l'aumento della parte cristiana ortodossa (circa il 30% in Veneto), entrambi i gruppi con le proprie diversità interne, di tipo culturale, nazionale, rituale.

Va ricordato che l'apporto della manodopera straniera è decisamente s t ru t tura le v is ta la d inamica demografica: una previsione 'senza immigrati' vede “ogni cinque anni una contrazione pari a circa 100.000 persone in età lavorativa (15-64 anni)”, in particolare per le classi fra i 25 e i 44 anni, con una diminuzione della forza lavoro pari a 286.000 persone nel giro di 15 anni, cosa che non rimarrebbe senza pesanti conseguenze per il sistema veneto. (Assessorato alle politiche dei flussi migratori, Immigrazione straniera in Veneto. Rapporto 2008¸ cit., p. 29-30).

“Cultura come un modo di stare al mondo e di dare significato all'esistenza propria e del mondo stesso. Lo si fa tramite raccont i , mi t i , s imbol i , riflessioni teoriche, ma anche attraverso le pratiche, sia r i t ua l i s i a quo t i d iane . Coinvolge tutta la persona e il gruppo/popolo, a partire dalle dimensioni del corpo, della vita quotidiana (modi di cibarsi, di vivere il tempo, la produzione di beni, l'abitare, …), delle relazioni con gli altri, con la natura, con ciò c h e s i p e r c e p i s c e c o m e trascendente sé.”In un mondo (occidentale soprattutto) sempre più segnato dalla dimensione virtuale, la presenza corporalmente rilevante (colori, suoni, odori, situazioni di prossimità,…) di gruppi con percorsi culturali chiaramente diversi può contribuire a riportarci con decisione all'ineliminabile dimensione 'corporea' dell'esistenza e della realtà.

La storia siamo noi

Persone

A tavola con...

Recensioni

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COSTRUIRE INSIEME IL LUOGO COMUNE

03

coriandoli

Dati anagrafi comunali 2007 UOMINI

DONNE

TOTALE

DI CUI MINORI

Residenti totali

in provincia al 2007 428.918 440.449 869.367 151.906

di cui stranieri

47.013

40.959

87.972

23.405

neonati figli

di genitori stranieri 1.091

965

2.056

incidenza % stranieri 11,0 9,3 10,1 15,4

incidenza % neonati stranieri su neonati 21,8

incidenza % minori stranierisu stranieri 26,6

residenti

+ domiciliatistima

93.250

Fonte: elaborazioni Anolf – Caritas – Servire su dati Anagrafi comunali

Demografia Migranti e demografia italiana•

nel 2050 (- 5.179.000 unità rispetto al 2004). • 2005-2050: solo 20.402.00 nascite (meno di 500 mila l'anno già a

partire dal 2013) e 32.680.000 morti.• Ciò comporta un saldo naturale negativo che supera i 12 milioni di

unità, solo parzialmente compensato dal saldo migratorio positivo (5.777.000 unità).

• Diminuzione dei minori (- 2 milioni di unità e ridimensionamento percentuale dal 14% all'11%)

• Diminuzione della popolazione attiva (- 10 milioni di unità, in termini percentuali riduzione dal 67% al 54%),

• Ultrasessantacinquenni: +7,5 milioni di unità, passando dall'attuale 19% al 35%. 1 ogni 4 residenti nel 2030 e 1 ogni 3 nel 2050 (oggi sono “solo” 1 ogni 5). Ogni 100 giovani fino a 14 anni: 222 over65 nel 2030 e 264 nel 2050.

Lavoratori stranieri e demografia italiana (2006).Popolazione immigrata: • al 5% sulla popolazione totale, • al 10% sui giovani lavoratori (18-40 anni) e sui dipendenti occupati, • al 16% sulle nuove assunzioni.• Concentrazione in diversi settori a più alta scarsità di disponibilità di

manodopera italiana perché ad alto livello di precarietà: collaborazione familiare, servizi di pulizia, edilizia e agricoltura.

• Tasso di precarietà doppio rispetto agli italiani. L'immigrazione opera, di fatto, come una sorta di ammortizzatore sociale in uno stato dal welfare ridotto.

Secondo le previsioni Istat, la popolazione diminuirà a 52.709.000 unità

I MIGRANTI COME RISORSA…

2006

treviso

veneto

italia

SALDO NATURALE TOTALE

2.337

4.937

2.118

SALDO NATURALE SOLO STRANIERI

1.869

7.784

54.318

SALDO NATURALESOLO ITALIANI

468

-2.847

-52.200

2007

treviso

veneto

italia

SALDO NATURALE TOTALE

2.196

4.132

- 6.868

SALDO NATURALE SOLO STRANIERI

1.968

8.403

60.379

SALDO NATURALESOLO ITALIANI

228

- 4.271 - 67.247

Incidenza deilavoratori immigrati sul totale degli occupati 2006

MulticulturaleVeneto. Paesi di provenienza dei residenti stranieri. 2007.

ROMANIA

19%

MAROCCO

12%

ALBANIA

9%

SERBIA

6%CINA

5%

MOLDAVIA

5%

MACEDONIA

4%

BANGLADESH

3%

GHANA

3%

INDIA

3%

UCRAINA

3%

NIGERIA

3%

SRI

LANKA

2%

BOSNIA

ERZ.

2%

SENEGAL

2%

altri

152

paesi

19%

La presenza di collaboratrici familiari (c.d. “badanti”) agisce da “tampone” alle difficoltà delle famiglie nei confronti dell'assistenza degli anziani. Il prolungamento della durata di vita, la riduzione delle dimensioni familiari (famiglie mononucleari ridotte), la necessità (e spesso l'aspirazione) di impiego esterno della donna, creano un allargamento della domanda di assistenza, che non viene coperta dagli interventi pubblici, sia domiciliari che di ricovero in istituto. Questa domanda trova in buona parte risposta attingendo a una forza lavoro femminile migrante.Ancor prima della regolarizzazione del 2002, che ha fatto emergere in termini statistici chiari il fenomeno, nel capitolo relativo al Veneto A. Castegnaro così valutava il risparmio

economico apportato dalle assistenti familiari nei confronti del bilancio regionale relativo all'assistenza:“Costo medio di un anziano non autosufficiente in casa di riposo:

• per la Regione 27 mil.• per le famiglie 36 mil.

Stima anziani assistiti da aiutanti domiciliari – cd. badanti (nel 2000): 15.000.Costo teorico risparmiato per le finanze pubbliche: 400 mld. Risparmio spesa famiglie: (stima media di 24 mil./anno ad aiutante domiciliare): 540 mld. L'impatto economico “virtuale” derivante dalla presenza delle aiutanti domiciliari assommerebbe dunque a oltre 900 miliardi.”

Una delle dinamiche più comuni per la formazione dell'identità è il confronto con chi è diverso da me: dalla rottura del rapporto simbiotico con la madre, tutta la vita è percorso di progressiva definizione, scoperta, costruzione, delimitazione della propria identità personale. Qualcosa di simile avviene anche per i gruppi sociali.La presenza sul territorio di persone che provengono da percorsi di identità culturale evidentemente 'altri' ci provoca da un lato a ripensare 'chi sono io', dall'altro a chiederci 'chi siamo noi'.La sfida è l'elaborazione di una identità in relazione (identità relazionale), non in contrapposizione (identicità).Questo ci aiuta a ritrovare relazioni anche con le diversità che abitano noi stessi e la nostra società di appartenenza (ad es. quelle generazionali).

Per rielaborare la nostra identitàI migranti come specchio: per una identità in relazione

Socioassistenziale Migranti e “Welfare fatto in casa”

MIGRANTI COME RISORSA SE…AFFRONTIAMO SERIAMENTE LA “QUESTIONE SICUREZZA”Difficilmente si apprezza l'altro come risorsa se se ne teme la presenza: le paure vanno prese sul serio, né minimizzate né esasperate (e soprattutto non vanno strumentalizzate). Il dispiegamento della “forza pubblica” è solo una delle componenti necessarie a tutelare le “regole sociali”. La garanzia più efficace, con effetti a lungo termine, è far crescere relazioni di “buon vicinato”, a partire dalla conoscenza e condivisione di semplici pratiche di vita quotidiana (la spesa, lutti e gioie, l'educazione dei figli…)

FAVORIAMO LA CRESCITA DI UN ASSOCIAZIONISMO MIGRANTEE' forse il modo più semplice (e in parte già presente) per avere degli interlocutori collettivi, e non solo individuali.Le associazioni vanno accompagnate sia sul piano organizzativo (Centri di Servizio per il volontariato) sia sul piano delle relazioni tra associazioni diverse (con altre associazioni di migranti e di italiani).

ELABORIAMO PERCORSI PRATICABILI E VERIFICABILI PER UN INSERIMENTO SOCIOCULTURALEVanno elaborati con coloro che sono maggiormente inseriti in Italia, con chi ha competenze di mediazione culturale, con associazioni di migranti e di italiani: circa l'acquisizione di competenze linguistiche, delle regole sociali di inserimento, delle informazioni utili per le pratiche di vita sociale quotidiana (sanità, scuola, lavoro, istituzioni…). Vanno previsti opportuni incentivi e verifiche per chi vi si impegna.

RENDIAMO CERTE E BUROCRATICAMENTE SNELLE LE PROCEDURE PER IL SOGGIORNO REGOLAREIl permanere in situazioni di 'regolarità limitata', quali l'attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, rende oggettivamente più difficile un inserimento sereno. Non possiamo chiedere rispetto delle regole se queste sono continuamente soggette

ad interpretazioni di circolari ad hoc o addirittura delle singole Questure. Tantomeno possono essere tollerati tempi di rinnovo che arrivano e talvolta superano l'anno di attesa.

…FAVORIAMO L ' INSERIMENTO DEI M INORI ATTRAVERSO PERCORSI SCOLASTICI ED EDUCATIVI INTEGRATII minori che vivono in famiglie di cittadini stranieri residenti in questi territori, sia nati all'estero che in Italia, sono una dimensione strutturale e nuova della società locale, non solo dell'immigrazione. Renderli capaci di inserimento attivo attraverso l'acquisizione di strumenti linguistici e concettuali adeguati, e dall'altro lato valorizzare i potenziali insiti nelle diversità di percorsi culturali differenti, chiede di elaborare 'zone di scambio' efficaci tra tutti i ragazzi presenti a scuola, e con gli adulti, personale della scuola e famiglie. La scuola è una delle istituzioni più coinvolte nei percorsi di inclusione – o di esclusione.

La condizione preliminare, tuttavia, è RICONOSCERE IL “DATO” DELLA MULTICULTURALITÀ”Ci piaccia o no, ormai siamo di fatto in una società multiculturale: sono presenti in Italia circa 190 provenienze nazionali diverse (italiana compresa); in Veneto siamo intorno alle 166. La multiculturalità è un dato di fatto. Quale stile adottare per 'gestire' tale dato, è frutto di una scelta: uno stile interculturale di incontro è una scelta.Soprattutto non è scontato che in una società multiculturale si sviluppino automaticamente relazioni interculturali. E' necessario in questo senso un serio investimento formativo.

Un impegno che non si accontenta del presente ma sogna e lavora per il futuro…… un futuro che stia nelle nostre mani più che nelle nostre paure.

Don Bruno Baratto

02n°

Art. 3 - Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza

della propria persona.

49 sono i paesi che prevedono nella loro legislazione la pena di morte.

Nel 2007 sono state eseguite 5.851 condanne a morte (Dati

www.nessunotocchicaino.it.)

Art. 4 - Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di

servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto

qualsiasi forma.

Ogni anno un milione e duecentomila bambini vengono venduti

come schiavi. La cifra sale a oltre 4 milioni se si considerano gli adulti (la

maggior parte donne).

“Negli ultimi quattro anni in Italia sono state trafficate 170.000 persone; di esse, 55.000 sono state oggetto di

tratta, 50.000 a scopo sessuale, le restanti 5.000 a scopo lavorativo (dato che riguarda soprattutto persone cinesi

che vivono nella regione del centro Italia, in particolare la Toscana (Italia-

Caritas - marzo 2006)

Art. 5 - Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a

trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.

Amnesty International ha documentato casi di tortura o altri

trattamenti crudeli, inumami e degradanti in almeno 81 paesi.

Art. 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna

discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno

diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la

presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale

discriminazione. 2007: 23 paesi avevano legislazioni

discriminatorie nei confronti delle donne, 14 contro minoranze etniche

religiose, 15 contro i migranti (Amnesty International).

Art. 9 - Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o

esiliato. Nel 2007 s

International 600 persone erano detenute senza imputazione, processo o

revisione nella base aerea militare statunitense di Bragram, in Afganistan e

25000 erano quelle detenute in Iraq.

Art. 13 - 1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di

residenza entro i confini di ogni Stato. 2) Ogni individuo ha diritto di

lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio

paese. Nel 2007 si contavano 31.677.700

rifugiati (dati UNHCR The U.N. Refugee Agency)

Art. 14 - Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi

asilo dalle persecuzioni...

Nel 2007, in tutto il mondo, sono state 740.000 le richieste di asilo

politico (dati UNHCR).

econdo Amnesty

MIGRANTI COME RISORSA continua

continua

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3

Page 3: Luogo Comune - Dicembre 2008

02

coriandoli

Grazie per avermi invitato in una occasione in cui non si Per costruire insieme identità che siano in relazione e non in parte dai problemi o da quello che non va. Una volta tanto contrapposizione è necessario un serio intervento formativo, si ragiona su quello che va, su alcune cose che funzionano perché una simile prospettiva non nasce spontaneamente. nei territori nei quali abitiamo. Abbiamo bisogno di una formazione continua, non possiamo Mi piace ricordarne alcune fra quelle che sono state ritenerci già arrivati: torniamo a scuola per i nostri figli, ma raccontate oggi. torniamo a scuola anche per noi. Per un territorio e per una Protagonista è stata la formazione: la scuola dei piccoli identità che scopriamo un po' alla volta, che costruiamo e che stanno crescendo, assieme alla scuola dei grandi che continuiamo a costruire un po' alla volta.stanno continuando a crescere. Cose concrete: dalla E' necessario, per costruire un luogo del genere, mettersi lettera dei compagni ad Akim alla sua risposta, insieme in tanti: le scuole dei piccoli, le scuole dei grandi, i all'intervento di Sanjida, a partire dalla mancanza dei CTP, il Comune, le Associazioni…altrimenti da soli non si propri parenti e dal particolare degli abiti, che non è combina molto, lo sappiamo. Ed è un mettersi assieme che secondario ma è importante e fa parte del nostro modo di crea posto per tutti. E' interessante come nel coro dei essere e di stare in relazione in questo mondo. “Ragazzi invisibili” che abbiamo ascoltato ci fosse posto non Sono emersi vari aspetti che dicono come abbiamo soltanto per chi canta in un modo e per chi canta in un altro, bisogno di un “luogo comune” dove poter dare e ricevere non soltanto per chi canta più forte o più piano, per chi è fiducia. Se alla base non c'è questo, si rischia che tutti i intonato o chi è stonato, ma ci fosse posto addirittura per chi luoghi che possiamo inventare non servano e non ci taceva. Questo non è poco. Di solito non ce lo ricordiamo.aiutino a crescere insieme. La sfida che abbiamo di fronte è quella di lavorare e pensare, E' importante infatti riuscire a costruire insieme delle cose in un territorio plurale, i migranti come una risorsa e non a cui dare insieme gli stessi nomi, facendo qualcosa gli uni come un problema, in quanto segno e provocazione di questa con gli altri, prima ancora che gli uni per gli altri. pluralità già presente. Un luogo comune è necessario per costruire un luogo Don Bruno Barattocondiviso: i territori cambiano e cambiano le identità.

Provincia di Treviso: cittadini stranieri residenti a fine 2007

Per il mercato del lavoro

Dei cittadini stranieri residenti in provincia di Treviso:• più del 26% sono minori che vivono in famiglia, quasi il

60% nati in Italia;2.056 neonati figli di entrambi i genitori stranieri, quasi il 22% dei nuovi nati nel 2007 (1 neonato su 5 è figlio di genitori stranieri);

• oltre 16.200 gli alunni di cittadinanza non italiana presenti nelle scuole della provincia (12% degli iscritti nell'a.s.2007-2008), da quelle dell'infanzia alle secondarie di secondo grado, ma anche nelle strutture educative, ricreative, sportive...

• In forte aumento chi viene dall'Europa dell'est, comunitari e non comunitari (in primis l'«effetto romeni», ma anche l'alto incremento di moldave...).

• Una presenza ormai capillare di donne dall'Europa orientale ad aver cura dei nostri anziani.

• Una pluralità religiosa sempre più evidente, sia per la presenza consistente dei musulmani (stimati in Veneto intorno al 33% dei migranti), sia per l'aumento della parte cristiana ortodossa (circa il 30% in Veneto), entrambi i gruppi con le proprie diversità interne, di tipo culturale, nazionale, rituale.

Va ricordato che l'apporto della manodopera straniera è decisamente s t ru t tura le v is ta la d inamica demografica: una previsione 'senza immigrati' vede “ogni cinque anni una contrazione pari a circa 100.000 persone in età lavorativa (15-64 anni)”, in particolare per le classi fra i 25 e i 44 anni, con una diminuzione della forza lavoro pari a 286.000 persone nel giro di 15 anni, cosa che non rimarrebbe senza pesanti conseguenze per il sistema veneto. (Assessorato alle politiche dei flussi migratori, Immigrazione straniera in Veneto. Rapporto 2008¸ cit., p. 29-30).

“Cultura come un modo di stare al mondo e di dare significato all'esistenza propria e del mondo stesso. Lo si fa tramite raccont i , mi t i , s imbol i , riflessioni teoriche, ma anche attraverso le pratiche, sia r i t ua l i s i a quo t i d iane . Coinvolge tutta la persona e il gruppo/popolo, a partire dalle dimensioni del corpo, della vita quotidiana (modi di cibarsi, di vivere il tempo, la produzione di beni, l'abitare, …), delle relazioni con gli altri, con la natura, con ciò c h e s i p e r c e p i s c e c o m e trascendente sé.”In un mondo (occidentale soprattutto) sempre più segnato dalla dimensione virtuale, la presenza corporalmente rilevante (colori, suoni, odori, situazioni di prossimità,…) di gruppi con percorsi culturali chiaramente diversi può contribuire a riportarci con decisione all'ineliminabile dimensione 'corporea' dell'esistenza e della realtà.

La storia siamo noi

Persone

A tavola con...

Recensioni

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COSTRUIRE INSIEME IL LUOGO COMUNE

03

coriandoli

Dati anagrafi comunali 2007 UOMINI

DONNE

TOTALE

DI CUI MINORI

Residenti totali

in provincia al 2007 428.918 440.449 869.367 151.906

di cui stranieri

47.013

40.959

87.972

23.405

neonati figli

di genitori stranieri 1.091

965

2.056

incidenza % stranieri 11,0 9,3 10,1 15,4

incidenza % neonati stranieri su neonati 21,8

incidenza % minori stranierisu stranieri 26,6

residenti

+ domiciliatistima

93.250

Fonte: elaborazioni Anolf – Caritas – Servire su dati Anagrafi comunali

Demografia Migranti e demografia italiana•

nel 2050 (- 5.179.000 unità rispetto al 2004). • 2005-2050: solo 20.402.00 nascite (meno di 500 mila l'anno già a

partire dal 2013) e 32.680.000 morti.• Ciò comporta un saldo naturale negativo che supera i 12 milioni di

unità, solo parzialmente compensato dal saldo migratorio positivo (5.777.000 unità).

• Diminuzione dei minori (- 2 milioni di unità e ridimensionamento percentuale dal 14% all'11%)

• Diminuzione della popolazione attiva (- 10 milioni di unità, in termini percentuali riduzione dal 67% al 54%),

• Ultrasessantacinquenni: +7,5 milioni di unità, passando dall'attuale 19% al 35%. 1 ogni 4 residenti nel 2030 e 1 ogni 3 nel 2050 (oggi sono “solo” 1 ogni 5). Ogni 100 giovani fino a 14 anni: 222 over65 nel 2030 e 264 nel 2050.

Lavoratori stranieri e demografia italiana (2006).Popolazione immigrata: • al 5% sulla popolazione totale, • al 10% sui giovani lavoratori (18-40 anni) e sui dipendenti occupati, • al 16% sulle nuove assunzioni.• Concentrazione in diversi settori a più alta scarsità di disponibilità di

manodopera italiana perché ad alto livello di precarietà: collaborazione familiare, servizi di pulizia, edilizia e agricoltura.

• Tasso di precarietà doppio rispetto agli italiani. L'immigrazione opera, di fatto, come una sorta di ammortizzatore sociale in uno stato dal welfare ridotto.

Secondo le previsioni Istat, la popolazione diminuirà a 52.709.000 unità

I MIGRANTI COME RISORSA…

2006

treviso

veneto

italia

SALDO NATURALE TOTALE

2.337

4.937

2.118

SALDO NATURALE SOLO STRANIERI

1.869

7.784

54.318

SALDO NATURALESOLO ITALIANI

468

-2.847

-52.200

2007

treviso

veneto

italia

SALDO NATURALE TOTALE

2.196

4.132

- 6.868

SALDO NATURALE SOLO STRANIERI

1.968

8.403

60.379

SALDO NATURALESOLO ITALIANI

228

- 4.271 - 67.247

Incidenza deilavoratori immigrati sul totale degli occupati 2006

MulticulturaleVeneto. Paesi di provenienza dei residenti stranieri. 2007.

ROMANIA

19%

MAROCCO

12%

ALBANIA

9%

SERBIA

6%CINA

5%

MOLDAVIA

5%

MACEDONIA

4%

BANGLADESH

3%

GHANA

3%

INDIA

3%

UCRAINA

3%

NIGERIA

3%

SRI

LANKA

2%

BOSNIA

ERZ.

2%

SENEGAL

2%

altri

152

paesi

19%

La presenza di collaboratrici familiari (c.d. “badanti”) agisce da “tampone” alle difficoltà delle famiglie nei confronti dell'assistenza degli anziani. Il prolungamento della durata di vita, la riduzione delle dimensioni familiari (famiglie mononucleari ridotte), la necessità (e spesso l'aspirazione) di impiego esterno della donna, creano un allargamento della domanda di assistenza, che non viene coperta dagli interventi pubblici, sia domiciliari che di ricovero in istituto. Questa domanda trova in buona parte risposta attingendo a una forza lavoro femminile migrante.Ancor prima della regolarizzazione del 2002, che ha fatto emergere in termini statistici chiari il fenomeno, nel capitolo relativo al Veneto A. Castegnaro così valutava il risparmio

economico apportato dalle assistenti familiari nei confronti del bilancio regionale relativo all'assistenza:“Costo medio di un anziano non autosufficiente in casa di riposo:

• per la Regione 27 mil.• per le famiglie 36 mil.

Stima anziani assistiti da aiutanti domiciliari – cd. badanti (nel 2000): 15.000.Costo teorico risparmiato per le finanze pubbliche: 400 mld. Risparmio spesa famiglie: (stima media di 24 mil./anno ad aiutante domiciliare): 540 mld. L'impatto economico “virtuale” derivante dalla presenza delle aiutanti domiciliari assommerebbe dunque a oltre 900 miliardi.”

Una delle dinamiche più comuni per la formazione dell'identità è il confronto con chi è diverso da me: dalla rottura del rapporto simbiotico con la madre, tutta la vita è percorso di progressiva definizione, scoperta, costruzione, delimitazione della propria identità personale. Qualcosa di simile avviene anche per i gruppi sociali.La presenza sul territorio di persone che provengono da percorsi di identità culturale evidentemente 'altri' ci provoca da un lato a ripensare 'chi sono io', dall'altro a chiederci 'chi siamo noi'.La sfida è l'elaborazione di una identità in relazione (identità relazionale), non in contrapposizione (identicità).Questo ci aiuta a ritrovare relazioni anche con le diversità che abitano noi stessi e la nostra società di appartenenza (ad es. quelle generazionali).

Per rielaborare la nostra identitàI migranti come specchio: per una identità in relazione

Socioassistenziale Migranti e “Welfare fatto in casa”

MIGRANTI COME RISORSA SE…AFFRONTIAMO SERIAMENTE LA “QUESTIONE SICUREZZA”Difficilmente si apprezza l'altro come risorsa se se ne teme la presenza: le paure vanno prese sul serio, né minimizzate né esasperate (e soprattutto non vanno strumentalizzate). Il dispiegamento della “forza pubblica” è solo una delle componenti necessarie a tutelare le “regole sociali”. La garanzia più efficace, con effetti a lungo termine, è far crescere relazioni di “buon vicinato”, a partire dalla conoscenza e condivisione di semplici pratiche di vita quotidiana (la spesa, lutti e gioie, l'educazione dei figli…)

FAVORIAMO LA CRESCITA DI UN ASSOCIAZIONISMO MIGRANTEE' forse il modo più semplice (e in parte già presente) per avere degli interlocutori collettivi, e non solo individuali.Le associazioni vanno accompagnate sia sul piano organizzativo (Centri di Servizio per il volontariato) sia sul piano delle relazioni tra associazioni diverse (con altre associazioni di migranti e di italiani).

ELABORIAMO PERCORSI PRATICABILI E VERIFICABILI PER UN INSERIMENTO SOCIOCULTURALEVanno elaborati con coloro che sono maggiormente inseriti in Italia, con chi ha competenze di mediazione culturale, con associazioni di migranti e di italiani: circa l'acquisizione di competenze linguistiche, delle regole sociali di inserimento, delle informazioni utili per le pratiche di vita sociale quotidiana (sanità, scuola, lavoro, istituzioni…). Vanno previsti opportuni incentivi e verifiche per chi vi si impegna.

RENDIAMO CERTE E BUROCRATICAMENTE SNELLE LE PROCEDURE PER IL SOGGIORNO REGOLAREIl permanere in situazioni di 'regolarità limitata', quali l'attesa di rinnovo del permesso di soggiorno, rende oggettivamente più difficile un inserimento sereno. Non possiamo chiedere rispetto delle regole se queste sono continuamente soggette

ad interpretazioni di circolari ad hoc o addirittura delle singole Questure. Tantomeno possono essere tollerati tempi di rinnovo che arrivano e talvolta superano l'anno di attesa.

…FAVORIAMO L ' INSERIMENTO DEI M INORI ATTRAVERSO PERCORSI SCOLASTICI ED EDUCATIVI INTEGRATII minori che vivono in famiglie di cittadini stranieri residenti in questi territori, sia nati all'estero che in Italia, sono una dimensione strutturale e nuova della società locale, non solo dell'immigrazione. Renderli capaci di inserimento attivo attraverso l'acquisizione di strumenti linguistici e concettuali adeguati, e dall'altro lato valorizzare i potenziali insiti nelle diversità di percorsi culturali differenti, chiede di elaborare 'zone di scambio' efficaci tra tutti i ragazzi presenti a scuola, e con gli adulti, personale della scuola e famiglie. La scuola è una delle istituzioni più coinvolte nei percorsi di inclusione – o di esclusione.

La condizione preliminare, tuttavia, è RICONOSCERE IL “DATO” DELLA MULTICULTURALITÀ”Ci piaccia o no, ormai siamo di fatto in una società multiculturale: sono presenti in Italia circa 190 provenienze nazionali diverse (italiana compresa); in Veneto siamo intorno alle 166. La multiculturalità è un dato di fatto. Quale stile adottare per 'gestire' tale dato, è frutto di una scelta: uno stile interculturale di incontro è una scelta.Soprattutto non è scontato che in una società multiculturale si sviluppino automaticamente relazioni interculturali. E' necessario in questo senso un serio investimento formativo.

Un impegno che non si accontenta del presente ma sogna e lavora per il futuro…… un futuro che stia nelle nostre mani più che nelle nostre paure.

Don Bruno Baratto

02n°

Art. 3 - Ogni individuo ha diritto alla vita, alla libertà ed alla sicurezza

della propria persona.

49 sono i paesi che prevedono nella loro legislazione la pena di morte.

Nel 2007 sono state eseguite 5.851 condanne a morte (Dati

www.nessunotocchicaino.it.)

Art. 4 - Nessun individuo potrà essere tenuto in stato di schiavitù o di

servitù; la schiavitù e la tratta degli schiavi saranno proibite sotto

qualsiasi forma.

Ogni anno un milione e duecentomila bambini vengono venduti

come schiavi. La cifra sale a oltre 4 milioni se si considerano gli adulti (la

maggior parte donne).

“Negli ultimi quattro anni in Italia sono state trafficate 170.000 persone; di esse, 55.000 sono state oggetto di

tratta, 50.000 a scopo sessuale, le restanti 5.000 a scopo lavorativo (dato che riguarda soprattutto persone cinesi

che vivono nella regione del centro Italia, in particolare la Toscana (Italia-

Caritas - marzo 2006)

Art. 5 - Nessun individuo potrà essere sottoposto a tortura o a

trattamento o a punizioni crudeli, inumane o degradanti.

Amnesty International ha documentato casi di tortura o altri

trattamenti crudeli, inumami e degradanti in almeno 81 paesi.

Art. 7 - Tutti sono eguali dinanzi alla legge e hanno diritto, senza alcuna

discriminazione, ad una eguale tutela da parte della legge. Tutti hanno

diritto ad una eguale tutela contro ogni discriminazione che violi la

presente Dichiarazione come contro qualsiasi incitamento a tale

discriminazione. 2007: 23 paesi avevano legislazioni

discriminatorie nei confronti delle donne, 14 contro minoranze etniche

religiose, 15 contro i migranti (Amnesty International).

Art. 9 - Nessun individuo potrà essere arbitrariamente arrestato, detenuto o

esiliato. Nel 2007 s

International 600 persone erano detenute senza imputazione, processo o

revisione nella base aerea militare statunitense di Bragram, in Afganistan e

25000 erano quelle detenute in Iraq.

Art. 13 - 1) Ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e di

residenza entro i confini di ogni Stato. 2) Ogni individuo ha diritto di

lasciare qualsiasi paese, incluso il proprio, e di ritornare nel proprio

paese. Nel 2007 si contavano 31.677.700

rifugiati (dati UNHCR The U.N. Refugee Agency)

Art. 14 - Ogni individuo ha il diritto di cercare e di godere in altri paesi

asilo dalle persecuzioni...

Nel 2007, in tutto il mondo, sono state 740.000 le richieste di asilo

politico (dati UNHCR).

econdo Amnesty

MIGRANTI COME RISORSA continua

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Page 4: Luogo Comune - Dicembre 2008

Caro Hakim,quando sei arrivato da noi ci ha fatto piacere perché eravamo contenti di incontrare un nuovo amico e di conoscere qualcosa dell'Algeria e delle differenze tra Algeria e Italia.Tu chiedevi molte informazioni sull'Italia e noi ti chiedevamo informazioni sull'Algeria.Per esempio noi chiedevamo spesso come si dicevano in arabo alcune parole, chiedevamo del ramadan, o ti chiedevamo i nomi dei tuoi familiari per capire la differenza tra i nomi italiani e quelli algerini. Te lo abbiamo chiesto tante volte: facevamo fatica a ricordarceli perché erano nomi diversi da quelli a cui eravamo abituati.Anche la maestra Stefania e tutta la scuola attraverso te, Hakim, volevano informarsi sulla cultura algerina. Tu raccontavi e rispondevi con pazienza alle nostre domande.Per rispondere alle domande più difficili ti facevi aiutare da tua mamma. Come quando ci avete spiegato cos'è il ramadan. Ci avete detto che è un periodo di festa degli islamici che dura quasi un mese. In questo periodo non si mangia fino al tramonto del sole. Digiunando insieme vi sentite più uniti in famiglia, ma anche con la comunità e con le altre comunità in tutto il mondo. Inoltre in questo modo ricordate chi non può mangiare perché non ha il cibo e pensate di più a loro.A proposito di cibo quando c'era il tuo compleanno tua mamma ci mandava dei dolci buonissimi diversi da quelli che conosciamo. Erano pastine ripiene con sopra cioccolato, erano fatte come delle vaschette ripiene. Poi c'era la torta, di solito una crostata con la cioccolata. Le mamme dicevano, per scherzo, che avremmo potuto aprire una pasticceria, tua mamma sarebbe stata all'altezza.Ti ricordi quante volte hai perso gli occhiali e tutti ci mettevamo a cercarli? Una volta è stato particolarmente difficile perché li avevi persi tra i sassi in cortile e non era facile vederli, ma tutti hanno fatto la loro parte per cercarli. Alla fine li ha trovati Valeria e tu eri contentissimo, anche se si erano un po' rotti. Quando non potevi venire a scuola perché dovevi andare dal dentista eri proprio disperato e anche noi eravamo dispiaciuti perché capivamo che per te era molto importante andare a scuola anche perché lì avevi i tuoi amici migliori.Ci piaceva come lavoravi: nonostante le difficoltà che avevi con la lingua italiana, ti impegnavi con una voglia e un'allegria pazzesche. Con la tua volontà e determinazione ci hai insegnato a non arrenderci davanti alle difficoltà e a prendere la scuola come un gioco in cui bisogna però impegnarsi al massimo.Ci stupivamo perché ringraziavi sempre per ogni piccolo aiuto facendo capire la felicità e la gratitudine che provavi.Sei stato per noi un buon compagno e tuttora dobbiamo ringraziarti per le cose che ci hai insegnato e che ci hai dato la possibilità di insegnarti, creando così un forte legame di amicizia con tutta la classe.Ciao, tanti auguri Hakim, buona scuola media. La tua classe

COSTRUIRE PONTI

INSEGNARE E IMPARARE AL PLURALE

IL SOGNO DI SANJIDA

LettereRisposta per i miei compagni delle elementari Cari compagni, il primo giorno di scuola con voi, in seconda elementare, mi avete accolto benissimo. Poi, durante la ricreazione, Dario mi ha chiesto se potevamo andare a giocare e da quel giorno siamo diventati molto amici.Andavamo sempre a giocare a nascondino o a guardie e ladri in cortile in ricreazione.Poi, durante la mensa, ho conosciuto Victor e da lì siamo diventati tutti e tre, io Dario e Victor, molto amici.Mi piacevano le feste che si facevano a Natale. Una volta ho fatto la renna con Dario che faceva Babbo Natale, poi con Victor che faceva il bambino che dormiva aspettando i regali. Per quella festa all'inizio io non sapevo cosa fare, allora i miei compagni mi consigliavano, così mi hanno consigliato di fare la renna.In quinta elementare abbiamo cominciato a lavorare tantissimo. E' arrivata la festa di San Martino e mi piaceva molto leggere ai miei compagni questa storia italiana di San Martino. Poi era arrivato il Natale e mi piaceva cantare i canti italiani. Subito dopo era arrivato carnevale, mi era piaciuto andare a vedere i carri e raccontare ai miei compagni quello che avevo visto. Poi è arrivata Pasqua. Mi ricordo che abbiamo lavorato per costruire dei biglietti di auguri.Infine la scuola è finita, abbiamo fatto la festa finale e abbiamo salutato le maestre. Ci hanno detto 'buona prima media'.Alla fine della scuola elementare mi hanno fatto un regalo: un paio di occhiali nuovi perché i miei li avevo persi un'altra volta. E mi hanno detto 'buona prima media'.Ciao a tutti. Hakim

04

coriandoli

continua

Le nostre scuole di base possono diventare preziosi laboratori di convivenza e di democrazia.Perché costituiscono l'unico luogo comune in cui TUTTI e TUTTE sostano a lungo insieme impegnandosi in un progetto comune.Inoltre perché custodiscono un patrimonio prezioso: la cultura dell'infanzia.In tutto il mondo la cultura dei bambini, se non viene precocemente influenzata dai pregiudizi del mondo adulto, ha alcune caratteristiche importanti.Nella cultura dei bambini e delle bambine c'è la curiosità, il desiderio di conoscere l'altro. E' un'attitudine importante e positiva, perché la curiosità è il contrario dell'indifferenza.Inoltre della cultura dei bambini fa parte il desiderio di incontrarsi nel gioco, di 'mettersi in gioco' insieme, ponendo in questo modo solide basi per la conoscenza reciproca.Dalla storia di incontro raccontata da Hakim e dalla sua classe

Sono un' insegnante della Scuola Primaria “G.B.Piranesi” del I° Circolo di Mogliano Veneto e insegno nelle due classi quinte del plesso.Nel nostro Circolo sono presenti 99 alunni stranieri 60 nella scuola primaria e 39 in quella dell' infanzia e, in particolare, nella nostra scuola ce ne sono 31. In una delle mie due sezioni su 15 alunni, 7 sono stranieri di provenienza diversa: dalla Colombia, dal Kossovo, dal Marocco, dall' Algeria e dalla Cina.Come si realizza nelle nostre scuole l'obiettivo di lavorare al plurale?A livello del nostro plesso, da anni, ma questa è una realtà presente in molte altre scuole del Circolo, è attiva una biblioteca “ La Biblioteca del bosco incantato” dove si sviluppano diverse attività e una di queste è quella del prestito del libro.Con l' inserimento di bambini stranieri provenienti da diversi paesi, abbiamo realizzato uno scaffale multiculturale in cui gli alunni trovano molti libri in lingua originale e in bilingua in modo che si sentano inclusi e partecipi e non esclusi da questa attività rafforzando in questo modo il senso di appartenenza .Una volta l' anno si organizzano “ Le giornate della lettura” in cui i genitori degli alunni stranieri leggono fiabe, storie e favole in lingua madre e in italiano al fine di conoscere gli usi, le tradizioni e i costumi dei paesi di origine.In alcune classi si sviluppano percorsi di individuazione delle alterità e delle affinità che portano poi ad una reale integrazione e tutto il plesso condivide progetti di lingua 2 usufruendo del Fondo di Istituto, come peraltro accade per molte scuole del Circolo.Un' altra iniziativa alla quale come classe abbiamo aderito con entusiasmo è stata la proposta arrivata dal giornale “LUOGO COMUNE” in cui tutti gli alunni e in particolare gli stranieri hanno avuto modo di esprimere le loro opinioni su come vedono Mogliano, su quali sono le cose che piacciono o non piacciono e cosa manca di più del loro paese.

Incontrarsi con una persona che accetta di parlare di sé, della sua storia è un'esperienza importante: ci consente, attraverso la conoscenza di vissuti, emozioni, storie, il confronto e l'avvicinamento a una umanità autentica. Perché ci sia dialogo, condivisione è necessario mettersi in gioco reciprocamente; non c'è solo ascolto per chi parla ma anche di sé, di un sé che interloquisce con l'altro, che è disposto a mettersi in discussione con se stesso. Senza la reciprocità (siamo altri per chi viene in Italia, sono altri per chi vi abita già) si rimane in un certo senso passivi, non si cambia, non è possibile quindi fare un vero cammino insieme.Ho rivolto alcune domande a Sanjida in occasione della giornata del volontariato, il 5 dicembre 2008, nella manifestazione tenuta al centro sociale di Mogliano.

Benvenuta, grazie di essere qui con noi, ti chiedo di presentarti brevemente.Buonasera, a tutti, io mi chiamo Sanjida, abito a Mogliano, da tre anni. Frequento il secondo anno dell'Istituto Commerciale Fabio Besta a Treviso.

Vorrei cominciare parlando dell'oggi: puoi descrivere una tua giornata tipo, la scuola e le altre cose che fai normalmente?Alla mattina vado a scuola, poi, durante il ritorno, dopo la scuola, mangio perché sto facendo uno stage e quindi vado direttamente in ufficio. Qui faccio delle traduzioni dall'inglese e alcune fatture. Ricevo una paga, piccola ma importante per me, anche per l'esperienza che posso fare.Alla sera, alle sette, ritorno a casa e comincio a studiare.

emergono tutti questi elementi. Innanzitutto la curiosità di conoscere l'altro nella sua specificità e diversità, che porta alla scoperta e all'apprezzamento: 'abbiamo chiesto...', 'ci chiedevi...', 'ci hai insegnato...', 'da te abbiamo imparato...'; poi la spontaneità della comunicazione che nasce dalla condivisione dei momenti quotidiani: il gioco, i pasti, l'aiuto nelle difficoltà....E dalla reciprocità del dare e ricevere tutti escono più ricchi, con più consapevolezze e meno paure.

Purché la scuola sia veramente tale, cioè luogo comune dell'incontro e dello scambio, in cui si cresce insieme e reciprocamente ci si sostiene nel cammino.Va da sé che non abbiamo certo bisogno di classi ponte, che priverebbero tutti della grande ricchezza dell'incontro. Abbiamo bisogno, semmai, di scuole che continuino, con pazienza e tenacia, ad essere, ogni giorno, luoghi in cui si costruiscono ponti tra le persone. nv.

IL SOGNO DI SANJIDA continua Giornate piene le tue, sei soddisfatta di quello che fai?

Sì, perché posso anche imparare varie cose.

Ti danno anche una piccola paga?Sì, non è molto, ma è importante per me. Non mi sarei mai aspettata di lavorare, ma ho trovato questa occasione: loro mi danno forza, è una cosa bellissima. Mi dicono, se tu lavori qui ti possiamo anche assumere. C'è una certezza per il futuro!

E' dunque un bell' ambiente di lavoro?Sì sto bene, sono tranquilla.

E a scuola ti trovi bene con i tuoi compagni, compagne, riesci a incontrarti con loro nel poco tempo libero che ti rimane?Non posso incontrarmi fuori della scuola con i miei compagni di classe; sono molto gentili con me. Io sono più grande di loro, ho 18 anni. Loro sono con me come una mia famiglia. Se ho delle difficoltà, se non riesco a spiegarmi, condividere delle cose, loro mi capiscono e questa è una cosa importante. E un'altra cosa bella è che i professori mi credono tanto…

Ti credono, cioè hanno fiducia in te?Sì.

E quando sei arrivata in Italia, quanti anni fa?Tre anni fa, quando avevo 15 anni, verso 16.

Con chi, da sola, con la famiglia.No assolutamente non con la famiglia. Sono venuta con alcune persone che mi hanno aiutato a venire prima in Francia. Ma in Francia non avevo nessuno, invece in Italia vive mia sorella e sono venuta a Mogliano. Qui nel CTP (Centro Territoriale Permanente) sono stata aiutata per fare le carte.

E all'inizio, appena arrivata che cosa hai sentito più estraneo a te, alle tue abitudini? più difficile da accogliere, da accettare come straniero?La prima cosa che non potevo accettare sono stati i vestiti: troppo diversi da noi, non mi piacevo con quei vestiti, non ero abituata.

Quindi prima di tutto l'abito, per un po' allora tu hai indossato i tuoi vestiti?No, perché non ho potuto portare niente, perché quando mi hanno detto che dovevo venire in Italia, l'ho sentito alla mattina e siamo partiti alla sera e quindi non ho potuto prendere dei vestiti.

Sei stata quasi costretta a indossare abiti che non ti piacevano?Mi sentivo strana …

Ci sono altre cose che ti hanno creato qualche difficoltà. Tu conoscevi, ci hai detto, l'inglese, ma siamo noi che non lo parliamo. Come ti sei trovata all'inizio sul piano della comunicazione, sapevi qualche parola d' italiano?

No, ma avevo tanta voglia di imparare l'italiano. Dapprima ho cominciato a casa, perché non avendo le carte in regola, non potevo frequentare la scuola, poi ho iniziato a parlare con gli adulti. All'inizio non avevo amici, perché io sono una ragazza molto chiusa.

Il tuo sorriso mi sembra molto aperto e bello, però.Mi sentivo molto amata dai miei parenti, da mia mamma soprattutto e allora mi incontravo con gli adulti e loro mi hanno aiutato per imparare la lingua italiana e pian piano ho cominciato a

parlare e poi ho iniziato a frequentare la scuola del CTP, dove gli insegnanti mi hanno aiutato molto, moltissimo.

Oltre all'ambiente e a coloro che ti hanno aiutato, hai trovato qualche altra persona, hai cominciato a fare amicizia con i ragazzi della tua età, ne sentivi il bisogno?

Da quando sono venuta in Italia avevo un solo pensiero: quello di trovare casa. Poi una volta trovata casa, il pensiero di trovare un lavoro e non ho mai sentito la mancanza di un'amicizia, perché ho pensato sempre di essere venuta in Italia per fare qualcosa. Quando sono venuta qui la vera mancanza è stata quella dei miei parenti, mi sono sentita abbandonata dalla mia famiglia, era difficile non vederli. Non ero mai stata lontana da loro.

E' stata una separazione molto, molto difficile. Ci è voluto del tempo e quel tempo non è ancora passato… però sei stata molto brava…

Sei venuta qui a 15 anni e adesso ne hai 18. Tre anni importantissimi nella vita di tutte le donne, da adolescenti si diventa grandi. C'è stata un' esperienza che hai fatto a scuola o al lavoro che ti ha cambiata, che ti ha fatto sentire meglio, più matura?

Prima ero una ragazza molto paurosa, avevo paura di tutto. Adesso sono diventata una ragazza molto forte: non ho paura di rimanere fuori anche la notte, mentre prima quando faceva buio volevo tornare subito a casa. Non ho mai fatto brutti incontri qui in Italia.

Ci dici da dove vieni?Dal Bangladesch.

Sei più tornata nel tuo paese?No. Non ne ho avuto mai l'occasione.

Hai un tuo progetto, un tuo sogno?Ho un sogno: se guadagno dei soldi, voglio aprire nel mio paese una specie di fabbrica dove possano lavorare le donne che hanno subito violenza. Desidero fare qualcosa per loro.

Grazie a Sanjida.

La trascrizione dell'intervista ci riporta i contenuti, le cose dette, purtroppo non il sorriso aperto di Sanjida, non l'emozione della sua voce nel ricordare la famiglia.Credo che la sua storia sia davvero segno della grande forza che può dare un progetto alla vita di chi, lasciato il proprio paese, può trovare nel nuovo paese che lo ospita le condizioni adeguate per realizzarlo.

02n°

05

Trovare degli spazi e dei momenti “dedicati” di riflessione e di confronto fa acquisire la consapevolezza che tutti , anche se diversi, abbiamo le stesse aspettative, le stesse esigenze le medesime tensioni e tende ad eliminare quegli stereotipi generati dai pregiudizi.Una delle attività, però,che io ritengo più pregnanti sotto il profilo educativo e formativo che ho sviluppato è quella relativa ad alcuni percorsi di Storia Locale che ho potuto realizzare grazie alla mia partecipazione alla Rete di Storia Locale.Abbiamo studiato il fiume Zero sotto il profilo storico-geografico e scientifico e la Cooperativa dei peschicultori di Mogliano conoscendo un passato industriale della nostra città a molti sconosciuto.Abbiamo avuto modo di vedere la trasformazione del nostro territorio in seguito alla nuova urbanizzazione e la scomparsa di testimonianze materiali del nostro passato.Conoscere il patrimonio del paese in cui si vive, per tutti i bambini ma soprattutto per quelli stranieri, concorre a favorire il senso di appartenenza e inoltre crea una identità con il territorio stesso e con le persone cosicché una persona si sente parte integrante.Si impara a conoscere il patrimonio culturale, artistico e storico “ comune” offerto dalla zona e si acquisisce la consapevolezza che questo va salvaguardato e difeso, creando un senso di rispetto e di responsabilità che vengono condecisi e condivisi e non imposti.Secondo noi è proprio a scuola e dalla scuola che deve partire questa educazione al patrimonio e al potenziamento di un senso civico con regole riconosciute ed è ancora la scuola che deve favorire momenti ed occasioni di confronto e di conoscenza reciproca, deve rappresentare terreno fertile in quanto è uno degli ambienti preferenziali in cui si gioca l'integrazione e l'amicizia tra popoli diversi. Flavia Muraro

Art. 16 - 1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e

di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza,

cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al

matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.2) Il matrimonio potrà essere concluso

soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi…

sulle donne nel 2003 oltre 51 milioni

di minorenni sono state costrette a sposarsi. Secondo alcune proiezioni

tale cifra salirà a 100 milioni nei prossimi anni.

Art.18 - Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza

e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di

credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in

pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo

nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Secondo Amnisty International nel 2007 si sono registrati violazioni dei diritti alla libertà di coscienza in 45

paesi , mentre in 77 si sono riscontrati leggi limitative della libertà di'espressione e di stampa.

Art. 21 - Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le

libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione

alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di

religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di

altra condizione.

In circa 80 stati l'omosessualità è ritenuta un delitto punito con pene

detentive o anche con la pena di morte (Guida Del Mondo 2005-2006

EMI Editore 2007).

Art. 23 - Ogni persona ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e

soddisfacenti condizioni di lavoro… e di fondare dei sindacati e di

aderirvi.

Sono 144 i sindacalisti uccisi nel 2006 per aver difeso i diritti dei

lavoratori, mentre oltre 800 hanno subito torture. È quanto emerge dal

rapporto annuale delle violazioni dei diritti sindacali nel mondo della

Confederazione sindacale internazionale (Csi).

Secondo il Centro Internazionale

coriandoli

(S)

(P)

(P)

Il rapporto prende in analisi 138 paesi e fornisce il dettaglio di oltre

5.000 arresti e di oltre 8000 licenziamenti di lavoratori a causa

della loro attività sindacale.

Art. 25 - 1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita

sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua

famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario,

all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha

diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro

caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze

indipendenti dalla sua volontà. 2) La maternità e l'infanzia hanno

diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della

stessa protezione sociale.

30.000 bambini al giorno (oltre 10 milioni all'anno) muoiono a causa di

malattie facilmente curabili (Dati UNICEF 2002)

Ogni anno muoiono oltre 500.000 donne in seguito alla gravidanza e al

parto (Dati UNICEF 2002)

42 milioni i malati di AIDS, 39 nei paesi in via di sviluppo. AIDS e

tubercolosi provocano 2 milioni di morti. Nel 2010 gli orfani per AIDS

supereranno i 25 milioni Dati: Human Development Report 2003).

La malaria causa 1 milione di morti (con i probabili cambiamenti climatici

ci potrebbe essere un aumento del 100%) (Human Development Report

2003)

Oltre un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo non ha accesso

all'acqua potabile. 2 miliardi e quattrocento individui non hanno

accesso ai servizi igienici.

Art. 26 - Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve

essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e

fondamentali. L'istruzione elementare deve essere

obbligatoria...

Nel mondo 867 milioni di persone è analfabeta (66% del totale sono

donne). 121 milioni di bambini non frequentano la scuola (75% sono di

sesso femminile)

Il 20% più povero della popolazione mondiale riceve meno del

20% delle spese pubblica destinata all'istruzione. (World Development

Indicators – World Bank)

Page 5: Luogo Comune - Dicembre 2008

Caro Hakim,quando sei arrivato da noi ci ha fatto piacere perché eravamo contenti di incontrare un nuovo amico e di conoscere qualcosa dell'Algeria e delle differenze tra Algeria e Italia.Tu chiedevi molte informazioni sull'Italia e noi ti chiedevamo informazioni sull'Algeria.Per esempio noi chiedevamo spesso come si dicevano in arabo alcune parole, chiedevamo del ramadan, o ti chiedevamo i nomi dei tuoi familiari per capire la differenza tra i nomi italiani e quelli algerini. Te lo abbiamo chiesto tante volte: facevamo fatica a ricordarceli perché erano nomi diversi da quelli a cui eravamo abituati.Anche la maestra Stefania e tutta la scuola attraverso te, Hakim, volevano informarsi sulla cultura algerina. Tu raccontavi e rispondevi con pazienza alle nostre domande.Per rispondere alle domande più difficili ti facevi aiutare da tua mamma. Come quando ci avete spiegato cos'è il ramadan. Ci avete detto che è un periodo di festa degli islamici che dura quasi un mese. In questo periodo non si mangia fino al tramonto del sole. Digiunando insieme vi sentite più uniti in famiglia, ma anche con la comunità e con le altre comunità in tutto il mondo. Inoltre in questo modo ricordate chi non può mangiare perché non ha il cibo e pensate di più a loro.A proposito di cibo quando c'era il tuo compleanno tua mamma ci mandava dei dolci buonissimi diversi da quelli che conosciamo. Erano pastine ripiene con sopra cioccolato, erano fatte come delle vaschette ripiene. Poi c'era la torta, di solito una crostata con la cioccolata. Le mamme dicevano, per scherzo, che avremmo potuto aprire una pasticceria, tua mamma sarebbe stata all'altezza.Ti ricordi quante volte hai perso gli occhiali e tutti ci mettevamo a cercarli? Una volta è stato particolarmente difficile perché li avevi persi tra i sassi in cortile e non era facile vederli, ma tutti hanno fatto la loro parte per cercarli. Alla fine li ha trovati Valeria e tu eri contentissimo, anche se si erano un po' rotti. Quando non potevi venire a scuola perché dovevi andare dal dentista eri proprio disperato e anche noi eravamo dispiaciuti perché capivamo che per te era molto importante andare a scuola anche perché lì avevi i tuoi amici migliori.Ci piaceva come lavoravi: nonostante le difficoltà che avevi con la lingua italiana, ti impegnavi con una voglia e un'allegria pazzesche. Con la tua volontà e determinazione ci hai insegnato a non arrenderci davanti alle difficoltà e a prendere la scuola come un gioco in cui bisogna però impegnarsi al massimo.Ci stupivamo perché ringraziavi sempre per ogni piccolo aiuto facendo capire la felicità e la gratitudine che provavi.Sei stato per noi un buon compagno e tuttora dobbiamo ringraziarti per le cose che ci hai insegnato e che ci hai dato la possibilità di insegnarti, creando così un forte legame di amicizia con tutta la classe.Ciao, tanti auguri Hakim, buona scuola media. La tua classe

COSTRUIRE PONTI

INSEGNARE E IMPARARE AL PLURALE

IL SOGNO DI SANJIDA

LettereRisposta per i miei compagni delle elementari Cari compagni, il primo giorno di scuola con voi, in seconda elementare, mi avete accolto benissimo. Poi, durante la ricreazione, Dario mi ha chiesto se potevamo andare a giocare e da quel giorno siamo diventati molto amici.Andavamo sempre a giocare a nascondino o a guardie e ladri in cortile in ricreazione.Poi, durante la mensa, ho conosciuto Victor e da lì siamo diventati tutti e tre, io Dario e Victor, molto amici.Mi piacevano le feste che si facevano a Natale. Una volta ho fatto la renna con Dario che faceva Babbo Natale, poi con Victor che faceva il bambino che dormiva aspettando i regali. Per quella festa all'inizio io non sapevo cosa fare, allora i miei compagni mi consigliavano, così mi hanno consigliato di fare la renna.In quinta elementare abbiamo cominciato a lavorare tantissimo. E' arrivata la festa di San Martino e mi piaceva molto leggere ai miei compagni questa storia italiana di San Martino. Poi era arrivato il Natale e mi piaceva cantare i canti italiani. Subito dopo era arrivato carnevale, mi era piaciuto andare a vedere i carri e raccontare ai miei compagni quello che avevo visto. Poi è arrivata Pasqua. Mi ricordo che abbiamo lavorato per costruire dei biglietti di auguri.Infine la scuola è finita, abbiamo fatto la festa finale e abbiamo salutato le maestre. Ci hanno detto 'buona prima media'.Alla fine della scuola elementare mi hanno fatto un regalo: un paio di occhiali nuovi perché i miei li avevo persi un'altra volta. E mi hanno detto 'buona prima media'.Ciao a tutti. Hakim

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continua

Le nostre scuole di base possono diventare preziosi laboratori di convivenza e di democrazia.Perché costituiscono l'unico luogo comune in cui TUTTI e TUTTE sostano a lungo insieme impegnandosi in un progetto comune.Inoltre perché custodiscono un patrimonio prezioso: la cultura dell'infanzia.In tutto il mondo la cultura dei bambini, se non viene precocemente influenzata dai pregiudizi del mondo adulto, ha alcune caratteristiche importanti.Nella cultura dei bambini e delle bambine c'è la curiosità, il desiderio di conoscere l'altro. E' un'attitudine importante e positiva, perché la curiosità è il contrario dell'indifferenza.Inoltre della cultura dei bambini fa parte il desiderio di incontrarsi nel gioco, di 'mettersi in gioco' insieme, ponendo in questo modo solide basi per la conoscenza reciproca.Dalla storia di incontro raccontata da Hakim e dalla sua classe

Sono un' insegnante della Scuola Primaria “G.B.Piranesi” del I° Circolo di Mogliano Veneto e insegno nelle due classi quinte del plesso.Nel nostro Circolo sono presenti 99 alunni stranieri 60 nella scuola primaria e 39 in quella dell' infanzia e, in particolare, nella nostra scuola ce ne sono 31. In una delle mie due sezioni su 15 alunni, 7 sono stranieri di provenienza diversa: dalla Colombia, dal Kossovo, dal Marocco, dall' Algeria e dalla Cina.Come si realizza nelle nostre scuole l'obiettivo di lavorare al plurale?A livello del nostro plesso, da anni, ma questa è una realtà presente in molte altre scuole del Circolo, è attiva una biblioteca “ La Biblioteca del bosco incantato” dove si sviluppano diverse attività e una di queste è quella del prestito del libro.Con l' inserimento di bambini stranieri provenienti da diversi paesi, abbiamo realizzato uno scaffale multiculturale in cui gli alunni trovano molti libri in lingua originale e in bilingua in modo che si sentano inclusi e partecipi e non esclusi da questa attività rafforzando in questo modo il senso di appartenenza .Una volta l' anno si organizzano “ Le giornate della lettura” in cui i genitori degli alunni stranieri leggono fiabe, storie e favole in lingua madre e in italiano al fine di conoscere gli usi, le tradizioni e i costumi dei paesi di origine.In alcune classi si sviluppano percorsi di individuazione delle alterità e delle affinità che portano poi ad una reale integrazione e tutto il plesso condivide progetti di lingua 2 usufruendo del Fondo di Istituto, come peraltro accade per molte scuole del Circolo.Un' altra iniziativa alla quale come classe abbiamo aderito con entusiasmo è stata la proposta arrivata dal giornale “LUOGO COMUNE” in cui tutti gli alunni e in particolare gli stranieri hanno avuto modo di esprimere le loro opinioni su come vedono Mogliano, su quali sono le cose che piacciono o non piacciono e cosa manca di più del loro paese.

Incontrarsi con una persona che accetta di parlare di sé, della sua storia è un'esperienza importante: ci consente, attraverso la conoscenza di vissuti, emozioni, storie, il confronto e l'avvicinamento a una umanità autentica. Perché ci sia dialogo, condivisione è necessario mettersi in gioco reciprocamente; non c'è solo ascolto per chi parla ma anche di sé, di un sé che interloquisce con l'altro, che è disposto a mettersi in discussione con se stesso. Senza la reciprocità (siamo altri per chi viene in Italia, sono altri per chi vi abita già) si rimane in un certo senso passivi, non si cambia, non è possibile quindi fare un vero cammino insieme.Ho rivolto alcune domande a Sanjida in occasione della giornata del volontariato, il 5 dicembre 2008, nella manifestazione tenuta al centro sociale di Mogliano.

Benvenuta, grazie di essere qui con noi, ti chiedo di presentarti brevemente.Buonasera, a tutti, io mi chiamo Sanjida, abito a Mogliano, da tre anni. Frequento il secondo anno dell'Istituto Commerciale Fabio Besta a Treviso.

Vorrei cominciare parlando dell'oggi: puoi descrivere una tua giornata tipo, la scuola e le altre cose che fai normalmente?Alla mattina vado a scuola, poi, durante il ritorno, dopo la scuola, mangio perché sto facendo uno stage e quindi vado direttamente in ufficio. Qui faccio delle traduzioni dall'inglese e alcune fatture. Ricevo una paga, piccola ma importante per me, anche per l'esperienza che posso fare.Alla sera, alle sette, ritorno a casa e comincio a studiare.

emergono tutti questi elementi. Innanzitutto la curiosità di conoscere l'altro nella sua specificità e diversità, che porta alla scoperta e all'apprezzamento: 'abbiamo chiesto...', 'ci chiedevi...', 'ci hai insegnato...', 'da te abbiamo imparato...'; poi la spontaneità della comunicazione che nasce dalla condivisione dei momenti quotidiani: il gioco, i pasti, l'aiuto nelle difficoltà....E dalla reciprocità del dare e ricevere tutti escono più ricchi, con più consapevolezze e meno paure.

Purché la scuola sia veramente tale, cioè luogo comune dell'incontro e dello scambio, in cui si cresce insieme e reciprocamente ci si sostiene nel cammino.Va da sé che non abbiamo certo bisogno di classi ponte, che priverebbero tutti della grande ricchezza dell'incontro. Abbiamo bisogno, semmai, di scuole che continuino, con pazienza e tenacia, ad essere, ogni giorno, luoghi in cui si costruiscono ponti tra le persone. nv.

IL SOGNO DI SANJIDA continua Giornate piene le tue, sei soddisfatta di quello che fai?

Sì, perché posso anche imparare varie cose.

Ti danno anche una piccola paga?Sì, non è molto, ma è importante per me. Non mi sarei mai aspettata di lavorare, ma ho trovato questa occasione: loro mi danno forza, è una cosa bellissima. Mi dicono, se tu lavori qui ti possiamo anche assumere. C'è una certezza per il futuro!

E' dunque un bell' ambiente di lavoro?Sì sto bene, sono tranquilla.

E a scuola ti trovi bene con i tuoi compagni, compagne, riesci a incontrarti con loro nel poco tempo libero che ti rimane?Non posso incontrarmi fuori della scuola con i miei compagni di classe; sono molto gentili con me. Io sono più grande di loro, ho 18 anni. Loro sono con me come una mia famiglia. Se ho delle difficoltà, se non riesco a spiegarmi, condividere delle cose, loro mi capiscono e questa è una cosa importante. E un'altra cosa bella è che i professori mi credono tanto…

Ti credono, cioè hanno fiducia in te?Sì.

E quando sei arrivata in Italia, quanti anni fa?Tre anni fa, quando avevo 15 anni, verso 16.

Con chi, da sola, con la famiglia.No assolutamente non con la famiglia. Sono venuta con alcune persone che mi hanno aiutato a venire prima in Francia. Ma in Francia non avevo nessuno, invece in Italia vive mia sorella e sono venuta a Mogliano. Qui nel CTP (Centro Territoriale Permanente) sono stata aiutata per fare le carte.

E all'inizio, appena arrivata che cosa hai sentito più estraneo a te, alle tue abitudini? più difficile da accogliere, da accettare come straniero?La prima cosa che non potevo accettare sono stati i vestiti: troppo diversi da noi, non mi piacevo con quei vestiti, non ero abituata.

Quindi prima di tutto l'abito, per un po' allora tu hai indossato i tuoi vestiti?No, perché non ho potuto portare niente, perché quando mi hanno detto che dovevo venire in Italia, l'ho sentito alla mattina e siamo partiti alla sera e quindi non ho potuto prendere dei vestiti.

Sei stata quasi costretta a indossare abiti che non ti piacevano?Mi sentivo strana …

Ci sono altre cose che ti hanno creato qualche difficoltà. Tu conoscevi, ci hai detto, l'inglese, ma siamo noi che non lo parliamo. Come ti sei trovata all'inizio sul piano della comunicazione, sapevi qualche parola d' italiano?

No, ma avevo tanta voglia di imparare l'italiano. Dapprima ho cominciato a casa, perché non avendo le carte in regola, non potevo frequentare la scuola, poi ho iniziato a parlare con gli adulti. All'inizio non avevo amici, perché io sono una ragazza molto chiusa.

Il tuo sorriso mi sembra molto aperto e bello, però.Mi sentivo molto amata dai miei parenti, da mia mamma soprattutto e allora mi incontravo con gli adulti e loro mi hanno aiutato per imparare la lingua italiana e pian piano ho cominciato a

parlare e poi ho iniziato a frequentare la scuola del CTP, dove gli insegnanti mi hanno aiutato molto, moltissimo.

Oltre all'ambiente e a coloro che ti hanno aiutato, hai trovato qualche altra persona, hai cominciato a fare amicizia con i ragazzi della tua età, ne sentivi il bisogno?

Da quando sono venuta in Italia avevo un solo pensiero: quello di trovare casa. Poi una volta trovata casa, il pensiero di trovare un lavoro e non ho mai sentito la mancanza di un'amicizia, perché ho pensato sempre di essere venuta in Italia per fare qualcosa. Quando sono venuta qui la vera mancanza è stata quella dei miei parenti, mi sono sentita abbandonata dalla mia famiglia, era difficile non vederli. Non ero mai stata lontana da loro.

E' stata una separazione molto, molto difficile. Ci è voluto del tempo e quel tempo non è ancora passato… però sei stata molto brava…

Sei venuta qui a 15 anni e adesso ne hai 18. Tre anni importantissimi nella vita di tutte le donne, da adolescenti si diventa grandi. C'è stata un' esperienza che hai fatto a scuola o al lavoro che ti ha cambiata, che ti ha fatto sentire meglio, più matura?

Prima ero una ragazza molto paurosa, avevo paura di tutto. Adesso sono diventata una ragazza molto forte: non ho paura di rimanere fuori anche la notte, mentre prima quando faceva buio volevo tornare subito a casa. Non ho mai fatto brutti incontri qui in Italia.

Ci dici da dove vieni?Dal Bangladesch.

Sei più tornata nel tuo paese?No. Non ne ho avuto mai l'occasione.

Hai un tuo progetto, un tuo sogno?Ho un sogno: se guadagno dei soldi, voglio aprire nel mio paese una specie di fabbrica dove possano lavorare le donne che hanno subito violenza. Desidero fare qualcosa per loro.

Grazie a Sanjida.

La trascrizione dell'intervista ci riporta i contenuti, le cose dette, purtroppo non il sorriso aperto di Sanjida, non l'emozione della sua voce nel ricordare la famiglia.Credo che la sua storia sia davvero segno della grande forza che può dare un progetto alla vita di chi, lasciato il proprio paese, può trovare nel nuovo paese che lo ospita le condizioni adeguate per realizzarlo.

02n°

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Trovare degli spazi e dei momenti “dedicati” di riflessione e di confronto fa acquisire la consapevolezza che tutti , anche se diversi, abbiamo le stesse aspettative, le stesse esigenze le medesime tensioni e tende ad eliminare quegli stereotipi generati dai pregiudizi.Una delle attività, però,che io ritengo più pregnanti sotto il profilo educativo e formativo che ho sviluppato è quella relativa ad alcuni percorsi di Storia Locale che ho potuto realizzare grazie alla mia partecipazione alla Rete di Storia Locale.Abbiamo studiato il fiume Zero sotto il profilo storico-geografico e scientifico e la Cooperativa dei peschicultori di Mogliano conoscendo un passato industriale della nostra città a molti sconosciuto.Abbiamo avuto modo di vedere la trasformazione del nostro territorio in seguito alla nuova urbanizzazione e la scomparsa di testimonianze materiali del nostro passato.Conoscere il patrimonio del paese in cui si vive, per tutti i bambini ma soprattutto per quelli stranieri, concorre a favorire il senso di appartenenza e inoltre crea una identità con il territorio stesso e con le persone cosicché una persona si sente parte integrante.Si impara a conoscere il patrimonio culturale, artistico e storico “ comune” offerto dalla zona e si acquisisce la consapevolezza che questo va salvaguardato e difeso, creando un senso di rispetto e di responsabilità che vengono condecisi e condivisi e non imposti.Secondo noi è proprio a scuola e dalla scuola che deve partire questa educazione al patrimonio e al potenziamento di un senso civico con regole riconosciute ed è ancora la scuola che deve favorire momenti ed occasioni di confronto e di conoscenza reciproca, deve rappresentare terreno fertile in quanto è uno degli ambienti preferenziali in cui si gioca l'integrazione e l'amicizia tra popoli diversi. Flavia Muraro

Art. 16 - 1) Uomini e donne in età adatta hanno il diritto di sposarsi e

di fondare una famiglia, senza alcuna limitazione di razza,

cittadinanza o religione. Essi hanno eguali diritti riguardo al

matrimonio, durante il matrimonio e all'atto del suo scioglimento.2) Il matrimonio potrà essere concluso

soltanto con il libero e pieno consenso dei futuri coniugi…

sulle donne nel 2003 oltre 51 milioni

di minorenni sono state costrette a sposarsi. Secondo alcune proiezioni

tale cifra salirà a 100 milioni nei prossimi anni.

Art.18 - Ogni individuo ha diritto alla libertà di pensiero, di coscienza

e di religione tale diritto include la libertà di cambiare di religione o di

credo, e la libertà di manifestare isolatamente o in comune, e sia in

pubblico che in privato, la propria religione o il proprio credo

nell'insegnamento, nelle pratiche, nel culto e nell'osservanza dei riti.

Secondo Amnisty International nel 2007 si sono registrati violazioni dei diritti alla libertà di coscienza in 45

paesi , mentre in 77 si sono riscontrati leggi limitative della libertà di'espressione e di stampa.

Art. 21 - Ad ogni individuo spettano tutti i diritti e tutte le

libertà enunciate nella presente Dichiarazione, senza distinzione

alcuna, per ragioni di razza, di colore, di sesso, di lingua, di

religione, di opinione politica o di altro genere, di origine nazionale o sociale, di ricchezza, di nascita o di

altra condizione.

In circa 80 stati l'omosessualità è ritenuta un delitto punito con pene

detentive o anche con la pena di morte (Guida Del Mondo 2005-2006

EMI Editore 2007).

Art. 23 - Ogni persona ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste e

soddisfacenti condizioni di lavoro… e di fondare dei sindacati e di

aderirvi.

Sono 144 i sindacalisti uccisi nel 2006 per aver difeso i diritti dei

lavoratori, mentre oltre 800 hanno subito torture. È quanto emerge dal

rapporto annuale delle violazioni dei diritti sindacali nel mondo della

Confederazione sindacale internazionale (Csi).

Secondo il Centro Internazionale

coriandoli

(S)

(P)

(P)

Il rapporto prende in analisi 138 paesi e fornisce il dettaglio di oltre

5.000 arresti e di oltre 8000 licenziamenti di lavoratori a causa

della loro attività sindacale.

Art. 25 - 1) Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita

sufficiente a garantire la salute e il benessere proprio e della sua

famiglia, con particolare riguardo all'alimentazione al vestiario,

all'abitazione, e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ha

diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in ogni altro

caso di perdita dei mezzi di sussistenza per circostanze

indipendenti dalla sua volontà. 2) La maternità e l'infanzia hanno

diritto a speciali cure ed assistenza. Tutti i bambini nati nel matrimonio o fuori di esso, devono godere della

stessa protezione sociale.

30.000 bambini al giorno (oltre 10 milioni all'anno) muoiono a causa di

malattie facilmente curabili (Dati UNICEF 2002)

Ogni anno muoiono oltre 500.000 donne in seguito alla gravidanza e al

parto (Dati UNICEF 2002)

42 milioni i malati di AIDS, 39 nei paesi in via di sviluppo. AIDS e

tubercolosi provocano 2 milioni di morti. Nel 2010 gli orfani per AIDS

supereranno i 25 milioni Dati: Human Development Report 2003).

La malaria causa 1 milione di morti (con i probabili cambiamenti climatici

ci potrebbe essere un aumento del 100%) (Human Development Report

2003)

Oltre un miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo non ha accesso

all'acqua potabile. 2 miliardi e quattrocento individui non hanno

accesso ai servizi igienici.

Art. 26 - Ogni individuo ha diritto all'istruzione. L'istruzione deve

essere gratuita almeno per quanto riguarda le classi elementari e

fondamentali. L'istruzione elementare deve essere

obbligatoria...

Nel mondo 867 milioni di persone è analfabeta (66% del totale sono

donne). 121 milioni di bambini non frequentano la scuola (75% sono di

sesso femminile)

Il 20% più povero della popolazione mondiale riceve meno del

20% delle spese pubblica destinata all'istruzione. (World Development

Indicators – World Bank)

Page 6: Luogo Comune - Dicembre 2008

06

La formazione per la cittadinanza di tuttiIl Centro Territoriale Permanente di Mogliano Veneto

Vicino ai più piccoli

CHI E' STRANIERO?

Il Centro Territoriale Permanente di Mogliano Veneto è luogo di Formazione Permanente per giovani e adulti. E perciò è luogo di inclusione, di incontro di accoglienza delle differenze. E questo avviene perché fare formazione, fare cultura è aprire lo sguardo, è osservare, stupirsi delle ricchezze che siamo ciascuno di noi, che sono le nostre storie di persone, di famiglie, di comunità, di popoli. Il CTP dipende dal Ministero dell'Istruzione, dunque è un a scuola per giovani e adulti, italiani e migranti, ed ha l'obiettivo di offrire a tutti le condizioni per essere davvero cittadini, alcuni sono cittadini migranti, ma pur sempre cittadini, appropriandosi degli strumenti minimi necessari per esserlo oggi davvero. E noi pensiamo che siano fondamentali per costruire le basi della cittadinanza:1- la capacità di comunicare con la lingua di questo Paese, la lingua italiana: dunque corsi di lingua italiana per tutti, a tutte le età e per tutti i livelli, offerti in orari diversi e in sedi diverse per permettere a tutti di partecipare, attenti in particolare alle donne e madri, per permettere loro di frequentare i corsi con i loro bambini oppure in orario in cui i figli sono a scuola;2- il titolo di base di istruzione che oggi in Italia è la licenza media: possedere le competenze di istruzione di base è un diritto di cittadinanza e questo deve poi essere certificato da un diploma, da un titolo di studio, che può essere utile per il lavoro o per proseguire nello studio e nella formazione professionale;3- le conoscenze di base per utilizzare il computer, oggi strumento indispensabile, e la padronanza di altre lingue per sentirci ed essere veramente cittadini europei e cittadini del mondo.

Per migliorare la propria preparazione su questi tre ambiti, cittadini italiani e migranti si ritrovano insieme al CTP. E così, durante i corsi, capita che i cittadini italiani scoprono la grande cultura, le ampie conoscenze di tante donne e uomini migranti, incontrano persone che desiderano capire e approfondire. E allora si superano pregiudizi, luoghi comuni, perché si incontrano persone desiderose di vivere e conoscere il Paese che li ospita e nel quale desiderano portare il loro contributo per farlo crescere e renderlo più bello. Diventa così bello fare la storia dell'Italia e confrontarla con la storia dei Paesi di provenienza di ogni corsista per capire come ogni popolo ha lottato per la propria indipendenza ed è passato per momenti di buio, di dittatura, di ingiustizie …..E' bello condividere assieme la bellezza dell'arte di questo Paese,visitare insieme una Mostra o una città d'arte e prendere consapevolezza dei tesori che abbiamo in dono dalla storia, dalla cultura, dalla religiosità e renderci conto che la presenza di tanti migranti può spingere tanti italiani ad essere maggiormente consapevoli di tutto questo. Non raramente mi è capitato nei momenti di scambio e confronto durante le lezioni di sentire tanti cittadini italiani stupiti dal desiderio di partecipazione alla vita democratica di questo Paese da parte di cittadini migranti anche potendo esercitare il voto amministrativo e politico. E così i cittadini italiani si sono trovati a riflettere sul fatto che mentre alcuni desiderano partecipare e non possono (cittadini migranti), altri che possono (cittadini italiani) trascurano con superficialità e forse anche con irresponsabilità un momento di partecipazione democratica che per alcuni migranti è il sogno di una vita provenendo magari da Paesi in cui la democrazia non c'è. Ma voglio concludere ricordando un altro episodio. Una sera una donna italiana che frequentava il corso di licenza media è uscita con questa espressione: “Io non mi sono mai mossa dall'Italia, anzi vivo ancora nel paesino in cui sono nata, ma io mi sento a volte straniera nel mio paese, perché a volte quando esco di casa mi pare di essere in una realtà che non conosco, che non capisco. Io non mi sono mai mossa, ma tutto è cambiato intorno a me e così mi sento straniera”. La nostra vita è davvero segnata da grandi cambiamenti che a volte non desideriamo e non capiamo. Questo è il nostro tempo, e se ci aiutiamo tutti a capire cosa sta accadendo, e la formazione questo deve fare prima di tutto, noi tutti possiamo almeno provare a comprendere cosa significa partire e lasciare il proprio Paese in cerca di futuro, e possiamo imparare da chi questo viaggio lo fa a vivere nel cambiamento senza sentirci persi e con lo sguardo fatto di fiducia e accoglienza.

Paolo Criveller

Mi chiamo Moufida, vengo dalla Tunisia, e vivo in Italia da 12 anni. Ho dedicato i miei primi anni a creare la mia famiglia, e dopo ho cercato me stessa. Ho cominciato a partecipare ad un gruppo di donne, il “Gruppo Mongolfiera” creato dal Comune di Mogliano. E' lì che ho conosciuto tante donne da paesi diversi, e da lì è nata la scuola di lingua italiana per adulti, soprattutto per le mamme che hanno bambini piccoli. Per mia fortuna mi hanno proposto di lavorare, di tenere i bambini piccoli mentre le loro mamme sono a scuola. E' da quel punto è cominciata la mia avventura come baby-sitter. Per me non è un semplice lavoro, ma una missione, perché sento la fiducia delle mamme nei miei confronti. Ogni anno vengono bambini nuovi e mamme nuove, con le quali scambio le mie idee, sperando che questa avventura durerà per il bene proprio delle mamme.

Nella Carta europea dei diritti fondamentali, approvata a Nizza nel 2000, base di lavoro per l'elaborazione della Costituzione europea, l'art. 14 recita: “Ogni individuo ha diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale continua; tale diritto comporta la possibilità di accedere...”

'A ogni individuo' si dice, non 'a ogni cittadino dell'Unione'. L'istruzione non è un esercizio di uno status già posseduto, ma strumento per acquisire tale status ( un prerequisito).'Il diritto all'istruzione non può essere rifiutato a nessuno' (art. 2 protocollo addizionale Convenzione dei diritti umani').L'impegno per i 43 stati dell'attuale Consiglio d'Europa è di assumere l'istruzione all'interno del paniere dei diritti in grado di connotare la persona umana.

Lo Stato ha il dovere di garantire tali diritti attraverso il complesso di compiti, funzioni e norme cui si dà il nome di 'Stato sociale'. E' il modello di Stato sociale a dirci se un particolare diritto sociale, un diritto di cittadinanza, è tutelato. La scuola è il sistema attraverso cui l'affermazione del diritto all'istruzione si traduce in effettività.

Ne discendono due condizioni:- l'impossibilità di degradare tale diritto a

diritto individuale ad acquistare sul mercato quote di istruzione e cultura. Si produrrebbe uno scivolamento verso forme di democrazia solo per i ricchi;

- la necessità di dare alla scuola strumenti per essere luogo di comunicazione, di accettazione delle differenze, di costruzione di legame sociale. La scuola è il luogo dove si sperimenta il primo rapporto istituzionale con lo Stato, la prima sede per tutti di vita collettiva in cui si sperimenta l'esercizio dei propri diritti. Non può essere somma di luoghi separati, monoculturali, internamente omogenei.

I destinatari del diritto non sono solo coloro che sono già cittadini: l'istruzione è un diritto di cittadinanza nel senso che porta ad essa, la costruisce.Come per altri diritti sociali, l'istruzione è rivolta a chi è in un luogo indipendentemente dalla qualità formale della sua appartenenza. Non riguarda più solo il CITIZEN, ma il DENIZEN, chi E' in un luogo. Chi abita un luogo ha diritto di apprendere e comprendere in quel luogo. I diritti un tempo patrimonio dei cittadini diventano patrimonio di tutti coloro che si trovano in un territorio: essi hanno diritto in virtù della loro presenza a essere istruiti e curati, a conoscere, parlare, lavorare. Questo ampliamento non può risolversi restrittivamente in una inclusione dell'altro nel proprio sistema, incorporandolo all'interno di una comunità culturalmente chiusa: ciò costituirebbe una negazione dei soggetti; deve pertanto riconoscere le specificità e le necessità di coloro cui si rivolge. Richiede il riconoscimento delle culture di cui chi viene da altri luoghi è portatore, di rinunciare ad alcuni aspetti della propria per favorire l'incontro con l'altro; per crescere nel confronto con altri modi di rapportarsi ai processi di conoscenza, con altre tradizioni, con altre espressioni. L a d i m e n s i o n e i n t e r c u l t u r a l e dell'insegnamento non è uno dei tanti progetti, è la dimensione necessaria e normale dei processi di comunicazione oggi, centrale per la comprensione e la costruzione di senso.

Proclamare il diritto verso i denizen apre a una positiva visione di rapporti culturali non etnocentrati e alla costruzione di identità non difensive, e a una dimensione globale non separata dalla costruzione di significati condivisi. Occorre puntare a una comprensione del presente, a chiarirci, ognuno di noi sul nostro essere 'meticci', attraversati da culture – musica, arte, oggetti di vita quotidiana, forme linguistiche, cibo, vestiti,…- un tempo molto distanti e ormai prossime. Si è 'migranti' anche quando si è fermi in un luogo in quanto inseriti in un flusso globale di comunicazione che ci de-localizza, ci dà una diversa cognizione della nostra localizzazione.

Leggendo i dati del dossier statistico della Caritas sull'immigrazione possiamo rilevare:

- siamo di fronte in misura crescente alla seconda generazione dell'immigrazione; i nati in Italia da genitori immigrati sopravanzano chi viene per la prima volta in Italia; non è quindi del tutto esatto centrare tutto il problema scolastico sull'educazione linguistica/apprendimento della lingua italiana;

- l'apporto di nascite di 'stranieri' è fondamentale per riportare il saldo naturale della popolazione in attivo, quindi è un fattore di dinamizzazione e mobilità demografica;

- l'identità dei ragazzi e delle ragazze, il superamento degli ostacoli culturali e linguistici, il grado di integrazione, sono in stretta connessione con l'integrazione della famiglia, con il suo 'progetto di migrazione';

- il fenomeno dei ritardi rispetto all'età di frequenza di ordini di scuola e classi dipende da molti aspetti ( età di inizio dell'obbligo in diversi paesi, tradizioni familiari, scelte della scuola per cui all'età a n a g r a f i c a n o n c o r r i s p o n d e automaticamente la collocazione nella classe corrispettiva; mentre è forte il fenomeno della ripetenza- tra i ripetenti più del 90% sono nati fuori Italia e venuti recentemente-, dell'abbandono, della dispersione specie a cavallo fra scuola media e superiore);

- il sistema scolastico italiano è in gran parte impreparato e si muove isolatamente - ogni s c u o l a p e r s é - e s p e s s o volontaristicamente, fatte salve esperienze di alcuni enti locali, comuni, province;

- l'orientamento è anch'esso insufficiente: l'84% di studenti stranieri si iscrive a scuole di tipo tecnico o professionale, un'istruzione che sembra garantire stretta correlazione con la possibilità di un lavoro in relazione alla situazione economica e alle prospettive familiari più che alle aspettative dei ragazzi.

Su questa situazione fluida e spesso che presenta carenze sul piano della garanzia di maggiori opportunità per chi è in situazione di svantaggio si abbatte come una scure l'emendamento sulle 'classi ponte' o classi di 'inserimento'. Non è così negli altri paesi di più prolungata esperienza di emigrazione. In Belgio ad esempio un logopedista, retribuito dalla municipalità, attraverso dei colloqui stabilisce la classe- comune-dove il soggetto può essere più opportunamente collocato. Quella dell'emendamento è in ogni caso una proposta inattuabile che alla fin fine penalizzerebbe gli stessi ragazzi italiani.

G. Cavinato (M.C.E.)

02n°

07

VOLONTARIATO A MOGLIANO VENETO

ASSOCIAZIONI A CARATTERE SOCIALE

ASSOCIAZIONI A CARATTERE SOCIO-SANITARIO

ASSOCIAZIONI A CARATTERE CULTURALE

ASSOCIAZIONI A CARATTERE AMBIENTALISTA

S.OM.S (Società tra operi e agricoltori di mutuo soccorso) - cell. 328/9281512

A.AF.ID.(associazione assistenza formazione disabili) cell. 329/5852043

RETE RADIE' RESCH (Solidarietà internazionale e scambi culturali, umani, testimonianze tra nord e sud del mondo) - tel. 041/5904126

BOTTEGA DEL MONDO (commercio equo e solidale) (diffusione dei prodotti e sensibilizzazione alle tematiche della finanza etica, della cultura e di più equi rapporti tra nord e sud del mondo) - tel. 041/75931093

A.C.A.T.V .HUDOLIN (prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale per problemi alcol/droga ed altri disagi) cell. 328/0966422

CROCE ROSSA ITALIANA (soccorso senza discriminazioni a persone con sofferenza per aiuto in emergenza) ore serali dalle 20,00 alle 22,30 tel. 347/7146915

AREM (recupero educazione mentale) tel. 041/5905205 mart. dalle 15,00 alle 17,30

A.V.I.S.(sensibilizzare ed invitare i cittadini a donare il proprio sangue) - tel. 041/5930226

A.P.I.O. (prevenzione ed informazione oncologica) tel. 041/5906123

AMICI DELLA MONTAGNA (fini di carattere culturale, ecologico, ricreativo, attinenti la montagna in tutti gli aspetti) cell. 348/6057799

Comitato gestione CINEMA BUSAN ( promuove iniziative culturali e di spettacolo con proiezioni di film, teatro, concerti) cell. 347/8969059

UNITRE- UNIVERITA' DELLA TERZA ETA' (educare, formare, informare, promuovere la conoscenza aprendosi al sociale) - tel. 041/5904553

POLISPORTIVA MOGLIANO ( promuove e sostiene le varie discipline sportive) - cell.348/9306262

AMICI DEL PARCO ( finalità di solidarietà sociale con l'obiettivo di tutelare l'ambiente e gestire il parco Arcobaleno) - cell.347/8579392

AMICI DELLA GRANDE PIOPPA ( aggregazione tra gli abitanti del quartiere nord e manutenzione-fruizione area verde lungo canale Pianton) - cell.347/8579392

PARCO DEI PINI (valorizzazione dell'area verde del Parco dei Pini di Mazzocco) - tel. 041/5930266

Dal 2001 è costituita a Mogliano Veneto la Consulta Comunale delle Associazioni del Volontariato che sino alla primavera de 2008 ha operato, unitariamente con il supporto determinante delle Amministrazioni del Comune, con valide iniziative promozionali, informative, formative e di servizio alla città.Con lo scioglimento del Consiglio Comunale nella

primavera 2008, come da regolamento la Consulta viene meno al suo operare verso le Associazioni, questo in attesa di nuove elezioni del Consiglio Comunale.La situazione è stata deleteria per le Associazioni

aderenti alla Consulta, il collante che si era creato tra i Volontari con la realizzazione di iniziative concertate assieme e con esperienza di dialogo, non avevano lo strumento istituzionale di riferimento per proseguire.Nel 2007 alcune Associazioni di Volontariato del

settore socio-sanitario-assistenziale territoriali, hanno aderito alla formazione del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato del Distretto socio-Sanitario 3 ULSS-9, sigla abbreviata C.V.Tv.S, che abbraccia la fascia sud della Provincia di Treviso, composto da 8 Comuni che sono Zero Branco, Mogliano Veneto, Preganziol, Casale sul Sile, Casier, Roncade, Monastier, Zenson di Piave; ogni Comune all'interno del Coordinamento ha un suo rappresentante, ricopre la carica di Presidente il sig. Favero Francesco di Mogliano Veneto.Uno dei compiti del Coordinamento è quello di

essere riferimento per il Volontariato, pertanto ha continuato a sviluppare le iniziative programmate.L'appuntamento della festa del Volontariato, di ogni

anno, è stata realizzata in concomitanza e collaborazione con la Fiera del Rosario con lo slogan “INSIEME in PIAZZA” con i Volontari.Sono state realizzate delle interessanti iniziative dal

24 settembre per arrivare alla domenica 28, dove si sono date appuntamento negli appositi gazebo allestiti in Piazza Caduti diverse Associazioni, che hanno proposto alla città il loro operato.Cosi si è espresso allora il Presidente Favero

Francesco:...”è giusto ed indispensabile far emergere e far sentire, anche se per pochi giorni, la voce di quel lavoro silenzioso dei Volontari cosi da farla conoscere a tutta la società. E non c'è occasione migliore di un momento di festa per divulgare questo sentimento solidale e cercare un nuovo appoggio necessario per una nuova e vigorosa partenza. Camminare INSIEME con impegno civico e cittadinanza solidale”.Il secondo appuntamento, il 9 Ottobre '08 al

Cinema-Teatro Busan con la partecipazione al dibattito sul tema: IL GRIS SI PUO' E SI DEVE SALVARE. Il Volontariato locale si è impegnato direttamente per iniziare un percorso difficile ma serio ed importante, per Mogliano, tale da far mantenere , anzi potenziare, la funzione soci-sanitaria e patrimoniale dell'Istituzione locale del GRIS in un momento difficile che sta' attraversando, vista la carenza a Mogliano di adeguati servizi socio-sanitari, primo fra tutti la Casa di Riposo da tanti anni reclamata, ed altri non di secondaria importanza (riabilitazione, poliambulatori, servizi alla persona, ecc…).Dall'incontro del 9 ottobre è sorto un comitato

cittadino, dove il Volontariato è fattivamente presente, e che continua la promozione del GRIS per i servizi socio-sanitari occorrenti alla città.Il terzo appuntamento, il 5 Dicembre 2008,

G I O R N A T A I N T E R N A Z I O N A L E D E L VOLONTARIATO.

IL C.V.Tv.S. con diverse Associazioni di Volontariato locali, hanno dato vita, ad un progetto sul tema “SOLIDARIETA' IERI E OGGI”.Si è voluto evidenziare il bisogno e l'opportunità di

vivere in un contesto di società solidale partendo da quei valori che provengono dall'antico patrimonio della nostra comunità rurali (evidenziati molto bene ed opportunamente nella MOSTRA DELLA CIVILTA' CONTADINA aperta a fine settembre presso il nuovo Centro Parrocchiale e ripresa su un apposito opuscolo stampato per il 5 Dicembre Giornata Internaz. del Volontariato dal titolo “ VALORI IN MOSTRA DI IERI E DI OGGI”).Bisogni che vanno vissuti anche oggi in una

società dove, sia le nuove povertà che si affacciano, purtroppo, nel nostro quotidiano vivere, sia il problema della doverosa e solidale inclusione di molti cittadini provenienti da paesi stranieri, ci impongono uno stile di vita ed una modalità di rapporti con “tutti” che valorizzi ed evidenzi la piena dignità di ogni persona, in un rapporto di reciproca solidale convivenza, cosi come messo in evidenza nella manifestazione “AL PLURALE” svoltasi al Centro Sociale organizzata da Rete Radie'Resch, Amici del Parco,Progetto Mongolfiera Donne e altre…Volontari Insieme a Mogliano Veneto anno 2008

non può chiudere senza citare almeno alcune Associazioni locali che con dedizione e sacrifici o da diversi anni continuano ad impegnarsi per dare alla città di Mogliano, soprattutto a chi è nel bisogno, una migliore qualità della vita:I Volontari del SEAM (Servizio Emergenze Ambulanze Mogliano) braccio operativo della C.R.I. che quest'anno festeggiano il ventennio.L'Associazione Volontari di Protezione Civile, sempre pronti nelle emergenze ma anche nelle necessità ordinarie.Le CARITAS Parrocchiali impegnati ad aiutare quanti sono colpiti dall'indigenza.L'Associazione SOMS, antica associazione locale, che tuttora opera nel sociale e nella solidarietà.L'Associazione PROLOCO-MOGLIANO, dedita alla promozione della città, le Associazioni Socio-Sanitarie (AVIS – AIDO – APIO – ADMO – AREM – ACAT – AFOIG – ATFOG e altre);le Associazioni di promozione sociale (ACLI – i Centri Anziani - AUSER ecc…);le Associazioni Culturali, Amici della Musica Toti Dal Monte , che taglia il traguardo dei trenta anni dalla fodazione;L'Università popolare UNITRE, anch'essa con trent'anni di vita associativa; I vari Comitati Parrocchiali e di Quartiere per i festeggiamenti locali; I gruppi e le Associazioni di solidarietà in favore del terzo mondo; e quanti compiono assistenza gratuita negli ospedali, case di riposo e istituto GRIS.La lista è incompleta ma la valutazione non può

essere che positiva e verso tutto il Volontariato Moglianese al quale la gratitudine della città non può mancare.Allora, nella ricorrenza del 5 Dicembre di ogni

a n n o , s i r i c o r d e r a n n o l e I s t i t u z i o n i Locali,Provinciali, Regionali, Nazionali che questa g io rna ta s ia anche la g io rna ta de l la GRATITUDINE?Il Volontariato potrà allora fermarsi per un giorno per meglio riflettere, avendo poi un anno per agire.Mogliano Veneto 19 Dicembre 2008

C.V.Tv.S.

VOLONTARINSIEME A MOGLIANO VENETO Anno 2008

Vivere a Mogliano: incontri-lezioni organizzate dal Lions Club di Mogliano

A partire dal mese di gennaio, una iniziativa originale del Lions Club offre ai “nuovi cittadini” di Mogliano una "Serie di incontri per favorire l'integrazione degli immigrati residenti sul territorio moglianese". Si tratta di un calendario di lezioni o di sessioni di lavoro di gruppo su temi di grande praticità e importanza per la vita quotidiana, pensata soprattutto per gli stranieri arrivati di recente sul territorio, ma utile e aperta a tutta la comunità moglianese.La serie inizia sabato 17 gennaio alle ore 17:00 al Centro Sociale di Mogliano, con un incontro sul tema del “Lavoro”. La prima lezione, tenuta da Arturo Carponi, uno degli ideatori del progetto, approfondirà diversi aspetti del tema - come cercare un lavoro, scrivere un curriculum vitae, sostenere un colloquio di lavoro – e illustrerà alcuni elementi di diritto privato necessari a capire il contenuto di un contratto di lavoro. La serie proseguirà una volta al mese su altri temi quali l'educazione civica, l'educazione alla sicurezza stradale, i principi base del pronto soccorso, gli enti di assistenza presenti sul territorio etc. Sono già confermate le due date successive: sabato 21 febbraio e sabato 21 marzo.Il Lions Club è un organizzazione internazionale che opera secondo un principio di servizio civico, mettendo l'impegno e la professionalità dei suoi soci al servizio della comunità. A Mogliano, l'associazione è impegnata su più fronti, dalla raccolta fondi a favore di una scuola per cani guida per non-vedenti, all'organizzazione di visite mediche specialistiche gratuite. Il progetto "Serie di incontri per favorire l'integrazione degli immigrati residenti sul territorio moglianese" è patrocinato dal Comune di Mogliano Veneto.

Gli Amici del Parco sono presenti nel territorio di Mogliano Veneto dal 1992 . Sono un gruppo di persone , tutte volontarie, che gestiscono un parco pubblico, denominato “Parco Arcobaleno”sito in via dello Scoutismo , nel quartiere est della città. Inizialmente l'associazione si era impegnata a mantenere in ordine e pulito il parco, ma, con il passare del tempo si è accorta che quel bel polmone verde poteva diventare uno spazio di incontri ed aggregazione per adulti e piccini. Una bella scommessa che è stata vincente. Negli anni successivi abbiamo creato momenti ludici e culturali . Laboratori di ceramica, lettura animata, concerti , corsi di giardinaggio ed altro ancora. Le ripetute feste di primavera ed autunno sono eventi ormai entrati nella tradizione locale. Tutti i proventi ricavati da feste o contributi volontari vanno destinati alle attrezzature del parco o in progetti di solidarietà mondiale. Il parco arcobaleno è diventato anche uno spazio per cerimonie ed infatti negli ultimi anni sono state fatte diverse feste di matrimonio etnico. Con molto piacere Gli Amici del Parco hanno accolto tali richieste , il parco si è arricchito di multi etnicità, con apporto culturale che fa crescere e apprezzare usi e costumi diversi. L'appuntamento con gli Amici del Parco è ogni domenica mattina in questa bella realtà. Ci troviamo come sempre per lavorare assieme e con lo scopo di aggregare tutti coloro che condividono questa importante esperienza

Gli Amici del parcomail- [email protected]

Il “Parco Arcobaleno”

(P)

Mostra civiltà contadina

Mogliano Veneto manifestazione

in concomitanza con la giornata internazionale

del volontariato 05/12/2008

Page 7: Luogo Comune - Dicembre 2008

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La formazione per la cittadinanza di tuttiIl Centro Territoriale Permanente di Mogliano Veneto

Vicino ai più piccoli

CHI E' STRANIERO?

Il Centro Territoriale Permanente di Mogliano Veneto è luogo di Formazione Permanente per giovani e adulti. E perciò è luogo di inclusione, di incontro di accoglienza delle differenze. E questo avviene perché fare formazione, fare cultura è aprire lo sguardo, è osservare, stupirsi delle ricchezze che siamo ciascuno di noi, che sono le nostre storie di persone, di famiglie, di comunità, di popoli. Il CTP dipende dal Ministero dell'Istruzione, dunque è un a scuola per giovani e adulti, italiani e migranti, ed ha l'obiettivo di offrire a tutti le condizioni per essere davvero cittadini, alcuni sono cittadini migranti, ma pur sempre cittadini, appropriandosi degli strumenti minimi necessari per esserlo oggi davvero. E noi pensiamo che siano fondamentali per costruire le basi della cittadinanza:1- la capacità di comunicare con la lingua di questo Paese, la lingua italiana: dunque corsi di lingua italiana per tutti, a tutte le età e per tutti i livelli, offerti in orari diversi e in sedi diverse per permettere a tutti di partecipare, attenti in particolare alle donne e madri, per permettere loro di frequentare i corsi con i loro bambini oppure in orario in cui i figli sono a scuola;2- il titolo di base di istruzione che oggi in Italia è la licenza media: possedere le competenze di istruzione di base è un diritto di cittadinanza e questo deve poi essere certificato da un diploma, da un titolo di studio, che può essere utile per il lavoro o per proseguire nello studio e nella formazione professionale;3- le conoscenze di base per utilizzare il computer, oggi strumento indispensabile, e la padronanza di altre lingue per sentirci ed essere veramente cittadini europei e cittadini del mondo.

Per migliorare la propria preparazione su questi tre ambiti, cittadini italiani e migranti si ritrovano insieme al CTP. E così, durante i corsi, capita che i cittadini italiani scoprono la grande cultura, le ampie conoscenze di tante donne e uomini migranti, incontrano persone che desiderano capire e approfondire. E allora si superano pregiudizi, luoghi comuni, perché si incontrano persone desiderose di vivere e conoscere il Paese che li ospita e nel quale desiderano portare il loro contributo per farlo crescere e renderlo più bello. Diventa così bello fare la storia dell'Italia e confrontarla con la storia dei Paesi di provenienza di ogni corsista per capire come ogni popolo ha lottato per la propria indipendenza ed è passato per momenti di buio, di dittatura, di ingiustizie …..E' bello condividere assieme la bellezza dell'arte di questo Paese,visitare insieme una Mostra o una città d'arte e prendere consapevolezza dei tesori che abbiamo in dono dalla storia, dalla cultura, dalla religiosità e renderci conto che la presenza di tanti migranti può spingere tanti italiani ad essere maggiormente consapevoli di tutto questo. Non raramente mi è capitato nei momenti di scambio e confronto durante le lezioni di sentire tanti cittadini italiani stupiti dal desiderio di partecipazione alla vita democratica di questo Paese da parte di cittadini migranti anche potendo esercitare il voto amministrativo e politico. E così i cittadini italiani si sono trovati a riflettere sul fatto che mentre alcuni desiderano partecipare e non possono (cittadini migranti), altri che possono (cittadini italiani) trascurano con superficialità e forse anche con irresponsabilità un momento di partecipazione democratica che per alcuni migranti è il sogno di una vita provenendo magari da Paesi in cui la democrazia non c'è. Ma voglio concludere ricordando un altro episodio. Una sera una donna italiana che frequentava il corso di licenza media è uscita con questa espressione: “Io non mi sono mai mossa dall'Italia, anzi vivo ancora nel paesino in cui sono nata, ma io mi sento a volte straniera nel mio paese, perché a volte quando esco di casa mi pare di essere in una realtà che non conosco, che non capisco. Io non mi sono mai mossa, ma tutto è cambiato intorno a me e così mi sento straniera”. La nostra vita è davvero segnata da grandi cambiamenti che a volte non desideriamo e non capiamo. Questo è il nostro tempo, e se ci aiutiamo tutti a capire cosa sta accadendo, e la formazione questo deve fare prima di tutto, noi tutti possiamo almeno provare a comprendere cosa significa partire e lasciare il proprio Paese in cerca di futuro, e possiamo imparare da chi questo viaggio lo fa a vivere nel cambiamento senza sentirci persi e con lo sguardo fatto di fiducia e accoglienza.

Paolo Criveller

Mi chiamo Moufida, vengo dalla Tunisia, e vivo in Italia da 12 anni. Ho dedicato i miei primi anni a creare la mia famiglia, e dopo ho cercato me stessa. Ho cominciato a partecipare ad un gruppo di donne, il “Gruppo Mongolfiera” creato dal Comune di Mogliano. E' lì che ho conosciuto tante donne da paesi diversi, e da lì è nata la scuola di lingua italiana per adulti, soprattutto per le mamme che hanno bambini piccoli. Per mia fortuna mi hanno proposto di lavorare, di tenere i bambini piccoli mentre le loro mamme sono a scuola. E' da quel punto è cominciata la mia avventura come baby-sitter. Per me non è un semplice lavoro, ma una missione, perché sento la fiducia delle mamme nei miei confronti. Ogni anno vengono bambini nuovi e mamme nuove, con le quali scambio le mie idee, sperando che questa avventura durerà per il bene proprio delle mamme.

Nella Carta europea dei diritti fondamentali, approvata a Nizza nel 2000, base di lavoro per l'elaborazione della Costituzione europea, l'art. 14 recita: “Ogni individuo ha diritto all'istruzione e all'accesso alla formazione professionale continua; tale diritto comporta la possibilità di accedere...”

'A ogni individuo' si dice, non 'a ogni cittadino dell'Unione'. L'istruzione non è un esercizio di uno status già posseduto, ma strumento per acquisire tale status ( un prerequisito).'Il diritto all'istruzione non può essere rifiutato a nessuno' (art. 2 protocollo addizionale Convenzione dei diritti umani').L'impegno per i 43 stati dell'attuale Consiglio d'Europa è di assumere l'istruzione all'interno del paniere dei diritti in grado di connotare la persona umana.

Lo Stato ha il dovere di garantire tali diritti attraverso il complesso di compiti, funzioni e norme cui si dà il nome di 'Stato sociale'. E' il modello di Stato sociale a dirci se un particolare diritto sociale, un diritto di cittadinanza, è tutelato. La scuola è il sistema attraverso cui l'affermazione del diritto all'istruzione si traduce in effettività.

Ne discendono due condizioni:- l'impossibilità di degradare tale diritto a

diritto individuale ad acquistare sul mercato quote di istruzione e cultura. Si produrrebbe uno scivolamento verso forme di democrazia solo per i ricchi;

- la necessità di dare alla scuola strumenti per essere luogo di comunicazione, di accettazione delle differenze, di costruzione di legame sociale. La scuola è il luogo dove si sperimenta il primo rapporto istituzionale con lo Stato, la prima sede per tutti di vita collettiva in cui si sperimenta l'esercizio dei propri diritti. Non può essere somma di luoghi separati, monoculturali, internamente omogenei.

I destinatari del diritto non sono solo coloro che sono già cittadini: l'istruzione è un diritto di cittadinanza nel senso che porta ad essa, la costruisce.Come per altri diritti sociali, l'istruzione è rivolta a chi è in un luogo indipendentemente dalla qualità formale della sua appartenenza. Non riguarda più solo il CITIZEN, ma il DENIZEN, chi E' in un luogo. Chi abita un luogo ha diritto di apprendere e comprendere in quel luogo. I diritti un tempo patrimonio dei cittadini diventano patrimonio di tutti coloro che si trovano in un territorio: essi hanno diritto in virtù della loro presenza a essere istruiti e curati, a conoscere, parlare, lavorare. Questo ampliamento non può risolversi restrittivamente in una inclusione dell'altro nel proprio sistema, incorporandolo all'interno di una comunità culturalmente chiusa: ciò costituirebbe una negazione dei soggetti; deve pertanto riconoscere le specificità e le necessità di coloro cui si rivolge. Richiede il riconoscimento delle culture di cui chi viene da altri luoghi è portatore, di rinunciare ad alcuni aspetti della propria per favorire l'incontro con l'altro; per crescere nel confronto con altri modi di rapportarsi ai processi di conoscenza, con altre tradizioni, con altre espressioni. L a d i m e n s i o n e i n t e r c u l t u r a l e dell'insegnamento non è uno dei tanti progetti, è la dimensione necessaria e normale dei processi di comunicazione oggi, centrale per la comprensione e la costruzione di senso.

Proclamare il diritto verso i denizen apre a una positiva visione di rapporti culturali non etnocentrati e alla costruzione di identità non difensive, e a una dimensione globale non separata dalla costruzione di significati condivisi. Occorre puntare a una comprensione del presente, a chiarirci, ognuno di noi sul nostro essere 'meticci', attraversati da culture – musica, arte, oggetti di vita quotidiana, forme linguistiche, cibo, vestiti,…- un tempo molto distanti e ormai prossime. Si è 'migranti' anche quando si è fermi in un luogo in quanto inseriti in un flusso globale di comunicazione che ci de-localizza, ci dà una diversa cognizione della nostra localizzazione.

Leggendo i dati del dossier statistico della Caritas sull'immigrazione possiamo rilevare:

- siamo di fronte in misura crescente alla seconda generazione dell'immigrazione; i nati in Italia da genitori immigrati sopravanzano chi viene per la prima volta in Italia; non è quindi del tutto esatto centrare tutto il problema scolastico sull'educazione linguistica/apprendimento della lingua italiana;

- l'apporto di nascite di 'stranieri' è fondamentale per riportare il saldo naturale della popolazione in attivo, quindi è un fattore di dinamizzazione e mobilità demografica;

- l'identità dei ragazzi e delle ragazze, il superamento degli ostacoli culturali e linguistici, il grado di integrazione, sono in stretta connessione con l'integrazione della famiglia, con il suo 'progetto di migrazione';

- il fenomeno dei ritardi rispetto all'età di frequenza di ordini di scuola e classi dipende da molti aspetti ( età di inizio dell'obbligo in diversi paesi, tradizioni familiari, scelte della scuola per cui all'età a n a g r a f i c a n o n c o r r i s p o n d e automaticamente la collocazione nella classe corrispettiva; mentre è forte il fenomeno della ripetenza- tra i ripetenti più del 90% sono nati fuori Italia e venuti recentemente-, dell'abbandono, della dispersione specie a cavallo fra scuola media e superiore);

- il sistema scolastico italiano è in gran parte impreparato e si muove isolatamente - ogni s c u o l a p e r s é - e s p e s s o volontaristicamente, fatte salve esperienze di alcuni enti locali, comuni, province;

- l'orientamento è anch'esso insufficiente: l'84% di studenti stranieri si iscrive a scuole di tipo tecnico o professionale, un'istruzione che sembra garantire stretta correlazione con la possibilità di un lavoro in relazione alla situazione economica e alle prospettive familiari più che alle aspettative dei ragazzi.

Su questa situazione fluida e spesso che presenta carenze sul piano della garanzia di maggiori opportunità per chi è in situazione di svantaggio si abbatte come una scure l'emendamento sulle 'classi ponte' o classi di 'inserimento'. Non è così negli altri paesi di più prolungata esperienza di emigrazione. In Belgio ad esempio un logopedista, retribuito dalla municipalità, attraverso dei colloqui stabilisce la classe- comune-dove il soggetto può essere più opportunamente collocato. Quella dell'emendamento è in ogni caso una proposta inattuabile che alla fin fine penalizzerebbe gli stessi ragazzi italiani.

G. Cavinato (M.C.E.)

02n°

07

VOLONTARIATO A MOGLIANO VENETO

ASSOCIAZIONI A CARATTERE SOCIALE

ASSOCIAZIONI A CARATTERE SOCIO-SANITARIO

ASSOCIAZIONI A CARATTERE CULTURALE

ASSOCIAZIONI A CARATTERE AMBIENTALISTA

S.OM.S (Società tra operi e agricoltori di mutuo soccorso) - cell. 328/9281512

A.AF.ID.(associazione assistenza formazione disabili) cell. 329/5852043

RETE RADIE' RESCH (Solidarietà internazionale e scambi culturali, umani, testimonianze tra nord e sud del mondo) - tel. 041/5904126

BOTTEGA DEL MONDO (commercio equo e solidale) (diffusione dei prodotti e sensibilizzazione alle tematiche della finanza etica, della cultura e di più equi rapporti tra nord e sud del mondo) - tel. 041/75931093

A.C.A.T.V .HUDOLIN (prevenzione, riabilitazione e reinserimento sociale per problemi alcol/droga ed altri disagi) cell. 328/0966422

CROCE ROSSA ITALIANA (soccorso senza discriminazioni a persone con sofferenza per aiuto in emergenza) ore serali dalle 20,00 alle 22,30 tel. 347/7146915

AREM (recupero educazione mentale) tel. 041/5905205 mart. dalle 15,00 alle 17,30

A.V.I.S.(sensibilizzare ed invitare i cittadini a donare il proprio sangue) - tel. 041/5930226

A.P.I.O. (prevenzione ed informazione oncologica) tel. 041/5906123

AMICI DELLA MONTAGNA (fini di carattere culturale, ecologico, ricreativo, attinenti la montagna in tutti gli aspetti) cell. 348/6057799

Comitato gestione CINEMA BUSAN ( promuove iniziative culturali e di spettacolo con proiezioni di film, teatro, concerti) cell. 347/8969059

UNITRE- UNIVERITA' DELLA TERZA ETA' (educare, formare, informare, promuovere la conoscenza aprendosi al sociale) - tel. 041/5904553

POLISPORTIVA MOGLIANO ( promuove e sostiene le varie discipline sportive) - cell.348/9306262

AMICI DEL PARCO ( finalità di solidarietà sociale con l'obiettivo di tutelare l'ambiente e gestire il parco Arcobaleno) - cell.347/8579392

AMICI DELLA GRANDE PIOPPA ( aggregazione tra gli abitanti del quartiere nord e manutenzione-fruizione area verde lungo canale Pianton) - cell.347/8579392

PARCO DEI PINI (valorizzazione dell'area verde del Parco dei Pini di Mazzocco) - tel. 041/5930266

Dal 2001 è costituita a Mogliano Veneto la Consulta Comunale delle Associazioni del Volontariato che sino alla primavera de 2008 ha operato, unitariamente con il supporto determinante delle Amministrazioni del Comune, con valide iniziative promozionali, informative, formative e di servizio alla città.Con lo scioglimento del Consiglio Comunale nella

primavera 2008, come da regolamento la Consulta viene meno al suo operare verso le Associazioni, questo in attesa di nuove elezioni del Consiglio Comunale.La situazione è stata deleteria per le Associazioni

aderenti alla Consulta, il collante che si era creato tra i Volontari con la realizzazione di iniziative concertate assieme e con esperienza di dialogo, non avevano lo strumento istituzionale di riferimento per proseguire.Nel 2007 alcune Associazioni di Volontariato del

settore socio-sanitario-assistenziale territoriali, hanno aderito alla formazione del Coordinamento delle Associazioni di Volontariato del Distretto socio-Sanitario 3 ULSS-9, sigla abbreviata C.V.Tv.S, che abbraccia la fascia sud della Provincia di Treviso, composto da 8 Comuni che sono Zero Branco, Mogliano Veneto, Preganziol, Casale sul Sile, Casier, Roncade, Monastier, Zenson di Piave; ogni Comune all'interno del Coordinamento ha un suo rappresentante, ricopre la carica di Presidente il sig. Favero Francesco di Mogliano Veneto.Uno dei compiti del Coordinamento è quello di

essere riferimento per il Volontariato, pertanto ha continuato a sviluppare le iniziative programmate.L'appuntamento della festa del Volontariato, di ogni

anno, è stata realizzata in concomitanza e collaborazione con la Fiera del Rosario con lo slogan “INSIEME in PIAZZA” con i Volontari.Sono state realizzate delle interessanti iniziative dal

24 settembre per arrivare alla domenica 28, dove si sono date appuntamento negli appositi gazebo allestiti in Piazza Caduti diverse Associazioni, che hanno proposto alla città il loro operato.Cosi si è espresso allora il Presidente Favero

Francesco:...”è giusto ed indispensabile far emergere e far sentire, anche se per pochi giorni, la voce di quel lavoro silenzioso dei Volontari cosi da farla conoscere a tutta la società. E non c'è occasione migliore di un momento di festa per divulgare questo sentimento solidale e cercare un nuovo appoggio necessario per una nuova e vigorosa partenza. Camminare INSIEME con impegno civico e cittadinanza solidale”.Il secondo appuntamento, il 9 Ottobre '08 al

Cinema-Teatro Busan con la partecipazione al dibattito sul tema: IL GRIS SI PUO' E SI DEVE SALVARE. Il Volontariato locale si è impegnato direttamente per iniziare un percorso difficile ma serio ed importante, per Mogliano, tale da far mantenere , anzi potenziare, la funzione soci-sanitaria e patrimoniale dell'Istituzione locale del GRIS in un momento difficile che sta' attraversando, vista la carenza a Mogliano di adeguati servizi socio-sanitari, primo fra tutti la Casa di Riposo da tanti anni reclamata, ed altri non di secondaria importanza (riabilitazione, poliambulatori, servizi alla persona, ecc…).Dall'incontro del 9 ottobre è sorto un comitato

cittadino, dove il Volontariato è fattivamente presente, e che continua la promozione del GRIS per i servizi socio-sanitari occorrenti alla città.Il terzo appuntamento, il 5 Dicembre 2008,

G I O R N A T A I N T E R N A Z I O N A L E D E L VOLONTARIATO.

IL C.V.Tv.S. con diverse Associazioni di Volontariato locali, hanno dato vita, ad un progetto sul tema “SOLIDARIETA' IERI E OGGI”.Si è voluto evidenziare il bisogno e l'opportunità di

vivere in un contesto di società solidale partendo da quei valori che provengono dall'antico patrimonio della nostra comunità rurali (evidenziati molto bene ed opportunamente nella MOSTRA DELLA CIVILTA' CONTADINA aperta a fine settembre presso il nuovo Centro Parrocchiale e ripresa su un apposito opuscolo stampato per il 5 Dicembre Giornata Internaz. del Volontariato dal titolo “ VALORI IN MOSTRA DI IERI E DI OGGI”).Bisogni che vanno vissuti anche oggi in una

società dove, sia le nuove povertà che si affacciano, purtroppo, nel nostro quotidiano vivere, sia il problema della doverosa e solidale inclusione di molti cittadini provenienti da paesi stranieri, ci impongono uno stile di vita ed una modalità di rapporti con “tutti” che valorizzi ed evidenzi la piena dignità di ogni persona, in un rapporto di reciproca solidale convivenza, cosi come messo in evidenza nella manifestazione “AL PLURALE” svoltasi al Centro Sociale organizzata da Rete Radie'Resch, Amici del Parco,Progetto Mongolfiera Donne e altre…Volontari Insieme a Mogliano Veneto anno 2008

non può chiudere senza citare almeno alcune Associazioni locali che con dedizione e sacrifici o da diversi anni continuano ad impegnarsi per dare alla città di Mogliano, soprattutto a chi è nel bisogno, una migliore qualità della vita:I Volontari del SEAM (Servizio Emergenze Ambulanze Mogliano) braccio operativo della C.R.I. che quest'anno festeggiano il ventennio.L'Associazione Volontari di Protezione Civile, sempre pronti nelle emergenze ma anche nelle necessità ordinarie.Le CARITAS Parrocchiali impegnati ad aiutare quanti sono colpiti dall'indigenza.L'Associazione SOMS, antica associazione locale, che tuttora opera nel sociale e nella solidarietà.L'Associazione PROLOCO-MOGLIANO, dedita alla promozione della città, le Associazioni Socio-Sanitarie (AVIS – AIDO – APIO – ADMO – AREM – ACAT – AFOIG – ATFOG e altre);le Associazioni di promozione sociale (ACLI – i Centri Anziani - AUSER ecc…);le Associazioni Culturali, Amici della Musica Toti Dal Monte , che taglia il traguardo dei trenta anni dalla fodazione;L'Università popolare UNITRE, anch'essa con trent'anni di vita associativa; I vari Comitati Parrocchiali e di Quartiere per i festeggiamenti locali; I gruppi e le Associazioni di solidarietà in favore del terzo mondo; e quanti compiono assistenza gratuita negli ospedali, case di riposo e istituto GRIS.La lista è incompleta ma la valutazione non può

essere che positiva e verso tutto il Volontariato Moglianese al quale la gratitudine della città non può mancare.Allora, nella ricorrenza del 5 Dicembre di ogni

a n n o , s i r i c o r d e r a n n o l e I s t i t u z i o n i Locali,Provinciali, Regionali, Nazionali che questa g io rna ta s ia anche la g io rna ta de l la GRATITUDINE?Il Volontariato potrà allora fermarsi per un giorno per meglio riflettere, avendo poi un anno per agire.Mogliano Veneto 19 Dicembre 2008

C.V.Tv.S.

VOLONTARINSIEME A MOGLIANO VENETO Anno 2008

Vivere a Mogliano: incontri-lezioni organizzate dal Lions Club di Mogliano

A partire dal mese di gennaio, una iniziativa originale del Lions Club offre ai “nuovi cittadini” di Mogliano una "Serie di incontri per favorire l'integrazione degli immigrati residenti sul territorio moglianese". Si tratta di un calendario di lezioni o di sessioni di lavoro di gruppo su temi di grande praticità e importanza per la vita quotidiana, pensata soprattutto per gli stranieri arrivati di recente sul territorio, ma utile e aperta a tutta la comunità moglianese.La serie inizia sabato 17 gennaio alle ore 17:00 al Centro Sociale di Mogliano, con un incontro sul tema del “Lavoro”. La prima lezione, tenuta da Arturo Carponi, uno degli ideatori del progetto, approfondirà diversi aspetti del tema - come cercare un lavoro, scrivere un curriculum vitae, sostenere un colloquio di lavoro – e illustrerà alcuni elementi di diritto privato necessari a capire il contenuto di un contratto di lavoro. La serie proseguirà una volta al mese su altri temi quali l'educazione civica, l'educazione alla sicurezza stradale, i principi base del pronto soccorso, gli enti di assistenza presenti sul territorio etc. Sono già confermate le due date successive: sabato 21 febbraio e sabato 21 marzo.Il Lions Club è un organizzazione internazionale che opera secondo un principio di servizio civico, mettendo l'impegno e la professionalità dei suoi soci al servizio della comunità. A Mogliano, l'associazione è impegnata su più fronti, dalla raccolta fondi a favore di una scuola per cani guida per non-vedenti, all'organizzazione di visite mediche specialistiche gratuite. Il progetto "Serie di incontri per favorire l'integrazione degli immigrati residenti sul territorio moglianese" è patrocinato dal Comune di Mogliano Veneto.

Gli Amici del Parco sono presenti nel territorio di Mogliano Veneto dal 1992 . Sono un gruppo di persone , tutte volontarie, che gestiscono un parco pubblico, denominato “Parco Arcobaleno”sito in via dello Scoutismo , nel quartiere est della città. Inizialmente l'associazione si era impegnata a mantenere in ordine e pulito il parco, ma, con il passare del tempo si è accorta che quel bel polmone verde poteva diventare uno spazio di incontri ed aggregazione per adulti e piccini. Una bella scommessa che è stata vincente. Negli anni successivi abbiamo creato momenti ludici e culturali . Laboratori di ceramica, lettura animata, concerti , corsi di giardinaggio ed altro ancora. Le ripetute feste di primavera ed autunno sono eventi ormai entrati nella tradizione locale. Tutti i proventi ricavati da feste o contributi volontari vanno destinati alle attrezzature del parco o in progetti di solidarietà mondiale. Il parco arcobaleno è diventato anche uno spazio per cerimonie ed infatti negli ultimi anni sono state fatte diverse feste di matrimonio etnico. Con molto piacere Gli Amici del Parco hanno accolto tali richieste , il parco si è arricchito di multi etnicità, con apporto culturale che fa crescere e apprezzare usi e costumi diversi. L'appuntamento con gli Amici del Parco è ogni domenica mattina in questa bella realtà. Ci troviamo come sempre per lavorare assieme e con lo scopo di aggregare tutti coloro che condividono questa importante esperienza

Gli Amici del parcomail- [email protected]

Il “Parco Arcobaleno”

(P)

Mostra civiltà contadina

Mogliano Veneto manifestazione

in concomitanza con la giornata internazionale

del volontariato 05/12/2008

Page 8: Luogo Comune - Dicembre 2008

La cucina marocchina è considerata come una delle cucine più buone e più variegate, a causa dei rapporti e scambi commerciali del Marocco con il resto del mondo, per secoli. È un mix costituito da cucine orientali, cucine mediterranee, cucine africane e cucine locali dei berberi.La bevanda più popolare è il tè verde alla menta. E' tradizione che il saper fare del buon tè verde alla menta, è considerato in Marocco una forma di arte, e berlo con amici e familiari è uno dei rituali più importanti del giorno. Abbiamo chiesto a Bouchra e Fouzia di parlarci dei dolci della loro terra di origine, alcuni dei quali erano splendidamente presenti sul tavolo del buffet da loro preparato per la festa “al plurale” del 5 dicembre.In Marocco i dolci non sono necessariamente serviti alla fine di un pasto. Alcuni sono tradizionalmente preparati

Cittadinanza: appartenenza a una identità nazionale, che si concretizza in un congiunto di diritti e doveri che regolano la relazione tra lo stato e gli individui o gruppi sociali.Cittadino: persona che appartiene a uno stato ed è titolare di particolari diritti e obblighi (Garzanti)(Fra diritti e doveri, diritti ed obblighi passa la “liquida” condizione della “nuova cittadinanza”. Per la Costituzione italiana la casa e il lavoro sono un diritto; per la legge Bossi-Fini la casa e il lavoro sono un obbligo…)

G. è una cittadina romena. Vive e lavora in Italia. Di conseguenza, assolve i suoi doveri in Italia (paga le tasse, osserva le leggi), ma eserciterebbe i suoi diritti in Romania (il voto, la partecipazione politica alla sua comunità).(Il diritto di voto per i cittadini stranieri residenti in Italia non c'è, e ogni tentativo di sollevare la questione incontra fortissime resistenze. Anche per le sole elezioni amministrative locali.)L'ingresso della Romania nella Comunità Europea, la sua nuova cittadinanza europea, le ha conferito la libertà di movimento, di residenza, che prima era soggetta al possesso del permesso di soggiorno. “Si, la libertà di movimento per i rumeni non è più un problema. Ma non era l'unico, il problema vero resta quello dell'integrazione. Io ho un mio progetto di vita, un mio percorso. Per questi mi bastava il permesso di soggiorno. La cittadinanza è un'altra cosa. E' sbagliato volere la cittadinanza semplicemente perché rende più facile la permanenza.”Con grandissimo sacrificio personale, G. si è laureata e ora lavora come infermiera a Roncade. Ha portato a compimento la prima parte del suo percorso.“Quando sono arrivata, eravamo in 5 rumeni a Mogliano. Ora la comunità è cresciuta. Da quando sono qui, (G. è sempre stata una cittadina “attiva”, coinvolta appena possibile nella vita della sua nuova comunità) ho sempre cercato in qualche modo di portare la mia “cittadinanza” con me, inventando e organizzando momenti culturali per mettere in mostra e valorizzare agli occhi dei moglianesi la vita e la cultura romena”. Per lei resta fondamentale la sua identità romena.(Il libretto distribuito dal governo canadese agli immigrati che studiano per il test di cittadinanza ha il merito di far emergere i valori di fondo della democrazia canadese, ma non impone l'uniformità quale virtù sociale.)Lamenta la difficoltà di esercitare la sua cittadinanza romena a distanza. Come tanti italiani all'estero, d'altronde. Il suo governo non ha attivato alcun meccanismo di partecipazione alle elezioni dall'estero, e quindi mancano i fili politici con chi lavora fuori dal paese. (L'autore invece ha potuto votare per Barack Obama per posta).Hai chiesto la cittadinanza italiana? “No, non voglio rinunciare alla mia cittadinanza. Ormai sono quasi 10 anni che sono qui, potrei anche richiederla. Chissà, forse la doppia cittadinanza…”

Cittadinanza attiva: l'azione e la partecipazione dei cittadini come fulcro della vita democratica.

o. b.

in occasione del Ramadan o di festeggiamenti, come battesimi e matrimoni.Il dessert comune è il KAHBIRZAL (questa è la trascrizione di Fouzia sul nostro taccuino – in internet abbiamo trovato la trascrizione “kaab el ghzal” con la traduzione "corni di gazzella"). È un dolce a base di mandorle e zucchero, che vengono macinati insieme dopo che le mandorle sono preparate e private della “pelle”, e che poi vengono impastati con burro e acqua di fiori d'arancio; con questa pasta si ottengono delle piccole “corna” (appunto) che poi vengono passate in forno. Nel passato questo era un dolce esclusivo per le tavole delle famiglie più ricche e facoltose.Le mandorle sono un ingrediente quasi costante nella pasticceria marocchina. Lo sono anche per i BAKLAWA, pasticcini ricavati da un “millefoglie” grande, fatto

alternando la pasta sfoglia con una pastella ottenuta mescolando mandorle tritate, miele, burro, cannella e zucchero; vengono poi tagliati dei quadratini, sopra ciascuno dei quali viene posta una mandorla intera. Si gustano soprattutto in occasione del Ramadan o altre festività.A base di pasta di mandorle sono anche i GRYORIBA (o “ghoriba”), palline dolci servite soprattutto in occasione di matrimoni. Noi abbiamo gustato invece dei magnifici gryoriba a base di cocco, ottenuti impastando energicamente il cocco con semolino, uova, burro e lievito; si ottengono poi delle palline grandi come una noce, che vengono infornate e poi cosparse di zucchero a velo. s.v.

CITTADINANZA

(T)

(R)

DOLCI DI BOUCHRA E FOUZIA (MAROCCO)

GLOSSARIO

Come scrive la curatrice nella presentazione, il libro nasce dal “progetto... di dare ascolto e voce ai cittadini di madrelingua straniera residenti nella provincia di Treviso, al fine di creare le condizioni per un sereno dialogo interculturale...”.È stato perciò organizzato un concorso di scrittura: con l'espediente letterario di una lettera indirizzata a un proprio caro rimasto nel Paese d'origine, i concittadini di madre lingua straniera hanno avuto la possibilità di raccontare la loro esperienza in Italia. La partecipazione è stata importante e numerosa, tanto che un qualificato comitato di lettura ha dovuto selezionare una trentina di lettere, e tra queste una decina di “finaliste”, che poi sono state esaminate da una giuria veramente autorevole e prestigiosa, che ha partecipato con “interesse e spirito di solidarietà”, formata da Giovanna Botteri (giornalista RAI), Vittorio De Seta (regista e sceneggiatore), Randa Ghazy (scrittrice italo-egiziana) e Santino Spinelli

(musicista romanì e docente universitario a Trieste).La raccolta delle lettere selezionate, e di estratti delle altre, costituisce un materiale di lettura interessante, coinvolgente, appassionante. L'aggettivo forse più giusto per questa lettura, però, è “utile”, e si pensa subito a quanto sia stata azzeccata la scelta del titolo di questo libro: i veri destinatari delle lettere, infatti, siamo “noi” abitanti autoctoni di un Occidente in piena crisi, non solo economica ma soprattutto di valori e di prospettive.La prima osservazione che viene in mente dopo averle lette tutte riguarda proprio il concetto di pluralità, non tanto per la estrema varietà dei Paesi di provenienza degli autori (Albania, Bosnia, Brasile, Cina, Egitto, Guinea, India, Marocco, Moldavia, Romania, Senegal, Serbia e molti altri ancora), quanto per quella che definiremmo “diversità di sguardo” nei confronti della loro esperienza vissuta in Italia: con questo non vogliamo dire che i vari sguardi siano contraddittori tra di loro, anzi, l'insieme delle lettere viene a costituire una specie di coro che riesce a descrivere i vari atteggiamenti (e le crisi) dei cittadini occidentali nella loro complessità. Così abbiamo lettere che descrivono l'ostilità e l'avversione patite, in forme spesso anche molto violente, a fronte di altre che invece esprimono quasi entusiasmo nei confronti dei cittadini ospitanti, come quella di Angela, “badante” moldava, che scrive: “Dopo quattro anni che sono in Italia posso dirti che è un gran bel paese, soprattutto per i suoi cittadini, che si dimostrano verso noi stranieri molto gentili e di gran cuore...”.

Un altro aspetto notevole che emerge da queste lettere è la “pluralità di sguardo” tra le varie generazioni, con il diverso modo di rapportarsi agli usi e costumi occidentali dei giovani, in particolare quelli di “seconda generazione” oppure immigrati molto piccoli: questa diversità non di rado conduce a conflitti anche molto seri all'interno delle famiglie, in particolare da parte delle giovani donne, soprattutto se di provenienza islamica.

“Lettere (d)all'Occidente” è un libro da consigliare a tutti; in particolare noi pensiamo che queste lettere andrebbero lette nelle scuole, per il loro contenuto spontaneamente didattico per una società sempre più multietnica e multiculturale.

Anna Alemanno (a cura di), Lettere [d]all'Occidente, Istresco, Treviso 2008, pp. 126, euro 12,00. s.v.

Lettere (d) all'Occidente

A TAVOLA CON...

comma 5, per la loro importanza e denunciare i pericoli contenuti in queste perché adesso sono seriamente messi proposte di modifica: la prima a in discussione da una proposta muoversi è stata la SIMM (Società governativa di modifica. Italiana di Medicina delle Migrazioni); il

ambulatoriali ed ospedaliere urgenti suo appello a mobilitarsi e a firmare Il comma 4 fa in modo che non ci sia o comunque essenziali, ancorché contro queste proposte governative è “discrezionalità” nel praticare i servizi continuative, per malattia ed stato subito recepito dalla Federazione sanitari essenziali, per cui i medici del infortunio e sono estesi i programmi nazionale degli Ordini dei medici. Il se rv i z io san i ta r i o pubb l i co e d i m e d i c i n a p r e v e n t i v a a Presidente di questa Federazione, convenzionato non devono tenere salvaguardia della salute individuale Amedeo Bianco, ha scritto il 23 ottobre conto della “barriera economica”, cioè e collettiva. Sono, in particolare al Presidente della Commissione devono prestare le cure essenziali garantiti: Giustizia del Senato, al Presidente della anche a coloro che non godono di

Commissione Affari Costituzionali del a) la tutela sociale della gravidanza nessuna forma assicurativa e non Senato e, per conoscenza, a tutti i e della maternità, a parità di possono permettersi di pagare, in Componenti delle due commissioni, trattamento con le cittadine obbedienza al mandato costituzionale; ev idenz iando l a con f l i t t ua l i t à italiane, ai sensi delle leggi ..... ; l'art. 32 della Costituzione infatti recita: insostenibile tra il provvedimento “la Repubblica tutela la salute come b) la tutela della salute del minore in proposto e le norme di deontologia fondamentale diritto dell'individuo e esecuzione della Convenzione medica.interesse della collettività, e garantisce sui diritti del fanciullo del ..... ;

cure gratuite agli indigenti” . L'abrogazione sopra descritta, infatti, c) le vaccinazioni secondo la costringerebbe il medico ad andare Particolarmente importante è il comma normativa e nell'ambito di contro le norme morali che regolano la 5. Esso prevede infatti che “l'accesso interventi di campagne di sua professione, contenute nel codice alle strutture sanitarie (sia ospedaliere prevenzione collettiva autorizzati deontologico. che territoriali) da parte dello straniero dalle regioni;

non in regola con le norme di soggiorno La professione medica si ispira a d) gli interventi di profilassi non può comportare alcun tipo di principi di solidarietà e umanità (art.1) internazionale;segnalazione all'autorità, salvo i casi e al rispetto dei diritti fondamentali della e) la profilassi, la diagnosi e la cura in cui sia obbligatorio il referto, a parità persona (art. 20). Dovere del medico è delle malattie infettive ed di condizioni con il cittadino italiano”. la tutela della vita, della salute fisica e eventuale bonifica dei relativi

psichica dell'Uomo e il sollievo dalla La sua cancellazione metterebbe in focolai.sofferenza nel rispetto della libertà e serio pericolo l'accesso alle cure 4. Le prestazioni di cui al comma 3 della dignità della persona umana, mediche degli immigrati irregolari, sono erogate senza oneri a carico senza distinzioni di età, di sesso, di violando il principio universale del diritto dei richiedenti qualora privi di etnia, di religione, di nazionalità, di alla salute. Si creerebbe inoltre una risorse economiche sufficienti, condizione sociale, di ideologia, in “clandestinità sanitaria”, pericolosa per f a t t e s a l v e l e q u o t e d i tempo di pace e in tempo di guerra, l'individuo e per la collettività: se partecipazione alla spesa a parità quali che siano le condizioni pensiamo per esempio a quanto con i cittadini italiani.istituzionali e sociali nelle quali prevede uno dei commi precedenti, cioè 5. L'accesso alle strutture sanitarie opera (art. 3). Il medico deve inoltre “la profilassi, la diagnosi e la cura delle da parte dello straniero non in mantenere il segreto su tutto ciò che malattie infettive ed eventuale bonifica rego la con le norme su l gli è confidato o di cui venga a dei relat iv i focolai” , possiamo soggiorno non può comportare conoscenza nell'esercizio della facilmente capire come questa alcun tipo di segnalazione professione (art. 10). La relazione tra clandestinità, determinata dalla paura all'autorità, salvo i casi in cui sia medico e paziente è basata infatti su un di essere denunciati, può portare a obbligatorio il referto, a parità di rapporto profondamente fiduciario, conseguenze serie e gravi, creando condizioni con il cittadino incompatibile con l'obbligo di denuncia.difficoltà nel combattere le epidemie.italiano.

Le Organizzazioni dei medici sono state Sono stati evidenziati il comma 4 e il molto tempestive, per fortuna, nel

s.v.

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LA SALUTE È UGUALE PER TUTTI