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  Leggi il brano seguente. Senza titolo Avevo preso posto in uno scompartimento dove non c'era che un altro viaggiatore una specie di straccione che dormiva con una mano sugli occhi e che non parve nemmeno accorgersi della mia presenza. Ma, appena il treno si fu mosso, costui aprì gli occhi e mi guardò. Allora, sotto la luce rossastra della lampada a petrolio, apparvero i lineamenti volgari d'una faccia equivoca, losca e pallidissima, che una squallida barba di sei o sette giorni rendeva ancora più sinistra e su cui si leggevano a chiare lettere la fame e la sfacciataggine. Osservandolo con maggior attenzione, m’accorsi che una lunga cicatrice gli deturpava la guancia sinistra e dopo qualche minuto, alla vacillante luce della lampada che faceva danzare esageratamente le ombre, dovetti constatare con terrore che la faccia del mio compagno di viaggio, che prima m'era parsa solo poco rassicurante, fosse addirittura spaventosa. A un tratto lo sconosciuto si alzò fissandomi. Balzai in piedi con un grido per attaccarmi al campanello d'allarme, ma l'altro mi fermò guardandomi con occhi supplichevoli e, accortosi che avevo paura, mi rassicurò: “Signore - mi disse – voi credete che io sia un ladro. Tranquillizzatevi. Tutti lo credono, vedendomi, ma io non sono un ladro”. “Vi pare? -esclamai, lieto di questa leale dichiarazione che mi toglieva da un incubo, io non credo affatto che siate un ladro.”Così dicendo gli feci posto accanto a me, “Io non sono un ladro” ripeté il brutto ceffo , E aggiunse: “Purtroppo”, Rimasi di stucco. Ma il brutto ceffo proseguì: “Avrei dovuto essere un ladro e avrei voluto esserlo. La mia natura, la mia educazione, l’ambiente nel quale sono nato e vissuto, cospiravano a fare di me quello che era la mia vocazione e addirittura la mia passione: un ladro. Ma, purtroppo, una cosa m’ha impedito e mi impedisce di rubare.” “Forse” domandai “non sapete rubare?” “Non so fare altro” disse l'enigmatico personaggio; “non è che non so, Non posso rubare.” “Spiegatevi,” feci, “che cos'è che ve lo impedisce?” Il mio compagno di scompartimento sollevò il volto verso la lampada e si mise bene in luce. “Guardatemi,” disse “che cosa notate?” Avrei voluto rispondere: “Una gran faccia di mascalzone”, ma me ne astenni per evitare storie, e risposi semplicemente: “Non so; non vedo nulla di anormale”. “Ah,” fece il figuro “non vedete nulla? Allora ve lo dirò io.” Mi guardò fisso negli occhi e aggiunse, con voce strozzata: “Io, signore, ho la faccia di ladro”. [...] “Se circolo tra la folla, t utti al mio passaggio portano istintivamente la mano al portafogli e alla catena dell'orologio [...] e, se avviene un borseggio tra la folla, il primo ad essere sospettato sono io”. Mentre il brutto ceffo parlava, un’idea diabolica s’era fatta strada nel mio cervello: se derubassi quest’uomo dalla faccia di ladro? Questo ladro che non può, rubare? Agilità e astuzia non mi mancano. Dopo qualche minuto, il rigonfio portafogli del brutto ceffo era passato nella mia tasca destra […]. [da A. Campanile,  L’uomo dalla faccia di ladro ] 1. Riassumi il brano in circa 80 parole. 2. Sviluppa una delle seguenti tracce. a) Continua il racconto inventandoti un finale a sorpresa. b) L’uomo dalla faccia da ladro, tornato a casa, racconta la propria esperienza di viaggio ad un suo amico. Ricostruisci il racconto. (180-200 parole circa). 3. Svolgi una delle seguenti tracce. a) Ti è mai capitato di dare un giudizio affrettato su una persona o una situazione basandoti solo sulle apparenze? Racconta la tua esperienza. b) Il contrasto fra apparenza e realtà è un tema trattato nell’ambito della letteratura. Componi un testo sull’argomento facendo anche dei riferimenti ad autori da te scelti. (180 - 200 parole circa).

l'Uomo Dalla Faccia Di Ladro

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5/14/2018 l'Uomo Dalla Faccia Di Ladro - slidepdf.com

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•  Leggi il brano seguente.

Senza titolo

Avevo preso posto in uno scompartimento dove non c'era che un altro viaggiatore una specie di

straccione che dormiva con una mano sugli occhi e che non parve nemmeno accorgersi della mia

presenza. Ma, appena il treno si fu mosso, costui aprì gli occhi e mi guardò.

Allora, sotto la luce rossastra della lampada a petrolio, apparvero i lineamenti volgari d'una facciaequivoca, losca e pallidissima, che una squallida barba di sei o sette giorni rendeva ancora più

sinistra e su cui si leggevano a chiare lettere la fame e la sfacciataggine. Osservandolo con maggior

attenzione, m’accorsi che una lunga cicatrice gli deturpava la guancia sinistra e dopo qualche

minuto, alla vacillante luce della lampada che faceva danzare esageratamente le ombre, dovetti

constatare con terrore che la faccia del mio compagno di viaggio, che prima m'era parsa solo poco

rassicurante, fosse addirittura spaventosa.

A un tratto lo sconosciuto si alzò fissandomi. Balzai in piedi con un grido per attaccarmi al

campanello d'allarme, ma l'altro mi fermò guardandomi con occhi supplichevoli e, accortosi che

avevo paura, mi rassicurò: “Signore - mi disse – voi credete che io sia un ladro. Tranquillizzatevi.

Tutti lo credono, vedendomi, ma io non sono un ladro”. “Vi pare? -esclamai, lieto di questa leale

dichiarazione che mi toglieva da un incubo, io non credo affatto che siate un ladro.”Così dicendo gli

feci posto accanto a me, “Io non sono un ladro” ripeté il brutto ceffo , E aggiunse: “Purtroppo”,Rimasi di stucco. Ma il brutto ceffo proseguì: “Avrei dovuto essere un ladro e avrei voluto esserlo.

La mia natura, la mia educazione, l’ambiente nel quale sono nato e vissuto, cospiravano a fare di me

quello che era la mia vocazione e addirittura la mia passione: un ladro. Ma, purtroppo, una cosa

m’ha impedito e mi impedisce di rubare.” “Forse” domandai “non sapete rubare?” “Non so fare

altro” disse l'enigmatico personaggio; “non è che non so, Non posso rubare.” “Spiegatevi,” feci,

“che cos'è che ve lo impedisce?” Il mio compagno di scompartimento sollevò il volto verso la

lampada e si mise bene in luce. “Guardatemi,” disse “che cosa notate?” Avrei voluto rispondere:

“Una gran faccia di mascalzone”, ma me ne astenni per evitare storie, e risposi semplicemente:

“Non so; non vedo nulla di anormale”. “Ah,” fece il figuro “non vedete nulla? Allora ve lo dirò io.”

Mi guardò fisso negli occhi e aggiunse, con voce strozzata: “Io, signore, ho la faccia di ladro”.

[...] “Se circolo tra la folla, tutti al mio passaggio portano istintivamente la mano al portafogli e allacatena dell'orologio [...] e, se avviene un borseggio tra la folla, il primo ad essere sospettato sono

io”. Mentre il brutto ceffo parlava, un’idea diabolica s’era fatta strada nel mio cervello: se derubassi

quest’uomo dalla faccia di ladro? Questo ladro che non può, rubare? Agilità e astuzia non mi

mancano. Dopo qualche minuto, il rigonfio portafogli del brutto ceffo era passato nella mia tasca

destra […].[da A. Campanile, L’uomo dalla faccia di ladro]

1.  Riassumi il brano in circa 80 parole.

2.  Sviluppa una delle seguenti tracce.

a)  Continua il racconto inventandoti un finale a sorpresa.

b) 

L’uomo dalla faccia da ladro, tornato a casa, racconta la propria esperienza di viaggio ad unsuo amico. Ricostruisci il racconto. (180-200 parole circa).

3.  Svolgi una delle seguenti tracce.

a)  Ti è mai capitato di dare un giudizio affrettato su una persona o una situazione basandoti

solo sulle apparenze? Racconta la tua esperienza.

b)  Il contrasto fra apparenza e realtà è un tema trattato nell’ambito della letteratura. Componi

un testo sull’argomento facendo anche dei riferimenti ad autori da te scelti. (180 - 200 parole

circa).

5/14/2018 l'Uomo Dalla Faccia Di Ladro - slidepdf.com

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