Mach, Letture scientifiche popolari

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    r ' LETTU RE SC IEN T IF IC HE. . POPOLARI

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    Dr. E. MACHProtoaaoro aeU' Uah'eraUl 41 VieaDa

    T r a d u z i o n e ( I i 1 . B O N G I O A N N I.~

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    V .VI.VII.VIII.'. IX .--"X .XI.XII.xm ,

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    INDICE

    Lo forme dei liquidi . . .Le fibre del Corti neU'orecchio .Lo. apicgll.zione dell'armonia .DoUn . volocitll. della luee. Porche l'uomo htl. due oechi?

    . rag. 115284258. . 77LII. simmctrio. ; . . . .OS8crvRzionisullo.teorin della visionc apa.zilllo 92

    Del prineipio della. conservasione doll'onergin , 98Lo. no.turn, economicn. delle inv('lIt.iglly,ioni fi-siche . . . . . .. 142

    TrRllformazione cd ooattamento nel pensieroaeiantiflcn . . . . . . . . . 167Del principio di comparazione nella fisica. 186Della parte che ha ileaao nelle invensieni enello BCOPCrtC. .. 20 G

    I . 1 l . coltura cl0.88ico.e 1 & colturo. Acient,ificn.nel-l'insegno.mento 8uperiore. . . . . . 226

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    TcIdu - VIIIICUUDon, t'lp. lIell. LL. Jill . W BA . P d a c I , . .I . , ~. :

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    PREFAZ IONE

    L'odizione completa delle mie .. Lctturc scion-tiflehe popolari " fatta in Chicago nc11895, percura della Open Court Publishing Company neU'ottima traduzione del Mae Cormack, suggertagli oditori di pubblicare questa. raccoltn anehein todesco. In questa nuova forma-l'opera 0 stataaeeresciuta di varf eapitoli. II eapitolo 8 ap-parve In prima volta in inglese nella rivista" The Mopist " ed e un libero rifacimento di unaparte del mio scritto .. Della conservazionc del-l'energin. " (Praga, Calvo,1872); mi indussi a scri-vere quest'nrtieolo per desiderio del Dr P. Carus,cditore dol" Monist ". L'ultimo scritto, nel qunloio per la prima volta miei innanzi ilmio erlterioCondamontalo nelle questioni fisiche, contienenella sua forma originma questioni troppo ardueper un lettore di letture popolari.

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    I V PRKFAZIONE---------_._._._--------------Si ecusera 11 \ grande difforonzo. doi varl arti-coli quanta alia forma, al gusto, 0.110stile, all' in-dole, nllo scopo, quando si ponsi cho ossi com-prendono un poriodo di piu' cho tront'nnni, Delresto, non ho cho do. ripetere qui le parole del-l'dizione inglese:

    II Lo letturc popolari hanno un modesto valoroistruttivo quando si abbia riguardo alla culturacho si presuppone nel lettoro cd at tempo dispo-nibile. A _ questo fino 0 necessario seegliere ma-terie non troppo difficili, o rostringersi all'espo-sizione delle parti pill semplici e pill esaenziali. ~.-Nondimeno, nella scelta della materia si PUQtrovar modo di far comprenderc quello che c' edi romantieo 0 di poetico noll'investigazione. POI'riuscire in questa intonto bisogna mettera in r i - I I ** Illie~o:que110 ch, e di attraent6 e di eeeitantein un problema, 0 far vcdoro come I n . lucecheirradia da un punto luminoso in appnrenaa tras-curabilo possa risehiarare una vasta eorchia difatti. -..." Sift'atte letture _!possonoanche avere/un ef.'

    fetto utile mettendo in luee l'analogia esistente'_:ira:Jrpe~~iero scientificof edr il raeiocinio' eo~.mun4, II pubblieo si spoglia cosl della sua av-versione, rispetto alle questioni scientificbe, 0 siintoressa alla rieerca, coso. ehe 0 tanto incorag-giante per 10 studioso, E riguardo a quosto riescoovvio il eoneetto ehe egli col suo lavoro nonrappresenta cho una piccola parte doll'univor-sale processo ovolutivo, 0 cho i risultati delle 8UOinvestigazioni non giovano soltanto a lui ed agli

    .,Il'i.,j.t _"ItrI

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    PllIFAZIONJ: V-------_._--.---_._-----_-altri studiosi della sua seienza, rna all'univer-salo It.II fisico tedesco trovera noi sogucnti studi,spocialmente nel sopracitato scritto sulla con-servnzione dell 'energia discussa pib di una que-stione cho piu tardi e Botto altro dencminazioni ;Iu trattata do. altri autori. Aleuno di tali quo-stioni sono in istretto. relazione colla vivace di-scussiono intorno all' energetica ehe si svolsonol Congresso dei Naturalisti a Lubecea. Ma da, questa discussione io non laopotuto ricavare alcun_. argomento do. mutare ilmio modo di vodoro.

    "";".nu, !ebb,.a'o 1896.- I I(,

    E. MAC I I .

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    I.L E F O R M E DE I L IQU ID I

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    " Che eredi tu ehe siano, 0 cnro Enl.ifloIlC. Ie. eosesaute e 1 0 giuste e 1 0 buoner La CO!!o santo SOfiO esseInli l'e rc:M piaeelono ngli dei, oppnro gli rlei SOIlO snntipprcllt 'l amnno Ie coso sante? 'I'ali erano le futili que-stioni, colic quali itsaggio. Bocrate turbnvn l 'agarci e li ~~c. ("OJ"'.Alene, menando -bellamente-per .il.naso .i giovani. poli-tiei e Iiberandoli. dal .peso. di. cit. ehe essi. eredovnq6 _ _ _",,_,~snpor4 c o l d imo s tr n r loro quanto confu si, oscu ri e con- ~~dditto .. I' I' L ~1..tra It ru rossero 1 or o eoneetti, en\1c:'..lVo i c o no s~ te ) n f in e d el l'i mp or tu ll o_ i nt er ro gn ~r ~f .' S cA c . .n .- .Y ~c

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    2 I.ETTURg 801E~TU'WIIE l'UI'OI.Allfvita qnotidiana, 0 como una o.tteotn osservazione can.

    _. celli corte apparenti differenze, e ne metta in luco.:;-,~,:,;_ . dello nuove. E la storia stessa della scieoza ei fa ve-. . .. \ , 1 .1 , _ .J( .(;"\-.......

    _ u~re_un continuo modlfloursi, svilupparsi e ehiarirsi.u:',;j "-Ill>-' dei. concetti..;"\'~'1':\1~'- t- : Noi non vogliamo trntt.enerci sopra questa eonside-r , \.4{) Lt, 'H-1-1 \') ~

    .Lll_ (C{1LcIh razrone generale intorno al vnriare dei eoneotti , C O S i lche pub anehe parere molesta , quando si ponsi ehetale vo.riaziono II quasi univorsalo; noi voglio.mo piut-

    . . tosto, prendendo Ull esempio du. lIe scleuse flaiche, dl-mostrare .come nna. cosa. si; venga. sompra phi modifi:e,~~o, _quanto piiI o.ttentnmente la si considera~ 0 come!ossa appunto per questO assuma una forma sempro piiI (determinati. .

    \1 \ L n. ma.g~iOl' pa~te ~i voi ~sattu.monto\ che co&a Sla un haUJdo a phe cos!!. sjn un BoJido. Edappunto chi non si e msl occupato di tisica, ritieneeh e questa sia una quostiono delle piiI faeili, M n. itflsieo sa che questa il ha Ie questioni piiI difficili, 0

    ~ che e arduo doterminare ilimite tra i solidi 0 i liquidi.Ricordero qui soltanto 1 0 rieerc he dol Tresco., daUequali risulta che i eorpi solidi, sottoposti ad un' altapressione , si eomportano in tutto como i liquidi , adesempro che possono orompero in forma di un raggioda un orifizio aperto nol fondo del reeipionto ehe Iieontiene.Do.lIn. forma appil\Uito. della terril. si suolo dedurro

    eh e ossa nn tempo fosse aUo stnto li qu id o ; q ue sta do-dusionc II premature so si pon mente a tali Iatti. Unupalla di qualehe cenlimetro di dio.motro si appiattlseeper otTotto della rotazione solo quando sia di una so.stanzo. molto mollo, come l'argilla Iroseu, oppure af-fatto liquida. Mo. Ia terra, benche eontenga roece so.l idissime, devo risen tire 10.pressione del proprio enormepeso, 0 neeessario.mente si eomportera coma un liquido,

    .. 1. 1I

    ,.III":~HI'f.11:.Y. LlC FonMR DEI LIQUIDI 3

    Anche I' altezza dei nostri montl non potrebbe oltre-passare un corto limite, senza sfasclarsi por eft'otto delproprio peso. E ammissibile che In terra fosse nn tempoallo state liquido, ma ci~ non ha aleun rapporto dineeessita col suo appiattimento. Lo particelle di un Iiqnido sono mobilissime; esso si adatta esnttnmente aliaforma dol vaso, non avendo forma propria, come vihanno insognato a seuola, P liguido, ehe si adatta nllaforma del recipiente fino ai minimi particolo.ri,_ e__~hl!nn che a lla superficio, dovo II affatto liboro, non most.raaltroche una - C a C c l - ; ; li;ef~---come uno 5r"~chio. sOl'ri.clente ed insignificante, ~ in natura guol che e tru gH~omini it perfetto cortigiano.

    II liquido non Ito. alcuna forma propria I Cosl l! 1\)-meno per un ossorvatoro superficiale. a chi lIa osser-vato almeno ann. volta ehe una occin dLpioggia __t~rotonao.. e n0!l._I!lai quadrata~ non o.mmetten\ questanll'ermazione come un dogma indiscutibile.In ciascun uomo, anche nel piiI nullo, noi posslamo

    nmmettere l'csistenza di un carattero, sill. pur negativo.Qo!lL!ln_~_ho..JLli.quidoavrobbe 1 1 \ !!q!Lfu_r.m!LPf.Qp'rin.,~Ja._forzll . delle circostnnze glielo permottcsse, se essonon subisse ]a pressione del BU O proprio peso.U n n stro no mo sfaceendato ha f" tto q ne st o c a le ol o,

    eho nel solo, anehe fatta astrazione dalla temperaturapoco pincevole, nessun uomo potrehbe vivere, pereheegli dovrobbe afsselarsi p~r effetto del proprio peso,Cioe a dire che Ia_m~gior mass~ _dci_~~rpi_c:_cl~_~ti~raos~l!~U~QI!I.! l_~_~~es9ariaODsegttenza ilmaggior peso delcorp~_!ll!la!lQ_s.Qp!a di~ssi .-AI--()o~ti!'!io - n ~ D i L ) u n a ,ppichll ivi snrcmmo moi.to piiI I~ggeri, colla n~~t.raforzn. .museolure ..potr~Plmo _.!Jen~a.d ifti()21t.!\_far l ei snlt idell'altezza .di.una.torre.; GIL edifizi di seirollpo anchenella lunn sono cose fo.volose; tuttavia nella luna 10seiroppo nvrebbe un deflusso eosl lento ella s i potrehhe

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    -------------------------_---------------_._--_.--------4 I:TTllltE HCU;NTII"IIlIlY. l'III'UI.Anl-------------.per ischerzo fare un fantoccio di seiroppo , come dunoi si fn un fantoeeio di nevc.-,-Soadunque in term i liquidi non IIRnno forma pmpriR,'

    l'hlUlDod'orso nelln lund" 0-in qualehe astro pin piccolo _./o.pin _loggero di ossa. Si irlLtl.n.soltanto di eliminareil peso, per eoneepire 0 eonoseere la forma propria deiliquidi.Questo concetto fn esposto sporimentalmente do.

    Plateau in Gand. Egli immorgo un Iiquido (olio) in Ullnitro liquido dollo stosso peso speeiflco, che 0 un mi-scnglio di aequa e di alcool. In questa meseolanza,conforme 0 .1 prineipio di Al'chimede, l'olio perde tuttoil suo poso; esso 11011 si sfascin por effetto del propriopeso, 0 le forze cho possono dargli unn forma, portenui che esse siano, possono ngiro libernmente.In renUI' 1I0i vediamo COil nostn, meraviglin che

    l'olio .. in luogo di stcndersi in fornm di strata 0 dicostituire una massa informe, p'rende 16 fonna di unabelln e perfotta sCero., cbe si mUOTOlibemmento _nelmiscuglio como In luna_ll~nfl_sP~o.JSi lIub cosl farouna sCera d'olio di parecehi polliei di dinmotro.So ora in questa sfem si introduce un disehetto di

    filo metallico, si pub far girare il filo Lro.le ditu e conesso daro un 111010otatorio alia sfera di olio; questa nelgirare si appiattisce, 0 si pub aneho far sl ehe da assnsi distaeehi un o.nello simile a quollo di Satumo. Questoanello da ultimo si rompo 0 si suddividc in molte pal.lottoline, dandoei l'immagine della formazione del si-stema planetario secondo 10.teorio. di Kant e di Laplace,Fenomelli anehe pin singolnrl si ottongono se in certo

    modo si perturbano 1 0 Iorse formatrici dol liquido, po-nendo un corpo solido a eontatto colla superficie delliquido. ~e O'~_!l!!om.piosU'nmorg~.no~ liquido un eubocostruito con filo di forro, I'olio 1lc19rilHt!LiQ~Jm~nleal filo, 0 so In massa osuOicielito IIi ottiene un cube

    II. I/0 ' '.!

    iIitIi!lI

    I. I.E Y(lln lE D~I LlqnuI

    d'olio. colle_par.otLpQrfet.t!Lm9Qte_Jl~~. l=lcC' , , ! t r911(lOolio 0 tropPCl_PQ~Q.,J~_pn.r9tLdJ!1 tullQ rientrano. 0r~l~n o __"!~o.~~U!!..m:.QllQrtiQtl.o.n modo alT l lUo simile si

    / /

    / /.'jg. I.possono formnre coll' olio 1 0 piu svarinte figure geo-motriehe, ad esempio una piramide trinngolal'e, od 1 1 1 1eilindro ; in quost'ulLimo caso si prende I'olio trn \luuunelli di filo di ferro.Riesco interessante osservare l'alterarsi della fornm

    di questo cubo 0 pimmide d'olio, quando per mezzodi una cannuecia di Tetro so ne tolga sueehiando a pocon poco una parte dell'ollo. 11 filo m an tie ne In eoosionedella massa; Ia flgura si viene riducendo nell'intemofino nll'estrema 50ttigHezza. In ultimo esso rimuuc com-posto di un gran numero di Iaminette d'olio ehe co-minciano dagli spigoli del eubo 0 nel mezzo di eiu-scunn faccia formeno uno. gocciolina. IIsomiglinutcnvviono nella piramide.E ovvio ilpensaro ehe una cosl sottile figura liquidu,il cui peso ~ pur minimo, non pub pin essero defer-mata dal proprio PO&O , coal come una pallottolinn tliI\rgiUa mollo non subisco dill proprio peso uleuna do-formazione. Ora noi non abbiamo pin bisogno eli un

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    6 1TTURE 8C1ENTIFICIIR POI'or.AIIJmiscuglio di acqua e di alcool per formarvi le nostrefigure ; noi possiamo ottanerle anehe nll'uria libera, Difatto Plateau trovb che siffaUe figure, od almeno moltosomiglianti, si pOSSODO produrre anehe aH'ma libera,so si immerge per un istante ilenbo di filo di ferroin una solusione di sapone. L'esperimento DOD II diffi-cilej Ia figum si fa do. sll senm indugio. La . figom 2ei fa vedere l'aspetto ehe si ottiene dal eubo e dallapirnmide. Nel e ub o a bb ia mo sottili pellicole di saponeehe convergono nell'interno ad nnn pieeola pellicolaqnndrata j nella piramide da ogni splgolo si diparte11llB pellicoln che converge al centro della piramide,

    ..Questa agora SODO cosl belle da non potersi {acil-mente descrivere in modo adegnatd. La . SOmma reg_o-I~~ e preclsionl!_geometrica (anno In moraviglia di_~~l Ie v~(!!LPJl1' la,_prima volt.a.,. I d a P'rtmppo sopodt breve c l u r a t a . . Esse si dilegnaDo coll'eyapomre della.solgzione. DOD 'Senza aver prodottO Ie pin brill anti iridescenze, come amone delle bolle di sapon,,: LIl bel-leua delle figure II causa che si desideri di flssarle,

    I. r.E YORNE DEI L1QUWl t- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - _ .anehe per poterle meglio studiere, L a eosn c fucilis-sima. Inveee che in una soluzione di sapone si im-merge il eubo dentro n colofonio puro 0 diseiolto ;oppure dentro a colla. Estraendo ilcuba si forma tostola figura, che essicca al contatto dell'aria,E do. osservare cbe si possono ottenero aU'nrin npertaanche figure gcometriche massiece, purehe il peso siapropora iona lmente piccolo, 0 p ic e ol is sim a l 'n n u n tn r n eli1i I0 motallleo. Se ad esempio eon un Illo metallico sol-lilissimo formiamo un eubo le cui faeeo ubbinuo eireutre mlllimotri eli diametro, bastn imrnergerlo nell 'uequaper ott.enoro un piccolo cube d'acqun rnnssiccio. COliun poco eli carta aseingante si )lub facilmente toglierel'acqun snpsrflua e dar forma regolare al cubetto.Si puo trovaro un modo anche piil. facile eli osservnro questo figure. Una goccia d'acqun, purche sin nb-hastallza piccola, posta sopra una lastrn di vetro spnl-mata di grasso, DOD iscorre piu , mn si nppiattiseoulquanjo per ell'otto del proprio peso cho III. comprimusulla superflele sottostante. L'applattimonto II tanto pilltenue quanto pin pieeola {, III. goecia, 0 quanto piilpiccolo. la goceia, tanto pin si arncina alia forma sfe-rica. Al eontrario una goecia ch e nderisea all'estre-mib\ di una vergbetta, si allunga per elTutto dol propriopeso, Le partieelle inferiori di una goccin postn soprnUlIU lustru SOIlO compresse daUe superiori contro I n su-perfieie scttostaate, percM trovano in questa un osta-colo a deformarsi all'ingii1 . Ma nel cndere eli una gocciud'aequa tutte le particelle di assa si muovono COliegnale facilitA, e nessune esercita maggior prossioncdelle altre, Adunque UDagocoia ehe cndn lihemmentenon risento l'effetto del proprio peso j essu si comportacome 80 non avesse peso, e pronde 1" forma sterieu,

    TuUe 10 rorme al aomt,lIaDo 0 DenUDa 1\ uguate ad ",, 'lIl tr ll l C O il 11 coro oDuDcia UD'a1'C&llalor80 ".

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    8 I.F.TTun.: l!C:)ENTU'ICllF: I'OPOI,ARI---_ . ---------_

    I, .

    1I0. Plateau ha spiegato l'arcane di questa legge,Essn si p u b e nu n ci nr e brevo n sclliottB ne i duo seguentiprincipii :

    10 Quanllo pareeehie pellieole piano si ineontranoin una figurn, sono sempre in numero di tre, e duoa duo formano angoli contigui ed ugnnli,

    2" Dove parecehi spigolisi Ineontrano nella flgura,SOIiO sempro in numoro di qnattro, ed ogni eoppia diessi forma angoli nguali IL quelli (}oll'lLltrn.Questi 0. dir vero sono duo curiosissimi articoli di

    una legge senzu eccesione, di cui non possiamo cono-score esattamente ilfondamonto, loIn10 stesso puo dirs idi molte n.ltro leggi . . N m t sempre noU'intorprotazione

    S ~ legge i; dato vodorc i rngionovoli motivi delIo-? gislatore.M a in realta i nostri duo nrticoli si possono ridurrea motivi sempllcissimi, Se essi sono rlgorosamenteosservnti, cib tleriva dnl flLtlo eho 10 suporfleio tl01 Ii-quido sono cosl piccolo quo.ndo POSSOJlO essere nellodeterminnte condizioni.~!!..lp~~~~ di intelligenza stro.ordiDluia, 0 munitodi tutt .e 1 0 armi dolln matemntica superiore, s i propo-nesse di rivostiro di panne u n eu bo di filo di ferro inmodo ehe eiascuna faldo. del panno aderisca osntta. monte agli spigoli ed nile altre falde, ell eseguendo

    : (~ues~ lavoro v?lesse=~~"e:!2p,~~llje ~ 9 ! ! .!~.._~~I \t~~~t!.2!'0~!"p~!1e~\lS..!I1!~' non potrebbol I i r o ~;m~ divorsa dB ~:U_!!!:rSl.~~.l~~~~!1!i9!!e~9.i~ne {omln. ~n . s i ' l intorno all'o.rmo.turn. di filo di ferro.~--=~U'1feii:onnnziono delle figure liquide procedocomo un sarto ehe vuol faro risparmio di stoffa; essenon si prooccnpn. del modo j mn, cosa aingolare, Informa piil bolla si produce da s o . .Idue artieoli sopra citati non hanno vnlore se nonper 10 figure di sapone; non oeeorre dire che essi non

    I. LB Fon)IE DEI LIQUID)._----------_._------_-possono in aleun modo appliearsi aile massicee figured'olio, 1\Ia la_massimn che la superficio dei liqnidi sisuddivide in parti tanto piccolo quanta 10 permettonole coudixioni in cui essa si trova, vale per tutte 10 fie~ure liquide. Chi conosce non soltanto Ill. lettera, Inaanche i motivi della legge, so. anche regolarsi nei easini qu ali 111.ottera della. leggo non pub applicarsi. Coslo.vvieno anche del principio della minima superficie ;esso ci b una guida sicura in ogni CILSO, anche quandoidue articoli citati non hanno piil upplieazione.Si tratta ora innanzi tutto di dimostmre che le fi-

    gure liquide si producono, seeondo il prineipio dellaminima superficie. L'olio nella nostrn piramide di filo diferro posta nona ;;;iscelo.di acqua 0 di nlcool aderisce aglispigoli, che non pub abbnndonare, e In masse, dell'oliotendo a conformarsi in modo eho lo snperficio sinno10 minime possibili. Cerehiamo di riprodurre questaeond izion i. Coprio.mo 10.pirnmide conuna pellicola di enucciu cd al postodel manico di 61 di ferro mettiamouna cannuccin ehe penetri nell'jn-te1'1)O delle spezio chiuso dalln pelli-cola. Per meszo di questa eennucclepossinmo sofflervi dentro 0 aspirarnedell'nria. La mnssn. d'llria internaei rnppresenta 1 0 . masse dell' o lio , 0la pellicola tesa , cho tende a con-trarsi ilpiu ehe sin.possibile ed ade-risce ngli spigoli, ei rappresenta Iesnperflcie 01005e cho tendono ad oeeupare il minimospnzio. In realta inspirando od aspirnndo otteniumotutto le figure della pirnmide di olio, dalIa convess n,nlla concave. Finalmonle , aspirando t\lttn l'uria, ab-biamo )0 . f igu ro . dolla piramido di so.pone. La faIdodella pellieola si o.ttraggono l'una coll'nltrn, divengono

    Fig. 3.

    .,

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    -------------.-~-------.-----.------.------. - .- _ . -----~ !...10perfettamente plane e convergono con quattro angoliesattissiml al centro della piramide,Colle pellicole di snpone, come ha dimostrato Van

    der Mensbrugghe, 1 0 . tendenza 0 .1 minimo spazio si puoosservare direttamente. Se immergiamo in una soln-zione di sapone un quadrate di filo di ferro munito dimanico, si forma. dentro di esso una bella fulda pienadi sapone, In questa introducinmo un filo sottilissimo,ad es., un filo di seta tratto dol bozsolo, di cui ab-

    Fij( . ~ .biamo legato insieme i due eapi. Urtando la parte delIiquido che e raechiusa dal filo, nella pellieola di sa-pone si forma un vano eireolare, di cui la circonfe-renza 0 segnata dnl filo. Biccome ilrimanente dellapellicola si riduce 0 .1 minimo, rimanendo invariabilela lunghezza del filo, eost l'aperturs tende ad essere10 . pin Iarga possibile, il che si ottieno colla formaeireolare,In forza del principio dello. minima superfleie, anche .

    Ja ..masso. .d'olio libera nel suo movimento prende W..~~~~~!~~r.ica,f~erche Ia .~ c~e ha la mi-';mma 8uperfic16 col massrmo volume. 7Perino un saeco:" a a ' V i a g g i o " sf aVvicina taJ i to pin allu forma sferica 'c,quanta piu roba vi mettio.inodentro~l

    I. LE FORME DEI LIQUIDI 11Visto che il prineipio della minima snperficie puo

    n.vere per conseguenza inostri due singolari articoli,vogliamo oro. spiegarlo meglio osservando un caso pinsempliee. Immaginiemo qnattro cilindri a, b, CJ d, ed

    Fir. 5.unn. cordi cella scorrevole assieuratn 0.1eh iodo e, allaquale silL 0.ttacco.to un peso k; immagininmo aneoradue nnelli mobili f, g, o 10.cordieella passando perquesti anelli si a.vvolgo. intorno ai quattro cilindri. npeso non ha aUra ~ndeDza che quella di eadere, ossladi allungare il piu possibiIe iltratto e k della cordi-cella e per eonseguense, aceorciere il rimanente dellaparte di essa che si avvolge intorno ai eilindri. I trattidella eorda debbono rimo.nere collegati coi cilindri, emediante gli anelli collegati tra 101'0. Le condisioni sonodunque analoghe a quelle delle figure liqnide, ed ilrisultato e anche analogo, Se come nella figura quattropain. di cordicelle si incontrnno, questo non potra pinavvenire; In tendenza. della corda ad uccoreiarsi ha perconseguenza che gli enelli si discostano e ehe solo trepain. di eorde possono eonvergere, e convergono due0. due con angoli uguali. In realtA con questa dispo-sizione si e ottenuto nella corda ilmassimo aceorcie-mento possibile, come facilmente si pub dimostrarecolla geometria elementare,

    I'II _ . .. .. ---

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    --_ .----. _ _ -- -.12 LETTURE SOIENTIVICIIE POl 'OLAnIPossiamo ora, con nient'altro ehe colla tendenza del

    l iquidi alIa minima superficie: spiegarci 1 1 1 0 formazione'.delle belle 0 complicate figU' ro liquido. )fa e'~ aneoralm~Jl.ltrlUlUQstjQne:, PergM iIiguidi tendono ad gccu-~.are 1 1 1 0 minima snperficie?/ I~Tdl pBrtjceUe di 11n Hq:nido aderiscono tIll lore; Lo

    gocee , }~~.sse..o .. eontatto,. s co rr on o i ns iem e; potremmoidire*che,J~liI'P&I:.tieelle_dei ...liquidi si , attraggono j percioesse , t O p a M A aduxiojnW,iI pin che sia posaibile. Leparti ch e si trovano alla suporfieie tendono 0. pene-trare it piiI ehe si possa dentro la massa, Questo pro-..cedimento. non pub avertermine' se non' qUando la ....., . -. t '.. ' superfieie, si sia el i tanto impiccotita,'quo.nto 10 per-. ' .mettono .Ie eircostanze stabilite/ossia quando alIa sn-".~perficie"essendo rimasto uminima numero di parti-..:ceIi~l e ilmassimo numoro di questa osscndo penetratenell' intemo,le Cone di attraziono non hunno pin nientedo. Care:,(l)." n 'nucleo dol principle della minima superfieie, chea tutto. prima pub parerei un principio di importanzatrascurabile, si riduce dunque ad un altro principioaneora pin semplice, ehe si pub rendoro quasi egual-mente ovidente. ~9ssiamo considerare Ie Corze di_at-tr~~io.muuli rip.JlIsjo!l(L~me stabilito COD iptepzione~~Ia natura. A ~ z i .Ia ditrerenzu. tro. 1 0 . pressione interneche ci determina aL~~~ azione gualsiasi e ehe el!ia-~iamo intenzione, e !a. p~es~i~.J_le_de!l.~_p'ietrauI suo1~ell e 1 0 . sostie~~~~el mo.gllato sopra un altro mllgneteJ_.ru>J.l_.~_PQLtlLI!oo._.gl'andl)_cbeon ci silLlncitoJ.dope-rare per l'una a par l'altra, almena in certi easi, ilmedesimo vocabolo. La naturn hn. dunque l'intenzione

    d i avvieinare it Cerro 1 1 . 1 magnete, I I I . pietro. 1 1 . 1 centro

    (I) In tutti ibuoni trll.ttat.i di filliell. si db. molta im-por t .aDza a tali queaLioni del wlUla iwo e del miniauo.

    I. Lit FORME DEI LIQUlIH 13della terra, ece , Se l'intenzione pub avere it suo eifetto,avvione il Conomeno. Ma sanzo. una intenzione da eflet-tnare la no.tura non fa nulla; essa precede in tuttocome un abile uorno d'o.trari.La natura vuole spingore in basso i corpi pesanti,Mo. noi possiamc sollevare un peso, spingendo in bassoun o.1tro peso maggiore, oppure soddisfaeendo ad unaaltra piil forte intenzione della natura, E se pure noierediamo di servirci o.bilmente della natura, conside-rata pin dappresso la faccenda 6 all'atto diversa. Polche1 1 1 0 natura si 6 sempre sarvito. di noi per raggiungereisuoi fini.L'equilibrio. l'immobilitA si vorificano l?oltl!nto guand6 !:{. i'l ,I ,b~- - c .

    1 1 1 0 natura nOD ha aleun. fine da raggipngere! OSSill-. quando Ie forzenaturali. sono'. 'soddisCatid quanto pos- ' < ( I . e . LL{ksano essere in determinate eircostanze. Cosl ad escmpio \.U~\~Il.t'C '..i C011)i pesanti sono in equilibrio quando it loro centro U,( .JI. \ \ "( ,_), \ " . I J . . .di gro.vitA si trovo. il piil basso ehe sie possibilo, ossia (.~Ic t L \ " l . l ' LA.'~quando 1 1 1 0 mnssima parte del loro peso ~ dlseosc alia ~,~\::.LA:j _\" .L

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    ---------..---------~~.--------------- - ---"14 LETTUllB 8CIENTIFICUE l 'OI'OLARIaride quostioni di Socrate. E so il principio pub parorepoco ideale, tanto pin ideali sono ifrutti ehe esso hmdato.

    E porchlJ IlLscienza dovrebbe vergogno.rsi di questaprincipio? La seionza in sostanza non tl claoun affare(l).Essa Ii ro one Icol minimo di Iavoro nel minima - /temp , col minimo S C O l Z O di pensiero, di appropriarsi;'Ia massima quantitA possibile dell'infinita, etema ve -rita (21.(1) La . scienza steasa. pub considerarai come una que-stione di maesimo e di minimo, I I I pari degli affari diun eommercinnte, In generalo l'nttiviLo. intellettuale dello

    BcienzilLtob meno differente di quella. ehe comunementesi credo. dalla comune attivitil. quoLidillno..(2 ) Cfr. il cap. II.

    ~ .I

    II.

    DEI .T .E F rDR E DE L C OR TI N EL L 'O RE C CH IO

    Chi hn vinggio.toso.che la passione leiviaggi erescecol voder nuovi p ae si, - Comedeve esser bella dn quel-l'nlturn In veduta di questa valle boscosaI Dove 5(,3'turisee questo limpido ruscello ehe qui si nasconde trai cnnneti? Oh se potessi vedere il paesaggio che edietro 11 quel monte I- Cosl pensa ilfaneiullc nolle sueprime corse per In campagna. E .10stesso avvieno delloscionsieto nell'investigazione. della natura.NeUe prime guestioniJIo .~~!en7.iJl_to'I.stimoln!g a ' lprooceupazioni. pratieho,; ma7~!c)nod_sl~Ccdc I)iil.,!lolle

    quost!~.n_iul~~oriL A_.quos~.ci attrne un faseino;irl'c~l!istihilo._~l}_jq~resso pili olevo.to~ho trascendo ilhi!s9gno materiale. "Consideriamo nn esempio partieolare.Da gran tempo Ia .~trut~~!\ deU'acpnrato uditivo ~oggotto dell'osservazione degli anatomici. Il loro lavorolIa prodotto un numero considerevole di importantiscoperte, e d lIa messo in luce e stabilito molti fatli CveritA preziose. Ma da qnesti fatti risulta una serie dinuovi 0 mirabili problemi.

    .. _ -

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    ----------- .-------_16 1.RTTURII: S01ENTn'ICIlJo: l'Ol'OLARI----------_._ .-------..----

    1 .

    Mentre 10.dottrina dell'organismo e della strutturadell'occhio ha rngginnto un grade notovole di relntivnehiarezzn, e I I I medicine oeulistiea ha dato risultati chonel secolo scorso appeno. si potevnno spernre; mentreilmedico coll'aiuto delln speoule, pub spingere il suosguardo indagatore nolle intime profondita dell'oechio,1 0 . teoria dell 'orecchio in gran parte 6 aneora avvolta.in una oscnrita tanto misteriosa quanto attraente pel'10 scienziato.Prendiamo 1\ considerare il modello di un oreccbioumano, Gia. dn quelln parte II. tutti nota, di cui l'esten-sione si snole volgnrmente eousiderare como indicedell'intelligenza, oasis dal padiglione dell'orecchio, gi~dn questo cominciano gli enigmi, Voi vedote qui unaserio di involuzioni talora assai eleganti, delle qnnlinon si pub dare una spiegaaione soddisfacontc. E tnt-tavia so ci sono, dobbono pur nvere In loro ragione.Il padigliouc dell'oreeehio (a) (nella figura schema-ticn qui accanto) d~ accesso al suono nol tortuosomeato uditivo (b), ilquale 6 chiuso dn una sottilo pel-

    lic ola , 1 0. cosl detta.membrana del timpano- (e). Questa.\V'-,/ membrana, messo. in movimento dalle,/ 1'~, onde sonoro, trasmetto questa movi-

    of" : .~ 1 . $ ( 1 1 I~-,,'n t! J monto ad una aerie di minuti ossicinit I,\l~;:':> miro.bilmente foggiati (c). II tutto 6-vt,:\o. terminato da l Inbirinto (d), il qual aeonsta di un gran numero di cavit'"piene di un liqnido, nelle quali mettono capo le in-

    numerevoli fibre del nervo uditivo. I.IOoscillazionidegli ossicini seuotono il liquido dollabirinto ed eeei-moo ilnervo uditivo. E qui ha principio 10.funzionodell'udito; tutto questo b neeortato; 1111\ i particolarieostituiscono altrettanti problcmi insoluti.A questi problemi il marcheso A. Corti Dol 1851ne nggiunse uno nuevo. E, mirabile a dirsi, questa II

    n. DEI.LE FIBRE DEL CORTI NKLI. 'OIlECCIIlO 17forse il primo del quale si sin data un' esatt.. soluzione.Di questo vogliamo oggi occuparci.

    11 Corti osservb nella e hio ee io la , c he I Iuno.parte dellabirinto, un gran numero. di fibre mieroseopiehe, dis-peste 1\ scalo.l'una acco.ntoall'altra con regolo.riu\quasigeometriea, l{6Uiker De conto fino a 3000. Ancllo :MaxSchultze 0 Deiters no hanno fatto oggetto di ricerche.La dcscrizione dei particolari vi riuscirebbe forse

    tedioso, senza portaro maggior lnee nona qnestione.Percio preferiseo esporre brevemonte quello che vi IIdi essenziale in questa fibre del Corti, secondo l'opi-nione di insigni scienziati, qnali Helmholtze Fechner, Pare ehe la chiocciola eontengaun gran numero di fibre elasticho di lun-ghezza graduata (fig. 7), alle qunli mettonocapo 1 0 ramiflcasioni del nervo uditivo. Eevidento cho queste fibre del Corti, di in-tlgul11eUDgho1.1.B,evono anche n.voro inegunln elustl-. citt\, 0 produrre toni divorsi. La ehioeciola rappresentadunque una specie di pianoforte.Ma 0. qual fine pub essere costitnito qnesto nppo.recchio, che non ha it suo riscontro in aleun altro or-gano dei sonsi? Non si connette esso ad una rl\colt~che II anch'esso. partieolare dell'orecchio? Cosl II real-mente. 'Yoi sapate abe 6 possibile discarnete i n DDaisinfoniB Ie voci"dei' Siiigolfstmment(; 9 . u e s t O ' ~ s i -puqf1!,!'eperfino in iinB~ftiD-di~BacI!1.....l!!'Ilchili' vaglin.non poco. ahilit.a. Sin i I i una armonia come in un in-comJlosto frastuono, l'oreeehio pub percepire i singob.felementi musico.lifL'oreccmo' 'del musico anBlizzaqua.l~siasi o.ggruppo.m~nto-aCmoiii:,;;ra' nell'ocehlo rioilc;~una rncolb\ analoga.Chi potrobbe at] esempio, senzanverno avnto 10.prova per mezzo di esperimenti Iisiei,riconoseere ehe ilbianco ~ ilrisultato delln.eomposi-zione di una serie di colori? Dobbiamo dunquo rite-

    I I 1 IFill. 7.

    If&cn. 3

    .._ _ . . . . _ - - . ...

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    18 .....1TUUE 801ENTII'IOUK l'OI'OI.AIII-----_-_. - ...

    l ..I'!

    nore che ci sia realmonte una eonnessione tra Ia sopramenzionnta facoIta doll'orecchio 0 l'organo scoperto dnICorti? Ln cosa e molto verosimile. Ilproblema e riosolto, quando si nmmette ch e ogni tono di determinata,altezza corrisponde ad una fibra' della tutiera dol Corti. :t. e: per conseguonza aU a ramificaziono nervosa eh e sicollega con questa.Ma perehe io sia in grudo di roodervi perfettamente

    intelligibile questo argomollto, dovo pregarvi di so-gnirmi por qualeho PUSHO nolle I,rido rogioni doUo.flsicn,Considorio.mo un pendolo. ' l'olto (lalln posiziono di

    oquilibrio, ad os. COD ,!D urto, il pendolo comiueia ndoscillare con un ritmo determinate, che diponde dalIasua lungbezza. I pondoli piu lunghi oscillano piillen-tamento, e piiI rapidamente i piu brevi. Poniamo cheilnostro pendolo compia il suo movimento di andatao di ritomo in nn secondo.In due modi noi possiamo imprimere 0.) pendolo un

    movimento piiI rapido, 0 COD un forte urto improv-viso, 0 COD una serie di piccoli urti dati opportune-mento. Posto, ad es., ilpendolo nella posizione di equi-librio, gli diamo un urto tenuissimo. Esso allora oscilladebolmente, Mil. quando osso dopo un secondo ritoma)a torzll. volta nel ponto di equilibrio, gli diamo onaltro leggero urto nella diroziono dol prime. Di noovodopo un socondo, qunndo it pendolo riLorno. nol puntod'equilibrio, diamo un altro urto, 0 cost via_ Voi vo-dete ehe in questa oporaziono i nostri urti rinforzanocontinuamente ilmovimento gill. esistonte del pendolo;ad ogni piccolo urto osso estendo alquanto 1 0 . suo. oscil-laziono 0 finalmente raggiunge un movimonto abbastanza rapido (1).

    (1 ) Questo esperimento colle conclusioni che ne deri-vano e tolto da Galilee,

    _------- -\I -

    n, DEI.LI!: FIBRE DEL CORTI Nl::l.L'ORECCIJIO 19Mil. questo esperimento non sempre riesce; esso riesce

    soltanto quando si una ilpendolo collo stesso ritmodella sua oscillasione, Se noi, ad es., diamo ilsecondourto dopo un mezzo seeondo, nella stessa dirozione delprimo, quest'orto agisce in senso contral';" ... mevi-mente dol pendolo , In generale II facile r ie on c sc er e c heno i rall'orziamo tanto maggiormento il moto del pen-.1010, quanto moglio il tompo dol nostro uno coincidecol rit.mo clio jJ nendolo b& qjh R!lguistnto. ~p".~~oi@R-glinmo J o . mis~rlL,. in, eerti momenti _I>9.!!siaJno ancllonccclero.~o.1'.oscill~iQne, in eerti aUri 1 0 . rallentinmo.In goneralo l'eft 'etto e tanto minore quanto piu il rno-vimonto della nostril. mano diseorda do. qoello delpendolo ,Quello ehe si II detto del pendolo, vale per qnalsi-voglia eorpo oscil lante 0 vibrante; nnche un corista c ifdiapason compio una vibrazione, pin rapida'se11'i iuonof'll"pin al~, pit.:' lentita9 . '6-piu" b a s s o f 11 corista 'nor:'male tcdosco compie"450vibro.zioni in un secondo.Poniamo due coristi porfettamente ugoali, muniti

    della loro scatola di risonanza, l'uno accanto all'altrosopra una Lnvola. Pieehiamo fortemonte uno dei duecoristi, in modo dn fargli rend ere un snono forte, poipremiamolo tosto colla mane per soft'ocnre il suono.Cionomlimeno voi senti to distintamente ehe il suouosi prolunga, 0 colla mano potete aecertarvi che c io ~dovuto 0 .1 vibraro dell'altro corista ehe non il smwtoeeato.Dopo di cil! o.ttncco un poco di corn nd uno dei due

    coristi. 11 suono ne resta smorzato e si fa alquanto pinbasso, Mn se ripetiamo 1 0 stesso esperimento con duocoristi di attezzo. ineguale, percootendo uno doi dueeoristl 0 poi afferrandolo colla mano, il suono eessatosto che avviene it eontatto.Qnnle 6 1 1 \ spiegazione di questi due esperimen! i?

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    20 I .ETTURE SCIENTIFlGlIE l 'OI'OI.ARISornp~icissimn.. 11 corista vibrante eomuniea all' aria450 vibrazioni per secondo, Ie quali si trasmettonoall'altro eorista, So ilseeondo corista 1\ intonate alprimo, ossia so percosso alia sun volta vibra nellastessa misura, bas ta ilminimo movimento dell'aria perfarlo . vibrnre fortemento. Ma questo non avviene piuso vi 6 qualehe dilTerenza nella volocita vibratoria dcidue coristi. Si possono pereuotere quanti coristi sivuole, rna il corista intonate al la si comports nellostesso modo rispetto a tutti gli altri, eccettno.to quelloche 6 dello stesso suo tono 0 di un tono molto pros-simo. E se anche percuotete tre, quattro 0 cinque co-risti nello stesso tempo, ll COriSULla non dl\ aleunsuono se non quando tro. i coristi percossi vi sis. unaltro COriSULa oLO-stesso vale per tutti icorpi cbe poesono dare f

    un monS. Quando si suono. il pianoforte, ibieehieriod ivotri delle flnestre risuono.no tosto che ai toeeauna determlnnta nota. Il fenomono non manca di anailogi~ in altri campi. Jmmaginate un eanebhe rispondaal nome di Filaco iil cane II sdraiato Botto Ia tavola.Voi parlate di Ercole e di Platone, 0 pronunziate tutt iinomi di eroi the vi vengono in monte. Tl cane nonsi muove, benehe un movimento quasi impercettihilodel suo orecehio vi manifosti la liave vibraziona dellaaua coscienzo.. Ma appena pronunciate il nome di Fi-lace, i1 cane vi balza incontro festoaamente. II corista

    '0. 6 como il cane iesso rispondo al nome di la o:0~ kBigpom....sorridono_ed arricciano , I naso,-percbll; C f ! '. ~non... .. tmDDo..rimDlDginfl di ]orQ 8'llW? MLpiglierlulDa'I (1 ~\ piccola...yendetta ndopernnd?DA un'altrn, ,Alle dOnn e &C- :fu P ( ) kY ' cade,,)o.,stesso ,ahe ai coristt.lIolti coori; signore mie,; Gilf" ',f' ~ !~~p'i~~,,~ortemeDte PJr voil rna, voi non no, sapeta "J(I'.(f" ~ ~ nulla, e rimanete {redde. M e. nODpensate ehe sill.sempre" >' " - c 0\ coal il'amore sl vendicar Fate .ehe si trovi un cuore, ili- J . c r 'l..

    , .., ,

    rr, JlJ l:LI,K VIDRI!: DEL CORTI NELI.'OREf:cml\ 21

    I quale vibri nello stesso ritmo del vostro, ed anehe Iivostra ora sara'suonata.'ifl vostro cuore, vogllilto o~o,vihrera aneh'esso, QtieSta immagine lin almeno il me-rito di non ossere troppo nuova, perdu) gli antichi ,come ci nssienrnno i filologi, eonobbero anch' essil'amoro.La legge della vibrazione simultanea stabilita per i

    corpi sonori subisee qualcbo variazionc per certi corpiiquali per s6 stessi non hanno aleune senorita, Silfatticorpi vibrano molto dobolmente, mil. quasi con tutti itoni. Un cappello a . staio non ~ un corpo sonoro. l\IILso durante un concerto voi 10 tenote tra le mnni, nonsolo potcte udire l'inti&ra sinfonia, mn anehe sentirlacoUe dita.: Avvieno como degli nomini, L'uomo che,pil l' cosl diro, 1 1 0 . una tono.li tiLsuo.proprin, poco Hiprooecupa doi diseorsi o.ltrui. Yo. l'uomo senza eurutte rosi udatta nd ogni o.mbiente, 0 10 s i trova in ogni com-pagniu, cosl in uno. societA di temperanea come in uncrocchio di bevitori, dovunque ci sin da formare uncomitate, n cappeUoa staio in.mezzo all~ campane iJcome l'uomo senza, carattere _in.mezzo agli . uomini .Jr 'carattere. iAdunque no ,corpo sonoro dl no suono o~ volta/,

    che lIi produce 'la,"Do'tl':su"propri& ~o'soia' 0 ~s~eiatiV,eon",&1tre., .Faeeiamo~~c?~:un passo/ cOnie' si com~portera, u n ,'gruppo, di ~rpi~~ ,.~-,--." ...,., . ,~sonori,~ie cui ' tonalitA for

    ."mino. uint s~ia?/ I~i- Inio.mo ad esempio una seriedi verghe e di corde (fig. 8), I I Iintonate aile note do 1'emi do ~... Ii rA .0J '" Ii do ~... 1 /11~ 1 S d 1'18'. a.Ia 80 ..... 1pro uca 60prauno strnmento musicale I'accordo 'do tni sol. Ognum,delle verghe eorcherA, per cost dire, se noll' aceordoc'c la propria nota, e se questa nota esiste, 11\ripetera,

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    22 LET'rURE SCIEN'rlJl'lClIE l'01'OI \RI

    Cos1 Ill. 'verga do do.rAtosto Ill.nota do, 1 0 . verga mi Ill.nota mi, Ill.verga 801 10 . nota 801. '1'utto Ie o.Ure verghorimarranno immobili e mute.Per trovare uno strnmento simile a queUo che ab-biamo immaginato , non c'lI da andar tanto Iontano.

    Qllnlsiasi pianoforte il un nppureeehio atto n . ripetere.in modo meravlglioso it nostro esperimento. Colle -chiamo l'nno accanto all'altro due pio.noforti accordo.ti '

    , '0 "'oftra loro.~ Del prime' ci serviromo per prodnrre ilsoono, Je it ,secondo1 10 faremo rispondere all 'unisono, toglien-done 10 smorsetore" perche Ie eonle possano mogliovibrare.

    Ogn i armonia eh e si produea rapidamente sopra ilprimo pianoforte, sara ripetuta distintamente dall'altro.E per accertarci che sono Ie stesse corde quelle ehevibrano percosse in nno dei pianoforti e rispondono nel-l'altro, ripetlamo l'esperimento in modo u n po'diverso.Abbassiamo anche sul secondo pianoforte 1 0 smorzatoree riteniamo so questo i soli tasti do mi 801, mentresul primo soniamo rapidamente Ie note do mi sol . L'ae-cordo do mi so l anche questa volta sar~ ripetuto du.lsecondo pianoforte. Mil. so in un pianoforte riteniamosoltante 10. nota 801, quando soneremo sull' "ltro 1 0note do mi sol, solo 10. nota sol sarli. r ipetuta. Sono Iadunqoe sempre in ambedoe ipianoforti le corde della"stesSB. nota queUe che si eeeitano reciprocamonte.'n pianoforte pub riprodurre quelunque suono chepossa risultare daUo. composizione delle sue note mn-aieali, Esso ripete, ad es., con perfotta ehiarezzo., uno.vocale che sin cantata. dentro di OS80. E realmento 10.fisioe ci dimostra che le vocali si eompongono di toni 'musicali semplici.Voi vedete che producendo in un pia.noforte deter-

    minati suoni, per meeeaniea necessita si producononell' aria movimenti esattamente determinati. Qoesto

    "

    n, IIEf.I.E VJDRE DEI. CORTI NELr.'OIn:,:IlIIW 2a---------------,----principle si potrebbe applicare alla ecstruzioun di eon-gegni assai gro.ziosi. Immaginate ad esompio una ens-satto., nella quale sill. tesa unn corda di determinatetonnlita. Questa sl metterl~ in movimento ogniqual-volta si produce Iischiando 0 cantando In. sun. not.'},Alia meeeaniea moderna non riuscirebhc pnnto dillicilecongcgoo.re )0. cassetta in modo eho In eorda vibrandochiudn un circuito gnlvnnico e faeeia sal tare il co-perehio icon poca fatica si potrebbo costroire una co.s.1sotta ehe si' npm"qiiiliido:ii 'zwoll,._UDa'. data ,'i 'nol~dial

    , Una parola "mBgiCt; i'Cii'doio" icatenncci 1 1 Avremmo. un nuovo castello in~llntato, un nuevo episodic diquell'antica leggonda delle fate, ehe nel nostro tempot' l gi;\ in gran parte divonuta. realtA, di quells leggendadella qnale recentemento si t' l avverata uno. parte merceil telegrafo Caselli, ehe ci permette di scriverc a di-stn.n7.ILcolla nostra propria serittora. Che direbbe diqneste meraviglie it buon vocchio Erodoto, il qualein Egitto nccoglievo. scotendo il capo certo notizie?II 'E~ol ~lv 06 ltloTil. a me non paiono credibili ;direbho egli cost sineero.mento come quando udiva nar-rare della clrcumnavigazione dell'Africa.,Un noovo .casteUo_fatatol A ehe pro questa inven-

    zione? L'uomo ~ egli stosso un castello fo.tato i qualesorie dlp;;sieri, iT sensazIOni,"'di nffoUiS ' l l o C ! t . n . in noiuna sempUco parolA I Ognuno ho. avuto il sno temponel qnnle un..Dome,bastavn, per, far . .eorrere, il . .sangue \'

    ' ! . . ai, euore, Ohi"sl ~..trovato" in.qualche: adunanza. popot-&', lare, so. quale,eft 'etto ..si .ott iene,.quale ..movimento, . .~~,soscita colle innocoe parole: liberia, eguagl ian za . friJ-tellanzal)Ma rioo.rnlam9 0.1nostrQ grave nrgomentQ; pren-

    diamo noovo.monte a eonsidoraro i1 noslro pianoforteo-..qu~lsiv~g!~~pp'nrecehio nno.loKo. Cbo eosa r " silfnttostrumento? E eridente ehe esso analizza qualsiasi ag-

    I.

    J()

    \ I,).. .II

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    24 J.ETTURE SCIENTIl"IOIIE l'OPOI.ARIgruppamento di suoni ehe si produen nell'aria e 10seompone eoi suoi olementi tonali; questo avvienepereha eiescuna nota il aceolta dalla corda eho Ie cor-risponde; i l . , I ! ! I . ~ _ Y , ! : l r . g .anali.!li sR~ttml{l~del,sBOJl,O.4 _ ! l c J l ~un nomo affatto sordo posto_ al pianoforte r__!Qcnndole_~_orde ed esamiQ.l}ol!~Ool mj!lrOSCopkLm_Ynm~_ionidi e~se, potrebbe scoprire Ie ondulazioni son01'O del-raril). e' dotermi.I!M:~_iLy~lQre dene note cb o si pro-~~JloI:ecchio,.hala stessa .facoltA. che ha ilpianoforte:,Esso,\l!_per l'anima ciO che so.rebbe nel nostro easoJl,~i~~~~o~,.per.Jl sordo, )\nzi ,\Bellza11 'orecchig' anehe r.~~J,:imiiDa.is8rebbe"sorda: menlre ilsordo, coll'aiuto del? ;I ... " "yiPlan,oforte, in certo modo I pub udire j benebe sonza

    ... :. ..dubbio mono bene 0 meno facilmente cho per mezzodell'orecchio. 4:~~_h~.J~orecchio scompoDe il Sl!Q!!!!_lleisnoi elemcnti.Credo 0 ; 1 1 . di non ingunnarmi riteneudo che voi gil\

    intuits I I I . funziono delle fibre dol Corti. Noi possio.mofarei un'idoo. ehiara e scmplice della questione. Im-maginiamo di produrre il suono con un pianoforte, 0 'che l'altro si t rovi nell' orecehio (loll' osservo.tore, 0 .1posto dolle fibre del Corti, Ie quali verosimilmentecostituiscono un apparecehio analogo. Ad ogni cordadel pianoforte ehe 6 nell'orecchio si college uno. rami-ficazione dol nervo nditivo, in modo che soltanto questaramificnzione 6 eccitata dnl vibrare della propria corda.Se ora su l pianoforte estemo noi soniamo un aeeordo,per ogni nota di questo vibrerA uno. eorda del piano-forte interne, e saran no eecitate tante fibre nervose :quanta seno le note dell'o.ceordo. La impressioni si-multanee prodotto da noto diverse possono in questomodo non moscolo.rsi tra 101'0 od cssore pereopito comoseparate ( 1 8 1 1 0 . nostrn o.ttonziono. E C OmO < 1 0 1 1 0 c inquedita della mano, cello quali pototo toceare cinque og-

    11. DELLE FIBRE DEL CORTI NKI.I.'ORECCIJIO 2 &getti diversi. Ora l'orecehio ha tremiln di queste d!ta,o .cinscan dito l! {atto p er t oc c o. re upa nota diyersa (1).n ~nQ5trQ':orftj:CbiO';6'{uii:;M$t.eU${'fit.at6 come guello d~.,6 bbiamo arlato~Oia~t\Un' cii.steilo)~~ostmtt()?,~lt.f[fuodo: ingegnosiss ifu. Non solo un. suono, rna. qualsitvoglia suono ne spo.lanca Ie porte.\:A.~;.ogni.notDlesso,risponde! eon uno...senslIozione diversa. ;;Piil d'una volta nella storio. della scionzn il avvenuto

    cho un fenomeno sill. stato primamcnte intuito dallateoria, e molto tempo dopo reso sensibile do.lI'espe-rienza, Leverrier determine per via di ipotesi I'esistenzae Ill. situasione del pinneta Nettuno e piu tardi Gull10 trovo realmente nel luogo indioato. Lo stesso av-venne della teorio. di Helmholtz intorno alla fibre delCorti. Anche questa sembra essere sto.to.confermnta, nellasua sostanze, do. osservazioni posteriori di v. Hensen.r gamberi hanno sulla superfic ie seoperta del Ioro cornO'.varie file di peli piu lunghi e piu br~vil piu,gr~ssi, , 1 ; 1 ; 'pi u minuti/ che probnbilmente si collegano col norvoacustico, 0 eorrispondono in corto modo allo fibre dolCorti. L'Hensen osservo che questi peluzzi vibrano peroffetto del suono , e che producendo suoni divcrsi lavibrazione succede in diversi peli.Ho po.ragono. to l'attivitA dello scienziato ad 11M pe-

    regrinazione pedestre. Quando si sale sopra una col-l inn, tutta In . regione adiacente ci appare sotto un altroaspetto. Q~~~(l9J!U!rJ,@I!ziatoha trovo.to 1 1 \ soluzione di.u~'problemat risolve con questo una serie di problemi.

    Qerlrunente 8VIoto nsservnto COD mernyiglia pH ] (l'unnvolta ehe quando si cants I l l . scala cromatica e si giungo :,.;,' (.~ ( c ; . . :all 'otto.vo. si ha 1 0 . sensazionedi uno. ripetizione, quasi u _ - -- .(_:~t.' ( "- ,': t.~

    \,\\ ..,. (\ .~-.(1) Uno. trll.tt.n.zionepin eatesa della qui seccnnnta opi-nione IIi Helmholtz si trovn. nel mio Co"tribllto all' aPla-lisi delle BenBRzioni.

    lbcH. 4

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    26 LETTURE SCIENTIFICII POI'Or.ARIla stessa sensazione del tono fondamentnle. Questo fe-Jl!llDenoho. In su~~~pi~ia~ione nella teoria ora espostnintorno nU'orece!tio. E m lD SOUwlllOstoJenomeno .m Btutte Ie leggi dell' armonia si potranno d~[!1__m_ poiconsiderare 0 motivaro con unn. chinrezzll.ins~mtn..Per oggi devo contentnnni di aeeennare a questa at-traenti idee; iltrattarae piiI estesamente ei porterebbetroppo lontano in altri campi dollo.scienza,Cos1 anehe 10 scienzjato deve far violenza a s6 stessosul proprio eammino. Anch'egli AJr~~t~ulilOcraviglinin inern.viH!.~n,omo il viantlnnlAlda nne vo.lloall'ultra,o como generalmente avviene dell'uomo ehe dulla formdelle coso I; spinto dn una ad un'altra condisione divita. Forse piil ehe un investigatore, 10 seiensiato I;egli stesso un oggetto di invostigaziono. 1 d ! l 6 neees-sario eho egli faccia buon uao del tempo. 0 non 1asci.2 , .:;rrare jJ suo sgpardo BADzaJDgBCQpO piefisso; poiche

    \ . j1 cmpuscolo della sua vita si appressR..a appena egli\ ha veduto Ie meraviglie che gli sono piiI yicine. una) .mo.nopoderosa 10 ghermisC8 e 10 traseina in un altro\ mondQ non meno enigmatico di questo

    .In.altrl, tempUo.. seien~ ..erajn, rapporti bon nltt'ida_q'!!olli di.oggi colla poesia. Gli nntiehi matematiciindiani scrivovano in versi i loro postulati, ed iloroproblemi ai nllietavnno di fiori di loto, di rose, di gigH,di vaghi po.esaggi, di laghi 0 di monti ... Tu vni inbares sopro. un lago. Un gigJio sporge di un piedesopro. il livello dell'acqun; un ventieello 10abbatte edil giglio si ntfonda a due piedi dnl luogo chs occu-pavo. prima. Orsil, matematieo, qual'e 10.profondiu\ dellago? "Cosl parlnvn nn antico dotto indiano. Siffatta poesia,e giustamonte, " scompo.rsadalla scienza. Ma dalle irtefoglie dell'albero della scionza spira una ben aItrapoesia, cho mal si pul>dcscrivoro a chi non 10.intenda.

    II. DELLE Io'JBRE DEL CORTI NELL'ORECcrno 27C hi vuole intendere questa poesia, deve metter manoegli stesso al lavoro, deve egli stesso dediearsi alia ri-eerea seientificn. Ma di questo bnsti per ora; ig _~Lr!l.:..putoro_ben fortunato_st!_B_-v:oi_oestn piccolaescursionei l _ l un florido. campo_Ae.!!!ifi~iologia non. saril ~arsn;jtediosa, 0 8e vi sarete personsl ebe della SClenZRqtn{).~.dire .quel eha. fu.dettoydella poesio.: ;:'

    Q!!l.ya91~Pl;~~.!~~~,co!A~.IIApo ill,Dllve!.IIIl.ro.llella~'en&.d.1I11. poe.i. if'Chi !pgl Mr'" n~~~i~.!~dv. p~1PMO..d ,'~ P CH ! '" ". .L ~

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    Ill.L A S PIE GA Z IO N E D EL L 'A n.:rr fO N IA

    Noi parleremo oggi di un argomento che 110.fO l " SOun interesse pin generale, ossie, dellll\gieEinzione deWl1'awnpja.. aft ; t.on~ Le prime e piil semplici esperlenzeintomo aUtarmonia Bono 8.ntichissime: Non cosl 10.spie-gssione delle suo Ieggi, cbe iI stata data dnl nostrotempo. Permettetemi uno. piccolo. digressione storica ..J .Fitagora;~(~40:500 .a. 0. ) sap.ava gis .cba 10 . notn, diJ,

    '~~,~ orda.,.eli ,de~rmmata ..tenslone.~j).,ll,snono 4ell'ot-;,"! ';~~~:'~~:!~:;;;;~!."d:'~~~i~~:~~lp::.,~~~~1.~~n~lj.p1entale,.conBUOD&~.cogli,",altrtdneiEgli S ~ r

    eva in enerale che nesta corda ad n Ie tensionedA.noUf eonsonanti se Ie si dAnno una do l'altro. lun-zze che stiano tra lora in una ro orzione nume-

    rica semplicissima, come ad esempio: 1: 2 2: S S: 44: 5 ; ~ ecosi via ..; .

    ,.j - ~~o. ragione di questo fenomeno Pitagoro. non potevo.certamente seoprirla. OI~e_h,-,n,nQ_la fare le note ~9n-son anti ~o; numeri? domanderemmo noi. lIo. a Piia. . . . . . _ - - ~ . - - - - . - . - - - . - - - - - . . - . . . . , . . - - . . - . + . _ . . . . - _ - "S 2 ! 0 . questo fatto dovette parere piuttosto inesplicabileche strano. Seguendo I'ingenuo metodo d'indagine delsuo tempo, egli cercavo. it fondo.mento dell'o.rmonio. 1"!9I-

    III. LA SPIEOAZIONE DELL'An~[oNIA 29I iII l'qrcrm" e mero.viglioso. essenzo. dei numeri. Q!I.Q~ ha "~Tcpo'fQc;~mtril:!uito_lu!~eare guel misticismo nritmetico di cui ..~si _k.o.!~Jl9_o.ncho oW Ie tracce nei libri dei sogni e

    i~ eorti dotti ehe proferiscono iL-~c~avigiioso nll' jn-telligibile, '. ,Euclida' (500 a. 0 . 1 diede della eonsonansn e dellabucll ule- -dissonanza unadeflnizione, di cui la mi liore quasi non e J Y . _ C : > . . g Y ' ( : J 'si potrebbe dare da noi. La nsouanz I,di_uu.':;.note, < ' >.yegli dice b 10.10rO:~'mesc:ioladza Ia .: elissonanzd al.con- < : p . . . p 0 ' 1 ; . -trarlo A,la ..loroslm ossibiliUt ,di

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    30 1.&TTUm~ SCIENTIFJCIIE POPOLAnI

    In modo nnnlogo n Leibnitz anehe it grande Enleroi~(1_~9.7.:.1.~88tereb Ia fonte dell'annonia nel piacere che,'.. l 'anima prova nel pereepire I'ordine esistente tra i uu~'..m~ri .:t.~ella.vibrazioni.,Ramann.e d'Alambert?(1717-1783) giunsero pinpresso. alla veritA. Essi sapevano ehe ogni suono dival ore musicale insieme alia sua nota fondamentale fasao tire anche II' duodeeima e la prossima terza supe-riore, 0 che inoltre l'analogin trn la nota fondamentaleo l'ottan A g en er alme nt e s en si bi le , Per conseguenzal'agginngere I'ottavo., In quinta, In. torza, 0 cost via,nl tono fondamentale dovova parer loro eosa o.fTattonaturale e' Certamente ossi avevauo proso a considerarln.....J~_~~.~o.l!~otto ilsuo. yero aspetto, rna allo scien~.ziato non basta sapere che un fenomeno 6 cosa afI'atto t.~~~~~~~.;porcl;A il(l! ,atur~~. '~ppunto 6 cil> che eglivuole spiegll.rsi. .L' osservazione di Rameau si continub per tutta

    retA moderna, senza perl> condurre aUa scoperta dellaventA. Marx la pone in principio della sao. dottrinadella composizione, senza pero fame ulteriore appli-cazione. Anche Goethe e ZeIter Del lora carteggio ra-sentano per cost dire II' ventA. ZeIter conosee l'opi-nione di Ramenu. Voi vi spaventerete certamento delladifficolla di questo problema, quando vi dirb che finoni nostri giorni anche i professori di fisica non sape-vano dare una risposta soddisfaeente a chi Ii riehie-desse di una spiegazione dell'armonia.Solo in questi ultimi tempi Helmholtz ha trovato

    In soluzione del problema (I). Ma per rendervela intel-

    (1) Osaervn.zioni crit.iche aoprn. c ib che hu di incom-pleto queato. solualene si trovn.no nel mio COlltributo ai-I'fmaliBi f'tlle BtlllUzioni. Jena, J S S 6 . e r r . anche l'arlieoloaeguente.

    1I1. LA 8PIEGA1.IONE DEr .r, ' AmrosJ. \ 31-------.--------_._--_ .. - --.-.lig ib ilo b is og nn e he io premetta aleune Massimo spe-rimenl.ali della tisica a della psieologia:

    10 I_!l,ognirproced.iw.entq; ,in,telletllw, in ogni os -ser_y_~zl~~e_._at~onzionc . ~aartc.imortante ed ~facile dimos rarlo con esemP-1 anLmal1o. 01r ll~eveteu~o scritto _ guardaro a lungo questa quadro senzaseorgere nient' aItro che gli alberi. },fa d'improvvisotrn. .~ezzo gli alberi si scorge In figura di Napoleone,~.!~n!!!~ne non appena Ia nostra nttenzione sivolgc_..~~o.lon~ri~mente allo sf?ndo cli inro. Dn ( J~ es~.escmpl rlsulto. aVldente guale 8ln l 'importanza dell'at~

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    82 LETTURF! SCIENTl1rIOIIE POI'OI,ARl

    tenzioneij Lo stesso oggetto sonsibile per effetto del-' l' iLttenzionb pub dar luogo a percezioni affn.tto diverse.

    To suono un aecordo quulsiasi sul pianoforte, Voipotete flssare I n . vostra attenziona sopra ognnnn dellenote ehe 1 0 compongono. In seguito voi udite in mododistintissimo 1 0 . nota eho aveto fissnta, e tutto Ie nitrenon vi paiono ehe aeeessori, modiflenti soltanto daleolorito che rieevono dana prima. Jl jnipreSIJiODB dellamedesima. armonia. varia. essenziaimente; secondo ehs:.fissiamo 1 0 . nostra. o.ttenziooe Pf SD questa or S11 qnelJa~.j. ._Tenta.te una serie armoniea quo.lsivoglia, ~d es. In.seguente (fig. 9), e fissa.te.una. v~lto. In noto. nlta. t n t :

    e un'aitra volta In nota basso. mi.ld,e nei duo easi In aerie armoniea visembrera n.ffo.tto diversn. Nel primocaso vi sembrera che la nota do. voifissato. rimanga uguale, e si modifiehisoltanto il suo timbro; nel seeondocaso vi parrA che tutta 1 1 1 . massa dei

    suoni discendn. nell'ottn.vn inferiore. Vi b un'arte de!;'\ .~ompositore per guidare l'attenzione" dell'uditore, mn.~ .ii .~~~,~n_ete un'artedell'ascoitatore/che perb non 6 c o s o .\ .~ ~.~1 :1~ ojn pianista. eonosee i mirabili effetti che si ottengonoquando nell'esecuzione di un'nrmonio. si lascia libero

    un to.sto.

    Fig. II,

    La frase 1eseguitn snl pianoforte snona qunsi comola {rase 2. La noto. cho giaee subito dopo iltasto la-seinto libero, dopo ehe questo 6 stato abbandonato,

    I II. LA SPIEGAZIONE DELI, ' Allll lONIA 83snona come percossa di nuovo. L'attonzione non piiltrattenuta dalln nota. alta, ildi nuovo richiamata soprae li o ss a ,"\ J.:!U!tQIDPO.Si;'.iQn.ei guolsivoglia armonilt nei suoi I II s~illm9~tLtQn.1!1i_p.ul> fa~si nDehe < 1 . 1 \ un orcc~hjo~~~dlOeremente esercitato. Con un esereiziopih prolungnto si giunge anche pHt in 1 1 \ , fino a poterescomporre in uno. serio di note un suono"musicale che si era dapprima ritenutocome sempliee. Se ad esempio si toecasuI pianoforte 1 0 . nota I, facendo tutto.In debita n.ttenzione, insieme a questaforte nota fondnJrientnle si ssntono pindebolmente le note alte superiori 2 .... 7,ossin l'ottava, la duodseima, la doppinotto.vn, la terza, la quinto. e In. settima della doppiaottnva.L o stesso fatto si osserva in quo.lsivogiia suono di

    valore mu'sicnlo~, In ogni suond. inBiemo.alla noto. fon-gp,mentnle. sLpul> sentire .0. (}ir ver.Q..piil0meno chill-rameute _ ~ ~ t ! & : ! a . . 8 duodecimo.,l& doppia o t i a v n ; ' e : c f c .Questo si pub faeilmente osservare nelle canne d' llnj~aaperte 0 coperte dell'organo, Secondo ehe una deter-minute nota. alta. in un aceordo vieno emessa con~8ggiore 0 minor Cona," varia it timbro del suono,ossin qnella particolo.rib\ per IIIquale nol distinguiamojl suono del pio.noforte do. queUo del violino, dol cla-rinetto, ece,Ne} pianoforte questa note' concomitBnti si possono

    facilmente rendere senaibili, Se ad esempio dopo pro-dotta I'ultima nota. io toceo rapidamento il taste I,lasciando seopertl l 'uno dopo l'o.ltro itasti 1, 2, ! "1 . .. . 7,(101)0 iltoeeo dol tasto lIe note 2, 3 . 7 continuano1\ risonnre, e vibrano simult&neo.mente la corde nontmttenute dallo smorzo.tore.

    ng . 11.

    lIIaca. 5

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    84 J.I':TTVRS 1I00ElfTIFIIJIII': l'III'UI.AIlI. - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - _ . - - - - - - -Come sapete questA vibraziono,' deilo cordo di ugual

    tono simnltanoa COn quelln delle 1I0te nlte non .!~dnconsiderare como nna simpatia, mal pinttosto _~c?!!l_e_nnanecessitA meccanicaJ Ad1,!nguo In vihrl1ziono sin\ll!~nol\nQ!Lv~_j!!~SI\._!mlJJ!LlIL:lpiogb..-nn..l\rguto. t I o [ l P o n r u c i l l t n ,it quale a proposito della sonnta di Beethovon in faminore, Op. 2, narra una terrihile storia, di cui nonvoglio privarvi. Noll'ultimn. esposizione indnstrinledi Londra diciannovo pianisti eseguirono sullo stessopianoforte In sonata in fll minore sullo stesso piano-forte. QIln.ndo vonno it ventesimo pinnista, pur dare ileambio ad uno degli esecntori, i1 pianoforte con grandespavento di tutti gli uditori cornillcib ad eseguire Insonuta da sb. Erapres~!l~X~~~iv:oiJ~()V9di Cnnt.or!)I~ry,.ii. f}u_n.Jo_4Qyoti~.a o re iz zn re . it pilll!Qfur.w..pnr.!:w:cillrJ10il__JliM'olo in f!L",illo!e ft'Henche le nolo alte di cui si u detto lion 81 pos-

    eano sentire 60 non con una speciale attenzione, hannotuttavia una importanza principalissima nella forma-ziono dol timbro dol snono, come pure della COlio-nansa 0 dissonunza dei suoni. Questa vi parro forsestrano. Como mai nn fenomeno cite I'udito percepisceaoltanto in determinate condizioni, pub avere per l'uditouna cos1 grande importanza?Ricorrete per ispiegarvi quos to fatto alia vostrn espe-rion?1l quotidinnn,Quante cose voi non osservate nfratto, 0 non vi ae-

    corgete di esso so lion quando non 10 avow pin sot-t'occhiol Viene un amico a vodervi; a voi paro chesill avvonuto in lui un cambiamento, rna non sapetequals ; solo dopo averlo Q, lungo osservnto vi aceor-gete cite egll si iI fn. tto tagliare i enpelli, Non ()diftieile, dando una occhieta 0 . 1 1 n . stampn, rieonoscere daquale tipografill sill. uscito nn libro, rna pocbisaimi potrebbero spiegare i1 percM della difrorenza cosl singo-

    111. LA 8PlROAZ10NE DELL'AmloNI.\ 35lare tra eerti tipi 0 certi altri, Spesso mi ~ aeeadntodl riconoscere un libro ehe andavo eercando da unpezzetto di earta blanca che sporgeva da un mueehiodi altl'i libri, 0 tuttnvia non ho mai esnminnto ntten-tamento la co.rta 0 non saprei dire in chn coso. ossn difle-risso di tanto da qnelle degli altn libri,NoL \emmo dnnane com8~acwt.ato .che-in-9nal~-

    voglie. Suono di_Yalore ...mnsieale"oltreollanotn fondn-..mento.lo l'ndito_pub ._pel'cop~re come toni snper!p~l~ottavo.t~ dnodocimaf la' doppia ottav"'l occ., 0 cli~~questi hanno grande importanZll nell'efretto comples-sivo di po.recchi snonU

    2 Si tratta om di un altro futto. Osservate uncorista : pereotendolo OS90 vi dl\ unn nota nO'llLtolisein, ~In so 10 percotiamo con Ull nltro coristn cheabbia una nota un po' pin alta 0 un po' pill bnssa, il'1\1I11e)lure per 51 ; stesso darebbe nnn nota ugunlmentoliscia, 0 poi collochismo i due corisli sopra una tavolao Ii accostlamo all'orecchio, non sentiremo piu unanota uniforme, mn una serie di urti sonori. Questinrti SOIlOri, tanto pili rn.pidi quanto maggiore b Indifferenzn d'alWz1.a delle due noto , SOIlOmolto sgm-devoli n.ll'orocchio, quando si ripetono, ad esr.mpio,33 volte in un socondo, e si chiamano bsttimenti.Ogni (1",,1 volta di due note ugun.li una ~ stenntarispetto all'altra, avvongono eli questi hat timenf , II

    101'0 numero cresco socondo l'entitA delln stonuturn, 0sono sempre pili sgradovoli. . , .L a loro asprezza giunge al (Wmmo quando 51 hanno~3 b"tt~monti. per .~~condo. ~e liL"t.()nnt\l~ II l)i~ rort~,o--mnggloro di conseguensa 1 1 nurnoro dei battlmenti,10 . scnsl\1.iono sgrn.dovolo deeresee nuovamonte, IL talsegno ehe note di all!uB molto difforenle non 111'0.)\\-CODO)liu nleun batLimonto spincevolo nll'oreeehio.1'01' ispiegnrsi in qualehe modo In rngioll .l 'ess'. ',,!!

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    38 LKTTURK SCIENTIFII!IIR 1'01'01.\ III_ . . ,i ' l.-- valli consonanti, ritagliando dalln enrta In fig. 12 0

    faeendo seorrere bb centro aa. Le p'iil porfotta con!80nanz' 50110l'ottnva 0 la duodecimn:r ..erche in questoloriote eoncomltanti di un suono ecineidono esatta-monte con quelle dell'nltro,NeJI'otta va ad osempio 1 b cade sopra 2 a, 2 b sopra 4a,

    3 b sopra 6 a. Pereio non pn~ esserei alenn hnttimento.I.e eonsonanze sono dnnque suoni simultanei non I\C-compngnati da nleun battimento sgradevole,Consnonano soltanto quei suoni ehn hnnno comune

    unBp arte del loro tono parzinle! Nnturahnontc si rio' conoseera in qnosti suoni, anche quando IIiprodueonoI'UIIO dopo l'altro, una certa nflini1 . 1 \ , porehe il suonoseguenta, a eagioue delin no tI L eoncomitante comune,produee in parte la stessa impressione dol prime, IIenso piil notcvolo 1\ quello dell'ottave, Qunndo In senlagiunge all'ottava,\ sembra realmente di sontire una Isoconda volta In nota fondamentalel Iprincipii fon-damentali doll'armonia sono dunque gli stossi dellamelodia,Ln.consonanza 6 simultoneitA di suoni sonze. note-

    voH .battimenti. Questo assioma 6 sufficienta per reearenella dottrino. del basso numerato nn ordine ed unacoorenza logica ammirabili .I compendii di armonia,eho finora quanto a squisitezza di logien poco avevnno

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    40 J.ltT'l'URK 8CIENTIJlICIIE J'OI'OI.A 111essa non ci sfuggim piu, Mi l . quando io penso quantaesso costi, quanto Io.voro, quanta vito di pensatorl,p O l' q u an ti secoli un pensiero abbozzato lonnonto. glinomini prima di nppnrire nelln sun intoroZ7.8, quandoponso ch o il semplieisaimo modollo ehe vi 110 fattovedere compendia le faticho di pin chs duemilu anni,0.1101'0.,incero.mente, mi rimprovoro del mio seherao.Epporo a noi mancano ancora tanto coso. Quandot r a " nn millennio si scaveranno fnori dal sono della

    torra, dall'aUnviono recenlissima, 1 0 roliqnie del seeolodecimonono, i nostri stivali, i nostri cappolli a staio,"1 0 crinolino, i pianoforti, i contrabassi, quando quostistrani oggotli, quando 1 0 vio delle nostro citta\ si stu-dicrnnno como ora si sludiano le MCO di piotra 0 1 0Illllafitlo"lacustri, gli scienainti d 'allcrn non eompren-deranno come mai noi siamo ginnti cosl dapprosso 0.tanle voritA, sooza roalmonlo eonquistarle. - E {'otemo. "ines licata dissona~~, I'etoma sottimJ ~~_ba,~~e, .c 0 nsuona iii r n o a " i iordo. 0 a noi ensiam~bensl ch un omo ossa eliminata, ma la pum triadesonora 0 arriveremo a sentirla, n6 10. si;iitir~o--i-nostri pronrpoli.l Signore miel S o nella vita 10. g ratlevolo parte ehe

    I vifu assognata {) quells di conondore gli uomini, it( mio dovoro {) invoce quello di essere ehinro, Percilldcvo cOnfeS!lRm un piccolo peccato cho Ito dovutocommettoro per rlnscire piil ehiaro. 10 vi 110 fu.ttonnpiccolo inganno i voi mi perdonoreto questa bugia,purcha io me ne mostri pantito e ne faccia ammenda.II modollo (fig. 12) non dice tutta 10. voritA, perehe r"calcolo.to per Ill . cosidotta o.ceordatnra tomporata. Peri l10 nolo concomitanti non sono ~mporate, rna pura-mente eeeordate, Quosta piccolo. imperfozione ronde umodello- molto pin scmplice. Inoltre por gli usiordi-nil" OS80 sorvo benissimo 0 chi 10 ndoporo. per i suoistudi nen luI. temere aleun erroro considerevole.

    III. LA SPIEOAZI0NF. DELL'AR)II)~IA 41Ma so voi esigeslo do. me 10 .piena ed intiera veritA,

    non petrel esporvela se non con una formola mutomatica ;dovrei prondere in mano il gossotto e in voslro. pre-senaa mottormi a fnro dei eslcoll, il ehe Corso non misarebbe perdonato, Mn quosto non aceRdrl\ pcrclu\ iomi sono proposto oggi di non fare alcun cnleolo, 1 \ 1 isia sol t anto concesso fo.re assegoamonto sullo. vostraindulgenza, che voi non mi negherete, eonsiderandocho dol diritto che io avovo di Bnnoiarvi ho uso.to condisereziene, Potrei pa.rlare ancora molto a lungo iperciomi (, loeito eonehiudere colI'epigrammll di Lessing:,"~ So tu, 0 lettor mio, in tutto. 1 0.ma te ri a c he r iemp iequesti fogli non avrai trovato nulla ch o mi valgll. un\ tUO ringraziamento, sii tuttavio. rieonoseente nll 'autoro

    ) non per cib che egli ha datto, rna per cio ch o l i n ., tro.lnsciato _.

    II

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    IV.

    DE L L A VEf.OCITA l>ELI .A f.UCE

    Quando il giadice eriminale ha do. faro con qualchebriccone matricolato, esperto nell'arta di nascondere 10.SOil furfanteria, pone ogni studio nell'estoreergli con. abili interrogazioni qualche parte della voritA. In uncaso qoasi analogo si trova talora 1 0 scienziato rispetto.alIa Datura. A dir vero egli non dovrehbe eonsiderarsicome on giudiee, ma come ona spia ima 10 seopo IIa on dipresso ilmedesimo. Imotivi segreti e le leggidel BO O operare, sono le confessioni ehe si vuolo strappare alia natura. Diponde daU'astozia dell'investigatoreil envarne qunlehe risposte soddisfacento. Dnnquo nona torto Dacono di Vorulamio disse cho iImotodo spe-rimentale II un interrogo.torio ehe si fa 0 . 1 1 0 . natura.L'abilitA eonsiste nel porro 1 0 qnestioni in modo cheessa non posse schermirsi dal rispondere senza offon.dere ilgalatoo,Considerate i numerosi arnesi, strumonti 0 tormenti

    eoi quuli l'uomo assale corpo a eorpo la natura, qoasiad onta del poeta ehe dice: quello ehe 10.natura nonti vuole palesare, non rioscirai a strapplU'glielo eolletuo viti 0 collo tue love .' considerate tutti questi ap-

    I

    IV. DELLA VELOCITA DELLA LUCE 43pareeehi, 0 vi parrA cbe abbiano molta analogia collatorture,n concetto della natura come di una potenza chestudiatamonto sl cela allo aguardo umo.no, della qualenon si pob strappare ilvelo se non con mezzi eoerei-tivi 0 per vie riprovevoli, era a certi antiehi filosofimolto piu familiare ehe a noi (1). A dir vero non tuttii loro eontemporanei )0. pensavano cos1; rna qnalehereliquia di questo concetto si trova anche III nostri?iorni. Tuttavia in generale noi non abbinmo pill delleidee cosl grotto. Noi non crediamo piil che la natureper sue arcane ragioni si nasconda a noi. La storiad~lln. scienza ci ha insegnato ehe talora le nostre que-stioni sono state peste in modo cosl assurdo dn nonmeritare risposta. 0 meglio in tempo non lontano ve-dromo che I'uomo stesso eon tutta In SUB vita pen-santo ed indagatrice non II altro che unn parte dellavitn della nntnrs Sia che vi piaceia di credere che i fisiei coi loro stru-

    menti abbiano voluto torturare 0 piuttosto accarezzare1 0 . natura, credo ehe in ogni CIsO vi parrl\ interessanteun frammento della storia di questi strumenti, 0 chenon vi s a m sgradito eonoscere quali singolari llifficolt.Uabbiano dato cosl strano. forma a tali appareeehi,Halileo (Pisn 1564 - Arcotri 1642) fu il primo u

    mcttero innansi la questiono dolla volocitA della luce,ossia del tempo necessario perchll una luee cho si ma-nifcsti in un dato punto diveogn visibile ad 'una deter-minata distanza,Il metodo eseogitato da Galileo t\ tanto semplico

    qnanto naturale, Due osservatori sporimentnti, munitidi duo Ian tome coperte, si colloeano di notte a eonsi-(I) V. SKHOIONTE, .11tlllo,ublli dj Soerat; IV . 7.

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    44 LETTUBB SCIBNTIVICRB POPOLABI

    II

    derevole distanza l'uno dall 'altro, I 'nno nel punto A,l'altro nel ponto B. L'ossenatore A, in un momentopresto.bilito, scopre la sua lanterna, Appena I'ossena

    tore D vede Ill. luee, scopre anche laA B sua. Ora 6 evidente ehe iltempo chePig. lao pusa dal momento in cui A scopre lasua lantema a qoello in cui ginnge al suo ccebio laInee della lantema B, e it tempo necessario perch~ laluce vada da A aBe da B ritomi ad A.L'esperimento non fn mai esegui te , e come 10 stesso

    Oalileo riconobbe, non poteva aft'a tto riuscire.Come noi oggi sappiamo, la lnee si propaga COn

    velocitA troppo maggiore di qnella ehe a noi II dato09servare. 11 tempo che ei mole percb6 Ill. luee ginnga ", ,nel punto D, e l'ossenatore la pereepisea, il tempoche passa tra 10 scoprire e it ricoprire della lantema,come oggi II noto, 6 incomparabilmente maggiore diqoello che Ia lnee impiega a percorrere un tratto dellaterra. La grande velocitA della lnee diviene aensibileqnando si consideri quale vasta estensione di campagnasia d'improvviso nscbiarata da un lampo in Dna nottetenebrosa, mentre gli scoppi di toono ripercossi in di-versi lnoghi giungono a considerevoli intenalli all'o-recchio deU'osservatore.Ientativi di Go.1ileoper readere sensibile la velo-citA della luee non diedero durante la sua vita aleenrisultato. 'l'uttavia la storia degli studi intomo alIavelocib}. della lnee comincia con lui, perch6 egli coleno CBDnocohiale scoperse iqnattro satelliti di Giove, ' .e qnesto fn it mezzo per determinare appnnto la veIocib}. della Inee.Oli spazi terrestri erano troppo angnsti per i1 ten-

    tativo di Oalileo. La detenninazione divenne posaibilasolo quando si ricorse &gli spazi interplanetari. OlaoR6mer (Aarhuns 1644 - Copenhagen 1710) (n il primo

    I V. DELLA VELOOITA DELLA LUCE 45ehe riosel in qnesta impresa (1675-1676). Egli oa-senava col Cassini dall'Ossenatorio di Parigi la rivo-luziono dei satelliti di Giove.AD sia I'orbita di GiOV!i S 6 il sole, E la terra,

    J Giove, e T ilprimo satellite. Qnando Ia terra sitrova in El si ossona costantemente i1 satellite en.me nell'ombra di Giove. e da questo pAriodico osen-rarsi si pnl> calcolare la dnrata della rivolnzionu al.Giove. Rijmer la stabill in 42 ore, 27 minuti e 33seeondi. Ora quando la terra proeedendo nella dire-zione C giunge in El, pare ehe il cammino dei so..telliti ai Caccia pin lento, .e le ecolissi avvengono al-quanto pin tardi. n ritardo dell'ecclissi, quando Iaterra II in E" 1 \ di 16 minnti e 26 secondi. Quando

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    poi la terra continuando nella direzione D ritoma versoilponto El i la rotazion8 dei satelliti appare di DUO't'Opiil rapida, 0 raggionge la stessa rnpiditA di primaqnando la ten-a 6 ritomata in E.. E da osservaro cheGiove nel tempo che la terra impiega a percorrere laaun orbita si sposta di pochissimo. RUmer non tard.,

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    46 LETTUBB SCIBNTIJ'ICIIB I 'OPOLARl

    IjIII

    ad indovinare cbe questa vnriazioue nel tempo della.rivoluzione dei satelliti poteva non essere reale rna solo'aPllarente, e. dipendente dalla velocifA della luee.~ieg!ii.~~~.:.il., fenomeno.c~nun.a imm~e~Un re-golare sorvizio di posta ci tiene Informati dol corsodegli avvenimenti politici in una cittA.Anche a grandedistanza, le notizie dei fatti ei arrivano tardi, ma tuttecon ugnele ritardo. Pereio 10 BVolgersidegli avveni-menti ci sembra rapido come 6 realmento. M O o se noiei mettiamo in viaggio e ei allcntanlame dalle cittA,ogni ulteriore notizilloimpieghera maggior tempo po~giungere fino , noi, e ifatti ei sembreranno svolgerslpin lentamente di quel cbe sia in realtA. n contrarioavviene,se,noi viaggiamo alia volta della cittA.u l i r p ' ! # ~ ' : ; _ ~ : : ' i n u s i c a l qualsivoglia distanza, 6nch.6stiamo fermi giunge 0.1nostro orecchio con tempo nm-fonne. Ci sembrern invece ebe il tempo si venge. ae-

    celerando se noi camminiamo in fretta verso una bandamusicale, ache si rallenti se invece andiarno rapida-mente in, direzioneopposta..... .'. . ., . A 1 i ~ . . i ' . ~ ~ 1 l # a ~ c r o ~ ~ ~ b n L C c i a : ~ a l i ,d esempio1ilae.U~.~..tmulino:" a;.."!.entff.Se VI allontanate x : a :pidamente da essa VI po.rr~ che eSBagmpin lentamente. E cil> amane perch6 la- - posta lurninosa, per eosl dire, che vi recanotizia del suo carnbiarnento di posizione,

    fig. 1 1 1 . ad ogni momento successivo deve pereor-rere un caromino piil lungo per giUDgere a voi.Lo stesso n.vvieneneeessariamente della rivoluzionedei satelliti di Giove. n Massimo ritardo dell'ecclisai,mentre 10. terra va da E . ad E~, ossin seguendo 1 0 .saaorbita si allontana da Giove,corrisponde evidentementeal tempo ehe 6 necessario aUo.luce per percorrere ildiametro dell'orbita terreatre. Questo diametro 6 noto,ed 6 noto anche il ritardo. Con questi dati si 6 cal-

    c

    IV. DELLA \'ZLOCITA DBI.r.A r.UCE 47

    colata 1 0 . velocita della Iuee, ossia 1 0 spazio che 1 " lueepercorre in nn secondo, a 42 .000 miglia geografiche,eqnivalenti a 800 .000 ehilornetri.n metodo 6 analogo a qnello di Galileo, ma.In.sceltadei mezzi 6 migliore. In luogo della pieeola distanzanoi ei semamo del diametro dell'orbita terrestre (41milioni di migJia), ed in luogo della Iantemn che siapre e si chiude abbiamo ilsatellite di Giove che 1\vicenda si rischiara e si osenra. Adunqne Galileononseppe eseguire la misura, rna trovl>11\lanterna eollaquale si l)ub cseguirla.Questa bella scoperta non t a rdl ) a parere insufficienteai fisici. Si cercb di misurare con m01.zipiu comodila velocitA della Iuee sopra 1 & terra. La coso.divenivapossibile, essendo manifests Ie difticolb\. Fizeau (n. inParigi 1819) esegnl nel 1849 questa misura.

    o

    Fig. 16.

    Oerehere di spiegarvi cbiaramente in ehe eonsistal'apparecehio di Fizeau. Sia S un diaframmn.eircolaremonito di fori lungo la soa eireonferonz8.,girn.ntein-torno al proprio centro iL sin.una sorgente Iuminosa,Ia quale proietti In sua Iuce sopra Dnalastrn, di vetrotrasparente A, inclinata di 45 gradi sopra l'asse deldin.framma.Questa Ince riftessa in A, per uno dei foridol diaframma si trasmette ad angolo rotto 0.110 spec-chio B, collocato aUa distanza di circa un miglio te -desco do. S. Dallo specchio II la Iuee si rif1ette nuo-

    .~,;....~r.._,.t,,~,.# .......,\ , ' :' .-. .,........ ;..t.oi'L.;.,-." .. ' . _ , ., ~.:, ' .. , .,:.~ ,: ._ - ., ..... ~ ; '" ~ ; ,, .... _ ,-, .s...JO..&;~RI'.'-'.-"'- ...

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    48 LETTURB SCIENTIFICIIP.: l'OI'OL ...m

    vamente e ritomo. per ilforo S, e di qui per In lastmdi vetro all'ocehio doll'osservatoro O. L'oeehio 0 vededunque l'immagino riflesse della luee L, o.ttrnverso10.Io.strn di votro ed ilforo del diafro.mmll;nello spec-chio B.So om si pone in movimento ildiafrrunma, i foridi questo produrranno degli intervalli, e l'oeehio 0 vedrainterrottamente l'immagine luminosa in n. Giro.ndo i1diaCramma con molta rapidita Ie interruzioni non sa-ranno piil sensibili aU'oechio, ed esso vodrA10specchioBeostantemente illuminato.Quanto si 6 detto vale soltanto nel eBSOehe la ve-

    10eitAdella rotazione si6.moderata, ossia nel caso che10.luee, 10.quale per il foro del diafmmmo.S 6 giuntain B, nel suo ritomo trovi ilforo quasi aUo stessoposto e 10 traversi 10.secondo. volta. Immaginate orauna velocitA cosl grande che 18 luee nel suo ritomotrovi un intervallo opo.eoi essa non potr6. piil ginn.gero o.ll'ocehio O . Si vedrA dunquo 10 spocchio nelmomento ehe esso non trasmette ]8 luee, mo.Ia riceve;]0 specchio sari. inveee invisibile quando 10.luee 6riftessa do. esso. 10 speechio apparlra dunque sempreoscuro.AumentaDdo aneora 10.velocita deUo.roto.zione, pu()o.vvenire che 10.luee passato.attraverso un foro nel suoritorno non incontri piil questo ma uno dei fori se-guenti e giungo. per mezzo di questo all 'oeehio.Adunque accelerando continuo.mente 10.rotazione 10.specchio B apparirA a vicenda illuminato ed osenro.E evidante cbe quando si eonosea ilnumero dei fori,il numero dei girl del diaframma in un secondoe 10.distnnza SB, si potrA co.lcolare 10.velocitA della luce.II risultato 1I oguale a quollo ottonuto do.R6mor..Del rimanente questo esperimento non 1Icost sam-plice come paro. Disogno. aver enra ehe 10.luce per-

    IV. nELLA VLOCITA DELLA MICE 49

    . ~t~

    correndo il eammino di un miglio SB e il camminoinvorso DS, non si disporda. Questo si ottiene eoll'n-iuto di cnnnoeehiali.Sa ossorviamo bene I'apparecehio di Fizeau, l'Ilvvisinmo in esso unn nntica eonoseenza, ossia III.stessndisposiziono dol tentativo di Go.lileo. I. I'l In lnnternn,il (liaframmll rotante 0 bueherellato servo a coprire 0scopriro In lanterna ad intervalli regolari. In lnogodell'innbile osservatore D nbbiamo 10 specehio B, itqnale risplendo nel momento precise in cui 1\ pereorsodalla luce proveniente do.S. II diafro.mmaS, lasciandoora. pessare ad ora intercettando In lnee nel suo ri-torno, viene in aiuto all'osservatore O . II tentative diGalileo si ripote per cost dire innumerevoli volte in unseeondo, 0 it risultato definitivo si pno ora osservnrenella ronltA. Se in questo campo mi fosse lecito ap-plienre la teorin di Darwin, direi che I'appnrecchio diFizenu II il risulto.to dell'evoluzione della lnnternn eliGo.1iJeo.Un metodo o.neora piil perfezionnto per misurn.ro In.velocitA. della luce fu adoperato do. Foucault, rna Indescrizione di esso mi porterebbe troppo lontano.Anehe In misum delle velocita delle onde sonore si

    fa col metodo di GBlileo. Non c'era dunqne bisognodi stil larsi tanto i l . carvello. Ma il pcnsiero ehe fuprodotto dal bisogno, ha aneh'esso il suo posto in questocampo._KlJpig in Parigi costrnisce' un apparecehio per mi-surare 10.ve!Q.c;~~~elsUQUO,it quo.lo ricorda ilme-todo di Fizeau. Esso 1Imolto semplice 0 si componedi duo sOnerle elettriche le quali con perfetta coinei-denza di'mno dieci eolpi in un seeondo. Se si pongonoIe duo sonorie l'uno. accnnto all'altra, in qualunquoluogo si eollochi 1'09servatore Bonte 10 battute nollostesso istanto. Ma se egJi si pone vicino ad una delle

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    50 LETTURE 80nlNTIFICIlJll POI'OI.ARIsonerie e l'altra viene trasportata II . maggiore distanza,general men t o le battute non coincidono pill. Il snonodelle bo.ttute della soneria piil lontana n.rriva piil tardi,ad esompio 1 0 . prima battuto. dolla sonerio. lontana sisente subito dopo I I I . prima battuta della soneria vi-eina e cosl via. Anmentando In. distanza si pul> faroin modo cho Ie battute coincidano di nuovo, ossia chead esempio In prima della sonerio. lo nta na e oin eid ucolla secondo. della soneris, vicino., 10.seeonda colla terzne via dieendo. Se dunque le battuto delle sonerie se-gnano un decimo ,di secondo, 0 noi ei nllontaniamodi tanto do. peter sentire per I l l . seeonda volfn. III .coin-cidenza dello battute, ~ ovidente cho I n . distanzlI. tmI~ due sonorie e percorss do.l sunno in nn decimo diseeondo.A mene assai spesso ilfenomeno qui deserit to, ossin.ehe oceorrono secoli perehe un pensiero si svolga fa-tieosamente: mil.quando esso e giunto 0.1suo pieno svi-luppo, suecedo in esso uno. rapida moitiplicazione.Esso allcra entra facilmente in tutti icervelli, anehe

    in quell i ch e sarebbero stati piil rilutto.nti n.d aceo-glierlo, esso osiste, e diviene indistruttibile.La determinazione della velocib\ della luce non b ilsolo easo nel qnale 10.percezione immediata dei nostrisensi si riveli troppo lenta e faticosa. n mezzo ordi-nario per studiaro proeedimenti che sinno troppo ra-pidi per l'osservaaione immadiata consiste nel metterei procedimonti che si vogliono studio.ro in asione reei-proca eon altri giil. eonoscinti ehe per quanto l-iguardala velocitA si possano pamgonare eoi primi. n risul-tato e per 10 pii l faeilmente sensibile, 0 tale da per-mettere una conclusione intorno 0.1modo di essere delproeedimento ancora sconosciuto.La veloeitA di propagazione doll'eletlricitA sragge

    nU'oBservazione immedio.ta. Tutmvia Wheatstone ('.arcb

    IV. DELLA VELOCITA DELLA LUCE 5 1di renderla sensibile osservando I l l . scintilla elettricain uno specchio rotante rapidissimamente rna con ve-10citA eonoseiuta,Se noi agitiamo rapidamente uno. vergo. l' osserva-

    ziona immediata non ei permette di seor- 0gere con qnale rapiditA essa si muova in ~ ~ciascun punto della suo. traiettorla. Yo. t : : I 0so osserviamo I l l . verga attmverso i foridi un disco rapidamente girante vedremoIn verga soltento in determinato posizioni,ossia quando il foro passa davanti 0.1nostroocehio.Le singole immagini della verga persistono qualeha

    tempo sull'ocehio. A noi pare di vedero pareeehie verghe,a un dipresso come neUa figura sottostanta. Ma se ifori del disco sono 0. distanze uguali ad esso giro. conrnpidit iL unifonne, noi vediamo chiaramente cbe 1 0 . vergasi sposto. con relativa lentezza do. a in b, piil rapida-mente do. b 0. C, ancora pill rapid a- a. b ~

    U t omente da cad, e co a maSSlmn tLrapiditil. do. d ad e.Un filo d'acquu che zampilli do. un ereeipiente ci sombra form. ed ani- ~

    f?rme. M~ se nell:oscuritil. 10 risc~a- Fig. 18.riamo d'lmprovvlSO COn uno. scm-tilln. elcttriea ei aecorgiamo che illlo d'aequa e com-posto do. molte gocce. Osserviamolo ora attraverso i1disco girante. Poniamo ehe esso giricon tale velocitA che quando ilsecondoforo giunge 0.1posto del primo anebe lagoeeia 1giunga a queUo della goccio. 2,In. goecia 2 a qaeUo della goccia 3, evin dieendo, In tal caso vedremo sempreuna goccia corrispondente 0. ciascunforo e ci sembrer& che il610 d'acqua sin immobile .

    Fig. n.

    10 1o 2o 3o 4

    y 0 :II'I~. 19.

    . (

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    5 2 LETTURIt S

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    54 LBTTORE BCIENTIFIC!IIB POPOLARIgerb. in noi ildubbio se un uomo abbia potuto dasolo fare questa invenzione, 0 se non piuttosto latransizione dal eilindro alla mota sia stato ilriswtatodel lavoro di parecchi secoli.

    ~ \ \rrr'bf~~~i!:e:tia~l~e::o~:~n m':t:10ntm~iedarteiiiprstOiict~'NesSuna.BceademiaIi,premib'{1~~~~.2~.g!g;~l~~~b, ..di,ins~ri~erli,~rA~~.In~!"J;C?~oran:.~.!~'~:m._s~p~vjivono nei gran- ~fi.~~2.s.rif.!~lde~~~pera : lor{: Togliotoci la mota: cherimarr~ della teeniea e dell'industria dol nostro tempo?Nulla datto. Dall'arcolaio della mlLssaia al grandefilatoio, dal banco del tornitore alle mote di trasmis-sione, dal rozzo earrettone al treno della strada fer-rata, iutto tornerebbe nel nulla.1.~oJi~'J,iiliiore}iiD.portanZl(hli:a'"mota nella seienza~f"Gli~~c1irrot8nti, il4.mezzopiu"ssmplice di tnttiper ottenere rapidi movimenti senza notevoli cambia-menti di luogo , sono adoperati in tutti i rami dellafisien. Voi conosceto 10specehio girante di Wheatstone,la mota dentata di Fizeau, ildiaframma girante ebucberellato di Plateau, eec, Tutti questi apparecchisono fondati sullo stesso principio. Essi difrerisconotra loro unieamente per ragione del loro use, come ilcoltello tasenbile da quello deU'anatomico, da quellodel vignaiuolo. E oi b ehe si ~ detto deUa mota valeanche per la vito. . . .

    IV. DELLA VBLOCITA DELLA r,UCF.

    ~~~~~~ Come piil di una specie anirnal0 do .tempo soprafi'atta, e appartenente ad eta remote,ancora sopravvive in regioni fuor i di mane dove isuoinemici non poterono ragginngerlo. e distruggerlo., costvediamo .talorawcerleideeslamlungomemp.,.>I" ' . J J~~~~~f\!l~~~~~~~I:!.~~li~~~. ~:~.~':"~J 1 . ! . ~ i ~ l ' . ~...~,re:''cosCU!~9l0 ' .,eop.~~~e~. ee.:.a.~enuo,n9, a :: " ' r r r i ~ t 6 n z a ~ Q _ n : ~ e i i ' o t e e n t e " " "t ",.~~."rrif&tJjhrpot;ebb~",~:a';;che

    esempio..' _ _ vanno soggetti 0. trasforma-questo argomento io Donbo fatto ricereheapeeiali, ma mi ricordo bene di un fatto, dot ' ! del pro-gressivo passnggio do. una forma ad un altra. Si por-tavo.no un tempo certi cappeUoni con tese moltosporgonti. In fondo in fondo, tanto ehe ei volevn. un. I'. ~'1

    '.; . . . .': " ', Z ._ '1

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    v.P E R C H E L 'U O M O H A DU E O C C H I?

    r Ei:"mlii1iiti(,Dto~ha~du~i~~~hi.?1P erch6 non aia tu rbata la bella sim metr ia del volto ,risp on de re bb e l'ar tista . P erC M i rse co nd o" '~c chio c om -?ensi la 1!~~~~! '~~S~~~?;- . ~~~n.d6r i i ~ i l;;;a~ econo}I1ls ta . ! ! ! , e r c l i .6iuomo; i .P2 ' ! !aP~~~ fc o - . aua'ocChi~'soprah7cati del .n iondofdiraqUalch lS an c cli. i & n otr iS p oil~ 1,~ ge tt;.i~ f:M a se r i~ olg esteqnes omanda ad uno sC Jenziato modem o, no avresteu na r isposta da farvi inorr id ire. S cu si, signorina , d ic e10 sc ienziato c on grave c ipiglio , non c 't! aleuns ragioneperch6 l'u omo abbia du e occhi; la natu ra non 6 unapersona. e non 6 cost gretta d~_P ~QP o~~_ un . fine 0. "tu tto gu elJo ch e fa . E no n II a nc or n u lla I Io conoseou n professore eh e si sarebbe a lt amon te s c an d al iz za toso i suoi sco lar i nyossero oso .to rlvolgergl] u na do-m a nd a c o st a nt is ci en ti fi ca . Ii Do nia nd at en a a d . un o ..sc ie nz ia to m elto a rc ig no ', c om ec redo di essere io . Jo non saprei d im precisamente~perch6 :~1 'u om o abbia du e 2 cc hi; p otre i forae dire cilia,t" .p Q[- n 'p iac era d i yam qni m a n a " D s e n UmH .discorrere intgmp:..a q ue sta p ia ce vo la a rg om en tO .V oi fate un r is o li no i nc r ed u l o. Eppu r e e qu esta u na

    di qu eU e questioni alle qu ali c en to sapienti non po -trebbero dare u na esatta r isposta . Di q ue sti s ap ie nti

    v. PBJtCJII: L' nOMO HA DUB ocem t 59

    P erm ette tem i che io vi condu ca a fare u na pasaeg-giata in un boseo, P ercbll u n bosco yero ci sembratsn to ._piil bello di u n basco dipin t.o ancho da manom t\e str a? q ua le II la ragione di una dift" erenza cos1yantaggiosn .? L a vivac itA delle tin te , ilginoeo dellelu ci e delle ombre? C redo di no, anzi m i pare qu asiche la pittum in questo posm far grnndi co so .L il mane snpiente del pitto re c on qualehe pennol-la ta . p ub o tte ne re tali eW eW plastic i da ingannare lavista j co il' n iu to di aim mezzi si o ttiene un eft" e ttoa ne he m aggio re . C e rte fo to gra fie hannc u n rilie vo c oslplastic o da far parere .palpabili le prominense te ledepressioni. V 'ii u na sola C 0 8a ' nella gu ale ilpittore'non ;U b garegglare di evidenza colla natu ra . ed II la: : : ; : : : : > .1d i f f e r e g ! ! ) tm Ie cose lontane e Ie vic ine: Iiiun bosco:vero yedete ahe cer ti a lberi sono a porto .ta d i mano,e certi a ltri 8 0no a grlHlde distaDza.. .,r

    ', :, ..::. '. . . . ._ : .

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    60 LBTTURB BCIBNTIFICHB POPOLARI

    n guadro del pittore l! immobile; mn la natura viQff~lt. .! l.ruJ~Q!!eoun quadro ehe varia al minimo yostromovimonto; oro. nn ramo si no.seondo cHotro un nitro,oro. apDare un troneo che un altro nascondeva.Oonsideriamo il fatto pin ..a ttentamente. Pet:: com~

    diU;~e signore c i " f . 8 i T e r i ; , 1~~B!i!!~~I, II. A destra ea sinistra e'l! ilboseo. Qnandonoi slamo nel punto I ve-diamo tre alberi, situati inmaniem cbe il pin lontano l!nascosto dal pin vicino. Maprocedendo innanzi 1 0 . cosacambia; dal punto IIa nostra.vista verso I'alboro 3 si esten-derA meno che verso ilpin vi-eino albero 2, 0 verso questomeno cbo verso I' albero 1.Adunqno a misura che proee-diamo gli oggetti pin vicinirispetto ai pin 10ntani 88m-brano rimanero indiotro , 0--:I~-~---"!:---tanto pin indietro quanto pinsono vicini. Gli ogg~tti moltolontani, che noi procedendo

    ,:orso di essi vediamo a lunllo nella steRRa direzjone,oi sembreranno muoversi eon noi.Se noi vediamo sporgere dietro una eminenza dne

    vette di slberi dei quali Don conosciam