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Malattie dell’apparato cardiovascolare. Dr. Giuseppe Biondi Zoccai Dipartimento di Scienze e Tecnologie Medico-Chirurgiche, Sapienza Università di Roma [email protected]. Programma del corso. Primo incontro Anatomia e fisiopatologia cardiaca - PowerPoint PPT Presentation
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Malattie dell’apparato cardiovascolare
Dr. Giuseppe Biondi Zoccai
Dipartimento di Scienze e Tecnologie Medico-Chirurgiche, Sapienza Università di Roma
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Programma del corso• Secondo incontro
– La cardiopatia ischemica– L’embolia polmonare– L’ipertensione polmonare
• Terzo incontro– L’insufficienza cardiaca– Le malattie del miocardio– Le malattie del pericardio– Le neoplasie cardiache– Ipertensione arteriosa
Programma del corso
• Quarto incontro– Le malattie valvolari cardiache– L’endocardite infettiva– Le cardiopatie congenite
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
CUORE E TORACEIl cuore ha schematicamente la forma di un cono capovolto, alto 12 cm, con due facce, una posteriore e una anteriore. La base guarda in alto, indietro e a destra, mentre l'apice è rivolto in basso, in avanti e a sinistra.Il suo volume corrisponde approssimativamente al pugno chiuso della persona stessa; nell'adulto pesa 200-300 gr.
12 cm
Il cuore è posto nella cavità toracica , sopra il diaframma e fra i due polmoni, viene protetto anteriormente dallo sterno e dalle cartilagini costali. Lo spazio in cui è situato è detto mediastino. Lateralmente sono presenti gli ili polmonari, i due nervi frenici e i vasi pericardiofrenici; posteriormente il cuore è in rapporto con l‘esofago, l‘aorta discendente e le vene azigos ed emiazigos.
Cuore e Torace
Cuore: superficie esterna liscia e lucente, avvolto da una sottile membrana, il pericardio, spessa 0.02 mm e costituita da due strati distinti: uno esterno, il pericardio parietale fibroso, e uno interno, il pericardio viscerale sieroso che aderisce perfettamente a tutte le parti piane e a tutte le insenature del cuore. Fra i due foglietti del pericardio (cavo pericardico) sono presenti normalmente da 20 a 50 ml di liquido chiaro roseo che permettono il movimento del cuore minimizzando l'attrito. Sotto al pericardio si trovano tre tonache una interna all'altra: l‘epicardio, il miocardio , l’endocardio
VentricoloSinistro
VentricoloDestro
ArteriaPolmonare
AortaVenaCava Superiore
VenaCava Inferiore
Ventricolo Sinistro: forma elissoidale con parete più spessa rispetto al ventricolo destro
Setto Inter-Ventricolare
STRUTTURE VALVOLARI CARDIACHE
Valvole atrio-ventricolari (valvole di entrata)
Tricuspide ( AD-VD)
Mitrale ( AS-VS)
Valovle semilunari (valvole di uscita)
Polmonare (VD- AP)
Aortica (VS- Ao )
V. Aortica
Sistole Diastole
V. Polmonare
V. Tricuspide V. Mitrale V. Mitrale V. Tricuspide
V. Aortica V. Polmonare
Diastole
Sistole
MT
MT
Valvola Mitrale Anulus
Anulus
Commissura
Margine libero del lembo valvolare
Valvola mitrale (bicuspide) e valvola tricuspide: Strutture più complesse rispetto alle valvole semilunari, composte da: a- anulus vlvolare, b- lembi valvolati , c- muscoli papillari , d- corde tendinee
Apparato valvolare
a-b-
c-
d-
Muscoli papillari e corde tendinee
Diastole Sistole
Valvola aortica e valvola polmonare: composte da tre cuspidi semilunari
Valvola Aortica : Cuspide anteriore destra Cuspide anteriore sinstra Cuspide posteriore
Valvola Polmonare : Cuspide anteriore Cuspide destra Cuspide sinistra
Ao
AP
Valvola aortica
Apertura
Chiusura
La Funzione Cardiaca: funzione di pompa..
Relazione complessiva tra:
pressione arteriosa (AP), pressione ventricolare sinistra (LVP), pressione atriale sinistra (LAP),volume telediastolico (LVEDV) e telesistolico ventricolare sinistro (LVESV), ECG e suoni cardiaci.
Gettata sistolica = quantità di sangue che viene espulsa dal
ventricolo ad ogni battito (litri o ml)
Frequenza cardiaca = numero di battiti / minuto
Portata cardiaca = quantità di sangue che viene espulsa dal
ventricolo ad ogni minuto = Gettata
sistolica x Frequenza cardiaca (litri /
minuto)
Indice Cardiaco = Portata cardiaca / superficie corporea
( litri/minuto/m2)
portata cardiaca
contrattilità
pre-carico post-carico
frequenza cardiaca
Diastole Sistole
DIASTOLE
Rilassamento isovolumetrico
Riempimento rapido
Riempimento Lento
Sistole atriale
1
4 3
2
SISTOLE
Contrazione isovolumetrica
Eiezione ventricolare
Rapporto tra gli eventi del ciclo cardiaco ed l’ECG
Riempimentolento
Legge di Laplace
Ecocardiogramma: parasternale asse lungo
Ecocardiogramma: parasternale asse corto
Ecocardiogramma: apicale 4 camere
Le arterie coronarie
Circolazione
Coronarografia sinistra
Coronarografia destra
Circoli collaterali
Paziente con stenosi isolata significativa dell’arteria interventricolare anteriore con funzione ventricolare sinistra normale
Lo stesso paziente 3 anni dopo: occlusione completa dell’arteria interventricolare anteriore, senza eventi clinici, con ventricolo sinistro normale. L’arteria interventricolare anteriore occlusa è riabitata da circoli collaterali eterocoronarici provinienti dalla coronaria destra (interventricolare posteriore)
SISTEMA DI FORMAZIONE E CONDUZIONE
DELL’IMPULSO ELETTRICO CARDIACO
SISTEMA DI FORMAZIONE E CONDUZIONE
DELL’IMPULSO ELETTRICO CARDIACO
INNERVAZIONE DEL SISTEMA CARDIO-VASCOLARE
BAROCETTORI DELSISTEMA
CARDIO-VASCOLARE
Potenziale d'azione: L'ampiezza del potenziale d'azione è di circa 105 mV, il che porta ad avere un picco (spike) del potenziale di circa 20 mV, esso è maggiore che nella maggior parte delle cellule muscolari perché deve essere in grado di far rendere al massimo la pompa cardiaca.
Il potenziale d’azione è costituito da 5 fasi:FASE 0 (depolarizzazione rapida): Ingresso di Na+, grazie all’apertura di specifici canali per il Na. L’ingresso di Na rende l’interno della cellula positivo e l’esterno negativo, questa inversione della polarità di membrana è definita overshoot. Il flusso di Na si arresta FASE 1 (ripolarizzazione precoce): si ha una breve ripolarizzazione parziale dovuta ad una corrente transitoria in uscita di KFASE 2 (plateau): durante questa fase si ha ingresso di Ca++ attraverso canali appositi definiti long lasting (LL) e regolati dal voltaggio: si aprono quando il potenziale diviene meno negativo. Si ha il plateau quando l’ingresso di ioni Ca++ eguaglia la fuoriuscita di ioni K. FASE 3 (ripolarizzazione finale): i canali Ca++ si chiudono e continua la fuoriuscita di K, l’interno della cellula diventa man mano negativo, mentre l’esterno diviene positivo. FASE 4 (ripristino): Il ripristino delle concentrazioni ioniche ai valori di riposo, mediante tre principali pompe ioniche: una Na,K-ATPasi l’idrolisi dell’ATP espelle 3Na in cambio di 2K, uno scambiatore Na/Ca che espelle un Ca++ in cambio di 3 Na ed una Ca-ATPasi, che espelle il Ca++mediante idrolisi di ATP.
L’elettrocardiogramma
L’elettrocardiogramma a 12 derivazioni
L’elettrocardiogramma a 12 derivazioni
DOMANDE?
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisio-patologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Approccio metodologico al paziente con malattia dell’apparato cardiovascolare
• Triage secondo stabilità clinica ed emodinamica
• Distinzione tra problema principale e problemi secondari
• Distinzione tra sintomi e segni di malattia• Distinzione tra diagnosi e stratificazione
del rischio
Triage secondo stabilità clinica ed emodinamica
• Alla valutazione iniziale del paziente con sospetta malattia cardiovascolare è necessario prestare attenzione alla presenza o meno di:– stabilità clinica (asintomaticità, sintomo
isolato, sintomi associati, segni di instabilità clinica, stato di coscienza, peso corporeo, temperatura corporea, frequenza respiratoria)
– stabilità emodinamica (pressione arteriosa, frequenza cardiaca)
Distinzione tra problema principale e problemi secondari
• Alla valutazione iniziale del paziente con sospetta malattia cardiovascolare è necessario prestare attenzione alla distinzione tra:– problema principale: l’istanza clinica prioritaria per
la gestione del paziente (dal punto di vista sintomatologico, prognostico o logistico)
– problemi secondari: sintomi o segni ancillari di malattia, talvolta peraltro ben più importanti o prognosticamente rilevanti del problema principale
Distinzione tra sintomi e segni di malattia
• Alla valutazione iniziale del paziente con sospetta malattia cardiovascolare è necessario prestare attenzione alla distinzione tra:– sintomo: il disturbo soggettivo avvertito dalla
paziente in relazione alla sua patologia (obiettivabile solo in alcuni casi)
– segno: la conseguenza obiettiva della patologia
Distinzione tra diagnosi e stratificazione del rischio
• Alla valutazione iniziale del paziente con sospetta malattia cardiovascolare è necessario prestare attenzione alla distinzione tra:– diagnosi: l’esatta definizione della patologia alla
base della condizione del paziente– stratificazione del rischio: la valutazione
qualitativa o quantitativa della probabilità di eventi avversi per la paziente, talvota prescindendo da una precisa diagnosi eziologica
Visita cardiologica : Anamnesi Familiare Fisiologica Patologica remota Patologica prossima Esame obiettivo
Polso radiale
Polso Giugulare Itto cardiaco
Pressione arteriosa
Reperti obiettivi non auscultatoriGraduatoria ufficiosa:
1. Esame obiettivo generale
2. Polsi periferici
3. Edemi declivi e/o sacrali
4. Vene giugulari
5. Palpazione e/o percussione fegato
6. Ispezione toracica
7. Palpazione toracica (itto)
8. Percussione toracica
Esame obiettivo generale
Polso carotideo
Polso femorale
Polso brachiale
Polsi distali
Edemi declivi
Vene giugulari
Il Polso Giugulare
Localizzazione dell’itto cardiaco
Focolaii di auscoltazione cardiaca
Auscultazione e palpazione insieme
SM
Manovre particolari
IA
I e II Tono (fisiologici)
• I Tono: – chiusura della valvola mitrale e della valvola
tricuspide all’inizio della sistole– sincrono con l’itto della punta e con il polso
carotideo
• II Tono:– chiusura delle semilunari aortiche e polmonari
alla fine della sistole
III Tono• Rumore a bassa frequenza • Dopo la componente aortica del II tono (all’inizio della
diastole)• Causato da vibrazione accentuata delle pareti ventricolari
durante inizio del riempimento ventricolare• Importante diminuita distensibilità delle camere cardiache
– Scompenso cardiaco
IV Tono
• Tono atriale di bassa tonalità• Auscultabile alla punta• Udibile prima del I tono (corrisponde alla
sistole atriale)• Importante diminuita distensibilità delle
camere cardiache
– Ipertrofia o scompenso
Soffi• Originano dal sangue che scorre nelle cavità cardiache o nei
vasi• Intensità massima (da 1/6 a 6/6)• Irradiazione• Tempo di insorgenza/durata (sistolico, diastolico)• Caratteristiche (soffiante, aspro, …)• Variazione intensità nel tempo• Manovre che ne modificano l’intensità (es. Valsalva,
squatting, …)
Sfregamenti pericardici
• Frizione tra foglietto parietale e viscerale del pericardio
• Associati a versamenti pericardici ricchi in fibrina
• Localizzazione variabile/tonalità bassa
Ejection Sound S3 S4
Aortic Valve Disease Normal in Children
Heart FailurePhysiologic
Various Diseases
I Toni Aggiunti
Systolic Ejection Pansystolic Systolic Click
with Late Systolic
Innocent/PhysiologicAortic/Pulmonic Stenosis Mitral/Tricuspid Regurgitation
(S1/S2 buried in murmur) Mitral Valve Prolapse
I soffi sistolici
Early Diastolic Mid Diastolic Opening Snap
with Diastolic Rumble
Aortic Regurgitation Mitral/Tricuspid Stenosis Mitral Stenosis
I soffi diastolici
DOMANDE?
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel paziente con malattie dell’apparato
cardiovascolare
• Distinzione tra esami diagnostici non-invasivi e invasivi
• Distinzione tra esami diagnostici associati o meno a rischi per paziente/professionista o
• Identificazione del livello diagnostico/prognostico opportuno per la patologia in atto
Diagnostica Non Invasiva : Visita cardiologica : Anamnesi Familiare Fisiologica Patologica remota Patologica attuale Esame obiettivoRX Torace ECG a riposo da sforzo ( Cicloergometro, Tappeto Rotante )ECO Eco-color doppler, ECO –stressScintigrafia miocardica a riposo, da stress Angio TCRMPET
Diagnostica Cardiologica Invasiva :
Cateterismo cardiaco destro - sinistro
Biopsia miocardica
Ventricolografia e Coronarografia
Aortografia sopravalvolare
Arteriografia periferica
Cuore e torace : RX
ECG basale o a riposo
da sforzo (Cicloergometro, Tappeto Rotante)
Elettrocardiogramma
Onde ed intervalli ECG
ECG normale
E
C
G
Ritmo
BESV: battito extrasistolico sopraventricolare
B
E
V
Fibrillazione atriale
Aritmie ventricolari
Infarto miocardico all’ECG
Infarto miocardico acuto anteriore
Infarto miocardico acuto in sede infero-posteriore
Evoluzione EC-grafica dell’infarto miocardico acuto
B. Soprslivellamento tratto S-T
C. Soprslivellamento tratto S-T
D. Soprslivellamento tratto S-T ridotto
Comparsa di onda Q
Onda T negativa
E. Scomparsa del soprslivellamento tratto S-T
Onda Q
Onda T negativa
F. Persistenza di onda Q
Normalizzazione dell’onda T e del tratto ST
Test da sforzo
Pace-maker artificiale
Ritmi indotti da PACEMAKER
ECOCARDIOGRAMMA
Cuore normale
Asse corto parasternale
Cuore Normale
Asse lungo parasternale
Cuore normale
Asse corto parasternale
Cuore normale
4-camere sottocostale
Aorta noramle
Asse corto parasternale
PROIEZIONE APICALE 2 CAMERE
PROIEZIONE SUBCOSTALE
Il cuore è nutrito dalle arterie coronariche
Le arterie coronariche possono andare incontro ad un processo aterosclerotico.
Arteria normale
Placca aterosclerotica
La coronarografgia e l’angioplastica coronarica
Accesso femorale Accesso brachiale o radiale
Paziente diabetico insulino dipedennte con malattia coronarica diffusa multivasale
DOMANDE?
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Approccio e scopi della terapia cardiovascolare
• Distinzione tra prevenzione primaria, secondaria e terziaria
• Distinzione tra terapia curativa e palliativa• Distinzione tra scopi sintomatici e
prognostici
Approccio e scopi della terapia cardiovascolare
• La prevenzione cardiovascolare si può distinguere in:– Primaria – volta a prevenire la comparsa della
malattia (prevenzione in senso stretto)– Secondaria – volta a prevenire le recidive
dopo che un episodio di malattia si è già verificato (terapia)
– Terziaria – volta a ridurre le limitazioni funzionali conseguenti ad uno o più episodi di malattia (riabilitazione)
Approccio e scopi della terapia cardiovascolare
• La terapia cardiovascolare si può distinguere in:– Curativa – volta a curare e rimuovere
definitivamente il meccanismo patologico alla base della condizione clinica
– Palliativa – limitata a ridurre il rischio di progressione di malattia o la comparsa di manifestazioni cliniche conclamate conseguenti al meccanismo patologico in atto
Approccio e scopi della terapia cardiovascolare
• Gli scopi della terapia cardiovascolare possono essere:– Sintomatici – volti a ridurre il carico
sintomatologico e la limitazione funzionale della paziente
– Prognostici – volti a migliorare l’aspettativa di vita del paziente, sia in termini di mortalità, che di libertà da eventi avversi maggiori
– Sia sintomatici che prognostici
Approccio alla terapia farmacologica, non farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare
• Distinzione tra terapia farmacologica enterale e parenterale
• Distinzione tra terapia non farmacologica con dispositivi impiantabili, non impiantabili, e chirurgica
• Dstinzione tra terapia riabilitativa, educativa, e di supporto
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Fattore di rischio cardiovascolare
• Condizione predisponente per patologie cardiovascolari: fattore di rischio generalmente piuttosto che patologia
• Permette valutazione prognostica cardiovascolare individuale, sulla base della presenza cumulativa di uno o più
• Si distinguono in modificabili e immodificabili• I principali sono: età, sesso maschile,
dislipidemia, ipertensione arteriosa, diabate mellito, fumo
Età e sesso• Il rischio di eventi avversi
aterotrombotici aumenta progressivamente con l’età
• Tuttavia tale effetto è modulato dal sesso
• Generalmente si dice che:– uomini sono a rischio aumentato >55 anni – donne sono a rischio aumentato >65 anni
Dislipidemia• Caratterizzata da aumento di una o più
componenti di lipidi ematici• Prevalentemente si parla di
ipercolesterolemia, ipertrigliceridemia, o dislipidemia mista
• Valori anormali:– Colesterolo LDL >190 mg/dL– Colesterolo HDL <35 mg/dL– Trigliceridi >300 mg/dL
Ipertensione arteriosa• Caratterizzata da aumentata pressione
intravascolare arteriosa• Generalmente definita come pressione
arteriosa misurata in ambulatorio sistolica >140 mm Hg o diastolica >90 mm Hg
• Trattabile efficacemente con diversi farmaci• Occasionalmente dovuta ad altre patologie
(ipertensione secondaria): feocromocitoma, iperaldosteronismo, sindrome di Cushing, stenosi dell’arteria renale, insufficienza renale
Diabete mellito• Caratterizzato da ipoproduzione o resistenza
all’insulina, con conseguente iperglicemia• Comporta aumentato rischio di complicanze micro
e macrovascolari• Si distingue in intolleranza glucidica:
– Glicemia a digiuno tra 100 e 126 mg/dL– Glicemia post-carico (2h) tra 140 e 200 mg/dL– Emoglobina glicata tra 6.0% e 6.5%
• Diabete mellito:– Glicemia a digiuno >126 mg/dL– Glicemia casuale >200 mg/dL– Glicemia post-carico (2h) >200 mg/dL– Emoglobina glicata >6.5%
Rischio cumulativo
http://www.cuore.iss.it/sopra/calc-rischio.asp
Rischio cumulativo
http://www.cuore.iss.it/sopra/calc-rischio.asp
Programma del corso• Primo incontro
– Anatomia e fisiopatologia cardiaca– Approccio metodologico al paziente con malattie
dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla diagnostica non-invasiva e invasiva nel
paziente con malattie dell’apparato cardiovascolare– Approccio alla terapia farmacologica, non
farmacologica, e riabilitativa cardiovascolare– I fattori di rischio cardiovascolare– Le aritmie cardiache
Le aritmie cardiache
• Le aritmie cardiache sono patologie dovute ad anomale generazione o trasmissione dell’impulso elettrico cardiaco
• Distinzione tra aritmie a bassa frequenza ventricolare media (<55 bpm – bradiaritmie) e aritmie ad alta frequenza ventricolare media (>100 bpm – tachiaritmie)
Le aritmie cardiache
• Le aritmie cardiache possono causare disturbi di tipo sintomatico (palpitazioni, cardiopalmo, lipotimia), segni clinici di bassa portata (ipotensione, perdita di coscienza), e fenomeni tromboembolici
• Le più importanti aritmie sono: blocchi atrioventricolari, tachicardia sopraventricolare, fibrillazione atriale, tachicardia ventricolare, e fibrillazione ventricolare
Blocchi atrioventricolari
• Dinstiguiamo blocchi AV di I, II e III grado, in ordine crescente di severità
• Sono generalmente dovuti a patologia del nodo atrio-ventricolare
• Se sintomatici (spesso lo sono i blocchi avanzati di II grado e quasi sempre quelli di III grado) richiedono impianto di pace-maker definitivo
Blocchi atrioventricolari
Tachicardia sopraventricolare
• Le tachicardia sopraventricolari sono dovute a diversi fenomeni e processi patologici, tra cui alterata automaticità (ad esempio tachicardia atriale) o rientro (tachicardie nella sindrome di Wolff-Parkinson-White o tachicardie nodali)
• Se sintomatiche possono essere trattate mediante terapia farmacologica o ablazione transcatetere
Tachicardia sopraventricolare
Fibrillazione atriale• La fibrillazione atriale è un’aritmia
sopraventricolare molto comune, specie negli anziani.
• E’ dovuto a un rientro costante e caotico dell’impulso elettrico atriale, con passaggio di soli alcuni dei possibili impulsi ai ventricoli.
• Può causare problemi di compenso emodinamico se particolarmente bradicardica o tachicardica.
• Il rischio maggiore è tuttavia la tromboembolia da stasi ematica atriale, che necessita di profilassi anticoagulante.
Fibrillazione atriale
Tachicardia ventricolare
• La tachicardia ventricolare è dovuta ad aumentata automaticità o a fenomeni di rientro, se veloce e, soprattutto, sostenuta (>30 secondi di durata) comporta severa ipoperfusione sistemica.
• Se non trattata (farmacologicamente o con cardioversione) può portare a shock, incoscienza, e arresto cardiaco anche nel giro di poche decine di secondi o minuti.
Tachicardia ventricolare
Fibrillazione ventricolare
• La fibrillazione ventricolare è una condizione gravissima di rientro costante e caotico dell’impulso elettrico nei ventricoli, tale che non sussiste più alcuna sistole effettiva.
• Porta ad exitus nel giro di pochi secondi, se non trattata con defibrillazione.
Fibrillazione ventricolare
Fibrillazione ventricolare
DOMANDE?
GRAZIE DELL’ATTENZIONE!
PER QUESTE SLIDES:
www.metcardio.org/slides.html