14
I Mammiferi sono Ve r t e b r a t i tetrapodi, la cui principale caratteri- stica esterna è quella di avere il corpo rivestito di peli; fanno ecce- zione alcuni gruppi, come i Cetacei e i Proboscidati, che ne presentano pochissimi e solo in alcune parti del corpo. I peli sono formazioni della pelle, impiantate per mezzo di un rigonfiamento (il bulbo) in una pic- cola cavità del derma, chiamata fol- licolo. A ciascun pelo risulta sem- pre associato un muscoletto che, sti- molato volontariamente o involon- tariamente, può far sì che il pelo si rizzi. L'insieme dei peli costituisce la pelliccia la cui principale funzio- ne è quella di isolare l'org a n i s m o dall'ambiente esterno al fine di pro- teggerlo da un'eccessiva dispersione di calore. Tale scopo viene raggiun- to sfruttando il fatto che l'aria è un 37 25. Muflone (Ovis ammon musimon). Località: Complesso forestale Montarbu. 11 Muflone è un tipico esempio di Mammifero, in quanto pre- senta il corpo ricoperto di peli, le ghiandole mammarie, la disposizione colonnare degli arti e la placenta. (Foto: Franco Puddu e Maria Via- rengo). Mammiferi

Mammiferi - SardegnaAmbiente - Home page · semplice sforzo muscolare; la strut- ... L'apparato circolatorio non è da ... tipi di denti hanno subito nei vari gruppi di Mammiferi

  • Upload
    buihanh

  • View
    215

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

I Mammiferi sono Ve r t e b r a t itetrapodi, la cui principale caratteri-stica esterna è quella di avere ilcorpo rivestito di peli; fanno ecce-zione alcuni gruppi, come i Cetaceie i Proboscidati, che ne presentanopochissimi e solo in alcune parti delcorpo. I peli sono formazioni dellapelle, impiantate per mezzo di unrigonfiamento (il bulbo) in una pic-cola cavità del derma, chiamata fol-

licolo. A ciascun pelo risulta sem-pre associato un muscoletto che, sti-molato volontariamente o involon-tariamente, può far sì che il pelo sirizzi. L'insieme dei peli costituiscela pelliccia la cui principale funzio-ne è quella di isolare l'org a n i s m odall'ambiente esterno al fine di pro-teggerlo da un'eccessiva dispersionedi calore. Tale scopo viene raggiun-to sfruttando il fatto che l'aria è un

37

25. Muflone (Ovis ammon musimon). Località:Complesso forestale Montarbu. 11 Muflone èun tipico esempio di Mammifero, in quanto pre-senta il corpo ricoperto di peli, le ghiandolemammarie, la disposizione colonnare degli artie la placenta. (Foto: Franco Puddu e Maria Via-rengo).

Mammiferi

cattivo conduttore di calore: la pel-licia, infatti, fa caldo proprio perchétrattiene fra la superficie del corpo el'atmosfera esterna una certa quan-tità d'aria che, scaldata dal caloreprodotto dal corpo, isola termica-mente l'organismo. Lo spessoredello strato d'aria può essereaumentato o diminuito, rizzando oabbassando i peli, a seconda dellenecessità termiche contingenti: se latemperatura è bassa, l'animale rizzai peli per aumentare lo strato d'ariae così isolarsi meglio dall'ambiente;viceversa, quando c'è caldo i pelivengono tenuti aderenti al corpoonde ridurre al minimo indispensa-bile la quantità d'aria isolante.A ffinché questa capacità dei peliresti inalterata è assolutamentenecessario che gli stessi non sibagnino: in tal caso, infatti, nonsarebbero più in grado di trattenerel'aria. Allo scopo si sono sviluppatele ghiandole sebacee, la cui funzio-ne è proprio quella di manteneregrassi i peli in modo che non possa-no inzupparsi d'acqua.

La presenza di un simile rivesti-mento cutaneo è uno dei principalimotivi dell'omeotermia di questianimali perché a nulla varrebbe lacapacità di produrre in modo endo-geno il calore necessario, se questonon fosse poi trattenuto all'internod e l l ' o rganismo da un meccanismoisolante. Nei Mammiferi privi dipelliccia, come ad esempio l'uomo ei Cetacei, l'importantissima funzio-ne di isolamento termico vienesvolta dal pannicolo adiposo sotto-cutaneo, particolarmente sviluppa-to. Altri adattamenti evolutisi inrapporto all'omeotermia sono: l'altometabolismo, tipico dei Mammiferie degli uccelli, che permette unas u fficiente produzione di caloreinterno; la particolare conformazio-ne della cavità nasale, atta a riscal-dare l'aria prima che arrivi nei pol-moni; la capacità di ottenere velo-cemente, quando servono, grandi

quantità di calore per mezzo dei-semplice sforzo muscolare; la strut-tura della gabbia toracica, nonché lapresenza del diaframma: elementitutti che rendono più efficiente ecostante l 'apporto di ossigeno,richiesto in notevole misura dall'e-levato metabolismo.

Fra i citati adattamenti grandeimportanza riveste il diaframma, siaper la sua funzione e sia perché èesclusivo dei Mammiferi. Quest'or-gano, formato da un sottile stratotendineo e muscolare, separa lacavità toracica dalla cavità addomi-nale. La sua principale funzione èquella di facilitare l'ingresso e l'u-scita dell'aria dall'apparato respira-torio, coadiuvato in tal senso anchedai muscoli delle costole. Il dia-framma, quando è rilassato, haforma di cupola ed occupa un certospazio nella cavità toracica; quandosi contrae, la sua forma cambia ediventa molto più appiattita,aumentando così di colpo il volumedi detta cavità. Il vuoto formatosinell'interno di questa viene imme-diatamente colmato dall'espansionedei polmoni, dovuta all'arrivo del-l'aria spinta dalla pressione atmo-sferica esterna. I polmoni sono bensviluppati e gli scambi gassosiavvengono con grande eff i c i e n z a :basti pensare che, in un uomo adul-to, la superficie alveolare espostaall'aria è complessivamente pari aquella di un campo da tennis.

L'apparato circolatorio non è dameno e si presenta assai perfeziona-to, realizzando quella circolazionedoppia e completa che è solo accen-nata in alcuni rettili: il cuore infattipresenta un setto non solo fra gliatri, ma anche fra i ventricoli percui ii sangue ossigenato, provenien-te dalle vene polmonari, non simischia con quello venoso, che arri-va ai cuore per mezzo delle venecave.

Oltre a meccanismi atti a produr-re calore o ad impedirne la perdita, i

38

Mammiferi possiedono anche appa-rati utili ad aumentarne la dispersio-ne, quando ciò si renda necessarioper un'eccessiva produzione endo-gena (ad esempio uno sforzomuscolare prolungato) o per l'altatemperatura esterna. Allo scopo sisono sviluppate nel corso dell'evo-luzione talune particolarità, quali: leghiandole sudoripare che, produ-cendo sulla superficie della pelle unsecreto liquido (il sudore), determi-nano una perdita di calore per eva-porazione; la capacità di regolarel'afflusso di sangue alla rete di vasicapillari superficiali, che permettedi aumentare o di diminuire laquantità di calore dispersa attraver-so la superficie corporea; la mag-

gior estensione delle mucose respi-ratorie che contribuisce, con l'au-mento del ritmo respiratorio, al raf-freddamento del corpo, medianteevaporazione d'acqua dai polmoni edalle vie respiratorie in genere. L'o-meotermia è senza dubbio un carat-tere vantaggioso in quanto rende uno rganismo più capace di sopravvi-vere in ambienti particolarmenteavversi, quali i poli e, in minormisura, i deserti.

Le regioni polari sono state colo-nizzate esclusivamente da Mammi-feri e uccelli proprio perché soloesseri omeotermi possono resisterein simili climi, avendo la capacitàdi produrre da sé il calore necessa-rio a compiere i processi metabolici

39

26. Sistema circolatorio dei Mammiferi.

vitali.Tuttavia la condizione omeoter-

ma pone anche qualche problema;principalmente quello del maggiorfabbisogno di cibo dal quale ricava-re l'energia necessaria. In questocaso la soluzione adottata dall'evo-luzione è stata non solo quella difornire a questi animali i mezzi pernutrirsi di più e più spesso, maanche e soprattutto quella di per-mettere una migliore utilizzazionedelle sostanze contenute negli ali-menti ingenti. Gli organi dell'appa-rato digerente si sono infatti perfe-zionati in modo tale da eff e t t u a r euna digestione ed un assorbimentopiù efficienti, sfruttando così in

modo ottimale l'energia contenutanei cibi.

Anche la struttura della mandibo-la è andata via via modificandosi alfine di poter utilizzare una maggiorvarietà di cibi ed effettuare unaprima digestione in bocca, maci-nando e triturando gli alimenti(anfibi, rettili e uccelli si limitanoad ingerire il cibo senza masticar-lo). Altre particolarità dei Mammi-feri sono quelle di avere due denti-zioni e di possedere denti specializ-zati a compiere funzioni diverse(negli anfibi e nei rettili i denti sonoal contrario tutti pressoché uguali evengono rinnovati continuamente).La prima dentizione, detta di latte,

40

27. Scheletro di Mammifero.

ha poca durata ed è caratterizzatadall'assenza dei molari e delle radicidi tutti gli altri denti; la seconda èinvece definitiva e presenta per lopiù quattro tipi di denti: gli incisivi,che assolvono la funzione di aff e r-rare e tagliare il cibo; i canini, cheservono soprattutto per reggere edilaniare le prede ed infine i premo-lari e i molari, che hanno entrambiil compito di triturare e macinare glialimenti prima che arrivino nellostomaco. Ovviamente questi quattrotipi di denti hanno subito nei varigruppi di Mammiferi alcune modi-ficazioni, che permettono di sfrutta-re meglio le varie fonti alimentaridisponibili nell'ambiente in cuivivono e quindi di essere più com-petitivi nella lotta per la sopravvi-venza. Contemporaneamente all'e-

voluzione dei denti, anche lamascella inferiore ha subito trasfor-mazioni: essa risulta infatti compo-sta dal solo osso dentale (uno destroe l'altro sinistro che si saldano nelmento). Si ottengono così quellacoordinazione fra le due mascelle equella libertà di movimenti assolu-tamente necessarie per poter masti-care, rodere, tagliare, dilaniare etc.Anche l'articolazione mandibolaresi è modificata rispetto ai rettili,cosicché essa non avviene più conla partecipazione dell'articolare edel quadrato (che risultano entrambiinglobati nell'orecchio medio), madirettamente fra il dentale e lo squa-moso del cranio. Un altro particola-re adattamento, che permette direspirare quando si mangia e quindidi non interrompere l'apporto di

41

28. Anatomia di Mammifero.

ossigeno, risiede nel fatto che lacavità nasale e orale risultano sepa-rate dal palato.

Un importante carattere deiMammiferi, che non si riscontranelle altre classi di Vertebrati, è poicostituito dalla disposizione colon-nare degli arti. Fanno in ciò ecce-zione le Foche, i cui arti sono modi-ficati per il nuoto e non riescono asostenere il peso del corpo (lemodalità del movimento sul terrenodi questi Mammiferi sarannodescritte nel paragrafo dedicato allaFoca monaca); i Cetacei, che hannoabitudini esclusivamente acquatichee i Chirotteri, che conducono vitaprevalentemente aerea. La disposi-zione colonnare degli arti è unaconquista molto importante per glianimali terrestri che ricercano ilcibo su vaste aree o che devonosfuggire qualche predatore. Essapermette infatti una maggiore mobi-lità, accresce la velocità sulladistanza percorsa e diminuisce ladistanza totale rispetto al movimen-to sinuoso di anfibi e rettili. Quandoun Mammifero terrestre procedelentamente, muove solo un arto allavolta e utilizza la seguente sequen-za di movimenti: prima una zampaposteriore, poi l'anteriore dello stes-so lato, quindi la posteriore del lato

opposto seguita dalla corrisponden-te anteriore. Il corpo risulta pertantosostenuto alternativamente ora datre, ora da quattro zampe. Se l'ani-male cammina più velocemente,tende a muovere uno degli arti pog-giati prima che l'altro abbia toccatoterra per cui si ha una sequenza dimovimenti, definita passo, durantela quale il corpo risulta sostenutoper due volte dalle zampe anteriorie da una posteriore, per altre duevolte dagli arti dello stesso lato,ancora per due volte dalle zampeposteriori e da una anteriore ed infi-ne sempre per due volte dagli arti indiagonale. Procedendo a velocitàpiù spedita, la maggior parte deiMammiferi trotta; durante il trottol'animale solleva contemporanea-mente un arto posteriore e l'anterio-re del lato opposto; non appenaqueste due zampe toccano terravengono mosse le altre due.Aumentando ancora la velocità idue arti in diagonale che poggianoper terra vengono sollevati primache gli altri due tocchino il suolo; ilcorpo resta perciò sospeso per unafrazione di secondo perché imme-diatamente le prime due zampe tor-nano a toccare il terreno. Il corporesta dunque per due volte sospesoin aria, per una volta poggiato sugli

42

29. Alcuni Mammiferi camminano sorreggen-dosi sulle unghie, all'uopo modificatesi, e sonoperciò denominati unguligradi (1); altri proce-dono appoggiandosi sulla punta delle dita e sondetti digitigradi (2); altri ancora preferisconopoggiare per terra l'intera pianta del piede eprendono il nome di plantigradi (3).

arti anteriore sinistro e posterioredestro e per una volta sull'anterioredestro e sul posteriore sinistro. Perprocedere ancora più velocemente iMammiferi adottano il galoppo, checonsiste nel muovere prima lezampe anteriori, quindi quelleposteriori senza attendere che leantenori tocchino terra. Da notareche né gli arti anteriori, né i poste-riori toccano il terreno simultanea-mente, ma una zampa anteriore pre-cede l'altra anteriore e una posterio-

re precede l'altra posteriore. Perquesto motivo il corpo, seppure perpochissimo tempo, risulta sostenutoda una coppia di diagonali. Neimovimenti che hanno luogo succes-sivamente, la diagonale che sorreg-ge il corpo è sempre la stessa e nonsi alterna all'altra a meno che non siverifichi un cambiamento di dire-zione. Per questo motivo il galoppoè un tipo di locomozione asimme-trica, contrariamente al passo e altrotto che sono invece andature

43

simmetriche perché i movimentidegli arti di un lato sono sincroniz-zati con quelli delle zampe dell'altrolato.

Per quanto riguarda gli organi disenso, pur senza presentare strutturenuove (con l'eccezione dell'orec-chio), la sensibilità dei Mammiferisi è notevolmente acuita rispettoalle altre classi animali grazie adunprogressivo perfezionamentodegli organi stessi. Particolarmentesviluppato nella maggior parte deiMammiferi è l'olfatto perché è pro-prio attraverso questo senso chemolti rappresentanti di questa classericonoscono le prede e i nemici,cercano il partner sessuale ed evita-no i territori altrui. I proprietari diun territorio infatti usano marcare iconfini dei loro domini con feci,urina e col secreto di speciali ghian-

dole evolutesi a tale scopo. Il sensodella vista è presente in tutti i Mam-miferi, anche se alcuni sono quasicompletamente ciechi; solo nell'uo-mo, nelle Scimmie e in alcuni Car-nivori raggiunge però un alto gradodi perfezione. Questi animali hannoinfatti gli occhi situati nella parteanteriore del capo e sono in gradodi percepire bene sia le forme inmovimento che quelle immobili.

Negli erbivori (Ungulati, Lago-morfi, Roditori etc.) gli occhi sonoinvece in posizione più laterale:questi animali riescono quindi apercepire bene solo gli oggetti inmovimento, ma in compenso hannoun grande campo visivo, che confe-risce loro maggiori possibilità diindividuare i predatori. La sensibi-lità ai colori è pressoché nulla nellamaggior parte dei Mammiferi; solo

44

34. Evoluzione dell'articolazione delle mascelle,verificatasi nel passaggio dalla condizione retti-liana a quella mammaliforme. Nei rettili talearticolazione ha luogo fra l'osso quadrato,facente parte del palato, e le ossa articolare edangolare della mandibola (1). Nel corso dell'e-voluzione i Mammiferi svilupparono un model-lo nuovo, nel quale la mandibola, formata dalsolo dentale, prese direttamente contatto con losquamoso del cranio. Il quadrato, l'articolare el'angolare della mandibola dei rettili si ritieneabbiano originato rispettivamente l'incudine, ilmartello e l'anello timpanico, mentre la staffa sievolse dalla columella dell'orecchio rettiliano(2).

nei Primati e in qualche altro grup-po è ben sviluppata. L'organo del-l'udito si è evoluto differenziandosiin una parte esterna, una media eduna interna. L'orecchio esterno ècostituito dal condotto uditivo e dalpadiglione auricolare (generalmentemobile), la cui funzione è quella diamplificare i suoni, rendendoli cosìpiù facilmente percepibili. L'orec-chio medio si è arricchito di dueossa dell'articolazione mandibolare-dei rettili: l'articolare e il quadratosi sono infatti trasformati rispettiva-mente nel martello e nell'incudine,mentre la columella dell'orecchiorettiliano ha dato origine alla staffa.Queste strutture hanno la funzionedi migliorare la trasmissione dellevibrazioni dal timpano alla finestraovale, che è una membrana dellaparte interna il cui compito è quellodi trasferire le vibrazioni ricevute ailiquidi dell'orecchio interno: la peri-linfa e l'endolinfa. Quest'ultima lepasserà poi alle cellule sensibili tra-mite un'altra membrana. L'orecchiointerno risulta composto da dueparti: la chiocciola, deputata allapercezione delle vibrazioni sonore,e il labirinto, che contiene gli organidell'equilibrio.

Connessi al maggior sviluppodelle capacità uditive e visiverispetto ad anfibi e rettili sono icorpi quadrigemini, formazioni delmesencefalo che si ritrovano solonei Mammiferi. Il sistema nervosoraggiunge in questi Vertebrati il piùalto grado di sviluppo dell'interoRegno animale; questo fatto èdovuto all'evoluzione dello stratocorticale, la cui sostanza grigia èresponsabile dei processi mentalipiù complicati. Come principaleconseguenza si è avuto un notevoleaumento dell'intelligenza: cioè dellacapacità di risolvere, utilizzando idati acquisiti coli' esperienza, situa-zioni ambientali completamentenuove e non abituali, in modo taleche l'animale risulti in definitiva più

adattato all'ambiente in cui vive. Ilcomportamento dei Mammiferi èdunque determinato in gran misuradall'apprendimento; tuttavia non sideve credere che essi siano sfornitidei cosiddetti comportamenti istin-tivi o innati, cioè non appresi conl'esperienza ma posseduti dall'ani-male fin dalla nascita perché geneti-camente determinati. Gli istinti(sarebbe meglio chiamarli coordi-nazioni erediditarie) sono compor-tamenti programmati nelle celluledel cervello perché stampati neiloro geni e quindi al pari delle strut-ture anatomiche soggetti all'evolu-zione biologica. Hanno la funzionedi far sì che l'animale che li possie-de abbia già informazioni sull'am-biente esterno al momento dellanascita e risulti perciò a questoadattato non solo attraverso gliorgani, ma anche nel comportamen-to. Naturalmente nella maggiorparte dei casi una coordinazioneereditaria può fornire informazionigrossolane e di carattere generaleper cui molti comportamenti innatisaranno poi, nel corso della vita,perfezionati e migliorati con l'ap-prendimento: il fine è sempre quel-lo di rendere gli animali più adattatia vivere nell'ambiente in cui si tro-vano. Le coordinazioni ereditariesono responsabili della maggiorparte del comportamento di anfibi erettili, mentre nei Mammiferi a que-sti comportamenti istintivi si affian-cano in grande misura i comporta-menti appresi; si deve però tenereben presente che non esiste un anta-gonismo fra coordinazioni eredita-rie e comportamenti appresi inmodo tale che le une siano negativee gli altri positivi (anche un com-portamento appreso può esserenegativo, se si apprende qualcosa disbagliato): entrambi collaboranoperché l'animale possa aff r o n t a r econ successo le innumerevoli situa-zioni avverse, che si presenterannonel corso della vita in quel determi-

45

nato ambiente. I cosiddetti "istintibestiali", che devono essere vinticon la ragione, sono frutto di unapproccio errato nei confronti dellaNatura; un approccio che, non inter-pretando i comportamenti animaliin chiave esclusivamente evolutiva,finisce per trasferire alle cosiddette"bestie" comportamenti malvagi eviolenti, che sono tipici dell'uomo eche non si ritrovano in nessun'altraspecie animale. Le coordinazioniereditarie sono sempre un fattopositivo perché l'evoluzione le haselezionate, nel corso di milioni dianni, come i comportamenti miglio-ri per sopravvivere nell'ambiente incui si vive. Esistono inoltre predi-sposizioni innate all'apprendimento,che hanno la funzione di fare inmodo che l'animale apprenda in unadeterminata direzione (che è poiquella più utile ed importante per la

sua sopravvivenza) piuttosto che inuna altra. Anche le parti del cervel-lo deputate al controllo dell'equili-brio e del coordinamento motoriosono maggiormente sviluppate chenei rettili in relazione alla disposi-zione colonnare degli arti che, se dauna parte conferisce maggior libertàdi movimenti, dall'altra tuttaviaaumenta notevolmente l'instabilitàdel corpo.

Un'altra caratteristica tipica deiMammiferi, che ha anche dato ilnome alla classe, è quella di nutrirei piccoli col latte secreto dalleghiandole mammarie. Nella mag-gior parte dei Mammiferi le mam-melle sono possedute sia dai maschiche dalle femmine, ma nei primisono in genere atrofizzate e soloeccezionalmente possono produrrepiccole quantità di latte. Il successoevolutivo dei Mammiferi è dovuto

46

35. Gli scambi nutritivi e gassosi tra madre efiglio hanno luogo attraverso il sistema circola-torio della placenta e il cordone ombelicale. Lamadre fornisce al feto le sostanze nutritive (SN)e l'ossigeno (02), provenienti rispettivamentedall'apparato digerente e dai polmoni. Sempreattraverso la stessa via il feto espelle nella circo-lazione sanguigna materna i propri prodotti dirifiuto, principalmente anidride carbonica(CO2) e urea (U). La madre elimina poi questedue sostanze attraverso i polmoni e i reni.

anche, come si vedrà più avanti, alfatto che sono animali vivipari: par-toriscono cioè figli vivi.

La viviparità è presente già inalcuni pesci e in certi rettili, masolo nei Mammiferi diventa lanorma e raggiunge il più alto gradodi perfezionamento.

L'uovo fecondato non vienedeposto all'esterno, ma si annidanella parete dell'utero materno ovesviluppa i 4 annessi embrionali,presenti anche nell'uovo dei rettili:il corion, l'allantoide, l'amnios e ilsacco vitellino. L'embrione è quindiimmerso nel liquido amniotico, chelo protegge da urti e scosse ed èavvolto, dall'interno verso 1' ester-no, da due membrane: l'amnios cheforma la cavità amniotica piena diliquido e il corion che prende rap-porti con la parete dell'utero, allaquale si fissa grazie ai numerosissi-mi villi di cui è dotato. L'allantoide,che nei Mammiferi è riccamentevascolarizzato per svolgere funzioninutritive, si espande fra l'amnios e ilcorion, prendendo contatto con que-st'ultimo e formando la membranacorion–aliantoidea. Questo com-plesso di tessuti materni e fetaliprende il nome di placenta; in que-sta sono dunque presenti due circo-lazioni sanguigne: una materna eduna fetale, che stabiliscono fra lororapporti tali da effettuare gli scambidi materiali fra madre e figlio senzache vi sia mai mescolanza dei duetipi di sangue. Le sostanze raggiun-gono o lasciano il feto attraverso ilcordone ombelicale, formato da unavena, un'arteria, il sacco vitellino, ivasi allantoidei e da un rivestimentodi tessuto connettivo. E evidenteche l'annidamento dell'uovo fecon-dato nell'utero materno aumentaenormemente le probabilità disopravvivenza dell'embrione perchéviene protetto e nutrito dalla madre,che gli fornisce zuccheri, aminoaci-di, grassi, vitamine, anticorpi, saliminerali, ossigeno etc. e provvede

anche all'eliminazione dell'anidridecarbonica e di tutte le altre sostanzedi rifiuto prodotte dalle celluleembrionali. Grazie alla protezionedeli' embrione nell'utero, le femmi-ne dei Mammiferi producono unapiccola quantità di cellule uovo inconfronto al grande numero di uovadeposte da pesci, anfibi e rettili. Ilfatto poi che il feto sia nutrito dallamadre permette una gestazioneabbastanza lunga, e questo potrebbeessere uno dei motivi che hannofavorito l'evoluzione del cervellodei Mammiferi; negli anfibi e neirettili invece l'embrione si sviluppaad esclusive spese del tuorlo conte-nuto nel sacco vitellino e, nonpotendosi dunque permettere unosviluppo lungo nel tempo e intensoper scarsità di materiali nutritivi, haevoluto strutture meno complesse,ma tali da garantirne la sopravvi-venza dopo la nascita. Ecco quindiche in questi animali si ha una nettaprevalenza di comportamenti innatirispetto a quelli appresi, che richie-derebbero strutture cerebrali assaipiù complicate e quindi più tempo epiù sostanze nutritive per poterlesviluppare. Il processo evolutivo,che ha portato i Mammiferi allacondizione vivipara, non si è limita-to ad accordare protezione allaprole durante la sola vita fetale, maha dotato i genitori di moduli com-portamentali tali da nutrire e difen-dere i piccoli per un certo periododopo la nascita e cioè finché nonsaranno in grado di badare a se stes-si. I cuccioli dei Mammiferi nonsono infatti autosufficienti allanascita ed hanno bisogno di unperiodo più o meno lungo perapprendere un gran numero diinformazioni sull'ambiente in cuivivono.

Nei Mammiferi, come negliuccelli, si distinguono specie aprole precoce e specie a prole inet-ta. Nel primo caso i neonati nasco-no già ricoperti di pelo, con gli

47

36. Mammifero a prole precoce: Lepre (1);Mammifero a prole inetta: Coniglio (2).

occhi aperti e sono in grado diseguire la madre dopo poco tempodal parto; nel secondo invece i cuc-cioli sono nudi, con gli occhi chiusied incapaci di coordinare i movi-menti per un periodo più o menolungo a seconda della specie. L'in-fanzia dei piccoli Mammiferi ènella maggior partedei casi piutto-sto lunga in relazione al fatto chedevono fare esperienza ed appren-dere come comportarsi con i con-specifici, come sfuggire i predatori,come procurarsi il cibo etc.

I Mammiferi in genere non pos-siedono cloaca, ma hanno due aper-ture: una per l'eliminazione dell'uri-na, l'altra per le feci. I maschi sonoprovvisti di un organo copulatore

erettile, il pene, che in alcuni gruppipresenta internamente un osso,detto baculum; la funzione del peneè quella di inserire gli spermatozoinella vagina o nell'utero della fem-mina perché possa aver luogo lafecondazione, che è dunque interna.L'accoppiamento è spesso precedu-to da parate nuziali molto vistose,che hanno lo scopo di attirare lefemmine e di scoraggiare i maschirivali.

Le armi di difesa sono costituiteda unghie, denti, corna (che servo-no anche per l'offesa), corazze disquame, aculei (che rivestono ilcorpo), colorazioni mimetiche peroccultarsi, colorazioni faneriche peravvertire i conspecifici del pericolo,

48

37. Modalità di interpretazione della formuladentale di Mammifero (Cervus dama).

grida etc. I predatori possono esserepesci, anfibi, rettili, uccelli o altriMammiferi, a seconda delle dimen-sioni e delle abitudini di vita.

Gli studiosi hanno distinto fraMammiferi viventi ed estinti 33 ordini; oggi ne restano sul nostro pia-

neta 18 e 7 possono essere rinvenutiin Sardegna: Insettivori, Chirotteri,Roditori, Carnivori, Lagomorfi,Perissodattili e Artiodattili.

49

38. Modalità con cui vengono misurate la lun-ghezza testa–tronco, la lunghezza della coda el'altezza al garrese nei Mammiferi.

50

39. Classificazione dei Mammiferi della Sarde-gna.