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MarcheMag n°3

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Il magazine delle Marche

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Fabio Di Rienzo

EDITORIALE

MarcheMag , il team si rafforza!

Eccoci nuovamente con voi per raccontarvi ancora una volta storie enovità tipicamente marchigiane. Siamo ad ottobre , è da pocoincominciata la scuola e siamo andati a vedere quali novità sipresentano quest’anno per i nostri giovani. Addio al gessetto … arrivano le LIM ! Una vera e propria rivoluzione che cambierà persempre il modo di scrivere alla lavagna. Un nostro articolo viracconta di cosa si tratta e come si trasformerà la scuola nei prossimianni.

Ma quello di cui vi voglio parlare in questo mio breve spazio, è dellenuove collaborazioni che il nostro mensile, con questo numero iniziaa dar vita. La prima con il giornalista Rai Giancarlo Trapanese,collega di alto spessore e dalla professionalità indiscussa il qualecurerà la rubrica Marchecult, entrando nel le case editricimarchigiane e spaziando tra cultura, libri, cinema e altro del nostroterritorio. Sono particolarmente contento dell’inizio di questacollaborazione che darà nuovo spessore al nostro umile lavoro. AGiancarlo il mio sincero benvenuto! Altre importanti collaborazionisono la partenza con Veronica my radio, la radio storica pereccellenza del territorio marchigiano. Un’analisi costante ed attentasul mondo marchigiano che cambia, uno scambio di opinioni epensieri tra carta stampata e radio e viceversa. Abbiamo allargato lacol laborazione nel la rubrica gastronomi marchigiana, giàbrillantemente curata dalla nostra amica Carla Saveri con l’entratadi Serena Aguzzi , la quale ci porterà alla scoperta dei prodottitipici marchigiani. In ultimo ma non in ultimo l’apertura dellarubrica Forum, l’esperto risponde curata dall’avv. BarbaraBrusoni. Un contributo prezioso ai nostri lettori che vorranno con leianalizzare i piccoli ma a volte grandi problemi legali quotidiani.

Queste nuove e importanti collaborazioni stanno a significare cheil lavoro di servizio che ogni mese mettiamo nel realizzare questarivista è apprezzato. Andiamo avanti su questa strada, tra milledifficoltà e ostacoli, con la consapevolezza di fornirvi uno strumentounico ed originale nel suo format , apprezzato e condiviso da tanti,perché raccontarvi la storia della nostra terra serve anche perconoscerci meglio.

Ad majora

MARCHEMAGVittorio Fabio Di Rienzo

[email protected]

Annalisa [email protected]

Chiara BianchiniMario Ferraro

[email protected]

Daniele [email protected]

Francesca [email protected]

Ludovico Perfetto

Andrea Ripa’

PhotographySilvia CingolaniGianluigi DolceAurelio BiocchiLuca Giustozzi

Katiuscia KronesMark Jones

Giancarlo TrapaneseIlaria Traditi

Gabriele GiangiacomiFiorella Pierangeli

Monia OraziSerena Aguzzi

Barbara BrusoniCarla Saveri

Nicola BrignoccoloEmanuela RossiLuca Veneziano

Paco De AngelisMichele Fulvi

Chiara AntoniniPamela Vazzari

Joseph BrianThomas More

Annalisa Robolini

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chiuso in redazione il 04 Ottobre 2011

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riprodotta con mezzi grafici, meccanici, elettronici o digitali senzail consenso dell'editore. Ogni violazione sarà punita a norma di legge.

Il magazine delle MarcheMensile anno I

n° 03 Ottobre 2011

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Primo Piano

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Una vera rivoluzione digitale quella in corso nellescuole marchigiane, che dopo la Lim (lavagna inte-rattiva multimediale) sperimentano pagelle on line,registri digitali, rilevazione delle assenze e delle pre-senze con comunicazione via cellulare o via email,la prenotazione dei colloqui sul web e l’accesso inRete al fascicolo elettronico dello studente. A par-tire dal prossimo anno scolastico proseguirà in al-cune scuole secondarie di primo grado della nostraregione il progetto “classi 2.0” che consentirà l’alle-stimento di classi tecnologicamente avanzate perrealizzare ambienti di apprendimento adatti ad unutilizzo costante e diffuso delle tecnologie nellaquotidianità scolastica. “Il progetto classi 2.0 -spiega il coordinatore Irre (Istituto Regionale Ri-cerca Educativa) Marche Roberto Baldascino- èpartito nel 2009 in sei classi con una dotazione fi-nanziaria di 30mila euro per classe. Nel 2010 sonostate coinvolte altre 8 classi, 4 di primaria e 4 di se-condaria di primo grado con una dotazione di

15mila euro ciascuna. Finora il progetto, di duratatriennale, ha quindi riguardato 14 classi nelle Mar-che con un investimento per la dotazione tecnolo-gica di 300mila euro. Da settembre verranno inoltreinstallati 89 kit wi-fi per consentire la connessioneinternet in tutte le classi”. Ci sono casi in cui l’inno-vazione didattica può avere un ruolo estrema-mente importante senon addirittura insostituibile:pensiamo a quegli studenti che per motivi di “iso-lamento” non possono frequentare la classe fisicadi una scuola, che magari per gravi motivi di salutevivono in ospedale o in casa, che vivono in isolemolto distanti dalla terra ferma o in paesini sper-duti tra le montagne. Situazioni che possono verifi-carsi anche nella nostra regione e che grazieall'innovazione tecnologica possono essere argi-nate con sempre maggiore semplicità.

Un esercito di 214.873 studenti a livello regionale chehanno da poco fatto ritorno tra i banchi, suddivisi in 9710classi. 35737 gli studenti marchigiani iscritti alla scuoladell' infanzia, 66524 alla primaria, 42814 alla secondaria diprimo grado e 69798 alla secondaria di secondo grado.Nella secondaria di secondo grado il totale degli iscritti alprimo anno è di 15834 unità: tra le preferenze il 43,16%ha scelto i licei, il 33,65% gli istituti tecnici e il 23,19% gliistituti professionali. Ad Ancona ci saranno 67971 alunnidivisi in 3019 classi, ad Ascoli 53102 per 2415 classi, a Ma-cerata 44852 studenti in 2021 classi e a Pesaro 48948 stu-denti in 2255 classi. Saranno 206 i giorni di lezione che liaspettano, con chiusura non prorogabile il 9 giugno e va-canze per il ponte di Ognissanti (31 ottobre-2 novembre),per Natale (dal 24 dicembre al 7 gennaio), Pasqua (5-10aprile), e Primo maggio.

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Si chiama Lim (acronimo di lavagna interattiva multimediale)e rappresenta una vera rivoluzione digitale anche nellescuole marchigiane. Tra i primi istituti a sperimentarla a livellonazionale c'è il Sacconi-Manzoni di San Benedetto che le hain dotazione dal 2009. Basta dunque gessetti polverosi, chestridono sull'ardesia nera e disperdono polvere dappertutto.Basta cancellini e cartine geografiche ingiallite, basta stu-denti in castigo dietro la lavagna. La lavagna diventa elettro-nica, piatta, luminosa, per una nuova generazione di classi2.0 cresciute a pane e tecnologia. “Attraverso le Lim -spiega ladirigente d'Istituto- è possibile per studenti e docenti colle-garsi ad internet e collaborare per delle ricerche. Si possonoinoltre svolgere esercizi interattivi nelle varie materie e sal-vare il lavoro. Grazie all’uso della lavagna tecnologica glialunni vedono immediatamente ciò che scrivono sulla ta-stiera e sono sempre connessi alla rete”. In dotazione vi èanche una penna elettronica che viene usata come un gesso.L’innovazione del modo di fare scuola con la Lim consiste nelmettere la persona al centro dell’azione educativa e avvalersidi metodologie basate sull’apprendimento cooperativo, sullearning by doing, sul procedere per problemi e soluzioni. Laspeciale lavagna favorisce un incremento dei livelli di atten-zione, motivazione e coinvolgimento degli studenti, l’intrec-cio tra stili di apprendimento differenti e intelligenzemultiple, nell’ottica di una reale inclusione delle diversità. Lediscipline che traggono maggior vantaggio da questa ope-ratività multimediale risultano essedre l'inglese e la mate-matica, ma anche tutte le altre possono trovare modalitàinnovative ed accattivanti per presentare i propri contenuti,diversamente dal tradizionale supporto cartaceo. Anche lecase editrici si stanno adeguando proponendo testi scolasticiinteramente in formato digitale

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Addio “bigini”, dai voti alle presenze adesso sta tutto in un sms.Recapitato a mamma e papà. La novità spiegata da AlessandraRucci, dirigente del Savoia-Benincasa di Ancona

Sparisce il registro cartaceo e le firme false sul libretto divente-ranno solo un vecchio ricordo. Sarà sempre più dura farla francaper gli studenti che vogliono “bigiare” la scuola, visto che pron-tamente in caso di assenza partirà un sms ai genitori per infor-marli che il loro figlio non si è presentato in classe. La novità è giàstata applicata in un Istituto anconetano, il Savoia-Benincasa, vo-tato alla tecnologia. “Il nostro fiore all'occhiello -spiega la diri-gente d'istituto Alessandra Rucci- è proprio la dotazionetecnologica delle aule -spiega- nell'ottica di un istituto “2.0” cheda quest'anno sperimenterà il progetto Lwt (Learning with Te-chnologies).

In cosa consiste e come sarà applicato il progetto Lwt?Ogni aula, a partire dalle nuove classi prime, si trasformerà in unvero e proprio laboratorio e sarà dotata di un videoproiettore euna lavagna interattiva multimediale (Lim). Gli alunni dovrannoportare un proprio computer portatile che consentirà anche unrisparmio sui libri di testo attraverso la modalità e-book.

Come sono cambiate le modalità di apprendere dei ragazzi?I nostri ragazzi ormai fanno parte a pieno titolo della generazionedei cosiddetti nativi digitali. Una scuola di qualità non può pre-scindere dal ruolo svolto dalla tecnologia. Qualche esempio? AlSavoia-Benincasa le aule sono cablate in wi-fi e il registro di classeè stato abolito. I professori sono infatti muniti di notebook e at-traverso il sito internet della scuola i genitori possono prenotarei colloqui e controllare l'andamento scolastico dei figli, interagirecon la scuola, perfino conoscere ogni “bigiata” grazie a un sem-plice sms.

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Il rapporto con l’insegnante è estremamente importante per lo sviluppo formativo dello studente,tuttavia anche l’aspetto umano non va certo trascurato, lei come vede questa relazione?Considero di assoluta rilevanza, nella mia esperienza, la considerazione dell’aspetto umano nel rapportocon lo studente. Indubbiamente occorre trasmettere ai ragazzi un percorso formativo e una modalità diaffrontare le problematiche. Trascurare l’aspetto umano significa trascurare quelli che sono i principi dibase dell’insegnamento. Oggi gli studenti cercano in un docente, specie gli universitari, anche e soprattuttodi potersi interfacciare con una persona vicina a loro in grado di ascoltarli, di capirli, in grado di trasmet-tergli qualcosa che vada oltre il mero aspetto di insegnamento inteso in senso asettico e freddo.

Che rapporto instaura con i suoi studenti? Meglio il dialogo o la disciplina?Oggi sempre più, è necessario instaurare un dialogo con gli studenti. Indubbiamente i ruoli vanno con-servati, tuttavia, il dialogo è di assoluta rilevanza. Le più grandi università del mondo hanno da sempreavuto il loro punto di forza, in uno stretto dialogo diretto tra professore e studente. Forse una delle capa-cità delle piccole università, rispetto ai grandi istituti italiani, dovrebbe essere e, credo che sia, proprio que-sta. Se si riesce a sviluppare un dialogo, visto che il rapporto è più vicino, anche dal punto di vista fisico,questo può essere un valore aggiunto assolutamente rilevante.

In quali aspetti si sente simile ai suoi studenti e in quali si sente diverso?Per affrontare una realtà complessa come quella di oggi occorre che il docente si avvicini sempre di più almodo di ragionare e riflettere dei propri studenti, e lo stesso studente deve fare uno sforzo per cercare dicapire i concetti essenziali che un docente sta cercando di trasmettergli, al di là delle materie che tratta.Forse l’aspetto maggiormente differente che noto è quello legato all’esperienza che può contraddistin-guere una persona con anni di lavoro alle spalle, anche se al di là dei luoghi comuni, noto che ci sono moltistudenti che si danno da fare, cercano di avere un lavoro e di fare esperienza. Ritengo che oggi, per af-frontare questo mondo così complesso, l’ottica tra studente e professore dovrebbe essere abbastanza in-tegrata.

C’è un episodio in particolare, legato a un suo studente, che ricorda con piacere?Di episodi importanti ce ne sono molti, molte e-mail e molte strette di mano o messaggi dove si ringrazianon solo per la docenza, ma anche per i consigli umani ricevuti. Ricordo in particolare uno studente diuna delle mie prime tesi, assunto dal gruppo Fiat, il quale, dopo aver girato il mondo, mi scrisse una bel-lissima e-mail, dopo molto tempo che non lo sentivo, in cui ricordava ancora con piacere il momento dellatesi e i principi che gli avevo in qualche modo trasmesso e che gli erano risultati preziosi anche nella car-riera.

Infine, qual’è la soddisfazione maggiore dell’essere insegnante?Il fatto di poter crescere. Credo che in realtà essere docente consenta alla persona di rimanere sempre gio-vane e vivente, oltre che estremamente flessibile, aperto al mondo e comunque di apprendere anche nelmomento in cui fa docenza, perché la soddisfazione maggiore è quella di trasmettere da un lato umanitàe conoscenza, e dall’altro di poter apprendere da questa esperienza.

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La scuola come istituzione nasce per gli studenti ed è a loro che dovrebbe piacere, tu come lavedi?Si, la scuola nasce come opportunità per tutti coloro che vogliano imparare e crescere in maniera cul-turale, formativa e anche mentalmente, per aprirsi in maniera migliore a quella che viene chiamata vita.Oltre agli studenti ovviamente in misura minore, deve piacere anche a coloro che insegnano, ancheperché, secondo il mio punto di vista, più gli insegnanti si trovano in una situazione di loro agio, più rie-scono a trasmettere insegnamenti validi ai loro studenti.

Il rapporto con i professori è molto importante sia per l’insegnamento formativo sia per l’arric-chimento umano che può portare. Ritieni che nei docenti ci sia maggiore competenza didatticao disponibilità umana?Dipende dai professori, ovvio è una cosa soggettiva, la mia impressione è che ci sia una maggiore com-petenza didattica, il che è positivo proprio perché ciò rappresenta la base grazie alla quale una per-sona può insegnare o meno, la disponibilità umana è appunto la trasmissione di questi insegnamenti,è molto soggettiva, dipende dal carattere dell’insegnante e anche da quello dello studente e a volte horiscontrato un certo disinteresse da entrambe le parti in questo senso, quindi non si tratta di un pro-blema unilaterale secondo me.

Quali sono gli spetti positivi e quelli negativi che riscontri nei docenti?Di positivo, vi è il fatto che alcuni docenti riescono, grazie al loro carattere e voglia di insegnare e, anchegrazie alla loro apertura mentale , che li fa in qualche modo avvicinare ai propri studenti, a creare un le-game con essi e a coinvolgerli nella maniera più positiva, altri invece non riescono in ciò, magari sonomolto preparati nella loro materia, ma vuoi per carattere, vuoi per formazione non riescono nel coin-volgimento e questo rappresenta un grosso limite.

Tra i tuoi insegnanti c’è n’è stato uno che ha avuto un’influenza significativa su di te?Sicuramente più di uno. Ricordo soprattutto una docente che durante la triennale ho seguito per uncorso, di ordinamento giudiziario, la quale riusciva con il suo carisma e con la sua attitudine nel saperinsegnare a far scaturire il meglio di me nell’approcciarmi a tale materia.

Come ritieni debbano comportarsi gli insegnanti con voi studenti? Dialogo o disciplina?Direi che la via di mezzo è sempre la via migliore, la disciplina forma una persona, da un ordine allecose, ma la mancanza di dialogo può comportare dei danni a questa formazione, dei dubbi nello stu-dente, quindi si direi che ci vuole di tutto un pò.

Vediamo un attimo le cose da un’altra prospettiva: se tu fossi un docente come ti comporteresti?Non saprei, in tutte le cose occorre passarci e occorre secondo me anche l’esserci portati, avere l’atti-tudine naturale, ovviamente cercherei di mettere in pratica quanto detto fin’ora, ossia cercherei il dia-logo con i miei studenti, senza però tralasciare mai la disciplina.

Editor Annalisa Appignanesi

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Una delle problematiche più ricorrenti in età scolare è sicuramente la sindrome scoliotica.Cosa si può fare a riguardo?Quando il pediatria si accorge che lo studente manifesta queste problematiche o alterazioni po-sturali, visto che stiamo parlando di età evolutiva, la prima cosa da fare è chiedere consiglio almedico di base che saprà indirizzare verso lo specialista e le figure professionali adeguate. Se l’in-dicazione dello specialista è nei confronti di una terapia di riabilitazione o una terapia mediantecorsetto ortopedico, in casi seri con una evidente alterazione patologica, il tecnico ortopedico,sotto l’indicazione del medico ortopedico provvederà alla realizzazione del corsetto su misura,rilevato su calco in gesso del bambino e confezionato con le correzioni impartire dallo speciali-sta.

Parlando di cause quali sono?La familiarità, oppure alterazioni strutturali, tra cui uno slivellamento del bacino, oltre ad atteg-giamenti posturali scorretti.

Quando parla di atteggiamenti posturali scorretti intende le posizioni errate assunte dallostudente ad esempio quando è seduto sui banchi di scuola?Anche, tuttavia, può essere un fattore predisponente, ma non determinante per ogni individuo.Non tutti i ragazzi che assumono posture errate vanno in contro alla sindrome scoliotica. Va sot-tolineato che anche il praticare sport assimetrici, tipo il tennis o il basket, durante la fase evolu-tiva può influenzare la crescita simmetrica del ragazzo, predisponendolo a tali alterazioni.Pertanto consiglio sempre di compensare con la pratica di uno sport simmetrico come può es-sere ad esempio il nuoto..

Il peso dello zaino pieno di libri può essere un altro fattore scatenante?Negli anni può essere una concausa, per quei ragazzi a rischio, ossia con una familiarità allespalle oppure con una struttura fisica predisposta e sensibile a queste alterazioni. La regola ge-nerale è che quando si porta un peso è sempre bene evitare di concentrarlo su un solo lato delcorpo, ma bilanciarlo, indossando la zaino su entrambe le spalle. Infatti portandolo su un sololato del corpo, si verifica uno sbilanciamento del carico che va aumentando sul lato dove vieneindossato lo zaino. A tal proposito, per ovviare a questa problematica, erano stati messi in com-mercio zaini trolley così da trascinare il peso anziché caricarlo sulla schiena. Tuttavia si è riscon-trato che, anche questa soluzione, non è adeguata in quanto, per trascinare lo zaino, si verificacomunque uno sbilanciamento posturale perché è un solo lato del corpo che trascina il peso. Inogni caso è bene distinguere tra sindrome scoliotica e atteggiamenti scoliotici che di solito ven-gono trattati con ginnastica posturale.

Qual è la differenza?Un atteggiamento è la tendenza ad assumere determinate posizioni che per sua caratteristicafisica può anche non sfociare in patologie, mentre la sindrome scoliotica è una deviazione la-tero-laterale del rachide, ossia della colonna vertebrale.

Se un ragazzo manifesta queste problematiche, cosa consiglia ai genitori?Se manifesta alterazioni che possono mettere in allarme è bene far vedere subito il ragazzo allospecialista che saprà indicare il percorso più adeguato al caso specifico.Soprattutto se c’è una familiarità è bene tenere sotto controllo il bambino e il ragazzo così da in-tervenire tempestivamente.

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Come vivono la loro infanzia i bambini delle Marche?Cosa fanno, cosa amano, come crescono? Cosa riserva lorola nostra regione? Cercheremo di tornar bambini anche noie di addentrarci nella loro delicata e incantata dimensione,parleremo di giochi e divertimenti a loro dedicati dandodirettamente la parola a chi se ne intende e lavora per loro,esploreremo gli aspetti giocosi e leggeri dell'infanzia maanche quelli più importanti e d'attualità.Perché anche ilgrande mondo dei più piccoli merita spazio e attenzione!

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Siamo Sabrina, Lucrecia e Anna Lisa, mamme-amiche-professioniste con figli in età scolare che, ispirate dalle attivitàdi una associazione senza scopo di lucro francofona con sede aMonte Carlo, abbiamo creato Linea Innocenza, una associa-zione di volontariato che si occupa di informazione e preven-zione per la difesa dell’integrità e della dignità dei bambini,particolarmente su Internet.Lavoriamo in stretta collaborazionecon le scuole e gli enti istituzionali della nostra regione per svi-luppare una maggiore consapevolezza nell’utilizzo di Internettra i bambini, i ragazzi, i genitori e gli insegnanti.Abbiamo rea-lizzato, per esempio, la messa in sicurezza di un’aula informa-tica della scuola media “Donatello “di Ancona; lo studio e lamessa a punto di: alcune metodologie di informazione e di sen-sibilizzazione da utilizzare presso le scuole; eventi per bambinie ragazzi per educare a un “utilizzo” positivo e consapevole dellarete e degli strumenti multimediali come la “TRAP-CHAT” , unasimulazione di chat tra classi nella quale i bambini scambianovarie informazioni personali pensando di “chattare” con alcunicoetanei, che si rivelano, alla fine, con il volto di una operatrice(nostra complice) che svela così le mistificazioni della realtà vir-tuale. Con il supporto dell’Assessorato alla Formazione e Istru-zione della Regione Marche abbiamo realizzato un percorso diformazione tecnica, legale e psicopedagogica che ha coinvolto330 insegnanti e genitori di 34 scuole e comprensivi su tutto ilterritorio regionale che è risultato utile per conoscere i rischi didiversa natura legati alla salute, alla normativa vigente e alle ca-ratteristiche dei social network più utilizzati dai naviganti inrete.Creiamo e distribuiamo gratuitamente materiale informa-tivo come mousepad ed opuscoli presso le scuole e con il rica-vato di alcune iniziative di beneficenza cittadina (Alberi d’Oro)abbiamo donato un computer completamente sterilizzabile aipiccoli degenti naviganti in un reparto dell’Ospedale Salesi diAncona.In programma abbiamo un concorso fotografico per ibambini e ragazzi della città di Ancona: IO AMO ANCONA conil quale verranno premiate, addirittura con un I-Pad, nella gior-nata dei Diritti dell’Infanzia, il 20 novembre, le più belle foto in-viate dai ragazzi. Invitiamo quindi tutti i ragazzi dagli 8 ai 17anni a partecipare!Vi aspettiamo al prossimo numero con nuoviapprofondimenti legati ai ragazzi e all'utilizzo delle nuove tec-nologie!!

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Dall’esterno sembrerebbe un furgone cometanti. Ma i bambini si fermano nelle piazzemarchigiane ad aspettare il suo arrivo. Pazientiattendono che si aprano i portelloni di questogrande mezzo Volkswagen che di colpo si tra-sforma in un teatro delle meraviglie. Si, un veroteatro si svela ogni volta a poco a poco ai piùpiccoli :è il Furgolibro dove le fiabe diventanorealtà. “Da anni sognavo di ascoltare e incon-trare i sogni dei bambini, vederli sfogliare, leg-gere, scoprire nuovi mondi e nuove storie- haspiegato Melissa Conigli, operatrice di Furgo-libro e presidente dell’associazione culturaleAcchiappasogni di Falconara Marittima- ed oracon questo mezzo così speciale penso propriodi esserci riuscita”. I narratori dell’associazioneinfatti, grazie al Furgolibro possono utilizzareun vero e proprio teatro viaggiante per rac-contare fiabe attraverso il linguaggio verbale equello corporeo allusivo e sensoriale. E natu-ralmente stimolare alla lettura attraverso lapossibilità di avere libri in prestito dalla libreriaviaggiante del Furgolibro che ogni volta, a de-stinazione raggiunta i più curiosi posso sco-prire aprendo il portellone laterale. Ma ci sonoanche strutture asportabili di legno e stoffache assieme al sipario colorato, con gesti sem-plici, servono ogni volta a trasformare qualsiasiluogo in un ‘angolo magico’ dove i giovanis-simi marchigiani possono ascoltare o leggerestorie senza magari spostarsi dal loro quar-tiere. “La finalità di ogni nostro progetto- haspiegato ancora Melissa Conigli- è educativa eculturale: educativa perché crediamo che ilteatro e l’animazione siano strumenti capacidi veicolare valori ed identità; culturale perchéogni operazione che conosce e prova a riela-borare realtà, esperienze, narrazioni, tradizioniè un percorso che arricchisce la coscienza cul-turale di ciascuno di noi, sia esso spettatore odanimatore e attore e quindi la società nel suocomplesso”. Per aver informazioni sulle pros-sime tappe del Furgolibro è possibile scrivereuna mail a [email protected] oppurechiamare il numero: 3355425835

Editor Gabriele Giangiacomi

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Claudio Talevi, 47 anni, da oltre 25 AgenteGenerale della Milano Assicurazioni per ilterritorio di Loreto, Castelfidardo e Osimo.Claudio, in questo particolare momentodi crisi, quali sono le polizze assicurativeche ti chiedono con maggior frequenza?In questo particolare momento le polizzeche mi chiedono con maggior frequenzasono quelle di tipo previdenziale. La paura el’incertezza nel futuro spingono sempre piùpersone a costruirsi una pensione integra-tiva alternativa. Sono in aumento anche lerichieste di polizze di protezione verso la fa-miglia e i propri cari.Invece , nel sistema aziendale ?Nel campo aziendale già da diversi anni svol-giamo un’azione che oserei definire “sociale”.I nostri consigli servono a volte a preveniredelle vere e proprie catastrofi.In che senso?Prendiamo per esempio le recenti alluvioniche hanno colpito i nostri territori. Se nonavessimo informato prima e seguito con at-tenzione tutte le clausole contrattuali previ-ste nelle polizze, i nostri clienti avrebberoavuto anche ulteriori difficoltà di riscossionecon la compagnia. Questa noi la chiamiamo

professionalità ma la nostra, a volte punti-gliosa mania, ha permesso di svolgereun’azione di riparo preventivo. Il maggiorecontatto diretto con il cliente che esigo datutti i miei collaboratori funge da vera e pro-pria azione “sociale” sia che venga conclusala polizza sia che il cliente ci voglia pensare.Prevenire piuttosto che curare, è importanteessere assicurati prima che succedano glieventi.Quando non sei il Claudio Assicuratorequali sono le tue principali attività?Mi piace molto leggere e sono appassionatodi storia e geografia fin da quando ero bam-bino. Mi affascina sia il mondo passato, conle sue leggende e le sue particolarità, chescoprire luoghi e posti incontaminati.Come vedi il prossimo futuro?Sono di carattere tendenzialmente ottimi-sta. Anche se questo è un periodo vera-mente nero per la nostra economia e ilnostro Paese, e nonostante ci sia chi dice chela crisi sia passata e chi invece sostiene che cistiamo entrando , ogni giorno guardo con fi-ducia e fermezza al futuro, convinto più chemai che ne usciremo vincenti.

Interviste e storie di Fabio Di Rienzo

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La storia di Ido Baldoni parte 76 anni fa da Castelfidardo,nella provincia Anconetana. Ido, fin da piccolo brucia letappe, va a scuola a soli 5 anni , entra in collegio a Re-canti ma abbandona presto gli studi e a 14 si ritrova a la-vorare come accordatore per una azienda difisarmoniche fidardense. Negli anni 50, in pieno boomeconomico, diventa segretario del PRI di Castelfidardo econtribuisce alla elezione del primo Sindaco donna deldopoguerra. Successivamente si sposerà con Luisa , dacui nasceranno tre figli. Corrono gli anni 60, in AmericaJFK diventa il 35° Presidente Usa e il secondo più gio-vane della storia, in Italia incominciano a sentirsi gli ef-fetti della rivoluzione studentesca che culminano conlo scandalo Sifar e il tentativo di colpo di stato del Ge-nerale De Lorenzo. In quegli anni Ido Baldoni si reca alavorare in Germania dove si rende conto personal-mente di cosa significhi essere straniero in terra stra-niera. Tornato in Italia, decide di dare una svolta alla suavita. Lascia il lavoro da dipendente e incomincia la suaattività imprenditoriale. Realizza il Club N°1, un primoma ambizioso progetto di chalet sul mare. Ma la svoltaarriva intorno agli anni 70’, quando rileva il Brigantino,ristorante e albergo sulla costa di portorecanati. Qui hala possibilità di avere come ospiti personaggi come Pa-varotti e altre personalità. Ed è proprio qui che, guar-dando sempre il mare, gli viene in mente quella chediventerà poi la sua ultima attività imprenditoriale. Ca-pisce in anticipo, durante una riunione a scuola, par-lando con le mamme, la necessità di dare ai bambini lapossibilità di nuotare anche di inverno in un luogochiuso . Incomincia cosi a ricercare un posto su cui co-struire la sua idea di piscina al coperto. Ed è proprio alBrigantino che ospitando una delegazione musicale delVaticano che entra in contatto con l’amministrazione diLoreto a cui sottopone la sua idea innovativa di piscinaponendola come prima struttura al coperto. È l’anno1978 quando viene inaugurato il centro sportivo Baldonie da oltre 30 anni è il punto di riferimento per il nuoto alcoperto.Un uomo, Ido, che ha sempre avuto come principi saldila buona educazione e la disciplina, il sacrificio e il durolavoro, principi che ora vengono trasferiti all’interno delcentro Sportivo dai figli Gianluca e Gianpiero, mentre lafiglia Genny ha aperto un Acqua park nella provincia fer-rarese. Ora è in pensione, ma chi lo conosce sa che an-cora è ben vigile e attento su tutto ciò che lo circonda,Ido Baldoni trascorre il suo tempo con i nipotini e in par-ticolare con Edoardo,cercando di capire come si muo-vono e cosa pensano le nuove generazioni. Staràpensando nuovamente a qualche cosa di innovativo?Lui smentisce , ma chi lo vuole trovare può recarsi ognigiorno di mattino presto in piscina, dove Ido nonsmette di nuotare e tra una vasca e altra forse i pensiericorrono …

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Luca da dove iniziamo?Iniziamo dal “domani” perchè nell'ambiente dello spettacolol' “oggi” è già vecchio e “ieri” è già stato “copiato” (sorrideammiccando n.d.r.). Per l'immediato futuro, insieme allostaff creativo dell'Associazione Titanus stiamo lavorando adun progetto fondato principalmente su criteri di solidarietà,che coinvolgerà importanti organi amministrativi dello Statoper celebrare all'estero la cultura italiana. Tu sei una fucina di idee. A quali di queste sei più legato?Quando aprirono le prime discoteche a Pesaro, nei primianni ’70, intuii le straordinarie potenzialità dei locali daballo e cominciai poi per gioco ad inventare delle inizia-tive volte a promuovere i rapporti tra la gestioni dei localidella riviera adriatica ed il pubblico: era l'alba dei P.R.delle disco!L'evento più “strano” che hai ideato?A novembre del 2010 a Londra, nella sede centrale dellaGuinness World Records, nel corso di una straordinariacerimonia privata, Marco Frigatti, giudice ufficiale dellaGuinness World Records e del programma TV “Lo Showdei record” in onda su Canale 5, mi ha consegnato uffi-cialmente la pergamena che certifica il record stabilito dal-l’Associazione “Titanus”. Si tratta della maratona canorapiù lunga del mondo denominata “Titanus festival” orga-nizzata dal 21 al 25 settembre 2010 al Teatro CinemaAstra di Pesaro che ha coinvolto 389 artisti, provenienti danumerose province italiane, che si sono esibiti ininterrotta-mente per 103 ore, 9 minuti e 26 secondi.Anni fa realizzasti il libro dal titolo Gran Galà DJ. Dicosa trattava?Risposta: Quel libro, scritto con Fabio Di Rienzo, raccon-tava l'epoca del vinile e degli “Afroraduni” (termine da luiconiato nel 1982 ed ancora di uso attuale n.d.r.), cheavevo ideato al fine di radunare tutti i migliori D.J. del mo-mento e farli mixare per 12 ore no-stop. A seguito degliAfroraduni creai una sorte di Notte degli Oscar per Disc-Jockey sulle cui esperienze nacque proprio la stesura dellibro per la “Incontro Editore” a cui abbiamo dato il titolodella manifestazione stessa “Gran Gala D.J.” con prefa-zione di Renzo Arbore.Tu hai una figlia di 18 anni, quale modo di divertirsiconsigli ai giovani d’oggi?Risposta: così come promuovo attraverso l'attività associa-tiva, consiglio un divertimento sicuro e libero dall'uso di so-stanze illegali e alcol.

V.O.P.

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La storia della GR elettronica inizia nel 1990 comerealtà artigianale, poi nel 1997, con il passaggiogenerazionale, i giovani imprenditori hanno l’in-tuizione di riprodurre nelle Marche quei modelliaziendali di dimensioni internazionali e trasfor-mano l’azienda di famiglia in una una S.R.L. Ilbalzo successivo avviene nel 2008 quando daazienda manifatturiera, che si occupava pretta-mente di assemblaggio, la GR diviene quella re-altà che oggi offre un servizio completo; è ingrado di gestire il prodotto in tutte le fasi dellasua lavorazione, dall’ industrializzazione al pro-dotto finito, garantendo la possibilità di tracciareogni singolo elemento. L’azienda è strutturata sureparti distinti che permettono di ottimizzare iprocessi di lavorazione. Nel reparto SMT vienerealizzata un’elettronica fortemente miniaturiz-zata per vari settori; wireless, sistemi di controllo,apparati audio professionali, sistemi per difesamilitare, medicale diagnostica., settori per i qualiGR contribuisce a far esportare know_how ita-liano nel mondo. Nel reparto PTH (o anche dicompletamento) la componente informatica equella umana si fondono in un connubio per-fetto per dare origine a prodotti altamente ripe-tibili nella prestazione operativa finale,caratteristica certificata anche tramite ausiliodelle fasi di test dei prodotti, poste a fine cicloproduttivo. Questi controlli e l’accuratezza postanella realizzazione, costituiscono i principali puntidi forza della GR, che l’hanno resa una realtà trai-

nante dell’economia regionale. L’azienda, con 60dipendenti, la maggior parte dei quali donne, co-stituisce un esempio positivo nel panoramaaziendale italiano. La sua peculiarità è di non averpercorso, in questa fase critica dell’economia, lastrada della delocalizzazione ma di aver scelto co-raggiosamente di rimanere radicata nel territo-rio, cimentandosi volutamente in settori adelevata impronta tecnologica , sinonimo di nic-chia e , per questo, complessi nella loro gestioneindustriale. Seguendo questo percorso la GR èriuscita non solo a garantire standard qualitativied a mantenere l’occupazione sul territorio maaddirittura a fornire, per conto di suoi clienti in-ternazionali, alcune innovative realizzazioni inpaesi asiatici solitamente noti per l’ importazionedi loro realizzazioni verso i nostri territori.Sempre volutamente proiettata al futuro,l’azienda investe continuamente in innovazionetecnologica e nella qualità dei servizi per perse-guire obbiettivi di reale crescita. La GR di domanista puntando ad allargare il suo mercato oltre iconfini europei, andando a farsi completamentecarico di tutta la parte produttiva e servizi con-nessi del cliente, così da conseguire maggiorieconomie di scala in fase di approvvigiona-mento, maggiore efficienza nella gestione delleproduzioni fisiche e , di conseguenza, ottenereuna maggior competitività economica finale, conla quale rimanere pienamente attivi nel propriomercato di appartenenza.

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Attraverso uno sguardo attento e curioso andiamo allascoperta di quelle attività lavorative che fanno parlaredelle Marche come la Regione dell’artigianato d’eccel-lenza. Quelli che oggi vengono comunemente chiamati“antichi mestieri” rappresentano in realtà un patrimoniodi tradizione e una risorsa preziosa per l’economia delnostro territorio. Ad inaugurare il primo numero di que-sta rubrica sono i cappelli di paglia, di cui Montappone(Ap) è centro internazionale. Se Papa Leone XII oltre ad essere un brillante uomo diChiesa fosse stato anche un abile scommettitoreavrebbe sicuramente puntato sulla realtà commercialeche vive oggi il paese di Montappone. Curiosando tragli archivi del Comune spunta, tra lo stupore del SindacoGiuseppe Mochi, il nome di questo illustre personaggioche mise un importante tassello nella storia dei cappellidi paglia. Nel clima d’incertezza economica che visserole Marche nella prima metà dell’Ottocento, Leone XII fucolui che cercò di animare il commercio e di contrastarel’introduzione clandestina dei copricapo fiorentini, im-messi nel mercato per sopperire alle mancanze locali.

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Infatti, sebbene l’attività di intrecciare la paglia fosse aquel tempo molto vivace, il denaro per i nuovi macchi-nari scarseggiava. Stando a ciò che scrisse su Montap-pone il Cav. Vincenzio Vitali Brancadoro nel lontano1887, il Papa si interessò all’economia del piccolo borgoe concesse agli esportatori un premio in denaro pari al12% del venduto. Si tratta di una piccola somma cheperò servì ad incoraggiare ulteriormente i commerciantilocali nella produzione e nella vendita dei loro cappelli.Passeggiando senza meta per le vie di Montappone c’èun’immagine che ricorre con più insistenza. È quella diun contadino che sorregge sulla spalla una stanga coni cappelli di paglia appesi. La troviamo nelle cartolinepiù rappresentative e la raccontano gli anziani del posto,quelli che macinavano chilometri a piedi per venderequalche cappello. Accanto a questa fotografia sbiaditadel passato se ne aggiunge un’altra più attuale e dai co-lori più accesi, con scritto “Montappone, centro inter-nazionale del cappello”. Oggi, questa manifatturacoinvolge il 90% del settore produttivo del paese e i vi-cini comuni di Massa Fermana e Monte Vidon Corradocompletano il distretto industriale che conta novantaaziende tutte dedite alla produzione di cappelli. Si trattaper lo più di micro e piccole-medie imprese, formate inalcuni casi da tre o quattro dipendenti, che insieme rag-giungono un fatturano di circa 220 milioni di eurol’anno. Il settore oggi è frammentato: entrando inun’azienda del posto ci si trova davanti a una vastagamma di prodotti tra cui scegliere, diversi per la varietàdei tessuti e per la tipologia d’utenza. Montappone è unpiccolo orto, come usano definirlo gli abitanti del posto,che però fa parlare di sé come un laboratorio artigianaled’eccellenza.Il cappellificio Sorbatti a Montappone (Ap) vanta unatradizione artigianale che dura da oltre ottant’anni erappresenta oggi il punto di riferimento per mercati ita-liani e stranieri. Ne parliamo con Attilio Sorbatti, titolaredell’azienda assieme al fratello Marco.

Il cappello sta vivendo un nuovo momento di gloria.Una moda passeggera?Oggi il cappello non è solo un accessorio o un capo diabbigliamento. È un vero e proprio status, un modo diessere, di presentarsi, di esprimere la propria persona-lità. Sono sempre più numerose le case di moda che ga-rantiscono ai clienti un’offerta total look: il cappello stadiventando l’elemento indispensabile che completa unacollezione.

Quali sono i mercati dell’azienda e i marchi che co-stituiscono la vostra clientela?I mercati principali sono l’Europa, il Giappone e la Koreadel Sud. Abbiamo qualche cliente anche nell’arcipelagoaustraliano. Lavoriamo per note aziende come Dolce eGabbana, Marina Yachting, Brunello Cucinelli, Cerruti eMontclair.

L’azienda produce l’originale Panama, un cappelloper pochi estimatori…È da sempre simbolo di buon gusto ed eleganza. Il Pre-sidente Napolitano indossa un Panama di nostra pro-duzione grazie ad un omaggio della proloco diMontappone. Anche gli atleti della squadra olimpica te-desca, che parteciparono ai giochi di Sydney 2000, or-dinarono il nostro Panama per indossarlo il giorno dellapresentazione ufficiale. Entro settembre il modello Mon-tecristi diventerà patrimonio dell’umanità.

Cosa andrà di moda quest’inverno?Consiglio di indossare il modello alla Humphrey Bogart.

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Economia Territorio

Editor Fiorella Pierangeli

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La Fiera Nazionale del Tartufo Bianco di Ottobre e No-vembre è l’evento più importante che ha permesso adAcqualagna di diventare la Capitale del Tartufo. Ognianno è raggiunta da una folla di turisti non solo Italianima anche molti tedeschi e inglesi per non parlare di al-cune comitive di giapponesi e americani. Gli stand espo-sitivi sono circa un centinaio, la Piazza centrale sitrasforma in un salotto dove solo qui si possono ammi-rare, annusare e acquistare quintali su quintali di tartufofresco per non tralasciare tutti gli altri prodotti di qualitàquali salumi vino miele e formaggio prodotti nelle nostrezone. La fama e il target qualitativo dell’evento richiamaormai anche produttori nazionali e internazionali chevengono selezionati e mostrano e vendono solo il me-glio della propria produzione di nicchia. Insomma un sa-lone del gusto firmato qualità ma soprattutto tradizione,storia, sapore autentico. L’afflusso di gente ha toccato i100. mila visitatori per non parlare di politici e vips di ognitipo che affollano ogni giornata di fiera. La fiera è una

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grande vetrina,il volano di tutta l’economia territoriale,il puntodi partenza delle strategie di marketing territoriale che con-traddistinguano Acqualagna nella Regione Marche.

GLI SPAZIL’intera cittadina di Acqualagna mette i propri spazi a disposi-zione dell’evento. La piazza principale ospita gli stand dei com-mercianti di tartufo fresco, anima storica dellafesta. IlPalatartufo è il più importante spazio di accoglienza per glioltre 200.000 visitatori della Fiera. Passeggiando per i suoi 4.000mq, gli appassionati di cultura enogastronomica possono as-saggiare e acquistare ciò che di meglio offre la cucina tradizio-nale italiana: le produzioni legate al tartufo tipiche delterritorio, i molteplici prodotti ed esempi prelibati di produ-zione gastronomica delle altre regioni italiane. Inoltre si puòvisitare l’area dedicata all’artigianato locale del mobile e dellacelebre lavorazione artistica della pietra. A testimonianza dellegame tra vino e tartufo, vieneallestito da anni un appositospazio coperto denominato “Mercato del Vino” per ladegusta-zione e la promozione dei vini.

SALOTTO DA GUSTARE Forte del grande successo ottenuto nelle precedenti edizioni,l’area dedicata al contest culinario verrà ampliata e potenziata.In essa si svolgeranno quotidianamente dimostrazioni, eventienogastronomici, degustazioni. Nell’organizzazione si punteràsulla qualità, selezionando i prodotti più pregiati e gli chef piùfamosi, che potranno ben rappresentare il territorio di prove-nienza. Oltre agli chef dei più rinomati ristoranti d’Italia, ognianno ci raggiunge uno chef di fama internazionale come LuigiGerosa, executive Chef del Burj Al Arab di Dubai, e Andrea Tran-chero, executive Chef del Ristorante Armani di Tokyo. La cucinaverrà allestita come una vera e propria platea teatrale, nellaquale i principali ristoratori italiani presenteranno ricette e truc-chi di un’arte culinaria che rispecchi il loro territorio. Gli spet-tatori potranno seguire in diretta tutte le varie fasi dellapreparazione di un piatto, mentre esperti gastronomi terrannodelle vere e proprie lezioni di cucina per insegnare a tutti coloroche lo vorranno come si sceglie, si prepara e si cucina una ri-cetta. Presso il Salotto trovano spazio anche le aziende agroa-limentari espositrici e gli sponsor che possono utilizzare questo

luogo per presentare prodotti, anteprime, incontrare nuoviclienti.

LA NOTTE DEL TARTUFO BIANCOSarà ripetuta e potenziata anche per l’edizione 2011. Nata dallavolontà di ampliare l’accoglienza turistica a coloro che trascor-rono l’intero week-end in Acqualagna. La fiera tendenzial-mente chiude l’esposizione alle ore 19.00, in quella serata tuttigli espositori sono rimasti aperti fino a tarda notte e in ogni an-golo del paese era attiva una determinata animazione: aperitivia tema, concerti di ogni tipo ( dal jazz, alla musica colta, ai ballipopolari, al dj)

IL PALAZZO DEL GUSTOAdiacente al Salotto è il Palazzo del Gusto, un’antica dimora re-staurata e inaugurata lo scorso anno nell’ottica di offrirsi comeluogo dove il Cibo è Storia, Arte e Tradizione. Qui si possonoeffettuare eductor per le aziende e food and wine tasting perla certificazione e presentazione dei prodotti, si tengono se-rate a tema per le degustazioni guidate. Da qui partono gli Iti-nerari del Gusto che ridisegnano i confini del territorio in nomedella Repubblica Gastronomica di Acqualagna , proponendole tappe giuste per assaggiare le specialità enogastronomichedella Regione, rovesciando il concetto tipico del viaggio doveil cibo non è più accessorio ma diventa protagonista.

I NUMERI DELLA FIERA• 4 aree dedicate• 5.000 mq totali dedicati alla Fiera• 80 stand allestiti• 100 espositori• 200.000 visitatori presenti all’edizione 2009, di cui 45.000 solo

nella prima giornata• 2.600 visitatori stranieri (Francia, Germania, Inghilterra, Sviz-

zera)• 60.000 gli accessi al sito nel periodo della Fiera• 4.320 gli appassionati, italiani e stranieri, iscritti al club “Amicidel tartufo”.

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Mondo Giovani

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Ha studiato cinema all’Act multimedia di Roma maha le Marche nel cuore. Il trentenne regista e sce-neggiatore osimano Marco Vescovo ha scelto il lun-gomare di Marotta come location ideale del suocortometraggio d’esordio: “Scoop & GO”, una diver-tente commedia sul cattivo giornalismo dello scoopa tutti i costi e interpretata da giovani attori marchi-giani molto promettenti.La storia: Un’improvvisatatroupe televisiva, composta da una cronista, GiuliaGrandinetti, attrice di Potenza Picena (MC) in pre-stito dal teatro, un cameraman, Simone Riccioni, diCorridonia (MC) attualmente impegnato anche nelleriprese dell’ultimo film di Fausto Brizzi ‘Come’è bellofar l’amore” e un fonico, Gianluca Testa, molto cono-sciuto nel circuito del cinema indie, viene inviata aMarotta dal direttore di una web TV marchigiana,Mario Pennacchietti, attore non professionista di Ro-sora (AN) a compiere un servizio particolare e ri-schioso: riprendere uno sbarco clandestino diprostitute. I tre si organizzano e passano una movi-mentata nottata in spiaggia nella vana attesa dipoter filmare lo sbarco dato per certo da fonti “con-fidenziali” del direttore. Ma non ci riescono e deci-dono così di costruire loro stessi il servizioraccogliendo le interviste strampalate di improba-bili testimoni ‘oculari’. Vescovo come è nato il progetto?“Un paio d’anni fa, quasi per scherzo, ho ripreso e ri-maneggiato in mano la bozza del corto del mio caroamico Giovanni Collu, l’autore del soggetto.

Ne è venuta fuori una commedia un po’ grottesca,di facile fruizione ma che comunque mira a far ri-flettere, anche se in tono scherzoso, sull’attuale si-tuazione nel campo audiovisivo e su certi modi difare giornalismo TV oltre che a criticare certe abitu-dini di lavorare “alla carlona” sfruttando la gente”.Ilcorto girato tra la fine di agosto e l’inizio di settem-bre scorso grazie alla collaborazione del Comune diMarotta e alla Capitaneria di porto, verrà presentatonei più importanti festival di settore nazionali e in-ternazionali. Nel cast tecnico figurano i fanesi HenrySecchiaroli e Ivan Tonucci, rispettivamente direttoredi fotografia e fonico e infine Marta Bontempi sce-nografa di Macerata.

Editor Gabriele Giangiacomi

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Uno spazio che mancava o se volete un’opportunità in più per far circolare idee, proposte,per dare visibilità ai tanti fermenti editoriali, teatrali, culturali in una sola parola, della nostraregione. Non potevo non accettare la proposta di Marchemag di curare questo spazio. Af-fronto il compito con spirito di servizio e disponibilità, assolutamente conscio che non saràpossibile offrire un panorama esaustivo, che anche qui non si riuscirà a dare visibilità a tuttiquelli che lo meritano, ma che si tratta comunque di una grande occasione. Per la primavolta un magazine marchigiano, sfuggendo alle regole dei grandi gruppi e delle lobbiesculturali, offre spazio al territorio, alla creatività, mettendo sullo stesso piano esordienti e fa-mosi, cercando (è la mia aspirazione) di mettere in evidenza il prodotto e non il conteni-tore. La prima copertina di questa rubrica va di diritto a quello che è destinato ad esserel’avvenimento del decennio. La grande mostra alla Mensa del Signore” alla Mole vanvitel-liana di Ancona inaugurata nell’ambito delle iniziative del Congresso Eucaristico e apertasino all’8 gennaio 2012. Centoventi opere, in un allestimento fantastico, dal Raffaello, al Ru-bens, dall’ultima cena di Signorelli , a quella del Tiziano e del Tintoretto, dalla comunione diSanta Lucia del Tiepolo a quella degli apostoli di Barocci, per citarne alcune. Nel momentoche viviamo mi piace ricordare ciò che sosteneva Aristotele: nella buona sorte la cultura èun ornamento, nell’avversa un rifugio.

Giancarlo Trapanese

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Titolare dal 1998 (con Antonio Rizzo) della PeQuod (una delle caseeditrici più importanti delle Marche con 23-24 libri all’anno) MarcoMonina ha caratterizzato il suo impegno scoprendo e valorizzandotalenti: il fratello Michele Monina, Andrea Bajani, Piersandro Palla-vicini, Diego De Silva, Alessio Torino sono sue scoperte. Per lui leforche caudine di questo lavoro sono e restano la distribuzione. “Noi- spiega- abbiamo fatto una scelta essenziale, quella della di-stribuzione nazionale con la Pde – ma per una casa editrice piccolao media è scelta pesante. Se non vai in libreria non esisti, se ci vaici rimetti. Le concentrazioni editoriali oggi gestiscono tutto: premi,accessi alle tv, lasciando alle altre pochissimi spazi. Nonostante que-sto nostri libri hanno avuto importanti riconoscimenti, il Bagutta, ilViareggio, l’Enriquez ( per citarne alcuni)”. Ma per Monina il pro-blema resta quello che Ernesto Ferrero ha ben spiegato: in Italia peri libri non c’è la collina: o l’Himalaya o la pianura. O vendi centinaiadi migliaia di copie o poche centinaia . Rarissimi quelli che riesconoad attestarsi su qualche migliaia.

Trentasei anni, urbinate doc, docente a contratto di Letteratura la-tina nell’ateneo feltresco, Alessio Torino è giustamente conside-rato uno degli autori emergenti più interessanti del ricco panoramamarchigiano. Il suo undici decimi ( Italic-Pequod) lo aveva messosubito in mostra . Ora “Tetano” (Minimum fax) , una storia intensache affonda le radici nell’infanzia dell’autore, si colora di autobio-grafico ma non si ferma sulla soglia dei ricordi e del vissuto ma vaben oltre, legandosi in modo indissolubile al territorio (un po’ comefa la poesia del suo concittadino Piersanti) ma non rinunciando aporre l’uomo, il suo sentire i suoi sentimenti al centro della narra-zione. Un modo svelto di scrivere, incisivo, che denuncia una au-tentica vocazione che parte dai tempi del liceo. “Beh, certo ci dice - dai tempi del liceo sono cambiate molte cose:una volta riempivo dei quaderni, adesso, mentre scrivo, c'è, la av-verto, la presenza del lettore. non significa che scrivo per compia-cere, ma significa che mi sento una parte che senza l'altra parte -quella appunto del lettore - non sarebbe niente.”.

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Il trailer del suo “ Il posto della neve” è stato proiettato a Venezia, il docu-mentario completo sarà in concorso a Roma ma soprattutto Rai e BBChanno già espresso grande interesse per questa opera prima di AlessandroGalassi che in 50 minuti ripercorre le tappe di uno dei gialli più intriganti delsecolo scorso, la scomparsa a Sarnano di Jannet May (ex baronessa de ro-thschild) e della sua amica Gabriella Guerin . Il giovane regista Maceratese,di formazione Rai, vive a Roma ma spesso torna nella sua terra. “ Non è un’in-chiesta – tiene a specificare – ma una ricostruzione”. “ Quello che mi ha sorpreso è la nitidezza con la quale i personaggi ed i te-stimoni di allora ricordano fatti e dettagli più di 30 anni dopo. Qualcosa chefa scivolare la storia nella leggenda a fianco al mistero della Sibilla che abitasu queste montagne assieme ai segreti di quelle morti”.E Galassi non ha dubbi : “ No non furono morti bianche, dietro c’è molto dipiù”. Straordinaria la fotografia ed il ritmo della narrazione, suggestiva lascelta di lavorare tra luci e ombre come lo svolgersi della storia.

ALBA NUOVA (L’orecchio di Van Gogh)Romanzo SOFIA BOLOGNINI - 19 anni – (Ancona) In un mondo futuro (ma,chissà poi, neppuretanto) un giovane è condannato ad essere in-visibile in quanto coltiva l’insana ambizione diessere poeta, lettore, scrittore attività vietatedal governo. Divertente, stimolante parodiaben resa dall’autrice, al primo libro, che par-tendo dall’idea di Fahrenheit 451 sviluppa unpercorso personale e originale.

AVREI VOLUTO PARLARE D’AMORE ( Dam-ster editore)RomanzoFRANCESCA TOMBARI - 46 anni - Fano Dalla memoria di una storia autentica unospaccato drammatico e coinvolgente dellamisera vita in una casa di campagna dagli inizidel secolo scorso alla fine degli anni trenta. Ildegrado sociale e morale, la rassegnazione fa-miliare al padre padrone che si scontra con isogni di una adolescente. Bella l’analisi psico-logica di questa nipote d’arte.

RICCI” ( Italic-Pequod )romanzoLinnio Accoroni – 52 anni – Offagna In questo suo primo romanzo propone un in-tensa analisi di un rapporto padre-figlio dalladoppia e indagante ottica propria di chi è ge-nitore ma non ha mai smesso di essere figlio.Splendido il tratteggio dei personaggi e dellaloro interiorità reso con stile semplice e scor-revole in un momento della loro vita crucialedi fronte alla malattia e alla difficoltà.

“FORTY” (A&B editrice)RomanzoLUCIA GIULIA PICCHIO - 41 ANNI – Recanati I quarant’anni per questa divertente autricemarchigiana trasferitasi a Milano sono l’occa-sione per cimentarsi in un viaggio scanzonatoe provocatorio nella sempiterna lotta contro iltempo di una donna che cerca prima di fareun bilancio della propria vita e poi di ottenere,a qualsiasi costo, la fama e la notorietà. Spie-tato e sincero come il disincanto.

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MOSTRA D’ANNUNZIOLa poesia del made in italy Lo straordinario successo di questa estate di Popsophia a Civitanova da ragione alla tesi caraad Hermas Ercoli (direttore artistico) una proposta culturale di qualità, è in grado di fare da vo-lano turistico quanto se non di più delle grandi stagioni liriche o dei maxi concerti. Tra le mo-stre allestite da segnalare una (che chiude il 30 settembre): Gabriele D’Annunzio la narrazionesegreta. Giordano Bruno Guerri e Stefano Papetti, i curatori, nell’aprire gli armadi del poetahanno fatto in realtà un’operazione storico-culturale-commerciale. Hanno cioè in parte rive-lato che lo stile del made in Italy, ed in particolare la storia della calzatura marchigiana di pre-stigio, ha radici nella poesia e nel Glamour del poeta abruzzese. Il grande amante di EleonoraDuse aveva la fissa delle scarpe: ne possedeva 350 (molte sono in mostra) realizzate da grandiartigiani (molti dei quali marchigiani) e fu attraverso le sue frequentazioni che si iniziò a par-lare di stile italiano e marchigiano della calzatura.

Nelle stanze di un PonteficeIl 31 marzo del 1829 saliva al soglio Pontificio il 68enne cardinale Francesco Saverio Casti-glioni di Cingoli con il nome di Pio VIII. Era nato nella cittadina Balcone delle marche il 20 no-vembre del 1761 (quest’anno ricorrono i 250 anni) ma il suo pontificato fu brevissimo, 20 mesi.Morì infatti il 30 novembre del 1830. Amò sempre e molto la sua terra che ora lo ricambia conuna mostra da visitare a Palazzo Castiglioni: Le stanze di un pontefice. Pio VIII” La mostra sistruttura secondo un percorso che trova luogo nel piano nobile del palazzo Castiglioni di Cin-goli. Uno spaccato prezioso della vita di una famiglia nobile e dell’ambiente in cui viveva unPapa. La mostra aperta sino al 23 ottobre tutti i giorni dalle 16 alle 19, sabato e domenicaanche dalle 10 alle 12,30

Incontriamoci tra le righe” domenica 23 ottobre 2011 presso il Klass Hotel di Castelfidardo dalle 9.00 in poi. Evento pertutti coloro che amano la “parola scritta”. Organizza Maria Lampa : dibattiti, incontri , pre-sentazioni, convegni in una giornata. [email protected] 335-8374212

Premio EnriquezMemorabile serata a Sirolo al teatro Cortesi per la consegna del premio Enriquez 2011 rico-noscimenti di prestigio per teatro, cinema.tv musica, comunicazione di impegno sociale e ci-vile. Raramente nelle Marche la contemporanea presenza di tanti personaggi: tra i premiatipresenti Pupi Avati, Massimo Ranieri, Ottavia Piccolo, Enzo Garinei, Mauro Mazza (direttoreRai uno) Francesco Baccini, Serena Grandi.

INCONTRI SULL’ALIMENTAZIONE Conciliare il piacere della buona tavola con la cura del corpo, della mente, dello spirito: ini-ziano a Senigallia gli incontri sulla cultura dell’alimentazione, gratuiti, prenotazione obbli-gatoria. Si inizia il 28 Settembre ore 20.30: con Cibo ed emozioni: Come le scelte alimentariinfluiscono sugli stati d’animo e come le emozioni indirizzano la predilezione dei cibi. Poi ap-puntamenti il 19 ottobre e il 23 novembre. [email protected]; cell. 338 3002472

Laboratorio di letturaUna bella e originale iniziativa quella del Laboratorio di lettura tenuto da Antonio Lovascio,noto attore marchigiano, organizzato dalla Coop. Ponte tra Culture e Associazione Leggio.Due le fasi quella in corso e quella dopo la metà di gennaio. Quest’anno il materiale sceltoriguarda la poesia, a partire dal cantico delle creature di San Francesco, per continuare conla scuola siciliana fino al Dolce Stil Novo. Il laboratorio è aperto a tutti. Per informazioni 3391280355

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Dal 23 settembre al 28 ottobre 2011 si terrà al Teatro Rossini diPesaro la 64ª edizione del Festival Gad – Gruppi d’Arte Dramma-tica. In nome del Papa Re di Luigi Magni (con adattamento tea-trale di Antonello Avallone) sarà portato in scena in questaoccasione dai ragazzi del Teatro del Sorriso di Ancona, un gruppodi attori anconetani con precedenti e significative esperienze,maturate presso varie compagnie e formazioni marchigiane diTeatro e Cabaret. In scena anche il 1 e il 2 ottobre al Teatro Spe-rimentale di Ancona, e l' 8 ottobre al Teatro Gentile di Fabriano. Laregia è di Giampiero Piantadosi . Si tratta della Trasposizione tea-trale dell'omonimo film di Luigi Magni grazie all’adattamento cu-rato da Antonello Avallone, e lo stesso Magni ha esaltato il lavoro.

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Photography Silvia C

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Bentrovati, a quanti di voi in questo momento stanno leg-gendo la rivista MarcheMag e nello sfogliarla, sono stati in-curiositi da questa rubrica che per la prima volta facapolino fra le interessanti e piacevoli pagine che la com-pongono.A questo punto mi presento, sono l’avvocato Barbara Bru-soni, svolgo ormai da anni la professione di avvocato sulterritorio marchigiano, con un occhio sempre attento a chiper la prima volta, recandosi presso il mio studio, privo diogni certezza e pieno di dubbi mi pone la fatidica do-manda: “Avvocato cosa posso fare?!”Questa volta insieme a voi, grazie all’opportunità che la ri-vista MarcheMag mi offre, cercherò di fornire risposte sem-plici ma utili ad affrontare situazioni giuridiche cheinvestono i propri doveri e diritti, quest’ultimi troppospesso lesi ed a volte trascurati per evitare lunghi, dispen-diosi e non sempre soddisfacenti anni dibattuti nelle auledei Tribunali.Il mio intento sarà quello di aiutarvi a muovere i primipassi, rispondendo di volta in volta alle domande che mivorrete porre, in quell’intricato e nebuloso mondo di leggi,per cercare di affrontare le spiacevoli vicende in cui nonsapete a chi indirizzare le vostre prime richieste.Ovviamente il consiglio che sarò lieta di darvi, sarà im-prontato non alla definizione certa delle vicende prospet-tate, essendo per questo necessario una attenta analisi ditutta la documentazione in modo dettagliato, ma più sem-plicemente volto ad indicarvi la via migliore da intrapren-dere per affrontare tutte quelle problematiche chesorgono nella regolamentazione dei rapporti nella nostrasocietà.E allora entriamo subito in argomento con la prima do-manda arrivata da Francesca che mi scrive:” Tre giorni fa,mentre passeggiavo con il mio cane sul marciapiede deigiardini comunali, sono inciampata e caduta a terra acausa di una profonda buca presente sul selciato. Mi sonoprocurata delle lesioni, ma mi hanno consigliato di lasciarperdere perché difficilmente otterrò un risarcimento dalComune! Cosa mi consigli di fare?”Cara Francesca, intanto sono molto dispiaciuta per quantoti è successo e mi auguro che le lesioni riportate non sianogravi.Innanzitutto, come immagino tu abbia fatto, importante èrecarsi al Pronto Soccorso, dove ti effettueranno gli accer-tamenti necessari per diagnosticare il danno subito, il cer-tificato che ti verrà rilasciato, andrà conservato con cura,assieme ai successivi che potranno essere rilasciati anchedal tuo medico curante, non scordarti di conservare anchetutti gli scontrini rilasciati per gli acquisti inerenti a medi-cinali o altro necessario per le tue cure.Infatti questi certificati, così detti di malattia, come il restodella documentazione raccolta saranno successivamenteindispensabili rispettivamente sia per quantificare il tuo didanno permanente, (ossia il famoso danno biologico di cui

tanto spesso si sente parlare senza capire sempre cosaesattamente sia) sia la durata della malattia, ma anche ildovuto rimborso di tutte la spese affrontate.Una volta che ti sei preoccupate di questo, ti chiederai :”ma a cosa serve? A ricordarmi quanto sono stata male?!Certo che no! Infatti non appena potrai, e il consiglio èquanto prima, anche se il tuo diritto al risarcimento non siprescrive se non dopo il decorso di un anno dal verificarsidell’infortunio, dovrai inviare una lettera raccomandatacon ricevuta di ritorno al Comune in persona del Sindaco,del luogo in cui sei caduta, descrivendo l’evento e le lesioniriportate, riservandoti di quantificare il danno. Il Comune a sua volta girerà la tua lettera alla propria com-pagnia assicurativa, che provvederà ad aprire il sinistro ead informarti di ciò con una lettera, invitandoti ad inviar-gli la successiva documentazione in copia. Mi raccomandoconserva tutti gli originali!Da questo momento in poi, concluso il tuo iter clinico, tirivolgerai ad un medico legale, il quale redigerà una peri-zia così detta di parte. Questa relazione, che descriverà edindicherà il danno da te subito, è necessaria per quantifi-care lo stesso in termini di risarcimento in denaro.Una volta consegnata la perizia all’assicurazione, questa timanderà a visita presso un proprio medico di fiducia, do-podichè ti proporrà il risarcimento dovuto.Per meglio darti una idea delle ragioni del diritto che faivalere, sappi che il Comune è responsabile ai sensi dell’art.2051 del Codice Civile, il quale detta il principio della re-sponsabilità per danno cagionato da cose in custodia.Più semplicemente il Comune è tenuto a risarcire il dan-neggiato, in tutti i casi in cui il danno sia originato da unbene soggetto ad uso generale e diretto della collettività,incombendo sullo stesso un obbligo di custodia, sorve-glianza e corretta manutenzione delle strade comunali, af-finché le stesse siano conservate in uno stato di efficienzaidoneo a non costituire un danno alla persona.In tal senso si è pronunciata anche la recente Cassazione inmodo ormai consolidato.Per questo motivo, come nel tuo caso, ritengo che quantosuggerito sia il percorso più semplice e veloce per la giustasoddisfazione del tuo diritto.Nella speranza di averti fornito le risposte che cercavi, tiauguro una pronta guarigione.Per tutti i vostri dubbi, scrivetemi, vi aspetto.

Un caro saluto.Avv. Barbara Brusoni

Per i vostri quesiti scrivere a [email protected]

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Psicologa sistemico-relazionale - Terapia della coppia e della famiglia - Recanati(MC)

Salute Benessere

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Dott.ssa, con il rientro dalle tanto sospirate ferie è difficol-toso riprendere il ritmo dell'attività lavorativa e della rou-tine, dopo il relax e la libertà godute nel periodo vacanziero.Può darci dei consigli per adattarci ai nuovi ritmi stressanti?E’ necessario concedere al nostro organismo il tempo per ripo-sare e adattarsi a tale nuova condizione, ma anche ritagliarsi deltempo per coltivare i propri interessi, infatti, da un punto di vistapsicologico, è evidente che ritrovarsi improvvisamente catapul-tati nel contesto lavorativo, senza avere la possibilità di conce-dersi qualche svago, influisce negativamente sul tonodell’umore, generando una sensazione di tristezza. Un altro sug-gerimento è quello di riprendere l’attività lavorativa concen-trandosi solo sulle questioni essenziali e prioritarie, senzaprefiggersi, sin da subito, obiettivi troppo impegnativi.

Quali sono i disturbi causati dallo stressa da rientro che siaccompagnano alla ripresa dell'attività lavorativa?I sintomi con cui si manifesta la “Sindrome da rientro” sono psi-chici e fisici: una sensazione di agitazione, nervosismo, irritabilità,stanchezza, deficit dell’attenzione, abbassamento del tono del-l’umore, disturbi alimentari, disturbi del sonno ed ansia.

Cosa può consigliarci per ricreare nella routine quotidiana ilbuon umore tipico del periodo vacanziero?Come accennavo prima è fondamentale non modificare drasti-camente le abitudini apprese durante il periodo delle ferie,quindi ribadisco l’importanza di ritagliarsi del tempo, dopo il la-voro, per coltivare i propri interessi, le proprie amicizie e soprat-tutto le relazioni familiari. Le relazioni rappresentano il motoredella nostra vita e contribuiscono ad arricchirla in maniera si-gnificativa, infatti quando in famiglia ci sono delle tensioni que-ste si riflettono anche negli altri contesti della nostra vita, per cuiè fondamentale curarle.

Personalizzare il proprio luogo di lavoro può essere d'aiutonel favorire il benessere?La scelta di personalizzare il proprio luogo di lavoro, arredandolosulla base dei propri gusti personali, può contribuire ad allietareil tempo dedicato all’attività lavorativa. In particolare la scelta deicolori dell’arredamento dell’ufficio riflette i nostri bisogni inte-riori. Alcune persone si circondano di colori più tenui per creareun ambiente rilassante, mentre altre sentono la necessità di vi-vere in un luogo più stimolante e colorato.

Come sopravvivere infine alle notizie poco confortanti, comela crisi economica e la precarietà del lavoro, che ci accolgonoal rientro dalle vacanze?Di fronte al quadro socio-economico, che quotidianamente civiene illustrato dai mass media e dai giornali, noi non possiamochiudere gli occhi ma neppure farci carico di tale negatività, per-ciò dobbiamo imparare a filtrare le informazioni. Per fare ciò ènecessario conoscere i propri limiti, sapere quali informazioni lanostra mente è in grado di tollerare, onde evitare un sovraccaricodi notizie negative che potrebbero inficiare il nostro benesserementale.

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Editor Annalisa Appignanesi

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Le eccellenze del territorio Piceno, le olive all’ascolana, fannotappa da McDonald’s fino al prossimo 24 gennaio. McDonald’s,entrata in Italia nel 1985, nella scelta dei propri fornitori con-ferma la tendenza ad essere un marchio “locale”. In Italia signi-fica privilegiare il territorio e l’imprenditoria nazionale: circal’80% dei prodotti e dei servizi provengono da aziende italiane.Anche per la produzione delle olive ascolane si è sceltaun’azienda italiana, la SIA, Società Italiana Alimenti. Ingredienti:Olive verdi denocciolate 33%, semilavorato per panatura, carnebovina 11,5%, carne suina 11,5%, mortadella 2,8%, farina di fru-mento tenero, acqua, grana padano, olio di semi di girasole,sale, carote, sedano, cipolla, noce moscata, pepe nero. Prezzoconsigliato: 2,20 € (una porzione con tre olive ascolane)Valori nutrizionali: 115 kcal La promozione e valorizzazione diprodotti italiani, culminata nel 2010 con McItaly, è iniziata nel2007 ed annovera fra le ricette proposte i seguenti ingredienti,a cui si aggiungono oggi le olive ascolane:

• Speck dell’Alto Adige IGP• Pancetta della Val Venosta • Bresaola della Valtellina IGP• Parmigiano-Reggiano DOP• Asiago DOP• Caciotta di Morolo• Pecorino• Mozzarella• Provola• Provolone Valpadana DOP• Mele della Valtellina IGP• Pesche e nettarine di Romagna IGP• Arance di Sicilia IGP• Kiwi di Latina

Queste proposte che prevedono l’utilizzo di prodotti tipici lo-cali, come altri prodotti McDonald’s, sono stagionali e si susse-guono quindi nell’arco dell’anno per garantire la qualità e lavarietà dell’offerta. Esattamente come in tutti i luoghi di risto-razione, alcuni menu restano costanti nel tempo (come i pro-dotti icona: BigMac, Cheeseburger, McChicken, patatine, e cosìvia), mentre altre ricettazioni si alternano nel corso dei dodicimesi, restando in vendita un numero predefinito di settimane.È una pratica che McDonald’s attua da diversi anni per offrirevarietà alle scelte dei propri clienti. L’apprezzamento per l’uti-lizzo di prodotti locali, che si riconferma ad ogni lancio, dimo-stra che gli italiani vogliono da McDonald’s anche ricette piùvicine ai gusti e alla tradizione culinaria del nostro Paese. Nedanno prova i dati oggettivi di vendita che ne riconoscono ilvalore premiando la qualità e facendone dei casi di successo.Un esempio su tutti è stato McItaly che ha venduto oltre3.000.000 panini nelle 8 settimane in cui era prevista la sua pre-senza nei ristoranti. Il sistema McDonald’s è un interessante vo-lano per l’esportazione di prodotti italiani nel mondo. Agennaio 2010 il Parmigiano-Reggiano DOP fornito da Parma-reggio, per un totale di 140 tonnellate di prodotto, è statoesportato nei ristoranti McDonald’s francesi. A giugno, inoltre,36 tonnellate di Parmigiano-Reggiano DOP e 34 tonnellate diPancetta della Val Venosta, fornita da Recla, partner McDonal-d’s Italia dal 2008, hanno raggiunto i McDonald’s tedeschi.Unaltro prodotto tipico italiano esportato a fine 2010 nei ristorantiMcDonald’s in Francia è stato l’Asiago DOP di cui sono state ri-chieste quasi diecimila forme di formaggio, pari a 75 tonnellatedi prodotto. Anche con questa operazione si è confermata labontà del progetto McItaly, che vedeva proprio l’Asiago DOPcome protagonista di una tra le ricette più apprezzate dalcliente italiano. Sono quindi 5 i paesi nei quali McDonald’s Ita-lia è riuscita a favorire l’esportazione di prodotti tipici italiani:Francia, Germania, Spagna, Portogallo, Svizzera.In Italia da 25anni, McDonald’s ha realizzato nel 2010 un giro d'affari conso-lidato pari a 904 milioni di euro (+8.4% rispetto al 2009). Conoltre 415 ristoranti presenti su tutto il territorio, McDonald's im-piega oltre 14.500 dipendenti. Nella scelta dei propri fornitori,McDonald’s conferma la tendenza ad essere un marchio “locale”,privilegiando il territorio e l’imprenditoria nazionale. McDonal-d’s ha ottenuto quest’anno per la quarta volta il riconoscimentodi Best Workplace 2011: l’indagine che Great Place to Work® In-stitute Italia effettua annualmente per rilevare le migliori realtàlavorative in Italia. McDonald’s è stata l’unica nell’ambito dellaristorazione a posizionarsi tra le prime 35 aziende in classifica.Per ulteriori informazioni:

Cohn & Wolfe – Susanna Picucci, Roberto CaflischMcDonald’s – Paolo MereghettiTel. 02 20239386 - 358 - Tel. 02 748181 [email protected] [email protected]@cohnwolfe.com

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Il nuovo anno scolastico appena iniziato si apre in un clima diforti preoccupazioni legate alle drammatiche misure finanzia-rie imposte dal Governo nazionale, ai pesanti tagli nazionali chemettono a serio rischio i servizi essenziali per le nostre comu-nità. Tagli che purtroppo riguardano anche la scuola, colpitadalla riduzione degli organici, dall’aumento del numero di stu-denti per classe, dalla precarietà persistente dei giovani inse-gnanti, dai mancati investimenti nella ricerca. Tutti fattori che cipongono di fronte ad uno scenario che mina le nostre speranzedi crescita e sviluppo. Una grave situazione che colpisce in par-ticolare il servizio scolastico soprattutto nei territori di monta-gna, il tempo scuola, il diritto al sostegno agli alunni condisabilità. Per tale motivo la Regione ha più volte sollecitato,anche con il coinvolgimento delle categorie sindacali, un in-contro con il ministro Gelmini. Le Marche rappresentano unarealtà più che virtuosa nel panorama nazionale. Ormai da di-versi anni la nostra scuola ha raggiunto un elevato rapporto dialunni per classe (21,4) e un rapporto docenti/alunni con disa-bilità superiori al 2,30. Valori che sono di gran lunga superioriagli obiettivi fissati dal Piano Programmatico e alla media na-zionale e che ci pongono tra le prime Regioni d'Italia. Non vor-remmo però che tali sforzi fossero vanificati dalla visione miopee dall’assenza di programmazione del Governo nazionale.Garantire un percorso di istruzione e formazione di qualità èuna delle priorità della Regione Marche. Un sistema scolasticoefficiente è fattore di crescita personale e di sviluppo dell’interacomunità. Questi elementi sono quanto mai necessari in que-sto momento di recessione che ha colpito così profondamenteil nostro Paese. Solo un’istruzione adeguata e una formazionequalificata saranno in grado di assicurare un futuro migliore epiù stabile per tutti. La Regione si è impegnata perché questoavvenga e continuerà a farlo: la riduzione degli effetti dei taglimediante l’attuazione di politiche a favore dei precari dellascuola, la realizzazione di progetti per l’occupazione, il soste-gno alle scuole in settori complessi quali la disabilità, la lottaalla dispersione scolastica e gli insuccessi formativi, la creazionedi nuovi corsi di studio specifici per la formazione professionalein quei comparti produttivi che vedono le Marche primeggiarein Italia e nel mondo (gli Its che prendono il via a partire da que-sto anno scolastico), sono al centro della nostra politica di go-verno.A tutti i ragazzi, a tutti i dirigenti, ai docenti e al personaleAta, alle famiglie l’augurio più sincero di un nuovo anno scola-stico sereno e proficuo.

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E’ triste riflettere sulla scuola in questi giorni. Assistiamo gradual-mente ad una vera e propria svendita della scuola pubblica, chenella sostanza viene depauperata dei mezzi necessari per mante-nere un livello qualitativo accettabile, utilizzando esclusivamentelogiche finanziarie. Siamo ritornati ad un’Italia in cui l’abbandonoscolastico cresce perché mandare un figlio a scuola costa troppoe in tempi di crisi però non si può nemmeno sperare di avviarlo allavoro. Un quadro troppo nero? Non tanto. Più realistico, direi.Spesso questa situazione viene tamponata dalla “buona volontà”dei docenti che ogni giorno si prodigano in classe per garantireuna didattica all’altezza di un Paese che stava tra i primi otto nelmondo.Ma l’impegno degli insegnanti non può essere l’unica ri-sorsa su cui la società possa contare per la formazione dei proprifigli, tanto più se ogni giorno l’attuale Governo si impegna a squa-lificare e rendere difficile il lavoro dei dipendenti pubblici ed inparticolare quello dei docenti a cui si richiedono dedizione, com-petenza e trasmissione di valori. Noi vivevamo nelle Marche finoa poco tempo fa una situazione fortunata , virtuosa per molti versi:dal rapporto tra alunni e insegnanti all’altro grado di integrazionescolastica degli alunni stranieri e dei disabili, ma ora si stanno ero-dendo anche le virtù del nostro sistema scolastico che deve fare iconti ogni giorno con le riduzioni di organico. Riduzione e accor-pamenti per fare classi al limite delle norme di sicurezza.Gli alunniche stanno cominciando l’anno scolastico nella nostra regionesono complessivamente 214.873 dei quali 5.500 con handicapche vanno a comporre oltre 9700 classi che vedranno impegnatiquasi 20.000 docenti. Una situazione in cui i soggetti pubblici e,in primis, la Regione non possono che stare a fianco di chi sta lot-tando per mantenere un posto di lavoro, di chi vuole costruirsi unfuturo, di chi crede nella dignità della Scuola e nel diritto allo Stu-dio per tutti. E così la Regione si impegna da anni su azioni con-crete mettendo in campo progetti e iniziative per la Scuola e conla Scuola, consapevole che occorra ampliare l’offerta formativa perdare opportunità future ai giovani di oggi, adulti lavoratori di do-mani.Sono iniziative nate nel corso degli anni a cui abbiamo vo-luto dare continuità proprio per l’alto grado di consenso ricevutoe l’ottima riuscita. La Regione sostiene, infatti, da oltre 10 anni leAutonomie Scolastiche di ogni ordine e grado, statali e paritarieper la realizzazione di progetti finalizzati a migliorare i livelli dellecompetenze e delle abilità degli studenti italiani in particolare sullalettura, sulla matematica, sulle scienze e sulle tecniche del pro-blem solving, ritenute essenziali per svolgere un ruolo consape-vole e attivo nella società. Vanno ricordati inoltre altri progetticome “English 4U” che dal 2008 ad oggi ha coinvolto 3280 stu-denti delle scuole superiori per il conseguimento della certifica-zione della lingua inglese, con la possibilità di approfondirlamediante stages formativi di tre settimane all’estero.Sono poi daricordare i corsi di italiano per gli alunni stranieri che, puntandoall’integrazione dei giovani e delle loro famiglie, hanno coinvoltonell’ultimo triennio.La Regione ha puntato anche sulla formazionepost-diploma, continuando l’esperienza dei percorsi di Istruzioneformazione Tecnica Superiore (IFTS) la cui nuova edizione partiràall’inizio del 2012 (7 qualifiche), e avviando i nuovi corsi di Istru-zione Tecnica Superiore (ITS), programmati per il mese di ottobre,

al fine di favorire un inserimento qualificato nel mondo del lavoro.Tutti questi interventi hanno comportato un impegno finanziarioregionale di circa dieci milioni di euro.Un altro progetto del tuttoinnovativo, è stato quello relativo ai precari della Scuola. Nel qua-dro di una razionalizzazione degli organici , la Regione è interve-nuta con un provvedimento per favorire il rafforzamento, losviluppo e la valorizzazione del capitale umano nel territorio edal fine di assicurare la piena fruizione del servizio istruzione allapropria popolazione scolastica. Un provvedimento che ha con-sentito, nel biennio 2009/2010 e 2010/2011, a circa n. 380 precaridella scuola di poter aver un contratto di lavoro seppur tempora-neo e al 70% delle istituzioni scolastiche marchigiane di poter be-neficiare del potenziamento dei servizi a favore degli studenti. Maicome quest’anno gli auguri per il nuovo anno scolastico vannofatti con animo sincero e solidale perché sarà da affrontare un im-pegno non semplice con la responsabilità di tutti. Puntare sui gio-vani e sulla loro formazione non significa solo accrescernel’autodeterminazione ma anche garantire un futuro al nostroPaese.

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E’ difficile rivolgersi ai ragazzi che da pochi giorni hanno ini-ziato il nuovo anno scolastico, facendo loro un in bocca al lupoper i prossimi nove mesi che passeranno sui banchi di scuola.E’ difficile anche per chi - quotidianamente - cerca di stare acontatto con i giovani e ne conosce le ansie, le preoccupazioni,le inquietudini e la difficoltà di vivere un tempo connotato daincertezza.L’apertura del nuovo anno scolastico avviene infatti in uno deimomenti più difficili della storia recente del nostro Paese, acausa di una crisi economica grave che, inevitabilmente, su-scita pessimismo, sfiducia e soprattutto timori per il propriofuturo.Peraltro, mentre per attenuare e contrastare questi timori sa-rebbe auspicabile un’offerta formativa sempre più di qualità,tutti i livelli scolastici scontano tagli di risorse pesanti che fini-scono per far arretrare l’intero sistema formativo di ogni or-dine e grado del nostro Paese.Dalle domande inevase di iscrizione delle scuole materne edella prima infanzia, alle discutibili riforme attuate, dai tagliagli organici, all’elevato numero di alunni per classe, dalla ri-duzione del tempo scuola alle precarie condizioni dell’ediliziascolastica, il quadro di riferimento non è degno di un modernoPaese che considera l’educazione e la formazione dei propriragazzi un fattore strategico di sviluppo sociale, civile, cultu-rale, economico.Nonostante tutto ciò, voglio dire agli alunni, alle famiglie, alpersonale scolastico che - interpretando i sentimenti dell’in-tero Consiglio regionale delle Marche - per tutto quello che cisarà possibile vi siamo vicini perché fortemente convinti checomunque lo studio, l’impegno scolastico, la preparazione, ilsapere, rappresentano e rappresenteranno sempre di più lagaranzia di un futuro migliore per tutti.

Vittoriano Solazzi

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L'anno scolastico 2011-2012 per gli studenti e le insegnati mar-chigiani, sarà davvero difficile. Come noto la Riforma Gelmini siè abbattuta come una scure sull'organizzazione del sistema sco-lastico in generale, e le Marche purtroppo non fanno eccezione.A regime infatti, e quindi entro il 2012, i tagli al personale nellanostra Regione sfioreranno le 3.500 unità: meno 2.200 docentiequamente ripartiti tra scuole superiori, medie ed elementari, emeno circa 1.300 dipendenti Ata.Tali misure accompagnate alle altre contenute nella riforma, in-cideranno ovviamente in maniera negativa sulla qualità del-l'offerta, infatti gli Istituti Comprensivi si troveranno di frontealla impossibilità di garantire sezioni a tempo pieno, mettendoin difficoltà le coppie che lavorano, per non parlare delle co-siddette “classi pollaio” con un numero di alunni troppo alto (28-30 alunni) che mette a rischio la didattica e la sicurezza deglistudenti, senza dimenticare il problema occupazionale con ilmancato rinnovo del contratto a circa 900 docenti precari.In unquadro a tinte fosche come quello sopra descritto, è senza dub-bio difficile lavorare, per questo credo che vada rivolto sia alProvveditorato che alle insegnati stesse, un sentito ringrazia-mento, perché sono certo che sapranno ovviare con la passionee la professionalità a queste enormi criticità, trasferendo comenegli anni passati sapere ed educazione ai nostri figli.

Il Consigliere SegretarioMoreno Pieroni

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Le novità sono tutte negative. Siamo in una situa-zione di tagli pesanti che devono essere gestiti e dob-biamo anche fare i conti con la Legge 111, precedentealla manovra economica oggi in discussione, che pre-vede d’autorità l’istituzione di istituti scolastici com-prensivi e quindi la scomparsa delle direzionididattiche e delle scuole medie, oltre che Chiaramente,è una legge dello Stato che dobbiamo rispettare e farrispettare, ma trovo sconcertante che su una materiache ha una valenza didattica e pedagogica, una mate-ria su cui si riflette da tempo, in spregio al tanto sban-dierato Federalismo si decida a livello centrale ed indue sole righe di una legge finanziaria e non nell’am-bito di una normativa specifica, con l’unico obiettivodi risparmiare. Tra l’altro, gli istituti comprensivi di

nuova istituzione devono avere almeno 1.000 alunnie, quindi, come Amministrazione provinciale abbiamoavviato un percorso di consultazione democratica coni Sindaci e a seguire lo avremo con i Dirigenti scola-stici. Inoltre, così come abbiamo cercato di contrastarein qualche modo i tagli recuperando alcuni tempipieni, cercheremo anche di fare in modo che le nuoveorganizzazioni rispondano a esigenze realmente fun-zionali e non soltanto di risparmio.Però, è del tutto evidente che, anche se siamo in unasituazioni di crisi, non sono i tagli alla scuola, al sa-pere o agli insegnanti di sostegno che possono con-sentire di recuperare il deficit finanziario. Sonofermamente convinto che per la scuola in Italia non sispenda troppo, ma troppo poco.

La scuola è un luogo dedicato alla crescita dei nostrigiovani, dove gli ambienti e le attrezzature svolgonoun ruolo importante. Agli enti locali ed in particolarealla Provincia per quanto concerne l’istruzione supe-riore, fanno capo compiti essenziali di supporto logi-stico, per garantire un’edilizia scolastica adeguata allapopolazione studentesca e alla didattica. Su questo laprovincia di Macerata ha sempre svolto con grandeimpegno il suo ruolo e gli sforzi compiuti sin daglianni Ottanta per la costruzione di nuovi edifici hannofatto del nostro territorio uno dei meglio strutturati,soprattutto dal punto di vista della sicurezza, comericonosciuto da indagini nazionali. L’impegno è an-cora oggi costante e, nonostante le preoccupazioni per

le minori risorse messe a disposizione della scuola edel territorio, l’Amministrazione provinciale pur con-sapevole delle ulteriori necessità ed esigenze sta po-nendo un’attenzione particolare a tutte le comunitàscolastiche. La principale novità di questo nuovo anno scolasticoè rappresentata dall’attivazione dei tre Istituti d’istru-zione tecnica superiore (ITC) che la Provincia di Ma-cerata ha contribuito a far istituire. Essi, quali canaliformativi di livello post secondario, sono in grado dipreparare i giovani più meritevoli in settori produttivivicini alle esigenze del mercato del lavoro e del terri-torio.

Sono convinta che la crescita civile ed economica delPaese derivi in larga parte dalla qualità del sistemaformativo che sapremo garantire alle giovani genera-zioni. Per questo, seppure in un quadro di oggettivadifficoltà, la Provincia di Ancona ha voluto dare con-tinuità all’azione amministrativa che da quasi ven-t’anni punta all’acquisizione e alla riqualificazionedell’edilizia scolastica degli istituti superiori. Una po-litica virtuosa, rivolta a una popolazione di oltre ven-timila studenti, che porta il nostro territorio ai verticinazionali per la qualità di strutture e laboratori, se-condo le classifiche più accreditate d’Italia. È così chequest’anno abbiamo condotto a termine interventi im-portanti, come la nuova sede gioiello del polo profes-

sionale “Podesti-Calzecchi Onesti” a Passo Varanodi Ancona, le officine meccaniche del polo tecnico“Marconi-Pieralisi” e la ristrutturazione del liceo“Vittorio Emanuele II” di Jesi. Mentre altri intere-venti, come l’imponente Cittadella degli studi di Fa-briano, procedono verso la realizzazione. Ma, nonsolo edilizia scolastica. Con progetti specifici, la Pro-vincia fornisce un contributo significativo al poten-ziamento della didattica e dei corsi professionalizzantimessi a rischio dalla riforma del governo, con il pre-ciso obiettivo di fornire un contributo concreto allacompetitività culturale e de economica del nostro ter-ritorio”.

L’Assessore alla Pubblica Istruzionedella Provincia di FermoProf. Giuseppe Buondonno

Patrizia CasagrandePresidente della Provincia di Ancona

Antonio PettinariPresidente della Provincia di Macerata

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Tante novità per le scuole del Piceno Previsti investimenti per oltre 5 milioni di euroEntro il 2012 la Provincia di Ascoli Piceno investiràcirca 5 milioni di euro tra fondi regionali e risorse delproprio bilancio per interventi di ampliamento, ade-guamento funzionale e messa a norma dei plessi sco-lastici del territorio provinciale. Un impegno enormeper rispondere alle esigenze del mondo della scuola eassicurare strutture sempre più sicure, adeguate econfortevoli alla popolazione scolastica picena. Giàmolto è stato fatto: ben l’80% degli istituti scolasticisuperiori sono stati infatti già adeguati alle norme an-tincendio, (solo nel 2010 sono stati spesi 600milaeuro) percentuale che entro la fine del 2011 toccheràil 100% delle scuole del territorio di competenza dellaProvincia. Un dato che colloca l’Amministrazioneprovinciale di Ascoli Piceno tra gli enti più virtuosi e

solleciti a livello nazionale nelle opere di adeguamentoantincendio. Tra le grandi priorità per l’anno scolastico 2011/2012l’avvio della realizzazione del nuovo Polo scolasticodi Ascoli Piceno dopo la realizzazione di quello di SanBenedetto. È, infatti, in programma l’ampliamento distrutture esistenti, che sarà perfettamente in linea coni nuovi standard antisismici e antincendio e a dispo-sizione degli studenti degli istituti superiori dellacittà in base al piano di riordino scolastico e secondogli indirizzi concordati con i dirigenti scolastici e gliorgani competenti. Emerge, dunque, la piena volontàdell’Amministrazione provinciale di rispettare l’im-pegno assunto, fin dall’inizio del mandato, di dedi-care massima attenzione alla scuola come elementostrategico per la crescita e lo sviluppo del territorio.

Sul versante scuola, la Provincia di Pesaro e Urbinoha effettuato importanti interventi sugli edifici, a par-tire dall’Istituto omnicomprensivo “Montefeltro” diSassocorvaro che è stato completamente ristrutturatoe reso antisismico. Altro intervento significativo,quello sull’Istituto professionale “Benelli” di Pesaro,in cui abbiamo eliminato completamente l’amiantodal tetto, realizzando anche nuovi laboratori. Anchenegli istituti “Bramante” e “Genga” di Pesaro sonostate realizzate nuove aule, moderne ed attrezzate. Peraiutare le famiglie, sempre più in difficoltà con il “carolibri”, abbiamo riproposto l’iniziativa del “Comodatogratuito dei libri di testo”, partecipando finanziaria-mente all’acquisto, da parte di alcuni istituti scola-stici superiori, di libri scolastici da concedere incomodato d’uso gratuito agli studenti del territorio.Quest’anno il progetto sarà avviato negli Istituti

“Battisti” di Fano, “Cecchi” di Pesaro e “Celli” diCagli per gli studenti del biennio, con una quota a di-sposizione anche per le scuole che avevano partecipatolo scorso anno al progetto (Ipsia Benelli di Pesaro, liceiartistici “Scuola del libro” di Urbino e “Mengaroni”di Pesaro e Istituto di istruzione superiore “Della Ro-vere” di Urbania), a consolidamento dell’esperienzagià avviata con successo.

Matteo Ricci, Presidentedella Provincia di Pesaro e Urbino

Piero CelaniPresidente della Provincia di Ascoli

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Un caro benvenuto ai 214.873 studenti delle Marche, che daqualche giorno hanno fatto ritorno tra i banchi. A fronte di unaumento di studenti rispetto all'anno scolastico 2010-2011, itagli hanno però portato a una riduzione di classi, tra tutti gli or-dini di scuola. Eppure qualcosa si muove visto che quest'annoquasi 2mila precari (1897 per l'esattezza) sono stati finalmentestabilizzati. Una boccata di ossigeno per la scuola pubblica inun'ottica di stabilità e qualità, un risultato del lavoro sinergicotra i sindacati del comparto scuola Snals, Uil Scuola e Cisl Scuolae l'Aran (l'agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbli-che amministrazioni). Se fosse venuto meno questo rapido ne-goziato avremmo avuto poco più di 400 nomine a livelloregionale, come lo scorso anno. E invece, con nostra grande sod-disfazione, mai nella scuola italiana si era visto un numero cosìsostanzioso di immissioni. La stabilizzazione del lavoro porta atutti un vantaggio andando a toccare anche le sfere familiari esociali.

L'anno scolastico alle porte inizia con buone notizie sul frontedell'occupazione. L'azione della Uil, insieme a Cisl e Snals , haportato all'immissione a ruolo di 1897 precari tra personale do-cente e Ata. Precari storici che da anni lavoravano senza la cer-tezza di una conferma per l'anno successivo: 290 docenti per lescuole della provincia di Ancona, 232 per Pesaro-Urbino, 186 perMacerata e 157 per Fermo e Ascoli Piceno oltre a 302 Ata per An-cona, 303 a Pesaro-Urbino, 227 a Macerata e 200 ad Ascoli Pi-ceno e Fermo. Restano però problemi seri per quanto riguardagli organici. Si paga per il terzo anno consecutivo il taglio volutodal Governo. Ci sono serie difficoltà per la sostituzione dei do-centi durante l'anno, per il funzionamento di uffici amministra-tivi, per la pulizia e la sorveglianza visto che anche l’organico deicollaboratori scolastici è “ridotto all'osso”. La regione Marche habisogno di tecnici e figure professionali qualificate (la domandadelle aziende tra il 2010 e il 2011 è salita dal 38,6 % al 43,1 % perun totale di 5.640 unità lavorative da assumere.*) ma ci troviamoin emergenza anche per la gestione dei laboratori.

* - Indagine Excelsior 2010 promossa dall’Unioncamere Italianae dal Ministero del Lavoro.

Paola MartanoSegretaria Regionale Snals

Claudia Mazzucchelli

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Scuole in difficoltà, meno posti di lavoro e molti nuovi disoccu-pati: la situazione della scuola nelle Marche dopo i tagli Gelmini-TremontiLa situazione della scuola nelle Marche in 1000 battute? Dob-biamo aiutarci con i numeri, che sono principalmente quellidello straordinario taglio, davvero epocale, di questo governoalla scuola: 3424 posti di lavoro in meno, di cui 2157 docenti e1267 personale ATA, cioè collaboratori scolastici (- 940), ammi-nistrativi (-263) e tecnici di laboratorio (-86). Il tutto in una Re-gione virtuosa, nella quale non si sarebbe dovuto tagliare nullain quanto già posizionata sopra alla media nazionale per quantoriguarda il rapporto alunni per classe e per docente, alunni di-sabili e insegnanti di sostegno, in costante crescita i primi, sem-pre più insufficienti i secondi. Tagli che hanno reso la nostrascuola meno pulita ed efficiente, più povera di tempo scuola edi attività aggiuntive per aiutare chi è in difficoltà, meno sicura,con classi “pollaio” sempre più numerose e difficili da gestire. L’ef-fetto nella nostra regione? Scuole in difficoltà, meno posti di la-voro e molti nuovi disoccupati, che stimiamo in circa 500 ATA e1000 docenti. Unico aspetto positivo: le 1893 assunzioni atempo indeterminato a copertura di quasi tutti i posti rimasti li-beri, ottenute grazie alle lotte sindacali.

Manuela CarloniSegretaria Generale

FLC-CGIL Marche Snals

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L’Università di Urbino sta lavorando alacrementeper affrontare al meglio le sfide che l’attendono,consapevole della responsabilità dovuta ai suoicinque secoli di storia e con la partecipazione ditutti i soggetti che coinvolge. La Commissione perla revisione dello Statuto, che dovrà adeguare gliorgani di governo dell’Ateneo alle prescrizioni dellariforma, lavora con cadenza settimanale. Il Tavolo diConsultazione, al quale siedono le istituzioni e lerappresentanze socioeconomiche del territorio, siriunisce periodicamente per seguire e indirizzarel’evolversi del quadro generale, con i tagli della fi-nanziaria che rischiano di creare difficoltà a Urbinosul piano dei servizi agli studenti come trasporti eborse di studio.Ma i segnali relativi alle immatricolazioni sono in-coraggianti, e ci consentono di continuare a lavo-rare con impegno e fierezza , fiduciosi che con laconclusione positiva dell’iter di statizzazione Ur-bino potrà rilanciarsi, grazie all’adeguamento del

FFO ai parametri nazionali che dovrebbe asse-gnarle le risorse che merita per poter competerealla pari con gli altri atenei e continuare a richia-mare migliaia di studenti dall’Italia e dall’estero.

Prof. Stefano PivatoRettore Università degli Studi di Urbino Carlo Bo

L’Università di Macerata ha aperto la stagione delleimmatricolazioni il 1° di agosto e il Centro perl’orientamento e le sette Facoltà lavorano ognigiorno per fornire tutte le informazioni necessarieper consentire agli studenti di scegliere al megliouno dei corsi maceratesi. Un’offerta ricca, organica,aperta al mondo del lavoro perché Unimc è l’uma-nesimo che innova e propone percorsi altamenteprofessionalizzanti: giurisprudenza, economia,scienze politiche, lettere e filosofia, lingue e me-diazione linguistica, scienze della comunicazione,scienze della formazione, turismo, beni culturali. Il29 settembre daremo il benvenuto ai ragazzi conla Giornata della matricola, un appuntamento fissoche riempie le aule e apre, possiamo dire, il nuovoanno accademico. Da poco, inoltre, è stato pubbli-cato il bando per accedere a Scienze della forma-zione primaria, corso a numero chiuso (a Macerataci sono in palio 130 posti) che suscita sempre ungran numero di richieste. Infine, il nuovo anno ac-cademico inizia all’insegna dell’internazionalizza-

zione. Non mancheranno studenti cinesi, indiani edi altri paesi e, soprattutto, attendiamo l’inaugura-zione, il 4 ottobre, dell’Istituto Confucio, il solo nelleMarche e in tutte le regioni adriatiche del centro-sud. Questo Istituto, aperto in collaborazione conla più antica Università cinese, la Normal Universitydi Pechino, finanziato dal Ministero cinese del-l’educazione (Hanban), ha l’obiettivo di diffondere,con i suoi corsi, la lingua e la cultura cinese, affian-candosi ai corsi universitari che a Macerata (Lingue)e Civitanova Marche (Mediazione linguistica) giàconsentono a centinaia di nostri studenti di avvici-narsi alla cultura orientale. L’Istituto Confucio orga-nizzerà corsi per imprenditori, quadri eprofessionisti, diventando così una “porta” presso-ché obbligata per comprendere meglio un paeseche segnerà, sempre di più, la storia del nostro se-colo.

Prof. Luigi LacchèRettore Università degli Studi di Macerata

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L’Università di Camerino offre a tutti coloro che lascelgono per il proprio percorso universitario unambiente sano ed accogliente, che pone lo stu-dente al centro dell’organizzazione. Persone chehanno capito il significato di svolgere un compitoesaltante nel preparare il futuro del paese. Ricerca-tori di livello straordinario: ben otto di loro rien-trano tra i top international scientists. Relazioniinternazionali estremamente sviluppate: tutte lelauree magistrali dell’ambito scientifico e tecnolo-gico sono in consorzio con università europee inGermania, Islanda, Polonia, Portogallo e Svizzera.Rapporti eccellenti con il tessuto produttivo regio-nale, che offre non solo possibilità illimitate distage, ma anche corsi di dottorato con solide pro-spettive professionali. Ottime opportunità residen-ziali, sia pubbliche che private, a prezzi accettabili,in città a misura di studente. Infrastrutture infor-matiche e di comunicazione eccellenti (il wifi è pra-ticamente ovunque).

Uno spettro di agevolazioni per ogni categoria distudente (da quest’anno anche per le mamme stu-dentesse!), cosicché chiunque abbia davvero vogliadi studiare possa raggiungere la laurea nei tempiprevisti. Insomma, un’Università amica.

Fulvio Esposito, Rettore Università di Camerino

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UNA VOLTA COMPILATA LA CEDOLA VA INVIATA VIA FAX ALL’ UFFICIO ABBONAMENTI AL NUMERO 071 976804

Firma ..................................

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Monaci e combattenti, i Templari suscitano dasempre un certo fascino per quell’alone di mi-stero che li circonda. La loro storia inizia intornoal 1118. Siamo a Gerusalemme, all’epoca dellaguerra religiosa tra cristiani e islamici, scoppiatain seguito alla Prima Crociata (1096) indetta daPapa Urbano II. Dopo che, nel 1909, i cristiani ri-conquistarono la Terrasanta, si era reso neces-sario difendere i luoghi di culto e i pellegriniprovenienti dall’Europa dall’assalto dei mussul-mani e, a questo scopo, nacque l’Ordine dei Ca-valieri Templari. Non c’è accordo tra gli storici suchi abbia fondato l’ordine. Una teoria vede ilfrancese Ugo di Payns insieme a Goffredo diSaint-Omer, quali fondatori dell’ordine, mentresecondo altre teorie fu Hugo de Paganis origi-nario di Nocera in Campania a fondare i Tem-plari. In breve tempo l’ordine cresce e diviene unmodello militare e spirituale per l’Occidente, leloro gesta eroiche compiute in battaglia esal-tano l’Europa. Strutturato secondo delle gerar-

chie precise, l’ordine cavalleresco cresce nei se-coli in potere e ricchezze fino al suo tramontoavvenuto intorno al 1312. Dopo la perdita diAcri e degli stati latini in Terrasanta (1291) vienemeno la motivazione per la quale era stato isti-tuito l’ordine, pertanto l’ordine si scioglie sottoi colpi delle accuse di eresia, sodomia e idolatriamosse dal Re di Francia Filippo IV detto il Bello,desideroso ridimensionare il potere della Chiesae soprattutto di impossessarsi dei tesori deiTemplari. Le ricchezze dei Templari sono a tut-t’oggi leggendarie, così come le teorie secondole quali i cavalieri sarebbero stati i custodi delSanto Graal, dell’Arca dell’Alleanza e della SacraSindone. Un mito che è sopravvissuto allo scor-rere incessante del tempo e che affascina ancoraoggi. Per questo abbiamo voluto cercare testi-monianze dei Templari andando alla ricercadelle tracce lasciate dai cavalieri nella nostra re-gione. Il nostro viaggio parte da San Ginesio. Il mistero continua….Buona lettura.

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Marche Mistery

Editor Monia Orazi

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Tutto cominciò nell’estate del ’44 all’ombra delPonte del Diavolo. A fare da palcoscenico a questastoria è una Tolentino appena liberata dalle truppedell’VIII armata inglese dove si susseguivano unadopo l’altra le varie divisioni unite a compagnie dicoloniali di cui anche una di nazionalità indiana.L’emergenza alimentare si faceva sentire ovunque ecosì i cittadini per sopravvivere barattavano botti-glie di vino con i militari in cambio di cibo e coperte.In questo modo, due giovani tolentinati (non pub-blichiamo i nomi su richiesta della nostra fonte) ap-pena sedicenni all’epoca, diventarono molto amicidi un militare indiano tanto da proporre lui l’acqui-sto di un paio di pistole rinvenute casualmente dairagazzi. A quell’epoca infatti non era difficile, ancheper i più giovani, reperire delle armi a causa dellatotale assenza di controlli delle autorità. Così il mi-litare manifestò il suo interesse per una delle duepistole, una “Beretta” a canna corta di 9 mm e offrìai due ragazzi stecche di sigarette e qualche co-perta. Ma i due sedicenni miravano al denaro con-tante e così dopo qualche giorno di trattativa sidiedero appuntamento in quella che una volta erala cantina de “Lu cortellà”, una bottiglieria ricavatatra le mura di cinta della città con vista sul “Pontedel Diavolo”. Qui si concluse l’affare e il militare in-diano comprò la Beretta per 7.500 Amlire (la cartamoneta che circolava in quegli anni) e una strettadi mano. Poi la guerra finì ma il 30 gennaio del 1948in tutto il mondo riecheggiò la notizia dell’assassi-nio del Mahatma Ghandi, simbolo della rivoluzionenon violenta, ucciso a New Delhi con tre colpi di pi-stola durante la preghiera del mattino. Gli autoridel crimine vennero subito arrestati e dagli atti pro-cessuali resi noti successivamente alle condanne diotto imputati (di cui due, Nathuram Godse e Nara-yan Apte furono poi impiccati nel 1949) è stato pos-sibile venire a conoscenza che per l’assassinio delMahatma, i congiurati utilizzarono proprio la fa-mosa ‘Beretta’ perché il loro revolver non dava affi-

damento. La sera del 27 gennaio 1948 Godse edApte giunsero infatti a Gwalior dove, con l’aiutodel farmacista Parchure, incontrarono un certoDandavate traffichino d’armi che offrì loro la “ Be-retta 9 mm” in cambio di 500 rupie. Sembrerebbeche proprio il Dandavate durante le indagini dellapolizia, avesse giustificato il possesso della Be-retta come un acquisto occasionale a Tolentinodurante la Campagna d’Italia. La notizia venne ri-portata solo da qualche giornale ma in città fu su-bito un gran parlare. Gli autori della vicenda,ormai ventenni, pensarono di tacere per non in-correre in qualche sanzione. Ma i due giovani sierano resi conto che la loro vendita era entrata afar parte, loro malgrado, di un affare internazio-nale. E’ possibile che in quella sera dell’estate del’44, nella cantina de ‘Lu cortellà’ i due amici con-segnarono proprio a Dandavate quella ‘Beretta’che avrebbe poi ucciso Ghandi. Tra suppo-sizioni, dicerie e verità, davvero unostrano caso del destino.

Editor Gabriele Giangiacomi

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Monachesimo benedettino-camaldoleseL’Eremo di Monte Giove appartiene alla Congregazione Camaldo-lese dell’ Ordine di S. Benedetto (480 ca-547) e fa parte dell’ampiafamiglia benedettina. Il padre ispiratore è S. Romualdo di Ravenna(952 ca -1027), singolare figura di monaco riformatore che tentò diinnestare, all’interno della tradizione comunitaria benedettina, unostile monastico-eremitico. Tale carattere si riflette anche nelle strut-ture architettoniche. In particolare, per gli eremi, è tipica la costru-zione di un complesso di celle singole aggregate intorno ad edificidi utilizzazione comune e alla chiesa, luogo della celebrazione co-munitaria dell’Eucarestia e dell’Ufficio divino.Dimensione cenobi-tica e dimensione eremitica costituiscono, pertanto, nella vita deisingoli e delle comunità camaldolesi, una realtà unitaria, all’internodella quale si esprime una dialettica fra diverse ispira-zioni che, inun testo della primitiva tradizione romualdina, è espresso come untriplice bene: “la vita cenobitica che i novizi desiderano; l’aurea so-litudine per i maturi, assetati del Dio vivente; la testimonianzaevangelica nella realtà contemporanea per chi anela alla libera-zione e all’essere con Cristo” (Bruno di Querfurt, Vita dei cinque fra-telli, 49).L’esperienza monastica camaldolese, incarnata e custoditadal vissuto di monaci e monache nel corso dei secoli, è preziosa eattuale eredità. A questo spirito originario intendono essere fedeliciascun fratello e ciascuna sorella secondo i propri carismi e le co-munità secondo la loro specifica fisionomia, nell’attenzione ai segnie alle attese autentiche che l’evolversi dei tempi suscita.

L’Eremo di Monte GioveL’origine del toponimo Monte Giove, seppure nessuna fonte epi-grafica o archeologica lo attesti, potrebbe scaturire dalla designa-zione di un antico luogo di culto sacro a Giove.La fondazionedell’Eremo di Monte Giove risale all’anno 1608 su un terreno do-nato nel 1523 dal nobile fanese Galeazzo Gabrielli alla nascenteCongregazione degli Eremiti Camaldolesi di Monte Corona, fami-glia monastico-eremitica nata nel 1520 con intenti di riforma nelsolco della tradizione benedettino-camaldolese.La costruzione delcomplesso venne conclusa nel 1631 con la consacrazione della

prima chiesa. Questa fu abbattuta e ricostruita in posizione arre-trata a causa dell’instabilità del terreno, creando così il suggestivoe arioso spazio antistante la facciata. Il progetto è dell’ architetto G.F. Buonamici che vi lavorò dal 1741 al 1760. L’interno, slanciato eluminoso spazio ottagonale, custodisce, sopra il coro settecente-sco in legno di noce, La Trasfigurazione di G.A. Lazzarini (1710-1801); sulle pareti laterali due dipinti del monaco P.Venanzio daCamerino (+1659); opere in stucco di C. Sarti del 1748; una scul-tura di A. Corradini (1668-1752) raffigurante S. Romualdo. L’eremosubì le vicende storiche del tempo che portarono alla soppressionedegli ordini religiosi e conseguenti espropri.Gli Eremiti Camaldolesidi Monte Corona vi abitarono fino ai primi del novecento. Dopoanni di abbandono, nel 1925 la struttura fu acquistata dalla Con-gregazione dei Monaci Eremiti Camaldolesi di Toscana (Camaldoli– Arezzo) che vi presero dimora.

OggiAttualmente nell’eremo è presente una comunità monastica camal-dolese che vive secondo i ritmi della Regola benedettina e delleCostituzioni camaldolesi.I monaci e le monache che oggi risiedono all’eremo propongono aivisitatori uno spazio di silenzio per l’orazione personale nella chiesae la possibilità di partecipare a tutti i momenti della preghieraliturgica.L’ Eremo ospita coloro che desiderano trascorrere qualche giorno dicondivisione dello stile di vita monastico, nella preghiera e nel silenzio.Vivendo il clima dell’ ora et labora (Prega e Lavora) caratteristicodello spirito benedettino ci si apre a un inedito e fruttuoso ascoltodella Parola di Dio, del proprio cuore e delle vicende della vita. Chiviene qui, spesso riconosce che in verità I giorni passati sono servitiper “riattaccare la spina” a ciò che veramente ci rende veri uominie donne del nostro tempo.Durante l’anno vengono inoltre organizzati anche ritiri spirituali,seminari, conferenze e incontri vari per dare la possibilità a tutticoloro che desiderano di sostare e riflettere.Le tematiche affrontate sono di varia natura: la Bibbia, l’incontrocon altra tradizioni religiose; la musica, l’arte, la filosofia, il diritto eutlimamente anche delle giornate di formazione per imprenditorie dirigenti sul tema dell’Etica e del lavoro.Questo ampio ventaglio di proposte è perfettamente in linea conun cammino spirituale; infatti nella vita di fede il primato va datocertamente a Dio, ma il centro è l’essere umano con tutto il suo ba-gaglio di bisogni, desideri, istinti, qualità e limiti, speranze e delu-sioni; nulla, in una visione unitaria, deve essere tralasciato, ma tuttopuò venire trasfigurato ed orientato al bene di tutti e di ciascuno.Il nostro prossimo desiderio è quello di poter rinnovare alcuni luo-ghi, quail le stanze della foresteria, o la parte del bosco e dei prati,oppure come la bellissima cantina del 1700, per poter offrire spazibelli che aiutino la condivisione, il dialogo, l’arricchimento reci-proco: far riscoprire, colori, profumi, sapori, suoni che allietino ilnostro corpo e favoriscano il nostro spirito.Crediamo infatti che se recuperiamo la capacità di valorizzare glispazi che abitiamo e il tempo che viviamo, possiamo essere ingrado di vivere in profondità la nostra umanità ed essere così per-sone realizzate.

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Borghi Antichi

Photography Gianluigi Dolce

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“Dopo il non far nulla, io non conosco occupazione per me più deliziosa delmangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciòche l’amore è per il cuore” G. Rossini.Mi chiamo Serena Aguzzi, classe 1966, nata e residente nella regione Marche,esattamente a Senigallia (AN). Mi occupo di enogastronomia specialmente perciò che concerne la produzione artigianale della mia terra di origine, ricca ditradizioni.Le Marche sono un degradare di dolci colli e valli che dall’Appennino scendonoal mare, le colline rappresentano quindi le zone più felici per il prosperare dellavite e la produzione di ottime uve. Da antichi testi inoltre è noto che i formaggi marchigiani erano apprezzati giànella Roma di Augusto, mentre nel XVI secolo, la Casciotta d’Urbino aveva tra isuoi estimatori Michelangelo.L’ambiente, il clima dolce ed i pascoli incontaminati sono poi gli ingredienti es-senziali per allevare cavalli, ovini e bovini le cui carni sono di qualità superiore.La razza bovina marchigiana è tra le migliori e pregiate, così come la carneequina del cavallo del Catria. Qualità e tipicità sono caratteristiche anche del gallo ruspante tipico e delletante razze di coniglio, ingrediente base di numerose e gustose ricette dellacucina Marchigiana.Per ultimo, ma non per importanza, spetta anzi un posto d’onore tra gli animalidi allevamento tipici della regione Marche sicuramente al maiale del quale, sinda origini remote, ogni sua minima parte viene utilizzata.Inizio quindi con voi un lungo viaggio verso la ricerca di nuove eccellenze, pro-dotte nella nostra regione, soprattutto legate al mondo gastronomico.Grazie ad una minuziosa ricerca, vi faro' conoscere prodotti che sfuggono agliocchi di chi per mancanza di tempo ed i tanti impegni della vita quotidiana, ri-corre a soluzioni piu' veloci ed a portata di mano. Potrete così conoscere e ri-conoscere il gusto della nostra terra: alcuni saranno prodotti di nicchia, altrisconosciuti ai più, data l’esigua ma complessa struttura del nostro territorio. Lo avete mai assaggiato il Pecorino dei Monti Sibillini ?Prodotto nell'area del Parco Nazionale che prende il nome dalla sua cima piùalta (il Monte Sibilla con i suoi 2173 metri), il Pecorino dei Monti Sibillini vieneprodotto essenzialmente in due versioni: quello fresco, disponibile tutto l'anno,di produzione industriale tramite latte pastorizzato e quello a latte crudo, sta-gionato secondo differenti tempistiche (l'unico sostenuto dallo Slow Food, chepromuove produzioni locali e di qualità). Scopo dello Slow Food è anche quellodi preservare dall'estinzione la razza di ovini autoctona, denominata “Sopra-vissana”, tipica della zona, oggi composta da circa soli 3000 capi. Il vero Peco-rino, prodotto dal latte appena munto con l'aggiunta di caglio naturale, vienematurato con una ricetta diversa in ogni famiglia di allevatori presso cui vieneprodotto. Questa ricetta, tenuta rigorosamente segreta, comprende l'aggiuntadi spezie di produzione del luogo, come basilico o maggiorana oppure di pepe,chiodi di garofano o addirittura miele o fichi.

PECORINO DEI MONTI SIBILLINIScheda tecnicaCaglio: di agnelloCrosta (fresco): Molle, di colore paglierino Crosta (stagionato): Dura, di colore giallo oro con chiazze color rugginePasta: Compatta, con occhiatura scarsa e di colore biancoFaccia: Piana, dal diametro dai 14 ai 20 cmSpessore: da 4 a 9 cmPeso: da 0,8 a 2,5 kg

Photography Silvia C

ingolani

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Photography Silvia C

ingolani

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E’ sempre il sorriso il principale ingrediente di questa rubrica, ed ècon il mio sorriso che vi dico “ GRAZIE”, grazie a chi mi ha apprezzatoed ha avuto il piacere di dirmelo, grazie, a chi mi ha solo letto e gra-zie anche a chi, se mai ci fosse stato, non fossi piaciuta, ovviamentesto scherzando, ma sono fermamente convinta che una sana cri-tica è sempre motivo di crescita e io vorrei crescere con voi e con voidivertirmi, tra fuochi e padelle, ingredienti e pentole, con l’obbiet-tivo di soddisfare i palati, nostri e dei nostri cari, perché certo è, che,raccogliere complimenti, dopo aver cucinato per chi si ama, è lagiusta ricompensa a tanto impegno e noi insieme cercheremo dimeritarceli!!!!!! Consapevoli che io,come voi, non sono una chef masemplicemente una donna, con mille interessi, che ama far benequello che fa,cercando di ottimizzare tempo e risorse, non me nevogliano i veri cultori della cucina se vi suggerisco ogni tanto qual-che scorciatoia …..Un “GRAZIE” speciale a tutti coloro che hannorealizzato la mia prima ricetta!!!! Bene, ora torniamo in cucina,l’estate purtroppo è quasi finita e questo per me è sempre un di-spiacere, io che amo il sole ,la vita all’aria aperta e trasferire sullatavola tutta l’esplosione di colori e sapori che questa stagione puòregalarci, vorrei ancora proporvi un po’ di mare, ma questa voltacon un primo piatto fatto con pasta fresca, pomodori gratinati e fi-letti di sogliola.Ogni persona che intende esprimersi in cucina, inconsapevol-mente realizza piatti vicini ai propri gusti, inevitabile, questa pre-messa mi serve per dirvi che ogni ricetta può essere modificata peravvicinarla alle proprie preferenze, come in questo caso, io ho usatofiletti di sogliola perché non volevo un forte profumo di mare, machi ama osare di più può sostituire le sogliole con delle alici fresche,che daranno al piatto un sapore molto più spinto. Questo è unprimo molto appetitoso, quasi da proporre come un piatto unico,con una preparazione un pochino lunga ma dove si uniscono,primo , secondo e contorno. Iniziamo con le sogliole, se siete bravecon il coltello potete sfilettarvele voi, dopo aver tolto la pelle datutti e due i lati,altrimenti, solito sorriso al pescivendolo e…filettipronti!! Cosa fondamentale per me e penso anche per voi, nonsprecare mai nulla, tutto ha un costo e può essere unarisorsa,quindi le parti di sogliola scartate, ovviamente eviscerate,utilizzatele per farci un fumetto ( brodo di pesce fatto con sedanocarota e cipolla, bollire x un’oretta fino ad aver un brodo abbastanzaristretto) Intanto che il fumetto bolle, prepariamo i pomodorini,dopo averli lavati, tagliateli nel senso della lunghezza e adagiateliin una teglia ricoperta da carta da forno, salateli un pochino e co-priteli con le famose “Molliche” che avete già pronte nel congela-tore!!!!! Per chi non lo sapesse nella precedente ricetta avevoconsigliato di congelare il trito di prezzemolo aglio e pane grattu-giato avanzato, indispensabile per tante ricette , da avere semprepronto perché tanto noioso da fare volta per volta,…….. questa èuna delle scorciatoie di cui vi parlavo,fatto al momento fresco èsempre meglio!!! ma noi abbiamo anche altro da fare, vero??? Irro-rate tutto con dell’ottimo olio ed infornate a forno caldo ,200°, peril tempo necessario a completare la cottura , mi raccomando la gra-tinatura, il pomodorino deve risultare asciutto e croccante. Mettetesul fuoco la pentola con l’acqua per cuocere la pasta.

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Photography Silvia C

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Quando vi dicevo che il piatto è un po’ lungo da preparare mi rife-rivo ai tempi di cottura dei pomodorini e del tempo del fumetto dipesce, altra scorciatoia, se amate organizzarvi x tempo, e anticiparviqueste sono cose che si possono fare anche la sera prima, orrore,per qualcuno ma vi assicuro che tutto è buono ugualmente, e perrealizzare il piatto serviranno veramente pochi minuti il tempo dicottura della pasta!!!! Be,vedete voi.Prendete i filetti di sogliola, ta-gliateli a cubetti , fate dorare in una padella 2 spicchi d’aglio sca-miciati e del peperoncino (se volete),una volta dorati togliete tuttoe aggiungete il pesce, cuocete a fuoco vivace per pochi minuti,quando il pesce avrà un bel colore dorato, spruzzatina di vino, qual-che minuto per farlo evaporare e spegnete, il pesce va cotto pocoper non perderne il gusto!! Appena l’acqua è in ebollizione salatelae buttate la pasta,il tempo di cottura è di circa 8 minuti, ma noi latoglieremo prima per finire la cottura in padella,(non in quella doveavete fatto cuocere le sogliole, o se non volete sporcarne due uti-lizzate quella, ma togliete le sogliole, vanno aggiunte dopo per nonsbriciolarle) dove avremo già fatto dorare anche qui 2 spicchid’aglio scamiciati (andranno tolti anche questi).Non scolate molto la pasta quando la versate nella padella, avremobisogno di liquidi per ultimare la cottura,mescolate ed iniziate adaggiungere il fumetto poco alla volta, io che non spreco nulla, viconsiglio di prendere gli scarti della sogliola,(non le verdure) e ma-cinarli un pochino in un passaverdure, bagnando con il liquido delfumetto o se finito con l’acqua di cottura della pasta, ne uscirà unsucco denso di mare che esalterà il sapore della sogliola!!!Dopo circa 2 minuti iniziate ad aggiungere i pomodorini, conti-nuando a mescolare bene, aggiungete liquidi poco alla volta, lapasta sta ultimando la sua cottura,mi raccomando di assaggiarlaogni tanto per evitare che si scuocia,ora aggiungete la sogliola acubetti con tutto il suo sughetto e altri pomodorini e continuate amescolare. A cottura ultimata servite subito, impiattate guarnendocon qualche pomodorino che avete lasciato da parte e se voletequalche fogliolina di prezzemolo, e…… buon appetito!!!!!Per chi non ama il pesce, chiedo scusa e cercherò di rimediare conle prossime ricette, motivo in più per non perdervele!!!!!!A presto, vi saluto con un gran sorriso!!!

Ingredienti per 4 persone:

500gr di pasta fresca (tipo trofie o fusilli)500gr di pomodorini Piccadilly (se non lo trovate basta che sia unpomodorino)3 sogliole (circa 700gr)Aglio olio sale pepe prezzemolo q.b.Preparate dei pomodorini con trito di prezzemolo, aglio e panegrattugiato, metteteli al forno per circa 1ora ½ a 200° Tagliate a cubetti i filetti di sogliola, senza pelle e dorateli con aglioolio e peperoncino.Cuocete la pasta per pochi minuti poi completate la cottura in pa-della, aggiungete sogliola e pomodorini, lasciandone un po’ daparte per guarnire il piatto.

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Il ristorante “Da Marino”, sulla spiaggia a pochi passi dal porticciolo di Numana, vanta unagestione familiare che si distingue per simpatia e cordialità. Dispone di posti all’aperto sullaspiaggia e coperti nella veranda. Rinomato per le sue specialità a base di pesce freschis-simo, i piatti forti sono gli antipasti, ricchi e particolarmente curati conditi con selezionati olilocali, i primi, tra i quali i più apprezzati sono gli gnocchi allo scoglio e gli spaghetti alle von-gole serviti sulla tradizionale padella, e il fritto guarnito con delle deliziose zucchine, oltrealle gustose grigliate. Aperto sia a pranzo che a cena si distingue per l’atmosfera rilassanteche lo rende adatto sia a romantiche cenette, sia a ristoro dopo una giornata di mare. La se-lezione di vini contempla sia etichette locali che un’offerta su scala più nazionale.

Via Litoranea, 360026 Numana (An)

Tel. 071.7360111Aperto da Aprile a Settembre

A soli 15 km dal mare, un giardino secolare ed una tipica casa contadina di fine ottocentoaccolgono nel rispetto di una tradizione basata sull’ospitalità e sul piacere di riscoprire i sa-pori di un tempo. Da mezzo secolo la famiglia Cecconi esprime l’amore e la passione per lacultura enogastronomica locale ricevendo gli ospiti in un ambiente unico e proponendo ilmeglio della tradizione culinaria del territorio e dei suoi ingredienti. Molti dei prodotti usatiprovengono da un grande orto che appartiene alla famiglia Cecconi, coltivato a vigneti,ortaggi e grano. Tutto ciò rende possibile a Federico, Michele e al cuoco Andrea, di armo-nizzare i veri sapori della terra, nella loro diversità, con la capacità e la professionalità chesolo anni di esperienza e tradizione possono garantire. Tutta la passione nel piantare, cre-scere, curare un prodotto, sin dalla semina, diventa così divertimento nel momento in cuisi entra in cucina e si aprono decine di opportunità che, la cucina marchigiana, rende pos-sibili. Nasce così una nuova ricetta il cui sapore unico è la somma di tutti questi fattori. Nientetrucchi , solo bontà.

Via delle Industrie61040 Sant'Ippolito (PU)

Tel. 0721.728197Chiuso il mercoledì.

Il ristorante deriva il suo nome da "le Copertelle", un camminamento coperto che si snodalungo la cinta muraria. I piatti proposti si ispirano alla tradizione e alla semplicità della cu-cina popolare senza tralasciare le eccellenze offerte dal territorio: formaggio di fossa, fun-ghi, tartufi, gamberi e trote di fiume. La scelta dei prodotti, dei condimenti e delle bevandepredilige il biologico con la sua naturalezza. Meticolosa è la scelta dei vini così come la curadella loro conservazione che avviene nella cantina posta sotto il ristorante. Le Copertellehanno ottenuto la “certificazione” IMC dall’Istituto Mediterraneo di Certificazione, secondoil disciplinare “conosci il tuo pasto” . Nell’offerta culinaria del ristorante, si prediligono ali-menti e materie prime provenienti da filiere agricole e agro-alimentari di qualità certificata.Tra le specialità per leccarsi i baffi: salumi tipici locali, cerimboli, pasta fresca fatta a mano,tagliatelle ai funghi porcini, pappardelle al sugo d'oca, tagliolini al lardo, ravioli al tartufonero, stufato di pecora, cinghiale al rosso conero, piccione farcito con porcini e tartufo nero,agnello alle erbe aromatiche, oca arrosto, trippa e coratella di agnello.

via G. Leopardi 3°60048 Serra San Quirico (AN)

Tel. [email protected]

D’estate aperto tutti i giorni.

RISTORANTE LE COPERTELLE - SERRA SAN QUIRICO

LA CASCINA DELLE ROSE - FANO

RISTORANTE DA MARINO - NUMANA

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Eleganza e riservatezza contraddistinguono il Ristorante Opera Nova della Marca, inseritonella splendida cornice naturale del Parco Del Conero, nella frazione di Varano. L’ambienteunico si fonde nel gusto di una cucina raffinata ispirata alla tradizione. I giovani titolariMauro e Stefano accolgono gli ospiti con cura rendendo ogni cena un momento conviviale.La cucina stagionale, estremamente curata, è arricchita nei sapori dall'ausilio di erbe aro-matiche coltivate in giardini di proprietà. Stefano, il cuoco, realizza menù stagionali, men-tre Mauro, sommelier propone una vasta gamma di ottimi vini rigorosamente regionali. Ipiatti tipici vanno dai tagliolini al pecorino e menta, ai spaghetti con salsiccia e spaccasassi,filetto in crosta di goletta e coniglio disossato al finocchietto selvatico cotto a bassa tem-peratura. Infine i dolci sono prodotti nella cucina dell'OPERA NOVA DELLA MARCA.

Varano, Ancona, Via Varano 127, Parco del ConeroTel. 071.2861093

[email protected] tutte le sere, chiuso il lunedì.

Domenica aperto anche a pranzo.

Affacciato sul porto di Ancona, dalla sua terrazza si può godere di un panorama unico sulDuomo e sui quartieri storici della città. La suggestiva ambientazione sul mare, regala lasensazione di mangiare sul ponte di una nave e di essere in partenza per una crociera. Dal1969 il ristorante propone ottime specialità di pesce, le cui ricette sono tramandate da ge-nerazioni ai membri della famiglia Carluccio, che lo gestiscono. Il menù, che include siapesce che carne, propone piatti tipici della cucina marchigiana. Le modalità di cottura deipesci sono diverse: griglia, forno, vapore e acquapazza. Tra le specialità di pesce sono rino-mati gli antipasti caldi e freddi, i ciabattoni allo scoglio, lo stoccafisso all'anconetana, ilrombo alle verdure gratinate e il brodetto all'anconentana. Ottima anche la pizza cucinatanel forno a legna. La cantina dei vini propone un’ampia scelta di etichette selezionate dalsommelier. Il locale è dotato di un’ampia sala banchetti climatizzata adatta anche a ceneaziendali. Si mangia nella terrazza coperta sia in estate che in inverno.

Molo S. Maria snc Ancona (AN)

Tel. 071.54215 Aperto tutto l’anno.

Situato sulla spiaggia della Baia di Portonovo, il Molo è gestito dalla famiglia Giacchetti dadiversi anni. Il titolare, Fabrizio Giacchetti, dall'infanzia assisteva i genitori nel chiosco dovecucinavano pesce per i turisti. Oggi è affiancato dal figlio Giacomo e dal cuoco Simone Ba-leani. Il locale è semplice, dalla veranda bianca e azzurra che si affaccia sui ciottoli dellaspiaggia si gode di una vista ineguagliabile. La cucina di mare è tradizionale e si basa sul pe-scato fresco proveniente da Portonovo e dal Mercato Ittico di Ancona. Le cotture sono sem-plici ed essenziali, alla griglia o al forno per i pesci più grandi, Spigole o Rombi. Piatti fortidel menù il Brodetto, lo Stoccafisso, gli spaghetti ai moscioli, la carbonara di pesce e la chi-tarrina al nero di seppia con uovo, cubettini di tonno e porro croccante. Una menzione spe-ciale la meritano i tradizionali spaghetti allo scoglio, davvero buonissimi. La scelta dei vinispazia tra oltre 150 etichette, tutte scelte personalmente da Giacomo Giacchetti, sommelierdel ristorante.

Portonovo di AnconaTel. [email protected]

Aperto da aprile a ottobre. Chiuso il Martedì.Nei mesi di giugno, luglio e agosto aperto tutti i giorni.

RISTORANTE OPERA NOVA DELLA MARCA –VARANO, ANCONA

RISTORANTE LA TERRAZZA – ANCONA

RISTORANTE IL MOLO - PORTONOVO

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MusicShow

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A distanza di un anno esatto, il record mondialedi “Maratona canora più lunga del mondo” è an-cora saldamente in mano all'Associazione pesa-rese Titanus (www.assotitanus.it ). Il titolo èstato conquistato nel settembre 2010 al CinemaAstra di Pesaro con “Titanus Festival” che ha con-sentito alla Titanus, ed ai 389 artisti provenientida tutte le province italiane, di entrare nel Guin-ness World Records con 103 ore, 9 minuti e 26secondi di musica e spettacoli no-stop.Nata daun’idea di Luca Veneziano, la Titanus collaboracon le grandi produzioni televisive ed organizzagrandi eventi, serate fashion, DJ Set fungendoda punto di riferimento per chi vuole avvicinareil mondo della TV, del Cinema, del Canto, delBallo e della Moda.La Titanus si avvale di unesclusivo nucleo artistico, con stabilità plurien-nale nell’ambito dello spettacolo che nel corso

degli anni, mediante iniziative di sinergie orga-nizzative, ha realizzato un rilevante percorso ar-tistico ottenendo patrocini di enti istituzionalinazionali e prestigiosi premi di rappresentanzapervenuti dalle più alte cariche dello stato qualiil Presidente della Repubblica Italiana e le Presi-denze dei due rami del Parlamento Italiano, Ca-mera dei Deputati e Senato della Repubblica.L'evento 2011 è “Uniti dalla musica e dalle arti”un multitalentshow organizzato a Pesaro dal 19al 24 settembre che vedrà la partecipazione ditalenti emergenti nel canto, ballo e arti varie sultema dell’Unità d’Italia e del cantautore Leo-nardo Polverelli che cercherà di cantare per oltre103 ore no-stop ed entrare nel Guinness WorldRecords con la maratona canora più lunga del mondo proposta da un singolo artista.

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Alessandro Bartumioli Alessandro Bartumioli in arte 'BONJO' è un Dj e Musicista di Pesaro, classe 1987.La passione per lamusica viene coltivata fin da piccolo, dove scovare nuove band e nuove sonorità diventa quasi unadroga. All'età di 15 anni inizia a suonare la chitarra, e negli anni si specializza anche nel suonare bassoe batteria. Milita in molte band affermate del territorio, facendo anche tournée europee, fino all'età di22 anni dove decide di intraprendere la carriera da Dj. Grazie alla sua grande conoscenza musicale ealla padronanza del ritmo, riesce subito in poco tempo e farsi notare e distinguersi dagli altri dj dellazona. Durante il primo anno di carriera, collabora con numerosissime feste e locali della città di Pesaroe Fano, iniziando subito a lavorare con influenti staff di organizzazione della zona. col passare deltempo le richieste diventano sempre più frequenti fino ad arrivare a suonare in club di grandissima im-portanza come: Pascià (Riccione), Miu J'Adore (Marotta) , Altromondo Studios (Rimini), Baia Imperiale(Gabicce) e Velvet (Rimni) 'FuoriKolle (Rio Grande - Rimini).

LUCA COACCI in arte KOVAC vocalist & art directornato a Loreto, il 14/08/1986 inizia a muovere i suoi primi passi nelle discoteche all'età di 17 anni..come animatore e ragazzo immagine fino all età di 23 anni, quando approda al KOMEDIA e inizia amuovere i suoi primi passi da vocalist e organizzatore di eventi, nel pre-disco Komedia allo Starlightcafè di Castelfidardo, da li l'inizio di tutto. Inizia l'avventura nell estate 2010 insieme all UAFU ORIGI-NAL PARTY (di cui è fondatore) del Venerdi CAYO COCO Summer in da House e nel giro di un'estate,KOVAC diventa il punto di riferimento dei giovani e del divertimento a 360° da li a poco diventa, nellastagione invernale 2010-2011 diventa la "prima voce" e l'organizzatore di tutte le notti targate KOME-DIA Nell'estate 2011 rinizia l'avventura del Venerdi CAYO COCO.. lanciando il tema del PartyCOOLare,che con pochi giorni (grazie anche ad un video su YouTube) diventa uno dei tormentoni dell'estatemarchigiana Tra le caratteristiche di KOVAC the voice, quelle che risaltano di piu sono la grinta e la ca-rica che trasmette con il microfono a tutti gli amanti del by nightda ricordare la stretta collaborazionecon FRANCESCOLUV Dj e le ospitate nei vari locali come "Voice Guest" al Babaloo, Nero di Sole, eper ben 2 volte al NAOMI, dove ha aperto e caricato a dovere concerti live di artisti rap del calibro diJ-AX (ex art. 31) e GUE PEQUENO (uno dei membri dei Club Dogo)

Perla Camilletti vocalist e prin arte Perla Voice nata ad Ancona il 23 febbraio 1985, fin da giovanissima fa parte dell’Accademia didanza di Roberta Camilletti a Castelfidardo, un amore per la danza ed il ballo che la porta all’età di 14anni ad entrare a far parte dello staff di animazione della discoteca Odissea di Ancona per ben 2 sta-gioni consecutive. Nell’estate del 2000 Perla entra a far parte dell’animazione dell’allora neo-nata di-scoteca Babaloo a P.to Potenza (MC) e nello stesso anno, nella stagione invernale, fino al 2003, sidivide tra Odissea e White Garden a Falconara (AN) quest’ultimo era un locale noto per gli after, ov-vero da tarda notte a mattinata inoltrata! Proprio nel 2003 il White Garden collabora con la discotecaOdissea, diventando per una stagione il noto White Village, dove Perla lavorerà sia come driver checome ragazza immagine!L’avventura da protagonista però inizia l’estate 2011 dove si trova a collabo-rare con il noto staff “E20 Divertenti”, capitanato da Alessandro Sartarelli! Qui Perla, grazie alla sua vocee al suo fascino è parte integrante del successo di serate quali Il Conero Golf Club, Il Passetto On TheRocks, Il Bellariva, e La Conchiglia Verde!

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La musica scandisce la mia vita!Fabrizio inizia presto ad avvicinarsi alla musica, a soli sei anni inizia con la bat-teria per passare a studiare percussioni e pianoforte al conservatorio. A soli 15anni inizia a mettere dischi in un club di amici e a 17 la sua prima esperienza inuna discoteca. Inizia così la lunga storia di uno dei dj più conosciuti e famosid'Italia. Correva l'anno 1977 e veniva coniato il termine DJ in America, in ter-mini letterari " il fantino che cavalca la musica. E sicuramente in tutti questi annidi cavalcate sulle note musicali, Fabrizio, ne ha fatte veramente tante. Le prin-cipali discoteche marchigiane lo vedono alla console da protagonista dal cele-bre Colosseo di Pesaro fino al Green Leaves di Portorecanati , passando per ilLola e il Babaloo. Ma anche in Romagna, Fabrizio cavalca l'onda musicale fa-cendo ballare migliaia di giovani al Paradiso,Pascià, Prince solo per citarne al-cune.Nel 1988 inaugura quella che sarà per tutti gli anconetani la discoteca ditutti i tempi, l'Odissea. Ma la storia di Fabrizio non è legata solo a mixer,ai di-schi e alle console più prestigiose ma anche alla radiofonia. Nel 1975 è il primospeaker radiofonico , ma il suo nome si lega in maniera indelebile con Radio Ve-ronica, ne segue e dirige sia come produttore artistico che come ideatore delledirette radio in digitale tutte le sue evoluzioni fino alla sua trasformazione in Ve-ronica Hit Radio, il primo network interregionale. Nel corso degli anni di attivitànumerosi sono stati i Tour internazionali da Bora Bora ad Ibiza, allo Big Shuredi Formentera per arrivare al Island Dreams Party in Croazia. Un personaggio,un artista,un musicista entrato di diritto nella storia dei dj italiani. un fantino cheancora oggi cavalca con successo l'onda della buona musica.

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L’Artista

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Michele Mariotti ha solo 32 anni, è nato a Urbino e da diversianni è direttore d’orchestra. Si diploma in composizione al con-servatorio “Rossini” di Pesaro ed in direzione d’orchestra pressol’Accademia Musicale Pescarese sotto la guida di Donato Ren-zetti. Dal 2008 è Direttore Principale del Comunale di Bologna,ha lavorato nei teatri più prestigiosi e tutt’ora gira il mondo.

Quando e come è nata la passione per la musica classica?

Dal momento che mio padre è il Sovrintendente del RossiniOpera Festival, da piccolo, passavo le mie estati in teatro a se-guire le prove e per me è sempre stato un momento di grandegioia. Nessuno mi ha forzato. Per dieci mesi all’anno volevo fareil giocatore di basket, per i restanti due, il direttore d’orchestra.Poi la passione per la musica ha vinto.

Il percorso per diventare direttore d’orchestra è molto lungoe difficile….

Moltissimo. Non ho mai voluto fare il musicista ma sempre il di-rettore così mi sono diplomato in composizione che è una ma-teria enorme, basti pensare alle clausure che si fanno nel quarto,settimo e decimo anno. L’allievo rimane chiuso in aula per tan-tissime ore a scrivere e comporre. Per l’esame finale si rimane incalusura 36 ore: si dorme addirittura in aula!

Nel 2005 il tuo debutto operistico al Teatro Verdi di Salernocon il Barbiere di Siviglia, raccontaci, eri emozionato?

Per prima cosa voglio dire che il Barbiere di Siviglia l’ho fatta 8-9 volte ed è un’opera alla quale sono molto legato. Per quantoriguarda il debutto, non ero agitato in realtà, il direttore deveessere sempre tranquillo, rilassato ed avere polso. Io sono sem-pre tranquillo durante lo spettacolo, magari sono un po’ agitatodurante la preparazione.

Secondo te, l’opera e in generale la musica classica, in chemodo potrebbero avvicinarsi ai giovani?

Sicuramente fare entrare i giovani a teatro senza alcuna cono-scenza e farli assistere ad un’opera non è certo il modo giustoper farli innamorare. Spesso assistere troppo presto ad una spe-cifica forma d’arte è controproducente. L’ideale a mio avviso sa-rebbe fare capire ai giovani cosa accade dentro ad un teatro, farescoprire loro che è un luogo dove ci si diverte, si ride, ci si rin-nova….un luogo prezioso. Sarebbe più utile che i giovani assi-stessero alle prove, momento in cui lo spettacolo si costruisce.

Che musica ascolta un giovane direttore d’orchestra?

Ultimamente ho assistito a Pesaro al concerto di De Gregori.Amo tutta la musica bella a prescindere dal genere, quella cheascolto di più è il cantautorato italiano di Vecchioni, De Andrè eGuccini.

Hai solo 32 anni e hai realizzato il sogno di diventare diret-tore….hai altri sogni nel cassetto?

Sono giovane e non posso sentirmi arrivato. Se tutto conti-nuasse come sta andando sarebbe la realizzazione di un grandesogno. Faccio un lavoro che mi piace e, anche se ho tante re-sponsabilità, vorrei continuare il percorso che sto facendo. Sonofelicemente fidanzato quindi penso che ci sarà realizzazioneanche nel matrimonio! Non è difficile arrivare, ma rimanere al li-vello che abbiamo raggiunto e lo si fa studiando sempre. Rin-novarsi sempre, però, anche perché la mia più grande paura è laroutine.

Editor Emanuela Amy RossiMarcheMag 81

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