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Vi propongo qui un estratto dal ventitreesimo capitolo della mia recente traduzione dell’opera di Marsilio Ficino, dal titolo “Come ricevere vita dal cielo”. L’autore spiega qui come entrare in sintonia con il nostro dèmone personale o Genio Superiore. Esso rappresenta in un certo senso la nostra “Natura superiore”: se conformiamo ad essa la nostra vita saremo molto più felici, e compiremo pienamente il compito che ci è stato assegnato dai celesti. Ficino espone anche una tecnica che consente di individuare la natura planetaria del nostro Genio superiore. Espone la cosa in modo apparentemente un po’ complicato, ma in realtà la tecnica è molto semplice: si tratta di considerare il signore dei termini in cui si trova la cosiddetta Parte di Spirito nella nostra genitura, che non a caso era anticamente definita Sorte del Demone, o semplicemente Daimon. La Sorte si calcola con la formula Ac+Sole-Luna, che secondo Ficino dev’essere invertita nelle carte notturne: Ac+Luna-Sole. Se per esempio la Sorte cade nei termini di Mercurio, il nostro dèmone ha natura mercuriale, e quindi ci predisporrà sicuramente a fare cose della natura di Mercurio. E’ appunto il caso del sottoscritto, che non a caso impiega la maggior parte del suo tempo in attività di studio e di scrittura… Cap. 23 Per vivere bene e prosperamente, per prima cosa devi conoscere le tue inclinazioni, la tua stella, il tuo genio, il luogo adatto a questi, e vivere in questo luogo. Segui la tua professione naturale. Chiunque è nato dotato di una mente sana è naturalmente predisposto dai cieli per qualche opera degna e per un onesto regime di vita. Chiunque voglia perciò avere i cieli propizi deve intraprendere soprattutto questo lavoro e questo sistema di vita e perseguirlo con zelo, poiché i cieli favoriscono le sue iniziative. Sicuramente sei stato creato dalla natura soprattutto per questo – l’attività che fin dalla più tenere età svolgi, di cui parli, che reciti, scegli, sogni, imiti; quell’attività in cui ti cimenti più

Marsilio Ficino- La Natura Planetaria Del Nostro Genio Superiore

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Nel suo "Come ricevere vita da cielo" Marsilio Ficino spiega come uniformarci alla natura del nostro Genio superiore, e illustra una tecnica astrologica per individuarne la natura planetaria.

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Vi propongo qui un estratto dal ventitreesimo capitolo della mia recente traduzione dell’opera di Marsilio Ficino, dal titolo “Come ricevere vita dal cielo”. L’autore spiega qui come entrare in sintonia con il nostro dèmone personale o Genio Superiore. Esso rappresenta in un certo senso la nostra “Natura superiore”: se conformiamo ad essa la nostra vita saremo molto più felici, e compiremo pienamente il compito che ci è stato assegnato dai celesti. Ficino espone anche una tecnica che consente di individuare la natura planetaria del nostro Genio superiore. Espone la cosa in modo apparentemente un po’ complicato, ma in realtà la tecnica è molto semplice: si tratta di considerare il signore dei termini in cui si trova la cosiddetta Parte di Spirito nella nostra genitura, che non a caso era anticamente definita Sorte del Demone, o semplicemente Daimon. La Sorte si calcola con la formula Ac+Sole-Luna, che secondo Ficino dev’essere invertita nelle carte notturne: Ac+Luna-Sole.Se per esempio la Sorte cade nei termini di Mercurio, il nostro dèmone ha natura mercuriale, e quindi ci predisporrà sicuramente a fare cose della natura di Mercurio. E’ appunto il caso del sottoscritto, che non a caso impiega la maggior parte del suo tempo in attività di studio e di scrittura…

Cap. 23Per vivere bene e prosperamente, per prima cosa devi conoscere le tue inclinazioni, la tua stella, il tuo genio, il luogo adatto a questi, e vivere in questo luogo. Segui la tua professione naturale.

Chiunque è nato dotato di una mente sana è naturalmente predisposto dai cieli per qualche opera degna e per un onesto regime di vita. Chiunque voglia perciò avere i cieli propizi deve intraprendere soprattutto questo lavoro e questo sistema di vita e perseguirlo con zelo, poiché i cieli favoriscono le sue iniziative. Sicuramente sei stato creato dalla natura soprattutto per questo – l’attività che fin dalla più tenere età svolgi, di cui parli, che reciti, scegli, sogni, imiti; quell’attività in cui ti cimenti più frequentemente, che compi più facilmente, in cui fai maggiori progressi, che ti diletta più di tutte le altre, che abbandoni malvolentieri. Sicuramente è quella la cosa per la quale il cielo e il signore della tua genitura ti hanno fatto nascere. Quindi i cieli promuoveranno le tue iniziative e favoriranno la tua vita nella misura in cui segui gli auspici del signore della tua genitura, specialmente se è vera quella dottrina platonica (con cui tutta l’antichità concorda) secondo cui ogni persona ha alla nascita un certo demone, il guardiano della sua vita, assegnatogli dalla sua stella personale, che lo aiuta a perseguire il compito che i celesti gli assegnarono alla nascita. Perciò chiunque abbia esaminato la sua propria disposizione naturale tramite i suddetti indicatori scoprirà la sua attività naturale, e al tempo stesso scoprirà la sua stella e il suo demone. Seguendo la trama da essi predisposta, agirà con successo e vivrà prosperamente; altrimenti andrà incontro alla sfortuna e percepirà il cielo come suo nemico.

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Ne deriva che ci sono due tipi di persone che sono sfortunate più di tutte le altre: coloro che non esercitano alcuna professione e non fanno niente; altri che hanno intrapreso una professione non adatta alla loro naturale inclinazione e contraria al loro Genio. I nullafacenti vegetano pigramente mentre per tutto il tempo il cielo che si muove sempre li incita in continuazione all’attività. Gli altri, invece, i disadattati, mentre fanno cose inadatte ai loro patroni celesti, lavorano invano, e la protezione del cielo li abbandona. La prima categoria conferma l’antico proverbio: “Gli dèi aiutano coloro che fanno qualcosa; essi sono ostili al pigro”1; la seconda conferma un altro antico proverbio: “Non fare niente che Minerva non approva”2. Credo sia per questo che i versi pitagorici implorano Giove di sollevare lui stesso la razza umana dai suoi molti mali, oppure di mostrarci almeno quale dèmone dovremmo adottare come nostra guida3. Quindi varrebbe la pena esaminare esattamente quale località la tua stella e il tuo dèmone ti avevano inizialmente destinato da abitare e coltivare, perché là essi ti favoriranno di più. Sicuramente si tratta di quella località in cui, non appena vi giungi, il tuo spirito si sente in qualche modo ricreato, le tue facoltà razionali si mantengono più vigorose, la salute fisica è migliore, la maggioranza delle persone ti favorisce di più, i tuoi sogni diventano realtà. Impara dunque queste cose tramite l’esperienza; scegli la località in cui le trovi; e vivici in buona fortuna. Quando la lasci, il tuo destino sarà sfortunato, a meno che non vi ritorni e intraprendi quelle attività. E mentre ti trovi in questa località, esercitati mantenendoti costantemente in moto, e fai vari movimenti circolari come quelli dei corpi celesti4. Dai loro movimenti e giri sei stato generato, e quindi facendo movimenti simili sarai preservato.Inoltre sarà utile per te tenere in mente ciò che si addice al luogo in cui abiti. Proprio come la campagna fornisce alla città il cibo necessario per la vita, ma la città lo consuma, anche tu estendi la vita stessa con frequenti soggiorni in campagna, dove il tedio per te non inizierà mai; in città invece consumi la tua vita, sia lavorando che non lavorando. Per quanto riguarda l’abitazione e la professione, in nessun modo bisogna deridere quel detto degli astrologi orientali, secondo cui cambiando nome, professione, costumi, sistema di vita e luogo, l’influenza celeste può cambiare in noi sia per il meglio che per il peggio. I platonici diranno che cambiano anche i dèmoni, o che noi ci comportiamo diversamente verso gli stessi dèmoni secondo il luogo. Gli astrologi concordano con i platonici sul fatto che i dèmoni guardiani di ogni individuo qualsiasi possono essere due, uno proprio della genitura, l’altro proprio della sua professione. Se la nostra professione concorda con la nostra natura, siamo assistiti da uno stesso dèmone, o almeno da uno molto simile, e la nostra vita sarà quindi più armonica e tranquilla. Ma se la nostra professione mal si accorda con la nostra

1 Varrone, De re rustica, 1.42 Cicerone, De Officiis, 1.110; e anche Orazio, Ars poetica, 385.3 Si riferisce ai Versi Aurei di Pitagora, che furono tradotti anche dallo stesso Marsilio Ficino.4 Come già abbiamo accennato in precedenza, si tratta delle cosiddette danze orfiche.

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disposizione naturale, il dèmone acquisito per arte è discorde rispetto al demone naturale, e la vita sarà noiosa e piena di preoccupazioni.

Per coloro che vogliono scoprire che tipo di dèmone assiste ogni individuo fin dalla sua nascita, Porfirio cerca un principio ricavato dal pianeta che è signore della genitura5. Il signore della genitura, afferma Giulio Firmico6, è o il pianeta che ha il maggior numero di dignità al momento della nascita, oppure, secondo un’opinione più corretta, quello nel cui domicilio la Luna entrerà subito dopo aver lasciato il segno che occupa alla nascita. Tuttavia Giulio Firmico ritiene che il dèmone di qualcuno non può essere trovato con questo stesso principio, ma piuttosto, secondo l’opinione dei Caldei, dal Sole o dalla Luna. Dal Sole andando verso la Luna se la nascita è diurna, e al contrario dalla Luna andando verso il Sole se è notturna: una volta calcolata la distanza tra questi due, considera un intervallo uguale partendo dall’Asc e andando verso il Fc, e considera in quale termine si trova il grado in questione. Essi ritengono che anche il tuo dèmone appartiene al pianeta che governa quei termini. Per farla breve, dal signore della natività insieme con il demone essi giudicano il tuo corso di vita e la tua fortuna. Ho aggiunto Fortuna perché alcuni calcolano la Parte di Fortuna più o meno con lo stesso sistema7.

Tratto da “Come ricevere vita dal cielo”, di Marsilio Ficino, traduzione di G. Albano, Lulu, 2014. Il libro può essere acquistato qui con lo sconto del 20% http://www.lulu.com/spotlight/Astrologo

5 Porfirio ne parla nella Lettera ad Anebo, e Giamblico nel De Mysteriis.6 Firmico Materno, Mathesis, IV, 19, 2.7 Firmico Materno si occupa di questi argomenti nella sua Mathesis, 4.19.12. Qui Marsilio Ficino spiega come calcolare quella che nell’astrologia moderna si chiama Parte del Sole, e che gli antichi invece chiamavano Daimon.