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PIA FONDAZIONE DI CULTO E RELIGIONE AZIENDA OSPEDALIERA CARD. PANICO
TRICASE
Polo Didattico Formativo UniversitarioUNIVERSITA’ CATTOLICA SACRO CUORE
FACOLTA’ DI MEDICINA E CHIRURGIA
Master Universitario di 1° livello in
MANAGEMENT FUNZIONI DI COORDINAMENTO PROFESSIONI SANITARIE
Sr. Antonella Guarini
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
2
DEONTOLOGIA
DAL GRECO
DEON =• Ciò che è necessario
• doveroso• conveniente
Il DOVERE
LOGOS = • discorso
SCIENZA DEI DOVERI
3
DEONTOLOGIA
SCIENZA DEI DOVERI
DOVERI GIURIDICI(norme di legge chevietano determinate
condotte). DOVERI DEONTOLOGICI
(derivanti dai precetti del
Codice deontologico)
DOVERI ETICI(derivanti
da valori superioridi ordine morale)
4
La DEONTOLOGIA
èespressione
dell’ETICA PROFESSIONALE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
traduce in
NORME
LE ISTANZE MORALIin
relazione
5
della condotta professionale, espressione dei valori propri di
una professione, generalmente raccolte in un Codice
Deontologico, vero e proprio dettato normativo o raccolta di
indicazioni all’agire del professionista.
DEONTOLOGA PROFESSIONALE
NORME REGOLE
L’insieme di
6
E’ l’insieme dei
doveri del professionista,
degli obblighi cui egli deve corrispondere
nel suo agire professionale.
DEONTOLOGA
7
DOVERE
il professionista
non
agisce per seguire un ordine esterno o per evitare,
disattendendo quell’ordine, una sanzione;
DOVERE implica OBBLIGATORIETA’
MORALE
8
Il professionista riconosce
in sé il dovere di agire conformemente ad un
modello di condotta o a un insieme di regole con
cui tale condotta viene, appunto, regolamentata.
DOVERE
9
Agire con senso del dovere per il
professionista sanitario
significa:
agire avendo come scopo
il benessere o
la cura della persona.
DOVERE
10
Riconoscere una valenza morale all’agire
deontologico, significa riconoscere all’agire
professionale un ampio spazio alla
autonomia.
DOVERE
11
Solo comprendendo questo intreccio tra
libertà e dovere si comprende il senso
più profondo della
responsabilità.
DOVERE
12
AGIRE DEONTOLOGICAMENTE
Significa:
agire con responsabilità, conformemente
agli ideali della professione e ai suoi
correlati doveri.
13
NON
significa, pertanto, eseguire comandi,
quanto piuttosto avvertire la doverosità
morale di atti o azioni.
AGIRE DEONTOLOGICAMENTE
14
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Sono dunque gli stessi professionisti a
darsi le regole del proprio agire
professionale.
La DEONTOLOGIA
15
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
OBIETTIVI
Identificare il patrimonio
di valori e finalità di una
data professione,
di renderlo
manifesto e di tutelare la
professione da
interferenze esterne
Regolamentare la
professione alla luce
di un’etica
generalmente
condivisa
16
Nel momento in cui stabiliscono dei limiti al
comportamento, le regole consentono al soggetto di
agire con
AUTONOMIA,
ma assumendosi ogni responsabilità nei confronti di
coloro cui tale agire si indirizza.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
REGOLE DEONTOLOGICHE
17
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
L'autonomia
si esprime pienamente solo nella scelta
responsabile che l'infermiere compie in quanto
professionista chiamato a proteggere l'interersse
della pesrona assistita.
18
L'autonomia professionale di cui gode l’operatore sanitario
non deve essere intesa come autoreferenzialità nel percorso
decisionale, dal momento che essa si pone non solo e non
tanto in relazione al soggetto che agisce,( “chi decide?”) ma
soprattutto in relazione al fine che deve essere perseguito
( quale la migliore decisione per quel paziente?”)
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
19
Tali regole, esprimono quindi un patto che la società
stipula con la professione, a cui quest’ultima
risponde in termini di:
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
TRASPARENZA
COMPETENZA
FIDUCIA
20
• Gestione dei conflitti.
• Utilizzo della delega per lo svolgimento di
proprie attività gestionali e organizzative.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Direzione
21
• Determinazione dei parametri base di
riferimento per la determinazione dei
contingenti di personale da assegnare a
ciascuna unità operativa.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Pianificazione
22
• Contribuire alla definizione della mission e delle
politiche aziendali attraverso l’espressione delle
esigenze e del punto di vista della professione.
• Definizione dei parametri in base ai quali
determinare le risorse umane necessarie per la
realizzazione degli obiettivi assistenziali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Pianificazione
23
In sintesi le regole di una professione hanno una valenza etica, ma ancor più una valenza sociale.
Servono infatti allo scopo “sociale” di:
• valorizzare e tutelare la professione,
• promuovere l’autonomia e la responsabilità dei suoi membri.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
REGOLE DEONTOLOGICHE
24
Nel caso della professione infermieristica, i suoi
principi e le sue regole di comportamento
vengono esplicitati dall’unica fonte legittimata
a farlo, cioè dalla Federazione Nazionale
Collegi IPASVI.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
REGOLE DEONTOLOGICHE
25
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE
DEONTOLOGICO
Ostetrica/o
Tecnico sanitario di radiologia
medica
Tecnico sanitario di Laboratorio biomedico
Fisioterapisti
26
Le enunciazioni del Codice acquisiscono valore di
norme vincolanti per ogni appartenente alla
comunità professionale specifica, poiché
dichiarano ai fruitori del servizio e agli altri
professionisti del settore i modelli di
comportamento morale che i suoi membri si
impegnano a garantire.
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
27
Come sappiamo, la professione
infermieristica s’impegna a costruire quel
rapporto fiduciario
(Patto infermiere-cittadino)
che garantisce una relazione di aiuto.
REGOLE DEONTOLOGICHE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
28
• Art. 3: “il fisioterapista esercita la propria
professione con la finalità esclusiva del
rispetto della persona umana…..”
Il Codice deontologicodel Fisioterapista
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
29
• Art. 2.1: “Il TSRM è il professionista che pone la
persona al centro delle sue attività…”
• Art. 2.3 “Riconosce la persona ….soggetto titolare dei
“diritti inviolabili dell’uomo”
• Art. 2.7: “Si pone in ascolto della persona…”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Il Codice Deontologicodel Tecnico Sanitario di Radiologia
Medica ( TSRM)
30
• Art.3: “il Tecnico di Laboratorio esercita la
propria professione con la finalità esclusiva
del rispetto della persona umana, della sua
personalità, identità culturale e credo
religioso…”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Il Codice Deontologico
del Tecnico Sanitario di Laboratorio Biomedico
31
• Art. 3. 1: “l’ostetrica/o impronta la sua opera
professionale nel rispetto dei diritti umani per
salvaguardare la libertà e la dignità della persona
assistita…”
• Art.3.2: “…assiste e consiglia la persona assistita
riconoscendole di esprimere le proprie scelte….”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Il Codice Deontologicodell’Ostetrica/o
32
Nessuna decisione va presa unilateralmente:
questo è forse il mandato più importane di un Codice
Deontologico.
Si deve arrivare alle decisioni-scelte attraverso il
dialogo, la discussione, il confronto anche con il
paziente.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
REGOLE DEONTOLOGICHE
33
Gli operatori sanitari devono fare di questo punto il
loro principale oggetto di intervento e regola di
comportamento perché, nella posizione in cui si
trovano, possono essere le persone che meglio
conoscono il significato della malattia.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
REGOLE DEONTOLOGICHE
34
Il Codice rappresenta pertanto l’ordinamento
interno, elaborato dagli stessi professionisti, la
cui inosservanza comporta l’erogazione di
sanzioni disciplinari, a cui si associano spesso
sanzioni penali.
Il Codice deontologico
35
Nel Codice sono confluite norme che
trovano una specifica collocazione
anche in ambito penale
( ad es. rivelazione di segreto
professionale).
Il Codice Deontologico rappresenta
un documento di autodisciplina.
Il Codice deontologico
36
Per il professionista, il C.D.
deve essere visto come una GUIDA ed un
RIFERIMENTO per l’esercizio quotidiano della
sua attività, in un contesto nel quale sono venute
aumentando sia la complessità dei problemi da
affrontare, sia l’autonomia e la responsabilità
professionale.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
37
Il nuovo Codice Deontologico presentato e celebrato
nell’ambito del XV Congresso Ipasvi tenutosi a
Febbraio 2009 approvato dalla Federazione
Nazionale Collegi IPASVI il 2009, frutto di un
grande e corale impegno dell’intera compagine
professionale.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
( 2009)
38
L’infermiere non è più “l’operatore sanitario”
dotato di un diploma abilitante
ma
il “PROFESSIONISTA SANITARIO”
responsabile dell’assistenza infermieristica”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
(2009)
39
Un professionista che, in quanto tale e anche nella sua individualità, assiste la persona e la
collettività attraverso
“l’ATTO INFERMIERISTICO” inteso come il complesso dei saperi, delle attività,
delle competenze e delle responsabilità dell’infermiere.
IL CODICE DEONTOLOGICO
(2009)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
40
Una svolta significativa per la professione infermieristica, si delinea con chiarezza nel
rapporto
“infermiere-persona/assistito” che racchiude due soggetti autonomi nella relazione e reciprocamente responsabili del patto
assistenziale.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
(2009)
41
Un patto di per sé valido e operante senza
mediazioni da parte di altre professionalità e
che acquisisce una sua specificità all’interno
dei percorsi terapeutici e clinico assistenziali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
(2009)
42
Quanto detto costituisce la base delle responsabilità dell’infermiere, che deve
avere come riferimento valori quali:
• il rispetto della vita,
• il rispetto della salute,
• il rispetto della libertà,
• il rispetto della dignità della persona.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO (2009)
43
Nel Codice Deontologico dell’Infermiere confluiscono tre tipi di norme:
• deontologica: inerente l’esercizio della professione;
• giuridica: che si richiama all’ordinamento vigente, alla Costituzione, alle leggi sanitarie, ecc.
• etica: che sottolinea i valori nella professione infermieristica.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO ( 2009)
44
Il nuovo Codice Deontologico dell’Infermiere
abbraccia tre aspetti fondamentali per la nostra
professione che sono in sintesi:
1) l’infermiere e la relazione con la
persona/assistito;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
45
2) l’infermiere e la volontà e la dignità dell’assistito nei processi di cura
assistenziali;
3) l’infermiere, le relazioni professionali e il rapporto con il sistema sanitario.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
46
Il nuovo C.D. fissa le norme dell’agire
professionale e definisce i principi guida
che strutturano il sistema etico in cui si
svolge la relazione con la persona/assistito.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
47
Relazione che si realizza attraverso interventi
specifici, autonomi e complementari di
natura intellettuale, tecnico-scientifica,
gestionale, relazionale ed educativa.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CODICE DEONTOLOGICO
48
I termini utilizzati per definire gli interventi
assistenziali contengono le chiavi interpretative
della natura dell’atto infermieristico che ricerca
e persegue appropriatezza e pertinenza
nell’interesse della persona/assistito.
IL CODICE DEONTOLOGICO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
49
IL CODICE DEONTOLOGICO
INTERVENTI SPECIFICI
Sta per “propri”, ossia interni alla professione
in quanto patrimonio di peculiari
competenze ed esperienze professionali
50
IL CODICE DEONTOLOGICO
INTERVENTI AUTONOMI
Sta per “decisione propria” rispetto ad
altre figure professionali
51
IL CODICE DEONTOLOGICO
“NATURA INTELLETTUALE, TECNICO -
SCIENTIFICA, GESTIONALE ED EDUCATIVA”
Sta per... sapere disciplinare che sostiene le diverse
funzioni infermieristiche e per l'irrinunciabilità
della relazione, dell'educazione e del'informazione.
52
Anche la responsabilità collegata all’autonomia, è intesa come un principio guida dell’agire
professionale.
L’assunzione di responsabilità pone l’infermiere in una condizione di costante impegno:
• quando assiste,
• quando cura,
• quando si prende cura.
IL CODICE DEONTOLOGICO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
53
L’infermiere è un soggetto attivo, che agisce in
prima persona con autonomia di scelta e
responsabilità entro una cornice valoriale in
cui il rispetto dei diritti fondamentali dell’uomo e
dei principi etici della professione è condizione
essenziale per assistere e perseguire la salute
intesa come bene fondamentale del singolo e
interesse peculiare della collettività.
IL CODICE DEONTOLOGICO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
54
L’infermiere sviluppa il suo sapere ed il suo essere professionista nella relazione con la persona
che assiste.
IL CODICE DEONTOLOGICO
PERSONA ASSISTITO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
55
È il “cittadino” inteso come detentore di diritti e protagonista delle attività di promozione e tutela del suo stato
di salute.
PERSONA
IL CODICE DEONTOLOGICO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
56
E’ “la persona” con cui l’infermiere attiva una peculiare, specifica e professionale relazione
in cui trova manifestazione il rispetto, il confronto e il dialogo vissuti come principi
guida della deontologia professionale.
IL CODICE DEONTOLOGICO
ASSISTITO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
57
CODICE DEONTOLOGICO 2009
RESPONSABILITA’ (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48)
Oltre alla dimensione giuridico-professionale tale concetto ha anche una dimensione
deontologica.
Una ricerca ha fornito dati interessanti:
“gli infermieri si sentono responsabili soprattutto della salute del paziente, del suo benessere fisico e
spirituale, nonché dell’informazione alla persona e ai familiari”.
Indagine condotta dal CENSIS
58
Viene così affermata la responsabilità deontologica
dell’infermiere anche in relazione all’organizzazione del
lavoro, alla scelta e all’applicazione di protocolli
terapeutici, all’uso di materiali e presidi, alla gestione dei
rapporti tra i vari operatori e ai valori culturali del
cittadino-paziente.
RESPONSABILITA’ (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48)
CODICE DEONTOLOGICO 2009
59
• ART. 5.1: “ L’ostetrica/o deve contribuire
ad assicurare l’efficienza del servizio e il
corretto uso delle risorse, la qualità delle
prestazioni…”
Il Codice Deontologicodell’Ostetrica/o
RESPONSABILITA’
60
Il Codice DeontologicoTecnico di Radiologia
RESPONSABILITA’
• Art.8.5: “ dato uno standard ottimale di
produttività concordato per tipologie,
determina ….se essa sia una variabile
migliorabile dall’aumento dei ritmi o dal
miglioramento dei metodi”
61
• Art. 9: “…ha la responsabilità diretta
delle proprie procedure”.
RESPONSABILITA’
Il Codice Deontologicodi Laboratorio
62
• Art. 18. “…ha il dovere di utilizzare
metodologie e tecnologie la cui efficacia e
sicurezza siano state scientificamente
validate da società scientifiche”
RESPONSABILITA’
Il Codice Deontologicodel Fisioterapista
63
Responsabile può essere solo chi è
autonomo, ovvero solo colui che agisce
coscientemente, che sa di dover agire
secondo una norma che è la sua
coscienza morale.
RESPONSABILITA’
64
Tradizionalmente, la responsabilità è suddivisa in tre ambiti:
• responsabilità penale ( obbligo di rispondere per azioni che
costituiscono un reato);
• responsabilità civile ( obbligo di risarcire un danno
ingiustamente causato);
• responsabilità disciplinare ( che diventa una responsabilità
ordinistico-disciplinare: ad essa si riferiscono gli obblighi
contrattuali e di comportamento professionale).
RESPONSABILITA’ (ARTICOLI 1, 3, 13, 47, 48)
CODICE DEONTOLOGICO 2009
65
Sussiste un profilo di responsabilità
dell’infermiere per colpa professionale
nell’ipotesi in cui questo professionista
dell’assistenza infermieristica non abbia
operato secondo la legge dell’arte.
LA COLPAPROFESSIONALE
66
Per legge dell’arte si intende quel complesso di
regole e prescrizioni tecniche che la scienza e
l’esperienza professionale hanno elaborato
per effettuare un determinato trattamento
nell’interesse del paziente.
LA COLPAPROFESSIONALE
67
La capacità professionale dell’infermiere deve quindi essere continuamente aggiornata per poter
esprimere sempre le conoscenze migliori, altrimenti si rischia un addebito per
IMPERIZIA
cioè per non aver eseguito un trattamento assistenziale con le modalità prescritte dalle linee guida ovvero dai protocolli operativi del
momento.
LA COLPAPROFESSIONALE
68
Nell’ambito della legge dell’arte possono essere
fatti rientrare anche i profili di colpa
generica consistenti nell’aver operato con
NEGLIGENZA
cioè in modo superficiale e disatteso...
LA COLPAPROFESSIONALE
69
…e con
IMPRUDENZA
cioè senza la dovuta ponderazione della
situazione e delle proprie capacità
professionali.
LA COLPAPROFESSIONALE
70
Lo stato dell’arte inoltre, ha anche un aspetto
che riguarda in generale la
DILIGENZA ( precisione, scrupolosità, ecc.)
la PRUDENZA ( cautela ) e la
TEMPESTIVITA’ ( puntuale, appropriato),
nelle attività assistenziali infermieristiche.
LA COLPAPROFESSIONALE
71
Altro profilo di colpa consiste nella mancata
osservanza di leggi, regolamenti, ordini o
discipline in base alla definizione contenuta
nell’art. 43 del C.P………..
LA COLPAPROFESSIONALE
72
art. 43 del C.P.“…doloso,
o secondo l’intenzione, quando l’evento
dannoso o pericoloso……..è dall’agente
preveduto e voluto come conseguenza della
propria azione od omissione…...”
LA COLPAPROFESSIONALE
73
art. 43 del C.P.“…preterintenzionale, o
oltre l’intenzione, quando dall’azione o dalla
omissione deriva un evento dannoso o
pericoloso più grave di quello voluto
dall’agente……”
LA COLPAPROFESSIONALE
74
art. 43 del C.P.“…colposo, o contro
l’intenzione quando l’evento, anche se
preveduto, non è voluto dall’agente e si
verifica a causa di negligenza o imprudenza o
imperizia, ovvero per inosservanza di leggi,
regolamenti, ordini o discipline…”
LA COLPAPROFESSIONALE
75
• Per colpa grave in campo professionale s’intende comunemente l’errore grossolano che denota assoluta impreparazione ovvero una notevole negligenza, imprudenza;
• per colpa lieve, invece, l’errore risulta di minore entità, per es. quello derivante da una trascuratezza nella prestazione di assistenza al malato di grado non elevato, ma rilevante.
LA COLPAPROFESSIONALE
76
1° es. di lesione colpose cagionate per colpa
professionale infermieristica può essere
individuato nelle lesione da decubito
qualora sia ravvisabile una condotta colposa
dell’infermiere nella produzione dell’evento
dannoso.
LA COLPAPROFESSIONALE
77
2° es. di lesioni colpose in danno dei pazienti per
difetto di adeguata assistenza infermieristica
possono rinvenire nelle ipotesi in cui nel
reparto non vengano rispettate le prescrizioni
dirette a prevenire l’insorgenza di infezioni
nei malati.
LA COLPAPROFESSIONALE
78
3° es. di lesioni colpose in danno dei pazienti
può avvenire per le cadute accidentali dal
letto o da altri tipi di danni alla persona ( atti
di autolesionismo).
LA COLPAPROFESSIONALE
79
La protezione dei pazienti da questi rischi, deve essere
realizzata con particolare cura e attenzione e può
anche essere in via eccezionale effettuata con
mezzi di contenzione, sempre che l’uso di questi
mezzi rappresenti l’unico modo di prevenire un
danno prevedibile al malato e sia limitato ad un
tempo necessario a superare il pericolo derivante
dalla patologie in essere. (C.D. art. 30)
LA COLPAPROFESSIONALE
80
Per contenzione fisica
s’intende una
limitazione delle possibilità
di movimento di un
soggetto.
LA CONTENZIONE FISICALA CONTENZIONE FISICA
LA COLPA PROFESSIONALE
81
Il ricorso a misure di coercizione della libertà
individuale nei confronti di soggetti
ospedalizzati o ospiti di case di cura, sembra
evidentemente opportuno al fine di evitare
danni alla incolumità o alla vita degli stessi
interessati o di altri ospiti della struttura o del
personale di assistenza.
LA COLPA PROFESSIONALE
LA CONTENZIONE FISICALA CONTENZIONE FISICA
82
Il rischio di detti danni è in genere connesso sia ad
alterazioni patologiche, psichiche o fisiche ….sia
in rapporto alla degenza in genere ( in seguito, ad
esempio, a movimenti durante interventi
chirurgici o accertamenti diagnostici, oppure a
cadute dal letto).
LA CONTENZIONE FISICALA CONTENZIONE FISICA
LA COLPA PROFESSIONALE
83
L’articolo del codice deontologico degli infermieri
che disciplina tale materia è il n 30.
“L’infermiere si adopera affinchè il ricorso alla contenzione sia
evento straordinario, sostenuto da prescrizione medica o da
documentate valutazioni assistenziali”.
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
LA COLPA PROFESSIONALE
84
La contenzione deve essere una scelta
condivisibile quando vi si configuri
l’interesse della persona e inaccettabile
quando sia una implicita risposta alle
necessità istituzionali”.
LA COLPA PROFESSIONALE
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
85
Spesso l’utilizzo dei mezzi di contenzione in ambito
sanitario o, più genericamente, socio-assistenziale, ha
dato luogo ad addebiti di responsabilità, anche sotto il
profilo penale, a carico del personale di cura o di
assistenza che disponeva o attuava, tali provvedimenti,
senza giusta motivazione.
LA COLPA PROFESSIONALE
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
CONTENZIONE E CODICE DEONTOLOGICO
86
Le condanne penali hanno riguardato, di volta in volta,
• i delitti di sequestro di persona ( art. 605 c.p.),
• di violenza privata ( art. 610 c.p.),
• di abuso dei mezzi di correzione ( art. 571 c.p. ),
• di maltrattamenti ( art. 572 c.p. ),
• di percosse ( art. 581 c.p. ),
• di lesioni personali ( art. 582 c.p. ).
CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO
CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO
LA COLPA PROFESSIONALE
87
La contenzione fisica risulta ammissibile solo
quando costituisce provvedimento preventivo
o terapeutico senza alternative meno afflittive
in quelle concrete circostanze.
LA COLPA PROFESSIONALE
CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO
CONTENZIONE E LEGGI DELLO STATO
88
La decisione deve scaturire da una valutazione collegiale
con conclusione concorde fra medici e infermieri e che
la responsabilità di individuare le specifiche indicazioni
sia esclusivamente medica e discenda da una valutazione
attuale delle necessità di tutela della salute dell’assistito.
Chi prescrive la contenzione?Chi prescrive la contenzione?
LA COLPA PROFESSIONALE
89
4° es. di lesioni colpose in danno dei pazienti possono
essere ancora cagionate dagli infermieri per erronee
trascrizioni della annotazioni di loro competenza,
come ad es. nel caso in cui una determinata terapia
venga effettuata ad un soggetto diverso da quello
cui invece competeva.
LA COLPAPROFESSIONALE
90
La detenzione dei farmaci a carico, segue
determinate procedure indicate nel
foglietto illustrativo.
LA COLPA PROFESSIONALE
…a proposito di farmaci………a proposito di farmaci……
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
91
Vi sono farmaci che necessitano di:
• determinate temperature di conservazione;
• protezione dalle fonti di luce;
• particolari cautele e devono essere
accompagnati da particolari strumenti
documentativi nella conservazione, come gli
stupefacenti;
LA COLPA PROFESSIONALE
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
92
• una detenzione ormai soltanto in determinati
reparti per la loro pericolosità in caso di
errore ( cloruro di potassio);
• una detenzione ed una manipolazione solo
nelle farmacie centrali come gli antiblastici;
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
LA COLPA PROFESSIONALE
93
Infine, un discorso a parte
meritano
i farmaci campioni!
LA COLPA PROFESSIONALE
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
LA DETENZIONE DEI FARMACInelle unità operative di degenza
94
La detenzione di farmaci scaduti è
un reato previsto dal Codice
Penale ( art. 443).
LA COLPA PROFESSIONALE
LA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTILA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTI
95
I farmaci nelle strutture sanitarie vengono conservati:
LA COLPA PROFESSIONALE
LA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTILA DETENZIONE DI FARMACI SCADUTI
Nelle farmacie centrali
Nelle farmacie di reparto
Responsabilità del farmacista
Responsabilità del caposala e degli infermieri
Nelle case di cura private
Responsabilità del direttore
sanitario
96
Gli elementi indispensabili per identificare
una responsabilità infermieristica possono
essere evidenziati dal C.D. in questo
modo:
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
97
• art. 1 affida all’infermiere una
responsabilità totale per quanto riguarda
l’assistenza generale infermieristica.
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
98
• art. 22 “l’infermiere conosce il progetto
diagnostico-terapeutico per le influenze
che questo ha sul percorso
assistenziale…”
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
99
• L’utilizzo di una metodologia scientifica e valida quale il
processo di assistenza infermieristica, comporta
l’implementazione di una documentazione
infermieristica, necessaria per documentare
concretamente e storicamente le prestazioni
infermieristiche.
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
100
Si tratta di una responsabilità che assume
non solo una mera valenza amministrativa,
ma anche legale, come atto pubblico.
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
101
• art. 14 “L’infermiere riconosce
l’integrazione fra professionisti e
l’integrazione interprofessionale …”
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
102
Si tratta di una responsabilità condivisa con altri
professionisti dove ognuno risponde per il
proprio ambito professionale peculiare.
Responsabilitàclinico-assistenziale
CODICE DEONTOLOGICO 2009
103
L’assegnazione della responsabilità dell’assistenza
infermieristica all’infermiere comporta giuridicamente
due concetti:
Responsabilitàclinico-assistenziale
AUTONOMIAPROFESSIONALE
SCIENTIFICITA’DELL’ASSISTENZAINFERMIERISTICA
CODICE DEONTOLOGICO 2009
104
E’ nel momento formativo che si plasma la forma
mentis dell’infermiere, allo scopo di costruire una
chiara identità e consapevolezza infermieristica e,
soprattutto, di sviluppare una piena padronanza
dei processi decisionali rispetto al campo proprio
di attività.
Responsabilitàformativa
CODICE DEONTOLOGICO 2009
105
Ciò significa che la formazione deve fare
acquisire anche il metodo di ragionamento per
discriminare l’attività propria da quella
attribuibile ad altri professionisti sanitari e alle
figure di supporto.
Responsabilitàformativa
CODICE DEONTOLOGICO 2009
106
E’ la combinazione di:
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
CONOSCENZE PROFESSIONALICAPACITA’
ORIENTAMENTI GESTIONALI
richiesta dai processi che si svolgono nell’azienda sanitaria.
CODICE DEONTOLOGICO 2009
107
Conoscenze professionali:
sono un insieme di modelli concettuali, teorie,
metodi, strumenti e tecniche che l’operatore ha
acquisito attraverso la formazione di base,
l’aggiornamento e l’esperienza, e che applica allo
scopo di realizzare gli obiettivi di un processo e
di un ruolo.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
108
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
…tra le conoscenze indispensabili all’infermiere
(coordinatore) ve ne sono alcune di carattere
organizzativo-gestionale, per es. quelle relative ai
concetti e alla metodologia del budget e della
contabilità analitica: queste stanno alla base
dell’orientamento gestionale.
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
109
Capacità:
sono costituite dal complesso di abilità
personali che l’operatore traduce in azioni e
comportamenti direttamente collegati alle
prestazioni che eroga.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
110
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Tra quelle richieste agli infermieri hanno
particolare rilevanza le capacità di diagnosi
infermieristiche ( di riconoscimento dei problemi e delle
loro cause), di pianificazione e di intervento.
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
111
Per quanto riguarda l’infermiere (coordinatore)
le capacità diagnostiche, decisionali e di
intervento riguardano principalmente i
problemi gestionali, organizzativi e formativi.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
112
E’ necessario inoltre sviluppare anche le capacità
relazionali nei confronti sia dei pazienti che
degli operatori.
Pensiamo alle relazioni interpersonali dei
coordinatori infermieristici per risolvere
conflitti tra i propri collaboratori.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
113
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Orientamento gestionale:
è essenziale affinché i professionisti interpretino
il proprio ruolo in sintonia con la visione e i
valori fondamentali dell’azienda.
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
114
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Nelle organizzazioni sanitarie sono da
considerare centrali i valori quali il servizio
globale alla persona, la qualità del servizio,
l’efficienza, la produttività e la capacità di trovare
nuove risposte ai problemi e alla sfide.
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
115
Le competenze così intese si esprimono in
comportamenti che danno luogo a
prestazioni individuali e collettive efficaci e
tali da determinare un alto gradimento da
parte del cittadino ( qualità percepita).
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
116
Si ritiene opportuno la realizzazione in azienda di
un vero e proprio management delle
competenze cioè di un processo con il quale gli
infermieri (coordinatori) gestiscono e sviluppano
il patrimonio di competenze in sintonia con le
scelte strategiche aziendali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
117
Secondo uno studio condotto da P. Benner
esistono 5 stadi di competenza infermieristica:
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
1. NOVIZIO2.PRINCIPIANTE
AVANZATO
3.COMPETENTE
5. ESPERTO4. ABILE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
118
Affronta le situazioni non in modo globale, ma in termini
di attributi oggettivi ( es. polso, pressione, temperatura
del paziente ) che prescindono dal contesto. Il suo
comportamento si basa su regole che vengono
tipicamente applicate con un’ottica limitata e inflessibile.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
1. NOVIZIO
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
119
Si basa ancora sugli attributi della prima fase, ma in più,
avendo fatto fronte a diverse situazioni, è in grado di
comprenderne alcune componenti ricorrenti.
Sia il novizio che il principiante avanzato devono dedicare
molte energie alla memorizzazione delle regole che sono
state loro insegnate.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
2. PRINCIPIANTE AVANZATO
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
120
Infermiere che possiede almeno 2 o 3 anni di
esperienza, ha acquisito padronanza e sa affrontare e
gestire le numerose contingenze della pratica clinica.
La consapevole capacità di pianificare che caratterizza
questo livello lo aiuta ad essere efficiente e
organizzato.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
3. COMPETENTE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
121
E’ l’infermiere con una esperienza lavorativa di 3 - 5 anni.
Più rapido e flessibile del competente, l’infermiere abile
percepisce ancora meglio le situazioni come insiemi che
hanno un significato in termini di obiettivi a lungo
termine.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
4. ABILE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
122
Tale percezione aumenta la sua capacità di prendere
decisioni e di capire agevolmente quali sono gli
attributi e gli aspetti importanti dell’intera situazione.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
4. ABILE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
123
L’infermiere esperto collega la propria comprensione
della situazione con l’azione a essa appropriata non
sulla base di principi analitici ( regole, linee guida o
massime), ma grazie alla capacità che ha sviluppato
di cogliere la situazione stessa in maniera intuitiva.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
5. ESPERTO
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
124
Tuttavia egli non rinuncia all’uso degli strumenti analitici,
che possiede in alto grado: li utilizza nelle situazioni
nuove e quando, avendo avuto la percezione errata, si
accorge che le cose non vanno come si aspettava.
L’infermiere esperto è quello che meglio può fungere da
consulente per i colleghi.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
5. ESPERTO
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
125
- La consulenza infermieristica –
Si può definire come il processo tramite il quale
un infermiere fornisce informazioni e consigli
su metodiche e tecniche professionali nella
materia in cui ha sviluppato una particolare
competenza.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
126
I vantaggi sono i seguenti:
• Un beneficio diretto e immediato, che è quello di contribuire a gestire in maniera ottimale un caso specifico.
• Il vantaggio di aumentare le competenze degli infermieri che l’ hanno richiesta e che affiancano il collega consulente al momento in cui visita il paziente o effettua determinate prestazioni.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
127
• Un vantaggio per tutta l’azienda sanitaria, la
quale viene messa in grado di conseguire migliori
esiti per i suoi clienti e di ottimizzare l’uso delle
sue risorse.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
128
Per il costante sviluppo delle competenze del
singolo professionista e dell’infermieristica
nel suo insieme è essenziale, la
FORMAZIONE PERMANENTE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COMPETENZA PROFESSIONALE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
129
Questa rappresenta contemporaneamente:
• Un interesse dell’azienda, la quale sarà tanto
più apprezzata quanto più sarà in grado di
avvalersi di personale preparato, motivato e
corretto sul piano comportamentale;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
130
• Un dovere del singolo professionista, il
quale, se adeguatamente aggiornato, può
davvero “garantire alla persona le cure e
l’assistenza più efficaci”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
131
Un idonea formazione permanente si
preoccupa dei contenuti da insegnare, ma
anche di aiutare i professionisti a sviluppare il
pensiero critico e l’apprendimento
continuo.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
132
La nuova normativa sulla responsabilità del professionista,
richiede dunque all’infermiere di divenire un vero e
proprio gestore del caso ( case manager ) , così da
ricomporre per l’assistito quella frammentazione che i
fruitori dei servizi sanitari lamentano frequentemente.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
133
“Ha la responsabilità di provvedere all’accertamento nei
confronti del paziente e dei suoi familiari, stabilire la
diagnosi infermieristica, sviluppare il piano di assistenza
infermieristica, delegare l’assistenza a colleghi, attivare gli
interventi, coordinare e collaborare con il gruppo
interdisciplinare e valutare i risultati”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
IL CASE MANAGER
134
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
All’interno del più generale ruolo del case manager, è
opportuno focalizzare la funzione di CARE
MANAGER ( gestore della cura) funzione trasversale
che può essere svolta da più ruoli e livelli operativi,
inclusi gli infermieri nella loro generalità.
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
135
L’infermiere CARE MANAGER assume
rilievo nel nuovo contesto sanitario come
mediatore tra le esigenze del cittadino e le
risposte dell’organizzazione.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
136
FORMAZIONE DI BASE
Con un percorso di studio che dovrebbe prendere le
mosse dai problemi di salute prevalenti nella
società e dalle competenze necessarie a soddisfare
i principali bisogni di assistenza infermieristica ad
essi correlati.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
137
FORMAZIONE COMPLEMENTARE
Ha per oggetto tutti i settori di formazione
orientati all’acquisizione di competenze
infermieristiche specifiche, successive alla
formazione di base.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
138
FORMAZIONE COMPLEMENTARE
Settori:
• Sanità pubblica ( infermiere di sanità pubblica),
• Pediatria ( infermiere pediatrico )
• Salute mentale-psichiatria ( inf. psichiatrico )
• Geriatria (infermiere geriatrico )
• Area critica ( infermiere di area critica ).
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
139
FORMAZIONE PERMANENTE
Rappresenta quell’insieme di attività di varia origine e
natura, mirate a mantenere le competenze del
professionista in linea con le esigenze della cittadinanza,
dell’azienda e dello stesso professionista nella sua
evoluzione professionale e nelle sue diverse collocazioni
lavorative.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
140
Assume particolare rilievo in questo ambito
l’AUTOFORMAZIONE.
Questa viene intesa come acquisizione di
conoscenze e competenze che non rientrano
necessariamente nelle classificazioni formali, ma
consistono anche in esperienze sul campo che il
singolo professionista progetta e realizza.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
FORMAZIONE PERMANENTE(ARTICOLI 11, 12, 13, )
141
“L’infermiere aggiorna le proprie competenze attraverso
la ricerca”.
La ricerca infermieristica ha l’obiettivo di
sviluppare le conoscenze nella presa in carico
della persona sana o ammalata.
( E.B.N.)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
RICERCA INFERMIERISTICA(ARTICOLI 11, 12, 13, )
142
“L’infermiere fonda il proprio operato su conoscenze
validate...”
Attualmente si fa sempre più pressante la necessità che le
procedure e le terapie siano basati su prove di efficacia,
derivanti da ricerche condotte con rigoroso metodo
scientifico e sottoposte a controlli di validità
( EBM / EBN ).
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
EVIDENZA SCIENTIFICA(ARTICOLI 11, 12, 13, )
143
Tutto questo implica da una parte la disponibilità
degli infermieri ad applicare nella pratica
quotidiana le conoscenze desunte dallo studio
della letteratura, dall’altra una attiva
partecipazione a progetti di ricerca che mirino a
definire, o ridefinire, pratiche assistenziali
scientificamente fondate.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
EVIDENZA SCIENTIFICA(ARTICOLI 11, 12, 13, )
144
23. L’infermiere riconosce il valore dell’informazione integrata multiporfessionale….
26. Nella raccolta, nella gestione e nel passaggio delle
informazioni l’infermiere assicura e tutela la
riservatezza..
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLO 23, 26)
145
27. L’infermiere garantisce la continuità assistenziale
contribuendo alla gestione di strumenti informativi.
28. L’infermiere rispetta il segreto professionale…per
intima convinzione e come espressione concreta del
rapporto di fiducia con l’assistito...
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 27, 28)
146
Se tale principio può dirsi valido in generale, a
maggior ragione il mondo sanitario e, al suo
interno, la professione infermieristica
presenta oggi condizioni tali da far emergere
con forza il significato e la valenza della
documentazione.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
147
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTARE
Registrareinformazioni
aggregate in modo
organizzato e finalizzato
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
148
Risulta chiaro il riferimento alla tutela dei dati
personali degli assistiti e il riferimento alla
chiara gestione degli strumenti informativi e
quindi alla documentazione dell’attività
assistenziale.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
149
• Le fasi del processo di assistenza
infermieristica che documentano la presa in
carico del paziente: raccolta dati e individuazione
dei bisogni di assistenza infermieristica, definizione
degli obiettivi, prescrizione e attuazione degli interventi
assistenziali, valutazione.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COSA DOCUMENTARE?
150
• Gli interventi eseguiti in seguito a
prescrizione medica: tutte le somministrazioni
di farmaci e le medicazioni andrebbero registrate
non appena compiute, altrettanto dicasi per tutti gli
interventi terapeutici;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COSA DOCUMENTARE?
151
• La comunicazione con gli altri erogatori
di assistenza relative ai problemi attuali e
potenziali della persona assistita;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COSA DOCUMENTARE?
152
• Le reazioni della persona al trattamento;
• I risultati inaspettati o avversi nelle
condizioni del paziente o nell’assistenza;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COSA DOCUMENTARE?
153
• Gli eventuali incidenti, ovvero le cadute dei pazienti, gli errori di somministrazione, ecc.;
• Le occasioni nelle quali il paziente lascia il reparto o vi rientra e con quali modalità.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
COSA DOCUMENTARE?
154
La documentazione infermieristica, come
tutti gli atti che documentano un’attività
svolta per un paziente, ha rilevanza legale; le
registrazioni servono anche come documenti
legali sullo stato di salute del paziente e
sull’assistenza erogata.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
155
I problemi più frequenti di documentazione in
caso di malpractice sono le omissioni e le
alterazioni delle registrazioni ( false e/o
sbagliate);
cosa e come un infermiere documenta sono
aspetti importanti rispetto ai rischi legali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
MALPRACTICE
156
Le procedure legali che coinvolgono medici,
infermieri e strutture sanitarie, generalmente
includono casi di:
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
MALPRACTICE
• Negligenza
• Danni personali
• Invalidità
• Richiesta di
risarcimento dei
lavoratori
• Reclami (assicuraz.)
157
Gli infermieri oggi, alla luce della legge n. 42 del
26/2/99) devono prestare una maggiore attenzione
alla documentazione delle proprie attività, diventa
importante poter documentare con precisione gli
interventi effettuati dai singoli, altrimenti si potrebbe
obiettare che “ se non è documentato,
non è stato fatto”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
158
La presenza di registrazioni carenti e non esaustive
comporta, in caso di controversie, l’onere di
dimostrare ciò che si è documentato; a questo
proposito è utile precisare che la
documentazione infermieristica ha il valore di un
atto pubblico.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
159
PRIMAdella legge 42/99 gli infermieri esercitavano una
“professione sanitaria ausiliaria”; erano incaricati di pubblico servizio e strutturavano una
documentazione considerata come
“atto pubblico in senso lato” e quindi utilizzabile come mero elemento facoltativo per la
ricostruzione dei fatti in un processo civile.
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
160
OGGI
le azioni infermieristiche assumono, rispetto
a certe procedure o prestazioni, le
caratteristiche di attività esercitata da un
pubblico ufficiale.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
161
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
La cartella clinica è considerata un
insieme di documenti nei quali è
registrato un complesso di
informazioni concernente un
determinato paziente.
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
162
SCOPO
della cartella clinica è quello di rilevare ciò che riguarda il paziente in senso
diagnostico-terapeutico, durante l’intero percorso curativo, al fine di predisporre
gli opportuni interventi sanitari.
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28 )
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
163
Il riconoscimento della professione infermieristica
come professione sanitaria ( Legge 42/99), ha
conferito alla documentazione infermieristica pari
dignità rispetto alla documentazione medica;
insieme a questa costituisce oggi la raccolta
organica di tutti i dati e le informazioni riguardanti
l’assistito.
DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA
( D.I.)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
164
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Requisiti formali e sostanziali della C.I.
VERIDICITA’
COMPLETEZZA E PRECISIONE
CHIAREZZA E COMPRENSIBILITA’
TEMPESTIVITA’
165
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Requisiti formali e sostanziali della C.I.
Indica l’effettiva corrispondenza fra il
dato registrato e il fatto, tra quanto
osservato, percepito, pianificato eseguito
e quanto scritto.
VERIDICITA’
166
I dati riportati devono essere il più possibile capaci
di descrivere quello che è accaduto, dandone
una visione completa, per cui non si deve
trascurare o omettere elementi che possano
essere essenziali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Requisiti formali e sostanziali della C.I.
COMPLETEZZA E PRECISIONE
167
La registrazione deve essere chiaramente
leggibile da parte di chiunque senza
possibili interpretazioni.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Requisiti formali e sostanziali della C.I.
CHIAREZZA E COMPRENSIBILITA’
168
La registrazione di ogni annotazione deve essere effettuata contestualmente al verificarsi
dell’evento.
Anche nei casi eccezionali ( urgenze e/o emergenze) i fatti devono essere registrati il
prima possibile.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Requisiti formali e sostanziali della C.I.
TEMPESTIVITA’
169
“ La cartella è un atto pubblico che esplica la
funzione di diario dell’intervento medico e dei
relativi fatti clinici rilevanti, sicchè i fatti devono
essere annotati conformemente al loro
verificarsi”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Sentenza di Cassazione22694/2005
170
La carente compilazione della cartella o di certificati
annessi può determinare una “presunzione di colpa” a
carico dell’infermiere ( C.C. 11316/2003) in quanto nel
caso in cui dalla cartella non sia possibile trarre utili
elementi di valutazione della condotta del sanitario,
il giudice può fare ricorso a presunzioni logiche
come fonti di prova.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA
( D.I.)
171
Il mancato inserimento nella cartella
infermieristica di determinate circostanze o
fatti di una certa rilevanza può configurarsi
come una “ omissione di atti di ufficio”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE INFERMIERISTICA
( D.I.)
172
• non inserire opinioni personali;
• riportare i fatti, se si riferiscono osservazioni del paziente ( es. il paziente riferisce che…);
• in caso di segnalazione di eventi avversi, inserire l’accaduto e gli esiti per l’assistito senza inserire giustificazioni;
• scrivere quanto messo in atto, riportando anche, se necessario e possibile, le reazioni della persona;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
173
• scrivere solo quello che si è messo in atto personalmente;
• non sostituirsi ad altre, rispetto degli ambiti di competenza;
• se non si è d’accordo con un’indicazione clinica, registrare il proprio dissenso e l’eventuale rationale, senza commenti o giustificazioni;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
174
• riportare sempre data e ora dell’accertamento delle annotazioni e rilevazioni;
• se costretti a posticipare le annotazioni, evidenziare l’orario dei diversi momenti;
• scrivere le prestazioni via via che si eseguono, senza rimandare a un momento successivo;
• scrivere nome e cognome di chi procede alle annotazioni;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
175
• Indicare protocolli e procedure utilizzati;
• se si riportano decisioni mediche, indicare il nome del medico;
• le cancellature NON sono ammesse;
• correggere l’errore tracciando una linea sopra in modo che sia leggibile;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
176
• NON usare correttori o cancellature che impediscono di leggere il contenuto;
• scrivere la correzione di seguito;
• non scrivere fuori riga;
• le correzioni effettuate in momenti successivi devono riportare chiaramente a cosa si riferiscono e perché sono effettuate, con data, ora e firma di chi annota;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
177
• non aggiungere annotazioni dimenticate utilizzando spazi bianchi ristretti;
• non lasciare spazi vuoti;
• scrittura e firma devono essere sempre leggibili;
• scrivere sempre a penna con inchiostro indelebile e in modo leggibile;
• usare solo termini e abbreviazioni codificati e allegare la legenda;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
178
• utilizzare solo termini tecnici corretti scientifici e in lingua italiana;
• non utilizzare espressioni generalizzate;
• non usare parole ambigue ( es. molto, poco, grande, probabile);
• trasformare le affermazioni in negativo ( no dolore) in positivi (assenza di dolore).
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
CORRETTEZZA DELLA COMPILAZIONE
179
Gli infermieri oggi, alla luce della legge n. 42 del
26/2/99) devono prestare una maggiore attenzione
alla documentazione delle proprie attività, diventa
importante poter documentare con precisione gli
interventi effettuati dai singoli, altrimenti si potrebbe
obiettare che “ se non è documentato,
non è stato fatto”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28)
180
La presenza di registrazioni carenti e non esaustive
comporta, in caso di controversie, l’onere di
dimostrare ciò che si è documentato; a questo
proposito è utile precisare che la
documentazione infermieristica ha il valore di un
atto pubblico.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DOCUMENTAZIONE (ARTICOLI 26, 27, 28)
181
Art. 47: “l’infermiere, ai diversi livelli di
responsabilità, contribuisce ad orientare le
politiche e lo sviluppo del sistema sanitario,
al fine di garantire il rispetto dei diritti degli
assistiti, l’equo utilizzo delle risorse e la
valorizzazione del ruolo professionale”
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
LIVELLI DI RESPONSABILITA’
(ARTICOLO 47)
183
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
Nell’estate del 2000 è promulgato uno dei
provvedimenti normativi più attesi dalla professione
infermieristica:
la
Legge 251/00istitutiva della dirigenza
184
Il percorso del paziente
si pone come obiettivo quello di mettere l’ infermiere
(coordinatore)
in grado di governare e valutare le proprie attività e quelle
dei collaboratori, dalla cui integrazione e combinazione
si determina il risultato del processo di cura ( outcame ).
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
185
La chiara definizione di “chi fa che cosa e quando” è un
elemento che sgombra il campo da possibili equivoci
perché consente di stabilire chi è il soggetto che si deve
attivare al fine di garantire al paziente una prestazione o
un servizio.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
ASPETTIOPERATIVI
186
La possibilità di disporre dello strumento “percorso” e la
chiara definizione di come e quando agire, rappresenta
uno strumento formidabile per la trasmissione delle
conoscenze; inoltre rappresentano un momento di
aggiornamento continuo per tutto il personale
infermieristico.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
ASPETTIFORMATIVI
187
Attribuire la diretta responsabilità e gestione delle
attività di assistenza infermieristica significa delineare,
una linea gerarchica e funzionale di tutti gli infermieri:
l’ infermiere (coordinatore ) viene infatti chiamato a
governare tutti i processi organizzativi della funzione
infermieristica e, quindi, a governare i professionisti
sanitari.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
188
All’infermiere (coordinatore) sono richieste specifiche responsabilità, caratteristiche del suo ruolo, esse sono:
• Funzioni di pianificazione.
• Gestione.
• Organizzazione.
• Direzione.
• Sviluppo del personale.
• Valutazione e controllo.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
LIVELLI DI RESPONSABILITA’
(ARTICOLO 47)
189
• Assegnazione del personale alle unità operative
sulla base della pianificazione, nonché di criteri
e modalità di gestione definiti ( articolazione degli
orari di lavoro, adozione di linee guida, protocolli e
procedure in forma scritta).
• Gestione del budget a disposizione.
Gestione
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
190
• Definizione dei modelli di organizzazione
dell’assistenza infermieristica e del servizio
alberghiero.
• Adozione degli strumenti operativi di
organizzazione dell’assistenza orientati alla
centralità della persona, e all’efficienza gestionale
( linee guida, indicatori di risultato, ecc.)
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Organizzazione
191
• Tenuta delle riunioni con il personale infermieristico e di
supporto; partecipazione alle riunioni interdisciplinari.
• Promozione della motivazione del personale abbinando
opportunamente all’uso dell’autorità formale, relazioni
interattive con i singoli collaboratori, per coinvolgerli nel
perseguimento degli obiettivi aziendali.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Direzione
192
• Concorso alla formazione di base e complementare degli
infermieri attraverso lo svolgimento delle attività di
insegnamento e di formazione.
• Definizione delle priorità in tema di formazione
permanente e aggiornamento professionale del personale.
Programmazione, supervisione e valutazione di specifici
interventi di formazione permanente.
Sviluppo delle risorse umane
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
193
• Definizione di percorsi e criteri per l’accoglimento,
l’orientamento e l’inserimento del personale neo-
assunto.
• Promozione, supervisione e valutazione di iniziative
di ricerca in campo assistenziale, alberghiero,
organizzativo.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Sviluppo delle risorse umane
194
• Definizione dei criteri per la valutazione del
personale ( supervisione, intervento diretto in casi
particolari, valutazione).
• Adozione di provvedimenti disciplinari
all’occorrenza, secondo le procedure stabilite
dall’azienda.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Valutazione e controllo
195
• Definizione dei fattori che determinano la qualità
dell’assistenza infermieristica e delle attività
domestico-alberghiere. Attribuzione dei risultati
attesi in termini di qualità e verifica del loro
raggiungimento.
Valutazione e controllo
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
196
• Verifica dell’attuazione dei criteri e delle modalità
di gestione del personale assegnato alle unità
operative: tenuta dei modelli di servizio,
articolazione degli orari di lavoro, utilizzo di
procedure scritte, contenimento dei costi.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Valutazione e controllo
197
Il tempo è una risorsa che va
utilizzata in modo oculato e
produttivo!
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
198
La gestione del tempo del personale sul quale
l’infermiere (coordinatore) esercita la propria
autorità, rientra nell’appropriata programmazione
di un orario lavorativo funzionale a quello di
servizio e al carico di lavoro:
Il tempo del personale
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
199
Se essa è ben fatta e sostanzialmente rispettata,
può contribuire notevolmente a ridurre lo
stress, l’insoddisfazione e “forse”
l’assenteismo dei collaboratori.
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
200
Questo obiettivo potrebbe essere raggiunto
attraverso la formulazione di piani di attività
giornalieri e settimanali per suddividere fra le
varie attività il tempo di lavoro del personale
sia nell’arco delle 24 ore che all’interno di
ciascun turno.
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
201
VANTAGGI
1. Evitare tempi morti in alcune ore e un accumulo di
attività in altre;
2. Evitare di impiegare relativamente troppo tempo in
determinate attività, dedicandone di conseguenza troppo
poco ad altre ugualmente importanti.
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
Responsabilità gestionale - organizzativa
202
SVANTAGGI
Che una programmazione rigida del tempo standardizzi in
misura eccessiva il lavoro, ( specialmente degli
infermieri) con pregiudizio per quella personalizzazione
dell’assistenza che non può che fondarsi sulla capacità di
ascolto, iniziativa e creatività.
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
Responsabilità gestionale - organizzativa
203
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
Responsabilità gestionale - organizzativa
Si ritengono tuttavia più appropriati i piani di attività
abbastanza dettagliati per la programmazione delle
attività domestico-alberghiere.
Per limitarsi all’igiene ambientale, un piano giornaliero
può indicare la successione delle operazioni di igiene
degli ambienti ecc.
204
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
Per il lavoro infermieristico e degli operatori di supporto
( OSS e OTA ) è necessario in primo luogo stabilire quali
gruppi di attività devono essere svolte la mattina, il
pomeriggio e la notte.
Circa i piani relativi ai singoli turni è preferibile che pongano
vincoli di orario tassativi solo quando è strettamente
necessario (es. prelievi ematici entro le ore 8.30).
205
Responsabilità gestionale - organizzativa
LA GESTIONE DEL TEMPO DI LAVORO
Ovviamente le scelte da attuare in questo campo
devono essere il più possibile partecipate e
condivise, inoltre ogni scelta va considerata
suscettibile di revisione e il suo esito richiede
accurata valutazione.
208
DEONTOLOGIA E LEADERSHIP
Diversi sono i principi deontologici che ogni
leader dovrebbe rispettare, per es.:
• la centralità dei principi istituzionali e non di
quelle del leader che da essi divergono;
• la costante disponibilità ad apprendere e ad
affrontare positivamente i cambiamenti;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
209
• costante disponibilità alla comunicazione in
tutte le direzioni, e in particolare all’ascolto,
anche delle critiche;
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DEONTOLOGIA E LEADERSHIP
210
• Impegno a condividere con i collaboratori il
proprio potere ( in primo luogo l’informazione
e il potere decisionale ) sulla base di un rapporto
empatico e di un clima positivo, anche per
stimolarli ad acquisire a loro volta capacità di
leadership.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
DEONTOLOGIA E LEADERSHIP
211
LEADERSHIP è guidare !
Le persone sono il fulcro di ogni attività umana
e vengono prima delle cose materiali.
Tali persone non si possono “comandare” ma
“guidare”; non si devono “costringere” ma
“coinvolgere”.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
ETICA E LEADERSHIP
212
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
E’ l’atteggiamento di chi difende
qualcuno, specialmente persone in
condizioni di debolezza.
Quanto all’ infermiere coordinatore
questa caratteristica ha diversi aspetti.
GARANTE
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
213
Anch’egli indirettamente funge da “avvocato” degli
utenti quando crea le condizioni perché gli
infermieri svolgano la migliore assistenza possibile
nei limiti consentiti dalla organizzazione,
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
GARANTE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
214
o…
quando redarguisce un operatore che non rileva
o non soddisfa come richiesto e possibile i
loro bisogni.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
GARANTE
215
Inoltre è schierato dalla parte degli infermieri e
dell’infermieristica quando sorgono difficoltà o
conflitti con altre categorie o gruppi che tentano
di imporre il loro punto di vista sul lavoro
comune.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
GARANTE
216
L’infermiere (coordinatore) è credibile se mostra
competenza nella gestione delle risorse,
specialmente di quelle umane, se risulta essere
leale e sincero, se è coerente nel senso che fa
davvero quello che dichiara e mantiene le
promesse e,
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
217
infine,
se si pone consapevolmente come un
efficace modello di ruolo.
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
CREDIBILITA’
218
E’ importante che trasmetta energia ed entusiasmo,
e che manifesti un apprezzabile equilibrio fra la
vita professionale e la vita personale.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
219
Sulla credibilità si fonda la “FIDUCIA” ,
che favorisce la cooperazione,
l’impegno reciproco e la creatività.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
220
Il suo contrario, la “DIFFIDENZA” crea invece
un clima di sospetto e di menzogna e induce le
persone a “ non scoprirsi”, quindi probabilmente
a non dare il meglio di sé e a non cercare
soluzioni nuove.
CREDIBILITA’
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
221
“Fiducia genera fiducia”
In presenza di una reciproca affidabilità la leadership
non è qualcosa di già definito ma una co-
costruzione, che vede l’impegno di entrambi i
soggetti in relazione.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
222
Un infermiere (coordinatore) che dà e riceve
fiducia e agisce con trasparenza contribuisce in
misura rilevante all’autostima e all’autonomia
operativa dei collaboratori e, quindi, alla loro
efficacia ed efficienza.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
223
La credibilità inoltre è legata :
• all’”imparzialità”, intesa come rispetto di criteri prefissati e come assenza di favoritismi e discriminazioni;
• all’”umiltà”, che si esprime essenzialmente con la disponibilità a riconoscere i propri errori e ad ascoltare consigli e suggerimenti.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
224
Questo atteggiamento - l’umiltà - non è segno di
debolezza, ma di maturità e di competenza
relazionale; esso può rappresentare per i
collaboratori un grande esempio di dedizione ai
fini istituzionali , il primo dei quali – non va
dimenticato – è il benessere delle persone assistite.
CREDIBILITA’
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
225
Nel prendere decisioni e
nell’assumersi la responsabilità
delle proprie azioni e
“determinazione e perseveranza”
nel realizzare gli obiettivi stabiliti.
CORAGGIO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
226
Questa caratteristica acquista un valore particolare quando
si tratta di attuare innovazioni, come per es.
introduzione di un nuovo modello organizzativo e/o
della sperimentazione di modelli professionali
relativamente nuovi (es.il case manager e il consulente.)
CORAGGIO
DEONTOLOGIA PROFESSIONALE
Caratteristiche del leader con valenza
deontologica
228
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
Nell’estate del 2000 è promulgato uno dei
provvedimenti normativi più attesi dalla professione
infermieristica:
la
Legge 251/00istitutiva della dirigenza
229
Tale documento rafforza e legittima
l’autonomia e la responsabilità
infermieristica non solo a livello
clinico - assistenziale ma anche a
livello gestionale -organizzativo e
formativo.
Responsabilitàgestionale - organizzativa
LEGGE 251/00
230
• art. 1 comma 3 prevede che “ il Ministero della
sanità emani linee guida per l’attribuzione in tutte
le aziende sanitarie della diretta responsabilità e
gestione delle attività di assistenza infermieristica
e delle connesse funzioni e la revisione
dell’organizzazione del lavoro”.
Responsabilitàgestionale - organizzativa
LEGGE 251/00
231
Attribuire la diretta responsabilità e gestione delle
attività di assistenza infermieristica significa delineare,
una linea gerarchica e funzionale di tutti gli infermieri:
l’ infermiere (coordinatore ) viene infatti chiamato a
governare tutti i processi organizzativi della funzione
infermieristica e, quindi, a governare i professionisti
sanitari.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
232
Il percorso del paziente
si pone come obiettivo quello di mettere l’ infermiere
(coordinatore)
in grado di governare e valutare le proprie attività e quelle
dei collaboratori, dalla cui integrazione e combinazione
si determina il risultato del processo di cura ( outcame ).
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
233
Tale logica cerca di porre in essere uno strumento in
grado di governare tutto il processo di cura,
per tale motivo l’infermiere (coordinatore) diventa
gestore, del percorso di cura complessivo, cercando
di favorire il coordinamento dei diversi interventi
lungo il processo assistenziale.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
234
Il percorso del paziente può fornire contributi
utili sotto diversi punti di vista:
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
ASPETTIFORMATIVI
ASPETTIOPERATIVI
235
La possibilità di disporre dello strumento “percorso” e la
chiara definizione di come e quando agire, rappresenta
uno strumento formidabile per la trasmissione delle
conoscenze; inoltre rappresentano un momento di
aggiornamento continuo per tutto il personale
infermieristico.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
ASPETTIFORMATIVI
236
La chiara definizione di “chi fa che cosa e quando” è un
elemento che sgombra il campo da possibili equivoci
perché consente di stabilire chi è il soggetto che si deve
attivare al fine di garantire al paziente una prestazione o
un servizio.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
ASPETTIOPERATIVI
237
La rappresentazione chiara degli atti gestionali e
il riconoscimento del ruolo svolto,
consentono di rendere le persone consapevoli
dell’importanza delle funzioni e delle attività
svolte migliorandone le performance.
LEGGE 251/00
Responsabilitàgestionale - organizzativa
239
BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA
• A. Carnevale, C. D’Ovidio, La professione di
infermiere, aspetti giuridici, medico-legali, etico-deontologici,
Ed. Piccin, 2005
• L. Benci, La prescrizione e la somministrazione dei
farmaci, responsabilità giuridica e deontologica, Ed.
McGraw-Hill, 2007
240
BIBLIOGRAFIA CONSIGLIATA
• S. Fucci, La responsabilità nella professione
infermieristica, questioni e problemi giuridici, Ed.
Masson, 1998
• D. Rodriguez, A. Aprile, Medicina legale per
infermieri, Ed. Carocci Faber. 2005
• L. Benci, Aspetti giuridici della professione
infermieristica, Ed. McGraw-Hill 2° edizione, 1999