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1 Corso di laurea triennale in Scienze dell’educazione e della formazione (L19) Corso di laurea triennale in Teorie, culture e tecniche per il Servizio sociale (L39) (Dipartimento di Giurisprudenza) Corso di Sociologia generale (8 CFU) (Prof. Sebastiano Porcu) MATERIALE DIDATTICO - prima e seconda parte - - anno accademico 2014/2015 - 22 novembre 2014

MATERIALE DIDATTICO

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Page 1: MATERIALE DIDATTICO

1

Corso di laurea triennale in

Scienze dell’educazione e della formazione (L19)

Corso di laurea triennale in

Teorie, culture e tecniche per il Servizio sociale (L39)

(Dipartimento di Giurisprudenza)

Corso di Sociologia generale (8 CFU)

(Prof. Sebastiano Porcu)

MATERIALE DIDATTICO

- prima e seconda parte -

- anno accademico 2014/2015 -

22 novembre 2014

Page 2: MATERIALE DIDATTICO

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INDICE

• Istruzioni per l’uso

• Parte prima• 1.1. Premessa

• 1.2. Due questioni fondamentali

dell’analisi sociologica

• Parte seconda - Le principali «parole chiave» per l’analisi del testo di Alexander e Thompson

Il programma della prima prova intermedia -

martedì 2 dicembre 2014, ore 15-20 (la

composizione e l’orario di convocazione dei tre diversi gruppi

di iscritti saranno pubblicati in

http://docenti.unimc.it/sebastiano.porcu/courses/2014/12976

entro il 27 novembre).

• )22 novembre 2014

Page 3: MATERIALE DIDATTICO

3

Istruzioni per l’uso

Il materiale didattico presentato nella pagine

che seguono è articolato in due parti:

a) la prima parte presenta una premessa

(che introduce alcuni concetti di base della

sociologia) ed espone, sinteticamente, alcuni

dei principali temi/nodi teorici che la

sociologia ha affrontato nel corso dello

sviluppo delle sue analisi e che costituiscono

alcuni dei principali aspetti della

differenziazione dei principali paradigmi

sociologici;

22 novembre 2014

Page 4: MATERIALE DIDATTICO

4

b) la seconda parte presenta i principali

aspetti concettuali di cui lo studente dovrà

curare la comprensione e la capacità

espositiva con particolare riferimento al testo

di Alexander e Thompson,

Piuttosto che una mera sintesi dei capitoli del

testo già indicati nel programma della prima

prova, le pagine che seguono propongono

alcune «parole chiave» trasversali che meglio

possono aiutare a cogliere gli elementi

essenziali dell’analisi dei principali fenomeni

e strutture della società, in particolare colti

nella loro recente o attuale trasformazione.

22 novembre 2014

Page 5: MATERIALE DIDATTICO

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Ad es: il concetto di «differenziazione» (sia

socio-culturale che strutturale) serve a

individuare il «filo rosso» che lega la più parte

delle trasformazioni in atto, sia a livello dei

modelli culturali ai tempi della globalizzazione

sia delle articolazioni strutturali (la

stratificazione sociale, lo sviluppo delle

società multietniche, le strutture matrimoniali

ed il pluralismo delle forme familiari, ecc.),

sia, ancora, dei processi di riproduzione

sociale (gli attori della socializzazione, le

traiettorie di vita, ecc.).

22 novembre 2014

Page 6: MATERIALE DIDATTICO

6

Si ricorda che, come già chiarito nel

programma del corso, il testo di Alexander e

Thompson è provvisto di un vasto apparato di

dati statistici e di supporti d’approfondimento

– tabelle, figure, quadri - che può essere

omesso nello studio del testo stesso.

22 novembre 2014

Page 7: MATERIALE DIDATTICO

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PARTE PRIMA

1.1. PremessaAl di là delle differenze di oggetto e di ordine

epistemologico, c’è un dato comune tra la sociologia ed altrediscipline che, tra Ottocento e primi decenni del XX secolo,hanno radicalmente trasformato le conoscenze della vita nellesue varie dimensioni e manifestazioni (dall’ambiente naturalealla materia organica e non, dai fatti biologici ai fatti sociali edalla dimensione psichica): come la microbiologia ha messo inluce tipologie e ruoli dei microrganismi, come la fisica haprogressivamente ampliato la conoscenza delle particelleelementari della materia, come la ricerca freudiana ha messoin luce l’esistenza dell’inconscio, così la sociologia - nello“scoprire” (grazie a Comte tra gli anni ’20 e ’30 dell’Ottocento)la società come livello di realtà “oggettiva”, “altra” in quantodiversa da un mero insieme di individui perché dotata dicaratteristiche e dinamiche specifiche – contribuì adocumentare come “le cose non sono quello che appaiono”neanche a livello di realtà sociale (P.L. Berger, Invito allasociologia, Marsilio, Padova, 1967).

22 novembre 2014

Page 8: MATERIALE DIDATTICO

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Al di là del ruolo di “padre fondatore” che la

sociologia riconosce a Comte (1798-1857), nello

sviluppo disciplinare della sociologia e nella definizione

di assunti e metodi della ricerca sociologica un ruolo

fondamentale è stato svolto da E- Durkheim (1858-

1917), cui si devono, tra l’altro: la prima esplicita

definizione della società come “realtà oggettiva”, non

riconducibile a sommatoria di individui; l’individuazione

dell’oggetto della sociologia nello studio dei “fatti

sociali” (“maniere d’agire, di pensare e di sentire che

presentano questa rimarchevole proprietà: esse

esistono al di fuori delle coscienze individuali” e “dotati

di una potenza imperativa e coercitiva in virtù della

quale s’impongono a lui, lo voglia o non lo voglia”) (E.

Durkheim, Breviario di sociologia, Newton Compton,

Roma, 1971).

22 novembre 2014

Page 9: MATERIALE DIDATTICO

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A Durkheim, peraltro, non a caso consideratodai più “precursore” del funzionalismo in sociologia, sideve la prima, pur parziale, messa a punto diquell’orientamento teorico-metodologico - ilfunzionalismo, appunto - che, grazie allo sviluppo cheha poi trovato grazie all’opera di T. Parsons (1902-1979), ha costituito il “paradigma” (modello diriferimento teorico-metodologico diffuso e condivisoentro una determinata disciplina. Si presenta come unsistema coerente e complessivo d’integrazione fraoggetti, assunti e metodi conoscitivi) largamente piùdiffuso in sociologia sino alla seconda metà delNovecento ed alla ripresa di vigore od alla sviluppo dialtri orientamenti (in senso generale microsociologici,critici soprattutto rispetto al determinismomacrosociologico del funzionalismo).

22 novembre 2014

Page 10: MATERIALE DIDATTICO

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Le stesse definizioni, ancora generali (che, qui

sono anticipate e che, nelle pagine successive,

saranno meglio specificate ed articolate), dei principali

oggetti della sociologia e, dunque, del glossario della

sociologia (oltre a società: sistemi culturali e sistemi

sociali; azione sociale, relazione sociale e struttura

sociale; soggetto ed attore sociale; valori e norme

sociali) sono largamente debitrici nei confronti delle

stesse concettualizzazioni di Durkheim e - come nei

casi di M. Weber (1864-1920) e di T. Parsons – degli

sviluppi della teoria sociologica che la ricerca di

Durkheim ha successivamente consentito.

22 novembre 2014

Page 11: MATERIALE DIDATTICO

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Cultura

Sistema di: valori condivisi in un dato

gruppo sociale; norme codificate/attese; beni

materiali (dimensione materiale della cultura).

Sistema coerente delle credenze, delle

rappresentazioni, dei valori, delle norme e

delle istituzioni che, all’interno del sistema

sociale, grazie anche alle norme sociali

collegate ai valori, producono consenso,

controllando “le spinte disordinate dell’agire

individuale”.

22 novembre 2014

Page 12: MATERIALE DIDATTICO

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Valori

Insieme ordinato e coerente di sistemi

simbolici (linguaggio, credenze religiose,

forme artistiche, ecc.).

“Sono criteri simbolici di valutazione

dell’azione sociale e in quanto tali influenzano

il comportamento, le modalità e le finalità

dell’azione sociale stessa” (V. Cesareo,

2000).

22 novembre 2014

Page 13: MATERIALE DIDATTICO

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Norme sociali

Prescrizioni di comportamenti cui

attenersi in una determinata situazione

(norme prescrittive) o divieti di determinate

azioni (norme proscrittive), anche a costo di

eventuali costi o sacrifici per l’attore (V.

Cesareo, 2000).

Si articolano in più tipologie (norme

d’uso e di costume; norme morali; norme

giuridiche; ecc.).

Hanno lo scopo di regolare i

comportamenti in vista dell’attuazione dei

valori di riferimento (previsti dalla cultura) di

una società/di un sistema sociale.

22 novembre 2014

Page 14: MATERIALE DIDATTICO

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Subcultura

Modello culturale specifico di un

gruppo sociale. Differenzia il gruppo, in modo

significativo, dagli altri gruppi all’interno di una

determinata società sotto il profilo di valori,

credenze, stili di vita e modelli normativi.

Le subculture possono avere carattere

deviante/conflittuale rispetto alla cultura

prevalente all’interno della società (in tal caso

sono spesso definite «controculture»).

L’appartenenza ad una subcultura espone un

attore sociale a «imperativi contraddittori» (attese

sociali di comportamento contraddittorie che

provengono dai modelli normativi differenziati della

cultura e della subcultura) e a un inevitabile esito di

«devianza».22 novembre 2014

Page 15: MATERIALE DIDATTICO

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DevianzaLa devianza può essere definita come «non

conformità a una norma o complesso

di norme accettate da un numero significativo di individui

all'interno di una

collettività». Tutte le norme sociali sono accompagnate da

sanzioni che promuovono il conformismo e proteggono dal

non conformismo. Una sanzione è qualsiasi reazione al

comportamento di un individuo o di un gruppo volta ad

assicurare l'osservanza

di una data norma.

«Devianza» e «criminalità» non sono sinonimi,

anche se in molti casi possono

coincidere. Rispetto a quello di criminalità, riferito

specificamente a un comporta-

mento che viola la legge, il concetto di «devianza» è assai

più ampio. Molte forme

di devianza non sono sanzionate dalla legge.

(A. Giddens, 2014).

22 novembre 2014

Page 16: MATERIALE DIDATTICO

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Devianza e innovazioneRiprendendo il concetto di anomia dalla sociologia

di Durkheim (indebolimento della coesione sociale e degli

orientamenti normativi di una società: a) nelle fasi di

disorganizzazione sociale che accompagnano il mutamento

sociale; b) nella società moderna dove prevale

l’individualismo a seguito del passaggio dalla «solidarietà

meccanica» alla «solidarietà organica», basata sulla sempre

maggiore differenziazione funzionale dei ruoli sociali), Robert

Merton ha interpretato la criminalità e la devianza «come

risultati della tensione causata dall’insufficienza dei mezzi

legittimi per raggiungere obiettivi socialmente approvati»

(J.C.Alexander, K.Thompson, 2010).

Merton ha classificato, tra le «cinque principali

risposte a tale tensione», e come forma particolare di

devianza, la «innovazione», che consiste in un

comportamento che combina l’accettazione degli scopi

culturali della società e l’uso di mezzi trasgressivi per

conseguirli.

I fenomeni di innovazione svolgono un ruolo

fondamentale nell’evoluzione culturale e sociale.

22 novembre 2014

Page 17: MATERIALE DIDATTICO

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Azione sociale

Ogni tipo di agire dotato di senso in

quanto tiene conto dell’agire altrui. Il senso

(F. Crespi, 1985) “può essere inteso come

ogni significato (rappresentazione, valore,

norma, sentimento, ecc.) elaborato dal

soggetto cosciente, che orienta l’agire di

quest’ultimo”.

22 novembre 2014

Page 18: MATERIALE DIDATTICO

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Azione sociale: i «tipi ideali» di Max Weber«Rispetto all'agire sociale,Max Weber distingue quattro tipi ideali

fondamentali di determinazione dell'agire:

a) in modo razionale rispetto allo scopo (Zweckrational), quando l'agire è

determinato prevalentemente da aspettative nei confronti di oggetti del mondo

esterno o di altri uomini, in relazione a scopi perseguiti razionalmente, secondo

il modello mezzi-fini (ad esempio l'agire economico o tecnico);

b) in modo razionale rispetto al valore (Wertrational), quando l'agire è

determinato prevalentemente da credenze consapevoli nell'incondizionato

valore in sé di un determinato comportamento in quanto tale, prescindendo

dalle sue conseguenze (ad esempio, il comportamento di un martire della

fede);

c) affettivo (Affektuell), quando l'agire è determinato prevalentemente da affetti,

emozioni, stati attuali del sentire (ad esempio, il comportamento di un

innamorato);

d) tradizionale (Traditional), quando 1'agire è determinato , prevalentemente da

abitudini acquisite (ad esempio, le regole della «buona educazione»).

E’ importante sottolineare subito il significato che assume, nella definizione dei

quattro tipi ideali, il riconoscimento della presenza di una dimensione di

razionalità non solo nell'agire strumentale, che si orienta in vista del

raggiungimento di uno scopo concreto, ma anche nell'agire che si determina in

base a valori etici, estetici, politici o religiosi». (F. Crespi, 1985).

22 novembre 2014

Page 19: MATERIALE DIDATTICO

19

Rel-azione sociale

“Un comportamento di più individui

instaurato reciprocamente secondo il suo

contenuto di senso e orientato in conformità”

(M. Weber). “L’elemento della reciprocità

mette in evidenza che la dinamica delle

interrelazioni sociali è fondata su un insieme

di aspettative reciproche e su possibilità

calcolate soggettivamente circa le

conseguenze del proprio agire” (F. Crespi,

1985).

22 novembre 2014

Page 20: MATERIALE DIDATTICO

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Società

Sistema determinato di relazioni sociali

coordinato in base a norme sociali e codici di

comunicazione che assicurano la prevedibilità

dell’azione e la differenziazione/integrazione dei ruoli

sociali (divisione sociale del lavoro)

Sistema determinato di relazioni sociali,

mediate simbolicamente, fra soggetti dotati di

autocoscienza

“Ogni società presenta quattro caratteristiche

essenziali: a) possiede una cultura più o meno

omogenea; b) è un insieme di rapporti sociali formali e

informali; c) evidenzia al suo interno differenze

socialmente rilevanti in termini di potere, reddito,

prestigio; d) è direttamente o indirettamente riferibile a

un contesto spazio temporale” (V. Cesareo, 2000).

E’ un sistema di sistemi sociali ed il sistema

sociale più ampio e più complesso.

22 novembre 2014

Page 21: MATERIALE DIDATTICO

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Sistema sociale

“Complesso di posizioni o ruoli, occupati o

svolti da soggetti individuali o collettivi i quali

interagiscono mediante comportamenti, azioni, attività

di natura specifica (economica, politica, educativa,

religiosa, sportiva, ecc.), nel quadro di norme

regolative e di altri tipi di vincolo che limitano la varietà

degli atti consentiti a ciascun soggetto nei confronti

degli altri. La trama dei rapporti e delle relazioni

relativamente stabili - indipendenti dall’identità degli

individui o collettività coinvolti nel sistema sociale a un

dato momento - che derivano da tali norme costituisce

la struttura del sistema” (L. Coser, 1987).

22 novembre 2014

Page 22: MATERIALE DIDATTICO

22

Istituzione sociale

Modello di comportamento cogente. In

alcuni casi, ma non sempre (come, ad es.,

nell’istituzione tradizionale del

“fidanzamento”), “si materializza” in

un’organizzazione.

22 novembre 2014

Page 23: MATERIALE DIDATTICO

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Ruolo sociale

Insieme coerente di modelli di comportamento

(socialmente attesi sulla base di norme sociali)

orientati all’espletamento di una funzione.

Il ruolo può essere anche definito (L. Gallino,

1993) come “l’insieme delle norme/aspettative che

convergono su un attore in quanto occupa una

determinata posizione in una più o meno strutturata

rete di relazioni sociali, ovvero in un sistema sociale”.

Dunque il ruolo è un “comportamento socialmente

atteso”.

Il ruolo è l’aspetto prescrittivo di una posizione

sociale. Ha la funzione di regolare/rendere prevedibile

– e integrabile con altri – il comportamento dell’attore.

Il processo (regolato da norme sociali) di

distribuzione del ruoli sociali (relativi alle diverse

funzioni, non solo di tipo economico), entro una

società, costituisce la divisione sociale del lavoro.

22 novembre 2014

Page 24: MATERIALE DIDATTICO

24

Status sociale

Lo status è l’aspetto allocativo di una posizione

sociale.

Le risorse che vengono allocate (distribuite) tra

i diversi status sono - in mix variabili tra le diverse

società/situazioni storiche – risorse materiali (denaro

ed altri beni), potere, prestigio ed altre risorse

socialmente scarse.

Se il ruolo è relativo agli “obblighi” di un attore,

lo status è relativo ai “diritti” di un attore in relazione al

ruolo che svolge.

Lo squilibrio tra le diverse dimensioni/risorse

assegnate ad uno status (ad es.: tra quantità di

prestigio e di ricchezza; tra potere e prestigio, ecc.) è

definito incongruenza di status. Può essere, ad es, il

risultato di una mobilità sociale discendente che crea

incoerenza tra lo status che si modifica «in peggio» e

le aspettative di chi svolge il ruolo connesso allo

status).22 novembre 2014

Page 25: MATERIALE DIDATTICO

25

Posizione sociale

Una posizione sociale comprende due

parti: ruolo e status.

Una posizione sociale è, dunque, uno

status-ruolo.

22 novembre 2014

Page 26: MATERIALE DIDATTICO

26

Mediazione simbolica

Le diverse forme espressive che,

attraverso il linguaggio, si configurano come

rappresentazioni della realtà (racconto

mitologico; religione; arte; tecniche; sapere

scientifico; filosofia; sistemi di diritto; regole di

comportamento; ecc.) costituiscono altrettanti

modi in cui il soggetto riesce a mediare

simbolicamente il rapporto con se stesso, con

gli altri, con le cose (F. Crespi, 1985).

22 novembre 2014

Page 27: MATERIALE DIDATTICO

27

Funzionalismo

“L’analisi di fenomeni culturali e sociali nei

termini delle funzioni che essi svolgono in un sistema

socioculturale.

Nel funzionalismo la società è concepita come

un insieme di parti interconnesse, nel quale nessuna

parte può essere compresa se isolata dalle altre. Un

qualsiasi mutamento in una delle parti è considerato

causa di un certo grado di squilibrio, che produce, a

sua volta, ulteriori cambiamenti in altre parti del

sistema e addirittura una riorganizzazione del sistema

stesso.

Lo sviluppo del funzionalismo è basato sul

modello del sistema organico che troviamo nelle

scienze biologiche” (G.A. e A.S. Theodorson, 1969).

22 novembre 2014

Page 28: MATERIALE DIDATTICO

28

Morfostasi e morfogenesi

Allo squilibrio i sistemi reagiscono attivando i propri

meccanismi di omeostasi, che tendono a ripristinare lo stato

iniziale del sistema.

Solo i sistemi sociali hanno la capacità di attivare

(nel corso del loro specifico ciclo di vita) la morfogenesi,

ovvero mutamenti della struttura del sistema allo scopo di

mantenere la capacità del sistema stesso di perseguire i suoi

scopi. Anche i sistemi biologici hanno capacità

morfogenetiche ma tali capacità possono operare solo

attraverso i lunghi processi di evoluzione della specie.

Ai processi morfogenetici è collegato il fenomeno

della differenziazione sociale («processo attraverso cui le

parti di una società o di un sistema sociale più circoscritto

acquisiscono gradatamente una identità distinta in termini di

funzione, attività, struttura, cultura, autorità, potere, o altre

caratteristiche socialmente significative e rilevanti».

N.J.Smelser, 1987).

22 novembre 2014

Page 29: MATERIALE DIDATTICO

29

Soggetto

“Il soggetto cosciente è pensato in

Weber (…) come centro relativamente

autonomo, dotato di autoconsapevolezza e di

razionalità, mosso da motivazioni e capace di

scelta e decisione” (F. Crespi, 1985).

E’ il “risultato” di un processo di

socializzazione/educazione efficace.

22 novembre 2014

Page 30: MATERIALE DIDATTICO

30

1.2. Due questioni fondamentali

dell’analisi sociologica

Per entrare nella prospettiva sociologica dell’analisi dei

fatti sociali, oltre il senso comune del “parlare” dei fatti

sociali, occorre partire da due delle principali questioni

fondamentali cui la sociologia s’è progressivamente

applicata a partire dalla sua “nascita” e che

costituiscono anche discriminanti della differenziazione

dei paradigmi sociologici:

1. il rapporto fra dimensione biologica (naturale) e socio-culturale (artificiale) della vita;

2. il rapporto fra dimensione individuale e dimensione collettiva dell’azione sociale.

22 novembre 2014

Page 31: MATERIALE DIDATTICO

31

1. Il rapporto circolare tra biologia (natura) e

cultura.

Tre esempi:

a) l’aumento (o la diminuzione) della durata

media della vita,

b) la rappresentazione sociale della malattia

(mentale; epidemica; cronico-

degenerativa) e della disabilità,

c) il pregiudizio etnico

22 novembre 2014

Page 32: MATERIALE DIDATTICO

32

documentano come le due dimensioni di vita

(biologica e socio-culturale) siano

strettamente interdipendenti e si influenzino

reciprocamente, contribuendo l’una al

cambiamento dell’altra.

22 novembre 2014

Page 33: MATERIALE DIDATTICO

33

Tale rapporto è però cambiato, sino a

divenire sempre più asimmetrico, nel corso

dell’evoluzione delle società umane,

che si è tradotta in una «artificializzazione»

crescente delle organizzazioni e delle

relazioni sociali.

22 novembre 2014

Page 34: MATERIALE DIDATTICO

34

Nel corso dell’evoluzione sociale, infatti, la

crescita delle capacità di «adattamento»

delle società umane all’ambiente fisico-

naturale e lo sviluppo della «differenziazione

sociale» hanno accresciuto

progressivamente, entro un lungo percorso,

l’autonomia delle società dai vincoli

ambientali (in particolare climatici e di

risorse) ed ampliato il ruolo della dimensione

simbolico-culturale.22 novembre 2014

Page 35: MATERIALE DIDATTICO

35

La «conquista» socio-culturale della terra,

che ne è progressivamente derivata, ha

portato, insieme, alla «antropizzazione»

dell’ambiente naturale ed ad una crescente

«autopoiesi» della società (la capacità della

società di cambiare e ridefinirsi sulla base

dei propri sistemi di significato, riducendo

progressivamente il peso dei fattori/limiti

ambientali).

22 novembre 2014

Page 36: MATERIALE DIDATTICO

36

La crescita della «metabolizzazione»

dell’ambiente naturale (mediante lo sviluppo

della tecnologia e della scienza applicate, in

particolare, all’economia) è andata di pari

passo con lo sviluppo e la differenziazione

dei sistemi culturali che hanno concorso

all’autonomia delle società rispetto alla

varietà e variabilità dei fattori ambientali.

Tale processo di «autonomizzazione» si è

accelerato/approfondito, in particolare, con

la transizione alla modernità.22 novembre 2014

Page 37: MATERIALE DIDATTICO

37

Le fasi più recenti dell’evoluzione sociale,

tuttavia, mostrano come l’incorporazione

dell’ambiente fisico-naturale da parte delle

società umane abbia prodotto e produca

«effetti perversi» (come danni ambientali

crescenti) che, attraverso l’interdipendenza

tra sistemi sociali ed ecosistemi,

costituiscono veri e propri boomerang nei

confronti del processo di adattamento

(economia) e di tutta l’organizzazione

sociale.

22 novembre 2014

Page 38: MATERIALE DIDATTICO

38

Dalle «magnifiche sorti e progressive» si passa

così ad una diffusa e crescente consapevolezza di

come il processo di «metabolizzazione» sociale

dell’ambiente fisico naturale abbia delle soglie oltre

cui può diventare disfunzionale all’ulteriore

sviluppo delle società umane.

Il rapporto tra società ed ambiente fisico-naturale,

quindi, è sempre più assimilato al rapporto tra

società ed ambiente umano «interno»: in entrambi

i casi, oltre certe soglie d’incorporazione di tali

ambienti da parte della società, prevalgono gli

aspetti negativi.

22 novembre 2014

Page 39: MATERIALE DIDATTICO

39

2. Il rapporto fra dimensione individuale e

dimensione collettiva dell’azione sociale

Anche il rapporto tra la dimensione collettiva/sistemica

dell’azione sociale e la dimensione del soggetto/attore

sociale è di stretta interdipendenza.

Tale prospettiva sì è sviluppata, nella sociologia,

contestualmente al superamento delle teorie

ottocentesche ed anche del successivo struttural-

funzionalismo che consideravano il soggetto/attore

sociale come mero «prodotto» ad opera della società

intesa come realtà oggettiva («sui generis»), non

riconducibile all’insieme degli individui presenti nel

contesto storico-sociale.22 novembre 2014

Page 40: MATERIALE DIDATTICO

40

La prospettiva dell’interdipendenza porta allo studio:

1. dei processi di «riproduzione socio-culturale» che,

attraverso i processi di educazione/socializzazione,

assicurano la continuità dell’organizzazione sociale «di

generazione in generazione»;

2. della «società nell’uomo»: la trasmissione dei

«sistemi culturali» propri della società di riferimento

dentro il nuovo nato, mediante l’educazione e la

socializzazione; i diversi processi e strutture sociali

che hanno la funzione di «integrazione» garantendo i

diversi livelli e tipi di «controllo sociale» (ovvero il

rispetto delle norme sociali («aspettative sociali di

comportamento») nell’ambito dei ruoli sociali e

sanzionando la trasgressione («devianza) di tali

norme;22 novembre 2014

Page 41: MATERIALE DIDATTICO

41

3. dell’ «uomo nella società»: i processi che – come altra

e contestuale faccia del processo di socializzazione che

porta la società dentro l’uomo – determinano la

costruzione dell’identità individuale. Tali processi – in

particolare attraverso la «interiorizzazione» – sono

diretti a consentire all’individuo che cresce: il

raggiungimento dell’autodirezione e dell’autonomia in

un contesto, tuttavia, socialmente normato e regolato; la

capacità di «parlare e di agire» (Habermas) e di

«lavorare e di amare» (Freud), ossia di agire, in

relazioni sociali, sia nella dimensione tecnica e

razionale, sia nella dimensione affettiva; in ultima

analisi, ad attualizzare compiutamente la dimensione

della «coscienza» individuale (consapevolezza di sé e

capacità di negazione/distanziamento);

22 novembre 2014

Page 42: MATERIALE DIDATTICO

42

4. il processo di «mediazione simbolica» che svolge

un ruolo fondamentale nello strutturare il rapporto tra

dimensione individuale e dimensione sistemico-

sociale.

La dimensione simbolica assicura la mediazione

dell’esperienza immediata e diretta ed il passaggio

all’esperienza riflessa e consapevole.

22 novembre 2014

Page 43: MATERIALE DIDATTICO

43

Essa (Crespi, 1985) è costituita dalle diverse forme

espressive che, attraverso il linguaggio, si configurano

come rappresentazioni della realtà (racconto

mitologico; religione; arte; tecniche; sapere scientifico;

filosofia; sistemi di diritto; regole di comportamento;

ecc.) che costituiscono altrettanti modi in cui il

soggetto riesce a mediare simbolicamente il rapporto

con se stesso, con gli altri, con le cose.

22 novembre 2014

Page 44: MATERIALE DIDATTICO

44

La condivisione della dimensione simbolica di un

gruppo/una comunità/una società, appresa ed

interiorizzata nel corso del processo di socializzazione,

permette la prevedibilità dell’azione sociale e,

dunque, la stabilizzazione di un sistema di relazioni

sociali.

22 novembre 2014

Page 45: MATERIALE DIDATTICO

45

Ciò è possibile attraverso la definizione di un ordine

normativo comune agli attori sociali (norme

sociali=aspettative sociali di comportamento) che

consentono, sulla base dei ruoli sociali («l’insieme

delle norme e delle aspettative che convergono su un

individuo in quanto occupa una determinata

posizione», ovvero svolge una certa funzione entro la

divisione sociale del lavoro: Gallino, 1993), di

«comprendere ed interpretare le azioni degli altri su

una base di reciprocità» (Crespi, 1985).

22 novembre 2014

Page 46: MATERIALE DIDATTICO

46

N.B. Il ruolo sociale può essere anche definito come

«comportamento/sistema di comportamenti»

socialmente attesi da un attore che svolga una

determinata funzione socialmente regolata entro una

divisione sociale del lavoro.

Al ruolo sociale è collegato lo status sociale che

rappresenta l’insieme delle risorse (economiche, di

prestigio e potere, ecc.) che vengono riconosciute

all’attore sociale sulla base del ruolo/dei ruoli che esso

svolge.

La composizione, oltre che la quantità, di tali risorse è

determinata culturalmente e storicamente ed incide

sulla stratificazione sociale.

Il ruolo e lo status, insieme, definiscono la posizione

sociale dell’attore sociale.22 novembre 2014

Page 47: MATERIALE DIDATTICO

47

In particolare nelle sue componenti di «immagini del

mondo», soprattutto – com’è stato per la più parte del

processo evolutivo delle società – di carattere

religioso, la dimensione simbolica svolge anche una

funzione sociale importante (per molti essenziale):

Essa tende ad assicurare conferimento di senso (e

così ad assicurare la «latenza», nel termine

parsonsiano che verrà affrontato a suo tempo) a due

esperienze che ricorrono nel ciclo di vita:

la «esperienza del limite» e la «esperienza del caso».

22 novembre 2014

Page 48: MATERIALE DIDATTICO

48

L’esperienza del limite (Bagnasco, Barbagli, Cavalli,

1979):

è collegata alla consapevolezza (particolarmente

enfatizzata da alcune vicende biografiche) del limite

della durata della vita, delle capacità individuali, delle

possibilità stesse di spiegazione di eventi che

evidenziano tali limiti.

Nel ricorso ad una realtà trascendente (la dimensione

storica ed umana) e sovrannaturale - la sfera del sacro

– si trova la possibilità di affidarsi ad «ente onnisciente

al quale ricondurre in modo unitario l’ordine delle cose

naturali ed umane».

22 novembre 2014

Page 49: MATERIALE DIDATTICO

49

Ciò, soprattutto nell’esperienza del caso, fornisce gli

strumenti simbolici che permettono quella

«elaborazione del lutto» che è necessaria alla

continuità dell’azione sociale intenzionale ed alla

stabilità del modello culturale di riferimento dell’attore

sociale e dell’ordine normativo entro cui si muove

l’attore sociale stesso.

22 novembre 2014

Page 50: MATERIALE DIDATTICO

50

Anche l’ordine morale è strettamente collegato alle

funzioni della dimensione simbolica: il modello

culturale, in particolare se strettamente collegato ad un

sistema di credenze religiose, fonda - e «giustifica», in

modo più efficace se rimandandoli alla volontà di un

ente sovrannaturale, al loro carattere «universale» e

«naturale» e quindi astorico, cioè sottratto

all’arbitrarietà e provvisorietà delle decisioni sociali –

gli assunti e le basi etico-morali dell’ordine normativo

(e dunque anche dell’organizzazione, delle

disuguaglianze sociali, dei rapporti di potere, ecc.) di

un gruppo/una comunità/una società.

22 novembre 2014

Page 51: MATERIALE DIDATTICO

51

Il ruolo che i modelli/sistemi culturali svolgono nel

legittimare l’ordine sociale è al centro della teoria

parsonsiana dell’azione e dei sistemi sociali:

«L’esigenza funzionale centrale delle interrelazioni tra una

società e un sistema culturale è la legittimazione dell’ordine

normativo della società. I sistemi di legittimazione

definiscono le ragioni dei diritti posseduti dai membri e

delle proibizioni che incombono su di essi. Soprattutto

l’uso del potere (…) richiede la legittimazione.»

Il concetto di legittimazione implica «che sia in qualche

modo “giusto” che le cose si facciano in conformità con

l’ordine istituzionalizzato. (…) I modelli culturali di valore

forniscono il legame più diretto tra i sistemi sociali e quelli

culturali nel legittimare l’ordine normativo della società.» (T.

Parsons, 1966).

22 novembre 2014

Page 52: MATERIALE DIDATTICO

52

Il tema della legittimazione del potere politico è stato invece

introdotto, in modo compiuto, in sociologia da Max Weber.

Il concetto weberiano di potere legittimo è stato

efficacemente ripreso e chiarito da N. Bobbio:

«Un potere può dirsi legittimo quando chi lo detiene lo

esercita a giusto titolo, e lo esercita a giusto titolo in quanto

è autorizzato da una norma o da un insieme di norme

generali che stabiliscono chi in una determinata comunità

ha il diritto di comandare e di ricevere obbedienza ai suoi

comandi.» (N. Bobbio, 1987)

22 novembre 2014

Page 53: MATERIALE DIDATTICO

53

I tre tipi ideali di potere politico legittimo secondo M. Weber

Tre sono i tipi puri (o ideali) di potere politico legittimo.

La validità della sua legittimità può essere infatti, in primo luogo:

a) di carattere tradizionale, quando poggia sulla credenza quotidiana

nel carattere sacro delle tradizioni valide da sempre, e nella legittimità

di coloro che sono chiamati a rivestire un'autorità (potere tradizionale);

b) di carattere carismatico, quando poggia sulla dedizione straordinaria

al carattere sacro o alla forza eroica o al valore esemplare di una

persona e degli ordinamenti rivelati o creati da essa (potere

carismatico);

c) di carattere razionale, quando poggia sulla credenza nella legalità di

ordinamenti statuiti e del diritto di comando di coloro che sono chiamati

ad esercitare il potere (potere legale) in base ad essi. (F. Crespi, 1985).

22 novembre 2014

Page 54: MATERIALE DIDATTICO

54

A riguardo della teoria weberiana del potere legittimo è

opportuno sottolineare due aspetti:

a) la distinzione tra autorità e potere.

Se il potere rappresenta la «capacità di imporre

comunque una volontà anche se l'altro vi resiste», il potere

è legittimo quando è esercitato sulla base di un’autorità

conferita a chi esercita il potere (l'autorità della tradizione,

del capo carismatico, della legge).

A sua volta l’autorità è conferita (ad una dinastia regnante,

a un capo carismatico, ad un leader/ceto politico in una

società moderna) sulla base di valori e norme che, come

chiarito da Bobbio, definiscono «chi ha diritto a

comandare»;

22 novembre 2014

Page 55: MATERIALE DIDATTICO

55

b) la distinzione tra legittimazione del potere e consenso:

«In quanto adesione a un valore morale che si crede

impersonato nel dominatore, la legittimazione ha una

connotazione etica, metarazionale, pure nei casi in cui si

riferisce ad una struttura razionale quale il diritto moderno.

il consenso è sovente adesione a un comportamento o ad

un corso di azione del soggetto dominante, cui non è

estrinseco un elemento di interesse strumentale o di

calcolo» (L. Gallino, 1993).

22 novembre 2014

Page 56: MATERIALE DIDATTICO

56

5. il ruolo delle «rappresentazioni sociali» (Durkheim;

Thomas) nella «produzione» di realtà sociali attraverso

sistemi socialmente condivisi di significato.

Il “teorema di Thomas” delle rappresentazioni sociali:

secondo la rielaborazione del pensiero di Thomas ad opera

di Merton, se un soggetto individuale/un gruppo definisce

una situazione, una circostanza come reale, i suoi

comportamenti, indipendentemente dalla effettiva realtà di

quella situazione, saranno conseguenti alla sua valutazione

della situazione stessa e, attraverso l’interazione sociale,

concorreranno alla produzione di realtà.

22 novembre 2014

Page 57: MATERIALE DIDATTICO

57

Tale «teorema» può essere applicato alla spiegazione

di innumerevoli fenomeni sociali che evocano, ad es.,

il pregiudizio a riguardo della malattia mentale (cfr. la

Storia della follia di Foucault), della disabilità fisica, del

pregiudizio etnico, religioso o sessuale, ecc. e delle

conseguenze che ne sono derivate sul piano delle

relazioni sociali, del sistema di disuguaglianze e del

riconoscimento dei diritti di cittadinanza o, peggio, di

fenomeni di «pulizia etnica» o sterminio (come nel

caso della Shoah) a causa delle limitazioni o della

negazione dell’inclusione sociale dei soggetti o dei

gruppi colpiti da tali rappresentazioni sociali.

22 novembre 2014

Page 58: MATERIALE DIDATTICO

58

Il pregiudizio scaturito da rappresentazioni sociali e gli

effetti che sono derivati come negli esempi appena citati

sono peraltro da leggere come fatti sociali (secondo la

definizione di Durkheim: «maniere di agire, pensare e di

sentire, esterne all’individuo, e che sono dotate di un

potere di coercizione in virtù del quale si impongono a lui»)

che rispondono a precise funzioni sociali, manifeste o

latenti (secondo la distinzione di Merton.

In tale caso si può ricordare, ad es., la funzione di capro

espiatorio (cfr. il concetto freudiano di esportazione del

lutto).

22 novembre 2014

Page 59: MATERIALE DIDATTICO

59

6. il ruolo della cultura come strumento di «riduzione

della complessità», ovvero di codificazione simbolica

condivisa e di rappresentazione sociale della realtà

nelle sue varie dimensioni.

«Il concetto di riduzione di complessità svolge un ruolo

centrale in tutta la teorizzazione luhmanniana e va

compreso all'interno del rapporto sistema-ambiente-

mondo. (…)

22 novembre 2014

Page 60: MATERIALE DIDATTICO

60

«Per mondo Luhmann intende la complessità

indeterminabile, l'insieme delle illimitate possibilità, che

come tale non può mai essere circoscritto. Il mondo

comprende sia l'ambiente, ovvero l'insieme delle possibilità

determinabili presenti in una situazione concreta, che il

sistema, in quanto prodotto determinato, costituitosi in base

alla effettiva selezione di alcune delle possibilità

determinabili dell'ambiente e alla negazione di tutte le altre.

Tanto l'ambiente che il sistema sono quindi già livelli

progressivi di riduzione di complessità del mondo.»

(Crespi, 1985)

22 novembre 2014

Page 61: MATERIALE DIDATTICO

61

«La riduzione di complessità operata dal senso è, nella sua

selettività, in sé assolutamente arbitraria, in quanto non è

possibile ricondurre il senso a nessun criterio oggettivo di

realtà o di verità».

«Anche per Luhmann, come per Weber e Schutz, resta

rilevante nella produzione del senso la dimensione inter-

soggettiva e sociale, in quanto il senso, come principio

convenzionale di identificazione dei soggetti e dei sistemi

sociali, e come garanzia di stabilizzazione dell'universo

dell'esperienza vissuta e dell'azione, si costituisce sempre

all'interno dei processi di interazione. Tali processi sono

caratterizzati dalla doppia contingenza, un concetto già

usato da Parsons».

(Crespi, 1985)

22 novembre 2014

Page 62: MATERIALE DIDATTICO

62

La doppia contingenza:

«Ogni esperienza vissuta e ogni agire, riferito ad

altri uomini, è doppiamente contingente, per il fatto

che dipende non solamente da me, ma anche

dall'altro, il quale deve essere concepito da me

come alter ego, cioè come altrettanto libero e

mutevole quanto lo sono io» (Luhmann 1971).

22 novembre 2014

Page 63: MATERIALE DIDATTICO

63

«A differenza dei sistemi fisici o biologici, i cui confini possono

essere definiti empiricamente, i sistemi sociali sono definibili solo

sulla base del senso partecipato (…) Dato che le forme

determinate del senso possono variare continuamente nel tempo

e nello spazio, perché si dia un sistema sociale è necessario che

sussistano forme codificate sufficientemente stabili del senso,

tali da garantire la prevedibilità delle reciproche aspettative di

comportamento, sulla base di regole condivise nel tempo

(tradizione, ripetitività dell'esperienza) e nel sociale (consenso

fondato sulla presenza di norme o sui comandi di un'autorità

riconosciuta). Tale stabilizzazione infatti non si realizza, secondo

Luhmann, nella forma di relazioni di invarianza fra determinate

cause e determinati effetti, ma sulla base di aspettative

socialmente condivise».

(Crespi, 1985)

22 novembre 2014

Page 64: MATERIALE DIDATTICO

64

Due proprietà dei sistemi sociali

I sistemi esistono solo in quanto autoreferenziali:

«Un sistema può essere definito come autoreferenziale se costituisce

in proprio, quali unità funzionali gli elementi di cui è composto, e se

attiva in tutte le relazioni fra questi ultimi un rinvio a tale

autocostituzione, che viene quindi in questo modo continuamente

riprodotta». (Luhmann, 2001)

Il carattere autoreferenziale dei sistemi è alla base della loro ulteriore

proprietà: l’autopoiesi

"Un sistema autopoietico è organizzato come una rete di processi di

produzione di componenti che produce le componenti che: attraverso le

loro interazioni e trasformazioni rigenerano continuamente e realizzano

la rete di processi che le producono e la costituiscono come un'unità

concreta nello spazio in cui esse esistono, specificando il dominio

topologico della sua realizzazione in quanto tale rete«.

(Maturana, Varela, 1985).

22 novembre 2014

Page 65: MATERIALE DIDATTICO

65

7.Il «relativismo culturale» e la cultura come «inganno

funzionalmente necessario».

Nella società moderna ed ancora di più in quella

contemporanea, per effetto della crescita delle interdipendenze

sistemiche a livello globale e delle relazioni interculturali, «ciò

che era apparso per secoli come un ordine immutabile fondato

sulla stessa natura degli uomini e sulla legge divina, viene ora

visto come il prodotto storico dell’agire collettivo. Non vi è

un’unica forma di società, né i valori sono dappertutto gli stessi:

possono darsi anzi forme molto diverse di cultura e di società a

secondo delle epoche, della collocazione geografica, delle

caratteristiche climatiche e territoriali, delle forme economiche e

delle vicissitudini storiche» (Crespi, 1985).

22 novembre 2014

Page 66: MATERIALE DIDATTICO

66

La consapevolezza del relativismo culturale, se da una

parte alimenta lo spirito critico nei confronti dell’ordine

sociale entro alcuni strati sociali, convive, tuttavia, con la

persistenza diffusa, a livello generale degli attori sociali, di

processi di rimozione del carattere storicamente

determinato del modello culturale di riferimento della

società in cui gli attori vivono.

Ogni modello culturale, in altri termini, tende

funzionalmente ad assolutizzarsi e a «naturalizzarsi».

«La formazione di strutture richiede (…) la presenza di due

condizioni essenziali: da un lato una certa misura di latenza

funzionale, che impedisca una ri-problematizzazione della

struttura, dall’altro lato l’approntamento di meccanismi che

regolino la gestione delle inevitabili delusioni» (Luhmann,

1983).

22 novembre 2014

Page 67: MATERIALE DIDATTICO

67

8. il problema di «modelli educativi» adeguati in

quanto diretti allo sviluppo di un io equilibrato tra

pulsioni individuali ed aspettative normative ed alla

capacità di agire nelle relazioni sociali nella prospettiva

della reciprocità e dell’altro generalizzato;

22 novembre 2014

Page 68: MATERIALE DIDATTICO

68

Parte seconda - Le principali «parole

chiave» per l’analisi del testo di Alexander

e Thompson

2.1. Differenziazione

2.2. Disuguaglianze

2.3. Denaturalizzazione

22 novembre 2014

Page 69: MATERIALE DIDATTICO

69

2.1. La differenziazione

La pluralizzazione - entro una società, un

sistema sociale, un gruppo sociale - dei

modelli culturali di riferimento, delle funzioni,

delle attività, dei livelli di potere e di risorse,

degli stili di vita e delle altre caratteristiche

socialmente rilevanti.

La d. rappresenta - assieme alla crescita (o

riqualificazione) adattiva, alla

generalizzazione dei valori e all’inclusione

– una delle componenti/processi

fondamentali dell’evoluzione sociale

(T.Parsons, 1967).

22 novembre 2014

Page 70: MATERIALE DIDATTICO

70

I concetti di evoluzione sociale e di mutamento sociale

Pur frequente, è del tutto impropria l’assimilazione dei

concetti di evoluzione sociale e di mutamento sociale, che

invece rappresentano dimensioni ben distinte, per ampiezza

e profondità, delle trasformazioni sociali.

Se l’evoluzione sociale rappresenta la «curva di

trasformazione intorno alla quale si distribuiscono tutti i

mutamenti sociali verificatisi sino ad oggi nel complesso

delle società umane»,

il mutamento sociale consiste in una

«variazione o differenza o alterazione relativamente ampia e

non temporanea, anche se non irreversibile, nelle proprietà,

nello stato o nella struttura, dell’organizzazione di una

determinata società, ovvero nei rapporti fra i principali

sistemi sociali che la compongono – ad es, nella sfera

dell’economia, della politica, dello stato, della religione, della

famiglia – oppure entro uno di tali sistemi» (L.Gallino, 1973).

22 novembre 2014

Page 71: MATERIALE DIDATTICO

71

Tre principali significati:

a) d. come incremento della complessità

organizzativa (cfr., più sotto, i 4 tipi);

b) d. come crescita della divisione sociale

del lavoro (Durkheim);

c) d. come aumento delle disuguaglianze.

22 novembre 2014

Page 72: MATERIALE DIDATTICO

72

Quattro tipi di d.:

a) La d. segmentaria

b) La d. centro/periferia

c) La d. stratificata

d) La d. funzionale (o specializzazione

funzionale).

N.B. Spesso solo i tipi di d. da 2 a 4 sono considerati

propriamente differenziazione, intesa come (L. Gallino)

processo con cui «un’unità sotto-sistema, o categoria

di unità o sotto-sistemi, avente nella società un unico

posto, relativamente ben definito, si divide in unità o

sotto-sistemi (di solito due) che differiscono fra di loro

tanto nella struttura quanto nella rilevanza funzionale

per il sistema più ampio».

22 novembre 2014

Page 73: MATERIALE DIDATTICO

73

La differenziazione segmentaria

• Tipica delle società meno sviluppate,

consiste nella divisione di una società in

parti autonome tra loro simili se non

identiche (società nomadi di caccia e

raccolta).

• Assomiglia al processo di «gemmazione»

degli organismi biologici più semplici.

• Entro le singole parti le differenze di

ruolo/status e di potere sono di tipo

«naturale» (sesso, età).

22 novembre 2014

Page 74: MATERIALE DIDATTICO

74

La differenziazione centro/periferia

• Dopo la d. segmentaria, con il progressivo

sviluppo delle società sedentarie (sviluppo

dell’agricoltura e dell’allevamento degli

animali) comincia un lungo processo di

sviluppo di forme «gerarchiche» di d.,

ovvero tra parti della società diverse per

importanza, potere, ricchezza, ecc.

• Sulla base della separazione tra

«campagna» e prime strutture «urbane», si

sviluppa una differenziazione tra «centro»

(sede delle più importanti attività e del

«comando») e le «periferie».

22 novembre 2014

Page 75: MATERIALE DIDATTICO

75

Compaiono:

la prima importante d.orizzontale:

articolazione della società in sotto-sistemi

distinti per funzione (economica, politica

militare, religiosa, ecc.)

e la d. verticale/gerarchia sociale

(tra gruppi/etnie/dinastie dominanti

legittimati dalla cultura, in particolare

religiosa)

(cfr. le grandi società/imperi tradizionali).

22 novembre 2014

Page 76: MATERIALE DIDATTICO

76

La differenziazione stratificata

• Lo sviluppo socio-culturale ed economico è

alla base della comparsa della

strutturazione delle disuguaglianze in

struttura di classi/ceti (su base ascrittiva)

gerarchicamente ordinati (per livello di

potere, ricchezza e prestigio) e

tendenzialmente «chiusi».

• Es.: società medievali e società

premoderne.

22 novembre 2014

Page 77: MATERIALE DIDATTICO

77

La differenziazione funzionale

(o specializzazione funzionale)

• Crescita della numerosità delle parti, che si

«specializzano» progressivamente

secondo la funzione svolta (spesso

«scindendosi» da una parte che svolge

una funzione più generale e meno

specifica.

• Il ruolo dello sviluppo scientifico.

• Esempi: sistema sociale della scienza;

sistema sanitario; sistema formativo;

imprese.

22 novembre 2014

Page 78: MATERIALE DIDATTICO

78

Altri aspetti/dimensioni della d.

nella società contemporanea

La società contemporanea, anche per effetto

della maggiore complessità sistemica

associata alla d. funzionale, presenta un

livello maggiore di d. sociale per l’effetto

combinato di una pluralità di fattori

(cfr. slide seguente) che portano ad una

stratificazione crescente di posizioni sociali,

stili di vita ed orientamenti di valore.

22 novembre 2014

Page 79: MATERIALE DIDATTICO

79

I principali fattori della d.

nella società contemporanea

• Le norme giuridiche

(decidono sui livelli differenziati di

inclusione sociale, ad es. di diritti

di cittadinanza civili, politici e sociali).

• La posizione nel mercato (attività

professionale) e le risorse economiche

(differenziano gli status).

• Il potere (politico ed economico)(il potere politico incide

sull’allocazione/distribuzione sociale

delle risorse; il potere economico incide anch’esso

sulla mobilità sociale, sulla distribuzione delle

risorse, e quindi sugli stili di vita, e sulle condizioni

di lavoro).

22 novembre 2014

Page 80: MATERIALE DIDATTICO

80

• La struttura demografica(in particolare la composizione per età della

popolazione incide sulla differenziazione delle

diverse fasi della vita Corso della vita.pdf ;

altra ricaduta sulla differenziazione viene, ad es.,

dalla distribuzione territoriale della popolazione tra

grandi centri urbani e piccoli centri).

• La tecnologia (esposizione alla tecnologia;

competenza tecnologica)(l’accesso e l’uso delle tecnologie – ad es. di quelle

digitali – differenziano una pluralità di aspetti delle

relazioni sociali, della vita economica, culturale e

politica, incidendo su stili di vita, partecipazione

sociale ed anche reddito).

22 novembre 2014

Page 81: MATERIALE DIDATTICO

81

• Le appartenenze subculturali (etniche,

ecc.)(il carattere multietnico delle società

contemporanee – spesso associato a pluralismo

religioso – è un fattore importante di

differenziazione sociale; altro fattore è il

rinascente localismo che può riattualizzare

differenze subculturali che parevano scomparse;

un altro aspetto, anche collegato a quanto sopra, è

il fenomeno del «fondamentalismo» culturale di

chi si oppone all’innovazione ed alla crescita della

inclusione).

22 novembre 2014

Page 82: MATERIALE DIDATTICO

82

La differenziazione come crescita della

divisione sociale del lavoro (Durkheim)

E. Durkheim individua nell’evoluzione della divisione

sociale del lavoro il principale fattore di d. ed il motivo

del crescente individualismo della società moderna.

In questa società si passa

dalla solidarietà meccanica delle società

tradizionali (scarsa differenziazione dei ruoli; forte

«vincolo sociale» e forte senso di appartenenza;

prevalenza del sentimento di «uguaglianza»)

alla solidarietà organica della società moderna

(interdipendenza funzionale tra ruoli sempre più

distinti; crescente individualismo ed indebolimento del

senso di appartenenza; prevalenza della percezione

della «differenza»; presenza di anomia «cronica»).

22 novembre 2014

Page 83: MATERIALE DIDATTICO

83

2.2. Le disuguaglianze

Se la differenziazione significa e comporta, in

generale, la crescita delle differenze - culturali e

strutturali - entro una società/un sistema sociale/un

gruppo, una dimensione centrale delle differenze è

quella delle disuguaglianze sotto il profilo della

distribuzione sociale delle risorse socialmente più

rilevanti (ricchezza, potere, prestigio).

L’articolazione complessiva di tali diseguaglianze

costituisce la stratificazione sociale.

22 novembre 2014

Page 84: MATERIALE DIDATTICO

84

La stratificazione sociale

La pluralità delle teorie sociologiche della s.s. è alla

base della spiccata eterogeneità delle definizioni del

fenomeno.

Tre recenti definizioni:

1) la distribuzione delle unità di una popolazione

(individui o famiglie) in fasce contigue e sovraordinate

(strati sociali), distinte fra di loro per quantità posseduta

delle risorse socialmente disponibili (ricchezza, potere,

prestigio, ecc.);

2) distribuzione, in dimensione verticale, dei membri

della società in ordine decrescente - dall’alto verso il

basso - di ricchezza, potere, prestigio, stile di vita, ecc.;

3) lo strato sociale è l’insieme dei soggetti

(individui/famiglie) che dispongono di tali attributi in

quantità uguali/simili.

22 novembre 2014

Page 85: MATERIALE DIDATTICO

85

L’analisi sociologica della s.s.

Due questioni preliminari:

a) la s.s. è un fenomeno universale?

b) stratificazione sociale e struttura di classe:

sono sinonimi?

a) la s.s. è un fenomeno universale?

Tutte le società, anche quelle più

semplici/meno differenziate, hanno conosciuto

diseguaglianze strutturate per sesso o per età

quanto, ad es., al potere, ma non dal punto di

vista delle risorse materiali (l’eccezione è

costituita dalle prime società nomadi).

22 novembre 2014

Page 86: MATERIALE DIDATTICO

86

La s.s., in senso proprio, si manifesta a partire

dalle società agricole, in cui inizia a strutturarsi

la relazione tra surplus economico, diseguale

distribuzione della ricchezza e concentrazione

del potere (G.Lensky, 1966).

b) Stratificazione sociale e struttura di classe:

sono sinonimi?

Solo per la teoria marxista.

La sociologia considera la struttura di classe

(cfr. ad es. M. Weber) come una delle

forme/dei sistemi di stratificazione sociale

22 novembre 2014

Page 87: MATERIALE DIDATTICO

87

Principali sistemi di s.s. nella storia

• Schiavitù

• Caste (india)

• Ceti

• Classi

22 novembre 2014

Page 88: MATERIALE DIDATTICO

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Schiavitù - in società con economie poco sviluppate, con la

forza lavoro come principale mezzo di produzione.

Caste (India) - differenziazione e segregazione per diritto

- secondo i testi sacri: rapporto con l’immagine del mondo

(la purezza e l’origine delle caste dalle diverse parti del corpo

- testa, spalle, coscia, piedi – dell’uomo primigenio; in più

i paria, gli intoccabili)

- in realtà, la struttura delle caste è molto più articolata (molte

migliaia di caste), anche se - sino ad epoche recenti - ha

conservato i caratteri distintivi:

- ascrittività/chiusura

- endogamia (raramente: ipergamia).

22 novembre 2014

Page 89: MATERIALE DIDATTICO

89

Ceti nella società tradizionale:

• stratificazione di fatto e di diritto;

• ascrittività ;

• divisione dei ruoli (manuali e non) ;

• rapporto tra ricchezza e prestigio;

• ceti e potere politico.

22 novembre 2014

Page 90: MATERIALE DIDATTICO

90

Classi

• Prodotte dal mercato/dal capitalismo

secondo Weber e, in generale, dalla

sociologia.

• Articolazioni universali della stratificazione

sociale (Marx): prodotte dai rapporti di

produzione

22 novembre 2014

Page 91: MATERIALE DIDATTICO

91

La sociologia contemporanea ha sviluppato

anche l’analisi delle relazioni tra s.s.

e razza e genere che sono colti come ulteriori

dimensioni delle disuguaglianze sociali e

come fattori di differenziazione interne alle

classi/ai ceti/agli strati sociali.

Cfr., in particolare, l’analisi della «sottoclasse

razziale in America».

22 novembre 2014

Page 92: MATERIALE DIDATTICO

92

Teorie della s.s.

a) Teoria funzionalista (Davis-Moore)

• la distribuzione diseguale delle risorse

socialmente disponibili è in funzione della

rilevanza funzionale dei ruoli, della quantità

(scarsa) dei talenti e della lunghezza/onerosità

del training necessario ad acquisire le

competenze di ruolo,

• ha lo scopo di motivare alle posizioni sociali

socialmente più rilevanti e

• produce una struttura molto articolata di

strati sovrapposti (con ridotte disuguaglianze

tra strati contigui).

22 novembre 2014

Page 93: MATERIALE DIDATTICO

93

Teorie della s.s.

b) Teoria di K. Marx

• Le classi trovano il loro fondamento nei rapporti di

produzione e presentano un’omogeneità di fondo degli

attributi dei singoli (reddito, istruzione, sistemi valoriali e

comportamentali).

• Ogni fase evolutiva esprime una struttura di classe

specifica del modo di produzione.

- Le classi (il loro conflitto) sono il motore

dell’evoluzione, che comporta/richiede la

trasformazione delle classi in sè in classi per sé

(sviluppo della coscienza di classe).

La trasformazione – che avvia l’evoluzione sociale

attraverso discontinuità rivoluzionarie - è in relazione

con la omogeneità/stratificazione interna delle classi.

22 novembre 2014

Page 94: MATERIALE DIDATTICO

94

Teorie della s.s.

c) La teoria multidimensionale di M.Weber

• La s.s. ha origine da:

- economia (classi)

- cultura (ceti)

- potere (partiti).

• Economia=situazione di mercato:

- del lavoro (imprenditori/classe operaia)

- del credito (creditori/debitori)

- delle merci (consumatori/venditori).

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95

• Cultura=ceto:

• Stile di vita/senso di appartenenza;

• ricchezza e prestigio;

• confini e chiusura dei ceti

• Potere=partito

• Il ruolo dei partiti di massa nelle decisioni

politiche e nell’allocazione delle risorse nella

società moderna.

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Page 96: MATERIALE DIDATTICO

96

La misurazione delle disuguaglianze

• L’indice di Gini

o Misura la distribuzione della ricchezza

o Varia tra 0, in presenza di minima

concentrazione, e 1, nel caso di massima

concentrazione del fenomeno.

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Page 97: MATERIALE DIDATTICO

97

La misurazione delle disuguaglianze

(fonte delle definizioni: ISTAT)

• La povertà:

• assoluta

• relativa

• La povertà assoluta

o La soglia di povertà assoluta rappresenta il valore

monetario, a prezzi correnti, della spesa minima

necessaria per acquisire i beni e servizi inseriti nel paniere

di povertà assoluta. La soglia di povertà assoluta varia,

per costruzione, in base alla dimensione della famiglia,

alla sua composizione per età, alla ripartizione geografica

e alla dimensione del comune di residenza.

o Una famiglia è assolutamente povera se sostiene una

spesa mensile per consumi pari o inferiore a tale valore

monetario.

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o Paniere di povertà assoluta: rappresenta l’insieme dei beni

e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati

essenziali per una determinata famiglia per conseguire uno

standard di vita minimamente accettabile.

o Scala di equivalenza: insieme dei coefficienti di correzione

utilizzati per determinare la soglia di povertà quando le

famiglie hanno un numero di componenti diverso da due.

Ad esempio, la soglia di povertà per una famiglia di quattro

persone è pari a 1,63 volte quella per due componenti

(1.585,21 euro), la soglia per una famiglia di sei persone è

di 2,16 volte (2.100,64 euro).

o Spesa equivalente: è calcolata dividendo il valore familiare

della spesa per il coefficiente della scala di equivalenza e

permette di rendere direttamente confrontabili i livelli di

spesa di famiglie di ampiezza diversa.

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Page 99: MATERIALE DIDATTICO

99

o Incidenza della povertà: si ottiene dal rapporto tra il numero

di famiglie con spesa media mensile per consumi pari o al

di sotto della soglia di povertà e il totale delle famiglie

residenti.

o Intensità della povertà: misura di quanto in percentuale la

spesa media delle famiglie definite povere è al di sotto

della soglia di povertà.

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Page 100: MATERIALE DIDATTICO

100

• La povertà relativa

o Soglia di povertà relativa: per una famiglia di due

componenti è pari alla spesa media procapite nel

Paese. Nel 2013 questa spesa è risultata pari a

972,52 euro mensili.

o Spesa media per persona (procapite): si ottiene

dividendo la spesa totale per consumi delle famiglie

per il numero totale dei componenti.

o Scala di equivalenza: insieme dei coefficienti di

correzione utilizzati per determinare la soglia di

povertà quando le famiglie hanno un numero di

componenti diverso da due. Ad esempio, la soglia di

povertà per una famiglia di quattro persone è pari a

1,63 volte quella per due componenti (1.585,21

euro), la soglia per una famiglia di sei persone è di

2,16 volte (2.100,64 euro).

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Page 101: MATERIALE DIDATTICO

101

La mobilità sociale

Definizione

Il passaggio di posizione di unità di una popolazione (individui o

famiglie) da una ad un’altra classe/un altro ceto/un altro strato sociale

Tipi di mobilità sociale

• orizzontale

passaggio da una classe/da un ceto/ da uno strato all’altro senza

salire/scendere di livello gerarchico

• verticale (individuale/collettiva): passaggio da uno strato all’altro:

a) salendo di livello gerarchico

(mobilità verticale ascendente);

b) scendendo di livello gerarchico

(mobilità verticale discendente);

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Page 102: MATERIALE DIDATTICO

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La mobilità sociale

• di lungo raggio

quando la classe/il ceto/lo strato di destinazione è

lontano da quello di provenienza

• di breve raggio

quando la classe/il ceto/lo strato di destinazione è contiguo a quello di

provenienza

• intergenerazionale

quando il passaggio riguarda una famiglia (posizione dei figli rispetto

a quella dei genitori)

• intragenerazionale

quando il passaggio riguarda uno stesso individuo nell’arco della sua

vita

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Page 103: MATERIALE DIDATTICO

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La mobilità sociale

• assoluta

numero di spostamenti in senso ascendente/discendente

• relativa

grado di uguaglianza di opportunità di mobilità sociale fra le diverse

classi/i diversi ceti/i diversi strati.

Indica grado di fluidità/apertura di una società

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Page 104: MATERIALE DIDATTICO

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La mobilità sociale

• assoluta

numero di spostamenti in senso ascendente/discendente

• relativa

grado di uguaglianza di opportunità di mobilità sociale fra le diverse

classi/i diversi ceti/i diversi strati.

Indica grado di fluidità/apertura di una società

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Page 105: MATERIALE DIDATTICO

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2.3. La denaturalizzazione

Alexander e Thompson definiscono la d. come

il «processo attraverso il quale qualcosa che

si suppone sia normale, universale e da tutti

condiviso viene rimesso in discussione o

modificato e dunque non sembra più ovvio o

naturale».

Il concetto, indica, dunque mutamenti sociali

che possono essere tuttavia di vario tipo e

motivazioni (e tra di loro interrelati):

- un cambiamento delle rappresentazioni

sociali (cfr. il «teorema di Thomas») a riguardo

di qualche fenomeno;

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Page 106: MATERIALE DIDATTICO

106

- un mutamento del modello culturale di

valori che porta a ridefinire le norme sociali

(dunque le aspettative sociali di

comportamento) e a nuove regolazioni

sociali (sostituendo la «tradizione» e il

«dato per scontato» con nuove istituzioni

sociali);

- la diffusione, entro alcuni gruppi sociali, di

un orientamento al relativismo culturale,

anche per effetto del carattere multietnico di

molte società contemporanee.

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Page 107: MATERIALE DIDATTICO

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Il programma della prima prova intermedia

(martedì 2 dicembre 2014, ore 15-20).

1.La prova verterà sulle slides che precedono e sui

seguenti capitoli del testo di Alexander e Thompson:

1.Le strutture culturali; 3.La socializzazione e il ciclo

vitale; 5.Il matrimonio e la famiglia; 6.La disuguaglianza;

7.Il genere; 8.Razza ed etnia; 9.Criminalità e devianza;

11.L’istruzione; 13.La religione; 16. Mutamento sociale

ecc.

2. Modalità di svolgimento: risposte a due domande;

ogni risposta sarà di max 2 pagine.

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Page 108: MATERIALE DIDATTICO

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3. Ogni studente riceverà due moduli ad hoc che

utilizzerà per le risposte. Su ogni modulo sarà

indicata una domanda, compresa tra quelle indicate

di seguito:

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Page 109: MATERIALE DIDATTICO

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1. Il rapporto tra natura e cultura nella prospettiva

sociologica

2. Il rapporto fra dimensione individuale e dimensione

collettiva dell’azione sociale

3. La prevedibilità dell’azione sociale: definizione;

come viene assicurata

4. La cultura: componenti e funzioni rispetto alla

società

5. Valori e norme: definizione e funzioni

6. La dimensione simbolica e le sue funzioni

7. La differenziazione: definizioni e tipi

8. Le disuguaglianze: definizione e tipi

9. Le trasformazioni del Sé nell’evoluzione socio-

culturale

10. La differenziazione sociale e le trasformazioni del

processo di socializzazione

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Page 110: MATERIALE DIDATTICO

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11. La differenziazione sociale e le trasformazioni del

ciclo vitale

12. Il matrimonio e la famiglia: dalla naturalizzazione

alla denaturalizzazione

13. Evoluzione sociale e trasformazioni della

distribuzione dei redditi

14. Il genere come costruzione sociale

15. La costruzione sociale di razza ed etnia

16. Devianza e criminalità: definizioni e tipologie

17. La devianza: i principali approcci di ricerca

18. Educazione e istruzione nella società

contemporanea

19. Le funzioni sociali della religione nelle teorie

sociologiche

20. Mutamento sociale ed evoluzione sociale:

definizioni; le principali fasi dell’evoluzione sociale

21. Le principali differenze tra società industriale e

società postindustriale22 novembre 2014