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ME-TO-DO Imparare ad imparare ME-TO-DO Imparare a imparare Trova il tuo metodo di studio per apprendere più efficacemente Ebook gratuito - Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza espressa autorizzazione dell'Autore. Copyright 2019 Matteo Rocca Coach Tutti i diritti sono riservati. Tutto ciò che é riportato su questo documento (contenuti, testi, immagini) sono di mia proprietà, sono protetti dal diritto d'autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato copiare, appropriarsi, ridistribuire, riprodurre qualsiasi frase, contento o immagine presente su di questo documento. MATTEO ROCCA Coach - [email protected] – 3498564266 – Skype: Matteo Rocca Coach

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Trova il tuo metodo di studio per apprendere più efficacemente

Ebook gratuito - Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione anche parziale dei contenuti senza espressa autorizzazione dell'Autore.

Copyright 2019 – Matteo Rocca Coach – Tutti i diritti sono riservati. Tutto ciò che é riportato su questo documento (contenuti, testi,immagini) sono di mia proprietà, sono protetti dal diritto d'autore nonché dal diritto di proprietà intellettuale. Sarà quindi assolutamente vietato

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ME-TO-DO DI STUDIOImparare ad imparare

CAPITOLO 1: INTRODUZIONE1.1 Obiettivi del corso

1.2 Benefici attesi per alunni e genitori

1.3 Programma

1.4 Metodologia

1.5 L'importanza della motivazione

CAPITOLO 2: IMPARARE AD IMPARARE2.1 Cosa significa studiare e perché lo facciamo?

2.2 Perché andare a scuola è importante

2.3 Avere il giusto atteggiamento per superare gli ostacoli all'apprendimento e le cattive

abitudini

2.4 Come funzionano cervello e memoria?

2.5 Perché è importante “avere memoria”? Quali sono i vantaggi?

CAPITOLO 3: IL ME-TO-DO DI STUDIO3.1 Cosa è il metodo di studio? Elementi base per trovare il proprio

3.2 Suggerimenti e consigli utili per organizzarsi meglio

3.3 Le tecniche da usare in classe e quelle per casa

3.4 Prendere gli appunti

3.5 Quali sono le tecniche principali?

3.6 Come imparare più velocemente

CAPITOLO 4: PROGETTA IL TUO METODO DI STUDIO

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4.1 Sai riconoscere il tuo stile di apprendimento?

4.2 Consigli pratici per progettare il tuo metodo di studio e migliorare l'apprendimento

4.3 I nemici dello studio

4.4 Suggerimenti utili per: ascoltare, leggere, comprendere, memorizzare, schematizzare,

esporre, ripassare

4.5 Come affrontare meglio le interrogazioni

4.6 Applicazioni utili per lo studio

CAPITOLO 5: GUIDA PER GENITORI (di studenti)5.1 valutazione del percorso in aula

5.2 questionario "stile di apprendimento prevalente"

5.3 in che modo elabori le informazioni: analitico o globale?

5.4 preferisci lavorare da solo o con gli altri?

5.5 che metodo utilizzi ora?

5.6 avere consapevolezza delle proprie abilita'

5.7 che tipo di studente sei?

5.8 le abitudini di studio

5.9 alimentare la motivazione

5.10 l'autostima dei ragazzi

5.11 sostenere la volontà

5.12 ...e se mio figlio non ha voglia di studiare?

SCHEDE DI APPROFONDIMENTO10 RAGIONI PER STUDIARE ORA

FRASI MOTIVAZIONALI ALLO STUDIO

DECALOGO DELLO STUDENTE STRATEGICO

NON HAI VOGLIA DI STUDIARE? TROVALA COSÌ

ANSIA DA INTERROGAZIONE? SI PUÒ SUPERARE

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MNEMO-TECNICHE (AVANZATO)

MAPPE MENTALI, CONCETTUALI

STUDIARE ITALIANO

STUDIARE MATEMATICA

STUDIARE STORIA

STUDIARE SCIENZE

STUDIARE LATINO

STUDIARE GEOGRAFIA

STUDIARE FILOSOFIA

STUDIARE FISICA

STUDIARE UNA LINGUA STRANIERA

STUDIARE DISEGNO

STUDIARE RELIGIONE

BIBLIOGRAFIA DI RIFERIMENTO

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CAPITOLO 1INTRODUZIONE

1.1 Obiettivi del percorsoChi si ferma è perduto! Oggi è sempre più indispensabile continuare ad imparare nuove

competenze. E' vincente il concetto di "lifelong learning". Imparare ad imparare è l'arma

segreta per avere successo a scuola e nella vita.

Aiutare i ragazzi a trovare il loro metodo di studio per imparare ad imparare e perapprendere più efficacemente. Far loro capire che prima del "fare" è meglio pensare a"come fare". Motivare i ragazzi ad apprendere considerando che apprendimentosignifica: sapere, sapere fare e saper essere.

Per imparare ad imparare sono necessarie:

1 ) le abilità cognitive: comprensione, concentrazione, memoria, lettura, scrittura. Sono

necessari 2 ingredienti: metodo e pratica.

2) le abilità organizzative: pianificare, programmare le sessioni di studio, la gestione del tempo,

evitare di rimandare.

3) le abilità emotive: motivazione allo studio, gestione dello stress dello studio.

1.2 Benefici attesi per alunni e genitoriImparare efficacemente. Per efficacemente intendo:

- in meno tempo: per stare in famiglia, per fare sport, per divertirsi e svagarsi;

- in modo più semplice: sapendo come si fa, con metodo, evitando errori;

- meglio: per elaborare concetti, interpretarli e rivederli;

- per ricordare più a lungo: conoscendo le tecniche di memorizzazione;

- pratico e utile nella vita, quando ci serve.

1.3 ProgrammaV. Indice.

1.4 MetodologiaLezione frontale con teoria e presentazioni alla LIM (Lavagna Interattiva Multimediale).

Esercitazioni di consapevolezza e utilizzo. Coaching e simulazioni e discussioni di gruppo.

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1.5 L'importanza della motivazionePrima di fare un'attività viene spontaneo chiedersi perché farla.

Cosa è la motivazione? "Tutto ciò che spinge l'essere umano a perseguire determinatiscopi". E' il perché delle azioni, il fine che spinge l'essere umano a impegnarsi per soddisfare i

propri bisogni.

In ambito scolastico il bisogno principale è il bisogno di conoscere e apprendere. Tale

bisogno è presente in tutti gli uomini, ma si declina per ognuno in modo diverso a seconda

dell'esperienza, del contesto di vita, delle preferenze personali e delle aspirazioni.

" Che tu pensi di farcela oppure di non farcela, hai ragione "

(Henry Ford)

La motivazione è una spinta, una forza che fa iniziare un'azione, mette in campo risorse,

mantiene il livello di impegno e ci orienta nei comportamenti.

La motivazione è fondamentale nel raggiungimento di obiettivi e successo. Ha effetti positivi

sull'attenzione, sull'energia messa in campo e sul coinvolgimento emotivo.

Regola curiosità, desiderio di apprendere, ricerca e volontà.

Essere motivati aiuta a superare le difficoltà

E' fondamentale che i ragazzi sappiano perché viene chiesto loro di studiare e perchénella vita è importante e fondamentale apprendere.

Perdere e ritrovare la motivazioneSi può percepire la mancanza di motivazione nel momento in cui studiare diventa “una tortura” e

seguire le lezioni provoca solo noia.

È vero che alcune materie e/o alcuni docenti possono essere “indigesti” per loro natura, ma è

anche vero che lo studente può diventare protagonista del suo percorso anche nei momenti più

ostici cercando di mettere a fuoco i traguardi che vuole ottenere (avere una bella media a fine

anno, superare una gara di una certa disciplina, ottenere un regalo da parte dei genitori,

guadagnare i crediti che possono portarlo ad un voto di diploma particolarmente elevato etc.).

Un altro mezzo per ritrovare la motivazione è quello di diventare parte attiva del processo di

apprendimento: spesso la materia appare “poco interessante” perché sembra totalmente

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slegata dalla nostra vita quotidiana; cercare di renderla più vicina a noi è un modo per ridare ad

ogni disciplina (o alla maggior parte) quella dinamicità che a prima vista non possiede.

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CAPITOLO 2IMPARARE AD IMPARARE

2.1 Cosa significa studiare e perché lo facciamo?

" Studiare è bello oppure no? ". Capita raramente sentire un ragazzo che dice che è bello

studiare, nella maggior parte dei casi lo sentiamo lamentarsi di non voler studiare e non voler

fare i compiti perché è più divertente andare fuori con gli amici, giocare alla Playstation, ecc. E

spesso è proprio per questo che si studia: per un dovere, ci si sente obbligati a studiare per

ottenere buoni vuoti, prendere una laurea e poter trovare un buon lavoro in futuro. Ma è anche

la ragione per cui molti ragazzi non studiano: quando ci sentiamo costretti a fare qualcosa,senza che alla base ci sia un reale interesse o una passione allora quel qualcosa lofacciamo controvoglia e, il più delle volte, non ci riesce bene.E quante volte sentendoli noi “adulti” li capiamo (ammettiamolo quasi nessuno di noi gioiva al

momento di fare i compiti), ma allo stesso tempo pensiamo che in fondo se potessimo tornare

indietro, avremmo studiato e ci saremmo impegnati di più. Ma quando si è giovani il futuro è un

concetto inesistente, si pensa al presente, all’oggi e incentivare i ragazzi a imparare qualcosa

che forse gli tornerà utile fra 5 o 10 anni forse non è il metodo migliore.

E' importante fargli capire che quello che apprendono gli serve oggi, per capire il presente,

per comprendere ciò che accade intorno a loro. Se si spinge i ragazzi a studiare soltanto ai fini

di una futura carriera lavorativa, be’ allora non stupiamoci se poi la maggior parte dei giovani

non studia: in fondo perché devo studiare se ci sono tanti esempi di persone che fanno carriera,

gestiscono attività e si arricchiscono senza aver conseguito una laurea?

" Che tu pensi di farcela oppure di non farcela, hai ragione "

(Henry Ford)

A) Perché è importante studiare?" Perché secondo voi le dittature sono contrarie alla cultura, all’informazione libera,

all’istruzione, ecc.? Perché un popolo che non sa è un popolo a cui si può raccontare quello che

si vuole e perciò è un popolo che si può manipolare facilmente: chi è ignorante non conosce

altre vie, altre soluzioni, prende ciò che gli danno e basta". Voi volete essere così?

Studiare ti da cultura e intelligenza, ti fa apprendere e conoscere il mondo e le persone, tirende libero, ti permette di fare delle scelte.

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Studiare e quindi acquisire conoscenza ci permette di poter dare delle opinioni, sviluppa la

nostra capacità di pensare e quindi di scegliere.

Comprendendo ciò che accade intorno a noi siamo in grado di capire chi siamo e cosa vogliamo

per noi stessi.

Se vogliamo analizzare lo studio anche sotto un aspetto più “pratico”, possiamo

tranquillamente affermare che fare i compiti e organizzarsi nello studio aiuta i giovani ad averepiù auto-disciplina e ad arrivare quindi più preparati al mondo del lavoro.

" Il genio è 1% ispirazione 99% sudore "

(Thomas Edison)

B) Studiare per sempre? In fondo non è male...Penso che, sopratutto se sei ancora uno studente, tu sia più che convinto che imparare adimparare è fondamentale. Tuttavia, spesso, studiare è così noioso che pensare di dover

continuare a farlo per sempre ti demoralizza.

Ma... Non sarà che studiare è noioso solo perché studi male?

Imparare ad imparare ha tre grandi vantaggi, che ti aiutano proprio a rendere lo studio più

piacevole, soddisfacente e redditizio:

1. Capisci più velocemente, e ti risparmi un sacco di tempo. Ti faccio un esempio: se

già conosci mille parole di una lingua straniera, è più facile imparare le altre mille. Avrai

infatti imparato dei pattern e ogni parola nuova ti sembrerà più familiare. Questo è molto

tipico: un bravo studente, diventa sempre più bravo, perché ogni nuova conoscenza si

stratifica sulle precedenti in maniera solida. A un cattivo studente capita invece l’opposto:

mano a mano che la complessità di una materia si espande, le fondamenta deboli

rendono sempre più difficile andare avanti!

2. Eviti le frustrazioni e impari a non mollare troppo facilmente. Questo aspetto è

particolarmente importante per quelli che hanno iniziato male il loro corso di studi.

Magari, già alle elementari gli hanno detto, infatti, “che non erano dei bravi studenti”. E in

questo c’è spesso tanta responsabilità dei professori, che hanno rinforzato questa loro

idea, invece di aiutarli a superarla. Per di più senza mai spiegargli cosa facevano di

sbagliato. Il risultato è che una scarsa capacità di concentrarsi e imparare, cosa peraltro

molto comune in un bambino di 6 anni, diventa una abitudine che queste persone si

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portano dietro per sempre. Si convincono, semplicemente, di essere dei pessimi studenti,

e tali rimangono per sempre. Ma credimi, dopo aver studiato per anni la psicologia, e più

in generale la mente, posso dire che, praticamente, non esistono pessimi studenti.

Esistono invece studenti che non hanno un metodo di studio e che non riescono a

concentrarsi. Se reputi di essere un pessimo studente, fai allora lo sforzo, per la prima

volta nella tua vita, di imparare ad imparare. All’inizio sarà dura, ma poi ti prometto che ti

sorprenderai di te stesso e di come cambierà la tua performance. E non solo: questa

esperienza ti insegnerà a non dare niente per assodato, e a non mollare.

3. Riesci a connettere fra di loro informazioni di ambito molto diverso, stimolando la tua

creatività e trovando più “senso” in tutto ciò che impari. Più ti focalizzi sull’imparare, più

cose scopri e conosci in ambiti anche molto diversi fra loro. Ed è allora che cominci a

“connettere i punti“, cioè a vedere relazioni che non immaginavi, anche fra cose molto

diverse e lontane fra loro. Studiare allora diventerà eccitante, perché farai vere e proprie

“scoperte”: ogni nuova informazione darà allora un senso più completo alle informazioni

che già conosci.

2.2 Perché è importante andare a scuola

All'Università pensavo "appena finisco, col cacchio che studio ancora, non apro più un libro in

vita mia...". Il motivo principale per cui una persona fa un ragionamento simile, da sbarbato, è

che in realtà non sta studiando per se, ma per altri, per passare il tempo, perché deve, per

prendere la laurea, per i genitori. La realtà è che quando inizi a lavorare è il momento in cuiinizi veramente a studiare, non puoi diventare bravo in niente se non continui a studiare,ad apprendere e a migliorare.

Andare a scuola è importante perché:

1. Impari tante cose (scrivere, leggere, fare calcoli, lavorare, organizzarsi) che ti fanno

crescere e di diventare un adulto;

2. è utile per la vita pratica di tutti i giorni: se vuoi guidare, fare la spesa, organizzare

una vacanza, scrivere una lettera d'amore (digitale), non farvi prendere in giro.

3. ti rafforza e allena a cavartela da solo, ad accettare e vincere le sfide che in ogni caso

la vita ti presenterà.

4. impari a stare in un ambiente pubblico.

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5. Studiare non è solo una questione di nozioni, è uno strumento di libertà. Tutto ciò che

impari sui banchi di scuola ti permette di poter scegliere, un domani, di diventare chivuoi. È il modo migliore per realizzare i tuoi sogni. E già questo dovrebbe farti capire

quanto è importante andare a scuola.

6. Chi studia sa quali sono i propri diritti e come fare per poterli rivendicare.

7. A scuola s’impara una cosa fondamentale, almeno quanto lo studio in sé, a relazionarsicon gli altri. Cominci a capire di vivere una società nella quale è assolutamente

necessario avere rispetto gli uni degli altri e che la tua libertà finisce dove inizia quella

dell'altro.

8. Studiare significa anche mettersi alla prova. Ti impegni per raggiungere un obiettivo e

vieni gratificato in base a quanto ti sei applicato. Comprendi che nessun obiettivo si

raggiunge senza impegno dedizione e lavoro.

9. ti consente di gioire per risultato ottenuto dopo uno sforzo.

10. ti fa relazionare e convivere con personalità diverse, rispecchiando quello che un giorno

sarà il mondo del lavoro.

11. ti offre l'opportunità di avere amici

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2.3 Avere il giusto atteggiamento per superare gli ostacoli all'apprendimento e le cattive abitudini

A) Il giusto atteggiamentoL'atteggiamento è il modo di porsi o presentarsi, come riflesso di un determinato statod'animo o come forma volontaria di comportamento.Imparare a riuscire a scuola o nella formazione: è ciò che probabilmente tutti gli studenti in

fondo desiderano. Certo sarebbe semplice, se si potesse aver successo senza sforzo e impiego

di tempo e fatica. Forse ci sono dei geni che riescono ad imparare così, ma, per la maggior

parte delle persone, vale ciò che è ovvio per uno che pratica uno sport: è necessario allenarsicon costanza, se si vuole salire sui gradini del podio. Tutti sanno che si deve fare molta fatica, se si vuole modellare e migliorare con il fitness il

proprio fisico. Che tutti sappiano che la stessa cosa vale anche per il “fitness della mente”non è altrettanto scontato. Eppure, il fitness della mente è la condizione per poter avere

successo a scuola e nella formazione professionale. Può essere che ci siano persone più o

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meno dotate o più o meno portate per lo studio. Del resto questo è evidente anche nelle attività

sportive. Decisivo, per avere successo, è ciò che ciascuno fa con i suoi talenti.Nell’apprendimento, gli atteggiamenti di fondo di ciascuno sono l’elemento che più conta per

avere successo.

“Perché dovrei impegnarmi? Non ne ho voglia!”. Una frase del genere si sente qualche volta a

scuola. La risposta la conoscono tutti: non c’è niente di più bello della sensazione di riuscire. È

ciò che prova un atleta che vede ripagati la fatica e gli sforzi fatti nell’allenamento.

Nell’apprendimento succede un po’ la stessa cosa.

Tutto dipende da come vi ponete nei confronti dell’apprendimento. Di questo non sonoresponsabili né i docenti né i genitori, ma voi stessi. Se piano piano vi riuscirà di far vostri i

cinque atteggiamenti che vengono elencati qui di seguito, anche voi sperimenterete un

miglioramento continuo.

Per imparare a imparare, è necessario:1. voler imparare volentieri qualcosa di nuovo;

2. essere pronto a sforzarmi per questo;

3. prendermi un tempo adeguato per imparare;

4. procedere con la maggiore attenzione possibile;

5. riconoscere che sono io responsabile del mio successo o del mio insuccesso.

I principali ostacoli all'apprendimentoE' bene rendersi consapevoli dei principali ostacoli che impediscono di imparare efficacemente.

Per imparare ad imparare bisogna infatti prima di tutto a superare questi ostacoli.

B) RimandareE' quell’evento psicologico per cui una persona quando trova un compito che non gli piace

rimanda a domani con la speranza di non doverlo fare. Quando sei obbligato a fare, il

"rimandare" diventa fare tutte le cose di corsa, non amare e non apprezzare quello che state

studiando e quindi di sicuro il cervello non crea le connessioni neuronali perfette.

Quando si continua a rimandare poi si ha fretta, si raggiunge l’ultimo momento e il tipo di studio

che si può fare è sì magari uno studio focalizzato da cento ore sui libri, ma è uno studio

totalmente superficiale.

Abbiamo visto che ci sono due modi con cui si ragiona quindi: pensiero focalizzato e pensiero

diffuso. Entrambi sono utili per avere delle grosse idee: il primo perché ci permette di portare a

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casa più informazioni ma è poi il pensiero diffuso che ci permette di avere l’idea generale che

permette di generare queste idee.

E poi abbiamo visto quali sono i due difetti: uno che è tipicamente insito solamente dentro il

pensiero focalizzato, quindi il non riuscire ad uscire dalla propria area di competenza e non

pensare “fuori dal box”, “fuori dalla scatola” ( e quindi sono nate strategie di pensiero laterale

per risolvere il noto problema) e l’altro invece è la procrastinazione che devasta totalmente ogni

tipo di creatività e di creazione di idee.

C) Cattive abitudini1. Pensare che quanto si studia non serve e non interessa;

2. Pensare che l’importante è perdere meno tempo possibile con lo studio della materia;

3. Dare poca importanza al proprio benessere psicofisico;

4. Non pianificare i propri tempi di studio pensando al tanto tempo a disposizione;

5. Ritenere superflue le strategie di studio e di memoria;

6. Studiare in presenza di fonti di distrazione;

7. Pensare che tutto il materiale di studio abbia la stessa importanza;

8. Continuare a studiare anche se la mente ormai è da un’altra parte;

9. Fare una sgobbata, piuttosto che distribuire il lavoro nel tempo;

10.Ripetersi ossessivamente la materia, anche dopo aver verificato che essa è

sostanzialmente conosciuta;

11.Assumere un atteggiamento passivo e abitudinario verso i compiti di apprendimento.

2.4 Come funzionano cervello e memoria?Il nostro cervello è formato da due emisferi preposti a funzioni di pensiero diverse. L’emisferosinistro si occupa di linguaggio, logica, ragionamento e analisi; quello destro è coinvolto

invece nei processi di immaginazione, associazioni, attenzione a colori e musica.

Entrambi gli emisferi sono infatti coinvolti nel processo di apprendimento.

A) Capacità di organizzazioneSapete quanti neuroni possiede ogni cervello umano e quante le possibili interconnessioni tra

loro? Scrivete il numero 10 e fatelo seguire da 800 zeri! Gli scienziati stimano la memoria media

di un essere umano in 4.000.000 di GigaByte.

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Il nostro corpo è biologicamente predisposto ad imparare qualunque cosa attraversoparticolari cellule chiamate neuroni. Grazie a loro ogni evento che ci vede protagonista

diventa un’Informazione che a seconda della sua importanza viene trasportata dai neuroni

attraverso il sistema nervoso fino al cervello dove poi viene elaborata, trasformata in un

comportamento (o reazione) e inserita nella memoria, dove resterà finché verrà considerato

importante.

Il problema dell’apprendimento non ha niente a che vedere con la scarsità di materia prima a

disposizione! Ricordate: evitate di pensare che sia troppa roba per il vs. cervello, niente di più

sbagliato. Ciò che è limitata, invece, è la capacità di concentrazione.

Cosa è la concentrazione? La concentrazione è l'attenzione protratta per un periodo utilead apprendere ed a memorizzare ciò che viene a contatto con i tuoi organi sensoriali.Perché non riesco a concentrarmi?

Ecco i principali motivi di difficoltà di concentrazione:

1. Presenza di stimoli distraenti.

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2. Abitudine a non concentrarsi.

3. Incapacità di tollerare le frustrazioni.

4. Mancanza di interesse.

5. Tendenza a rinviare le cose all’indomani.

6. Scarsa chiarezza riguardante obiettivi e programmi.

7. Idee poco chiare.

8. Fatica, stress, cattivo stato di salute.

9. Emozioni irrisolte.

10.Atteggiamento negativo verso l’argomento.

In base a numerosi studi si è stabilito che la massima concentrazione si raggiunge tra i 20 e i 40minuti dall’inizio dello studio. Questo significa che non è utile studiare per meno di 20 minuti, ed

è dannoso interrompersi in questa prima fase, ma è anche inutile continuare a studiare dopo 40

minuti senza fare intervalli. Il cervello ha bisogno di distrarsi per una decina di minuti.

B) La memoriaÈ necessario sapere che la nostra capacità di assimilare informazioni sfrutta due differenti aree

del cervello: una è quella della memoria a breve termine, l’altra quella della memoria a lungotermine. A noi occorre attivare la seconda per avere buoni risultati scolastici, e questo èpossibile solo ad alcune condizioni.

I meccanismi che regolano il lavoro da parte dei neuroni sono 2:

Emozione: maggiore è l’impatto emotivo che un evento o Informazione ha su di noi, più forte

sarà il lavoro svolto dai neuroni, la reazione che si scatenerà ed il ricordo che nascerà

Ripetizione: se un evento o informazione viene ripetuta molte volte nel tempo, anche se non

sembrerà importante al cervello, verrà comunque conservata nella memoria a lungo termine.

Se permetti alle nozioni di entrare nella memoria a lungo termine, allarghi il “reticolo” di

conoscenze a cui potrai agganciare altre informazioni, rendendo il processo di apprendimento

sempre più facile!

La memoria è simile ad un muscolo, può essere allenata. Le mnemotecniche sonostrumenti per allenarsi e ottenere benefici straordinari.

" Dove vien meno l'interesse, vien meno anche la memoria "

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

(Johann Wolfgang Goethe)

Noi ricordiamo: • 10% di ciò che leggiamo;

• 20% di ciò che sentiamo;

• 30% di ciò che vediamo;

• 50% di ciò che sentiamo e vediamo;

• 70% di ciò di cui parliamo con gli altri;

• 80% di ciò che sperimentiamo personalmente;

• 95% di ciò che insegniamo agli altri.

C) ragionamento focalizzato e ragionamento diffusoIl cervello ragiona in due modi: il modo focalizzato e il modo diffuso.

Il modo focalizzato: è quando siete totalmente dedicati ad un argomento e continuate ad

approfondirlo sempre e non uscite mai da quello che state studiando.

Il modo diffuso: è il modo in cui il cervello “unisce i puntini” quindi ha una visione molto più

ampia ed è tipicamente quello che porta alle nuove idee.

Ovviamente queste due modalità devono essere utilizzate insieme, ma non sempre si è allenati

a farlo e di sicuro è molto raro che qualcuno vi abbia insegnato a farlo.

D) La tecnica del pomodoroIl Pomodoro Method è il metodo creato da un italiano ma famoso nel mondo, quando era

studente di ingegneria.

Consiglia di prendere un conta minuti, puntare 25 minuti e lavorare a un compito totale sempre

senza staccare, senza guardare le e-mail, senza rispondere al telefono, senza farsi distrarre,

soltanto per un compito, soltanto 25 minuti. Sembrano pochi, ma vi assicuro che le prime volte

sarà ben difficile riuscire in una giornata a essere concentrati per 25 minuti sulla stessa cosa.

Finiti i 25 minuti vi prendete 5 minuti di pausa che vi servono appunto per staccare ed andare

da una modalità super-concentrata ad una modalità diffusa e quindi creare le idee.

2.5 Perché è importante avere memoria? Quali sono i vantaggi?Avere una buona memoria ti permette di:

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• imparare più facilmente e in meno tempo, sia nello studio che nel lavoro;

• collegare concetti e creare tu nuove idee e associazioni;

• gestire più facilmente i tuoi pensieri;

• tenere giovane il cervello e invecchiare meglio;

• essere considerato più acculturato e intelligente;

• rendere più forte la tua personalità perché ti dà fiducia nelle tue possibilità;

• migliorare il modo di analizzare situazioni e problemi;

• prendere più facilmente decisioni.

CAPITOLO 3IL METODO DI STUDIO

3.1 Cosa è il metodo di studio? Elementi base per trovare il proprio?

Fare le cose a caso non porta mai risultati accettabili. Prima di fare qualcosa è opportuno porsi

la domanda "qual è il modo migliore per farla?".

Un "metodo" s'intende una sequenza, un procedimento che garantisce, sul piano teoricoe pratico, un risultato soddisfacente riguardo ad un comportamento o un lavoro.

Lo studio è un'attività complessa e perciò ha bisogno di strategia, pianificazione,organizzazione, correzione in corso d'opera.

Strategia: definire quali azioni devono essere portate a termine per ottenere il miglior risultato

di apprendimento.

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Pianificazione: quando e come fare che cosa

Organizzazione: preparare, predisporre, allestire, impostare, coordinare

Correzione: verifica risultati e aggiustamento, modifica

In molte scuole infatti viene insegnato un metodo di studio di memorizzazione meccanica in cui

si ripete a pappagallo l’argomento fino a che non lo si impara e viene privilegiato

l’apprendimento di tipo nozionistico. Questo metodo di studio non solo è lento e noioso ma è

anche inefficace! Il vero apprendimento invece è qualcosa che suscita interesse ecuriosità, che stimola la passione e che ti spinge a divorare libri e riviste per sapernesempre di più.

" Il metodo di studio efficace è quello che ti porta al miglior risultato.

Il metodo efficiente è quello che ti porta il risultato desiderato nel minor tempo. "

Come trovare il metodo di studio dovrai, innanzitutto, studiare. L’unico modo per comprendere

veramente quali sono le proprie abilità e quali i propri limiti è infatti quello di testarli in maniera

pratica, con l’esercizio. Ci sono degli elementi base che dovrai prendere in considerazione per

cominciare a strutturare il tuo personalissimo metodo di studio.

Ti occorrerà quindi rispondere, in maniera assolutamente sincera, alle seguenti domande:

1. Quanto ti distrai? Prendere coscienza della propria propensione alla distrazione è

assolutamente necessario. Se sei uno studente che con molta facilità tende a perdersi nei

propri pensieri durante la fase di studio, dovrai prendere delle contromisure adeguate.

Ad esempio: Scegliere adeguatamente il luogo in cui ti metterai a studiare, magari in un posto

tranquillo senza persone che parlano; allontanare da te tutte le possibili distrazioni: cellulare,

televisione, computer e quant’altro.

Queste piccole accortezze entreranno già a far parte del tuo metodo di studio.

2. Quanto dura la tua concentrazione? Ci sono studenti che riescono a stare seduti per ore di

fronte ai libri sempre con la stessa intensità e lo stesso grado di attenzione; altri invece, che già

dopo una mezz’ora sentono la testa andargli in fumo e continuano a studiare con sempre

maggior difficoltà e lentezza. È sicuramente una questione di allenamento, ma dipende anche

dalle proprie caratteristiche. Tu a quale categoria appartieni? Per scoprirlo ti basterà

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cronometrarti durante lo studio e controllare per quanto tempo riesci a rimanere concentrato

prima di cominciare a rallentare.

3. Quali sono le materie che consideri più difficili? Oltre a quelli che riguardano la

concentrazione, è importante rendersi conto anche di quali sono i propri limiti legati alla materia

studiata. Ognuno di noi è più portato per una materia piuttosto che un’altra e anche questo

fattore può incidere sulla scelta del metodo di studio. È quindi consigliabile che tu faccia un

elenco, anche scritto, delle materie che devi studiare, dalla più alla meno difficile.

Questi sono alcuni dei più efficaci metodi di studio:

1. Schemi. Questo metodo di studio è adatto a chi ha una memoria schematica, che da una

semplice parola chiave riesce a ricollegare il concetto più ampio esposto nella pagina del libro.

Preparare schemi e mappe concettuali risulterà quindi utile in questo caso sia in fase di

apprendimento, per imprimere bene i concetti nella mente, sia in fase di ripasso, perché ti

permetterà con un semplice sguardo allo schema costruito di ricordare l’intera lezione.

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2. Riassunti. I riassunti sono utilissimi per coloro che, per ricordare i concetti, hanno bisogno di

scriverli e di rielaborarli con le proprie parole. Per riuscire ad ottenere il meglio da questo

metodo di studio, è decisamente importante prendere gli appunti in classe e poi, una volta

tornato a casa, ricopiarli in bella integrandoli con le nozioni del libro più importanti.

3. Leggere e ripetere. Questo è il metodo di studio classico, quello che ci viene insegnato fin

dalle scuole elementari. È utile per coloro che ancora non riescono a rielaborare i concetti in

maniera personale e hanno bisogno di affidarsi al libro. È indispensabile cercare di

comprendere a fondo ciò che il libro dice, senza incamerarlo in maniera meccanica e quasi

anonima: così facendo, infatti, di ciò che hai studiato non ti rimarrà nulla. Perciò leggi

attentamente quanto scritto sul libro, cerca di farti un breve riassunto mentale, poi chiudi il libro

e ripeti... e occhio a non sbirciare!

4. Registrazioni vocali. Questo metodo di studio è probabilmente quello più adatto agli

studenti universitari, che hanno la possibilità di registrare la lezione del docente. Se però anche

il tuo professore ti permette di utilizzare un registratore vocale puoi provare con questa tecnica,

adatta in particolar modo a chi ha una spiccata memoria uditiva. Una volta tornato a casa

ascolta nuovamente la lezione del professore prendendo qualche appunto schematico. Poi

toccherà a te: dovrai ripetere quanto appreso, registrando la tua voce, e ascoltarti di nuovo. Nel

mentre dovrai controllare sul libro se le cose che hai detto sono giuste o no e approfondire quei

passaggi in cui ti sei sentito meno sicuro.

3.2 Suggerimenti e consigli utili per organizzarsi meglio

Quando l’apprendimento risulta difficoltoso e non dà risultati positivi, varie possono essere le

ragioni, ma nella maggior parte dei casi ciò è dovuto alla mancanza di un “corretto metodo di

lavoro e di studio”.

A) Alcuni utili consigli:1. Programmare le lezioni della settimana assicurandosi che non ci sia sovraccarico di

lavoro in certi giorni, mentre in altri si rimanga inattivi.

2. Imparare a calcolare approssimativamente il tempo necessario ad eseguire determinati

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lavori, diversi per genere o difficoltà, ad es. un riassunto, un esercizio, una cartina

geografica, un disegno, uno schema, una sintesi di uno o più paragrafi, etc.

3. Tenere il diario opportunamente aggiornato, con annotazioni chiare ed inequivocabili,

specificando non solo gli esercizi e la pagina, ma anche la materia e il testo. Ricordarsi

poi di consultare il diario stesso!

4. Programmare il pomeriggio in modo da dedicare il giusto spazio e tempo alle lezioni

e/o ad altre attività (gioco, sport, televisione, imprevisti vari).

5. Accordarsi per tempo con i genitori per un eventuale bisogno della loro disponibilità

(ad ascoltare). Il momento più adatto per gli accordi è durante o alla fine del pranzo, in

ogni caso non quando i genitori sono stanchi o impegnati.

6. Stabilire i momenti più opportuni per seguire i compiti scritti ed orali e per

ripassare, in base anche alle esigenze personali e familiari; è bene tuttavia non prendere

l’abitudine di attendere la sera prima di cominciare.

7. Creare un ambiente di studio tranquillo lontano da possibili distrazioni; ma cercare

anche di abituarsi a lavorare nonostante la presenza di altre persone, magari isolandosi

mentalmente (raramente nel mondo del lavoro si potrà lavorare individualmente e

appartati in un luogo tranquillo).

8. Preparare sul tavolo tutto il materiale occorrente, ad es. vocabolario, atlante e strumenti

vari.

9. Fare le lezioni con calma, senza fretta, ma anche senza fiacca” e senza continueinterruzioni. Se si rilegge più volte senza capire niente, perché la mente è impegnata

altrove, inutile intestardirsi, meglio uscire e fare una corsa, in ogni caso interrompere e

riprendere più tardi o cambiare attività.

10. Prima di iniziare lo studio di un nuovo argomento è necessario ripassare, almeno a

grandi linee, gli ultimi paragrafi o argomenti per potersi collegare a ciò che si sta per

analizzare. Molte volte non si capisce ciò che si legge perché mancano le informazioni di

base, cioè non si è studiato bene in precedenza; bisogna quindi farlo! Es.: non si può

pretendere di studiare e capire come funziona una macchina, se prima non si conoscono

le varie parti a cosa servono.

Se non si è compreso pienamente quanto studiato, in questo caso bisogna chiederespiegazioni all’insegnante.

" Evita di cercare delle scuse, datti delle spiegazioni! "

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Senza impegno non si ottiene nulla, non solo nello studio, nella vita in generale. Se le cose non

vanno bene, POSSONO SEMPRE ANDARE MEGLIO. Evita di pensare che " non sei capace ",

non arrenderti subito! Quasi sempre il motivo è una cattiva organizzazione o una scarsa

conoscenza delle tecniche giuste.

B) Pianificare

Cosa significa pianificare? Significa:

1. stabilire le priorità (di tempo e importanza): scegliere ed identificare obiettivi chiari,

concreti e raggiungibili; stabilire una gerarchia che permette di ottenere il risultato

prefissato; stabilire sotto-obiettivi; verificare i risultati.

2. pianificare tempi, materiale e procedure: definire un piano giornaliero / settimanale /

mensile; fare un programma di studio realistico, non troppo rigido, modificabile

(imprevisti), prevedere quotidianamente momenti di studio e di svago; prevedere brevi

pause (10 min. ogni 40 circa); programma a scalare. Fai attenzione all'ottimismo

cognitivo, cioè la tendenza a sottostimare il tempo necessario per svolgere un compito,

aggiungere sempre il 30%.

3.3 Le tecniche da usare in classe e quelle per casa

A) Cosa conviene fare in classeIn classe si compie il 50% dello studio finale, perciò è essenziale trarre dalle ore di lezione

quanto più possibile.

Se ascolterai attentamente i miei consigli ti rimarrà poco lavoro da fare a casa, quindi studierai

in fretta e potrai trascorrere il resto del pomeriggio a divertirti e riposarti.

So che magari ti annoi, ma già che tanto a scuola devi starci, meglio imparare tutto quello che

puoi, così da risparmiarti del lavoro da fare a casa.

1) Stai attento durante le lezioni Questa è la prima fondamentale regola per studiare bene e

senza troppa fatica! Durante le lezioni gli insegnanti ti spiegano già in tutto e per tutto ciò che

dovrai studiare per la verifica o l’interrogazione, difficilmente ti lasciano delle parti da

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approfondire da solo senza poi tornarci su (cosa invece molto frequente all’università).

Anzi, spesso magari addirittura l’insegnante ti rivela quali parti non è necessario studiare per la

verifica e pensa se in quel momento non stai ascoltando: ti ritrovi poi a studiare qualcosa che

avresti potuto evitare.

2) Prendi appunti. Stare attento però non basta, perché puoi ascoltare quanto vuoi le parole

del professore, ma di certo non ti ricorderai mai tutto a memoria! Dunque devi prendere appunti.

Scrivere è un’attività che aiuta molto la memoria perché è lenta e ti costringe a stare attento a

ciò che senti, per questo ti consente di cominciare a immagazzinare le informazioni cruciali da

studiare.

3) Fai domande. I professori sono a scuola apposta per insegnare, perciò se non hai capito

bene una parte della lezione non avere paura di chiedere di rispiegartela! Non rimanere mai con

il dubbio, altrimenti durante lo studio incontrerai degli ostacoli fastidiosi. Senza contare che a

volte porre delle domande può farti fare bella figura! Se all’università fai una domanda durante

la lezione, il docente non si potrà mai ricordare di te, sarai solo una vocetta in mezzo a

tantissime facce sconosciute. Nella classe del liceo invece il tuo professore sa bene chi sei,

perciò se partecipi alla lezione ponendo delle domande, l’insegnante si ricorderà certo del tuo

interessamento e magari sarà ben disposto nei tuoi confronti

4) Stai attento durante le interrogazioni. Io lo so che non hai voglia di stare ad ascoltare le

interrogazioni dei compagni perché magari vuoi studiare altre materie o semplicemente

preferisci sfruttare il momento per rilassarti un attimo. Però io ti consiglio di fare uno sforzo.

Ascoltare le interrogazioni dei tuoi compagni è molto importante perché:

• ti dà modo di segnarti le domande fatte dal professore, che grossomodo sono sempre le

stesse, così potrai usarle durante il ripasso per renderti conto se hai studiato bene;

• ascoltare le risposte dei tuoi compagni, se sono corrette, è un modo per ripassare se hai

già studiato, o per cominciare a farlo se non ti sei ancora messo al lavoro;

Se durante le lezioni ti sei perso dei pezzi per strada o non hai capito bene qualcosa, ascoltare

le interrogazioni ti permette ti colmare delle lacune.

B) cosa conviene fare a casaChe tu decida di studiare a casa tua, da amici o in biblioteca, mi raccomando, fai che sia il luogo

adatto per rimanere concentrato, senza niente e nessuno che ti distragga.

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Se a scuola sei stato attento e partecipe, vedrai che finirai di studiare in un baleno!

1) Non procrastinare e studia giorno per giorno. So che una volta tornato a casa dopo

un’intera mattinata di scuola, se non anche parte del pomeriggio, diventa difficile trovare la

voglia di mettersi sui libri e studiare ancora. D’altra parte ti meriti certo un po’ di riposo e svago

e nessuno ti nega qualche oretta per far riposare il cervello e riprendere energie.

Però non cadere nell’errore di non studiare ogni giorno, volta per volta. So che sembra una

leggenda metropolitana che si sente sempre sussurrare nei corridoi delle scuole, un antico mito

raccontato dai professori, ma è la verità e si può fare! Anzi, è il metodo giusto per non

accumulare tanti contenuti da studiare a tal punto da non vederne più la fine.

Ogni giorno quando ritorni da scuola rilassati il giusto e poi mettiti a studiare e fare i compiti.

2) Spegni la TV, disabilita le notifiche del cellulare, trova un posto tranquillo e siediti allascrivania con libri e quaderni. Trova la motivazione per metterti all’opera!

3) Comincia con poco: 7 minuti. Se non riesci proprio a trovare la voglia prova a cominciare a

studiare per soli 7 precisi minuti: è improbabile che in questo lasso di tempo tu riesca a

concludere un argomento, dunque vedrai che il fatto di lasciarlo incompleto ti spingerà a voler

studiare ancora e dopo magari sarai spronato a continuare. Non me lo sono inventato, questo

trucchetto fa parte dell’Effetto Zeigarnik che spinge a voler concludere qualcosa di incominciato.

4) Fai prima le cose più facili. Normalmente ti dicono di cominciare dalle cose più difficili, per

affrontarle a mente fresca, ma io vado contro corrente e ti suggerisco di cominciare da qualcosa

di semplice. Un centometrista prima di correre si riscalda, non parte subito a razzo. Allo stesso

modo tu puoi riscaldarti partendo dal ripasso delle cose già studiate. La consapevolezza di

ricordarti le cose viste nei giorni passati ti darà la giusta carica di motivazione per cominciare a

studiare gli argomenti nuovi.

5) Rivedi gli appunti della giornata. Una volta tornato a casa rivedi gli appunti presi durante la

mattinata di scuola. Potrai riscriverli in bella copia se lo riterrai necessario, magari integrando

informazioni importanti prese dal libro. Se riuscirai a mantenere questo ritmo ogni giorno,

prendendo appunti a lezione e rivedendoli a casa il giorno stesso, il tuo studio sarà

enormemente velocizzato perché avrai quasi inconsciamente consolidato le informazioni

importanti che dunque, durante lo studio finale, non ti risulteranno come completamente nuove

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e sconosciute e studiare sarà più facile e veloce.

6) Usa i cicli di studio. Ti ho già raccontato più volte che l’attenzione di una persona comincia

fisiologicamente a calare dopo 40 minuti. Dunque il trucco per non perdere la concentrazione è

proprio studiare per cicli di 40 minuti ciascuno, intervallati da 10 minuti di pausa in cui fare

quello che vuoi per staccare il cervello, più 5 minuti da dedicare al ripasso di quello che stavi

studiando prima.

7) Studia per spiegare e non per imparare. Ricorda che non devi imparare a memoria la

lezioncina. Entra nell’ottica di studiare un argomento per diventare capace di spiegarlo al meglio

a qualcun altro. Infatti puoi essere certo di aver davvero capito un concetto nel momento in cui

sei in grado di rispiegarlo con parole tue e semplificarlo.

8) Simula le interrogazioni. Esercitati a parlare a voce alta in modo tale da riuscire a

sostenere un’esposizione sciolta. Prova a rispondere alle domande che ti sarai segnato durante

le interrogazioni dei tuoi compagni e mentre lo fai stai attento a:

• Usare una terminologia appropriata e corretta;

• Non prendere la risposta alla domanda troppo alla larga, ma andare dritto al punto;

• Non andare fuori tema;

• Se serve, essere in grado di fare esempi.

Ormai sai le cose essenziali per vivere al meglio i tuoi giorni da liceale. Applica questi consigli e

non avrai più alcun ostacolo.

Ricorda che il Metodo di studio può migliorare e divenire più efficace solo con la praticae man mano che lo utilizzerai ti renderai anche conto di ciò che va bene e di quello cheeventualmente è da modificare, perché con il tempo si cambia anche maniera di studiare.

3.4 Prendere gli appunti

Gli appunti sono:

• un aiuto alla concentrazione: mentre prendi appunti non ti distrai;

• un’importante fase del tuo studio: prendendo appunti stai già studiando.

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Non pensare mai di imparare a memoria: sarebbe da..... e perderesti molto tempo inutilmente!!!

Suggerimenti utili:1. Non serve prendere appunti se non si capisce. Molto spesso quando siamo di fronte

a qualcosa o qualcuno di nuovo non riusciamo subito a capire come il professore o lo

scrittore del libro intendono esporre i concetti chiave del ragionamento o della lettura che

stiamo facendo. Quindi la cosa fondamentale è quella di cercare di capire il filo del

discorso.

2. Se si cerca di prendere appunti senza capire il filo del discorso si perde tempo e si

fatica il doppio.

3. Se non abbiamo capito il succo della questione i nostri appunti saranno confusi come le

nostre idee quando li abbiamo presi; di conseguenza quando li andremo a rileggere

continueremo a non capirci nulla.

4. Annotare tutto quello che viene detto non ci servirà a nulla: perché non ci consente

di seguire il ragionamento e ci farà perdere una buona occasione per partecipare.

5. Senza carta e penna non si fa niente, è come andare a giocare a calcio senza il

pallone!!

Ricorda che saper prendere buoni appunti significa essere in grado di svolgere più operazioni

contemporaneamente: guardare, ascoltare, annotare .... tutto insieme.

Quindi capisci subito che non è un’operazione facile e che, se non è ben organizzata, rischia di

essere un buco nell’acqua!!

Cosa appuntare?

1. le parole chiave

2. i fatti sintetici

3. gli schizzi fatti alla lavagna

4. la progressione numerata delle idee

5. le formule che vengono usate

6. i passaggi logici che vengono sottolineati

Come appuntare?

E’ utile imparare ad usare un “codice personale”, essenziale e fatto di segni convenzionali;cioè un tuo codice segreto

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La regola del 3:1. Elimina le parole superflue;

2. adotta una tecnica di scrittura;

3. fai uso di abbreviazioni e di segni convenzionali;

Come utilizzare gli appunti? I 6 PASSI

Nella fase dello studio personale, quando sei da solo a casa ad esempio, gli appunti vanno

rielaborati:

1. Completa: sviluppa le abbreviazioni e i simboli

2. Evidenzia: la parte centrale dell’argomento e le sue fasi di sviluppo (numerando i vari

passaggi) compila la colonna di sinistra;

3. Rielabora: gli appunti vanno rielaborati. Possono essere rivisti, arricchiti, integrati con

altre informazioni (per esempio, le notizie dal libro di testo, dal web, dal confronto con

gli appunti dei compagni, dalle nuove informazioni rilevate durante le interrogazioni,....)

4. Rifletti: utilizza gli appunti come punto di partenza per le tue riflessioni sull’argomento e

sui suoi collegamenti con altri argomenti compila lo spazio a fondo pagina

5. Schematizza: dopo aver rielaborato gli appunti ed aver riflettuto su di essi, sei pronto per

riassumere i contenuti e i concetti predisponendo degli schemi, quali: tabelle, dia- grammi

di flusso, schemi a blocchi, mappe,... Schematizzare è molto utile per il ripasso e per

focalizzare le idee quando vuoi passare ad un altro argomento

6. Raccogli gli appunti in un quaderno ad anelli: è il modo più pratico per togliere e

aggiungere fogli, spostare, metter in ordine, raggruppare per materie o argomenti,...

Ovviamente, oltre agli appunti tuoi nel quaderno puoi raccogliere anche altri appunti che

trovi interessanti, fotocopie, ritagli di giornale, etc.

3.5 Quali sono le tecniche principali? Il solo fatto di leggere e studiare non significa che poi i contenuti ce li ricordiamo. Ci sono

situazioni in cui poi non ci ricordiamo quasi nulla, mentre altre che invece sì. In quelle ho

studiato diversamente.

Ci sono 2 casi i cui siamo avvantaggiati, se abbiamo passione per l'argomento o uno specifico

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interesse.

L'importante non è solo ricordare, ma capire su più livelli e attivare la conoscenza peressere in grado di rielaborarla perché diventi utile ed efficace per me.

" Se studi per ricordare dimenticherai, se studi per comprendere ricorderai. "

Le tecniche di memoria funzionano perché sfruttano ed ottimizzano i meccanisminaturali dell’apprendimento.Sono tecniche per memorizzare con maggiore facilità. Tra quelle più semplici ci sono quelle di

tipo uditivo e visivo.

Tecniche di tipo uditivo: stratagemmi utili " 30 giorni a novembre con april giugno e

settembre...." "su qui e qua l'accento non va".

Tecniche di tipo visivo: usi grafici, sottolineature, keyword, mappe mentali, mappeconcettuali, evidenziatori.Ci sono diverse tecniche:

1. scrivere e annotare il concetto importante, sul libro, sul quaderno; finito di leggere il

paragrafo/capitolo mi riassumo i concetti principali(nel libro o all'inizio);

2. creare immagini: per natura il cervello lavora per immagini, puoi immaginare qualsiasi

cosa desideri; uno dei fondamenti delle mnemotecniche è creare immagini mentali, più

sono emozionanti meglio è;

3. ripetere la sera prima di andare a letto; non studiare o leggere la notte prima;

4. ripetere ad alta voce e spiegare a se stessi come il prof.;

5. registrare la voce mentre parli e poi riascoltare;

6. creare associazioni tra diversi pezzi di informazioni: quando il cervello riceve una info

cerca nella MLT qualcosa di simile o uguale per comprendere meglio il nuovo input.

7. organizzare il materiale: il cervello già lo fa, se tu ti organizzi bene lui memorizza meglio;

organizzazione come gestione delle informazioni

8. la catena mnemonica - la conversione fonetica - lo schedario mentale - tecnica delle

stanze e dei loci ciceroniani - il palazzo della memoria

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3.6 Come imparare più velocementeSapere imparare più velocemente è una grande dote, e non c'è una formula segreta valida per

tutti, ognuno deve trovare il suo metodo per farlo. Ci sono modi diversi per imparare a seconda

degli stili di apprendimento e sono fondamentali alcuni requisiti (dormire, fare attività fisica,

voglia di imparare).

Una delle teorie principalmente utilizzate è la DSSS di Tim Ferris:

1) destrutturare: dividere l'attività da imparare in tanti piccoli pezzetti che puoi vedere e

imparare separatamente e poi misurare; alla fine si unisce il tutto; chiedersi chi è che ha avuto

successo (risultati sostenibili e replicabile) in quella attività, ma non è un talento naturale;

2) selezionare le informazioni: in un libro c'è sempre un 20% che fa l'80% del risultato; in una

lingua le prime 1000 parole sono utili nell'80% dei casi; se sei un'atleta l'80% dei tuoi punti lo

ottieni con il 20% del tuo repertorio tecnico; concentrarsi sul 20%;

3) sequenziamento: mettere nell'ordine giusto le micro attività; considerare tuitti i pre-requisiti;

4) incentivi: avere un incentivo dopo che hai studiato, ti dà la continuità; quando un giornalista

ha chiesto a Phelps campione mondiale e olimpico di nuoto "quante volte non ti sei allenato

negli ultimi 5 anni?" e lui risponde "non ho mai perso un giorno di allenamento!". La continuità,

ogni volta che ne perdi uno ne devi recuperare 2.

L a Feyman Technique è la migliore, che io uso, spiegare a voce alta in modo semplice un

concetto che hai appena imparato. E' necessario farlo con le proprie parole, come se foste voi i

prof., articolando i pensieri in modo semplice e breve (elevator pitch).

L'uso delle metafore aiuta.

Perché: sapere il perché aiuta a processare le idee.

Scadenza: ti aiuta ad essere motivato, sotto pressione si impara più efficacemente.

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CAPITOLO 4PROGETTA IL TUO METODO DI STUDIO

4.1 Sai riconoscere il tuo stile di apprendimento?

Tutti ci accorgiamo di aver bisogno di condizioni particolari per riuscire a studiare con efficacia.

Ad esempio, c'è chi lavora meglio al mattino, chi alla sera, chi all'aperto, chi nel silenzio

assoluto di una stanza, chi con la musica di sottofondo, ecc. Inoltre, confrontandoci con altri, ci

accorgiamo che ognuno ha strategie di studio diverse. In effetti ogni persona ha un proprio stile

di apprendimento, unico e personale, legato ad alcune caratteristiche individuali. È utileconoscersi meglio e scoprire il nostro stile di apprendimento, considerando il modo dilavorare che ci è “spontaneo”. Questo non significa che non si possano usare più stili a seconda delle necessità, anzi ilmodo più efficiente di imparare consiste proprio nel saper usare, oltre al proprio stilepreferito, anche modi diversi secondo le circostanze.

Memoria visiva. Chi ha una memoria visiva si ricorda meglio ciò che si vede; ama i particolari;

per apprendere qualcosa preferisce sempre avere a disposizione materiale appunti, schemi di

riferimento; privilegia la lettura e ricorda bene le spiegazioni descrittive; capisce meglio un

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concetto con un esempio e potendolo immaginare nella mente.

Memoria uditiva. Chi ha memoria uditiva ricorda bene ciò che ascolta, ripete mentalmente

quello che ha udito; ama il lavoro svolto insieme ad altri, capisce meglio un problema

discutendo; preferisce che qualcuno gli spieghi le cose piuttosto che leggere per proprio conto

punto

Memoria operativa. Chi ha invece una memoria operativa si ricorda bene di ciò che ha fatto,meglio ancora se c'è stato un coinvolgimento psicologico o fisico; ricorda meglio le situazioni nelloro insieme, comprese le emozioni provate, i gesti compiuti; non si ricorda tanto i dettagli eparticolari per risolvere un problema, preferisce passare all'azione diretta, all'esperienza praticapiù che alla teoria; per capire, predilige gli esempi concreti, esperimenti, i richiami a esperienzeprecedenti.

I nostri sensiUna prima conoscenza di noi stessi riguarda i canali sensoriali che privilegiamo per acquisire e

memorizzare informazioni:

• se quello che ricordiamo è soprattutto legato ad immagini, colori, forme, o al ricordo di

come è distribuito il testo scritto su una pagina, possiamo dire che abbiamo uno stilevisivo;

• se invece ricordiamo parole, voci, suoni, abbiamo piuttosto uno stile uditivo;

• se quello che si imprime maggiormente nella memoria è una sensazione di tipo tattile o

di movimento, abbiamo prevalentemente uno stile cinestesico.

Naturalmente ciò che tendiamo a fare è “miscelare” questi tre canali e realizzare così una ricetta

tutta nostra per relazionarci col mondo che ci circonda.

" Se ascolto dimentico, se vedo ricordo, se faccio imparo "

(Confucio)

Apprendimento analitico e globale Un altro aspetto che determina lo stile di apprendimento riguarda il nostro personale modo di

affrontare un problema, tanto di carattere generale, quanto legato all’apprendimento.

Schematizzando, possiamo raggruppare le persone prevalentemente intorno a due modelli:

• stile analitico: scomponiamo il problema e ne consideriamo una parte per volta, in modo

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logico, lineare, sistematico e riflessivo;

• stile globale: valutiamo le cose nel loro complesso, sintetizzando spesso, decidendo

man mano come procedere, in modo intuitivo e impulsivo.

Attenzione. È importante sottolineare che non esistono stili migliori o peggiori. Esistono percorsi

che per noi sono più semplici ed efficaci, ed è utile conoscerli. Inoltre è sempre possibile

migliorare e integrare i propri metodi. Come? Osservando cosa facciamo e come; riflettendo

con l’aiuto di qualche “esperto”.

4.2 Consigli pratici per progettare il tuo metodo di studio e migliorare l'apprendimento

I suggerimenti sotto riportati sono frutto della ricerca e sono mediamente quelli che funzionano

per la maggior parte delle persone, non sono universali. E' assolutamente normalericonoscersi in alcuni e meno in altri. Ciò non toglie che nella media questi siano i piùfunzionanti.

Dove studiare? SI':

• senza le cuffie dello stereo e in un ambiente confortevole

• al mattino presto dopo la colazione

• a scuola durante i momenti liberi

NO:

• in vasca da bagno;

• davanti alla televisione accesa;

• in salotto tra le chiacchiere dei familiari;

• disteso a letto con le cuffie dello stereo;

• in classe durante le interrogazioni degli altri;

• durante le ore delle altre materie;Per studiare efficacemente hai bisogno di concentrarti: evita quindi di studiare in luoghi rumorosi e

dove puoi distrarti facilmente.

Quando studiare?

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Studiare è importante per te. Allo studio dovrai dedicare la parte migliore del tuo tempo, cioè

quella in cui il cervello funziona al meglio delle sue possibilità. Soprattutto vorrai farlo nel

migliore dei modi e senza sprecare tempo.

Dormo abbastanza la notte?

Ho mangiato a sufficienza ai pasti?

Posso concentrarmi senza essere disturbato?

Se hai risposto 3 volte SI’, allora sei nelle tue migliori condizioni!!

Considerando che la mattina la passi a scuola, è chiaro che i momenti per lo studiopersonale sono il pomeriggio e la sera.

Spesso ci si chiede in quale delle due parti della giornata sia abbia la condizione psicofisica più

propizia per lo studio. Innanzitutto, bisogna tener presente le abitudini e le preferenzepersonali. Al mattino presto, alcuni si sentono lucidi, altri si sentono intontiti. Alcuni

preferiscono studiare nel silenzio della notte, altri si sentono incapaci di resistere al sonno.

In realtà, ci sono vantaggi e svantaggi sia nello studio serale che nello studio mattutino.

Studio serale

• vantaggi: Silenzio della notte che non interferisce con ciò che si è appreso; Si fissano i

ricordi, perché di notte, durante il sonno, il cervello produce una quantità maggiore di

acido ribonucleico (RNA), uno dei fattori responsabili della ritenuta dei dati in memoria.

• svantaggi: Stanchezza e fatica della giornata

Studio mattutino• vantaggi: Mente fresca e lucida

• svantaggi: Interferenze della giornata che seguirà, che interferiranno con le informazioni

apprese il mattino

Possiamo risolvere la diatriba, stabilendo una distinzione tra studio e ripasso.

Lo studio richiede molta concentrazione e lucidità mentale, il ripasso, invece, può essere svolto

con un livello minore di concentrazione, perché non si devono apprendere nuove informazioni,

ma solo richiamare alla mente ciò che si è già appreso. In generale, quindi, si potrebbe

affermare che il mattino è migliore per studiare e che la sera è migliore per ripassare.

E’ saggio, in ogni caso, evitare gli eccessi: levatacce mattutine e nottatacce passate sui libri.

E’ infatti molto importante riposare bene, per poter essere pienamente efficienti

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nell’apprendimento. Durante il sonno, come abbiamo visto, avviene infatti la ricostruzione

dell’RNA nelle cellule nervose, molecola responsabile dell’efficienza della memoria. Se non si

dorme bene, tale funzione non si esplica al meglio e la memoria sarà deteriorata. Inoltre, il

disturbo prolungato del sonno può provocare alterazioni psicologiche. Quando il sonno è

interrotto o disturbato si avverte una riduzione della propria efficienza mentale e una

sensazione psicologica di malessere, descritta come intontimento o confusione, che potrebbe

essere responsabile di un eventuale calo del rendimento. Si tenga comunque conto, in linea

generale, che il periodo ottimale di studio deve sempre tenersi lontano da due momenti estremi:

la sonnolenza, da un lato, la troppa attivazione, dall’altro. La sonnolenza, infatti, intorpidisce

l’efficienza mentale. La troppa attivazione si trasforma in ansia, agitazione. In tali condizioni la

prestazione è scadente o confusa.

Come organizzare lo studio? Suddividi le tue ore in unità da 40 minuti, quindi concediti una pausa di 10 min. Dopo 2-3unità fai una pausa più lunga.Saranno queste pause i momenti in cui potrai fare merenda, ascoltare una canzone, telefonare

o mandare un sms agli amici.

Subordinare i tuoi ritmi di vita alla scuola non significa rinunciare ad avere un'attività o al tempo

per stare con gli amici;

Ricorda però che la scuola è il tuo impegno “professionale” e quindi prioritario.

Quanto studiare?Non esiste una risposta uguale per tutti. La quantità di tempo utile a realizzare uno studio

proficuo dipende infatti da:

• la motivazione, che ha accompagnato anche la scelta di iscriversi a questa scuola;

• la concentrazione, di cui ciascuno sa disporre;

• il possesso di conoscenze di base, necessarie per acquisire abilità superiori;

• il possesso di strategie e metodo di studio già collaudati;

• la complessità, di volta in volta maggiore o minore, del lavoro da svolgere.

Il tempo che passerai sui libri sarà maggiore rispetto a quello che finora hai concesso allo

studio. Basandomi sulla mia esperienza, posso indicare in 3 ore il lavoro ordinario pomeridiano,

da aumentare in caso di preparazione a compiti o a interrogazioni particolarmente impegnativi.

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Nel tuo orario settimanale ci saranno, presumibilmente, giorni più intensi e altri sicuramente

meno; impara fin da principio ad organizzarti, sfruttando al meglio il tuo tempo, e a non

organizzare il tuo pomeriggio in base all'orario del giorno successivo.

Stabilisci un tuo orario di studio della durata di almeno 3 ore al giorno e distribuisci ilcarico settimanale.Devi uscire dal meccanismo a rischio che ti porta ad aprire il diario alla ricerca del "che cosa

devo fare per domani?". La gestione del tuo tempo, anziché occasionale, dovrà essere

programmata in funzione dell'intera settimana.

Questo ti permetterà di svolgere anche le altre attività cui tieni particolarmente.

Come studiare?Ciascuna disciplina richiede e presuppone differenti abilità, necessita di metodologie specifiche.

Ogni insegnante, nel proprio ambito, ti fornirà in maniera esplicita adeguate indicazioni,così come ti consiglierà in merito agli strumenti che ritiene più idonei e dei quali tu potrai

avvalerti al fine di facilitare e migliorare il tuo rendimento.

NESSUN METODO DI STUDIO PUÒ GARANTIRE BUONI RISULTATI A PRESCINDEREDAL TEMPO E DALL’IMPEGNO DELLO STUDENTE.

SI PUÒ RENDERE L’APPRENDIMENTO PIÙ APPAGANTE E DURATURO, MA NESSUNMETODO PRODUCE RISULTATI IMMEDIATI E SENZA SFORZO!

4.3 I nemici dello studio

A) Distrazioni interne di tipo psicologico

• Ansia scolastica;

• Coinvolgimento in liti familiari;

• Difficoltà di rapporto con i compagni;

• Preoccupazioni affettive;

• Mancanza di motivazione e d'interessi;

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• Si possono affrontare e vincere tali distrazioni interne, attraverso il rilassamento

psicofisico, le visualizzazioni positive, il colloquio interiore, l’auto-monitoraggio.

B) Distrazione esterne • Lasciarsi catturare dalla TV;

• Scrivania in disordine;

• Postura sbagliata;

• Illuminazione scarsa (che crea affaticamento agli occhi) o eccessiva;

• L’aria viziata (che riduce l’efficienza cerebrale);

• Il rumore;

Chi non riesce a comprendere come e perché si distrae, non riuscirà a concentrarsi efallirà nel conseguire risultati soddisfacenti.

4.4 Suggerimenti utili per: ascoltare, leggere, comprendere, memorizzare, schematizzare,esporre, ripassare

Cosa significa nella pratica studiare? Lo studio vero e proprio comprende una serie di

operazioni nessuna delle quali può essere sottovalutata o trascurata:

A) ascoltareNO

• sedersi vicino a fonti di distrazione o avere con sé oggetti che disturbano la

concentrazione;

• avere fretta, essere impazienti, sottovalutare l'impegno necessario per capire;

• fare più cose contemporaneamente (mangiare, sbirciare, TV, cell. guardarsi intorno);

• ignorare del tutto il messaggio e il suo argomento;

• pretendere di capire tutto senza sforzo, perdere il filo o bloccarsi.

OK

• assumere una posizione comoda e isolare il più possibile rumori e disturbi per aiutare la

concentrazione;

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• controllare le proprie emozioni e vincere l'ansia con calma;

• fare una cosa per volta concentrando e mantenendo l'attenzione e il contatto sulla voce e

la persona che parla;

• conoscere prima il tipo di messaggio e l'argomento, attivando il tipo giusto di attenzione,

cercando di prevedere in anticipo ciò che si sta per ascoltare;

B) leggereLeggere ad alta voce o mentalmente? Ciò dipende dallo scopo della lettura:

1. A voce alta se si tratta di esercitare l’espressività o la dizione;

2. Silenziosamente se si legge per diletto o per motivi di studio.

La lettura silenziosa è più rapida e quindi preferibile quando si studia (meglio risparmiare la

voce per quando si deve ripetere). Inoltre, per chi non è molto abile nella lettura, il pensiero è

più veloce della voce e questo rischia di peggiorare non solo la lettura, ma anche la

comprensione del testo.

Strategie di lettura:

• Scorrere velocemente il testo;

• Individuare le informazioni rilevanti;

• Leggere analiticamente;

• Rileggere;

• Leggere selettivamente solo gli argomenti di interesse;

• Tornare a passi precedenti;

• Saltare a passi seguenti;

• Utilizzare altre fonti di informazione;

• Parafrasare.

Fasi della lettura:

• fase di pre-lettura => comprensione globale

• fase di lettura => comprensione analiticamente

• fase di post-lettura => l'organizzazione del testo

Per elaborare:1. Dare una scorsa rapida al testo soffermandosi solo su titoli, sottotitoli, grafici, figure.

2. Dividere il testo in unità concettuali.

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3. Leggere attentamente utilizzando una lettura analitica.

4. Sottolineare.

5. Individuare le parole chiave utili a spiegare il concetto e a richiamare i collegamenti tra un

concetto e l’altro.

6. Prendere appunti.

7. Fare una sintesi: schemi, riassunti, tabelle, grafici o mappe che utilizzando le parole

chiave ricercano i rapporti tra i concetti.

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C) comprendereIndica la capacità di cogliere il significato del testo. Comprendere è un'attività costruttiva,

interattiva e attiva che richiede l’integrazione delle informazioni nuove, contenute nel testo,

all’interno delle strutture di conoscenza possedute dal lettore o dall’ascoltatore.

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Comprensione globale del testo

1. Leggere il titolo del capitolo, soffermarsi ad analizzarlo e chiedersi: “Quale argomento

studierò oggi?”

2. Leggere rapidamente il titolo dei paragrafi per avere una visione globale di ciò che si

dovrà studiare. A volte i titoli sono poco chiari, a volte volutamente misteriosi, ma alla fine

si scopre sempre che riassumono in breve l’idea centrale del paragrafo.

3. Osservare le illustrazioni e leggere le didascalie: di solito raffigurano i punti salienti del

paragrafo.

4. Leggere un intero paragrafo “mentalmente”, sottolineando le parole sconosciute, ma

senza soffermarsi ad analizzarle. Cercare piuttosto di capire dal contesto il significato

globale del discorso; se il paragrafo è troppo lungo o complesso è opportuno spezzarlo in

più sequenze.

5. Analizzare le parole difficili o incerte consultando il vocabolario, annotarne subito il

significato ai margini del testo, senza dire “Mi ricorderò”.

6. Rileggere lentamente, anche a voce, analizzando i periodi più o meno complessi e

spezzandoli in frasi più brevi. Tenere presente che spesso i concetti poco chiari o le

definizioni sono seguiti da un esempio che li illustra.

7. Tradurre in immagine mentale tutto ciò che si legge. Immaginate di doverne fare un

disegno, una fotografia, una ripresa cinematografica o di vivere in prima persona una

scena; è inutile imparare tanto meno a memoria, ciò che non si ha chiaro in mente, e non

si riesce ad immaginare!

8. Selezionare, cioè scegliere e sottolineare senza scarabocchi (usando ad es. una

cartolina) solo i punti, le informazioni più importanti. Sottolineare tutto o troppo

equivale a non sottolineare nulla.

D) memorizzarePer memorizzare è opportuno allenare sempre le diverse memorie:

• Memoria visiva: abbinare immagini a parole, costruire mappe mentali o grafici,

descrivere immagini, sottolineare in diversi colori.

• Memoria uditiva: dettato , ripetizione ad alta voce, lettura ad alta voce, dialogo,

ripetizione di poesie o di canzoni, partecipare alle discussioni.

• Memoria operativo - pratica: usare un testo riempitivo, trascrivere su computer un

testo, compilare schemi, usare le carte da gioco, archiviare o ordinare gli appunti.

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Per ricordare è necessario:

• ripetere;

• auto-interrogarsi;

• costruire modelli mentali e fare collegamenti;

• u s a r e mnemotecniche (rime, acronimi, acrostici, categorizzazioni, associazioni

fonetiche e visive);

• Formare immagini mentali dei termini concreti: individuare i termini concreti e tradurli in

un immagine mentale o eventualmente grafica.

• Concretizzare i concetti astratti e formare immagini mentali: trasformare i concetti

astratti in uno o più concetti concreti e formare poi le immagini mentali.

• Associare: formare immagini, parole, frasi che associano una informazione difficile a

qualcosa di già noto.

Noi ricordiamo...• 10% di ciò che leggiamo;

• 20% di ciò che sentiamo;

• 30% di ciò che vediamo;

• 50% di ciò che sentiamo e vediamo;

• 70% di ciò di cui parliamo con gli altri;

• 80% di ciò che sperimentiamo personalmente;

• 95% di ciò che insegniamo agli altri;

E) schematizzareGli schemi sono di grande utilità per una comprensione profonda dei contenuti, per avere una

buona base per il ripasso e per ricordare meglio.

La costruzione di uno schema si progetta in fase di studio, dopo aver compreso il significato di

un testo e prima di ripeterlo.

Gli schemi possono servire a:

• rappresentare le definizioni fornite dal testo;

• rappresentare i concetti in rapporto gerarchico;

• raccogliere le informazioni relative ad un argomento;

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• confrontare informazioni;

• organizzare liste di informazioni per categorie;

• organizzare per tabelle;

• organizzare per assi temporali, periodi e durate ;

• disporre una successione di azioni nel tempo su un diagramma di flusso

• rappresentare vari tipi di legami logici tra fatti o concetti.

Cosa occorre per fare uno schema:

• Per ciascun concetto identificare parole chiave o frasi brevi e organizzarle;

• Iniziare dalla parola chiave o concetto principale del testo da mettere come radice o al

centro dello schema;

• Individuare i concetti e le idee più importanti che si collegano alla parola chiave;

• Creare uno schema organico in tutte le sue parti (studiando anche la disposizione grafica

nel foglio, in modo che le informazioni vengano distribuite in modo omogeneo).

La sintesi potrà essere fatta:

• in forma discorsiva, unendo le parti selezionate con adeguati connettivi (frasi gancio o

semplici congiunzioni); e ciò che comunemente viene chiamato “riassunto”,

• per punti, riportando le frasi selezionate senza l’uso di connettivi. In questi casi, il testo è

più lungo, ma più completo e più facile, quindi consigliabile a chi ha

ancora qualche difficoltà nella selezione o nell’uso di un linguaggio appropriato;

• con schemi a stella e a blocchi. In questo caso il testo è più breve, ma se non contiene

preposizioni, congiunzioni e verbi è più difficile da utilizzare per la riesposizione. E’

consigliabile a chi è già in grado di selezionare bene, di scrivere e riesporre con

linguaggio corretto ed appropriato.

F) esporreRiesporre una prima volta quanto analizzato, a voce alta, aiutandosi con il testo, con gli schemi

adeguatamente preparati e altre strategie per la memorizzazione.

1. Utilizzare il linguaggio specifico della materia. Non tradurre il tutto nel linguaggio

informale, ma utilizzare i termini appropriati delle discipline, e neppure ripetere concetti o

parole a memoria senza avere ben chiaro in mente ciò che si dice.

2. Ripetere due o più volte, possibilmente con qualcuno che ascolta pazientemente anche

se non conosce l’argomento, purché sia disposto a cercare di capire.

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

3. Per verificare se l’esposizione è chiara, appropriata, sicura e priva di intercalari è

opportuno usare qualche volta il registratore: è un ottimo sistema di autovalutazione!

G) ripassareIl ripasso è una revisione e una verifica delle informazioni apprese.

Perché ripassare?

• rinforza la memorizzazione;

• consente la verifica della propria preparazione;

• consente di organizzare un’esposizione gradevole;

Il ripasso è una forma di auto-monitoraggio: “questo lo so ... questo non lo ricordo ...”

Per migliorare l’efficacia del ripasso è utile:

• Suddividere il materiale da studiare in capitoli, unità, ecc.

• Organizzare schemi, appunti e fare sintesi;

• Ripassare il programma analiticamente (date, autori, nozioni ...);

• Ripetere più volte;

• Ripetere a distanza di tempo;

• Ripasso in itinere e finale.

N.B.: il ripasso va organizzato!

• rinforza la memorizzazione

4.5 Come affrontare meglio le interrogazioni

Ti è mai capitato di sapere perfettamente un argomento ma prendere comunque un brutto voto

all’interrogazione perché l’esposizione non è piaciuta al professore? È vero, durante l’orale

dovrebbe contare più la preparazione sull’argomento, ma alla fine è mai così? Ciò che fa

davvero la differenza è come le altre persone, in questo caso il prof, giudicano la tua

esposizione. Allora perché non applicare i famosi principi del public speaking ad una semplice

interrogazione!?

Il public speaking è l’arte di comunicare in pubblico, viene utilizzata ormai da chiunque parli

a molte persone durante eventi o manifestazioni ed è indispensabile per far arrivare al

destinatario il messaggio chiaro e comprensibile.

Ecco allora cinque consigli per un’interrogazione perfetta.

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

A. l’argomento La cosa più importante per una buona interrogazione o presentazione è sentirti sicuro di quello

che sai sull’argomento. Ma ci sono altri piccoli trucchi per migliorare ancora di più:

1. Cerca di fare un discorso unico. Sappiamo tutti quanto alcuni Prof. si divertano ad

interrompere sempre, ma tu tenta lo stesso.

2. Usa esempi. Il prof capirà che hai veramente assimilato l’argomento.

3. Mantieni le cose semplici. Non usare parolone che non useresti nel quotidiano. Rende

più facile seguire il discorso.

B. contatto visivoQuando stai parlando con una persona sola ricordati di guardarla negli occhi. Se non guardi ilProf negli occhi penserà che stai mentendo, che sei insicuro o peggio che stai cercando

un’anima pia che ti suggerisca!

Se invece stai parlando davanti ad un pubblico più grande, come ad esempio nelle

presentazioni in classe ricordati sempre di mantenere il contatto visivo.

Ecco alcuni trucchi per mantenere un contatto visivo con una folla:

• Se il pubblico è ampio guardali a “Z”. Partendo dal fondo passa da persona a persona

seguendo la forma di una “Z”.

• Non devi fissarli sempre, guardali ogni 8 secondi circa. Ovviamente questo è solo un

tempo indicativo non devi tenere il cronometro altrimenti ti distrarrai!

• Guardare le persone negli occhi fa paura, lo sappiamo. Per superarlo, c’è un trucco:

guarda la fronte delle persone in questo modo penseranno che tu li stia guardando

negli occhi.

C. la postura

Devi trasmettere sicurezza. Non importa quanto tu sia effettivamente preparato sull’argomento

dell’interrogazione se sembri sicuro non solo convincerai il Prof., ma anche te stesso.

Ecco come fare:

1. Schiena dritta e testa alta. E se sei in piedi: piantali bene per terra e tienili leggermente

separati.

2. Muoviti. cambia posizione periodicamente, ad esempio ogni volta che cambi argomento,

non stare inchiodato al tuo posto.

3. Se sei veramente in ansia appoggia le mani su un tavolo e mettici tutto il tuo peso, ti

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aiuterà a scaricare la tensione.

D. le mani Gesticolare fa parte della nostra vita quotidiana, ma non è sempre cosa gradita da chi ti ascolta.

Evitare di fare questi errori: 1. Gesticolare troppo. In particolare per le ragazze: giocare con i capelli! Fa capire subito

che sei nervoso e distrae le persone dal tuo discorso.

2. Mettere le mani in tasca o tenere le braccia conserte. Sono istintive posizione di

difesa che però fanno velocemente capire che non sei confidente dell’argomento che stai

presentando.

3. Ultimo errore: non gesticolare abbastanza! Usare le mani, con moderazione, è utile per

enfatizzare quello che stai dicendo e attrarre l’attenzione di chi ti ascolta. Devi trovare la

giusta via di mezzo.

E. la voce Se hai seguito tutti i consigli la prima impressione che il Prof. ha avuto di te è di una persona

preparata. L’ultimo passo per un’interrogazione perfetta è cercare non manifestare l’ansia con la

voce.

Ricordati sempre:

1. Respira profondamente. Questo evita che la tua voce tremi.

2. Continua a respirare. Non provare a dire una frase intera senza respirare, prenditi il tuo

tempo, non devi avere fretta.

3. Cerca di non essere monotono. Mi raccomando, modula il tono della voce altrimenti il

prof si addormenterà. Prova a cambiare velocità e intonazione, il tuo discorso diventerà

più interessante.

Ora hai tutti gli elementi per fare un’interrogazione strepitosa! ...E mi raccomando FATTISENTIRE!

4.6 Applicazioni utili per lo studio

Le App. per studiare servono? Eccome se servono!

Gestisci meglio il materiale di studio, ti organizzi il tempo in maniera scientifica, ti annoi meno, ti

rilassi di più. L’unico vero motivo per cui alcuni ancora non usano le App per studiare è che

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hanno una curva di apprendimento, qualche volta lenta.

Cioè, prima di arrivare ad usarle con efficienza devi investirci un po’ di tempo per imparare

come funzionano. E devi uscire dalla tua zona di confort.

A) Applicazioni per concentrarsi1. Forrest: ti dà la possibilità di piantare un albero, che inizia pian piano a crescere, mentre

tu ti dedichi a cose più produttive, tipo studiare l’esame che dovrai dare a breve. La

regola è: non puoi controllare altre applicazioni, pena la morte della tua piantina.

2. Productivity Challenge Timer: Un’app anti distrazione molto valida ed altrettanto

semplice.

3. Rescuetime: ti aiuta in questo, dandoti la possibilità di tracciare tutte le attività ed il

tempo che sprechi sul tuo PC, Mac o dispositivi Android.

4. Moment: permette sostanzialmente di tracciare l’utilizzo del proprio device ogni giorno. È

possibile impostare un limite giornaliero di utilizzo del cellulare, sorpassato quello l’app

inizia ad inviarci una serie di notifiche di avvertimento.

5. Self control: Per non distrarsi c’è Self Control, un’app per concentrarsi nello studio

pensata per chi ha un Mac. In sintesi, grazie a questa applicazione, puoi bloccare

l’accesso ad internet oppure a determinati siti per un certo periodo di tempo. Inserisci i

“siti succhia tempo” nella tua black list e rendili inaccessibili.

B) Applicazioni per il supporto allo studio

1. The Elements: A Visual Exploration: volete un'eccezionale tavola periodica? The

Elements è ciò che fa per voi poiché vi permette di vedere gli elementi in 3d in tutti i loro

colori e sfumature.

2. Articles for IPad: dovete consultare Wikipedia? Fatelo con questa intuitiva app!

3. Flash My Brain: se avete problemi con le lingue straniere oppure volete semplicemente

una risorsa che vi aiuti nello studio di queste, Flash my Brain sarà sicuramente di vostro

gradimento.

4. iMatematica Pro: presente sia in versione gratuita lite, è un'app utilissima per chi ha

problemi con la matematica.

5. Libretto universitario: app per la scuola utile per il calcolo media università, sia

aritmetica e ponderata. Potrai calcolare la media universitaria non solo sulla base degli

esami che hai già svolto, ma anche tenendo conto di quelli ipotetici ancora in

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programma. Utile anche per il calcolo del voto di partenza della tua laurea;

6. Tutored: si tratta di un vero e proprio social media che mette in contatto gli studenti per

scambiarsi consigli, aiuti e opinioni sugli esami universitari;

7. iSource: app preziosissima per stilare la bibliografia della tua tesi;

8. Soulver: applicazione immancabile nei device degli studenti di economia. Serve ad

eseguire calcoli complessi in maniera semplice

9. Wikipedia mobile: app utile per consultare la più grande enciclopedia condivisa del

mondo anche dai dispositivi portatili;

C) Applicazioni per prendere appunti

1. Evernote: app gratuita utilissima per prendere appunti, note, creare programmi e

appuntare i compiti da svolgere.

2. Dropbox: vuoi portare ovunque la tua tesi, i tuoi appunti, i tuoi riassunti? Con Dropbox

puoi avere sempre a disposizione anche off line tutti i documenti che vuoi!

3. Instapaper: l'app indispensabile per leggere le vostre pagine web preferite anche

quando siete off line.

4. Penultimate: la migliore app per prendere appunti e disegnare a mano libera.

5. Notes Plus: app utilissima per prendere appunti; permette sia di scrivere che di

registrare!

6. GoodReader: dovete inviare i vostri appunti agli amici oppure sono loro a doverli inviare

a voi? Con quest'app potete mandare tutto direttamente dal vostro dispositivo Apple

mediante connessione wifi che con collegamento USB.

7. Simple note: una delle migliori applicazioni per prendere appunti; semplice e immediata,

si può sincronizzare anche col computer Mac.

8. Dragon Dictation: app perfetta per gli appunti “vocali”. Per sbobinare le note vocali o le

registrazioni, Dragon Dictation fa sicuramente al caso tuo.

D) Applicazioni organizzare lo studio

1. Outliner for iPad: ti devi organizzare lo studio? Con quest'app lo puoi fare, ti permette di

creare una scaletta di tutte le cose da fare.

2. iStudiez Pro: un vero e proprio diario che ti permette di scrivere l'orario delle lezioni, i

compiti assegnati e i programmi per la giornata.

3. myHomework: app simile alle due precedenti.

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4. inClass: anche quest'app permette di segnare gli orari delle lezioni e i compiti; permette

anche di inserire un alert che avverte lo studente quando è vicina la scadenza per un

compito o un esame.

5. Priority List: oltre agli impegni scolastici, permette di gestire anche quelli extra

scolastici.

E) Applicazioni per imparare lingue straniere

1. Duolingo: applicazione utilissima per imparare le lingue straniere, attraverso esercizi

grammaticali, letture a ascolto.

2. Wordreference: è una app utile come dizionario per la traduzione italiano – inglese, ma

anche inglese – francese e inglese – spagnolo. Può essere utilizzato anche come

dizionario monolingue d’inglese.

3. Tandem: per fare conversazione con parlanti madrelingua. L'idea è che ci si possa

aiutare l'un l'altro a imparare una lingua utilizzando messaggi, vocal e video chat.

4. Rosetta Stone. Con una lunga tradizione d’insegnamento dell’inglese, Rosetta Stone è

un grande classico dei corsi di lingua trasferito su app, disponibile per iOS e Android.

Il punto di forza dell’applicazione dal nome tanto evocativo (sì, allude proprio alla Stele di

Rosetta di scolastica memoria) è il riconoscimento vocale tramite il microfono del

dispositivo sul quale viene scaricata, importante per controllare e fissare la pronuncia in

modo impeccabile. (pagamento)

5. Memrise. Il nome dice tutto: l’approccio di questa app è mnemonico. Disponibile per iOS

e Android, Memrise sfrutta la memoria visiva e l’associazione di parole e immagini per

stimolare il ricordo e l’apprendimento dei vocaboli. I corsi relativi alle lingue europee –

inglese, tedesco, francese e spagnolo – sono organizzati secondo i livelli del Quadrocomune europeo di riferimento per le lingue: impostazione molto utile per prepararsi

ad esami linguistici specifici! Memrise include anche sezioni a tema (storia, geografia…),

quiz divertenti o schede per imparare canzoni straniere.

6. Busuu. Come Memrise, anche Busuu si basa sulla memoria visiva: come nel più

classico dei giochi mnemonici con le carte, l’app mostra schede – flash card – con frasi di

uso comune abbinate ad immagini che ritraggono scene di vita quotidiana, per poi

proporre esercizi basati su quelle frasi, di cui è anche possibile ascoltare la pronuncia

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corretta.

7. Babbel. Concludiamo la rassegna con la più famosa tra le app linguistiche: Babbel. I

corsi offerti da Babbel sono molto ben strutturati: incentrati principalmente sulla

conversazione, propongono un apprendimento graduale di parole e frasi, la possibilità

di tornare sui propri errori, approfondimenti grammaticali e sezioni dedicate a diversi

aspetti della vita quotidiana.

F) Applicazioni per scrivere tesine

1. Dizionario d'italiano completo: completissimo dizionario della lingua italiana,

completamente gratuito

2. Pages: incredibile programma di videoscrittura come Word, ma molto più bello!

3. Numbers: programma per creare in modo semplicissimo degli ottimi fogli di calcolo.

4. Things: avete bisogno di organizzare la vostra giornata studio? Ecco un ottimo Task

Manager!

5. Dragon Dictation: avete registrato le lezioni e ora dovete sbobinare? Dragon Dictation lo

fa per voi.

6. iMovie: dovete realizzare dei video per la scuola? Utilizzate IMovie!

7. SketchBook Pro: programma utile per chi disegna in digitale.

8. MindNode: se ami fare schemi questa è l'app che fa per te!

G) Applicazioni per comunicare e condividere

1. IM+ Pro: vuoi chattare contemporaneamente su Msn, Skype, Facebook, etc? Scarica

quest'app!

2. WordPress: hai un blog o un sito da gestire su Wordpress? Utilizza l'apposita App.

3. Friendly Plus for Facebook: l'app per utilizzare Facebook sul tuo IPad.

4. TweetDeck: utilizzi più di un social network? Scarica TweetDeck e potrai utilizzare più

account con un'unica interfaccia.

5. Viber: devi chiedere una cosa a un tuo compagno/a ma non hai soldi nel cellulare? Se il

tuo amico dispone di un dispositivo Apple (Ipod touch, IPad, IPhone) puoi chiamarlo e

mandargli sms gratuiti grazie a Viber!

6. QS Events: per essere sempre aggiornato sul Tour Mondiale che porta ogni anno,

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anche nella tua città i master più ricercati dai recruiters internazionali e ti aiuta a valutare

la specializzazione più adatta al tuo percorso accademico e professionale. Inoltre, potrai

concorrere a moltissime borse di studio che ti permetteranno di laurearti con maggiore

serenità.

H) Stampare

1. AirPrint

2. Google Cloud Print

3. Breezy

4. HP ePrint

5. HO Smart

6. Samsung Mobile Print

7. Epson Print

8. PDF Printer

I) Scanner

1. Google Drive

2. Google Keep

3. Office Lens per iPhone, Android e Windows

4. Adobe Scan

5. CamScanner

6. Fast Scanner per Android e per iPhone

7. Evernote

8. ScanWritr

9. ClearScan

10.DocScan per iPhone

11.PDF Document Scanner

L) Registrare audio

1. Easy Voice Recorder

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2. Smart Voice Recorder

3. Tape-a-Talk Voice Recorder

4. Voice Recorder

5. RecForge Lite - Audio Recorder

6. Hi-Q MP3 Voice Recorder

7. Voice Recorder

8. Easy Record Trascription

9. Aroundsound Audio Recorder

10.Google Keep,

11.Voice Recorder Vox

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CAPITOLO 5GUIDA PER GENITORI (di studenti)

5.1 Valutazione percorso in aula

Avete notato qualcosa di diverso durante questa settimana?

I ragazzi vi hanno parlato del corso? Del loro metodo di studio?

Hanno chiesto la dispensa e le slide?

Avete discusso riguardo al loro metodo di studio?

5.2 Questionario stile di apprendimento prevalente

1) Hai conosciuto una persona nuova. Quello che ricordi di più è:a. il suo aspetto, i particolari e l'abbigliamento.b. ciò che ha detto.c. l'impressione complessiva, il suo "modo di fare"

2) Hai ricevuto in regalo un nuovo telefonino. Per imparare a usarlo, preferisci:a. leggere le principali istruzioni, guardare i disegnini e gli schemi.b. farti spiegare come funziona.c. provare direttamente.

3) Mentre ascolti una canzone ti piace di più:a. stenderti sul letto a pensare ai fatti tuoi e a fantasticare.b. concentrarti sui suoni e sulle parole.c. fare qualcosa avendo la musica come sottofondo.

4) Devi andare a un indirizzo che non conosci. Preferisci:a. che ti facciano una piantina dettagliata.b. che ti spieghino bene come fare.c. trovarlo quando sarai sul posto con l'aiuto di alcune indicazioni

5) Se cerchi di ricordare ciò che hai studiato, ti ricordi meglio:a. le parole, le immagini, la disposizione dei paragrafi nella pagina.b. quello che hai ripetuto ad alta voce.c. quello che hai scritto, schematizzato, riassunto tu stesso.

6) Quando una persona spiega qualcosa che ti interessa molto, la ascolti:a. guardandola in faccia.b. tacendo degli scarabocchi.

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c. prendendo appunti e sintetizzando quel che dice.

7) Per la buona riuscita di una festa in tuo onore, gradiresti di più:a. uno spettacolo di fuochi artificiali.b. un'orchestrina che suoni veramente bene.c. un animatore che proponga giochi divertentissimi.

8) Non ricordi bene come si scrive una parola. E meglio se:a. cerchi di visualizzarla, di rappresentarla nella tua mente.b. la ripeti ad alta voce più volte.c. provi a scriverla.

9) Hai litigato con un amico/a. Ricordi di più:a. la scena e le espressioni del suo viso.b. ciò che ha detto.c. la situazione in generale, le sensazioni e le emozioni provate.

Conta quante risposte (a), (b), (c) hai dato e riportale qui sotto:

a. memoria visiva .......... b. memoria uditiva .......... c. memoria operativa ..........Domande:

• In quale tipo di memoria hai ottenuto il punteggio più alto?

• Possiedi un tipo di memoria "ausiliario", cioè hai riportato un risultato discreto in un'altra

categoria?

• C'è qualche tipo di memoria che non ti appartiene, in cui hai ottenuto un punteggio

scarso?

Alcuni suggerimenti per lo studio:Sei hai scoperto di avere una memoria visiva, studiando:

• usa degli evidenziatori, sottolinea e fai dei riassunti;

• osserva attentamente titoli, sottotitoli, foto, disegni, diagrammi e parole messe in

evidenza;

• disegna figure, schemi, mappe mentali e mappe concettuali;

• prima di studiare guarda il materiale e nota colori, figure, foto, grafici;

• scrivi sempre tutto ciò che devi fare e prendi appunti quando viene detto qualcosa di

importante;

• usa simboli, abbreviazioni;

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• in classe fai in modo di poter vedere bene gli insegnanti mentre spiegano e ciò che

viene scritto alla lavagna;

• quando scrivi, rileggi sempre per controllare.

Sei hai una memoria uditiva, studiando:

• leggi ad alta voce;

• ripeti (o eventualmente riascolta con un registratore) ciò che devi sapere oppure ripetilo

a qualcuno;

• se ne hai l'occasione, confrontati con i compagni;

• fatti fare domande;

• se non hai capito qualcosa, rivolgiti a qualcuno che te lo spieghi a voce;

• quando scrivi, di' prima ad alta voce (o se non è possibile, mentalmente) ciò che stai per

scrivere;

• registra appunti e riascoltali.

Se la tua è una memoria operativa, studiando:

• scrivi parole-chiave a margine del testo, fai esempi, schemi, riassunti;

• per ogni ora di studio, concediti un quarto d'ora di movimento;

• usa a volte il quaderno, a volte il computer per scrivere o per fare qualche compito;

• cerca di variare la posizione che assumi mentre studi (stai seduto alla scrivania, in

poltrona, oppure cammina ripetendo la lezione)

• quando assisti a una lezione, chiedi chiarimenti attraverso esempi concreti o riferimenti

ad altri argomenti che già conosci.

Dopo aver riletto sopra le nozioni, scrivi alcune righe riguardo al tuo stile prevalente diapprendimento e memorizzazione, spiegando quando e come ricordi meglio le nozioni.____________________________________________________________________________

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NOTA BENE: IMPORTANTE!

Questo non significa che non si possano usare più stili a seconda delle necessità, anzi ilmodo più efficiente di imparare consiste proprio nel saper usare, oltre al proprio stilepreferito, anche modi diversi secondo le circostanze.

5.3 In che modo elabori le informazioni: analitico o globale

ANALITICO

• se preferisci affrontare un problema dividendolo nelle sue parti e considerando un

aspetto alla volta;

• se metti a fuoco le differenze tra le cose;

• se procedi in modo lineare, passo dopo passo;

• se svolgi i compiti in modo sistematico;

• se programmi in anticipo ciò che devi fare;

• se usi bene il tempo che hai a disposizione, sia per lo studio che per altre attività;

• se non ti lasci distrarre da altri stimoli (es. musica..) mentre studi

• se rispetti i termini entro cui svolgere determinati compiti.

Consigli e suggerimenti:1. sforzati di considerare un problema anche nel suo insieme;

2. non trascurare le tue sensazioni e ciò che ti suggerisce l'intuito;

3. cerca di esprimere ciò che sai anche se non possiedi tutte le informazioni chevorresti;

4. confrontati con compagni ed insegnanti

GLOBALE• se preferisci considerare un problema nel suo insieme;

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

• se trovi utile sintetizzare spesso quello che stai studiando;

• se metti a fuoco le somiglianze tra le cose;

• se prendi decisioni in modo intuitivo, senza pensarci troppo;

• se svolgi più compiti nello stesso tempo;

• se decidi cosa fare man mano che il lavoro procede, senza organizzare tutto in anticipo;

• se non programmi rigidamente il tempo per lo studio e le altre attività.

Consigli e suggerimenti:1. organizza il tuo tempo, tenendo conto delle scadenze e decidendo l'ordine in cui

svolgere i lavori;

2. concentrati a fondo su un particolare compito, evitando di disperderti in più direzioni;

3. analizza le informazioni in tuo possesso e tieni conto anche dei dettagli di un problema;

4. prendi decisioni non solo fidandoti dell'intuito, ma anche riflettendo sui perché e sulleconseguenze;

5. leggi attentamente le istruzioni di un compito e cerca di capire bene come devi

procedere prima di cominciare un lavoro.

5.4 Preferisci lavorare da solo o con gli altri?STILE INDIVIDUALE

• se preferisci lavorare da solo e condurre uno studio individuale

• se impari meglio studiando su un libro, a casa, che non lavorando con altri a scuola.

Consigli e suggerimenti:1. il confronto con l'insegnante e i compagni ti dà la possibilità di conoscere altre opinioni,

altri modi di pensare e di fare;

2. sfrutta meglio il tempo di lavoro in classe, oltre che a casa, cominciando ad ascoltare con

attenzione ciò che gli altri dicono e confrontandolo con ciò che sai e pensi

STILE DI GRUPPO

• se preferisci lavorare in classe piuttosto che a casa;

• se preferisci lavorare in coppia o in gruppo piuttosto che da solo;

• se ti piace discutere con gli altri piuttosto che studiare per conto tuo sui libri.

Consigli e suggerimenti:

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1. il confronto con gli altri è prezioso, ma lo studio individuale è fondamentale per

rielaborare in modo personale ciò che stai imparando;

2. sfrutta meglio il tempo di lavoro a casa, organizzando meglio il tuo materiale di lavoro e

facendo delle sintesi personali di quanto hai studiato.

5.5 Che metodo utilizzi ora?Leggi i questionari sotto riportati e rispondi con tranquillità, senza pensare di essere valutato.

In questo caso non ci sono risposte giuste o sbagliate, ma semplicemente quello che tu fai ora,

la tua normale inclinazione. L'obiettivo è quello di capire quali sono le principali risorse, i limiti

più grossi per avere la consapevolezza che cambiando qualcosa si ottengono risultati migliori.

METODO DI LAVORO

Stai attento quando l’insegnante spiega? si quasisempre

qualchevolta no

e quando assegna i compiti per casa? si quasisempre

qualchevolta no

− Scrivi sul diario i compiti per casa? si quasisempre

qualchevolta no

in modo chiaro (materia, libro, pagine)? si quasisempre

qualchevolta no

− Fai i compiti per casa solo per il giorno successivo? si quasisempre

qualchevolta no

− Fai i compiti per casa anche per gli altri giorni della settimana,anticipandoli? si quasi

sempre qualchevolta no

− A quale ora del pomeriggio di solito inizi a fare i compiti per casa?

alle 14 – 15 – 16 – 17 – 18 –19 - .........

− Con quale materie inizi? a) quelle che preferisci

b) quelle che non preferisci

− Devi telefonare ai compagni per i compiti per casa? si quasisempre

qualchevolta no

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− Se si, per quale motivo?

a) perché non hai capito cosac’era da fare

b) perché non riesci asvolgere i compiti

c)altro .......................................

− In casa, riesci a trovare uno spazio tranquillo dove lavorare? si quasisempre

qualchevolta no

− Hai la disponibilità di qualcuno che ti aiuta? si quasisempre

qualchevolta no

− Prima di iniziare i compiti per casa, scritti e orali, ti prepari sul tavolo tutto il materiale occorrente(vocabolario, atlante, ecc.)? si quasi

sempre qualchevolta no

− Quanto tempo impieghi per eseguire i compiti per casa? ore 1 – 2 – 3 – 4 – 5 –.........

− Se impieghi troppo tempo, rifletti su quali possono essere le cause?

a) distrazione(cell.,playstation, PC, tv,

social-network)

b) stanchezza

c) difficoltà incontrate

− Durante il tuo lavoro, ti accorgi quando non riesci più a seguire il testo o a concentrarti? si quasi

sempre qualchevolta no

− Cosa fai per rinforzare l’attenzione? a) ti distrai per pochi minuti

b) fai una pausa più lunga

c) insisti nel tuo lavoro

d) spengo il cellulare, l’I-pod,la tv, il computer, il social-

network

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METODO DI STUDIOLETTURA

− Quando studi, come ti sembra di capire meglio? a) leggendo ad alta voce

b) leggendo mentalmente

COMPRENSIONE GLOBALE DEL TESTO (esplorazione)

− Quando studi, come ti sembra di capire meglio?

a) leggendo ad alta voce

b) leggendo mentalmente

c) ascoltando la lettura di altri

− Leggi attentamente il titolo del capitolo e i titoli dei paragrafi? si quasi

sempre qualche

volta no

− Se leggi un titolo cerchi di prevedere il contenuto del testo? si quasi

sempre qualche

volta no

− Dopo aver letto capisci di quale argomento si tratta? si quasisempre

qualchevolta no

− Riesci a visualizzare mentalmente ciò che hai letto? si quasisempre

qualchevolta no

− Osservi le foto e leggi le didascalie? si quasisempre

qualchevolta no

ANALISI DEL TESTO (comprensione approfondita)

− Cerchi il significato delle parole sconosciute? si quasi sempre

qualche volta no

Se sì dove?

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− Sei in grado di individuare i punti essenziali? se no, perché?

si quasi sempre

qualche volta no

a) non capisci il significato dell’argomento

b) non capisci il significato dei vocaboli

c) altro

− Rileggi il testo quando non comprendi? si quasi sempre

qualche volta no

− Ripassi l’argomento studiato in precedenza, se è collegatocon il nuovo? si quasi

sempre qualche volta no

− Segni i punti su cui chiedere spiegazioni? si quasi sempre

qualche volta no

SINTESI (scritta)

− Preferisci riassumere l’argomento studiato? a) in forma discorsiva

RIESPOSIZIONE (orale)

− Dopo aver capito l’argomento quante volte lo ripeti ad alta voce?

0 - 1 – 2 – 3 – 4 – 5 - _________

ESERCIZI SCRITTI

Quando devi eseguire esercizi scritti, generalmente come ti comporti?

a) prima studi la regola o l’argomento epoi svolgi gli esercizi

b) prima svolgi gli esercizi e poi studi la regola o l’argomento

c) studi la regola o l’argomento mentre svolgi gli esercizi

d) eseguo senza controllare le

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regole

− Esegui i compiti ........ a) prima in brutta copia;

b) direttamente in bella copia

− Quante volte rileggi il testo proposto?

a) mai

b) 1 volta

c) più volte

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5.6 Consapevolezza delle proprie abilita'

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Fai la media aritmetica per ogni sezione. Riguardo ad ogni sezione chiediti:

Sei soddisfatto/a del voto che esce (4 max. e 1 min.)?

Cosa puoi fare per migliorare il voto?

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Cosa puoi fare di più? Cosa puoi fare di meno?

Cosa puoi smettere di fare? Cosa puoi fare diversamente?

5.7 Che tipo di studente sei?È qui elencata una “galleria fotografica” di studenti. Ti ritrovi in qualcuno di loro? Avresti dei

suggerimenti da dargli?

TIPO 1: L’esagerato. Lo studente che .... chiede sempre. Fare domande è giusto: dimostra che

sei interessato e stai partecipando alla lezione. Però non esagerare, il professore di solito

capisce se sei veramente interessato o se stai solo cercando di far perdere tempo!

TIPO 2: Lo stressato. Lo studente che aspetta sempre i compiti in classe o le interrogazioni

per studiare

TIPO 3: Il sognatore. Lo studente che sembra attento, ma pensa ai fatti suoi. È una categoria

piuttosto frequente.

TIPO 4: Il bullo. Lo studente che ama farsi vedere ed essere al centro della attenzione, ma che

spesso non ha qualcosa d’interessante da mostrare

TIPO 5: Il disorientato. Lo studente che non sa prendere decisioni su cosa fare, come farlo,

quando farlo,...

TIPO 6: Il dubbioso. Lo studente che si pone domande, molte domande, troppe domande, e

rinuncia a darsi delle risposte

TIPO 7: L’iperattivo. Lo studente che non riesce mai a stare fermo in classe, che si distrae e fa

distrarre gli altri con frequenza

TIPO 8: Il rilassato. Lo studente che, quando casca il mondo, si sposta un po’ più in là, che,

quando un compito o un’interrogazione vanno male non si preoccupa perché “capita”

TIPO 9: L’addormentato. Lo studente che scambia il banco per un cuscino un po’ scomodo e

le parole del prof. Per una ninna-nanna

TIPO 10: L’ariete. Lo studente che va avanti a testa bassa, senza guardare dove sta andando

e preoccuparsi se la strada è giusta.

TIPO 11: L’archivista. Lo studente che non si prende la briga di selezionare, di fare delle

scelte. Legge tutto, ascolta tutto e tutti, mette tutto in archivio, ma non ha il tempo di “metter in

ordine”

TIPO 12: Il pappagallo. Se ti piace di più possiamo chiamarlo anche “l’attore”. Lo studente che

impara a memoria e “recita” la lezione, senza preoccuparsi di capire quello che dice.

5.8 Le mie abitudini di studio

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Non c'è la risposta giusta o sbagliata, evita di dare la risposta che ti sembra giusto dire,sii sincero/a al massimo. Riguarda le tue abitudini, rispondi spontaneamente.

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I tuoi errori più frequenti sono dovuti a distrazione: 1 __ 2 __ 3 __ 4 __I tuoi errori sono dovuti al non aver letto con attenzione il testo?: 1 __ 2 __ 3 __ 4 __I tuoi errori sono dovuti spesso al non aver capito le consegne?: 1 __ 2 __ 3 __ 4 __

Fai la media aritmetica per ogni sezione. Riguardo ad ogni sezione chiediti:

Sei soddisfatto/a del voto che esce (4 max. e 1 min.)?

Cosa puoi fare per migliorare il voto?

Cosa puoi fare di più? Cosa puoi fare di meno?

Cosa puoi smettere di fare? Cosa puoi fare diversamente?

5.9 Alimentare la motivazioneLa motivazione è una spinta, è il motore. La motivazione è l'espressione dei motivi che

inducono un individuo ad una determinata azione. Da un punto di vista psicologico può essere

definita come "il PERCHE' delle nostre azioni e come il FINE che spinge l'uomo alsoddisfacimento di un proprio bisogno."Ogni atto che viene fatto senza motivazioni rischia di fallire.

FREUD: pulsioni e istinti biologici di base che motivano i singoli a comportarsi in un determinato

modo. La motivazione come controllo delle pulsioni.

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SKINNER (comportamentisti): mente = “tabula rasa” su cui l’esperienza condiziona un

determinato comportamento. La motivazione e apprendimento controllati attraversoricompense, gratificazioni esterne e rinforzi quali premi, voti e giudizi positivi.

MASLOW (umanisti): naturale propensione alla crescita e all’auto-realizzazione. Lamotivazione come manifestazione di alcuni bisogni o tendenze primari.

BANDURA (cognitivismo): studio dei processi mentali. La motivazione influenzata dalleconvinzioni dell’individuo circa il suo valore, le sue abilità o competenze (es. il concetto di

Sé in ambito universitario), gli obiettivi e le aspettative (di successo o di fallimento) e isentimenti positivi o negativi (curiosità, ansia) che derivano dai suoi processi diautovalutazione. Fattori ESTERNI: sostegno sociale ed emotivo, ricompense e incentivi

estrinseci; Fattori INTERNI: convinzioni, atteggiamenti.

Come alimentare la motivazione?

1. Fissa obiettivi chiari, realistici e realizzabili: facilita il tuo successo!

>>>>>> AMBIZIONE

2. Piccoli obiettivi ne costituiscono uno grande: “micro” è meglio di “macro”!

>>>>>> SENSO DI REALIZZAZIONE

3. Scegli in modo autonomo: favorisci il tuo coinvolgimento!

>>>>>> RESPONSABILITA’

4. Crea legami tra l’attività di studio e le tue esigenze, interessi ed obiettivi.

>>>>>> STORIA PERSONALE

5. Vivi le difficoltà come “opportunità” di crescita non come un ostacolo!

>>>>>> STIMOLO

6. Favorisci rapporti umani positivi con persone in grado di cogliere le tue potenzialità e che

condividono i tuoi stessi interessi!

>>>>>> RICONOSCIMENTO PERSONALE e SENSO di APPARTENENZA

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Quali sono i vantaggi ad essere motivati?

La motivazione ci aiuta a:

• raggiungere gli obiettivi prefissati;

• sviluppare una prospettiva positiva sul lavoro/studio;

• generare la forza di cambiare;

• generare stima di se stessi e delle proprie capacità;

• gestire il proprio sviluppo personale e professionale e aiutare gli altri in questo

processo.

Come posso rendere al meglio? CON IL METODO DI STUDIOSe ho metodo sono motivato? ASSOLUTAMENTE SI'!

5.10 L'autostima dei ragazziA) Cosa è l'autostimaL’autostima è la considerazione globale che un individuo ha di se stesso e delle propriecapacità. Se ne parla in questa sede perché è una delle componenti più sottovalutate del

successo scolastico.

La mancanza di convinzione circa le proprie capacità e competenze genera incertezze ed

ansie, che possono condurre al fallimento pur in presenza di un’ottima preparazione e di

capacità potenziali elevate. Quante volte avete detto “non sono capace, non sono portato”

senza neanche mettervi in gioco?

E’ del resto vero che pure un eccesso di sicurezza non supportato dalla realtà porta a

sottovalutare le difficoltà e quindi a non munirsi di strumenti adeguati.

B) La valutazione di séUna sana autostima si manifesta nella capacità di percepirsi e di rapportarsi a se stessi inmodo realistico, positivo, rilevando i punti di forza e quelli deboli, amplificando ciò che è

positivo e migliorando quello che invece non lo è.

Errori di valutazione ...

• "faccia di bronzo": stima eccessiva di sé e sottostima degli altri;

• "impacciato ed inibito": sottostima di sé in quasi tutti i campi in cui opera e negazione

dell’importanza dei risultati positivi ottenuti attribuendoli ad eventi esterni;

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Fattore dinamico: va coltivata, curata, alimentata!

Punti forti e deboli di ciascuno: crescita personale.

Superare la PAURA d’ESAME significa imparare a conoscere meglio se stessi, lavorandoanche sulla propria autostima!

C) Auto-efficacia

“La convinzione nelle proprie capacità di organizzare e realizzare il corso di azioni

necessario a raggiungere prestazioni attese in un ambito specifico” (Albert Bandura)

Fattori che influenzano il senso di auto-efficacia:

1. Credenze: “... non ho le capacità necessarie ...” “... continuo a pensare ai miei insuccessi

passati ...”

2. Stili attributivi: “... sono poco fortunato ... mi chiederà proprio ciò che non ho capito ...”

3. Interpretazioni: “... questo compito è troppo difficile per me ...” “... deluderò i miei

genitori ...”

4. Autostima: “... non sono all’altezza ...” “... non valgo ...”

Accresci il tuo senso di auto-efficacia:

• La valutazione delle probabilità di riuscita non dipende dalla difficoltà del compito ma

dalle esperienze del passato che condizionano le aspettative per il futuro e dalla

motivazione a intraprendere un compito;

• Il soggetto motivato – anche se il compito è arduo – non si lascia intimorire, ma è spinto a

cimentarsi in esso ed è fiducioso nelle sue capacità di riuscirci;

• Superare la prova con successo : sicurezza;

• Lodarsi : “bravo!”;

• Vedere gli altri superare la prova : stimolo;

• Gestire le proprie emozioni.

D) Eccesso di autostimaChi si sopravvaluta:

• Tende a non valutare realisticamente le difficoltà.

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• Si considera sempre pronto e preparato a priori.

• Crede di poter riuscire in qualsiasi cosa senza sforzo.

• Non considera la possibilità di fallire.

• Davanti all’insuccesso può reagire negando la realtà o “crollando”.

Attribuisce i successi ottenuti unicamente alle proprie capacità, mentre imputa i fallimenti a

cause esterne (sfortuna, persecuzione, incapacità altrui).

L’autostima non riflette necessariamente le capacità delle persone, ma le può influenzare.

Un’elevata autostima può portare a risultati anche superiori alle proprie capacità. Tuttavia le

persone con alta autostima non sono necessariamente più dotate (più intelligenti, competenti,

attraenti). Quello che le distingue sono le convinzioni circa le proprie capacità, atteggiamenti,

successi e fallimenti.

E) Difetto di autostimaChi si sottovaluta:

• Non si sente mai sufficientemente adeguato rispetto ai compiti da affrontare e vive

ogni nuova prova con ansia eccessiva.

• Di fronte al successo ne imputa la ragione a fattori esterni (fortuna, coincidenze, aiuto

altrui), mentre attribuisce gli insuccessi esclusivamente ai propri limiti.

Chi ha una bassa autostima, tende ad impegnarsi poco, ad essere sopraffatto dall’ansia, anon persistere nello sforzo se i primi tentativi sono inefficaci.

Si viene a creare così un circolo vizioso:

>>> Aspettative negative >>> ansia e scarso impegno >>> fallimento della prestazione>>> autovalutazioni negative >>> bassa autostima >>>

F) Da cosa dipende l'autostimaL’autostima dipende da:

Fattori interni:

• Come si interpreta la realtà (es.: compito difficile/facile).

• Come si vede se stessi (capaci, incompetenti...).

Fattori esterni:

• Successi o insuccessi ottenuti.

• Messaggi che si ricevono dagli altri (es.: “sei bravo”, “non sai fare nulla"...).arenulla”...).

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G) Recuperare l'autostimaSe non sempre è possibile influire sui fattori esterni che condizionano l’autostima, è possibile

provare ad agire su quelli interni:

• Ridimensionare i propri obiettivi;

• Assegnare importanza agli scopi che si è in grado di raggiungere;

• Evitare di attribuirsi tutta la ("colpa" !) "responsabilità" di un fallimento;

• Evitare di valutarsi in maniera troppo rigida;

• Ridimensionare l’importanza attribuita agli insuccessi;

• Imparare ad essere assertivi.

H) Conoscere e superare i propri limitiDi fronte a limiti ed ostacoli, di qualsiasi natura, vi sono tre risposte:

Fermarsi: è una soluzione possibile, in alcuni rari casi forse l’unica. Spesso è una soluzione di

comodo e non è detto che ciò sia sbagliato a priori. Se in un rapporto costi-benefici le energie

richieste sono sproporzionate rispetto all’importanza che viene attribuita ad un obiettivo, non si

è costretti a procedere comunque.

Cambiare se stessi: è quasi sempre possibile, anche se entro limiti oggettivi. Alcune persone

si nascondono dietro ai propri limiti come se fossero uno stato immodificabile; dichiarano perciò

che “sono fatte così” o “non sono capaci”. Eppure l’essere umano è una specie superiore

proprio perché in grado di progredire. Impegno, studio ed esercizio migliorano le potenzialità di

ciascuno entro determinati “parametri biologici” di cui raramente si riesce a toccare la soglia.

Soluzioni alternative: per raggiungere un fine raramente è disponibile un solo mezzo. Quando

una strada è indiscutibilmente sbarrata, prima di rinunciare è bene guardarsi intorno alla ricerca

di vie alternative. Talvolta proprio l’impossibilità oggettiva di avvalersi di un mezzo porta alla

scoperta di nuovi mezzi, magari più efficaci.

I) L'autostima ideale Fra i due estremi (eccesso e difetto di autostima) si colloca la situazione di autostima ideale, le

cui caratteristiche sono:

• Accettazione globale di sé: sensazione di poter essere accettati così come si è,

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nonostante i difetti, a prescindere dalle proprie prestazioni. Occorre ridimensionare i

sensi di colpa e fronteggiare le critiche quando non sono costruttive (e raramente lo

sono...).

• Consapevolezza di sé: sapere quali sono i propri punti di forza e debolezza, esaltando i

primi e lavorando sui secondi. È importante anche darsi degli obiettivi a breve e lungo

termine.

• Auto-efficacia percepita: Convinzione di essere capaci di dominare specifiche

situazioni, di poter portare a termine con successo determinate attività e progetti.

5.11 Sostenere la volontàNormalmente occorre avere delle buone motivazioni per svolgere attività che costano fatica, e

anche in questo caso è facile avere dei momenti di stanchezza e scoraggiamento.

E’ molto importante che gli obiettivi che ci poniamo siano raggiungibili, altrimenti le delusioni

potrebbero indurci ad abbandonare l’obiettivo. Non sono utili però gli obiettivi troppo facili,

perché è dimostrato che “spronano” troppo poco. Quindi il primo passo è “prendere bene le

misure” per i nostri obiettivi.

Quando ci accorgiamo che rischiamo di non seguire il nostro progetto, è utile trovare dei metodi

che sostengano la nostra volontà vacillante. Vediamo qualche metodo.

A) Ricompense e punizioniQualche volta genitori ed insegnanti, esasperati perché non vedono nessun impegno da parte

dei ragazzi, si lasciano tentare dalla strategia che appare più semplice: punire oricompensare.

Per un ragazzo, quindi, entrano in gioco fattori come:

• evitare “guai” in famiglia;

• evitare punizioni a scuola;

• ottenere dei premi per i risultati conseguiti.

Anche ammettendo (ma non è affatto verificato) che con il metodo de “il bastone e la carota” si

possano ridurre in parte i comportamenti negativi dei ragazzi, non si favorisce però lacrescita dello studente, che, anzi, potrebbe sentirsi simile ad un bravo cagnolino che ha

imparato come conquistare il cibo che desidera, compiacendo il suo padrone.

Inoltre, lo studio finisce per essere vissuto come una “condanna” a cui ci si deve

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rassegnare solo per evitare punizioni. A mano a mano che i bambini diventano adolescenti, infatti, diventa necessario che entrino

come fattori motivanti gli aspetti più importanti e validi per ogni essere umano: il desiderio didiventare autonomi, di diventare persone ricche di capacità e interessanti per gli altri.

Inoltre è dimostrato che le strategie del tipo “ricompense e punizioni” rappresentano un aiuto

solo su obiettivi a breve termine e su compiti abbastanza meccanici (es. imparare i verbi

irregolari inglesi su cui ci sarà la verifica), ma non aiutano quando l’obiettivo è, ad esempio,

imparare a scrivere in un italiano corretto e scorrevole, cosa che richiede impegno a lungo

termine, creatività, forte impegno personale.

Probabilmente è proprio il loro interesse nei confronti del ragazzo, della sua crescita e del suo

futuro che li porta a cercare “ogni mezzo” per convincerlo a fare cose che ritengono

fondamentali per una buona crescita. Inoltre, le ricompense qualche volta rappresentano un

modo per comunicare ai figli la felicità di vederli riuscire nei loro scopi, magari aiutandoli a

realizzare un piccolo sogno.

Diverso, invece, il valore della strategia auto premiale.

B) La strategia auto-premialeSi tratta dell’antico metodo di premiarsi da soli per gli obiettivi a breve termine che si sono

raggiunti. Ognuno sa quale può essere il premio giusto sulla base dei propri gusti, ma è

necessario calibrare il premio in rapporto al risultato. Per esempio, se ho tradotto dieci frasi

dall’inglese, posso ascoltare 5 minuti di musica; se ho fatto tutti i compiti per il giorno

successivo, posso concedermi un’ora di uscita.

"PREMIARE" LE DISTRAZIONI: Potremo ascoltare i pensieri che vengono a distrarci, dopo

aver raggiunto un dato obiettivo. Se, ad esempio, continuo a pensare che voglio telefonare al

mio amico per sapere come è andata la partita che ha giocato, mi permetterò di farlo dopo che

avrò terminato i compiti di matematica.

GUADAGNARE TEMPO LIBERO: Il principio è semplice: al tempo dedicato allo studio

corrisponde la possibilità di dedicare tempo ad altre attività. Ad esempio possiamo decidere di

studiare tutta la settimana per poterci permettere di andare via con un amico nel week-end. Ad

ogni ora di studio ne corrisponderanno due di vacanza con l’amico; per stare con l’amico 24 ore

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dovrò studiarne 12 in quella settimana.

C) L'auto-efficaciaIndubbiamente la più forte motivazione interna per ciascuno di noi consiste nel desiderio diottenere dei riconoscimenti da chi ci circonda e nel vedere che siamo capaci di migliorare le

nostre prestazioni. In tutti i campi delle nostre attività i nostri progressi ci danno molta

soddisfazione. Come possiamo fare per incentivare questo nostri bisogno di autoaffermazione?

IMPARARE DAI PROPRI ERRORI. Per non scoraggiarsi è molto utile ricordare che i nostrierrori possono servirci a migliorare, se solo sappiamo “guardarli” con attenzione e

soprattutto con il giusto atteggiamento. Occorre perciò riflettere sui feedback che riceviamo a

scuola: voti, pareri e commenti dell’insegnante vanno ascoltati con attenzione e capiti. Anche le

opinioni dei compagni possono essere molto utili. Per riflettere sui propri errori occorre avere

chiaro il tipo di errore compiuto e la sua causa (distrazione, carenza di studio, non

comprensione). Potremo capire se ci occorre studiare di più, chiedere maggiori chiarimenti,

oppure imparare a concentrarci ecc. Questo ci permetterà di programmare una strategia più

efficace di recupero e ridurre gli errori nell’esercitazione successiva.

BATTERE IL RECORD. Naturalmente la tappa successiva sarà il miglioramento progressivodei voti, ma anche la riduzione dei tempi necessari per ottenere quei risultati positivi.Calcola il tempo impiegato per fare i compiti e prepararti alle verifiche scritte e orali e valuta

quale strategia ti può essere utile per ridurre i tempi mantenendo o migliorando i risultati. Per

qualcuno, ad esempio, la strada vincente è stata l’isolamento dalle fonti di distrazione per ogni

“sessione di studio”; qualcuno non riesce a studiare in camera propria e si trova meglio in

un’altra stanza della casa; qualcuno ha bisogno di andare in biblioteca. Sicuramente pc e

cellulare non favoriscono la concentrazione: o sai “dominarli” oppure dovrai starci alla larga per

il tempo dello studio. Potrai tornarci quando avrai finito e al quel punto il tuo tempo libero sarà

davvero tutto tuo.

IL SOGNO NEL CASSETTO. Se hai già un desiderio preciso circa la tua professione futura,

allora puoi provare a guardare con gli occhi della tua professione futura la disciplina cheora stai studiando per vedere quale utilità può avere nel tuo futuro. Questo va fatto con

intelligenza e fantasia. Se, per esempio, vuoi diventare un musicista, non ti basterà studiare

strumento e teoria musicale. Ti servirà anche conoscere le lingue per viaggiare, saperti

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esprimere in modo adeguato in ogni circostanza, conoscere abitudini e usi degli altri Paesi,

calcolare con rapidità costi e guadagni di una proposta di lavoro,ecc.

“Studio perché sono un tour operator”. Che cosa significa? E’ un esempio di come potresti

motivarti se hai già un desiderio preciso circa la tua professione futura. Se ad esempio desideri

fare il tour operator, allora puoi provare a guardare con gli occhi della tua professione futura la

disciplina che ora stai studiando per vedere quale utilità può avere nel tuo futuro.

D) Come far appassionare i giovani allo studioMotivare i giovani a studiare non è semplice, è necessario far nascere in loro una passioneverso le materie scolastiche. E la prima persona (ma non l’unica) che può far scaturire questo

interesse è senza dubbio l’insegnante; è questa figura che deve trasmettere la propria

passione allo studente e per farlo è necessario in primis che l’insegnante ami la materia che

insegna e la propria professione.

E all’insegnante spetta l’arduo compito di trovare la chiave di accesso per colpire al cuore

degli studenti. Come? Coinvolgendoli, facendo in modo che capiscano che ciò che studiano

ha a che fare con il presente, con l’oggi di cui parlavamo prima. E accendere l’interesse in uno

studente non significa semplicemente ottenere che svolga tutti i compiti e che si impegni prima

di un’interrogazione o di un compito in classe: significa accendere la curiosità, far in modo chelo stesso studente sia spinto ad approfondire un argomento per conto proprio, leggendo

libri o informandosi su internet, ampliando le proprie conoscenze e costruendosi un proprio

bagaglio culturale.

5.12 E se mio figlio non ha voglia di studiare?Un bambino non riesce a fare i compiti e non ottiene buoni voti a scuola.

Spesso i genitori vivono con molta apprensione questo comportamento dei loro figli: perché si

verifica? Qual è la vera causa di questa situazione?

A) Le motivazioni profonde Se un bimbo va male a scuola non vuol necessariamente dire che sia svogliato. È più probabile

che faccia fatica e allora bisogna capire le motivazioni.

Ma le cause possono essere molte:

• non è appagato dallo studio perché non gli riesce bene;

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• ha una bassa autostima e pensa di non essere capace;

• non ha un buon metodo di studio;

• si annoia;

• ha delle problematiche emotive;

• soffre di disturbi dell'apprendimento.

È possibile che al bambino non piaccia studiare, ma che sia bravissimo in qualche altra cosa.

Abbassare le attese nei suoi confronti potrebbe addirittura portarlo a risultati migliori.

B) Come intervenire Per intervenire è importante aprire un canale di comunicazione con il proprio figlio e chiedergli

quali siano le sue difficoltà nell'affrontare lo studio. Poi si potrà capire se la causa è legata a un

disturbo dell'apprendimento o a una problematica emotiva.

Nel primo caso è bene rivolgersi a degli specialisti che possano aiutare il bambino, nel secondo

incoraggiarlo, rassicurandolo sulle sue capacità.

Quello che è importante è sempre trovare il giusto equilibrio.

È inutile e anche dannoso che i genitori si mettano a fare i compiti al posto dei loro figli.

Devono invece trovare il modo di aiutarli, ricordandogli che devono studiare, ma capendo

insieme qual è il metodo giusto per farlo, organizzando lo spazio e trovando le giuste strategie

di studio, senza però imporle.

In questo processo è fondamentale che i genitori ridefiniscano le aspettative che proiettano

sul figlio.

C) Gli errori da evitareOltre a non essere troppo impositivi e a sostituirsi al proprio figlio, i genitori devono anche

evitare di disinteressarsi totalmente della questione. Devono stargli vicino, sostenerlo, trovando

insieme il modo giusto per rendere piacevole il momento dello studio, stimolando la sua

autonomia. Meglio chiedere se ha avuto delle difficoltà a scuola, come ha risolto un problema

per lui complesso, che cosa si ricorda di quello che ha fatto, piuttosto che entrare nel merito dei

compiti che sarà l'insegnante a dover valutare.

Il tutto con l'obiettivo di fare in modo che i bambini trovino la loro organizzazione e il loro

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metodo, per affrontare al meglio tutte le sfide della scuola e della vita.

D) Le regole della motivazione Di seguito le regole per motivare e motivarsi allo studio:

1. obiettivi (chiari, positivi, specifici, sfidanti e raggiungibili, con scadenza);

2. Pensa alla scala, concentrati sul gradino;

3. evita distrazioni;

4. visualizzazione;

5. confronto.

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BONUS

10 RAGIONI PER STUDIARE ORA1. c'è una bella differenza tra essere promosso e bocciato!

2. mi merito di meglio.

3. questo è ciò che voglio.

4. per essere orgoglioso di me stesso e perché gli altri siano orgogliosi di me.

5. per avere uno stipendio più alto quando inizierò a lavorare.

6. per essere un leader negli affari.

7. per realizzare la mia idea e iniziare la mi attività.

8. per provare a chi mi critica che si sbaglia.

9. per essere migliore nella vita e in ciò che farò.

10.per essere libero di vivere e gioire della mia vita tutto l'anno.

FRASI MOTIVAZIONALI ALLO STUDIO1. Per lo studente che è estremamente produttivo nelle cose superflue: "Non fare mai

domani ciò che puoi fare oggi. La procrastinazione è ladra dl tempo."

2. Per lo studente che ha bisogno di guardare in faccia la realtà: "Se non credi in te stesso

nessuno lo farà per te".

3. Per lo studente che è un fenomeno nel cercare scuse: "Se è importante per te, troverai

un modo. Se non lo è, troverai una scusa."

4. Per lo studente che non riesce a smettere di procrastinare: "Soltanto chi osa spingersi un

po' più in là scopre quanto può andare lontano."

5. Per lo studente che lotta con la fiducia in se stesso: "Che tu creda in te stesso quando

cento persone non ci credono è molto più importante del fatto che cento persone

credono in te quando tu non ci credibilità."

6. Per lo studente che ha grandi ambizioni: "L'esperto in tutto una volta era un principiante"

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7. Per lo studente che vede solo montagne insormontabili: "Sembra sempre impossibile

finché non viene fatto!"

8. Per lo studente che non riesce a vedere la fine della strada: "Non ti sto dicendo che sarà

facile, ma che varrà la pena."

9. Per lo studente che ha bisogno di pensare al futuro: "Il presente è vostro; il futuro, per il

quale sto realmente lavorando, è mio" (Nikola Tesla)

DECALOGO DELLO STUDENTE STRATEGICOLo studente strategico (Borkowski 1988):

1. Conosce molte strategie utili all’apprendimento;

2. Capisce quando, dove e perché queste strategie sono importanti;

3. Sceglie saggiamente le strategie e le applica operando un monitoraggio;

4. E’ intrinsecamente motivato;

5. Aderisce ad una visione incrementale della crescita della mente, ossia ritiene che con

l’impegno le conoscenze si possano sviluppare ogni giorno di più;

6. Non ha paura dell’insuccesso: comprende che è indispensabile per conseguire il

successo;

7. Non è ansioso di fronte alla prova, ma piuttosto considera le prove come occasione per

imparare;

8. Crede nello sforzo attentamente organizzato;

9. Utilizza se stesso anziché gli altri come pietra di paragone per giudicare il successo;

10.E’ sostenuto da genitori, scuola e società;

NON HAI VOGLIA DI STUDIARE? TROVALA COSÌCosa posso fare se la materia proprio non mi piace?

• Elimina le possibili distrazioni;

• stabilisci le priorità;

• poniti obiettivi minimi chiari, concreti, facilmente raggiungibili.

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Datti un tempo limite: inizia a studiare la materia meno attraente finché senti che la tua

attenzione è pronta a volgersi altrove, fai uno sforzo e resisti per altri 5 minuti ma non di più. A

questo punto prenditi una pausa (assolutamente meritata!). Quindi riprendi a studiare una

materia più accattivante. Il giorno successivo, stringi i denti e fissati come obiettivo quello di

studiare non più 5 ma 7 minuti dopo che avrai sentito diffondersi noia e desiderio di dedicarti ad

altro.

Consigli per ritrovare la motivazione allo studio1. Immagina, come sarai tra 10 anni: chi vuoi essere? Chi vuoi diventare? Cosa vuoi fare

nella vita "da grande"? Cosa ci sarà intorno a te? Cosa devi fare ora per arrivare là?

2. Rivivi l'emozione di una esperienza positiva a scuola: vai nel passato ad una

esperienza vincente e positiva, cosa ha fatto la vera differenza?

3. Emula un modello vincente: pensa ad un modello vincente per te, come e quanto si

sarà preparato per essere così brillante? Come si sarà organizzato? Con quale metodo

di studio?

4. Nota il tuo linguaggio e i tuoi pensieri: cosa ti dici? Ciò che dici a te stesso ti aiuta? E'

utile? Lo diresti ad un tuo caro amico per dargli carica e sostenere una interrogazione o

un esame?

5. Se punti l'indice contro qualcuno ricordati che hai 3 dita contro di te: smetti di

pensare che è colpa degli altri, che sei sfortunato/a, che è colpa di...., a causa di..... Stop

alle scuse e alle lamentele! E' solamente il tuo impegno che influenzerà i risultati futuri.

6. Non esistono fallimenti, ma solo feedback: se sei bloccato/a per qualche esame

andato male, sappi che quello non è stato un fallimento, ma solamente una verifica che

come ti sei preparato/a non andava bene. Anzi è una opportunità per rivedere il tuo

metodo e prepararti al meglio la prossima volta.

ANSIA DA INTERROGAZIONE? SI PUÒ SUPERAREChe cosa è l’ ansia? E' una condizione fisiologica, funzionale per la protezione dai rischi,

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lo stato di allerta e per migliorare la prestazione. L'ansia "buona" è un utile strumento per fare meglio!Se moderata, ci AIUTA! C'è un legame “ansia-prestazione”.

Se eccessiva, ci paralizza! Alterazione dei normali parametri fisiologici:

• frequenza cardiaca e respiratoria accelerata;

• mal di stomaco o di pancia;

• tensione muscolare;

• tremore alle mani;

• rossore e calore in viso;

• sudorazione;

• bocca secca o eccessiva salivazione.

Alterazione del pensiero:

• black-out mentale;

• confusione: recupero informazioni non richieste;

• esposizione disorganica.

Disturbi più frequenti accusati dagli studenti all’approssimarsi della data di un esame:

• insonnia 33,8%;

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• spossatezza 26,7 %;

• mal di testa 18,3 %;

• perdita di appetito 12 %;

• difficoltà digestive 11,9 %.

Sintomi cognitivi dell’ansia: PREOCCUPAZIONE >>> PENSIERI DISTRAENTI

1. TENSIONE FISICA: “tutti vedono che sono arrossito” “il professore di accorgerà che mi

tremano le mani”;

2. PRESTAZIONE: “di sicuro mi chiede l’argomento che non ho capito” “dovevo stare a

casa .... sono pieno di dubbi” “perdo sempre tempo, non risponderò a tutte le domande”;

3. AUTO-SVALORIZZANTI: “ non passerò mai questo esame, è troppo difficile per me!”

“farò una figuraccia”.

Fattori predisponenti:

• difficoltà e importanza attribuita all’esame;

• modalità esame: scritto vs. orale;

• presenza di un pubblico;

• la salute;

• preparazione e qualità del ripasso;

• il docente.

Come gestire l'ansia da esame?

1. focalizzati sul presente!

2. migliora la tua autostima;

3. accresci il tuo senso di auto-efficacia;

4. migliora la qualità del tuo studio: concentrazione, l’arte di prendere appunti,

l’organizzazione, la potenzialità della tua memoria;

5. utilizza tecniche di rilassamento (es. respirazione, rilassamento muscolare,

meditazione...);

Il potere di “adesso”:

• Disagio, ansia, tensione, preoccupazione (tutte forme di paura) sono causati da un

eccesso di futuro e da un’insufficienza di presente;

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• Senso di colpa, rimorso, risentimento, tristezza, amarezza e ogni forma di mancato

perdono sono causati da un eccesso di passato e da un’insufficienza di presente;

Il vero cambiamento è nel presente: che problema ho “adesso”?

MNEMO-TECNICHE (AVANZATO)La mnemotecnica è l'insieme di regole e metodi adoperati per memorizzare rapidamentee più facilmente informazioni difficili da ricordare. Le mnemotecniche sfruttano la naturale

capacità dell'essere umano di ricordare le informazioni se sono trasformate in immagini o storie,

o associate ad eventi paradossali o ad emozioni consentendo quindi di aumentare la capacità

naturale della memoria umana.

Sono state usate fin dall'antichità dai grandi oratori perché consentono, senza l'ausilio della

lettura, di svolgere un discorso articolato precedentemente preparato. Nei metodi di

apprendimento moderni l'utilizzo delle tecniche mnemoniche è tenuto poco in considerazione.

Tuttavia è possibile venire a conoscenza di alcuni sistemi che consentono di applicare le

mnemotecniche allo studio.

La tecnica dei loci (o Palazzo della memoria)Dal latino "loci", luoghi. Si posizionano le nozioni da ricordare collegandole mentalmente(in modo bizzarro) ad oggetti di un luogo familiare. Per applicare correttamente questa

tecnica è opportuno richiamare alla mente dei luoghi che conosciamo molto bene, come

potrebbe essere la nostra abitazione, una via che percorriamo tutti i giorni o un qualsiasi altro

posto che, non solo ci sia familiare ma di cui ricordiamo anche i minimi particolari.

I luoghi che scegliamo per impiegare questo tipo di tecnica devono avere, possibilmente, molti

vani, così da poter collocare in ciascuno una parte del discorso o dell'informazione che

vogliamo ricordare. L'immaginazione in questa tecnica è importante poiché dovremo richiamare

alla mente la via che abbiamo scelto o la casa di cui vogliamo servirci.

Stabilito il luogo, occorre ora individuare nel testo che vogliamo ricordare le parole chiave. Fatta

questa operazione, immaginiamo di posizionarci nella prima tappa del nostro tragitto, la prima

parola chiave che abbiamo individuato; se invece avessimo scelto di utilizzare le stanze di una

casa per memorizzare il discorso, dovremo suddividere ciascuna stanza in 4 porzioni,

corrispondenti a ciascun angolo, in cui andremo a collocare, virtualmente, la parola chiave.

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Per rendere più vivido il ricordo, è buona norma far interagire la parola chiave con gli oggetti

che sono collocati nella stanza: così, se devo ricordare la parola "procedura inter-istituzionale",

e la colloco virtualmente nel primo angolo della mia camera in cui si trova la scrivania con il mio

pc, posso immaginare di trovare questa parola scritta in carattere Tahoma, grassetto, con

colore viola, sullo schermo del mio computer.

Ripetiamo quindi tutte queste operazioni, con tutte le parole chiave che abbiamo individuato nel

discorso, spostandoci, da una stanza all'altra nella casa o da un punto ad un altro della via che

abbiamo deciso di percorrere, quando il discorso passa alla trattazione di un argomento

differente.

Conversione fonetica di LeibnizFunziona convertendo i numeri in consonanti e, aggiungendo opportunamente delle vocali,

trasformarle in parole che si possono ricordare con più facilità di una serie di numeri, in modo

particolare usando altre regole mnemoniche. La conversione fonetica è una tecnica inventata

dal matematico tedesco Stanislaus Mink von Wennsshein e divulgata da Leibniz. Ora passiamo

subito alla parte pratica.In seguito è stata realizzata una tabella con cui possiamo convertire

ogni cifra in una consonante:

Num. Suono Lettere Esempio1 dentale T, D tè, dio, due, atto2 nasale N, GN neo, anno3 mugolante M amo, mio, emme4 vibrante R ara, re, oro, erre5 liquido L, GL ali, lui, aglio, li6 palatale C, G (dolci) ciao, oggi, ci, gi, agio7 gutturale C, G (dure), K occhio, eco, chi, qui, ago, gay, acca8 labiodentale F, V ufo, uva, via, uffa, avvio9 labiale P, B boa, ape, oppio, oboe

0 sibilante S, SC, Z sei, esse, zio, ozio, ascia, scia

Per convertire una parola in un corrispondente numerico (e viceversa) vanno rispettate alcune

regole:

• Le vocali non corrispondono a nessuna cifra, quindi non vanno considerate;

• le consonanti doppie vanno considerate come un unico suono;

• bisogna sempre valutare il suono che la lettera produce.

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Keyword MethodE' lo strumento più potente che c'è per memorizzare nuovi vocaboli in lingua straniera.

Si tratta semplicemente, come per altre tecniche di memoria, di legare qualcosa di sconosciuto

a qualcosa di conosciuto, in maniera tale da promuoverne e rafforzarne il ricordo.

Mettiamo di dover imparare come si dice una parola in tedesco.

È importantissimo ascoltare la pronuncia mentre la vedi scritta perché in questa maniera impari

la fonetica della lingua che stai studiando, e nel tempo sarai in grado di predire la pronuncia di

un parola anche senza doverla ascoltare.

Ora che conosci la parola, se memorizzi col metodo tradizionale, non ti resta che ripeterla fino a

quando non si trasferisce definitivamente nella tua memoria a lungo termine.

Vediamo invece come memorizzare con il Keyword method:

• Ascolta attentamente la pronuncia della parola

• Visualizza l’immagine del significato della parola. Non in maniera generica, una

immagine che conosci bene e che sia quindi scolpito nella tua memoria a lungo termine.

• Adesso scegli una immagine che ricordi la pronuncia della parola.

• Adesso concentrati sulla visualizzazione dell'immagine associata alla pronuncia

all'interno dell'immagine del significato della parola.

Il metodo funziona. Il fatto è che leghi la immagine che rappresenta il significato della parola a

una immagine che ne ricorda la pronuncia, creando un ricordo molto più forte e stabile che con

la semplice ripetizione.

Imagines agentesLe imagines agentes si possono definire come una “scenetta” composta da una sequenza di

immagini non troppo lunga (in cui un attore compie un gesto, un atto su un oggetto o su un altro

attore che ha però funzione di oggetto) che la nostra mente allestisce nei luoghi del teatro della

memoria. La prima applicazione di tale pratica è abbastanza ovvia: è sufficiente sintetizzare un

insieme coerente di concetti, una tesi, una teoria ecc. in un piccolo numero di parole chiave,

associare ad esse delle immagini e farle interagire in una o più imagines agentes. Esse sono

già di per sé delle mnemotecniche; crearsi delle "imagines agentes" di ciò che vogliamo

ricordarci, meglio se poste in un luogo del nostro teatro ma non obbligatoriamente, garantisce

una buona presa mnestica dei pensieri.

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

Parole di velcroLa tecnica delle parole di velcro, detta anche delle parole a piolo può essere utilizzata per

memorizzare degli elenchi che devono essere ricordati in un ordine ben definito.

Questo metodo prevede l’associazione di concetti che conosciamo bene e che non possiamo

dimenticare (i numeri da 1 a 20, ad esempio) con concetti nuovi da ricordare in quello specifico

ordine.

Ad esempio, se volessimo memorizzare i Pianeti in ordine di vicinanza al Sole:

1 – Mercurio

2 – Venere

3- Terra

4 – Marte

5 – Giove

6 – Saturno

7 – Urano

8 – Nettuno

Come avrai capito, il velcro rappresenta una sorta di aggancio, a cui aggrappare delle

informazioni da memorizzare. Il velcro o piolo è dunque un promemoria che può aiutarti a

ricordare il nuovo concetto da assimilare.

Memorizzare i nomi delle personeUna persona si è appena presentata e tu hai già dimenticato il nome? È un classico, capita a

quasi tutti: i nomi sembrano sfuggire immediatamente non appena pronunciati. In questo caso

in realtà non si tratta di un problema di memoria, ma di attenzione. Non siamo stati attenti, ecco

la verità.

Una buona tecnica per memorizzare i nomi è abbinare il nome della persona a qualcosa, ad

esempio Marco-arco, Mattia-matita, qualsiasi parola che ci possa far immaginare un certo

nome. Attenzione a non confondere nomi simili, per questo è importante creare un'associazione

mentale utilizzando immagini che siano chiare per noi.

Inoltre, scegliere un'immagine e collegare un dettaglio ci permette di memorizzare meglio la

persona, ad esempio un naso pronunciato può farci immaginare un arco, un neo la freccia che

ha colpito e ha lasciato il segno. Il punto è creare un'associazione che sia forte e intuitiva.

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

Usare immagini paradossaliL'acronimo P.A.V. sta per Paradosso Azione Vivido. Cosa significa? Imparare a usare immagini

paradossali in grado di sfruttare i cinque sensi per creare un'azione in movimento.

Un esempio: ammortamento; possiamo visualizzare la parola 'morte' su un 'mento'.

Chiaramente l'associazione è assolutamente personale, questo renderà più facile il fatto di

mantenerla in memoria e poterla utilizzare in futuro.

The rhyme system (Il sistema delle rime)Questo metodo è utile per memorizzare un numero di telefono, una formula, un pin, un

sequenza, un numero civico: come metterselo in testa?

Ci sono diverse tecniche per farlo: the rhyme system è tra le più facili e utilizzate.

Si associa a ogni numero un'immagine che faccia rima (o assonanza):

Quindi:

• 1 è l'orso bruno,

• il 2 è il bue,

• il 3 è il re,

• il 4 è il gatto,

• il 5 le lingue,

• il 6 lei,

• il 7 le fette,

• l'8 il botto,

• il 9 Giove,

• e lo 0 il pero.

Per ricordarsi il pin 4960 basterà immaginare un gatto con arriva su Giove e incontra una lei che

mangia un pera caduta da un pero.

The shape systemC'è anche un'altra tecnica: si collega al numero una forma associabile allo stesso.

• 1, una candela,

• 2, un cigno (il collo è il segmento che sale),

• 3, una molla,

• 4, una sedia (con un omino seduto sulla destra),

• 5, un gancio,

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• 6, una ciliegia,

• 7, una falce,

• 8, un pupazzo di neve,

• 9, un palloncino,

• 10, una botte.

Quindi per ricordare 4960 basterà immaginare una sedia con sopra un palloncino e una ciliegia

che cadono insieme dentro a una botte.

MAPPE MENTALI, CONCETTUALILe mappe concettuali e mentali sono strumenti per l’apprendimento e il loro scopo è quello di

conferire una struttura logico-concettuale a un insieme di informazioni destrutturate. Per la loro

caratteristica di rendere visibile il pensiero, esse assumono valenza come strumenti di

organizzazione della conoscenza nell’ottica di un apprendimento significativo.

Le mappe, quindi, sono strumenti che sostengono l’apprendimento e possono essere

utilizzate agevolmente da tutti.

Le mappe concettuali 1. Cosa sono?

Sono rappresentazioni grafiche di un insieme di concetti (= regolarità) in relazione tra di loro. Si

tratta di strutture concettuali nelle quali le informazioni su un certo argomento vengono

rappresentate mediante no semantici (concetti) e legami commentati (etichette di testo).

2. Come si fanno?

1. Si mette, racchiuso in un box, il concetto principale al centro o al vertice dello 'schema'.

2. Si sistemano gli altri concetti connessi al principale e tra loro con generalità decrescente

(un concetto generale infatti è formato da altri concetti più specifici connessi tra loro).

3. Si stabiliscono le relazioni tra i concetti attraverso linee-legame o anche frecce.

4. Sulle linee e le frecce si esplicitano le diverse relazioni tra i concetti (etichette di testo).

3. Cosa rappresentare?

Una disciplina, un processo, un oggetto, un servizio. Si può anche passare da una mappa

mentale a una mappa concettuale con la quale è possibile rappresentare concetti e sistemi

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anche molto complessi ed esplicitare il significato delle relazioni esistenti tra i vari concetti.

4. A che servono?

• ad esplorare la struttura concettuale degli studenti;

• a favorire la scoperta di nuovi concetti;

• a individuare il significato delle relazioni tra i concetti;

• a percorrere la strada dell'apprendimento significativo attivando connessioni, legami con

altri concetti, collocando i altri contesti, facendo inferenze...

5. Quando usarle?

• per individuare le preconoscenze degli studenti;

• per pianificare la stesura di una relazione o una lezione;

• per creare un ipertesto;

• per effettuare un'analisi disciplinare;

• per valutare l'apprendimento.

6. Chi ne è stato l’ideatore?

Negli anni '60 J. D. Novak che collaborava con David P. Ausubel. Questi aveva elaborato la

teoria dell’apprendimento significativo, dell'apprendimento, cioè, in cui le nuove informazioni,

vengono messe in relazione con le conoscenze preesistenti.

Le mappe mentali 1. Cosa sono?

Sistemi di rappresentazione di ciò che si conosce di un determinato argomento.

2. Come si costruiscono?

• il concetto principale si colloca al centro dello schema;

• a questo si associano i concetti secondari;

• a questi, ancora, altri concetti più dettagliati;

• le informazioni e gli approfondimenti vengono legati secondo una geometria radiante via

via verso l’esterno.

3. Cosa possiamo rappresentare?

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un argomento, un libro, un progetto, una relazione, una lezione...

4. A che servono?

• a memorizzare i concetti più importanti;

• a sviluppare la creatività, in quanto stimolano la generazione di idee ed associazioni che

inizialmente non vengono considerate;

• a stabilire e comunicare una visione d'insieme;

• a comunicare il pensiero in modo semplice e intuitivo.

5. Quando usarle?

• durante il brainstorming;

• nel problem solving;

• quando occorre strutturare attività;

• per raccogliere e classificare informazioni;

• nei gruppi di lavoro; * nella valutazione delle competenze;

• per prendere appunti...

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6. Chi ne è stato l’ideatore?

lo psicologo inglese Tony Buzan intorno al 1960 che le descrive così: "... una mappa mentale

consiste di una parola o idea principale; intorno a questa parola centrale si associano 5 - 10

idee principali relazionate con questo termine. Di nuovo si prende ognuna di queste parole e ad

essa si associano 5 - 10 parole principali relazionate con ognuno di questi termini. Ad ognuna di

queste idee discendenti se ne possono associare tante altre".

STUDIARE ITALIANOA) L'ascolto

In classe ti troverai più volte a dover ascoltare le lezioni, i suggerimenti, le indicazioni

dell'insegnante e l'esposizione orale dei tuoi compagni. Quali strategie è opportuno che tu adotti

per rendere più produttivo l'ascolto? L'insegnante esigerà da te la comprensione del messaggio

e delle informazioni in esso contenute, quindi presta attenzione a ciò che ti verrà detto. Ti verrà

indicato quando è utile prendere appunti e quali strategie sono vantaggiose per una buona

stesura di appunti. Ti sarà enunciato non solo l'argomento oggetto di trattazione, ma anche

l'articolazione generale della lezione mediante una scaletta da cui potrai capire l'argomento

centrale. Concentrati, non perdere il filo del discorso, chiarisci a te stesso lo scopo dell'ascolto

e, in base a questo, stabilisci le modalità di stesura degli appunti. Non temere di chiedere

spiegazioni quando un passaggio o un termine non ti è chiaro.

B) La lettura Ti consigliamo di affrontare qualsiasi lettura, tenendo sempre la penna in mano, in modo da

sottolineare o appuntarti a margine del testo alcune parole-chiave o riferimenti. Nella tua

attività scolastica affronterai per motivi di studio: libri di testo o di consultazione, romanzi, testi

poetici, testi scientifici ecc.

Vediamo quali possono essere gli scopi della lettura e le relative tecniche:

1. Lettura veloce: procedi con occhiate rapide in vari punti del libro; puoi procedere avanti

e indietro. Scopo della lettura: scoprire di che cosa parla un testo che ti può esser utile o

ti interessa.

2. Lettura di ricerca: scorri l'indice per vedere in quali capitoli o paragrafi possono essere

contenute le informazioni che cerchi. Scopo della lettura: cercare e rintracciare dati,

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approfondire nozioni apprese, sistemare contenuti.

3. Lettura informativa: consulta l'indice, quindi leggi il libro in modo ordinato. Scopo della

lettura: avere un'idea sommaria del contenuto.

4. Lettura approfondita di studio: scorri l'indice, fa assaggi di lettura, leggi cercando di

puntualizzare le singole informazioni. Ti consigliamo di sottolineare, di annotare, di

collegare con frecce e di ricercare sempre il significato dei termini che non sono chiari.

Scopo della lettura: comprendere le tesi di un autore.

5. Lettura di stimolo: si leggono alcune parti che sembrano utili allo scopo, a ritmo

variabile con maggiore o minore concentrazione. Scopo della lettura: cercare spunti o

idee.

" Legere enim et non intellegere neglegere est "

(Leggere e non capire è come non leggere)

(Catone)

Con i libri di testo dovrai necessariamente servirti della lettura che abbiamo definito

approfondita di studio. Come puoi utilizzare in modo efficace i vari libri di testo?

E' essenziale :

• aver ascoltato il contenuto delle spiegazioni dell'insegnante:

• avere steso gli appunti necessari per la rielaborazione dei concetti;

• aver compreso i riferimenti al testo indicati dall'insegnante.

Leggere e studiare il libro di testo. Come dovrai procedere a casa per assimilare un argomento

del libro di testo? Ti suggeriamo alcune operazioni:

1. Attua una lettura informativa, per individuare le idee generali del brano o del capitolo e

la loro partizione nel testo.

2. Sottolinea i concetti fondamentali e le parole-chiave: puoi utilizzare colori diversi per

indicare concetti già noti, ma diversamente espressi e concetti completamente nuovi

magari in antitesi con quanto hai già studiato. Ti ricordiamo che non è logico sottolineare

tutto (non ti servirebbe a nulla) e che è opportuno eseguire questa operazione solo dopo

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aver compreso globalmente il testo.

3. Crea delle note a margine (ove non ce ne siano)

4. Rielabora le note a margine mediante la tecnica della parafrasi e del riassunto.

5. Confronta ed integra le notizie con quelle fornite dall'insegnante.

6. Sintetizza i contenuti analizzati attraverso schemi, scalette, mappe cognitive,

impadronendoti dei concetti e cercando di esporre i contenuti in modo chiaro, logico e

sequenziale.

C) Il parlato Questa abilità investe infinite occasioni che riguardano tutti gli aspetti e i momenti della vita. Il

parlato è associato a situazioni comunicative caratterizzate dalla con-presenza di interlocutori.

Vi sono infatti situazioni comunicative che riguardano la sfera familiare e privata come la

discussione in famiglia o tra amici e tutte le occasioni di contatto umano della vita quotidiana.

Sono invece situazioni formali quelle che interessano la sfera delle relazioni pubbliche e

ufficiali, come la conferenza dell'esperto, il comizio del politico ecc.

Queste situazioni richiedono un parlato più vicino alla lingua scritta, caratterizzato da

progettazione, ricerca lessicale e correttezza sintattica.

Anche a scuola ti troverai ad affrontare situazioni che abbiamo definito formali: la relazione,

l'interrogazione, la discussione guidata dall'insegnante, l'assemblea, il consiglio di classe, il

colloquio col preside.

" Tutto quello che si può dire, si può dire chiaramente "

(Ludwing Wittegenstein)

Come puoi migliorare il parlato?

Questa è una abilità che bisogna acquisire e che richiede:

• conoscenza delle caratteristiche del parlato;

• capacità di adattare la lingua orale alla situazione in cui si è chiamati ad intervenire;

• progettazione dell'intervento: questa fase va curata nelle situazioni in cui si ha più tempo

a disposizione, come la preparazione di un'interrogazione, di una relazione, di un

intervento ad un consiglio di classe.

Ti presentiamo quattro esempi tra le numerose situazioni di parlato che dovrai affrontare:

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• La conversazione;

• La discussione;

• La relazione;

• L'esposizione di una testimonianza letteraria durante un'interrogazione.

C1. La conversazioneEssa presenta le seguenti caratteristiche:

• una situazione generalmente informale;

• un'assenza di un tema stabilito in precedenza;

• l'improvvisazione;

• un clima disteso e poco impegnativo.

Ora vediamo quali accorgimenti è opportuno che tu segua per migliorare il livello della

conversazione:

• non dire cose ambigue ed oscure;

• cerca di essere breve;

• resta in argomento.

C2. La discussioneSi avvicina alla tipologia testuale del testo argomentativo, in quanto chi parla ha una sua idea

da comunicare, sulla quale desidera attirare il consenso degli interlocutori. La discussione

presenta le seguenti caratteristiche:

• argomento specifico spesso preventivamente preparato e conosciuto;

• confronto di idee e tentativo di convincere gli interlocutori della validità della propria tesi;

• progettazione curata con interventi articolati;

• lessico e sintassi corretti, vicini al modello dello scritto.

Ti forniamo alcuni suggerimenti nel caso tu debba affrontare una discussione: Prima della

discussione:

preparati sull'argomento;

• cerca di avere un tuo punto di vista, una tesi da sostenere opportunamente sorretta da

motivazioni;

• prevedi le tesi contrarie;

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• stendi una breve scaletta scritta.

Durante la discussione:

• ascolta attentamente;

• cerca di essere disponibile a valutare i punti di vista diversi;

• riprogetta i tuoi interventi in modo da non ripetere ciò che è stato detto da altri;

• parla con chiarezza;

• non dire cose non motivate cioè non sostenute da prove;

• evita interventi ripetitivi;

• non alzare la voce per imporre il tuo punto di vista né deridere gli interventi di altri;

• attendi il tuo turno prima di intervenire.

Dopo la discussione può essere opportuno, e talvolta richiesto, redigere un verbale della

discussione.

C3. La relazioneE' l'esposizione di un fatto o di un argomento che il relatore conosce bene. La relazione può

riguardare la narrazione (cronaca di un' esperienza), può offrire l'esposizione di dati oppure la

spiegazione di un procedimento, la dimostrazione di una tesi.

Le caratteristiche della relazione sono:

• una situazione formale;

• una forma monologica;

• un argomento specifico ben noto e preparato;

• un massimo livello di progettazione;

• un lessico specifico ed appropriato;

• correttezza morfo-sintattica.

Ti diamo alcuni suggerimenti per preparare una relazione:

Prima della relazione:

• approfondisci l'argomento se si tratta di una esperienza scolastica ( es. se si tratta di una

visita ad un museo, bisognerà ripensare con attenzione al fatto).

• se la relazione è di un gruppo, precisa con assoluta chiarezza il piano di lavoro e i

compiti di ogni persona: la parte che ognuno deve approfondire, la parte su cui deve

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relazionare;

• stendi una scaletta con le informazioni da enunciare e il loro ordine di esposizione: la

scaletta è uno strumento essenziale per esporre con ordine e chiarezza i contenuti di un

intervento orale e anche scritto.

Durante la relazione è possibile:

• aprire un dibattito per domande, chiarimenti, critiche;

• accettare di prendere nota delle domande per rispondere a tutte con pertinenza.

C4. L'interrogazione

Nelle interrogazioni di italiano dovrai sapere esporre in modo chiaro ed ordinato ciò che haicompreso di una testimonianza letteraria in prosa o in poesia che ti è stata spiegata in classe.

Apprenderai che è necessario procedere secondo un metodo di analisi che prevede uno

smontaggio del testo e un attento studio del contesto, essenziali per comprendere a fondo il

brano in prosa o il testo poetico; sarà cura del tuo insegnante guidarti nell'acquisizione di un

metodo che diventerà per te una guida per un'esposizione orale ordinata e precisa.

Ecco un esempio:

Trama: riconosci le caratteristiche del testo, ad es. la fabula nel suo intreccio, la fabula

analizzata criticamente nella sua struttura oppure la scarna presentazione della storia in

sequenze.

Commento: fornisci un'analisi connotativa della testimonianza letteraria per una sempre più

rigorosa ed ampia contestualizzazione. Analizza le sequenze (descrittive, riflessive, narrative),

riconosci le peculiarità del contenuto.

Contesto: esponi caratteristiche e problemi dell'epoca storica in cui si inserisce la storia

dell'autore. Fornisci un quadro della sua formazione culturale e chiarisci la sua poetica.

C5. La comunicazione non verbaleAnche se può sembrare impossibile il 93% della comunicazione è di tipo non-verbale; è

costituita cioè dai movimenti del corpo e dalla tonalità della voce.

La comunicazione non-verbale può fungere da supporto o sostituire quella verbale, ma

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se non è congruente con quella verbale prevale comunque sui contenuti trasmessi

verbalmente.

È consigliabile guardare negli occhi l’interlocutore, senza cercare altrove con lo sguardo e

senza abbassare gli occhi continuamente, evitare di torcersi le mani o di muoversi troppo con il

corpo. Non bisogna sedersi sulla punta della sedia e meno che mai rosicchiare le unghia!

Sebbene non tutti attribuiscano lo stesso peso al modo di vestire, o almeno sostengano di non

farlo, l’abbigliamento e più in generale il “look” sono una forma di comunicazione, condivisa da

tutti gli uomini. Anche in questo caso può risultare controproducente abbigliarsi in modovistoso e non consono alle circostanze.

D) La scrittura Per migliorare le abilità di scrittura è necessario superare l'idea che scrivere sia un'abilità

naturale e spontanea. Questa convinzione ti spingerebbe a scoraggiarti di fronte alle prime

difficoltà; pensa invece che scrivere è un'operazione che si deve apprendere e che interessa

azioni cognitive e linguistiche.

Ecco un buon percorso per produrre un testo scritto.

Fase di progettazione: Analizza il titolo, raccogli le idee e le informazioni ed organizzale in uno

schema o scaletta.

Fase di stesura: Stendi frasi complete organizzate in paragrafi, conformi alla progettazione.

Elabora un'introduzione ed una conclusione.

Fase di revisione: Controlla la corrispondenza tra lo scritto e ciò che hai fissato nella

progettazione. Controlla la correttezza ortografica, morfo-sintattica e lessicale. Nella pratica

scolastica imparerai a distinguere e produrre varie forme di scrittura, tra queste il tema, che può

essere descrittivo, narrativo o argomentativo. Ti forniamo alcune indicazioni sul tema

argomentativo che imparerai a svolgere nel biennio e che di- venterà esercizio abituale nel

triennio.

Tema argomentativo: Può essere il commento di un testo letterario, l'interpretazione di un'opera

di movimento, di un fenomeno politico, di una affermazione. Questo tipo di tema deve essere

adeguatamente preparato; seguirai pertanto le indicazioni di ricerca che ti saranno fornite dal

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tuo insegnante nei giorni precedenti lo svolgimento del tema. Nella fase di progettazione, dovrai

individuare lo scopo che la scrittura si propone, il destinatario. Ti verrà indicato come si analizza

un titolo, come è opportuno strutturare un tema, distinguendolo in paragrafi e quindi

distribuendo gli spazi. L'insegnante, nei giorni che precedono lo svolgimento del tema, potrà

fornirti a scopo di esercitazione uno schema cui potrai rifarti per il lavoro; servendoti dello

schema campione organizzerai un tuo schema autonomo che verrà corretto dall'insegnante.

Questa fase preparatoria ti aiuterà a stendere il tema argomentativo in cui avrai cura di motivare

ogni tua affermazione servendoti di dati, di riferimenti ai testi o ai brani critici letti.

STUDIARE MATEMATICAA) Studiare matematica, perché?In questo contesto qualunque risposta sarebbe necessariamente riduttiva!

Notiamo però che:

• senza modelli matematici non sarebbero progredite la tecnologia, la biologia, la

medicina, la geologia, l’economia,...;• lo studio della matematica concorre alla formazione dello studente in quanto favorisce

l’abitudine all’analisi ed alla sintesi, sviluppa la capacità di ragionamento coerenteed argomentato, favorisce ed educa l’intuizione e la fantasia stimolando lo spirito

critico.

Lo studio della matematica richiede impegno e partecipazione attiva; all’inizio è

prevalentemente costituito da attività forse un po’ ripetitive e noiose ma indispensabili per

allenare all’uso di concetti e metodi che, con il progredire dello studio, diventeranno strumenti

creativi per interpretare e dominare la complessità della realtà.

Il lavoro a scuola. Uno dei comportamenti che favorisce l'apprendimento delle materie

scientifiche è quello che vede l'alunno impegnato in uno studio costante. Se lo studio è

regolare, l'apprendimento è più diluito e ciò favorisce l'individuazione da parte dello studente dei

punti critici e aumenta la possibilità di sostegno da parte dell'insegnante.

L'ascolto. Durante l'ascolto tu devi cercare di realizzare una condizione di massima

concentrazione. Cerca di riconoscere i punti essenziali dello schema della lezione che

l'insegnante sta svolgendo. Poni attenzione ai passaggi e ai connettivi logici per cogliere la

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

struttura del ragionamento.

Gli appunti. Prendere appunti è sempre utile perché aiuta a concentrarsi e facilita l'ascolto. Gli

appunti saranno tanto più facili da prendere e più rigorosi quanto più ti impegnerai ad imparare

il significato dei termini e dei numerosi simboli convenzionali che l'insegnante usa

continuamente. Se l'argomento è svolto interamente nel libro di testo è interesse dello studente

fissare solo lo schema. Se, invece, il testo o non riporta o riporta solo parzialmente l'argomento

svolto, gli appunti dovranno essere più rigorosi anche se sempre schematici. In essi devono

essere riportate le definizioni dei concetti fondamentali e le proprietà fondamentali (con le

relative dimostrazioni se vengono svolte).

E’ invece sempre importante riportare con cura gli esercizi svolti in classe; essi infatti

rappresentano esercizi-tipo e sono utili in fase di studio.

E' importante seguire l'insegnante con attenzione e chiedere di ripetere una definizione o un

concetto che non si è riusciti a riportare negli appunti con esattezza. L’insegnante di matematica

scriverà spesso alla lavagna durante la spiegazione. Nel prendere appunti ricorda di annotare

non solo quello che viene scritto, ma anche quello che viene detto: sono generalmente i dettagli

che ti permetteranno di capire i passaggi più difficili o i nessi logici meno evidenti, oppure

ancora i consigli per evitare gli errori più frequenti.

Le esercitazioni. E' sempre molto utile seguire le esercitazioni svolte in classe perché possono

essere di aiuto per il successivo lavoro domestico di rielaborazione degli appunti, di ripasso e di

svolgimento delle esercitazioni assegnate. Gli esercizi in classe possono servire come:

• rinforzo alla acquisizione degli strumenti fondamentali;

• completamento delle spiegazioni degli argomenti nuovi;

• collegamento tra argomenti diversi.

Il lavoro a casa. Elenchiamo di seguito le sue componenti essenziali.

"Repetita iuvant": è necessario che lo studio sia regolare!

Per lo studio dell’argomento spiegato in classe dovrai (l’ordine indicato è tassativo!):

1. Ripercorrere la spiegazione dell’insegnante confrontando gli appunti con la teoria

esposta nel testo, evidenziando eventuali difformità per le quali dovrai chiedere

spiegazioni al docente.

2. Ripetere la risoluzione degli esercizi risolti in classe come esempi e gli eventuali esercizi

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

guidati del libro di testo.

3. Risolvere gli esercizi assegnati.

I tuoi obiettivi dovranno essere :

1. memorizzare le definizioni e chiarire i concetti;

2. mettere in evidenza punti critici e cercare di chiarirseli;

3. porre impegno a ricostruire il percorso logico;

4. memorizzare/applicare concetti e metodi;

5. prendere nota delle richieste di chiarimenti.

Il libro di testo. Il libro di testo di matematica è generalmente diviso in due parti:

• la parte dedicata alla acquisizione della teoria (dovrai usarla per l'individuazione precisa

delle definizioni e delle proprietà la cui memorizzazione deve essere accurata e

mantenuta nel tempo).

• la parte dedicata alle applicazioni (dovrai utilizzarla per verificare tutto il percorso già

seguito in classe e per favorire il lavoro di assimilazione di definizioni e proprietà).

L'esercitazione. Prima di avviare la risoluzione di un esercizio:

• verifica di conoscere la teoria cui è riferito;

• controlla l'esatta trascrizione del testo ;

• leggi con attenzione consegne, dati e premesse;

• crea uno schema di risoluzione individuando, ad ogni passaggio, la priorità delle

operazioni da eseguire;

• impegnati per arrivare all'esatto risultato con un controllo scrupoloso dell’esattezza sia

del percorso risolutivo che del calcolo.

S e i risultati sono errati ripercorri a ritroso il percorso risolutivo per vedere prima se ci sono

errori di calcolo letterale o numerico, di distrazione oppure di impostazione teorica (quest'ultimo

tipo di attività è fondamentale perché la scoperta di un'errata applicazione della teoria impone di

rivedere criticamente la stessa per comprenderla più chiaramente).

Se i risultati sono esatti, esplora la possibilità di percorrere vie alternative di risoluzione, magari

cambiando punto di vista concettuale.

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Un ultimo consiglio:

• verifica sempre con i compagni tutti gli esercizi, anche quelli esatti, puoi scoprire

soluzioni alternative!

• chiedi sempre ai compagni o all’insegnante la verifica degli esercizi non riusciti.

• nessuno sa risolvere tutti i problemi e tutti ne sanno risolvere qualcuno, pertanto bisogna

imparare ad insistere di fronte a quei problemi che sembrano di difficile risoluzione,

magari ritornandoci sopra qualche giorno dopo, per provare la soddisfazione di averli

risolti e rinforzare così la propria autostima.

• ricorda che... in matematica ci sono anche problemi che non si possono risolvere.

STUDIARE STORIAA) Cos'è la storia?Studiare storia significa imparare ad agire con senso storico, cioè con la consapevolezzadell'interdipendenza di presente e passato e con la presa di coscienza che il presente èfrutto di una scelta e non è un dato necessario. Ciò vuol dire saper problematizzare, formulare domande, riferirsi a tempi e a spazi diversi dai

propri, dilatare il campo delle prospettive, inserire in una dimensione cronologica le conoscenze

acquisite in altre aree disciplinari.

Studiare storia comporta saper ricostruire la complessità del fatto storico, ma anche divenire

consapevoli che la storia dell'Occidente è solo una parte della storia dell'umanità: metterla

in relazione alla storia delle altre civiltà è un modo sia per comprenderla meglio che per

imparare a rispettare le diversità culturali.

Infine, soprattutto per quanto riguarda la dimensione di educazione civica, studiare storia

significa acquisire la consapevolezza e la responsabilità di essere partecipi di una societàcivile e politica, che va conosciuta nella sua storia e nei suoi molteplici aspetti e alla quale

ognuno è chiamato a contribuire con il proprio apporto personale.

B) In classe Durante le spiegazioni è opportuno che lo studente:

• mantenga una costante concentrazione;

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• presti molta attenzione al lessico specifico ed ai costrutti sintattici impiegati

dall'insegnante;

• chieda spiegazioni immediatamente dopo un passaggio o un termine non compreso;

• chieda spiegazioni sull'argomento complessivo a conclusione della spiegazione,

laddove sorga anche un piccolo dubbio;

• prenda appunti (vedi i consigli specifici che seguono).

Durante le interrogazioni è opportuno che:

• partecipi con attenzione a questa importante forma di ripasso e di verifica anzitutto

della "propria" comprensione;

• trascriva i quesiti posti dall'insegnante per poterli utilizzare come esercitazione (vedi

più avanti i cenni sull’esposizione orale );

• elabori mentalmente la risposta alle domande per confrontarla con quella dei

compagni e con le eventuali precisazioni dell'insegnante.

C) La stesura degli appunti Nel prendere appunti é consigliabile annotare i passaggi essenziali del discorso (nomi, date,

fatti, processi, problemi...) e i nessi causali. Occorre strutturare gli appunti non in una forma

discorsiva, riportando ogni parola dell'insegnante, bensì in forma schematica, con l'uso di

abbreviazioni, simboli, codici che possono essere convenzionali.

Non perderti indietro, meglio uno spazio bianco che una incomprensione.Non chiedere ai compagni ciò che non capisci, interrompi l'insegnante. Lui apprezza disicuro perché capisce che sei attento e interessato.

E' importante che venga tenuto in ordine e aggiornato un Lessico dei termini tecnici, nel quale

riportare le definizioni dei termini più importanti, che verranno date dall'insegnante nel corso

delle lezioni, ma anche richieste dagli studenti nel corso dello studio (vedi la Rielaborazione

degli appunti).

C1. Rielaborare gli appunti E' importante che gli appunti siano rielaborati il giorno stesso o poco dopo, altrimenti tale

operazione sarà poco fruttuosa. I vari momenti della rielaborazione sono:

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• rileggere;

• segnare i punti non chiari, da confrontare con il testo o con altri sussidi (Atlanti,

cronologie...);

• evidenziare i punti chiave;

• integrarli con lo studio;

• eventualmente riscriverli sintetizzando anche lo studio del libro di testo.

Se l'insegnante ha usato termini poco chiari, consultare il dizionario e, in caso di dubbio,

chiedere chiarimenti all'insegnante stesso alla prima occasione utile. In entrambi i casi

aggiornare il Lessico dei termini tecnici della materia e memorizzarne l'uso, per poterli

impiegare nell'esposizione scritta o orale.

D) Lo studio a casa

Prima di applicarsi allo studio occorre avere un progetto che ordini la quantità e la qualità

dello studio da svolgere (organizzazione degli appunti, numero delle pagine, ma anche il loro

contenuto..).

La seconda fase consiste nella lettura del manuale, integrata dall'apporto di appunti presi in

classe e riscritti o, comunque, riorganizzati. E' utile realizzare una schematizzazione scritta di

quanto si sta studiando, da realizzare assieme alla lettura, per individuare ed ordinare, anche

visiva- mente, gli aspetti principali in cui si organizza l'argomento studiato.

Tale schematizzazione scritta non deve riprodurre gli appunti presi in classe ma:

• offrire una presentazione sintetica dell'argomento;

• garantire il nesso logico tra i vari aspetti studiati;

• permettere di leggere solo una o al massimo due volte il manuale, per poi ripassarne i

contenuti usando tale schematizzazione.

D1. L’uso del materiale didatticoGli attuali libri di testo di storia sono normalmente molto ricchi di dati, riferimenti, annotazioni,

visualizzazioni. Ciò spesso rende necessario sapersi orientare con chiarezza nel manuale, e a

questo proposito sarà cura dell'insegnante sottolinearne i passaggi più importanti.

Il libro di testo è inoltre uno strumento essenziale nell'apprendimento del lessico storico:

infatti spesso i termini specifici sono raccolti in un glossario ed è bene che tale risorsa venga

integrata con un Lessico dei termini tecnici da aggiornare in classe e a casa da parte dello

studente.

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I testi sono altresì corredati da utili esercizi che lo studente, anche quando non viene

esplicitamente richiesto, può utilizzare per saggiare la sua comprensione.

Occorre infine imparare, con la guida dell'insegnante, ad utilizzare le fonti storiche, cioè i

diversi tipi di documenti su cui si basa il lavoro dello storico. Per questa competenza, che

richiede intelligenza, capacità critica e doti interpretative, l'esercizio sui documenti offerti dal

testo è fondamentale.

E’ importante, soprattutto per gli studenti più grandi, comprendere che la storia è scritta daglistorici, e quindi richiede un’ulteriore interpretazione storiografica che confronti le diverse

storiografie che hanno affrontato lo stesso tema e sappia rintracciare, in ognuna di esse, le

ragioni delle interpretazione che essa ha offerto.

" La storia è maestra di vita "

(Cicerone)

E) L'esposizione orale L'esposizione storica deve essere adeguatamente indirizzata dall'insegnante che, in

particolare, deve motivare adeguatamente la necessità di un metodo nello studio per ottenere

dei risultati nell'esposizione. A sua volta deve essere chiaro e consequenziale nell'esposizione,

che rappresenta per lo studente il primo e talvolta l'unico esempio di "discorso storico" di cui ha

esperienza. Egli per primo deve quindi distinguere le fonti, l'analisi critica, il confronto tra diversi

aspetti, il tipo di processo che sta esponendo, il taglio diacronico o sincronico della lettura, gli

agganci interdisciplinari. Inoltre, nelle domande che fa, è opportuno che chiarisca allo studente

a quali obiettivi si rivolge (conoscenza, comprensione, applicazione, analisi, sintesi, valutazione

critica) per indirizzare il tipo di risposta richiesto e per evitare fraintendimenti.

Da parte dello studente:Per lo studente è importante sapere che:

• non si deve imparare a memoria senza capire;

• deve dare forma logica all'esposizione, che deve essere significativa, ordinata, completa,

rigorosa, capace di distinguere i diversi aspetti (politici, sociali, economici, culturali,

religiosi ...) di un evento o di un processo storico;

• per far questo occorre aver focalizzato i temi, gli eventi, i processi più importanti, grazie a

schemi e a scalette;

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• occorre acquisire un linguaggio sempre più preciso, specifico ed approfondito;

• è necessario saper usare gli strumenti a disposizione: libro di testo, appunti, fonti varie,

dirette e indirette, testo di critica storica, articoli e libri.

E' importante che le domande fatte dall'insegnante siano annotate perché possano servire da

esercitazione e da ripasso.

STUDIARE SCIENZEÈ di enorme importanza ascoltare come il professore presenta l’argomento, come lo colloca

nella disciplina. Se vuoi imparare le Scienze guarda cosa fa il professore e presta attenzionea:

Quali parole usa? Le Scienze Naturali comprendono diverse discipline:

BIOLOGIA (con citologia, botanica, anatomia, genetica, ecologia...),

CHIMICA (con biochimica, chimica generale, chimica organica...),

SCIENZE DELLA TERRA (con astronomia, geologia, geografia generale, climatologia...).

Ciascuna di esse ha il suo lessico, utilizza la sua terminologia; ci sono parole che assumono un

significato particolare in ambito scientifico.

Ascolta come parla il professore, come usa i termini tecnici, quando li usa, perché quelle sono

“le parole” che lui si aspetta da te !!! E per ricordarle ed usarle al momento giusto presta

attenzione alla loro etimologia ( = provenienza e significato) e scrivile bene nei tuoi appunti.

Su quali concetti si sofferma? Se il professore continua a tornare sugli stessi concetti, li ripete, prova a spiegarveli in un altro

modo, vi dedica molto tempo, continua a chiederle nelle interrogazioni... Come puoi non capire

che sono particolarmente importanti???

Quali collegamenti fa?

Il professore non ti presenta un puro elenco di nomi e di concetti, ma segue un ordine (ci sono

un prima e un dopo), esplicita i rapporti logici (ci sono cause e conseguenze), descrive le

strutture (ci sono il sopra, il sotto, il davanti, il retro, il vicino, il dentro, il fuori, l’intorno...).

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Come procede nella spiegazione? Il professore, mentre spiega, fa riferimento a figure, grafici, tabelle, fotografie, schemi...; presta

attenzione a queste rappresentazioni che ti aiuteranno a capire e a ricordare; non dimenticare

di leggere anche le didascalie: spesso lì ci sono indicazioni preziose!!! Non interrompere la

spiegazione ponendo domande futili e strettamente personali, dettate dal desiderio di

dimostrare di conoscere già l’argomento; aspetta che la spiegazione sia finita: spesso la

risposta alle tue domande era contenuta nella parte che mancava e la tua interruzione ha solo

fatto perdere il filo ai tuoi compagni ed al professore.

Ricorda che i professori sanno che per gli studenti può essere difficile comprendere subito molti

concetti e perciò periodicamente si fermano e chiedono se è tutto chiaro, se va tutto bene, se ci

sono domande... QUELLO è il momento opportuno per chiedere di riprendere un concetto che

non avevi capito, di ripetere un collegamento che ti è sfuggito!

Per porre domande personali, che soddisfino tue curiosità sull’argomento scegli momenti in cui

non c’è una spiegazione in corso; per quanto personali, queste non sono domande futili.

Come corregge un compagno?

Come risponde alla domanda di un compagno? Sono ottime occasioni per rivedere la

correttezza di quanto hai capito tu e degli appunti che hai preso.

Come esegue un esercizio? Gli esercizi rappresentano la parte applicativa che il professore ti illustra; segui con attenzione

tutti i passaggi, prendi nota delle spiegazioni sui passaggi compiuti, riguarda a casa l’esercizio,

fanne altri presenti nel libro di testo: è il modo migliore per renderti conto se ne sei capace!

E in laboratorio? Non commettere l’errore di considerare l’attività di laboratorio come un semplice passatempo o

un’occasione di svago: è un momento importante per verificare alcuni apprendimenti teorici e

per renderti conto di come lavorano gli scienziati.

Prendi nota di ciò che vedi fare o che fai tu stesso, aiutati con qualche schizzo (non occorre

disegnare ogni particolare e curarne l’aspetto estetico!) e a casa riguarda questi appunti che ti

aiuteranno a capire e ricordare.

E a casa?

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Nelle discipline scientifiche è necessaria la continuità nella revisione di ciò che si fa

quotidianamente; è l’unico modo per ricordare tutti quei nomi, quelle procedure, quei dati che ti

sono stati presentati in classe. Per quanto tu sia stato attento, per quanto tu sia bravo nel

prendere appunti, non ti fidare di ciò che hai scritto; controllane la correttezza con il libro di

testo, riordina i tuoi appunti ed arricchiscili con informazioni che trovi nel libro adottato dal tuo

insegnante o anche in enciclopedie, in internet ... , ma controlla sempre la fonte: un articolo di

argomento scientifico in riviste non specializzate, scritto da giornalisti privi di una preparazione

adeguata può contenere errori anche grossolani! In internet circolano assurdità spacciate per

verità scientifiche di cui devi diffidare (e non per caso sono prive della firma di chi le ha scritte!)

Leggi più volte il libro di testo per impossessarti della terminologia, per ampliare il lessico

specifico; esercitati ad eseguire gli esercizi e a rispondere alle domande che i testi adottati dai

tuoi insegnanti riportano alla fine dei capitoli o dei paragrafi.

" Ricordati che lo scienziato misura e descrive, non racconta storielle! "

Perciò quando rispondi alle domande sii concreto e non dimenticare: dove, come, quando,

quanto, in seguito a, in conseguenza di, a causa di.... Ricorda che ogni cosa (particella,

struttura...) ha il suo nome e con quello devi chiamarla.

STUDIARE LATINOA) Gli appunti Durante la spiegazione in classe ti sarà utile prendere appunti. Infatti l'esercizio di prendere

appunti serve a:

1. fissare nella mente informazioni e concetti che invece tenderebbero a sfuggire, se tu

ti limitassi ad ascoltare.

2. garantire la concentrazione, perché ti sarebbe impossibile scrivere se non facessi

attenzione a quel che viene detto. Per poter prendere appunti sei costretto a stare

attento!

3. verificare subito se hai capito ciò che è stato detto perché, nel momento in cui scrivi,

ti rendi veramente conto se i concetti ti sono chiari oppure no.

4. trascrivere tutto quello che non è sul testo e che altrimenti dimenticheresti.

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Il problema è che non è facile prendere appunti dal vivo. In effetti questa difficoltà esiste, ma è

superabile: basta allenarsi, con pazienza e tenacia, a coordinare la mano con l'orecchio,

imparando a cogliere i punti essenziali e a trascriverli.

Ma come si fa a riconoscere i punti essenziali? Non è affatto impossibile.

Un professore che spiega non mantiene un tono di voce monotono, ma mette in risalto parole,

nomi, frasi particolari per indicare a chi ascolta che quelli e non altri sono i cardini della sua

esposizione. Quelle parole, quei nomi, quelle frasi sono le uniche parti del discorso che dovrai

appuntare. Inoltre scrivendo impari a servirti di un linguaggio sintetico, non solo utilizzando

parole-chiave, ma anche omettendo verbi inutili, scrivendo solo l'iniziale di nomi che si ripetono

spesso, ricorrendo ad abbreviazioni di parole molto comuni, a sottolineature di concetti e termini

importanti, a suddivisioni con lettere e numeri per dividere un argomento da un altro.

Naturalmente prendere appunti diventa d'obbligo quando è l'insegnante stesso a consigliarlo.

Alcuni consigli: 1. Ricordati di non delegare mai ad un altro il compito di prendere gli appunti per te,

perché gli appunti rispecchiano le caratteristiche del tuo modo di apprendere.

2. Non lasciar passare troppo tempo prima di riordinare gli appunti presi in classe,

perché rischieresti di non riuscire più a capirli non solo perché hai scritto in fretta, ma

soprattutto perché nel frattempo le tue scarne annotazioni non troverebbero più il loro

completamento nella tua memoria.

Per consentirti di procedere con chiarezza nella stesura degli appunti ed evitarne la

discrezionalità, l'insegnante:

• ti informerà sugli obiettivi della lezione e motiverà la richiesta di appunti, in

particolare nell'eventualità di una lezione frontale di argomento letterario;

• anticiperà le idee essenziali, così da costruire una trama della lezione e quindi offrirti

precisi spunti di riferimento, utili per superare eventuali momenti di difficoltà o di

confusione nella rielaborazione dei concetti;

• adeguerà il tono della voce e la cadenza dell'esposizione alla consistenza

concettuale del contenuto, evidenziando adeguatamente le parti e i contenuti più

importanti;

• chiarirà di volta in volta l'opportunità di una trascrizione per esteso, quindi analitica,

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oppure selettiva e sintetica.

Tu, invece:

• cercherai di informarti sugli obiettivi della lezione e dei suoi contenuti, di cui potrai

chiedere eventualmente in anticipo uno schema o un piano di svolgimento;

• presterai la massima attenzione durante la trattazione dell'argomento;

• adatterai i criteri di sintesi alle indicazioni metodologiche fornite dall'insegnante

utilizzando quel linguaggio sintetico precedentemente visto;

• evidenzierai a margine i punti rimasti oscuri durante il lavoro di stesura che dovrai

chiarire o con l'aiuto dell'insegnante o del libro di testo.

B) La correzione dei compiti La correzione è uno dei momenti che purtroppo gli studenti trascurano di più. Invece è molto

importante che tu stia attento per almeno due buoni motivi:

• per correggere gli errori che hai commesso, altrimenti rischieresti di rifarli, magari in

un compito in classe;

• per chiedere spiegazioni all'insegnante se per caso non ti sono chiare le ragioni del

tuo errore.

Infatti capita a volte di non riuscire a spiegarsi il perché di un errore nemmeno di fronte alla

forma corretta; questa è l'occasione per chiarire il punto oscuro. Appunto per questo motivo,

durante la correzione dei compiti svolti in classe, l'insegnante legge ogni periodo della prova

assegnata e lo traduce; offre poi, qualora lo ritenga necessario, anche una traduzione che

rispecchi, in modo più libero, il lessico e la forma della lingua italiana.

Saranno sottolineate le parti sintattiche, morfologiche, lessicali con particolare cura per quelle

che sono state oggetto di un numero consistente di errori. Ricorda che l'analisi del lessico latino

costituisce un momento essenziale per un utile confronto con la lingua italiana.

Da parte tua trascriverai o in un quaderno o all'interno del compito le correzioni e chiederai

all'insegnante chiarimenti su eventuali incertezze che permangono malgrado la spiegazione.

C) La discussione

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Già durante i primi giorni di scuola ti accorgerai che la discussione in classe con l'insegnante,

ed anche con i tuoi compagni, sarà uno dei momenti cruciali per il tuo apprendimento e in modo

particolare ti servirà:

• a confrontare i criteri di traduzione e a comprendere le ragioni delle scelte operate

in ambito lessicale e morfosintattico, abituandoti così a renderti conto della logica sottesa

nella morfologia e nella sintassi latina senza utilizzare mnemonicamente le regole;

• a riformulare il testo latino secondo le regole di produzione dell'italiano, operando

le scelte più opportune;

• ad analizzare le caratteristiche stilistiche del testo;

D) Il lavoro domestico Cerca sempre di eseguire i compiti possibilmente nel giorno stesso in cui ti sono statiassegnati, finché la spiegazione è fresca e dopo avere studiato le regole che dovraiapplicare, non prima.

Infatti è del tutto assurdo cercare di svolgere esercizi scritti o orali o tradurre versioni prima di

avere acquisito le nozioni necessarie; ricordati che i compiti servono ad esercitarti sugli

argomenti che hai appreso e a consolidarli. Con gli esercizi non potrai capire la lezione, ma

dovrai verificare se l'hai capita!

Esegui i compiti a casa con la massima attenzione, al meglio delle tue possibilità, senza contare

di poterli migliorare in un secondo tempo perché è molto difficile trovare gli errori in una

traduzione eseguita frettolosamente.

Eccoti infine qualche suggerimento per poter svolgere esercizi e traduzioni nel modo più

utile possibile:

• Controlla nel tuo diario gli impegni della settimana e cerca di organizzare il tuo

lavoro.

• Completati i compiti per il giorno dopo, disponi di un po' di tempo per la revisione

degli appunti presi durante la mattinata in occasione della spiegazione di un nuovo

argomento.

• Recupera il materiale (appunti, schemi, esempi, sintesi scritte costruite sotto la guida e

il suggeri- mento dell'insegnante) attinente ai compiti del giorno; ripercorrilo nei

momenti essenziali e fonda- mentali; rifocalizza le norme teoriche racchiuse negli

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appunti, negli esercizi svolti in classe e nella spiegazione del libro di testo (può esserti

utile ripassare velocemente le regole o gli argomenti precedentemente affrontati).

• Applicati allora allo svolgimento degli esercizi assegnati tenendo vicino a te il

vocabolario di latino.

• Sottoponi frasi o brani latini a specifica analisi morfo-sintattica.

• Procedi dunque alla traduzione, tenendo presente che essa presuppone una scelta

motivata fra ipotesi diverse, anche in relazione alle possibilità espressive e stilistiche

della lingua italiana.

• Ricordati che devi avvalerti spesso "criticamente " del dizionario.

• In particolare durante il biennio, se il docente in classe lo attua e lo raccomanda,

appunta sul quaderno: paradigmi particolari o nuovi, per esteso o completi; nominativo-

genitivo di voci lessicali non ordinarie o nuove; inoltre scriverai sinteticamente, qualora tu

lo ritenga opportuno, se e dove hai in- contrato difficoltà, se e come hai cercato di

affrontarle e risolverle da solo.

• A questo punto rileggi con attenzione il tuo scritto, ripensa alle procedure e alle regole

applicate, ripassa elementi pur sempre necessari: declinazioni, verbi, complementi,

proposizioni coordinate e subordinate ecc.

STUDIARE GEOGRAFIAA) L'uso del libro di testo Il libro di testo è uno degli strumenti didattici utilizzati in classe dall'insegnante durante la

lezione, insieme ad altri testi, all'atlante, alle carte murali, alle fotografie, alle videocassette,

ecc..

In riferimento preciso al libro di testo l'insegnante:

1. definisce i percorsi tematici da sviluppare e la loro articolazione nei singoli temi ed

argomenti;

2. presenta il contenuto globale del capitolo, motivando la sua scelta ed inquadrandolo

nel piano generale del lavoro in via di svolgimento;

3. ne evidenzia, quindi, l'articolazione nei diversi "blocchi" di informazioni (sottoargomenti),

richiamando su di essi l'attenzione degli alunni;

4. invita i ragazzi a seguire nel testo i connettivi tra i vari sottoargomenti, per aiutarli a

comprendere il filo logico dell'esposizione e capirla nella sua interezza;

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5. chiarisce il significato dei termini-chiave specifici dell'argomento;

6. evidenzia e spiega le informazioni più significative, invitando gli allievi a concentrare

su di essi la loro attenzione;

7. guida i ragazzi alla lettura ed alla interpretazione delle carte geografiche etematiche, dei grafici, delle fotografie attinenti l'argomento e contenute nel testo,

integrando con essi l'esposizione verbale, in modo da arrivare alla spiegazione dei

concetti astratti attraverso l'approccio concreto ed operativo con i dati materiali;

8. riepiloga, infine, l'argomento trattato, ribadendo i concetti fondamentali;

9. dà indicazioni sulle eventuali esercitazioni da eseguire in classe ed a casa in

relazione all'argomento svolto.

Le esercitazioni Le esercitazioni proposte dall'insegnante sulla base del libro di testo potranno essere di vario

tipo:

1. questionari relativi ai diversi temi affrontati nel testo, ai loro connettivi, alle

informazioni più importanti, ai termini-chiave specifici dell'argomento;

2. lettura ed interpretazione di carte geografiche e tematiche a scala diversa (anche con

la consultazione dell'atlante);

3. analisi di un territorio con l'individuazione dei principali elementi fisici e antropici e della

loro interdipendenza;

4. confronto tra l'organizzazione di territori diversi.

Per l'indirizzo tecnologico, inoltre, le esercitazioni potranno vertere su:

1. lettura e interpretazione di fotografie e grafici di vario tipo;

2. ricerca, analisi ed elaborazione di informazioni e dati relativi ad un'area specifica e

loro traduzione dal linguaggio verbale e numerico a quello cartografico e dei grafici;

3. applicazione delle abilità metodologiche acquisite all'analisi di un territorio non ancora

studiato.

L’uso del libro da parte dell’alunno E' necessario che l'alunno segua con la massima attenzione e concentrazione tutta la lezione,

che chieda spiegazioni relative ai concetti non chiari e che prenda appunti.

Per quanto riguarda in particolare il libro di testo, è opportuno che l'alunno:

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1. abbia a disposizione il suo testo per cominciare già in classe ad utilizzarlo come

personale strumento di lavoro;

2. evidenzi con sottolineature personali nel testo stesso i concetti-chiave che l'insegnante

sta evidenziando;

3. comprenda i nessi logici tra le varie informazioni;

4. segua attentamente ed apprenda il metodo di lettura di carte, grafici, ecc..

5. inserisca l'argomento specifico nel quadro generale delle sue conoscenze e dello studio

che sta svolgendo, completandone lo scopo.

La discussione e il lavoro in gruppo Poiché a livello generale si è già fatto cenno alla espressione orale, concentriamo la nostra

attenzione sulla discussione, come forma di esercizio e di perfezionamento della capacità a

verbalizzare.

In una discussione è importante: 1. inquadrare bene l'argomento di discussione;

2. concentrare l'attenzione su un determinato tema, mettere a fuoco un problema specifico.

Espressione orale e rispetto delle norme di gruppo

Quando si discute occorre:

1. intervenire in modo appropriato, rispettando l'ordine di intervento;

2. inserirsi nella discussione precisando preliminarmente il contenuto del proprio intervento;

3. esporre le proprie argomentazioni, informazioni, considerazioni in modo chiaro, preciso e

logico;

4. ascoltando altri interventi, confrontare le proprie conoscenze con quelle altrui e

integrarle.

" Lo studio non è lavoro, ma la forma più gloriosa di gioco "

(Luciano De Crescenzo)

Lavorare in gruppo Allo studente si richiedono le seguenti abilità e competenze:

1. la disponibilità ad accettare le indicazioni ed i suggerimenti del capogruppo: è

opportuno che lo studente, a livello personale, abbia chiara consapevolezza di fare parte

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di un gruppo di lavoro, al quale deve dare un contributo concreto di collaborazione;

2. la capacità di apportare nel lavoro di gruppo il proprio contributo personalenell'organizzazione della ricerca, nella segnalazione dei percorsi più idonei per

sviluppare la sezione di lavoro che gli è stata assegnata; di riflettere sull'argomento da

sviluppare, di chiarire a se stesso i contenuti da inserire, i per- corsi da seguire per avere

a disposizione le informazioni necessarie;

3. l'impegno e la competenza di sapersi confrontare con i compagni sul piano degli

argomenti sviluppati, predisponendosi a recepire eventuali proposte di cambiare o

eliminare parti del proprio lavoro e di proporre agli altri le proprie conclusioni (tesi), come

contributo personale; occorre avere chiara la consapevolezza che lavorare in gruppo

significa accettare capacità e competenze più intuitive ed organizzative esistenti negli

altri, alle quali attribuire il valore che meritano;

4. la competenza e l'abilità di sapere individuare razionalmente gli aspetti ed i nucleideterminanti per la propria sezione di lavoro; è bene studiare attentamente gli argomenti

da inserire nella propria ricerca ed ordinarli secondo la loro importanza;

5. l'abilità e la competenza di esporre il testo, orale e scritto, con linguaggio pertinente

e corretto e con coerenza logica; occorre richiamare alla memoria la terminologia del

linguaggio geografico, possibilmente ricorrendo alla consultazione del testo o dei testi

consultati, per controllare ed, eventualmente correggere, la pertinenza del linguaggio;

6. essere in grado di comprendere quanto il proprio lavoro sia ordinato, ben strutturato ecoerente con l'argomentazione proposta e quanto e come esso si inserisca nell'insieme

dei nuclei di lavoro sviluppati dagli altri componenti del gruppo; è bene richiamare alla

memoria la strutturazione del testo argomentativo e confrontare il proprio testo con il

testo degli altri per avere una visione completa dell'insieme;

7. sapere individuare, nel testo o nei testi con cui si opera, gli elementi di primariaimportanza ed evidenziarli, per poi rielaborarli; occorre leggere attentamente il testo ed

evidenziare le informazioni più importanti - rielaborare queste informazioni - esprimerle in

un testo unico che abbia coerenza logica e correttezza e linguaggio appropriato.

8. specificatamente nel lavoro di ricerca di geografia è importante che lo studente tenga

presente la pertinenza di linguaggio, l'ordine dei dati a disposizione, la riflessione su

di essi, l'interpretazione nella realtà geografica. Nell'esprimere il testo lo studente eserciti

su se stesso una costante attività di controllo della pertinenza di linguaggio, rileggendo

più volte il testo scritto per rilevare eventuali imperfezioni in materia di lessico;

9. Sempre in relazione alla geografia è importante che lo studente tenga presente che

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quanto esprime deve concordare con la realtà, rimanendo fedele al principio secondo

il quale la geografia studia la realtà e non si presta a interpretazioni personali. Si

ribadisce quindi la necessità di tenere sotto controllo i dati e le informazioni che si hanno

a disposizione, perché nella fase di rielaborazione il testo non si discosti dalla realtà,

lasciando prevalere l'interpretazione personale.

STUDIARE FILOSOFIAA) La Filosofia come disciplina La filosofia non è una disciplina facile. Essa mira ad utilizzare concetti, a strutturare argomenti,

a condurre ragionamenti su questioni di ordine generale: è un esercizio di razionalità, volto a

porre problemi e a trovare risposte. Tuttavia le risposte della filosofia sono storiche, quindi

cambiano nel tempo. Ciò che conta, e rimane, è il modo filosofico di affrontare le questioni e di

risolverle, quando ciò è possibile.

La filosofia aiuta ad elaborare e ad utilizzare concetti generali. Ma i concetti vanno

compresi nel loro contesto e quindi storicizzati. Occorre fare molta attenzione a non assegnare

il significato corrente ad un termine che, nel percorso filosofico, può significare qualcosa di

molto diverso.

La filosofia è affrontata sia per problemi che per autori. In questo caso, per non perdersi in una

sterile rassegna, di ogni filosofo occorre cercare l'idea-guida, il tema dominante o il tipo di

risposta che ne ha fatto un riferimento per il pensiero successivo.

Infine filosofare significa costruire o ricostruire argomentazioni. Ogni affermazione va

infatti giustificata razionalmente, quindi argomentata. A ciò spesso si risponde con la critica, con

la messa in discussione di risposte date da altri. Ebbene, questa non è una sterile contesa tra

filosofi. E' una palestra per imparare a ragionare insieme, cioè per imparare a dare ragione di

ciò che crediamo.

B) In classe Le operazioni richieste allo studente durante la spiegazione:

1. lo studente deve cercare di seguire il ragionamento proposto;

2. deve individuare ed eventualmente ampliare i rimandi al libro di testo;

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3. deve appuntarsi gli aspetti essenziali della lezione, evitando di trascriverla, operazione

impossibile oltre che inutile;

4. deve intervenire per chiedere chiarificazioni o precisazioni.

C) Gli appunti Il valore degli appunti deve sempre apparire per quello che è: uno strumento, che non

sostituisce né l'attenzione, né lo studio, né il rapporto con il libro di testo. Prendere appuntinon è facile: c'è necessità di una buona sincronia (ascoltare e scrivere insieme), di una certa

velocità di scrittura (opportune le abbreviazioni che poi però devono risultare leggibili ) e,

soprattutto, è necessario saper distinguere immediatamente i tratti salienti di quanto detto

dall'insegnante dal resto, dato che è inutile pretendere di riportare tutto.

Gli appunti valgono (entro un lasso di tempo ragionevole) per chi li stende ed è poco proficuo

leggere quelli degli altri (specie se non rielaborati) o passare i propri. L'appunto serve per

seguire attivamente la lezione senza distrarsi ed è il rendiconto scritto di un ascolto intelligente.

D) A casa Lo studio e il ripasso

Nella fase di studio e di ripasso è bene che lo studente:

1. rilegga e rielabori gli appunti;

2. proceda ad una prima lettura con sottolineatura essenziale del testo;

3. appunti problemi e questioni poco chiare;

4. si interroghi su possibili conseguenze di quanto letto;

5. riprenda in mano gli appunti per una integrazione con il libro di testo, proceda ad una

seconda lettura, introducendo una sottolineatura differenziata a seconda dell'importanza

dell'argomento;

6. cerchi di ripetere ed esporre quanto appreso, ricercando collegamenti, analogie,

differenze, sviluppi, novità, rispetto agli argomenti studiati in precedenza ed aventi

tematiche similari;

7. prepari le questioni da proporre al mattino ai compagni ed all'insegnante: di fronte a

difficoltà da attribuirsi alla poca chiarezza del libro di testo o alla inadeguatezza degli

appunti, provveda alla ricerca di nuovo materiale esplicativo e, se i dubbi rimangono, li

porti in classe sottoponendoli al docente, all'inizio dell'ora;

8. confronti ulteriormente la propria esposizione con il libro di testo e gli appunti,

eventualmente integrandola;

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9. può essere utile procedere alla stesura di schemi riassuntivi, che però scaturiscano da

un’interpretazione intelligente e selettiva, che può essere utilizzata anche in sede di

ripasso;

10. il ripasso da effettuare è certamente funzionale alle richieste di verifica avanzate

dall'insegnante, ma deve essere un ripasso selettivo e non indiscriminato;

11. nel ripasso è opportuno privilegiare le nozioni chiave, ricche dal punto di vista

concettuale, cercando di cogliere anche le relazioni che sostengono le argomentazioni

per ottenere un ripasso comprensivo e non nozionistico.

" Apprendere e non meditare è vano. Riflettere senza studio è pericoloso "

(Confucio)

Prepararsi all’orale

E’ opportuno simulare l’interrogazione per acquisire scioltezza, sicurezza e disinvoltura di

espressione. Per ottenere questo lo studente:

• legge ad alta voce il dialogo/brano;

• lo suddivide in segmenti e li ripete ad alta voce;

• immagina di rispondere a domande specifiche sull’argomento ad alta voce;

• immagina di eseguire esercizi di trasformazione ad alta voce;

• immagina di produrre un semplice riassunto ad alta voce;

• verifica l’esattezza delle risposte;

• controlla l’esposizione ripetendola ad un familiare o registrandosi;

• verifica se ci sono esitazioni o pause e cerca di eliminarle in modo da ottenere delle

risposte chiare ed esaurienti.

Il Ripasso Esso non viene fatto subito, ma il giorno successivo ed a intervalli regolari. Serve per assimilare

in modo permanente un concetto, una regola, un argomento.

Organizzare il proprio tempo

E’ importante che lo studente pianifichi lo studio e il tempo libero della settimana al fine di

affrontare le fasi dell’impegno pomeridiano con largo anticipo. Nella pianificazione dello studio

lo studente dovrebbe anche prevedere la visione di video in L2.

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C) Come prepararsi ai compiti in classe

Nella preparazione del compito è bene:

• Ripassare gli approfondimenti grammaticali pertinenti l'argomento che è materia del

compito (tanto quelli inclusi nell'apposito quaderno che quelli presenti nel testo in

adozione, anche se sotto forma di appunti a matita).

• Ripassare il proprio "lavoro di vocabolario" individuale, con i relativi aggiornamenti.

Rifare gli esercizi pertinenti gli argomenti materia del compito, sia oralmente che per

iscritto, qualora lo studente lo ritenga necessario alla sua personale preparazione. Ciò

fino ad ottenere una buona velocità nel risolvere correttamente i problemi che i vari

esercizi propongono.

Il compito in classe, che non deve misurare l'esistenza o meno del sapere dello studente, viene

fatto per misurare il livello di conoscenza raggiunto relativamente all'argomento materia del

compito. A questo scopo il tempo concesso per la compilazione del compito in classe è

calcolato dall'insegnante come necessario e sufficiente ad uno studente

che abbia raggiunto un buon livello di conoscenza dell'argomento e una discreta velocità nel

por- tare a termine correttamente tutti gli esercizi proposti.

Pertanto durante i compiti non ci sarà il tempo per "pensare", in quanto tale fase di riflessione è

da farsi a casa durante la preparazione al compi- to, quando il tempo a disposizione dello

studente è maggiore.

Allo scopo di acquisire la dovuta velocità (e sicurezza, quindi) è utile che a casa lo studente

impari a conoscere i propri tempi di apprendimento rispettandoli e cronometrandosi nelle varie

fasi, in modo da sapere di quanto tempo egli abbisogni per la dovuta preparazione e per il

raggiungimento del livello di conoscenza richiesto.

Gli argomenti del compito Se il compito in classe verte su conversazioni da completare, forme verbali , utilizzo della

grammatica di base, allora è bene rivedere gli esempi, gli esercizi svolti, imparare un esempio

che serva da modello. Se verte su un dettato, allora occorre un ripasso dei vocaboli, l'ascolto

delle cassette, l'esercizio di scrittura di parole poi controllate col libro.

Il compito in classe E’ importante che lo studente legga attentamente le consegne, al fine di evitare errori dovuti alla

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mancata comprensione delle richieste, prenda subito nota delle eventuali informazioni o

chiarimenti dati dall’insegnante utili a tutta la classe, svolga il compito tenendo conto del tempo

a disposizione, trovi il tempo necessario per rivedere gli esercizi svolti.

La correzione del compito

1. Prestare molta attenzione alla correzione del compito effettuata in classe dal docente. Se

il docente permette di portare a casa solo la fotocopia del compito, le correzioni verranno

trascritte dallo studente su di un quaderno (in classe) facendo riferimento al n°

dell’esercizio / della frase.

2. In qualche caso il docente scrive le correzioni alla lavagna e perciò occorre la massima

attenzione da parte dello studente.

3. Il compito in classe solitamente è riferito ad esercizi che sono stati precedentemente

trattati (ovviamente con qualche cambiamento); in questo caso, lo studente farà

riferimento nel proprio quaderno, al libro di testo, a qualche appunto dettato dal docente.

4. In ogni compito ci sono errori gravi ed errori meno gravi: sono ritenuti gravi gli errori che

riguardano conoscenze di base indispensabili per lo svolgimento del programma (da

parte del docente), ma soprattutto per consentire allo studente di progredire senza troppe

difficoltà. Ci sono studenti che si muovono "al buio", cioè nella completa ignoranza delle

conoscenze/abilità di base. Lo studente, da solo o con l'aiuto del docente, potrà fare una

tabella suddividendo gli errori che compaiono più spesso nei propri compiti (sia quelli di

casa che i compiti in classe).

5. Per capire il voto che ciascuno ha meritato, occorre fare attenzione alle motivazioni che il

docente esprime, durante la correzione, sulla gravità degli errori.

STUDIARE DISEGNOLa lezione per lo studente Il fine è quello di riuscire ad interagire meglio con il lavoro dello studente a scuola come a casa,

proponendoti alcuni suggerimenti, utili per poterlo organizzare in modo più razionale e proficuo.

E' in classe e non a casa che comincia lo studio, così come la digestione ha inizio in bocca e

non nello stomaco, la prima cosa che devi fare è quella di sfruttare al massimo le ore dilezione a scuola.

Proposta in tre momenti (quello della correzione dei compiti, anche quelli fatti a casa, quello

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dell'interrogazione e quello della spiegazione) la lezione ti apparirà sicuramente come un

momento insostituibile per la tua formazione, dalla quale, poi, risulta possibile trarre anche dei

vantaggi importanti, come ad esempio il risparmio di tempo nello studio pomeridiano.

Il tempo che avrai guadagnato ti servirà per studiare parti non risolte, oppure potrà essere

dedicato ad attività di interesse personale. Risulta però necessario, per poter seguire con

profitto la lezione, l'acquisizione di alcune competenze metodologiche. Eccole di seguito.

Saper ascoltare In modo particolare devi:

1. Riuscire a mantenere quella concentrazione necessaria che ti consenta di organizzare

mentalmente in modo corretto dati, concetti e strutture (forniti dall'insegnante durante la

lezione e che posso- no andare anche oltre quelli presenti nel libro di testo), da trasporre

poi nei tuoi appunti personali.

2. Chiedere, al termine di ogni passaggio, o alla fine della lezione, i chiarimenti

indispensabili riguardo le parti che non ti sono risultate chiare.

Saper prendere appunti Durante la lezione devi saper prendere appunti in un apposito quaderno, meglio se ad anelli; in

questo modo potrai poi riorganizzarli ed integrarli. Ti rimandiamo alla parte generale per quanto

riguarda la tecnica migliore del prendere appunti.

Saper esporre In storia dell'arte e tecnologia/disegno devi saper esporre oralmente o per iscritto le tue

conoscenze, dimostrando di averle pianificate ed organizzate. Sono per questo necessarie:

1. la comprensione dei temi proposti e la riflessione: solo così potrai esporre con un lessico

adeguato e scioltezza espositiva;

2. prima dell'interrogazione, la preparazione di uno schema mentale (dati, concetti

fondamentali, parole o frasi chiave, secondo un ordine logico) da utilizzare poi durante

l'esposizione.

Lo studio

Vorremmo aggiungere due indicazioni specifiche:

1. quando l'argomento è stato svolto a scuola in più momenti, prima di studiare l'ultima

parte devi ripassare quelle svolte in precedenza. Ricordati che nel giro di 24 ore è

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possibile (come dice T. Buzan, nel suo libro "Usiamo la testa", ed. Feltrinelli 1986)

dimenticare circa il 75% di ciò che abbiamo letto o ascoltato;

2. ordina gli appunti, sottolineando le parole e i passaggi chiave e riportandoli poi sotto

forma di specchietti e schemi.

Ricordati che in storia dell'arte per svolgere bene questa operazione, cioè schematizzare i

concetti fondamentali, disponendoli gerarchicamente, devi:

1. chiarire analogie e differenze, evidenziando i caratteri specifici dell'opera o dell'autore

che stai studiando;

2. comparare opere di autori diversi;

3. istituire confronti tra il periodo studiato e/o l'opera, con periodi e/o opere studiati in

precedenza, disponendo, quando possibile, concetti e osservazioni secondo uno schema

simmetrico;

4. fare corrispondere ogni concetto ad osservazioni operative, ovvero ad elementi

osservabili nelle opere d'arte.

STUDIARE RELIGIONEL’attività dell’insegnante di religione si propone alcuni obiettivi fondamentali:

• Promuovere, in collaborazione con le altre discipline, il pieno sviluppo della personalità

dello studente;

• Approfondire la conoscenza delle culture religiose, con particolare riferimento alla

tradizione cristiana;

• Riflettere sull’importanza del “fatto religioso” per la comprensione delle dinamiche

culturali contemporanee;

• Riconoscere, anche attraverso attività interdisciplinari, l’importanza del testo biblico nella

formazione della cultura europea (con particolare riferimento agli aspetti letterari, artistici

e filosofici);

• Contribuire alla formazione globale dello studente in vista di scelte personali consapevoli

e responsabili.

Come conseguenza di queste premesse, allo studente è richiesto di: • essere disponibile all’ascolto delle diverse opinioni che emergono durante la lezione;

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• essere disponibile ad acquisire gli strumenti (contenuti, lessico specifico, ecc.) necessari

per l’approfondimento delle diverse questioni;

• portare il proprio contributo nella discussione, facendo emergere la propria posizione

personale;

• confrontare la propria opinione con quella dei compagni;

• saper rielaborare in modo personale (proporzionatamente all’età) l’argomento discusso

attraverso l’uso degli strumenti critici offerti dall’insegnante.

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BIBLIOGRAFIA

• Pettinò – Tressoldi – Cardinale, "Lo studente di successo" (Pagus Ed. 1990 Padova);

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• "Abilità di studio", 1 e 2 - ed. Erickson;

• "Imparare a studiare", 1 e 2 - ed. Erickson;

• Quaderno di lavoro "In volo" 1 - Ed. Zanichelli;

• Quaderno di lavoro "In volo" 2 - Ed. Zanichelli;

• Quaderno di lavoro "In volo" 3 - Ed. Zanichelli;

• Molin "Laboratorio di analisi dei processi di apprendimento";

• Ugolini "Proposte didattiche basate sugli stili di apprendimento"

• Matteo Salvo "Mappe Mentali"

• Matteo Salvo "Allena la tua mente in 5 minuti"

• Matteo Salvo "Memoria prodigiosa"

• Mario Polito "Imparare a studiare Il metodo di studio"

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• Gardner H., 2010, "Formae mentis", Feltrinelli, Milano.

• Acconcia, Moriello "Metodo universitario" 2019

• Vallotto "cervello senza limiti" 2019

• Marino "Lo studio efficace" 2019

• Chiappetta, Traversetti "Metodo di studio e DSA" 2017

• Alpini "Tecniche di memoria: strategie ed esercizi per ricordare ogni cosa"

• Green "Il palazzo della memoria" 2019

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ME-TO-DO Imparare ad imparare

• Buzan "Mappe mentali. Come utilizzare il più potente strumento di accesso alle

straordinarie capacità del cervello per pensare, creare, studiare, organizzare." 2018

• T. Buzan "Le leggi delle mappe mentali" 2018

• T. Buzan, nel suo libro "Usiamo la testa", ed. Feltrinelli 1986

• Materiale messo a disposizione dagli insegnanti elaborato e sperimentato nel corso delle

proprie attività professionali.

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