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M aestro M aestro POsTe iTAliAne sPA sPeDiZiOne in ABBOnAmenTO POsTAle - D.l. 353/2003 (COnV. in l. 27/02/2004 n. 46) ART. 1 COmmA 1 - DCB - ROmA il mensiled ell’AimC- A ssociazione I taliana M aestri C attolici anno LXXI marzo-aprile 2020 numeri 3-4

mensile dell’AimC- ssociazione taliana aestri attolici Maestro · 2020. 4. 15. · 3). Tutta la Parola di Dio dell’An-tico e del nuovo Testamento con-verge verso questo punto

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anno LXXI marzo-aprile 2020 numeri3-4

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SOMMARIO

in questo numero

“N on è mai successo” è il pensierodi una umanità che improv-

visamente si è ritrovata di fronte ad un ne-mico, invisibile ad occhio nudo nella suaforma, ma terribilmente visibile nei suoieffetti di separazione, solitudine, isolamen-to, paura, dolore e morte. “Non è mai suc-cesso” nulla di simile, tanto che neppure laparola guerra basta per definire quello chesta accadendo all’umanità. Eppure ci sia-mo dentro, la Storia va avanti, tutto stacambiando e molto di positivo sta emergen-do in termini di solidarietà, di attenzioneall’altro, di creatività. Certamente ci sonoanche tanti pericoli e problemi con cui cidovremo confrontare a breve, un’economiada far ripartire, nuove forme di povertà,nuove paure, ma sicuramente una cosa dibuono da questa situazione surreale sta giàemergendo e lo sottolinea il nostro Presi-dente nel suo editoriale. Stiamo ritrovandola nostra Umanità di creature bisognose,

che nel momento in cui sono obbligate al“distanziamento sociale”, sperimentanoogni modalità possibile di annullamentodelle distanze. È a questa nuova umanaquotidianità che abbiamo voluto dar vocein questo numero del Maestro a cominciaredalla copertina, volutamente senza titoli,perché l’immagine di Papa Francesco cheda solo, sotto la pioggia, attraversa SanPietro con fatica, quasi piegato dal dolore,non ha bisogno di commenti e tutti ci rap-presenta. Ci sono poi le testimonianze didocenti, dirigenti e genitori riportate nel-l’inserto, e le esperienze di vita associativache appartengono al prima, ma sono quelleche permettono che ci sia anche un dopo.Solo una parola emerge ed è la parola“Maestro”, per ricordarci che è la relazioneeducativa il baricentro della nostra profes-sione e per noi maestri cattolici è CristoMaestro che con la sua Resurrezione dà lu-ce e senso al nostro soffrire.

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4

editoriale

La didattica senza distanza 3

Giuseppe DESIDERI

spiritualità

Auguri di Pasqua 4p. Giuseppe ODDONE

inserto

#IoRestoaCasa #EscoConLaMente 5

- essere neo dirigente scolastico

- al tempo del coronavirus 5

- emergenza Coronavirus: la scuola

- entra in casa 6

- essere maestra ai tempi del coronavirus 8

- emergenza covid-19 e dad 9

- Uno e uno fanno tre.

- Prendersi cura per superare l’emergenza 10

vita AimC

La salvaguardia della terra nostra casa comune. Le azioni della scuola 12Zina BIANCA

Aimc: strumenti perstar bene a scuola 14Virginia PUCCIARELLI

#andràtuttobene 15ELISA e Tommaso PARADISO

AnnO lXXi nn. 3-4

mARZO-APRile 2020

mensile Dell’AimC

AssOCiAZiOne iTAliAnA

mAesTRi CATTOliCi

DIRETTORE RESPONSABILEED EDITORIALE

Giuseppe DesiDeRi

VICEDIRETTORERESPONSABILE

Francesca De GiOsA

COMITATO DI REDAZIONEGruppo Operativo

DIREZIONEE AMMINISTRAZIONE

Clivo di monte del Gallo, 48

00165 Roma

c.c.p. n. 37611001

tel. 06.634651-2-3-4

fax 06.39375903

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IMPAGINAZIONEeurolit srl

Via Bitetto, 39 - 00133 Roma

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seguici su

Finito di impaginare

l’11 aprile 2020

Maestroil

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ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 3

I l tempo sospeso che stiamovivendo sta portando cia-scuno di noi a riflettere

sulle radici stesse del nostro essere“umani”. Tutto quello che fino aprima di questo “tempo” abbiamodato per scontato, per implicito,oggi non lo è più. In pochi giorni,la quotidianità del modo globaliz-zato, iperproduttivo, iperconnesso,è stata stravolta. Il coronavirus hafermato il mondo e ha fermato lanostra quotidiana frenetica corsaverso… quello che oggi non cisembra poi più così importante.Questo virus killer venuto da unanimale ci sta facendo fare i conticon il nostro essere uomini. Gliaffetti, il contatto, la salute, la fede,la libertà, il lavoro, la ricchezza, lapovertà non sono più quelli diprima. Noi non lo siamo già e nonlo saremo più quelli di prima, co-scientemente o incoscientemente.La gerarchia dei valori e delle prio-rità sono cambiate drasticamenteriportandoci a fare i conti con ibisogni essenziali di ciascuno dinoi. Tutte le cose si apprezzanoquando si perdono ma mai le ge-nerazioni del dopoguerra avevanoperso tanto tutto in una volta equasi all’improvviso.

Da quello che abbiamo perso eda quello che ci è tornato in ab-bondanza, come il tempo dellaconvivenza domestica, dovremo ri-partire, perché ripartiremo, questaè l’unica certezza. Dovremo ripar-tire, per esempio, dall’importanzadella relazione educativa, del rap-porto fondamentale e imprescin-

dibile che si istaura fra docente/alunno, docente/alunni, alunno/alunno, alunno/alunni, senza tra-scurare il ruolo delle famiglie. Lascuola che c’è anche se non c’è hareso trasparenti le pareti delle aule;ha reso quelle pareti allo stessotempo più fragili ma più forti.Forti perché se ne sente, man-cando fisicamente, l’importanzaimprescindibile; fragili perché si èresa evidente e ancor più dram-matica la distanzada superare pertanti alunni indifficoltà.

La didattica adistanza, unicaforma adesso perfare scuola, haampliato la di-stanza per tuttiquei bambine/i,ragazze/i che già a fatica, nellascuola di “prima”, si riuscivano atenere dentro i percorsi formativi.Per tutti coloro per i quali era fon-damentale l’attenzione di prossi-mità della comunità educativa sco-lastica, il clima di classe favorevole,l’ambiente di apprendimento ef-ficace, la scuola a distanza sta am-pliando la distanza rendendo piùsolo e isolato che lo era già ma ve-niva raggiunto dall’intervento re-lazionale educativo. Questo tempoha reso tutti noi, anche noi adultianagraficamente, bisognosi di in-terventi educativi speciali ma tan-tissimi alunni hanno perso l’anco-raggio di quel contatto diretto cheil virtuale solo in parte riesce a sur-

rogare. Per chi ha una disabilità eper chi ha sensibili difficoltà il di-gital divided diventa ulteriore bar-riera da superare e le famiglie sitrovavo ad affrontare ulteriorecomplessità.La DaD per far sì che quella di-

stanza del nome sia solo spaziale enon sostanziale deve mettere alcentro la Didattica con la D maiu-scola e considerare la tecnologianon il fulcro ma lo strumento, il

veicolo per la comunicazione edu-cativa. La vera sfida per la scuolaal tempo della pandemia non èportare avanti i “programmi”,completare i contenuti disciplinari,assegnare compiti e correggerli, in-terrogare, dare voti, fare videole-zioni degne di broadcast televisivie riempire il palinsesto giornalierodi ore di call sincrone. La sfida chenon può essere persa è quella difar sì che questa generazione sco-lastica non debba risentire delladistanza dalla attenzione relazio-nale che ciascuno ha diritto adavere.Questa scuola avrà sconfitto il

coronavirus se riuscirà a realizzareuna didattica senza distanza.

La didatticasenza distanza

editorialeGiuseppe DESIDERI

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ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-44

L a Pasqua ci porta il piùgioioso annuncio dellanostra fede: Cristo è ri-

sorto da morte! La storia di Gesùnon finisce con la sua crocifissionee la sua sepoltura, anzi la presenzadi Gesù riesplode con potenza di-vina proprio in questo giorno.Gesù Risorto ci porta a Pasqua

una ricchezza di doni, sui qualidobbiamo costantemente riflettere.Prima di tutto la pace e la gioia

nel cuore, perché Egli ci svela ilsenso del nostro nascere, del nostrovivere, del nostro morire, del no-stro risorgere, dato che nella vita,nella morte ed oltre la vita siamodel Signore.Ci illumina sul senso del nostro

soffrire, perché la sofferenza passa,ma l’aver sofferto con amore èeterno e Gesù Crocifisso e risortoci mostra, per farsi riconoscere, lesue piaghe gloriose.Ci invia per le strade del mondo

in missione perché diffondiamo etestimoniamo il lieto annuncio cheEgli vive in mezzo a noi.

Se confessiamo nella fede la suaResurrezione Egli cancella i nostripeccati, ci riempie del soffio po-tente del suo Spirito, ci immergenella nuova creazione, facendo dinoi persone nuove.La resurrezione di Gesù è un

fatto reale, anche se non può esseredimostrato con le categorie stori-che, perché rimane un mistero di-vino che supera la nostra intelli-genza. Vi si accede soltanto con lafede, che tuttavia ha dei concretiriferimenti storici.La tomba di Cristo fu trovata

vuota dalle donne e dai discepoli,e questo fu anche constatato dagliavversari di Gesù.Le prime testimonianze di fede

che troviamo nei Vangeli sono sem-plicissime: “Il Crocifisso è risorto!Non è qui. Vi precede in Galilea!”(Mc. 16, 6-7). La Galilea è unluogo teologico per indicare la no-stra vita quotidiana, fatta di lavoro,di fatica, di appelli del Signore Ri-sorto. I primi credenti completa-rono la formula di fede: “È risortosecondo le Scritture” (1 Cor. 15,3). Tutta la Parola di Dio dell’An-tico e del nuovo Testamento con-verge verso questo punto focale.Il primo annuncio di Pietro nel

giorno di Pentecoste è tutto cen-trato sulla resurrezione di Gesù:“Questo Gesù Dio lo ha risuscitatoe noi tutti ne siamo testimoni”(Atti 2, 32). La stessa testimo-nianza danno anche Paolo e tuttigli altri apostoli nella loro predi-cazione e nelle loro lettere indiriz-zate alle prime comunità cristiane.Infine confermano la nostra fede

le apparizioni del Risorto alledonne ed ai discepoli, narrate intutti e quattro i Vangeli. Sono ap-parizioni sensibili, perché coinvol-

gono gli occhi, l’udito, il tatto etutto lo spettro delle emozioni.Gesù prende l’iniziativa di appa-rire, si fa riconoscere mostrandole sue piaghe e facendole toccare,condividendo il pasto; e poi si facontinuare perché invia chi lo hariconosciuto a diffondere questolieto annuncio. Spesso il ricono-scimento non è immediato, ma av-viene attraverso un cammino, unariflessione sulle Scritture, e la fra-zione del pane (i discepoli di Em-maus), la pronuncia del nome per-sonale da parte di Gesù in un gestodi amore (Maria Maddalena), unapesca miracolosa all’alba al co-mando di uno Sconosciuto dopouna notte di inutile fatica (Gio-vanni e Pietro).Ogni domenica, celebrando l’Eu-

caristia, noi professiamo la nostrafede in Gesù Risorto, siamo coin-volti nel suo mistero pasquale dimorte, risurrezione ed ascensioneal cielo, riceviamo ancora il donodel suo Spirito, ci nutriamo del suocorpo e del suo sangue, costruiamola Chiesa, madre dei Santi.Comprendiamo allora la testi-

monianza di alcuni martiri africani(Saturnino e compagni, morti nel303 durante la persecuzione di Dio-cleziano) che, arrestati mentre ce-lebrano l’eucaristia affermano nelprocesso: “Sine dominico viverenon possumus”, cioè non possiamovivere senza la celebrazione dome-nicale della Pasqua del Signore,senza partecipare al mistero dellasua morte e resurrezione, senza nu-trirci del suo corpo dato e del delsuo sangue versato per noi!In sintesi la Pasqua ci conferma

che si nasce, si vive, si muore, sirisorge per – con – in Qualcuno,Gesù Risorto!

spiritualitàp. Giuseppe ODDONE

Auguri di Pasqua

Buona PasquaAssociazione Italiana Maestri Cattolici

Dopo la mortecominciaqualcosadi nuovo,

su cui tutte lepotenze

del mondodella morte

non hanno piùla forza

(D. Bonhoeffer)

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inserto

ESSERE NEO DIRIGENTE SCOLASTICOAL TEMPO DEL CORONAVIRUS

Rosalisa De Nicolò

Se ad agosto 2019 mi avessero chiestocome sarebbe stato il mio anno di prova daneo dirigente mai avrei immaginato di viverequello che ho vissuto.Nessun dirigente scolastico

avrebbe mai ipotizzato di tro-varsi a dover gestire un’emer-genza di tali dimensioni. Menche meno la sottoscritta, spe-dita dalla calda e assolata Bariin una piccola località dell’areametropolitana di Milano per di-rigere un Istituto comprensivocostituito da 5 plessi dislocatisu due comuni non limitrofi.Nessuno dei manuali editi

annoverava tra i casi di studiouna emergenza sanitaria dalledimensioni e dalla virulenzacosì esasperata come quella incorso.La gestione di una organiz-

zazione complessa prevede lacapacità, da parte del dirigen-te che ne è a capo, di avere lu-

cidità, fermezza e competenze che supera-no la norma codicistica e le normali azionipreviste dal migliore dei manuali.Nelle circostanze in cui mi sono trovata

ad operare dovevo essere sul pezzo, prontaa dare risposte a tutti, ai collaboratori piùstretti, al DSGA, al personale ATA, alle fami-glie, ai famosi stakeholder.

Quando si fa esperienza della fragilità, che sia fisica o psicologica, si sente forte ilbisogno di affidarsi a qualcuno che si prenda cura di noi, si faccia carico di alleg-gerire il peso che ci schiaccia e condivida con noi la fatica dell'andare avanti. Inquesto inserto abbiamo voluto dare voce a coloro che sia pure con responsabilitàdiverse e a livelli diversi, sono chiamati a svolgere una funzione di guida e sostegnononostante loro stessi vivano la condizione di precarietà determinata da un virusche non fa differenze e che paradossalmente, nell'isolamento ci sta mostrandoquanto abbiamo bisogno di essere connessi gli uni agli altri.

#IoRestoaCasa#EscoConLaMente

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 5

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insertoL’imperativo era agire consapevolmente

mettendo da parte le emozioni, le indiscre-zioni ed il sentito dire.Siamo nell’area metropolitana di Milano a

pochi chilometri rispetto a quello che è ilcuore dell’epidemia. Ogni famiglia è diret-tamente coinvolta nell’emergenza sanitariae per tale ragione è ancora più forte l’esi-genza di rendere sul territorio la presenzadell’Istituzione.Sono giornate lunghe e complesse non

tanto per l’aspetto organizzativo ma perquello psicologico messo a dura prova dalletristi notizie che via via giungono.Devo essere sempre raggiungibile, per

poter dare risposte, anche quando le rispo-ste non si hanno. Perché un dirigente deverappresentare un punto fermo, deve dare larotta giusta soprattutto quando arriva unatempesta e l’equipaggio si sente smarrito.Parola d’ordine: RESILIENZA.Non tutti i docenti erano

preparati a stravolgere ilproprio modo di fare scuo-la, nonostante la formazio-ne, i dispositivi a disposi-zione, la rete internet.Non è facile “capovolge-

re” la scuola.Ma chi lavora in questo

magico e talvolta misterio-so mondo, è capace di rim-boccarsi le maniche e ditrovare il modo per riuscirciperché #LaScuolaNonSi-Ferma.

EMERGENZA CORONAVIRUS:LA SCUOLA ENTRA IN CASA

Maria Grazia Colombo

In cucina fogli svolazzanti con matite co-lorate per i più piccoli, in camera tablet che

trasmettono lezioni in inglese: la scuola èentrata nelle case dei ragazzi, dei bambini.Le voci dei professori universitari che incu-tono “ossequioso rispetto” si insinuano tra iletti e le librerie casalinghe.In modo molto professionale, tutto d’un

pezzo, il professore trasmette la sua lezionecon alta professionalità e …un pizzico di“distanza”.Mentre in cucina i ragazzi delle “medie”

fanno lezione con insegnanti di matematica,italiano e altre materie, incuriositi dalla si-tuazione concreta molto inusuale.

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-46

Quanti padri, madri, nonni e nonne,

insegnanti mostrano ai nostri bambini,

con gesti piccoli e quotidiani, come

affrontare e attraversare una crisi

riadattando abitudini, alzando gli

sguardi e stimolando la preghiera.

(Papa Francesco)

Ci siamo resi conto di trovarci

sulla stessa barca, tutti fragili

e disorientati, ma nello stesso tempo

importanti e necessari, tutti chiamati

a remare insieme, tutti bisognosi

di confortarci a vicenda.(Papa Francesco)

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inserto

Miracolosamente i volti degli insegnanti ri-diventano familiari, anzi forse diventano fa-miliari e tanto attesi dagli stessi ragazzi. Permolti di loro infatti la “chiamata” del professoreè come una mano, una carezza in un mo-mento molto difficile. In molte famiglie infattisi stanno evidenziando gravi problemi comela questione lavoro, mutui da pagare, sca-denze ed altro ma prima ancora la questioneassistenza ai propri familiari, ai nonni….I ragazzi non possono capire la gravità del

momento, la colgono e la leggono sui nostrivolti, quindi hanno bisogno dei loro insegnan-ti che li aiutino a vivere una normalità positivae costruttiva attraverso il pensiero, lo studio,le spiegazioni, la consegna del sapere.Un “pensiero” che è bisogno e capacità di

riflessione interiore dell’essere umano, qual-siasi età abbia, che scenda in profondità eabbellisca l’essere umano per crescerlo evolerlo bello. Una scuola che costruiscal’essere e l’esistere, che costruisca un pro-tagonismo civico, che alleni alle sfide dellavita attraverso un confronto con lo studio, lacuriosità, con la voglia di capire e sapere.Occorre non lasciare che il desiderio di

imparare e conoscere si assopisca e il sa-pere sfugga di mano.Quindi una scuola alleata saldamente con

le famiglie, una scuola che dimostra di nonessere solo un luogo dove apprendere no-zioni ma imparare ad affrontare la vita, quel-

la vera, con serenità, senza disperazionema con responsabilità.La responsabilità si gioca a tutte le età e

in tutte le occasioni della vita, essere seri eresponsabili definisce l’umano e costruiscel’amicizia civica.Docenti quindi preziosi quanto i medici e

le infermiere nei reparti ospedalieri, famiglieche diventano luoghi di pensiero attraversogli strumenti tecnologici e quei volti da unaparte e dall’altra dello schermo che final-mente si guardano negli occhi.

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 7

(...) va la riconoscenza della

Repubblica (...) agli insegnanti che

mantengono il dialogo con i loro

studenti (...). A quanti, in ogni modo

e in ogni ruolo, sono impegnati su

questo fronte giorno per giorno.

(Sergio Mattarella)

Il senso di responsabilità dei cittadinin è

la risorsa più importante su cui può

contare uno Stato democratico in

momenti come quello che stiamo vivendo.

(Sergio Mattarella)

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inserto

ESSERE MAESTRAAI TEMPI DEL CORONAVIRUS

Manuela Zonno

Sono una docente di scuola primaria edal 5 marzo sono piombata in un bruttoquanto inatteso disastro globale chiamatopandemia. Essere un’insegnante di soste-gno della scuola primaria di questi tempi,significa essere pronti a reinventare il pro-prio lavoro, anche perché totalmente impre-parati a gestire una situazione di emergenzacome questa.Innanzitutto, tale situazione ci porta a

passare ore davanti al PC per seguire webi-nar che ci insegnano ad utilizzare il pro-gramma di didattica a distanza (DAD) e checi permettono a nostra volta di insegnare ibambini via web.La DAD si articola tra registrazione di le-

zioni video e audio, condivisione di link(quelli più semplici e divertenti che possanoessere guardati da tutti, anche da chi ha dif-ficoltà di attenzione) e correzioni continua di

compiti. Infine, la modalità più difficile, la vi-deoconference, quella in cui la maestra de-ve avere sempre un sorriso per tutti e unaparola di speranza, in un momento in cuimolti dei nostri alunni hanno genitori chesono in ospedale, hanno perso una personacara, ma non hanno perso la loro umanità,che li fa combattere con la sofferenza.Poi ci sono i bambini che ti chiamano in

videoconferenza individuale, mentre fanno icompiti, con la scusa di avere bisogno diuna mano, per chiederti in realtà un po’ di

compagnia. Infine, nelmio caso, ci sono i bam-bini speciali, a loro lamaestra manca tanto,anzi troppo. Quando lavedono in quel piccolovideo spesso si com-muovono e trattenere leemozioni per un'inse-gnante non è facile enemmeno il webinar glie-lo insegna! Eppure, conti-nuiamo a lavorare, molto,a ricercare di notte e adinsegnare di giorno. Nes-suno di noi avrebbe maipensato ad un'esperien-

za lavorativa del genere, ma una cosa è cer-ta: insieme ce la faremo anche a superarequesto anno scolastico.

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-48

Sono orgogliosa di come tutto il

mondo della scuola italiana, i suoi

docenti, i suoi alunni e tutto il

personale, abbia reagito ad un evento

di questa portata. Sono orgogliosa di

tutti Voi, e Vi ringrazio per avere

accompagnato ogni decisione, ogni

cambiamento, per quanto repentino,

con professionalità e umanità.(Lucia Azzolina)

La mancanza di solidarietà “mette

l’Unione Europea in pericolo di vita”.(Jaques Delors)

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inserto

EMERGENZA COVID-19 E DAD

Angela Maria Monaco

Siamo in “emergenza” e la scuola in que-sto periodo ha ipotizzato e messo in attomisure eccezionali, tutti ci siamo dovuti at-trezzare per continuare a sostenere i nostristudenti, tutti rigorosamente a casa, con laDidattica a Distanza (DAD), attraverso i di-versi dispositivi di comunicazione a disposi-zione: tablet, smartphone, computer porta-tili o fissi ed altro.Eravamo realmente attrezzati per poterlo

fare? ora lavoriamo con la DAD e bene omale sarà la metodologia che ci accompa-gnerà almeno fino alla conclusione di que-sto particolare anno scolastico. Come tuttele didattiche presenta aspetti positivi e ne-gativi e la mia esperienza di docente di Ma-terie Letterarie in un Liceo Artistico, mi por-ta ad operare alcune riflessioni.Dopo aver imparato ad usare un po’ tutti i

vari ambienti operativi, le piattaforme e con-tinuato ad operare sul nostro caro R “Regi-stro elettronico” su cui è stata messa a di-sposizione di docenti famiglie e studenti lapiattaforma, aver comunicato con Wapp dalgiorno 5 marzo, aver fatto sentire agli stu-denti che ci siamo e non li abbandoniamopur restando a casa aver sostenuto le infini-te difficoltà e le ansie senza stressarli, ma

con continuità rispetto alle nostre program-mazioni come tutti i docenti hanno fatto finoad oggi, quali altre strategie possiamo an-cora mettere in campo?Siamo docenti e come tali abituati ad

adattarci alle nuove situazioni, alle novitàche sistematicamente ci coinvolgono, i no-stri alunni forse lo sono un po’ meno, hannobisogno di essere guidati attraverso i diversistep, hanno bisogno di sentirsi rassicurati,sentirsi dire che stanno operando bene estanno procedendo correttamente, hannobisogno del contatto con il docente, anchetramite le videochat.Le risposte degli studenti in questo fran-

gente sono diverse, alcuni più fragili, ri-schiano di arenarsi, altri BES o DSA, forsegrazie ai tempi più distesi stanno lavorandomeglio e più sistematicamente, ma bisognafar procedere tutti e, quindi, attuazione dididattica differenziata a Distanza.

Gli aspetti negativi? Non esistono più ora-ri di servizio e giornate libere, quanto menoi giorni festivi, elaborati spediti dagli stu-denti via Wapp nel cuore della notte, a cuibisogna rispondere, con frasi di incoraggia-mento e suggerimenti per migliorare laperformance, per non demotivarli, per con-tinuare a mantenere teso quel sottile filoche tiene unito studente e docente.

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 9

Sapete, care e cari docenti, come

Vi definiscono i Vostri alunni e alunne

nei messaggi che mi inviano? “Scudi

di quiete nella tempesta che infuria”.

Mentre loro, i nostri studenti,

si definiscono “monadi senza più

finestre”. Hanno bisogno di Voi,

lo riconoscono tutti, in tanti modi

diversi…(Lucia Azzolina)

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inserto

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-410

Rimaniamo distanti oggi per abbracci

con più calore per correre più veloce

domani, tutti insieme ce la faremo.(Giuseppe Conte)

Il Paese ha bisogno della

responsabilità di ciascuno di noi, della

responsabilità di 60 milioni di italiani

che quotidianamente compiono piccoli

grandi sacrifici per tutta la durata di

questa emergenza. Siamo parte di una

medesima comunità. Ogni individuo si

sta giovando dei propri ma anche degli

altrui sacrifici.(Giuseppe Conte)

Altra considerazione: quale valutazione?Stiamo certamente operando con strumentinuovi e una valutazione oggettiva diventadifficile da attuare, forse si può valutare larealizzazione di uno schema o di una map-pa, lì dove è richiesta la riflessione sul pen-siero di un autore confrontato con il periodostorico, economico e politico del tempo, aseguito di un meeting on line. Rimangonodubbi e perplessità che difficilmente potre-mo risolvere e forse solo il buon senso e ilnostro essere DOCENTI ci potrà aiutare.

UNO E UNO FANNO TREPrendersi cura per superare l’emergenza

Giacomo Zampella

L’emergenza sanitaria che viviamo è unnemico strisciante e invisibile, non si sa dadove potrebbe arrivare e quando finirà edha già radicalmente cambiato le nostre abi-tudini di vita. Questo espone tutti ad unostress psicologico importante, dal persona-le sanitario che è in prima linea, ai familiaridegli ammalati più o meno gravi, a chi è re-cluso in casa per difendersi dal contagio, iltrauma non risparmia nessuno perché in-combe su tutti la minaccia di un pericolograve per sé e per i propri cari. La paura,che in una misura tollerabile ci spinge adattivare comportamenti protettivi funzionali,quando supera una certa soglia diventa pa-nico, portandoci così fuori dalla nostra “fi-nestra di tolleranza”, una forbice all’internodella quale riusciamo a regolare adeguata-mente i nostri stati emotivi e quindi anche aragionare e valutare correttamente gli even-ti. Uno stress eccessivo e prolungato pro-duce diverse forme di malessere psico-fisi-co, alcune paralizzanti, altre che spingonoall’iper-reattività; in tutti questi casi è il no-stro “sistema di sopravvivenza cerebrale” acomandare, che consente decisioni velocima su dati approssimativi (ne è un esempiolo svuotamento dei supermercati nonostan-te le rassicurazioni sugli approvvigiona-menti alimentari). Inoltre, è importante ri-cordare che un evento stressante anche se

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inserto

non vissuto in modo sopraffacente può co-munque sovrapporsi, “linkare” rispetto adeventi passati e quindi rafforzare il suo po-tere destabilizzante. Che cosa possiamo fare? Al di là delle si-

tuazioni che necessitano di un interventospecialistico, per gravità, intensità o com-plessità; un fattore di protezione fondamen-tale è la percezione di uno stato di sicurezzae padronanza. In questa dimensione uneducatore può fare tanto. La relazione di at-taccamento con i genitori, che costituisce labase sicura da cui partire per esplorare ilmondo nei primi anni di vita, si riattiva du-rante tutto il corso dell’esistenza quando leavversità lo richiedono e si orienta verso gli

adulti di riferimento con caratteristiche ido-nee che mostrano disponibilità. Un inse-gnante può fare la differenza, con i suoialunni, con le famiglie e con i colleghi, ma“per dare sicurezza” “bisogna sentirsi al si-curo” o almeno essere ancorati a piccolecertezze, come pensare che insieme si puòsuperare. Insieme ce la faremo!

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Istruzioni per abbracciarsi

Chandra Livia Candiani

L’Universo non ha un centro

ma per abbracciarsi si fa così.

Ci si avvicina lentamente

eppure senza motivo apparente.

Poi, allargando le braccia,

si mostra il disarmo delle ali

e infine si svanisce insieme

nello spazio di carità fra te e l’altro.

La presidenza nazionale

dell’Associazione Italiana Maestri

Cattolici (AIMC) ritiene che “fare

scuola” oggi come non mai significhi

“essere scuola”. La scuola non è

“solo” un luogo fisico, è un contesto

di crescita formalizzato in cui si cresce

quotidianamente educandosi e

istruendosi in una continua sinergia

educativa con le famiglie.

Noi, come Associazione Italiana

Maestri Cattolici ci saremo e come

75 anni fa abbiamo dato il nostro

contribuito alla rinascita dell’Italia

e della sua scuola post-fascista

e post-bellica così ci impegneremo,

grazie al volontariato di tutti i nostri

soci e di tutte le nostre realtà

territoriali, per riaprire ad un futuro

diverso e migliore tutto il Paese.

Toni D

emur

o

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vita aimcZina BIANCA

L a tematica del Corso èscaturita dall’Enciclicadi Papa Francesco “Lau-

dato sì”, cura della casa comune edal suo invito a promuovere, innoi, tutti, una presa di coscienzasulla problematica ambientale perla sopravvivenza della Umanità,recuperando una dimensione eco-logica integrale dell’uomo.Il corso è nato altresì dalle letture

del rapporto della CommissioneBrundtland “Il futuro di noi tutti”

(1987) – C.M. Ambiente e Svi-luppo – sia nella parte che riguardail degrado ambientale (desertifica-zione, inquinamento, effetto serra,ecc.), sia in quella che espone lepreoccupazioni sociali per povertà,stato di salute, degrado umano; siè inoltre fatto riferimento agli otto“Obiettivi di Sviluppo del Millen-nio”(2000-2015), delle NazioniUnite e alla Agenda 2030 per losviluppo sostenibile.Un giorno di Convegno di

Studi ha inaugurato il Corso diFormazione articolato in 5 incon-tri seminariali (per totali 25 ore)durante i quali sono state ap-profondite diverse tematiche rela-tive alla crisi globale del Pianeta eagli esseri viventi che lo abitano.Il Convegno ha sottolineato la

necessità per la Scuola e per l’U-niversità di concretizzare una for-mazione che miri alla presa di co-scienza di una nuova etica delcomportamento in grado di in-durre al cambiamento: un cam-biamento degli stili di vita, dellerelazioni – sia quelle umane siaquelle che regolano il nostro rap-porto con l’ecosistema – alla luce

di una visione sistemica di “eco-nomia integrale”.Si tratta ovvero di promuovere

conoscenza e nuove capacità (d’in-dagine, di orientamento, di pro-gettualità per tutelare il futurodella Terra e di tutti gli esseri vi-venti) ritrovando il senso della col-lettività nel rispetto delle differenzee delle finalità perseguite.Per una visione esaustiva sono

stati individuati obiettivi specifici:• la conoscenza della biosfera

come un unico grande ecosistemanel quale tutti gli esseri viventi en-trano in relazione, interagisconotra di loro, influenzandosi e in-fluenzando a loro volta l’ambientecircostante;• la conoscenza e consapevolezza

delle conseguenze di un agire dis-sennato, di sfruttamento, di depre-damento delle risorse che rovina,deteriora le condizioni essenzialiper la vita umana e del Pianeta;• un sapere che promuova nuovo

umanesimo, nuove forme di ri-spetto, altro stile di vita per risco-prire la vera libertà e non quella“indotta”, la dignità della propriaesistenza, rinnovando il valore della

Corso di Formazione

La salvaguardia della terra nostra casa comune.Le azioni della scuola

Il Corso - rivolto ai Docenti di ogni ordine e grado e ai Dirigenti; aperto agli studenti dellaSecondaria di 2° grado e agli universitari, è stato organizzato dall’AIMC Provincia di Cataniain collaborazione con l’Istituto Tecnico “Archimede - Diaz - Manzoni” CT, e con Istituti dellaSecondaria di Primo e Secondo grado, con Dipartimenti dell’Università, l’ANISN CT, L’Ass.Etnea Studi Storici-Filosofici, l’Ass. Culturale “Efeso”, la Rete Green “Liceo Cutelli”.

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vita aimc

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 13

fratellanza anche con tutto il creato(il famoso cantico di San France-sco) e ritrovando “in interiore ho-mine” la propria spiritualità.Al fine di rendere agevole ed effi-

cace l’offerta formativa sono stati pre-visti più approcci di apprendimento.Nel primo incontro – giorno del

Convegno – sono state proposte:relazioni per inquadrare il problemagenerale, presentare l’AIMC ai cor-sisti e agli intervenuti; una tavolarotonda arricchita dalla presenza edalle testimonianze del Dirigentidei Licei coinvolti e ancora espe-rienze significative dal territorio.Nei successivi incontri del

Corso, sono state proposte: duerelazioni per l’argomento ordinedel giorno e, a seguire, i Laboratori,le azioni della scuola, suddivisi perfasce (Infanzia, primaria, seconda-ria di primo grado e secondaria disecondo grado) volti a: mettere afrutto quanto avvertito; condivi-dere: riflessioni, esperienze, role-playing formativo, e simulazioni;elaborare un breve documento dariportare in Plenaria. Valore aggiunto tra i Laboratori,

l’inserimento di un “Laboratoriodi Movimento” per “mettersi ingioco” (seguito sia dai Docenti chedagli allievi della secondaria di se-condo grado ammessi al Corso)che, coinvolgendo tutte le sferedell’essere, a permesso ai soggettipartecipanti di pervenire alla con-sapevolezza del proprio sé.Un valore aggiunto ulteriore è

stata la bella esperienza di colla-borazione attiva tra la Scuola e l’U-niversità, così come la collabora-zione con le Associazioni e leAgenzie Formative dei territori. Idocenti universitari si sono spesicon apertura e grande disponibi-lità, presentando gli esiti dei lorostudi, rispondendo con affabilitàe senza mai sottrarsi alle domande

ed alle curiosità dei corsisti e la-sciando i documenti e PPT peruna successiva consultazione.Punti nodali nella elaborazione

del planning del Corso sono statil’esaustività e la qualità della offertaformativa. Temi degli incontri: • Crisi globale del Pianeta e crisi

degli esseri viventi che lo abitano• L’impoverimento delle risorse

e conseguenze. Il clima come benecomune • Quali stili di vita possibili. Ele-

menti di cittadinanza attiva• I meccanismi delle dinami-

che relazionali. Le relazioni nel-l’ecosistema fra le differenti spe-cie viventi• “Se la vita ci bastasse non esi-

sterebbe la poesia”; I luoghi del-l’animaL’approfondimento dei luoghi

della “meditazione e dell’anima”per riflettere sulla dimensione spi-rituale di ognuno di noi e cono-scere i cammini spirituali nelmondo, previsto a conclusione delCorso, per ragioni di forza mag-giore è stato anticipato al quartoincontro.Tutti gli incontri sono stati se-

guiti con interesse sin dal Conve-gno di apertura, nel quale sonostati presenti e molto apprezzati il

nostro presidente Giuseppe Desi-deri, la segretaria nazionale EstherFlocco, la presidente dell'AIMCSicilia Marina Ciurcina, oltre agliospiti di casa e ai Dirigenti dei variIstituti.Un esito importante del Corso

che ha confermato la bontà dell’i-dea, del progetto formativo e delplanning elaborato è stata la sot-toscrizione della ConvenzionePCTO (ex ASL) tra Istituzionescolastica e soggetto ospitante (a.s.2019/20).Dopo il secondo incontro, data

la presenza di allievi della secon-daria di II grado del Liceo Scien-tifico Statale “E. Majorana”, conindirizzi Linguistico, ScienzeUmane ed Economico Sociale, diSan Giovanni La Punta, via G.Motta, 87, rappresentato dal Di-rigente Scolastico dott.ssa CarmelaMaccarrone, si è convenuto di sti-pulare una convenzione tra il Liceosopra menzionato e l’AssociazioneItaliana Maestri Cattolici AIMC,Sicilia denominata “soggetto ospi-tante” che si impegna ad accoglierea titolo gratuito presso le sue strut-ture n.25 soggetti in PCTO (exASL), per n.25 ore, su propostaLiceo Statale “E. Majorana”, in-dicata/o anche come “istituzionescolastica”.

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Nell’ambito delle ini-ziative annuali rivol-te ai docenti di scuo-

la dell’infanzia e primaria, l’Aimcdi Pisa ha organizzato a gennaio-febbraio 2020 la formazione“Corsivo subito” basata sul Me-todo A.E.D.® dell’AssociazioneEuropea Disgrafie www.disgra-fie.eu. Il Metodo promuove findalla scuola dell’infanzia un’edu-cazione del gesto grafico che, at-traverso il potenziamento delleabilità di base (percettive, moto-rie, cognitive, linguistiche) e unlavoro accurato sulle forme pre-scrittorie, porta i bambini a con-quistare un corsivo fluido e leggi-bile. Da anni in Italia si registraun costante aumento di scritturedi bambini e ragazzi poco leggi-bili, disordinate, visibilmente fa-ticose. Non si tratta sempre di

vere e proprie disgrafie (DSA),ma di difficoltà grafomotorie le-gate a un apprendimento nonriuscito, dovuto sia a posture eimpugnature non funzionali, siaalla scarsa pratica di giochi e atti-

vità di vita quotidiana che coin-volgono la motricità fine. In tuttiquesti casi i lavori scolastici colle-gati alla scrittura diventano per ibambini fonte di sofferenza e fru-strazione; ne derivano senso diinadeguatezza, ansia, calo dell’au-tostima e perdita di motivazione.Compito della scuola dell’in-

fanzia non è anticipare ai bambi-ni l’insegnamento della scrittura,ma far loro sperimentare con ilcorpo tutto quanto sta alla basedella scrittura: percezione visivadelle forme, controllo tonico,coordinazione oculo-manuale,organizzazione dello spazio, im-pugnatura corretta, ecc. Il Meto-do AED® non prevede l’uso dischede prestampate perché smor-zano la creatività e l’espressivitàdel bambino e non consentono lacorretta interiorizzazione del ge-

sto alla base dellaforma; ricalcare ocompletare trac-ciati e forme senzaun adeguato lavo-ro su percezione egestualità è visibil-mente inefficace.Con il passaggioalla scuola prima-ria è importantericordare che lascrittura, obbe-dendo a codici

convenzionali, non è un appren-dimento spontaneo: è un atto co-gnitivo che richiede un insegna-mento specifico, accurato, lento eprogressivo, che non può essereridotto a una copia di lettere dal-

la lavagna. Il Metodo AED® pro-pone l’apprendimento del corsi-vo immediatamente nella primaclasse della scuola primaria, senzapassare dallo stampato, il cui ge-sto viene continuamente inter-rotto: diverse sperimentazionihanno infatti dimostrato che laqualità della scrittura dei bambi-ni “nativi corsivi” è di gran lungasuperiore rispetto a quella dei“nativi stampati”. Il Metodo sug-gerisce l’adozione di un modellodi corsivo semicontinuato checonsente facilità esecutiva delleforme, leggibilità, tendenza alcollegamento con la lettera suc-cessiva, graduale scioltezza e scor-revolezza. Ogni lettera viene pre-sentata in modalità multisenso-riale, per rispettare i differenti ca-nali di apprendimento. L’inse-gnante avrà cura di insegnare imovimenti che portano alla rea-lizzazione delle varie lettere, dicui verbalizzerà sempre puntod’attacco, direzione, modalità dicollegamento, facendo esercitare ibambini su vari supporti e convari materiali, rendendo l’espe-rienza sempre gradevole e moti-vante. Aiuterà infine i bambini,attraverso varie strategie, a posi-zionare correttamente le letterenegli spazi previsti dai quaderni.I partecipanti guidati dalla

Formatrice del Metodo AED®Caterina Caracciolo di San Vito,hanno subito messo in pratica lemetodologie acquisite durante ivari incontri. Hanno infineespresso il desiderio di poter ap-profondire l’esperienza.

Aimc: strumentiper star bene a scuola

vita aimcVirginia PUCCIARELLI

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Che poi io l’ho sempre saputoIn tutti i momenti difficiliE volevo solo dirti che se ci credi in fondoAndrà tutto bene

Questo è l’inizio, non è la fineUn solo amore senza confineA te il mondo, a me il sognoA me la notte, a te il giorno

A noi il tempo non risparmierà maiGiornate che sembrano non passare maiE i pensieri che ti fanno diversoIl silenzio per tutti lo stesso universoAmo questa vita all’infinitoAmo l’infinito in questa vitaE tu smetti di piangere bambinaNon è finita finché non è finita

Se ti dico che andrà tutto beneSe ti dico “non ti preoccupare”Che alla fine ne usciremo insiemeAnche al costo di dover lottareSe ti dico “guarda là il tramonto”Dopo tutto passerà un momentoÈ perché lo sento, è perché lo sento, è perché lo sento

Se guardi il cielo non sei più soloSe questo è vero, è ciò che sonoSenza paura di fronte a DioDirai la verità solo dicendo addioA noi il tempo non ci lascerà maiCiò che è stato, dimenticateSe non ti chiedi come andrai e dove andraiChe poi è solamente un’altra estateAmo questa vita all’infinitoAmo l'infinito in questa vita

E tu smetti di piangere bambinaNon è finita finché non è finitaSe ti dico che andrà tutto beneSe ti dico “non ti preoccupare”Che alla fine ne usciremo insiemeAnche al costo di dover lottare

Se ti dico “guarda là il tramonto”Dopo tutto passerà un momentoÈ perché lo sento, è perché lo sento, è perché lo sentoSe ti dico che andrà tutto beneSe ti dico “non ti preoccupare”Che alla fine ne usciremo insiemeAnche al costo di dover lottareSe ti dico “guarda là il tramonto”Dopo tutto passerà un momentoÈ perché lo sento, è perché lo sento, è perché lo sento

Se ti dico che andrà tutto beneSe ti dico “non ti preoccupare”Che alla fine ne usciremo insiemeAnche al costo di dover lottareSe ti dico “guarda là il tramonto”Dopo tutto passerà un momentoÈ perché lo sento, è perché lo sento, è perché lo sento

È perché lo sentoÈ perché lo sentoÈ perché lo sento

#andràtuttobenevita aimc

ilMaestro marzo-aprile 2020 numeri 3-4 15

ELISA eTommaso PARADISO

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