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Aggiornamento: Settembre 2002
Metodologia di controllo
COMMERCIO DI PARTI DI RICAMBIO E ACCESSORI DI AUTOVEICOLI, MOTOCICLI E CICLOMOTORI
Codici attività: 50.30.0 50.40.2
Indice
1. PREMESSA........................................................................................................................... 2
1.1 Caratteristiche del settore.............................................................................................. 2
2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO..................................................................... 4
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria ......................................................................... 4
2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso ................................................ 5
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet ...................... 5
3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO..................................................................................... 7
3.1 Modalità dell’accesso..................................................................................................... 7
3.2 Controlli prioritari ....................................................................................................... .... 7
3.3 Controllo del volume d’affari ......................................................................................... 9
3.3.1 - Tipologie di evasione............................................................................................. 9
3.3.2 - Indizi di evasione................................................................................................. 10
3.3.3 - Prospetto degli eventuali indizi di evasione ......................................................... 13
3.3.4 - Possibili approfondimenti dell’indagine................................................................ 14
3.3.5 - Quantificazione dei ricavi omessi ........................................................................ 14
3.3.6 - Controllo di carico e scarico del magazzino......................................................... 14
3.3.7 - Controllo del ricarico............................................................................................ 15
3.3.8 - Indice di rotazione di magazzino ......................................................................... 17
3.3.9 - Indice di produttività per addetto ......................................................................... 18
3.3.10 - Altri controlli ed analisi....................................................................................... 18
3.4 Ulteriori elementi di valutazione .................................................................................. 19
3.5 Le indagini bancarie ..................................................................................................... 20
3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti............................... 21
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari ........................... 21
CHECK LIST ..................................................................................................................... ...... 22
Commercio di parti ed accessori di autoveicoli 50.30.0 Commercio all’ingrosso e al dettaglio di parti di ricambio di motocicli e ciclomotori 50.40.2
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1. PREMESSA
1.1 Caratteristiche del settore
La presente metodologia, individuata dai codici attività 50.30.0 Commercio di parti ed accessori di
autoveicoli e 50.40.2 Commercio all’ingrosso e al dettaglio di parti di ricambio per motocicli e ciclomotori, è
rivolta ai soggetti che effettuano la vendita di parti di ricambio e altri accessori per auto, motocicli e
ciclomotori, nonchè di altri prodotti quali: oli e lubrificanti, prodotti chimici, articoli di utensileria.
Molte imprese che commerciano in parti di ricambio per auto e motocicli, si dedicano anche all’attività di
montaggio, riparazione e sostituzione di pneumatici, che, a volte, diviene prevalente rispetto alla stessa
vendita.
Con riferimento alle specifiche caratteristiche dell’attività da sottoporre a controllo, oltre che alla presente
metodologia si rinvia a quella della “riparazione e sostituzione di pneumatici”.
Molti “gommisti”, infatti, utilizzano il codice 50.30.0 ancorché trattino esclusivamente pneumatici e
forniscano i servizi relativi alla riparazione e sostituzione di parti ed accessori. In tal caso andrà utilizzata la
metodologia “riparazione e sostituzione di pneumatici”.
Il settore economico, oggetto della presente metodologia, è caratterizzato in particolar modo da imprese
individuali, costituite prevalentemente dal titolare coadiuvato, a volte, da familiari, da soci o da personale
dipendente, in cui gli spazi adibiti alla vendita sono piuttosto contenuti, mentre i locali destinati al magazzino
sono leggermente più ampi.
A livello di medie e grandi ditte operano, invece, società di persone o, con ridotta diffusione, società di
capitali, in cui si rileva abitualmente la presenza di personale dipendente; le superfici dedicate alla vendita
sono piuttosto ampie, i locali destinati a magazzino sono di notevoli dimensioni.
Gli acquisti vengono effettuati presso commercianti all’ingrosso o presso ditte produttrici di ricambi ed
accessori.
I prodotti comunemente commercializzati rivestono caratteristiche merceologiche, dimensionali e
soprattutto tipologie di “costo” diversificate; i ricambi per autoveicoli, motocicli e ciclomotori possono essere
relativi a:
i parte meccanica;
i parte elettrica;
i carrozzeria;
i pneumatici;
i accessori chimici (olii, liquidi refrigeranti, ecc.);
i utensileria ed accessori vari.
Tale differenziazione risulta rilevante nella tenuta del magazzino fisico. Infatti, in relazione ai ricambi di
piccole dimensioni e di costo modesto è probabile la presenza in magazzino di notevoli quantità; così come
saranno, probabilmente, rilevanti le quantità di pezzi di ricambio relativi ad autoveicoli, motocicli e ciclomotori
diffusi sul mercato.
La diversità di costi tra i vari prodotti della medesima tipologia potrà invece dipendere dal fatto che si tratti
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o meno di “ricambio originale”, cioè se prodotto o marchiato dalla medesima “casa produttrice”
dell’autoveicolo, motociclo o ciclomotore oppure si tratti di ricambio “non originale” (sottomarchio o
comunque prodotti non coperti da marchi specifici). Differenze, inoltre, sono riscontrabili se, il pezzo di
ricambio, è relativo ad un autoveicolo o motociclo di “lusso” o di “importazione”.
Alcuni esercizi commerciali possono operare anche con un mandato per la vendita di pezzi di ricambio
originali delle medesime case produttrici degli autoveicoli, motocicli e ciclomotori, e svolgere, dunque, una
funzione di intermediazione, percependo quindi provvigioni con riferimento a questa attività.
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2. ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO
2.1 Interrogazioni dell’Anagrafe Tributaria
L’attività di controllo dovrà essere preceduta dalla raccolta dei dati e delle informazioni riguardanti il
soggetto da verificare.
Al riguardo, una prima fonte di notizie può essere acquisita dal sistema informativo dell’Anagrafe
Tributaria, sia in ambiente tradizionale che web, dal quale possono essere tratte le seguenti informazioni:
se trattasi di società:
i principali soci;
i notizie sui comportamenti dell’organo amministrativo;
i redditi dichiarati dalla società e dai soci (categoria e importo);
i esistenze di partite I.V.A., anche cessate, intestate ai soci;
i elementi indicatori della capacità contributiva dei soci;
i bilancio civilistico e relativi indici contabili;
se trattasi di persona fisica:
i esistenze di partite I.V.A. cessate;
i reddito complessivo dichiarato negli ultimi anni;
i reddito d’impresa dichiarato negli ultimi anni;
i elementi indicatori di capacità contributiva;
per tutte le tipologie di soggetti:
i data di inizio dell’attività;
i luogo di conservazione delle scritture contabili;
i notizie sulla sede legale e amministrativa e/o punti vendita e/o eventuali depositi;
i posizione fiscale e dati relativi alle ultime dichiarazioni;
i precedenti fiscali: controlli già effettuati a qualunque titolo, segnalazioni, ecc.;
i eventuali operazioni commerciali intercorse con operatori economici comunitari ed extracomunitari.
Presso gli uffici verranno, inoltre, reperiti gli altri elementi di accertamento. L’acquisizione dei suddetti dati
consente ai verificatori di:
i predisporre l’accesso contemporaneo o in tempi ravvicinati nei diversi punti vendita e/o depositi;
i riscontrare l’esistenza di rapporti commerciali con soci soggetti di imposta;
i dare una prima valutazione complessiva sulla credibilità dei redditi dichiarati dalla società o dall’impresa
rispetto al “minimo vitale”. Ad esempio si riscontra talvolta l’esistenza di società a ristretta base azionaria
che dichiarano perdite o redditi irrisori per molti anni. Si rende opportuno, in tal caso, ricercare
l’eventuale esistenza di finanziamenti dei soci alla società (indizio di occultamento di ricavi);
i acquisire le prime informazioni, da completare con i dati rilevabili presso l’azienda e da riscontrare anche
mediante contraddittorio con la parte, sull’evoluzione storica del fatturato e del reddito dichiarati nonché
sui rapporti finanziari fra società e soci.
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2.2 Altre interrogazioni e ricerche preliminari all’accesso
E’ opportuno riscontrare le informazioni acquisite dall’interrogazione all’A.T. con quelle desumibili dalla
banca dati della Camera di Commercio, dell’I.N.A.I.L. e dell’I.N.P.S., relativamente a:
i tipologia delle attività esercitate dal soggetto;
i luogo o luoghi di esercizio dell’attività;
i generalità del/i rappresentante/i legale/i della società e dei soci;
i situazione giuridica del soggetto: normale attività, soggetto estinto, soggetto in liquidazione/fallito, ecc.;
i eventuale presenza di protesti a carico dell’impresa, sia nella provincia di residenza che nel resto d’Italia,
per valutare sia lo “stato di salute” dell’azienda che la prevedibile proficuità dell’azione accertatrice;
i controlli a carico del soggetto;
i altri dati ed informazioni.
Un altro sintomo sullo “stato di salute” dell’esercizio può essere rappresentato dalla “visibilità”
pubblicitaria del soggetto, in quanto il relativo onere normalmente risulta proporzionale alle aspettative di
crescita dei ricavi.
Nella fase preparatoria al controllo può risultare utile verificare le inserzioni pubblicitarie presenti su
“Pagine Gialle” e “Pagine Utili”, al fine di acquisire notizie relative all’oggetto caratteristico dell’attività, alla
presenza di sedi decentrate, all’ambito territoriale entro il quale l’impresa svolge l’attività, ecc..
Nell’ambito dell’attività preparatoria è opportuno effettuare un sopralluogo preliminare per conoscere le
caratteristiche esterne e la dimensione dell’esercizio, in particolare se è svolto in più locali, anche al fine di
stabilire il momento e le modalità dell’accesso e la composizione del nucleo di verificatori da impiegare.
Da valutare l’utilità di eseguire, con la massima discrezione, piantonamenti esterni anche intervallati nel
tempo, per avere informazioni sull’affluenza della clientela.
L’analisi di tali dati potrà suggerire al verificatore il percorso su cui indirizzare le indagini.
2.2.1 - Controllo delle informazioni relative al soggetto presenti in Internet
Al fine di raccogliere maggiori informazioni sul soggetto da sottoporre a controllo sarà utile verificare la
sua presenza in Internet.
Tale presenza potrà manifestarsi in vari modi: dalla semplice “pagina” con poche indicazioni, al “sito”
completo di cataloghi, listini, informazioni tecniche, ecc..
Per effettuare la ricerca è sempre opportuno partire da un indirizzo specifico del soggetto (dominio) e ci si
potrà avvalere dei cosiddetti “motori di ricerca”.
Il dominio in genere si identifica con la denominazione del contribuente seguita dall’estensione ad
esempio (.it), (.com), (.org).
I motori di ricerca contengono una finestra in cui è possibile digitare una o più parole per avviare una
ricerca sulla rete; il verificatore potrà digitare il nome/denominazione del soggetto e cliccare su “cerca”,
ottenendo una serie di collegamenti (link) e di pagine web contenenti la parola da lui cercata.
La presenza su internet riguarda soprattutto aziende strutturate ed articolate nell’offerta di servizi,
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comunque, la mancata individuazione di un dominio specifico non significa, necessariamente, che il
contribuente è assente dalla rete, in quanto molte piccole aziende tendono a far “ospitare” le proprie pagine
in apposite aree di siti di grandi dimensioni generalmente gestiti da Internet Provider, i fornitori di accesso
alla rete, o società che specificamente curano tali servizi, ideando, costruendo e mantenendo i siti per conto
terzi.
In questo caso si potrà tentare l'individuazione del soggetto mediante consultazione della banca dati della
Registration Authority del CNR di Pisa, che ha la gestione centralizzata dei domini “.it”; tale database è
consultabile dal sito www.nic.it.
La ricerca sarà effettuata con le diverse modalità consentite (consigliabile quella per nome e testo libero):
inserendo il nome/denominazione del soggetto da individuare, si potrà ottenere il nome di dominio
corrispondente.
Tra le informazioni consultabili vi sono quelle relative al soggetto che ha richiesto la registrazione del
nome di dominio, all’eventuale amministratore ed una breve descrizione dell’attività.
Si segnala, inoltre, che nel sito www.infoimprese.it è presente una banca dati contenente, per i soggetti
interrogati, alcune informazioni tratte dal registro imprese e l’eventuale link con cui operare la connessione.
E’ possibile accedere ad un motore di ricerca dei siti italiani con dominio, tramite il link di connessione
www.dominitaliani.it.
Si ricorda che è diffusa la presenza di imprese che nei loro siti hanno predisposto e/o resi già operativi
strumenti di pagamento on-line, e che dunque, tramite Internet, effettuano vendite, prestazioni o transazioni
a pagamento.
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3. METODOLOGIA DEL CONTROLLO
3.1 Modalità dell’accesso
Tutte le operazioni di seguito descritte necessitano, per essere realmente efficaci ai fini delle indagini, di
un elevato grado di riservatezza, determinante per acquisire ogni elemento o documento utile per la
ricostruzione del reale giro d’affari.
Sono ipotizzabili diverse modalità di accesso in dipendenza delle differenti caratteristiche organizzative
dell’attività:
i esistenza di un unico punto vendita e assenza di depositi con diversa ubicazione;
i esistenza di un punto vendita in luogo diverso dalla sede legale della società, esistenza di un deposito in
luogo diverso dal punto vendita o dalla sede legale;
i punto vendita di grandi dimensioni o con deposito adiacente.
3.2 Controlli prioritari
I verificatori dopo aver adempiuto alle formalità di rito, procederanno ad una serie di operazioni, tra le
quali le più importanti risulteranno essere:
i reperire ed acquisire agli atti della verifica tutte le registrazioni ed i documenti contabili ed extracontabili
rilevanti ai fini del controllo (schedari dei clienti, brogliacci, quietanze, corrispondenza, indirizzi, agende,
appunti, preventivi di spesa, ecc.);
i controllare la cassa per verificare se i valori rinvenuti (denaro, assegni, ricevute di carte di credito)
trovano riscontro con gli incassi complessivi e parziali certificati (scontrini, ricevute fiscali, fatture);
i individuare le ultime operazioni effettuate, ed in particolare l’ultimo D.D.T., documento fiscale emesso,
ecc.;
i rilevare quali carte di credito vengono accettate in pagamento, anche dalle etichette esposte sulle
vetrine o presso la cassa o da altri avvisi alla clientela;
i rilevare gli eventuali rapporti con società di credito al consumo per la concessione di rateazioni sulle
vendite;
i acquisire i “floppy disk” e gli altri supporti magnetici rinvenuti. Se l'azienda si avvale di mezzi informatici,
si provvederà a visionare il programma di gestione ed a richiedere la stampa dell'elenco clienti, nonché
di tutti i dati utili al controllo: bilancio di verifica, inventario di magazzino, giacenze, listino prezzi, tariffari,
ecc. La lettura di detti supporti magnetici potrà consentire la rilevazione di clienti, fornitori, incassi e
pagamenti non presenti in contabilità. Debita attenzione va riservata ai dati registrati nell'hard disk del
personal computer, utilizzato dal titolare dell'impresa o da soggetti aventi particolari responsabilità
gestionali.
Si rammenta che se la parte non consente l’utilizzazione dei propri impianti e del proprio personale, i
funzionari che procedono all’accesso possono, ai sensi dell’art. 52, comma 9, del D.P.R. n. 633/72,
provvedere con mezzi propri alla elaborazione e lettura dei supporti magnetici (dischetti, CD ROM, ecc.)
fuori dai locali aziendali.
Qualora vengano utilizzate chiavi di accesso o codici particolari a tutela del contenuto dei supporti
magnetici si potrà chiedere al titolare dell’azienda di eseguire le operazioni necessarie per accedere alle
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informazioni in esso contenute.
Con la larga diffusione delle nuove tecnologie è sempre più frequente lo scambio di dati ed informazioni
tramite posta elettronica (E-mail). Tali informazioni desunte dalla casella di posta elettronica dell’azienda
possono avere rilevanza ai fini del controllo. A questo proposito si fa presente che i messaggi già
“aperti”, come per la normale corrispondenza attinente l’attività, sono direttamente acquisibili, mentre
quelli non ancora letti sono da trattare secondo quanto previsto dall’art. 52, comma 3, del D.P.R.
n. 633/72 (si evidenzia che in molti programmi di gestione della posta elettronica i messaggi aperti sono
contraddistinti da una icona raffigurante una busta aperta, mentre quelli non ancora letti da un titolo in
grassetto);
i riscontrare l’esistenza di un eventuale sito internet non rilevato durante la fase preparatoria al controllo
dell’azienda, attraverso l’esame della documentazione reperita;
i rilevare il personale presente in azienda, individuando, oltre ai dati anagrafici, la data di inizio dell’attività,
il tipo di rapporto di lavoro, le mansioni svolte. I dati rilevati saranno confrontati con i libri obbligatori in
materia previdenziale e del lavoro;
i rilevare l’eventuale svolgimento di attività collaterali (officina, carrozzeria e gommista) al fine di accertare
la tipologia dei servizi offerti. In tali casi si rileverà la presenza di eventuali macchinari ed il loro costo
nonché l’ammontare delle spese correnti (ad esempio spese di energia elettrica) e quelle relative alla
manodopera. Per il controllo di tali attività si rinvia comunque alle rispettive metodologie;
i inventariare (quantità, valore e fornitore) le merci esposte e quelle giacenti in magazzino. I verificatori si
assicureranno che tutte le movimentazioni vengano segnalate, sino al termine delle operazioni di
rilevazione giacenze.
La tenuta informatizzata del magazzino semplifica le procedure di acquisto, segnalando all’esercente le
tipologie e le quantità di merce da ordinare.
Nel caso in cui il soggetto verificato tenga una contabilità di magazzino “automatizzata”, sarà utile
analizzarne il sistema di funzionamento, dal quale si potrebbero rilevare informazioni utili alla
ricostruzione del volume d’affari. In tal caso si provvederà anche a reperire il file relativo al magazzino,
che potrà essere trasferito in S.A.Ve. seguendo le istruzioni disponibili nella relativa guida operativa, al
capitolo “import ed export dei dati”.
Il contribuente potrebbe aver adottato un sistema, che prevede il collegamento automatico tra lo scarico
delle merci dal magazzino “automatizzato” (ad esempio passando il codice a barre del prodotto su un
lettore ottico) e l’emissione di un documento fiscale, oppure un diverso sistema per cui lo scarico di una
merce dal magazzino “automatizzato” non comporta l’emissione automatica di un documento fiscale.
La tenuta di un magazzino informatizzato non esclude la presenza di merci acquistate “a nero” nel
database di gestione merce;
i rilevare i prezzi di vendita dalle targhette degli articoli esposti al pubblico, dai listini prezzi e dalle fatture
di vendita emesse;
i rilevare i beni strumentali, le attrezzature e gli arredi posseduti;
i rilevare e controllare i dati utilizzati e dichiarati dal contribuente ai fini dell’applicazione degli Studi di
Settore. I controlli da effettuare sono esplicitati nella circolare del 13 ottobre 2000, n. 185/E;
i controllare l’esistenza e la corretta tenuta della contabilità;
i richiedere alla parte, con contestuale verbalizzazione delle dichiarazioni rese, notizie relative a:
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x individuazione delle merci più significative e dei relativi prezzi di vendita;
x eventuali attività collaterali e prestazioni accessorie (riparazioni, sostituzioni, ecc.) e relative tariffe
praticate alla clientela;
x tempi e modalità di approvvigionamento della merce e fatture da ricevere (con individuazione dei
fornitori);
x modalità di gestione della cassa al fine di appurare la frequenza e l’entità dei prelievi da parte del
titolare, la data, l’importo e la causale dell’ultimo prelevamento;
x misura e modalità di riconoscimento degli sconti praticati eventualmente su determinate categorie di
merce;
x disponibilità di altri locali utilizzati per il deposito e la conservazione della merce;
x percentuali di sconto ottenute dai fornitori;
x tipologia di clientela (consumatore finale, impresa).
Le seguenti ulteriori rilevazioni potranno essere utili al fine di inquadrare la potenzialità reddituale
dell’esercizio:
i anno d’inizio dell’attività;
i titolo di possesso dell’esercizio;
i costi sostenuti per l’utilizzo dei locali (eventuali ristrutturazioni effettuate negli ultimi anni);
i rilevazione delle dimensioni dei locali e destinazione delle superfici;
i capitale complessivamente investito, valutando tra l’altro gli impegni finanziari assunti per gli investimenti
effettuati in macchinari per le eventuali attività collaterali;
i ubicazione territoriale (zona centrale o periferica, zona servizi o zona a destinazione abitativa).
3.3 Controllo del volume d’affari
3.3.1 - Tipologie di evasione
Nel settore del “Commercio di parti ed accessori di autoveicoli” e “Commercio all’ingrosso e al dettaglio di
pezzi di ricambio per motocicli e ciclomotori” la registrazione delle vendite viene di solito effettuata mediante
l’emissione dello scontrino di cassa o della fattura, nei casi in cui questa venga richiesta da soggetti che
devono documentare gli acquisti, quali ad esempio altre imprese commerciali o che prestano servizi di
riparazione.
Le principali metodologie di evasione adottate nel settore si realizzano attraverso l’occultamento dei
ricavi.
In particolare si possono distinguere tre tipologie di comportamento strumentali al suddetto fine, che sono
adottate anche congiuntamente:
a) metodo della “sottofatturazione” che si basa sulla contabilizzazione di prezzi di vendita più bassi. Si
realizza o attraverso la mancata emissione di una parte degli scontrini di cassa, oppure emettendo
scontrini di importo inferiore a quello dovuto. Mentre la mancata emissione può riguardare acquisti di
scarso valore unitario, l’emissione di scontrini o di fatture di importo inferiore a quello dovuto può
riguardare gli acquisti di maggiore entità.
Una particolare ipotesi di mancata certificazione dei corrispettivi può concretizzarsi nel caso in cui
l’esercente sia solito cedere merce ai clienti abituali.
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Una ipotesi di sottofatturazione può riguardare l’emissione dello scontrino limitatamente all’importo
corrisposto quale acconto al momento dell’acquisto, al quale non fa seguito alcun altro documento al
momento della consegna.
Tale tipologia di evasione realizzata tramite il metodo della “sottofatturazione” consente di:
i non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato, facendo apparire un ricarico inferiore a quello
reale;
i evadere l’I.V.A. sulle vendite, relativamente ai minori ricavi contabilizzati;
b) metodo del “magazzino gonfiato” attribuendo alle merci un valore superiore a quello effettivo; in sostanza
si fa apparire tra le rimanenze finali anche parte delle merci vendute.
Tale tecnica viene adottata quando nel corso dell’esercizio non sono stati correttamente contabilizzati tutti
i ricavi per vendite e quindi il risultato d’esercizio configura un ricarico percentuale (rapporto tra utile
operativo e costo del venduto) particolarmente basso, che può costituire pertanto un sintomo di evasione.
Con la sopravvalutazione delle rimanenze finali si perseguono i seguenti risultati:
i non far emergere perdite civilistiche e fiscali (peraltro non veritiere) che potrebbero, rispettivamente,
deteriorare i rapporti con le banche e “insospettire” il fisco;
i non ridurre la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella effettiva;
i non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato;
i evadere l’I.V.A. sulle vendite;
c) metodo degli “acquisti e vendite in nero”.
E’ attuabile quando è possibile effettuare acquisti in nero.
Tale “tecnica” risulta particolarmente praticabile nel settore “pezzi di ricambio usati” dove è possibile
effettuare acquisti direttamente presso i depositi di auto e motocicli da rottamare.
Questo metodo di evasione consente di:
i non ridurre la percentuale di ricarico risultante dalla contabilità rispetto a quella effettiva;
i non fare emergere tutto l’utile effettivamente realizzato;
i evadere l’I.V.A. sulle vendite in nero.
3.3.2 - Indizi di evasione
Al fine di verificare l’esistenza degli indizi di evasione e ricondurli alle tipologie prima individuate, si
elencano alcuni fra i principali elementi indiziari con le relative fonti documentali sulle quali sono riscontrabili.
a) Gli indizi di evasione attuata con il metodo della “sottofatturazione” possono essere trovati:
i dal controllo della cassa effettuato al momento dell’accesso: occorre confrontare il denaro e gli altri valori
rilevati al momento dell’accesso con gli scontrini emessi a partire dal giorno dell’ultimo prelievo effettuato
dal titolare. Una piccola differenza può essere giustificata da esigenze di funzionamento della cassa che
richiedono una giacenza minima (per dare il “resto”, per esigenze improvvise, ecc.). Inoltre, ad ogni
assegno rinvenuto o ricevuta di carta di credito dovrebbe corrispondere uno scontrino di pari importo;
i nelle copie commissioni dei clienti. In sede di accesso possono essere rintracciate copie di commissioni
da cui emergano annotazioni di acconti ricevuti per i quali non risultano emessi i relativi documenti fiscali;
i nella registrazione dei corrispettivi. Dalla registrazione dei corrispettivi è riscontrabile la presenza di
importi particolarmente elevati negli ultimi giorni del periodo di liquidazione I.V.A. (mensile o trimestrale)
e del mese di dicembre, sintomo di un’evasione attuata con l’emissione a posteriori di scontrini,
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finalizzata a far apparire un ricarico minimo credibile e, nel contempo, un debito I.V.A., ancorché di
importo modesto;
i nel giornale di fondo degli scontrini: è opportuno un attento esame, anche a campione, delle operazioni
risultanti dal giornale di fondo del misuratore fiscale (cosiddetto registratore di cassa) al fine di appurare
la presenza di anomalie nella emissione degli scontrini (concentrazione di scontrini emessi negli ultimi
giorni del periodo di liquidazione I.V.A.). In caso di riscontro positivo è ipotizzabile l’emissione di scontrini
“a posteriori”;
i dal confronto del ricarico: occorre confrontare il ricarico che emerge dalla contabilità con quello che
scaturisce dal raffronto tra i prezzi di acquisto delle merci e i corrispondenti prezzi di vendita al pubblico,
rilevati da cartellini apposti sugli articoli, dai listini prezzi delle case produttrici e dai valori indicati su
fatture di vendita eventualmente emesse;
i dalle dichiarazioni e liquidazioni periodiche I.V.A. e dalle dichiarazioni I.V.A.: l’esistenza di dichiarazioni
periodiche con le liquidazioni I.V.A. e le dichiarazioni annuali I.V.A. chiuse costantemente con saldi a
debito di importo molto ridotto o, addirittura, con I.V.A. a credito sono indizio di corrispettivi contabilizzati
a posteriori “ad hoc”.
b) Gli indizi di evasione attuata con il metodo del “magazzino gonfiato” possono essere trovati:
i dall’inventario fisico al momento dell’accesso: è possibile riscontrare una consistenza (quantità e valore)
effettiva inferiore a quella ricostruita contabilmente; minori giacenze di merci rinvenute sono la prova di
una sopravvalutazione del magazzino;
i dalle registrazioni e dalle dichiarazioni I.V.A.: l’esistenza di frequenti saldi a credito nelle liquidazioni
periodiche I.V.A. e, conseguentemente, l’esistenza di una o più dichiarazioni annuali I.V.A. chiuse a
credito rappresentano un indizio di corrispettivi di vendita non registrati a fronte di acquisti regolarmente
contabilizzati;
i dai conti cassa e banche: l’esistenza di finanziamenti all’impresa provenienti dai soci o dal titolare può
rappresentare la spia di vendite in precedenza non contabilizzate;
i dal libro inventari, dal bilancio e dalle schede contabili: una descrizione sommaria delle rimanenze finali
ed uno scarso dettaglio nella loro classificazione rappresentano un indizio del tentativo di mascherare
una sopravvalutazione del magazzino;
i l’indice di rotazione del magazzino, se particolarmente basso, evidenzia un importo troppo elevato delle
rimanenze finali in rapporto al costo del venduto: anche questo è un indizio della sopravvalutazione del
magazzino, attuata per occultare vendite non contabilizzate.
c) Gli indizi di evasione attuata con il metodo degli “acquisti e vendite in nero” possono essere trovati:
i dall’inventario fisico al momento dell’accesso: è possibile riscontrare una consistenza (quantità e valore)
effettiva superiore a quella ricostruita contabilmente: il rinvenimento di maggiori quantità di merci
dimostra l’esistenza di acquisti non contabilizzati;
i dal conto cassa e dagli estratti conto bancari: rilevanti giacenze di cassa inutilizzate o consistenti prelievi
bancari del titolare o dei soci, privi di una plausibile giustificazione, sono sintomatici di acquisti senza
fatture. Non sempre, infatti, è possibile finanziare “spese non documentabili” o “acquisti in nero” con
fondi extracontabili; ragioni contingenti possono costringere l’impresa a ricorrere alle risorse finanziarie
“ufficiali”;
i dal conto “prelevamenti del titolare”: la mancata movimentazione conto “prelevamenti del titolare” può
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costituire un indizio di evasione qualora il contribuente, che non abbia altri redditi oltre quelli provenienti
dall’attività commerciale, non sia in grado di indicare le fonti finanziarie disponibili alle quali attinge
normalmente per fronteggiare le esigenze della vita quotidiana e per il mantenimento della famiglia;
i da archivi informatici: al momento dell’accesso, è possibile acquisire, da floppy disk o da file registrati
sull’hard disk di personal computer: elenchi di incassi, pagamenti, vendite, acquisti, nomi e consegne
non risultanti dalla contabilità e quant’altro sia sintomatico di una contabilità parallela “in nero”. Ciò
rappresenta un indizio molto circostanziato di facile approfondimento e di notevole forza probatoria.
Con riferimento ai controlli su indicati si richiamano le novità introdotte dal D.P.R. del 07.12.2001, n. 435,
“Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1998, n. 322,
nonché disposizioni per la semplificazione e la razionalizzazione di adempimenti tributari”.
A decorrere dal 02.01.2002 i contribuenti obbligati alla tenuta delle scritture contabili, possono non tenere
i registri prescritti ai fini I.V.A., a condizione che le registrazioni siano effettuate nel libro giornale e che su
richiesta dell’Amministrazione siano forniti gli stessi dati, che sarebbero stati annotati nei relativi registri
(art.12 del D.P.R. del 07.12.2001, n. 435).
Lo stesso D.P.R. ha inoltre previsto che tutte le imprese, indipendentemente dal volume d’affari, non
dovranno più presentare le dichiarazioni periodiche I.V.A. a decorrere dalle liquidazioni periodiche relative al
2002. Inoltre, sempre nell’ottica della riduzione degli adempimenti fiscali, è stato eliminato l’obbligo di
effettuare le annotazioni relative alle liquidazioni I.V.A. periodiche, mensili o trimestrali, e all’avvenuto
versamento dell’imposta.
Gli imprenditori devono, comunque, fornire gli elementi in base ai quali hanno operato la liquidazione in
caso di specifica richiesta da parte dell’Amministrazione Finanziaria.
L’art. 15 dello stesso D.P.R. ha eliminato l’obbligo di allegare al registro dei corrispettivi gli scontrini
riepilogativi giornalieri. Pertanto, è consentito effettuare la registrazione, sia giornaliera sia riepilogativa
mensile, dei corrispettivi, entro il giorno 15 del mese successivo, senza allegare gli scontrini riepilogativi
giornalieri.
Per ulteriori chiarimenti si rinvia alla circolare del 25 gennaio 2002, n. 6/E, dell’Agenzia delle Entrate.
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3.3.3 - Prospetto degli eventuali indizi di evasione
FONTI INDIZI TIPO EVASIONE
Controllo di cassa al momento dell’accesso
x consistenza di cassa superiore agli importi registrati
1. Sottofatturazione
Copie commissioni clienti x presenza di riferimenti ad acconti non “scontrinati”
1. Sottofatturazione
Registrazioni dei corrispettivi x maggiori volumi di vendite realizzate negli ultimi giorni dei periodi di liquidazione I.V.A. e del mese di dicembre
1. Sottofatturazione
Giornale di fondo scontrini x emissione di scontrini concentrata negli ultimi giorni del periodo di liquidazione I.V.A. (mensile e trimestrale)
1. Sottofatturazione
x percentuale di ricarico superiore a quella risultante dalla contabilità
1. Sottofatturazione Fatture emesse, prezzi esposti e listini interni
Fatture di acquisto x inattendibile distribuzione degli
approvvigionamenti 3. Acquisti e vendite a nero
Registrazioni I.V.A. e
copie dichi arazioni ultimi 2 anni
x ridottissimi saldi a debito nelle liquidazioni periodiche I.V.A. e nelle dichiarazioni annuali
1. Sottofatturazione
x frequenti saldi a credito nelle liquidazioni periodiche I.V.A. e nelle dichiarazioni annuali
2. Magazzino gonfiato
Conti Cassa e Banche x presenza di numerosi accrediti con causale diversa da incassi, quali: finanziamenti provenienti da soci o titolare
2. Magazzino gonfiato
x giacenze di cassa consistenti ed inutilizzate;
x prestiti ai soci o al titolare, ovvero prelievi bancari a favore di questi
3. Acquisti e vendite in nero
Libro inventari,
bilancio,
schede contabili
x indice di rotazione di magazzino basso;
x descrizione sommaria e classificazione poco analitica delle rimanenze
2. Magazzino gonfiato
Inventario fisico al momento dell’accesso
x minori merci rinvenute rispetto al magazzino ricostruito dalla contabilità
2. Magazzino gonfiato
x maggiori merci rinvenute rispetto al magazzino ricostruito dalla contabilità
3. Acquisti e vendite in nero
Archivi informatici x elenchi di incassi, pagamenti, nomi ed altro non riscontrabile in contabilità
3. Acquisti e vendite in nero
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3.3.4 - Possibili approfondimenti dell’indagine
i Controllo incrociato nei confronti dei maggiori fornitori, in particolare per esaminare la documentazione
relativa ai pagamenti effettuati dal dettagliante;
i controllo incrociato con società di gestione di carte di credito;
i controllo incrociato con società di credito al consumo;
i controllo incrociato nei confronti dei clienti abituali (meccanici, elettrauti, ecc.).
3.3.5 - Quantificazione dei ricavi omessi
a) Presenza di indizi di evasione del tipo “sottofatturazione”:
per quanto riguarda le tecniche di indagine per far emergere questa tipologia di evasione, si rinvia al
paragrafo 3.3.7, che illustra le problematiche relative alla determinazione delle percentuali di ricarico
riscontrate in sede di accesso e le ipotesi in cui tali ricarichi possono essere applicati anche ad annualità
precedenti.
b) Presenza di indizi di evasione del tipo “magazzino gonfiato”:
è possibile quantificare i maggiori ricavi applicando alla merce non rinvenuta in magazzino la
percentuale di ricarico media praticata dall’impresa o, se diversa, quella constatata in sede di verifica
(spetterà ovviamente la deduzione del costo).
c) Presenza di indizi di evasione del tipo “acquisti e vendite in nero”:
occorre distinguere i seguenti casi:
1. acquisti “in nero” relativi all’anno dell’accesso (maggior magazzino accertato rispetto a quello
contabile). In tal caso sono contestabili soltanto violazioni ai fini I.V.A.;
2. acquisti “in nero” relativi ad anni precedenti quello dell’accesso (risultanti da incongruenze fra
quantità uscite ed entrate nelle scritture di magazzino, oppure da documentazione extracontabile). In
tal caso sono contestabili maggiori ricavi applicando al valore degli acquisti non contabilizzati la
percentuale di ricarico constatata in sede di verifica (riferimento paragrafo 3.3.7), mentre spetterà,
ovviamente, la deduzione del costo;
3. vendite “in nero” risultanti da documentazione extracontabile o da incongruenze documentali e
contabili. Si rilevano maggiori ricavi pari agli importi rilevati.
3.3.6 - Controllo di carico e scarico del magazzino
Il controllo del magazzino può essere fatto per intero o a campione. La scelta relativa non può essere
predeterminata, ma adottata caso per caso in funzione della situazione concreta e del tempo a disposizione
dei verificatori.
Il controllo delle giacenze per campione deve essere effettuato scegliendo, in contraddittorio con la parte
e verbalizzando le relative scelte, alcune categorie di merci che siano particolarmente rappresentative
dell’intero magazzino.
In linea di massima è opportuno individuare le categorie in base al maggior concorso al fatturato.
In definitiva i casi che si possono presentare sono:
i magazzino fisico INFERIORE a quello contabile: è in genere determinato da annuale giro a rimanenze di
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parte degli acquisti ed è il risultato di aggiustamenti contabili effettuati alla fine dell’esercizio.
Accade che a fine anno il contribuente si accorga di aver omesso troppi ricavi e si trova a dover esporre
perdite di esercizio oppure utili irrisori;
i magazzino fisico SUPERIORE a quello contabile: è rivelatore della presenza di merce, acquistata in
nero o comunque per la quale non esiste documento di acquisto, che presumibilmente è destinata ad
essere rivenduta in nero.
3.3.7 - Controllo del ricarico
La verifica dei ricavi dichiarati muoverà dai dati e dalle notizie acquisite nel corso dell'accesso e tenderà a
ricostruire l'effettiva entità del volume d'affari.
Come è noto, il “ricarico” è la maggiorazione che il commerciante applica al prezzo di acquisto per
determinare il prezzo di vendita.
Sulla base dei dati indicati nel conto economico o nella dichiarazione dei redditi (per le imprese in
contabilità semplificata), la percentuale media di ricarico può essere così calcolata:
Ricavi - Costo del venduto
% di ricarico = ______________________ x 100
Costo del venduto
Costo del venduto = Giacenze iniziali + Acquisti - Rimanenze finali
Nel settore in argomento, le categorie dei beni trattati sono varie ed occorre inoltre tenere presente la
varietà dei modelli e delle caratteristiche costruttive che ne diversificano i prezzi di vendita e quindi il ricarico.
I prezzi di vendita variano anche a seconda della tipologia di clienti (consumatori finali, imprese) e della
quantità di materiale ordinato da questi, vista la possibilità di vendita sia al dettaglio che all’ingrosso.
Queste circostanze non devono essere trascurate in sede di accertamento giacché la ricostruzione
induttiva del giro di affari può superare il vaglio del contenzioso soltanto se si fonda su una percentuale
media ponderata del ricarico che tenga conto della diversità qualitativa e quantitativa dei beni scambiati,
nonché della destinazione delle vendite (al minuto o all’ingrosso).
In tal caso il ricarico può essere calcolato con riferimento ad un campione significativo di articoli
individuati, anche in contraddittorio con il contribuente, non tanto in base alla tipologia merceologica quanto
piuttosto in base alla percentuale di ricarico praticata.
Un metodo alternativo potrebbe essere quello di calcolare il ricarico sulle rimanenze di merce rilevate al
momento dell’accesso, nel presupposto, generalmente accettato, che la composizione del magazzino sia
sufficientemente rappresentativa, quanto a varietà degli articoli trattati e relative incidenze sul totale, dei
consumi di merce dell’esercizio.
Il ricarico medio ponderato può essere calcolato come segue:
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n 6 (R x p)
1
Rmp =
_________
100
Rmp = ricarico medio ponderato
n = numero degli articoli considerati
R = ricarico dell’articolo considerato
p = incidenza o peso del costo del venduto dell’articolo sul costo del venduto totale (o sul costo del
venduto totale del campione se l’indagine è di carattere campionario)
Ad esempio, nel caso di un campione composto di 3 articoli a, b, c, che presentano ciascuno un ricarico,
rispettivamente, del 100%, 150%, 200% ed un’incidenza sul costo del venduto totale (del campione) del
30%, 50% e 20%, il ricarico medio ponderato è uguale a:
(Raxpa)+(Rbxpb)+(Rcxpc) (100x30)+(150x50)+(200x20)
___________________ =
__________________________ = 145%
100 100
I prezzi di vendita da utilizzare per il calcolo del ricarico saranno rilevati dai listini delle varie case
produttrici, dai prezzi esposti al pubblico o in contraddittorio con la parte.
E’ possibile presumere che la percentuale di ricarico constatata per il periodo d’imposta in corso sia stata
applicata anche al costo della merce venduta nell’annualità d’imposta oggetto di verifica, se, dal confronto
tra i due periodi non emergono significative variazioni relativamente a:
i tipologia delle merci trattate, tipologia dei fornitori e condizioni di acquisto;
i valore complessivo degli acquisti e delle vendite;
i ubicazione e numero dei punti vendita;
i condizioni di concorrenza;
i tipologia della clientela.
Qualora si riscontrino le variazioni sopra menzionate, il ricarico constatato al momento dell’accesso potrà
essere esteso agli anni precedenti con le opportune rettifiche da determinare in contraddittorio con la parte.
Tali riduzioni dovranno, comunque, trovare riscontro in elementi oggettivi e documentati dal contribuente.
Dei suddetti riscontri è necessario dare atto puntualmente nel processo verbale di constatazione, al fine
di giustificare, per l’accertamento degli imponibili relativi agli anni precedenti, l’utilizzo di una percentuale di
ricarico diversa da quella constatata all’atto dell’accesso.
Le eventuali dichiarazioni rese dalla parte in ordine ad un peggioramento della situazione commerciale
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avvenuto negli ultimi anni avvaloreranno l’applicazione del ricarico, come individuato dalla rilevazione al
momento dell’accesso, agli altri anni oggetto di controllo, in quanto la ricostruzione del volume d’affari
dovrebbe risultare più favorevole al verificato.
3.3.8 - Indice di rotazione di magazzino
L’indice di rotazione del magazzino, che consente di operare delle valutazioni sull’attendibilità del volume
delle vendite e degli acquisti, è dato dal rapporto fra la merce uscita dal magazzino in una certa unità di
tempo e la giacenza media presente in esso nella stessa unità di tempo.
In simboli, cioè, si ha:
(Acq. + E.I. - R.F.)
E.I. + R.F.
2
Acq. = acquisti
E.I. = esistenze iniziali
R.F. = rimanenze finali
Il calcolo del tasso di rotazione può essere riferito ad intervalli di tempo di diversa lunghezza (mese,
settimana, trimestre, ecc.) a seconda delle esigenze.
Un indice pari ad 1 sta a significare che il magazzino viene rifornito mediamente una volta l’anno.
L’indice di rotazione del magazzino potrebbe risentire della tipologia di clientela (privati, imprese, ecc.),
nonché di particolari scelte commerciali negli approvvigionamenti (acquisti concentrati all’inizio o alla fine
dell’anno).
Un indice di rotazione delle scorte molto basso sta ad indicare un rinnovo del magazzino poco frequente
e potrebbe nascondere acquisti e vendite “in nero”.
Inoltre, un indice particolarmente basso, risultante dai dati dichiarati, potrebbe essere sintomatico della
sopravvalutazione contabile delle rimanenze finali. Il magazzino viene “gonfiato”, facendo apparire tra le
rimanenze finali anche parte delle merci vendute senza la corrispondente registrazione contabile.
Qualora il contribuente avesse effettuato delle operazioni di distruzione merce, al fine di vincere le
presunzioni di cessione dei beni non rinvenuti in magazzino, di cui al D.P.R. n. 441/97 (vedasi anche la
circolare del 23 luglio 1998, n. 193/E), sarà cura dei verificatori controllare che lo stesso abbia eseguito il
seguente iter amministrativo:
i inviare almeno 5 giorni prima dell’inizio delle operazioni di distruzione una comunicazione scritta
all’Ufficio locale dell’Agenzia delle Entrate o, in mancanza, all’Ufficio delle Imposte Dirette ed all’Ufficio
I.V.A., ed al Comando della Guardia di Finanza competenti territorialmente;
i specificare il luogo, la data e l’ora in cui si procederà alle operazioni, le modalità di distruzione, la
quantità, qualità e ammontare complessivo sulla base del prezzo di acquisto, dei beni da distruggere e
l’eventuale valore residuale.
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I verificatori dovranno pertanto chiedere l’esibizione del verbale da cui devono risultare i predetti elementi,
redatto da dipendenti degli Uffici finanziari, da militari della Guardia di Finanza o, in mancanza di questi, da
notai che hanno presenziato alla distruzione.
Si ricorda che per particolari beni il verbale attestante le operazioni di distruzioni merci, può essere
redatto dal personale appartenente ad altri organi amministrativi quali dipendenti A.S.L., Vigili del fuoco,
ecc..
Se l’ammontare del costo dei beni distrutti non sia superiore a lire dieci milioni (¼ ���������� è sufficiente
una dichiarazione sostitutiva di atto notorio.
Per quanto riguarda la perdita dei beni, dovuta ad eventi fortuiti, accidentali o comunque indipendenti
dalla volontà del soggetto, la stessa deve risultare da idonea documentazione fornita da un organo della
pubblica amministrazione, ovvero secondo quanto previsto dall’art. 16 del D.P.R. del 07/12/2001, n. 435,
“Regolamento recante modifiche al decreto del Presidente della Repubblica del 22 luglio 1998, n. 322,
nonché disposizioni per la semplificazione e la razionalizzazione di adempimenti tributari” da una
dichiarazione sostitutiva di atto notorio, resa entro trenta giorni dal verificarsi dell’evento o dalla data in cui se
ne ha avuto conoscenza, dalle quali risulti il valore complessivo dei beni perduti, salvo l’obbligo di fornire, a
richiesta dell’Amministrazione finanziaria, i criteri e gli elementi in base ai quali detto valore è stato
determinato.
3.3.9 - Indice di produttività per addetto
Il numero di addetti all’interno di un’attività commerciale è in stretta correlazione con la dimensione
dell’attività stessa.
Potrebbe, dunque, essere utile calcolare l’apporto di ciascun addetto in termini di ricavi:
Ricavi al netto dell’I.V.A.
numero addetti
I = indice di produttività per addetto
Il risultato di detto rapporto dovrà essere coerente con l’assunto logico secondo cui ad ogni addetto
devono corrispondere ricavi che consentano un margine sufficiente a coprire almeno la rispettiva
remunerazione.
A tal fine, sarà utile determinare l’intero costo aziendale per i dipendenti e la remunerazione corrisposta
agli addetti.
Qualora ci si trovi di fronte ad un costo per addetto sproporzionato rispetto al fatturato prodotto sarà
necessario indagare su eventuali vendite “in nero”.
3.3.10 - Altri controlli ed analisi
Il controllo incrociato tra i pagamenti effettuati con carte di credito e/o bancomat e i documenti fiscali
consente di rilevare se sussiste corrispondenza tra i corrispettivi introitati e quelli registrati.
I =
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Nonostante tale forma di pagamento renda più difficoltoso l’occultamento dei ricavi, potrebbe risultare
opportuno l’esame incrociato tra i documenti fiscali emessi ed i riepiloghi contabili delle società di gestione
delle carte di credito o i tagliandi P.O.S..
Nella maggioranza dei casi gli estratti conto delle società di gestione delle carte di credito, aventi in
genere periodicità mensile, contengono le date e gli importi per singola transazione avvenuta, con distinto
addebito delle commissioni dovute per il servizio.
Pertanto, l’acquisizione degli estratti conto delle movimentazioni di pagamenti effettuati con “moneta
elettronica”, o, in mancanza, la richiesta degli stessi (mediante questionario) alle società di gestione di carte
di credito, consente di verificare la veridicità dei ricavi contabilizzati.
Potrebbe, altresì, risultare utile distinguere gli incassi a seconda del mezzo di pagamento nei vari mesi,
per verificare se il loro ammontare è proporzionale al totale degli introiti.
Un confronto semplice si può effettuare rapportando il dato mensile emergente dalle contabili delle carte
di credito con il dato mensile dei corrispettivi: se tale rapporto calcolato su base mensile varia nei singoli
mesi in modo consistente, è opportuno concentrare il controllo su quei mesi in cui il valore è più elevato,
ossia è maggiore l’incidenza degli incassi con carta di credito sul totale dei corrispettivi mensili.
Tale elaborazione non si presenta utile quando la percentuale di incassi con carta di credito è
particolarmente bassa.
Sarà valutata caso per caso l’opportunità di un controllo incrociato nei confronti dei maggiori fornitori per
esaminare la documentazione relativa ai pagamenti effettuati dall’impresa verificata (con l’indicazione del
numero dell’assegno e della banca trassata), alla ricerca di eventuali assegni ricevuti da clienti per
prestazioni non contabilizzate e “girati” dall’impresa al fornitore.
Sarà utile, inoltre, controllare, anche a campione, sulla base della documentazione reperita, gli eventuali
rapporti con società di credito al consumo per verificare se alle vendite effettuate con finanziamenti
corrispondono altrettanti ricavi contabilizzati; sarà valutata, altresì, l’opportunità di approfondire il riscontro
mediante un controllo incrociato con le società di credito al consumo.
Sarà valutata anche l’opportunità di inviare questionari ai clienti (officine, meccanici, ecc.).
Per le imprese che operano in franchising particolare attenzione sarà riservata all’analisi dei costi,
considerato che i controlli eseguiti dall’affiliante sono tali da garantire, almeno in parte, la veridicità del
fatturato attivo.
Qualora siano stati dedotti importi rilevanti per pubblicità, promozione, rappresentanza occorre verificare
se alcuni di essi siano stati rimborsati dalla casa madre.
3.4 Ulteriori elementi di valutazione
Un’ultima serie di indizi può essere considerata al solo fine di valutare l’attendibilità della dichiarazione
ovvero la congruità minima di quanto accertato in base agli elementi in precedenza descritti.
Il capitale investito nell’azienda (attrezzature, magazzino, automezzi), il possesso a titolo di proprietà dei
locali utilizzati per l’esercizio dell’attività e la retribuzione figurativa del titolare e degli eventuali soci
impegnati a tempo pieno nell’azienda, costituiscono altrettanti elementi aventi un carattere indiziario. Si può
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infatti porre a confronto il reddito dell’impresa con quello conseguibile da un impiego alternativo dei fattori
produttivi che concorrono a realizzarlo.
In altri termini il reddito dichiarato non dovrebbe mai collocarsi (quantomeno in modo ricorrente e
tendenziale) al di sotto di quello costituito dalla somma:
i dei proventi ottenibili da un impiego alternativo (ad esempio in titoli di stato) del capitale investito
nell’azienda;
i del fitto figurativo dei locali (ovviamente se di proprietà) ove si svolge l’attività;
i della retribuzione conseguibile, in posizione di lavoro dipendente, nello stesso settore di attività.
Eventuali scostamenti negativi perduranti nel tempo devono essere considerati contrari ad ogni logica
economica e contribuiscono a rafforzare il giudizio di inattendibilità sostanziale delle risultanze contabili,
ovvero convalidare la ricostruzione dei ricavi operata con i controlli descritti nei precedenti paragrafi.
E’ evidente, infatti, che le attività commerciali svolte in zone particolarmente vantaggiose potrebbero
produrre redditi elevati anche in caso di affitto (dei locali e/o delle licenze); il reddito derivante dalla gestione
diretta dovrebbe essere quindi proporzionato agli ipotetici canoni di locazione.
Altri elementi indiziari, come specificato nella parte dedicata alle attività preliminari, possono essere
costituiti da manifestazioni di capacità contributiva (possesso di auto, imbarcazioni, acquisto di immobili,
ecc.), riferibili al titolare dell’impresa e/o ai soci, particolarmente stridenti con l’ammontare del reddito
dichiarato.
In tale caso, soprattutto qualora non sia stato possibile effettuare una convincente ricostruzione del
volume d’affari, si potrà procedere, sia pure ai soli fini dell’imposizione diretta, all’accertamento sintetico del
reddito complessivo delle persone fisiche in vario modo coinvolte nella gestione dell’impresa, secondo la
procedura di cui all’art. 38, comma 4, del D.P.R. n. 600/73.
3.5 Le indagini bancarie
Gli accertamenti bancari costituiscono uno strumento molto incisivo per l’esame della posizione fiscale
del contribuente, in particolare delle persone fisiche, delle associazioni tra professionisti, delle società di
persone e delle società di capitale a ristretta base azionaria.
Il loro impiego deve rispondere a principi di economicità e di prevedibile proficuità dell’azione di controllo.
L’indagine bancaria è certamente consigliabile in presenza di gravi indizi di evasione, ovvero qualora
permanga un significativo divario tra il volume d’affari ed i redditi determinati in base alla metodologia in
precedenza descritta e quanto fondatamente attribuibile al contribuente sulla base delle condizioni di
esercizio dell’attività, della sua potenziale capacità reddituale, della consistenza del suo patrimonio ovvero di
altri elementi di valutazione.
Peraltro, la Legge 28 dicembre 1995, n. 549 consente di graduare l’indagine in relazione sia all’entità
degli indizi di evasione riscontrati che alle esigenze di progressivo approfondimento del controllo
eventualmente scaturite dall’analisi degli elementi acquisiti nel corso della verifica.
Sono quindi delineabili diversificati percorsi d’indagine, che potranno essere seguiti anche in via
alternativa.
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3.5.1 - Richiesta al contribuente degli estremi identificativi dei conti
(artt. 32, 1° comma n. 6 bis del D.P.R. 600/73 e 51, 2° comma n. 6 bis del D.P.R. n. 633/72)
In tal caso viene richiesta alla parte, previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle
Entrate, la dichiarazione della natura, del numero e degli estremi identificativi dei rapporti intrattenuti con
aziende di credito, con l’amministrazione postale, con società fiduciarie ed ogni altro intermediario
finanziario.
Di conseguenza agli operatori finanziari segnalati dovrà essere richiesta la copia dei conti denunziati dal
contribuente e l’indicazione di tutti gli altri eventuali rapporti con lui intrattenuti.
3.5.2 - Richiesta della copia dei conti agli istituti di credito e finanziari
(artt. 32, 1° comma n. 7 del D.P.R. n. 600/73 e 51, 2° comma n. 7 del D.P.R. n. 633/72)
Indipendentemente dall’esercizio della facoltà di cui al punto precedente, i verificatori possono richiedere,
sempre previa autorizzazione del Direttore Regionale dell’Agenzia delle Entrate, la copia dei conti
direttamente agli istituti di credito ed agli intermediari finanziari.
Tale modalità d’indagine appare particolarmente opportuna quando siano stati frapposti ostacoli
all’azione dei verificatori o dell’ufficio, ovvero quando le violazioni e le omissioni e le false indicazioni
contabili siano così gravi e i dati a disposizione così scarsi, da rendere difficile la ricostruzione degli
imponibili fiscali.
Le indagini dovranno comunque essere condotte secondo selezionate opzioni investigative che
restringano la forbice costi-benefici dell’azione di accertamento (banche che hanno sportelli nella città ove
operano il contribuente e i suoi familiari più stretti, nelle province contigue, nel luogo di nascita, nella località
ove possiede residenze secondarie o comunque dove si supponga l’esistenza di conti).
L’indagine può coinvolgere anche altri soggetti (familiari e non) motivatamente sospettati di essere
intestatari di comodo di conti riferibili al contribuente o di cui il medesimo abbia la disponibilità.
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Check List
Check List versione nuova
Categoria Economica - COMMERCIO DI PARTI DI RICAMBIO ED ACCESSORI DI AUTOVEICOLI, MOTOCICLI E CICLOMOTORI -
Codice Attività:
DATI VERIFICATORI
Verificatore 1 - Nome e Cognome
Verificatore 2 - Nome e Cognome
Ente Verificatore
Cod. Ufficio I.V.A. Cod. Ufficio II.DD.
DATI GENERALI
DATA INIZIO VERIFICA DATA FINE VERIFICA (gg/mm/aaaa)
(gg/mm/aaaa)
Cod. Fisc. Contribuente Part. IVA Contribuente
Codice Ufficio
N° processo verbale Anno
Da compilare manualmente dopo l’acquisizione del Processo Verbale
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SI: Controllo effettuato anche se con esito negativo NO1: Controllo non effettuato per mancanza del presupposto da accertare NO2: Controllo non effettuato perché non ritenuto proficuo
CONTROLLO SI NO 1 NO2 Nota Cod. n°
ATTIVITÀ PREPARATORIA AL CONTROLLO
Attraverso il sistema informativo dell'A.T.:
1 � è stata effettuata un'interrogazione contabile completa? 0001
2 � sono state acquisite le ultime dichiarazioni disponibili? 0007
3 � si è proceduto ad accertare l'esistenza di precedenti controlli e
l'inclusione in liste di segnalazione? 0003
4 � è stata rilevata l'ubicazione della sede e degli altri locali utilizzati per
l'esercizio dell’attività? 0002
5 � è stato rilevato il luogo di conservazione delle scritture contabili e
l'eventuale soggetto depositario? 0005
6 � sono stati individuati gli elementi indicatori di capacità contributiva
(compresi gli atti del Registro) del soggetto verificato, dei familiari conviventi, di eventuali associati nonché nel caso di società, dei soci e dei loro familiari conviventi?
0012
7 � si è proceduto a verificare la presenza di protesti attraverso la banca
dati della Camera di Commercio? 0006
8 � è stata rilevata l’esistenza di partite I.V.A. cessate (anche intestate ai
soci)? 0006
9 Sono stati acquisiti tutti gli elementi d'accertamento in possesso dell'ufficio?
0008
10* E’ stato effettuato il piantonamento esterno dell’esercizio? 0017
11* Sono stati accertati i canali pubblicitari utilizzati? 0017
ATTIVITÀ DI CONTROLLO SI NO1 NO2 Nota Cod. n°
ACCESSO
Si è proceduto a:
12 � effettuare la ricerca della documentazione extracontabile (schedari dei
clienti, brogliacci, quietanze, corrispondenza, indirizzi, agende, appunti, preventivi di spesa, ecc.)?
0103
13* � verificare la presenza in Internet del soggetto? 0245
14 � acquisire i “floppy disk” e gli altri supporti magnetici rinvenuti? 0117
15 � acquisire i dati presenti nell’hard disk dei PC rinvenuti? 0116
16 � rilevare il numero, la qualifica e le mansioni dei dipendenti presenti al
momento dell’accesso? 0107
17 � rilevare il numero dei soci, dei familiari e degli altri collaboratori che
prestano la loro opera nell’impresa? 0106
18 � acquisire eventuali fascicoli o schedari intestati ai clienti? 0260
19 � rilevare i beni strumentali, le attrezzature e gli arredi posseduti? 0260
Commercio di parti ed accessori di autoveicoli 50.30.0 Commercio all’ingrosso e al dettaglio di parti di ricambio per motocicli e ciclomotori 50.40.2
Aggiornamento: Settembre 2002 24
20 � inventariare la merce esposta al pubblico e quella presente in
magazzino (anche a campione)? 0110
21 � rilevare il denaro e gli altri valori in cassa? 0114
22 � rilevare le carte di credito accettate in pagamento? 0246
23 � rilevare se esistono rapporti con società di credito al consumo? 0246
24 � rilevare i prezzi di vendita (anche a campione)? 0200
25 � rilevare l’eventuale svolgimento di attività collaterali (officina,
carrozzeria e gommista) per accertare la tipologia di servizi offerti? 0109
26 � effettuare il controllo dei dati dichiarati per gli Studi di Settore? 0144
27 � controllare l’esistenza della contabilità e la sua perfetta tenuta? 0144
Si è proceduto ad acquisire informazioni, anche in contraddittorio con la parte, relativamente a:
28 � individuazione delle merci più significative e dei relativi prezzi di
vendita? 0250
29 � eventuali attività collaterali e tariffe praticate alla clientela? 0258
30 � modalità di approvvigionamento della merce e fatture da ricevere? 0138
31 � modalità di gestione della cassa (frequenza dei prelievi ed ultimo
prelevamento)? 0247
32 � misura e modalità di riconoscimento degli sconti praticati
eventualmente su determinate categorie di merci? 0138
33 � percentuali di sconto ottenute dai fornitori? 0191
34 � tipologia di clientela (privata, società o enti)? 0191
CONTROLLO DEL VOLUME D’AFFARI SI NO1 NO2 Nota Cod. n°
Si è proceduto a:
35 � accertare se i dati rilevati dalla documentazione extracontabile
(schedari dei clienti, brogliacci, quietanze, corrispondenza, indirizzi, agende, appunti, preventivi di spesa, ecc.) trovano riscontro nella contabilità e nei documenti emessi?
0418
36 � effettuare la lettura dei dati contenuti nei supporti magnetici ed il loro
riscontro con le scritture e la documentazione contabile? 0408
37 � riscontrare se il personale rilevato al momento dell’accesso o
comunque risultante in forza all’impresa sia regolarmente registrato nei libri previsti in materia del lavoro?
0566
38 � raffrontare la consistenza effettiva del magazzino con quella
ricostruita contabilmente? 0406
39 � verificare se le rimanenze sono state descritte in maniera sommaria
e/o presentano uno scarso dettaglio nella loro classificazione? 0404
40 � accertare se vi sono merci non coperte da fattura di acquisto o
autofattura? 0419
41 � accertare l'attendibilità della distribuzione nel tempo degli
approvvigionamenti? 0421
Commercio di parti ed accessori di autoveicoli 50.30.0 Commercio all’ingrosso e al dettaglio di parti di ricambio per motocicli e ciclomotori 50.40.2
Aggiornamento: Settembre 2002 25
42 � controllare l'attendibilità dei tempi di emissione degli scontrini e della
contabilizzazione dei corrispettivi? 0420
43 � verificare anomalie nell’andamento dei corrispettivi contabilizzati
rispetto agli acquisti riferiti allo stesso periodo? 0545
44 � verificare se i valori rinvenuti in cassa trovano riscontro nei
corrispettivi complessivi e parziali certificati? 0429
45 � accertare l'esistenza di rilevanti ed inutilizzate giacenze di cassa
ovvero prelievi bancari a favore del titolare e dei soci, privi di una plausibile giustificazione?
0431
46 � verificare l'esistenza di finanziamenti da parte del titolare o dei soci? 0430
47 � effettuare ulteriori controlli sulla base delle relative metodologie in
presenza di altre attività specifiche (vendita di parti di ricambio, officina, carrozzeria e gommisti)?
0611
48 � calcolare il ricarico medio ponderato, separatamente per tipologia di
prodotto commercializzato? 0412
49 � calcolare l’indice di rotazione del magazzino? 0400
50 � calcolare l’indice di produttività per addetto? 0401
51 � effettuare un controllo incrociato tra i documenti fiscali emessi ed i
riepiloghi contabili delle società di gestione di carte di credito? 0412
52 � verificare gli eventuali rapporti esistenti con società di credito al
consumo per controllare se alle vendite effettuate con finanziamenti corrispondono altrettanti ricavi contabilizzati?
0439
53* � effettuare un controllo incrociato con società di gestione di carte di
credito? 0443
54* � effettuare un controllo incrociato con società di credito al consumo? 0443
55* � effettuare un controllo incrociato con i fornitori ed i clienti abituali? 0402
56* � verificare se esistono rilevanti divergenze tra le risultanze del
piantonamento (qualora effettuato) e le cessioni contabilizzate, ovvero gli incassi medi registrati nel periodo precedente?
0402
ALTRI CONTROLLI E RISCONTRI SI NO1 NO2 Nota Cod. n°
Si è proceduto a:
57 � esaminare il rapporto tra mezzi propri ed affidamenti bancari? 0814
58 � appurare quali garanzie siano state offerte per ottenere gli affidamenti? 0815
59 � accertare il titolo di possesso dei locali utilizzati per l'esercizio
dell’attività? 0800
60 � calcolare il capitale investito nell'azienda (automezzi, magazzino,
ecc.)? 0801
61* � calcolare il valore dell’esercizio ed il fitto ricavabile dalla sua
locazione? 0808
Si è proceduto a valutare il reddito ritraibile da:
62 – un impiego alternativo del capitale proprio investito ovvero di quello conseguibile dalla vendita dell'esercizio?
0803
63 � l’affitto di locali di proprietà utilizzati per l'esercizio dell'attività? 0804
Commercio di parti ed accessori di autoveicoli 50.30.0 Commercio all’ingrosso e al dettaglio di parti di ricambio per motocicli e ciclomotori 50.40.2
Aggiornamento: Settembre 2002 26
64 � lo svolgimento di un'attività di lavoro dipendente nel settore? 0805
65 Si è proceduto a calcolare il reddito accertabile in via sintetica (al titolare o ai soci) sulla base delle manifestazioni di capacità contributiva accertate?
0807
INDAGINI BANCARIE SI NO1 NO2 Nota Cod. n°
66
(1)
Vi sono gravi indizi di evasione ovvero indizi tali da far ritenere che quanto accertato diverga significativamente dall’effettiva capacità contributiva del soggetto verificato?
0905
Si è proceduto a:
67* � richiedere al contribuente l'indicazione dei conti intrattenuti con banche
e istituti finanziari? 0900
68* � acquisire ed esaminare la copia dei conti segnalati ed esibiti dal
contribuente? 0901
69* � richiedere copia dei conti agli istituti di credito e finanziari? 0902
70* � interessare istituti bancari operanti in località diverse da quelle di
residenza? 0903
71* � estendere le indagini bancarie ad altri soggetti? 0904
*Controllo facoltativo. (1) NOTA: in caso di risposta affermativa, i successivi controlli rivestiranno carattere obbligatorio.
Indici di riscontro
PERCENTUALE DI
RICARICO CONSTATATA
INDICE DI ROTAZIONE DI
MAGAZZINO
PRODUTTIVITÀ PER
ADDETTO (in m ilioni di Lire)
ANNO DI
RIFERIMENTO
%
%