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Metropolzine 18

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Metropolzine 18

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Rieccomi! Della serie “ciò che non ti uccide ti fortifica” ritorno a Voi nell’occasione dell’uscita della fanzine che celebra il raggiungimento di un ambito traguardo: i primi 10 anni di vita. Molti di Voi, soprattutto i soci con più anni di anzianità come membri del nostro sodalizio, si saranno chiesti che fine avessi fatto. Non voglio tediarVi con l’elencazione dei miei

problemi, seri ve lo giuro, ma se a Voi fa piacere posso rivelarVi che sono tornato. Il mio impegno sarà per forza di cose diverso, visto l’attuale lavoro che svolgo, più defilato se vogliamo, ma sempre in prima linea pronto a dare il mio contributo agli amici Simone e Marco, degni successori del sottoscritto e veri e propri salvatori della patria. 10 anni di vita sono un importante segnale di solidità in un mondo, quello dei fan clubs dedicati ad artisti musicali, che il più delle volte non vede raggiungere il secondo anno di attività. Certo, non tutto è filato liscio. Non sempre siamo riusciti ad esaudire i Vostri desideri. Ci sono stati problemi logistici, di organizzazione, di comunicazione, ma nessuno può minimamente mettere in discussione la nostra buona fede e l’indefesso impegno di chi, a turno e a costo di notevoli sacrifici in termini di tempo e rinunce, ha fatto parte del direttivo dell’Italian Dreamers. Siamo stati i primi a testimoniare la grandezza dei Dream Theater, i primi a diffondere il contagio e ne siamo fieri. Non ci resta che continuare a fare il nostro dovere, sempre e solo con il Vostro ausilio. Con affetto e riconoscenza.

Matteo Santoro

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Quando nel 1995 io e Marco ci buttammo a capofitto nell’avventura di ricostruire l’Italian Dreamers, neanche il più ottimista degli ottimisti sarebbe riuscito ad indovinare dove sarebbe arrivato il Fan Club pochi anni dopo. L’umiltà e la voglia di fare, di crescere, l’aiuto degli amici che abbiamo trovato e che abbiamo perso ci hanno spinto in questo viaggio fatto di sogni, di convinzioni e di estrema concretezza. Inutile nasconderlo, per potervi dare tutto quello che toccate con mano, che trovate su internet, che vedete ed ascoltate alle nostre feste, abbiamo unito la nostra vita quotidiana a questa grande passione ed ecco, quindi, che la penna incomincia a scivolare sul viale dei ricordi. Leggete questo numero speciale di Metropolzine come se foste ad una cena con un vostro amico che, sorseggiando un buon bicchiere di vino rosso, vi racconta, con molta sincerità, tutto quello che gli è successo negli ultimi dieci anni della propria vita. Alla fine della serata, dopo l’ammazzacaffè, saprete qualcosa in più su di lui e forse, apprezzerete maggiormente, tutto quello che ha fatto e tutto quanto accadrà in futuro. Lascio la parola a Marco, che ancora una volta si è preso l’onere e l’onore di raccontarvi per filo e per segno la storia e l’anima del Fan Club, non ci sentiamo protagonisti ma semplicemente ambasciatori di una passione enorme da condividere con tutti voi. Alla fine, però, saremo orgogliosi di apporre le nostre firme sulle vostre e sulle nostre emozioni.

Simone Fabbri

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Non è facile scrivere 10 anni di storia del Fan Club in poche pagine ma, sono certo che con l’aiuto di qualche appunto sparso qua e la, la rilettura delle vecchie fanzine e il saggio con-siglio di Simone e degli altri ragazzi dello staff riuscirò in questo compito.

1993: The early years

Tutto nasce il 5 aprile del 1993, giorno in cui questa giovane band di New York chiamata Dream Theater sbarca in italia per il loro primo concerto in assoluto. Il luogo scelto è il Rol-ling Stone di Milano e nel pomeriggio Matteo Santoro, al tempo con qualche capello in più, è li fuori con pochissime altre poche persone; lui, che di gruppi nuovi ne ha sempre saputo a pacchi, (gli devo ancora l’avermi fatto cono-scere i Pain of Salvation con “Concrete Lake” quando ancora nessuno li ascoltava !!!Ndr) ha colto l’occasione per provare ad intrufolarsi e vedere in faccia, da vicino, questi 5 capelloni americani.

E’ da un po’ di tempo che ci gira in testa l’idea di scrivere una storia completa del Fan Club, quale occasione più propizia di una fanzine completamente dedicata a questo. Poco prima di lasciare il timone a Simone e al sottoscritto, lo stesso Matteo Santoro aveva iniziato a scrivere qualche riga su quel “primo giorno”; leggiamo insieme come andò:

di Matteo Santoro“Splendeva il sole, ma non faceva caldissimo. Il solito traffico meneghino, il lungo viale che porta al Rolling Stone e la fame che stava cominciando a disturbare la quiete del mio povero stomaco. Era infatti mezzogiorno e, ben in anticipo rispetto all’apertura dei cancelli per il concerto, stavo arrivando a destinazione quando intravedo una figura oscura di fronte a me, a una cinquantina di metri. Si trattava del Tour Bus che di li a poco avrebbe scari-cato i componenti di un gruppo che ai più non diceva un granché: Dream Theater. 5 Aprile 1993: mai data mi resterà così scolpita nella mente, a parte quelle relative agli affetti più personali. Insieme a me, pazzi come me, quattro o cinque avventori, medesime vittime di una fede incrollabile. I vetri oscuri del Tour Bus non lasciavano spazio a sbirciate furtive in cerca di qualche volto conosciuto e la tensione in attesa di una loro apparizione era tangi-bile, quasi palpabile. Dio, eccoli, sono loro. Scendono ad uno ad uno. Prima John Myung che, alla spicciolata, guadagna l’ingresso del

Rolling e già faceva intravedere la sua indole tipicamente orientale: poche parole, un sorriso e via. Poi è la volta di Kevin, poi James, poi l’altro John, John Petrucci. Si intuiva che era lui il capo. Lo testimoniava la sua fierezza. Ed infine lui, il guascone: Mike Portnoy. E’ l’ultimo a scendere ed è colui che più di tutti si ferma a chiacchierare con i suoi ammiratori. Barba e capelli lunghi, prima di scomparire dietro il portellone del Rolling fa in tempo a dirci: “Ra-gazzi, oggi vi divertirete!” Eh, si Mike. Avevi proprio ragione.Il contatto, il primo contatto con loro lo ebbi in quelle circostanze, ma nessuno, nemmeno il più inguaribile degli ottimisti, poteva immagi-nare che cosa sarebbe accaduto di li a poco. Avevo scattato delle foto e, consapevole che non sarebbero più usciti fino a dopo il concerto, mi allontanai in cerca di un studio fotografico, di quelli che ti sviluppavano il rullino in un’ora o poco più. Erano passati 90 minuti circa e stavo ripercorrendo a ritroso il viale XXII Marzo dopo aver portato il rullino a destinazione e mi stavo incamminando di nuovo verso il Rolling Stone quando, davanti a me, vedo un tipo alto e magro, capelli rac-colti a mo’ di coda e pass al collo, t-shirt dei Napalm Death. E’ Kevin Moore! Ragazzi che occasione, non

posso farmela sfuggire. Mi faccio incontro e lo saluto. Lui quasi stranito del fatto che l’avessi riconosciuto mi saluta e mi chiede: “Ho biso-gno di cambiare dei dollari, mi accompagni in una banca?”. La prima cosa che mi è saltata in mente è stata: “Cazzo, se ti ci porto!”. Ov-viamente non potevo dirglielo, ma in banca ce l’ho portato davvero, salvo scoprire che a quell’ora erano tutte chiuse. Per ingannare il tempo abbiamo preso a passeggiare per le

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vie di Milano. Aveva tempo fino alle 16, ora del soundcheck, e allora un giro in Piazza Duomo non poteva togliercelo nessuno. Prima però una sosta in un bar a bere qualcosa e a parlare del più e del meno. A quel tempo il mio inglese non era dei migliori (non che adesso sia eccellente, ma sicuramente me la cavo meglio…) e facevo fatica a spiegarmi. La cosa che colpì molto Kevin è stata la mia abilità nel non assillarlo con domande sui Dream Theater e sul loro splendido “Images & Words”. Abbiamo parlato di tutto ma non di musica: di football, di tennis, di cinema, ma non di musica. Piazza Duomo deve averlo col-pito. E’ rimasto senza parole, estasiato dalla visione della cattedrale e quando fummo al suo interno, un religioso silenzio lo attanagliò. Non so se per fede o solo per rispetto, ma non disse una parola. Lo divertirono molto i tanti piccioni raccolti sul sagrato. Si stava facendo tardi, anzi era tardissimo. Affrettammo il passo e nel tragitto di ritorno mi chiese una cortesia: “Dopo il soundcheck puoi accompagnarmi a lavare gli abiti?”. Certo, risposi, ma non capivo cosa volesse dire. Era in ritardo e la sola cosa di cui mi preoccupavo era portarlo al più pre-sto al locale perché, secondo i miei calcoli e l’ora, gli altri avevano già iniziato il loro lavoro. Infatti, come siamo arrivati in prossimità del Rolling, due roadies lo prendono di peso e lo portano dentro. Dopo pochi secondi esce di nuovo e mi dice: “Matio (non riusciva proprio a dirlo bene il mio nome), vieni dentro a ve-dere il soundcheck”. Giuro, me la sono fatta addosso…”

Ancora oggi ne Mike ne i suoi soci sanno pro-nunciare bene il nome di Matteo!!!Ovviamente dopo quel soundcheck c’è stata la richiesta di “Matio” a Mike Portnoy di affrontare un discorso che potesse supportarli diretta-mente in italia. Il nome nacque all’interno del vecchio negozio di dischi di Santoro, lo storico

“Riff Raff” di Gallarate: Italian Dreamers; per-ché in fondo tutti gli italiani sono un popolo di sognatori (e di navigatori) !!!.

Il gioco era fatto, i Dream sarebbero tornati già nel novembre dello stesso anno in un palaz-zetto più grande per un altro concerto storico che, sicuramente, li avrebbe inseriti in quella piccola nicchia scavata per loro all’interno della musica metal.

1994: Metropolzine 0

“Quando mi sono imbarcato in questa avven-tura non avevo benchè la minima idea di ciò che ne sarebbe venuto fuori. In questi casi ci si butta a pesce sperando di rimanere a galla e magari, una volta che ci si accorge di non affondare, cercare di fare qualche bracciata e raggiungere il primo traguardo.”

Sono le parole di Matteo Santoro nell’editoriale della fanzine numero 0 (si, la introvabilissima numero ZERO che solo 156 soci hanno ri-cevuto poco dopo l’uscita di Awake durante quell’anno)

Ai tempi di Awake il Fan Club aveva alcuni collaboratori che mi piacerebbe citare perché

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alcuni di loro ancora ci aiutano ed altri sono vere pietre miliari tra gli iscritti: Ivan Iapichella, Viviano Crimella, Matteo Masera, Michela Sol-biati, Tornatola Maria Grazie, Bellarosa Lilla, Parolin Renato, Fermata Fabrizio, Beppe Riva, Paola Ceci, Fabio Loffredo, Stefano Marchetti, Monica Frontini. Il lavoro di queste persone e la dedizione di Matteo hanno fatto si che uscisse un primo numero della fanzine “Metropolzine” che poi rinascerà solo nel 1998!!!

La numero ZERO era piena di articoli di giorna-le dei tempi di Awake, con un paio di interviste carine che presto ristamperemo per tutti.

Le basi erano buttate per un lavoro che, sicuramente avrebbe preso buona parte del tempo quotidiano a Matteo e ai suoi collabo-ratori: diffondere il verbo di questa nuova band chiamata Dream Theater.

Già dal secondo concerto sul suolo italiano lo stesso Santoro ha organizzato concorsi per fare conoscere ai soci del Fan Club i membri della band e già al tempo tutti i soci iscritti muniti di tessera potevano entrare prima degli altri ai concerti, a volte, anche guardando il soundcheck!!! 1995: Cosa succede intanto a Rimini?

Un piccolo gruppo di metallari di Rimini segue ogni concerto proposto a Milano; è formato dai membri di un gruppo di musica demen-ziale e altri pochi amici. Tra di loro Simone che viene presto in contatto con il sottoscritto per un discorso prettamente musicale. Dopo aver mollato un gruppo cover locale avevo iniziato a bazzicare l’ambiente dei concerti, montando palchi, facendo da security ai grup-pi etc… dall’altra parte Simone stava facendo partire una trasmissione in radio improntata sulla musica metal, con recensioni, interviste ai gruppi e serviva un altro collaboratore. Un amico comune ci mise in contatto e il soda-lizio musicale iniziò da subito in una buia stanza poco fuori Riccione che era la regia audio di Radio Icaro. Ovviamente il mio target musicale era più melodico e meno metal, ma la pazzia la diceva lunga vista una mia pseu-do-fuga di casa da adolescente per recarmi in Spagna a vedere i Dire Straits ed altre pazzie per Pink Floyd e Bruce Springsteen. Simone e compagnia provavano a portarmi ai vari concerti metal ma ogni volta rispondevo picche. Quando li vedevo tornare però stavo male perché con la scusa di un’intervista o

di un autografo per la radio avevano anche conosciuto il relativo gruppo.

Un giorno di marzo mi arriva un invito: “visto non sei venuto neanche per i Pantera e per i Sepultura, che ne dici di venire a vedere i Dream Theater ?” All’inizio avevo detto di no in quanto non ero interessato a quel genere di musica poi però la mia mente mi ha ricordato che a Milano avevo un’amica molto carina che non vedevo da tempo: due piccioni con una (Gi)Fava!!! I ragazzi mi avrebbero dato un passaggio a Milano e io avrei sfruttato l’occasione per una pizza con l’amica.

Niente male come idea e cosi mi inventai fo-tografo per un giorno. L’etichetta discografica aveva invitato Radio Icaro alla conferenza stampa di presentazione del nuovo album dei Dream Theater e aveva pure conces-so un’intervista con John Petrucci e Mike Portnoy. Per me quei due nomi non signifi-cavano ancora niente al tempo ma, per gli altri amici era un’occasione particolarmente interessante.Ricordo ancora l’arrivo alla conferenza stam-pa…da Radio Icaro eravamo in sette su una

trentina di persone invitati !!! Quasi non ci facevano entrare ma ognuno di noi aveva i suoi ruoli, chi intervistatore, chi responsa-bile musicale, chi responsabile artistico, chi traduttore… e io: il fotografo! Sembravamo le Sturmtruppen !!! Pochi momenti sono ri-masti nella mia mente di quella conferenza, questo perché l’intervista con Mike e John ha catturato parte della mia memoria riser-vata a quella giornata. Ricordo solo James con un’immensa tazza di latte caldo alle 3 di pomeriggio e poi sette persone intorno a due Dream Theater increduli di destare cosi tanto interesse al pubblico italiano. John Petrucci seduto per terra, su un tappeto e Mike con l’inseparabile (al tempo) sigaretta

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e un buon bicchiere di vino bianco in mano. Non sembrava neanche un’intervista ma, un gruppo di amici che non si vedono da tempo che si ritrovano e parlano della loro passione musicale.Ci fu anche il primo vero “infiltrato” della no-

stra storia (ce ne saranno tanti altri), Andrea di “The Games Machine”, una rivista di giochi per computer che aveva al suo interno una sezione dedicata alla musica. Fu con noi per tutta l’intervista e anche per il giretto di rito a Milano per mangiare qualcosa prima del concerto… giusto “qualcosa”. Alla richiesta di farci una foto ad una delle ragazze che lavoravano da Mc. Donald’s a Piazza Loreto la risposta è stata: “con tutto il casino che avete lasciato su quel tavolo volete pure una foto???” e cosi è stato e prima o poi quella foto verrà trovata e pubblicata ;-)

Il resto è una storia che solo pochi amici intimi sanno, ma comunque è andata a finire cosi: non ho più una buona amica a Milano ed ho preferito l’invito di John Petrucci a vederli dal vivo quella sera piuttosto che una pizza in compagnia !!!

Di quella giornata rimangono solo bei ricordi;

inutile sprecare ulteriore spazio per raccon-tare il concerto e il viaggio di ritorno dentro un Espace senza riscaldamento dove, per tenere alta la temperatura corporea, si po-gava ascoltando i Meshuggah.

Il 1995 è stato un anno d’oro, le sorprese non finiscono, giugno è caldissimo ed il sot-toscritto lavora tutto il giorno e tocca casa solo di sera. E’ proprio qualche giorno prima del mio compleanno che Simone lascia un messaggio nella mia segreteria telefonica, ricordo ancora le parole: “Tieniti forte, Dream Theater ! 5 luglio! Rimini!!!”

Il tour estivo era stato annunciato ma solo su Varese e su Roma ed io non sarei potuto andare causa lavoro mentre Simone aveva già biglietti e pass pronti !!! La mia telefo-nata di risposta al suo messaggio è stata molto breve: “Vaffanculo!!! te e i tuoi Dream Theater!!!”

Purtroppo ho dovuto rimangiarmi la parola… era tutto vero… i Dream Theater avrebbero suonato a Rimini in estate… e non solo, Simon aveva già organizzato un’altra inter-vista con John Petrucci dopo pranzo di quel giorno e un giro con Mike Portnoy in centro a Rimini.

Con mille sacrifici sono riuscito a sgamare un pomeriggio di ferie al mio capo e mi sono presentato puntualissimo all’appuntamento dopo pranzo con tanto di chitarra da fare autografare!!! L’appuntamento era stato ri-mandato, non c’erano i cellulari al tempo e io come un pirla ero fuori dall’hotel aspettando Simone e John Petrucci.

Non passano più di cinque minuti e mi vedo uscire John Myung con un grosso libro; pro-prio lui mi comunica che l’intervista è slittata di un paio d’ore e si congeda con pochissime parole.

A ruota esce Derek Sherinian; mi riconosce, forse perché a Milano ero stato l’unico ad aver parlato con lui in marzo (alla presenta-zione di Awake a Milano, Derek non faceva ancora parte della band e quindi non era neanche stato presentato al pubblico); lo avevo riconosciuto perché aveva già suonato con Alice Cooper e quando mi ha visto fuori dall’hotel ha parlato con me per un bel po’. Da notare che davanti all’hotel spuntava una im-mensa insegna della sala giochi più grande di

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Rimini e Derek si è infilato li dentro non appena è comparso John Petrucci per l’intervista.

Nel mentre arriva anche Simone e diamo luogo al nostro affare per poi discutere della serata in arrivo e del concerto tanto atteso, Scopriamo che suoneranno A Change Of Sea-sons per intero e che finito il tour entreranno in studio per registrare questo brano scartato da Images and Words.

Il pomeriggio passa tra due passi al mare con John Petrucci e Simone che, insieme a Matteo Santoro, accompagnano in centro Mike Portnoy che svuota un negozio di dischi comprando bootlegs dei Deep Purple, dei King’s X e dei Led Zeppelin.

Si fa sera, il Velvet Club di Rimini non è pienis-simo, un temporale estivo fa pensare al peggio ma le cose si sistemano in fretta e il concerto inizia in orario.

Dire che quello di Rimini è stato forse il più bel concerto dei Dream Theater in Italia non è una follia. Non più di 600 persone (mai accaduto in Italia), un clima molto intenso, familiare e una band in estrema forma, senza contare un mezzo set acustico mai suonato altrove.

E’ proprio in quel giorno che conosco il Fan Club italiano, l’Italian Dreamers. Simone è già iscritto dopo un articolo apparso su Metal Shock mentre io decido di evitare un possibile pacco dopo essere stato iscritto (poco convin-to) per due anni al Metallica Italia.

Grazie a quel fantastico pomeriggio i rapporti tra il sottoscritto, Simone e i Dream Theater sono più saldi, il lunghissimo aftershow ci porta alla conoscenza con Matteo Santoro e con la sua missione con questi Dream Theater.

Esce A Change Of Seasons e dopo agosto gli animi per i Dream Theater si placano un attimo.

1996, l’anno buio

Il 1996 è un anno molto buio per i Dream Thea-ter. I primi clinic italiani di John Petrucci e Mike Portnoy nel marzo di quell’anno, non bastano a risvegliare i fans. Mike e soci hanno problemi con l’etichetta discografica ma poche persone lo sanno in quanto internet ancora non è cosi sviluppato come mezzo di comunicazione.

E’ con un braccio rotto, cadendo lavorando sul palco di un concerto di Ligabue (è proprio vero che sono un equilibrista), che mi fermo

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a pensare su come valorizzare il nome dei Dream Theater. Ho appena visto all’opera il Fan Club del Liga e già hanno un sito internet. Sono uno dei primi pionieri della grande rete e so fare pagine in Html !!! Perché non fare qualcosa per i Dream Theater?

Tutto nasce una mattina di settembre all’Hotel Ascot di Miramare di Rimini, dove lavorava il nostro attuale presidente. Si mettono in moto le meningi e si comincia a ragionare sui Dream Theater: ovvero ciò che sarà il tema principale dei nostri prossimi 8 anni.

www.geocities.com/sunsetstrip/alley/8483

è la primissima pagina in italiano dedicata ai Dream Theater. Creata a mano, senza ausilio di programmi (che al tempo non ricordo manco esistessero). Poche cose prese dai giornali, le biografie, i saluti della band raccolti con un registratore a Rimini l’anno prima e qualche foto scroccata ad amici fotografi per i giornali metal italiani.

Nasce l’avventura più bella della mia vita.

Passa qualche mese e a fine anno ci proponia-mo a Matteo Santoro per diventare la pagina web del Fan Club l’allora presidente accetta di buon grado la nostra sfida su internet ma, è ovvio, che tutti e tre vogliamo di più; una pagi-na ufficiale per l’Italia dedicata alla band.

Guardandoci intorno a livello mondiale, al tempo, una sola pagina internet era dedicata ai Dream Theater (www.rsabbs.com/dt) ed era gestita dai soliti ignoti; solo pochi mesi più tardi nascerà Under a Cyber Moon e viene fuori il nome di Mark Bredius, l’attuale web master di www.dreamtheater.net.

E’ da questo sito che veniamo al corrente di una raccolta di firme per il prossimo album dei Dream Theater. Le notizie erano poche e molto scarne, giravano strane voci che i 5 americani avessero già pronti i brani per un nuovo lavoro discografico (annunciato anche durante i clinic di marzo) ma mai confermato dalla stampa, perché???

Il 1996 lascia il suo triste segno anche per altri e ben più famosi gruppi: a giugno esce “Load” a decretare la morte dei Metallica e a dicembre, pochi giorni dopo un grandioso concerto a Pordenone (e noi c’eravamo!!!) si sciolgono i Sepultura.

1997: la svolta

Il 1997 inizia in fretta; le tecnologie crescono e i mezzi per modellare pagine web si fanno vedere sul mercato. La pagina del Fan Club prende un nome: YtseItalia, suggerito da un nutrito gruppo di ragazzi del bergamasco che hanno creato una propria comunità internet che si ritrova ogni sera in un canale mirc chiamato Metalitalia.

Nasce anche una mailing list dove scambiar-si opinioni ed il mondo dei Dream Theater in Italia si apre piano piano a persone che abitano lontano tra loro; ricordo benissimo i primi contatti: Perix (in assoluto), Marco To-bia e poi il grande Salve, Francesco di Bari, Elisa di San Marino, Flavio di Milano, Marco di Lecco… qualcosa stava nascendo!!!

Le voci iniziano a circolare nella rete: “An evening with new music”, Dream Theater live al Palalido di Milano in aprile. Un’ottima notizia per tutti; proprio i Dream hanno de-ciso di portare sul palco uno show per fare sentire alla gente alcuni dei loro nuovi brani e vedere la risposta del pubblico prima di entrare in studio a registrare. E’ anche un modo per finanziarsi visto che all’epoca pare che l’etichetta non fosse tanto convinta di questa band.

Tutto è fissato per il 12 del mese e già il gruppetto dell’YtseItalia si muove, nascono le prime iniziative; il primo ritrovo fuori dai cancelli e le prime discussioni musicali.

Arriva il giorno del concerto, sempre con la scusa del programma radiofonico di Radio Icaro, riusciamo ad intrufolarci nell’hotel dove alloggiavano i Dream Theater. C’è una grande scena che mai toglierò dalla mia testa che si verifica proprio davanti ai miei occhi appena entrato in hotel. Derek Sherinian rientra dopo un giro di compere al negozio Armani a Milano, in braccio ha due completi di cui uno totalmente color “amianto”. Si apre la porta di uno dei due ascensori chiamati da Derek e ne escono John Petrucci (che aveva un’intervista con noi) e John Myung. Non mi è possibile rac-contarvi la faccia dei due alla visione delle compere di Derek ma bastano le parole di Petrucci: “dove hai comprato quello schifo di vestito??? Non vorrai mica suonarci… guarda che non monti sul palco vestito come un palombaro!!!”

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Ma dopo l’episodio buffo le cose, per noi, si fanno davvero serie e piene di emozione. Appena finita l’intervista, Mike Portnoy e John Petrucci visitano alcune pagine del nostro sito (la YtseItalia) e lo dichiarano sito ufficiale per l’Italia, con tanto di certificazione firmata e sottoscritta anche da John Myung. Ormai per Simone e me la vita al fianco dell’Italian Dreamers è iniziata.

Ancora tanto lavoro per il Fan Club duran-te il concerto; la data è andata sold out praticamente senza neanche essere stata pubblicizzata. Quasi 5000 le persone stipate all’interno del Palalido pronte ad ascoltare e apprezzare alcuni brani di questo nuovo lavoro dei Dream Theater previsto per fine anno. Ancora la conferma che i soci del Fan Club stanno crescendo e ancora un aftershow con tante persone curiose di co-noscere la band.

Ormai anche la Ytseitalia fa parte della vita quotidiana di tante persone, ragazzi sparsi su tutta la penisola che parlano e scambiano pareri ma, vista la prevista uscita del nuovo album cominciano anche ad arrivare i primi spezzoni dei nuovi pezzi; circolano quindi i primi mp3 di chi ha registrato i concerti di

aprile e di chi ha avuto l’occasione di entrare a vedere i clinic dell’anno passato dove i due Dream hanno proposto qualche strumentale in lavorazione.

E’ proprio nel mese di giugno che arriva una mail al sottoscritto firmata Emiliano Maiello; un giornalista esordiente di Roma che ci fà i complimenti di rito e con il quale nasce una piccola amicizia epistolare che sfocia in un incontro alla fermata della metrò di Lampu-gnano a Milano la notte del 3 ottobre.

La cosa curiosa è che il sottoscritto e Simone erano a Milano per presenziare alla presen-tazione di Falling Into Infinity il giorno dopo, insieme a Matteo Santoro. L’occasione ghiot-ta era che Mike Portnoy e Derek Sherinian sarebbero arrivati in Italia la sera prima e non sapevano con chi trascorrere la serata. Matteo li aveva invitati a bere qualcosa in un pub di Sesto San Giovanni, lontani da occhi indiscreti ed il sottoscritto aveva invitato anche Emiliano che si era fatto “solo” 5 ore di treno dalla capitale con la promessa che avrebbe potuto scambiare 4 chiacchiere con i due Dream in completa esclusiva per il suo giornale.

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Pearl Jam ed altri gruppi ma, mai e poi mai ci saremmo aspettati il pubblico delle grandi occasioni anche per i Dream Theater. E in-vece è così.. più di settemila persone sono presenti al concerto e per la band è l’esibi-zione con il maggior numero di persone mai fatta in vita loro fino ad allora.

Poco prima del concerto, durante l’opening act dei Vanden Plas, più volte Mike e John Myung si sono affacciati dal palco per vedere la distesa di persone davanti a loro. Per noi il tour non è finito, anzi, ci prendiamo gusto e decidiamo, per la prima volta in vita nostra, di recarci a Amburgo per vedere i Dream Theater dal vivo fuori dall’Italia. Il posto è dieci volte più piccolo del Forum di Milano ma il concerto è ugualmente emozionante. Caso volle che nella città tedesca si diedero appuntamento anche alcuni presidenti degli altri Fan Club europei.

Ufficialmente dopo quel concerto si può dire che si tenne la prima riunione dell’Ytseclub (l’organo che ora riunisce i capi di tutti i Fan Club ufficiali al mondo dei Dream Theater) I presenti erano Neil Elliot dell’allora Fan Club ufficiale con sede nel Regno Unito, Steffen

La serata è finita a birra e salsiccia, pochi intimi dentro il pub ed un Derek abbastanza

brillo che si è messo a cantare tutti i brani di Awake in formato rap. Ma il vero succo del discorso fu la volontà di Mike di creare una sorta di circolo ristretto tra tutti i Fan Club europei che intanto erano nati attorno ai Dream Theater; fu la prima volta che sen-timmo parlare di Ytseclubs

Un divertimento finito troppo presto ma destinato a continuare il giorno dopo con la presentazione dell’album in un hotel del centro di Milano con tanto di stampa invitata, una tappa a Rock FM e poi una sessione di autografi al Mariposa di Porta Romana.

Quel pomeriggio è stata la prova del nove per me e Simone come membri operativi dello staff dell’Italian Dreamers.

L’anno non è ancora finito perché proprio poco dopo il lancio del nuovo album viene annunciato il tour europeo; la data è fissata per il 30 novembre al Filaforum di Assago. Increduli siamo tutti presenti dentro questo spettacolare palazzetto con una capienza che sfiora le diecimila persone. Lo aveva-mo visto pieno con i Pantera, strapieno con

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del Fan Club tedesco e due ignari e loschi figuri arrivati dall’Italia. Il tedesco pieno di birra ci presentò la prima fanzine e da quella riunione nacquero due idee; la prima, era una fanzine tutta italiana per non essere da meno, l’altra fù la pubblicazione del famo-sissimo Christmas cd anche per tutti gli altri

Fan Club ufficiali (al tempo: tedesco, francese, giapponese, olandese e italiano).

1998: Metropolzine numero 1

Ovviamente i lavori per la nostra “numero 1” erano iniziati già alla fine del 97 dopo il concerto di Amburgo, e anche i lavori per il

Christmas cd del 1997 erano a buon punto ma, ufficialmente, tutto vede la luce nei primi mesi del 1998 (e da li la leggenda che il xmas cd non arriva mai per natale, ma un po’ dopo!!!).Fare una fanzine non è stato facile, semplice-mente perché non ne avevamo mai fatta una, cosa serviva? Qualcuno che sapesse scrivere, qualcuno che sapesse usare un computer….E tanta, tanta esperienza.

Dotati di word 97 e di tanta buona volontà ab-biamo iniziato le nostre prove e il risultato non è mancato, anche se non eravamo all’altezza degli altri Fan Club ancora ma, la voglia era tanta e gli articoli presenti sulle nostre prime 16 pagine non erano cosi poi male.

Metropolzine 1 insieme al Christmas cd 1997 viene spedito a tutti i soci del fan club iscritti dal 1993 al 1997, anni in cui l’attività del Fan Club era tangibile solamente durante i concerti.Sicuramente è un nuovo inizio per l’Italian Dreamers in quanto i rinnovi per il 1998 non tardano ad arrivare. Complice anche la stam-pa metal che ci da man forte pubblicizzando parecchio le nostre attività e complici anche i Dream Theater che decidono due ulteriori calate in italia per i mesi di aprile e giugno, possiamo considerare la primavera del 1998 come un nuovo inzio dell’Italian Dreamers.

Il “Pullming into Infinity” è un’altra idea del tempo per trovare nuovi amici. Il primo pullman da 52 posti organizzato con partenza da Rimini alla volta di Pordenone, prima tappa italiana per i concerti dei Dream Theater ad aprile, fu riempito da amici stretti con qualche ospite eccellente: primo fra tutti ancora Emiliano da Roma in compagnia di Daniele “KingDanii” proveniente direttamente da Cagliari. Durante il tragitto viene commentata la prima Metro-polzine e vengono anche fatte vedere a tutti le fanzine degli altri Fan Club.“Noi possiamo fare di meglio”: le parole dette all’unisono sono di King Danii e di un tale Ivan Drudi da Santarcangelo di Romagna che di mestiere faceva (e fa tuttora) il grafico pubblicitario.

...cosi nascerà “Metropolzine 2” la prima fan-zine a colori per l’Italia.

Nel frattempo, gli appuntamenti si moltiplicano; quello di Torino al Palastampa all’interno del Monster of Rock è forse una delle performance peggiori della band, messa per forza dentro un contesto non “suo”. Non ci perdiamo d’anmo,

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anzi, la convinzione di incominciare a dare di più a tutti i fans italiani dei Dream Theater è

tanta, bisogna incominciare a darsi veramente da fare.

Ecco allora la seconda trasferta all’estero per lo staff Italian Dreamers, in occasione del famoso concerto acustico di Rotterdam. Due camper battenti bandiera italiana sono partiti da Rimini e da Milano alla volta di Rotterdam per assistere ad uno dei più bei concerti dei Dream Theater di sempre.

Proprio a Rotterdam avvengono gli incontri con i ragazzi del Fan Club olandese, con Mark Bredius, e con il fan club francese (già incontrato anche al Monster of Rock). Un altro incontro storico che ha sancito ancora di più la collaborazione tra i vari Fan Club sia per lo scambio di idee, informazioni e interviste, sia per la produzione di altri Christmas cd.All’inizio di settembre, al Pub Helvetia di Ri-mini, con la partecipazione di pochi intimi ed in compagnia di qualche amico del Fan Club tedesco venuto per una piccola vacanza in terra romagnola avviene la presentazione di “Metropolzine 2”, la prima fanzine a colori del Fan Club.

L’anno finisce in crescendo quando viene an-nunciata alla stampa l’uscita di un doppio cd live dei Dream Theater previsto per la fine di ottobre. Intanto da Bergamo arriva l’idea per organizzare il primo meeting del Fan Club in un pub metal della zona. I nostri amici berga-maschi fanno tutto ciò che serve per organiz-zare la serata, prenotano il locale, trovano un gruppo cover che suoni ma non sanno della sorpresa che abbiamo fra le mani. Infatti quella sera al Keller Pub di Bergamo viene presentato e fatto ascoltare in anteprima il doppio cd live dei Dream Theater. Il concerto delle Onde Rock (gruppo cover locale) è la ciliegina sulla

torta di una serata stupenda.

Sui muri del Keller pub capeggiano i volti dei Four Horsemen e tutto lo staff del fan club è presente insieme ad alcuni amici che si sono uniti al viaggio. E’ la prima festa “seria” per l’Italian Dreamers, l’importante è prenderci gusto!

1999: l’anno delle novità

La redazione del Fan Club è in piena attività e, nei primi giorni dell’anno esce Metropolzine 3 con allegato il Christmas cd 1998, forse uno dei più belli ed interessanti pubblicati dai Fan Club, contenente estratti del concerto acustico di Rotterdam mai pubblicato ufficialmente.

L’anno, per noi, si apre con tante novità per la band; prima su tutte il cambio di line up con la decisione di Mike e John Petrucci di inserire Jordan Rudess all’interno della band come tastierista full time al posto di Derek!!!

Nel mese di aprile viene pubblicata Metro-polzine 4, con la copertina più strana (e forse più bella) mai apparsa su una fanzine; i cin-que Dream Theater trasformati in Simpsons Style.

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Un anno che inizia bene non può certo che proseguire meglio ed infatti, già da Maggio, iniziano le sorprese; il 24 per la precisione. Il Fan Club sbarca per la sua prima volta nella capitale, al Frontiera è in programma un’altra festa questa volta denominata “Tonight i’m Awake” e per tutti i partecipanti il preascolto del Liquid Tension Experiment II in anteprima nazionale.

Quella sera di fine maggio la gente era tanta; tutti si aspettavano della grande musica, sia per la presentazione del nuovo capitolo del

progetto parallelo di Mike Portnoy ma anche per la presenza sul palco di Empty Tremor e Zen; due gruppi prog italiani molto bravi.Come un fulmine a ciel sereno prima dei concerti scende sul palco un megaschermo ed arriva la sorpresa: Mike Portnoy, dotato di telecamera, entra negli studios in cui i Dream al tempo stavano registrando il nuovo album in uscita ad ottobre, e filma un buon quarto d’ora di immagini da fare vedere a tutti i partecipanti della nostra convention romana. Un delirio per tutti che affolla i nostri ricordi per tutta l’estate successiva.

Esce Metropolzine 5 con tanti speciali sui vari progetti paralleli di James LaBrie, i dischi solisti di Kevin Moore e Derek Sherinian e la recensione della festa di Roma.

A fine estate, come fulmini a ciel sereno sono annunciati in ordine sparso: i clinic di Mike Portnoy a Roma e Pisa, quelli di John Petrucci a Bologna e Montebelluna, l’uscita del nuovo disco e un concerto in novembre.Non male, ci rimbocchiamo le maniche e ricominciamo. Mike è il primo ad arrivare e l’Alpheus di Roma si riempie per il suo clinic che, per l’occasione, viene trasformato in una vera esibizione di batteria piuttosto che un seminario; va meglio il giorno dopo a Pisa da Niccolai, famoso negozio di strumenti musicali della zona.

E’ a ottobre che, però, la macchina organiz-zativa del Fan Club si scatena. Con la calata italiana di John Petrucci vogliamo organizzare qualcosa di unico e speciale. Durante il tardo pomeriggio partecipiamo al suo clinic di fronte ad 800 persone entusiaste, e per la sera una grande festa.

“Spirit Carries On” è il nome dell’evento in quel di Bologna, più precisamente allo Psycho Circus Pub. Un piccolo pub fuori dal centro che per una sera si è riempito esclusivamente dei soci del Fan Club arrivati da ogni parte d’Italia sia per ascoltare il nuovo, attesissimo disco “Scenes From A Memory” nel giorno della sua uscita nazionale, sia per poter stringere

la mano direttamente a John Petrucci, nostro ospite d’onore per tutta la notte.

A novembre, il secondo concerto al Filaforum di Milano sancisce, per i Dream Theater, la definitiva entrata nell’olimpo della notorietà. E’ ancora il tour di riscaldamento e “Scenes…” non viene suonato per intero ma, è l’occasione per tutti noi di vedere Jordan Rudess sul palco con i Dream Theater per la prima volta. Quella di Milano è stata anche una delle esperienze più curiose per noi. Come da programmi, al-cuni soci estratti a sorte hanno vinto l’ingresso all’aftershow. Non avevamo fatto i conti con gli infiltrati ed i portoghesi ed alla fine ci siamo

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trovati a gestire l’aftershow più numeroso (72 persone!!!!) della storia del Fan Club con tanto di mangiata finale a base di bucatini all’ama-triciana cucinati da Matteo Santoro. Per l’occasione il Fan Club consegna alla band una targa in argento per i loro primi 15 anni di carriera.L’anno è quasi finito quando i fan club si orga-nizzano per il xmas cd 99, che prenderà forma solo nei primi mesi del 2000, diciamo verso pasqua!!! Il ritardo sarà grave, lo abbiamo am-messo, ma il risultato fu da leccarsi i baffi

2000: Scenes per intero e i Dream ad una festa del Fan Club

“Caro duemila” , cosi cantava Elio in una famosa canzone scritta per dare il benvenuto al nuovo millennio. E così è stato per tutti i dreamers italiani.

L’anno inizia subito bene per il Fan Club, tre date annunciate per aprile e forse la possibilità di un ulteriore tour in estate.

Il ritardo nella consegna del xmas cd 99 viene subito perdonato, l’entusiasmo per i concerti in arrivo è alle stelle,e, come sempre, chi è iscritto ha la possibilità, tramite concorso, di entrare prima e di incontrare la band all’After Show, sarà anche per questo che il numero dei soci balza alle stelle già dai primi mesi.

Tutti i fan romani si ricorderanno benissimo quella sera piovigginosa del 10 aprile, in un piccolissimo locale della capitale, non lonta-no dal colosseo. Le difficoltà per organizzare quella festa all’HM Pub non sono state poche, condite da un gestore che ci ha dato non pochi problemi.“Scenes From a Night” era stato presentato come il nostro, “semplice”, quarto Meeting fra i soci, seguendo una tradizione iniziata tempo prima a Bergamo. I gruppi musicali contattati per la serata furono Zen ed Abstracta, due

band romane molto conosciute anche a livello nazionale. La serata scorre veloce, il posto è piccolo e gli Zen fanno il loro show quando qualcosa succede nella pausa di cambio palco tra un gruppo e l’altro. Ebbene si, ringraziando il cielo, ringraziando la band per la disponibilità, siamo riusciti a farvi la sorpresa anche questa volta. Sulle scale del locale si materializzano John Petrucci e moglie, Mike Portnoy e moglie, James LaBrie e Jordan Rudess. I presenti alla festa impazziscono e scatta il delirio; partono un mare di telefonate ad amici e parenti e in po-chi minuti il locale già pieno diventa stracolmo di persone dentro e fuori, sotto la pioggia.Il concerto degli Abstracta viene stravolto ed alla fine della loro esibizione, acclamato da tutto il pubblico presente, il buon vecchio Mike imbraccia il basso e si lancia in una “The Trooper” al fulmicotone durante la jam finale con gli Zen.

Tra le altre cose successe quella sera vorrei ricordare piacevolmente la decisione di un grande fans dei Dream: Matthias, che dalla Germania ha deciso di seguire tutto il tour italiano con i suoi amici dell’Italian Dreamers e di festeggiare, proprio quella sera, il suo compleanno con i Dream Theater e con tutti i ragazzi presenti alla festa !!!

Di quella serata gli episodi divertenti sono ancora tanti da raccontare… molti li ha già raccontati Simone nella sua recensione della festa, compreso l’involontario giro attorno al Colosseo con Mike e moglie in macchina in quanto chi gli doveva fare strada andava un po’ troppo veloce…. Ma anche un James leggermente brillo che, passando davanti al monumento principale di Roma, inizia a parlare di leoni e gladiatori simulando in macchina una sorta di combattimento e qualcuno in macchina gli da la classica risposta alla Galeazzi!!!.

Ancora frastornati dalla sera precedente, ripor-tiamo le nostre menti sul giorno del concerto, anche perché è la prima occasione in Italia dove la band suonerà per intero dall’inizio alla fine Scenes from a Memory. I Dream non avevano mai suonato in posti cosi grandi a Roma e l’effetto che fa la distesa di circa sei mila persone all’interno del palazzetto è stu-pendo. Dopo un concerto meraviglioso e pieno di energia, alcuni soci tra gli iscritti hanno la possibilità di incontrare la band. Quasi come tutto questo fosse ormai “routine” per noi, il no-stro ricordo più curioso dell’After Show è stato il mitico “intruso”. Riuscito ad eludere una se-

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curity ai massimi livelli, nascondendosi prima nei bagni e poi dietro ad una colonna, arrivato sulla tribuna in cui tutti i dreamesr vincitori del concorso stavano aspettando la band si è subito autodichiarato “intruso ufficiale” e noi lo abbiamo accolto con un applauso e lo abbiamo tenuto con noi all’incontro con la band solo per il suo impegno nel mimetizzarsi all’interno di un palazzetto cosi grande ma ipercontrollato. Non sapremo mai il suo nome!!!

Neanche il tempo di tirare il fiato e si parte per Firenze dove abbiamo come ospiti un paio di ragazzi dello staff dei Verdena (band con la quale lo staff del fan club instaurerà un’ottima amicizia ancora in essere !!! Ndr). A Firenze è freddo ma le birre di Matthias ci scaldano parecchio mentre un po’ brilli cerchiamo di entrare nel palasport per vedere il soundcheck della band.

Qui la security non era ai livelli di Roma, anzi era facilissimo eluderla e sbeffeggiarla cosic-chè decidiamo di divertirci un po’. Il numero più eclatante è stato riuscire ad ad entrare all’interno del palasport con i pass più assurdi, in testa alla fila il Salve (staff Verdena) con un pass dei Verdena, poi Emiliano con un pass del Freddie Mercury Tribute e infine il sotto-scritto con un pass del tour di Britney Spears, Simone, intanto, si spacciava come security personale del gruppo e rimaneva per un’ora a guardia del mixer, riuscendo ad organizzare, nel frattempo, l’unica intervista mai fatta, fino ad ora, con John Myung, un delirio!!!

Ancora un concerto, ancora un aftershow e si parte subito per Torino. Il Palastampa lo conosciamo bene, parecchi “amici” vengono a farci visita… Luca Bernasconi del Fan Club dei Labyrinth e Bianca Saviane di Guitar Club tra gli altri. Anche qui il concerto passa in fretta ma con una sorpresa finale inaspetta-ta. Nascosto dietro le spie della batteria per

scattare le “sue” solite foto in primo piano a Mike, Simone, tutto ad un tratto, si ritrova tra-sportato di peso dallo stesso Mike e da Josè dietro le pelli del “Purple Monster”, il “quattro” finale di Take the Time spetta a lui mentre Mike stesso gli ruba la macchina fotografica e vola sul palco per immortalare il momento e la faccia del malcapitato. Per l’After Show ci si ritrova nella tribuna retropalco con gente arrivata addirittura da Pozzallo, provincia di Ragusa!!! E’ tempo di saluti, Matthias se ne torna in Germania felice e contento e per tutti noi è tempo di tornare a casa dopo 4 giorni in giro per l’Italia. La mazzata finale ce la da il tour manager del tempo, il mitico e insostituibile Bill Barclay che ci annuncia a caldo altre due date in luglio, una a Milano e un’altra a Roma entrambe in open air!!!

Metropolzine 7 esce nel mese di giugno, con tante recensioni tra cui il tour appena finito e un bellissimo special sugli aftershow.

Luglio si avvicina a grandi passi e già si inizia-no a pianificare le trasferte e i concorsi per i soci che dovranno incontrare la band. Presto arrivano anche le “location” per i concerti che sono il parco dell’Idroscalo di Milano e l’Ippo-dromo di Tor di Valle a Roma.

Impossibile raccontare tutto il viaggio da Rimini a Milano, da Milano a Roma (in ae-reo) e i vari ritorni a casa… solo alcune note su questi due giorni da pazzi: un concerto non tanto bello a Milano a causa di disguidi all’impianto audio prima dello show, ma un bellissimo aftershow con tanto di torta a sorpresa per il compleanno di John Petrucci e del sottoscritto; l’accenno di una partita a pallone nel backstage con lo stesso spedito in tribuna da John Myung.

Roma sotto le stelle e con la luna piena è una cosa stupenda… se poi pensate a più di nove

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mila persone che affollano il prato davanti ad un palco veramente immenso, beh, il gioco è fatto!

Anche un concerto di tutto rispetto in cui ne sono successe molte….dai gestacci di Mike a Simone mentre registrava alcuni spezzoni di concerto direttamente sul palco a qualcuno che si presenta sul retropalco con tanto di cane al guinzaglio !!! Un aftershow sotto le stelle, forse il più bello; lunghissimo, con una band divertita dal clima e dal luogo e disposta a stare con tutti i vincitori per quasi un’ora. Impossibile non ricordarsi di quella sera ma anche di quel pomeriggio!!!

Spieghiamo il perché: chi di voi ha visto il dvd di Scenes from New York ? Bene ! avete visto l’album fotografico? c’è anche una stupenda immagine pomeridiana di Tor di Valle mentre il palco veniva ultimato…ma li vedete quei due loschi figuri in lontananza, sotto la torretta del mixer, sdraiati sull’erba ? Si chiamano Emiliano e Petrus i quali alle quattro di pomeriggio, ap-pena arrivati in aereo da Milano, non sapendo che fare, hanno deciso di ammazzare il tempo bevendo birra per contrastare il caldo e l’afa di quel giorno…. Quella foto è il risultato di qualche birra di troppo!!!! L’arcano è finalmente svelato;-)

I fan se ne vanno dall’aftershow e ancora il tour manager ci da una grandissima sorpresa, confermata dal sorriso a 32 denti di Mike: i Dream Theater registreranno un concerto per un futuro Live e DVD, la data è fissata per il 30 agosto a New York…. e le nostre menti sono già proiettate nella citta degli Hot Dog!!!

Telefona a destra e a sinistra, prendi le ferie, scrivi le mail per i biglietti ed alla fine, anche la trasferta a New York è organizzata. Sono sempre i soliti tre stronzi a partire con ba-gaglio in mano alla volta della grande mela: Pablo, Paco e Pedro, in arte Simon, Emiliano

e il sottoscritto. Abbiamo già narrato le nostre avventure e sventure in quel di New York in

Metropolzine 8, uscita nel settembre dello stesso anno.

Al nostro ritorno, e con la fanzine in corso, annunciamo altre date che, purtroppo, per la delusione dei tanti dreamers, non toccheranno l’Italia nell’ultimo tour europeo di Scenes from a Memory. Ma non possiamo lasciarci sfuggire l’occasione di vedere ancora la band dal vivo e soprattutto di recensire sulla nostra fanzine l’ultimo concerto dei Dream per il 2000.

Io ed Emiliano partiamo per Londra per una toccata e fuga all’Hammersmith, mentre Simo-ne rimane in Italia e si occupa dell’accoglienza e del trasporto di Mike per il giorno successivo. 22 ottobre Mike sbarca con il suo prode Jose

in Italia, a Montebelluna per un clinic prima del suo ritorno negli States per iniziare a lavorare sul nuovo album.

Come sempre noi siamo li, presenti e stanchi dopo il viaggio a Londra; Mike offre a tutti un grande spettacolo e lo staff di EsseMusic si conferma come sempre molto professionale.Il giorno successivo parte dello staff Italian Dreamers prosegue per Milano per un concer-to dei Deep Purple con orchestra e poi è tempo di tornare a casa a lavorare su Metropolzine 9

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con copertina nero-dorata e con le recensioni di tutti gli eventi degli ultimi mesi dell’anno. Al-legata una newsletter con il lancio del concorso per la “cover band ufficiale italiana” (vedi nel 2002 le informazioni al riguardo).

2001: Il grande cambio, l’anno dei ritardi

L’anno inizia in ritardo per tutti; infatti la prima fanzine esce a luglio !!! Metropolzine 10 viene spedita a tutti i soci proprio all’inizio dell’estate, insieme a quello che è stato chiamato da tutti “l’Easter” CD. Non si è trattato solo di un ritar-do nella stampa del cd (quello è stato spiegato nella relativa fanzine) ma, a tale ritardo si è anche accumulato un ritardo organizzativo del fan club che proprio nei mesi centrali dell’anno ha visto l’abbandono di Matteo Santoro come presidente e il relativo trasferimento di carica a Simone con relativo cambio della sede da Lonate Pozzolo a Riccione.

Ma fino a luglio l’Italian Dreamers non è ri-masto con le mani in mano; infatti il 29 aprile si è svolto il 5° Italian Dreamers Party in quel di Rimini. La motivazione per il meeting era il lancio del DVD “Scenes from New York” e si è deciso di farlo a Rimini in concomitanza con il Disma Music Show e con la presenza di una band di tutto rispetto formata, tra gli altri, da Cesareo e Millefinestre degli Elii. Una serata stupenda con un pub pieno zeppo di gente pronta a divorarsi le 2 ore di concerto e le quasi 4 ore di DVD. C’è stato anche chi alle 4 di mattina ha chiesto di rivedere qualche parte

del filmato mentre altri tornavano in albergo a piedi “perché tanto è vicino”. Il clou dell’anno però lo si vive solo al di là dell’oceano: un G3 organizzato da Joe Satriani con il suo amico di sempre Steve Vai e anche con la parteci-pazione di John Petrucci. Il sottoscritto non si fa pregare e parte subito per la California a vedere i suoi tre chitarristi preferiti tutti insieme per una notte. Alla batteria per John Petrucci

c’è Mike Portnoy il quale dall’America manda alcune news a tutti gli italiani riguardo al nuo-vo album che uscirà solo nel 2002 dopo un parto lunghissimo dovuto ai tanti impegni nei calendari dei singoli elementi presi da un mare di progetti paralleli.

Ironia della sorte o forse per farla nascere sotto una buona stella, avevamo fissato il primo incontro in tipografia per impaginare Metropol-zine 11 proprio per la sera dell’11 di settembre che per noi significava semplicemente il giorno dell’uscita del triplo live “Scenes From New York”. Nonostante tutto quello che è successo quel giorno nefasto, noi, in tipografia ci siamo andati lo stesso! A fine mese la fanzine vede la luce con tante novità sui progetti paralleli nuovi e vecchi e con una mega intervista a Mike e John sul nuovo album in composizione.

Ma il buon Mike non è capace a starsene con le mani in mano e sbarca a novembre in Europa per un tour con il suo supergruppo chiamato Transatlantic. Una data, quella del 20 novembre al Palaquatica di Milano, molto controversa. La qualità del concerto fu note-volissima ma la partecipazione di pubblico fu scarsa, forse, anche, per la tanta nebbia che si è abbattuta in quel di Milano quel giorno. Il nostro pulmino, quel giorno, aveva come ospite un ragazzo proveniente da Napoli che, vincendo il solito concorso, avrebbe poi incon-trato Mike alla fine del concerto.Mike si presenta all’After Show con una copia

advance di quello che sarà il nuovo album in uscita a gennaio: Six Degrees of Inner Tur-bulence. Non contento, questa volta, pensa anche a tutti i soci dei Fan Club e ci regala una compilation di 4 brani “edit” estratti dal doppio cd in uscita. Questo sarà il l’Annual CD per il 2001 che arriverà, a sorpresa, in casa di tutti gli iscritti nei primi giorni di gennaio insieme a Metropolzine 12 dedicata alla presentazione del nuovo album.

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2002: L’anno più lungo

Sicuramente il 2002 è stato l’anno più lungo, e forse il più bello, in tutta la storia dell’Italian Dreamers.Il 16 di gennaio a Roma è prevista la festa per la presentazione del nuovo album, l’organizza-zione, a dire il vero ha lasciato un po’ di amaro in bocca a tutti.L’ascolto in anteprima di Six Degrees of Inner Turbulence all’Alpheus di Roma è stata una validissima idea ma, ecco le dolenti note pro-venienti dal nostro contatto a Roma. Colui che ha gestito tutta l’organizzazione, ci assicurò la presenza di una cover band Dream Theater (all’inizio addirittura doveva essere cover band Liquid Tension Experiment). I tempi sono stretti e noi dello staff non riuscimmo a valutare la band anticipatamente tramite un concerto o un demo, quindi ci fidammo. Quella sera al-l’Alpheus, avviene l’improponibile: il pubblico arrivato alla festa del Fan Club si trova davanti una band di pseudo fenomeni circensi che fanno letteralmente incazzare tutti proponendo brani dei Dream Theater suonati con assoluto pressapochismo infarciti di assoli inutili, tanto per allungare la durata della scaletta. Cacciato il gruppo dal palco riusciamo a portare avanti la serata con l’ascolto dell’album, la visione di alcuni video inediti insieme a veramente tanti dreamers che per l’occasione si sono presentati all’Alpheus.Tutto questo ci servirà da lezione per tutte le feste a venire.

Non passa neanche un mese ed i Dream Theater sbarcano in Italia con una serie di eventi da fare impazzire tutti; 3 concerti e 4 clinic in 5 giorni. Milano, Roma e Bologna sono le location per i live del gruppo e per dei clinic di John Petrucci, a cui si aggiunge Monselice per il clinic di Jordan Rudess la sera dopo il concerto di Bologna.

Nel frattempo, sfruttando un momento di pau-sa, i “soliti” tre volano a Londra per sondare il terreno relativo al nuovo album e per vedersi la prima data del tour europeo. Memore di questa esperienza e carico di energia, lo staff del Fan Club si presenta motivatissimo per tour italiano con il solito YtseCamper pronto a macinare chilometri anche questa volta.

Il tema dominante di questo tour di febbraio è la pioggia che, incessantemente, è caduta sulle nostre teste per tutti i 5 giorni ma, no-nostante questo, la soddisfazione di vedere

tante presenze ai concerti e, soprattutto, di essere riusciti ad organizzare tanti eventi in concomitanza di questa kermesse invernale, è stata notevole.

I Dream sbarcano in terra italiana il 13 febbraio in quel di Milano. John Petrucci ha cambiato endorsment di chitarre passando alla Ernie Ball/Music Man. La Synchro, importatore lo-cale per questa marca di chitarra, organizza, in concomitanza con i concerti, una serie di clinic: Milano (la sera prima del concerto del 14), Roma e Bologna. Intanto, l’Associazione Giacomo Spanò di Este organizza un clinic di Jordan Rudess il giorno 17 aprile a Monselice (PD).

Sono stati 5 giorni stupendi a contatto con persone nuove in cui, anche questa volta, il Fan Club ha dimostrato la sua validità come organizzazione interna andando perfettamente ad interfacciarsi con il personale di Music Man Italia e con l’Associazione Spanò per rendere ogni evento un altro successo. La nota dolente è stato il mancato After Show al Palamarino di Roma a causa di un disguido con il manage-ment della band, a cui ha fatto da contrappeso un nostro grande ed importante concorso. Due ragazzi estratti a sorte tra tutti i soci hanno avu-to la possibilità di vincere un pass ALL AREAS e di trascorrere tutta la giornata al seguito dello staff Italian Dreamers e dei Dream Theater prima e dopo il concerto.

A Maggio esce la fanzine numero 13 che, oltre a tutti i report dei concerti e dei clinic, contiene anche la premiazione ufficiale da parte della band di quello che sarà il gruppo cover italiano dei Dream Theater.

Il concorso, lanciato l’anno prima, aveva, come fine, quello di ufficializzare il gruppo cover dei Dream Theater per eccellenza in Italia. Tanti sono i gruppi che hanno mandato le loro regi-

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strazioni al Fan Club, il nostro compito è stato quello di consegnarle nelle mani di Portnoy e soci i quali si sono fermati per qualche ora ad ascoltare i cd in questione designando il gruppo vincitore. Gli Astra di Roma sono la band che ha battuto tutti e che si è pregiata del titolo.

La premiazione avviene con una festicciola al pub Radio Londra di Roma il giorno 30 di maggio dove gli Astra si presentano in gran forma di fronte a tutti quelli curiosi di sentire questa “cover band ufficiale”. C’è anche Rai 2 a fare un servizio sul concorso indetto dal Fan Club e, ovviamente, sui vincitori.

Nel mentre “Six Degrees…” cominciava a di-ventare meno oscuro come album; dal giorno della sua uscita a gennaio alla fine di giugno l’album aveva iniziato ad essere più digeribile, ad essere capito. Ma, non tutti avevano le idee chiare sulla complessità stilistico-musicale dei brani, per non parlare dei testi. Da qui l’idea della mia mente malsana di prendere carta e penna (giuro che lo special è stato scritto inizialmente tutto su diversi fogli di carta) e di scrivere tutto ciò che sapevo riguardo a questo nuovo album. Il risultato si chiama “Inside the Turbulence” ovvero il numero 14 di Metro-polzine: uno speciale dedicato interamente a questo album. Sei capitoli che vanno ad analizzare la composizione dell’album, i testi, la loro parafrasi, la strumentazione e tanti altri piccoli angoli che prima erano ancora bui.

E’ luglio ed è di nuovo tempo di tour; ancora tre date in Italia, un vero record anche se le località questa volta sono un po’ strane e anche un po’ scomode da raggiungere. Toscolano Maderno, sulle rive del lago di Garda; Cone-gliano Veneto e poi Pistoia, durante la mani-festazione del Pistoia Blues. Una scelta un po’ azzardata e dei luoghi che hanno pagato un po’

lo scotto di trovarsi veramente in culo ai lupi. Forse anche a causa dell’estate l’affluenza non è stata delle maggiori ma con Toscolano e Conegliano i Dream Theater tirano fuori dal cappello i loro due migliori concerti in Italia fino a quel momento. Più di tre ore di show diviso in due; due atti lunghissimi per presentare agli spettatori tutto il secondo disco del loro ultimo lavoro; quasi 50 minuti di musica raccolti in un solo brano. E poi Pistoia, con un opening act molto blues e un concerto molto più corto anche se sicuramente la bellezza della piazza Duomo di Pistoia ha reso onore al concerto presentato quella sera.

La macchina infernale dell’Italian Dreamers è stata messa in moto anche per questi tre giorni di kermesse: una cena tra lo staff e la band la sera prima di Toscolano per definire alcuni punti e per trascorrere del tempo in maniera spensierata. C’erano anche due compleanni da festeggiare, John Petrucci ed il sottoscritto; e, ovviamente, anche questa volta è arrivata una torta al tavolo con tanto di candeline per entrambi. L’impegno, per lo staff, nei giorni seguenti, è stato notevole. 25 persone dopo ogni concerto hanno vissuto qualche momento insieme alla band. E se, purtroppo, a Tosco-

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lano la cosa si è svolta abbastanza in fretta e in un luogo molto scomodo, a Conegliano e Pistoia siamo riusciti ad effettuare due After Show veramente belli ed interminabili con tanto di foto di gruppo per immortalare i mo-menti più memorabili. Il top è stato vissuto dai ragazzi vincitori a Pistoia in quanto il concerto si è svolto il 12 di luglio, compleanno di John Petrucci, il quale, non contento di aver preso una torta in faccia durante il concerto, ha bis-sato la torta (e stavolta l’ha mangiata) con tutti i ragazzi presenti al dopo concerto.

L’estate finisce ed il tour autunnale non tocca l’Italia. Le attività del Fan Club vanno avanti senza sosta; ancora nulla e finito in questo 2002. Dieci anni prima era uscito l’album che aveva consacrato i Dream Theater come la miglior band prog metal al mondo: Images and Words. E, nel mese di ottobre, esce Me-tropolzine 15, completamente dedicata a tale album. Un vero special atto a spiegare tutti i retroscena delle registrazioni di questo album a tutti i fans, anche quelli più giovani.In allegato è spedito, a tutti i soci, anche il cd “The ATCO Demos”, ovvero i brani che i Dream registrarono in versione demo e che manda-rono alla ATCO, una divisione della Atlantic; etichetta che poi, di fatto, produsse l’album.

Sul tema Images and Words anche l’annual cd, spedito insieme a Metropolzine 16 nel dicem-bre di quest’anno. Un cd live contenente brani live presi da un concerto del tour di Images insieme ad una fanzine ricca di contenuti tra cui la recensione dei concerti di luglio.

Per concederci una piccola “pausa”, decidiamo di recarci a Londra, dove il 20 ed il 21 ottobre la band ha in previsione due serate nello stesso club il famosissimo London Astoria.Siamo li per due motivi, il primo, naturalmente, per ascoltarci la serata speciale, annunciata mesi prima, dalla band dove sarebbe stato suonato un “classic metal album” non ben precisato, il secondo, ben più goliardico, per partecipare alla riunione di tutti i Fan Club europei che si rincontrano per la prima volta dopo il meeting al Roseland di New York nel-l’agosto del 2000. Entrambi gli eventi hanno ben ripagato il costo del biglietto aereo.

E ancora non è finita; a fine 2002 parte l’idea delle “Tribute Night”. Il primo locale ad ospi-tare queste serate a tema Dream Theater è il Brunch di Porto D’Ascoli. Il 28 dicembre 2002

il pub è stracolmo di gente venuta apposta ad acclamare gli Astra che, come al solito, danno prova di essere veramente i migliori. La noti-zia della prima “Tribute Night” fa il giro della penisola ed iniziano ad arrivare le richieste di bissare l’evento da pub sparsi in tutta Italia. Ma decidiamo di prendere un po’ di ferie e la prossima notte a tema sarà, solo, nel mese di maggio dell’anno seguente.

2003: Dieci anni di attività: l’anno dei record

Stanchi e con tanto bisogno di tirare il fiato decidiamo di dare inizio al 2003 solo nel mese di marzo. La lavorazione alla fanzine inizia a Pasqua e Metropolzine 1+7 (perché diciassette porta sfiga) arriva nelle vostre case in tarda primavera.

I Dream sono rientrati in studio nel mese di marzo in gran fretta; hanno tante nuove idee e non vogliono lasciarle uscire dalle loro teste. Un tour mondiale lunghissimo e l’aver suonato due album di classic metal come Number de-gli Iron e Master dei Metallica li ha rinvigoriti invece di averli stancati. La decisione è quella di rientrare subito in studio per definire bene il materiale già pensato durante i tanti soun-dcheck del tour passato.

Per noi è tempo di rinnovamenti; inizia la ricerca di nuove leve, alcune persone escono dal “giro” dello staff ed altre entrano in prova (saranno confermate solo a fine anno!!!). E’ ora di iniziare a rinnovare il sito internet; inaugura il canale IRC del Fan Club e anche la Board, che presto verrà inglobata direttamente nel sito dell’Italian Dreamers.

Ma, la prima newsletter che arriva ai soci i primi giorni dell’anno la dice lunga: “stiamo preparando una grande festa per i nostri 10 anni, state pronti perché potrebbe arrivare in ogni momento!!!”

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Per il numero di iscrizioni è un anno di re-cord; continuano ad arrivare le richieste di “Tribute Night” e nel mese di maggio, più precisamente il 24 il Siddharta di Prato (un tempio della musica rock in Toscana) ospita il Fan Club e tutti i presenti possono ascoltare gli Astra che presentano per l’occasione il loro nuovo cantante.

La serata riesce talmente bene che usciamo dal locale già con alcune nuove proposte di

notti tributo; una è a San Marino, l’altra a Verona, forse una a Vicenza e altre richieste tra Bari, Roma, Torino. Solo un paio di queste si reputano valide e una di queste potrebbe essere la “nostra” notte, la grande festa.

Tanta è l’euforia per la buona riuscita della serata che alcuni membri dello staff del fan club si improvvisano in numeri circensi nel parcheggio del locale, ed è qui che l’equilibri-sta del gruppo si rompe un braccio…qualcu-no che era in hotel con lo staff del fan club, durante la notte, ha sentito gli ululati di dolore del sottoscritto !!!

Intanto i Dream decidono di fare un tour in-sieme a Queensryche e Fates Warning ma, purtroppo per noi europei, il tour si snocciola solo in territorio americano e a noi non rima-ne che il report di vari siti internet e qualche registrazione pirata.

Alcuni colleghi degli altri Fan Club europei vanno in America in missione per conto no-stro, i primi contatti con i membri della band per averli come ospiti alle nostre feste dei dieci anni (infatti anche il fan club ufficiale e quello francese sono nati dieci anni prima come l’Italian Dreamers) sono merito loro. La persona indicata è John Petrucci il quale

non si butta via all’invito ma, poi, succes-sivamente, al momento di stringere per il mese di ottobre fa un grande passo indietro per motivi familiari.

Non ci buttiamo giù e ripensiamo al mese di febbraio, quando Jordan Rudess ci aveva contattato in via privata per schedulare un paio di settimane di vacanze a Riccione. Ovviamente, trattandosi di ferie e non di concerti, tutto si svolse in gran segreto e solo un paio di persone vicine a noi sapevano di questa vacanza italiana del tastierista dei Dream Theater.

Durante il mese di giugno accogliamo la richiesta di un locale di San Marino per una serata tributo con gli Astra. Il locale è stu-pendo, un giardino di una discoteca tra le più belle d’Italia, con tanto di piscina. Parte la macchina organizzativa ma ci sono non pochi problemi. Gli organizzatori si dimo-strano totalmente incompetenti nel gestire le problematiche del caso, per loro è una semplicissima serata con un concerto live, per noi, invece, è la tanto sospirata “Notte dei 10 anni !!!”. Avevamo sognato per tanto tempo di fare la festa proprio vicino a casa nostra e questa occasione non ci deve scap-pare…ma sembra proprio che ci stia scivo-lando dalle mani. Addirittura i biglietti erano già stati stampati quando chi ci ha proposto la serata fa completamente marcia indietro. Ma dall’altra parte arrivano i nostri eroi…i nomi ? Primo su tutti Jordan Rudess, seguito a ruota da Andrea Pavanello (socio storico dell’Italian Dreamers e studente e amico di Jordan) e poi l’Associazione Giacomo Spanò ed Essemusic.

Jordan ci comunica la sua intenzione di unire l’utile al dilettevole: una vacanza in Italia

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insieme a qualche evento con la sua parte-cipazione. Un clinic ed un concerto per pia-noforte erano già stati programmati, abbiamo fatto maggiore chiarezza su tutto e abbiamo allungato la lista degli eventi. Alla fine Jordan avrebbe tenuto un clinic, un concerto per pianoforte ed avrebbe presenziato alla festa dei 10 anni dell’Italian Dreamers suonando in esclusiva per i soci e condividendo il palco con gli Astra per qualche brano.

Ormai gli organizzatori del Symbol di San Marino non si potevano più tirare indietro. La festa si doveva fare, con le buone o con le cattive.

I mesi di luglio e agosto sono volati, comple-tamente indaffarati nel riuscire a fare entrare tutte le pedine all’interno della nostra grande scacchiera. Non doveva andare storto niente e nulla doveva essere tralasciato.

Vista la mole di cose successe in quei 5 giorni di fuoco con Jordan in giro per l’Italia, abbiamo deciso di fare delle pagine dedicate a questo evento e a tutti i retroscena.

Al momento di andare in stampa l’anno in corso non si è ancora chiuso a livello di eventi.

Il 18 di ottobre gli Astra sono stati protagoni-sti dell’ennesima Tribute Night, questa volta a Verona presentando per intero tutto Images and Words e A Change of Seasons.L’ulteriore sorpresa giunge al momento del bis quando il gruppo si presenta sul palco accompagnato da un vero coro gospel.

Intonando le note di “The Spirit Carries On” ci sembrava di essere tornati a New York o di essere di fronte al DVD live dei Dream.

Cronaca di questi ultimi giorni è invece la festa di presentazione del nuovo album “Train of Thought” che abbiamo organizzato al Transilvania di Milano di fronte a più di 400 persone.

Ci sembrava giusto, però darvi anche l’an-nuncio che a fine anno, sono già state fissate altre due Tribute Night con gli Astra come protagonisti, torneremo a Prato e faremo un salto anche a Roma per cercare di placare quella sete di Dream Theater che pervade costantemente, le vostre e le nostre menti.

2004: Che sarà di noi???

Al momento è impossibile prevedere qual-siasi attività per l’anno a venire, ma le nostre menti sono già in fervore.

Ho voluto aggiungere questo capitolo quasi come un foglio bianco… oltre ad un sicuro tour di 3 date nei palazzetti più grandi d’Italia; la storia del fan club la faremo noi, la farete voi e tutti coloro che gravitano attorno a questo fantastico sogno.

Ricordatevi che se avete qualcosa da raccontarci siamo sempre a vostra dispo-sizione.

Nel 2004 Metropolzine cambierà, il nostro sito internet interagirà maggiormente con voi; aiutateci a tenere vivo questo nome e a festeggiare altri compleanni insieme.

The Italian Dreamers StaffMarco e Simone

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Dopo aver partecipato ai nostri concorsi, dopo essere stati estratti vincitori, dopo l’ok della security, dopo l’ok del tour manager, dopo l’ok della band e dopo aver trovato un angusto sgabuzzino, una fredda stanza, un’improvvisato tendone dove rifugiarsi ecco arrivare il tanto atteso momento dell’After Show, dell’incontro con i Dream Theater. Sono momenti abbastanza concitati dove l’emozione si regge a fatica, dove, normalmente, le penne non scrivono, le macchine fotografiche si inceppano ed i flash non scattano. Abbiamo volutamente lasciato le foto senza nessun commento, le espressioni dei vostri visi sono abbastanza eloquenti. Grazie, in ogni caso, di averci affidato i vostri scatti d’autore, immagini recenti e momenti passati per una passarella di sensazioni difficili da dimenticare.

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Più volte, durante i vari tour italiani dei Dream Theater, siamo entrati in contatto con le famiglie della band, e parlato con le mogli dei 5, scherzato con i bimbi; soprattutto quella volta al concerto del Roseland a New York quando fummo invitati nella zona VIP, proprio nel mezzo tra i tavoli con tutte le famiglie e parenti della band pronti ad assistere al concerto che sarebbe stato registrato per il futuro DVD.

Questa volta però è stato qualcosa di completamen-te diverso; non si è trattato di attimi fugaci tra un con-certo e l’altro, oppure di qualche saluto durante un aftershow. Vi sto parlando di 5 interi giorni a contatto con la famiglia Rudess.

Jordan è arrivato in italia il 23 di agosto con un volo su Venezia e ad attenderlo c’era il nostro caro amico Francesco dell’Associa-zione Spanò con tanto di furgoncino per caricare i

bagagli dell’allegra fami-gliola.

Il mio primo contatto con Jordan è stato nel pome-riggio del clinic, mentre preparava il setup per la sua performance abbiamo avuto modo di scambiare due chiacchiere e di ag-giornarci sulle attività che ci aspettavano nei prossi-mi giorni.

Andrea Pavanello aveva già la situazione sotto controllo fino al concerto

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acustico, dopo di che tutto sarebbe passato in mano all’Italian Dreamers.

La serata del clinic è stata veramente ottima, all’al-tezza del nome che ormai si è fatta Essemusic per la professionalità nell’or-ganizzare eventi di tale genere. Il negozio trasfor-mato in auditorium per l’ennesima occasione ed il tutto esaurito per vedere il secondo clinic italiano di Jordan dopo quello di un annetto prima a Mon-selice. Un clinic partico-lare per tutti quelli che si aspettavano la solita dimo-strazione dello strumento. Jordan utilizza quasi tutta la prima ora della sua performance suonando ad ispirazione usando tutti i campioni a disposizione della sua tastiera, arrivan-do addirittura a chiedere delle note al pubblico ed improvvisando su quella scala. Un misto tra world music e progressive puro che ha lasciato parecchi a bocca aperta. Ovviamente non sono mancati accenni a brani dei Dream e di alcuni suoi progetti solisti, primo fra tutti quello in coppia con Morgenstein. Una piccola nota dolente, secondo il sottoscritto, è arrivata solo al momento delle domande del pubbli-co… possibile che ad un clinic di qualsiasi membro dei Dream Theater in Italia non si sentano domande “decenti” ma solo doman-de del tipo “Jordan mi fai sentire questo” o “Jordan mi fai sentire quello”?

La serata finisce in un ristorante poco fuori Mon-tebelluna a suon di pasta e pizza offerti gentilmente da Lorella di Essemusic, che non finiremo mai di ringra-ziare per la sua immensa disponibilità.

Diamo una giornata di relax a Jordan e alla sua famiglia e ci ritroviamo tutti in un hotel di Este il pome-riggio prima del concerto acustico. E’ qui che mi trovo davanti a Danielle, la moglie di Jordan, e ad Ariana e Kayla, le due figlie, due veri diavolet-ti!. Intorno a me ci sono

tante persone, qualcuno venuto anche dall’Olanda per questi eventi e per il momento i dialoghi sono molto sul generale, senza entrare nello specifico di qualche argomentazione particolare.

Ma la guest star della gior-nata, e di tutto il proseguo di questo tour, deve anco-ra arrivare: sbarca proprio nel giorno del concerto acustico alla stazione di Monselice. Si chiama Mi-chael e fa parte dello staff del Fan Club ufficiale tede-sco “The Mirror”. Michael è uno dei grandi amici e sarà

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il mio compagno di viaggio per i prossimi giorni, dal concerto fino a dopo la festa di San Marino.

Il giorno del concerto acu-stico è stato molto par-ticolare: prima di tutti la minaccia della pioggia che avrebbe sicuramente rovinato se non addirit-tura annullato la serata. Solo verso le 18 il cielo si rasserena e viene sco-perto il pianoforte che era stato messo sotto un grande cellophane per evitare che si rovinasse con l’eventuale acqua. Lo strumento viene accordato con grande minuzia da un accordatore locale e con grande curiosità di Jordan che non ha fatto altro che girare attorno allo stru-mento per tutta la durata dell’accordatura. Per Danielle ed il sotto-

scritto, con tanto di bimbe al seguito, c’è il tempo per una chiacchierata co-noscitiva all’interno del perimetro del castello di Este per ammirare il posto in cui ci troviamo e per fare reciproca conoscenza. Danielle è una persona splendida, veramente im-mersa nella musica e nel lavoro del marito. Si parla di Jordan, di Dream Thea-ter, di musica in generale e soprattutto di quanto la famiglia Rudess sia rima-sta colpita dall’Italia e dal calore degli italiani.

Intanto le bimbe sparisco-no nel grande giardino e poco dopo le ritroviamo sul palco a suonare il pia-noforte al posto del loro padre. Inutile dire che due figlie di un grande pianista sicuramente avranno già alcune basi musicali, ed

è verissimo, infatti Aria-na e Kayla si esibiscono in un semplice brano al pianoforte a quattro mani lasciando di stucco i pochi che stavano assistendo al soundcheck. Storica la fra-se del padre: “Bimbe non suonate troppo forte sennò poi quelli fuori che aspetta-no di entrare credono che sia io e se ne andranno!” tra le risate generali.

I ragazzi dell’Associazione Spanò, capitanati da Mar-co Spanò fanno un lavoro perfetto; in pochissimo tempo riescono a siste-mare le sedie per tutti i partecipanti, ad allestire un banco per biglietti e informazioni al di fuori del perimetro del parcheggio. Viene preparata una stan-za all’interno del castello adibita a camerino per Jordan, e troviamo pure un camerino per lo staff Italian Dreamers. C’è anche un chiosco per bibite e panini e i miei complimenti vanno in particolare ad Elena la quale ci ha offerto un buon numero di birre.

Intanto che Jordan conti-nua io e Michael ci adden-triamo nel centro storico di Este per mangiare un paio di pizze e scopriamo che la popolazione femminile di questa città è veramente entusiasmante; il nostro amico tedesco tenta di chiedere asilo politico ma la richiesta gli viene ne-gata ;-)

Si fa sera e il giardino del castello di Este si riempie

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di gente, tutti seduti per ammirare al meglio il con-certo, il luogo, e per farsi trasportare dalla musica di un pianoforte. Ci sono più di cinquecento perso-ne, tutte sedute e asso-lutamente silenziose per godere appieno del suono naturale di un pianoforte. Jordan decide di montare sul palco anche la sua Kurzweil e la scelta risulta completamente azzeccata; infatti nella parte centrale del concerto si alza un po’ di vento che entra un nei microfoni posti sopra il pia-noforte, e il sound risulta molto rovinato. Una parte del concerto di pianoforte si trasforma in concerto elettrico e la cosa non è poi cosi male; Jordan ripropone alcuni brani già sentiti due sere prima al clinic. Anche se non è poi

cosi giusto chiamarli bra-ni…li chiamerei fantasie, infatti nulla è uguale al clinic, Jordan suona ad ispirazione personale e si lascia trasportare dalle emozioni provocate dal luogo in cui si trova.

Il top della serata viene raggiunto quando Jordan esegue “The Dance Of Eternity” e qualche inter-mezzo del Liquid Tension Experiment al pianoforte tra il clamore totale del pubblico che viene invitato a cantare anche “The Spi-rit Carries On”.

Una performance che è stata registrata audio e video con ben 5 telecame-re e che, speriamo, molto presto, Jordan riuscirà a pubblicare in qualche modo o a distribuire trami-te il suo sito.

Dopo due ore di note le luci si spengono e rimane il tempo per tutti di uscire dal castello e di dirigersi verso le proprie case. Ma ancora tutto non è finito. Poche persone incontrano Jordan per ringraziarlo dell’evento: dal Sindaco della città a tutta la giunta comunale; i ragazzi dell’Associazione Spanò e alcuni amici.

Alcuni ragazzi rimangono alle transenne del cameri-no improvvisato alla ricer-ca di autografi e laddove non riesce la fortuna ci pensano le due figlie di Jordan che si improvvisa-no velocissimi corrieri ca-paci di trasportare dentro al camerino del padre le cose più assurde da fare autografare e riportandole ai proprietari. Tutto ciò fino a che mamma Rudess non ha detto stop;-))

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Il viaggio verso Rimini a tarda notte è duro ma necessario; il giorno dopo tutti devono essere svegli ben presto per dare inizio ai lavori a San Marino, laddove tutti si aspettano il grande evento.

Già durante il ritorno in piena notte arrivano i primi sms; c’è chi è appena par-tito da Lecce, chi arriva da Trento e chi dalla Svizzera. Il ritrovo sarà per tutti alle sette di sera davanti ai cancelli del Symbol Club. Per noi invece il ritrovo è alle dieci di mattina per iniziare a montare tutta la baracca.

Gli Astra e gli Empyrios (il gruppo spalla) sono già pronti con tutta la loro strumentazione alle 10.30 davanti al locale. In netto ritardo, arriva il fonico, il mitico Gabry il quale in pochissimo tempo riesce a dare la sua impronta so-nora alla serata. Il tempo di mangiare qualcosa e poi per noi è ora di scendere

verso Riccione; stà arrivando la famiglia Rudess e non vo-gliamo mancare per i saluti di rito. L’hotel scelto per Jordan è un bellissimo quattro stelle a pochi metri dal mare in una zona molto centrale di Ric-cione, ed è proprio li che si ritrova tutta la banda: oltre alla fami-glia Rudess troviamo Andrea Pavanello con Francesco; gli amici olandesi, Mi-chael, e tutto lo staff Italian Dreamers al completo anche di Emiliano ed Ivan.

Gli altri ragazzi dello staff sono ancora su al Symbol a control-lare tutti i particolari: il banchetto del Fan Club, il divano per la zona VIP, il sound-check dei gruppi. Il costante contatto te-lefonico ci tranquilliz-za in quanto tutto sta an-dando per il verso giusto.

Non rimane che unire la carovana e partire per il Symbol.

La festa è raccontata nel-le prossime pagine per ovvi motivi; mentre non rimane che raccontarvi come è finita la vacanza di Jordan in Italia. Il luogo dell’ennesimo episodio è un hotel a caso vicino all’aeroporto di Bologna. Danielle ci invita a bere qualcosa con la famiglia prima di riprendere la via del ritorno verso Riccione. Sappiamo già che ci sono diverse sorprese in serbo

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per noi; primo su tutti un bellissimo foglio con tanto di ringraziamenti e dediche da parte di tutta la famiglia Rudess e poi discorsi ri-guardanti un futuro ritorno in Italia per altri progetti musicali.

Danielle ci ubriaca di aned-doti su Jordan, sul suo passato prima dei Dream Theater e su tutte le pas-sioni del marito. Anche du-rante gli altri giorni Danielle aveva dimostrato un forte attaccamento al proprio marito parlando sempre di lui e della sua vita.

Dopo qualche minuto, e dopo aver depositato i bagagli in camera arriva anche Jordan e ci troviamo a parlare tutti attorno ad un tavolino. C’è chi parla di musica, chi parla di viaggi e chi gioca a tris con la piccola Kayla che vuole vincere a tutti i costi.

In lontananza sentiamo delle note: è un artista di piano bar che sta con-

cludendo la sua serata all’interno dell’hotel. Mi av-vicino e noto con stupore che tale artista sta usando una Kurzweil come quella di Jordan, stesso modello e colore. Con la faccia stupita lo guardo e si ri-volge a me dicendo “Hai visto come suona questa tastiera? E’ americana, è l’ultimo modello; ha dei suoni stupendi” e io impas-sibile rispondo “Quello che l’ha progettata è qui con noi!!!”. A momenti il piani-sta sviene e si fa vicino a

noi Jordan al quale viene chiesto un piccolo corso didattico sull’utilizzo della Kurzweil. Il pianista la-menta suoni di pianoforte non troppo belli e Jordan si siede in cattedra e in 5 minuti netti programma un suono perfetto che credo non verrà mai cancellato da quella tastiera.

A nostra umile richiesta Jordan esegue per l’ultima volta The spirits carries on al piano e poi segue suonando The dance of eternity completamente acustica e qualche brano del Liquid Tension Expe-riment. Rimaniamo esta-siati da questo spettacolo privato interrotto solo dalla voce della moglie che dice “ragazzi fatelo smettere, domani mattina ha un aereo. Se non gli dite di smettere lui va avanti tutta la notte”.

E’ tempo di saluti, di sal-tare in macchina e di fare uno stop per depredare il primo autogrill.

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Lo Staff dell’Italian Drea-mers si è diviso in 2 du-rante i giorni del tour di Jordan, e per chi è rimasto a Riccione per gli ultimi preparativi per l’evento di stasera, il giorno della festa arriva quasi come una libe-razione da tutte le tensioni dei giorni precedenti.

La mattina si presenta so-leggiata e calda, il vento, però è di Scirocco ed i vec-chi lupi di mare storgono il naso perché i venti da Sud portano sempre pioggia.Facciamo finta di non sen-tire e l’idea di spostare tutto quello che avevamo preparato, all’interno della

discoteca, a causa del mal-tempo, non viene neanche presa in considerazione, il malaugurio viene scacciato con una toccatina alle parti intime ed con un in bocca al lupo grandissimo a tutti i nostri collaboratori ed alle band, ma, come ogni evento importante ci do-veva essere un imprevisto. Mr Murphy ancora non si era fatto sentire in questi giorni:La navetta organizzata per portare i fans arrivati in tre-no dalla stazione di Rimini arriva puntualissima ed alle 18.30 il parcheggio del Symbol è già pieno di gente che aspetta l’apertura dei

cancelli per le 19. Ma alle 19 i cancelli non aprono in quanto “qualcuno” (non vi diremo mai il colpevole !!) si era dimenticato le chiavi dei bagni e non è possibile aprire una discoteca senza avere l’accesso ai servizi igienici. Paradosso, ma è vero!

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Il problema si risolve in qualche decina di minuti e i ragazzi iscritti al Fan Club (gli unici a poter entrare all’incontro con Jordan, prima dei concerti) si si-stemano in una delle due piste della discoteca adibi-ta esclusivamente al faccia a faccia con Jordan. Infatti all’interno del giardino in una pista c’era il palco con i gruppi mentre nell’altra avevamo montato la tastie-ra di Jordan per una questo incontro e una piccola esi-bizione in esclusiva.

Una volta entrati tutti i soci

inizia la festa: Jordan si presenta a circa 300 per-sone raccolte in cerchio attorno a lui; racconta dei suoi giorni trascorsi in Italia tra clinic e concerto e poi da subito un assaggio del suo stile.

Molti sono venuti si per sentire suonare Jordan, ma anche per conoscerlo me-glio ed è ciò che succede. Il tastierista dei Dream rac-conta a tutti della sua car-riera prima dei Dream e si sofferma per molto tempo a raccontare del suo arrivo nel gruppo dopo il progetto con Portnoy e Petrucci. Jordan non tralascia nulla, parla della band in cui si trova, trova parole per ogni membro della band, a volte anche con un po’ di ironia e infine si sofferma sui suoi progetti solisti.

Sicuramente uno dei mo-menti più interessanti sono state le domande poste

direttamente dai dreamers, fans veri, che conoscono a menadito vita, morte e miracoli di ogni membro della band che quindi han-no puntato l’attenzione sulla vita artistica di Jordan con particolare curiosità (espressa sempre un po’ da tutti) sul perenne con-fronto con l’indimenticato Kevin Moore.

Ecco quindi Jordan rac-contare il suo inserimento nel gruppo, raccogliendo e rispettando al massimo l’eredità lasciata dai suoi predecessori tastieristi, mantenendo invariata la sostanza della musica scrit-ta da loro e semplicemente adattandola al proprio stile personale.

L’applauso alla risposta è stato il più fragoroso della serata.

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Alla fine del lungo discorso Jordan passa ai ringrazia-menti; per prima la famiglia, poi lo staff Italian Dreamers e Andrea Pavanello per aver reso possibile anche questo evento Rimane giusto il tempo per un po’ di musica e qualche autogra-fo, sono le dieci e mezza di sera; è arrivata l’ora dei concerti.

Prima degli Astra aprono i riminesissimi Empyrios; gruppo locale dotato di grandi qualità tecniche. La band propone brani di Symphony X, Nevermore ed altri più alcuni brani originali composti da loro. Il sound è gradevole e spic-cano le doti del chitarrista Simone e del batterista Matteo, anche batterista dei Marsh Mallows!!!

Intanto Jordan si acco-moda sul grande divano leopardato, sistemato nella zona VIP sul bordo destro della piscina (sembrava di essere a casa di Derek Sherinian, giuro !!N.d.r.), insieme alle bimbe e la moglie e tutti insieme ini-ziamo a goderci il concerto. Qualche attimo di panico perché le bimbe in preda iniziano ad arrampicarsi in ogni dove sfuggendo ai controlli della madre mettendo nel panico metà dello staff del fan club che

deve correre dietro a due veri diavoli scatenati.Gli Empyrios finiscono la loro esibizione tra gli ap-plausi del pubblico ed è già tempo di preparare il palco per gli Astra.

I 5 romani salgono sul pal-co davanti ad un pubblico che si aspettava molto…e molto hanno dato, eccovi la scaletta:

FINALLY FREE OUTRO(da cd),THE GLASS PRISON,A CHANGE OF SEA-SONS (con inserti del Liquid Tension),LINES IN THE SAND ,6:00,PIANO SOLO,THROUGH HER EYES,

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METROPOLIS PT.1, OVERTURE 1928, STRANGE DÉJÀ VU, EROTOMANIA,VOICES, DRUM SOLO, THE SILENT MAN, LEARNING TO LIVE ,PULL ME UNDER,THE SPIRIT CARRIES ON (con Jordan sul pal-co), TAKE THE TIME . Jordan è rimasto letteral-mente colpito dalla band; le sue parole “…ma questi ragazzi provano più di noi!!!” mi rimarranno sem-pre impresse. Proprio sul fi-nale del concerto, come da richiesta del tastierista dei Dream, Jordan è salito sul palco e ha suonato insieme agli Astra un lunghissima “The Spirit Carries On” (a due tastiere, come potete vedere dalle foto!).

Finito il concerto è stato il momento, prima di bagnare completamente il batterista degli Astra (usanza nata in quel di Prato e usanza che continuerà nel tempo anche se ogni volta cerca di scappare per evitare i nostri assalti) e poi, dei complimenti e della torta per festeggiare sul serio i dieci anni del Fan Club. Un piccolo momento di gloria per tutti i partecipanti e anche il momento dei saluti in quanto si era fatto veramente tardi.

A n c h e J o r d a n ci salu-ta pren-dendo la via dell’albergo accompagnato dal nostro driver di fiducia: Stefano. I soliti ignoti rimangono ai bordi della piscina a festeg-giare e a fare scendere la tensione, dopo due mesi di corse per organizza-re l’evento, con qualche lattina di birra i cui vuoti finiscono sistematicamente dentro la piscina. Miglior personaggio della serata il bassista degli Empyrios per la sua capacità (oltre che a suonare il basso in maniera formidabile) di riu-scire a bere di tutto senza accusare il colpo!!! (ma è vero???).

Un’altra giornata finisce e l’indomani è tempo per i saluti: i primi a partire sono gli Astra dopo una cena a base di pesce e pigne (che cadevano dagli alberi) su un viale di Riccione. In se-rata ci lasciano altri ragazzi venuti per la festa mentre il Fan Club con la famiglia Rudess al completo si pren-de una serata in relax per una fantastica cena in uno dei migliori ristoranti della zona. La cronaca della se-rata è inutile e non ci rimane che lasciarvi la nostra foto di gruppo che trovate in una di queste pagine.

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Leggendo questa lunghis-sima storia vi siete imbattuti in tantissimi nomi di perso-ne che hanno collaborato con noi dell’Italian Drea-mers. Al momento lo staff è al gran completo ed ogni funzione è espletata nel mi-gliore dei modi da persone che oltre a collaborare per lo stesso fine sono unite anche da un forte rapporto di amicizia.

Ve li presento:

Simone: detto Simon o Gi-fava (Residenza: Riccione). E’ colui che comanda ! Ma è proprio vero? ;) Beh, se c’era un presidente che ha lasciato il timone del Fan Club, qualcuno doveva pure prendere tale ruolo?!? Simon gestisce le finanze del Fan Club, l’ammi-nistrazione in generale. Passa notti insonni a preparare i pacchi con dentro le vostre tessere (i cui nomi sono scritti dalla sua mano!!!), le magliette che ordinate, le prevendite dei biglietti etc…Quando proprio non ha sonno prepara anche gli sfondi per le pagine delle fanzine a cui vengono aggiunti i testi. Insieme a Petrus defi-

nisce tutte le attività del Fan Club, dall’uscita delle fanzine, alle feste, ai comunicati stam-pa, i contatti con la band e le case discografiche, e anche i concorsi durante i tour. Si-mon è anche l’organizzatore ufficiale delle trasferte del Fan Club all’estero: è lui che prenota voli e aerei per tutti ed è ancora lui il “driver” ufficiale quando lo staff si muove con l’YtseCamper (il camper che usiamo per seguire i tour italiani). Storiche le sue notti a guidare ascoltando Emiliano che gli parla dei Queen.

Marco: detto Petrus, in pratica “moi” (Residenza: Rimini) ! Vi-sto che sapete cosa faccio direi che finalmente posso dare la spiegazione del mio sopranno-me che tutti pensano associato a Petrucci.(e come direbbe Elio: “… e invece no!”) Petrus è nato nel 1987 durante un alle-namento della Marr Rimini, non ricordo bene il contesto preciso ma l’allenatore urlò fortissimo questo nomignolo e io lo guar-dai allibito. Lui si rivolse a me citanto la frase che al tempo veniva recitata nella pubblicità televisiva dell’omonimo amaro: “Forte come il tuono ma, buo-no !”. Ebbene si, è associata

a quella pubblicità televisiva. Chissà se aveva ragione? ;-) A parte questo i compiti del sot-toscritto si sono notevolmente ridotti dal 1 agosto 2003 a causa di sopravanzati impe-gni lavorativi e familiari. Nulla toglie che oltre alla gestione organizzativa del Fan Club un salto a scrivere sulle pagine di Metropolzine non lo faccia ogni tanto (ad esempio come l’aver scritto qualche riga su questa!!!).

Ivan: detto più comunemen-te Iapo. (Residenza: Gallarate VA) E’ stato il primo collabo-ratore di Matteo Santoro. Ha gestito per anni e anni le liste degli iscritti e la ricezione dei vaglia quando la sede era ancora a Lonate Pozzolo. Dal momento che tutto è passato a Riccione nella nuova sede Ivan fa parte dell’organizzati-vo e segue le attività del Fan Club da molto vicino. Ivan è colui che vedete al banchetto del Fan Club ad ogni nostra festa o iniziativa… dice che

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cosi prima o poi troverà la donna della sua vita!!! Chie-detegli tutto: Ivan le sa tutte !!! Ivan è il sosia italiano del fratello di Jordan Rudess.

Emiliano: detto Millo (Residen-za: Roma) tuttora giornalista, non più alle prime armi. Emilia-no è solito fare recensioni dei concerti e di eventi riguardanti i Dream Theater. Un tempo col-lezionava bootlegs dei Dream Theater ed era la persona più informata d’Italia ma, dopo l’av-vento dei cd masterizzati e dopo aver venduto anche il secondo rene per un vinile dei Queen ha deciso di smettere. Emiliano è uomo da tour, colui che insieme a Ivan, Petrus e Simon fa parte del gruppo di persone che si muove per seguire i Dream anche all’estero. Spesso e vo-lentieri non si presenta a feste o riunioni di Fan Club con la solita scusa del dente del giudizio da togliere… inutile: sappiamo benissimo che sono quattro (molti meno delle riunioni che ha mancato) e che a Millo i denti del giudizio non sono mai cresciuti. Il giorno in cui è stato distribuito del giudizio lui era a Wembley a vedere i Queen!!!

Francesco: detto Devu (Resi-denza: Rovigo). Questo essere che all’apparenza sembra schi-vo e di poche parole cura tutto lo sviluppo del sito internet sia dal punto di vista del codice “asp” che dal punto di vista grafico. Francesco ha una notevole esperienza nello sviluppare e maneggiare siti internet di gros-so calibro e il suo ingresso è stato un vero toccasana in quanto da più di due anni il nostro sito vive regolarmente grazie a lui. D’altro canto Fran-cesco ha l’inopportuno vizio di mancare sempre alle occasioni più importanti quali le feste del fan club!!!

Gli “oldies”: la storia dell’Ita-lian Dreamers si snocciola in dieci anni e, come avrete già letto nelle pagine precedenti, lo staff è cambiato nel corso dei tempi. Ci tengo veramente a nominare anche chi ci ha fatto compagnia sulla nostra strada: Matteo Santoro: detto Teo o Matheo (Residenza: Gallarate). Presidente ad Honorem. Più che un oldies è colui che ha dato il via a tutto; ne ho parlato ampiamente nelle prime pagine della fanzine. Matteo è stata la prima persona in Italia ad

entrare in contatto con i Dream Theater e a rendere realtà questo sogno che tutti state vivendo. Per impegni familiari Matteo ha lasciato il testimone del fan club nel tardo duemila ma c’è e ci sarà sempre ad ogni concerto o evento riguardante la nostra band preferita.

Viviano: detto Vivio (Resi-denza: Gallarate). Insieme a Ivan è colui che ha dato manforte a Matteo nei pri-mi tempi di vita dell’Italian Dreamers. Vivio è l’uomo del “sector team”; passa il suo tempo facendo bungee jumping o base jumping. Si

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butta da ponti, elicotteri, grat-tacieli; fa combattimenti stile samurai e chi più ne ha più ne metta. Causa impegni lavorati-vi ha lasciato il suo contributo al fan club insieme a Matteo ma, anche lui, è sempre presente nelle occasioni di spicco. Tra gli altri che ci hanno dato una grande mano nel passato ci terrei a ricordare (e ringrazia-re con questa occasione) altre persone. Ivan: detto Dreuda (Rimini) ovvero la persona che ha dato l’impulso iniziale alla grafica dell’Italian Dreamers fino a Metropolzine 6. Ottimo grafico e chitarrista. Danie-le: detto King Danii (Cagliari) ovvero colui che ha curato le fanzine insieme ad Ivan, nei primi tempi, e insieme a Simon fino a Metropolzine 11. Mauro (Gallarate) e Roberto (Galla-rate) i quali hanno dato ampio supporto alle attività del fan club in quel di Gallarate insieme a Ivan e Viviano.

Il presente, il solito grup-po di ignoti: avete mai im-maginato cosa significa im-bustare mille fanzine? è un lavoro sporco ma, qualcuno deve pure farlo !!! Vuole dire: prendere una busta, appic-cicarci sopra l’etichetta con

i vostri nomi, mettere dentro la fanzine (e quando va male anche la newsletter, la locan-dina promozionale e pure l’annual cd quando va male male), chiudere la busta e attaccarci sopra il francobollo. Fare grandi pacchi di queste

buste e andare alla posta per farle spedire tutte!!! Ovvia-mente quando si imbustano circa mille fanze non bastano due persone; quindi le case di Simon o del sottoscritto si trasformano in vere e proprie catene di montaggio in cui, al-

cuni baldi giovani fino ad oggi a voi scono-sciuti, preparavano (e prepareranno) i pacchi che ricevete con la massima cura. Certo è il fatto che per un imbustamen-to regolare ci si met-tono all’incirca 5/6 ore (a parte quando c’è l’annual cd che il tempo raddoppia) e quindi, durante i pochi tempi morti sul tavolo dell’imbusta-mento iniziano ad

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apparire patatine fritte, olive al-l’ascolana, grissini al sesamo, tranci di pizza e anche veri e propri piatti di spaghetti in tutte le salse; il tutto condito sempre con della buona birra e ai rumori classici da osteria. Un piccolo gruppetto di ignoti si trova da circa 3 anni a Riccio-ne per fare queste cose ogni volta che deve partire una fan-za o una newsletter. Filippo (detto Berlo) accompagnato a volte dalla morosa, anche se quando non ce l’aveva suona-va di più (e meglio) la batteria. Berlo fa parte di uno di quei batteristi in via d’estinzione; un polipo di 21 anni. Solitamente è colui che attacca i francobolli sulle buste!!! Lorenzo (detto Lucco) di Pesaro come an-che Berlo. Forse l’unico che ha ancora la testa attaccata al collo (sarà forse perché ancora non ha trovato moro-sa?) Lucco è anche l’uomo delle spedizioni, colui che cura tutte le spedizioni di materiale promozionale sul Fan Club ai negozi di strumenti o di dischi. Lorenzo è la novità 2004 dell’Italian Dreamers (insieme a Leo e Alberto); sarà lui a gestire le recensioni sulla fanzine e forse scriverà anche qualche articolo. E’ anche colui che aiuta Simon nell’in-vio delle tessere e delle prevendite dei biglietti. Leo (detto anche Helix) il quale fungerà da con-tent manager e curerà l’inserimento di tutto ciò che troverete sul sito dal prossimo anno in poi. Al momento Leo gestisce tutta la parte relativa alla nostra chat su canale IRC e la nostra mes-sage board. Stefano (detto Franco Stivale) chitarrista professionista e tecnico del suono. Dal

suo studio di registrazione in piemonte è colui che ci da consulenze sulla strumenta-zione e l’impiantistica usata dai Dream Theater nei vari tour. Insieme all’inseparabile Antonella (ottima distributrice di flyer ai concerti) formano la miglior coppia di “drivers” a disposizione dell’Italian Drea-mers. Stefano (detto Bingo Bongo) è esterno allo staff del fan club ma è colui che impagina pazientemente e minuziosamente queste fan-zine e alla fine ce le stampa con il risultato che voi vedete. Alberto (detto Lupo DJ) è il Mangoni della situazione. Alberto è anche detto “mastro di suonerie”, sfido chiunque ad avere una suoneria per il cellulare che lui non ha. Il suo ruolo all’interno del Fan Club è quello di “partecipante alle traferte” come membro di disturbo e ilarità. Il solito “fan-cazzista”! Se passate al pub “Talk of the Town” di Rimini ricordatevi di entrare per un saluto perché la musica che mette è veramente ottima!Oltre ai già nominati Lupo, Berlo e Lucco spesso e volen-tieri si uniscono altri amici della

zona quali Pode (che ha cura-to in passato lo spazio relativo alle recensioni), Pivo, Addis, e chi più ne ha più ne metta. Ultimi da segnalare il nostro barista di fiducia: Cristian (detto “nonno Nanni”): mem-bro ad honorem del Fan Club con la carica di sommellier musicale ; persona che riesce a sfornare cocktail impres-sionanti parlando di musica anche per una notte intera. La sua base attuale è il pub “The Barge” di Rimini. Non ultimo in fatto di importanza invece è il nostro maestro di cerimonie, ovvero Stefano (detto Byu) gestore del ristorante “Il Cane-vone dei Veneziani” di Rimini, sede distaccata del Fan Club e luogo in cui viene effettuata la cena di rito per l’uscita di ogni fanzine.

E’ inutile dire che chiunque passi da Riccione può chia-marci e chiedere se ci sono imbustamenti, cene di rito o cazzi vari in corso; siete sem-pre tutti invitati.

Se mi sono scordato di qual-cuno incazzatevi pure con me!!!

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Metropolzine 18Italian Dreamers 1993 – 2003

Metropolzine è un periodico dell’Associazione Culturale “Italian Dreamers”Casella Postale 16147838 Riccione Centro RN

Tiratura: 2000 copieFinito di Stampare:Novembre 2003

Italian Dreamers StaffSimone FabbriMarco Petrini

Collaboratori:Emiliano MaielloIvan IapichellaLorenzo Lucchini

Web Master:Francesco Castaldo

Internet Board:Leo Liberati

Sede Legale ed Iscrizioni:Italian DreamersCasella Postale 16147838 Riccione Centro RN

Internet Home Page:www.italiandreamers.net

Internet Help Desk:[email protected]

Photo Credits:Matteo SantoroSimone FabbriMarco PetriniAstraAndrea PavanelloAssociazione Giacomo SpanòJordan Rudess

Un GRAZIE di cuore a tutti quelli che abbiamo conosciuto, misconosciuto, ubriacato, incrociato, pogato, mandato affanculo in questi primi dieci anni della nostra storia.In particolare: Gianni Andreotti&Dolores@CGD East West Italia, Pantera@Barley Arts, Viviano Crimella, Mauro Maffioli, Roberto Zapparoli, Zazzi, Giuliano Gavagna.

Stampa:Tipolito TuttostampaRimini – Tel. 0541 23393

Fotolito:R & R - Rimini