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marzo/maggio 2015 Poste Italiane SpA. Spedizione in abbonamento postale 70% – CN/BO – Bimestrale n. 2/2015 – anno XXIV/BO - € 2,00 I debutti eccellenti di Concerto Italiano e Münchner Symphoniker Varignana Music Festival, II edizione: grandi stelle sotto il cielo di luglio La primavera del pianoforte con Blechacz, Yundi e Zimerman Finale di Stagione con Mariangela Vacatello e la Prague Chamber Orchestra

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  • marzo/maggio 2015

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    I debutti eccellentidi Concerto Italiano

    e Mnchner Symphoniker

    Varignana Music Festival,II edizione: grandi stelle

    sotto il cielo di luglio

    La primaveradel pianofortecon Blechacz,

    Yundi e Zimerman

    Finale di Stagione con Mariangela Vacatelloe la Prague Chamber Orchestra

  • SOMMARIOn. 2 marzo - maggio 2015

    EditorialeUna tessera dopo laltra di Fabrizio Festa 11

    50

    31

    52

    16

    20

    14

    Per leggereMemoria sonora: Nono, Abbado, Beethovendi Chiara Sirk

    Il calendarioI concerti marzo / maggio 2015

    Da ascoltareGrandeur e intimismo per Concerto Italiano,Baglini, Estrio di Piero Mioli

    MICO - Musica Insieme COntemporaneaStoria e geografia di Anastasia Miro

    Varignana Music Festival 2015Note destate: 10 - 18 luglio 2015

    Note dascolto: la parola allabbonatoA scuola con la musica

    22242629

    IntervisteRafa Blechacz - Yundi di Cristina FossatiAriel Zuckermann - Ning Feng di Valentina De IesoRinaldo Alessandrini di Fabrizio FestaMariangela Vacatello di Fulvia de Colle

    18I viaggi di Musica InsiemeStoccolma: 16 - 19 aprile 2015

    30I luoghi della musicaGli scatti darte di Hopp di Maria Pace Marzocchi

    In copertina: Mariangela Vacatello8 IM MUSICA INSIEME

    Musica a Bologna - I programmi di Musica Insieme

  • EDITORIALE

    Fabrizio Festa

    Il Concorso Chopin lo hanno vinto tut-ti e tre. Certo in anni diversi. Zimerman ave-va diciotto anni nel 1975. Yundi pure, chela prestigiosa competizione ha espugnato nel2000. Cinque anni dopo (il concorso si svol-ge, lo ricordiamo, con cadenza quinquen-nale) tocca a Blechacz. Di anni il giovane po-lacco ne ha venti, ma certo non fa molta dif-ferenza. Quel che fa la differenza che Ble-chacz ottiene un risultato da grande slam:a lui vengono infatti assegnati anche tutti ipremi speciali della giuria, incluso quello perla migliore esecuzione di una sonata, premioche proprio Zimerman gli riconosce. Altrofatto singolare, in quella edizione non ver-r assegnato il secondo premio. Tra i giura-ti corse voce che Blechacz aveva suonato cosbene da sbaragliare persino lipotesi che qual-cuno potesse qualificarsi secondo. Quasi unfestival, quindi, nel segno della prestigiosacompetizione polacca, quello che a marzoli vedr sotto i riflettori del Manzoni uno die-tro laltro: Blechacz il 2, Yundi il 16, Zi-merman il 23. Certo il repertorio pianisti-co una delle architravi di una stagione in-

    centrata sulla musica da camera, eppure que-sta luminosa costellazione di pianisti, cheavr una coda nel concerto conclusivo,quando sotto i riflettori ci sar MariangelaVacatello (l11 maggio con lOrchestra daCamera di Praga), merita di essere segnala-ta come un tratto distintivo della pro-grammazione di Musica Insieme. Una pro-grammazione che da sempre ha avvicinatolesplodere di un talento emergente conlesperienza di un artista maturo. Una pro-grammazione che, peraltro, non si lascia sfug-gire loccasione di proporre al suo pubbli-co emozionanti cambi di prospettiva, cari-chi di suggestioni affascinanti. Ecco i Mn-chner Symphoniker con un programma dirarit nord-europee, ecco Rinaldo Ales-sandrini con il suo Concerto Italiano con-durci attraverso la musica di Antonio Vivaldie Johann Sebastian Bach. Ancora, quindi,segni di una distinzione, del marcare con at-tenzione le scelte che portano anche lungoitinerari musicali che permetteranno al no-stro pubblico di aggiungere tessere signifi-cative al nostro gi ampio mosaico musicale.

    UNA TESSERADOPO LALTRA

    Fryderyk Chopinal pianoforte

    11IM MUSICA INSIEME

  • bbiamo incontrato tre docentidi altrettanti istituti medi supe-riori del territorio bolognese, che

    da oltre un decennio partecipano con iloro studenti a Musica per le Scuole, lini-ziativa varata da Musica Insieme nel 2004a favore della formazione e della divulga-zione della musica fra i giovanissimi,guardando al pubblico del domani. SonoCaterina Badini, professoressa di italianoe latino allIstituto Keynes di Castel-maggiore; Lucia Grazia Resi, insegnantein pensione di italiano e storia allIstitutoRosa Luxemburg di Bologna; RiccardoRosetti, professore di pianoforte al Liceomusicale Lucio Dalla, nuova dirama-zione del Liceo Laura Bassi di Bologna.Oltre ai loro istituti, nel 2014/15 parte-cipano a Musica per le Scuole il Conser-vatorio G.B. Martini e i licei Gal-vani, Minghetti, Righi, Alfieri eCopernico, grazie alla fattiva collabo-razione dei professori Ghianda, Natale,

    Ricchi, Cavallari, Cocchieri e Sebastiani.Unesperienza, caso unico in Italia di col-laborazione tra una fondazione privata ele istituzioni pubbliche, che coniuga almomento del concerto le lezioni intro-duttive nelle sedi didattiche, la cui fre-quenza viene riconosciuta agli studenti intermini di crediti didattici ed inserita nelPOF distituto. Lobiettivo, quello cheMusica Insieme pone da sempre al centrodelle proprie iniziative, naturalmentequello di avvicinare allarte dei suoni i ra-gazzi, convinti come siamo dellimpor-tanza della cultura musicale nella vita diognuno, non soltanto come creazione diun bagaglio culturale, ma anche comestrumento per ascoltare e dialogare, unirsie concertare insieme un futuro. E i do-centi, in questi anni, ci sono stati sempreaccanto con impegno e partecipazione,sottraendo magari anche qualche ora li-bera ad una missione, quella di coinvol-gere e convincere sempre pi i ragazzi

    CATERINA BADINI - LUCIA GRAZIA RESI - RICCARDO ROSETTI

    che la classica non unarte per i grandi,ma un momento che pu regalare, quelles, grandi emozioni e arricchire la vita ditutti i giorni con la magia della musica.Come ha conosciuto Musica Insiemee com nato il suo impegno perMusica per le Scuole?Badini: Da abbonata storica di MusicaInsieme, limpegno nato dalla mia pas-sione personale per un certo tipo di mu-sica cosiddetta colta: perci quando hovisto che una delle mie risorse musicalipreferite organizzava questa rassegna perle scuole, ho pensato che fosse possibileconiugare il mio diletto allutilit per glistudenti, anche perch sento moltissimola mancanza di uneducazione musicale,anche soltanto a carattere storico, in unliceo, come quello in cui insegno.Grazia Resi: La mia conoscenza di Mu-sica Insieme incominciata invece pro-prio con la scuola, a partire naturalmenteda una passione per la musica che colti-vavo gi nella mia citt, Torino. Il miopredecessore, il Professor Michele Tosi,aveva lanciato questa proposta, che ab-biamo adottato. Peraltro negli anni lIsti-tuto Rosa Luxemburg ha aderito a di-verse iniziative, come le conferenze delMaestro Ravetti, Viaggio nella storiadella musica, presso la Regia Accade-mia Filarmonica (per le tre classi deltriennio dalla terza alla quinta): unini-ziativa molto utile anche per i docenti,permettendo quellinterdisciplinariet fradottrine umanistiche, quali musica storialetteratura arte, che fondamentale an-che per linsegnamento.Nel vostro istituto, quanto spazio dedicato alleducazione musicale eartistica in genere e con quali mo-dalit?Rosetti: Noi siamo il primo e ad ora

    NOTE DASCOLTO: LA PAROLA ALLABBONATO

    14 IM MUSICA INSIEME

    Tre protagonisti, con il loro lavoro di educatori e docenti, di Musica per le Scuole, larassegna dedicata da Musica Insieme agli studenti degli istituti medi superiori, condividono

    con noi gioie e dolori della missione di conquistare i giovanissimi allarte dei suoni

    A scuola con la musica

    A

  • unico caso in citt di liceo musicale, ilLucio Dalla; purtroppo soffriamo unpo di una sorta di isolamento fisico dellanostra sede (in Via Ca Selvatica) rispettoalle altre branche del Liceo LauraBassi. Per questo coinvolgere gli stu-denti delle altre diramazioni del liceo molto difficile. Quando ho assunto iolimpegno di Musica per le Scuole hoavuto limpressione di dovere un pospronare, convincere i ragazzi che seguireMusica per le Scuole non una cosa au-tomatica, ma una scelta attiva. Credosia una questione generazionale, ma servesempre una figura che si assuma loneredi concretizzare ladesione alla rassegna,perch i ragazzi tendono spesso a viverein un loro mondo a parte....Badini: Abbiamo per qualche anno ade-rito a uniniziativa, che ha portato allaformazione di un coro allinterno del-listituto. Poi, per questioni meramenteeconomiche, purtroppo non abbiamopotuto proseguire. I ragazzi del coroerano i pi motivati, cantavano in PiazzaMaggiore insieme ad altri cori, ed orasentiamo molto la mancanza di iniziativedi coinvolgimento attivo, per cuiMusicaper le Scuole a maggior ragione la ben-venuta.Grazia Resi: Lo stesso tipo di partecipa-zione attiva (anchessa terminata), eraquella di Cantiamo lopera: i ragazzi ave-vano i CD, sui quali potevano esercitarsia cantare le arie pi famose, e poi allospettacolo (al Comunale o al Manzoni)cerano questi momenti di partecipazioneche erano piaciuti molto. Oltre a sco-prire magari un posto nuovo come ilTeatro Comunale. Ricordo unosserva-zione di una mia allieva che davanti aipalchi esclam incuriosita: E quei ter-razzini cosa sono?.Volendo fare unistantanea, comedescriverebbe i ragazzi che parte-cipano a Musica per le Scuole?Rosetti: I ragazzi magari seguono Gae-tano Curreri o gli Area, si procurano bi-glietti ai concerti su Vivaticket, frequen-tano lEstragon o il Link; insomma,hanno conoscenze musicali a volte sofi-sticate, per il repertorio classico perloro ancora un corpo estraneo.Badini: C una resistenza, da parte deiragazzi, che poi comune alla musicacome alla prosa o alla letteratura: la prima

    mento cercavamo lo studente che volessefrequentare. Invece oggi abbiamo unaventina di studenti, sui trenta totali chenel nostro istituto si abbonano a Musicaper le Scuole , che la rassegna lhanno se-guita sin dallinizio, per due o tre anni. un passo in avanti, i ragazzi sanno fin dasubito che seguiranno cinque concerti,una concezione quindi organica e nonoccasionale del fruire la musica.Ricorda un aneddoto o un com-mento dei ragazzi particolarmentecurioso o divertente?Grazia Resi: Vedere suonare dal vivo unartista una cosa che colpisce sempremoltissimo i ragazzi. Anche con una certaingenuit (ricordo una studentessa che ri-mase molto colpita dal pianista, e scrisse:mi ha fatto impressione che sapesse tuttele note a memoria!). Ma comunqueunemozione forte, che molti di loro con-sigliano anche ai compagni.Badini: Spesso li stupisce anche il coin-volgimento del pubblico, un entusiasmodivistico che a loro suona estraneo per unartista classico (vedi le folle estasiate perPollini come se fosse Bruce Spring-steen...); un entusiasmo tuttavia chespesso contagioso, cos magari i ragazzisi lasciano coinvolgere sulla fiducia!.Rosetti: Anche il fatto di gridare bravoda parte di persone adulte destabiliz-zante per i ragazzi... lemozione delmomento reale del concerto e non dellaprova a loro riservata o tagliata su mi-sura. Quello che non c nelle prove ge-nerali, per quanto utili, proprio ilclima, la mezzora che precede magarilinizio di unopera. Essere realmente inmezzo al pubblico e non insieme ai pro-pri simili cambia molto la prospettiva;il cellulare ovviamente va tenuto spento,ma quando i ragazzi sono tutti insiemelatmosfera completamente diversa.Dallaltra parte vi sono magari pregiu-dizi allincontrario....Grazia Resi: Infatti disturba ancheladulto che scarta costantemente e ru-morosamente caramelle, o tossisce senzail minimo tentativo di limitarsi. Il fattopoi che i ragazzi siano in mezzo al pub-blico li mette un po in riga, tuttavia ri-tengo che in questi ultimi anni abbianoessi stessi imparato a comportarsi me-glio, siano un po entrati nella parte diascoltatori responsabili.

    domanda che mi fanno : quando fini-sce?, ma questo accade anche quandoconsegno loro un libro: quante pagine cisono? Non chiedono di cosa parla... Nonsi tratta quindi soltanto di una pur gravecarenza di una vera educazione musicalea scuola, proprio una questione gene-razionale.Ha notato in particolare qualchecambiamento, specie in chi magarisegue il progetto da pi di un anno,nellapprezzamento della musicaclassica?Badini: S, i ragazzi hanno il terrore diannoiarsi, ma una volta scoperto che non cos possono riservare grandi sorprese.Oggi conto almeno cinque o sei ragazziprovenienti dalla mia scuola e che fre-quentano luniversit che hanno sotto-scritto labbonamento a Musica Insieme;altrettanti, anche se non abbonati, se-guono alcuni concerti acquistando i bi-glietti. Questa una grande soddisfa-zione. Ecco uno scoop che stupir magaripi di qualcuno: il compositore che pihanno apprezzato i ragazzi Sostakovic!In particolare dopo lomaggio che Mu-sica Insieme gli ha reso nel 2006, con leintroduzioni di Fabrizio Festa, ilmust perloro diventato proprio Sostakovic....Rosetti: Ecco cosa cambiato: una voltaacquistavamo un certo quantitativo diabbonamenti, e solo in un secondo mo-

    15IM MUSICA INSIEME

    Sopra: Dmitrij Sostakovic , il compositorepi apprezzato dagli studenti. Nella pagina afianco: i ragazzi di Musica per le Scuoleallingresso dellAuditorium Manzoni(foto di Maurizio Guermandi)

  • rosegue con quattro concerti ilcartellone di MICO Musica In-sieme COntemporanea, ripercor-

    rendo il filo della memoria: luned 9marzo 2015 vedr il flautista ManuelZurria, interprete tra i pi apprezzati delrepertorio contemporaneo, impegnatonelloriginale recital Landscape with tears,dove le seicentesche Lachrimae di JohnDowland saranno accompagnate da ri-prese video, e alternate a sette opere con-temporanee. Il 30 marzo, protagonistasul palco dellOratorio di San FilippoNeri, che anche questanno ospita la ras-segna, sar il FontanaMIXensemble,oggi ufficialmente lensemble in residenzadiMICO: Psalms and Night Prayers, que-sto il titolo, che fonde in sNight Prayersdi Giya Kancheli e Psalms di Just Janu-lyt, compositrice lituana della qualeverr presentata la prima esecuzione as-soluta di una nuova versione del suo San-dglasses. A concludere la rassegna, il 20aprile, sar una giornata ricca di eventi,ulteriore contributo di MICO al cartel-lone di Resistenza Illuminata, omaggio aLuigi Nono nel 70 anniversario dellaLiberazione. Due gli appuntamenti po-meridiani, in collaborazione con il Con-servatorio G.B. Martini: alle 17 tre te-stimoni storici illustreranno la figura diLuigi Nono, alle 19 il violinista EnzoPorta eseguir La lontananza nostalgicautopica futura del compositore veneziano.Chiuder idealmente la giornata, e la ras-segna, il concerto delle ore 20.30 in San

    Filippo Neri, in programmauna nuova opera di An-

    drea Agostini, In formadi canzone damore,frutto del progettoEXITIME/Forma-zione e Ricerca, e nelfinale il toccante ora-torio A Survivor fromWarsaw di Arnold

    Schoenberg, tra-

    gica testimonianza di un rastrellamentonazista nel Ghetto della capitale polacca,con la partecipazione delle Voci dellaScuola di Teatro Alessandra GalanteGarrone. Al tema delle persecuzioni raz-ziali si ricollega anche il recital di Andrea

    Bacchetti, mercoled 18 marzo, dedicatoa Silvio Omizzolo e Guido Alberto Fano,pianisti e compositori i cui destini sonolegati alla Resistenza e allOlocausto. An-drea Bacchetti ci racconta come questedue figure sinseriscano nella tradizionedella grande scuola pianistica italiana:Penso che i tesori pianistici non si esau-riscano tutti nella musica gi molto co-nosciuta. La musica italiana miscono-sciuta dal barocco al Novecento storicone un esempio Quanto allinseri-mento di Bach e Scarlatti in programma,prosegue Bacchetti: Bach il Padre e loSpirito Santo insieme. Tutta la musicadiscende da lui, persino il pop o il jazz,per cui penso che ogni concerto debbainiziare con qualcosa di suo. In partico-lare qui si radunano alcune pagine gio-vanili e la Suite francese che fa da pontecon i pezzi di Fano e Omizzolo, ispiratialla Resistenza. Il Corale variato di Fano,poi, articolato proprio come un coralebachiano. Infine Scarlatti fa sentire le ra-dici della musica del Novecento storicoitaliano, che non sono solo nella grandemusica mitteleuropea.MICO si realizza con il sostegno del-lAssessorato alla Cultura della Re-gione Emilia-Romagna, con il contri-buto della Fondazione del Monte diBologna e Ravenna e della Cassa di Ri-sparmio di Bologna, e con la sponsor-ship tecnica di SOS Graphics.

    Con quattro concerti tra marzo e maggio, la X edizione di MICO allarga lo sguardoverso terre lontane, senza dimenticare il ricordo dellOlocausto e lomaggio

    alla grande tradizione barocca di Anastasia Miro

    Storia e geografia

    MICO - Musica Insieme COntemporanea 2015

    I biglietti saranno in venditapresso lORATORIO DI SANFILIPPO NERI (Via Manzoni, 5Bologna), il giorno del concertoa partire dalle ore 19.

    PREZZI: Posto unico 10Abbonati Musica Insieme, studentiUniversit e Conservatorio, possessoriResistenza Illuminata Card 7

    ACQUISTO BIGLIETTI

    PX EDIZIONE

    Musica Insieme COntemporanea 2015

    marzo 2015 lunedMANUEL ZURRIA flauto e videoLANDSCAPE WITH TEARSMusiche di Dowland, Mazulis, Kurtg,Leach, Etvs, Basinski, Janulyt, Shlomowitz

    9

    marzo 2015 mercoledANDREA BACCHETTI pianoforteIN MEMORIAM OMIZZOLO E FANOMusiche di Bach, Fano,Omizzolo, Hasse, Scarlatti

    18

    marzo 2015 lunedFONTANAMIXENSEMBLEPSALMS AND NIGHT PRAYERSMusiche di Kancheli, Janulyt, Avital

    30

    aprile 2015 lunedFONTANAMIXENSEMBLEVOCI DELLA SCUOLADI TEATRO ALESSANDRAGALANTE GARRONEANNA MARIA SARRA sopranoFRANCESCO LA LICATA direttore AND THEY BEGAN SINGINGMusiche di Nono, Olivero,Agostini, Schoenberg

    20

    Oratorio di San Filippo Neri(Via Manzoni 5) ore 20,30

    aprile 2015 luned ore 17ConservatorioG.B. Martini di BolognaCAMINARore 17Incontro con MMaaddddaalleennaa NNoovvaattii,,MMaarrccoo MMaazzzzoolliinnii ee GGiiaannnnii DDii CCaappuuaaore 19ENZO PORTA violinoregia del suono a cura della Scuoladi Musica Elettronica del ConservatorioMusiche di Nonoin collaborazione con il CCoonnsseerrvvaattoorriiooGG..BB.. MMaarrttiinnii ddii BBoollooggnnaa

    20

    Manuel Zurria

  • opo Bruxelles, Istanbul, Oslo eCopenhagen, sar Stoccolmala prossima meta dei Viaggi di

    Musica Insieme. Come ogni anno in-fatti, anche questa primavera la nostraFondazione organizza e realizza unviaggio culturale per gli abbonati e i so-stenitori, accompagnandoli nella visitadella capitale europea, e abbinando ilviaggio a un importante concerto.

    La capitale della Svezia, che visiteremodal 16 al 19 aprile, sorge su 14 isoleche dal lago Mlaren si protendono aOriente, sul Mar Baltico. Gli edifici ei palazzi, la ricca storia culturale e imusei raccontano le meraviglie di 700anni di storia. La citt vecchia rac-chiude tutta questa storia fra le stradinemedievali, gli edifici ricurvi ma perfet-tamente conservati, il Palazzo Reale, lechiese gotiche e i bar, le caffetterie, i ri-storanti e i negozi di oggettistica didesign svedese.

    La partenza prevista gioved 16aprile con volo di linea Lufthansa (viaMonaco), e arrivo in serata a Stoc-colma. La sistemazione dei nostriospiti avverr presso lHotel HiltonStockholm Slussen, situato in posi-zione centrale tra il quartiere di Sder-malm e la zona storica della citt.

    La mattina di venerd 17 aprile sardedicata alla visita guidata di Stoc-colma, attraverso Gamla Stan, la pit-toresca e caratteristica citt vecchia coni suoi vicoli di acciottolato, la Piazza diStortorget, la piazza pi antica dellacitt, il Palazzo Reale e il Municipio.

    Lappuntamento con la musica dasempre tratto distintivo dei nostriviaggi fissato per la sera di venerd17, presso la Stockholms Konserthus,principale teatro per la musica sinfo-nica della citt, dove ogni anno si tienela consegna dei Premi Nobel: qui assi-steremo al concerto della HelsinkiPhilharmonic Orchestra, compaginestorica con alle spalle 130 anni di atti-vit, prima orchestra professionisticaad essere nata nei Paesi Scandinavi.

    Con la direzione di John Storgrds,ascolteremo la Sinfonia n. 4 op. n. 90di Felix Mendelssohn e, nella secondaparte, la Sinfonia n. 2 op. 43 di JeanSibelius.

    Sabato 18 aprile, la giornata si svol-ger tra la visita di Skansen, il pi an-tico museo allaria aperta del mondoche conserva 150 edifici originali pro-venienti da ogni parte della Svezia, eVasa, dove conservato lultimo va-scello da guerra seicentesco rimasto almondo. Nel pomeriggio sar la voltadel Palazzo Reale di Drottningholm, si-tuato sullisola di Lov, palazzo ispiratoai modelli dellarchitettura francese eolandese, fatto erigere dalla reginaEleonora nel 1662, considerato unodei palazzi reali pi suggestivi dEu-ropa. In serata previsto il rientro aStoccolma con giro in battello riservatosul lago Mlerenore, per poi trascorrerela serata nella capitale.

    Infine, domenica 19 aprile sar dedi-cata a scelta o alla visita individualedella citt, o allescursione guidata aSigtuna e Uppsala, pittoreschi centristorici tipicamente svedesi. Nel pome-riggio raggiungeremo laeroporto diStoccolma, dove un volo Lufthansa(via Francoforte) ci riporter a Bolognain serata.

    Per tutte le informazioni relative alviaggio possibile rivolgersi diretta-mente alla segreteria di Musica In-sieme (tel. 051 271932) oppure al-lagenzia Uvet Pomodoro Viaggi divia Farini, 3 (tel. 051 6441011).

    I VIAGGI DI MUSICA INSIEME

    Come ogni primavera da oltre ventanni, Musica Insieme accompagna gli abbonatialla scoperta delle capitali europee, abbinando la visita della citt allascolto

    di concerti prestigiosi. Prossima destinazione: Stoccolma

    Viaggi e cultura - Stoccolma16-19 aprile 2015

    D

    Nella foto sopra: una veduta panoramicadi Stoccolma. Sotto: la sala della StockholmsKonserthus, sede del concerto di venerd 17 aprile.In basso: la Helsinki Philharmonic Orchestra

    18 IM MUSICA INSIEME

  • opo il grandissimo successo dellaI edizione del Varignana MusicFestival, il cui pubblico ha co-

    stantemente gremito la Sala Belvedere e glispazi del Palazzo di Varignana Resort &SPA, la II edizione del Festival, in pro-gramma dal 10 al 18 luglio 2015, allar-gher ulteriormente lo sguardo sui piinteressanti protagonisti del panoramamusicale internazionale, con nuove pre-senze e graditissime riconferme. Alcuneanticipazioni, fra le tante novit in cartel-lone: innanzitutto, un testimonial straor-dinario qual Mario Brunello, ad oggi ilpi celebre violoncellista italiano almondo, sar protagonista di una cartabianca che animer interamente le tregiornate dapertura del Festival. Primoitaliano nel 1986 a vincere il Concorsoajkovskij di Mosca, Brunello invitatodalle pi prestigiose orchestre, dalla Lon-don Philharmonic alla NHK Symphonydi Tokyo, allAccademia di Santa Cecilia,diretto da Temirkanov, Abbado, Chailly,Pappano, Muti, Ozawa. Brunello presen-ter alcuni progetti inediti che prevedonola collaborazione di numerosi artisti ospiti,fra cui si segnala il compositore EzioBosso, autore di musiche originali e dal-leccezionale impatto emotivo. Brunelloanimer poi unoriginale conversazione-concerto con Gustavo Zagrebelsky, giu-rista italiano gi Presidente della Corte

    Costituzionale, sullinterpretazione di duetesti sacri come una sonata di Schuberte la Costituzione. Altro special guest, indue recital tutti brahmsiani, sar JulianRachlin, violinista, violista e direttoredorchestra fra i pi acclamati, ed artistaimpegnato per leducazione delle nuovegenerazioni (attivo dal 2010 anche comeAmbasciatore UNICEF). Accanto a luiquello che oggi il pianista pi richiestodai solisti di tutto il mondo: Itamar Go-lan, gi al fianco di Mischa Maisky, Va-dim Repin, Janine Jansen, ed ospite dellesale e dei festival pi prestigiosi. Fra i te-stimonial di questa II edizione si ricon-ferma poi un interprete deccezione qual Alexander Romanovsky, vincitore an-cora diciassettenne del prestigioso Con-corso Busoni 2001, ed oggi pianista in-vitato dalle principali compagini, comeRoyal Philharmonic Orchestra o Filar-monica del Teatro alla Scala, diretto fra glialtri da Antonio Pappano e VladimirAshkenazy. Oltre ad esibirsi in duo conMario Brunello, in un programma espres-samente creato per il Varignana MusicFestival che affiancher una rara sonata diLekeu allunica Sonata di Rachmaninovper violoncello e pianoforte, Romanovskysar protagonista di un recital con la vio-loncellista statunitense Christine Wa-lewska, gi allieva del grande Gregor Pja-tigorskij. Con lei Romanovsky presenterun affascinante programma dedicato altango Christine Walewska infatti de-dicataria di numerosi arrangiamenti diAstor Piazzolla. Infine, un orgoglio tuttoitaliano come il Quartetto di Cremonasar protagonista di due appuntamenti, fracui il concerto conclusivo del festival, chelo vedranno esibirsi sia in formazioneche a geometria variabile, accanto a Bru-nello, Rachlin, Romanovsky. Tutti i con-certi del Varignana Music Festivalavranno inizio alle ore 20, e saranno se-guiti da momenti conviviali e dincontrocon gli stessi artisti.

    Dal 10 al 18 luglio, la II edizione del Festival organizzato da Musica Insiemeper Palazzo di Varignana ospiter alcuni fra i maggiori protagonisti del panorama

    internazionale, offrendo un palco deccezione per lestate bolognese

    Note destate

    VARIGNANA MUSIC FESTIVAL 2015

    DII edizione

    luglio 2015 venerd ore 20MARIO BRUNELLO violoncelloALEXANDER ROMANOVSKY pianoforteMusiche di Lekeu, Rachmaninov

    10

    luglio 2015 sabato ore 20MARIO BRUNELLO violoncelloQUARTETTO DI CREMONAMusiche di Schubert

    11

    luglio 2015 domenica ore 17MARIO BRUNELLOGUSTAVO ZAGREBELSKYDialogo sullinterpretazionee forse una Sonata di Schubert

    ore 20MARIO BRUNELLO violoncelloEZIO BOSSO pianoforteMusiche di Prt, Bach,Cage, Messiaen, Bosso

    12

    luglio 2015 marted ore 20ITAMAR GOLANNATSUKO INOUEpianoforte a quattro maniMusiche di Schubert, Ravel, Brahms

    14

    luglio 2015 mercoled ore 20ALEXANDER ROMANOVSKY pianoforteProgramma da definire

    15

    luglio 2015 gioved ore 20CHRISTINE WALEWSKA violoncelloALEXANDER ROMANOVSKY pianoforteMusiche di Piazzolla, Ginastera

    16

    luglio 2015 venerd ore 20JULIAN RACHLIN violinoITAMAR GOLAN pianoforteMusiche di Brahms

    17

    luglio 2015 sabato ore 20QUARTETTO DI CREMONAJULIAN RACHLIN violinoALEXANDER ROMANOVSKY pianoforteMusiche di Schumann, Chausson

    18

    luglio 2015 luned ore 20JULIAN RACHLIN violinoITAMAR GOLAN pianoforteMusiche di Brahms

    13

    20 IM MUSICA INSIEME

    Alexander Romanovsky

  • afa Blechacz e Yundi: due giovani pianisti, due artistiche hanno visto la propria carriera consacrarsi interna-zionalmente grazie alla vittoria della pi antica e presti-

    giosa competizione pianistica internazionale. Il primo, infatti,si aggiudicato il Primo Premio al Concorso Fryderyk Cho-pin di Varsavia nel 2005, il secondo nel 2000, primo artistain assoluto nel suo Paese ad aggiudicarsi questo concorso. Piche naturale allora cercare il confronto per poter capire cosa lidifferenzia e cosa li accomuna, al di l della grande passione perla musica. Quando ha cominciato ad appassionarsi alla musica,ed in particolare al pianoforte?Blechacz: Da bambino, il mio desiderio pi grande era suonarelorgano. E sullorgano, in particolare, suonare la musica di Jo-hann Sebastian Bach. In casa comunque cera un pianoforte.Cos ho cominciato a suonare entrambi. Poi, eccomi a scuoladi musica. Avevo cinque o sei anni. Da quel momento il pia-noforte entrato definitivamente nella mia vita.Yundi: A tre anni ho iniziato a suonare la fisarmonica. A sette

    ho cominciato a frequentare una scuola di musica. Poi, in Ac-cademia il pianoforte diventato il mio sogno: con il piano-forte che il mio cammino musicale ha preso forma. In seguito,ovviamente ho cominciato a cambiare uno strumento dopo lal-tro, ma tutti i pianoforti su cui mi sono esercitato sono diven-tati comunque il mio pianoforte. Quando ne cambi uno, ogni volta come lasciare una parte di te. Cos accade pure ognivolta che suoni, non importa se si tratta dello strumento di unteatro o del tuo pianoforte.Quali sono stati i pi importanti maestri (non solo insenso musicale) che ha incontrato nel suo percorso?Blechacz: Pensando ai miei studi, due in particolare sono statii miei maestri. Il primo stato Jacek Polanski, il mio primo veromaestro di pianoforte una volta entrato alla Scuola di MusicaArtur Rubinstein a Bydgoszcz. Il suo insegnamento era con-centrato sullo stile classico, su Haydn e Mozart, ed stato luia portarmi alla vittoria del mio primo concorso, non a caso,forse, un concorso intitolato proprio a Bach. Poi ho incontratoEkaterina Popowa-Zydro. Con lei ho appreso molto sullin-terpretazione e lespressivit, focalizzando i miei studi certo suChopin, ma anche su autori, come Debussy, che secondo lei miavrebbero aiutato ad interpretare meglio anche la musica diChopin. Infine, dovrei citare tutte le persone importanti che hoincontrato, ed anche coloro che, come Rubinstein o Miche-langeli, non ho ovviamente conosciuto, ma le cui incisioni misono state di grande ausilio.Yundi: Sicuramente quei maestri che hanno creduto in me, chemi hanno spronato ad andare avanti. La mia famiglia, e mio pa-dre in particolare, sono stati i miei primi insegnanti. Poi i do-centi dellAccademia di Shenzhen e tutti i musicisti delledi-zione del Concorso pianistico internazionale Chopin. Tutticostoro sono stati miei maestri sia in senso umano sia musicale.Per non parlare di Seiji Ozawa, Claudio Abbado, Valerij Ger-giev, Riccardo Chailly, Daniel Harding. Credo che tutti coloroche danno attenzione al talento e ai sogni di un ragazzo pos-sano essere considerati come suoi maestri. Chi d una possibi-lit, chi generoso e aiuta a costruire la vita di un bambino, chesia un padre, un nonno, un insegnante, un direttore dorche-stra, sempre un maestro secondo me. La lezione pi impor-tante che ho ricevuto di non lasciare mai nessuno da parte,per nessun motivo. Una lezione che non dimenticher mai!.Lei ha vinto il Concorso pianistico internazionale Cho-pin di Varsavia, uno dei premi pi prestigiosi per unpianista. Cosa ricorda di quel momento?

    RAFA BLECHACZ - YUNDI

    I due pianisti si raccontano, dagli esordi musicali, entrambi curiosamentecon un altro strumento, al Premio Chopin, che ha definitivamente indirizzato

    entrambi verso una strepitosa carriera di Cristina Fossati

    Un premio per due

    R

    LINTERVISTA DOPPIA

    22 IM MUSICA INSIEME

    Rafa Blechacz

  • Blechacz: Una competizione davvero lunga e difficile, questoil mio ricordo. Rammento bene le sessioni di piano solo, nellequali ho cercato di trovare lo stile giusto per eseguire mazur-che e polacche. E poi lultimo round: il concerto con lorche-stra. In ogni caso, sono riuscito a restare concentrato su mestesso. Non ho guardato la TV, non ho letto i giornali, non hocercato di avere informazioni su quanto stava accadendo al con-corso, se non quelle che mi riguardavano. Il mio obiettivo eracreare in me stesso il giusto equilibrio tanto nel cuore quantonella mente, restando sempre e solo concentrato sulla musicache avrei dovuto suonare.Yundi: Ricordo chiaramente quando ho vinto il concorso. Si trattato davvero di un momento molto eccitante. Mi erachiaro che non avevo raggiunto il vertice, ma allo stessotempo, mi era altrettanto chiaro che il destino mi stava dandola possibilit di seguire il mio percorso e di mostrare a mestesso se questa sarebbe stata la strada giusta per me. La sen-sazione che segu alla vittoria ne fu in certo senso il segnaledi conferma.Qual , secondo lei, un compositore del passato o delpresente da (ri)scoprire?Blechacz: Sono sempre incuriosito da tutto il repertorio. Inparticolare, per, mi sto dedicando alla riscoperta della musicapianistica polacca, una produzione nella quale spiccano nomiimportanti come quello della compositrice Grayna Bacewicz.Daltronde, anche di autori pi noti, come Karo Szymanow-ski, molte opere debbono essere di fatto ancora riscoperte, ed per questo che ho voluto introdurre alcune suoi lavori nellemie incisioni discografiche.Yundi: Io adoro tutti i compositori di musica classica. Mi odie-rei se parlassi di uno solo! Sarebbe come escludere gli altri equindi non lo far. A proposito degli autori contemporanei,credo che ci siano grandi talenti oggi in tutto il mondo. Sonosempre molto curioso di apprendere cosa stanno facendo, esono convinto che i sentimenti, le esperienze, il genio e la cul-tura di persone cos dotate illuminino gli altri esseri umani. Ap-prezzo ovviamente i compositori cinesi, anche quelli che scri-vono canzoni popolari, magari cercando di dar nuova vita aquella che fu la nostra musica del passato.Cos importante, secondo lei, per un giovane artistache voglia costruire una solida carriera?Blechacz: Credo che ciascuno di noi debba in primo luogoascoltare se stesso, il proprio intuito, ci che sente. Ogni arti-sta ha, del resto, una sua specifica personalit, e quindi deves-sere in base a questa che deve cercare di trovare il giusto equi-librio tra gli impegni della sua professione e la vita privata.Detto questo, ovviamente deve sempre sviluppare il proprio re-pertorio, allargandolo, cercando di affrontare stili musicali di-versi e compositori diversi, sempre per cercando di avere iltempo necessario per ottenere la giusta preparazione.Yundi: Bisogna studiare tutti i giorni e tutto il giorno, se pos-sibile, avendo sempre fiducia nei propri insegnanti e senzamai smettere di essere umili. Inoltre importante seguire ma-ster class e concerti di grandi interpreti. Non bisogna maismettere di mettere un mattone sopra laltro, e continuare afarlo sino alla fine della propria vita.

    Maestro Yundi, come descriverebbe il suo rapportocon gli ascoltatori? Nota particolari differenze tra ilsuo pubblico in Cina e allestero? Yundi: Ovunque sono invitato ad esibirmi spero di instaurareun bel rapporto con il pubblico. Non c mai nulla di sicuro.Dal mio punto di vista io d tutto me stesso, i miei sforzi e lemie energie sono focalizzati a comunicare con chi mi ascolta:questo il punto focale, insieme alla musica. La psicologia e lasensibilit sono tutto per un musicista: saper suonare nonserve a nulla se le emozioni non entrano in gioco. importanteconservare lanima libera e trasparente in ogni momento. Perquesta ragione, secondo me, in Cina o in Italia, o in ogni al-tro paese, il pubblico non diverso. Io mi sento legato a tuttiperch il pubblico composto di persone che hanno espressa-mente voluto assistere al mio concerto e ascoltarmi. Le emo-zioni delle persone e la partecipazione umana sono uguali intutte le parti del mondo.Maestro Blechacz, a Musica Insieme abbiamo inveceavuto il piacere di ascoltarla pi volte: qual il suo ri-cordo di questi concerti, e pi in generale del pubblicoitaliano?Blechacz: In primo luogo rammento bene le sale: sia quella delManzoni che il Teatro Comunale sono davvero ottime sale daconcerto, dove ho sempre avuto a disposizione uno splendidopianoforte. In pi, il pubblico mi apparso sempre molto con-centrato, sensibile e caloroso. Insomma, dei miei precedenti re-cital a Bologna ho davvero un bel ricordo. Cos come del pub-blico italiano in genere. Ogni volta ho vissuto una bellaesperienza, sia sotto il profilo musicale, sia dal punto di vistapersonale, trascorrendo in Italia davvero dei bei momenti.

    Yundi

    23IM MUSICA INSIEME

    Foto Chen Man

  • 24 IM MUSICA INSIEME

    n triplo debutto a Bologna: il concerto del 13 aprilesar loccasione per ascoltare per la prima volta in cittsia la celebre orchestra dei Mnchner Symphoniker, fra

    le principali compagini tedesche, sia il suo direttore, lisraelianoAriel Zuckermann, e il violinista cinese Ning Feng. I due, delresto, lItalia la conoscono bene (Feng peraltro ha conseguitoil Primo Premio al Concorso Paganini di Genova) e la amanoper quella commistione di rigore e saper vivere, che risuona an-che nella sua musica.Percepisce qualche differenza nel modo di fare e fruirela musica nei diversi paesi in cui regolarmente si esi-bisce? Com in particolare il suo rapporto con il pub-blico italiano?Zuckermann: Ho diretto a Milano lOrchestra del Maggio Mu-sicale Fiorentino, a Bolzano lOrchestra Haydn (una nuova col-laborazione di questa Stagione) e a Palermo, ma sar la primavolta che mi esibisco a Bologna. Certo, le differenze tra i paesisi sentono anche nelle rispettive orchestre tuttavia la musica un linguaggio cos internazionale che non porrei confini. Daisraeliano sento comunque con forza la mentalit meridionaleche ci accomuna agli italiani, quindi amo molto lavorare nel vo-stro paese, per il calore e lenergia della gente, e per quel-lapertura che mi ricorda appunto la terra dove sono cresciuto. Feng: Credo che in Italia valga un po la regola prima il piaceree poi il dovere (il che non toglie che lavoriate duramente), men-tre in Germania il contrario: prima il lavoro, poi il piacere. Houn carissimo amico, il pianista Roberto Giordano, che vive frail Belgio e la Calabria (abbiamo tenuto oltre cinquanta concertiin duo!), e di lui ho apprezzato quella personalit, quello stile divita tutto italiano, quella capacit di godere della vita, pur nonesimendosi dal lavorare con grande impegno.Maestro Zuckermann, lei stato fra laltro assistentedi Ivn Fischer con la Budapest Festival Orchestra, cheha poi anche diretto. Quali sono gli insegnamenti cheritiene pi preziosi per la sua formazione musicale? Zuckermann: Il periodo trascorso con Ivn Fischer stato cer-tamente grandioso, ma ho avuto meravigliosi insegnanti sindallinfanzia. stata proprio la mia prima maestra di piano-forte, allet di cinque anni, ad infondermi lamore per la mu-sica. Non posso poi trascurare lo studio con Bruno Weil a Mo-naco, o con Jorma Panula, che una vera leggenda,allAccademia Reale di Stoccolma. Non sento di avere unguru in particolare, ma sono stato molto fortunato ad in-contrare una serie di grandi insegnanti, potendo cos acquisire

    da ciascuno di loro qualcosa di diverso e di davvero speciale.Parafrasando una famosa affermazione di MischaMaisky: Ning Feng nato in Cina, ha studiato a Lon-dra e vive a Berlino. Oltre a ci, suona uno strumentoitaliano. Maestro Feng, dove si sente a casa, e quantocontano le radici nella sua attivit?Feng: una domanda molto difficile perch ho avuto quattroimportantissimi insegnanti di violino, ed i primi tre sono tutticinesi. Il terzo di loro lho conosciuto peraltro quando studiavoa Londra, quindi ho studiato in Europa con un violinista ci-nese poi il mio quarto maestro, tedesco, lho avuto in Ger-mania. Devo a tutti loro quello che sono diventato. Il violino, daparte sua, nato in Italia e la musica occidentale proviene prin-cipalmente dallEuropa, quindi anche dalla vita delle persone chelhanno prodotta. Il fatto che io abbia studiato e viva ancora inEuropa ha influenzato sicuramente quello che sono oggi.

    ARIEL ZUCKERMANN - NING FENG

    Nelle parole dei due artisti, al loro debutto per Musica Insieme, emerge lamoreper lItalia, apprezzata sia per la sua ricchezza artistica, sia per il calore

    e lenergia che la contraddistinguono di Valentina De Ieso

    Passione e rigore

    U

    LINTERVISTA DOPPIA

    Ariel Zuckermann

    Foto Felix Broede

  • 25IM MUSICA INSIEME

    Come definirebbe il suo collega nel concerto per Mu-sica Insieme?Zuckermann: Abbiamo gi suonato insieme molte volte. Perso-nalmente considero Ning Feng un violinista, e soprattutto un mu-sicista, straordinario. Lultima volta ci siamo esibiti in Francia, aMontpellier, quando abbiamo eseguito la Serenata di Bernstein.Feng: Proprio nella Serenata di Bernstein per violino, archi,arpa e percussioni credo emerga la bravura di un direttorecome Zuckermann: si tratta infatti di un brano molto impe-gnativo metricamente per chi deve guidare lorchestra, unagrande sfida che Ariel Zuckermann ha vinto con la sua estremachiarezza, e sostenendo in maniera naturalissima me (che houna parte molto fisica) e lensemble. Il programma che presenterete a Musica Insieme classico ma originale, accostando a Paganini e Haydndue autori come Berwald e Kraus, non propriamentenoti ai piZuckermann: Credo che Berwald sia un autore ingiustamentenegletto: soprannominato il Mendelssohn svedese, vantaben poche incisioni e poche esecuzioni delle sue pur pregevolicomposizioni. Anche il tedesco Kraus, che vissuto allincircagli stessi anni di Mozart (1756-1792), stato attivo in Svezia.Entrambi sono caduti nelloblio malgrado abbiano lasciatodei lavori bellissimi. Paganini non necessita di presentazioni,come pure Haydn, che fra i miei autori preferiti. Tuttavia amio avviso anche Haydn in certo modo un compositore sco-

    nosciuto: di lui si ascoltano molte opere, ma altrettante nonsono adeguatamente programmate.Maestro Feng, lei si aggiudicato il Primo Premio alConcorso Paganini di Genova, e del genovese ese-guir il Primo Concerto: deve trattarsi di un autoremolto importante per la sua attivit artisticaFeng: C un aspetto di Paganini che amo particolarmente, ed il carattere operistico delle sue melodie. Il che pu anche suo-nare naturale, essendo italiano ma proprio in lui ritrovo quelpiacere che non esclude il lavorare sodo di cui parlavo prima: tec-nicamente i suoi lavori sono ardui, soltanto che accanto alla tec-nica c una miracolosa naturalezza, una melodia lirica chesgorga spontanea come unaria dopera. Semplicemente mera-viglioso. Il suo Concerto splendido, concepito per lidioma ela tecnica violinistica, e tuttavia ha una cantabilit quasi vocale.A proposito di autori ingiustamente dimenticati: ci fa-reste qualche esempio?Zuckermann: Ce ne sono cos tanti risponder ancoraHaydn. Andrebbe suonato di pi, le sue sinfonie sono note soloper met. Tutti lo conoscono, ma i suoi lavori non sono cos fa-miliari al pubblico come dovrebbero.Feng: Citer anchio un compositore assai famoso, ma a mioparere non abbastanza, specie per il mio strumento: LucianoBerio, un genio. Le Sequenze che ha scritto per i singoli stru-menti sono meravigliose, ma vorrei ricordare anche i suoi 34Duetti per due violini (1979-83): incredibile quante idee af-fascinanti abbia potuto sviluppare; meno di un minuto, que-sta la durata di ciascun Duetto, eppure ognuno un mondo as. Berio dovette scrivere un testo per spiegare lessenza deiDuetti, ma ritengo che quando la musica funziona non vi siabisogno di spiegazioni. In fondo Mozart non ha mai dovutospiegare la propria musica!.Non solo direttore ma anche flautista: Maestro Zuc-kermann, con lensemble Kol-Simcha avete eseguitoper decenni anche il repertorio klezmer. Zuckermann: S, credo peraltro che ogni direttore dovrebbe sa-per suonare uno strumento, per mantenere anche la pratica stru-mentale: del resto un direttore senza orchestra non niente, edeve per questo tenere sempre a mente e rispettare limpegno ri-chiesto dal suonare uno strumento. Venendo al mio ensemble(Kol-Simcha significa voce di gioia), lultimo progetto che ab-biamo realizzato un CD con la London Symphony Orchestra;ho imparato tantissimo da questo ensemble, e dirigere que-stincisione insieme a loro e alla London Symphony stato pre-zioso. Del resto, allargare i propri orizzonti, sperimentare nuovevie, essere curiosi ci arricchisce come persone e come artisti.Maestro Feng, lei imbraccia un magnifico Stradivari del1721: come definirebbe la voce di questa leggenda-ria scuola di liuteria?Feng: I violini Stradivari sono lequilibrio perfetto di ogni cosariguardi il violino. Altri strumenti, come i Guarneri del Ges,non saranno perfetti come gli Stradivari, ma restano comun-que meravigliosi. Del resto gli artisti non sono perfetti: quindiil carattere, per quanto imperfetto, del Ges non ha nulla dainvidiare allo Stradivari. Anzi, forse lo Stradivari sin troppoperfetto per essere affidato alle mani di un essere umano!.

    Ning Feng

    Foto Law

    rence T

    sang

  • inaldo Alessandrini ormai damolti anni tra i protagonisti dellascena internazionale della musica

    antica e barocca. Pi che naturale alloracercare di fare il punto della situazione,tanto pi che il programma che presen-ter per i nostri Concerti sincentra sul bi-nomio Vivaldi/Bach, le cui opere sonostate fin dagli inizi al centro della renais-sance di quel tipo di musica. Da quando tutto cominciato sonpassati una quarantina danni, forsepi. Possiamo fare oggi un bilancio?Certamente s. stata una vicenda altempo stesso semplice e complessa. Qua-rantanni di storia, dal mio punto di vista,son serviti a mettere le cose al loro posto.Del resto, i primi trenta sono stati neces-sari per razionalizzare unesigenza, chesentivamo tanto io personalmente quantomolti degli altri musicisti con i quali hoavuto la fortuna di suonare. Tale esigenzasi potrebbe sintetizzare cos: bisognava ri-collocare questo repertorio in una corniceprima di tutto musicalmente adeguata.Dopo i primi momenti, in cui ci si mossi un po a tentoni, quasi per sentitodire, magari copiando dai primi dischi incircolazione, le cose han cominciato a or-ganizzarsi con maggior metodo e coe-renza. Oggi le informazioni a proposito diquesto repertorio sono tali e tante cheper affrontare unesecuzione si viceversacostretti a fare una sorta di sintesi, purnon tralasciando certo quanto abbiamoappreso e ancora stiamo imparando.Si pu ancora oggi parlare di scuoleinterpretative nazionali, magari rin-verdendo i fasti di una contrapposi-zione, quella tra italiani e tedeschi,che par proprio essere endemicaanche allepoca dellEuropa unita?Parlare dItalia guardando alla musica an-tica e barocca significa in realt far riferi-

    mento a tre filoni musicali completamentediversi: quello veneziano, quello napole-tano e quello romano. Certo tra questi fi-loni sono rintracciabili commistioni ed in-trecci, ma Venezia, Napoli e Roma sonostate capitali indipendenti non solo deiloro stati, ma anche dal punto di vista mu-sicale. Quindi, se pensiamo ad una musicaitaliana, credo che il trait dunion po-trebbe essere individuato nellunione stret-tissima fra testo e musica. Un dato questoche riscontriamo non solo ovviamentenella produzione vocale, ma anche inquella strumentale, che subisce linfluenzadei modelli che caratterizzano la musicavocale, questultima composta quasi sot-tintendendo un testo. Dunque, se voles-simo parlare di una musica italiana, po-tremmo dire che questa si distingue daaltre produzioni coeve in Europa per ilsuo legame strettissimo con le formuledella retorica. Allargando lorizzonte, po-tremmo dire che tutta la musica strumen-tale settecentesca deriva dal vocabolariodel teatro dopera. Affrontarla in concertoimplica laver avuto a che a fare con un li-

    bretto dopera. Da qui forse la particolarebrillantezza dello stile italiano, uno stile ba-sato in verit sul principio di contrapposi-zione. Brillantezza certamente, ma anchegravitas. Non solo, quindi, pizza e man-dolini, ma anche lentezza e profondit, lagravitas ingrediente fondamentale dellostile italiano. Bach e/o Vivaldi?Non facile per un interprete italianooggi eseguire la musica di Bach. Bastipensare alla lingua, che ci pone problemiprecisi. In tedesco le consonanti suonano,ad esempio, in un modo specifico, coscome in italiano le vocali. La maniera dipronunciare una parola si trasferisce nelmodo di suonare, nelle articolazioni, nellalunghezza dei suoni. Poi c la differenzatra le personalit. Vivaldi ha fatto ci cheBach non ha mai fatto. Lego vivaldianosi trasferisce direttamente nelle sue parti-ture, che hanno di conseguenza unastruttura gerarchica evidente, dove unego appunto predomina su tutti gli altri.Bach, al contrario, mira allintegrazionedi tutte le parti, ottenendo una sorta didemocrazia nella sua costruzione musi-cale. Peraltro, Bach era affascinato dallepossibilit che la struttura gerarchica dellostile italiano offriva, e quando poteva neadottava lo spirito, lestroversione, adesempio, nel caso delle trascrizioni da Vi-valdi. Questultimo era a sua volta uomopragmatico, come lo deve essere chi la-vora per il teatro, e quindi costretto aguidare una sorta di azienda, differente-mente da Bach che era tutto sommatouno stipendiato. Oggi Vivaldi rappre-senta quel carattere un po effimero, nonimbrigliabile dellinvenzione. Lontano da

    qualsiasi sclerotizzazione della scrit-tura. Mentre la lingua di Bach

    una sola, Vivaldi linventoredei mille e uno stile.

    RINALDO ALESSANDRINI

    Il celebre clavicembalista, sul palco di Musica Insieme il 27 aprile alla guida del suoConcerto Italiano, ci offre un raffronto tra Bach e Vivaldi di Fabrizio Festa

    Mille e uno stile

    R

    LINTERVISTA

    26 IM MUSICA INSIEME

  • ra i tanti riconoscimenti ricevuti,essere insignita a soli ventitre annidel Premio Giuseppe Verdi: la

    musica per la vita significa molto: si-gnifica che la musica per Mariangela Va-catello davvero la missione di una vita,il pianoforte sempre accanto (quasi unasua diramazione, come mostrano nonsenza ironia molte foto dellartista), trasfide tecniche stimolanti e una passioneche sa contagiare anche con le parole.Incominciamo dallinizio: Marian-gela Vacatello, partenopea, si formaa quella che senza dubbio la mi-gliore scuola pianistica italiana, lAc-cademia Incontri col Maestro diImolaCerto la mia formazione principale si svolta allAccademia, dove sono entrata asoli undici anni, per terminare a venti. Lho incontrato grandi insegnanti prove-nienti da tutto il mondo, oltre natural-mente ai miei maestri, Franco Scala eRiccardo Risaliti (con il quale mi sonopoi diplomata al Conservatorio di Mi-lano). Ma dal momento che mi ha defi-nito partenopea, vorrei aggiungere cheil mio primo insegnante, cui devo la miaimpostazione anche tecnica dai sette agliundici anni, stato Aldo Tramma, a suavolta gi allievo di Vincenzo Vitale.Quindi mi andata piuttosto bene, po-tendo trarre profitto dalle due maggioriscuole pianistiche italiane, quella napo-letana e quella dellAccademia imolese.Lei sente in qualche modo la forzadelle radici italiane nella sua pro-fessione?Io credo che chiunque si accosti alla mu-sica debba prima o poi fare i conti con lanostra tradizione, essendo lItalia uno deipaesi in cui la musica stata una costanteattraverso i secoli, pur nelle inevitabili oscil-lazioni. Per questo ritengo che valga la

    pena di focalizzarsi un poco di pi sulla no-stra musica, come fanno tra gli altri piani-sti come Lang Lang [o Yundi nel cartellonedi Musica Insieme, ndr], che eseguono la-vori della propria tradizione nazionale.A Musica Insieme labbiamo ascol-tata in recital nel 2011 con un pro-gramma impegnativo, che a Liszt eProkofev affiancava Ivan Fedele.Che posto ha la contemporaneanelle sue scelte?Ritengo che un esecutore non possa pre-scindere dalla musica doggi, mentre avolte il pubblico ha bisogno di un po ditempo per metabolizzarla. Tuttavia il lin-guaggio dei compositori di oggi fa partedel nostro mondo: lautore vede, vive,sente, filtra quello che accade intorno a s,e quello che ne scaturisce una sorta digiornale, una testimonianza viva del no-stro presente che sta agli esecutori scopriree portare alla luce naturalmente a se-conda della propria sensibilit. Nel miocaso cominciata proprio con Fedele: hoeseguito in America con successo i suoiStudi boreali; poi nella Stagione 2012/13ho portato in tourne il mio TwilightProject, con brani che andavano da Ravelai due Notturni crudeli di Sciarrino (scrittipraticamente ieri, nel 2009). Ho sceltoquesti brani per un mio studio personalesullo stile, sui colori, sui tocchi.Gli studi sono al centro delle sue pirecenti incisioni: c una particolarericerca in queste scelte? iniziata per caso con lincisione degliStudi trascendentali di Liszt, un mio amoredi giovent, e sta diventando ormai unpunto centrale, almeno per qualche anno,nel mio lavoro di incisione. Dopo Liszt eDebussy posso anticipare che sono in can-tiere almeno tre cicli di studi, con lin-tenzione di creare una raccolta che poi po-tr ampliarsi nel tempo. Lo studio una

    forma che adoro, pu andare dalla mi-niatura fino alla durata di oltre unora,contenendo in s oltre allelemento tec-nico molte sfaccettature dellautore. Unodei tre cicli, posso anticiparlo, gi incorso e riguarda lintegrale di Alberto Gi-nastera, di cui ricorreranno nel 2016 icento anni dalla nascita. Sto terminandolincisione, che uscir a fine 2015.Per lappuntamento conclusivo diMusica Insieme eseguir il SecondoConcerto di Beethoven, pietra mi-liare del genere...Ho gi in repertorio tutti i Concerti diBeethoven e ho suonato il Quarto pidi qualsiasi altra opera, insieme forse aglistudi di Liszt. Quindi sono pronta perlintegrale! Venendo al Secondo, unconcerto molto fresco, con un meravi-glioso cantabile nel secondo movimentoe un tema di rond finale che simprimenella memoria.

    MARIANGELA VACATELLO

    La straordinaria pianista partenopea, chiamata a concludere la Stagione di Musica Insiemecon il Secondo Concerto di Beethoven accanto alla Prague Chamber Orchestra,racconta con passione e profondit la propria professione di Fulvia de Colle

    Italiani nel mondo

    F

    LINTERVISTA

    29IM MUSICA INSIEME

  • a mostra in corso alla Gallery dellaFondazione MAST listituzioneculturale, filantropica e museale

    voluta dallimprenditrice Isabella Sera-gnoli e inaugurata nel 2013, che conta an-che un auditorium con 420 posti pre-senta 190 scatti fino ad ora inediti difotografie industriali di Emil Otto Hopp(Monaco di Baviera 1878 Londra1972), che, famosissimo negli anni Ventie Trenta del Novecento, fu poi quasi di-menticato dopo che nel 1954 decise di ri-tirarsi e di vendere le fotografie di un cin-quantennio di attivit ad un archiviolondinese. Tutto il materiale fu inventa-riato, ma ordinato per soggetto: le circa6.000 stampe di Hopp finirono quinditra milioni di altre immagini, cos chelopera perdette la sua integrit e il suonome venne pressoch cancellato, anchese le immagini potevano essere settorial-mente consultate: sotto le cartelle NewYork, India, Australia, Gran BretagnaNel 1994 il Fondo Hopp fu acquisitodalla Curatorial Assistance di GrahamHove, societ di servizi museali califor-niana specializzata in fotografia che diedeavvio alla riorganizzazione e digitalizza-zione di tutto il materiale, e in seguito apubblicazioni e mostre. Le fotografie

    esposte nello spazio continuo ed inclinatodella Gallery mostrano immagini della se-conda rivoluzione industriale realizzatefra il 1912 e il 1937 in diversi paesi delmondo: Inghilterra e Germania, StatiUniti, Australia, India in uno straordi-nario connubio tra paesaggio e fabbrica:gli edifici, le macchine, gli uomini che leazionavano, in un intenso eppure mor-bido e soffuso bianco e nero.Ma per dare conto della poliedricit diHopp (inizi nel 1902 dapprima comeritrattista poi come reporter di viaggi), alpiano terreno del MAST allestita unasorta di grande camera oscura che proiettasenza soluzione di continuit 240 imma-gini scandite per argomenti, dai ritratti ainudi alla vita quotidiana alle fotografie diviaggio, alla sequenza dei 40 fotogrammidei Ballets Russes di Sergej Djagilev, di cuiHopp fu fotografo ufficiale per le stagionilondinesi. Lincontro con limpresariorusso data al 1896, ma il rapporto pro-fessionale allestate del 1911, quando lacompagnia di danza, attiva dal 1909 al29, tenne i primi spettacoli a Londra dueanni dopo gli esordi a Parigi, cui seguironotournes in tutta lEuropa e negli StatiUniti. Ai balletti con musiche di autori or-mai classici come Chopin, Schumann,Borodin, Djagilev altern spettacoli conpartiture da lui stesso commissionate amusicisti davanguardia. Eclatante il caso,nel 1910, de LOiseau de Feu del giova-nissimo e quasi sconosciuto Stravinskij, dicolpo assurto alla notoriet, che nel 1911avrebbe composto Petruka e nel 13 LeSacre du Printemps, mentre nel 1912 andin scena LAprs-midi dun Faune di De-bussy con le coreografie di Vaclav Niin-skij. Le scene e i costumi, dove esotismiorientali si mescolavano alle rivoluziona-rie forme delle avanguardie (nel 1909 IlPrincipe Igor di Borodin e Cloptre di

    Arenskij, nel 10 Shhrazade di Rimskij-Korsakov), erano ideati e disegnati daLon Bakst, Picasso, Matisse, De Chirico,Braque, Derain. Coreografi e balleriniprovenivano quasi tutti dal Boloj e dalMariinskij: Michel Fokine il primo co-reografo della compagnia e Vera Fo-kina, Anna Pavlova, Lydia Lopokova,Adolph Bolm, LubovTchernicheva, Lo-nide Massine Tamara Karsavina comeUccello di Fuoco e Bolm come Ivan Za-revi nellOiseau de Feu (1911), Vera Fo-kina come Zobeide e Massine comeSchiavo dOro in Shhrazade (1914), Ta-mara Karsavina come Pimpinella in Pul-cinella (1920), Hubert Stowitts nellas-solo della danza Inca in La Pri del 1922.Emil Hopp li ha fissati e restituiti al suopubblico e a noi nella tensione dei movi-menti, nellicasticit dellinterpretazione,nelloltranza rivoluzionaria dei bellissimicostumi modernisti.

    I LUOGHI DELLA MUSICA

    30 IM MUSICA INSIEME

    L

    In mostra presso la Gallery della Fondazione MAST, gli scatti inediti di Emil Otto Hopp,che alle immagini della seconda rivoluzione industriale affianca ritratti di ballerinie coreografi russi di Maria Pace Marzocchi

    Scatti darte

    A destra: Hubert Stowitts nellassolo della Danza Incain La Pri, 1922. In alto:Tamara Karsavina comeUccello di Fuoco e Adolph Bolm come Ivan Zarevine LOiseau de Feu, 1911

    EMIL OTTO HOPP. IL SEGRETO SVELATOFotografie industriali 1912-37Fondazione MAST GalleryVia Speranza, 42 - Bologna21 gennaio - 3 maggio 2015

  • Per ulteriori informazioni rivolgersi alla Segreteria di Musica Insieme:Galleria Cavour, 2 - 40124 Bologna - tel. 051.271932 - fax 051.279278

    [email protected] - www.musicainsiemebologna.it

    Luned 13 aprile 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

    YUNDI.......................................................................pianoforteLuned 16 marzo 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

    Musiche di Chopin, Liszt, tradizionale cineseIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Musica per le Scuole

    CONCERTO ITALIANOMONICA PICCININI.................................sopranoLAURA PONTECORVO...........................flautoRINALDO ALESSANDRINI................clavicembalo e direttore

    Luned 27 aprile 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

    Musiche di Bach, VivaldiIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insieme e Musica per le Scuole

    MNCHNER SYMPHONIKERNING FENG.......................................................violinoARIEL ZUCKERMANN...........................direttore

    Musiche di Kraus, Paganini, Berwald, HaydnIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insiemee Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

    Luned 11 maggio 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

    PRAGUE CHAMBER ORCHESTRAMARIANGELA VACATELLO...................pianoforte

    Musiche di Jancek, Beethoven, Barber, DvokIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insiemee Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

    Luned 2 marzo 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

    RAFA BLECHACZ....................................pianoforte

    Musiche di Bach, Beethoven, ChopinIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insiemee Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

    KRYSTIAN ZIMERMAN.........................pianoforte

    Programma da definireIl concerto fa parte degli abbonamenti: I Concerti di Musica Insiemee Invito alla Musica per i Comuni della provincia di Bologna

    I CONCERTI marzo/maggio 2015

    Luned 23 marzo 2015AUDITORIUM MANZONI ore 20.30

  • Luned 2 marzo 2015

    Il pianista polacco, vincitore del prestigioso Concorso Chopin, torna a Musica Insiemecon un intenso programma che percorre la storia del pianoforte di Francesco Corasaniti

    Cantabilit e pathos

    Di principi ce n e ce ne sarannoancora migliaia, di Beethoven ce

    n uno solo. Parole forti, soprattuttoperch pronunciate quando i musicistinon avevano ancora dismesso la livrea, etanto pi perch a dar loro voce non unammiratore del compositore tedesco, malui stesso, rivolto ad uno dei suoi piprodighi mecenati, il principe Lichnow-sky. I rapporti stavano cominciando adeteriorarsi e di l a pochi mesi, siamonel 1806, si arriv al punto di non ri-torno: Beethoven rifiut di esibirsi da-vanti ad illustri ospiti del principe e la-sci la sua residenza. Musicistadilettante, il principe aveva preso sotto lasua ala il giovane Beethoven, che nel1799 gli dedic la Sonata per pianofortein do minore op. 13. Era questo un pe-riodo di febbrile attivit, ma allo stessotempo di profonda sofferenza, dovutoal peggioramento delle condizioni di sa-lute, che lo portarono progressivamentea una irreversibile perdita delludito. Ilnome con cui la Sonata passata alla sto-ria, Patetica, diversamente dai tanti altriapocrifi, uno su tutti Al chiaro di luna, stato attribuito dalleditore in accordocon Beethoven. Lintento delleditore eraquello di rendere pi accattivantelopera, ma il nome comunque cal-zante: la Sonata ricca di pathos, ed in-fatti lo stesso Beethoven non disdegn difarne dono a una donna amata, Jose-phine Deym. Dopo il Grave. Allegro dimolto e con brio, segue lAdagio cantabile,il cui nobile tema, divenuto celeberrimo,assume il respiro tipico di unaria daopera seria. Limpida ed al contempo

    profondissima, la melodia assume lesembianze del dolore pi straziante.E se la Sonata di Beethoven merit il ti-tolo di Patetica, alla Polacca in fa diesisminore op. 44 di Chopin tocc addirit-tura quello di Tragica. Dedicata alla prin-cipessa Ludmilla de Beauveau, membrodi spicco della comunit polacca a Parigi,fu composta e pubblicata nello stessoanno, il 1841. La Polacca, tripartita, pre-senta nella sezione centrale la peculiarereiterazione di un singolo accordo, checon il suo effetto percussivo simula unasorta di grandioso fraseggio di caratteremilitare. Nelluso sapiente di sezioni con-trastanti e di melodie cantabilissime siintravede la dimestichezza di Chopincon lopera italiana. Nel 1847 il compo-sitore polacco diede invece alle stampe iTre Valzer op. 64, gli ultimi pubblicati in

    vita. Per la loro brevit, pi che danzevere e proprie, paiono riflessioni interioriposte in musica. Dedicatarie sono tredonne: il primo Valzer (Molto vivace) fudedicato alla contessa Delphine Potocka,allieva e confidente di Chopin, nonchsorella di Ludmilla, il secondo (Tempogiusto) alla baronessa De Rothschild, ilterzo e ultimo (Moderato) alla contessaCatherina Branicka. Il Valzer n.1, dettoanche Valzer del Minuto per la sua bre-vit, caratterizzato da morbidi accordidi sostegno a una melodia agitata, di sa-pore virtuosistico, a cui fa seguito unaparte lenta fino al rapidissimo finale. Raf-finato e prezioso, il Valzer suscit gli en-tusiasmi del colto ed elegante pubblicoparigino dellepoca. Il secondo tra i pifamosi del compositore e riflette effica-cemente la dualit della sua situazione:da una parte i salotti parigini, ritrovodintellettuali, dallaltra il pensiero sem-pre rivolto alla dura realt della sua Po-lonia, invasa dalla Russia. una musicalanguida, interiore, che alterna una me-lodia struggente a veloci passaggi in cuiper un velo di tristezza rimane semprelatente. Infine, lultimo Valzer caratte-rizzato da una sognante delicatezza, puraespressione di perfetto equilibrio strut-turale e armonico in cui appare una sortadi dialogo tra le voci. Oltre ai valzer,Chopin speriment e rielabor anchealtre forme di danza, tra i quali alla ma-zurka spetta un posto donore. Negli ul-timi anni di vita del compositore, unadelle figure pi presenti fu lallieva JaneSterling, la cui amica, Katharina Ma-berly, fu dedicataria delle Tre Mazurke

    Al termine del Concorso Chopin, Piotr Paleczny, che sedeva in giuria, ha detto: Blechaczera cos superiore da impedire lassegnazione del secondo premio agli altri finalisti

    Lo sapevate che...

    32 IM MUSICA INSIEME32 IM MUSICA INSIEME

    LUNED 2 MARZO 2015AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30

    Johann Sebastian BachConcerto Italiano BWV 971Ludwig van BeethovenSonata in do minore op. 13 PateticaFryderyk ChopinNotturno in mi maggiore op. 62 n. 2Tre Valzer op. 64Tre Mazurke op. 56Polacca in fa diesis minore op. 44

    RAFA BLECHACZ pianoforte

    Introduce Alessandro Taverna. Si occupa dicronache musicali su riviste e quotidiani, fracui le pagine bolognesi del Corriere della Sera

  • op. 56, composte nel 1843. Inizialmentefraintese dalla critica, poich conside-rate un nostalgico ritorno al passato, fu-rono largamente rivalutate, una voltacompreso come il compositore avesseelevato la danza tradizionale polacca adun livello superiore, tra rigore e libert,fra atmosfera campestre e intimo salottourbano. La prima delle tre Mazurke (Al-legro non tanto) contiene accenni di val-zer, in una pagina gioiosa ma intima. Laseconda (Vivace), dal vero e proprio sa-pore popolare, contiene una sorta di ca-none tra due parti, indipendenti tra loro.Nella terza e ultima (Moderato), il tema,latente nella prima parte, si manifestacompiutamente con forza solo nella se-conda. E se la mazurka indissolubil-mente legata al nome di Chopin, lostesso pu dirsi del notturno, di cui ilcompositore ci ha lasciato 19 luminosiesempi. Dedicato allallieva M. de Kn-neritz, il Notturno op. 62 n. 2 caratte-rizzato da una prima sezione placida, se-guita da una pi mossa e sincopata, inunatmosfera intima, limpidamente li-rica e meditativa.E se nella produzione di Chopin emerge

    prepotentemente leco della cantabilititaliana, lo stesso non pu certo dirsi diun compositore tanto pienamente tede-sco quanto Bach, emblema stesso delcontrappunto e della pi articolata strut-tura formale. Eppure, ascoltando il suoConcerto Italiano in fa maggiore BWV971, si percepisce la dimestichezza conMarcello o Vivaldi. Scritto per clavi-cembalo nel 1735, fa parte della seconda

    parte della Clavier-bung, preziosa rac-colta di composizioni per strumento atastiera, compendio di stili e forme del-lepoca. Il Concerto appare come espres-sione dellidea bachiana di riproposi-zione di un concerto per clavicembalo eorchestra (con citazioni del modello vi-valdiano), tramite luso delle due tastieredel clavicembalo. Lalternarsi del forte edel piano ripropone con sapiente mae-stria il contrasto tra il tutti orchestralee lo strumento solista. Suddiviso in tremovimenti, concluso dal celebrePresto, con un motivo ascendentevorticoso e impetuoso, che ria-scoltiamo in svariate tonalit,alternato ad episodi solistici.

    DA ASCOLTARE

    Soprattutto Chopin tra le sue registrazioni recenti. Il che per un vincitore del Var-savia, ovvero del premio pianistico intitolato proprio a Chopin, parrebbe deltutto naturale. Dunque, Rafa Blechacz, che incide per la Deutsche Grammophon,al celebre conterraneo ha dedicato la maggior parte delle sue fatiche disco-grafiche. Nel 2014 uscita infatti la sua versione dellintegrale dei Preludi. Unin-cisione importante, che dice molto delloriginale interpretazione chopiniana pro-posta da Blechacz, e che daltronde deve confrontarsi con quelle storiche, rea-lizzate dai grandi pianisti del passato. Lanno prima era toccato ad unantolo-gia delle polacche. Nel 2012, invece, aveva affrontato Debussy e Szymanow-ski, dando vita a due interessanti CD. Debussy che, proprio come racconta lo stes-so Blechacz nellintervista contenuta in queste pagine, il compositore che egliha pi studiato per trovare il modo corretto di interpretare Chopin, mentre Szy-manowski, ed sempre Blechacz a dircelo, parte integrante di quella sua ri-cerca personale alla riscoperta della produzione musicale polacca.

    Vincitoredinumerosiconcorsi internazionali,Ra-faBlechaczsi affermatoa livellomondialevin-cendo allunanimit la 15 edizione del Concor-so Chopin di Varsavia e conquistando anche itre premi speciali: il Premio della Radio Polaccaper la miglior esecuzione di mazurche, il Pre-mio della Societ Polacca Chopin per la mi-glior esecuzione di polacche e il PremiodellaFilarmonicadiVarsaviaperlami-gliore esecuzione concertistica, oltrealpremioistituitodaKrystianZimermanperlamiglioresecuzionedi sonate.La vittoria di Varsavia nel 2005 gli haapertoleportedellepiimportantisa-le da concerto del mondo, sale in cuiormaisuonaregolarmente,fracuiRo-yalFestivalHalleWigmoreHalldiLon-dra, Philharmonie di Berlino e AveryFisher Hall di New York. Nel maggio2006 Blechacz ha firmato un contrat-to inesclusivacon laDGG,secondoartista polacco dopo Krystian Zi-merman, e nel 2010 ha ricevuto ilPremio Internazionale dellAcca-demia Chigiana di Siena.

    IM MUSICA INSIEME 33

    Rafa Blechacz

    Foto

    Felix

    Bro

    ede

  • 34 IM MUSICA INSIEME

    Luned 16 marzo 2015

    Esordisce a Bologna il pluripremiato pianista cinese, con un programma che rimandaalla sua formazione occidentale, ma anche al forte legame con la tradizione musicaledella sua terra di Mariateresa Storino

    Romantiche forme

    Asoli 13anni Yundi si aggiudica il ConcorsoStravinskij negli StatiUniti, pochi an-ni dopo il Premio internazionale Franz Lizst nei Paesi Bassi, per accrescere poi ilsuo palmars con lassegnazione del Primo Premio al Concorso pianistico interna-zionaledi Pechino.Si imponeperallattenzionedi criticaepubbliconel2000gra-zie al successo riportato nella XIV edizione del Concorso Chopin di Varsavia, acui partecipa su esortazione del Ministro della cultura cinese, diventando il primovincitore cinese nella storia del concorso. Da allora appare regolarmente presso lemaggiori sale, quali Carnegie Hall di New York, Royal Festival Hall di Londra, Phil-harmonie di Berlino, Alte Oper di Francoforte, Herkulessaal di Monaco, e colla-bora con orchestre e direttori del calibro di Berliner Philharmoniker con Seiji Oza-waeDanielHarding,Gewandhausorchesterdi LipsiaconRiccardoChailly,MahlerChamber Orchestra con Daniel Harding, Royal Philharmonic con Yannick Nzet-Sguin, Orchestra del Mariinskij con Valerij Gergiev.

    Yundi

    allata, sonata, tarantella, cantipopolari cinesi: possibile indi-viduare delle linee di conver-

    genza tra queste forme? Chopin e Liszt:quali elementi li accomunano? A que-stultimo interrogativo si pu rispondereprontamente, data la contemporaneitdei due compositori, la condivisione delcontesto storico-geografico e culturale,linteresse reciproco. Romantici per ec-cellenza, in verit le somiglianze sonotante quante le diversit. Partecipi del-lafflato romantico, entrambi dedica-

    rono parte della loro creativit alla ri-scoperta e alla rielaborazione delleforme ereditate dalla madrepatria bal-late, polacche e mazurke in Chopin,rapsodie e czardas in Liszt. Se Chopinfu sempre alquanto laconico sullopera

    di Liszt, diverso fu latteggiamento diquestultimo. Il ritratto di Chopin trac-ciato da Liszt nella sua monografia Vitadi Chopin (1851) coglie lessenza del-lopera del compositore polacco contale precisione che, a distanza di pi diun secolo e mezzo, continua a sorpren-dere per lacume ermeneutico dellUn-gherese. Proprio il giudizio sulle sonatesembra convergere per taluni aspetticon le critiche che per alcuni decennifurono mosse contro la reinterpreta-zione chopiniana della forma classicaper eccellenza. Liszt valutava le sonatedi Chopin frutto della volont pi chedellispirazione, unispirazione impe-riosa, bizzarra, irriflessiva che non po-teva essere ingabbiata in schemi preesi-stenti. Composta tra il 1837 e il 1839,la Sonata in si bemolle minore op. 35 percorsa da un clima umbratile, quasidecadentista. In quattro movimenti,Schumann la definiva una sfinge dal-lironico sorriso, una composizione chefinisce cos come comincia: con disso-nanze, attraverso dissonanze, nelle dis-sonanze. Alle arditezze armoniche si

    B LUNED 16 MARZO 2015AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30YUNDI pianoforte

    Introduce Marco Beghelli. DocentenellUniversit di Bologna, coordina lArchiviodel Canto nel Dipartimento delle Arti,ed autore di libri di argomento musicale

    Fryderyk ChopinBallata in sol minore op. 23Ballata in famaggiore -la minore op.38Ballata in la bemolle maggiore op.47Ballata in fa minore op.52Sonata in si bemolle minore op. 35Franz LisztTarantelle de bravura daprsLa muette de Portici R117Tradizionale cineseColour Clouds Chasing the MoonFive Yunnan Folk Songs

  • accostava unarchitettura formale ati-pica, tale da valutare dichiarava Schu-mann come un capriccio, se non unatracotanza, laverla chiamata Sonata,poich egli ha qui riunito quattro dellesue creature pi bizzarre. Eppure lacoerenza tematica non manca; lorgani-cit dellinsieme garantita da una sot-tesa rete di motivi. Il motto daperturadel Grave introduttivo di sole quattrobattute suona come una sentenza lapi-daria, inspiegabile ma incontrovertibile.I primi due movimenti vivono di fortiopposizioni di tono, in cui ogni con-clusione consolatoria fuggevole, comedimostra lingresso della Marcia funebre.Un Presto su un rapidissimo continuummelodico, quasi una sorta di brusio,spegne la sonata allimprovviso, conuno scarto dinamico violento. Se perSchumann la Marcia funebre di questasonata aveva qualcosa di quasi repul-sivo, per Liszt simboleggiava la morte diunintera generazione, che, tuttavia, sepur dolorosa manifestava una dolcezzacos penetrante da sembrare non venirpi da questa terra.Liszt riteneva che Chopin avesse fattoviolenza al suo genio ogni qualvolta loaveva costretto alle regole (come nelcaso delle sonate), perch queste nonpotevano accordarsi con le esigenze delsuo spirito. Nella scelta di forme libere(ballata, polacca, preludio) e forme ri-gide (sonata, concerto), Chopin pro-seguiva Liszt aveva seguito lesempiodellamico poeta Adam Mickiewicz che,dopo aver dato vita alla poesia roman-tica polacca con Ballate e romanze(1822), si era cimentato nelle formeclassiche. Non dunque casuale cheproprio le Ballate di Mickiewicz sianostate a lungo ritenute la fonte ispiratricedelle Quattro Ballate di Chopin. Selombra del poeta polacco si stende sullecomposizioni di Chopin non certo intermini descrittivi; ci che si ritrovadella ballata la tecnica narrativa: nes-suna traccia di lotta fra protagonisti (itemi), bens una reiterazione tematica

    con variazioni di intensit, di fraseg-gio, di articolazione ritmica, disposta acreare un movimento continuo. Tutta-via, anche in assenza di contrasti tema-tici, la forma sospinta in un crescenteclima tensivo, proprio in virt della tec-nica compositiva di reiterazione-varia-zione a riflesso della struttura perio-dica del corrispettivo letterario , delfluttuare del materiale melodico tra raf-finatezze armoniche altrettanto inat-tese che inaudite (Liszt) e pieghe cro-matiche riposte. La stesura delle Ballateimpegn Chopin per circa un decennio,dal 1830, anno in cui fu costretto adabbandonare lamata patria, al 1841,quando era ormai affermato composi-tore a Parigi. Il ciclo completo unpercorso evocativo dei toni della ballatapoetico-musicale: dal drammatico (n.1) al leggendario (n. 2), al lirico (n. 3),fino allintrospettivo (n. 4); una sinossidelle possibilit espressive di una formavocale di origine popolare che da secolinarrava delluomo, ma che con Chopinera assurta allo stato di musica stru-mentale pura.Alla tradizione etnica si rif anche Lisztnella Tarantella di bravura daprs LaMuette de Portici di Auber (1846). La

    tarantella attraversa quasi interamentela carriera di Liszt, sia in forma di tra-scrizione di originali colti (Rossini, Au-ber, Dargomyskij, Cui), sia come rie-laborazioni personali di spunti popolari(Canzone napolitana, Venezia e Napoli).Brano di estremo virtuosismo, in que-sta fantasia da Auber Liszt trae il ma-teriale tematico dalla danza del terzoatto e dal coro finale del quarto atto. Perridar vita al clima sensuale, festoso, maallo stesso tempo intriso di morte dellatarantella, Liszt sceglie la forma deltema e variazioni, dove il ritornare sulgi noto implica un accrescimento e/oun cambiamento di natura armonica,ritmica, dinamica, limpiego insommadi tutte le risorse combinatorie cheerano patrimonio comune dei pianisti-compositori dellepoca, tanto pi di unvirtuoso come Liszt.E i canti popolari cinesi? Sono partedella memoria musicale di Yundi, testi-moni delle sue origini, e come taliespressione della sua identit nazionale.Certo non pi possibile pensare allariscoperta del patrimonio etnico-nazio-nale in chiave romantica, come regnodella purezza, ma possiamo sempre spe-rare di scorgervi qualche pallido riflesso.

    IM MUSICA INSIEME

    Yundi si accosta alla musica sin dallet di tre anni: ascoltando in un negozio il suono diuna fisarmonica, se ne innamora, e solo un anno dopo sapr gi suonarla con sicurezza

    Lo sapevate che...

    DA ASCOLTARE

    Deutsche Grammophon ed EMI, questi gli editori del giovane talento cinese Yun-di. Il che significa aver gi raggiunto una posizione ragguardevole nel rank mon-diale dei pianisti e quindi poter contare su editori importanti, con i quali realizzareincisioni che godranno di una capillare distribuzione mondiale. Insomma, Yun-di a pieno titolo incluso nello star system. Certo lo interpreta da par suo, met-tendo in luce, anche nel caso delle incisioni discografiche, quella spiccata per-sonalit, che gli riconosciuta dal pubblico delle platee di tutto il mondo. Ec-cola emergere nella recente registrazione dellImperatore beethoveniano(DGG 2014), registrazione che lo vede impegnato a confrontarsi con unorchestrache proprio di Beethoven ha fatto il suo cavallo di battaglia: i Berliner Philhar-moniker. Sul podio un direttore solido come Daniel Harding. Beethoven anchenellincisione DGG realizzata lanno prima, con Patetica, Chiaro di Luna e Ap-passionata, segno del focalizzarsi degli interessi del pianista cinese sulloperadel Tedesco. Per i tipi di EMI segnaliamo, infine, lintegrale dei Preludi di Cho-pin e la precedente incisione dei Concerti di Ravel e di Prokofev, autori che Yun-di ha nel suo repertorio fin dagli anni di studio.

    35

  • 36 IM MUSICA INSIEME

    Il mese dedicato al pianoforte si conclude con un grande ritorno: quello del Maestropolacco, annoverato fra i pi grandi musicisti del nostro tempo di Maria Chiara Mazzi

    Lezioni di piano

    Luned 23 marzo 2015

    uella dei pianisti, da quando ilpianoforte stato inventato eda quando, soprattutto, di-

    ventato il principe delle case e delle saleda concerto allinizio dellOttocento, una schiera di artisti particolarmentelunga e differenziata. Lunga e differen-ziata perch da sempre i vari esecutori sicollocano su alberi genealogici differenti,corrispondenti alle diverse scuole in Eu-ropa: tante lunghe genealogie divise pernazioni e per modi di suonare, tra lequali una delle pi affascinanti (e anchedelle pi vaste) quella costituita daipianisti polacchi. Si dice pianoforte, inPolonia, e inevitabilmente si traccia unarco musicale meraviglioso che ha dauna parte il nome di Fryderyk Chopin edallaltra quello di Krystian Zimerman(classe 1956), la cui carriera stata con-sacrata non a caso proprio a partire dallavittoria, esattamente quarantanni fa, alcelebre concorso internazionale che daquel primo grande genio della musicanazionale ha preso il nome. Una vittoriache, come spesso (ma non sempre) ac-caduto, ha consegnato al mondo dellamusica le voci pi significative della sto-ria dellinterpretazione pianistica.Ma torniamo alla Polonia, paese la cuiantica, affascinante e spesso tragica storiacivile fatta di eventi che hanno segnatola storia del mondo, e la cui storia piani-stica costruita da compositori-inter-preti di straordinaria suggestione: bastielencarne, a caso, i nomi, da Artur Ru-binstein a Ignaz Paderewski, da JosefHoffman a Leopold Godowski, da CarlTausig o Moritz Moszkowski a Wanda

    Landowska, da Witold Macuzyski adAdam Harasiewicz Per arrivare, ap-punto, a Fryderyk Chopin, che aveva allespalle una carriera di apprezzato concer-tista. Un simbolo ma anche un presagioquesto, se pensiamo che da quel mo-mento uno strano destino di cosmopoli-tismo ha legato i pianisti polacchi alla tor-mentata storia di quel paese e hacaratterizzato la vicenda di quasi tutti gliinterpreti di quella nazione. Suonatorierranti sono stati, spesso terminando laloro vita fuori dalla loro patria, quasitutti (Godowski e Rosenthal, Friedmanne Leszeticki, Paderewski) e, pi vicino anoi, Rubinstein, la cui arte riusc ad af-fermare limmagine internazionale dellaPolonia, grazie anche alla forza dimpattodel mercato discografico ormai globaliz-zato. Mentre, nonostante tutto, neglianni della guerra fredda e della contrap-posizione dei blocchi, rimasero in patria,fra gli altri, Jan Ekier (autore anche dellapi accurata edizione critica delle operedi Chopin), Alina Czerny-Stefanska eRaoul Koczalski, che dal 1945 era rien-trato a Varsavia in veste di insegnante.Ma, alla caduta del Muro di Berlino, leforze migliori del concertismo polacco

    hanno ripreso nuova linfa, tracciando unanuova linea sulla quale, dalla fine deglianni Settanta, si muove appunto Kry-stian Zimerman che, dopo la vittoria nel1975 al Concorso Chopin di Varsavia(una delle grandi vetrine, forse la pigrande, della Polonia in ambito interna-zionale), stato invitato al prestigioso Fe-stival di Salisburgo dove brillava la sua re-centissima incisione delle Sonate diMozart per la celebre etichetta tedesca,per la quale avrebbe poi realizzato i Con-certi di Grieg e di Schumann coi Berlinere von Karajan, forse uno dei maggiorisponsor del giovane artista. Incisioni allequali ne sarebbero seguite altre, con Bern-stein, Giulini, Ozawa, Boulez, Rattle eche, coronate dai premi pi prestigiosi delmondo, coprono il repertorio pi ese-guito per pianoforte e orchestra. In pa-rallelo venivano registrati a futura me-moria, inevitabilmente, i capisaldi dellamusica per pianoforte solo e del cameri-smo, dallinevitabile Chopin sino aFranck e Debussy e a qualche puntata sulNovecento pi vicino a noi, da Lu-tosawski a Szymanowski. Se non sempremoderno il repertorio, moderno peril suo modo di suonare, in ragione di unasostanziale sobriet di espressione, pie-namente consapevole del tanto che gistato detto. Si muove con disinvoltura daBach a Szymanowski, variando stili, regi-stri e interpretazione. Le sue mani volanosulle note ora accarezzandole, ora inse-guendole con furore, scrive una recenterecensione, che prosegue: Egli disegna lamusica con il solo movimento di mani edita, raccolto in un alone di maestria e

    Q LUNED 23 MARZO 2015AUDITORIUM MANZONI ORE 20.30KRYSTIAN ZIMERMAN pianoforteProgramma da definire

    Da diversi anni Zimerman viaggia con il proprio pianoforte al seguito, curandopersonalmente ogni aspetto dei concerti, dal trasporto dello strumento allaccordatura

    Lo sapevate che...

    Introduce Giuseppe Fausto Modugno, con-certista e docente di pianoforte principalepresso lIstituto Orazio Vecchi di Modena

  • IM MUSICA INSIEME

    meraviglia, che lo stupore del pubblicoriesce appena a toccare. Da qui si com-prende la rinuncia a un protagonismoche non solo ha nella platealit la suamanifestazione pi fastidiosa, ma chepoggia anche su una legittimit spessodiscutibile, affidata alla consuetudinecome allintuizione del momento.Qualcuno ha visto in Zimerman lespres-sione del pianismo moderno, e forse inci rientra anche questa attenzioneestrema al repertorio, non particolar-mente vasto ma selezionatissimo, co-struito a lungo termine portando avantipi autori insieme: ci che determinainevitabilmente tempi diversi di matura-zione e dunque la ricorrente indicazionein cartellone di programma da definire,nellimpossibilit di stabilire esattamente,un anno per laltro, ci che potr essereeffettivamente eseguito nella serata delconcerto, diventato cos da spettacolo arito di attesa e di iniziazione. Come hascritto il critico Cappelletto: Egli ritieneessenziale laspetto rituale del concertodal vivo. Buio in sala, solo un cono diluce a inquadrare il pianoforte, lunga at-tesa prima del suo ingresso. Concentra-zione e imprevedibilit, con la variazionedi programma, molto frequente, annun-ciata a voce, un attimo prima dellinizio,seguendo lestro del momento.Da questo punto di vista Krystian Zi-merman rappresenta un vero e propriopunto deccellenza: raramente nella sto-

    ria del pianoforte si potuto apprezzareun cos straordinario controllo delsuono, accompagnato ad una ricchezzadi sfumature davvero mirabile che dlesatta dimensione delle possibilit chetasti, corde e martelletti offrono alle ditadi un artista. Se a tutto ci sommiamouna capacit straordinaria di rendere per-fettamente intellegibili le diversit stili-stiche, di suggerirci contesti e ambiti, didare il giusto rilievo a ci che sta in-torno a ciascuna partitura, la capacit ditrovare il giusto equilibrio tra la propriaindividualit dartista e la sostanza (sem-pre diversa) della musica, comprendiamocome Zimerman, a quarantanni da

    quella vittoria al Premio Chopin, siaancora ai vertici dellarte musicale, unitoper sempre a coloro che nella storiahanno considerato la musica come qual-cosa di pi grande della semplice arte dicombinare e far ascoltare i suoni.

    DA ASCOLTARE

    Una quarantina i titoli in catalogo per il pianista polacco, e tutti siglati DGG.Tra i pi recenti, per la verit, ci sono solo ristampe, come il tutto Debussy/Raveldiretto da Boulez (6 CD, 2012), o Berliner Philharmoniker Great Recordings (8CD, 2014), raccolte nelle quali troviamo Zimerman impegnato per esempio nelPrimo di Brahms, con Sir Simon Rattle, o nei due Concerti di Ravel. Tra questeristampe, non possiamo non citare quella che lo vide, ancor giovanissimo, conKarajan affrontare i Concerti di Grieg e Schumann (2012). Nel 2011 la DGGconsegna al pubblico tre incisioni importanti: ancora due raccolte (tutto Liszt)e un album interamente dedicato alla musica della compositrice Grazyna Ba-cewicz, figura importante nella scena musicale polacca del secolo scorso. Inu-tile dire che andando a ritroso nella discografia, lappassionato pu trovare granparte del repertorio pi amato (Chopin, Schubert, Beethoven), Zimerman co-munque lasciando ampio spazio anche in sala di registrazione alla modernite quindi a pagine e compositori meno frequentati dai pianisti, compreso il tro-varlo con Bernstein impegnato in una registrazione delle Noces stravinskianein compagnia di Martha Argerich, Homero Francesch e Cyprien Katsaris.

    Da oltre trentanni nellalveo dei pi grandi pianisti del nostro tempo, Krystian Zi-merman inaugura la propria carriera internazionale nel 1975, con la vittoria alConcorso Chopin di Varsavia. Come egli stesso afferma, le collaborazioni congrandi artisti, sia nel campo della cameristica che nella direzione dorchestra, so-no stati la sua pi grande fortuna. Ha suonato con Kremer, Chung, Menuhin e sot-to la direzione di Bernstein, von Karajan, Ozawa, Muti, Maazel, Previn, Boulez,Mehta, Haitink, Rattle e ha avuto lopportunit di conoscere pianisti della genera-zioneprecedentealla suaqualiArrau,BenedettiMichelangeli,Rubinstein,Richter,che hanno avuto tutti unimportante influenza sulla sua formazione musicale. Nel2005, in seguito alla vittoria al MIDEM di Cannes nella sezione musica per or-chestraper la sua incisionedeiConcerti n.1en.2diRachmaninov, ilMinistro fran-cese della cultura gli ha conferito la Legione dOnore. Ha ricevuto inoltre il Dotto-rato honoris causa dellUniversit di Katowice, mentre recentemente il Presidentedella Repubblica Polacca gli ha consegnato la prima e pi alta onorificenza perpersonaggi non legati al corpo militare: la Croce al Merito con Stella.

    Krystian Zimerman

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    oto

  • n rapporto alla qualit della sua mu-sica, nessun paese europeo stato pe-nalizzato dalla geografia, dalla storia e

    dal pubblico internazionale come la Svezia.Se larea scandinava ha prodotto almeno unepigono per paese, capace poi di affondarele radici nella grande tradizione continen-tale (Grieg per la Norvegia, Sibelius per laFinlandia), la Svezia rimasta a lungo or-fana, assieme alla Danimarca, di un rap-presentante forte nel parlamento musicaleeuropeo. E questo accaduto non perchle mancassero candidature adeguate, maperch queste giunsero troppo tardi, a seggiormai chiusi. Non sembrer pretestuosoricordare cheToscanini diffuse e incise vo-lentieri musiche di Kurt Atterberg (1887-1974), un tardoromantico forse fuoritempo massimo, dotato per di grande ge-nio orchestrale, tangibile nelle sue novesinfonie e in meravigliosi concerti. I figli diStoccolma sono tuttavia cresciuti dopo chepraticamente in ogni paese erano gi nate,e talvolta defunte, le scuole nazionali. Maarrivare tardi non certo una colpa agli oc-chi di chi, come noi oggi, pu avvicinarsicontemporaneamente a Ildegarda di Bin-

    gen e Xenakis.Quella of-

    ferta

    da Ariel Zuckermann con i MnchnerSymphoniker senzaltro una buona oc-casione per aprire una finestra sulla Sveziae, chiss, un giorno godere delle meravigliedel Concerto per violino di Peterson-Ber-ger o delle sinfonie di Allan Petterson.Che la Svezia per decenni abbia rinun-ciato ad inaugurare una propria scuola,preferendo la musica dimportazione (siasul filone sacro di matrice luterana, sia suquello profano con gli Italiani e i Francesialla corte dei re), lo prova in carne e ossaJoseph Martin Kraus, un bavarese tra-piantato a Stoccolma per puro accidentebiografico (segu infatti alla ventura uncompagno duniversit svedese). Tedescoa tutti gli effetti, cambi cittadinanza inqualit di compositore ufficiale di Gu-stavo III, il re assassinato nel 1792 al ce-lebre ballo in maschera che avrebbe ispi-rato il dramma di Verdi. Kraus non ebbesolo la sfor