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Micaela Cavalli Perché vale la pena insegnare qualcosa di scienze ad un allievo diversamente abile? Giordano Bruno Solo gli stolti ritengono che il pensiero proceda senza il procedere della mano Leonardo da Vinci La sapienza è figliuola della sperienza Fuggi i precetti di quelli speculatori che le loro ragioni non sono confermate dalla isperienzia

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Micaela Cavalli

Perché vale la pena insegnare qualcosa di scienzead un allievo diversamente abile?

Giordano BrunoSolo gli stolti ritengono che il pensiero proceda senza il procedere della mano

Leonardo da VinciLa sapienza è figliuola della sperienzaFuggi i precetti di quelli speculatori che le loro ragioni non sono confermate dalla isperienzia

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1) MOTIVAZIONI DELL’INSEGNANTE

· Per il piacere e l’emozione di fare insieme piccole e grandi scoperte· Perché l’osservazione e le attività pratiche sono più facili delle attività teoriche· Perchè é più facile riferire di cose viste e fatte· Perchè é più facile coinvolgere gli allievi· Per sviluppare la loro capacità di ragionamento· Perchè si potenziano gli stili cognitivi di apprendimento che vengono stimolati

raramente· Perchè si sviluppano diverse abiltà· Per potenziare la precisione nell’osservare, nel raccogliere e nel registrare dati,

nell’utilizzare termini corretti nell’elaborare una relazione scritta o grafica precisa....· Per far collaborare insieme in modo coordinato organi di senso, mente e mano· Per insegnare la precisione: nell’osservare, nel raccogliere e nel registrare dati,

nell’utilizzare termini corretti nell’elaborare una relazione scritta o grafica precisa....· Per utilizzare il lavoro di gruppo cooperativo· Per far capire che a qualunque livello ci può essere interdisciplinarietà

Prima di iniziare può talvolta essere utile far riflettere l’allievo sul seguente quesito, guidandolo nelle risposte, se é necessario

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2) Per quale motivo mi può essere utile imparare un po’ di scienze?

· Perchè ho capito cosa fanno gli scienziati· Perchè sono argomenti che mi servono per la futura carriera

scolastica (ho imparato nuove parole e come tema farò la relazione di un esperimento)

· Perché so come si chiama quest’albero· Perché so come si chiama l’uccellino che vedo dalla finestra· Perchè per mantenermi in buona salute devo avere un

minimo di educazione sanitaria( sto bene se mangio anche la frutta e laverdura)

· Perchè ho imparato che in natura c’è sempre chi mangia e chi viene mangiato

· Perchè ho imparato che il futuro dell’ambiente dipende anche da me (ho capito perché è importante fare la raccolta differenziata, non buttare le immondizie dove capita e tenere la casa pulita)

· Perchè ho capito che si può fare in modo che i terremoti non provochino troppi danni

· Perché......................................

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3) Coinvolgimento emozionale

Provate a fare il seguente esperimentoPrima pensate alla risonanza emozionale che suscitano in voi le parole: protone, vettore , campo elettrico, ortosilicato, rifrazione, quanto...Poi pensate all’emozione che suscitano in voi le parole: sesso , morte , fame, competizione, corteggiamento, frana, terremoti, arcobaleno pietre prezioseQuello che si chiama coinvolgimento emotivo comprende in realtà una vasta gamma di sentimenti che vanno dall’interesse alla passione e all’orrore Un leone predatore suscita passione, un parassita predatore suscita orroreGli aspetti emozionali , se ben usati, possono valorizzare la disciplina, perché gli allievi possono sentirsi coinvolti.Il coinvolgimento è qualcosa più forte che interesse: si potrebbe ipotizzare che é a temperatura emozionale più altaUna certa dose di emotività ha diritto di esistere dappertutto, anche ai massimi gradi di specializzazione professionale.La conoscenza fredda ,senza alcun coinvolgimento emozionale è un vero difetto della nostra scuola.Le conoscenze a freddo non vengono mai incorporate nel nostro patrimonio personal e di esperienze e quindi si dimenticano facilmente. E se proprio non si dimenticano, restano lì senza dare frutto, cioè senza funzionare da centro di aggregazione, per nuove esperienze, per nuove conoscenzeUno dei principali vantaggi di un coinvolgimento emotivo è probabilmente quello di facilitare l’interazione tra diversi tipi di conoscenza, anche provenienti da discipline diverse.Si potrebbe fare un’analogia con la chimica; quando è in stato eccitato, essa può entrare in molte reazioni chimiche che altrimenti sarebbero impossibili.Dopo il coinvolgimento emotivo, lo stupore deve cedere il posto al piacere profondo che si trae dalla comprensione della causa. che si tratti del nostro corpo ,delle orbite dei pianeti, piuttosto che della comparsa della vita o della coscienza. Conoscere significa cercare, come già sosteneva Aristotele, di rispondere a quella meraviglia inziale necessaria ma di per se non sufficiente a spiegare le successione sottese ai processi conoscitivi.

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3.1) Dall’emozione alle attività pratiche

a) Una notizia rimane molto più impressa nella mente se è stata associata ad aspetti emotivi e/ o ludici: è più facile ricordare qualcosa che ha suscitato emozioni positive o negative o qualcosa che può essere vissuto come un giocob) E’ noto che i bambini delle scuole elementari possano apprendere meglio tramite il gioco perché questo é un canale consono alla loro fascia evolutiva, e non soltanto alla loro, perché il gioco consente tempi di appropriazione emotiva dell’esperienza che così lascia segni di sè nella memoria dei bambini: così facendo essi giocano , si divertono. imparano e ricordano; ma , poichè qualunque gioco presuppone buoni livelli di astrazione e di modellizzazione, giocando si impara e si ricorda.c) Le informazioni scientifiche impartite con lezioni esclusivamente frontali non sempre vengono recepite in modo corretto Se questo é vero per gli allievi normodotati, è ancora più valido per gli allievi diversamente abili, perché in un’epoca prevalentemente televisiva spesso il ragazzo confonde la fantasia con la realtà e la fantascienza con la scienza , non avendo avuto occasioni di sperimentare se le sue ipotesi scientifiche o fantascientifiche hanno attinenza con la realtàd) E’ quindi molto importante sia mantenere e incanalare correttamente l’infantile interesse tecnologico scientifico ( si rompe un giocattolo per vedere come funziona, si raccoglie un lombrico per vedere come è), sia fornire agli allievi una chiave di lettura della realtà ,affinché essi imparino “ ad osservare accuratamente i fatti e a interpretare i fenomeni “ e) E’ sempre opportuno considerare che una adeguata conoscenza scientifica non è utile solo per il futuro tecnico o per il futuro scienziato ma per chiunque :un allievo diversamente abile potrà sentirsi più sicuro con maggiori conoscenze dell’ambiente intorno a se. Gli esperimenti, pur con tutti i limiti di una modellizzazione, permettono atutti gli allievi di collegare il mondo reale alla teoria e riescono talvolta a far superare loro l’impressione che la scuola è una cosa e che la vita è un’altra Per questo è fondamentale progettare le attività pratiche in modo che gli allievi, soprattutto i più giovani, eseguano essi stessi gli esperimenti e non siano spettatori passivi di una dimostrazione .L’esperimento è sempre visto dagli allievi come un momento ludico e di solito interessa molto di più che non una trattazione teorica. Inoltre con l’approccio manuale si raggiungono importanti obiettivi (vedere più avanti).

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4) Quali Strategie ?

·Partire sempre dalla realtà quotidiana dei ragazzi

·Dare un grandissimo peso alla discussione per stimolare l’apprendimento di nuovi termini e il conseguente sviluppo del pensiero.

·Introdurre esperimenti e/o osservazioni dirette

·Dare molto peso ai rapporti con altre materie, prima fra tutte le lingua italiana, ma anche geografia, storia, arte, letteratura, soprattutto se con descrizioni di ambienti

conosciuti dall’allievo

·Valorizzare la componente emozionale (far scrivere brevi storie, far fare un disegno,inventare facili giochi di ruolo, didattica narrativa*)

·Abituare gli allievi ad usare la massima varietà possibile di canali espressivi

·Non avere fretta

·Tenere un diario anche sintetico di quello che si fa e costruirsi un archivio delle esperienze

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5) Un paio di riflessioni sulla didattica delle scienze

Due docenti che si occupano di didattica disciplinare sia in Università sia in ambito Silsis (rispettivamente a Torino e a Pisa) hanno considerato i seguenti punti sui quali tutti i docenti devono meditare:

Cerruti

Uno dei pericoli ricorrenti del pensiero verde è di cadere in una specie di fondamentalismo conservazionista.Già lo studio dei processi coevolutivi naturali e l’inclusione nella natura dell’umanità e dei suoi manufatti tolgono ogni dubbio sulla possibilità stessa di fermare il mutamento continuo della Terra e delle sue parti costituenti Un’etica dell’ambiente deve avere un solidissimo fondamento conoscitivo e questo è possibile solo quando la nostra stessa percezione della gloria, bellezza e potenza della natura diventa tanto più ricca ( forse addirittura sconvolgente) quanto più é profonda è la nostra cultura scientifica.Alla comprensione dell’ecosistema globale del pianeta Terra concorrono tutte le discipline scientifiche , e non solo quelle,passando attraverso tutta la gamma delle scienze della vita e delle scienze della Terra, senza dimenticare le scienze umane.

Villani

Oggigiorno in ambito scientifico si verificano dei fenomeni per certi versi opposti. Da un lato lo specializzarsi sempre più nel lavoro crea divisioni su divisioni portando alla nascita di sottodiscipline scientifiche sempre meno ampie, dall’altro alcuni campi di lavoro pretendono di essere nuove discipline se non di sostituire del tutto le vecchie e richiedono in ogni caso una capacità di integrazione di saperi classici e molto ben consolidatiLa scienza dunque é un sistema che visto nel suo insieme, é soggetto a incessanti mutamenti e aggiustamenti, reca le tracce di frequenti correzioni ed aggiustamenti, esso si trova in uno stato di equilibrio instabile ed é costantemente incompiuto dal punto di vista logico e critico.Continua ad aleggiare la domanda: c’è una verità unica, vincolante per tutti e indiscutibile nella sua evidenza o è il libero dubbio e la libera ricerca e l’espressione eterogenea dell’esistente in forme molteplici, tra loro coesistenti, elaborate ed affinate dal punto di vista filosofico sono appunto questa verità?Ciò che chiamiamo verità consiste forse nella comprensione del mondo sulla base di questa molteplicità e diversità di prospettive tra loro eterogeneeNelle parti già edificate dell’edificio della scienza c’è la possibilità di vivere ugualmente a proprio agio non soltanto per colui che ha elaborato il progetto e per chi ha preparato il materiale, ma anche per coloro che hanno desiderio di prendere conoscenza del progetto, al fine di non cadere nelle parti ancora non costruite o nei sotterranei e nei solai dove si è buttato

tutto il ciarpame inutile.

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Attenzione

Le due riflessioni vogliono sottolineare che

1) L’idea che l’allievo deve costruirsi da sé il proprio sapere è ben nota: chiunque s’interessi ai problemi pedagogici e didattici l’avrà sentita ripetere infinite volte.Molto meno noto è il fatto che l’insegnante deve costruirsi da sé il proprio sapere , qualunque sia il livello al quale si insegna.Quello che possiamo avere imparato all’università è solo materiale grezzo che deve essere faticosamente rielaborato in modo da fare un sistema coerente .m a questa sistemazione é una faccenda nostra che nessuno può fare al nostro posto: tutt’al più è possibile qualche piccolo aiuto.

2) E’ utile e necessario che l’insegnante rifletta sul suo sapere per arrivare ad una visione globale dei sistemi riferiti agli argomenti che insegna. Avra’ l’impressione di utilizzarne solo il 10%, ma quando fornira’ esempi, questa sua conoscenza globale, olistica, (usando un termine attuale) verrà fuori e qualche allievo comincera’ a percepirla prima inconsciamente,poi in modo sempre piu’ consapevole.

3) L’insegnamento di attività laboratoriali di scienze non deve spaventare nessuno. Ogni docente, qualunque sia la propria abilitazione, può mettersi in gioco ed esplorare la natura insieme con i propri allievi ;l’importante é non comunicare false credenze. Nel dubbio contattate l’insegnante di scienze titolare che sarà sempre lieto di avere un assistente di laboratorio

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6) Alcuni suggerimenti pratico – operativi sulla didattica delle scienze

6.1) Il laboratorio scientifico nell’insegnamento agli allievi diversamente abili

Un proverbio cinese dice: “Se ascolto dimentico, se osservo ricordo, se faccio capisco”Questa frase indica chiaramente l’importanza della pratica, soprattutto nel caso della scuola. L'utilizzo del laboratorio é quindi vivamente consigliato, ma quali tipi di laboratori si possono trovare a scuola? Ne esistono di quattro tipi

1) Il laboratorio dimostrativo dove chi agisce é solamente il docente, mentre agli allievi é dato solo di guardare: questo tipo di laboratorio può essere ricco o povero a seconda dei mezzi che la scuola é in grado di disporre.Presenta vantaggi e svantaggi;Vantaggi: risparmio di tempo e di materiali. Se la scuola é povera permette di far vedere qualcosaSvantaggi: gli allievi si distraggono facilmente, ha la stessa efficacia di un video, non si sviluppano le abilità manuali.

2) Il laboratorio strutturato: dove ci sono delle consegne ben precise, gli allievi hanno una scheda operativa che gli serve come guida per l’osservazione e per cogliere i concetti proposti, ma non hanno libertà di azione: può essere ricco, cioè con la presenza di tante attrezzature delicate e costose. Oppure povero se il docente preferisce utilizzare solo materiali di uso comune. Si utilizza per potenziare le competenze, come ad esempio l’abilità manuale/operativa , la capacità di operare in sequenza e di

rispettare le consegne, l’autosufficienza operativa oppure quando ci può essere poco tempo

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3) il laboratorio destrutturato, é il più divertente il più ludico, gli allievi possono provare ,manipolare senza una traccia precisa. Quando si vuole fissare un concetto importante é meglio utilizzare questo tipo di laboratorio. Agli allievi si donano materiali poveri e gli si permette di provare/ sperimentare tutto ciò che vogliono. Presenta vantaggi e svantaggi:Vantaggi: momento ludico (gli allievi fissano facilmente un concetto) Fa costruire il sapere Permette di insegnare a parlare correttamente Fa ragionare Suscita l’attenzione verso un nuovo argomentoSvantaggi: ci vuole molto tempo per trattare un argomento Va provato prima a casa (cosa che non é obbligatoria nel laboratorio strutturato) La classe diventa un caos (meglio non usare materiali costosi). Non sempre é adatto ad un ragazzo diversamenente abileTalvolta le osservazioni degli allievi non sono pertinenti (secondo il nostro modello dell’esperimento)L’insegnante deve essere molto sicuro sull’argomento, e sulle possibili idee divergenti , ma corrette o almeno accettabili, che possono essere formulate dai ragazzi,

4).il laboratorio semistrutturato: le attività sperimentali iniziano con consegne ben precise, e gli allievi hanno una scheda operativa che gli consente di iniziare l’attività ma le conclusioni sono aperte, correlate alle loro capacità di osservazioni; oppure le quantità di materiale da utilizzare sono indeterminate, il materiale può essere ricco o povero; la conclusione dell’esperimento è una scoperta degli allieviVantaggi: tutti quelli del laboratorio destrutturato, con in più l’impiego di un tempo minore; vi é un maggior controllo delle idee divergenti; può essere adatto ad un ragazzo diversamente abileSvantaggi; deve essere sempre provato prima e deve essere corredato sia da domande iniziali che servano da stimolo, sia da domande finali che focalizzino la pertinenza delle osservazioni e indirizzino il controllo dell’apprendimento disciplinare.

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6.2)Il laboratorio ha degli ostacoli e/o limiti riconducibili a

1) Allievi

a) Osservazioni pertinenti: non sempre gli allievi sono in grado di selezionare i fenomeni da osservare (anche nel laboratorio strutturato).Far fare delle osservazioni pertinenti agli allievi é compito dell’insegnante.

b) Manualità: qualità sempre più rara. Gli allievi non sanno pesare, fare movimenti fini, manovrare una vite, tagliare figure complicate

c) rilevazione dati: es. incapacità di fare misurazioni affidabili, di ragionare sugli eventi (cosa accade prima ,durante e dopo un fenomeno) di ragionare sui dati anomali.

2) Scuola

Mancanza di materiali: la scuola non possiede attrezzatureMancanza di spazio :non esiste un’aula atttrezzabile Mancanza di fornitori vicini la scuola é lontana dai luoghi di vendita e può rifornirsi una due volte l’anno.

3) Riproducibilità dei fenomeni

Difficile riproducibilità di un fenomeno naturale:vincoli di spazio (ambiente ristretto e poco tempo)modellizzazione di certi fenomeni ( se devo ridurre un fenomeno quali aspetti considero?)Stereotipia degli esperimenti: molte volte gli esperimenti descritti dai libri di testo non riescono .la causa e che non

vengono spiegati bene oppure sono solo stati pensati dagli autori del testo, quindi mai provati. A volte passano di testo in testo , senza una verifica sperimentale, ma secondo una logica di “autorevolezza”

4) Sicurezza attiva: percezione delle conseguenze delle proprie azioni verso il laboratorio e i compagni di lavoro Il laboratorio richiede una partecipazione attiva da parte di tutti, insegnanti compresi perchè occorre decidere fino a che punto dosare e osare queste cose perchè l asicurezza é una variabile che dipende dal tempo, dalla classe, dagli anni dal tipo di handicap dichiarato o non dichiarato ecc.)

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6.3) Obiettivi Del Laboratorio Pratico

- potenziare tra gli stili cognitivi degli allievi quelli generalmente meno stimolati negli insegnamenti tradizionali: quello visivo e quello manuale;

- motivare gli allievi meno portati per lo studio teorico e con più difficoltà di attenzione;

- aumentare le capacità di comprensione degli allievi anche per argomenti difficili;

-potenziare le capacità degli allievi di focalizzare i nodi concettuali di alcuni argomenti mediante la rappresentazione grafica e l’elaborazione grafico manuale ( disegni degli esperimenti);

- insegnare ai ragazzi a lavorare in modo ordinato;

- insegnare ai ragazzi a valutare i risultati anche con dati quantitativi

- motivare i ragazzi alla produzione di elaborati qualitativamente ed esteticamente validi per ottenere un risultato;- potenziare le capacità di lavorare in gruppo

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7) L’Esperimento

L’esperimento è sempre visto come un momento ludico e di solito interessa molti più ragazzi che non una trattazione teorica. Inoltre con l’approccio manuale si raggiungono importanti obiettivi educativi interdisciplinari quali:

- educazione alla manualità operativa- educazione al lavoro di gruppo- educazione all’osservazione pertinente e dettagliata- educazione all’analisi e alla correlazione dei dati arricchimento e potenziamento delle capacità espressive- recupero e potenziamento degli stili cognitivi di apprendimento

Poco usati o poco considerati socialmente (tipicamente quello manuale)

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di altre discipline)

7.1) FASI DELL’ESPERIMENTO

1)COSA VOGLIAMO PROVARE? OSSERVARE ?(discussione preliminare con gli allievi delle modalità di osservazione e raccolta dati,individuazione del problema e formulazione di ipotesi: cosa si vuole ottenere/ dimostrare con l’esperimento?)

2) COME LO PROVIAMO? (Ideazione e formulazione dell’esperimento: come e dove verrà effettuato ? quanto tempo sarà necessario? Dove si trovano i materiali ?

3) COSA OSSERVIAMO? (Protocollo di osservazioni :tempi e modi di rilevazione dati, cronologia degli avvenimenti )

4) COSA NE DEDUCIAMO? (Conclusioni ed eventuali formulazioni di ipotesi contrarie)

5) COME LO SCRIVIAMO?(descrizione scritta grafica delle fasi dell’esperimento, ricerca lessicale specifica ( eventuale collaborazione con colleghi

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7.2) L’esperimento e la relazione: la costruzione del lessico

E’ già stato detto che gli esperimenti, eseguiti dagli stessi allievi, altro non sono che una forma di gioco organizzato.Tuttavia la fase ludica non deve rimanere scollegata del resto dei percorsi didattici . E’ necessario prima e dopo la fase ludica un accurato lavoro di spiegazione e razionalizzazione dei fenomeni osservati,di recupero e di riorganizzazione del linguaggio e dei concetti ad essi relativi.

7.3) Quale linguaggio utilizzare?

In tutte le attività proposte si deve fare attenzione al comportamento linguistico dell’insegnante, a quello degli allievi e alla loro reciproca interazione. É nostro compito far sì che questa interazione esista e sia il più possibile costruttiva. Normalmente, nel processo di comunicazione il mittente di un messaggio ed il destinatario devono avere a disposizione lo stesso codice di trasmissione, solo così il messaggio trasporta il massimo di informazioni e serve a ridurre il grado di incertezza del destinatario.Nel caso della comunicazione educativa la situazione è diversa: normalmente insegnanti e allievi hanno in partenza codici di trasmissione diversi; senza un lavoro notevole di costruzione, di ampliamento e successive modifiche da parte degli insegnanti e di costruzione per gli allievi questo sistema é destinato a dare il massimo delle interazioni negative: la parola dell’insegnante, in mancanza di un metodo o sistema di decodificazione viene percepita come rumore di fondo fastidioso e come tale un invito a “sintonizzarsi su un altro programma”. A maggior ragione questo avviene tra gli allievi che hanno, per vari motivi ,poche competenze lessicali o deficit cogntivi.All’inizio nell’insegnamento delle scienze é bene non utilizzare frasi e concetti complicati; è consigliabile partire utilizzando frasi e termini semplici che prevedano un lavoro di decodificazione minimo o nullo, e poi via via si introducono gradualmente i nuovi termini e concetti.

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8) LA PRODUZIONE DI IMMAGINI DA PARTE DEGLI ALLIEVI

Far fare un disegno o uno schema di un argomento permette di individuare delle lacune e delle confusioni molto più facilmente di quanto possa fare una comunicazione verbale nella quale a volte un’idea un po’ confusa può anche essere mascherata da una preparazione mnemonicaIl disegno o lo schema permette di focalizzare maggiormente la rappresentazione (modello) che gli allievi si sono fatti di un certo argomento e permette di correggere la stessa se sbagliata o incompleta. La mancanza di idee e di certi organizzatori non si può mascherare in un’illustrazione che dovrebbe trasmettere un messaggio in modo immediato.Molti allievi spesso si rifiutano di disegnare perché sostengono di non essere capaci. Non ha importanza essere artisti ma ha importanza aver capito come è organizzato un determinato concetto. Diceva il mio professore di Botanica Generale all’Università: “Se avete capito una struttura anatomica, la sapete disegnare anche nel corretto rapporto di scala”.Aveva ragione. Un allievo può disegnare una montagna come un cono , un lago come un semicerchio e una mucca come un rettangolo con un pallino a un’estremità e appoggiato su due angoli, ma se ha capito il ciclo generale dell’acqua farà un disegno fin troppo schematico ma esattoCon il disegno si sottolinea l’importanza di mostrare la sequenza di ciò che avviene; per i ragazzi molto spesso é sufficiente mostrare un singolo passaggio che di solito coincide con quello iniziale o finale. Non sempre riescono a capire che qualunque persona deve essere in grado d capire, almeno a grandi linee, che cosa si intendeva rappresentare.I ragazzi, e anche molti adulti integrano inconsapevolmente un loro scritto o un loro disegno con interpretazioni e aggiunte soggettive, per cui é naturale che essi credano che un’immagine statica isolata comunichi a chiunque tutto quello che essi ritengono di vederci compresa la loro interpretazione e tutte le conoscenze che utilizzano nel produrle, costruendo mentalmente delle visioni dinamiche. E’ necessario perciò insistere e costringere tutti gli allievi, in particolare modo quelli con qualche deficit cognitivo ad illustrare ogni attività pratica con una sequenza di almeno tre disegni (prima, durante e dopo).

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9) UN LAVORO DI SOSTEGNO IN COMPRESENZA

Relazione di un’attività di integrazione basata sulla produzione di disegni, fotografie e mostra finalea) Il caso P.F. , sordo totalmente ,recuperato con un apparecchio acustico, proveniente da un’altra scuola e inserito in seconda media Suoi problemi: povertà lessicale, in quanto non sentendo , l’italiano é per lui come una lingua straniera per gli udenti;perché di carattere riservato e quindi poco incline alle relazioni sociali e alla conversazione, anche se di aspetto bello e piacevole e quindi cercato dalle ragazzine; difficoltà nel costruire frasi complesse in lingua italiana; ma dotato di buone capacità grafiche, capacità di analisi si, capacità di sintesi no, rifiuta l’insegnante di sostegno solo per lui anche se é cosciente di essere un caso a parte, deve stare vicino alla cattedra preferisce osservare i movimenti delle labbra dei suoi interlocutori piuttosto che ascoltare i suoni con l’apparecchio acustico.b) La classe:20 allievi di cui qualcuno con minori capacità grafiche ed aritmetiche di F. ed un caratteriale.c) Il lavoro :scienze compresenza con l’insegnante di sostegno che é anche insegnante di educazione artistica.Illustrare alcuni argomenti proposti mediante tavole; illustrare alcuni esperimenti realizzati mediante tavole.In tal modo devono focalizzare i punti principali degli argomenti studiati, devono imparare l’uso dei nuovi termini introdotti man mano, prima come didascalie ai disegni .poi come soggetto di frasi di senso compiuto.Hanno due valutazioni: una sulle capacità grafiche e una sulla comprensione dell’argomento di scienze: la valutazione é positiva quando il disegno è ordinato e trasmette un messaggio scientificamente correttoDa tener presente : per l’arricchimento lessicale di tutti i nuovi termini specifici, introdotti di volta in volta devono essere scritti sulla lavagna, in stampatello e in corsivo, facendo attenzione alle eventuali irregolarità ( cambio di genere e/o plurale –singolare)Costruzione del pensiero :tutti gli allievi dovevano imparare ad utilizzare i termini introdotti costruendo frasi di senso compiuto Ogni questionario di verifica si é svolto in tre fasi: una fase preparatoria in cui ragazzi hanno dovuto rispondere a casa per iscritto a domande riguardanti gli argomenti trattati, una fase di verifica parziale in classe in cui i questionari sono stati corretti e una terza fase di verifica con voto. La verifica era composta da domande aperte sugli argomenti trattati, modificate rispetto a quelle iniziali. Non é stato usato il questionario a domande chiuse per costringere gli allievi ad esprimersi e a scrivere frasi di senso compiuto

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9.1) SCIENZE – ARTE Obiettivi trasversali

-ideare e programmare un progetto didattico per rendere più efficace una compresenza SCIENZE/ARTE (come insegnante di sostegno) in modo da potenziare il lavoro di integrazione e recupero di un ragazzo svantaggiato

- potenziare tra gli stili cognitivi degli allievi quelli generalmente meno usati negli insegnamenti tradizionali: quello visivo e quello manuale

- motivare gli allievi meno portati per lo studio teorico e con più difficoltà di attenzione

- aumentare le capacità di comprensione degli allievi verso argomenti difficili

- potenziare le capacità degli allievi di focalizzare i nodi concettuali di alcuni argomenti mediante la rappresentazione grafica e l’elaborazione grafico manuale

- insegnare ai ragazzi a lavorare in modo ordinato

- motivare i ragazzi alla produzione di elaborati qualitativamente ed esteticamente validi per ottenere un risultato

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9.2) Considerazioni sull’importanza dei disegni

Con il disegno si sottolinea l’importanza di mostrare la sequenza di ciò che avviene; per i ragazzi molto spesso é sufficiente mostrare un singolo passaggio che di solito coincide con quello iniziale o finale.Non sempre gli allievi riescono a capire che chiunque deve essere in grado d capire , almeno a grandi linee , che cosa si intendeva rappresentare.I ragazzi, e anche molti adulti integrano inconsapevolmente un loro scritto o un loro disegno con interpretazioni e aggiunte soggettive, per cui é naturale che essi credano che un’immagine statica isolata riesca a comunicare tutto quello che essi ritengono di vederci compresa la loro interpretazione e tutte le conoscenze che utilizzano nel produrle, costruendo mentalmente delle visioni dinamiche. E’ necessario perciò insistere e costringere tutti gli allievi, in particolare modo quelli con qualche deficit cognitivo ad illustrare ogni attività pratica con una sequenza di almeno tre disegni (prima ,durante e dopo).

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9.4) La mostra finale Considerazioni didattiche e organizzative

Alla fine dell’anno i disegni sono stati raccolti in una mostra, molto curata nei particolari. In questa mostra ogni allievo (a turno) era in una postazione fissa e doveva spiegare ai visitatori i disegni di un determinato argomento;altri due allievi facevano il conduttore del gruppo e il”chiudipista” o sorvegliante; quest’ultima figura, inizialmente pensata per utilizzare i due allievi con difficoltà di memorizzazione, si è rivelata molto utile in quanto alcuni visitatori ( i più innocenti dei quali erano i bambini piccoli) hanno tentato di rovinare il materiale esposto( Commento degli stessi ragazzi: abbiamo lavorato un anno a produrre i disegni, quindici giorni a ripassare bene le spiegazioni e a montare la mostra, il primo che ce la rovina...).I visitatori dovevano seguire un percorso guidato dai ragazzi; a turno i ragazzi della classe dovevano spiegare il significato dei loro disegni ai compagni delle altre classi e ai visitatori adulti (molti)quello che le loro tavole rappresentavano. Ci dovevano quindi essere da parte dei ciceroni una piccola introduzione esplicativa sul tipo di attività didattica eseguita. A questa presentazione sommaria seguiva la spiegazione dettagliata dei compagni in postazione fissa..L’aspetto più sorprendente della mostra é stato che molti ragazzi si sono resi conto di alcuni problemi che non avevano precedentemente considerato.Infatti dovendo rivedere più volte le loro immagini per selezionarle per la mostra e soprattutto dovendo spiegare ai loro compagni ciò che avevano rappresentato, hanno constatato la grande differenza che esisteva tra la loro rappresentazione e quello che in realtà era avvenuto in laboratorio. In più occasioni infatti alcuni ragazzi avevano confessato di aver commesso dei gravi errori nella rappresentazioni oppure avevano capito che i disegni loro o dei loro compagni non erano assolutamente comunicativi, o meglio mancavano molti particolari che invece avrebbero permesso una migliore comprensione anche a coloro che non avevano partecipato alla sperimentazione.La rivisitazione del modo di guardare un’immagine e la conseguente riorganizzazione delle loro conoscenze é stata indotta anche dalle loro stesse critiche reciproche. Qualcuno ha confessato che solo dopo essersi sentito chiedere “ ma cosa vuol dire questa roba?” ed aver avuto delle reali difficoltà a spiegare era riuscito a capire bene ciò che aveva voluto disegnare.

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Suggerimenti organizzativi:

Non é necessario avere la collaborazione di un’insegnante di educazione artistica, anche se é consigliabile avere un blocco di spazi orari in compresenza (almeno all’inizio dell’attività)Non é necessario saper disegnare bene: un argomento può essere disegnato in modo molto schematicoE’ pero indispensabile essere precisi su certe consegne da dare ai ragazzi: ogni argomento va illustrato una sequenza, i colori devono riempire con accuratezza la propria zona e non devono sbavare fuori eccessivamente, le linee chiuse devono essere tali, se due oggetti o fenomeni hanno un colore diverso questo deve essere illustrato.I disegni devono essere valutati per l’ordine di esecuzione e per l’esattezza dell’informazioneGli allievi devono selezionare essi stessi i disegni della mostra, con l’obbligo che tutti gli allievi devono avere almeno un disegno esposto .I disegni devono essere restituiti agli autori: si potenzia in questo modo l’attenzione alla conservazione dei manufatti Se si vuole dare molta importanza alla mostra, é meglio non montarla su cartelloni ma su fogli di carta da pacco avvolti intorno a ”torri” di tre banchi impilati , tenuti insieme con nastro adesivo largo : c’è più spazio per raggruppare i disegni di un determinato argomento, per aggiungere qualche didascalia colorata, per aggiungere qualche disegno che arriva all’ultimo minuto e le spiegazioni dei ciceroni sono meno dispersive Qualunque mostra finale é meglio che nessuna mostra, se non si ha tempo o se si é da soli o alle prime armi, i cartelloni vanno benissimo: gli stessi ragazzi sono molto abili a produrre titoli comunicativi, il cui testo deve essere elaborato con l’insegnante.

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10) UN CENNO SULLA DIDATTICA NARRATIVA

Un vero apprendimento si realizza quando si ha un cambiamento significativo e duraturo del modo di pensare e di agire.

Per realizzare ciò l’insegnante può avvalersi di qualunque tipo di didattica, purché realizzi lo scopo prefissato.

L’insegnante, quindi, deve conoscere diversi tipi di didattica, perché ogni classe e ogni momento può richiedere una strategia diversa.

La didattica narrativa si avvale del racconto, della costruzione di brevi scenette, dei giochi di ruolo purché riferiti correttamente “all’oggetto scientifico” che si vuole far studiare

Per costruire qualunque situazione corretta si consiglia di seguire

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10.1) Strategie della didattica narrativa Dare un senso ed un contesto corretto all’ambiente in cui si colloca l’argomentoConsiderare il contesto umano in cui si vuole collocare l’argomentoContestualizzare storicamente l’argomentoDare un significato a ciò che si fa, collegare gli argomenti trattati alla vita dei ragazziPredisporre un’uscita didattica o un’attività pratica ludicaApproccio narrativo per stimolare la riflessione delle esperienze vissuteValorizzazione delle esperienze di ogni persona, scambio di esperienze Responsabilizzare Trovare un assunto di valore ( la “morale” della favola)

10 2) Scopi della didattica narrativaFar capire la complessità di un sistemaRendere facile un concetto difficileUmanizzare un argomento lontano nello spazio e nel tempoTradurre in linguaggio comprensibile Agganciare un concetto alle emozioniResponsabilizzare gli allievi

Riflessione Di Claudio Longo Didattica della Biologia“Le conoscenze imparate a freddo non vengono mai incorporate nel proprio patrimonio umano di esperienze e quindi si dimenticano facilmente. E se proprio non di dimenticano restano lì senza dare frutto, cioè senza funzionare da centro di aggregazione per nuove esperienze , per nuove conoscenze”

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10.4) Esempio per i docenti Compito

Scrivere una breve storia che illustri le caratteristiche in modo emotivo di

· Un globulo rosso umano· Un ghiacciaio· Un granello di sale da cucina· Una balena· Una molecola d’acqua· .....................................Scrivere, dando spazio alle emozioni,

Perché vale la pena di insegnare· La Mineralogia?· La Botanica· L’Etologia· La Chimica generale?· La Zoologia

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Scrivere, completando come quando si sbuffa

E’ inammissibile che una persona esca dalla scuola dell’obbligo senza avere una conoscenza minima di ....................Perché.......................E’ inammissibile che una persona esca da una scuola professionale senza avere una conoscenza minima di ....................Perché.......................E’ inammissibile che una persona esca da un istituto tecnico/ liceo senza avere una conoscenza minima di ....................Perché.......................

10.5) Un altro modo di utilizzare la didattica narrativa é quello di umanizzare una situazione, rivolgendosi diretamente all’oggetto di studio come nell’esempio che segue

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Terre del Nord·Terre del Nord dove siete ?·Terre del Nord che aspetto avete?·Terre del Nord come vivete?·Terre del Nord come vi sviluppate?·Terre del Nord come possiamo raggiungervi ?·Terre del Nord qual è il vostro futuro?·Terre del Nord quali sono i vostri rischi?

10.6) La descrizione poetica

Nell’insegnamento delle scienze, spesso il linguaggio scientifico è contrapposto al linguaggio poetico e si ritiene che il primo sia quello esatto, rigoroso mentre il secondo serva a rendere meno sgradevole lo studio ma porti con sè un’approssimazione grossolana.Tuttavia, spesso la definizione scientifica è molto arida e rispetto al linguaggio poetico perde la vastità delle implicazioni, mentre il linguaggio poetico parla con immediatezza ai sensi e all’immaginazione e riesce a collegare fatti e idee apparentemente lontani fra di loro. Se il linguaggio poetico è di buona qualità gli aspetti formali delle scienze sono rispettati e le descrizioni sono molto coinvolgenti nella loro precisione. Si puo quindi partire da una poesia o da una descrizione letteraria molto suggestiva.

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Si suggerisce di scegliere, all’inizio, poeti del novecento, in modo da ridurre le difficoltà lessicali

Esempi:

a)

S Quasimodo La muraglia ( da Giorno dopo giorno)

Testo Commento

E già sulla muraglia dello stadioTra gli spacchi e i ciuffi d’erba pensile,le lucertole guizzano fulminee;e la rana ritorna nelle roggecanto fermo alle mie notti lontane dei paesi.

Una efficace descrizione di una lucertola che si muove su un muro assolato , cosparso di ciuffi d’erbaNon dimentichiamo la rana nel fosso.

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b)

S Quasimodo Quasi un madrigale (da La vita non é sogno)

Testo Commento

Il girasole piega a occidenteE già precipita il giorno nel suoOcchio in rovina e l’aria dell’estateS’addensa e già curva le foglie e il fumo Dei cantieri.S’allontana con scorrere Secco di nubi e stridere di fulminiQuest’ultimo gioco del cielo.

Un girasole maturo al tramontoUn effetto della bassa pressione prima di un temporale estivo

c) E che dire di Leopardi ?Le sue descrizioni fanno riferimento ad una natura,se si vuole ostile, ma vera in cui c’è sempre chi vive e chi muore , chi mangia e chi viene mangiato;una natura di cui l’uomo fa parte ma non ne è il re.