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tassonomia

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Mille nomi nella Mille nomi nella Mille nomi nella Mille nomi nella 

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Prima edizione: dicembre 1998 Edizione come e-book: agosto 2012 

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A

ACERBI EZECHIELE (1850-1920) - Fra-tello di Pietro, padre di Mario e nipotedi Pasquale Massacra. Pittore, fuallievo prediletto di Giacomo Tre-court (v.), amico intimo del Piccio. Le

sue opere sono molto apprezzate daicultori della scuola di pittura pavesee della vecchia Pavia.

ADALBERTO (sec. X) - Figlio di Beren-gario II d’Ivrea (v.), ottenne col padrela corona di re d’Italia.

ADALOALD (Adaloaldo, figlio di Agilulfe Theudelinda, sec. VII) - Regnò sulregno dei Longobardi dopo aver raggiunto la maggiore età negli anni625-626. Sotto il regno suo e di sua

madre, la Chiesa cattolica ricevetteun forte sostegno contro gli Ariani. Fudeposto dai nobili, con l’accusa diessere impazzito.

ADELAIDE (774-776) - Figlia di CarloMagno, nacque a Santa Sofia (oggicomune di Torre d’Isola) durantel’assedio di Pavia, che pose fine allamonarchia longobarda. Morì in te-nerissima età, sulle rive del Rodano.

ADELAIDE DI PROVENZA (sec. X - m.

931) - Moglie del re Ugo di Provenza,fu sepolta nella chiesa di SanGervasio, di cui era stata benefat-trice. Una parte del suo sarcofago èconservata presso i Civici Musei.

ADELAIDE DI BORGOGNA (Regina,imperatrice, santa - 931-999) - Figlia di

Rodolfo II, re di Borgogna, sposò a 16anni il re d’Italia Lotario. Dopo lamorte del marito, avvelenato daBerengario, fu rinchiusa prigionieranel castello di Garda. Fuggì e si rifugiòa Canossa. Nel 951 sposò l’im-peratore sassone Ottone I e l’annodopo fu incoronata imperatrice. Du-rante la minore età del nipote OttoneIII fu reggente dell’Impero, insiemealla nuora Teofano. Nel 988 assunse in

Pavia la reggenza del regno d’Italia.Rimasero impresse nella storia le suelotte con la nuora. Donna molto pia,fu benefattrice dell’ordine dei mo-naci cluniacensi e amica del lororettore, San Majolo. Dotò diversimonasteri in Pavia, fra i quali quello diSan Salvatore. Morì nel monastero diSelz, in Alsazia, il 16 dicembre 999, efu canonizzata.

ADELPERGA (sec. VII) - Figlia di Desi-derio, ultimo re dei Longobardi, ac-

corta e risoluta. Studiò a Pavia conPaolo Diacono, presso la ScuolaPalatina, filosofia, letteratura e storia.Andò sposa al Duca di Benevento eoppose una fiera resistenza all’inva-sione dei Franchi. Alla morte del suoprimogenito Romualdo, raggiunse unaccordo con Carlo Magno e ottennela liberazione dell’altro suo figlio,Grimualdo, che rientrò in possesso delDucato.

AGILULFO (Agilulf, sec. VI - m. 616)

Duca di Torino, fu scelto come se-condo marito da Theudelinda(Teodolinda), con la quale s’incontròalla rocca di Lomello. Fu proclamatore dei Longobardi nel 591 in Milano.Tentò di stabilire una pace col Papa.Nell’autunno del 593 arrivò adassediare Roma, che liberò solo dopo

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il pagamento d’un riscatto di 500libbre d’oro. Nel 598 i Longobardisbarcarono in Sardegna. Nel 601dovette domare una rivolta deinobili, che interessò anche il Palazzodi Ticinum-Papia.. Per sedare la rivoltanobiliare contro di lui, Agilulfconquistò Pavia e la rase al suolo, efece giustiziare i Duchi di Bergamo edi Verona. Il nome di Agilulf fu ab-breviato dai Romanici in “Ago”. Fece

battezzare a Monza il figlio Adaloald,nato nel 602, riconoscendo così lasupremazia della chiesa di Roma suquella ariana. A meno di tre annid’età, il bambino venne associato altrono in una solenne cerimonia, nelCirco di Milano, e fu concluso un trat-tato di “futuro matrimonio” fra lui euna figlia di Theudpert, re di Austrasia.Alla morte di Agilulf, la reginaTheudelinda assunse la reggenza innome del figlio tredicenne.

AGOSTINO DA MONTEBELLO (sec. XV)- Pittore, allievo del Vidolenghi, delquale sposò la figlia. Dipinse l’affre-sco con l’Incoronazione della Ver-gine, nell’abside di San Michele(1491). Fu chiamato anche Agostinode Fratribus, de Pictoribus, de Comite e quest’ultimo (Conti) è ritenuto il suocognome.

AGOSTINO DA CANDIA (sec. XV) - Ar-chitetto, figlio di Giacomo (v.), nel1489 rifece le volte della navata

principale della Basilica di San Mi-chele, che stavano cadendo, e so-stituì le due grandi volte a crocierarialzata con quattro volte più snelle,rettangolari, di struttura gotica. Fu-rono inoltre inseriti tiranti di ferro per consolidare la facciata principale,che minacciava il distacco. Le parti

costruite in tale occasione si distin-guono per l’uso del mattone, che sipone in evidenza rispetto alle pre-cedenti parti di pietra arenaria.

AGOSTINO DA CONAGO (sec. XV) -Referendario e giudice dei dazi delcontado di Pavia. Citato in una con-troversia sorta nel 1473 a propositodell’esenzione dai dazi in Pavia degliabitanti di Mortara.

AGOSTINO DA PAVIA (sec. XV) - Pitto-re. Figlio di Giovanni da Vaprio. APavia si conservano due sue tavole,una nella chiesa dei Santi Primo eFeliciano, datata e firmata 1498, l’al-tra nella chiesa dei Santi Filippo eGiacomo, alcune decorazioni affre-scate nel Palazzo Bottigella. Un suoquadro esisteva anche nella Basilicadi San Michele. Egli stesso forse, comeaiuto di Leonardo, affrescò nel 1490 ilsalone della Palla, presso il Castello

Visconteo.AGOSTINO DELLA CANONICA (v.Della Canonica)

AGRICOLAS RODOLFO (Roelof Huy-sman, 1443-85) - Olandese, alunno inItalia di Ermolao Barbaro e TeodoroGaza, fu uno degli umanisti cheiniziarono il Rinascimento in Germa-nia. Erasmo da Rotterdam e gliumanisti della sua generazione gliresero omaggio come a un maestro.Trascorse un lungo periodo (tra il 1468e il 1480) come studente a Pavia, oveseguì le lezioni del celebre grecistaTeodoro Gaza e scrisse la biografia diFrancesco Petrarca, che dedicò alnobile pavese Antonio Scrofinio, figliodi Giacomo Scrofinio da Padova,investito dal Duca di Milano dei feudi

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pavesi di Gambarana e Pieve delCairo.

AGRIPPA DI NETTESHEIM HEINRICHCORNELIUS (Colonia, 1486 - Grenoble,1533) - Filosofo e scienziato tedesco.Abbandonò la carriera militare per glistudi umanistici, occupandosi in parti-colare di alchimia, astrologia, filosofianeoplatonica, arti magiche e teolo-gia. Medico alla corte di Francesco I,poi alla corte di Carlo V, fu professorein diverse università europee e costituìil modello dell’intellettuale-mago delRinascimento (simile al Faust di Goe-the). Insegnò teologia a Dale. Nel1511 partecipò al concilio scismaticodi Pisa. A Pavia, nel 1515, conseguì lalaurea in diritto e in medicina, in-segnò sul commento al Pimandro diErmete Trismegisto e istituìun’accademia per lo studio dellescienze occulte. Il suo insegnamentoinnovatore e spregiudicato gli attirò

l’ostilità del mondo accademico enegli ultimi anni della sua vita fucostretto a cambiare continuamenteresidenza e professione. Dopo aver preso parte a diversi combattimentiin Italia, fu avvocato a Metz, poimedico della famiglia Savoia, e infinestoriografo di Carlo V. Leone X lochiamava “figlio prediletto”, il chenon impedì ai domenicani dicombatterlo ferocemente, mentrealtri lo trattarono da ciarlatano. Fu unappassionato di cabala e di magia,la quale, egli affermava, permette dicomunicare «con le forze di un pianosuperiore per dominare quelle delpiarlo inferiore». Egli divideva il ma-crocosmo in tre mondi, retti ciascunoda una forma magica: fisica, astrale,religiosa. Per penetrare in queste

sfere magiche bisogna “morire almondo”. Cornelio Agrippa morì aGrenoble, in miseria.

AINEMOLO VINCENZO (sec. XVI) - Pit-tore pavese, fu attivo in particolare aRoma e in Sicilia (Palermo e Messina).

ALBERIZZI LUIGI (1808-78) - Costruttoredi pavimenti mobili in legni di varicolori. Può essere considerato l’inven-tore del parquet moderno.

ALBERTARIO DAVIDE (1846-1902) -Sacerdote, dottore in teologia e di-ritto canonico, scrittore, giornalista,direttore del giornale “L’OsservatoreCattolico” di Milano. Fu arrestato per i moti del maggio 1898 con altrigiornalisti, sotto l’accusa di aver fo-mentato la rivolta e l’odio di classe,fu condannato a tre anni di reclu-sione, ridotti poi a uno, che scontònel penitenziario di Finalborgo. De-scrisse la propria prigionia nell’operain due volumi Un anno in carcere.

ALBERTO DA PAVIA (sec. XIII) - Giure-consulto, insegnò diritto all’Universitàdi Modena dal 1211 al 1240. Sap-piamo che scrisse letture del Codicee del Digesto, ma di lui non riman-gono che alcune glosse (il Digestumnovum nel manoscritto Par. 4458) eun trattato Consiliorum habendorum.(v. Treccani)

ALBERTO MAGNO - (Albert von Böll-

stadt, Santo, Lauingen 1193 ca. -1280)- Fu maestro di San Tommaso, famosoanche per i suoi studi di alchimia e dimagia. Frequentò probabilmente lo

 studium di Pavia, prima di entrarenel 1222 nell’ordine dei Domenicani.e fu certamente il più celebre dei

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dottori scolastici, prima all’Universitàdi Colonia e, a partire dal 1245, allaSorbona di Parigi. Dopo la sua mortesi diffuse la leggenda dellacostruzione da parte di Sant’Albertod’un automa perfetto di formeumane, ognuna delle cui parti erasottoposta all’influsso di una diversastella. Secondo il racconto, Albertoavrebbe impiegato l’automa comedomestico, ma Tommaso d’Aquino,

suo discepolo, l’avrebbe distruttoperché riteneva “diabolica” talerealizzazione. Secondo un’altraleggenda, Alberto avrebbefabbricato l’oro con l’aiuto di un tali-smano e dei serpenti della suaDiocesi, radunati grazie a poterimagici. Pare comunque che a luisiano da attribuirsi il procedimentoper la fabbricazione della soda cau-stica e le prime analisi chimiche delcinabro, della biacca e del minio.

ALBOINO (Alboin, sec. VI) - Fu il con-dottiero che scese in Italia alla testadel popolo longobardo e compì laconquista della Pianura Padana, cuida allora si applicò il nome “Lom-bardia». Regnò dal 568 al 572. Fuucciso da una congiura ordita dallamoglie Rosamunda e fu sepolto aVerona, sotto la scala del PalazzoReale. Alboin aveva ucciso in bat-taglia Cunimund, re dei Gepidi, e neaveva sposato la figlia Rosemunda inseconde nozze. Racconta PaoloDiacono: «Questa fu la causa dellasua uccisione. A Verona, in un ban-chetto, era particolarmente allegro.Obbligò la regina a bere nella coppache aveva fatto fare con il cranio delsuocero, il re Cunimund; anzi, la invitòa bere in allegria con il padre».

Rosemunda strinse un patto divendetta, contro il marito, conHelmechis, scilpor, cioè scudiero efratello di latte del re stesso, e conPeredeo. «Fu ucciso come un inetto,a causa di una donnetta», concludePaolo Diacono.

ALBONESE AFRANIO (1500-73) - Ca-nonico pavese, della famiglia di Te-seo (v.), dal 1530 visse a Ferrara.Musicista, fu l’inventore del fagotto.Canonico della Cattedrale di Ferrara,fu intimo amico degli Estensi.

ALBONESE TESEO AMBROGIO (1469-1539) - Conte di Albonese, fu uno deimaggiori poliglotti del sec. XVI. Tra-dusse il Vangelo in arabo, di propriamano. Il codice è conservato pressol’Università di Pavia. Nel 1539 stampòuna grammatica in 13 lingue. Per questo studio entrò in contesa di“primogenitura” col celebre studioso

di cabala francese Guillaume Postel(v.). Morì a Pavia ed è sepolto nellaBasilica di San Pietro in ciel d’oro, ovediresse negli ultimi anni la Casa deiLateranensi.

ALCHIMISTI - v. Alberto, Bernardo,Giovanni, Paracelso.

ALCIATO ANDREA (Alzate-CO, 1492 -Pavia, 1551) - Giureconsulto a Milano,fu celebre professore di dirittoromano presso le Università di Avi-gnone, Bourges, Bologna, Ferrara ePavia. Il suo lavoro più celebre rimaneperò un’opera di natura nongiuridica, l’Emblematum Liber , unaraccolta di epigrammi latini accom-pagnati da immagini allegoriche,che testimoniano la profonda culturaclassica dell’autore. In essi convivono

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accenti morali con riferimentisimbolici, mitologici e favolosi. La for-tuna dell’opera fu tale da vantareoltre 180 riedizioni in due secoli e daessere tradotta in numerose lingue. Funominato Conte Palatino. Morì aPavia il 12 gennaio 1551.

ALDIGHIERI VILLANO (sec. XII-XIII) -Ferrarese, fu Podestà di Pavia nel1226.

ALEATI ERNESTO (1885-1945) - Si di-plomò geometra nel 1903 e fu am-messo all’Albo degli ingegneri allafine degli anni ‘20. Professionista at-tivo in Pavia nel periodo tra le dueguerre mondiali, collaborò conl’arch. Piero Portaluppi e gli ing.Guido e Marco Semenza.

ALFIERI BENEDETTO (1700-67) - Zio diVittorio Alfieri, dimorò saltuariamentea Pavia. Fu architetto del Duomo e vicurò molti lavori, sia interni, sia esterni.Fu poi nominato successore di FilippoJuvara come primo architetto del redi Sardegna e si trasferì a Torino, overealizzò il Teatro Regio e la chiesa diSan Giovanni Battista a Carignano.

ALIDOSIO FRANCESCO (vescovo, sec.XV - m. 1511) - Fu nominato Cardinaledi Pavia nel 1505 da Papa Giulio II. Futesoriere della Chiesa eamministratore dell’Arcivescovato diBologna. Dopo l’arrivo dei Francesifuggì a Ravenna, ove fu ucciso nel1511 dal Duca di Urbino, in unaccesso d’ira.

AMADEO GIOVANNI ANTONIO (Omo-deo, Homodeus, Pavia, 1447 - Milano,1522) - Celebre scultore e architetto.Figlio di Aloisio, affittuario della

Certosa, fu allievo dei fratelliMantegazza. Sue opere alla Certosa(in particolare la parte bassa dellafacciata, con finestre a candelabro),nel Duomo di Milano, a Parma, Pavia(lavabo e rosoni del Carmine, arca diSan Lanfranco), Bergamo (CappellaColleoni), Como, Lodi.

AMADEO PROTASIO (sec. XV-XVI) -Architetto, scultore e pittore, fratellodi Giovanni Antonio.

AMALASUNTA (sec. VI, m. 535) - Figliadi Teodorico, madre di Atalarico, as-sunse la reggenza del regno dei Gotinel 526, alla morte del padre. Nel 534,morto il figlio, si associò al cuginoTeodato, che la fece imprigionare sullago di Bolsena.

AMATI CARLO (1776-1852) - Architet-to, nato a Monza, fu Fabbriciere delDuomo di Milano (1806-13). A Paviarestaurò il campanile del Carmine,danneggiato da un fulmine. Nel 1810collaborò al progetto proposto dalmarchese Luigi Malaspina, fab-briciere del Duomo, per una modificadel progetto della Cattedrale conpianta a croce greca, su schemineoclassici,. Il modello in legno di taleprogetto è conservato nei CiviciMusei. Tra il 1839 e il 1855 lo stessocompletò, in collaborazione conGiulio Aluisetti, la navata centrale delDuomo nella lunghezza attuale (su

pianta a croce greca, ma con unostile che ripete il primitivo progetto).Fra i suoi progetti si ricordano anchel’arco monumentale che, dalla città,dava accesso al Ponte Coperto sulTicino e la Porta San Vito (oggi PortaMilano).

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AMMANNATI PICCOLOMINI (vescovo,sec. XV) - Fondò il Brefotrofio.

AMORETTI PELLEGRINA (sec. XVIII) -Prima donna laureata in utroque jure,nel 1777, presso l’Aula Magna del-l’Università di Pavia (che si trovava,allora, nella Chiesa del Gesù).(avvenimento citato dal Parini ne LaLaurea )

ANASTASIO (Santo vescovo, 620-680) -

Fu vescovo di Pavia dal 658 al 680,nell’ortodossia di Roma, dopo es-serne stato il vescovo ariano. Ab-bandonò la cattedrale ariana, che inseguito sarebbe stata “esaugu-rata”con la dedica a Sant’Eusebio, e volleessere sepolto nella basilica, costruitaal centro della città, sulla quale sorsein seguito la cattedrale di SantoStefano. Negli ultimi anni dellapropria vita, verso il 675, edificò vicinoa questa la sede episcopale.

ANDREOLI GIORGIO (1467-1543) -Pavese, celebre artista della cera-mica. Sin da giovane si stabilì aGubbio, ove lo raggiunsero i suoifratelli Giovanni e Salimbene. Notoper i suoi lavori almeno dal 1485, ot-tenne nel 1491 la cittadinanza diGubbio e il titolo di maestro. Fu an-che abile scultore.

ANDRINO D’EDESIA (Andreino de Ec-clesia, sec. XIV) - Pittore, contempo-raneo di Giotto, spesso citato nelleantiche cronache come un miticoinnovatore dell’arte. Secondo mons.Faustino Gianani il suo nome sarebbeda intendersi come l’abbiamoindicato tra parentesi, comeprobabilmente derivato dal cogno-me Chiesa.

ANGELERI BERNARDO (sec. XVIII) -Medico chirurgo, scrisse il manualettoIl Compagno fedele con istruzioni per difendersi dalla peste.

ANGELINI CESARE (Albuzzano, 1886 -Pavia, 1976) - Fu ordinato sacerdotenel 1910. Insegnò al Seminario diCesena, dove conobbe RenatoSerra. Questa amicizia fece nasceree sviluppò in lui la passione per il

Romanticismo letterario. Cappellanomilitare degli Alpini durante la guerramondiale 1915-18, al ritorno insegnòal Seminario di Pavia, scrisse di argo-menti religiosi, commentò scritti man-zoniani e cantò liricamente le umiliimmagini della terra natale(Frammenti del sabato, Viaggio inPavia, Questa mia Bassa). Tra il 1938 eil 1939 resse la Parrocchia di Torred’Isola, dopo la morte del fratello.Lasciò Torre d’Isola per divenire Retto-

re dell’Almo Collegio Borromeo,carica che ricoprì sino al 1961. Nel1950 fu anche nominato Prelatodomestico di Sua Santità. La sua fi-gura divenne quasi mitica, a Pavia.

ANONIMO TICINESE - v. Opicino deCanistris

ANSA (sec. VIII) - Moglie di Desiderio,ultimo re dei Longobardi. Le è attri-buita la fondazione del monasterodetto “della regina” o di San Felice.Esiliata in Francia col marito e la figliaDesiderata, morì in convento.

ANTONIO DA MILANO (sec. XV) - Pa-dre provinciale dei Carmelitani, let-tore di teologia per trent’anni (1450-80) presso l’Università, è sepolto nellachiesa del Carmine.

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ANTONIO DA PAVIA (pittore, sec. XV-XVI) - Gli è stata attribuita l’esecu-zione nel Palazzo Ducale di Mantovadell’affresco che raffigura il Caso(Festina lente), disegnato dal Man-tegna.1 

AQUILA (famiglia) - Famiglia nobiliareche risiedeva nella parte bassa delkardo maximus di Pavia (poi chia-mato Strata Nova ) e costruì la torre,tuttora esistente, presso l’imboccodell’omonima piazzetta (oggi chia-mata piazzetta Arduino).

ARCONATI CLEMENTINA TERESA INBOTTA ADORNO (sec. XVIII-XIX) -Ospitò Napoleone Bonaparte nelpalazzo Botta Adorno di Pavia, oggisede di istituti universitari, nel 1796,quando egli, come generale, era alcomando del corpo di spedizionefrancese in Italia, poi nel giugno 1800,primo console, e infine nel maggio

1805, da imperatore. Tre tappe diun’amicizia immortalata in un quadrodel pittore Paolo Borroni, oggiconservato nel Municipio di ChignoloPo.

ARDUINO (sec. X-XI) - Marchesed’Ivrea, eletto re d’Italia il 15 febbraio1002, fu incoronato nella Basilica diSan Michele dal vescovo Guido Corti.Nel 1015 rinunciò alla corona e sichiuse nel monastero di Fruttuaria,ove morì il 30 ottobre dello stesso

anno.ARIBERTO (Aripert I, 611-661) - Re deiLongobardi negli anni 653-661, pro-clamò religione ufficiale quella cat-tolica e costruì presso Pavia la Basili-

 1P. KRISTELLER, Mantegna, 1901, p. 457.

ca del S. Salvatore, come mausoleoper la sua famiglia, fuori della portaoccidentale. Alla sua morte il regnovenne suddiviso fra i due figli ancoraadolescenti, secondo l’uso dei Fran-chi: Perctarit, che si insediò a Milano,e Godepert in Pavia.

ARIBERTO (Aripert II, 701-712) - Unavolta sicuro del regno, imprigionò lafamiglia di Ansprand: fece mozzarenaso e orecchie alla moglie Theodo-rada e alla figlia Aurora e cavare gliocchi al figlio maggiore Sigprand; ilfiglio minore, Liutprand, riuscì a fug-gire e a raggiungere il padre. Comecerti sovrani delle favole orientali,Aripert amava uscire di notte per Pavia, in incognito, per “tastare ilpolso” alle opinioni che nutriva di luila gente comune. Costrinse suo fra-tello Guntpert a fuggire in Francia.Dopo undici anni di regno, si scontròdi nuovo con Ansprand, che tornava

in Italia con l’aiuto di Theutpert, ducadi Baviera. Annegò nel Ticino mentrecercava di fuggire in Francia, caricod’oro, con il tesoro del Regno e fusepolto nel San Salvatore. Ansprand siproclamò re, ma morì tre mesi dopo.Mentre era ancora vivo, i nobiliinnalzarono al trono suo figlioLiutprand.

ARIOALD (Arioaldo, regnò negli anni626-636) - Duca di Torino, marito diGundiperga, figlia di Theudelinda;

riportò la capitale da Monza a Paviae ripristinò il culto ariano, aiutato dainobili tradizionalisti. Non sappiamomolto del suo regno. Alla sua morte iduchi concessero a Gundiperga,come già alla madre, di scegliere ilsuccessore sposandolo. Il prescelto fuRothari, Duca di Brescia, a condizione

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che abbandonasse la sua primamoglie e giurasse solennemente, invarie chiese, di non attentare mai alsuo onore.

ARISINDA (sec. IX-X) - Badessa delMonastero di Santa Maria Teodote,nel 912 ottenne da Berengario I l’au-torizzazione a fortificare il monasterocon mura, torri e fossati, per maggior difesa contro le aggressioni esterne.Successivamente, altri monasteri incittà e nel contado circostante se-guirono il suo esempio.

ARMENTARIO (Santo vescovo, sec.VII-VIII) - Fu vescovo di Pavia dal 711al 722; è sepolto nella cripta (scuròlo)del Duomo.

ARNABOLDI GAZZANIGA BERNARDO(1848-1914) - Conte, agronomo,economista, politico e benefattore.Fece costruire a proprie spese lacupola del Mercato Coperto. Depu-tato al Parlamento, sostenne durepolemiche con Cavallotti. Fu Sindacodi Pavia dal 1877 al 1881.

ARNABOLDI GAZZANIGA CARLO(1836-1904) - Nobile, benefattore delpio Istituto maschile per Sordomuti,inaugurato nel 1865, e di altri istitutibenefici cittadini.

ARRIGO (ENRICO) II LO ZOPPO (973-1024) - Figlio del Duca Enrico II diBaviera, venne in Italia tre volte tra il

1004 e il 1013, contro Arduino d’Ivreache era stato incoronato re d’Italia(v.). Prese Pavia e si fece incoronarenel San Michele il 14 maggio 1004. Ilpopolo insorse la sera stessa, durantei festeggiamenti, e Arrigo per salvarsifu costretto a calarsi dalle mura con

delle corde, rompendosi una gamba.Fu poi detto “lo zoppo” perchéconservò i segni della caduta per tutta la vita. Per vendetta, ritornò ediede alle fiamme l’intera città.

ASCHIERI EMILIO CARLO (1894-1968) -Discendente per parte materna dallafamiglia del famoso fisico Galvani, silaureò in architettura a Milano nel1923 e insegnò disegno pressol’Università di Pavia dal 1928 (comeassistente) sino al 1965. Autore dinumerosi progetti di restauro: Broletto,Castello Visconteo, Ponte Coperto,Università, Santa Maria alle Cacce,San Felice, casa Diversi in Piazza dellaVittoria, Cattedrale, collegiCastiglioni e Cairoli, San Lazzaro,Santa Maria in Betlem, SanFrancesco. Fu a lungo membro dellaCommissione Edilizia, della Commis-sione Diocesana di Arte Sacra eIspettore onorario della Soprinten-

denza ai Monumenti.ASTOLFI (famiglia) - Nobili pavesi cheil nome fa presumere di origine lon-gobarda. Acquistarono, verso il 1250,da un certo Albrico o AlbrigoneMedico, tutte le proprietà di Marzanoe Spirago che lo stesso avevaottenuto, con tutti i diritti feudali an-nessi, dalla Canonica Lateranense diSan Pietro in ciel d’oro. Nel 1445 la fa-miglia Astolfi cedette i suoi diritti sulledue località al monastero di Santo

Spirito. Nel 1452 le renditeconseguenti vennero divise tra SantoSpirito e la Canonica Lateranense diSant’Epifanio. Diversi membri dellafamiglia Astolfi occuparono carichecittadine, nel corso dei secoli.

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ASTOLFO (Aistulf, 749-756) - Emanònuove leggi che differenziavano ilpopolo in categorie, sulla base delcenso. Attaccò l’Esarcato, occupòl’intera Pentapoli e costrinse alla fugal’Esarca bizantino Eutichio.2 Cinsed’assedio Roma e impose un tributoai Romani. Il Papa Stefano II chieseaiuto prima ai Bizantini, poi a Pipino,re dei Franchi; infine, fu costretto afuggire in Francia. I Franchi

sconfissero i Longobardi a Susa eposero l’assedio a Pavia. Aistulfchiese la pace e promise di restituirele terre prese al Papa, ma appena iFranchi ripassarono le Alpi riprese leostilità. Pipino ritornò, lo vinse in bat-taglia, lo costrinse a togliere l’assedioa Roma e a cedere la Pentapoli alPapato. Aistulf cadde da cavallo,colpì un albero col capo e morì neldicembre 756, durante una caccia.

ATALARICO (517-34) - Figlio di Ama-

lasunta e nipote di Teodorico, sotto ilsuo regno furono compiuti i lavori del-l’anfiteatro di Pavia (528-29). Morì il 2ottobre 534, non ancora diciottenne.

ATTILA (sec. V) - Re degli Unni, sac-cheggiò Milano e Ticinum-Papia nel452.

2Esarca era originariamente il titolo di

certi vescovi e alti funzionari bizantini, poifu assunto dai governatori di Ravenna edell'Africa. L'Esarcato era dunque ilterritorio di Ravenna; la Pentapoli,'regione delle cinque città", aveva inrealtà cinque città costiere (Rimini,Pesaro, Fano, Senigallia e Ancona) ecinque nell'interno (Urbino, Fossombrone,Jesi, Cagli e Gubbio).

AURELIANO (sec. III) - In prossimità diTicinum, nel 271, sconfisse Svevi,Sarmati, Marcomanni e altri popoli“barbari”.

AUTHARI (Autari, 556-590 - regnò dal584 al 590) - Figlio di Cleph, assunseper primo, fra i re longobardi, il titoloromano-imperiale di Flavio, giàadottato da Teodorico (Theuderic) eripreso dai suoi successori. SposòTheudelinda, figlia di Garipald, ducadei Bavari, discendente del grandere longobardo Waccho (510-540 ca.)e di sua figlia Walderada, della stirpedei Lithingi. Rafforzò la propria po-sizione con la metà del patrimoniodei duchi. Il re franco d’Austrasia,3 Childepert, combatteva in Spagnacontro i Visigoti; tentò anche di con-quistare l’Italia, ma venne respinto.Authari estese il regno verso sud,occupò Benevento e - narra laleggenda - giunse sino alla punta

meridionale della Calabria, dovetoccò con la lancia una colonna,immersa nel mare, ed esclamò: «sinqui dovrà arrivare il regno dei Lon-gobardi». Morì, forse avvelenato, il 5settembre 590, nel Palazzo reale diTicinum-Papia, mentre un’offensivabizantina suscitava non poche defe-zioni nel campo longobardo. I duchiconcessero alla vedova di scegliere ilsuo successore. La scelta cadde suAgilulf, duca di Torino.

3Austrasia (Ostreich = Regno dell'Est, con-trapposto a Neustria, Regno dell'Ovest),regno merovingio costituito nel 511, concapitale a Metz. Comprendeva: Mosa,Mosella, Schelda, Turingia, Alamannia,Baviera e Frisia.

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AVERLINO DA VICENZA (sec. XV) -Ebreo, si stabilì a Pavia con la propriafamiglia dopo il 1430. Vi tenne bancodi prestito e morì tra il 1464 e il 1465,lasciando tre figli, Manno, Angelo eIsacco, che continuarono la suaprofessione. Manno, in particolare,ebbe come clienti molti privati d’ogniceto e lo stesso Comune di Pavia.

AZZANI VINCENZO (detto “Il Roma-no”, 1480-1557) - Pittore pavese,originario del Borgo Ticino, si trasferì inSicilia in giovane età. Diverse sueopere sono conservate nel Museo diPalermo. Qualcuno suppone che lafirma “Vincenzo da Pavia” abbia po-tuto ingenerare una certa confusionetra lui, Vincenzo Ainemolo e VincenzoFoppa.

B

BAGNERA MICHELE (1750-1810) - Sa-cerdote, prevosto di San GiovanniDomnarum, coinvolto nella cospira-zione libertaria del 1794 e politica-mente impegnato nel triennio re-

pubblicano, fu arrestato nel 1799 alritorno degli austro-russi e rinchiuso,con altri pavesi, nelle carceri del Se-natore. Nel giugno 1800, al ritorno diNapoleone che ripristinò la Repub-blica Cisalpina, i detenuti politici fu-rono deportati dagli austriaci e rieb-bero la libertà, grazie alla pace diLuneville, dopo due anni di lavoriforzati nel penitenziario delle Bocchedi Cattaro.

BAJLE - BARELLE (sec. XVIII-XIX) - Inse-

gnò all’Università e pubblicò impor-tanti saggi sulla lavorazione del for-maggio. Nel 1807 istituì a Pavia unOrto Agrario, che fu poi arricchito dalprof. Moretti con un piccolo museo,che raccoglieva macchine agricolein uso in varie parti del mondo.

BALBI BERNARDO (vescovo, 1152-1213) - Membro di un’antichissimafamiglia pavese, fu vescovo dellacittà dal 1198, successore di Lan-franco Beccari. Esperto di leggi ca-noniche, è ricordato per la preziosaraccolta delle Decretales.

BALCONI ANGELO (1891-1945) - Te-nente colonnello, membro del Comi-tato clandestino di liberazione diPavia, fu arrestato nel 1944, trasferitoin diversi campi di concentramento,

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e morì nel marzo 1945 nel campo disterminio di Gusen (Mauthausen).

BALDINO DI SURSO (sec. XV) - Inta-gliatore. Artista attivo tra il Piemonteed il Bresciano, oltre che a Pavia (sene hanno notizie dal 1448 sino al1478, anno della morte). Egli vissenella Parrocchia di San Michele e nel1473 gli fu commissionato il bassori-lievo con la Natività, in legno di pero,che tuttora si può ammirare nellaBasilica.. È sua opera il bellissimo corodella chiesa di San Giovanni in Asti,compiuto nel 1476.

BALDO DEGLI UBALDI (1420-90) - Emi-nente giurista, nato a Perugia, inse-gnò per molti anni all’Università di Pa-via. È sepolto nella chiesa di SanFrancesco.

BALDRIGHI GIUSEPPE (1723-1802) -Pittore pavese, allievo di Meucci aFirenze e di François Boucher a Parigi,ove fu iscritto all’Accademia diFrancia, divenne poi primo pittorealla corte di Parma, ove dipinse di-verse opere di valore. Fu anche buonminiaturista. Il suo autoritratto èconservato alla Galleria degli Uffizi.Anche sua figlia Costanza è ricordatacome pittrice, ma non si conosconosue opere.

BALDUCCI HERMES (1904-38) - Inge-gnere, insegnò disegno all’Universitàdi Pavia come successore nella cat-tedra del Locati. Studiò diversi mo-numenti e pubblicò articoli sulla rivistaTicinum (in particolare, studi su SanLazzaro e San Giacomo dellaCerreta). Fra i suoi progetti, l’Ossarioai Caduti che s’innalza al centro delCimitero.

BALLADA OTTAVIO (sec. XVI-XVII) -Prevosto di San Giovanni Domnarum,storico e letterato. Ripubblicò nel1654, aggiornata e corretta, lafamosa pianta-assonometria di Paviagià edita dal Corte nel 1599.

BALLERINI ELIA (sec. XVIII) - Pavese,padre provinciale dei Carmelitani,insegnò logica all’Università (1719-35).È sepolto nella chiesa del Carmine.

BALLERINI GIUSEPPE (vescovo, 1857-1933) - Filosofo e teologo.

BALOSSI ERCOLE (sec. XIX) - Inge-gnere, fu il progettista del rinnova-mento di gusto neogotico del palaz-zo Arnaboldi, presso San Michele.Progettò la cupola vetrata del Mer-cato Coperto e la sistemazione del-l’adiacente piazza del Lino.

BANDELLO MATTEO (1480-1562) -

Umanista, oratore, celebre scrittore dinovelle, nacque a CastelnuovoScrivia e dimorò per qualche anno aPavia, la cui vita goliardica gli fornì lospunto per alcune sue opere. Fupriore di Santa Maria delle Grazie aMilano e poi vescovo di Agen, inFrancia.

BARACHIS (v. De Barachis)

BARBAINI AUGUSTO (1867-1937) - Te-nore lirico di fama, cantò in molti

teatri in Italia e all’estero.BARBAROSSA FEDERICO (v. Federico IHohenstaufen)

BARBIANO DI BELGIOIOSO LODO-VICO (sec. XVI) - Conte, fu accusatodi aver abbandonato la difesa della

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città nel 1527 e di aver permesso ilsacco di Pavia, compiuto dall’eser-cito francese del visconte di Lautrec.

BARBIERI ANGELO (1772-1812) - Pa-vese, capitano dell’esercito napo-leonico, morì durante la ritirata diRussia il 28 novembre 1812.

BARBIERI PIER ANTONIO (1663-1704) -Pittore pavese, allievo del belluneseBastiano Ricci.

BARBOTTI PAOLO (1821-67) - Allievo diCesare Ferreri (v.) e del Trecourt (v.), siperfezionò a Roma e Venezia, tornòa Pavia e si dedicò in particolare allapittura di immagini sacre, con reali-smo d’ispirazione neoclassica. Vi sonosue opere nel Duomo, a San Michele,San Primo e nelle chiese di Villanterioe Santa Cristina.

BARDI DONATO (conte, sec. XV - m.1451) - Pittore, di nobile famiglia pa-

vese decaduta, lavorò in Liguria colfratello Boniforte e divenne cittadinodi Genova. Due suoi quadri sonoconservati nel Museo di Savona(Crocifissione) e nella chiesa di SanGiuliano di Albaro.

BARGIGGIA GIOVANNI (1919-45) -Impiegato pavese, antifascista, fu ar-restato nel 1944 e inviato in Germa-nia, al campo di sterminio diMauthausen, dove morì nel febbraio1945.

BARRIERIE BARTOLOMÉ (sec. XV) -Francese, studiò presso l’ Università diPavia, divenne vicario del vescovo diMagellon e cancelliere dell’Universitàdi Montpellier.

BARTOLI GIROLAMO E PIETRO (sec.XVI) - Editori in Pavia, all’insegna delgrifone a sette teste, nel 1564 stam-parono il Liber Baptismalis su ordinedel cardinal De Rossi; pubblicaronoanche le opere del Sacco, delloSpelta, la Cronaca del Breventano ele memorie del canonico BartolomeoBotta.

BARTOLOMEO DA PAVIA (sec. XV) -Lavorò nel 1465 a dipingere le voltedel chiostro piccolo della Certosa diPavia.

BARZIZZA GUINIFORTE (1406-63) - Let-terato, insegnò filosofia e retoricaall’Università (1425-47), fu segretariodel Duca Filippo Maria Visconti e poiVicario generale del Ducato. Redas-se un apprezzato commento dellaDivina Commedia.

BASAFOGLIA (Famiglia, sec. XII) -Conti di origine rurale, parteciparonoattivamente alla vita cittadina. Lacasata si spense nei secoli successivi.

BASSI AGOSTINO (1773-1856) - Natu-ralista, precursore di Pasteur, scoprì lanatura infettante della malattia del“calcino” del baco da seta e pose lebasi dell’analisi e della lotta contro imorbi infettanti.

BASSINI EDOARDO (1847-1924) -Grande chirurgo e patriota, nel 1866seguì Garibaldi nella campagna in

Trentino, nel 1867 fu gravemente fe-rito a Villa Glori. Professore di clinicachirurgica all’Università di Pavia, nel1884 scoprì il metodo per la guari-gione radicale dell’ernia inguinale.

BEATRICE LASCARI, Contessa di Tenda(1360-1418) - Vedova di Facino Cane

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(v.), dovette sposare Filippo MariaVisconti, portandogli in dote gli statidel marito. Nel 1418 il duca, conturpe azione, accusò Beatrice diinfame tresca col cortigiano e suocongiunto Michele Orombello diVentimiglia e la fece decapitare conlui nel castello di Binasco. Ellasostenne sino all’ultimo la propriainnocenza. Il duca di Milano, dissolutoe simulatore, mal sofferente dei

benefici ricevuti da Beatrice, già dietà avanzata, macchinò, col fratellodella sua amante, Agnese Del Majno,dama d’onore di Beatrice, la rovinadella moglie. Servirono di pretesto lemormorazioni degli antichi vassalli diFacino, che non tolleravano ladominazione dei Visconti e la servilesoggezione in cui teneva Beatrice, el’amicizia che Beatrice dimostravaper il suo congiunto Orombello ilquale cercava di alleviare le suepene colla pietà e colla musica.

Vincenzo Bellini, su libretto di FeliceRomani, immortalò Beatrice di Tendain un’opera lirica, rappresentata congrande successo, per la prima voltanel 1833.

BECCADELLI ANTONIO (detto “Il Pa-normita”, Pavia, 1393 - Napoli, 1471) -Figlio di Enrico detto “Bononio”, fucelebre musicista, insegnò all’Uni-versità di Pavia e fu incoronato poetadall’imperatore Sigismondo.

BECCARI LANFRANCO (Santo vesco-vo, sec. XII) - Lottò per difendere lacattedra vescovile dai Consoli cheaffermavano i diritti del Comune.Amareggiato, si ritirò presso i monacivallombrosani del Santo Sepolcro e ivimorì nel 1198. La chiesa assunsequindi il titolo di San Lanfranco. Nel

1498 il marchese Pietro Pallavicini glifece erigere un sepolcro monumen-tale marmoreo, opera dello scultoreG. A. Amadeo.

BECCARIA ACHILLE, PALAMEDE,SFORZA (sec. XI) - Secondo una leg-genda raccolta dal Tasso, alla primacrociata sarebbero andati anche trefratelli pavesi: Achille, Palamede eSforza, della famiglia Beccaria(famiglia che governò Pavia sino allametà del Trecento, quando su-bentrarono i Visconti). I primi due deitre fratelli caddero in battaglia, soloSforza ritornò. Una lettera anonimadella contessa Matilde di Canossafarebbe menzione di un quarto fra-tello, Tedalo o Tebaldo, che sarebberimasto a Pavia a raccogliere leglorie delle imprese dei fratelli.

BECCARIA AGOSTINO (sec. XV) - futra i primi benefattori dell’ospedale

di San Matteo, al quale legò le sueterre di Gambolò e Borgo San Sirocon disposizione testamentaria del1456, complessivamente per circa18.000 pertiche milanesi.

BECCARIA ALESSANDRO (sec. XVI) -Conte, fra i più nobili ed eminentirappresentanti della città di Paviadel tempo: nel suo palazzo il 27 no-vembre 1554, alla presenza del Ve-scovo di Vigevano monsignor Mau-rizio De Preta, dei Senatori e dei fun-

zionari Rolando Corti, Andrea Zerbi,marchese Ottaviano Malaspina, Be-nedetto Corti, Bartolomeo Beccaria,Timoteo Mezzabarba, conte Scara-muzza Visconti, conte Lodovico Ales-sandro Beccaria e molti altri, a nomedella città di Pavia, venne prestatogiuramento di ossequio e fedeltà a

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Don Luigi Cordova, delegato da Fi-lippo II a prendere giuramento dellevarie città del Ducato di Milano.

BECCARIA BECCARIO (sec. XIV) -Della nobile famiglia pavese, fu undottissimo giureconsulto e fu nomina-to Podestà di molte importanti città,tra le quali Milano, Genova, Como,Bergamo, Mantova; capitano in Pisa,Parma e Fermo. Nel 1336, a soli 15anni dalla morte di Dante, fecetrascrivere da Antonio da Fermo laDivina Commedia. Il prezioso codiceè conservato nella Biblioteca di Pia-cenza.

BECCARIA BIANCA ANGELA (sec. XVI-XVII) - Visse ai tempi di Francesco IIMaria Sforza. Donna molto autore-vole per nobiltà e intelligenza, sidedicò alle lettere e alla musicaconquistando buona fama tra i suoicontemporanei.

BECCARIA CASTELLINO (1347-1413) -Fu decapitato, sotto l’accusa di tra-ditore, per ordine di Filippo Maria Vi-sconti, nel castello di Pavia il 1° ot-tobre 1413. Il suo cadavere vennepoi gettato in un letamaio.

BECCARIA FRANCESCO (Beato, sec.XV) - Della nobile famiglia Beccaria,fu capitano della cavalleria di FilippoMaria Visconti, duca di Milano, e poidel re di Francia. Fattosi frate deiMinori, morì e fu sepolto nel mo-nastero di Spoleto: dopo la mortecompì diversi miracoli e venne, piùtardi, beatificato. Di lui scrisse la lodeil poeta Pietro Lazzaroni, in un poemada questi composto sulla FamigliaBeccaria.

BECCARIA LANCILLOTTO (sec. XV) -Dichiarato, col fratello Castellino,traditore da Filippo Maria Visconti,venne da questi fatto appiccare sullagrande piazza della città, nel 1417.

BECCARIA LIVIA (sec. XVI) - Di vastacultura, di nobilissimo animo, si de-dicò alle lettere, scrivendo in prosa ein poesia opere molto apprezzate.

BECCARIA MATTEO (sec. XIII) - Col fi-

glio Lanone, ottenne dal Comune diPavia di costruire, nel 1259, nelle terreda lui possedute sul Ticino, in regioneZerbolate (Zerbolò), un massicciocastello destinato a residenza dicaccia, ma anche a difesa dallefrequenti scorrerie dei Milanesi: delcastello ancora oggi rimane unaparte in discreto stato di conserva-zione, particolarmente la torre qua-drata e alcune stanze che portanoancora tracce di antichi affreschi.

BECCARIA MATTEO (sec. XVI) - Orga-nizzò la difesa di Pavia durante l’as-sedio dell’esercito di Francesco I diFrancia e suoi alleati (1524-1525),coadiuvato da Bartolomeo degli Eu-stacchi, uomo di grande coraggiopersonale e di larga popolarità,amato e seguito ciecamente dalletruppe.

BECCARIA SIRO (1810-49) - Prode uf-ficiale pavese, cadde a fianco di reCarlo Alberto nella battaglia di No-vara.

BECCARIA TESAURO (1196-1258) - FuAbate di Vallombrosa e Legato delPapa Alessandro IV in Firenze. Fu de-capitato dai guelfi fiorentini perché

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accusato di aver introdotto in Firenzefuorusciti ghibellini.

BELBELLO DA PAVIA (sec. XV-XVI) - Pit-tore, allievo del Foppa, lavorò aBrescia (1491) e a Roma (1508), oveaffrescò una Natività nella chiesa diSan Gerolamo.

BELBELLO GIOVANNI (sec. XV) - Pit-tore, fu probabilmente fratello di Lu-chino.

BELBELLO LUCHINO (sec. XV) - Va-lente miniatore, attivo alla corte deiGonzaga, miniò messali per GianLucido e per la Duchessa Barbara diBrandeburgo, e alla corte degliSforza. Nel 1462 ricevette grandi onoridalla Duchessa Bianca Maria.

BELCREDI LUIGI (sec. XVII) - Fu sceltoda Pavia, nel 1619, come ambascia-tore alla Corte di Madrid per la difesadegli interessi cittadini.

BELLI GIUSEPPE (1791-1860) - Profes-sore di fisica all’Ateneo pavese.Acuto e cauto ricercatore dei feno-meni e delle leggi naturali: morì aPavia: era nato a Calasca nell’Os-sola il 21 novembre 1791.

BELLINGERI ANDREA (1722-94) - Mar-chese, abate, insegnò nella facoltàdi giurisprudenza dell’Università diPavia. Benefattore, istituì in Pavia, nel1784, nel soppresso monastero di

Sant’Agata, una casa di ricovero ecustodia per i pazzi.

BELLISOMI CARLO (1736-1808) - Pa-vese, fu Nunzio Apostolico in Poloniae a Lisbona. Dal 1783 cardinale, dal1785 vescovo di Cesena. Nel 1801 fual Congresso di Lione. Morì a Cesena

il 9 agosto 1808 (L’archivio dell’anticae importante famiglia Bellisomi èstato donato al Civico Museo).

BELLISOMI CARLO (1782-1841) -Scudiero del Viceré Eugenio Beau-harnais, diede prove di eroico valorealla battaglia della Moskova. Fu daNapoleone nominato sul campoCavaliere della Legion d’onore. FuPodestà di Pavia e benefattore dellacittà.

BELLISOMI PIO (1735-1813) - Mar-chese, fece costruire con il conteGambarana-Beccaria, il marcheseLuigi Bellingeri-Provera e il conteGiuseppe Giorgi di Vistarino il teatrodel nobile Condominio, perciò detto“dei Quattro Cavalieri”, poi teatroFraschini. Raccolse nel proprio pa-lazzo un importante museo di storianaturale e una biblioteca.

BENZI UGO (detto “Ugo da Siena”,sec. XV) - Medico, insegnò a lungoall’Università di Pavia. Morì a Firenzenel 1439.

BERENGARIO I (sec. IX - m. 924) - Figliodel conte Eberardo della MarcaTrevigiana, fu incoronato nell’888 Red’Italia, nella Basillica pavese di SanMichele, dall’Arcivescovo milaneseAnselmo. Nella battaglia della Treb-bia fu vinto dal suo rivale Guido daSpoleto. Si riconciliò poi col figlio diquesti, Lamberto. Combatté controUngari e Saraceni e rafforzò le muradi cinta di Pavia. Lottò contro i pre-tendenti al trono, Lodovico di Pro-venza (da lui fatto accecare nel 905)e Rodolfo di Borgogna. Il PapaGiovanni X lo incoronò imperatorenel 915, a Roma. Fu infine sconfitto a

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Fiorenzuola da Rodolfo II. Il 12 marzo924 Pavia fu saccheggiata e incen-diata dagli Ungari. Berengario sichiuse in Verona, ove nel 924 fu uc-ciso da congiurati.

BERENGARIO II marchese d’Ivrea(sec. X) - Incoronato re d’Italia in SanMichele il 15 dicembre 950, entrò inconflitto con Adelaide, vedova diLotario, cui voleva imporre il matri-monio con suo figlio Adalberto. Lafece imprigionare, causando l’inter-vento in Italia di Ottone I (v.), che lospodestò. Nel 952, con Adalberto, sirecò da Ottone e ricevette l’investi-tura del Regno d’Italia come vassalloimperiale. ben presto però i conflittitra Berengario e Ottone si riacceseroe il figlio di quest’ultimo, Liudolfo,scese in Italia e occupò Pavia (957).Ottone lo seguì nel 961 e finalmenteBerengario si arrese, nel 963. Con lamoglie Willa e le loro due figlie partì

prigioniero per la Germania.BERETTA ALESSIO (sec. XVII) - Cano-nico, archivista della Cattedrale,scrisse un’opera intitolata  Memorie

 sacre dell’antica città di Pavia, chesi eonserva, manoscritta, nella biblio-teca dell’Università. In questa cro-naca l’origine e il nome della cittàsono attribuiti a un re, Papieno, cheedificò Pavia in età di 419 anni e,dopo la costruzione, visse altri 129anni ed ebbe 12 figli e 4 figlie.

BERETTA DELLA TORRE SIRO (sec. XVIII)- Monaco benedettino, professore disacra scrittura e di lingua ebraicaalla nostra Università dal 1771 al 1791,autore di preziosi studi biblici cheservirono per l’edizione dell’AnticoTestamento fatta a Oxford nel 1776. I

manoscritti furono donati allaBiblioteca universitaria dall’avvocatoPaolo Beretta della Torre, suocongiunto.

BERGOGNONE (Ambrogio di Stefanoda Fossano, detto il, Fossano, 1450 -Milano, 1522 ca.) - Pittore, si formòalla scuola di Vincenzo Foppa e colfratello Bernardino lavorò negli anni1488-94 alla decorazione affrescatadella Certosa di Pavia, per la qualedipinse anche un notevole numero dipale d’altare.

BERNARDINO DA FELTRE (BernardinoTomitani, 1438-94) - Frate france-scano, filantropo, fondò i Monti diPietà, e in particolare quello di Pavia,per contrastare l’usura praticata daimercanti ebrei (era infatti proibito aicristiani il prestito con interesse). Morìa 55 anni, il 28 settembre 1494, nelConvento di San Giacomo alla

Vernavola (lungo l’attuale vialeCampari), e il suo corpo, mummifi-cato, è sepolto nella chiesa delCarmine.

BERNARDINO DELLA POLVERE - V. Cri-stiani Bernardo.

BERNARDO DA TREVISO (1406-99) - Diantica famiglia nobile pavese, fuconte della Marca trevigiana. Notoper le sue ricerche sull’Alchimia,dopo anni e anni di ricerche, nel1483, ormai settantasettenne, si diceche riuscisse a conoscere il segretodecisivo che gli avrebbe permesso dicompiere la “Grande Opera”.

BERNARDO DA VENEZIA (sec. XIV) -Architetto e scultore, cui viene attri-buito un ruolo importante nella rico-

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struzione del Palazzo Ducale di Ve-nezia. Visse a lungo a Pavia e gli sonoattribuiti anche i progetti del CastelloVisconteo (1360), della Chiesa delCarmine (1370) e della Certosa diPavia (1396). All’elaborazione deiprimi progetti per la Certosacontribuirono anche Giacomo daCampione e Cristoforo di Beltramo.

BERSOTTI CARLO GIROLAMO (1645-1700 ca.) - Pittore, fu allievo delSacchi. Dipinse prevalentemente na-ture morte. Sue opere si trovano aMilano e a Pavia.

BERTARIDO v. Perctarido.

BERTI GIUSEPPE M. (sec. XVII-XVIII) - In-quisitore di Pavia, pubblicò nel 1722col collega Antonio Leoni, inquisitoredi Bologna, una Raccolta d’alcuneparticolari operette spirituali, e pro-fane proibite, Orazioni, e Divozionivarie, e superstiziose, Indulgenze

nulle, o apocrife, ed Immagini inde-centi ed illecite... (ed. Gio. BenedettoRovedino).

BERTOLINO DA NOVARA (sec. XIV) -Architetto ducale, che con Boninoda Campione (autore dell’Arca diSant’Agostino) fu al servizio dei Vi-sconti e partecipò forse alla fabbricadel Castello Visconteo

BERTONI CARLO (1910-45) - Patriota,fu arrestato dai tedeschi nel 1944,

tradotto al carcere milanese di SanVittore e poi in Germania, ove morì incampo di concentramento.

BERTORINO DE PAPIA (sec. XV) - Pitto-re citato in un documento genovesedel 6 maggio 1414, da cui si ap-prende che si era trasferito a Genova

con la propria famiglia. Non siconoscono sue opere.

BESANA BARTOLOMEO (sec. XV) -Pavese, ricamatore di paramenti:ebbe larga fama nel suo tempo.

BESOZZI PIETRO (sec. XV) - Giurecon-sulto, professore nella nostra Univer-sità.

BIANCHI BORTOLO (1870-1912) -

Tipografo, fondò la Tipografia Coo-perativa, poi Tipografia del Libro, fu,per molti anni l’editore del giornalesocialista “La Plebe”, partecipò allavita puhblica come consigliere co-munale e pubblico amministratore diparte socialista. Uomo equilibrato,sereno, benefico, raccolse intorno asé larghe simpatie, anche fuori del-l’ambito del suo partito.

BIANCHI CARLO ANTONIO (dettoBianchetti, sec. XVIII) - Seguace della

scuola romana, dipinse parecchiquadri per le chiese di Pavia. Suoiquadri a San Luca, San Giorgio enelle chiese demolite di San Tomma-so e di Sant’Agata.

BIANCHI PAOLO (1715-96) - Sacerdo-te, curato di Samperone, condan-nato a morte il 2 giugno 1796 dalleautorità militari della repubblicafrancese perché ritenuto capo deiribelli insorti nelle parrocchie di Bina-sco, Casorate, Trivolzio, Samperone e

Pavia, fu fucilato il 4 giugno sullastradale Bereguardo-Pavia.

BIANCHI TOMMASO (1804-34) - Sa-cerdote, vice rettore del CollegioGhislieri, amico di Defendente Sacchie di altri giovani sospetti di libe-ralismo, arrestato dalla polizia austria-

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ca, tradotto a Milano e imprigionatonelle carceri di Santa Margherita, vimorì il 30 giugno 1834.

BIANCHI VINCENZO (1823-49) - Pave-se, orefice, accorso con altri concit-tadini alla difesa di Brescia insorta,fatto prigioniero dagli austriaci fufucilato il 10 luglio 1849.

BIGARELLI AGOSTINO E BALDASSARRE(sec. XV) - Pavesi, fratelli, intagliatori,

della scuola pavese di Baldino deSurso.

BIGARELLI GIOVANNI PIETRO (sec. XV)- Pittore pavese, citato in alcuni do-cumenti del 1491.

BIGLIA GIOVANNI BATTISTA (sec. XVII)- Vescovo di Pavia. In occasionedella sua nomina, avvenuta il 7 giu-gno 1609, incominciò ad essere of-ficiata la nuova Cattedrale.

BIGNAMI GIUSEPPE (1799-1873) -Detto “Bep Bignam”, tipografo, poe-ta vernacolare, interprete fedele delsentimento popolare. Molti dei suoicomponimenti sono degni di esserericordati.

BIGNAMI GIUSEPPE (1894-1942) -Medico, libero docente, fu direttoredell’Istituto di radiologia della nostraUniversità, del quale curò lo sviluppoe il potenziamento. Durante lagrande guerra del 1915-18 fu medico

del battaglione alpino Val Cismon,meritandosi una decorazione al valor militare.

BIGONI BASSANO ANTONIO FILIPPO(1721-95) - Nato a Lodi, avvocato, fuchiamato da Maria Teresa allacattedra di giurisprudenza forense

istituita presso le Scuole Palatine diMilano e due anni dopo, nel 1772,promosso alla cattedra della nostraUniversità. In molti scritti egli trattò,servendosi di un elegante stile latino,del diritto romano: insegnò nel nostroAteneo per 23 anni.

BILIA GIOVANNI BATTISTA - v. Biglia. 

BILIA GIOVANOLO (sec. XV) - Castel-lano di Pavia ebbe in consegna nel

1426, con Giovannino Calcaterra, daAgostino Schiafinati e da Lorenzo DeRegis il catalogo della biblioteca deiVisconti, che ora si trova nellabiblioteca di Brera a Milano: erano985 volumi, e di tutti era detta l’ope-ra, la forma, la legatura. Una copia diquesto catalogo, del 1796, presso lanostra biblioteca, è quanto resta anoi di quella preziosa libreria in partetrasportata in Francia, nel 1499, daLuigi XII e in parte saccheggiata da

altri principi italiani. I suoi sono dispersiin varie librerie: parecchi codici li hal’Ambrosiana di Milano come ilfamoso Virgilio di Petrarca, preziosoperché reca molte annotazioniautografe, specialmente intorno aMadonna Laura.

BILLIA ANTONIO (1807-73) - Avvocato,giornalista, patriota, deputato alParlamento per il Collegio di Corteo-lona.

BINASCHI FILIPPO (1503-76) - Poeta,letterato, fu tra i fondatori dell’Ac-cademia degli Affidati. Fu imprigio-nato dai Francesi, per averne satiriz-zato il regime, e perse la vista incarcere.

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BISCOSSI SIBILLINA (Beata, 1297-1367)- Divenuta cieca a 12 anni, si fecereligiosa domenicana. È sepolta nelDuomo.

BIZZONI ACHILLE (1841-1904) - Gior-nalista, patriota, soldato volontariocon Garibaldi in Italia e in Francia:fondatore del “Gazzettino Rosa”,scrittore di romanzi, tra i quali:L’autopsia di un amore, Antonio, Unmatrimonio dietro le scene, ecc.

BOEZIO ANICIO MANLIO TORQUATOSEVERINO (Santo, 475-525) - Uomogrande per ingegno e sentimentopatriottico, illustre filosofo e scrittore,trucidato per ordine del re Teodorico,ariano, nel 525, nell’Agro Calvenzanodella nostra città. Autore dell’operaDe Consolatione Philosophiae, dellaquale si fecero traduzioni in tutte lelingue. La sa]ma del grande filosofo,condannato a morte per aver difeso

il senatore Albino accusato dicongiura, riposa venerata nellaBasilica di San Pietro in Ciel d’Oro.

BOLDONI SIGISMONDO (1597-1630) -Professore di filosofia nella nostraUniversità, colpito da peste morì aPavia il 3 luglio 1630.

BOLOGNINI MATTEO (sec. XV) -Conte, castellano di Pavia. nel 1447 sidichiarò per gli Sforza e fu loro validofautore.

BONAGIUNTA GIULIO (sec. XVI) - DiSan Genesio, presso la nostra città, fuun apprezzato compositore di musi-ca della scuola veneziana.

BONAVINO CRISTOFORO (“AusonioFranchi”, 1821-95) - Sacerdote, filo-sofo razionalista, insegnò nella nostra

Unirersità. Nel 1889 ripudiò quantoaveva scritto e insegnato e rientrònel grembo della Chiesa. Morì aGenova.

BONGO BARTOLOMEO (sec. XVI) - Fuprofessore e rettore della nostraUniversità. Durante il suo rettoratoavvenne, il 29 giugno 1553, un tu-multo nella chiesa del Carmine, pro-tagonisti due studenti dell’Ateneo.Mentre si svolgeva la messa solenne,il figlio del Prefetto del Castello diMilano, spagnolo, studenteall’Università, aggredì il nobile pa-vese Prospero Speciani, figlio delsenatore Giovanni Battista, anch’eglistudente all’Università, accusandolodi non essersi scostato per lasciarglilibera la visuale dell’altare. A spadasguainata lo spagnolo assalì ilgiovane Speciani; questi si difese e lafolla si intromise minacciosa,parteggiando per l’italiano. Poiché la

cosa minacciava di avere altroseguito in città, il professore Bongosospese le lezioni e, dando relazionedell’accaduto all’autorità, mettendoin rilievo la condotta provocatoriadello spagnolo e le ottime qualitàdello Speciani, chiese il bando per ilprimo, che venne immediatamenteeffettuato. Il fatto è diffusamentenarrato negli  Acta Varia della nostraUniversità, con postille del prof. G.Parodi, stampati nel luglio 1553.

BONESCHI PASQUALE (1765-1828) -Agricoltore, fittabile dell’OspedaleSan Matteo, rivoluzionario, cospira-tore della minoranza giacobina cheaccolse favorevolmente i Francesi il14 maggio 1796. Fu socio del famosoCircolo Costituzionale, del quale fe-cero parte Teodoro Barbieri, eco-

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nomo dell’Ospedale San Matteo, gliavvocati Leopoldo Beccaria, Gioac-chino Cazzani, Angelo Trolli, CarloLunghi, il pizzicagnolo Lorenzo Ricci,l’orefice G. A. Rusconi, il medico Pie-tro Dell’U, i professori universitariBarletti, Alpruni e Fontana, l’ing. PioMagenta, vari alunni del CollegioNazionale (Ghislieri). Il 30 aprile 1799la dominazione francese scomparivadalla Lombardia per cedere il passo

a quella degli austro-russi, i qualiperseguitarono quanti si eranopoliticamente compromessi neltriennio repubblicano. Il Boneschi riu-scì a sottrarsi alla cattura rifugiandosia Genova, ove rimase sino al ritornodei francesi a Pavia.

BONESCHI PIETRO (1789-1844) - Figliodel precedente, medico, patriota,cospiratore, morì esule a Parigi nel1844.

BONETTA CARLO (1802-70) - Nobile,dottore, fu un appassionato studiosoe cultore delle patrie storie e dellanumismatica. Occupò numerose ca-riche cittadine; beneficò gli Asili, il PioAlbergo Pertusati, l’Orfanotrofio, laCasa d’Industria: legò al Comune lasua biblioteca e il suo medagliereche fanno ora parte del Civico Mu-seo. A lui è intitolata la BibliotecaCivica di Pavia.

BONINO DA CAMPIONE (sec. XIV-XV)

- Scultore di epoca gotica, è ritenutouno degli artefici dell’Arca diSant’Agostino (1362), conservatanella Basilica di San Pietro in cield’oro.

BONNIVET J. (sec. XV - m. 1525) -Gentiluomo di corte di Francesco I re

di Francia e generale, amante dellamilanese Clarice Visconti. Fu uno deipochi consiglieri del re che sostenne-ro la necessità di accettare la bat-taglia di Pavia il 24 febbraio 1525,contro il parere del vecchio mare-sciallo Chabanes, di Lautrec, Louisd’Ars, Sanseverino, Trimouille, Ge-nouillac ed altri, i quali proponevanodi levare il campo e di evitare loscontro. Il Bonnivet, da perfetto corti-

giano che assecondava sempre il re,consigliò invece la battaglia, ri-cordando le parole del re, cheavrebbe preso Pavia o vi sarebbeperito. Fu ritenuto la causa principaledell’imprudente decisione. Rimase vi-cino a Francesco I sino alla morte.Quando si vide senza speranza, alzòla visiera e scoprì la gola per essereucciso. Con altri caduti, fu sepoltodalla pietà dei pavesi nella chiesa diSanta Maria in Pertica.

BONOMI BARTOLOMEO (sec. XV - m.1514) - Pittore pavese, dipinse per lachiesa di San Francesco un quadrocon l’omonimo santo e una tavolacon la Vergine, il Bambino e dueSanti, oggi conservata nel Museo delLouvre, firmata «Opus BartholomeiBonomi Civis Papiensis 1507».

BORDA ANDREA (1765-1835) - Fratedomenicano, pavese, fu cultoredella lingua latina e valente epigra-fista. Visse a Roma, a Milano, a

Como. Morì a Milano, nel conventodelle Grazie.

BORDA SIRO (1761-1824) - Medicopavese, allievo dei professori Tissot eFrank, fu nominato ripetitore di ma-teria medica alla nostra Università,presso la quale si era brillantemente

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laureato. Fu alunno del CollegioGhislieri. Fece parte della Municipa-lità eletta dal commissario della re-pubblica francese nel 1796 e incari-cato della liquidazione del “MontePrestiti”, che era stato saccheggiatoil 25 maggio dello stesso anno. Fumedico primario all’ospedale di SanMatteo e, nel 1800, nominato allacattedra.

BORDONI ANTONIO (1788-1860) -Nato a Mezzana Corti, si laureò a 18anni in matematica. A 19 anni funominato insegnante di matematicanella Scuola Militare. A 29 professorepresso la nostra Università. Celebrematematico. A lui è intitolato l’IstitutoTecnico Commerciale di Pavia, fon-dato nel 1861.

BORDONI LUIGI (1810-81) - Appas-sionato cultore di storia pavese, ca-nonico decano della Cattedrale,

protettore del Seminario, membrodella Curia, delegato per la custodiadelle Sante Reliquie, fece parte dellaSocietà per la conservazione dei mo-numenti dell’arte cristiana.

BORETTI GIOVANNI (1842-95) - Pave-se, maggiore di fanteria, il 25 Agosto1885, in Eritrea, a Saati, fu attaccatodagli Abissini, li respinse per tre volte,e la notte sul 27 successivo riuscì adisimpegnarsi e a ritirarsi coi suoi sol-dati su una linea arretrata.

BORGOGNONI ROMEO (Ravenna,1875 - Pavia, 1944) - Si traferì a Paviamolto giovane e studiò alla CivicaScuola di Pittura, allievo del Sara edel Michis. A sua volta, insegnò per molti anni nella medesima scuola.Espose nelle maggiori città italiane.

Un suo pastello è conservato nellaGalleria d’Arte Moderna di Milano.

BORROMEO CARLO (Santo, 1538-84) -Arcivescovo di Milano, fondatore delCollegio Borromeo della nostra città;teologo insigne; prelato eminenteper purezza di costumi e severitànell’osservanza della disciplinaecclesiastica. Figlio del conte Gibertoe della marchesa Margherita deMedici, sorella di Papa Pio IV, fustudente nella nostra Università e silaureò in legge nel 1559.

BORROMEO FEDERICO (1564-1631) -Cardinale, figlio del conte Giulio Ce-sare, arcivescovo di Milano dal 1595,fu il primo alunno del CollegioBorromeo (1580) e ne prescrisse poi lacostituzione e le regole; animaardente e pura, era cugino di SanCarlo. Alessandro Manzoni ne pose inluce la nobilissima figura ne I promessi

 sposi. BORROMEO GIACOMO (1118-1453) -Vescovo di Pavia, eletto nel 1416, il29 giugno 1449 pose la prima pietradella fabbrica dell’Ospedale SanMatteo, inaugurato il 25 giugno 1456.L’ospedale venne, in gran parterifabbricato nel 1774. I lavori furonocompiuti nel 1783.

BORRONI PAOLO (Voghera, 1744-1819) - Pittore, studiò a Milano, aParma e a Roma. Sue opere si con-servano a Milano, Voghera, Broni,Piacenza, Tortona, Valenza e in altrecittà. a Sant’Alberto di Butrio è unasua Sacra Famiglia, eseguita in stilecorreggesco. Nel Municipio di Chi-gnolo Po, un suo ritratto di Napoleo-

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ne I, da lui offerto alla MarchesaBotta (v. Arconati).

BORSIERI GIOVANNI BATTISTA (1725-85) - Fu il fondatore della Scuolamedica pratica pavese, iniziando,nel 1773, la Clinica medica con localiadatti per uomini e donne, guidandoi suoi allievi allo studio attento econtinuo dell’infermo.

BORZINI PIO (1848-1908) - Pavese,

generale dell’esercito italiano.

BOSISIO GIOVANNI (1791-1870) -Prevosto della Cattedrale, teologo,storico, letterato, pubblicò lavoripregevolissimi di carattere storico;fautore delle arti belle, benefattore.In una sua pubblicazione addussevari argomenti per stabilire che l’A-nonimo Ticinese era il pavese Gio-vanni Mangano, canonico di Valen-za, nella diocesi di Pavia addetto alservizio della Corte pontificia di Avi-gnone, tra il 1327 e il 1330. La tesi delcanonico Bosisio venne smentitadalla scoperta del prof. FaustinoGianani, avvenuta nel 1927, dallaquale è inequivocabilmente risultatoche l’Anonimo Ticinese fu il preteOpicino De Canistris, lomellino, pureaddetto in quel tempo alla Corte diAvignone.

BOSSI CARLO (1823-71) - Patriota,cospiratore, combattente, colon-nello. Nel 1848 disertore dell’esercitoaustriaco, combatté nella compa-gnia dei volontari pavesi a Somma-campagna; nel 1855-56 fece partedel corpo di spedizione in Oriente ecombatté alla Cernaia in Crimea; nel1859 alla battaglia di Palestroguadagnò un’altra medaglia d’ar-

gento; nel 1866, dispensato dai servizidell’esercito, partecipò allacampagna con Garibaldi; nel 1867andò a Roma, combatté a Mentana;nel 1870 raggiunse Garibaldi inFrancia e morì nell’ospedale diChalon.

BOSSI GIROLAMO (1588-1646) - Pro-fessore di eloquenza alla nostra Uni-versità e alle Scuole Palatine di Mi-lano, lasciò numerose pubblicazionicon importanti notizie per la Storia diPavia.

BOSSI (DE) LAURA (sec. XV) - Monacadel convento di Santa Maria in Gio-safat in Pavia, fu calligrafa e minia-trice. Firmava «Laura de Bossiis pa-piensis». Lavorò intorno al 1485. Nel-l’archivio capitolare di Fiorenzuolad’Arda si conserva una Vita di SanFiorenzo, da lei miniata, datata 30aprile 1485, e a Cremona un suo

codice miniato del Super VI librosDecretalium, con la data 1488.

BOSSOLARO BARTOLOMEO (1310-89) -Pavese, eletto vescovo di Ischia nel1359; fratello di frate Jacopo: fu se-polto nella chiesa di San Domenicodi quella città, oggi scomparsa.

BOSSOLARO JACOPO (sec. XIV) -Nacque a Pavia nella prima metàdel 1300 (1320?); entrò giovanettonell’Ordine dei Padri Agostiniani, di-venne valente teologo e oratore effi-cacissimo; guidò i pavesi contro latirannide di Barnabò e GaleazzoVisconti; fu per 14 anni prigioniero inun convento di Vercelli, dovendoscontare la condanna al carcereperpetuo inflittagli dai Visconti nel1359, alla capitolazione della nostra

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città. Liberato tra il 7 gennaio e il 28marzo 1373, in seguito alla ribellionedi Vercelli ai signori lombardi e allaguerra iniziata contro i Visconti dalPapa Gregorio XI, dalla regina Gio-vanna di Napoli, dal conte Amedeodi Savoia e dal marchese di Monfer-rato, coll’aiuto delle milizie napole-tane potè raggiungere il fratello Bar-tolomeo a Ischia, nel regno di Napoli:ivi morl nel 1380 e fu sepolto nella

chiesa del convento di San Dome-nico d’Ischia, chiesa che oggi piùnon esiste: dei sepolcri di Bartolomeoe di Jacopo Bossolaro, di cui parla inuna sua memoria il prof. GiacintoRomano, non resta più traccia.

BOTTA ADORNO ALESSANDRO (sec.XVIII) -Marchese e letterato, primo-genito del Marchese Luigi Botta edella nobildonna genovese Madda-lena Adorno. Primo marchese dellafamiglia, si sposò due volte: con Isa-

bella del Carretto, che morì nel 1637senza prole, e nel 1639 con Madda-lena Squarciafico. Nel 1663 Alessan-dro cedette il feudo al fratello Gia-como, che si segnalò per valore al-l’assedio di Pavia (1665) e morì senzafigli.

BOTTA ADORNO ANTONIOTTO (1688-1774) - Iniziò giovanissimo la carrieramilitare, sulle orme del fratello Gio-vanni Battista. Nel 1711 partì per lacorte di Lisbona. Tre anni dopo era

capitano nel reggimento Odojer. Sidistinse durante la battaglia d’Un-gheria contro l’impero turco e du-rante l’assedio di Vienna del 1717, in-sieme al fratello Giovanni Battista,sotto le bandiere del principe Euge-nio di Savoja. A Belgrado fu pro-mosso, per il suo valore, al grado di

tenente colonnello del reggimentoMarulli. Nel 1738 e nel 1739, ormaicinquantenne, fu ambasciatore allacorte imperiale russa, nel 1740 allacorte di Prussia. Antoniotto fece rico-struire la villa di Torre d’Isola e la corted’onore, che camuffa con unsapiente gioco di quinte l’ampiacorte rurale retrostante. La presenzadi tracce del palazzotto più antico (eforse della torre) obbligò l’architetto,

di cui non conosciamo il nome, a unasoluzione scenografica che coprissela reale asimmetria dell’impianto conun aspetto esterno regolare.Antoniotto divenne maresciallocomandante degli eserciti imperiali esostituì il principe di Liechtenstein alcomando supremo delle truppe au-stro-piemontesi. Il 19 agosto 1748sconfisse i Francesi e gli Spagnoli sullesponde del Tidone e subito dopooccupò Genova. Pose fine alla liberaRepubblica neutrale, con l’intento di

attaccare da lì direttamente il terri-torio francese. L’atteggiamento delletruppe piemontesi e austriache (cioè,in gran parte, lombarde) fu moltoduro. In particolare Antoniotto,nominato governatore della città,provocò con la sua arroganzal’insurrezione popolare rimastafamosa per il personaggio di Balilla.Memore dell’esilio e della condannaa morte inflitti a suo padre, ilmaresciallo imperiale intendeva

vendicarsi sulla popolazione geno-vese. Rimase famosa la frase chepronunciò al Doge, che si inginoc-chiava supplice ai suoi piedi: «AiGenovesi non lascerò altro che gliocchi per piangere». L’insurrezioneiniziò il 5 dicembre 1746 e in poco più

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di un mese conseguì l’obiettivo discacciare gli austriaci.Antoniotto riprese la carriera diplo-matica e nel 1762 partì come amba-sciatore presso l’imperatrice Caterinadi Russia. Nel 1765 fu nominatoreggente del Granducato di To-scana, rimasto vacante dopo lamorte dell’imperatore FrancescoStefano. L’anno dopo si ritirò nuo-vamente a Torre d’Isola. Morì all’età

di 88 anni, senza essersi mai sposato esenza figli. Si sostiene che il suofantasma vaghi tuttora spesso inun’ala della villa di Torre d’Isola, ovesi trovava l’antica torre e ove si puòanche supporre che egli abbia potu-to nascondere il tesoro della Re-pubblica di Genova.

BOTTA ADORNO ANTONIOTTO (1773-1845) - Nipote del precedente, abitòa Torre d’Isola ed è sepolto nelpiccolo mausoleo di fianco alla

chiesa. Era fratello di Luigi, l’ultimoerede maschio dei Botta Adorno, chevisse all’epoca della Rivoluzionefrancese e fu per qualche tempoprivato del titolo nobiliare. Entrambierano pronipoti di Alessandro, fratellodel primo Antoniotto di cui abbiamoparlato. Come in tante altre famiglie,i nomi si ripetevano da unagenerazione all’altra. Anche il se-condo Antoniotto fu cavaliere diMalta, e inoltre consigliere intimo eciambellano dell’imperatore, mag-giore e deputato alla Congregazionecentrale delle province lombarde.Ricevette in usufrutto i beni dei BottaAdorno nel 1827, per contodell’ultima erede della famiglia, lanipote Clementina, sposata dal 1819

con il marchese Francesco CusaniVisconti.

BOTTA ADORNO SCHIAVUZZI CLARA(Trieste, 1765 - Torre d’Isola 1851) - Lanobildonna Clara Schiavuzzi si sposò,giovanissima, col barone FilippoBrentano Cimaroli e ne ebbe tre figli:Giuseppe, nato nel 1802 e morto a 19anni, Rosa e Anna. Quest’ultima,nata nel 1807, andata sposa al conteNicola Pellegrini, morì all’età di 37anni, prima della madre. ClaraSchiavuzzi rimase vedova ancor giovane, si risposò con AntoniottoBotta Adorno e venne a vivere aTorre d’Isola, con i figli avuti in primenozze. Qui nella villa teneva unsalotto letterario, molto apprezzatodalla nobiltà cittadina. Fra i suoi ospitiricordiamo il Foscolo, di cui fu caraamica. Lo storico Defendente Sacchiricordava il salotto scientifico-letterario della marchesa Clara, al

quale, nella stagione della villeggia-tura, convenivano a piedi, da Pavia, ipiù illustri professori dell’Università,sedotti dalla quiete del luogo e dallegeniali conversazioni guidate dalladonna gentile. I più assidui frequenta-tori erano l’abate Tommaso Bianchi,che poi morì martire della libertàitaliana, e il professor PietroConfigliacchi, discepolo e successoredi Alessandro Volta nella cattedra diFisica. Clara Schiavuzzi fu sepoltaaccanto al secondo marito e ai figliGiuseppe e Anna, nel piccolomausoleo accanto alla chiesa par-rocchiale di Torre d’Isola. 

BOTTA BARTOLOMEO (sec. XVI) - Ca-nonico, letterato, latinista, poeta, au-tore del poema Davidiade, chenarra la vita del re Davide.

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BOTTA BERGONZO (1454-1504) - Lafamiglia Botta era originaria di Cre-mona. Quando Giovanni, che eramaestro delle entrate della città edello stato di Milano (una specie diministro delle finanze), morì nel 1484, ilfiglio Bergonzo, allora trentenne, neereditò tutti i possedimenti. Più tardiassunse anche il medesimo incaricopubblico del padre e divenne assairapidamente uno dei cortigianifavoriti di Lodovico il Moro. Bergonzoconobbe e fu legato da amicizia adartisti come Leonardo e Bramante.Rimasto vedovo nel 1489 dellagenovese Marietta Spinola, si sposòtre anni dopo con Daria, figlia diBaldassarre Pusterla, e si imparentòcosì con una delle famiglie più intimedel Moro e degli Sforza. Non esitò tut-tavia, alla caduta di Lodovico ilMoro, a passare dalla parte deivincitori, per conservare il proprio

rango di magistrato. Strinse alloralegami familiari con i più importantioppositori degli Sforza e diede inmoglie la propria figlia Apollonia alconte Filippo Borromeo. Bergonzopossedette numerosi feudi e grandiricchezze, tanto da essere conside-rato uno dei più ricchi uomini di tuttolo Stato di Milano e forse di tutta Ita-lia. Già suo padre Giovanni, proprie-tario di terre a Tortona, aveva am-pliato i propri domini nel 1465, com-prando un’ampia tenuta nella zonadi Branduzzo. Bergonzo continuò aespandere le proprietà in Oltrepò,con Monteferradello, Stefanago,Rocca Susella, Fortunago, Sale, Ca-stelnovetto, Valce e Calcababbio(l’attuale Lungavilla). Fra le altre suetenute possiamo elencarne solo al-

cune, nelle zone di Limido, Breme,Valle Lomellina, Bordignana Lomel-lina, Casteggio, Montebello, Franca-rana. Nella zona della CampagnaPavese, Bergonzo comprò nel 1493dai monaci del Santo Sepolcro laconcessione di Torre d’Isola e subitochiese al Duca l’autorizzazione aprelevare le acque del NaviglioGrande e di quello di Bereguardo per irrigare quelle terre che i monaci

avevano dissodato, ma che man-cavano ancora di una buona rete diirrigazione. Il capolavoro realizzato daBergonzo consistette però nellarettifica del corso del Po, con tre“tagli” praticati attraverso il collo dialtrettanti meandri, che minaccia-vano l’integrità del suo feudo nellazona tra Sommo e Branduzzo. Il nobileBotta ricorse all’insegnamento del piùgrande genio di idraulica (e di altretecniche) che la nostra storia ricordi:Leonardo da Vinci. Nel 1490

Leonardo venne a Pavia per unaconsulenza tecnica relativa al pro-getto del Duomo. Conosceva giàBergonzo e non è escluso che ilnobile Botta abbia approfittato del-l’occasione.

BOTTA LUIGI (sec. XVI - m. 1613) -Sposò Maddalena Adorno nel 1598.Poiché ella era l’ultima erede dellaricca famiglia genovese e portò consé l’intera eredità, i due casati con-giunsero nomi e stemmi nel nuovonome di famiglia Botta Adorno.

BOTTIGELLA BONIFACIO (1326-1404) -Fu priore del convento di San Pietro inciel d’oro e insegnò teologia al-l’Università (1373-91). Dal 1392 fuvescovo di Lodi. Morì a Pavia e fusepolto a San Pietro in ciel d’oro.

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BOTTIGELLA GIOVANNI MATTEO (sec.XVI) - Ministro di Francesco Sforza,ebbe in dono nel 1452 il castello e ilfeudo di Calvignano.

BOTTIGELLA GUALTIERO (sec. XIII-XIV) -Canonico della Cattedrale, resse laDiocesi di Pavia come Vicario Capi-tolare e nel 1319 fu prevosto com-mendatario di Santa Maria Maggioredi Lomello.

BOZZOLO FRANCESCO (sec. XVI) -Oratore del Consiglio generale delComune di Pavia, nel 1591 assistettela Commissione composta da Anto-nio Cani, Cesare Lonato, GaleazzoBeccaria e Antonio Rovescalla, in-caricata di provvedere perché l’or-dine di Filippo II di espulsione degliebrei dal ducato di Milano, e parti-colarmente dalla città di Pavia, fosseprontamente eseguito: per vari annicondusse le pratiche a questo scopo,raggiunto solo nel 1597 perchél’espulsione era vincolata al saldo deldebito che la Regia Camera avevaverso gli ebrei: tale debito, di 32.000scudi, non poteva essere pagato per mancanza di fondi e Filippo lI, condecreto 12 dicembre 1592, obbligòtutte le città a restituire esse agliebrei, invece della Camera, i 32.000scudi: di questa somma le città delDucato sarebbero state rimborsateentro tre anni, sull’imposta del

“mensuale”. Il magistrato ordinariodeliberò, invece, che non tutte lecittà dovessero contribuire a restituirela somma ma solo quelle in cuiabitavano ebrei e cioè Cremona,Pavia, Lodi, Alessandria. Questadeliberazione suscitò vive proteste efra memoriali, ricorsi, ordini, decreti,

grida si giunse al pagamento, daparte di Pavia, della sua parte didebito; in seguito anche le altre cittàpagarono: la Camera Ducaleriscosse il danaro e da Pavia gli ebreiuscirono il 16 luglio 1597: gli stessiebrei, con speciali privilegi,rientravano in Pavia nel 1633.

BRACHET ANTONIO (sec. XV) - Stu-dente ultramontano della nostraUniversità, appartenente a una delleprincipali famiglie dell’Orleans, morìnella nostra città e fu sepolto nellachiesa di San Francesco. Il suo mo-numento funebre, opera di Ambrogioda Massara, fu trasportato nel sec.XIX in un cortile dell’Università.

BRAMANTE DONATO (1414-1511) - DiFermignano, presso Urbino, fu celebrearchitetto, pittore e poeta: per 27anni dimorò a Milano e diedel’impronta del suo genio a parecchi

edifici della nostra città: modificò(1488) il disegno della Cattedralepredisposto dall’architetto paveseCristoforo Rocchi e diresse la costru-zione di alcune parti del grandiosotempio. Al Bramante si deve quel ca-polavoro che è la chiesa di SantaMaria di Canepanova, il cui disegnooriginale, di pugno del grande artista,è conservato a Santa Barbara inMilano. A partire dal 1507 la costru-zione, interrotta, fu ripresa dall’Ama-deo, che la portò a compimento.

Sono attribuiti al Bramante il palazzoBottigella di corso Cavour, l’oratoriodel monastero della Pusterla, ecc.

BRANDA CASTIGLIONI (1350-1443) -Cardinale, celebre diplomatico, silaureò in legge all’Università di Pavia.Fu inviato a Roma dalla nostra città,

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in ambasceria a Papa Bonifacio IX,per ottenere le Bolle di confermadello Studio universitario stabilito nel1361 dall’imperatore Carlo IV su ri-chiesta di Galeazzo II Visconti. Fondòil collegio univesitario Castiglioni(1429-1437).

BREVENTANO STEFANO (1501-72) -Storico pavese, fu bidello dell’Ac-cademia degli Affidati. Sua madreera figlia d’un Messer CristoforoReina, cognominato Spinolo, che fuper trent’anni capitano del ParcoDucale, come lo stesso Breventanoriferisce, sotto il dominio di Francesco,Galeazzo, e Ludovico Sforza. Scrissela Istoria della antichità, nobiltà, etdelle cose notabili della città diPavia, che fu pubblicata due anniprima della sua morte dalla tipogra-fia di Girolamo Bartoli, presso SanPietro in Ciel d’Oro. Scrisse altri lavori,sui venti, il terremoto e le comete.

BRICCO EMILIO (1800-58) - Professoredi veterinaria, filoaustriaco, fupugnalato al ventre lungo la StradaNuova mentre passeggiava con lasignora Rossi, moglie del commissariodi polizia.

BRIOSCHI FRANCESCO (Milano, 1824-97) - celebre matematico, fu profes-sore all’Università. Nel 1866 fondòl’Istituto Tecnico Superiore di Milano.

BRUGNATELLI GASPARE (1795-1852) -figlio del celebre professore di chi-mica Luigi Valentino, fisico, chimico,matematico, astronomo. Nel 1816tenne, giovanissimo, la cattedra dichimica alla Università, e dal 1820quella di storia naturale: numerose lesue pubblicazioni. Compì un lungo

viaggio scientifico in Germania, Po-lonia e Ungheria.

BRUGNATELLI LUIGI VALENTINO (1761-1818) - Medico, chimico, rese cele-bre colle sue scoperte il nome dellanostra Università. Fu il fondatore del-l’elettro-chimica e lo scopritore dellagalvanoplastica.

BRUGNATELLI TULLIO (1825-1906) -Figlio di Gaspare, per 41 anni pro-

fessore di chimica generale alla no-stra Università, preside di facoltà, ret-tore dell’Ateneo, patriota. Fu conGuglielmo Pepe alla difesa di Ve-nezia nel 1848.

BRUGNOLI FRANCESCO (sec. XVI) -Pavese, dal 1594 al 1596 fu membrodel Consiglio d’Italia presso la Cortedi Madrid.

BRUNACCI VINCENZO (1768-1818) -Insigne matematico, insegnò nella

nostra Università della quale fu ancherettore. Il teschio del prof. Brunacci,esumato più tardi e collocato nelgabinetto di anatomia dell’Università,servì a Bartolomeo Panizza per delineare l’organografia cerebrale.

BRUSAIOLI LUIGI (1896-1944) - Pavese,impiegato presso la ditta Cipolla, diardente fede repubblicana, feceparte del Comitato clandestino di li-berazione. Caduto nelle mani dellapolizia, dopo breve permanenza

nelle carceri di Pavia e di Milano, fuinviato in Glermania nel campo diFlossemburg, ove morì.

BRUSOTTI FERDINANDO (1839-1909) -Nato a Rosasco in Lomellina, laureatoin Ingegneria e Fisica al Politecnico diTorino, professore a Roma, Pavia e

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Torino, ideò, costruì, accese ebrevettò una lampadina elettrica aincandescenza (il 18 novembre 1877,due anni prima che fosse proclamatala scoperta di Edison). Egli tuttavianon pensò mai a sfruttare il propriobrevetto.

BURESCH GINO (1901-34) - Pittorepavese, studiò alla Civica Scuola diPittura con Kienerk e Borgognoni eall’Accademia di Brera con Palanti.

BURZIO ALESSANDRO (1815-85) - Stu-diò musica sotto la guida del maestropavese Felice Moretti e fu nominatomaestro di cappella della Cattedraledi Pavia nell’agosto del 1857.Pregiato organista della Chiesa delCarmine. Autore di numerosecomposizioni di carattere liturgico(Messa solenne, Salmi, Credo) e dialtre di carattere profano comeromanze, sinfonie ecc.

BUZIO PACIFICO (1943-1902) - Pittorepavese, studiò alla Civica Scuola diPittura con il Trecourt. Eccellente di-segnatore, si dedicò anche alla mi-niatura ed eseguì pregevoli ritratti.

C

CACCIA GIOVANNI (sec. XV) - Pa-vese, castellano di Pavia, si adoperòper l’ascesa al potere degli Sforzadopo la morte del duca Filippo MariaVisconti. Agnese del Majno, amantedi Filippo Maria e madre di BiancaMaria, promise come compenso allafamiglia Caccia 1500 ducati ed unacasa “onorevole”. I figli Giacomo edAzzone chiesero poi, anche a nomedegli altri fratelli, i diritti feudali sullaValsesia e su Borgomanero.

CACCIA GIOVANNI FRANCESCO (sec.XVII) - Patrizio di Novara, nel 1622volle la fondazione in Pavia dell’omo-nimo collegio universitario, col lascitodi tutti i suoi beni. Il collegio ebbe

sede in Piazza Castello e fu attivo dal1719 al 1820.

CACCIA GUGLIELMO (detto il Mon-calvo, 1568-1625) - Pittore nato aNovara, divenne cittadino pavesenel 1619; nel 1621 lavorò alla chiesadel Carmine. Si conservano sueopere, oltrre che al Carmine, a Ca-nepanova, a S. Filippo e Giacomo, aSan Michele, alla Sacra Famiglia.

CALCAGNO GIROLAMO (sec. XVI) -

Prevosto della Collegiata della San-tissima Trinità di Pavia, autore di unCodice d’historia della città di Pavia, scritto verso l’anno 1583, d’ordine delCardinale Ippolito Rossi, vescovodella nostra città.

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CALCO GIACOMO (sec. XVI) - Pave-se, carmelitano, filosofo, teologo dialta fama, morì a Pavia nel 1533.

CAIROLI (Famiglia) - La celebre ederoica famiglia fu composta daCARLO (1776-1849), chirurgo, allievodi Scarpa, direttore della Facoltàmedico-chirurgica dell’Università,che fu anche sindaco di Pavia nel1848; dalla contessa ADELAIDE BONO(1806-71) di lui moglie, e dai figli:BENEDETTO (1825-89), valorososoldato e patriota, ferito a Napoli nel1878 per difendere re Umberto I daicolpi di un attentatore, presidentedel Consiglio dei ministri, cavalieredell’Annunziata, morto a Capodi-monte; ERNESTO (1833-59), morto allabattaglia di Varese; LUIGI (1838-60),morto di ferita e di tifo a Napoli;ENRICO (1840-1867) ucciso dai soldatipontifici a Villa Glori; GIOVANNI(1841-69), ferito a Villa Glori, morto a

Belgirate.CALLERI GIOVANNA (1875-1946) -Piemontese, si trasferì in giovane etàa Pavia, ove insegnò Disegno. Autricedi molti disegni a penna con vedutedella vecchia città, molto apprezzatie ampiamente riprodotti.

CALVI ANDREA E FRANCESCO (sec.XVI) - Librai pavesi che per primi, sindal 1519, divulgarono gli scritti di Lu-tero in Lombardia.

CALVI ANTONIO (sec. XVI) - Libraiopavese, secondo alcuni storici tra-dusse e divulgò, sotto vari pseudo-nimi, tra gli studenti dell’Università diPavia i libri di Lutero, Melantone,Zwingli, Bucero e di altri autori prote-stanti. Per effetto delle sue pubbli-

cazioni e della presenza di molti stu-denti oltremontani iniziarono a dif-fondersi le idee della Riforma prote-stante nell’ambiente universitario, maben presto vennero soffocate.

CALVI CARLO (sec. XVIII) - Domeni-cano, fu professore di Diritto cano-nico all’Università.

CALVI FRANCESCO (v. Antonio, sec.XVI) - Libraio, amico di Erasmo da

Rotterdam, fu il primo a distribuire inItalia, già nel 1519, gli scritti dei padridella Riforma protestante, Lutero eMelantone.

CALVIO MICHELE E MAROZZO B. (sec.XVIII) - Fittabili assai ricchi, passanoalla cronaca per aver acquistato, nel1768, i beni del soppresso monasterodi Santa Maria in Giosafat, detto il“Monastero Nuovo”, delle monacheRocchettine, cosi chiamate perchéerano vestite di bianco col rocchettonero. Le monache trovarono asilo inaltri chiostri della città, a Milano e aGenova, il corpo di San Gunifortomartire, che era custodito nellachiesa del convento, fu trasportatonella chiesa di Santa Maria Gualtierie poi, quando questa fu soppressa,nella basilica di San Gervaso. Partedella chiesa di Santa Maria inGiosafat fu acquistata dal marcheseDel Majno e parte dal conte Busca,che provvidero alla demolizione per 

migliorare gli accessi alle loro case.CAMBIAGIO - v. Frassinelli Cambiagio

CAMPARI (sec. XVI) - Fu il cognome diuno dei primi professori di Astrologia,quando tale materia d’inse-

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gnamento fu introdotta nell’Ateneopavese.

CAMPARI CAMILLO (1758-1816) -Nato nella nostra città da modestafamiglia, portò a compimento glistudi con grave sacrificio. Versatis-simo nelle lettere latine e greche, silaureò in legge nella nostra Universitàe fu avvocato e letterato illustre. Nel1796 salvò la città dalla distruzione,ordinata da Napoleone Bonaparte,impedendo che il popolo, nella som-mossa del 23 maggio, siabbandonasse a maggiori atti diviolenza contro i francesi e più parti-colarmente contro il generale Hac-quin che era giunto in quel giorno aPavia. Tenne per un decennio la ca-rica di podestà; fu presidente dellaCongregazione di Carità, e, nel 1816,deputato di Pavia alla Con-gregazione Centrale.

CAMPEGGI ANNIBALE (1593-1630) -Giurista e letterato, distinto novellista,conquistò presto larga fama. Ancoragiovane fu aggregato al Collegio deiGiuristi e dei Giudici. A 26 anni fuchiamato all’Università ad insegnarepandette. Morì di peste a Bottanigo,presso Mestre, a soli 37 anni.

CAMPEGGI GIOVANNI (1405-75) -Nobile pavese, vescovo di Piacenza,morto improvvisamente a Pavia.

CANDIANI GIOVANNI AMBROGIO(sec. XVII) - Pavese, acquistò nel 1647da Scaramuzza-Visconti il feudo diCanneto Pavese (Montù de Gabbi).

CANE BONIFACIO (FACINO) (sec. XIV-XV) - Nato a Casale Monferrato,capitano di ventura al servizio dei Vi-

sconti, fu nel 1403 signore di Ales-sandria, Novara e Tortona; nel 1409 acapo dei genovesi insorti contro ifrancesi; nel 1410 governatore delloStato di Milano; morì il 16 maggio1412 in Pavia.

CANEPANOVA PIETRO III (Papa GIO-VANNI XIV, sec. X) - Vescovo di Paviadal 978 al 984, cancelliere dell’im-peratore Ottone II, ebbe da questiconfermata la donazione del feudodi Montalino (Stradella) già fatta daUgo e Lotario re d’Italia al prede-cessore. Pietro III, dottissimo, autore dimolti lavori, esempio di bontà e dicarità, fu assunto nel 985 al Pontifi-cato, col nome di Giovanni XIV.Dopo otto mesi e dieci giorni chereggeva la Chiesa, fu imprigionátodal partito dei Crescenzi e fatto mori-re di fame nei sotterranei di CastelSant’Angelo a Roma.

CANI MELCHIORRE (sec. XIV) - Fu ilfondatore, nel 1374, di un ospedaledetto dei “Tre Re Magi”, in contradadegli Incurabili, ora via Luino.

CANONICA (DELLA) AGOSTINO (sec.XIV) - Fu un apprezzato miniaturista.

CANTONI CARLO (1840-1906) - Filoso-fo, professore dell’Università, mentecritica di grande vigore, lasciò varieopere tra le quali una su EmanueleKant.

CAPELLI GIAN GIACOMO (sec. XVIII) -Editore dell’opera Flora Ticinensis delpadre Domenico Nocca e di G. B.Balbi, stampata nel 1816.

CAPELLI PASQUINO (sec. XIV) - Cre-monese, primo segretario del DucaGian Galeazzo Visconti, fu accusato

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di tradimento nel 1398, dopo lasconfitta subita dai Viscontei sotto ilSerraglio di Mantova. Fu avvoltonudo in una pelle di bue ancoracalda e murato nel muro del Castellodi Pavia per 20 giorni, sinché la pelle,disseccandosi, non lo stritolò. Il Ca-pelli risultò in seguito innocente deltradimento di cui era stato incolpato.

CAPPELLA SILVIO (1820-91) - Patriota,cospiratore, soldato volontario conGaribaldi nel 1859, ‘62, ‘64, ‘66; co-spirò con altri pavesi entro le mura diRoma per dar mano all’insurrezionedel 1867; fece la campagna dei Vo-sgi, in Francia (1870-71). fu consiglieree assessore del Comune.

CAPSONI GAETANO (1830-89) - Ra-gioniere, per lungo tempo presidentedella Congregazione di Carità e dialtre opere pie, appassionato cultoredella storia cittadina. Fra le altre sue

pubblicazioni, ricordiamol’interessante volume, edito nel 1876,Notizie riguardanti la città di Pavia,

 raccolte da un suo cittadino, in cuisono diligentemente registrati iprincipali avvenimenti ehe si svolseroa Pavia da prima dell’era volgaresino al 1872.

CAPSONI SIRO SEVERINO (1735-96) -Storico, dell’Ordine dei Domenicani.Fu ucciso mentre metteva fuori ilcapo da una finestra, colpito da una

palla di moschetto, il 25 maggio 1796,della cavalleria francese penetratain Pavia per domare la rivolta controBonaparte. A Bologna, ove insegna-va suo zio, Padre Giuseppe Capsoni,ottenne il grado di lettore: nel 1775 glifu conferito da Roma il grado dimaestro. Pubblicò varie opere tra le

quali: Memorie storiche della R. Cittàdi Pavia e suo territorio antico emoderno, rimasta incompleta. Fu ilbibliotecario dell’Ordine religioso cuiapparteneva.

CARCANO ANTONIO (sec. XV) - Fu ti-pografo in Pavia e pubblicò nume-rose opere di grande importanza evalore.

CARCANO GIOVANNI BATTISTA (1536-

1606) - Fu celebre anatomico, pro-fessore all’Università. Milanese di na-scita, morì a Milano.

CARDANO GIROLAMO (Pavia, 1501 -Roma, 1576) - Fu scienziato nel sensoumanista e più ampio del termine:medico, matematico (inventore delgiunto cardanico) e mago. Professo-re di medicina a Milano, Pavia eBologna, pubblicò testi di morale, dimedicina e di matematica. Nel 1554pubblicò l’importante commento alQuadripartito di Tolomeo, con cui in-tendeva rifondare l’astrologia. Inquest’opera egli osò cimentarsi nel-l’interpretazione del quadro natale diGesù Cristo (argomento che glisarebbe stato contestato dal tribu-nale dell’Inquisizione). Accanito gio-catore, Cardano dedicava almenodue ore al giorno ai dadi e agliscacchi. Scrisse anche un libro sulgioco. Riteneva d’essere assistito neipropri studi da un demonietto (genio

tutelare) e, per non perdere la con-centrazione, aveva l’abitudine disottoporsi a piccole torture, comequella di percuotersi le gambe conuna verga o l’altra di mordersi asangue l’avambraccio sinistro (l’altrogli serviva per scrivere). Vi fu un pe-riodo in cui, temendo di essere av-

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velenato, si faceva accompagnareovunque da due giovani domesticiche dovevano assaggiare tutti i cibiprima di lui. Il 6 ottobre 1570 Cardanofu arrestato sotto l’accusa di eresia,rimase in carcere sino al 22 dicembree fu poi trasferito agli arrestidomiciliari per altri tre mesi. Scrisseallora a discolpa la propria autobio-grafia. Fu condannato a interrom-pere l’insegnamento e a non pub-

blicare più libri. Ottenne infine unapensione dal papa Gregorio XIII, nel1574. Morì a Roma il 20 settembre1576. Cardano scrisse 54 libri stampatie 44 manoscritti, dedicati a vari argo-menti: medicina, matematica,scienze naturali, astronomia, morale,arti divinatorie. Inoltre, bruciò e di-strusse una gran mole di appunti cheriteneva inutili o che aveva inserito inopere di più ampio respiro.

CARENA PRIMO (1910-89) - Nato a

Fossarmato di Pavia, nel 1927 siiscrisse alla Civica Scuola di Pittura. Fuallievo del Kienerk. Nel 1936 si trasferìa Milano. Autore di dipinti muralicelebrativi del fascismo, nelle scuoledella Provincia, dei dipinti dellaCappella Forlanini all’Ospedale SanMatteo e di altri alla Prefettura, diuna pala d’altare con San Siro per ilDuomo. Negli ultimi anni si trasferì aMontecalvo Versiggia.

CARLO IV DI LUSSEMBURGO (sec. XIV)

- Fu a Pavia, giovanetto, nellaprimavera del 1331 (29 marzo),chiamato in Italia dal padre Giovannidi Boemia. La notizia, ignorata datutti gli storici pavesi, che due giornidopo il suo arrivo a Pavia pocomancò morisse avvelenato, fupubblicata nel 1905 dal prof. Gia-

cinto Romano, che la trasse dallapoco conosciuta e poco sfruttataautobiografia di Carlo. Il veleno,mescolato alle vivande destinate alpranzo del principe e del seguito,riuscì fatale a tre gentiluomini: Gio-vanni, signore di Berg, magistrato diCuria, Giovanni Honkyrin e SimoneKeyla, i quali si erano posti a tavolaper primi. Dal contegno di alcunigiovani servi si arguì la verità. Subito

arrestati, finirono per confessare cheessi avevano agito per incarico diAzzone Visconti. Carlo andò poi adabitare a San Pietro in Ciel d’Oro e inquesta occasione egli richiamò nelmonastero l’Abate e i Canonici rego-lari che erano stati cacciati daLodovico il Bavaro. Questo richiamo sicollega all’opera di pacificazionesulla quale Giovanni di Boemia fa-ceva affidamento per conservare lecittà che teneva in signoria.

CARLO ALBERTO DI SAVOJA - Passò ilTicino nel 1848, nel quadro delleazioni militari che diedero inizio allecampagne delle guerre d’Indipen-denza nazionale. Fu ospite di unacasa in via Scarpa (ang. v. Alboino),che ne conserva memoria in unalapide.

CARLO MAGNO (742-814) - Il re deiFranchi, poi fondatore del Sacro Ro-mano Impero, conquistò Pavia nel774, ponendo così fine al regno di

Desiderio (v.), ultimo re longobardo.Cinse zuindi egli stesso la corona di redei Longobardi. Durante l’assedio, se-condo i cronisti, pose il campo aSanta Sofia, ove la moglie lo rag-giunse e gli diede la figlia Adelaide,poi morta in tenera età.

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CARPANELLI PIETRO (1778-1858) -Medico, letterato, storico e patriota.Si distinse nella grave epidemia checolpì Pavia nel 1817. Scrisse diversistudi storici. Nel 1848 fu assessorecomunale, con Carlo Cairoli comesindaco.

CASORATI FELICE (1835-90) - Illustrematematico pavese, professore dicalcolo differenziale all’Università,morì a Casteggio.

CASSANI LORENZO (1710-87) - Inge-gnere, architetto, fu il progettista e ilcostruttore della Chiesa del Gesù(1760), officiata dai Gesuiti, ora de-molita, e di vari palazzi, tra i quali ilPalazzo Olevano (1765).

CASSI ENRICO (1863-1933) - Scultore,nativo di Cuasso al Monte, ma pa-vese di educazione e di elezione,autore del monumento alla FamigliaCairoli, per il quale vinse la garacontro diversi concorrenti, tra i qualiartisti illustri come Bistolfi, Abate, Bol-dini. Il monumento fu inaugurato il 27maggio 1900. Altre sue opere, fra lemoltissime pregevoli, sono sparsene]le città lombarde: ricordiamo ilbusto di donna lombarda, che figuròall’esposizione promossa dall’Asso-ciazione dei giornalisti pavesi, i mo-numenti eretti nel cimitero per le fa-miglie Cozzi, Chiesa, Quirici, i nume-rosi busti dell’Università, tutti modellati

con abile scioltezza.CASTELLANI FANTONI INES (1819-97) -Contessa pavese, maritata al conteBenaglio di Verdello (Bergamo) fuapprezzata scrittrice, romanziera,sotto lo pseudonimo di “Memini”.Morì ad Arcisate.

CASTELLETTO PIETRO (sec. XIV-XV) -Pavese, dell’Ordine degli Agostiniani,recitò nel Duomo di Milano, il 20ottobre 1402, l’orazione funebre diGiovanni Galeazzo Visconti morto aMelegnano il 3 settembre. Nel suotestamento Giovanni Galeazzoaveva ordinato che si dividesse il suocorpo e si mandasse: il cuore allachiesa di San Michele in Pavia, ivisceri alla chiesa di Sant’Antonio diVienne, in Francia; il resto alla Cer-tosa di Pavia, ove ordinò gli venisseinnalzato un monumento funebre.

CASTELLI A. (sec. XVIII) - Sacerdote,autore di un’interessante memoriacolla quale si proponeva di appro-fondire e dilatare la cosiddetta“Valle Lusertina” e la “Logarina” per dare scolo alla palude del Graval-lone (e non Gravellone), formatadall’ampia depressione del terreno,

mezzo ritenuto allora efficace per «liberare la città di Pavia e i suoi din-torni dall’infezione dell’aria che vidomina». Secondo il Robolini la de-nominazione “Gravellone” derivadalla famìglia “Vadum Alomis”,“guado d’Alone” che qui però nonebbe mai residenza e diede invece ilnome a “Vicus Alonis”, Vialone. Se-condo il prof. Pavesi invece“Gravallone” viene da “Gran Val-lone”, cioè grande valle o bassura.Appare molto probabile anche una

derivazione dal termine di origineceltica “grava = ghiaia”, usato sindall’origine per distinguere l’approdoal di là del Ticino da quell’altro, nonmolto lontano, di Sabbione.

CASTELLI GUGLIELMO (1875-1943) -Costruttore, benefattore, filantropo.

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Pubblico amministratore, partecipòsempre largamente ad ogni opera dibene: la ditta da lui rappresentata ediretta realizzò opere veramentegrandiose: palazzi, chiese, officine,collegi: ricordiamo tra gli altri i restauridel nostro Duomo e del Castello, ilpalazzo della Rinascente a Milano, ipadiglioni dell’Esposizione MissionariaVaticana.

CASTIGLIONI BRUNO (1899-1945) -Professore di geografia al nostroAteneo, patriota, cospiratore, capi-tano degli alpini nella guerra 1915-18,decorato al valore, mentre, il 27aprile 1945 tentava di parlamentarecol comandante di un reparto tede-sco che ancora resisteva, asserra-gliato nella cascina Cravino, per consigliarlo alla resa, fu abbattuto abreve distanza dal fuoco improvvisodi una mitragliatrice.

CASTIGLIONI CRISTOFORO (1345-1425)- Milanese, fu uno dei più celebratilegisti del suo tempo. Insegnò per molti anni nel nostro Ateneo: suo figlioBaldassarre (1404-1478), nato a Pavia,seguì la carriera delle armi e fucapitano al servizio del duca FilippoMaria Visconti e poi di Lodovico IIIGonzaga: stabilitosi a Mantova, ivimorì.

CASTIGLIONI GIOVANNI (1420-60) -Vescovo di Pavia, fu, nel 1456, no-

minato a Macerata, ove morì. La suasalma fu trasportata a Milano eriposa in Duomo.

CATENAZZI DA LOZZO GASPARE (sec.XVIII) - Fu incaricato dai fabbriceridella cattedrale di costruire il tam-buro della cupola del Duomo. Il mo-

dello in legno da lui presentato fuapprovato dall’ingegnere architettoAlfieri, soprintendente dei lavori, el’opera venne compiuta nel 1768.

CATTÒ ANGELO (1820-61) - Cittadinopavese, maggiore garibaldino, morìa Napoli in seguito alle gravi feriteriportate alla battaglia di Milazzo.Nello stesso fatto d’armi caddero igaribaldini pavesi Paolo Balderacca,Severino Fasani, Antonio Guy,Beniamino Sartorio.

CATTÒ SANTINO (sec. XIX) - Scultorepavese. Tra le altre opere eseguì, sudisegno dell’architetto G. B. Vergani,professore dell’Università, il pozzobattesimale eretto, per iniziativa delparroco don Federico Cattaneo, colsussidio di private elargizioni,nell’anno 1852, nella basilica di SanMichele.

CAVAGNA SANGIULIANI DI GUAL-DANA ANTONIO (1843-1913) - Conte,volontario nel 1866, cultore di storiapavese e amministratore della pro-vincia di Pavia. Direttore del Bollettino

 storico pavese, rappresentanteillustre della nobile antica famiglia deiCavagna, originaria del bergamascoe stabilitasi in provincia di Pavia sindal secolo XII.

CAVALLOTTI FELICE (1842-98) - Mila-nese, fu col generale Medici in Sicilianel 1860, combattè a Milazzo e sulVolturno; nel 1866 a Vezza d’Oglio;deputato per molte legislature delCollegio di Corteolona, uomo politi-co, capo del partito radicale, gior-nalista, fortissimo polemista: ebbe 33duelli: nell’ultimo, che si svolse aRoma il 26 marzo 1898 a Villa Cellere,

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col conte Ferruccio Macola, direttoredella Gazzetta di Venezia, rimaseucciso. Fu poeta e letterato, autoredrammatico (I pezzenti, Guido,

 Agnese, Alcibiade, I Messeni, Ilcantico dei cantici, La figlia di Jefte,Nicarete, Lea, Agatodemon); diressecon Bizzoni il Gazzettino Rosa; con-dusse i lombardi in soccorso deicolerosi di Napoli e di Sicilia. L’asso-ciazione del partito radicale di Pavia

si intitolò per molti anni al suo nome. Èsepolto a Dagnente, sopra Lesa, sulLago Maggiore.

CAZZANIGA MARTINO (1460-1525) -Fondò un Collegio per studenti del-l’Università, detto “delle Quattro Ma-rie”, istituito nel 1524.

CELLA LUIGI (“il nano del Ponte”,1806-72) - Fu una delle macchietteche divertirono i nostri nonni. Chia-mato “el nanu”, fu per molti anni in-

divisibile dall’immagine del Pontecoperto. Alto 95 cm, strimpellava unmandolino e inscenava grotteschiballetti, trascorreva sul ponte granparte della sua giornata, vivendocon le offerte dei cittadini. Era consi-derato una specie di mascotte e furitratto dal pittore Ezechiele Acerbi edallo scultore Raffaele Re. Quando ilCella fu avvertito che nei paraggi siaggirava il prof. Sangalli dell’Univer-sità, che si diceva l’avesse adoc-chiato come un buon esemplare per 

il suo Museo di Anatomia Patologica,tremebondo per la paura si diede adisperata fuga, inseguito dai lazzi edalle risate dei buontemponi. Loscheletro del Cella è andato proprioa finire in quel Museo di Anatomiache era stato l’incubo della sua vita.

CENTUARIO GUGLIELMO (sec. XIV) -Vescovo di Pavia nel 1386.

CERA A. (sec. XVIII) - Medico chirurgo.Prima che nel 1765 fosse fondata laclinica chirurgica e affidata al prof.Scarpa, era creduto a Pavia unoracolo. Il Cera godeva di largapopolarità, ma sapeva appena farele più comuni operazioni. Quando glivennero riferiti i metodi seguiti dalloScarpa, rispose con la massima in-credulità. Di fronte alla realtà, con-validata dalla guarigione dei pa-zienti, dovette però arrendersi e ri-conoscere quanto ancora egli avevada imparare.

CERESA GIOVANNI (1800-25) - Fu unodei più distinti allievi del famoso inci-sore Giovita Garavaglia. Morì a soli 24anni d’età. Molte sue incisioni edeliziosi disegni sono conservati neiCivici Musei e alcuni suoi lavori furono

pubblicati nel 1824 nell’opera LaPittura Cremonese descritta, edita aMilano dal conte Bartolomeo de So-resina Vidoni (v. anche Miazzi).

CERRI TERZO (1872-1930) - Prevosto diSan Pietro in Verzolo, dottore inscienze sociali cristiane, cultore distoria ecclesiastica pavese, scrisse,tra l’altro, In giro per la diocesi diPavia, raccolta preziosa di notizie ri-guardanti circa cinquanta parroc-chie della nostra diocesi. Fu anche

elegante scrittore e poeta in lingualatina, nella quale dettò varie odicelebrative dei principali avveni-menti della diocesi.

CESI INNOCENZO (1652-1704) - Man-tovano, benedettino, fu professore difisica nella nostra Università.

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CHIAREZZA LIONELLO (Duca, sec. XIV)- Figlio di Edoardo III re d’Inghilterra emarito di Violante visconti, figlia diGaleazzo, morì ad Alba il 1° luglio1368 e la sua salma, portata a Pavia,fu sepolta a San Pietro in Ciel d’Oro.

CHIESA BENEDETTO (sec. XIX-XX) - DiMonticelli Pavese, fu erede dei ga-staldi della Abbazia di San Salvatore.Nel 1908 donò ai Civici Musei, per in-

teressamento di Carlo Marozzi, lecarte del Monastero che erano rima-ste alla sua famiglia (tutto il resto del-l’Archivio si trova all’Archivio di Statodi Milano).

CHIRI MARIO (1883-1915) - Pavese,laureato in giurisprudenza, fu Segre-tario generale del Consiglio superioredel lavoro. Prese parte attiva all’or-ganizzazione dell’associazionismocattolico.

CICERI BERNARDINO (1650-1719) - Pit-tore, fu allievo di Carlo Sacchi e siperfezionò a Roma. A Firenze, inOgnissanti, è un suo quadro d’altare.A Pavia si conservano suoi quadri inSan Teodoro, San Salvatore e SanFrancesco (l’Immacolata).

CICERI FRANCESCO (1848-1924) - Ve-scovo di Pavia dal 1901 alla morte.Pastore animato da grande zelo, fuattivo, generoso, dedito ad opere dibene.

CICERI GIOVANNI BATTISTA (sec. XVII-XVIII) - Pittore, fratello di Bernardino,che gli fu maestro e compagno di la-voro. I due fratelli dipinsero insiemeun quadro con l’apparizione dellaVergine a Sant’Andrea, conservatonella chiesa del Carmine. Insieme

dipinsero anche l’Immacolata Con-cezione che si trovava nella sop-pressa chiesa di Sant’Agata.

CICERI GIUSEPPE (sec. XVIII) - Pittore,figlio di Bernardino e nipote di G.Battista. Una sua tavola d’altare, del1799, era nella chiesa della SS. An-nunziata, in piazza Petrarca. Un suoquadro era a Santa Croce, ove ora èl’Istituto Pertusati.

CIMILOTTI ERCOLE (sec. XVI) - Croni-sta, lasciò la minuta descrizione d’untorneo svoltosi in Piazza Grande diPavia l’8 febbraio 1587. L’opuscolo fustampato dal tipografo GirolamoBartoli (v.).

CIPOLLA RODOBALDO (Santo ve-scovo) - v. Rodobaldo II.

CLERICI GIORGIO (sec. XVII) - Mar-chese, fu investito del diritto di estra-zione dell’oro dalle sabbie del Ticino,

con decreto di Carlo I di Spagnadell’11 maggio 1689.

CLEFI (Cleph, regnò negli anni 573-574) - È ricordato come duro op-pressore delle popolazioni romani-che. Dopo un anno e mezzo di regnocon la moglie Masane, fu ucciso daun servo e fu sepolto nella cattedralepavese dei Santi Gervaso e Protasio.Alla sua morte iniziò un periododecennale di lotte fra i 35 duchi,senza che si eleggesse un nuovo re.

In questo periodo (574-584) Ticinum fugovernata dal Duca Zaban. Nelfrattempo andava ampliandosil’occupazione longobarda di granparte del territorio italiano. Vi furonoanche tentativi di invasione della

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Gallia, da parte di Longobardi eSassoni.

COLOMBO CRISTOFORO (1451-1506) -Basandosi sulla testimonianza delfiglio Ferdinando, qualcuno haavanzato l’ipotesi che il celebre na-vigatore genovese abbia potuto fre-quentare la nostra Università per apprendervi la cosmografia e l’a-strologia. Salpò nel 1492 da Palos, inSpagna, per la scoperta del nuovomondo. La biblioteca della nostraUniversità possiede un vaso di vetromontato in argento, con una piccolaquantità delle ceneri del grandenavigatore, scoperte neI 1877, aSanto Domingo, dal Vicario Aposto-lico monsignor Borca-Cocchiai, ilquale lo donò al nostro Ateneo, inseguito all’interessamento del biblio-tecario dott. Carlo Dell’Acqua. Altreceneri del grande navigatoreriposano in Spagna, dal 1899, nella

cattedrale di Siviglia. Nel 1884 fuinaugurato un busto a Colombo nelterzo cortile della nostra Università,.

COMI SIRO (1741-1821) - Letterato estorico, archeologo e paleografo,diresse l’Archivio Municipale e quellodell’Università. Compì studi sulla storialocale e pubblicò diverse opere.

CONTI (de Conti) BERNARDINO (1450-1528) - Pittore pavese, fu forse allievodel Foppa o del Civerchio e più tardi

imitò Leonardo. È citato dal Vasariper i suoi numerosissimi lavori, oggiconservati in diverse gallerie (fra iquali ricordiamo: Brera, GalleriaVaticana, Uffizi, Kaiser Friedrich Mu-seum di Berlino, Filadelfia, Amburgo,Pinacoteca di Bologna, Accademia

Carrara a Bergamo, Pinacoteca diTorino, Museo di Napoli).

CONTILE LUCA (Cetone, Val diChiana, 1505 - Pavia, 1574) - Studiò aSiena sino a 23 anni, poi fu segretariopresso vari Signori, girò l’Italia el’Europa e pubblicò diverse opere coiresoconti della vita cortigiana.Ricordiamo, in particolare, le sue Let-tere, pubblicate a Pavia nel 1564presso Girolamo Bartoli (v.) per contodel libraio Gio. Battista Turlini.

CORBETTA (Corbetti) FRANCESCO(1630-81) - Celebre chitarrista pavese,si stabilì a Parigi, ove morì.

CORNELIO NEPOTE (84-24 a.C.) - Sto-rico e biografo. Il Mommsen lo ritienenato a Ticinum. Si recò in giovane etàa Roma, ove si fece presto co-noscere come scrittore dotto edelegante. Cicerone lo chiamò“scrittore immortale”. Fra le sue molteopere, De viris illustribus.

COREGGIO G. (sec. XlX) - Fu rettoredel Collegio Borromeo e devesi a luise, iniziatasi nel 1818 la demolizionedell’antichissima Basilica di San Gio-vanni in Borgo, contigua al Collegio,fu eseguito un accurato disegno diquesto monumento di stile lombardoperché ne fosse conservata precisamemoria.

CORNIENTI CHERUBINO (1816-60) - Pit-

tore, studiò a Brera come allievo delBozzi e del Sabbatelli. Nel 1844 l’Ac-cademia l’inviò a Roma. Nel 1860 funominato professore all’Accademiadi Belle Arti di Bologna, ma la mortelo colse prima che potesse occuparetale posto.

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CORTE LODOVICO (sec. XVI-XVII) Fu ilprimo autore delle carte topografi-che di Pavia e del suo territorio editedal Ballada.

CORTI BENEDETTO (sec. XVIII) - Mar-chese, benefattore, coprì numerosiuffici pubblici; amministratore delMonte di Pietà sino al 1791, poimembro della Municipalità di Pavia.Fu ritenuto responsabile della som-mossa del 23 maggio 1796 contro ilpresidio francese e fu ricercato coglialtri undici consiglieri municipali dallletruppe del Bonaparte. Alcuni riusci-rono a fuggire, altri si consegnaronodopo qualche giorno di latitanza aicomandi militari. Corti riparò sull'Ap-pennino Pavese. Gli arrestati furonocondotti a Milano e, dopo un certotempo, liberati.

CORTI LUIGI (1823-88) - Conte diGambarana, uomo politico; diplo-

matico, senatore, ministro degli affariesteri nel 1878, morì a Roma.

CORTI MATTEO (Pavia, 1494 - Pisa,1564) - Medico insigne, fu professorenelle Università di Pavia, Bologna,Padova e Pisa.

COSSA (Cosso) FILIPPO (1501-70) -Mercante, benefattore, con testa-mento 7 aprile 1570 destinò i suoiaveri alle cure medliche gratuite ealla somministrazione delle medicineai poveri (Opera di Santa Corona).

COZZI MARIA (1889-1918) - Nata aSettimo di Bornasco, morì in Francia,a Concyles - Eppes. Infermiera volon-taria della Croce Rossa Italiana nellagrande guerra 1915-18, si dedicò alsoccorso dei feriti sui campi di bat-

taglia italiani e francesi, sino al sacri-ficio della vita.

CRASTONA GIUSEPPE (1664-1718) -Pittore, allievo di Bernardino Ciceri.Diversi suoi quadri si trovano a SanGervaso e Protasio. È sua la palad’altare originale, con la Vergine,della parrocchiale di Torre d’Isola.

CREMONA LUIGI (1830-1903) - Cele-bre matematico, nato a Pavia, non

insegnò nella nostra città, ma vicompì gli studi universitari. Discepolodi Bordoni; senatore; ministro dellapubblica istruzione nel 1898: fratello diTranquillo. Fu professore di matemati-che superiori all’Università di Roma;direttore della scuola di applicazioneper ingegneri, membro della SocietàItaliana delle Scienze, membrodell’Accademia dei Lincei edell’Istituto Lombardo di scienze elettere.

CREMONA TRANQUILLO (1837-78) -Pittore pavese, entrò giovanissimoalla Civica Scuola di Pittura. Ebbecome maestro il Trecourt e fu amicodel Piccio. Rimasto orfano, proseguìgli studi all’Accademia di Veneziapresso un fratellastro. Nel 1859 si tra-sferì a Milano e frequentò l’Acca-demia di Brera. Fu il pittore più popo-lare del Romanticismo pavese, fra gliiniziatori dell’impressionismo antiac-cademico, tanto da meritarsi il ri-

conoscimento di caposcuola dellascapigliatura lombarda.

CRISOLARA EMANUELE (1355-1415) -Nativo di Costantinopoli, restaurò inItalia gli studi di letteratura greca. In-segnò all’Università di Pavia per di-

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versi anni, poi seguì l’antipapa Gio-vanni XXIII a Costanza, ove morì.

CRISPINO (Santo vescovo, sec. V - m.467) - Della famiglia pavese de Negri,partecipò nel 431 al Concilio diMilano che condannò l’eresia di Eu-tiche e sottoscrisse la lettera di SanLeone Magno sull’incarnazione. Feceiniziare l’attività di fornaci per mattonie tegole, tanto che ancor oggi siritrovano nelle vecchie costruzionilaterizi col suo sigillo. Gli sonoattribuite molte opere di costruzionenella città di Pavia, fra le quali ilprimo Ponte sul Ticino, che fu poi so-stituito nel sec. XIV dal Ponte Co-perto. Designò Epifanio come suosuccessore. La leggenda dei vescovipavesi, per iniziare l’era cristianasubito dopo Cristo, fu obbligata ainventare un “Crispino I” e un“Crispino II”.

CRISTIANI BERNARDO (Bernardino,detto “della Polvere”, sec. XVI) - Fuprocessato per la detenzione di librimagici e per l’esercizio delle arti digeomanzia, astrologia e alchimia.Egli stesso volle, in collaborazione conaltri autori, comporre un trattato diarti magiche. Studiava il modo ditrasmutare l’argento in oro e guarivagli spiritati.4  Fra le varie attività, pre-vedeva «se una dona parturiva ma-schio o femina» e cercava tesori na-scosti: «fa ritrovare qualcosa perduto,

guadagnando in cambio un paio discarpe». Subì un primo ammonimentodell’Inquisizione nel 1564 e gli fuimposto di smettere di operare. Nelnovembre del 1567 Fra Solero da

4 Cfr. E. ROTA, cit.

Quinzano lo fece nuovamentearrestare. Fra i vari reperti sequestratiin casa di Bernardo, si citanocalamite, pezzi di ossi, un trattato per tingere i panni di lana, un «rimediocontra ogni puzor di bocca», testi diRaimondo Lullo e la Clavicola diSalomone.

CRISTIANI-CASALI NOEMI (1898-1928) -Pavese, rimase vittima dell’attentatodi piazza Giulio Cesare a Milano. Fudonna di viva intelligenza e grandebontà. Il marito, avvocato Cristiani, ela famiglia, per onorarne la memoria,istituirono un fondo per la creazionedell’asilo nido per l’infanzia ab-bandonata.

CRISTIANI CATELANO (sec. XIV) - Can-celliere ducale. Fu colui che redasse,il 15 aprile 1396, l’atto di fondazionedella Certosa di Pavia per GianGaleazzo Visconti.

CRISTINA DI SVEZIA (Regina, 1626-89) -Si dice che sia stata uno degli ultimipersonaggi a comprendere il signifi-cato delle sculture della Basilica diSan Michele.5 Nel 1650 ordinò checessasse la persecuzione delle stre-ghe in tutti i territori tedeschi ordinatidalla Svezia, con un atto illuminato incui affermava che la diffusione deiprocessi contro le streghe avrebbefatto cadere l’umanità in un“labirinto inestricabile”.

CRIVELLI ALESSANDRO (1508-73) -Conte di Lomello, divenne Cardinalenel 1565 e morì a Roma.

5 S.S. CAPSONI,  Memorie istoriche della regia città di Pavia, Pavia, Mon. S.Salvatore, 1785, vol. II, p. 129, nota e.

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CRIVELLI ANTONIO (sec. XIV) - Va-lente pittore, lavorò molto a San Pie-tro in Ciel d’Oro ove, nel 1382, ebbel’incarico di affrescare la sacrestia, ilchiostro e l’interno della Basilica. Fuanche tra i primi artefici di vetratecolorate e istoriate. Alla sua scuolacrebbe il figlio, di nome anch’egliAntonio, ricordato negli anni 1432-48negli atti della Fabbrica del Duomodi Milano.

CUNEO GABRIELE (1500-76) - Medicochirurgo, fu il primo titolare della Cat-tedra di Anatomia e Incisione pressola nostra Università, dopo la fine deldivieto alla dissezione dei cadaveri.

CUNINCPERGA (sec. VIII) - Reginalongobarda, fu sepolta nella chiesadi Sant’Agata; La sua iscrizione fune-raria è conservata nei Civici Musei.

CUNINCPERT (sec. VII - m. 700) - Figlio

di Perctarit, undicesimo re dei Lon-gobardi, detto “il Pio”, salì sul trononel 688 alla morte del padre. SposòErmelinda. Sotto il suo regno, Alahisarrivò ad occupare il Palazzo reale,costringendolo a rifugiarsi in un’isolafortificata sul lago di Como. Cuninc-pert fu sepolto a San Salvatore e la-sciò il regno al figlio Liutpert, mino-renne, al quale affiancò come tutoreil saggio Ansprand, duca di Asti.

CURIONE CELIO SECONDO (sec. XVI) -

Lettore di arte oratoria all’Universitàdi Pavia (1536-38), fu perseguitato ecostretto a fuggire perché prote-stante e perché diffondeva tra glistudenti le tesi luterane.

CURZIO MATTEO (Pavia, sec. XV - m.Pisa, 1544) - Medico e scrittore.

CUSANI AGOSTINO (1655 - Milano,1730) - Marchese, vescovo di Pavia ecardinale, fu Nunzio Apostolico pressola Repubblica veneta e a Parigi.Resse la Legazione pontificia diBologna. Non potendo più seguire gliaffari pavesi, nel 1724 rinunciò alladiocesi e gli succedette mons.Pertusati. Fece ricostruire il Castello diChignolo nelle attuali forme, su pro-getto dell’architetto romano Gio-vanni Ruggeri.

CUSANI VISCONTI BOTTA ADORNOLORENZO (1864-1925) - Marchese diChignolo Po, fu Vice Ammiragliod’Armata, Balì Gran Priore del So-vrano Militare Ordine di Malta per laLombardia e le Venezie, Senatore delRegno.

CUZIO ANTONIO MARIA (1635-99) -Abate, ceramista. È famoso per larealizzazione di piatti pregiati inmaiolica.

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D’ALAGONIA ARTALE (sec. XIV-XV) -Conte siciliano, cospiratore e ribelle,visse per molti anni alla corte di GianGaleazzo Visconti e fu podestà diPavia dal 1400 al 1402.

D’AUGUDIO ANTONIO (sec. XVI) - Fila-tore milanese, fu invitato dal Comunedi Pavia a stabilirsi nella città. Nel 1552aprì una filanda con sette suoigarzoni. L’anno seguente altriottennero dal Comune analogaconcessione, per tessere velluto eraso cremisi: Giovanni Pietro Cossi,Giuliano Maragliano e Boniforte Re.Ben presto i tessitori pavesi si poteronoorganizzare in corporazione.

DA GRADO ANTONIO (sec. XVI) - Let-tore in medicina e chirurgia, poiché ilocali messi a disposizione dal Co-mune non erano più sufficienti, iniziò adare lezioni agli studenti nella chiesadi San Benedetto, che sorgeva pressoSan Michele.

DA VIO TOMMASO (sec. XV-XVI) -Domenicano, professore di teologiaall’Università, fu uno dei più fervidisostenitori dell’istituzione dell’Ospe-dale San Matteo.

DAGNA CESARE (1825-80) - Inge-gnere, architetto, realizzò l’adatta-mento del Monastero di Teodote(detto anche della Pusterla) per tra-sformarlo in nuova sede del SeminarioVescovile e rinnovò la facciata

dell’Ospedale San Matteo (sull’at-tuale Piazza Leonardo da Vinci).

DAL VERME (famiglia) - Originaria-mente i Dal Verme discendevano dauna famiglia guelfa veronese.

DAL VERME FERDINANDO (Zavattarel-lo, 1846 - Zanzibar, 1876) - Ingegnereminerario, lavorò in Sardegna, poi inRussia nel bacino dell’Ural. Nel 1873partì per l’Africa alla ricerca di minie-

re d’oro, ma fu ucciso dalle febbri.

DAL VERME JACOPO (Verona, 1350 -Venezia, 1409) - Capitano ducale alsoldo di Gian Galeazzo Visconti, in-flisse una severa sconfitta nel 1391presso Alessandria alle milizia di Jeand’Armagnac, allora al servizio deiFiorentini, ma subì una sconfitta per tradimento nel 1398 sotto il Serragliodi Mantova. Fu richiamato a Pavia dauna falsa lettera del Duca, scritta inrealtà dai Mantovani, e la sua caval-leria si diede alla fuga. La fanteria fucosì duramente sconfitta e lasciònelle mani del nemico i carriaggi e 34bombarde. v. anche P. Capelli.

DAL VERME LUCHINO (sec. XIV - m.1372 in Siria) - Fu al servizio prima degliScaligeri, poi dei Visconti, per contodei quali resse il Genovesato (1355) eAlba e mosse (1356) alla conquista diPavia. Per conto della Repubblica diVenezia represse la rivolta dei coloniveneziani di Candia (Creta, 1364).Morì in Siria combattendo contro iTurchi.

DAL VERME LUIGI (sec. XV - m. 1449) -Condottiero, fu fatto da Filippo MariaVisconti feudatario di Bobbio e Vo-ghera e fu nominato conte di San-

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guineto dall’imperatore Sigismondo(1443).

DAMIANO (Santo vescovo, 650-710) -Fu vescovo di Pavia dal 680. Feceedificare terme e il proprio Palazzocon la Curia vescovile dietro le absididelle Cattedrali (primo nucleodell’attuale Broletto, che divenne inseguito sede del Comune). Sotto il suovescovato si ebbe (683) una terribilepestilenza. Parve allora a molti che unangelo buono e uno cattivo an-dassero di notte per la città a se-gnare le porte. Quanti colpi l’angelocattivo dava a una porta, tanti abi-tanti di quella casa morivanol’indomani. Per far terminare la peste,si portarono a Pavia da Roma lereliquie di San Sebastiano e fu erettoloro un altare nella chiesa di San Pie-tro in Vincoli. Per iniziativa sua e di reCunincpert, nel 698, si pose fine, in Pa-via, a uno scisma che da oltre 150

anni separava molte chiese dell’Italiasettentrionale da quella di Roma.

DANIELI GIOVANNI (1811-78) - DiTrento, studiò legge a Pavia e per due anni fu supplente nella cattedradi Diritto. Nel 1848 partecipò ai motiantiaustriaci a Trento e rimase ferito inbattaglia.

DE AMENTI EMILIO (1845-85) - Pittorepavese, studiò alla Civica Scuola diPittura. Ebbe come maestro Giacomo

Trecourt. Suoi quadri sono conservatia Santa Maria in Betlem.

DE BARACHIS ANDRIOLA (sec. XV) -Badessa del monastero benedettinodi San Felice a Pavia, che fece re-staurare nel 1490, fu anche pittrice.Una sua opera su tavola (Vergine col

Bambino e angeli), datata 1489, èconservata nei Civici Musei di Pavia.Le è attribuito un altro quadro dellostesso Museo (Deposizione). Qualchecritico pensa siano opera sua anchealcuni affreschi del monastero di SanFelice.

DE CASATE FRANCESCO (sec. XV) -Comandante della cittadella di Pa-via, il 26 agosto 1447, tredici giornidopo la morte del duca Filippo Vi-sconti, vendette la cittadella stessa aiPavesi, che per distruggere le traccedella dominazione viscontea vole-vano atterrarla, in cambio di milleducati d’oro e di altri vantaggi, comeil dono di un possedimento con unreddito di 900 fiorini, una casa inPavia e l’esenzione da tutte le tasse.La demolizione della cittadella fu poisospesa per l’intervento di FrancescoSforza.

DE CONTI BERNARDINO (1460-l528) -Pittore pavese, autore di numeroseopere che si trovano sparse in varimusei e gallerie d’Italia e all’estero.Un suo quadro, Ritratto di donna, dalla racco]ta di Francesco Reale, èconservato nei Civici Musei.

DE CURTIS FRANCESCO (sec. XVII) -Acquistò nel 1631 dalla Camera du-cale di Milano il feudo di Retorbido ela sua famiglia lo tenne anche dopol’erezione del feudo a marchesato

(1654).DE FERRARI GIOVANNI PIETRO (sec.XIV-XV) - Pavese di nascita e di affe-zione, fu giurista pratico; l’opera suamaggiore, intitolata Practica iudicialis(1412), ebbe lo scopo di insegnare,nella forma più breve e chiara a

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scolari, notai e procuratori, in un bien-nio, ciò che dapprima era difficile im-parare in un decennio. l’operagodette largo favore presso la Scuolapavese e altri studi.

DE FILIPPI ERMINIO (1900-35) - Nato aMornico Losana, fu esploratore inAfrica, compagno di ardite spedizioninella Dancalia col barone RaimondoFranchetti. Morì a Cheren in Eritrea.

DE GASPERIS GIOVANNI BATTISTA(1600-68) - Cappellano della Catte-drale, cronista, autore di un’interes-sante pubblicazione sull’Episcopatoticinese. Nella biblioteca dell’Univer-sità si conserva anche un suo Diario

 sacro e profano della città di Pavia, manoscritto nel quale è raccolta, traaltre interessanti notizie, la tradizioneche nella chiesetta dedicata a SantaMaria Maddalena, detta «della Sca-letta» perché per entrarvi bisognava

salire alcuni gradini, esistente sin dal1300 presso la Basilica di San Michelee demolita nel sec. XVIII, San CarloBorromeo, mentre si trovava studenteall’Università di Pavia, insegnasse ladottrina cristiana ai facchini dellavicina Porta Salara.

DE GERLI LEONARDO (sec. XV) - Fu trai primi a introdurre in Pavia l’arte dellastampa. Secondo il De Gasperis (v.),sarebbe senz’altro stato il primo, nel1470, ma non vi sono prove. È invece

accertato che nel 1471 aprì in Paviauna tipografia, alla distanza di soli seianni dall’istituzione, a Subiaco e aRoma, delle prime officine grafiche.Secondo alcuni l’inventore diquest’arte che ha rivoluzionato ilmondo sarebbe stato GiovanniGuttemberg di Strasburgo, secondo

altri, non meno autorevoli, PanfiloCastaldi di Feltre.

DE GIORGI ANTONIO (sec. XV) - D’illu-stre famiglia pavese, ebbe dallamoglie Franceschina Beccaria, figliadi Niccolò Beccaria, il feudo di Pietradei Beccaria, che assunse il nome delnuovo feudatario. Nel 950 il feudo eradel Monastero di Santa MariaTeodote di Pavia che lo concesse protempore ai signori Pietra. Nel 1290 ilComune di Pavia, cui era passata laproprietà, lo diede a ManfredinoBeccaria.

DE GIORGI BERTOLA EUGENIO (1754-99) - Abate, professore di storia uni-versale all’Università, ma anche irresi-stibile cicisbeo, fu noto nella Pavia delsuo tempo come «poeta e signoredella grazia e dell’eleganza». Fineparlatore, poeta estemporaneo egran conversatore, fu l’idolo delle

donne e della società accademica.Scrisse e stampò diverse opere, fra lequali ricordiamo: Filosofia della storia,Vita di Enrico Sagramoso balì di

 Malta, Viaggio sul Reno. Lo definìIsabella Teotochi Albrizzi: «leggero,amabile, incostante, tenero e crudelea un tempo, gentile quant’è possibile,malignetto e sempre caro».

DE GIORGI PIETRO (sec. XV) - Arcive-scovo di Genova col nome di PietroV. Morì a Voghera il 30 agosto 1436.

DE LEYVA ANTONIO (1480-1536) -Duca, fu uno dei migliori generali diCarlo V. Comandò le truppe confe-derate (spagnoli, tedeschi e italiani)assediate in Pavia da Francesco I nel1524. Poiché non poteva montare acavallo perché malato, diresse da

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una lettiga le operazioni militari. Eranocon lui il Viceré di Napoli Lennoj, ilMarchese di Pescara e il Duca diBorbone. Dopo quattro mesi d’as-sedio, il 24 febbraio 1525 si ebbe lafamosa battaglia, vinta dagli Impe-riali. Il Duca de Leyva morì in Pro-venza nel 1536.

DE MARLIANI RAIMONDO (sec. XV) -Benefattore, fondò, nel 1475, uncollegio per studenti universitari.

DE MODENA GIACOMO (sec. XV) -Pavese, forse di origine israelita, artistaartigiano: nel 1499, senza alcuna ra-gione e provocazione, ebbe assal-tata la casa da studenti oltremontaniospiti del collegio di San Giovanni inBorgo, i quali oltraggiarono la sua gio-vane figlia, ferirono gravemente unsuo figlio e quindi, tumultuando per lacittà, assalirono e ferirono, per brutalemalvagità, alcuni ragazzi,

provocando la reazione della citta-dinanza che li affrontò, ne uccise duee molti ne ferì.

DE MOTIS (sec. XV) - Famiglia di pittorivigevanesi. Nel Lavabo della Certosasi conserva una vetrata con San Ber-nardo e il diavolo, opera di Cristoforo(1477). Un’altra sua vetrata con SanGregorio Magno è nel transettomeridionale, dietro il Mausoleo diGiuan Galeazzo. Il fratello Giacomolavorò a vetrate per il Duomo di

Milano e la Certosa e affrescò le voltedi due cappelle della Certosa.Lavorarono anche a Cantù.

DE NOVIS AGOSTINO (sec. XVI) - Scrit-tore e storico pavese, noto per molteopere pubblicate, tra le quali laHistoria quadripartita ab orbe

condita ad sua tempora, con unaparte storica, una relativa agli uominiantichi e moderni, una con la descri-zione del mondo.

DE PAOLI GAETANO (Torre d’Isola,1862 - Pavia, 1926) - Insegnò comemaestro alla scuola di Torre d’Isolaper quarant’anni. Alla scuola dedicòtutta la propria vita con grande sen-sibilità verso i valori umani più pro-fondi e con un rispetto quasi sacraledella natura. Cadde dal fienile men-tre preparava la legna per riscaldarel’aula scolastica e morì dopo unbreve ricovero all’Ospedale di Pavia.La sua morte rappresentò un lutto per l’intera popolazione di Torre d’Isola,che accorse numerosa a Pavia aifunerali. Gli anziani del paese lo ricor-dano ancora come “Il Maestro”.

DE PAOLI GIUSEPPE (1881-1934) - pit-tore non professionista, nato a Sommo

ma vissuto a Pavia: ebbe per maestri ipittori Sara e Acerbi: oltre che alritratto si dedicò alla composizione eall’affresco.

DE ROSSI BERNARDINO (sec. XV) - Pit-tore pavese, allievo del Bergognone,dipinse alla Certosa il vestibolo, lacella del Priore e diversi monacioranti. Dipinse anche l’oratorio delMonastero della Pusterla a Pavia e,secondo alcuni critici, le storie di SanMaiolo in San Salvatore e diversi Santi

in San Pietro in Ciel d’Oro.DE ROSSI GIRARDO (sec. XIV) - Pittorecitato in documenti del 1382. Lavoròprobabilmente al Castello di Pavia enel Vescovato vecchio. Non si con-servano sue opere.

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DE ROSSI GIAN GIROLAMO MARIA(1500-64) - Della famiglia dei Marchesidi San Secondo, fu vescovo di Pavia.

DE SEYSSEL CLAUDE (sec. XV-XVI) -Figlio di un maresciallo di Savoia,governatore del Piemonte e Cava-liere della Santissima Annunziata,studiò all’Università di Pavia. Divennearcivescovo di Torino nel 1520.

DE SISTI BARTOLINO (1317-69) - Pavese

che attentò con una pugnalata allavita di Galeazzo Visconti, il quale loaveva privato di tutti i suoi beni. Futorturato con le tenaglie e poi legatoa due cavalli, che lo squarciaronocorrendo in sensi opposti.

DECEMBRIO PIER CANDIDO (1399-1477) - Letterato e scienziato pavese.Fu segretario del Duca di MilanoFilippo Maria Visconti, poi presidentedella Repubblica di Milano. Quandola città cadde in potere di FrancescoSforza emigrò a Roma e fu segretariodi Papa Niccolò V. Ottenne il per-dono dello Sforza e si accingeva atornare a Milano, quando morì.

DECEMBRIO UBERTO (sec. XIV- m.1427) - Vigevanese, fu segretario diPietro di Candia, vescovo di Novara,poi divenuto Papa Alessandro V. IlDecembrio fu poi segretario del DucaGiovanni Maria Visconti. Ebbe duefigli: Angelo, diplomatico e umanista,e Pier Candido (v.).

DECIO FILlPPO (sec. XVI) - Eminentegiurista e consultore, fu maestro diAndrea Alciato. Professore, in ancor giovane età, per invito di Francesco I,ad Avignone; poi nel 1533 a Pavia

sino alla sua morte che avvenne nellacittà il 12 febbraio 1550.

DEGLI UBALDI BALDO - v. Baldo

DEL BO GAETANO (sec. XIX) -Istituì per primo, nel l894, con una vettura a duecavalli, il servizio passeggeri dalla sta-zione ferroviaria a corso Mazzini. Primadella vettura Del Bo, i cittadini cheavevano fretta si servivano degliomnibus degli alberghi «Croce

Bianca» e «Tre Re». Le carrozzepubbliche incominciarono a circolareper Pavia, in numero di due, conposteggio in piazza della Legna (orapiazza d’ltalia), il primo dicembre1858. Il servizio Del Bo durò sino al tramelettrico, che iniziò le sue corse surotaie l’8 marzo del 1913.

DEL CONTE GIOVANNI BATTISTA (sec.XVIII) - Benefattore, legò i suoi beniposti in Pavia, Casteggio e Sannazza-ro al Monte dei Prestiti della città.

DEL CONTE ROGLERIO (sec. XV) - Te-desco, studente presso l’Università diPavia, trascrisse un’opera di Plinio,conservata, sino al 1940, a Berlino.

DEL GIUDICE PASQUALE (1842-1924) -Giureconsulto, insegnò all’Universitàstoria del diritto italiano. Fu garibal-dino nel 1860.

DEL MAJNO GIASONE (Pesaro, 1435-1519) - Figlio naturale del nobile mi-

lanese Andreotto del Majno, esule nel1435 a Pesaro. Celebre giurista e, per molti anni, professore all’Università diPavia. Fu considerato il principe deigiureconsulti del suo tempo e deglioratori italiani, ebbe il titolo di consi-gliere ducale e divenne feudatario diBassignana. Insegnò all’Ateneo

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pavese dal 1467 al 1485; dal 1485 al1488 all’Ateneo di Padova; nel 1489 aPisa e, quindi, di nuovo a Pavia.

DEL MAJNO LORENZO (1809-69) -Marchese di Pavia, nel 1848 fu nomi-nato rappresentante della città nelgoverno provvisorio di Lombardia.

DEL MAJNO TOMMASO (1790-1864) -Marchese e conte, fu podestà diPavia nel 1844. Patriota, fu sospettato

dagli Austriaci, particolarmente per lasua parentela con Carlo Pisani Dossi,del quale aveva sposato una figlia.Benemerito della Scuola di pittura edell’Università.

DEL MANGANO FRANCESCO (1397-1469) - Frate pavese, fu detto«Monarca Sacrae Theologiae» per lasua vasta cultura e scienza ecclesia-stica: coprì le cariche di Procuratoregenerale dell’Ordine dei Francescaninella Curia Romana e di Ministro dellaprovincia di Genova.

DEL MANGANO GIORGIO (sec. XV) -Pittore pavese di nobile famiglia, fu ilprimo affrescatore della Certosa: al-cuni suoi affreschi si trovano anchenella cripta della chiesa di S. GiovanniDomnarum.

DEL MONTE (CHIOCCA) ANTONIO EGIOVANNI MARIA (1488-1555) - Nomedi due Cardinali, di origine aretina,Vescovi di Pavia, Il secondo, dopo

essere stato Vescovo di Pavia (1545-50), fu eletto Papa il 7 febbraio 1550col nome di Giulio III, morì a Roma a67 anni. Suo nipote Pietro fu dal 1568Gran Maestro dell’Ordine Sovrano diMalta e morì nel 1571.

DELL’ACQUA AMBROGIO (Ambrogioda Pavia, sec. XIV-XV) - Dipinse conMichelino da Besozzo una serie discene della vita di Sant’Agostino, nelsecondo chiostro di San Pietro in Cield’Oro. Eseguì anche, con Antonio deFerraris una serie di dipinti nella chiesadi Santa Maria Nuova, che si trovavapresso piazza Guicciardi, ove oggisono la sede dell’Automobile Club edei Coltivatori Diretti. Si pensa che

verso il 1415 lavorasse con un certoPietro da Pavia, nella zona diGenova.

DELL’ACQUA CARLO (1834-1900) -Letterato, storico, dottore in giuri-sprudenza, bibliotecario dell’Univer-sità, scrisse diverse opere sulle originidi Casa Savoia, sulle basiliche di SanMichele, San Pietro in Ciel d’Oro, sullavita di Lanfranco, giureconsulto earcivescovo di Canterbury, ricordistorici biografici pavesi, ecc.

DELL’ACQUA SIRO (1837-1916) - In-gegnere e architetto, fratello di Carlo,curò i restauri del San Michele e lidiresse dal 1865 al 1876. Progettòanche il restauro stilistico dellafacciata di San Francesco.

DELLA CANONICA AGOSTINO (sec.XIV) - Miniatore, parente di Bertolino,fu incaricato da Pasqualino de Gar-batiis di copiare su pergamena eminiare gli Statuti del Comune.

DELLA CANONICA BERTOLINO (sec.XV) - Pittore, parente di Agostino, la-vorò alla Certosa (1465) e abitò a Ge-nova.

DELLA CHIESA ANDREINO v. Andrinode Edesia

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DELLA CHIESA GIOVANNI (sec. XV) -Col figlio Matteo, lavorò alla Certosadi Pavia e all’Incoronata di Lodi.

DELLA PIETRA CAMILLO (sec. XVI) -Eresse nel 1576 la sacrestia dellachiesa del Carmine. Suo figlio Gio-vanni Battista l’arricchì di stucchi e distatue.

DELLA PORTA LUIGI (1825-52) - Stu-dente milanese di matematica presso

l’Università di Pavia, combatté alleCinque Giornate di Milano, alCaffaro, a Roma, a Novara. Tornò aPavia nel 1852 per proseguire gli studi,ma fu ucciso in un duello allasciabola da un ufficiale austriaco, nelcortile della caserma del CollegioGermanico Ungarico (attualecollegio Fratelli Cairoli).

DELLA TORRE DOMENICO (sec. XVII) -Scrittore, cronista, pubblicò nel 1655un diario dell’assedio di Pavia, intra-preso dai francesi, dal Duca di Savoiae dal Duca di Modena, durato dal 24luglio al 14 settembre 1655.

DELLA TROTHA MICHELE (sec. XIII) -Podestà di Pavia, strinse il 13 dicem-bre 1252 un trattato d’alleanza colMarchese Bonifacio di Monferrato. IlMarchese otteneva l’appoggio deiPavesi contro Alessandria, in cambiodei castelli di Pomaro e di San Salva-tore, che cedeva alla città.

DELLE VACCHE FILIPPO (sec. XV) - Ar-chitetto del Duomo di Salò (1453).

DEODATO (sec.IX -m. 841) - vescovodi Pavia, annoverato tra i Santi.

DEPRETIS AGOSTINO (1813-87) - Natoa Mezzana Corti di Bottarone, pa-

triota, statista, fu pro dittatore in Sicilianel 1860. Più volte ministro e presi-dente del Consiglio dei ministri, morì aRoma. È sepolto a Stradella.

DESIDERIO (757-774) - Duca di To-scana, fu costretto a cedere al Papaquanto gli rimaneva dell’antico Esar-cato di Ravenna, ma ritornò a minac-ciare Roma e i domìni pontifici. Nel770 stipulò un’alleanza con Carlo eCarlomanno, i due fratelli che sierano suddivisi il regno franco allamorte di Pipino, e diede loro in spose,rispettivamente, le sue figlie Er-mengarda e Gerberga. Nel 772 Carlo,divenuto l’unico re dei Franchi allamorte del fratello, ripudiò Er-mengarda, che dopo poco morì,mentre la famiglia di Carlomanno sirifugiava alla corte longobarda. IlPapa Adriano I chiese l’aiuto deiFranchi, che scesero in Italia nel set-tembre 773. Adelchis, figlio di Desi-

derio, sconfitto, fuggì a Costantino-poli, mentre il padre si chiudeva inPavia. Molti duchi passarono dallaparte dei Franchi, altri rimasero neu-trali. Nel giugno del 774, dopo novemesi di resistenza, Pavia, vinta dallafame e dalla pestilenza, cedette al-l’assedio. Desiderio uscì in abito dipenitente, con la consorte Ansa e lafiglia, si ritirò in convento in Francia eCarlo si proclamò re dei Longobardi.Gli ultimi esponenti del clero arianofurono epurati. Il Ducato di Spoleto sisottomise al Papa. Quello di Bene-vento mantenne l’indipendenza,grazie alla sua neutralità durante laguerra, e sopravvisse sino al sec. X,quando sopraggiunse la dominazionenormanna.

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DESIGIS CARLO (1877-1935) - Chimico,industriale, fu il primo italiano aindustrializzzare la produzione del sol-furo di carbonio, per la produzione difibre tessili artificiali, e costruì lostabilimento di Motta di Valle Salim-bene.

DEVOTI ALFREDO (1871-1914) - Inge-gnere pavese, progettista e proprie-tario del «Palazzo Devoti», edificiod’angolo in stile eclettico-liberty rea-lizzato negli anni 1911-12 presso ilCastello (attuale angolo viale G.Matteotti - viale XI Febbraio). Il pa-lazzo, il più alto della Pavia deltempo, fu realizzato con tecniched’avanguardia, con ampio uso dicemento, profilati di acciaio e fibro-cemento, e intendeva porre le basiper la creazione di un boulevard pavese, sul gusto di quelli parigini. Leamarezze conseguenti al successodell’iniziativa, inadeguato rispetto alle

sue speranze, spinsero il Devoti a uc-cidersi.

D’ORIA MANUELLO (sec. XIII) - pode-stà di Pavia: il 16 aprile 1216 stipulò colmarchese Guglielmo VI di Monferrato,nel palazzo del Comune, un pattoperché tutti gli uomini di Valenza, dai15 anni in su, giurassero fedeltà alComune di Pavia impegnandosi «afar esercito e cavalcata per esso, par-tecipando ad ogni sua guerra epace, guardandone gli uomini sul

proprio territorio, non levando alcunpedaggio sopra di loro e pagando 50lire di fodro a Pavia». Valenza, inoltre,s’impegnava a nominare soloPodestà provenienti da Pavia. Incompenso la città investiva ilmarchese del feudo di Valenza, per 

sé e per i suoi eredi legittimi maschi efemmine.

DOGLIA GUGLIELMO (sec. XIV) - Me-dico, deputato dal Comune di Paviaa visite sanitarie in tempo di peste,insieme all’altro medico pavese Sil-vano de Negri.

DOLLAZZA PASQUALE (1745-96) - Pa-vese, cancelliere del censo di Bere-guardo, fu condannato alla fucila-

zione dal tribunale militare di Milanocome uno dei principali istigatori dellerivolte contro i giacobini e le miliziefrancesi a Binasco, Casorate e paesilimitrofi. Fu fucilato il 2 giugno 1796sulla strada Pavia-Bereguardo.

DOMENICO DA CATALOGNA (sec. XV)- Frate dell’Ordine dei Predicatori, fuinstancabile propugnatore della co-struzione in città di un ospeda]e per ipoveri, che venne, infatti, aperto il 25giugno 1456. Egli stesso ne dettò glistatuti. Alla fondazione concorseronumerosi concittadini e, con privilegispeciali, principi e Pontefici.

DONATI FABRIZIO (sec. XVII) - Nobilebenefattore, fece eseguire nellachiesa del Carmine, dal celebre pit-tore bellunese Sebastiano Ricci, l’an-cona e l’immagine del Santo AngeloCustode.

DONDI GIOVANNI (Chioggia, 1330 -Abbiategrasso, 1388) - Medico e let-

terato di famiglia padovana, fuchiamato a Pavia come astrologodella corte viscontea, progettò erealizzò l’orologio astronomico(astrarium), posto in un torrione delcastello, che segnava anche i motidei Pianeti. Ne derivò a lui e ai suoi

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discendenti il soprannome “dall’Oro-logio”. Fu amico del Petrarca e scrisseanche numerosi sonetti. Suo padreJacopo (1293-1359), pure medico,erudito e meccanico, avevafabbricato, con l’aiuto dell’artigianoAntonio da Padova, un ingegnosoorologio per il palazzo del Capitanio aPadova. L’astrario di Pavia fu distruttodopo il 1529, ma è stato ricostruito indiversi esemplari, grazie ai disegni

conservati dall’autore nella sua operaTractatus astrarii.

DOSSENA COSMA (1548-1620) - pa-vese, nato da Cosma e DomenicaRossi, abbracciò la carriera delle armie divenne in breve uno dei capitanipiù reputati, tanto che i principi si di-sputavano l’onore di averlo al proprioservizio. Partecipò alla guerra contro iturchi nel 1571, compiendo prodigi divalore. Poi, improvvisamente, decisedi farsi religioso. Compiuti gli studi

necessari, nel 1586 venne ordinatosacerdote, nel 1596 prevostogenerale della Congregazione deinovizi, in Roma. Nel 1612 fu nominatovescovo di Tortona, ove morì il 14marzo 1620.

DRUSSIANI GIOVANNI (sec. XVII) - Pro-fessore di arte militare all’Università diPavia e autore di una grande cartatopografica di Pavia e del Borgo Ti-cino. Nel 1648 tracciò il rotto dellostagno Lusertino, a poco meno di un

chilometro dall’abitato, il quale fu de-viato dagli Spagnoli per introdurlonella fossa delle fortificazioni delBorgo.

DUNGALLO SCOTO (sec. IX) - Lettorenella Scuola di San Pietro in Cield’Oro, fu un insigne grammatico. Lo-

tario, nell’825, indicò le città del suoregno che dovevano inviare gli stu-denti alla Scuola di Pavia ove inse-gnava il celebre professore.

DURINI CARLO FRANCESCO (1693-1769) - Milanese, fu vescovo di Paviae cardinale.

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Il Collegio Borromeo nel sec. XVIII,primA della distruzione della Basilica

di San Giovanni in Borgo.

 

E

EINSTEIN ALBERT (Ulm, 1879 - 1955) -All’angolo fra l’attuale viale Partigianie il Naviglio, a Pavia, Hermann Ein-stein costituì nel 1894 le OfficineElettromeccaniche Einstein e Garrone

& C. Qui lavorò, ancora dicias-settenne, anche il figlio Albert, il futurogrande genio della fisica moderna,prima di andare a studiare in Svizzera,ad Aaron e al Politecnico di Zurigo.L’edificio, sino al 1995 di proprietàdell’ENEL, è stato recentemente ri-strutturato.

EMANUELE DA ROVIGO (sec. XV-XVI) -Ebreo, si stabilì a Pavia alla fine delsec. XV e vi tenne a lungo un banco

di prestiti. Difese in tribunale gli eredidell’ebreo Davide Galli di Parma,nella lite (1498-1521) contro l’Ospe-dale San Matteo che ebbe originedopo la morte del pavese FilippoEustachi, già castellano del castellodi Porta Giovia a Milano.

EMILIANI GIROLAMO - v. Miani.

ENNODIO (Santo vescovo, 473-521) -Di stirpe celtica, nacque nella cittàche oggi si chiama Arles. Fu retore,storico, poeta in lingua latina, ve-scovo di Pavia dal 511; due volte fuinviato a Costantinopoli come legatopontificio, per un totale di tre anni dimissione, e dal Papa ottennel’onorificenza del Pallio, di cui ancoragodono i vescovi di Pavia. Fra le sueopere ricordiamo il Panegirico di

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Teodorico e un libro apologetico suPapa Simmaco. Fu sepolto nellaBasilica di San Michele.

EPIFANIO (Santo vescovo, 439-497) -Pavese di nascita, di nobile famiglia.Fu educato dal vescovo San Crispinoe alla sua morte ne prese il posto(467). Giurista, scrittore, si prodigò per la città soprattutto in occasione delsacco compiuto dai soldati diOdoacre (476). In tale occasione li-berò anche la propria sorella, SantaOnorata, che era stata catturata.Teodorico volle conoscerlo personal-mente e, giunto alla sua presenza,esclamò: «Ecco un uomo del qualenon c’è simile in tutto l’Oriente». Epi-fanio, proclamato padre della patria,fu sepolto nella chiesa dei Santimartiri Vincenzo e Gaudenzio, che furinominata Sant’Epifanio (ove ora èl’Orto Botanico). Nel 962 le suespoglie furono trafugate e portate a

Hildesheim, in Germania, ove ancorasi trovano. Nel 1866 il vescovo diquella città mandò una reliquia aPavia, che ora si trova a San France-sco. Un’altra piccola reliquia delSanto è a San Michele.

ERBOSI (DEGLI) GIOVANNI O GIOVA-NUOLO (sec. XIV - m. 1399) - Pittorepavese, lavorò a San Pietro in cield’oro.

ERMENGARDA (sec. VIII) - Sfortunata

figlia di Desiderio, ultimo re dei Longo-bardi. Ando sposa a Carlo Magno,nell’ottica di un accordo di pace trail regno d’Italia e quello dei Franchi.Carlo Magno, divenuto l’unico re deiFranchi alla morte del fratello Carlo-manno, ripudiò Ermengarda, chedopo poco morì,

EUSTACHI (Famiglia) - Secondo lostorico Bernardo Sacco, tale famigliatrasse origine da Eustachio Jordana,figlio di Pietro (1195). Nel 1300 gli Eu-stachi possedevano proprietà nelSiccomario. Sino al sec. XV però talecognome non figura né negli elenchidella nobiltà né in quelli della borghe-sia pavese, anzi diversi Eustachi aPavia risultano figli di pescatori: inparticolare Paxelo, Zanino e Pasino.Forse perciò da essi emersero i capi-tani della flotta ducale. Anche altriche ricoprirono tale carica, comeBernardino Gulliera e Antonio de laPolizzeria, erano pescatori. Solo tra il1403 e il 1405, al tempo in cui Pasinocomandava la flotta, la famiglia Eu-stachi cominciò a ricevere titoli nobi-liari. Lo stemma era diviso in tre parti:in alto l’aquila ghibellina, nera sufondo d’oro; al centro un leoneuscente, colla zampa destra levata;

in basso tre stelle a otto punte. Lacasa, posta nell’attuale via PortaPertusi, è stata restaurata negli anni‘60 dal Comune di Pavia, che ne èproprietario. La tomba di famiglie eranella chiesa di San Teodoro.

EUSTACHI ANTONIA (sec. XV) - Nipotedi Pasino e figlia di Antonio, capitanodella flotta ducale, sorella di Filippo,castellano del Castello di Porta Gio-via a Milano, fu monaca nel mona-stero di Santa Maria Teodote. Nel

1474 ne uscì per trasferirsi al mona-stero delle Benedettine di San Gio-vanni Battista di Lodi, dal quale si as-sentò in seguito per oltre un annosenza permesso dei superiori. Quandochiese di rientrare, fu rifiutata dallaBadessa e dalle consorelle,nonostante l’appoggio del po-

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tentissimo fratello, del vescovo diLodi, del duca di Milano e della stessaCuria romana. Dopo una lungacausa, ciò provocò l’interdizione delmonastero. In seguito le religiosetornarono all’obbedienza, ma non sisa se Antonia sia stata reintegrata.

EUSTACHI (degli) FRANCESCO (1414-88) - Figlio di Antonio e fratello di An-tonia (v.), rivelò tendenza per gli studidi lettere e filosofia e si laureò in dirittocanonico. Entrò nell’ordine france-scano. A Genova prese la laurea indiritto civile. Lasciò il convento per una passione amorosa e si trasferì aRoma, poi a Cremona. Qui loraggiunse una condanna del Duca diMilano, che lo esiliava a Casale Mon-ferrato. Più tardì si recò a Bologna eindi ritornò a Pavia. Uscì dall’Ordinedei Frati Minori, al quale non lolegavano voti solenni, e, datal’importanza della famiglia, riuscì a

ottenere la carica di protonotarioapostolico. Ciononostante continuòla propria vita d’affari, dedicandosiall’attività di compravendita immobi-liare. Ereditò le cospicue sostanze delprevosto di San Teodoro. Nel 1483partecipò alla congiura controLodovico il Moro.

EUSTACHI (degli) PASINO (1368-1446) -Figlio del pescatore Rolello degliEustachi, dal 1403 comandò la flottanavale del Duca di Milano. Tra il 1407

e il 1410 però Pasino, compromessonella lotta tra diversi partiti, dopo lapresa di Vidigulfo e la caduta in di-sgrazia di Filippo Maria Visconti, fucondannato come ribelle e le sueterre vennero confiscate. Poi rientrònelle grazie del Duca e fu reintegratonel grado, che trasmise al figlio

Antonio. Il 25 giugno 1431 ottenne sulPo, presso Cremona, una splendidavittoria sulla flotta veneta,conquistando 28 imbarcazioni e fa-cendo 8000 prigionieri. L’anno se-guente apportò importanti innova-zioni alla flotta ducale. Pasino morì a78 anni e lasciò tre figli: Giovanni,Antonio e Bernardo. Il primo, consoledel Collegio dei Mercanti, morì nel1437. Antonio fu anch’egli mercante

di legna, panni e zucchero e tenne alungo l’appalto del dazio; visse colpadre, ne amministrò il patrimonio egli succedette nella carica di capi-tano generale. Ebbe dieci figli e seifiglie e morì alla fine del 1465. Ber-nardo, mercante di legna e di panni,non ebbe figli e morì nel 1448.

EUSTACHI (degli) PIETRO PASINO(1417-82) - Figlio di Antonio e fratellodi Antonia e Francesco (v.), dottore indiritto civile, uomo intelligente ed

energico, nel 1466 fu nominato dagliSforza Podestà di Albenga. La popo-lazione lo gradì talmente che nechiese la rielezione, ma egli preferivaavvicinarsi a Pavia e ottenne lacarica di Podestà a Tortona, poi per due anni a Cremona. Sostituì quindicome castellano di Porta Giovia aMilano il fratello Filippo, impegnato ariordinare la flotta ducale. Nel 1472 funominato Podestà di Genova, nel1477 Vicario di Provvigione di Milano.Nel 1480 divenne Consigliere ducalee Senatore.

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Pavia, vista di San Teodoro.In basso, uno scorcio della

casa degli Eustachi

F

FALLABRINI (sec. XIII-XIV) - Eranochiamati così a Pavia i nobili del par-tito guelfo, ossia partigiani del Papa.Furono scacciati dalla città dai loro ri-vali ghibellini (chiamati a Pavia Mar-

cabotti) negli anni 1267-1268 e ripa-rarono a Bassignana, in riva al Po, oveelessero loro podestà GiacomoBottigella. Così, al loro rientro a Pavia,la città ebbe per un anno duepodestà (quello dei ghibellini eraGiordano Rachalvenga). Nel 1270 idue podestà cedettero la carica albergamasco Alberico dei Suardi.

FARNESIO ENRICO (sec. XVI) - Nativodi Liegi, giureconsulto, fu professore diarte retorica greca e latina all’Univer-

sità di Pavia. Fu sepolto nella chiesadel Carmine.

FASOLI AMBROGIO (1719-59) - Mate-rassaio, si ammalò gravemente econtinuò a rifiutare ostinatamentel’assistenza di un sacerdote, sino inpunto di morte. Gli fu quindi negatala sepoltura in luogo sacro e la suatomba fu scavata sul bastione dellaDarsena, presso la Porta di SantaGiustina (poi Porta Garibaldi), ove orasorge l’Istituto Tecnico Bordoni. Ilpopolino battezzò il luogo “la cà delFasoulin”. Per molti anni circolaronovoci che il luogo fosse infestato dafantasmi. Fasoulin fu in seguito il titolodi un giornale satirico, che si pubblicòper molti anni a Pavia.

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FASOLO BERNARDINO (1489-...) - Pit-tore di stile leonardesco, padre diRaffaello Fasolo. Un suo quadro, ac-quistato dal principe Braschi di Roma,si trova ora al Louvre di Parigi. Unasua Sacra Famiglia è conservata nelFriedrich Museum di Berlino. Altre sueopere sono nei Civici Musei di Pavia,a Genova, a Finale Emilia, Cassanod’Adda.

FASOLO LORENZO (1463-...) Pittore,padre di Bernardino. Fu allievo diLeonardo Vidolenghi e visse a Ge-nova. A Pavia dipinse affreschi nellechiese del Carmine e di San Siro(Cattedrale). Un suo quadro è con-servato al Louvre, a Parigi, e un altronel Friedrich Museum di Berlino. Altresue opere a Genova, Savona, Chia-vari, Vianego.

FAZZINI GIAN DOMENICO (1747-1827)- Suonatore di timpani, fu un genialis-

simo perfezionatore dello strumentoche rese accordabile con dodici toni.Sulla sua invenzione scrisseun’interessante memoria. corredatada tavole.

FEDEGARIO (sec. VII) - Cronista, au-tore di una Cronaca scritta fra il 613 eil 658 in cui appare per la prima voltail nome di Pavia. Egli usa il nome diPapia per indicare Ticinum: «Papia ilcui cognome era Ticinum»; oppure:«Papia soprannominata Ticinum»; o

ancora: «Papia al cui nome fuaggiunto quello di Ticinum».

FEDERICO I HOHENSTAUFEN (detto ilBARBAROSSA, 1123-1190) - Re diGermania e imperatore Romano:volle ripristinare in Italia l’autorità im-periale, ma la sua volontà venne in-

franta dalla resistenza della SantaSede e delle città lombarde. Il 17aprile 1155, dopo l’espugnazione diTortona, venne incoronato re nellabasilica pavese di San Michele; nel1162, da Pavia, intimò agli abitanti diMilano di sgomberare entro ottogiorni la loro città, avendone decre-tata la distruzione; e dopo tale di-struzione, nella chiesa di San Salva-tore, ricevette il giuramento di sog-

gezione delle città di Mantova,Cremona, Piacenza e Genova. Il 1°marzo 1171 anche i pave#i entraronoa far parte della Lega Lombarda,stretta a Pontida il 7 aprile 1167,contro l’imperatore, prestandogiuramento di osservare i patti firmatidalle città alleate della Marca edella Lombardia; ma l’adesione futarda e di breve durata: infatti nel1175 Pavia dava di nuovo man forteal Barbarossa all’assedio di Alessan-dria, richiamando su di sé le vendette

delle città collegate: l’adesione allaparte imperiale aveva assicurato allacittà una posizione di grande van-taggio, specie rispetto alla rivaleMilano. Nel 1189 Federico Barbarossapartì per la terza crociata e morì alpassaggio del fiume Salef in Cilicia. Ilpalazzo vescovile, corrispondente ailati di levante e di settentrione verso ilcortile dell’attuale Broletto, ospitòFederico Barbarossa il 9 aprile 1162,per festeggiare la distruzione di Mi-

lano, e nel 1175, a dare udienza airappresentanti della Lega Lombarda(In Curia Episcopi Papiensis, ubiPapienses faciunt concionem). Diquesto più antico Palazzo rimanetraccia in una bifora, nella facciataprincipale, verso Piazza Grande.

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FEDERICO II DI SVEVIA (1194-1250) -Nel 1198 salì al trono pontificio Inno-cenzo III, dei Conti di Segni. Egli af-fermò in modo indiscutibile la propriateoria di supremazia del papato sul-l’impero. A lui Costanza d’Altavilla,prima di morire, affidò la tutela delfuturo imperatore, il piccolo Federico,di soli 4 anni. Egli appoggiò l’ascesaalla carica imperiale del moltodiscusso Ottone IV Wittelsbach di

Brunswick, un guelfo, nemico degliSvevi. L’imperatore Ottone IV scesein Italia nel 1209 per impadronirsi delregno meridionale e spodestare ilgiovanissimo Federico II, ma questi,con l’appoggio di Filippo Augusto diFrancia, riuscì ad avere il sopravventocontro Ottone, sostenuto dal reinglese Giovanni Senzaterra, nellabattaglia di Bouvines (1214). FedericoII divenne imperatore a 21 anni, nel1215. Tra il 1214 e il 1216 diversescorrerie dei Piacentini misero a ferro

e fuoco i castelli dell’Oltrepò Pavese.Nel 1217 Federico II riconobbe aiPavesi pieno possesso su Vigevano eintimò ai Milanesi si sgomberarla. A 26anni, Federico fu incoronato dalpapa Onorio III nella Basilica di SanPietro. Ben presto però fu bollatodalla Chiesa come il nemico numerouno, fu accusato di aver provocato ilfallimento della quinta crociata escomunicato da Gregorio IX nel 1227.Tornato in Palestina, risolse la que-

stione di Gerusalemme tramite un ac-cordo con il Sultano d’Egitto. Il paparifiutò l’accordo e giunse al punto dicolpire d’interdetto la stessa città diGerusalemme. L’Europa intera era inrivolta e sotto presunti motivi religiosi sicoprivano i più diversi interessi.Federico dovette combattere contro

il figlio Enrico e contro la Legalombarda, che sconfisse il 27 novem-bre del 1237 a Cortenuova. Prima del1240 l’imperatore costruì in Puglia ilmisterioso Castel del Monte, unmassiccio complesso a pianta otta-gonale con implicazioni esoteriche.Federico amò poetare e accolse di-versi trovatori alla sua corte, luogod’incontro e di simbiosi fra le culturegreca, latina e araba. Nel 1241 il

papa Gregorio IX si mise a capo diuna nuova coalizione anti-imperiale,formata da comuni e repubblichemarinare; scomunicò Federico econvocò un concilio per deporlo. Asua volta, l’imperatore bandì i frati datutti i propri domini. L’11 maggio diquell’anno i Pavesi sconfissero iMilanesi a Le Ginestre. Un’altra vittoriadegli imperiali presso le isole del Giglioe di Montecristo indusse il papa a of-frire l’assoluzione a Federico. PapaGregorio morì il 21 agosto di quel-

l’anno. Il suo successore, Celestino IV,morì dopo 17 giorni dall’elezione. Ilnuovo papa, Innocenzo IV (ilgenovese Sinibaldo de’ Fieschi), nonfu eletto che il 25 giugno 1243. Fu ilpeggior nemico dell’imperatoreFederico. Nel 1245 il Concilio di Lioneprese la decisione di destituirel’imperatore, con l’accusa di sacri-legio e di spergiuro. Nel settembre, letruppe imperiali (siciliani, italiani etedeschi) passarono per Pavia alla

volta di Abbiategrasso, contro i Mila-nesi, mentre Enzo ed Ezzelino attac-cavano da Oriente. Tuttavia i Milanesirespinsero Federico e gli impedironodi attraversare il Ticinello a Boffalora ea Casterno (1° e 4 novembre 1245).Federico II morì il 13 dicembre 1250.

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FELICE (sec. VII) - Grammatico, inse-gnante di lingua latina e di arte ora-toria, fu tenuto in grande considera-zione dal re longobardo Cunincpert.

FERRARI ANTONINO (sec. XV) - Pittore,crebbe alla scuola di Martino Lucini,Girardo de Rossi, dei Meda e delCrivelli. A Pavia non si conservano sueopere. Si traferì a Cremona, doveottenne la cittadinanza. Ivi eseguìaffreschi per la chiesa di San Luca,oggi conservati nel Museo.

FERRARI FRANCESCO (sec. XV) - Pit-tore, dimorò a Genova. Sue notizie sitrovano in documenti pavesi e ge-novesi tra il 1476 e il 1491.

FERRARI F’ILIPPO (1570-1626) - Nato aOviglio, in provincia di Alessandria,frate, professore di matematica al-l’Università di Pavia.

FERRARI GlIOVANNI BATTISTA (sec. XIX)

- Pavese, ingegnere, professore: es-sendo impiegato in Sardegna comecapotronco della strada provincialeCagliari-Muravera, fece degli scavi eriusci a raccogliere materiale archeo-logico punico-sardo appartenentealla città di Thàrros la quale, situata inluogo remoto e malsano, fu menosoggetta a spogliazioni: distrutta nel1183, la necropoli rimase intatta finoal 1851. La collezione fu ceduta dal-l’ing. Ferrari al giureconsulto France-sco Reale, in cambio di libri: il Reale lalegò poi al Comune e oggi si trova nelCivico Museo.

FERRARI GIUSEPPE (1811-76) - Storico,filosofo e politico del Risorgimentoitaliano, si laureò in filosofia a Pavia ea Parigi. Dopo il 1849 visse in Francia,

nel 1859 ritornò in Italia, fu eletto alParlamento e insegnò in diverseUniversità. Fra i suoi saggi si ricordanoil Saggio sui principi e i limiti dellafilosofia della storia (1843) e la Storiadelle rivoluzioni italiane (1858).

FERRARI PIETRO ANTONIO (sec. XVI) -Pavese, professore di diritto: nel 1558venne colpito, a caso, da una pietrae morì all’istante: venne sepolto nellachiesa del Carmine.

FERRARI FILIPPO (1570-1626) - DiOviglio, in provincia di Alessandria,frate, professore di matematica al-l’Università di Pavia.

FERRARI GIOVANNI BATTISTA (sec. XIX)- Pavese, ingegnere, professore: es-sendo impiegato in Sardegna comecapotronco della strada provincialeCagliari-Muravera, fece degli scavi eriusci a raccogliere materiale archeo-logico punico-sardo appartenentealla città di Tharros la quale, situata inluogo remoto e malsano, fu menosoggetta a spogliazioni: distrutta nel1183, la necropoli rimase intatta sinoal 1851. La collezione fu ceduta dal-l’ingegner Ferrari al giureconsultoFrancesco Reale, in cambio di libri: ilReale la legava poi al Comune: sitrova nel Civico Museo.

FERRARI DA GRADO GIOVANNI MAT-TEO (1400-72) - Professore di medicinaall’Università di Pavia, fu il primo achiamare “ovaie” i corpi ovoidi diciascun lato dell’utero: legò tutto ilsuo patrimonio all’Ospedale di S.Matteo: fu uno dei principali fautoridella stampa in Pavia.

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FERRERI CESARE (1802-59) - Fu insigneincisore, ma iniziò come autodidattaper la povertà della sua famiglia. Uncittadino ricco, di nome Pozzi, glipermise di frequentare le scuole delGaravaglia e dell’Anderloni. Unamalattia lo costrinse a interromperegli studi e seguì il Garavaglia a Firen-ze. Nel 1835 fu nominato professoreall’Accademia di disegno e d’inci-sione del Marchese Malaspina ed

ebbe l’incarico d’insegnare le me-desime arti alla Facoltà di Medicinadi Pavia. Di lui scrisse, illustrandone lavita e le opere, il canonico prof. Pie-tro Terenzio, in un volume pubblicatodai Fratelli Fusi nel 1862.

FERRINI CONTARDO (Santo, 1859-1902)- Elevato agli onori degli altari nel1947. Si addottorò nell’Università diPavia, ne fu docente in età gio-vanissima: illustrò l’Ateneo per l’altis-sima dignità della vita, per la ric-

chezza della dottrina: sommo giurista,la sua Storia del diritto penale romano ottenne il premio reale dei Lincei:pubblicò una collana di opere tuttedi alto valore scientifico: per moltissimianni, professore di diritto romano aPavia, visse a Pavia: ma morì a Suna,ove era nato.

FLARER FRANCESCO (1791-1859) -Medico, partecipò alle campagnegaribaldine del 1859, 60, 66 comemedico volontario e fu decorato con

due medaglie d’argento al valor mililtare.

FLAVIANO (sec. VIII) - Grammatico, fulettore nelle Scuole episcopali diPavia.

FIORENTINI LUIGI (1893-194l) - Tenentecolonnello, caduto in combattimentoin Libia: per il suo eroico comporta-mento gli venne conferita la Meda-glia d’oro al valor militare.

FOLPERTI ARDENGO (sec. XIV) - Uomod’armi e maestro delle entrate delduca di Milano Giovanni GaleazzoVisconti, concorse alla costruzionedella chiesa del convento benedet-tino di San Tomaso, costruzione ini-ziata nel 1300 e compiuta solo nel1478. Devastata quindi dal Piermarininella seconda metà del sec. XVIII per sistemarvi il Seminario generale diLombardia fondato da Giuseppe II: ilconvento venne poi ridotto a ca-serma (caserma Nini Bixio) e solo inquesti ultimi anni è entrato fra i benidell’Università, che vi sta sistemandola Facoltà di Lettere.

FONTANA GREGORIO (1735-1803) -

Abate, matematico, ebbe una pro-fonda cultura letteraria, scientifica,filosofica: fondò e diresse la.bibliotecauniversitaria: diede alla luce nu-merose opere e memorie: si segnalòal tempo della Cisalpina comeardente democratico: fu Consultorelegislativo e membro del Collegio deiDotti della Repubblica Italiana: morìtre anni dopo il ritorno dei francesi, dispasimo nervoso contratto per leangosce morali sofferte durante lasua prigionia a Milano, al ritorno degli

austro-russi nel 1799.

FOPPA AMBROGIO (detto Caradosso,1457-1527) - Fu eccellente cesellatore,in grande stima di Benvenuto Cellini,che lo ricorda nelle sue  Memorie.Chiamato a Roma dal Papa Giulio II,incise molte medaglie e altre

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pregiate opere compì su ordine deiPapi Adriano VI e Leone X. Lavoròanche a Milano.

FOPPA VINCENZO (Brescia, 1427-1515)- Primo pittore del Rinascimentolombardo, lavorò a Bergamo, Milanoe a Pavia, per le chiese di San Tomasoe del Carmine, per la cappella delcollegio Castiglioni.

FORLANINI CARLO (1817-1922) - Dal

1900 professore di clinica medica al-l’Università di Pavia, maturò nella suamente una concezione del tutto per-sonale del processo tisiogeno egiunse al tentativo di curarlo immobi-lizzando il polmone con un pneumo-torace artificiale: la sua scoperta, ilcui valore venne riconosciuto nel con-gresso internazionale per la tuber-colosi del 1912, si diffuse per tutto ilmondo e il metodo Forlanini nellacura della tubercolosi venne univer-

salmente adottato: scienziato onestoe austero, amò la città fra le c ui murale sue ricerche e le sue scoperteavevano avuto il più largo e trionfalericonoscimento: patriota, fu nelleschiere di Garibaldi, a Bezzecca, nel1866.

FORTUNATO, CRISANTO E POMPEO -Furono compagni di San Siro, primovescovo di Pavia. La tradizione miticavorrebbe che fossero entrati in cittàcon lui il 12 settembre dell’anno 57. I

loro corpi, c on quelli dei SantiMamete, Paolino, Bonino e Satiro, fu-rono ritrovati nel 1717 nella basilicadei Santi Gervaso e Protasio.

FOSCOLO UGO (Zante, 1778 - Londra,1827) - Il celebre poeta, nato inGrecia, fu professore di eloquenza

all’Università di Pavia: si stabilì in cittàil 1° dicembre 1808 e abitò in casaBonfico in Borgo Oleario, oggi via UgoFoscolo 11, che reca sulla facciata lalapide commemorativa, conl’epigrafe di Vittorio Cian. Fuggì poicome profugo in Svizzera e, dalla finedel 1816, in Inghilterra, a Londra, ovemorì di idropisia, assistito dalla figlianaturale Floriana. Le sue ceneri, dalCimitero di Chiswisk presso Londra,

furono portate a Firenze nel 1871 edeposte in Santa Croce.

FOSSATI ERCOLE (1843-1914) - Profes-sore di fisica, preside del Ginnasio -Liceo di Pavia; patriota; soldato nel-l’esercito regolare nel 1863-65; vo-lontario garibaldino nel 1866; presi-dente della Società dei Garibaldini diPavia.

FRANCESCO I D’ANGOULÊME (re diFrancia, m. 1547) - Grande protago-

nista del conflitto tra Francia e Spa-gna, nei primi decenni del sec. XVI,per il predominio sull’Europa. Le suetruppe assediarono e presero Paviaripetutamente. Fu sconfitto alla bat-taglia di Pavia (24 febbraio 1525).Prigioniero, la tradizione vuole cheabbia tenuto a battesimo la “zuppaalla pavese” durante la sua deten-zione alla cascina Repentita. Il suogenerale Odet de Foix (v.) rovinò l’alasettentrionale del Castello di Pavia.

FRANCESI (I) - Louis Fumée, Bernardl’Hermite, Charles Maltisset, Francois leCharron, Renard de Roquemartine,Guy de Ventes, Chrestien Macheco,Nicolas Vincent, Jean Bardelot,studenti oltremontani nell’Università diPavia, nel l506. Fecero eseguire daBernardino Zagarelli Cotignola, per la

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cappella di San Sebastiano nellachiesa del Carmine, un quadro di SanSebastiano che, nel sec. XIX, passòalla National Gallery di Londra, ove sitrova tuttora.

FRANCHI GIACOMO (1863-1939) -Avvocato, scrittore, storico, benefat-tore, giornalista: lasciò numerosepubblicazioni: Notizie della vita edelle opere di Pasquale Massacra;Origini e vicende del Monte di Pietàdi Pavia; Pavia che fu, ecc. Per qua-rant’anni Segretario Generale dellaCongregazione di Carità. Sotto lopseudomino di Andegaro pubblicò iprimi risultati delle sue pazienti ricer-che. Fu collaboratore prezioso delBollettino della Società Pavese diStoria Patria. Durante la guerra 1915-18 si prodigò nell’assistenza civile. Halegato la sua biblioteca, ricca di do-cumenti e pubblicazioni per la storiadella città di Pavia, al Civico Museo di

Storia Patria.FRANCHI GIUSEPPE (18l6-80) - Inge-gnere, patriota, apprezzato cultore distudi storici, fu incarcerato dagliaustriaci nel castello di Milano nel1848. Occupò numerose carichepubbliche.

FRANCHI MAGGI EMILIO (1852-1926) -Ingegnere, Sindaco di Pavia, ammi-nistratore del Collegio Ghislieri, presi-dente del Comitato per la costruzione

del Ponte sul Po alla Becca. Fu unanimatore del progresso economicoe sociale della città di Pavia.

FRANCHI MAGGI GIUSEPPE (Peppino,1890-1918) - Figlio del precedente;ingegnere, tenente del Genio del IICorpo d’Armata in Francia nella

prima guerra mondiale 1915-18, ca-duto a est di Pont Arcy, sul canaledell’Aisne, il 28 settembre 1918. 1l 25agosto 1915 sul fronte Trentino, nelbosco di Varagna era già stato feritogravemente al braccio sinistro, conimperfezione permanente dell’arto, efu autorizzato a fregiarsi del distintivodei mutilati. Mentre era ancora incura, e veniva decorato di medagliadi bronzo, egli fece insistentemente

domanda di ritorno al fronte e, sot-traendosi .al giudizio medico di rifor-ma,, riuscì a partire per la Carnia, nel1911. Colpito dal tifo, malattia che locondusse in fin di vita, appena guari-to, nel 1917 partecipò ai combatti-menti sul Vodice e alla Bainsizza enell’aprile 1918 partì per la Franciaove trovò morte gloriosa. Medagliad’oro al valor militare. Al suo nome èintitolata una via della città.

FRANCHINI ANNA MARIA (sec. XVIII) -

Si dedicò all’incisione in ram. I suoinumerosi lavori le procuraronogrande fama fra i contemporanei. 

FRANCHINI FRANCESCO (1877-1925) -Sacerdote, missionario in Cina, morì inquel lontano paese vittima del do-vere, con slancio di generoso entu-siasmo, con lo spirito d’un santo.

FRANK GIOVANNI PIETRO (1745-1821) -Nato a Göttingen, fu sommo maestroe degno continuatore del Tissot

nell’insegnamento di Clinica medicaall’Università; fu anche consigliere diGoverno e direttore generale dellamedicina per la Lombardia.

FRANK GIUSEPPE (1771-1842) - Medicodi grande reputazione; benefattoredella città di Pavia, legò alla

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biblioteca dell’Università tutti i suoi li-bri e un cospicuo capitale; dispose unlegato alla Scuola di pittura per l’istituzione di un premio triennale.

FRASCHINI GAETANO (1816-87) - Ce-lebre artista di canto (tenore), figlio diDomenico, panettiere; allievo delconcittadino maestro di musica Feli-ce Moretti: assurse in breve ad altis-sima fama: cantò nei principali teatrid’Italia: fu a Madrid, a Lisbona, aParigi, a Vienna, a Londra, a Pietro-burgo, ammirato e acclamato dallefolle: morì a Napoli: benefattore dellacittà. Al suo nome il consiglioaomunale di Pavia, per onorare ilconcittadino, intitolò il maggior teatrogià chiamato del nobile condominioo dei Quattro Cavalieri.

FRASCHINI POMPEO (1845-1939) -Volontario garibaldino.

FRASSINELLI CAMBIAGIO BENEDETTA(1792-1858) - Istituì nel 1851, con Ca-terina Bonini, la Pia Casa delle FiglieDerelitte. Morì a 66 anni a Ronco, inprovincia di Genova.

FUGAZZA GIAN PIETRO (sec. XV) -Maestro a lignamine, è l’autore delmodello in legno del Duomo di Pavia.Il modello è di dimensioni tali dapermettere di inoltrarsi anche al suointerno. Ebbe l’incarico di fabbricarlo,in legno di pero buono e stagionato, il20 dicembre del 1497 dai deputatidella fabbriceria, secondo il disegnodell’Amadeo e di GiacomoDolcebuono. Il modello fu terminatonel 1519.

FULCO (Vescovo, v. Scotti)

FULGOSI RAFFAELE (1367-1427) - Pia-centino, giurista, professore nell’Uni-versità di Pavia, passò poi all’Univer-sità di Padova che gli eresse un mo-numento.

FUSI GIUSEPPE (1830-90) - Fu dei Mille;partecipò anche alla campagna del1866 come sergente garibaldino; morìa Pavia il 7 ottobre 1890.

FUSI VALERIO (1769-1834) - tipografo e

libraio in Pavia: ne] 1816 rilevò lastamperia e libreria Galeazzi: fu l’edi-tore di moltissime opere di interesselocale.

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GAFURIO (GAFFURIO) FRANCHINO(1451-1522) - Sacerdote, scrittore, teo-rico e compositore musicale. Nacquea Lodi, studiò all’Università di Pavia efu lettore a Milano. Insegnò a Verona,

Genova e Napoli. In quest’ultimacittà, nel 1477, tenne solenni disputecoi fiamminghi su problemi musicali.Dal 1484 fu maestro di cappella nelDuomo di Milano. Nel 1498 tenne uncorso di lezioni di musica all’Universitàdi Pavia. Tra i maggiori teoricidell’epoca, fu uno dei primi a intuirel’importanza dell’accordo e lefunzioni dell’armonia. Composemusica vocale sacra e profana.

GALBUSIERI ACHILLE (1886-1910) - Pit-tore, allievo del Sara e del Kienerk allaCivica Scuola di Pittura, morì a soli 24anni. Fu amico intimo e collaboratoredell’Amisani. Si dedicò al paesaggio,all’affresco e in modo particolare alritratto. Nella cappella del CollegioBorromeo è un suo affresco con unepisodio della vita di San Carlo, in uncortile di una casa in Porta Nuovauna sua Immacolata.

GALLETTI ANGELO (1832-1910) - In-gegnere, patriota cospiratore risor-gimentale. Trovato nel gennaio 1858al «Dazietto» in possesso di lettere eproclami incitanti alla ribellione,venne arrestato e tradotto dalla po-lizia austriaca a Milano, processatoper direttissima e condannato allafucilazione. Commutata la pena in 14

anni di carcere duro fu trasferito nellafortezza di Olmutz, dalla quale uscìdopo 15 mesi in seguito al trattato diVillafranca (1859). Privo di mezzi,raggiunse Pavia a piedi e, dopocinque mesi, ripartì colla secondaspedizione dei Mille (generale Medici)per la Sicilia. Combattè a Milazzo e alVolturno e quindi passò all’esercitoregolare come capitano del Genio:morì a Milano.

GALLI BIBIENA ANTONIO (1700-60) -Architetto, predispose il disegno e di-resse la costruzione del teatro delNobile Condominio (Fraschini): morì aMilano un anno dopo il compimentodell’opera che non manca di gran-diosità: nella disposizione dei palchiha saputo armonizzare la sovrapposi-zione degli ordini dorico, jonico ecorinzio.

GALLIANI ETTORE (1884-1939) - pavese,

generale, morto a Debra Berhan nelloScioa nel 1939 e sepolto ad AddisAbeba.

GALLOTTI ANTONIO (1818-90) - Co-mandante della Compagnia deiVolontari Pavesi col grado di capi-tano, passò nel Genio militare dell’e-sercito sardo, ove raggiunse il gradodi colonnello.

GALLUZZI SEVERETTA (Suor Maria Do-mitilla, sec. XVII, m. 1671) - Nata adAcqui, fu suora nel monastero pavesedelle Cappuccine, nipote di unaBeccaria; ebbe relazioni con le caseregnanti di Polonia, Baviera e Austria.I vari casi della sua vita sono narrati inun’autobiografia in tre volumi mano-scritti, presso la Biblioteca universitariadi Pavia, dei quali si trova copia nella

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Biblioteca di Amburgo (qui èchiamata Severetta Zalugi). Neappare una persona dalla fedelimpida e ardente, nella sua pietà edevozione, di austera perfezionecristiana: le visioni e i mistici rapimentile crearono una reputazione disantità che andò oltre i confinid’Italia. Morì a Pavia il 12 febbraio1671. Il documento è stato studiatoda Franz Eyssenhardt, dal prof.

Giacinto Romano e dal prof. FrancoBorlandi.

GAMBARANA (Famiglia) - I Conti diGambarana, antichissima famigliapavese, ehbero anche, nel 1311, il ti-tolo di Signori di Montesegale: quifecero edificare un castello che fudistrutto nel 1415 da]le truppe delCarmagnola, non volendo i Gamba-rana sottoporsi al duca di Milano Fi-lippo Maria Visconti: il feudo rimasepoi sempre alla famiglia Gambarana.

GAMBARANA ANGELO MARCO (deiConti di, 1498-1573) - Fattosi religioso,fondò istituti di ricovero e di edu-cazione.

GAMBARANA GIUSEPPE (sec. XVIII) -Conte, fu membro autorevole dellaMunicipalità di Pavia: ritenuto re-sponsabile della rivolta effettuatasi incittà nel 1796 al presidio francese,riusci a sottrarsi all’arresto riparandosui colli dell’Oltrepò.

GAMBINI CARLO (1799-1875) - Pavese,laureatosi in giurisprudenza pressol’Università di Pavia, entrò nella ma-gistratura e fu pretore a Brescia, ove sitrovava allo scoppio della rivoluzionenel 1848. Ardente patriota fu unodegli animatori alla resistenza, fon-

datore del corpo della GuardiaNazionale di quella città. Al ritornodegli austriaci, nel 1849, venne fattoprigioniero, processato, condannatoa otto anni di fortezza. Scontata lapena l’Austria non volle integrarlo nelsuo posto, ed egli fece ritorno a Pa-via, ove visse dando lezioni private dilatino e d’italiano. Nel 1859, dopo laliberazione, il Governo nazionale lorichiamò in servizio ed egli riprese ad

esercitare la sua professione,raggiungendo il grado di consiglieredi Corte d’appello. È autore di unvocabolario pavese-italiano e italia-no-pavese, del quale si fece una ri-stampa nel 1879.

GANDINI VINCENZO (1799-1877) - Sa-cerdote, monsignore, Vicario gene-rale della Diocesi dopo la morte delvescovo Tosi, avvenuta il 13 dicembre1845 e sino alla nomina del nuovovescovo Angelo Ramazzoti ef-

fettuatasi nel 1850 e ancora dopo,alla nomina di questi a Patriarca diVenezia nel 1856, per altri tre lustri(1856-1871): fu scrittore, letterato,universalmente stimato e amato dallacittadinanza per la mitezza etolleranza dell’animo suo.

GANDOLFO (Beato, sec. XIII) - Del-l’Ordine dei Predicatori, nato a Bina-sco, a quei tempi diocesi di Pavia;morto a Polizzi, in Sicilia (provincia diPalermo), il 3 aprile 1260.

GARAVAGLIA FERRUCCIO (1870-1912)- Nato a San Zenone Po:, insegnanteelementare a Pavia, nel 1892 si diedeall’arte drammatica ed ascese a cosìalta vetta, specie nell’interpretazionede] teatro classico, che nel 1911 fuchiamato a dirigere, con Edoardo

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Boutet, la prima Compagnia delTeatro stabile italiano al teatroArgentina di Roma.

GARAVAGLIA GIOVITA (1790-1835) -Celebre incisore in rame, nato in Pa-via il 18 marzo 1790 da Giovanni An-tonio, scalpellino e da Antonia Rossi.Dal prof. Faustino Anderloni, che lotenne al fonte battesimale, appresel’arte dell’incisione: frequentò l’Ac-cademia di Belle Arti di Milano: a 19anni era già conosciuto come artistadi grande avvenire: fu professoredell’Accademia di F;renze: complopere di grandissimo pregio: morl asoli 45 anni e fu sepolto nel chiostroattiguo al tempio della SS. Annunziatain Firenze, ove gli venne eretto, dalgran duca di Toscana, un monu-mento.

GARIBALDI GIIUSEPPE (1807-1882) -Eroe del Risorgimento, fu a Pavia,

ospite della Famiglia Cairoli, nel mesedi luglio del 1848, come testimonianoGiacomo Franchi, Ettore Brambilla,Antonio Picozzi e Giuseppe Guerzoni,notizia confermata dai giornali diMilano del tempo. La sua secondavenuta avvenne nell’aprile del 1862,per l’inaugurazione del Tiro a segno.Ricevet$e dalla cittadinanza e dalleassociazioni democraticheaccoglienze trionfali. Dal balcone dicasa Cairoli egli pronunciò, fra undelirio di acclamazioni, un discorso

vihrante di amor patrio: all’albergoTre Re gli venne offerto un pranzo, altermine del quale la bambina di ottoanni, Maria Manzoli, che fu poi laconsorte dell’on Rampoldi, declamòuna poesia in suo onore composta daun sacerdote concittadino. Passò daPavia una terza volta, l’11 giugno

1866, diretto all’impresa del Tirolo, manon si fermò in città.

GATTINARA AGOSTINO (sec. XVI) -Priore del monastero di San Tommaso,fu il procuratore fiduciario di Pio V per l’attuazione del suo disegno di istituirein Pavia un collegio universitariogratuito (Ghislieri) per i giovanistudenti sprovvisti di mezzi di fortuna. IlGattinara, nel maggio 1567, acquistòun primo gruppo di case con attiguogiardino, poste in parrocchia diSant’Epifanio, vi fece eseguire alcuniadattamenti provvisori e, sulla finedello stesso anno, accolse un primogruppo di alunni, tutti nativi di Bosco,patria del Pontefice.

GATTI ANTONIO (1675-1752) - Storico,professore di giurisprudenza all’Uni-versità, lasciò varie opere manoscrittee stampate.

GATTI BERNARDINO (detto «Il Sojaro»,1495-1575) - Pittore, nacque e studiòa Pavia, poi si trasferì a Parma e aCremona ove si stabilì sino alla morte.Fu allievo del Correggio. Affrescò lacupola di Santa Maria di Campagnaa Piacenza. Sue opere sono nelDuomo di Pavia, a Cremona, nellaPinacoteca di Torino, al Museo PoldiPezzoli di Milano, a Piacenza, aParma, a Casalmaggiore, nel Museodi Napoli, nella Galleria Tadini di Lo-vere, nella Galleria degli Uffizi di Fi-

renze (Autoritratto), nel Duomo di Vi-gevano.

GATTI PIETRO (1900-45) - Impiegatopavese, svolse propaganda primacontro il regime fascista poi contro itedeschi invasori. Scoperto dalla po-lizia, fu arrestato e rinchiuso in carcere

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a Milano, a San Vittore. Quindi fudeportato in Germania, ove morì nelcampo di eliminazione di Dachau il 16marzo 1945.

GATTI TOMMASO (1642-1718) - Pittore,fu allievo di Carlo Sacchi e in seguitostudiò a Venezia. Ebbe molti allievi,fra i quali Marcantonio Pellini. Siconservano sue opere nelle chiese diSan Teodoro e di San Salvatore.

GAZZANIGA MARTINO (sec. XVI) - Be-nefattore, legò il proprio patrimonio alPio luogo delle Quattro Marie di Mila-no con l’obbligo di istituire in Pavia uncollegio universitario per dieci giovanistudenti dell’Università.

GENTILE CARLO (1764-1853) - Auto-didatta, fu distributore di libri dellabiblioteca universitaria e lasciò unCompendio cronologico degli av-venimenti più importanti di Pavia e undiario manoscritto sui fatti avvenuti inItalia dal 1796 al 1802.

GERMANI LUIGI (1817-85) - Patriota,proprietario dei cascinali San Lazzaroe Francana, presso la sponda del Ti-cino, favorì col proprio dipendenteRizzini la fuga in Piemonte di molti pa-trioti e cospiratori.

GHERARDI MICHELE (sec. XVI) - Bene-fattore, dispose che gli eredi SenatoreGerolamo e cugini Gherardi, fa-cessero eseguire nella cappella delCarmine, concessa alla famiglia Ghe-rardi nel 1570, un quadro rap-presentante San Michele, il SS. Croci-fisso attorniato da Maria Vergine, SanGiovanni Evangelista, la Maddalena,

San Pietro e San Paolo, lavoro chevenne eseguito da G. B. Trotti, cre-monese, detto «il Malosso».

GHILINI PIETRO (sec. XIV) - Alessan-drino, fu professore di diritto all’Uni-versità di Pavia.

GHINAGLIA FERRUCCIO (Casalbutta-no - CR, 1899 - Pavia, 1921) - Studenteuniversitario di medicina, allievopresso il Collegio Ghislieri, fuanimatore, fondatore e primo segre-tario del Partito Comunista a Pavia.Venne assassinato con un colpo dipistola la sera del 21 gennaio 1921,nel piazzale del Borgo Ticino, presso ilPonte Coperto.

GHISLIERI ANTONIO MICHELE DI BO-SCO (Santo, Papa Pio V, 1504-72) -

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Fondatore del Collegio Ghislieri: natoa Bosco, dotto ed eloquente fratedomenicano fu in Pavia, per moltianni, lettore di filosofia e teologia ePriore del monastero di San Tommaso.Eletto Papa nel 1556, bandì la cro-ciata contro i turchi: durante il suopontificato avvenne la famosa bat-taglia di Lepanto (7 ottobre 1571)vinta contro i turchi, mentre egli etutta la cristianità pregavano la Ver-

gine col Rosario. In memoria di questavittoria, istitul la festa della Madonnadel Rosario che si celebra la primadomenica di ottobre.

GHISLIERI PIO (1701-71) - Marchese,unico superstite della famiglia pa-trona del Collegio Ghislieri, custoditosempre gelosamente dai pavesi, fu,per il ferreo accentramento aulico in-staurato da Maria Teresa, la qualenon tollerava che un istituto fosse sot-tratto all’ingerenza governativa, so-

speso dal diritto di Patronato e quindidichiarato decaduto, con divieto diogni ingerenza nel Collegio (ordine 14ottobre 1771): il 27 dello stesso mese ilmarchese Pio Ghislieri, clle avevamolto sofferto per questoprovvedimento, fu trovato mortod’apoplessia.

GHISIO DIONIGI - (1859-1937) - Indu-striale, diede nuovo, vigoroso impulsoalla fabbrica nazionale di medi-cazione antisettica, ampliando gli

stabilimenti, provvedendo a moderneinstallazioni, conquistando uno deiprimi posti fra le industrie consimili esi-stenti in Europa.

GHISONI ROMUALDO (1647-97) - v.Romualdo di S. Maria.

GIACOMO DA CANDIA (sec. XV) - Ar-chitetto, maestro costruttore, padredi Agostino (v.), nel 1482 costruì ilpalazzo e la torre di Cristoforo Botti-gella (la seconda si può ammirarepassando in corso Cavour, presso lasede dell’UPIM); nel 1487 ricostruì le

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volte della Basilica di San Pietro in cield’oro.

GIAMBELLI GIUSEPPINA (1880-1946) -Pavese, suora missionaria in Birmaniacol nome di Suor Letizia, d’intelligenzaversatile e pronta, imparò in pocotempo l’inglese e la lingua cariana,con tutta la varietà dei dialettibirmani, prodigandosi, con altissimospirito di sacrificio, nell’assistenza degliindigeni che chiamava alla fede diDio. Nel 1924 venne nominatasuperiora con l’incarico di fondareuna casa a Pekkong, ove rimase sinoal 1935. Morì superiora della casa diDorokkan, affranta dalle fatiche, dalleprivazioni e dalle persecuzionisopportate serenamente durante laguerra mondiale che sconvolseanche quelle lontane contrade.

GIAMBONO DA BISSONE (sec. XIII) -Scultore e architetto, realizzò nel 1281

il portico della facciata del Duomo diParma e ne eseguì le sculture.

GIARDINI ELIA (1753-1832) - Professoredi diritto civile all’Università, ha la-sciato opere e frammenti di cronisto-ria pavese. Fece parte della Munici-palità costituita dal governo repub-blicano francese nel 1796.

GIARLAETT - Fu un almanacco sui ge-neris, che non aveva nulla a chevedere coi comuni lunari, pubblicatoper la prima volta nel 1764: era scrittoin dialetto, in un pavese rude e ple-beo, argutamente satirico e polemicoe, sin dal suo primo apparire, suscitòirritazione e critiche, specialmente inquei ceti che si sentivano partico-larmente colpiti dalle unghiate delpoeta vernacolo. Il nome di Giarlaett

(piccola gerla) fu poi adoperato aindicare il suo autore che potevaessere, fisicamente, quel taleomuncolo, segnato sulla copertinadella edizione originaria. Alcuniattrihuiscono il Giarlaett al dott.Ignazio Monti, medico, letterato,poeta della seconda metà del Set-tecento, che fu autore di varie opere,componimenti letterari e opuscolimedici, socio della Accademica

cosiddetta della «Basletta», insieme asuo fratello, il prete don AlessandroMonti, pure indiziato come autore oredattore dell’almanacco, e al Padredomenicano Siro Severino Capsoni.L’almanacco conteneva osservazionie precetti di morale, illustravapersonaggi tipici, sferzava la debo-lezza e la corruzione; profondamentereligioso, non superstizioso, l’autoremostrava un grande affetto per la suacittà.

GIORDANI (o JORDANA) - Antica fa-miglia pavese, risalente al sec. XII,che nel sec. XIII possedeva un deudoa Sommo. Nel 1289 LanfrancoGiordani fu Console di Pavia. DaEustachio Jordana, figlio di Pietro(1195), sembra che abbia avutoorigine la famiglia Eustachi (v.)

GIORGI DI VISTARINO (famiglia, v. Vi-starini Giorgi)

GIORGI GIOVANNI (1884-1929) -

Cameriere, fu molto noto in Pavia per la sua brillante conoscenza dellaDivina Commedia, che conoscevainteramente a memoria ed illustravacon arguzia.

GIOVANNI III (vescovo, sec. X) - Co-struì una nuova cinta di mura a pro-

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tezione della città di Pavia, control’invasione degli Ungari. Questi riusci-rono comunque a prendere Pavia il12 marzo 924 e la saccheggiarono,uccidendo la maggioranza degliabitanti. (v. anche: Rodolfo di Bor-gogna e Salardo) Lo stesso vescovomorì tra le fiamme.

GIOVANNI XIV (Papa, v. CanepanovaPietro)

GIOVANNI DA FERRERA (sec. XIV) - Ful’architetto, con Jacopo da Cozzo(v.), del Ponte Coperto di Pavia, co-struito a partire dal 1351 e distrutto nel1948, dopo i danneggiamenti subitinei bombardamenti del 1944. Il pontefu realizzato sulle rovine di un ponteromano, attribuito al vescovo Crispi-no, del quale furono parzialmenteriutilizzate le pile. Nel 1583 il ponteebbe la caratteristica copertura,imitata dall’attuale ponte moderno

(1949-51).GIOVANNI DA PAVIA (sec. XV) - Al-chimista, noto come Johannes Tici-nensis, verso il 1450, col francese JeanCasnier, protestò contro una societàche faceva circolare libri segreti, cheavrebbero dovuto essere riservati aisoli adepti dell’ Ars Magna.

GIOVANNI GIORGIO DA PAVIA (sec.XV) - Pittore operante a Genova in-torno al 1450.

GIULIETTI CARLO (1825-1909) - Notaiodi Casteggio, laureato in legge pressol’Università di Pavia nel 1850, fu un ap-passionato cultore di studi storici;occupò nella vita pubblica molti eimportanti ufflci: consigliereprovinciale e membro della Giunta

provinciale amministrativa: autore dinumerose pubblicazioni.

GIULIETTI GIUSEPPE MARIA (1847-81) -Geometra di Casteggio, partì per l’Eritrea e divenne ben presto segre-tario della Colonia. Si dedicò a diversitraffici commerciali, tra i quali anchela tratta degli schiavi. Si unì allaspedizione che doveva raggiungereAntinori allo Scioa e attraversò dasolo le zone desertiche da Zeila aHarrar. Durante un viaggio diesplorazione in zone interne dellaDancalia, fu ucciso dai Danakil insie-me alla scorta, comandata dal sotto-tenente di vascello Giuseppe Biglieri.Le sue ossa furono riportate in Italianel 1929 dal barone Franchetti.

GIUSSANI, GIUDICI, PAREA (sec. XIX) -Ingegneri, furono, col prof. Brunacci, iprogettisti che portarono a compi-mento il Naviglio di Pavia secondo le

idee del celebre abate Paolo Frisi(1728-1784): ebbero per collaboratorigli ingegneri Giacomo Fumagalli,Carlo Caimi e Carlo Cattaneo: l’in-gegnere Giudici fu, da principio, l’u-nico direttore dei lavori che recò afine alla «Conca del Lambro»: coltoda immatura morte, l’opera venneportata a compimento dagli altri suoicolleghi. Il canale fu inaugurato il 16agosto 1819 con solenne cerimonia,descritta minutamente dai giornalipavesi del tempo, alla quale parte-

cipò l’arciduca Raineri, vice re delLombardo-Veneto. Il progetto di uncanale navigabile fra Milano e Pavia,per poi scaricarsi nel Ticino, fu ri-petutamente discusso nei sec. XVI,XVII, XVIII: Galeazzo II Visconti, nel1365, aveva fatto scavare un canalebarcheggiabile da Milano a Pavia

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(Navigliaccio), ma dopo la sua mortele acque furono destinate allairrigazione e il canale venne, qua e là,interrotto. Sotto la dominazionespagnola gli ingegneri Media e Remu-sio, durante il governo del Conte-stabile di Castiglia, furono incaricatidal Magistrato Camerale di stendereun progetto al quale fu posta manosotto il governo del conte di Fuentes,ma essendosi presto esauriti i fondi ed

essendo nel frattempo morto ilFuentes, che era stato l’animatoredell’impresa, ogni opera venne so-spesa. Fu Napoleone I, con decreto20 giugno del 1805, che ordinò dieseguire i lavori, iniziati però solo nel1808, per completare e rendere na-vigabile il canale che misura 35 chi-lometri di lunghezza e metri 10,80 dilarghezza. Le «conche» sono un verocapolavoro di architettura idraulica:rendono insensibile il dislivello del ter-reno, regolano la corrente e la ca-

duta delle acque e permettono lanavigazione. La spesa di costruzionefu complessivamente, di lire austria-che 7.694.707,34.

GNOCCHI GUIDO (1848-1906) - Pa-vese, commerciante, di fede re-pubhlicana, fu un fiero combattenteper l’idea prendendo attiva parte atutte le battaglie politiche cittadine.Fece parte, come Assessore, del-l’Amministrazione Municipale presie-duta dal Sindaco prof. Pietro Pavesi.Per molti anni presidente dell’IstitutoSordomuti. Presidente del Comitatoper l’erezione del monumento allaFamiglia Cairoli. Appoggiò genero-samente ogni iniziativa diretta alprogresso e al miglioramento eco-nomico e sociale della sua diletta

città. Fu anche presidente della So-cietà Canottieri Colombo.

GOLDONI CARLO (1707-93) - Il piùgrande autore comico d’Italia fu stu-dente in legge presso l’Università diPavia, alunno del Collegio Ghislieri dalquale venne espulso per aver scrittoun libello contro le donne pavesi.

GOLGI CAMILLO (1843-1926) - nato aCorteno, in provincia di Brescia,

medico. Legò il proprio nome agrandi scoperte nel campo dell’ana-tomia e della patologia: professored’istologia e di patologia generaleall’Università di Pavia (presso la qualeconseguì la laurea nel 1865), dal 1879al 1918 (anno in cui lasciò l’inse-gnamento per la legge sul limiti dietà); ricercatore geniale, seppeinfondere nei giovani il sacro fuocodella indagine scientifica: scoprì l’esi-stenza dei parassiti della malaria; ri-

velò la morfologia e la disposizionedegli elementi nervosi, scoperta cheaprì una nuova epoca per la neuro-logia e segnò il punto di partenza per innumerevoli ricerche in tutto ilmondo: nel 1906 ebbe assegnato ilpremio Nobel, e l’Università di Cam-bridge gli conferì la laurea ad hono-rem: nel 1900 Senatore. Morì a Pavia il21 Gennaio 1926.

GONZALES FRANCESCO (sec. XVI) -Governatore della città di Pavia per 

Carlo V, fece costruire i potenti ba-stioni grazie ai quali la città di Pavia fuin grado di resistere vittoriosamenteall’assedio dei francesi, del duca diSavoia e del duca di Modena nel1655, che durò dal 24 luglio al 14settembre, e venne poi abban-donato. In una vittoriosa sortita i pa-

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vesi fecero prigioniero il marcheseMalvasia, generale delle artiglierie delduca di Modena.

GORRA EGIDIO (1862-1918) - Filologo,si perfezionò nelle letteratureneolatine a Torino, Berlino e Parigidopo aver conseguito la laurea inlettere a Firenze: libero docente al-l’Università di Torino e quindi Ordinarioall’Ateneo pavese, del quale fuanche rettore dal 1913 al 1915. Tra leprincipali sue pubblicazioni: Testi ine-diti di storia troiana precedenti dauno studio sulla leggenda troiana inItalia; gli Studi di critica letteraria; Lelingue neolatine, e uno studio accu-rato e interessantissimo sul Nome diPavia, nel quale sono esaminate evagliate, al lume della indaginescientifica, le questioni, le congetture,le opinioni che furono espresse sulnome di Pavia e sul suo significato.Nato a Fontanellato il 1 giugno 1862;

morto e sepolto a Pavia.GOUIN ERNEST & C. (sec. XIX) - Di Pa-rigi: negli anni 1865, 1866 e 1867 co-struirono il ponte tubolare in ferro(demolito in parte dai bombarda-menti aerei dell’ultima guerra a Mez-zana Corti, per la linea ferroviariaMilano-Pavia-Voghera-Genova: conla sopraelevazione per la strada sta-tale: lunghezza metri 763; larghezzametri 7,40; spesa di costruzione Lire7.708.126,72.

GOZO CORRADO C. (1865-1940) -Medico, dantista, latinista, scrittore:ha lasciato interessanti memorie esaggi. Studioso di questioni econo-miche e sociali, fu assertore e propu-gnatore di un’evoluzione sociale ba-sata sulla fraterna convivenza nel-

l’ordine laborioso, la libertà e la giu-stizia: di animo buono e generoso fucostantemente vicino ai poveri.Pubblicò nel 1922 a Roma, con laSocietà Editrice Libraria, lo studiodantesco: L’enigma forte e quello delVeltro risolti con unica soluzione.

GRAGNANI ERNESTO (1900-1945) -Funzionario della Prefettura di Pavia,antifascista e cospiratore, si tennesempre in contatto coi membri delComitato di liberazione. Caduto insospetto dei tedeschi, nel 1944 fuimprovvisamente arrestato nel suoufficio in Prefettura, trodotto alle car-ceri di San Vittore a Milano e quindideportato in Germania. Morì a Da-chau il 9 febbraio del 1945 in seguitoalle torture e alle privazioni cui fu sot-toposto dagli aguzzini tedeschi.

GRANELLINI GIUSEPPE (1889-1916) -Giornalista, redattore cronista della

Provincia Pavese, soldato volontarionella prima grande guerra 1915-18:ferito gravemente al petto sull’Isonzo,morì a Pavia, nell’Ospedale territorialedelle Scuole Carducci ove era statotrasportato da un ospedaletto delfronte.

GRASSI PIETRO (Vescovo, 1365-1426) -Erudito e di grande pietà, costruì per sé la casa che si può ancora ammira-re in via Regina Adelaide, confacciata di mattoni decorata da

un’immagine della Madonna estretto portale d’ingresso archiacuto.L’edificio fu acquistato per sé e re-staurato, negli anni ‘60, dall’arch. E.C. Aschieri (v.). In seguito, la casa fuoggetto di ulteriori restauri. Il VescovoGrassi è sepolto nel Duomo.

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GRASSO FRANCESCO DA VERZATE(Francesco da Pavia, sec. XV-XVI) -Pittore operante a Genova. con-temporaneo di Francesco de Ferrari, ilquale firmava anch’egli Francescoda Pavia. Ciò può aver creato qual-che confusione nelle attribuzioni.

GRATTONI SEVERINO (1816-76) - Di SanGaudenzio presso Pavia, fu cogliingegneri Germani, Sommeiler di Jieo-cie in Savoia e Sebastiano Grandis diSan Dalmazzo di Tenda, l’esecutoredel traforo del tunnel del Cenisio,progettato dall’ing. Medali diBardonecchia e modificato, in alcuneparti, dal Grattoni.

GRAVENGHI FRANCESCO (sec. XV) -Pavese, notaio, redasse, il 30 aprile1495, in un istromento, l’atto di con-cessione, da parte della Municipalitàdi Pavia, a Giasone del Majno, di unchiassuolo che era vicino a casa sua,

e ciò in particolare considerazione diavere il Del Majno decorata la cittàcon magnifico palazzo, con quellameraviglia che era la torre cosidettadel «pizzo in giù». L’uno e l’altra il DelMajno teneva così cari da proibirnenel suo testamento (morì nel 1519) lavendita, la quale però venne ugual-mente effettuata, dopo qualche se-colo, dal marchese Emilio del Majno,suo discendente. La torre del «pizzo ingiù», costituita da una piramide ro-vesciata, poggiava su una colonna

quadrata di marmo: lo spazio che siinnalzava sopra la piramide rovescia-ta e formava la torre era diviso inlogge a due piani, con due archi adogni lato e aveva, sulla cima, la co-rona di quattro merli per lato. Allor-ché, nel 1715, la torre venne abbat-tuta perché ritenuta pericolante, si

trovò che tutta la parte che formavala base era così legata e connessacon chiavi di ferro alle pareti delpalazzo che la fiancheggiava da far giudicare meravigliosa la costruzionedai più valenti architetti e ingegneridell’epoca, e tale che avrebbe an-cora durato per molti secoli.

GREGORIO IX (Papa, 971-999) - Bru-none di Carinzia, cugino dell’impe-ratore Ottone III, divenne papa al-l’età di 24 anni col nome di Gregoriov. Dopo soli tre mesi, i Romani locacciarono. Egli si rifugiò presso Paviae indisse un Concilio a Pavia nel feb-braio 997 per scomunicare i suoinemici. In risposta, i Romani elesseroun antipapa col nome di GiovanniXVI. Nel 998 le armate imperiali rag-giunsero l’Italia e marciarono suRoma. I patrizi romani si barricarono inCastel Sant’Angelo, l’antipapa fucatturato mentre cercava di fuggire,

fu accecato con una maschera diferro, munita di spuntoni al postodegli occhi, gli furono mozzati il naso,la lingua e le orecchie. Poi fu legatosu un asino, a rovescio (con la facciaverso la coda dell’animale) e fu mo-strato a tutta Roma. Il capo dell’insur-rezione, il patrizio romano Crescenzio,si arrese in cambio della promessa diaver salva la vita. Invece, per ordinedel papa, fu decapitato sui merli diCastel Sant’Angelo e il suo cadaverevenne gettato giù e trascinato sino aMonte Mario, per essere appeso conquelli dei suoi sostenitori impiccati.Sulle rive del Ticino Gregorio v si eraammalato di malaria perniciosa emorì a ventisette anni, in Roma ricon-quistata.

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GRIFFI AMBROGIO (1422-93) - Cava-liere aurato, senatore e Conte Pala-tino, fu versatissimo in medicina, ma-tematica e teologia: tenuto in grandeconsiderazione dagli Sforza: fondò aPavia un collegio per i giovani avviatiagli studi universitari.

GRIFFINI CARLOTTA (1816-60) - Cele-bre cantante, scritturata dai più im-portanti teatri italiani ed esteri, riportòovunque brillantissimi successi. La suacarriera artistica si concluse nel 1849,col matrimonio col tenore GiovanniLandi, anch’egli artista di fama.

GRIFFINI SAVERIO (1802-84) - Nato aCasalpusterlengo, ma pavese dielezione, fu studente all’Università diPavia: compromesso nei moti del1821, fuggì in Piemonte: nel 1824,venne arrestato dagli austriaci e soffrìper lunghi mesi il carcere: nel 1848entrò nell’esercito piemontese colla

Legione Volontari Lombardi: a Goito,suI Mincio, per l’eroico suo compor-tamento, fu decorato sul campo, per mano dello stesso re Carlo Alberto, dimedaglia d’oro al valor militare. Fudittatore a Brescia: morl, generale, aBosnasco, presso Stradella.

GRIGGI GIUSEPPE (1833-1913) - Vo-lontario garibaldino nei Cacciatoridelle Alpi (1859), fu dei Mille. Consi-gliere e Assessore comunale, Presi-dente della Congregazione di Carità.

GRILLO ANTONIO F’RANCESCO (1793-1849) - Cittadino pavese, accusato didetenzione di armi, venne tratto inarresto dalla polizia austriaca, pro-cessato per direttissima, e fucilato aMilano il 21 maggio 1849.

GRIMOALDO (Grimuald, sec. VII, renegli anni 662-671) - Appena assicu-ratosi del regno, sposò in Pavia lafiglia di re Aripert. Era calvo, dallagrande barba. Aggiunse alcune leggiall’editto di Rothari e ripristinòl’Arianesimo. Lottò contro i Bizantini,giunti ad assediare Benevento e asaccheggiare Roma, e contro gliAvari e gli Slavi. L’8 maggio 663 vinsela battaglia di Siponto, in Puglia, alle

falde del monte Gargano, aiutato -secondo la leggenda - dall’appari-zione di San Michele. A Refrancore,presso Asti, sconfisse i Franchi che ten-tavano un’inva-sione in Italia. Poistrinse un patto con il loro re,Dagobert. Allora Perctarit, temendoper la propria vita, partì per laBritannia, per rifugiarsi presso i Sassoni.Grimuald morì per la rottura di unavena, conseguente alla sforzoeccessivo compiuto nel tenderel’arco. Forse fu avvelenato dai medici

curanti. Fu sepolto a Pavia, nella ba-silica di Sant’Ambrogio. Lasciò il regnoal figlio Garipald, ancoraadolescente (671).

GRIZIOTTI ANTONIO - (1829-1904) -avvocato, combattente nelle filegaribaldine a Monte Suello ovecadde ferito: cospirò in Roma con al-tri pavesi nei giorni che precedetterol’infausta giornata di Mentana: fu mi-lite fedele della democrazia.

GRIZIOTTI ARCHIMEDE (1860-1927) -Avvocato, per lunghi anni segretariodell’Amministrazione provinciale, fun-zionario di molta dottrina e capacità;nipote del colonnello garibaldino. F’uuno dei migliori poeti dialettali e lesue liriche sentimentali, gioiose eburlesche coxtituiscono un contributo

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di grande interesse e, forse, di ine-guagliabile efficacia e bellezza, allapoesia vernacola pavese che ebbe,in ogni tempo, appassionati cultori.

GRIZIOTTI GIACOMO (1823-72) - Pa-triota, cospiratore, colonnello gari-baldino. Fu alla difesa di Venezia;segul Garibaldi nel 1859, nel 1860comandò una delle compagnie deiMille: cospirò con Gaetano Sacchi,coi Cairoli, con Achille Maiocchi edaltri insigni patrioti: morì ad Arena Po.Nella sua casa, durante il dominioaustriaco, trovarono larga ospitalità,asilo e protezione i patrioti che pas-savano il confine per rifugiarsi in Pie-monte.

GRONESTAN (VON) HEINRICH (sec.XIV) - Tedesco, per quattro anni, dal1327 al 1331, governò Pavia in nomedi Lodovico il Bavaro.

GROSSI CARLO ALESSANDRO (sec.XVII) - Sacerdote pavese: alla suamorte, avvenuta il 17 aprile 1695, la-sciò larghissima eredità alla Compa-gnia della Beata Vergine della Chiesadel Carmine e ai poveri.

GRUGNI GIUSEPPE (1750-96) - Pavese,venne condannato a morte daifrancesi il 18 giugno 1796 accusato diaver promosso e partecipato allainsurrezione del maggio precedentecontro i giacobini e le truppe delpresidio francese: la sentenza venneeseguita il giorno seguente.

GRUMELLO ANTONIO (sec. XVI) -Cronista, lasciò una particolareggiatarelazione di avvenimenti pavesi dal1467 al 1529.

GUAGNINI LUIGI (1840-66) - Pavese,volontario garibaldino, cadde il 7luglio 1866 a Monte Navone, in unoscontro con pattuglie austriache.

GUAINERIO ANTONIO (sec. XIV-XV) -Medico insigne, professore alle Uni-versità di Pavia e di Chieri (che nel1427 fu istituita in sostituzione di quelladi Torino). Archiatra del ducaAmedeo VIII di Savoja. Ritornò a Pa-via nel 1440, dopo pochi giornicadde ammalato e morì, fu sepolto aSan Michele. Pubblicò numeroseopere, più volte ristampate.

GUALLA GIACOMO (1445-1505) -Giureconsulto, insegnò per molti anninell’Università di Pavia e fu parago-nato per la sua eloquenza a Cicero-ne e a Pericle. Scrisse un’interessantestoria di Pavia. Lasciò tutte le sue so-stanze agli istituti pii della città.

GUARGUAGLIA PAOLO (sec. XV-XVI) -Benefattore; fece dono della suacasa al Monte di Pietà eretto in Pavianel 1493. Altri membri della suafamiglia hanno largamente benefi-cato l’ospedale di S. Matteo. La fa-miglia Guarguaglia, patrizia pavese(sec. XIV), fu riconosciuta nell’elencodi Carlo V nel 1549: essa diede, tra glialtri, due notai: Andreolo fu Fucino(1407), Fucino fu Andreolo (1456),Andrea fu Pietro (1488): Manfredo(1479) fu medico e tra i primi a servirsi

della stampa in Pavia.GUARNERI ARISTIDE (1852-1922) - Dot-tore in chimica, farmacista, industria-le, fondò a Pavia, col tedesco Hart-mann, una fabbrica di medicazioneantisettica. L’edificio, testimonianza diarcheologia industriale, esiste tuttora

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(di proprietà della ditta Fontanella), invia Riviera, presso il cavalcavia chepassa sotto la ferrovia.

GUERCIOTTI SIRO (1820-49) - Pavese,partì come volontario nel 1848 colBattaglione Volontari Pavesi e l’annodopo partecipò alla difesa di Romacol reggimento “Unione”. Caddegravemente ferito in battaglia il 3giugno 1849 e morì dopo breve de-genza, in un ospedale.

GUFFANTI ALESSANDRO (1876-1912) -Nato a Rovescala, capitano del 35°reggimento fanteria, caduto eroica-mente a Derna (Libia) il 3 marzo 1912,alla testa dei suoi soldati che avevaguidato all’assalto di una trincea.Medaglia d’oro.

GUGLIELMO (vescovo di Pavia, sec.XI-XII) - Partecipò nel 1100 alla primaCrociata.

GUGLIELMO DA PAVIA (detto “elcompare”, sec. XV) - Pittore pavese,attivo alla corte estense di Ferrara epoi a Venezia, insieme a Cosmé Tura.Il soprannome gli fu dato per la suaindole bonaria e socievole.

GUICCIARDI LUIGI (1858-1915) - Patri-zio valtellinese, prefetto di Pavia dal1911 al 1913, fu dal governo di queltempo rimosso in seguito alle dimo-strazioni che si svolsero a Pavia, pro-mosse dagli studenti, a protesta per i

fatti di Innsbruk e durante le quali,davanti al palazzo della Prefettura,erano state bruciate due bandiereaustriache al grido di «abbasso l’Au-stria». L’Italia, in quegli anni, facevaancora parte della Triplice Alleanza eil provvedimento a carico del prefetto

Guicciardi, preso dall’on. Giolitti,voleva significare riparazione al gestocompiuto dai dimostranti. Il Guic-ciardi, che condivideva nel profondodella sua anima, la passioneredentrice dei giovani studenti e ditutti gli italiani, allo scoppio dellaguerra, nel 1915, quantunque giàavanti negli anni, si arruolò volontariocome semplice soldato, e, fante fra ifanti, partecipò ai primi fatti d’arme,

cadendo gloriosamente mentre daval’assalto ad una trincea nemica il 2luglio 1915. Una lapide lo ricorda nellapiazza a lui intitolata, antistante alpalazzo del Governo.

GUIDI ALESSANDRO (1650-1712) -Abate, poeta, letterato: nel 1709venne scelto come oratore a favoredella città di Pavia presso il principe diSavoia, governatore di Milano per il redi Spagna, allo scopo di ottenere unadiminuzione delle pubbliche gra-

vezze. Fu alla corte ducale di Parma,a Roma, ove, accolto con moltoonore dai letterati, ebbe la protezionedella regina Cristina di Svezia allaquale, dopo la sua morte, dedicòl’ode Alla Fortuna, lavoro moltolodato anche da Lodovico Muratori.Morì il 12 giugno 1712, im-provvisamente, a Frascati, mentre sirecava presso il Pontefice ClementeXI che si trovava nella sua villa a Ca-stel Gandolfo. E’ sepolto nella Chiesadi S. Onofrio in Roma.

GUIDO DA PAVIA vescovo di Pisa(sec. XI, m. 1076) - Costruì il Duomo diPisa.

GUIDO DA VIGEVANO (sec. XIV) -Nato a Pavia, benché di origine vi-gevanese, fu illustre medico e inge-

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gnere militare. Nel 1318 era appalta-tore del Comune per la tassa di«fodro», nel 1320 era gabelliere delsale con Jacopo de Petra. Dal 1336 inpoi visse alla corte del re di Francia,ove divenne famoso per diversitrattati con disegni di macchine ecostruzioni militari.

GUIGNOL (sec. XIX) - Nel 1908 vennericordato il primo secolo di vita delGuignol di Francia, come del Gian-duia piemontese il quale col fratellod’oltralpe ha comunanza di origini.Infatti fu un setaiolo del pavese che,nel 1808, creò a Lione il Guignol, tra-sportando in Francia un tipo di ma-schera paesana che dal nome delsuo borgo nativo (Chignolo Po) sichiamò Guignol.

GUNDIPERGA (Gundeberga, sec. VI) -Regina longobarda, figlia di Agilulf edi Theudelinda, di meravigliosa bellez-

za, sposò Arioald, duca di Torino, chesuccedette al trono longobardo adAdoald. Calunniata da un cortigianorespinto, fu rinchiusa dal marito nelcastello di Lomello e poi liberata per l’intervento di Chlotario II, re diFrancia. Morto Arioald, sposò Rothari,il quale, poco dopo, con atto crudeled’ingratitudine verso la donna che gliaveva donato il regno, la feceimprigionare per essere più liberonell’intrecciare le sue tresche. Fuliberata anche questa volta per 

l’intervento dei Franchi. Fu donna piae fece edificare a Pavia e arricchiredi arredi e ornamenti d’oro ed’argento, la chiesa di San GiovanniBattista, detta San GiovanniDomnarum.

GUSNASCO LORENZO (sec. XV) - Co-struttore di organi: alcune parti delmeraviglioso organo da lui costruitonel 1494 sono conservate nel MuseoCorrer di Venezia.

GUY ALESSANDRO (1920-48) - Di Fili-ghera. Il 19 marzo 1848 raccolse ungruppo di giovani armati, fra i quali ilfratello Ottavio, due nipoti che studia-vano all’Università e l’ing. Mac-cabruni di Corteolona, per recareaiuto agli insorti milanesi delle CinqueGiornate. Fu colpito a morte mentrecombatteva sul bastione di PortaTosa.

GUZZI VIRGILIO (1868-1948) - Lavora-tore intelligente ed operoso, tecnicodi grande valore, pavese di elezione,rimase per 55 anni alle dipendenzedella Manifattura Pacchetti, comefondatore e direttore dello stabi-limento di Pavia. Fu anche appas-

sionato pittore dilettante e poetavernacolo.

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Sezione del Castello Visconteo(G. Voghera, sec. XIX).

 I

ILDEBRANDO (Hildebrand, sec. VIII) -Nipote di Liutprand, fu deposto daiduchi (744).

ILDIBALDO (sec. VI) - Re dei Goti, sitrasferì da Verona a Ticinum (Pavia)per dirigere la resistenza contro le

truppe bizantine di Belisario. Feceuccidere Uraja, la cui moglie nonaveva trattato la regina col dovutorispetto. Fu poi decapitato, mentre sitrovava a tavola, dal guerriero Vilas,al quale aveva sottratto la moglie.

INCISA GIOVANNI BARTOLOMEO (sec.XVII) - Nato ad Angera, fu lettore didiritto canonico nel 1694 e di giuri-sprudenza civile nel 1695 all’Universitàdi Pavia. Morl a Pavia nel 1705. Fudeposto nel sepolcro della famiglia

eretto, nel 1571, nella chiesa delCarmine, ove già erano sepolti Gio-vanni Francesco Incisa, professore dimedicina ed arti all'Università, ed ilnipote Giovanni Antonio.

INGOBERTO (sec. VIII) - Notaio, pave-se, in occasione della dieta dei prin-cipali signori del regno indetta daCarlo Magno, che ebbe luogo aPavia nel 787, offrì in dono all’impe-ratore un prezioso codice della Bibbiache fu da questi, a sua volta, donatoal Papa Leone III, in occasionedell’incoronazione a imperatore ro-mano, avvenuta in Roma nel 799.

INGRAO GIIOVANNI (1900-40) - Inge-gnere, tenente di vascello coman-dante di un treno armato nella se-

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conda guerra mondiale, cadde incombattimento il 22 giugno 1940.Decorato con Medaglia d'oro al valor militare.

INVENZIO (Santo, 337-392) - Vescovodi Pavia, morto l’8 febbraio 392. Lesue spoglie, dalla chiesa a lui intito-lata presso la via che ancor oggiporta il suo nome, vennero trasferitenel 1789 alla chiesa del Gesù e, dopola soppressione di questa, inCattedrale.

ISABELLA DI VALOIS (1332-72) - Figlia diJean de Valois, re di Francia, e mogliedi Gian Galeazzo Visconti, morì nelCastello di Pavia e fu sepolta nellachiesa di San Francesco.

ISIMBARDI LORENZO (sec. XVII) - Mar-chese, appartenente all’illustre fa-miglia pavese degli Isimbardi, durantela terribile pestilenza da cui fu colpitaanche Pavia nel 1630, mentre tutti iricchi abbandonavano la città, conspirito di sacrificio rimase in mezzo alpopolo e assunse l’ufficio di pre-sidente dei Conservatori della Sanità,studiando, insieme col vescovoFabrizio Landriani, ogni mezzo per limitare la diffusione della peste.

ISIMBARDI MARUELLO (sec. XIV) - Fuuno dei seguaci più importanti delpartito guelfo, più volte ambasciato-re; podestà di Asti e di Alessandria.

ISPANO BENEDETTO (sec. XV) - Ebreo,poi convertitosi al Cristianesimo, fu

incaricato da Lodovico il Moro di te-nere un corso di lingua ebraica al-l’Università. L’insegnamento fu però inseguito abolito, negli anni 1491-1521.

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J

JACOPO DA COZZO (sec. XIV) - Ful’architetto, con Giovanni da Ferrera,del Ponte Coperto di Pavia, la cuicostruzione iniziò nel 1351. I due pro-gettarono e realizzarono anche ilPonte delle Navi a Verona (anch’essodistrutto) e il nucleo centrale, con

pianta a forma di H, del Castello di Vi-gevano, voluto da Luchino Visconti.

JOUFFROY DE LUXEUIL JEAN (1412-73) -Studiò all’Università di Pavia, vi in-segnò per alcuni anni diritto cano-nico, e poi divenne vescovo di Arras ecardinale. Partecipò al Concilio diFerrara. Raccolse numerosi codiciantichi di alto valore e scoprì il com-mento di Tiberio Claudio Donato aVirgilio.

L

LA PALICE o LA PALISSE (sec. XV-XVI) -Il suo nome era Jacques II Chaban-nes, e fu un valoroso capitano dell’e-sercito francese con Carlo VIII allapresa di Napoli, con Luigi XII allaconquista di Milano, infine con Fran-cesco I. Sotto le mura di Pavia si com-batté l’importante battaglia del 1525,fra Francesi e Spagnoli, nella quale ilre francese Francesco I fu fatto pri-gioniero e il signor de la Palisse morì.Fu sepolto nella chiesa di Santa Mariain Pertica. Fra gli episodi della batta-glia di Pavia, la morte del signore di

La Palice è ricordata da generazionidi studenti con la frase «un quartod’ora prima di morire egli era ancorain vita». Ciò perché i suoi soldati,dopo la morte, a celebrarne le gesta,composero un’ingenua canzonedella quale ci sono stati tramandatisolo questi versi: «Monsieur d’La Paliceest mort, Mort devant Pavie; Un quartd’heure devant sa mort, Il etaitencore en vie». Gli ultimi due versi,

nell’intenzione dell’autore, vorreb-bero dire che il valoroso capitanocombattè strenuamente sino a pochimomenti prima della sua inattesamorte. L’ingenuità e comicità, certoinvolontaria, della frase, ispirarono aBernard de la Monnoye, un poeta eletterato francese del seicento, unalunga canzone, in cui ogni strofa con-tiene una verità «lapalissiana» sulgenere di quella contenuta nellacanzone del soldato francese. Ungioco poetico da soldati, o da ra-

gazzi, ha fatto diventare lapalissianosinonimo di tutto ciò che è ovvio.

LACCHINI FILIPPO (sec. XVII) - Eremi-tano di Sant’Agostino, insegnò filoso-fia all’UniverHità e fondò una biblio-teca a vantaggio degli studiosi.

LAMPUGNANI GIORGIO (sec. XV) -Professore di diritto pubblico all’Uni-versità di Pavia, nel 1447 fu uno deiventiquattro capitani della repub-blica ambrosiana. Accusato di se-

greta intelligenza con lo Sforza, fudecapitato.

LANCELLOTTO DECIO (1429-1500) -Giurista, professore rinomatissimo, fu indue riprese e per molti anni docenteall’Università di Pavia,

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LANDINI BALDASSARE (sec. XVII) - Mer-cante, per iniziativa dei Decurioni diPavia istituì nel 1601, una casa per il ri-tiro delle donne traviate e pentite,chiamata Pio Ritiro di Santa Marghe-rita da Cortona. L’edificio si trova inpiazza del Collegio Borromeo e, nelcorso dei secoli, fu destinato a vari usi,dopo la soppressione del Ritiro. Inparte venne occupato, anni fa, dalTubercolosario Forlanini e ora, trasfe-

rito questo al Policlinico, è adibito aOspedale-Ricovero dei vecchi am-malati cronici.

LANDO (Conte, sec. XIV) - Capitanodi ventura tedesco, fu a capo dellemilizie cittadine che difendevanoPavia durante l’assedio posto daGaleazzo II Visconti e dovevano an-che condurre la guerra nel contado.Secondo la leggenda che circolòsubito dopo la resa, il 13 novembredel 1359, esse si sarebbero date per 

oro al Visconti, che aveva in città unaquinta colonna rappresentata dagliamici e seguaci dei Beccaria.Costoro, pur essendo stati cacciati daPavia e avendo subito la distruzionedelle loro case, godevano ancora diun notevole ascendente in città. Inrealtà Pavia, stremata dalla carestiae dalle pestilenze, fu costretta acapitolare e frate Jacopo Bossolarone trattò la resa, a nome dei suoiconcittadini languenti di fame, acondizioni vantaggiose.

LANDRIANI FABRIZIO (1570-1637) - Ve-scovo di Pavia, esempio di carità e diabnegazione durante la peste del1630, favorì l’istituzione dell’Orfano-trofio femminile.

LANFRANCHI GIUSEPPE (1737-1800) -Pittore pavese, studiò con C. A.Bianchi e si perfezionò a Bologna. Fubuon miniaturista e ottimo disegna-tore. Lavorò alla riproduzione di partianatomiche per Antonio Scarpa e G.P. Frank. È ritenuto il primo ad aver in-trodotto in Italia la maniera inglese distampare a colori, con l’innovazionedi stampare in una sola impressione,dopo aver colorato in modo selettivo

la lastra di rame.LANFRANCHI PIETRO (sec. XVIII) - Ca-nonico, professore e bibliotecario al-l’Università di Pavia, rintracciò impor-tanti manoscritti che appartenevanoal monastero di San Pietro in Cield’Oro e giacevano dimenticati in unantico deposito: ora sono custoditinella biblioteca dell’Università.

LANFRANCO (Beato, 1005-1089) - Fu ilpiù valente giureconsulto dei suoi

tempi. Nato a Pavia da padre cheera giudice della città, giovanissimoaveva fatto meravigliare per la pron-tezza dell’ingegno e la facondia dellaparola. Aveva superato sempre i suoiavversari nelle dispute comeavvocato e raccolto intorno a sé folledi ascoltatori come docente. Nel1042, costretto all’esilio, abbandonòPavia , si recò in Francia e si fecemonaco benedettino, entrando nelconvento di Bec, in Normandia.Creato abate nel 1046, la sua attività

scientifica e religiosa, veramente sin-golare, e la sua dottrina gli guada-gnarono larghissima fama: fu daGluglielmo il Conquistatore, dopo laconquista dell’Inghilterra, chiamato ariorganizzare la chiesa inglese, con lanomina ad Arcivescovo di Canter-bury, ove cessò di vivere a 84 anni.

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LANFRANCONI ARCANGELO (sec. XVI)- Carmelitano, lettore di logica e dimetafisica all’Università di Pavia dal1532 al 1565. Morì sulla cattedra, per apoplessia fulminante.

LANGOSCO FILIPPONE (sec. XIII-XIV) -Conte di Langosco, del partito guelfo,col titolo di Governatore della miliziadel popolo e dei paratici, tenne laSignoria di Pavia e fece eleggere

podestà di sua fiducia. Nel 1311rappresentò Pavia all’incoronazionedi Arrigo VII, nella basilica di Sant’Am-brogio a Milano.

LANGOSCO GOFFREDO (Gottofredo,1220-76) - Conte di Pavia, nominatocapo condottiero dei nobili milanesi,venne vinto da Napoleone Della Torrenella battaglia di Angera e ucciso sulcampo.

LANGOSCO GUIDO (sec. XIII-XIV) -

Vescovo di Pavia. Per suo invitovennero a stabilirsi in città, nel 1298, ifrati Carmelitani, che presero stanzain una chiesetta già officiata dai fratiFrancescani, nella parte più setten-trionale della città, presso le mura e inquesto luogo rimasero circa un se-colo; per trasferirsi poi nell’altra chie-setta dei Santi Faustino e Giovita diproprietà dei Canonici regolari late-ranensi di San Pietro in Ciel d’Oro e,infine, nella chiesa e nel monasterodel Carmine.

LANGOSCO OTTAVIANO (sec. XVI) -Con Galeazzo Beccaria e GiovanniBattista Bottigella fondò l’Accademiadegli Affidati che assorbì l’Accade-mia della Chiave d’oro istituita daAndrea Alciato in casa della marche-

sa Ippolita Malaspina di Scaldasole.Anche la nuova Accademia man-tenne la sede nel palazzo Malaspina.

LANGOSCO RICCIARDINO (1270-1315)- Appartenente alla potente enobilissima famiglia guelfa che go-vernava Pavia, figlio di Filippone. ConSimone Della Torre e altri quindicigiovani difese Pavia contro i tedeschicapitanati da Matteo Visconti che,per il tradimento di MarchettoSalerno, erano penetrati in città, dallaparte del Ticino la notte del 2 ottobre1315. Il Langosco rimase ucciso incombattimento nella piazza di SanGiovanni in Borgo (attuale PiazzaBorromeo).

LANZANI DA SAN COLOMBANO BER-NARDINO (1460-1530) - Rinomato pit-tore, lavorò a Pavia per diversi anni.Nel 1490 dipinse la sala del CastelloVisconteo, nella quale l’anno se-

guente si sposò Lodovico il Moro.Sueopere nelle chiese pavesi di SantaMaria del Carmine (tavola, 1515), SanTeodoro (affresco della Veduta diPavia, 1522), San Salvatore (affresco).A Pieve Porto Morone, ove abitava, il16 giugno 1525 uccise in un altercoun certo Bartolomeo Lossano. Fucostretto a fuggire e si rifugiò aBobbio, ove decorò la Basilica di SanColombano.

LANZONI ANGELO (1844-1919) - In-

gegnere, industriale, ricordato comeinventore del cemento armato nell’i-scrizione che ornava il cornicionedella sua fabbrica, che si trovava aPavia, lungo viale Indipendenza, inprossimità del ponte del Policlinico. Fuanche presidente della Camera diCommercio dal 1904 al 1919.

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LANZONI PIETRO (1774-1812) - Pavese,volontario nell’esercito cisalpino nel1799. Nel 1804 fu promossosottotenente e partecipò alle cam-pagne della Grande Armata napo-leonica/ Tenente nel 1810, partì per lacampagna di Russia col suo reg-gimento dei Dragoni della Regina emorì durante la ritirata, al ponte dellaBeresina, il 28 novembre 1812.

LAODICIA (sec. XIII-XIV) - Pittrice pa-vese quasi mitica, della quale non siconoscono opere, nominata dalLomazzo e dal Lanzi.6 

LAPALISSE - v. La Palice, La Palisse

LASCARI BEATRICE - V. Beatrice (diTenda)

LEGGI LODOVICO (sec. XV) - Notaiodella Curia Vescovile, redasse l’attodi posa della prima pietra della

nuova Cattedrale di Pavia (1488) Ilnotaio della Fabbriceria era Barto-lomeo Strada (v.).

LEONARDO DA PAVIA (sec. XV) - Pitto-re apprezzato, lavorò sempre lontanodalla sua città. Si conserva un suo di-pinto nel Palazzo Bianco di Genova.

LEONARDO DA VINCI (1452-1519) - Nel1490 Leonardo venne a Pavia per una consulenza tecnica relativa alprogetto del Duomo. Conosceva già

Bergonzo Botta e non è escluso che ilnobile abbia approfittato dell’oc-casione per chiedergli un consigliostrettamente personale. Forse ac-compagnò Leonardo a vedere il Po

6 L. LANZI, Storia pittorica dell'Italia,Milano, Bettoni, 1831.

dall’alto del terrazzo di Sommo,certamente fece tesoro dell’espe-rienza e dei progetti idraulici delgrande toscano. Due anni dopo, in-fatti, ordinò di tagliare i meandri per costringere le acque a correre diritte.La rettifica del corso del Po fuconsiderata opera grandiosa. Per lasua imponenza destò l’ammirazionedi tutti e in particolare del re di Fran-cia, che si recò a Branduzzo nel 1493

col duca di Milano per visitare l’operaappena compiuta. Leonardo daVinci si fermò a Milano per quindicianni e frequentò spesso il Castello,l’Università, l’ambiente intellettuale diPavia oltre a quello mondano dellafamiglia Botta. Pare che qui il grandeinventore abbia compiuto i suoi primiesperimenti sul volo umano, all’età diquarant’anni (1492-93). Tentativi dimacchine volanti non riusciti, cheprecedettero il tragico volo più fa-moso, compiuto anni dopo da un

colle di Fiesole.

LEVI JACOB (sec. XVI) - Figlio di PascoLevi, fu il banchiere ebreo chepossedeva maggior quantità di ca-pitali. Prestava denaro sia a privati,sia al Comune di Pavia, tra le gelosiedei commercianti locali, che aspira-vano ad essere suoi concorrenti. Piùvolte essi ne reclamarono l’espulsio-ne, ma la domanda fu sempre re-spinta dal Consiglio segreto del Go-vernatore.

LIGNANO FRATELLI (sec. XVI) - Impor-tanti tipografi pavesi.

LINGIARDI GIUSEPPE (1811-81) E LUIGI(1814-85) - Fratelli, celebri fabbricantid’organi, impararono l’arte dal padreGiovanni Battista. Le loro opere si

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trovano soprattutto in Pavia e din-torni, ma anche in altri luoghi d’Italia,Europa e America.

LITIFREDO I (Liutfrit, Santo vescovo,sec. IX) - Divenne vescovo nell’829.Morì l’8 marzo 850, è sepolto nellacripta della Cattedrale di Pavia in-sieme al vescovo Sant’Armentario.

LITIFREDO II (Santo vescovo, 875-958) -Fu vescovo di Pavia dal 939 alla

morte. In un diploma del 943 apparecome proprietario della Basilica diSan Michele. Dai re d’Italia Ugo e Lo-tario fu investito del feudo di Monta-lino (Stradella).

LIUTBERTO O LIUTPERTO (675-705) -Dodicesimo re longobardo d’Italia,successore di Cunincpert. Nel 705 fuvinto in battaglia da Aripert, figlio disuo cugino Raginpert, il quale lo cat-turò e lo fece svenare in prigione.

LIUTPRANDO (Liutprand, 712-744) - Ilsuo nome significava «la spada dellagente» (Leut-prand). Il suo regno, di31 anni e 7 mesi, fu il più lungo di tuttoil periodo longobardo. E’ ricordatocome un grande re e un saggio legi-slatore, perché riformò in molti puntila legislazione di Rothari. Sottrasse aiBizantini molte terre della Romagna,impose l’autorità regale ai duchi diSpoleto e Benevento. Minacciò dioccupare Roma e il Papa si rivolseper un aiuto a Carlo Martello, re deiFranchi. Allora, Liutprand donòformalmente al Papa il feudo di Sutri(727-8), che aveva preso ai Bizantini,e strinse con il Papato un patto ven-tennale di non aggressione. Con Sutriebbe inizio la sovranità temporale deiPapi. Si diffondeva in quel periodo la

pratica dei pellegrinaggi: moltiFranchi e Angli si recavano a Roma, avisitare la tomba di San Pietro.7 Questo flusso avrebbe interessato lenostre terre sino alla fine delMedioevo, rafforzato dai pellegrinidiretti in Palestina. Intanto, i Morioccupavano la Spagna e venivanofermati a Poitiers (Pictavis, 732) daCarlo Martello. I Mussulmani assedia-vano anche Costantinopoli e la Sar-

degna. Allora Liutprand pagò unaforte somma per avere le ossa diSant’Agostino e le portò a Pavia,nella Basilica di San Pietro in cield’oro, dopo aver sostato nella chiesadi San Pietro a Casei Gerola. Inseguito, aiutò i Franchi a fermare iSaraceni in Provenza. Fondò moltechiese, tra le quali, oltre a San Pietroin ciel d’oro, quella di Sant’Anastasioa Corteolona e una dedicata al SanSalvatore, all’interno della reggia. Fusepolto con suo padre, nella Basilica

di Sant’Adriano, presso Santa Maria inPertica, e poi traslato a San Pietro inciel d’oro.

LIUTPRANDO (920-72) - Pavese, storico,uomo politico, fu vescovo diCremona e ambasciatore a Costan-tinopoli. Visse in Germania dal 956 al961. Autore di varie opere, morì aCremona. La figura del vescovoLiutprando domina altissima nella let-teratura storica dell’Alto Medioevo: ildiacono della chiesa di Pavia, praticod’arte di retorica, che, promosso «intimus summista regius» di Ottone ilGrande, da lui fu pure elevato allacattedra episcopale di Cremona. Nel

7P.DIACONO, Historia Langobardorum, VI,37.

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libro sesto della sua  Antapodosis (la«Restituzione»), egli narra le vicendeche nell’anno 949 lo condussero inambasceria a Costantinopoli, pressola mirifica corte di Costantino Porfiro-genito. A rendere omaggio al dottobasileus dei Romei lo inviava colà -con periglioso viaggio - Berengariomarchese d’Ivrea, che eccellendo fratutti i principi d’Italia era prossimoormai a procacciarsi la corona del

Regno (il giovane Liutprando, in queltempo, s’addestrava ai segreti dicancelleria ministrando al servizio de-lI’onnipotente quanto “astuto” mar-chese, e non senza male avventurataservitù).

LOCATI SEBASTIANO GIUSEPPE (1861-1939) - Allievo di Camillo Boito al-l’Accademia di Brera, si diplomò inarchitettura nel 1881. Visse a Roma, aParigi, a Milano, insegnò all’Acca-demia di Brera e, dal 1905 al 1935,

alla cattedra di ornato e architetturadell’Università di Pavia. Partecipò aimportanti concorsi internazionali: per il Museo Egizio del Cairo (risultò vinci-tore), per l’Università di San Francisco,per il Policlinico e il Palazzo delleScienze di Buenos Aires.

LODI VERCELLINO (sec. XVI) - ConAgostino Piacentino e Biagio Sarac-chi, fu incaricato dal duca FilippoMaria Visconti di ritirare i notevoli im-porti depositati dai Pavesi per lafabbrica della chiesa del Carmine,presso Zanino Bellisomi e AmbrogioMeda. Quel denaro fu impiegato nel1428 per la difesa del Ducato, mi-nacciato dal conte di Carmagnola,che comandava l’esercito della Re-

pubblica veneta. Dopo la pace, iPavesi richiesero al Duca la restitu-zione del denaro perché la fabbricadel Carmine versava in cattive con-dizioni e dopo lunghe trattative, fi-nalmente, ottennero tale restituzione.

LODIGIANI GASPARE (sec. XVIII) - Sa-cerdote pavese, compilò una cro-naca manoscritta dei fatti cittadiniper gli anni 1712-40, conservatapresso la Biblioteca Universitaria.

LODOVICO DI PROVENZA (sec. IX-X) -Giovanissimo, fu chiamato in Italia dainemici di Berengario I e incoronato rea Pavia e imperatore a Roma nel 901.Fu abbandonato dai suoi alleati ecatturato presso Verona nel 905 daBerengario, il quale lo fece accecaree lo rimandò in Provenza mutilato.

LODOVICO IL MORO - v. Sforza Lo-dovico.

LODRONE CATERINA BIANCA (sec.XVI) - Contessa, nel 1558 fu donatariae «conservatrice cesarea» di tutti gliEbrei abitanti a Pavia e nelle altrecittà minori del Ducato di Milano(Lodi, Cremona e Alessandria).Condivise tale carica - non ereditaria,ma concessa dal principe - dapprimacon Giorgio Savi e poi con Angelo

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Rizzi. Essi godevano di un censo an-nuo, pagato dagli Ebrei come tassa,e della concessione di abitare nelDucato (esclusa la città di Milano)per dodici anni. Il loro compitoconsisteva nel fungere da «patroni»degli Ebrei e da intermediari in tuttele cause che potessero insorgere tragli Ebrei e lo Stato o i loro concittadiniCristiani. Il censo degli Ebrei esistevasin dal periodo dei Visconti. Il periodo

della Lodrone fu piuttosto travagliato,perché la borghesia urbana spingevaper ottenere l’espulsione degli Ebrei esostituirsi loro negli affari. L’espulsionedal Ducato di Milano fu ottenutadopo una settantina d’anni dallabattaglia di Pavia, che vide l’af-fermarsi del predominio spagnolo.

LOMONACO FRANCESCO (1772-1810)- Patriota, filosofo, insegnò alla ScuolaMilitare che era stata istituita nelperiodo napoleonico presso il

Collegio Ghislieri e chiusa nel 1816 (sitrovava nella palazzina oggioccupata dall’Amministrazione delCollegio). Annegò nel Ticino.

LONATI (famiglia, sec. XV-XIX) - Anticafamiglia pavese che godeva del ti-tolo di Marchese e annoverò moltivescovi, cardinali, giureconsulti, lette-rati e uomini d’arme.

LONATI BERNARDINO (1452-97) - Pa-vese, divenne cardinale nel 1493 e

nel 1496 comandò l’esercito pontifi-cio contro gli Orsini.

LONATO FRANCESCO (sec. XVI) - Pa-vese, dimorò alla corte di Filippo II econtribuì a risolvere molte questioni afavore della Provvigione di Pavia. Il 31gennaio 1599 il Consiglio della città

gli fece pervenire una lettera che, pur ricordando i grandi benefici ricevutidalla presenza degli Ebrei a Pavia,insisteva perché il loro allon-tanamento divenisse definitivo e per ostacolarne un eventuale ritorno.

LONATO FRATELLI (sec. XVI) - Pavesi,rapirono Enrico re di Navarra il quale,fatto prigioniero nella battaglia diPavia (1525), era stato «comprato» aisoldati, che l’avevano catturato, dalMarchese di Pescara, che l’avevacondotto al Castello di Pavia. I fratelliLonato organizzarono la fuga diEnrico con grande audacia, sotto gliocchi dei guardiani, e lo scortaronosino in Francia, ove si stabilirono ericevettero da lui incarichi e privilegiimportanti.

LORENZO (San L. da Brindisi, sec. XVII)- Padre cappuccino, predicò in SanMichele in un anno tra il 1608 e il 1617.

Vi fu un tale concorso di popolo darichiedere che il Vescovo Biglia ed ilGovernatore della città, GiacomoTaverna, lo scortassero con undrappello militare dal convento deiCappuccini (dietro il CollegioBorromeo), sino alla Basilica di SanMichele. Padre Lorenzo fu pro-clamato Santo nel 1881 da PapaLeone XIII.

LOTARIO (795-855) - Imperatore, red’Italia dall’822, nell’825 da Corteo-

lona riorganizzò gli studi e assegnò aPavia una posizione preminente.Ordinò agli studenti di Milano,Bergamo, Brescia, Como, Novara,Lodi, Genova, Vercelli, Asti e altrecittà di venire a frequentare a Paviale lezioni di letteratura e filosofia.

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LOTARIO di Provenza (sec. X - m. 950)- Figlio di re Ugo di Provenza,associato con lui al trono dal 931, nedivenne erede alla sua morte (947).Primo marito di Adelaide di Borgo-gna. Morì dopo soli tre anni di regno,per malore improvviso o, forse, per-ché fatto avvelenare da Berengariod’Ivrea.

LOVATI TEODORO (1800-72) - Medicoostetrico di gran fama. Nel 1852 fudimesso dalla cattedra da parte delgoverno austriaco, perché era favo-revole all’Italia. Riebbe il posto e ladignità accademica nel 1859.

LUCINI MARTINO (sec. XIV) - Pittore ri-cordato dal Bossi, che dovette lavo-rare al Castello di Pavia. Fu rinomato,ma nessuna sua opera si èconservata.

LUIGI XII (Re di Francia, 1462-1515) -Saccheggiò nel 1500 la biblioteca delCastello Visconteo, di 915 volumi ma-noscritti e miniati, in parte ordinati dalPetrarca, e la fece trasportare inFrancia, al Castello di Blois.

LUNATI BECCARIA ZACCARINA (sec.XV) - Vedova di Agostino Beccaria,nel 1471 rinunziò all’usufrutto di tuttal’eredità del marito a favore dell’O-spedale San Matteo. Il marito avevagià legato al pio luogo le proprietà diBorgo San Siro e di altre località dellaLomellina. La nobildonna si ridusse avivere in una stanza dell’ospedale,insieme alle Suore Dedicate. Qui sispense nel 1499.

LUPO POMPILIO (sec. XI) - Abatevallombrosano, scrisse la cronaca deltrasferimento di un gruppo di monaci

del proprio ordine dall’Abbazia diVallombrosa in Toscana a Pavia, nel1090, per fondarvi il monastero delSanto Sepolcro, che fu in seguitodedicato a San Lanfranco, dal nomedel vescovo di Pavia LanfrancoBeccari, ivi morto e sepolto nel 1198.

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MACIACHINI CARLO (1818-88) - Archi-tetto milanese, nel 1871 progettò ilcompletamento del Duomo di Vo-ghera e nel 1881 ottenne l’incarico dicostruire la cupola del Duomo di

Pavia, sulla base del parere degliarchitetti Antonelli e Terzaghi, in con-formità al modello rinascimentale inlegno eseguito da Cristoforo Rocchi.Dal sec. XVII sino ai suoi tempi gli ar-chitetti della fabbrica avevanosconsigliato la costruzione della cu-pola, che ritenevano eccessiva-mente pesante per la resistenza deipilastri sottoposti. La costruzione fucompiuta negli anni 1884-85 e pre-sentò subito problemi statici non in-

differenti. La cupola è alta dal suolom 88 (m 92,20 alla sommità dellacroce). Negli anni 1893-95 ilMaciachini costruì anche la nuovafacciata del Duomo, con lademolizione delle facciate delle an-tiche cattedrali romaniche.

MACOLATISTI (sec. XIX) - Allorché ilPontefice Pio IX con la Bolla IneffabilisDeus dell’8 dieembre 1854 proclamòil dogma dell’ImmacolataConcezione di Maria Vergine, Alfonso

Tenea, Giuseppe Grignani, GiuseppeParona e Luigi Acquaroni non lo ri-conobbero, scrivendo la loro protestaal Vescovo Mons. Angelo Ramazzotti.I firmatari della lettera, che furonochiamati i preti “Macolatisti”, furonointerrogati da Monsignore, ehe inflisseloro la prima ammonizione, seguita

da altra severissima. Infine furonoscomunicati. Il Grignani, battagliero eattivo, aveva raccolto intorno a sèdei proseliti laici, uomini, donne eragazzi, meno di un centinaio, aiquali impartiva lezioni di catechismo,dopo la celebrazione, in casa sua,della messa. Ai primi si erano poiaggiunti altri preti: Carlo Barbieri,Giovanni Tognola, Anastasio Donettidella nostra città e i milanesi fratelli

Giuseppe e Pietro Garzoli. Il«macolatismo» a poco a poco, andòspegnendosi e si poteva consideraredefinitivamente scomparso moltoprima della morte del Grignani, ilquale si spense, a 86 anni, nel 1896.

MADRUZZO GIAN FEDERICO (1527-1592) - Conte, originario di Trento,figlio di Niccolò, comandante dellafanteria tedesca di Carlo V, fu go-vernatore di Pavia (1556-1558) neltempo in cui suo zio, il cardinale Cri-

stoforo (1512-1578), era governatoredel ducato di Milano. Sposò Isabelladi Challant (1531-1596), figlia di se-conde nozze del conte Roberto diChallant. Con Isabella e la sorellaFiliberta, che sposò il conte GiuseppeTornielli, la casata dei conti diChallant si estinse, per mancanza dieredi maschi.

MAESTRI ANGELO (1809-1889) - Me-dico, patriota, autore di notevolipubblicazioni scientifiche e di me-

morie storiche: universalmente amatoper la sua bontà. Fu rinomatissimo per le sue accurate preparazioni in cera.Nel 1848 istituì a Pavia, a tutte suespese, una fabbrica d’armi, per fornire ai concittadini le arminecessarie a combattere lo straniero.

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Fu anche pubblico amministratore econsigliere comunale.

MAFFI PIETRO (Corteolona, 1858-1931)- Cardinale dal 1907, fu arcivescovodi Pisa (1903). Di vasta e profondacultura, fu scrittore e oratore. Lasciòun trattato di astronomia Nei Cieli,ebbe notevole parte nelle trattativefra la Santa Sede e il Governoitaliano che portarono allaConciliazione (1929).

MAGANI FRANCESCO (1828-1907) -Parroco di San Francesco, teologo,scrittore di memorie patrie, autoredell’opera Cronotassi dei vescovi diPavia, divenne vescovo di Parma,ove morì e fu sepolto.

MAGENTA CARLO (1834-93) - Pavese,professore di storia moderna allanostra Università. Fra le sue pubbli-cazioni: I Visconti e gli Sforza nel ca-

 stello di Pavia e loro attinenze con la

Certosa e la storia cittadina, L’insur- rezione di Pavia, Monsignor AgostinoTosi ed Alessandro Manzoni, Discorso

 su Cesare Balbo, ecc.

MAGENTA PIETRO (1835-59) - Patriota,volontario nei Cacciatori delle Alpi,cadde combattendo nella battagliadi San Fermo presso Varese, il 26maggio 1859.

MAGENTA PIO (1771-1844) - Barone,medico, ingegnere, fu ardente gia-

cobino, commissario del governoprovvisorio di Lombardia in Pavia. Nel1802 fu nominato prefetto a Ferrara,Verona e Vicenza. Alla caduta diNapoleone fece ritorno a Pavia e siritirò a vita privata. Morì all’età di 73anni.

MAGGI LUIGI FELICE (1804-87) - Dot-tore, studioso della storia cittadina;appassionato raccoglitore di lapidi edi cimeli degli antichi monumenti diPavia: ebbe notevole parte nella vitacittadina come pubblico ammi-nistratore e benefattore.

MAI GIOVANNI (1818-97) - Giurecon-sulto assai stimato, fu il primo Sindacoe il primo Deputato di Pavia dopol’indipendenza nazionale.

MAIOCCHI RODOLFO (1862-1924) -Sacerdote, monsignore, laureato inteologia nell’Università Gregoriana,professore nel Seminario, conserva-tore del Civico Museo di Storia patria,rettore del Collegio Borromeo,prelato domestico dei Papi Bene-detto XIV e Pio X, di attività prodi-giosa pubblicò quasi un centinaio dilavori di carattere storico tra i quali: IlCodice diplomatico dell’Università di

Pavia , Il Codice diplomatico degliEremitani di S. Agostino presso S. Pie-tro in Ciel d’Oro, in collaborazionecon P. Nazzareno Casacca; vari vo-lumi sul Collegio Borromeo, sul teatrodella Scala (in collaborazione conJoceline Foulches), in inglese; fondòe diresse per sette anni la Rivista diScienze Storiche. Il Comune gli intitolòuna via.

MAINO ANGELO E TIBURZIO (sec. XVI)- Apprezzati scultori e intagliatori in

legno, figli di Giacomo, pure eccel-lente artista.

MAJNO POLIDOMANTE (sec. XVI) -Giureconsulto collegiato, fu una dellepiù note figure della vita pavesedella sua epoca. Figlio naturale delgiureconsulto Giasone Del Majno,

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resse importanti cariche cittadine: nel1550 fu inviato ambasciatore pressola Santa Sede per ottenere che ipavesi venissero esentati dalla tassadi entrata alla Certosa.

MAJOCCHI ACHILLE (1821-1904) -Studiò all’Università di Pavia e poi fuassunto a lavorare alla DelegazioneProvinciale. Ben presto coltivò idealimazziniani di rivolta. Divenne amicodi Giacomo Griziotti. Partecipò all’in-surrezione delle Cinque Giornate diMilano nel marzo 1848, si arruolòvolontario per il Veneto, si distinsecombattendo a Mestre coi gradi dicaporale e nell’agosto 1849 fu pro-mosso ufficiale. Nel 1853 partecipò aun moto insurrezionale mazziniano erischiò di essere impiccato al Castellodi Milano. Nel 1859 combatté coiCacciatori delle Alpi e l’anno se-guente fu uno dei sei componentidello stato maggiore della spedizione

dei Mille. Rischiò la morte aCalatafimi, subì l’amputazione di unbraccio e ritornò sul campo alla bat-taglia del Volturno. Nel 1876 fu elettoal Parlamento nel collegio diBorghetto Lodigiano e dieci annidopo fu rieletto nel collegio di MilanoIV. Achille Maiocchi fu il primo che inParlamento rilevò le misere condizionidegli asili infantili e ne propose il pas-saggio dal Ministero dell’Interno aquello della Pubblica Istruzione. Di-sgustato delle vane battaglie par-lamentari si dimise da deputato e siritirò in un modesto ufficio dei tabac-chi, prima a Torino poi a Milano. Negliultimi anni si ritirò a vivere presso ilfratello Ferdinando, alla CascinaGrande di Torre d’Isola, ove morì diun colpo apoplettico. 

MALASPINA (famiglia) - I marchesiMalaspina, che controllavano diret-tamente una vasta zona di Appen-nino fra la Lunigiana e la PianuraPadana, ebbero il castello avito adAuramala (oggi Oramala, non lon-tano da Varzi, nell'Oltrepò Pavese).Non sappiamo precisamentequando la famiglia si stabilì ad Ora-mala, ma dovette essere prima dellametà del sec. XI. Anche il castello di

Nazzano fu un'antica proprietà dellafamiglia, che lo vendette nel 1081.Capostipite dei Malaspina fu ilmarchese Alberto, padre di Obizzo I.Nel 1164 il Barbarossa donò in feudoai Malaspina diversi castelli fral'Appennino e il Po. La famigliaMalaspina costituì un "ponte"attraverso l'Appennino con i suoipossedimenti, che collegavano di-rettamente la Lunigiana all'OltrepòPavese. Ciò si rivelò prezioso epermise a Federico Barbarossa di riti-

rarsi verso il Nord e di evitare un ag-guato a Pontremoli, nel 1167, dopo lasua precipitosa fuga da Roma. Nelcastello di Oramala Obizzo IMalaspina visse con tre figli, Moroello,Obizzo II e Alberto. Da Moroello (chesposò una Frangipani, di Roma) nac-que Guglielmo, da Obizzo II e daGiordana, figlia di Guglielmo IV delMonferrato, nacque Corrado "l'Anti-co" (ricordato da Dante nel Purgato-rio) e da Alberto (marito di Beatrice

del Monferrato, sorella di Giordana)solo una figlia femmina, Caracosa diCantacapra, che si sposò con ilmarchese Alberto di Gavi. Da Gu-glielmo nacque Maria e da CorradoSelvaggia e Beatrice. Obizzo I morìnel 1186, Obizzo II prima del 1194,Moroello nel 1197, Alberto prima del

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1206. Guglielmo morì nel 1220, al ri-torno da un viaggio in Sardegna.

MALASPINA ALBERTO (marchese, sec.XII) - Nato tra il 1160 e il 1165, morìquarantenne, prima del 1206. Fu unprotettore zelante di trovatori, comesuo cognato Bonifacio del Monfer-rato e i suoi nipoti Corrado I e Gu-glielmo Malaspina. Egli stesso fu va-lente trovatore ed ebbe fama dicorteggiatore dedito ad avventuregalanti. Fu soprannominato anche "il

 Moro" e "lo marches putanier". Fa-mosa è la sua tenzone con Raimbautde Vaqueiras. Celebre anchel'avventura cavalleresca di Saldinada Mar, che vide Bonifacio del Mon-ferrato e Raimbaut contrapposti adAlberto.

MALASPINA BARNABÒ (sec. XVI) -Nemico degli Sforza, fu assediato nelcastello di Cella di Varzi. Fatto pri-

gioniero, venne squartato vivo, per ordine del duca Massimiliano Sforza,nel Castello di Voghèra.

MALASPINA IPPOLITA (1495-1555) -Marchesa di Scaldasole, durantel’assedio di Pavia, iniziato il 21 set-tembre 1524 e terminato con la fa-mosa battaglia di Pavia del 24 feb-braio 1525 e la cattura del re diFrancia Francesco I, compì prodigi diardimento e di valore e fu sempreprima fra le altre donne accorse a

difendere le mura della città. Poeti ecronisti cantarono le sue gesta. Fuanche donna di buona cultura, ap-passionata di lettere e di poesia. Al-cune sue composizioni furono stam-pate nel 1549.

MALASPINA LUIGI, marchese (1754-1835) - Letterato, storico, benefattore:fondatore del Museo Civico con lamunifica donazione di moltissimomateriale d’arte e di studio: sono daricordare specialmente la celebreraccolta di stampe, la pinacoteca, laraccolta numismatica. Eressel’apposito palazzo, oggi sede dellaCivica Biblioteca Bonetta, per aprirviuna scuola di disegno, d’incisione e

di nudo. Compì numerosi viaggiall’estero e morì a Milano.

MALASPINA OBIZZO I (marchese, sec.XII) - Il marchese Obizzo I, detto "ilGrande", fu un personaggio famosoper le sue imprese e per la rilevanzapolitica che tutti gli riconoscevano.Fu ritenuto a giusto titolo il restaura-tore del casato, per l'autorità che gliderivò dall'amicizia con FedericoBarbarossa. Il nome Obizzo o Obizio,o anche Obizzone (dal quale derivò

anche il diminutivo Opicino) derivadal latino Obitius, "colui che si inter-pone, colui che affronta un pericoloo si cimenta in un'impresa".

MALASPINA OBIZZO (1855-1919) -Marchese di Carbonara, diploma-tico, per vari anni ambasciatore d’I-talia negli Stati Uniti d’America.

MALASPINA RICCARDO (1497-1532) -Figlio di Barnabò, coppiere del PapaLeone X, giurò odio e vendetta

contro gli Sforza, cercando didanneggiarli con intrighi e con apertiatti di ostilità: avutolo costoro nellemani nel 1532, lo fecero decapitare.

MALETTA ALBERICO (sec. XV) - Morta-rese, figlio di Cristoforo Maletta, fuprofessore di diritto civile alla nostra

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Università: ambasciatore degli Sforzadurante la guerra per il riacquisto delducato e consigliere ducale.

MANCINELLI FILIPPO - Professore, um-bro di nascita ma pavese di elezione,fu amico di Torquato Taramelli (v.).Noto come autore del Pavese mon-tano, guida dettagliata agli itinerariescursionistici della zona montanadella Provincia di Pavia (che alloracomprendeva anche Bobbio ed ilsuo circondario).

MANCINELLI ITALO (1898-1919) - In-gegnere ad honorem, figlio del prof.Filippo, ufficiale di complemento diartiglieria da montagna nella primaguerra mondiale 1915-1918, ferito edecorato sul Carso nel

1917, decorato alla prima battagliadel Piave nel giugno 1918, decoratouna terza volta alla battaglia diVittorio Veneto, dovette soccombereall’azione dei gas asfissianti. Morì aPavia il 13 gennaio 1919.

MANCINI TEMISTOCLE (1858-1923) -Romagnolo, ma pavese di elezione,valente violinista, chiamato a dirigerela Scuola di violino presso la nostraScuola di Musica nel 1890, fu ilmaestro dei migliori allievi dellascuola d’archi, tra i quali, oltre i suoifigli Guido e Pippo (quest’ultimomorto in ancora giovane età), CarloMoisello e la signora Rovida, vedovadel predetto Pippo Mancini.

MANELLI GIOACCHINO (1839-71) -Valoroso soldato volontario nellecampagne garibaldine, fu ferito aMentana da quattro colpi di baio-netta, ma guarì miracolosamente.

Durante una manifestazione politica,svoltasi a Pavia il 15 agosto 1870, fucolpito di sciabola da un ufficialeche comandava una compagnia disoldati in servizio d’ordine e soc-combette poco dopo.

MANFREDI GIUSEPPE e PIZZOCAROANTONIO (sec. XIX) - Cittadini pavesiche persero la vita nel temerariomoto insurrezionale repubblicano del24 marzo 1870, detto «Patatrac», alquale parteciparono alcuni soldati e

graduati del 42° reggimento di fan-teria di stanza a Pavia. L’im-presa,compiuta al grido di «vivaRoma, abbasso la monarchia, viva larepubblica, viva l’esercito rivoluzio-nario», aveva lo scopo di affrettarel’occupazione di Roma, ove si trova-vano ancora le truppe francesi. Il

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sergente Ceppini rimase ucciso, ilcaporale Pietro Barsanti che, coisoldati e graduati resisi contumacisubito dopo il fatto (Cecchini, Porro,Mosti, Carusi, Carnevali, Savio, Gar-barini, Migliarina), era stato ricono-sciuto fautore del moto, arrestato,processato e condannato alla fuci-lazione, eseguita il 27 agosto. Il ser-gente Pernice, arrestato col Barsanti,fu condannato a 20 anni di reclu-

sione. I soldati contumaci dopo molteperipezie riuscirono a rifugiarsi inSvizzera, aiutati dal mazzinianoAchille Casali, che si era posto acapo dell’impresa (alla quale ave-vano rifiutato di aderire i garibaldini),e da Francesco Marozzi di Linarolo,Antonio Preti e Leopoldo Negroni diGuinzano, i quali li rifornirono di abitiborghesi e di mezzi.

MANTEGAZZA AGNESE (1365-1405) -Pavese, amante di Gian Galeazzo

Visconti, fondatore della Certosa, emadre di Gabriele Visconti (1386-1408), figlio naturale poi legittimatodallo stesso Gian Galeazzo. Morì aPisa, cadendo dalle mura dellarocca. Gabriele ottenne nel testa-mento del padre la città di Pisa, chesi affrettò a vendere ai fiorentini nel1405. Tornò a Milano nel 1406 e nel1408 fu relegato in Piemonte, acausa delle sue mene politiche.Andò poi a Genova, ove il governa-tore francese Bouicicaut lo fece de-capitare.

MANTEGAZZA ANTONIO e CRISTO-FORO (sec. XV) - Orafi, scultori, co-struttori. Nel 1473 iniziarono conmarmi di Carrara e di Candoglia, ilavori della facciata della Certosa,continuati poi da G. A. Amadeo (che

aveva sposato la figlia di GuiniforteSolari, autore del disegno deltempio). All’Amadeo subentrò Be-nedetto Briosco che ebbe molticollaboratori. La facciata fu termina-ta da Cristoforo Solari (1540), il qualeal coronamento cuspidale sostituìuna linea orizzontale.

MANTOVANI ANGELO (1890-1915) -Sottotenente di fanteria, caduto aPlava nella prima grande guerra del1915-1918. Fu decorato al valore.

MANTOVANI ANTONIO (1842-67) -Avvocato, fu assessore al Comune diPavia e combatté per l’indipendenzanazionale. Partì coi Mille di Garibaldi.Morì a Villa Glori il 28 ottobre 1867.

MANTOVANI PIETRO (1800-69) - Ce-lebre creatore di calzature, ebbecome clienti l’Imperatore d’Austria equello di Russia, granduchi, principied altri dignitari.

MARABELLI ALFONSO (1878-1937) -Pittore pavese, fu allievo del Michisalla Civica Scuola di Pittura. Si dedicòal paesaggio, al ritratto e al nudo.Nel 1913 abbandonò la pittura per darsi alla scultura, che praticò conforte capacità creativa. Fece ampiouso della fotografia nellapreparazione dei suoi bozzetti. Sicostruì la casa in viale Nazario Sauro,attuale sede dei Civici Corsi di Pittura(AR.VI.MA., Arti Visive Marabelli). Fu ilmarito di Lina Sannazzaro (v.)

MARCABOTTI (sec. XIII-XIV) - Si chia-mavano così i ghibellini pavesi, ap-partenenti alla nobiltà, alleatisi colpartito popolare. Negli anni 1267-68essi cacciarono dalla città i Fallabrini

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(v.), ossia i sostenitori del partitoguelfo, che si rifugiarono a Bassi-gnana e rientrarono in città nel 1269.

MARCHESI GIUSEPPE (1778-1867) -Architetto, professore di disegno al-l’Università di Pavia, progettò e rea-lizzò lo scalone monumentale (1823)e l’Aula Magna (dal 1841), oltre adaltri ampliamenti funzionali del Palaz-zo dell’Università nella prima metàdel sec. XIX. Realizzò anche l’oratoriodi villa Eleonora (1816) e il portaledella chiesa del Carmine.

MARCO AURELIO CLAUDIO (sec. III) -Proclamato imperatore in Ticinum nel268 d.C., ne fece la base per laguerra contro il ribelle Aureolo.

MARCO DA BINASCO (sec. XV) - Scul-tore pavese, intagliatore di grandebravura, eseguì gli stalli del coro diSan Salvatore (1448).

MARLIANI ANDREA (sec. XVI) - Pittorepavese della scuola di BernardinoCampi.

MARLIANI RAIMONDO (sec. XV) - Be-nefattore, fondò a Pavia nel 1475 uncollegio per studenti universitari.

MAROZZI GIUSEPPE (1792-1861) - In-gegnere, sagace amministratore,dotato di viva sensibilità artistica,aiutò e incoraggiò i giovani che sidedicavano alla pittura. Fu uno dei

protettori di Pasquale Massacra eanche dopo la sua morte continuòad aiutare la madre e le sorelle.

MARRONI FAUSTO ANTONIO (sec.XVIII) - Pavese, autore di un’impor-tante opera sulla Chiesa e l’Episco-

pato pavese, pubblicata a Roma nel1757.

MARSILIO DA SANTA SOFIA (sec. XIV -m. 1405) - È ricordato come il«principe di tutti i medici del suotempo», come scrisse Michele Savo-narola (il padre del più famoso Giro

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lamo). Marsilio insegnò alle Universitàdi Pavia, Padova, Siena e Bologna, efu autore di Commentari, Questioni

 sugli aforismi di Ippocrate e di Ga-leno, di un trattato sulle febbri e dialtre opere di medicina. Nel 1402 eglifu chiamato a curare Gian GaleazzoVisconti, gravemente ammalato, eriuscì a mantenerlo in vita per uncerto periodo con liquori e altrimedicamenti da lui preparati.

MARTINAZZI LUIGI (1831-1900) - Ber-sagliere pavese. Nella battaglia diSan Martino, in cui morirono i pavesiGaetano Bolognini, Luigi Giacomotti,Ettore Pozzi e Gaetano Sgorba,cadde accanto a lui il suo tenente.Egli assunse di propria iniziativa il co-mando dei superstiti e si difese controotto austriaci che lo circondavano,riuscendo incolume. Fu perciòdecorato sul campo di medagliad’argento al valore.

MARTINENGO LUCREZIA in BECCARlA(sec. XV) - Donna di grande erudi-zione, particolarmente versata nellebelle lettere, scrisse operette moltolodate dai suoi contemporanei.

MARTINETTI MARIA (1861-1934) - Fon-datrice della “Lega del Bene” e del-l’Asilo per l’infanzia abbandonata.

MARTINO (Santo, sec. IV) - originariodella città di Sabaria, in Ungheria, fueducato nella nostra città. All’età didieci anni, contro il volere dei suoigenitori, idolatri, si recò alla Chiesa diPavia per essere ascritto tra icatecumeni: il fatto accadde nel 326e prova che nella nostra città già esi-steva, per il famoso editto di pace

dell’imperatore Costantino (anno313), una chiesa madre.

MARTINO DA SONCINO (De Sonzino,sec. XV) - Ingegnere comunale diPavia, eseguì molte opere stradali, fracui la ricostruzione del Ponte Lu-sertino, sul Gravellone, fatto di un soloarco di legno e continuamenteminacciato dalle piene. Il ponte fufatto in mattoni, a tre archi, soltantonel 1596, e venne demolito nel 1863,per sostituirlo col terrapienodell’argine Rottino-Rottone.

MASCHERONI LORENZO (1750-1800) -Matematico e poeta, nato a Casta-gneta, frazione di Bergamo. fu pro-fessore di matematica alla nostraUniversità: celebre il suo trattato Lageometria del compasso; poeta di-dascalico (Invito a Lesbia Cidonia).Mandato nel 1799 dal governo ci-salpino a Parigi per la sistemazione

delle misure e dei pesi, ivi morì nel1800. Le sue opere furono pubblicatea Pavia tra il 1793 e il 1797. In morte dilui Vincenzo Monti compose lafamosa cantica Mascheroniana.

MASPES GAETANO (1803-1868) - Pa-vese, artista lirico, fu un basso di tim-bro eccezionale: educato alla scuoladel maestro pavese Felice Moretti eperfezionatosi poi al Conservatorio diNapoli. Cantante di ottima fama,conseguì notevoli successi in patria e

all’estero.MASPES GIOSUÉ (1814-49) - Pavese,disertore dell’esercito austriaco, feceparte della gloriosa Legione Italianacomandata dal colonnello Alessan-dro Monti, che nel 1848-49 combattéin Ungheria in soccorso degli insorti

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contro l’Austria. Cadde a Enjed il 13gennaio 1819.

MASSACRA PASQUALE (1819-49) -Nacque a Pavia da Rosa Lombardi eda Niccolò, fornaio. Giovane ver-niciatore, espresse buone capacitàper il disegno e la pittura e alcunimecenati, tra cui il Marozzi, lo spin-sero ad andare a scuola dal Ferreri. Avent’anni dipinse La Vergine e SanSiro, che si conserva nella chiesa diSan Michele. Fu anche fervente pa-triota e cospiratore, ma fu tradito datre soldati tirolesi. Quando stavanoper arrestarlo, ne uccise due e ferì ilterzo gravemente. Egli stesso rimasemortalmente ferito nello scontro. Al-cune sue opere: il telone dell’organodella chiesa di San Sebastiano aCasteggio, affreschi nei cimiteri diCalignano e Torre d’Isola, dipinti nellachiesa di Trovo, e molti quadriconservati presso la Civica Scuola di

Pittura.

MASSAZZA GUIDO (1894-1916) - Sot-totenente di complemento del 130°regg;mento fanteria, caduto sulmonte Zebio nella prima grandeguerra 1915-18. Medaglia d’argento.

MASSIMO (Santo, sec. V - m. 514) -Vescovo di Pavia, fu sepolto a SanGiovanni in Borgo. Dopo la soppres-sione di tale chiesa, i suoi resti passa-rono a San Luca e da qui, nel 1866, a

San Michele.

MATTEI G. (1877-1918) - Editore, fu conP. Speroni il fondatore e com-proprietario della Libreria Internazio-nale, che aveva il proprio negozio,con sala di lettura e consultazione, incorso Vittorio Emanuele (Strada

Nuova) 68, ed era particolarmentefrequentata da professori e studentidel nostro Ateneo. Corrispondenti daMilano, Firenze, Roma, Bari, Parigi,Londra, Berlino, Lipsia, Vienna, NewYork, Buenos Ayres la tenevano alcorrente di tutte le novità librarie ita-liane e straniere. Il Mattei, ufficiale dicomplemento nella grande guerra1915-18, morì a Romano Alto, sulGrappa, nel novembre 1918, pochi

giorni dopo la fine della guerra.MATTI o DE MATTIS GIUSEPPE (sec. XVI)- Fu mandato al rogo dall’inquisitoreSolero da Quinzano («Feci un altroprocesso contra un Giuseppino deMatti o sia de Pazzi pavese, di artesarto, come sortilego hereticale; qualfinalmente dopo longa prigionia etormento del fuoco, non possendoglidar corda per haver il braccio destroper infirmità accidentali indisposto,confessò molte ribalderie delle quali

mi rimetto al processo per il che fu servatis servandis relassato al braccioseculare et cusì bruciato»).

MAZZINI GIUSEPPE (1805-1872) - Fu aPavia nel 1848 per attendere l’arrivodi una legione di circa 400 esuli deimoti del 1821 e del 1833 destinati asoccorrere Venezia. Era con lui ilconte Pietro Moroni, delegato delgoverno provvisorio di Lombardia. LaLegione, comandata dal maggioreCarnevali, a mezzo del piroscafo «PioIX» venne avviata per il Ticino e il Po aVenezia.

MAZZOLENI CARLO (Nobile, 1781-1838) - Originario di Bergamo, fu, per undici anni i. r. Consigliere di Governoa Pavia (prefetto). Dedito agli studi

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letterari e alle arti belle, seppeaccattivarsi e conservare la stima e labenevolenza dei cittadini e dellaprovincia. Morì a Pavia e fu sepoltonel nostro Cimitero. Era decoratodell’ordine militare dei SS. Maurizio eLazzaro.

MEDA CRISTOFORO ANTONIO (sec.XIV-XV) - Padre di Giovanni e forse diDonato e Stefanino, e fratello di

Antonio, tutti pittori. Nel 1395 dipinsela porta del Ponte coperto di Pavia enel 1438 diversi affreschi nel PalazzoComunale. Il figlio Giovanni lavoròanch’egli al Palazzo Comunale diPavia. Nel 1410 lo ritroviamo a Mila-no, a dipingere immagini della Ver-gine (fra cui quelle piccole, da incol-lare sui bossoli per la richiesta di of-ferte per la fabbrica del Duomo).Donato lavorò per oltre cin-

quant’anni alla fabbrica del Duomodi Milano e dipinse, insieme a Stefa-nino, immagini della Vergine sui bos-soli per le offerte. Antonio dipinse nel1394 le statue del Podestà di Pavia ealcuni affreschi nel Broletto.

MEDA TRISTANO (sec. XV) - Pavese,conte, in un concilio tenuto dai guelfiin Milano, dopo la sconfitta del ghi-bellino Facino Cane del 30 maggio1407 a Morimondo ad opera dellemilizie di Jacopo Dal Verme, fece

vive pressioni su Ottobuono Terzi, chepresiedeva l’adunanza, perchévenissero senz’altro sterminati tutti ighibellini. Jacopo Dal Verme, che erastato eletto governatore dal duca diMilano e dal conte di Pavia, sioppose alla proposta. Un anno dopo,il 13 aprile 1408, Facino Cane, in unfatto d’arme presso Bosco, in territoriodi Alessandria, fece prigioniero ilconte Tristano Meda e suo fratelloFrancesco e diede ordine perchéfossero immediatamente strangolati.

MEI RAIMONDO (1740-1807) - Pavese,maestro di musica del Duomo, scrissevarie composizioni di carattere sacroe l’opera Ifigenia in Aulide, che furappresentata, con buon successo, alteatro del nobile Condominio, nellastagione di carnevale dell’anno 1786.

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MELI LUPI DI SORAGNA MARIA MA-TILDE IN BOTTA ADORNO (sec. XVII) -Moglie del Marchese Luigi BottaAdorno, famosa perché fu amantedell’imperatore spagnolo Filippo V.

MENOCCHIO JACOPO (1531-1607) -Pavese, insigne giurista, di altissimareputazione. Appena proclamatodottore presso la nostra Università, fuincaricato d’insegnare nella stessa

istituzioni civili. Il duca di Savoia Ema-nuele Filiberto lo nominò professoreall’Università di Torino. Fu poi a Pa-dova, ove rimase sino al 1588, epocain cui venne chiamato a Pavia insostituzione del professore Graziano.Nel 1592 Filippo II, re di Spagna, lonominò membro del Senato di Mi-lano. A Pavia egli pubblicò la famosaopera sulle presunzioni, congetture,segni e indizi che gli creò famauniversale. Morì nella nostra città e fu

sepolto nella chiesa di Canepanova.MERCATI E MERCANTI - Pavia, centrodi un grande movimento economicoed amministrativo, fu sin dai lontanitempi, e particolarmente nell’altoMedioevo, un mercato frequentatis-simo al quale accorrevano mercantiveneti, salernitani, amalfitani che,dall’oriente, recavano tessuti di lusso,seterie, tappeti, giungendo a Paviacon le navi che risalivano l’Adriaticosino a Ravenna per via fluviale. Il

viaggio non era tanto difficoltoso: daPavia a Venezia, tre giorni o pocopiù; e da Pavia a Costantinopoli, dadove provenivano direttamentealcuni mercanti, si compiva in circaquaranta giorni. I mercanti venezianipare che siano giunti a Pavia per laprima volta seguendo i milites di

Comacchio, i quali praticavano iltraffico del sale, navigando sul Po esul Ticino. A questi mercantiveneziani, molto tempo dopo,Liutprando, nel 715, aveva concessoil diritto di acquistare sui mercati dellecittà lombarde tutto ciò che potevaservire all’alimentazione. I mercanti diNapoli, Bari, Salerno, Amalfi, Gaeta,erano, come i veneziani, soggetti atributi; pagavano la «quadragesima»

e dovevano, in più aggiungere un«donativo» che consisteva, gene-ralmente, negli ornamenti d’oro diuna «paratura» femminile o l’importocorrispondente in danaro.I dazi doganali, esistenti anche allora,erano applicati sulle merci pro-venienti dalle vie fluviali e dallestrade delle Alpi; dalla Francia, dal-l’Inghilterra, dalla Germania per Coira e Bellinzona, Chiavenna e Bol-zano. Dalla Francia e dalla Germaniaentravano cavalli, panni di lana, di

lino, stagno, armi lavorate, metalli fini.I mercanti di Pavia godevanonotevoli privilegi che erano stati loroconfermati dai Longobardi; il privi-legio della “protezione regia”, cheera data solo ai chiostri, alle chiese, ea pochi eminenti privati; avevano un“foro” privilegiato e nessun altromercante poteva introdursi in un ne-gozio che fosse stato iniziato da unmercante pavese, sinché questo ul-timo non vi avesse rinunziato. Vi

erano a Pavia diverse specie dimercati: i quotidiani, i settimanali e lefiere: a seconda di queste diverseforme di attività mercantile, varia-vano i tributi di spettanza alle auto-rità. I maggiori mercati cittadinierano il settimanale e le fiere, cosid-dette “delle Palme” e “di San Mar-

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tino” che si tenevano - prima dellasua distruzione, avvenuta nel 1024 -nelle vicinanze del Palazzo Regio: lefiere duravano quindici giorni ederano frequentate da molti com-mercianti forestieri i quali, oltre i solititributi, pagavano una tassa per l’occupazione dell’area. Queste fieregodevano l’esclusività per la venditadelle sete importate dall’Oriente equindi richiamavano nella nostra

città molti mercanti grossisti dellevarie città d’Italia, desiderosi di fareacquisti di tali tessuti che non erafacile trovare altrove. Pavia contavaanche una Zecca e la moneta diPavia, per tutto l’alto Medioevo,mantenne una assoluta supremaziadipendente dal pregio, dalla stabilitàdella lega e dalla bontà del conio.Nella monetazione aurea laprevalenza della nostra Zecca eraancora più netta: le monete porta-vano la dicitura «Flavia Ticino». A una

prima svalutazione che la monetapavese ebbe nel sec. XI, ne sonoseguite altre, con tutte le disastroseconseguenze. Milano, Pavia e le altrecittà italiane che coniavano furonocostrette dalla concorrenza a dimi-nuire il pregio del titolo del metallo equindi svalutare sempre più lamoneta che poi venne sostituita conquella aurea, molto più salda di Ve-nezia (zecchino) e di Firenze (fiorino).L’attività della nostra Zecca era

legata anche ai cercatori d’oro nelnostro Ticino. Le pagliuzze delprezioso metallo venivano raccoltemediante la selezione delle sabbieaurifere. Tale sistema, che risale allapiù remota antichità, è continuatoper tutto il medioevo, sino ai nostrigiorni. L’esercizio dei mestieri e delle

arti era regolato da speciali normeche ponevano quasi in regime dimonopolio le varie attività: mercantie monetari costituivano le arti piùimportanti; seguiti dai lavoratori dioro; dai pescatori, che attendevanoal loro mestiere nelle acque del Ticinoe del Po e dovevano avere almenosessanta navi, dai cuoiai, dainavicellai i quali, sotto la guida didue maestri, avevano l’obbligo di

mettersi agli ordini del re, adattandodue grandi navi per i servizi dellaCorte, e dovevano trasportare per acqua legname, vettovàglie equanto altro poteva occorrere allaamministrazione dello Stato; dai for-nai che, come i navicellai, eranoconsiderati addetti ai servizi pubblicie quindi esentati da ogni tassa, matenuti a disposizione dello Stato edella città; dei saponai, formanti aPavia un’arte privilegiata, tanto chenessun altro poteva fabbricare sa-

pone. Nelle industrie libere, che purepagavano una specie di imposta, itessitori di lino, i pellicciai, gli orefici,ecc. La continuità di queste formegiuridiche si estese sino al sec. XII, sinoa quando l’organizzazione, chederivava direttamente dalla corpo-razione romana, prese nuove forme esi costituirono le associazioni dell’etàcomunale che esercitarono largainfluenza su tutto l’indirizzo econo-mico per varii secoli. Queste organiz-

zazioni vennero parzialmente abolitenel 1778, continuando però a fun-zionare sino al 1791 con la denomi-nazione di «Camera primaria di com-mercio», abolita poi dalla RepubblicaCisalpina.

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MERLI ANGELO (sec. XVII - m. 1649) -Frate carmelitano, fu professore diteologia scolastica alla nostra Uni-versità dal 1631 al 1649. Fu sepoltonella chiesa del Carmine.

MERLINI ENRICO (1842-1915) - Pavese,usciere della Camera dei Deputati,decorato di quattro medaglie alvalore per il suo comportamentonelle guerre del Risorgimento, fu ilprimo a varcare la breccia di PortaPia nel 1870. Morì a Roma.

MESSINA FRANCESCO (Linguaglossa,Sicilia, 1900-95) - Scultore di fama in-ternazionale, studiò a Genova e viabitò sino a 32 anni, poi si trasferì aMilano. Iniziò l’attività artistica a 20anni e le sue opere sono esposte inmusei e piazze di tutto il mondo.Esponente di spicco della correntedel Novecento, fu direttore dell’Ac-cademia di Brera. Fuse per Pavia i

due monumenti del Regisole (fusionein bronzo del 1937) e della Minerva(bronzo e porfido, 1938-39) e unmedaglione in bronzo del prof.Ottorino Rossi, collocato nella ClinicaNeuropatologica di via Palestro..

MEZZABARBA CARLO AMBROGIO(sec. XVII-XVIII) - Fratello del conteGiuseppe, fu patriarca di Alessandriae vescovo di Lodi. Nel 1738 com-missionò all’architetto Giovanni An-tonio Veneroni i progetti per il pa-

lazzo vescovile di Lodi.MEZZABARBA GIOVANNI (sec. XV) -Dipinse una Maestà per la Basilica diSan Michele e fu miniatore per l’Ate-neo. Lavorò anche nel Genovesato.

MEZZABARBA GIUSEPPE (Conte, sec.XVII-XVIII) - Nel 1728 firmò la prima diuna serie di richieste ai Giudici del-l’Ornato della città di Pavia per i la-vori edilizi di costruzione del PalazzoMezzabarba, oggi sede di rappre-sentanza del Comune di Pavia, chefu costruito, secondo il Natali, nel-l’arco di quell’anno e dei due suc-cessivi, su progetto dell’arch. Gio-vanni Antonio Veneroni. Nel 1734 fu

compiuto l’annesso oratorio di fa-miglia, in sostituzione di due chiesettedemolite, quella dei Mezzabarbaconsacrata a San Quirico e un’altradedicata a San Siro.

MEZZABARBA MINOLDO (sec. XIV) - Fuconsole di giustizia della nostra città,preposto in particolare alla giurisdi-zione dell’Oltrepò. Impartì ordine alnotaio Guglielmo Piscario di redigeree autenticare in pubblica forma lacopia di una bolla di Celestino III, in

data Laterano 28 maggio 1196, di cuinon si aveva precisa notizia, con laquale quel pontefice concedeva alconvento di San Salvatore della no-stra città la chiesa di San Michele inBesate, con l’annuo censo di unimperiale e di un cero.

MEZZABARBA PIO (Conte, sec. XVIII) -Nel 1763 fece costruire il viale checollega la villa di Borgarello allastrada Pavia-Milano. Nell’inventariodel 1764, allegato al testamento del

conte Pio, si trova una descrizionedettagliata della villa.

MEZZABARBA POLITONIO (sec. XVI) -Senatore, eletto nel 1554, fu incari-cato dal Comune di Pavia di diverseambascerie e rappresentanze.

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MIANI GIROLAMO (Beato, 1481-1537)- Veneziano, fondò la Congregazionedei Chierici Regolari (Somaschi).Venne a Pavia nel 1534 e vi istituìl’Orfanotrofio maschile, con l’aiuto dialcuni patrizi pavesi, fra cui il conteAngelo Marco Gambarana e ilNobile Vincenzo Trotti, che entrambidivennero sacerdoti dellaCongregazione. I Somaschi sistema-rono il monastero di San Maiolo e vi

istituirono la loro casa madre.MIAZZI LUIGI (1792-1829) - Rimasto or-fano nel 1801, fu accolto all’Orfano-trofio e vi rimase per tutta la vita.Apprese da Faustino Anderloni eGiovita Garavaglia l’arte del disegnoe dell’incisione. Divenne insegnante,molto amato, alla scuola di disegnoe di ornato, istituita all’internodell’Orfanotrofio. Partecipò all’incisio-ne delle tavole per l’opera illustrataLa Pittura Cremonese descritta, 

curata nel 1824 a Milano dal ConteBartolomeo de Soresina Vidoni (v.anche Ceresa).

MICHELINO DA PAVIA (sec. XIV-XV) -Abile pittore che lavorò nel 1388 per gli Eremitani di San Pietro in Cield’Oro, abilissimo nel dipingere vetra-te. Nel 1418 era a Milano, nel 1421era intento col figlio Leonardo a de-corare la cappella dei Santi Quirico eGiulitta. Nel 1425 istoriava vetri per lafabbrica del Duomo. È opera sua la

tavola detta dell’Idea, nel Duomo diMilano, che in febbraio viene portatain processione.

MICHIS PIETRO (1836-1903) - Fu inse-gnante e direttore alla Scuola di pit-tura. Con Faruffini, Cremona, MoséBianchi e Carcano contribuì al rinno-

vamento antiaccademico della pit-tura. Profondo conoscitore dell’arteantica, fu parlatore brioso e arguto.

MIGLIAVACCA AGOSTINO (sec. XIV-XV) - Pittore che lavorava nel 1398 eabitava in parrocchia di San Marino,nel rione della Porta del Ponte, pressovia della Scruaris. 

MIGLIAVACCA CESARE (1853-1907) -Professore di matematica, ingegnere,

pavese di elezione, uomo valente eaustero; negli uffici civili, nel-l’insegnamento e nell’esercizio dellasua professione manifestò sempre lasua bontà, il suo sapere, il suo attac-camento alla nostra città. Diresse ilavori della cupola e della facciatadel Duomo, ebbe parte nei restaurialla basilica di San Pietro in Ciel d’Oroe attese a moltissimi altri lavori edilizi:è opera sua il monumento alcardinale Riboldi.

MIGLIAVACCA CESARE (1893-1915) -Caporale dell’11° reggimento fan-teria caduto sul Podgora nella primagrande guerra 1915-18. Medaglia dibronzo.

MIGLIAVACCA FELICE (1862-1941) -Ragioniere, per molti anni impiegatoalla Banca Popolare di Pavia; diret-tore del giornale repubblicano LaSquilla; consigliere comunale: pro-pugnò la costruzione del Lungo Ticinoe la creazione di ricreatori laici.

MODENA (Giacomo de, sec. XV) -Pavese, forse israelita, artista artigia-no. Nel 1490 alcuni studenti oltre-montani, ospiti del collegio Sacco,assalirono la sua casa, gli violenta-rono la figlia, ferirono gravemente un

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suo figlio. Poi gli studenti proseguironola loro scorreria per le vie della città,ferendo alcuni ragazzi. La cittadi-nanza reagì, uccise due deglistudenti e ne ferì molti altri.

MODESTI ANTONIO (sec. XIX) - Pave-se, funzionario di Polizia sotto l’Austria,favori la fuga di patrioti oltre il Ticino,avvisandoli in tempo del pericolo cheli minacciava.

MOGLIA AUGUSTA (1903-32) - Pittrice,allieva di Kienerk e del Borgognoni,riuscì particolarmente nel ritratto, masono da segnalare anche i suoipaesaggi e le sue nature morte.

MOIRAGHI ATTILIO (1872-1919) - Sa-cerdote, canonico onorario dellacattedrale, vicerettore del collegioBorromeo, ingegno pronto e perspi-cace, cuore nobile e generoso, cul-tore di storia patria.

MOIRAGHI PIETRO (1832-99) - Sacer-dote pavese, scrittore, storico, autoredella Vita di San Bernardino da Feltre e di molte interessantissime memorieriguardanti il Comune, le Opere pie,l’Università; ricerche sui pittori pavesi.Per molti anni fu professore nelSeminario vescovile.

MOISELLO CARLO (1898-1943) - Mu-sicista pavese, eccellente violinista,studiò col prof. Mancini della nostraScuola di Musica e al Conservatorio

di Milano col prof. Anzoletti. Noto eacclamato  concertista, fu un do-cente appassionato e scrupoloso.Dopo la guerra fece parte di un’or-chestra americana che organizzòconcerti in varie città d’Italia e la suamagnifica arte fu tanto compresa e

apprezzata che, ripetutamente, gli fuofferta una stabile scrittura negli StatiUniti. Egli però, attaccatissimo a Pa-via, rifiutò. Fece parte del QuartettoPavese con Boggeri, Uggè e Loren-zutti e quindi del Trio Pavese, col prof.Beccalli, pianista e prof. Cazzani,violoncellista.

MOISELLO EMILIO (1873-1916) - Pitto-re, allievo di Michis, non fece dell’ar-te la sua professione, pur essendoneinterprete appassionato ed efficace.

MOLINA AGOSTINO (1775-1832) -Medico, dedicò la grande bontà delcuore e la vastità del sapere allaClinica chirurgica, ai Luoghi Pii, all’o-spedale, meritandosi la reverenza ela gratitudine dei concittadini.

MONCALVI CARLO (1912-42) - Inge-gnere, tenente del genio aeronau-tico, figlio dell’ing. Paolino delle Of-ficine Moncalvi della nostra città, perìin servizio militare il 9 dicembre del1942. Giovane intelligente, colto, dispirito audace e generoso.

MONCALVO - v. Caccia

MONDINO CASIMIRO (1859-1924) -Professore del nostro Ateneo, strenuoassertore degli studi neurologicipositivi, legò tutto il suo cospicuo pa-trimonio alla Clinica Neuropatologicadi Pavia.

MONETTI PIO (1829-1912) - Patriota,cospiratore e garibaldino, fuggì daPavia, sua città natale, dopo aver partecipato alla bastonatura d’unufficiale austriaco che fumava in attodi disprezzo allo sciopero patriottico.Combatté sulle barricate alle CinqueGiornate di Milano, fu a Pastrengo e

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a Santa Lucia con l’esercito piemon-tese, con Garibaldi a Luino, Moraz-zone, Velletri, Roma.

MONTI VINCENZO (1754-1828) -Grande poeta e prosatore, fu pro-fessore di eloquenza e di poesia nellanostra Università, circondatodall’amore e dall’entusiasmo vee-mente degli studenti che si affolla-vano alle sue lezioni, salutandolo contuoni di applausi. Lasciato nel 1801l’insegnamento, fu assessoreconsulente presso il ministero dell’in-terno per i rapporti delle belle articolla letteratura, ma continuò adabitare a Pavia, prima nella casaMezzabarba Kevenhuller, poi nellacasa Brambilla. Si allontanava però difrequente per trascorrere periodi piùo meno lunghi a Milano, ove morì diapoplessia il 30 ottobre 1828.

MONTI VINCENZO (1843-77) - Allievo

di Camillo Boito, ingegnere, archi-tetto, fu il principale ideatore del no-stro Cimitero Monumentale e lavoròcon Angelo Savoldi ai progetti neo-medievali del Manicomio di Vogherae del Cimitero di Pavia.

MONTICELLI CARLO (1871-1939) - In-gegnere, visse a Pavia per molti annie costruì la centrale elettrica di PortaGaribaldi che forniva luce a SanPietro in Verzolo, Belgioioso e Cor-teolona. Nel 1928 cedette la centrale

e si ritirò a Milano.MONTICELLI FERDINANDO (1768-1800)- Frate pavese, patriota, fu arrestatonel 1799 dagli austriaci e deportatoalle carceri di Cattaro, ove morì ditifo nell’agosto dell’anno seguente.

MONTINI CONTARDO (1841-1914) -Patriota, giornalista, storico, volonta-rio garibaldino; direttore dei giornaliLa canaglia e La Provincia Pavese.Tra l’altro fu l’autore dell’interessan-tissima pubblicazione Evocazioni pa-triottiche, pagine di storia pavese,con prefazione di Carlo Romussi.

MORANDOTTI CARLO (1895-1940) -Architetto che occupò posizioni im-portanti a Pavia nel dibattito urbani-stico degli anni ‘30. Realizzò il nuovoMunicipio, il Palazzo della Prefettura edell’Amministrazione Provinciale. Nel1933 vinse il concorso per il PianoRegolatore di Pavia, col progettoche avrebbe influenzato per moltidecenni gli sviluppi urbani successivi.

MORANDOTTI PIETRO (1849-1932) -Ingegnere, specialista in materia diirrigazione, legò il suo nome ad operegeniali. Fu assessore comunale,

membro del Consiglio Provinciale,presidente della Banca Popolare.Padre dell’architetto Carlo.

MORETTI FELICE (1800-1842) - Maestrodi musica, apprezzatissimo composi-tore di musica sacra, fu il primo istrut-tore del celebre tenore Fraschini e dialtri artisti di chiara fama.

MORI VALERIO (1842-1923) - Generalepavese, fu a lungo addetto militare inambasciate italiane all’estero.

MORIGIA GIACOMO ANTONIO (1632-1708)- Cardinale, vescovo di Pavia,sepolto nella Cattedrale.

MORONE BARTOLOMEO (sec. XIV-XV)- Autore di un quaderno manoscrittosulle vicende dello Stato di Milanonegli ultimi 35 anni del dominio

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visconteo. Il quaderno fu donato aiCivici Musei da Zanino Volta, nipotedel grande Alessandro ed economodell’Università di Pavia.

MOROSI GIOVANNI (1820-48) - Me-diatore pavese, patriota, cospiratorecontro l’Austria, fu arrestato,processato e condannato a morteda un tribunale austriaco. Fu fucilatofuori porta Cairoli.

MUZIO CLAUDINA (1875-1925) - Fuuna delle più acclamate cantanti deiprimi anni del secolo. Nata a Paviada Antonio Muzio, corista e poiimpresario teatrale, morì in Americaove aveva cantato per molti anni.

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N

NASCIMBENE LUIGI (1801-73) - Inge-gnere, nacque ad Argine di Bressanae morì a Genova, dopo una vitaavventurosa. Fu amico di Garibaldi evisse a lungo in Uruguay. Scrisse, tra

l’altro, la Storia del progresso della razza latina nelle Indie Occidentalid’America. Ritornato in Italia, pro-mosse un concorso - mai portato atermine - per il progetto di una nuovacapitale per l’Italia, prevista nellapiana di La Spezia, al fine di poter disporre di un porto eccellente. APavia fondò l’Istituto Nascimbene,con sede in via Porta, un convittodestinato ai giovani per l’appren-dimento professionale, tuttora

esistente ma privo di funzionalità, conun fondo comprendente la renditadella sua casa di Montevideo. Fu suoesecutore testamentario l’on. Ago-stino Depretis.

NATTA GIULIO (1903-79) - Chimico,vinse il Premio Nobel nel 1963 per isuoi studi sui polimeri. Dopo la laureaal Politecnico di Milano (1924), inse-gnò per qualche tempo anche al-l’Università di Pavia.

NECCHI AMBROGIO (1860-1916) - In-dustriale, installò a Pavia le fonderieNecchi-Campiglio. Il figlio Vittoriocreò le officine meccaniche Necchisull’ex Piazza d’Armi, per la produ-zione di macchine per cucire, chedivennero l’industria principale della

città e per un certo periodo unadelle più importanti d’Italia

NEGRI ADA (Lodi, 1870 - Milano, 1945)- Dopo avere conseguito il diplomamagistrale, ottenne l’insegnamento aMotta Visconti. Nel 1892 pubblicò leprime poesie, presso l’editore Treves.Ottenne subito importanti successi efu nominata dal Ministro insegnantepresso la scuola normale “GaetanaAgnesi” di Milano. Si sposò con unimprenditore del Biellese, dal quale siseparò dopo la nascita della figlia. LaNegri si diede ad un esilio volontario,per lo più in Svizzera. Nel 1815 riientròin Italia e durante la fuerra mondialesvolse opera assistenziale all’Ospe-dale Santa Corona di Milano. Tra-scorse gli ultimi anni in ritiro letterario,estraniata dalla vita sociale.A Pavia è chiamata “torre di AdaNegri” la torre che si erge sull’angolonord di Piazza Borromeo, perché la

tradizione vuole che la poetessa vi siritirasse in meditazione durante i suoisoggiorni pavesi.

NEGRONI VERONICA (Beata, 1445-97)- Nata a Cicognola, frazione diBinasco. Monaca nel convento diSanta Marta in Milano, coll'eserciziodelle più elette virtù si acquistògrande fama. Fu a Roma in udienzadel Papa Alessandro VI, il quale,congedandola dopo un lungo col-loquio, disse ai presenti: «Fate onore a

questa donna perché essa è santa !».Leone X, nel 1517, la proclamò Bea-ta.

NIPOTI GIIUSEPPE (1841-1901) - Avvo-cato valente, volontario nelle guerredell'indipendenza: cambattè a Mi-lazzo e al Volturno.

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NOBILI - Nel 1791, per la formazione diuna terna per la partecipazione allaCongregazione Municipale, fustabilita la lista dei nobili che risiede-vano in città. Ricordiamo solamente icognomi delle famiglie: Beccaria,Belcredi, Bellingeri, Bellisomi, Belloc-chio, Beretta Della Torre, Berzi, Botti-gella, Botta Adorno, CalcedonioMalaspina, Campeggi, Candiani,Carena, Conti, Corti, Dassi, De Magi-stris, Del Conte, Fantone, Ferrari,Fiamberti, Folperti, Gambarana, Ghi-righelli, Giorgi di Vistarino, Kevenhül-ler, Lachini, Landriani, Leggi, Lunati,Maestri, Majno, Malaspina, Mandelli,Mangano, Mezzabarba Birago, Ole-vano, Paleari, Pecorara, Porcara, Re,Reina, Robolini, Rossi, Rovarino, Sarti-rana, Selvatico, Speziani, Torelli,Treviggi, Trovamala, Vigo, Vitali.Nel 1796, al momento dell’occupa-zione napoleonica, un altro elenco di

nobili con dimora stabile in cittàvenne redatto per l’AmministrazioneCentrale del Dipartimento del Ticino. Icognomi presenti in tale elencoerano, oltre quelli già esposti: Bella-gente, Bertolasio, Bonacossa, Cac-cialupi, Cantafesta, Caponago,Cellanova, Cervio, Cigolini, Dattili, DeVegis, Donna, Gallarati, Gandini,Grassi Soncino, Martinazzi, Modossi,Monti, Motteni, Parodio, Persilona,Pertusi, Pisani, Provera Bellingeri, Ri-dolfi, Ruta, Silva Bolognini, Valenti,Vinardi. Tuttavia, molti degli inclusi inquesto secondo elenco protesta-rono, dichiarando di avere rinunciatoalla nobiltà o di non essere mai statinobili.

NOCCA CARLO FRANCESCO (sec. XIX- m. 1886) - Ricordato dal Dossi nelle

Note azzurre (cfr. ed. a cura di D.Isella, Milano, 1964, p. 790) per la suapassione alchemica «che gli fececostruire una gran torre nella qualeaveva fatto il suo laboratorio più danegromante che da chimico», nelluogo ove prima sorgeva la chiesa diSanta Maria Nuova. La torre è inparte conservata, dietro l’attualepalazzo dell’Automobile Club (PiazzaGuicciardi).

NOCCA DOMENICO (1751-1841) -Pavese, frate dell’Ordine dei Predi-catori, insegnò botanica all’Univer-sità. Oratore, letterato, cultore di sto-ria patria, scrisse l’importantissimaopera Flora Ticinese.

NOCCA GAETANO (1861-1942) - Av-vocato, ricoprì diverse carichepubbliche. Fece parte della Com-missione reale per l’amministrazionedella Provincia, del Consiglio di

amministrazione dell’Ospedale SanMatteo e fu per 40 anni Sindaco diLinarolo.

NOCETTI PAOLO (1730-1800) - Dottorein chimica, decano dei rivoluzionaripavesi, arrestato nell’aprile 1799 dagliaustro-russi insieme al fratelloFrancesco, all’avvocato Angelo Trollidi Belgioioso, al rettore del PioAlbergo Pertusati don GiuseppeSterpi, al libraio Giovanni Cappelli, alrigattiere Luigi Tosca, all’avvocato

Leopoldo Beccaria, al fittabile Gliu-seppe Cappelli, al dott. FrancescoRobecchi, allo scritturale G. B. Ellena,fu chiuso cogli altri nelle carceri delSenatore sotto l’imputazione di avere«scelleratamente infestato escandalizzato la Società coi loro ec-cessi commessi nel tempo della de-

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mocrazia». Alla fuga degli austro-russi,il 15 giugno 1800, furono tutti tradottia Venezia e quindi, nei giorni suc-cessivi, alle Bocche di Cattaro e alcastello di S. Niccolò a Sebenico. IlNocetti morì a Petervaradino il 2 di-cembre 1800 in seguito agli strapazzidella deportazione. Gli altri, in epo-che diverse, furono liberati. 

NOVARIA ENRICO (1820-66) - Pavese,capitano garibaldino dei Mille,caduto nella campagna di Bezzeccamentre portava all’assalto la suacompagnia. Accanto a lui caddero ilpavese Leopoldo Sacchi e AngeloCambieri, di San Genesio.

NOVARIA (de) GIORGIO (sec. XIV) -Maestro miniatore, il cui cognome ri-vela una probabile origine pavese,nel 1396 scrisse alcuni libri per la Cer-tosa di Pavia.

NOVATI GEROLAMO (1801-53) - Giu-reconsulto, medico, scrittore, si pro-digò a Pavia e a Bergamo durantel’epidemia colerica. Ricoprì carichepubbliche e fu benefattore dellaScuola di Pittura.

In basso: autoritratto di Opicino deCanistris all’età di 40 anni

(dalla tavola con la sua autobiografia).

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O

OBERTO ANTONIO (n. 1872-... ) - Nac-que a Baselica Bologna. Frequentò laCivica Scuola di Pittura sotto la guidadi Pietro Michis. Decorò l’atrio delPoliclinico di Pavia, le Poste Centrali, il

Palazzo della Camera di Commercioe quello dell’AmministrazioneProvinciale (veduta della Provincia avolo d’uccello, distrutta nel 1972).

ODDO BERNARDO (1882-1941) - Pro-fessore ordinario di chimica farma-ceutica e tossicologica all’Universitàdi Pavia, compì studi di chimica or-ganica sul pirrolo e sull’indolo. Par-tecipò alla prima guerra mondiale,come esperto della chimica degliesplosivi. Durante le ricerche subìlesioni agli occhi a causa di un’e-splosione.

OLEVANO GIROLAMO (sec. XVIII) -Marchese, benefattore. Più voltemise a rischio la sua vita per salvarela città e nel 1746 impedì che Paviafosse saccheggiata dagli ussari te-deschi. Fu perciò chiamato «padredella patria». Contribuì alla fonda-zione del Pio Albergo Pertusati.

OLEVANO OBERTO (sec. XII) - Fu il se-

condo podestà di Genova nell’anno1194, conquistò Gaeta e diedebattaglia ai Pisani nel porto diMessina.

OLIVAZZI BARTOLOMEO (1711-91) -Vescovo di Pavia, è sepolto nellaCattedrale.

OLIVELLI TERESIO (Bellagio, 1916 -Hersbruck 1945) - Laureato in Legge aPavia, fu prima studente e poi, nel1942, rettore del Collegio Ghislieri,docente universitario a Torino, altofunzionario dell’Istituto di Cultura aRoma. Nella seconda guerra mon-diale partecipò alla campagna diRussia. Arrestato dai Tedeschi dopol’8 settembre 1943, fuggì cinque volteall’arresto e organizzò la presenza deicattolici nell’attività partigiana. Fucatturato, sfuggì miracolosamenteall’eccidio di Fossoli e fu deportato inGermania, dove morì in campo diconcentramento.

OMODEO GIACOMO (1680-1750) -Nobile pavese, nel 1701 costruì nellacontrada della Maddalena (l’attualevia Paolo Diacono) un teatro, che fudistrutto da un incendio nel 1740. Fu ilprimo teatro pubblico di Pavia,

poiché in precedenza gli spettacolivenivano organizzati presso i palazzinobiliari.

OMODEO GIOVANNI ANTONIO (v.Amadeo)

OMODEO SIGNOROLO (1715-84) -Figlio di Giacomo, nel 1771 tentò diopporsi alla costruzione del teatro deiQuattro Cavalieri (l’attuale teatroFraschini), vantando un inesistentediritto di privativa sul teatro cittadino.Il Governatore di Milano respinsel’istanza il 13 luglio 1771.

ONESTO DA PAVIA (sec. XIV) - Frateinquisitore, fece parte del tribunalepresieduto da Aicardio, arcivescovodi Milano, nel processo per eresia in-tentato contro Matteo Visconti, suo

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figlio Galeazzo, Scotto di San Gimi-niano Francesco di Garbagnate ealtri sostenitori del partito visconteo.Processo politico che coinvolse tuttele città che sostenevano i Visconti.Pavia, a differenza di molte altre, subìl’interdetto solo nel 1327. Matteo fucondannato per aver torturato ec-clesiastici e morì a Crescenzago il 24giugno 1334.

ONORATA (Santa, sec. VI) - Sorella di

Sant’Epifanio. Nell’estate del 475Pavia si arrese all’esercito di Odoa-cre, dopo diversi mesi d’assedio.Oreste, generale in capo delletruppe romane e padre del giovaneimperatore Romolo Augustolo, fufatto prigioniero. Odoacre ordinò ilsaccheggio e l’incendio della città.Furono distrutte anche le chiese e idue monasteri che vi esistevano e fufatta strage tra la popolazione.Donne, fanciulle e monache vennero

trascinate agli accampamenti deivincitori. Tra esse si trovava Onorata. Ilvescovo Epifanio, rimasto tra i cit-tadini per cercare di frenare la furiadel massacro, si recò al campo diOdoacre e lo convinse a restituire ledonne. Le reliquie di Onorata si tro-vano nella Cattedrale.

OPICINO DE CANISTRIS (Anonimo Tici-nese, 1296-135...) -Nella prima metàdel Trecento visse Opicino de Cani-stris, un uomo che sarebbe divenuto

famoso per le dure sfaccettature delsuo carattere e della sua storia per-sonale, ma ancor più - presso ilpubblico pavese - per avere scrittoun libello con le «lodi» di Pavia, rivoltoal Papa in Avignone, a lungo attribui-to a un  Anonimo ticinese. Si può direche questa sua opera costituisca la

prima «guida turistica» della città.Opicino nacque a Lomello la vigiliadi Natale del 1296 e fu amico difamiglia dei conti di Langosco, gliultimi signori guelfi di Pavia, sconfittinel 1315 dai Visconti. Prete di parteguelfa, in esilio ad Avignone, sog-getto a paralisi che lo terrorizzavano,Opicino, malato e sfortunato, dal-l’esilio lontano ricordava Pavia, con isuoi luoghi, le sue feste e le sue tra-

dizioni celtiche e longobarde. Non ladescriveva soltanto, ma cercava an-che di trarre auspici sulla città, sco-municata dalla Curia papale perchéghibellina. In una gran quantità di di-segni, nei quali figure astrologiche eallegoriche si mescolano a santi emadonne, ma anche a immaginioscene, Opicino condensò tutto il suosapere teologico, coniugandolo conla saggezza leggendaria della terradi origine e con l’amarezza accumu-lata verso i concittadini.

ORSI FRANCESCO (1828-1900) - Illustreclinico, professore all’Università diPavia.

OTTAVIANO AUGUSTO (63 a.C. - 14d.C.) - Nel 9 d.C. passò a Ticinum conla moglie Livia e il figlio Tiberio e viattese il ritorno di Valerio, reducedalla guerra in Germania.

OTTONE DA PAVIA (sec. XII) - Glossa-tore, interprete della giurisprudenzaromana.

OTTONE I DI SASSONIA (Imperatore,detto «il Grande», 912-973) - Scese inItalia nel 951 per liberare dalla pri-gionia Adelaide di Borgogna. Giunsea Pavia senza incontrare resistenza,cinse la corona ferrea, acclamato

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dai vescovi come un liberatore, esposò Adelaide. Il Papa tuttavia nonvolle riconoscerlo imperatore. ConAdelaide ebbe un primo figlio ma-schio, Enrico, che morì bambino, poiun secondo, Ottone, che fu detto «ilRosso». Nel quadro di una precisapolitica di potere, volle dargli inmoglie una principessa bizantina eottenne dall’imperatore d’OrienteGiovanni Zimisce il matrimonio di sua

nipote Teofano col giovane Ottone II.OTTONE II DI SASSONIA (Imperatore,detto «Il Rosso», 955-983) - Fu incoro-nato erede al trono a 12 anni e di-venne l’imperatore Ottone II a 18anni. Sposò la principessa bizantinaTeofano, con la quale ben presto suamadre Adelaide si scontrò. Nel 978 laregina madre finì per abbandonarela corte e rifugiarsi a Lione, e per dueanni non ebbe rapporti col figlio. FuMajolo, abate cluniacense, a

riavvicinare l’imperatore e suamadre, nel dicembre del 980. Nelgiugno 983 si tenne a Verona unadieta (consiglio generale dei grandidell’Impero). In tale occasione fusancita la nomina di Adelaide comereggente per l’Italia. Pochi mesidopo, il 7 dicembre, Ottone II morì aRoma, a soli 28 anni, dopo una brevemalattia. Fu sepolto in Vaticano, in unsarcofago antico.

OTTONE III DI SASSONIA (Imperatore,

980-1002) - Figlio di Ottone II, ereditò ilregno all’età di tre anni, dapprimasotto la tutela della madre Teofano edella nonna Adelaide. Assunse ve-ramente il potere nel 994. Due annidopo scese in Italia e a Roma enominò papa il proprio cugino Bru-none di Carinzia, un giovane venti-

quattrenne, che assunse il nome diGregorio V. Da lui, il 21 maggio 996,Ottone si fece incoronare imperatorein Pavia,. Quest’ultimo però, pocodopo l’insediamento in Roma, fudeposto a furor di popolo e corse dinuovo a rifugiarsi vicino a Pavia. Alsuo posto fu eletto antipapa Gio-vanni Filagato, un prete greco chegodeva dell’amicizia della reginamadre Teofano. Nel 998 Ottone

domò la ribellione a Roma e installònuovamente Gregorio V al potere.Nel 1000 compì un pellegrinaggioalla tomba di Carlo Magno ad Aqui-sgrana. Al suo ritorno a Roma, il po-polo si ribellò e pose l’assedio al suopalazzo. Fuggì a Castel Paterno,presso Viterbo, dove morì pocotempo dopo.

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P

PACCHIEROTTI GIUSEPPE (1790-1823) -Vogherese, sfuggi al capestro dopo imoti rivoluzionari del 1821 e si rifugiòin Spagna. Qui combatté con irivoluzionari, costituendo una legione

straniera composta di ex ufficialisardi, napoletani e di studenti delleuniversità di Pavia, Torino, Genova. Lalegione, sotto il tricolore italiano,combatté per la libertà dellaCatalogna dal 1822 al 1824. Nellabattaglia di Lladó il Pacchierotticombatté valorosamente ed ebbe ilginocchio destro spezzato da unapalla. Fatto prigioniero dal generaleDumas, rifiutò l’amputazione dellagamba, dicendo: «Poiché non vi ha

più terra di libertà per noi, io nonvoglio più vivere». Morì all’ospedaledi Perpignano, dopo dodici giorni disofferenze.

PALLAVICINI PIETRO (marchese, sec.XV) - Protonotario apostolico, con-sigliere di Lodovico il Moro, nel 1480fece costruire il chiostro grandedell’Abazia di San Lanfranco.

PALLAVICINO BATTISTA (sec. XVI) -Pavese, carmelitano, fu uno dei ra-rissimi che, per i suoi contatti coglistudenti tedeschi, ospiti nei nostricollegi per ultramontani, si convertì alprotestantesimo. Predicando inChieri, convertì Celio Secondo Cu-rione, che per tre anni aveva tenutocattedra nel nostro Ateneo, e di-venne poi amicissimo di Lutero.

PANIGADI GUIDO (1892-1945) - Pa-triota di nobile famiglia, maggiore delreggimento Nizza Cavalleria, mortonel campo di concentramento diMelck in Germania, in seguito allecriminali sevizie cui fu sottopostoinsieme al fattore della cascinaCarlina, in comune di PieveAlbignola, di sua proprietà, Aldo Lo-catelli. Le sue ultime parole furono diesortazione all’amore per la libertà edi fede nella risurrezione dell’Italia.

PANIZZA BARTOLOMEO (1782-1867) -Celebre anatomico e fisiologo, pro-fessore alla nostra Università, senatoredel regno. Morto a Pavia, sepolto nelnostro cimitero: una sua statua sitrova nel primo cortile dell’Ateneo.

PAOLO DIACONO WARNEFRID (720-799) - Nato a Udine, studiò da gio-vane a Pavia col grammatico Fla-viano, divenne prete, scrisse la piùnota Storia dei Longobardi. Co-nobbe il latino, come il greco e l’e-braico. Familiare della corte del re, fuprecettore di Adelperga, figlia diDesiderio. Dopo la caduta del regnolongobardo, nel 774, si rtrasferì aMontecassino. Poi andò in Francia,alla corte di Carlo Magno, negli anni782-786. Nel 787 ritornò a Monte-cassino, ove si applicò alla scritturadella sua Storia dei Longobardi (chetermina, come descrizione, al regno

di Liutprando). Morì il 13 aprile 799.PARACELSO (Philippus Aureolus Te-ophrastus Bombast, 1493-1541) - Fu ilpiù celebre alchimista del Rinasci-mento, di origine svizzero-tedesca.Dopo gli studi compiuti a Basilea,viaggiò per l’Europa, sino in Russia e

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Turchia, in qualità di medico militare.Dal 1522 partecipò alla guerra traFrancesco I e Carlo V in qualità dichirurgo militare della SerenissimaRepubblica di Venezia, alleata deiFrancesi. In tale veste, negli anni1522-27, pare che abbia partecipatoalle azioni belliche che ebbero cometeatro Pavia e i suoi dintorni.

PARISIO CATALDO (sec. XV) - Profes-sore di retorica all’Università di Pavia,fu chiamato dal re portogheseGiovanni II a insegnare a Coimbra epoi, nel 1495, alla corte di Portogallo.

PAROCCHI LUCIDO MARIA (1833-1903) - Fu vescovo di Pavia, arcive-scovo di Bologna, cardinale vicario evice cancelliere di Santa RomanaChiesa. Morì a Roma. Era nato aMantova.

PARODI GIACOMO (1693-1779) -Nato a Pavia da famiglia oriunda diGenova, storico, fu professore distoria del diritto alla nostra Università:scrisse numerose opere che sonoconservate nella biblioteca dell’A-teneo, morì a Pavia a 86 anni e fusepolto in Cattedrale.

PARODI OTTAVIO (1637-1718) - Pittore,fu per molto tempo a Roma, feceritorno a Pavia in età avanzata. Al-lievo di Andrea Lanzani, ha lasciatolavori molto apprezzati.

PASCAL CARLO (1866-1926) - Tennecon grande prestigio e con mera-vigliosa attività la cattedra di lettera-tura latina all’Università. Fu scrittoreforbito, latinista dei più insigni, nonscrisse solo per i dotti ma anche per ilgran pubblico, evocando le grandi

figure del mondo antico. Amò Paviadi vivissimo affetto, difese l’Universitàcon la parola e con gli scritti quandola sua prosperità pareva minacciata.Chiamato alla cattedra di lingua eletteratura latina all’Università di Mi-lano nel luglio 1926, morì nel succes-sivo mese di settembre e volle ripo-sare accanto a sua madre, cheaveva amato tenerissimamente, nelnostro cimitero.

PASI AMALIA (1810-70) - Allieva di Fe-lice Moretti, perfezionatasi al Con-servatorio di Milano, fu un’apprezza-tissima artista di canto.

PASOTTI GAETANO (1890-1950) - Ve-scovo missionario, nato a Pinarolo Po,prese parte alla grande guerra 1915-18 come cappellano militare,lasciando l’Università di Torino ovestudiava scienze biologiche. Dopodieci anni di estenuante attività in

tutto il vastissimo territorio cinese, fumesso a capo di un gruppo di mis-sionari di San Giovanni Bosco chedalla Cina venivano inviati in Thailan-dia. Ordinato vescovo durante laseconda guerra mondiale, in mezzoa terribili persecuzioni religiose riuscì,affascinatore e conquistatore dicuori, a attutirle e sospenderle. Ter-minata la guerra si preoccupò subitodi riaprire e creare scuole, di formareil clero indigeno, provvedere al-l’educazione morale e intellettuale

dei giovani. Dopo 33 anni di missione,nel 1948, fu per un breve soggiorno inpatria, a Roma, ricevuto dal Papa ea Pavia per la Giornata Missionaria.Ritornato nel Siam, colpito dallaterribile malattia detta «il male diHodking» (escrescenze di carne nelleghiandole linfatiche), questo

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missionario intrepido conservò unamirabile serenità e si spensesorridendo, fissando un quadro dellaMadonna. Era cugino dell’avv. Vit-torio Pasotti, Segretario generale del-l’Amministrazione Provinciale.

PAVESI BENEDETTO (sec. XVI) - Scul-tore pavese, lavorò intorno al 1530;fu, secondo il Lomazzo, un eccellenteautore di bassorilievi.

PAVESI PIETRO (1844-1907) - Fu pa-triota, uomo politico, professore dizoologia all’Università e profondocultore di storia locale. Fu commissa-rio al Comune di Pavia nel 1893 esindaco dal 1899 al 1902. Fu uno degliuomini più rappresentativi di partedemocratica.

PAVESI URBANO (1839-1907) - Inge-gnere, patriota, cospiratore, volon-tario garibaldino: partecipò allaspedizione dei Mille. fu soldato vo-lontario nell'esercito piemontese; co-spirò in Roma con altri nostri concit-tadini nel 1867; occupò numerosi uf-fici pubblici, circondato dalla stima ditutti. Morì a Pavia il 27 aprile 1907.

PAVIA - La nostra città non è la soladi questo nome: una Pavia esiste inPortogallo, una in Francia (Pavie),una in Spagna (Pavias) una persinonelle Isole Filippine, senza contarel’altra italiana Pavia di Udine. Nes-suna di queste città risulta però piùantica della nostra, che fu fondata,secondo Plinio, dalle tribù liguri deiLevi e dei Marici e chiamata Ticinum dopo la conquista romana, dal nomedel fiume che la bagna. Perché ilnome Pavia ha sostituito poi quello diTicinum? È un soprannome romano (i

romani aggiungevano spesso allecittà conquistate un secondo nome),oppure è di origine greca? Nel corsodel sec. VI la città rimase per oltredodici anni nelle mani dei bizantini iquali ne fecero una fortezza benmunita. La dominazione bizantina fuimportante nei campi politico,culturale e religioso (in San Michele siusò per molto tempo recitare unaparte dell’Ufficio in lingua greca) e

può darsi che il nome Papia, che haun’impronta greca, derivi dallatemporanea residenza di queidominatori. Tale nome appare per laprima volta nel sec. VII, nellacronaca di Fredegario e, sulla finedello stesso secolo (698), nel Carmende Synodo Ticinensis, sinodo con-vocato per comporre lo scisma dellaChiesa di Aquileia. Cessata ladominazione dei Longobardi, il nomePapia diviene sempre più frequente:le monete e le carte geografiche, a

partire dai secoli IX e X, portano ilnome nuovo in luogo di Ticinum.Secondo una certa leggenda cheebbe fortuna nei secoli scorsi, rac-colta da Armanino Giudice che latrascrisse nella sua Fiorita (sec. XIV),Pavia fu così chiamata per le mera-viglie che offriva al visitatore, nelperiodo bizantino, ad opera di mer-canti venuti dall’Asia Minore, «uominiincantatori, i quali, per loro arte fa-cevano meraviglie, per le quali veder 

veniano molta gente del paese d’in-torno. Questi facevano el tempo tur-bare e rischiarare, piovere e nevicarefacevano ed altre cose assai da faremeravigliare la gente. Costorocominciarono a fare quella cictadeche per queste loro opere fuchiamata Pavia, per quelle meravi-

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glie. “Pape”, in greco, viene a diremeraviglia; però Papia per quella fuchiamata, quasi terra di molte me-

 raviglie».Pietro Azario afferma che la città fuchiamata Papia perché parum pia«et istud prenomen primitus datumfuit ipsi civitati apud bonos et cristia-nos»(poco pia, soprannome dato inantico dai buoni cristiani). Opicino DeCanistris (l’Anonimo Ticinese) nel suo

libro De laudibus civitatis Ticinensisquae dicitur Papia, scrive: «Papia coslfu chiamata da Papae che èespressione di meraviglia, ed è perciòmirabile. E mirabile è veramente,poiché per tanti benefici reca stupo-re in chi li ode narrare. Ma altrimenti ilsuo nome può essere derivato daPapa perché siccome il Papa tienesopra tutti i vescovi, anzi su tutti gliuomini, il principato, così Pavia stasopra tutte le altre città in quelleparti, salvo però sempre l’onore delle

altre, la qual cosa è resa manifestadall’essere stata prescelta dai Longo-bardi a loro sede. In terzo luogo puòintendersi Papia, quasi del «Papavia», poiché vi passarono talvolta iRomani Pontefici che vi ricevetterograndissimi onori essendo essa sullavia di chi va di Francia a Roma,siccome io ricordo di aver letto giànegli antichi privilegi dei nostriPontefici, in cui il Sommo Ponteficeprotesta di essere assai favorevole a

questa città, sì per gli onori ivi ricevuti,e sì per la reverenza dei SantiConfessori Siro ed Agostino. In quartoluogo dicesi Papia, quasi «PauperibusPia», per le molte elemosine che vi sifecero. Quinto: dicesi Papia, con due«p» a pronunziar la quale lettera lelabbra si serrano come nel bacio, e

questo significa la giustizia e la paceche anticamente solevano in quellacittà baciarsi, quando i Longobardi videttarono leggi giustissime e la con-servarono sotto la loro dominazionein quella pace che essa mantennesin presso ai nostri tempi. Il cherisulterebbe anche dalle cinquelettere onde consta la parola Papiale quali valgono quanto: P, pacis - A,amica - P, puniens - I, iniqua - A,

agentes -; cioè: «pacis amica,puniens iniqua agentes» (amica dellapace, che punisce chi compie ilmale). Inoltre scrivesi Papia concinque lettere, come Ticinum consette; ed essendo ambedue i numeridispari e perciò non divisibili in partiuguali, vengono a significare ilvincolo di pace. Ovvero, leggendoper sillabe, si può cavare: Pa, pacis -Pi, pietati - A, amica -, quasi pacispietatis amica, il che si può riferire aquel tempo di generale persecuzione

nel quale essa, fra tanto turbinare dieventi, ebbe tuttavia pace e la pietàdella vera fede mai non abbandonò».Secondo il cronista Alessio Beretta ilnome e l’origine della città sono at-tribuiti, come si è già detto (v. BerettaAlessio), a un re Papieno che neltempo in cui edificò Pavia aveva labella età di 419 anni e ne visse poi,dopo la fondazione, altri 121, con laprole di 12 figli e di 4 figlie, avuti dalla

moglie Sagloas. Altri ne attribuisconola fondazione a Brenno, re dei GalliSenoni; ai Galli Boi uniti cogli Insubri,ovvero ai Cenomani; ai Toscani; aPico, re degli Aborigeni; a Papio, fra-tello di Clodoveo, re dei Franchi; a unaltro Papio, generale dei Franchi,ecc. Per Stefano Breventano (1570)

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Papia si può intendere come patriapiorum virorurn, ovvero patria pia. Per Jacopo Gualla (De Papiae anti-quitate, 1587) il nome di Pavia derivada un presunto fondatore di nomePapieno, figlio di Italo, primo re delLazio. Bernardo Sacco (De Italicorum

 rerum varietate et elegantia, 1587) èdell’opinione del Breventano. An-tonio Maria Spelta (La Paviatrionfante, 1606) accetta le afferma-

zioni del Gualla. Fra le tante versioni eleggende non vogliamo dimenticarequella che fa derivare Papia daSant’Epifanio e Ticinum da “ticione”che è legno abbrustolito, perchéPavia fu più volte incendiata, ma nonmai totalmente distrutta. Ricordiamoinfine la leggenda, familiare a moltibambini, che il nome Pavia derivi da“pan via”, perché durante un assedioi suoi abitanti, benché duramenteprovati, gettavano il pane sul ne-mico, anziché proiettili, per dimo-

strare di avere scorte inesauribili e dipoter ancora resistere a lungo.Sull’argomento hanno scritto lunga-mente storici e cronisti pavesi e nonpavesi; italiani e forestieri: dei nostriricordiamo, oltre i già menzionati,Aldini, Capsoni, Robolini, Gorra. L’e-nigma del nome di Pavia, tuttavia,permane.

PECCHIO CRISTOFORO (1620-97) -Nacque a Pavia. Fu nominato pro-fessore di matematica nella nostraUniversità nel 1669: è l’inventore dellamacchina che serve a calare edinnalzare nella Cattedrale la Reliquiadelle Sante Spine.

PECCHIO FRANCESCO MARIA (sec.XVII) - Insegnò istituzioni e diritto ca-nonico nella nostra Università dal

1659 al 1692: dai giuristi è ritenuto ilfondatore del jus delle acque.

PECORARA CESARE (1842-1921) - In-dustriale; fu un innovatore genialenell'arte della tessitura.

PEDOTTI GIUSEPPE (1819-59) - Patriota,cospiratore, offrl largamente del suoper la lotta contro gli austriacioppressori e per l'acquisto delle armidestinate ai volontari di Garibaldi:

caduto a San Fermo, colpito al petto,mentre innanzi a tutti, incuorava i vo-lontari al combattimento. Garibaldi,nelle sue Memorie, lo ricorda conqueste parole: «bravo al pari di DeCristoforis».

PEGURINI ANGELO (1820-82) - Colgrado di maggiore fu il comandantedel 2° Corpo Bersaglieri Pavesi chesostenne, nel 1848, il fiero combatti-mento di Luino: caddero gloriosa-mente sul Campo i volontari nostriconcittadini Franzini Benedetto,Lanza Urbano Pietro, MarangoneEmilio, Sora Angelo: nella battaglianessun altro morto all'infuori dei pa-vesi: il loro nome è ricordato a titolodi gloria, sul monumento eretto inLuino a Garibaldi.

PELAVICINO MANFREDI (sec. XIII) -Podestà di Pavia negli anni 1289-90.

PELAVICINO UBERTO (Marchese, sec.XIII) - Podestà di Pavia e in seguito di

Cremona, Piacenza e Vercelli, nel1253 divenne Vicario generale del-l’Impero. L’unione tra le quattro città,cui si aggiunse Milano, con l’amiciziadi Tortona e Alessandria, gli diedemomentaneamente un granprestigio. Dopo alcuni anni, però, la

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costituzione della Lega Guelfa, ca-peggiata dai Torriani, spezzò taleunità. Pavia tornò in mano ai ghibel-lini e successivamente ridivenneguelfa, per il predominio dei Lango-sco, alleati ai Della Torre di Milano.

PELLEGRINI PELLEGRINO (detto il TI-BALDI, 1527-91) - Nato a Puria in Val-solda, celebre architetto e pittoredella Controriforma, lavorò in Italiaed in Spagna. Sotto il cardinale CarloBorromeo fu l’architetto piùimportante del Ducato di Milano. aPavia, progettò e diresse la costru-zione dei Collegi Ghislieri e Borromeo,della cella campanaria della TorreCivica.

PELLETTA GIOVANNI (sec. XV) - Fu giu-reconsulto, pretore di Asti, morto aPavia nel 1499 e sepolto nella chiesadel Carmine.

PELLINI MARCO ANTONIO (1664-1760)- Pittore pavese, allievo di TommasoGatti, studiò anche a Bologna e aVenezia. Lavorò molto per le chiesedi Pavia. Si conservano sue opere nelCarmine, nel Duomo, in San Teodoroe San Primo.

PEPE GUGiLIELMO (1783-1855) - Fuospite di Pavia per circa un anno(1800-1801) dopo che la vittoria diMarengo aveva riaperto ai profughile porte d’Italia. Ebbe parte nella ri-voluzione del 1820. Vinto il 7 agosto1821 a Rieti dagli austriaci riparò inSpagna. Nel 1848 ebbe il comando di15.000 soldati napoletani contro gliaustriaci. Nel 1819 difese Venezia. Siritirò poi in Piemonte. Morì a Torino 1’8agosto 1855.

PERCTARIDO (Perctarit, sec. VII, m.688) - Si stava trasferendo in Britannia,quando gli giunse notizia della mortedi Grimuald. Si affrettò a tornare aPavia, dove il popolo festante loproclamò re, e fece ritornare la mo-glie Rodelinda e il figlio Cunincpert,che si erano rifugiati a Beneventodurante il suo esilio. Regnò sette annida solo (671-678) e altri dieci con ilfiglio Cunincpert, che gli succedette

nel 688. Dovette fronteggiare laribellione di Alahis, duca di Trento epoi di Brescia. Fece costruire in Paviail Monastero Nuovo consacrato aSant’Agata, nel punto delle mura dalquale si era calato anni prima, per sfuggire a Grimuald, e aprì nelle murala Porta Palatina, presso la Reggia. Lamoglie Rodelinda fece costruire laBasilica di Santa Maria in Pertica.

PERDUCA BIAGIO (1835-71) - Volon-tario garibaldino, capitano dei Mille,

decorato di medaglia d’argento alvalore, morto in seguito a]le ferite ri-portate nella battaglia di Calatafimie nella campagna del 1866 in Tren-tino con Garibaldi.

PEREGRINI LUIGI (sec. XVIII-XIX) - Pro-fessore supplente di fisica, botanica echimica per chirurghi all’Università, siinteressò particolarmente di studicaseari, pubblicando una memoriaintorno al miglioramento dei for-maggi lombardi che ebbe l’onore

della stampa da parte dell’Istituto diScienze, Lettere ed Arti del RegnoLombardo-Veneto, nell’anno 1837.

PERELLI GIOVANNI BATTISTA (1819-70) -Pittore pavese, fu anche cospiratorerisorgimentale, combattente edesule. Frequentò l’Accademia di

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Brera e la Scuola d’Arte di Bergamo,ove conobbe il Trecourt che poi loebbe ancora come allievo alla Civi-ca Scuola di Pittura di Pavia. Partìvolontario garibaldino nelle campa-gne degli anni 1848-49-50 e rimasegravemente ferito nella difesa diRoma. Partì quindi in Esilio in Svizzera,nel Baden, in Francia e nel Belgio. Daqui dovette fuggire per Ostenda equindi per l’Inghilterra. Giunse a New

Orleans, ove si impiegò come ma-rinaio su una barca da pesca. Passòper Mandeville, l’Avana, New York,Parigi. Qui prese parte allapreparazione dell’attentato di Orsini.Fallito l’attentato, andò a Nizza, daqui a Genova e finalmente, nel 1858,ritornò a Pavia dopo dieci anni diassenza. Qui si dedicò per qualchetempo alla scultura in legno. Nel 1859si arruolò nei Cacciatori delle Alpi ecombatté a San Fermo. Finita lacampagna, si arruolò nell’esercito

regolare per una ferma di diciottomesi, ma disertò ben presto per raggiungere Garibaldi in Sicilia.Combatté a Milazzo e raggiunse ilgrado di sottotenente. Combattéancora al Volturno. Ritornato a Pavia,fu imprigionato per diserzione e poiscarcerato per amnistia. Nel 1866partì ancora con Garibaldi e allabattaglia di Bezzecca fu dato per morto sul terreno. Ottenne la me-daglia d’argento al valor militare. La

grave ferita riportata in quell’oc-casione lo condusse alla morte nel1870.

PERINI EGIDIO (1868-1930) - Medico,valente professionista; per molti anniMedico capo del Comune, lasciò disé il migliore ricordo.

PERONI BALDO (sec. XVII) - Pavese,scrittore di memorie locali.

PERRENOT DE GRANNELLE ANTOINE(sec. XVI) - Vescovo di Arras, prirnoministro di Carlo V e consigl;ere distato, già studente nella nostra Uni-versità, sostenne Pavia nella lottapromossa dal Comune per ottenerelicenza di esercitare tutte le arti indu-striali e segnatamente la lavorazionedella seta contro il privilegio che lacontrapponeva a Milano.

PERTUSATI FRANCESCO (1679-1752) -Vescovo di Pavia, con testamentodettato al notaio concittadino Pol-lata istituì e fondò il Pio Istituo omo-nimo per i vecchi. Benedetto XIII gliconferì, nel 1725, il diploma di nobiltà.Morì il 16 novembre 1752 e fu sepoltoin Cattedrale.

PESSANI PIETRO (1742-71) - Storico,studiò legge nella nostra Università evenne laureato nel 1761: morì a soli29 anni: lasciò studi e memorie distoria patria.

PESSINA GIOVANNI AMBROGIO (sec.XVIII) - Ingegnere camerale e archi-tetto collegiato, autore di un pro-getto di nuovo fabbricato dell’Uni-versità, che però non fu adottato per ragioni di ordine finanziario, sostituitodall’esecuzione di varie opere dirifacimento.

PETRARCA FRANCESCO (1304-74) -Principe dei poeti lirici italiani, filologo,incoronato poeta nel 1341 a Roma.Fu in Fiandra e in Germania, aValchiusa e in Provenza; a Venezia, aPadova, a Milano e a Pavia: morì adArquà. Da donna ignota ebbe due

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figli: Giovanni (1337-61) e Francesca(1343-84), maritata nel 1361 a Milanocon Franceschino d’Amicolo diBrossano. Il Petrarca fece lunghisoggiorni a Pavia, presso San Zeno,, incasa del genero d’Amicolo, il qualeera stato nominato dal ViscontiSopraintendente dell’entrata edell’uscita dei forestieri, del bestiame,delle merci e delle lettere. Intorno aisoggiorni di Petrarca a Pavia hanno

scritto: Robolini, Dell’Acqua,Magenta, Romano, Malaspina, Mura-tori, De Sade, Fracassetti e molti altri.

PETTENGHI GIOVANNI (1910-42) - Sa-cerdote pavese, coadiutore nellaparrocchia di San Gervaso, cappel-lano militare durante la guerra 1940-45. cadde in Croazia vittima dei co-munisti. Mentre egli, con alcuni sol-dati, si dirigeva verso un distacca-mento isolato per celebrare la Messaal campo, veniva assalito e ucciso. Di

vivo ingegno e di fervida attività, siera prodigato per l’educazione deigiovani e per l’organizzazione delleassociazioni cattoliche.

PETTENGHI MARIO (1897-1945) - Co-spiratore, patriota morto nel campodi concentramento di Dachau inGermania.

PEZZALI EDOARDO (1915-37) - Lau-reando in legge, tenente carrista,nato a Pavia, figlio dell’avv. Giovanni

Pezzali, prefetto, residente a Roma.Cadde in Spagna l’11 marzo 1937 efu decorato con due medaglie d’oro,concesse rispettivamente dalgoverno italiano e dal governospagnolo.

PEZZANA BONIFORTE (sec. XVI) - Be-nefattore, nel 1517 concorse allacostruzione di Santa Maria del Car-mine con la dotazione di una cap-pella destinata anche a sepolcretodella famiglia, che venne decoratacon sculture di Angelo Maino, pa-vese, il quale, col fratello Tiburzioeseguì, in città e fuori, pregiateopere.

PIACENTINI DOMENICO (sec. XVII) -Frate pavese, benefattore, nel 1614istituì un ritiro per poveri derelitti.

PIANTANIDA GIUSEPPE (sec. XIX) - Inci-sore pavese, patriota, cospiratore,nel 1822 fu arrestato e soffrì per lungotempo il carcere, insieme a LuigiDrisaldi, pure pavese.

PICCOLOMINI ENEA SILVIO (Papa PIOII) fu studente a Pavia (dal libro sullaCertosa della De Agostini)

PICCOLOMINI GIACOMO (sec. XV) -Vescovo di Pavia, conosciuto col ti-tolo «Cardinale di Pavia», fu l’inizia-tore e il sostenitore di un pio istitutodegli esposti che trovò la propriasede nell’antico ospedale di SantaMaria in Porta Aurea.

PICO DELLA MIRANDOLA (famiglia,sec. XIV-XVIII) - Famiglia principescache ebbe la signoria della città di Mi-randola. Si distinsero come con-dottieri militari, alleati ai Visconti. Solo

il celebre Giovanni (v.) si rese notonegli studi. Furono proprietari di ca-stelli nelle terre pavesi, in particolarea Valeggio Lomellina.

PICO DELLA MIRANDOLA GIOVANNI,Conte di Concordia (1463-1494) -Grande figura di umanista, studiò di-

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ritto canonico a Bologna, lettere aFerrara e filosofia a Padova. Nel 1482,a Pavia, studiò filosofia con L. Maioli egreco con E. Adramiteno. Dopo altristudi compiuti a Parigi, tornò in Italia,diffuse le proprie tesi neoplatonichenelle università e le propose alpubblico dibattito, ma fu censuratodalle autorità pontificie econdannato all’abiura di 13 tesi,sotto l’accusa di eresia. La curia

pontificia lo perseguitò e lo fece ar-restare in Francia, presso Lione. Infinesi stabilì a Firenze, conobbe ilSavonarola ed elaborò un’ipotesi dicompenetrazione tra le dottrine cri-stiane, quelle della magia caldea edella cabala ebraica. Rimase famosoper la sua memoria, che esercitavacon le tecniche tipiche di quelperiodo («arte della memoria»).

PIERMARINI GIUSEPPE (1734-1808) - DiFoligno, fu celebre architetto. Svolse

molta parte della sua attività in Paviaper l’Università, la chiesa di SanTommaso, l’ospedale di San Matteo,la porta di San Vito (porta Milano), adecorare la quale si servì di duecolonne già appartenenti alla basi-lica di Santa Maria in Pertica, erettada Rodelinda, moglie di re Bertarido(672-688), demolita nel 1813. Pavia fula città che, dopo Milano, diede piùda fare all’illustre ingegnere.

PIETRA GALEAZZO (sec. XVI) - Pavese,

fu il primo vescovo di Vigevanonominato da Clemente VII il 16 marzo1530 su istanza di Francesco II Sforza ilquale, incontratosi a Bologna con ilPapa e Carlo V allo scopo diaddivenire ad una conciliazione conl’imperatore, sollecitò dal Ponteficel’erezione di Vigevano a città. Il

duca, in seguito, assegnò al vescovoPietra e ai suoi successori, unostemma costituito da tre monti incampo azzurro e su di essi altrettantisemprevivi fioriti.

PIETRA PAOLA (1701-80) - Di nobilefamiglia pavese, terza figlia del giu-reconsulto conte Francesco Brunoro,feudatario ducale di Silvano, Boffa-lora e Romentaria (nell’Oltrepò).Costretta a diventare religiosa colnome di Suor Paola Teresa, fuggì dalmonastero. Le sue peregrinazionisono narrate dal Rovani nel libroCento anni. Nel 1745 era a Genova,dal 1749 al 1752 a Londra, dal 1777 aNapoli, ove viveva col marito GiorgioHart. Morì a 79 anni, il 4 giugno del1780.

PIETRA TITO (1870-1918) - Medico chi-rurgo, patriota, volontario di guerra,decorato al valore; caduto sul

Grappa nel 1918, alla fine della primagrande guerra europea.

PIETRAGRASSA F. (sec. XVII) - Fu,come scrisse il prof. Giacinto Roma-no, «il più grande raccoglitore dipanzane che vanti la storiografiapavese nel ‘600»: le sue  Annotazionialla storia di Pavia sono conservate inmanoscritto presso la bibliotecadell’Università.

PIETRASANTA SEVERINO (1822-80) -Patriota, benefattore del ricovero dimendicità; proprietario del CafféDemetrio, nel 1858, all’insulto di unufflciale austriaco, rispose con unceffone. Nel trambusto che seguì riu-scì a fuggire e a riparare in Piemonte.Suo fratello Luigi, valoroso gari-baldino, combatté a Villa Glori.

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PIETRO I (Santo, sec. VIII - m. 736) -Nato a Pavia, fu dal re longobardoAriperto relegato a Spoleto perché lotemeva come consanguineo diAnsprando. Salito quest’ultimo sultrono nel 712, lo richiamò. Eletto ve-scovo di Pavia nel 722 indusse reLiutprando, suo congiunto, a far tra-sportare a Pavia dalla Sardegna ilcorpo di Sant’Agostino, riscattandolodai Saraceni. Le sue ceneri riposanonella basilica di San Michele.

PIETRO DA BASCAPÉ (sec. XIII) - Pittoreminiaturista e celebre poeta in linguavolgare. Si conservano tre sue opere:il Ritmo storico della creazione delmondo sino a Cristo, la Vita delRedentore e Sui sette peccatimortali, tutte ornate da miniaturestupende. Nelle sue opere usa cinquecolori, per le vesti e i paesaggi, malascia il colorito delle carni del colore

del fondo in pergamena.PIETRO DA PAVIA (sec. XIV-XV) - Frate,scultore, miniatore e mosaicista. Siconserva un suo codice della StoriaNaturale di Plinio (1389) alla Bibliote-ca Ambrosiana di Milano, col proprioautoritratto. Secondo il Vasari un Pie-tro da Pavia realizzò mosaici nel 1444nel Duomo di Orvieto. Da documentisi apprende che lavorò anche aGenova.

PIOLA SORMANI ADELE (1854-1940) -Vedova del prof. Sormani, presidentediocesana dell’Unione femminilecattolica: donna di nobili sentimenti edi delicato sentire, fu insignita dellaCroce dell’Ordine del SantoSepolcro.

PIROGALLO FRANCESCO MARIA (sec.XVII) - Professore, letterato, autoredelle Glorie di Pavia, storia relativaall’assedio sostenuto dalla nostracittà nel 1655 contro le armi collega-te di Francia, Savoia e Modena.

PISANI-DOSSI ALBERTO (1849-1914) -Nobile, avvocato, nacque a Zene-vredo, Si laureò in legge presso lanostra Università e fu capo di gabi-netto di Francesco Crispi. Fu diplo-matico, giornalista e scrittore sotto lopseudomino di «Carlo Dossi». Colla-borò al Fanfulla, alla Riforma, scrisse,tra l’altro: La colonia felice, La desi-nenza in A.

PISANI-DOSSI CARLO (1769-1850) -Patriota, cospiratore, marito di LuigiaMilesi, sorella della celebre BiancaMojon, le cui due figlie sposarono ri-spettivamente i fratelli Emilio e PaoloMarozzi, nobilissime figure di patrioti e

cospiratori.PIZZOCARO ERCOLE (Canonico, 1876-1962) - Canonico decano dellaCattedrale di Pavia e rettore di SanGiovanni Domnarum, lasciò unricordo di santità. È sepolto nellachiesa di San Giovanni Domnarum(prima cappella a sinistra).

PIZZOCARO PARIDE (1894-1915) -Ragioniere, sottotenente di com-plemento degli alpini, caduto aSanta Maria di Tolmino nella primagrande guerra del 1915-18. Medagliad’argento.

PLANA GIOVANNI ANTONIO AMEDEO(1781-1864) - Vogherese, barone, fuprofessore di astronomia all’Universitàdi Torino e direttore dell’Osservatorio

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astronomico di quella città. Divennesenatore il 3 aprile 1848.

POCODRAPPO BORGOFRANCOGIACOMO (sec. XV) - Tipografo,stampò belle edizioni illustrate degliStatuta di Pavia e del Sanctuarium del Gualla, esaltate dal Kristeller efatte conoscere da F. Ageno. La suatipografia era posta presso il mona-stero dell’Annunziata, sull’area dipiazza Petrarca.

POLLATA GIOVANNI (1683-1763) -Dottore in legge, di origine svizzera,ma sin dalla giovinezza dimorantenella nostra città, in via Sant’Ambro-gio, posta vicino al ponte Ticino, infama di danaroso, convivente conun vecchio servitore, la sera del 16ottobre del 1763 veniva assassinato incasa col servo, che era accorso allesue grida. Un suo nipote, arrestato, inun primo tempo, potè dimostrare la

sua innocenza e, dopo qualchesettimana di carcere, venneprosciolto da ogni accusa, in seguitoanche alla cattura dei tre assassiniche, resisi confessi, vennerocondannati a morte e giustiziati inPiazza Grande il 14 luglio 1764.

POLLACH LEOPOLDO (Vienna 1751 -Milano 1806) - Giunto a Milano a 24anni, fu architetto, allievo del Pier-marini (v.) all’Accademia di Brera epoi suo collaboratore. A Pavia lo so-

stituì nei lavori di rinnovamento degliedifici universitari. Trasformò in scuoleed edifici governativi i monasterisoppressi (Collegio austro-ungarico,Collegio Calchi, Orfanotrofio di SanFelice). Lavorò anche alle serre eall’orangerie del Castello di Belgio-

ioso, alla villa Kevenhüller a Casati-sma e alla chiesa di Costa de Nobili.

POLLACH GIUSEPPE (Milano, 1779-1857) - Figlio di Leopoldo, suo colla-boratore e successore. Autore delcompletamento del Collegio Borro-meo verso sud, con la distruzionedella chiesa di San Giovanni in Borgo.

POLLI LUIGI (1751-1812) - Patriota,veterano delle battaglie della rivo-

luzione, capitano dell’esercito diNapoleone, caduto in Russia durantela ritirata, nella battaglia di Maleia-roslawetz.

POMPEO I (Santo vescovo, sec. IV?) -Primo successore di San Siro.

PONZIO LUIGI (1846-1917) - Tipografo,giornalista, storiografo. Pubblicònumerose opere, tra le quali ri-cordiamo: L’assedio di Pavia, Mariadegli Scotti, romanzi storici; Storia di

Pavia, Pavia nella guerra nazionaledel 1859 e i drammi « Pasquale Mas-

 sacra e Francesco Ferruccio. 

PORRO EDOARDO (1842-1902) -Professore alll’Università di Pavia, ideòil taglio cesareo, che da lui prende ilnome e che segnò una delle tappepiù gloriose nel progresso della mo-derna ostetricia. Dal 1891 fu senatore.

PORTA LUIGI (1800-75) - Nato a Paviail 4 gennaio del 1800, conseguì la

laurea in medicina presso la nostraUniversità e nel 1833 venne elettoprofessore ordinario di clinicachirurgica, cattedra che occupò sinoalla morte, avvenuta il 9 settembredel 1875. Chirurgo famoso, di altissimonome, fu medico-chirurgo capo dellaLegione Lombarda al campo di re

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Carlo Alberto nel 1848; direttoregenerale degli ospedali militari diPavia nel 1859, fondatore del MuseoUniversitario che porta il suo nome.Senatore. Nel primo cortile dell’Uni-versità è una statua a lui dedicata,dello scultore Martegani.

POSTEL GUILLAUME (Barenton, Nor-mandia, 1501 - Parigi, 1581) - La storiadi Postel fu marcata dall’ascendentemistico di una suora, madre Joanna,che per lui era il secondo Messia eche, dal momento della sua morte,egli pensava che si sarebbe identifi-cata con lui stesso. Poiché era arduofar accettare questo caso di gilgul,unico nella storia della letteraturafrancese, a parigini ignoranti inmateria di Cabala, Postel fu costrettoa fuggire per un certo periodo.Ottenne però una cattedraall’università di Vienna e, poichémadre Joanna aveva fatto di lui

«colui che comprende» e «colui cheviaggia», riprese ben presto i suoivagabondaggi, soggiornò a Venezia,a Pavia (tra il 1555 e il 60), a Roma(dove fu imprigionato). Nel 1539 ilpavese Teseo Albonese (v.),lateranense presso il Convento di SanPietro in Ciel d’Oro, stampò unagrammatica in 13 lingue. Per questostudio entrò in contesa di“primogenitura” con Guillaume Po-stel. Il fatto è ricordato anche da P.Romualdo nella sua Flavia Papia Sa-cra. Postel proseguì i suoi viaggi:andò a Basilea, disputò nel 1561 con iprelati del Concilio di Trento, e rientròdefinitivamente in Francia solo nel1562.Per avere un po’ di pace Postelscrisse delle Ritrattazioni (Rétrac-

tations) in cui ammise di non esserepiù «abitato» da madre Joanna, inquanto il gilgul era terminato. Si ritirònel 1564 nel monastero di Saint Martindes Champs, dove trascorse il restodella sua vita a meditare. Secondoalcuni cultori dell’Alchimia, egliavrebbe scoperto il modo ditrasmutare i metalli in oro e sarebbedivenuto immortale.

POZZI ANGELO DOMENICO (1758-1829) - Benefattore, destinò granparte delle sue sostanze a sollievo deipoveri. Fu anche coi mezzi da luidisposti che venne aperto il Pio Isti-tuto delle Figlie Derelitte, sorto per iniziativa di Benedetta FrassinelliCambiagio e di Caterina Bonini.

PRELINI CESARE (1847-1915) - Fu di-scepolo di Pietro Terenzio (v.) edebbe a sua volta come allievi PietroMoiraghi e Rodolfo Maiocchi (v.).

Arciprete di Albuzzano, insegnò alSeminario e nelle scuole pubbliche.Cultore di storia e autore di diversemonografie, pubblicò  Memorie edocumenti per la storia dell’Univer-

 sità, in collaborazione col prof. Cor-radi, due volumi dal titolo San Siro. 

PRINA GIUSEPPE (1790-1859) - Cuginodel conte Prina (1766-1814) di Nova-ra, che fu ministro delle Finanze di reCarlo Emanuele IV di Sardegna, poidella Repubblica Cisalpina e del

Regno Italico. Il cugino ministro fuucciso da una rivolta della plebe aMilano il 21 aprile 1814. Giuseppe,sacerdote, insegnò giurisprudenzaall’Università di Pavia e ne fu rettoreper diversi anni.

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PROVINI SILVESTRO (1862-1919) -Miniatore su pergamena, di fama,ottenne successi in esposizioni in Italiacome all’estero.

PUGNI CAMILLO (sec. XIX) - Medico.Nel 1848, quando studiava all’Uni-versità di Pavia, si arruolò nei Volon-tari Pavesi e nel 1849 accorse alladifesa di Roma.

Q

QUARIO FRANCO (1918-44) - Tenentedel Genio, dopo l’armistizio dellaseconda guerra mondiale (1943)passò a combattere al fianco deglialleati e cadde alla battaglia di

Cassino.

QUARONI GIAN GUALBERTO (1895-1916) - Ragioniere, sottotenente dicomplemento nel 219° Reggimentodi fanteria, cadde sul Pasubio nellaprima guerra mondiale. Medagliad’argento.

QUATTRO CAVALIERI (sec. XVIII) -Quattro nobiluomini costituirono unCondominio per costruire a Pavia,negli anni 1771-73, il Teatro che fu

detto «del nobile Condominio» o «deiquattro cavalieri», in seguito intitolatoal celebre tenore Fraschini. Si trattavadel marchese Pio Bellisomi, del conteFrancesco Gambarana Beccaria, delmarchese Luigi Bellingeri e del conteGiuseppe Giorgi di Vistarino. ProgettòIl Teatro l’architetto Antonio GalliBibbiena (v.).

QUIRICI QUIRINO (1867-1940) - Indu-striale, sindaco di Pavia dal 1902 al1905. Fondò lo stabilimento per l’indu-

stria delle fibre tessili artificiali, poiceduto alla SNIA-Viscosa.

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R

RAGINPERT (sec. VII - m. 701) - Ducadi Torino, figlio di Godepert, attaccòe sconfisse dopo soli otto mesi di re-gno, a Novara, le truppe di Liutpert,di Ansprand e di Rotharit, duca di

Bergamo. Si proclamò re, ma morì inquello stesso anno. Gli succedette ilfiglio Aripert, che vinse gli avversaripresso Pavia, catturò e uccise Liut-pert e Rotharit e costrinse Ansprand afuggire tra i Bavari.

RAGINTRUDA (sec. VIII) - Regina lon-gobarda, fu sepolta a Santa Maria inPertica. La sua epigrafe funeraria èparzialmente conservata presso iCivici Musei.

RAMAZZOTTI ANGELO (vescovo, 1801-61) - Vescovo di Pavia e Patriarca diVenezia. Nel 1852 fondò le scuoleserali di carità e l’Istituto delleCanossiane. Diede impulso alla co-struzione del Duomo.

RAMPINI ENRICO (vescovo, 1388-1450) - Vescovo di Pavia dal 1435 epoi cardinale. Morì a Roma.

RAMPOLDI ROBERTO (1850-1926) -Patriota, medico primario oculista

presso l’ospedale San Matteo, pro-fessore di oculistica all’Università,deputato al parlamento per otto le-gislature, dal 1891 al 1919, senatore,scrittore, storico. Si rivolse agli argo-menti più vari: anima di poeta, si ri-posava negli studi filologici, in ricer-che di arte, di storia, e scriveva po-

esie. Fu consigliere provinciale, con-sigliere e assessore comunale,membro del consorzio universitariolombardo; presidente dell’Associa-zione italiana dei liberi docenti; pre-sidente della Società pavese di storiapatria. Autore di molte pubblicazioniscientifiche, direttore degli  Annali diOftalmologia, fondati dail’illustreprofessore Antonio Quaglino.

RASINI BALDASSARE (sec. XV, m. 1468)- professore della nostra Università,con un gruppo di colleghi, i cui nominon sono conosciuti, diede impulso divita umanistica al nostro Ateneo.Chiamato all’Università di Colonia inGermania, nel 1464 raccolse giudizientusiastici e grandi onori per la suadottrina che abbracciava tutto loscibile del tempo. Insegnò nel nostroAteneo dal 1427 al 1468, prima dirittocivile e poi retorica. Milanese di origi-ne, il Rasini ebbe la cittadinanza

pavese. Fu sepolto nella chiesa di S.Tommaso. La sua lapide oggi èmurata in uno dei cortili della nostraUniversità.

RASORI GIOVANNI (Parma, 1766 -Milano, 1837) - Medico famoso, di-scepolo di Spallanzani; professore dipatologia e poi di clinica medica allanostra Università, fautore del salasso,inventore del “controstimo-lo”. Fusegretario generale del ministrodell’interno della Repubblica Ci-

salpina; ebbe una vita fortunosa intempi agitatissimi. È ricordato conmonumenti nell’Ospedale Maggioredi Milano e nell’Università di Parma.

RATCHIS (sec. VIII) - Duca del Friuli, fure dei Longobardi dal 744 al 749.Modificò e accrebbe il corpus delle

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leggi longobarde, con norme piùfavorevoli ai Romanici. Assediò Pe-rugia e minacciò di annettersi l’interaPentapoli. Poi si recò in pellegrinag-gio a Roma. Di fronte ad una solle-vazione dell’esercito, abdicò, si fecemonaco e si ritirò a Cassino. Nellevicinanze, la moglie Tassia fondò unmonastero femminile, per sé e la fi-glia. Dopo Ratchis salì sul trono il fra-tello Aistulf. Più tardi, alla morte del

fratello, l’ex sovrano uscì dal mona-stero e rivendicò il trono. Mentre as-sediava Pisa con un suo esercito,l’intervento del Papa lo convinse arientrare in convento.

RATERIO (900-974) - Nativo di Liegi,vescovo di Verona dal 931, fu impu-tato di aver favorito la discesa in Ita-lia del duca di Baviera nel 934. Arre-stato e tradotto a Pavia, per dueanni rimase chiuso in carcere: inquesto tempo scrisse una sua opera

intitolata Preloquis. Liberato nel 936 eritornato a Verona, resse quelladiocesi sino al 968.

RAVAGLI GIUSEPPE (1874-1938) -Romagnolo, si trasferì nella nostracittà come insegnante di clarino allaCivica Scuola di Musica e non lasciòpiù Pavia, della quale si proclamavacittadino, neppure quando, poichéera considerato come il migliore cla-rinettista italiano, il Maestro Arturo To-scanini lo invitò a far parte della ce-lebre orchestra del teatro della Scaladi Milano. Spirito bizzarro e irrequieto,si dedicò anche alla pittura, conquadri discretamente apprezzati.Morì in miseria in una camera dellaTorre di San Giovanni in Borgo.

RAZZINI PARIDE MASSIMO (1869-1916)- Tenente colonnello in servizio attivo,caduto sull’altipiano Carsico nellagrande guerra 1915-1918. Duemedaglie d’argento.

RE VENANZIO (1765-1835) - Capoma-stro, comprò nel 1803 e convertì inteatro (teatro Re) l’antica chiesa delmonastero del Senatore, che erastata espropriata nel 1799 ed era

divenuta un magazzino. Suo figlio,ing. Giuseppe Re, nel 1837 ingrandì eampliò il teatro, che funzionò sino al1879. Al suo posto oggi si trova ilcinema Corallo.

REALE AGOSTINO (1790-1855) - Pro-fessore di diritto civile all’Università.Durante i tumulti fra studenti e soldatiaustriaci, avvenuti l’8 febbraio 1848,fece scudo col proprio corpo a ungruppo di studenti che un ufficialeaustriaco attaccava a sciabolate.

REPUBBLICA DI SAN SIRO (1447) - Il 13agosto 1447 morì Filippo Maria Vi-sconti e i ghibellini pavesi pronta-mente si distaccarono da Milano,proclamando un governo provvisorioche chiamarono “Repubblica di SanSiro”. Essa ebbe brevissima durata,dall’agosto all’ottobre di quell’anno.Milano aveva pure proclamato laRepubblica Ambrosiana. A capo delnuovo governo, detto «di libertà», fuacclamato Jacopo da Lonate. Fra ipromotori e i sostenitori del nuovoregime troviamo Antonio e Bernardodegli Eustacchi, Lorenzo degli Isim-bardi, Stefano De Fozardi, Giorgio deTorti, Moretto da Sannazzaro, i qualitrattarono la consegna dellacittadella con Francesco da Casate

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(v.), con Giovanni Da Forlì e GiovanniPietro dell’Ancisa. Pavia, senzaesercito, senza denaro, in continuediscordie e risse fra i guelfi che vole-vano consegnare la città ai vene-ziani e i ghibellini, più forti, che offri-vano tutte le loro simpatie a France-sco Sforza, non riuscì a reggersi colleproprie forze ed a salvare quella li-bertà che aveva orgogliosamenteproclamato alla morte del duca di

Milano. Gli accordi di dedizione alloSforza furono conclusi nel mese disettembre e la Repubblica Pavesecessò alla fine di ottobre, alla presadi possesso del nuovo Signore.

RESSI ADEODATO (1768-1822) - Pro-fessore di economia politica all’Uni-versità, fu arrestato nel 1821 per nonavere rivelato il nome di uno stu-dente che apparteneva alla Carbo-neria. Morì in carcere a Venezia.

REZIA GIACOMO (1745-1825) - pro-fessore di anatomia, insegnòall’Università di Pavia dal 1772 al1806: fu il fondatore del MuseoAnatomico.

REZIA GIACOMO ALFREDO (1786-1856) - Figlio del precedente; nato aPavia: fu comandante della Guardiareale italica:. Nel 1821 venne con-dannato a morte per omessa de-nunzia di carbonari e poi graziato.

RIBOLDI AGOSTINO GAETANO(vescovo, 1839-1906) - Vescovo diPavia nel 1877, arcivescovo di Ra-venna, cardinale; membro dell’Ac-cademia pontificia di San Tommasod’Aquino in Roma.

RICCI ANGELO (1814-90) - Pittore,scolaro di Cesare Ferreri; condisce-polo ed amico di Pasquale Massa-cra, si dedicò specialmente allascenografia. Morì a Vercelli.

RICCI PAOLO (sec. XV-XVI) - Ebreoconvertitosi al Cristianesimo, divenneprofessore di greco e di ebraico al-l’Università di Pavia nel 1521. Affermòche attraverso la Cabala«raggiungiamo più facilmente e su-perando l’uso della natura le gloriedel Padre Eterno e le nostre prero-gative in questo mondo, che a quelleassomigliano».

RIDELLA CARLO (1886-1917) - Patriota,avvocato, giornalista (direttore delgiornale La Provincia Pavese),volontario nella grande guerra 1915-1918, tenente del genio, morì nellatrincea di Versic, sul Carso. Più voltedecorato di medaglia d’argento.

Nella vita politica fu di idee demo-cratiche, mazziniano e cavallottiano.Tra le sue pubblicazioni ricordiamo Lacittà morta e I sopravissuti, frammentidi giornalismo.

RIGUARDATI BENEDETTO (sec. XV) -Governatore di Pavia per il DucaFrancesco Sforza. Seguì con atten-zione i tentativi di secessione dellaLomellina a favore di Lodovico diSavoia e li contrastò con una saggiae prudente propaganda a favore del

potere sforzesco.RIPAMONTI CARPANO GIUSEPPE(1805-59) - Milanese, dottore in giuri-sprudenza e giornalista, direttoredella Gazzetta Provinciale di Pavia,giornale filoaustriaco, fu pugnalatocon due colpi al cuore di sera in via

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della Cervia (il primo tratto di corsoCavour, presso piazza della Vittoria).

RIZA ZANINO e BALDIZZONI GASPARO(sec. XVI) -Bidelli dell’Università, di-vennero stampatori, editori e com-mercianti di libri rivolti a studenti eneolaureati. Costoro si impegnavanoa rivendere i libri agli editori almomento della loro partenza defini-tiva dalla città, ma molti studenti im-pegnavano i libri presso gli usuraiebrei, in cambio di denaro, o alMonte di Pietà, che dopo 14 mesi, inmancanza di riscatto da parte deiproprietari, li rivendeva in una pub-blica asta.

RIZZINI LUIGI (1815-84) - Contadino,detto «Battafiacca», lavorò nell’a-zienda San Lazzaro - Francana, alledipendenze dell’agricoltore LuigiGermani. Qui i patrioti risorgimentaliattraversavano il Ticino per rifugiarsi in

territorio piemontese. Rizzini fu uomofidatissimo e salvò centinaia di profu-ghi.

ROBECCHI ERCOLE (1820-75) - Inge-gnere, patriota risorgimentale. Nellasua villa di Montebello ospitò i pro-fughi del Lombardo-Veneto diretti inPiemonte; fra questi anche i disertoridell’esercito ungherese, tra i quali ilfiglio del generale Klapa e il nobileFrgesy.

ROBECCHI BRICCHETTI LUIGI (1855-1926) - Ingegnere ed esploratore,benefattore. Viaggiò ripetutamentein Africa, in Somalia, nello Harrar enell’oasi di Siwah (tra Libia ed Egitto).Condusse campagne contro loschiavismo. Ritornò a Pavia con ungiovane servitore somalo, Mabruk, e

con importanti collezioni di valore an-tropologico, una parte delle quali sitrova presso i Civici Musei.

RODOALDO (Rodoald, sec. VII, re nel652) - Figlio di Rothari, dopo soli seimesi di regno fu ucciso da un longo-bardo del quale aveva violentato lamoglie. Gli succedette Aripert, figliodi Gundoald, duca d’Asti e fratello diTheudelinda.

ROBOALDO (vescovo) - v. Rodo-baldo.

ROBOLINI GIUSEPPE (1768-1840) - Sa-cerdote, storico pavese, nato dafamiglia nobile. Si laureò in lettere edin giurisprudenza e divenne“l’avvocato dei poveri”. Fu ammini-stratore del Collegio Ghislieri, dellaCongregazione di Carità, della Fab-briceria di San Primo, e Podestà diPavia (1823-25), consigliere comunalee provinciale. È soprattutto noto per la sua opera sistematica sulle fontidella storia di Pavia, raccolta indiversi volumi sotto il titolo Notizie

 storiche della sua Patria.

ROCCA (Fratelli, sec. XVI) - Scultori dellegno pavesi, eseguirono gli intagliper il coro della Cattedrale diSavona, per il Cardinale Giulianodella Rovere (che poi divenne PapaGiulio II).

ROCCHI CRISTOFORO (1444-97) - Ar-

chitetto, ingegnere, allievo del Bra-mante, autore del disegno dellaCattedrale, modificato nel 1488 dalBramante stesso, primo direttore dellafabbrica sino al 1497, anno della suamorte, avvenuta il giorno 8 febbraio.Avrebbe dovuto succedergli

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l’Amadeo, che aveva assistito ilRocchi e collaborato con lui nellastesura del disegno, ma era occu-pato a Milano e i fabbriceri gli die-dero per aiuti il Dolcebuono e G.Pietro Fugazza, che rifece il modelloin legno del Rocchi, reso ormai inutileper le modificazioni apportate allafabbrica e diresse poi i lavori.

ROCCO GIOVANNI (Beato, 1365-1424) - Della nobile famiglia De Porcii,Vicario generale dell’ordineeremitano di S. Agostino, morto aMantova.

RODELINDA (sec. VI-VII) - Moglie delre longobardo Perctarit, dimorò lun-gamente a Pavia: fece costruire unachiesa, denominata Santa Maria Ro-tonda per la sua forma circolare, piùcomunemente nota col nome diSanta Maria in Pertica perché vicinoalla stessa si trovava un cimitero in cui

erano sepolti vari re e principi longo-bardi, sulle cui tombe venivanopiantate delle pertiche. Anche quellidefunti lontano da Pavia eranoricordati con una pertica sormontatada un gufo o da una civetta, rivoltiverso oriente o occidente a secondadel luogo ove era avvenuto ildecesso.

RODOBALDO I (Santo, 1160-1215) -Vescovo di Pavia, fece eseguire undiligente catalogo delle reliquie dei

Santi. Fatto prigioniero in un conflittonavale mentre si recava a Roma per partecipare al quarto Concilio Late-ranense, fu fatto prigioniero con altrivescovi e tenuto in carcere, per dueanni, in un castello di Napoli: ritornatoin libertà raggiunse Roma ove morìl’11 novembre 1215.

RODOBALDO II (vescovo, sec. XIII) -Nel 1236 il vescovo Rodobaldo Ci-polla cedette al Comune la parte delBroletto che rimaneva di suaproprietà, e alla stessa data si fa ri-salire un rimaneggiamento generaledel complesso edificio (1236-42), checostituì la sede del Podestà, dei Savi(o Consoli), del consiglio dei Cento edi quello dei Mille.

RODOLFO II DI BORGOGNA (sec. IX-X)- Invitato a prendere la coronad’Italia dagli avversari di Berengario I,giunse a Pavia nel 922, sconfisseBerengario a Fiorenzuola e poi subìl’attacco degli Ungari di Salardo, chesi spinsero a saccheggiare Pavia nel924. Rodolfo li sconfisse in Provenza epoi cinse, a Pavia, la corona d’Italia.Dopo neppure due anni, però, fusostituito da Ugo di Provenza. Fupadre della futura imperatrice

Adelaide, sposa prima di Lotario epoi di Ottone I.

ROLLA ALESSANDRO (1757-1841) -Pavese, nato nella nostra città emorto a Milano, fu un valentissimoviolinista: la somma valentia di cui ilmaestro pavese era dotato gli valsel’ammirazione dei potenti che solle-citarono la sua opera: come direttoredell’orchestra di corte rimase aParma per circa vent’anni, da dovepassò alla direzione del teatro della

Scala di Milano: il Viceré EugenioBeauharnais lo nominò professore diviolino al Conservatorio. La fama delRolla è affidata alla sua opera comerestauratore della musica strumenta-le. Scrisse sinfonie, musica sacra,concerti per violino, per viola, quar-tetti, quintetti; autore di balli, tra i

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quali ricordiamo: Iserbeck, Eloisa eRoberto, Pizzarro e la conquista delPerù, Achille in Sciro, ecc.

ROMAGNOSI GIAN DOMENICO (1761-1835) - Insigne filosofo, giurista,sociologo; il più grande ordinatoredelle idee del sec. XVIII: fu professoredi diritto alla nostra Università, poiprofessore di alta legislazione inrapporto alla pubblica amministra-zione. Abolita nel 1817 detta scuola,visse a Milano istruendo privata-mente: nel 1820-21 rimase in carcerea Venezia; poi sempre tormentatodalla polizia austriaca, ritornò a Mi-lano, ove morì, povero e desolato,1’8 giugno 1835.

ROMANI GIOVANNI FRANCESCO (sec.XVII) - Pavese, pittore, eseguì ap-prezzati lavori in Pavia e in altre cittàe borgate della Lombardia: ricor-diamo gli affreschi nella cappella

della Beata Vergine e di San Sironella basilica di San Michele (1608) enella chiesa di San Luca (il grandeaffresco del coro, La SS. Trinità, condodici figure di Santi nelle nicchie).

ROMANO GIACINTO (1854-1928) -Professore di storia moderna all’Uni-versità di Pavia, aveva eletto Pavia(era nativo di Eboli) a sua secondapatria. Presidente della Società Sto-rica Pavese, pubblicò numerosi lavorisui regni barbarici, sui Visconti:

partecipò alla vita pubblica comeassessore del Comune: fu l’assertoredella necessità di introdurre in Paviala grande industria moderna.

ROMERO GIOVANNI (1841-96) - Natoa Mortara, colonnello comandante il4° reggimento truppe d’Africa, ad

Adua, alla testa dei suoi soldati,combattè sino all’ultimo. Ferito gra-vemente e circondato dagli abissini,si difese in una lotta corpo a corpo e,nuovamente ferito a morte, eroi-camente cadde sul campo. Meda-glia d’oro.

ROMUALDO DI SANTA MARIA(Romualdo Ghisoni, 1647-97) - Fratedell’Ordine Scalzo di Sant’Agostino,storico. Nato a Pavia da G.B. Gentili,detto Ghisoni, nella casa di corsoGaribaldi che fa angolo con via Al-boino, sulla quale si trova la lapideche ricorda l’episodio dell’entrata dire Alboino in Pavia, durante gli anni direligione visse nel monastero dei SS.Carlo e Giustina (in fondo all’attualecorso Garibaldi, ove ora sorgel’Istituto Bordoni) e scrisse un’impor-tante opera, ricca di notizie patrie,intitolata Flavia Papia Sacra (editopostumo con data 1699).

ROMUSSI CARLO (1847-1913) - Mila-nese, avvocato, giornalista, direttoredel giornale Il Secolo, uomo politico,scrittore d’arte. Arrestato nel 1898 per i moti di maggio, condannato aquattro anni di reclusione, amnistiatodopo 13 mesi: dopo la morte di Ca-vallotti deputato di Corteolona per due legislature: appartenne al partitoradicale e alla Camera sedette nelsettore di estrema sinistra.

ROSA MICHELE (1731-1812) - Medicoe fisiologo nella nostra Università e,successivamente, in quella di Mo-dena: celebre per le sue esperienzeintorno ai varii animali e al sangue:morl a Rimini.

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ROSA VINCENZO (1750-1819) - Abate,naturalista, letterato, storico: nato aPalazzolo sull’Oglio, vissuto e morto aPavia. Ricordiamo la suapubblicazione La insurrezione e il

 sacco di Pavia del maggio l796. 

ROSEMUNDA (Rosamunda, Ro-smunda, sec. VI) - Figlia di Cunimon-do, re dei Gepidi, ucciso in battagliada Alboino. Il re longobardo si fecefare una tazza da bere col teschio diCunimondo e prese la figlia come pri-gioniera, poi la sposò. Dopo laconquista dell’Italia, Alboino, in unconvito alla corte di Verona, ordinò aRosemunda di bere nel cranio delpadre. Ella decise di vendicarsi ecomplottò con lo scudiero Helmichis,suo amante, per uccidere Alboino.Inoltre convinse il guerriero Peredeo,con un ricatto amoroso, a porre inatto l’assassinio. Mentre il re dormiva,Rosemunda gli legò la spada al letto,

in modo che non potesse estrarla per difendersi, e il sicario l’uccise.Rosemunda poi fuggì con l’amanteHelmichis a Ravenna, dove l’EsarcaLongino la convinse ad avvelenareHelmichis. Senonché questi, sospet-toso, la costrinse a bere parte dellostesso veleno che ella gli porgeva, ecosì morirono entrambi.

ROSSANO GENESIO (sec. XVI - m.1586) - Carmelitano, insegnò nellanostra Università teologia scolastica e

sacra scrittura dal 1564 al 1586: ebbeper discepolo San Carlo Borromeo.

ROSSETTI EDGARDO (1895-1915) -Studente, caduto sul monte Capuc-cio all’inizio della grande guerra1915-18. Medaglia d’argento.

ROSSETTI FRANCESCO (Pavia, 1840 -Massa, 1908) - Pavese, figlio di Leo-poldo, decoratore e orchestrale alTeatro Fraschini, si laureò in legge, marinunziò alla professione per seguire lapassione del padre e si dedicò allamusica. Fu, col fratello Luigi, un vir-tuoso violoncellista, maestro edirettore d’orchestra. Diresse laScuola di Musica di Massa-Carrara.

ROSSETTI LUIGI (Pavia, 1842 - Bombay,1902) - Violoncellista, fratello diFrancesco. Poiché era un ferventerepubblicano, durante la stagioneteatrale 1869-70 del Teatro Fraschini,si diede malato per non parteciparea una celebrazione monarchica. Fudiffidato dalla Questura e costretto asuonare, con un agente in borghesealle spalle, il quale, ignaro del me-stiere, voleva costringerlo a suonarefuori del tempo stabilito. Irritato per tale stupidità, il Rossetti interruppe

l’orchestra con un infuriare di note e,al maestro che lo sgridava e glichiedeva «Ma che fai?», rispose: «Lochieda a questo poliziotto». La serastessa Rossetti lasciò Pavia e pochigiorni dopo, ottenuta una scritturaper l’India, partì per Calcutta.

ROSSI - v. anche De Rossi

ROSSI ANASTASIO (1864-1948) - Pro-fessore del nostro Seminario, Vicariogenerale di Pavia, Patriarca di Co-

stantinopoli, Vescovo di Pompei: let-terato, giornalista, polemista.

ROSSI CARLO (1873-1940) - Prevostodella Cattedrale, professore nelSeminario, dottore in teologia, se-gretario per vari anni del Vescovomons. Ciceri; protonotario apostolico;

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sacerdote dotto e zelante: morìimprovvisarmente, colpito da paralisiall’altare, mentre predicava, la seradel Giovedì Santo dell’anno 1940.

ROSSI ERMINIO (1871-1942) - Pavese,pittore, allievo di Pietro Michis e diCesare Tallone, artista di grandesensibilità e di mirabile tecnica: halasciato numerose e apprezzateopere, sparse in gallerie, case privateecc.

ROSSI GIANGEROLAMO (1505-64) -figlio di Giulio Cesare, ucciso nel-l’Abbazia di Chiaravalle dai soldati diOttavio Farnese, fu vescovo di Pavia,letterato e scrittore. Per due annirimase prigioniero in Castel S. Angeloa Roma. Scrisse la Vita di Giovanni

 Medici delle Bande Nere. 

ROSSI GIORGIO (1873-1936) - Profes-sore di lettere, provveditore agli studidi Pavia e quindi preside dell’IstitutoTecnico A. Bordoni, fu egregio cultoredi studi letterari, animatore dellaresistenza civile durante la guerra1915-18, presidente dell’Universitàpopolare.

ROSSI GUGLIELMO (1872-1949) - Fu unabilissimo liutaio: con lui è scomparsauna generazione di costruttori diviolini. Proseguì la tradizione delnonno e del padre, e ottenne rico-noscimenti e premi. Nel 1912 gli fuofferto un vantaggiosissimo impiegoin Germania, presso una scuola diliutai, per imprimere agli strumentiquella «voce» che i tedeschi non riu-scivano a ottenere; ma il Rossi, legatoda un grande amore alla sua città,rifiutò l’invito e rimase a Pavia.

ROSSI IPPOLITO (1532-91) - Vescovo diPavia, Cardinale, imparentato conSovrani, nipote di Papi, fondò leScuole del Seminario, eresse il Palazzovescovile e impresse nuovo impulso ailavori per la fabbrica del Duomo.Diede prova di carità e zelo nell’as-sistere gli appestati.

ROSSI ISIDORO (1818-83) - Maestrocompositore di musica, fu, per oltrevent’anni, direttore del Civico Corpodi Musica della nostra città: suecomposizioni ebbero le lodi di Rossinie di Donizetti.

ROSSI OTTORINO (1877-1936) - Neuro-logo insigne, nato a Solbiate Coma-sco il 17 gennaio 1877, fu professore erettore della nostra Università: nellascuola e sui campi di battaglia fuse inmirabile armonia acutezza dipensiero e nobiltà di azioni. Costituìerede della massima parte del frutto

del suo lavoro il Collegio Ghislieri emorì a Pavia il 27 marzo 1936. La sta-tua di Minerva, dello scultore Fran-cesco Messina, eretta sul piazzale diPorta Cavour nel 1939, donata allacittà dagli eredi, lo ricorda nell’esal-tazione dell’Ateneo Pavese. Allievi,colleghi ed amici, per onorarne lamemoria, diedero vita, presso l’Uni-versità e la Clinica delle malattienervose e mentali, a una borsa diperfezionamento intitolata al suonome. Una lapide, dello scultore

Messina, in cui è raffigurata l’imma-gine del Maestro, lo ricorda nellaClinica di via Palestro.

ROTARI (Rothari, 608-52, regnò neglianni 637-652) - Settimo re longobardodopo la conquista dell’Italia, giàduca di Brescia; cinse la corona nel

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636 sposando la vedova di Arioaldo,Gundeberga. Figlio di Nanding, digenere Arodo, ariano, una volta sultrono segregò per alcuni anni la Regi-na in alcune stanze del palazzo e sidiede alla vita gaudente conconcubine. Stabilì la capitale delregno a Pavia. Tolse ai Greci laLiguria, sconfisse l’Esarca sul Panaro.E’ ricordato come un gran legislatore,per l’Editto emanato a Pavia nel no-

vembre del 643, prima raccolta orga-nica di leggi longobarde, derivatedagli usi consuetudinari germanici(cawarfide) e raccolte alla manieradei Romani. Prima eranotramandate, di generazione ingenerazione, da canti popolari.Paolo Diacono ricorda che in queltempo le città avevano due vescovi,uno ariano e uno cattolico. Rothari ri-prese la guerra contro i Bizantini etolse loro la Liguria, la Lunigiana e gliultimi possessi lungo le coste venete e

friulane. Alla morte, fu sepolto nellaBasilica pavese di San GiovanniBattista (è dubbio se si tratti diS.Giovanni in Borgo o di S. GiovanniDomnarum).

ROTRUDE (839-69) - Figlia dell’impe-ratore Lotario e di sua moglie Er-mengarda, nacque a Pavia e fubattezzata nella Basilica di San Mi-chele.

ROVATI GIOVANNI ANTONIO (sec. XV)

- Pittore pavese, nel 1490 fu chiamatoa Milano dagli Sforza per decorare,con altri artisti pavesi, la Sala dellaPalla nel Castello.

ROVEDA SIGISMONDO (1786-1849) -Di nobile famiglia pavese, partecipòalla campagna di Russia del 1812; fu

un audace ribelle all’Austria: cospira-tore, patriota, valoroso combattente.

ROVESCALA (Famiglia, sec. X) - Conti,facevano parte del Comitato diLomello. I conti di Pavia discen-devano da Bernardo, figlio naturaledi Pipino e nipote di Carlormagno,che fu re d’Italia dall’anno 812all’817: ribellatosi a Lodovico il Pio,venne accecato e morì nell’818.Perduta Pavia i Rovescala venneronominati da Arduino, nel 1002, Contidi Sospiro (presso Cremona). Nel 1289i piacentini rovinarono il castello diRovescala, che fu ricostruito nel 1364da Galeazzo Visconti. Nel 1470 gliSforza assegnarono il feudo a Ga-spare Visconti. Questi lo vendette, nel1482, a Gerardo Pecorara,appartenente al ramo dei Conti diLomello che tenne il feudo, nelfrattempo elevato a marchesato,sino alla fine del feudalesimo.

RUSCONI ERNESTO (1897-1917) - Stu-dente d’ingegneria, caduto sul Pa-subio nella prima grande guerra1915-18. Medaglia d’argento.

RUSCONI GIUSEPPE ANTONIO (sec.XVIII) - Orefice di Pavia, apparte-nente alla minoranza giacobina che,nel 1796, accolse plaudente letruppe francesi, e governò Pavia innome della libertà, uguaglianza efratellanza. Il 16 maggio i giacobini

abbatterono la statua del Regisole,considerandola come un emblena ditirannide, e fra questi vi era il Rusconiil quale dirigeva l’opera di abbatti-mento compiuta da GiovanniBoneschi, Domenico Magnaghi eAlessandro Costa. La statua, precipi-tata a terra, venne poi trascinata in

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un magazzino del Municipio e quiabbandonata. Nel 1802 l’Amlnini-strazione Municipale si decise a farlariparare per riporla sul piedestallo, mail municipalista Rusconi (che nel 1799era riuscito a sottrarsi all’arresto degliaustro-russi che lo avevano ostina-tamente ricercato) col collegaGiuseppe Emanuelli, diede incarico acerto Ferrario Gualli di spezzarla inminutissimi pezzi, così da rendere im-

possibile ogni riparazione. Nel 1809 ilmetallo fu venduto dal Municipio alfalegname Gaspare Crespi e il rica-vato servì per sistemare il pubblicopasseggio in piazza Castello.

RUSCONI MAURO (1776-1849) - Me-dico, biologo valentissimo, professoreuniversitario, celebre per le suepreparazioni anatomiche; capitanodell’esercito della Repubblica Ci-salpina, mori a Tremezzo, sul lago diComo, ove si era recato per cercare

sollievo alla malattia che lotormentava. È ricordato da una la-pide posta sotto i portici dell’Univer-sità e al suo nome è intitolata una viadella città.

S

SACCHERI GIROLAMO (1667-1733) -Matematico, fu uno dei più acutiprecursori della geometria non eu-clidea e per oltre un trentennio fuprofessore all’Università di Pavia.

SACCHI CARLO (1616-1706) - Pittorepavese, studiò a Milano, a Roma e aVenezia. Fu maestro di BernardinoCiceri. Si conservano sue opere a SanTeodoro, San Salvatore, Santa Teresa,nel Duomo. Alcune sue tele, moltorovinate, furono ritrovate anchepresso la chiesa del Carmine neglianni ‘60.

SACCHI DEFENDENTE (1796-1840) -Avvocato, patriota, letterato, storico,

giornalista, fu allievo di Pietro Car-panelli e si laureò nella nostra Uni-versità nel 1817. Nel 1822-23 fu no-minato assistente di filosofia. Pubblicònumerose opere: due romanzi storici,numerosi articoli su argomenti d’arteed erudite memorie, una delle qualisulle antichità romantiche d’Italia, colcugino Giuseppe. Fu benefattoredella Città e della Scuola di pittura,che egli stesso fondò con un cospi-cuo legato.

SACCHI GAETANO (1824-1886) - Pa-triota-cospiratore, soldato, nel 1842,nella Legione Italiana in Uruguay conGaribaldi, tenente generale,senatore, morto a Roma il 25 febbraio1886.

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SACCHI MAURIZIO (1864-1897) - Dot-tore in fisica, esploratore, figlio delmantovano Achille, medico e solda-to di Garibaldi nel ‘49, ‘59, ‘60, ‘66,studiò nella nostra Università, fre-quentando prima corsi di matema-tica e poi quelli d’ingegneria. Nel1883 si fece notare per il suo irre-dentismo nelle violente manifesta-zioni studentesche alle quali parte-cipò gran parte della cittadinanza,

avvenute dopo il martirio di Ober-dan. Nel 1884 troncò gli studi per compiere l’anno di volontariato nel-l’arma d’artiglieria. Ritornato nellanostra città, riprese gli studi chie-dendo però e ottenendo il passaggiodalla sezione d’ingegneria al corso difisica. Laureatosi nell’89, fu primaall’Istituto Superiore di Firenze e quindia Roma, assistente dell’Ufficiocentrale di meteorologia. Fece poiparte della spedizione del capitanoBottego per l’esplorazione dello

Scioa e del bacino del fiume Omo.Venne trucidato dagli Amhara il 7febbraio 1897 presso la riva del fiumenelle regione Ganti (lago ReginaMargherita).

SACCHI PAOLO FILIPPO (1807-1884) -Nato a Voghera, furiere d’artiglieria,colla sua eroica risoluzione salvò To-rino da maggiori sciagure in seguitoallo scoppio della fabbrica d’armi edi polvere che avvenne in quellacittà. Medaglia d’oro.

SACCHI PIETRO FRANCESCO (1485-1528) - Pittore pavese, di nobile fa-miglia, figlio di Giovanni Antonio, sidedicò giovanissimo alla pittura e fuemulato dai fratelli Giovanni Angeloe Battista. Lavorò nell’ambito dellascuola genovese. Il suo stile si avvi-

cina a quello del Foppa e fu moltolodato dal Lomazzo. Sue opere siconservano in gallerie all’estero: unaCrocifissione nel Friedrich Museum diBerlino, i Santi Girolamo, Benedetto eMartino al Louvre di Parigi. Altreopere nei Civici Musei di Pavia, aGenova, a Levanto, Moltedo, MonteOliveto di Sestri, nella Galleria d’ArteAntica di Roma. Il Moiraghi e ilMagenta gli attribuiscono anche gli

affreschi della volta della secondacampata laterale di destra nellaBasilica di San Michele, coi QuattroDottori della Chiesa.

SACCO BERNARDO (1497-1579) -Della nobile famiglia pavese deiSacco, fu, nel 1534, ambasciatore delduca di Milano presso la Corte diFrancia; istitutore di un nipote diPapa Giulio IlI, pavese. Fu poi am-ministratore del Vescovato, carissimoal vescovo Ippolito Rossi: morì in

Pavia a 82 anni, il 10 luglio 1579.SACCO CATONE (1394-1463) - Inse-gnò alla nostra Università dal 1414 al1461. Fondò in Pavia un collegio cheportava il suo nome per dodici nobilistudenti poveri oltremontani iscritti aicorsi di teologia, diritto civile ecanonico: legò a favore dell’o-spedale i suoi beni di Branduzzo e lesue case in Pavia.

SACCO GIROLAMO (1497-1556) -

Uomo d’armi, fu uno dei commissaridella famosa contesa di precedenzafra Cremona e Pavia che si protrassenei sec. XVI, XVII, XVIII, sostituito,quando dovette lasciare Pavia nel1553, da Giovanni Battista Bottigella.Nell’anno 1556 il Sacco comandavala piazza di Novara: uscitone con

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dieci insegne e tre pezzi di artiglieriaper battere il castello di Gattinara, fusorpreso e posto in rotta: morì sulcampo colpito da una archibugiata.

SACCO LUIGI (1769-1836) - Medico,nato a Varese, studiò presso l’Uni-versità si Pavia e si laureò con singo-lare distinzione. Allievo di Frank, diSpallanzani, di Scarpa, amico di Mo-scati, egli pose per tutta la vita l’a-more nello studio delle scienze natu-rali: nel 1800, due anni dopo cheJenner annunziava la sua scoperta apreservare dal vaiolo, il Sacco, primonella storia dell’innesto vaccino inItalia, scoprì un siero per il vaiolo dellevacche, togliendo l’Italia al tributo didover acquistare la materia vaccinadall’Inghilterra. La prontasoffocazione di un’epidemia vaiolosaa Giussano e a Sesto da lui operatagli valse la nomina a direttoregenerale della vaccinazione; e altre

epidemie, brillantelnente combat-tute e vinte a Bologna, Brescia e inaltre città, gli fruttarono riconosci-menti e medaglie. Una sua pubbli-cazione fu di stimolo a vari paesid’Europa (Prussia, Baviera, Etruria,Lucca, Parma) ad adottare la vac-cinazione. Si dedicò poi al prosciu-gamento delle paludi di Colico, checonvertì in fertili campagne.

SAIRANI AURELIO (1893-1917) - Te-nente di complemento del 36° reg-

gimento artiglieria da campagna,caduto nella prima grande guerraeuropea 1915-18 sul monte Vodice.Medaglia d’argento.

SALADINO (sec. XIII) - Trovatore pa-vese, documentato intorno al 1250.

SALARDO (sec. X) - Generale unghe-rese, capitanava le orde che il 12marzo 924 presero d’assalto la città diPavia, l’incendiarono e, in granparte, distrussero. La strage dei citta-dini fu quasi completa, solo pochecentinaia di persone si salvaronodalla furia sanguinaria di quei bar-bari. Ne scrissero gli storici Liutprandoe Flodoardo.

SALAROLI GIULIO (1898-1918) - Lau-reando in giurisprudenza, sottote-nente nella grande guerra 1915-18,fatto prigioniero morì in Germania: lasua salma venne poi trasportata aPavia e tumulata nel nostro Cimitero.

SALAZAR MARIA (sec. XVII-XVIII) - Ve-dova di Augusto Beccaria, istituì inPavia, con testamento del 7 dicem-bre 1728, una casa di ricovero per leorfane.

SALERNO GIULIO (1525-55) - Letteratoe giurista pavese, ottenne la cat-tedra di diritto civile all’Università diPavia nello stesso anno della suamorte. Scrisse le tre orazioni di Paviacontro Cremona, in risposta a quelledi Marco Girolamo Vida, vescovo diAlba, cremonese, difensore dei propriconcittadini nella secolare contesadelle precedenze tra le due città.

SALERNO MARCHETTO (sec. XIV) -Popolano pavese, tradì la causaguelfa e consegnò la città, alloracapitanata dai conti di Langosco, aMatteo Visconti, che vi penetrò dinotte con truppe tedesche il 2 otto-bre 1315. In piazza San Giovanni inBorgo le milizie guelfe cittadine, gui-date da Ricciardino Langosco e daSimone Della Torre, tentarono di op-

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porsi agli invasori, ma furono sopraf-fatti, e i due capi caddero in com-battimento insieme ad altri quindicicittadini.

SALIMBENE GHISLENZONE (sec. XII) -Nobile pavese, fondò nel 1157 con isuoi due figli Siro e Malestreva l’o-spizio di San Lazzaro, con la chiesettaomonima (presso l’attuale viaFrancana), destinato ai malati, lungola via dei pellegrini diretta a Roma.«Un Cavalliero gentilhuomo Pavesenomato Gislezono Salimbene, scher-zando con la spada ignuda con unsuo compagno, la mano del dettoGislezono incontratasi nella spadadel compagno rimase malamenteferita, e volendoglila il medico cucirecome si suol fare, esso ricusò di-cendo, che della sua ferita non vo-leva altro cucitore che’l beato Lan-franco, à cui mentre era in vita egli &il padre suo erano stati molto amici &

fedeli, e quella notte istessa per limeriti del beato Lanfranco quellaferita rimase totalmente sana.» (S. BREVENTANO).

SALIMBENI GIACOMO (sec. XIV-XV) -Pittore pavese, nel 1409 si trasferì aMantova, a lavorare per i Gonzaga.Fu forse padre dei due pittori Michelee Anselmo, che furono allievi delMantegna.

SAMPIETRO FRANCESCO (1815-96) -

Pittore, allievo di Garavaglia, si per-fezionò a Milano e Roma e fu pro-fessore all’Accademia Albertina diTorino.

SANGALLI GIACOMO (1821-1879) -Celebre professore di anatomia pa-tologica nella nostra Università, cat-

tedra che egli occupò nell’annostesso in cui fu creata, nel 1855, e chetenne per molti anni, dandostraordinario impulso allo studio clini-co. Fu senatore, morì a Treviglio, oveera nato, il 26 novembre 1879.

SANGALLI PIETRO (sec. XIX) - Patriotapavese, negoziante in ferramenta,con negozio in Strada Nuova, per molto tempo servì di recapito ai co-spiratori contro l’Austria. Riceveva espediva le corrispondenze fra il Co-mitato del Piemonte e il Comitato ri-voluzionario pavese e delle altre cittàlombarde. Prima il Comitato di Paviaaveva il proprio recapito presso laFamiglia Cairoli, ma, scoperto dallapolizia austriaca, fu necessariostabilirlo presso altri. Il Sangalli siassunse il rischioso compito: i libri e iproclami provenienti dal Piemontevenivano insaccati col fieno e collabiada e inviati a Milano, all’albergo

della Noce in borgo San Gottardo aporta Ticinese. Da Milano siprovvedeva poi a diffonderli in tuttele città della Lombardia.

SANNAZZARI GIULIO (1554-1623) - Dinobile famiglia pavese, giureconsulto,fu insegnante di leggi canoniche alnostro Ateneo e seppe acquistarsi lapiù larga reputazione nella tratta-zione di cause private.

SANNAZZARO NICOLINO (1107-1477) -

Della nobile famiglia Sannazzaro diRiva Nazzano; giureconsulto, profes-sore di giurisprudenza alla nostraUniversità, morto il 13 maggio 1477 esepolto nella chiesa del Carmine.

SANNAZZARO DELLA RIPA GIOVANNIFRANCESCO (sec. XV-XVI) - Giurecon-

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sulto celeberrimo; senatore; contepalatino; morto nel 1520 e sepoltonella chiesa del Carmine.

SANNAZZARO MARABELLI LINA - Pit-trice, moglie del pittore-scultore Al-fonso Marabelli. Nata a Genova, stu-diò arte a Nizza.

SARA CARLO (1844-1905) - Pittore,allievo del Trecourt, combatté allaguerra d’indipendenza del 1866. Nel

1903 succedette a Pietro Michis nelladirezione della Civica Scuola di Pit-tura.

SARCANI DEMETRIO (1723-95) - Nativodi San Mauro, nel Goriziano, venne aPavia nel 1759 e fondò il celebreCaffé Demetrio che, nei primi anni, fuchiamato «il Bottegone», al centrodella città, ritrovo di professori e dinobili, detti «marsinoni». Il caffé man-tiene oggi il nome, ma l’intero edificioè stato demolito e ricostruito neglianni ‘60.

SARTIRANA FRANCESCO (1824-1892) -Patrizio pavese, generale, fu il primoaiutante di campo del principeEugenio di Savoja Carignano.

SAVOIA ACHILLE (1842-86) - Pittore,abile decoratore, allievo di CesareFerreri e di Trecourt, dipinse nel 1877 ilsoffitto del Teatro Fraschini, sostituitonel 1909 da quello del Bignami, e ilsipario del Teatro Guidi, ora scom-

parso, col Petrarca in atto di decla-mare versi dal Castello di Mirabello,alla presenza della corte viscontea.Decorò insieme ad artisti milanesi ilsalone del Palazzo Arnaboldi, sulgrande giardino che si estende versoil Ticino. Fu famoso anche per la sua

vita disordinata, dedita al gioco eall’imprevisto.Il Savoia, intelligentissimo e bizzarro,era un bohemien in tutto il senso dellaparola. Ha lasciato opere chepotrebbero portare la firma dei mi-gliori artisti dell’epoca. Ma quandonon aveva il bisogno che lo pungo-lava, egli lasciava in abbandono ipennelli per dedicarsi, giorno e notte,a interminabili partite a scopone nelle

osterie della Città. Fra tanti aneddotiche sono fioriti intorno alla esistenza diquesto singolare artista, uno cisembra meriti di essere ricordato. IlSavoia era stato prescelto, con altripittori milanesi, a decorare il salonedel nuovo palazzo Arnaboldi,attualmente sala da ballo e per conferenze del Circolo di Pavia. Ma ilSavoia, per moltissimo tempo, non sifece vivo. Ormai l’opera dei colleghimilanesi era terminata e solo laparete destinata al nostro pittore

rimaneva nuda e squallida. Quando,dopo replicati inviti, sollecitazioni, mi-nacce, l’imprenditore dei lavori siconvinse che la pittura non sarebbemai stata eseguita, incaricò i pittorimilanesi di rimediare in qualchemodo. Il giorno in cui essi siapprestavano a compiere, in fretta efuria, l’affresco nell’imminenzadell’inaugurazione dell’edificio, eccocomparire, tranquillo e sorridente, ilSavoia, il quale si pose al lavoro,

improvvisando il soggetto etracciando il quadro con rapide esicure pennellate. In capo a tre oquattro giorni l’opera era finita,davanti agli occhi increduli, stupiti eammirati dei colleghi, dei costruttori,delle maestranze e di non pochicittadini curiosi di vedere come se la

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sarebbe cavata, anche in questacircostanza, l’estroso artista concit-tadino, che sciupò la propria magnifi-ca natura con una vita disordinata,piena di stenti, di privazioni e di dolo-rose rinunce.

SAVOIA ALESSANDRO (1855-1936) -Pavese, maestro di musica, direttored’orchestra; autore di varie facilicomposizioni di tipo popolare cheebbero notevole successo.

SAVOJA (di) CARLO ALBERTO - v.Carlo Alberto.

SAVOJA (DI) SFORZA BONA (1449-1503) - Sorella di Amedeo IX di Sa-voja, sposò nel 1468 Galeazzo MariaSforza, che era rimasto vedovo diDorotea Gonzaga. Dopo la morte delmarito, assunse la reggenza per ilfiglio Gian Galeazzo Maria Sforza. Nel1481 fu cacciata dal cognato, Lo-dovico il Moro. Si chiuse in convento,prima ad Abbiategrasso, poi inFrancia. Dopo qualche anno ritornòin Italia e morì a Fossano. Concorse,col figlio, alla fondazione della chiesadi Canepanova, e dimorò per lunghiperiodi nel Castello di Pavia.

SAVOJA (DI) VISCONTI BIANCA (1331-87) - Vedova di Galeazzo Visconti,morì a Pavia il 31 dicembre del 1387.Eresse il monastero di Santa Chiara«la Reale» (via Carpanelli). Il suosarcofago, squisita opera d’arte, fudistrutto nel 1796 dai giacobini.

SAVOLDI ANGELO (1845-1916) - Pa-vese, ingegnere architetto, autore delprogetto del nostro Cimitero Mo-numentale, in collaborazione conl’architetto Vincenzo Monti. Fu un

professionista valoroso, un progettistageniale, un ingegno artistico.

SAULI ALESSANDRO (Santo, 1534-92) -Frate barnabita, maestro di ogni virtù,vescovo di Pavia, al cui ingressosolenne in città parteciparono il clero,i nobili e una immensa fiumana dipopolo. Poco meno di un anno dopo,il 12 ottobre 1592, morì a Calosso, inprovincia di Alessandria, a soli 58 anni.Le sue spoglie riposano in Cattedrale.

SAULI EUGENIO (1868-1937) - Fu, conAmbrogio Robecchi, Nino Compa-gnoni, Martinotti, ecc. uno dei pionieridello sport pavese e particolarmentedel ciclismo. Si acquistò larga famaper una impresa a lungochilometraggio.

SBARBARO PIETRO (1838-93) - Profes-sore, sociologo, giornalista, uomopolitico, valoroso scrittore polemico,deputato di Pavia (I collegio) per la15^e 16^legislatura, dal 1886 al 1890.Morl povero a Roma il 10 dicembre1893. La sua salma, dal 1904, riposanel cimitero di Savona, sua città na-tale.

SCAGLIONI ANGELO (1840-70) - Pa-triota, cospiratore; volontario nell’e-sercito piemontese, combattè a Pa-lestro, fu della schiera dei Mille; seguìGaribaldi all’Aspromonte e,nel 1870,nella campagna dei Vosgi in Francia.Venne ucciso dai Cacciatori diVincennes, in un incidente scoppiatofra garibaldini e soldati francesi. Erastato implicato nella cospirazionecontro Napoleone III e condannato,nel 1864, dalla Corte d’Assise dellaSenna a vent’anni di reclusione;amnistiato dopo tre anni di carcere.

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SCALANI JACOPO (sec. XV) - Pittoreromano, dimorò alcuni anni a Paviaove dipinse varie opere, alcune dellequali conservate nella chiesa deiSanti Giacomo e Filippo.

SCANNINI ALESSANDRO (1796-1853) -Pavese, fu precettore dei figli delconte Greppi di Milano. Ingiusta-mente accusato di aver preso parteai moti rivoluzionari del 6 febbraio

1853, fu impiccato in un cortile delCastello Sforzesco.

SCAPARDONE BIANCA MARIA (1490-1526) - Figlia di un ricchissimo ban-chiere di Casale Monferrato, di rarabellezza, sposò prima il milanese Er-mes Visconti, poi il conte René deChallant, dal quale presto si separòper darsi alla libera vita nella nostracittà. Dovette rifugiarsi a Milano in se-guito ai clamorosi scandali cheaveva provocato. Giunse al punto difar uccidere per vendetta il suo examante Ardizzino Valperga, conte diMasino. Arrestata, dopo un lungoprocesso, fu condannata a morte edecapitata il 20 ottobre del 1526.

SCAPOLLA ANTONIO (1911-44) - Pa-vese, dottore, membro del Comitatodi liberazione di Pavia, morto nelcampo di concentramento di Gusen(Mauthausen) in Germania, in seguitoalle sevizie cui fu sottoposto daitedeschi: concludeva così, col sacri-ficio supremo, una vita tutta spesaper gli ideali di libertà e giustizia.

SCAPOLLA GUGLIELMO (1882-1945) -Notissimo e stimato cittadino, fu diret-tore della Società Quirici per la ri-produzione dei bachi da seta. Padre

di Antonio, patriota, cospiratore,pronto a dare la vita per un’Italia ri-sorta e libera, venne deportato colfiglio in Germania e morì nel campodi concentramento di Mauthausen,vittima delle privazioni e delle seviziecui fu sottoposto.

SCARAMUZZA VISCONTI GIUSEPPE(1668-1742) - Conte, patrizio pavese,benefattore, lasciò all’ospedale SanMatteo l’ingente somma di 300.000lire milanesi.

SCARDINI ISIDORO AGRICOLA (1775-1849) - Pavese, fu il medico personaledel re Ferdinando VII di Spagna e fuordinario dell’ospedale italiano diMadrid. Ritornato in patria dopo oltretrent’anni di assenza, morì a Paviaall’età di 74 anni.

SCARENZIO ANGELO (1831-1904) -Pavese, professore di clinica der-mopatica e sifilopatica all’Universitàdi Pavia. Figlio del professore Luigi,anch’egli ordinario di medicina.

SCARENZIO LUIGI (1796-1869) - Pave-se, padre del precedente, fu profes-sore di medicina all’Università per ol-tre quarant’anni; rettore dell’Ateneo,nel 1845 collocò la prima pietra dellagrande Aula Magna destinata allesolenni cerimonie accademiche.

SCARPA ANTONIO (1747-1832) - Ce-lebre chirurgo e anatomico, è con-

siderato il fondatore dell’oculistica.Professore dal 1772 al 1783 all’Uni-versità di Modena, fu in quell’annochiamato ad assumere la cattedra alnostro Ateneo, ove diede vita allagrande scuola con carattere scienti-fico. Creata la Repubblica Cisalpina,

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nel l796, Scarpa, devoto alla mo-narchia, rifiutò il giuramento. Napo-leone lo nominò suo chirurgo e lofregiò della croce della Legion d’o-nore. Scrisse numerose opere, tra-dotte nelle principali lingue europee.Fu grande amatore delle belle arti,nelle quali era assai versato: abiledisegnatore, col fratello Domenicocompose le tavole che illustrano lesue opere. Morì a Pavia nell’ottobre

1832, a 85 anni. Pavia lo ricordaanche con una via intitolata al suonome.

SCOPOI,I CARLO (1786 - ? ) - Pavese,entrò in servizio nell`esercito italianonel 1807, nel 1810 era sottotenentedel 2° Reggimento Fanteria di Linea.Diede prove di valore nel 1809 inGermania e nel Tirolo meridionale.Partecipò alla campagna di Russia,durante la quale fu promossotenente. Prigioniero di guerra il 22

dicembre 1812, di lui non si ebbe piùnotizia.

SCOPOLI GIOVANNI ANTONIO (1723-88) - Medico, professore di chimica edi storia naturale all’Università diPavia per molti anni. Con lui l’inse-gnamento della Botanica diventaindipendente da quello della Medi-cina e cominciò la vita del nostroOrto Botanico. Nato a Cavalese, nelTrentino, morì a Pavia. È ricordatocon la via, intitolata al suo nome, che

da Piazza Municipio porta a VialeGorizia.

SCOTTI CARLO SIRO (sec. XVIII) - Nobi-le pavese, prevosto di Santa Maria diLomello, poi Santa Maria del Castelloe Santa Maria Maggiore, condecreto 17 marzo 1770, essendo la

Lomellina soggetta politicamente alPiemonte e religiosamente a Pavia,dove dominava il governo austriaco,venne nominato Vicario generale per la diocesi pavese negli Stati Sardi.

SCOTTI ROMANO (1896-1918) - Sol-dato della 12^ squadriglia autoblin-domitragliatrici, caduto al quadriviodi Nogaredo nella prima guerra del1915-18.

SCURI ENRICO (1872-1936) - Com-merciante in tessuti, sportivo di indi-scusso valore, fu il campione imbat-tuto coi 160 chili a due mani e coi67,50 di sforzo col braccio sinistro. Fi-gura caratteristica, fu conosciutissimoin città e provincia per la sua gene-rosità e bontà.

SENATORE (sec. VIII) - Patrizio di origi-ne romana, colla moglie Teodolindafondò in Pavia il monastero di SantaMaria ed Aureliano, detto poi «delSenatore». Nel monastero professòsua figlia Sinelinda col titolo di Ba-dessa.

SETTI AGOSTINO - (1896-1917) - gra-natiere, di Robecco Pavese. Addettoal comando d’un battaglione nelcorso della grande guerra, in unmomento critico dell’azione gli fu affi-dato un ordine di tale importanza dadover essere recapitato in modoassoluto, partì sotto il fuoco del nemi-co. Colpito a morte durante ilcammino, conscio della gravità delmomento, raccolse le sue ultimeenergie e riuscì a trascinarsi sino alcomando designato, spirando men-tre recapitava l’ordine. Medagliad’oro.

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SCOTTI LUIGI (1872-1912) - Pittore, al-lievo del Michis, dal 1883 si dedicòalla scultura.

SCOTTI FULCO (Santo Vescovo-Po-destà, 1169-1128) - Resse la Diocesi diPavia dal 1216 al 1228. Promosse lacostruzione di ospedali, fu esempio dibontà e di carità, condusse i Pavesialla pace coi Piacentini e nel 1220resse il Comune di Pavia, col titolo di

 rector  e vicario imperiale. È sepoltonel Duomo.

SFONDRATO GIOVANNI BATTISTA(Cardinale, vescovo di Pavia, 1582-1647) - Istituì, nel 1645, la processionesolenne delle Sacre Spine che haluogo ancora oggi nei primi giorni digiugno. Morì nella nostra città il 18novembre 1647 e fu sepolto in Catte-drale.

SFORZA ASCANIO MARIA (Cardinale,vescovo di Pavia, 1456-1506) - Fratellodi Lodovico il Moro, nel 1488 pose laprima pietra della nuova Cattedrale.Fu prigioniero in Francia dal 1500 al1503. Morì a Roma il 28 maggio 1506(secondo alcuni storici, di veleno). Fusepolto nella Cattedrale di SantaMaria del Popolo.

SFORZA FRANCESCO (1490-1511) -Nato a Pavia, figlio di Giovanni Ga-leazzo Maria, fu affidato dalla madreIsabella d’Aragona, figlia di Alfonsoduca di Calabria e poi re di Napoli, are Luigi XII di Francia che lo feceabate di Noirmontier. Morì per unacaduta da cavallo.

SFORZA GALEAZZO MARIA (1441-1476)- Figlio di Francesco Sforza, nato aFermo, dal 1466 fu duca di Milano.

Principe liberale e munifico, mavizioso e crudele. Il 6 giugno 1468sposò in Pavia, in seconde nozze,Bona di Savoia. Fu ucciso sulla sogliadella chiesa di Santo Stefano aMilano dai congiurati Lampugnani,Carlo Visconti e Gerolamo Olgiati. Iprimi due vennero subito uccisi,l’Olgiati fu giustiziato.

SFORZA GIOVANNI GALEAZZO MARIA(1469-1494) - Figlio di Galeazzo Maria,sposò Isahella, figlia di Alfonso, ducadi Calabria, e visse relegato con leinel Castello di Pavia: sotto i suoi au-spici fu eretta la chiesa diCanepanova. Morì a Pavia il 22 ot-tobre 1494, avvelenato dallo zio Lo-dovico il Moro.

SFORZA LODOVICO detto IL MORO(1451-1510) - Nato a Vigevano,quarto figlio del duca Francesco, fuesiliato dal fratello. Dopo la morte di

quello, fu esiliato come ribelle a Pisa;richiamato nel 1479 dalla cognataBona di Savoia, nel 1481 la scacciò eassunse la reggenza per il nipoteGian Galeazzo Maria. Il 22 maggio1495 ricevette nella nostra Catte-drale, con grande solennità, il titolo el’investitura di “Conte di Pavia”, Allavenuta dei francesi, nel 1499, fuggì inGermania. Ritornato in Italia, il 10aprile 1500 cadde a Novara nellemani dei Francesi e, trasportato inFrancia, morì prigioniero nel castello

di Loches. Fu un tiranno, ma protessele arti. Da sua moglie Beatrice d’Este(1475-97), figlia del duca Ercole,ebbe due figli: Massimiliano eFrancesco. Questi, nato a Vigevanol’11 gennaio 1492, assunse il titolo diFrancesco II e dal 1522 fu duca diMilano. Scacciato nel 1524, ristabilito

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nel 1525 e quindi esule sino alla pacedi Cambrai Morì a Milano nel castellodi Porta Giovia nel 1525.

SFORZA D’ARAGONA ISABELLA (1473-1524) - Figlia di Alfonso, Duca diCalabria, poi re Alfonso I di Napoli,nel 1489 andò sposa a Gian Gale-azzo Maria Sforza, nato ad Abbiate-grasso nel 1469 e morto nel Castellodi Pavia nel 1494, avvelenato dallozio Lodovico il Moro. Isabella, rimastavedova, si ritirò a Napoli presso ilpadre e trascorse gli ultimi anni nellostudio delle lettere. Sua figlia Bona,nata a Pavia, nel 1493 divenne re-gina di Polonia, moglie di SigismondoI il Grande. Rimasta vedova, tornò inItalia e morì come duchessa di Bari,nel 1557.

SFORZINI DOMENICO (1794-1859) -Medico, patriota, nel 1859 si offrìspontaneamente in ostaggio al ge-

nerale Urban per risparmiare Paviadalla ferocia del comandante au-striaco.

SILINEN J. - (sec. XV) - figlio di Jodocodi Silinen, vescovo e principe di Sion,che aveva frequentato il nostro Stu-dio nel 1459, si trovava anch’egli dadue anni a compiere gli studi pressola nostra Università quando fu uccisodurante un’agitazione di studenti ol-tremontani, nel 1493. Il padre, addo-lorato per la morte dell’unico figlio,

bandì dal Vallese tutti i Lombardi iviresidenti e poco mancò che dichia-rasse guerra al duca di Milano.

SIMONETTA FRANCESCO (Cicco, 1410-80) - Segretario di Francesco Sforza,di Galeazzo Maria e di Bona, per aver avversato le ire di Lodovico il

Moro, il quale voleva impadronirsi,come s’impadronì, dello Stato, futorturato e giustiziato, vecchio di 70anni, il 30 ottobre 1480, sul rivellino delcastello di Pavia che guardava versoil Parco.

SIMONETTA PIETRO PAOLO (sec. XVI) -Pavese, medico, fu professore dimedicina nella nostra Università dopoessere stato medico nell’armata diSpagna e aver partecipato allabattaglia del 1571 contro i turchi,sotto il comando di don Giovannid’Austria.

SINISTRARI LUDOVICO MARIA D’A-MENO (Ameno, 1622 - Roma, 1701) -Nacque ad Ameno, presso Orta,nella diocesi di Novara. Studiò letterea Pavia, dove entrò nel 1647 nel-l’Ordine dei Minori Riformati di strettaosservanza francescana. Divenneprofessore di Filosofia, poi insegnò

Teologia nella stessa città per quin-dici anni consecutivi, circondato danumerosi studenti che erano attrattiper la sua fama da tutti i paesi d’Eu-ropa. Uomo di cultura universale, ap-prese da autodidatta le linguestraniere e spesso, nei Concili (Comizi)generali del proprio Ordine, a Roma,sostenne pubbliche tesi su ognimateria dello scibile umano. Occupòa Roma il posto di Consultore alTribunale Supremo della Santa In-quisizione, fu per due anni Vicario

generale dell’Arcivescovo d’Avi-gnone, e poi fu Teologo presso l’Arci-vescovo di Milano. Nel 1688, inca-ricato dai Comizi generali dei Fran-cescani di redigere nuovi statuti per l’Ordine, s’occupò di tale incaricocol trattato Practica criminalis Mino-

 rum illustrata. È noto per avere scritto

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il trattato Demonialità, sull’esistenzadei folletti.

SIRO (Santo, primo vescovo di Pavia)- Evangelizzatore, patrono della cittàe della diocesi di Pavia. Secondo latradizione avrebbe fatto il suoingresso nella nostra città il 12settembre dell’anno 57. La criticastorica assegna la sua venuta aPavia in uno dei primi tre secoli del-l’era volgare e forse nel 200. San Siro,da Roma, si sarebbe diretto a Veronae da qui a Pavia, accompagnato daSant’Invenzio. Le reliquie di San Sirofurono per secoli venerate nellabasilica di San Gervaso, poi nell’830furono trasportate a Santo Stefanoche, con Santa Maria del Popolo,costituiva la Cattedrale. Costruito ilnuovo Duomo, nell’anno 1579 lespoglie di San Siro furono riposte,entro una grande arca di marmo,sotto l’altare maggiore, insieme alle

reliquie dei Santi Romanino, Rodo-baldo, Litifredo, Fulco, Damiano. Nel1614 il vescovo di Pavia GiovanniBattista Biglia fece erigere in onore diSan Siro un bellissimo altare, operadello scultore genovese TomasoOrsolino, e vi trasferì le veneratereliquie, che poi furono collocatenella cappella, in cui si ammiranoanche due quadri molto importanti:uno di Bernardino Gatti e l’altro delGiampietrino.

SOCIETÀ PER LA CONSERVAZIONE DEIMONUMENTI PAVESI DELL’ARTE CRI-STIANA - Si costituì nel 1875, traendoorigine dalla Compagnia laicaledella Beata Vergine del Rosario, cheesisteva sin dalla prima metà del sec.XVII. Tale Compagnia aveva lo scopoprincipale di celebrare la festa del

Rosario - e altre solennità - conl’esecuzione di concerti. La tra-sformazione nella nuova Società fupatrocinata dall’avvocato GiacomoCampari e vide tra i suoi animatori ildott. Carlo Dell’Acqua e don PietroAgnelli, coadiutore della Basilica diSan Michele. Altri membri fondatori:Giovanni Battista Burdet.

SOLDATI PAVESI IN RUSSIA - Partecipa-rono come militari e graduati ditruppa alla campagna di Russia del1812, 63 pavesi, i quali, salvo rareeccezioni, perirono di morte sulcampo, scomparvero tra gli orroridella ritirata o caddero prigionieri e diloro non si seppe più nulla. A questivanno aggiunti i nomi degli ufficiali,alcuni dei quali furono in altra parteannotati. Ecco l’elenco dei nostriprodi concittadini:Canobbio Francesco, sergentemaggiore della Guardia Reale - Vi-

dari Giovanni Andrea, Guardia Reale- Bianchi Leopoldo, velite reale -Deamici Giuseppe, idem - FranziniCarlo, idem - Galeazzi Antonio, idem- Giorgi Angelo, idem - ImperatoreGiovanni Battista, idem - PancieriLuigi, idem - Ratazzi Giuseppe, idem -Ravasi Giuseppe, idem - Torti Luigi,idem - Bassi Antonio, furiere GuardiaReale - Buzzi Giovanni, sergenteGuardia Reale - Pelosi Tommaso,tamburo Guardia Reale - Toschi Siro,soldato Guardia Reale - Alessio Gio-vanni Battista, soldato Cacciatoridella Guardia - Bertolasio Giuseppe,sergente maggiore Cacciatore dellaGuardia - Butteri Giovanni Battista,soldato della Guardia - De CarliFrancesco, idem - Guarnoni Gero-lamo, idem - Sozzani Giovanni, idem -

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Albertari Vincenzo, maresciallod’alloggio Guardia Reale - Dell’OroAngelo, soldato Guardia Reale -Mangerotti Carlo, idem - Pozzo An-tonio, soldato Regg. Dragoni Regina -Bonfico Felice, aiutante sottufficialereggimento Fanteria di linea - AstoriGaetano, soldato III reggimento Fan-teria di linea - Astori Luigi, furiere idem- Bosisio Pietro, soldato idem- BroliaCarlo, sergente, idem - Casazza

Giuseppe, soldato idem - CostantiniPaolo, soldato idem - Farina Siro,soldato idem - Fusi Vincenzo, sup-plente tamburo idem - Gatti Camillo,sergente idem - Grossi Giovanni An-tonio, soldato idem - Mezzadri Luigi,furiere idem - Novarini Giuseppe,soldato idem - Oggioni Carlo, soldatoidem - Pisani Pietro, soldato idem -Raffinati Camillo, soldato idem -Rodolfi Giorgio, soldato idem - RovatiGiuseppe, soldato idem - SaladiniCarlo, furiere idem - Sallaro Vincenzo,

soldato idem - Spaini GiovanniBattista, soldato idem - Valli Siro,soldato idem - Necchi Camillo,soldato II reggimento Fanteria leg-gera - Barani Antonio, pontoniere -Barilli Pietro, cannoniere - ColomboLuigi, pontoniere - Mantegazza Luigi,pontiere - Mantegazza Carlo, capo-rale artiglieria - Migliavacca Ambro-gio, allievo operaio - Pezzoli Giovanni,pontoniere - Poggi Giovanni,tamburo - Raimondi Giuseppe, ope-

raio pontoniere - Torri Francesco,cannoniere - Velluti Giuseppe, capo-rale artigliere - Gaudenzi Luigi, trom-bettiere Artiglieria a Cavallo - Ra-vaglia Domenico, soldato Artiglieria aCavallo - Camera Giuseppe, soldatobattaglione zappatori.

SOLERO DA QUINZANO PIETRO (sec.XVI) - Frate, fu l’lnquisitore Generaledi Pavia e di tutta la Diocesi. Alla finedel 1567 promulgò un bando in cuiingiungeva, sotto la pena di scomu-nica, di denunziare al Santo Ufficio«chi scriva, componga, stampi ofaccia stampare, legga, venda,compri, presti, doni, o per qualsivogliaaltro modo dia, pigli, pubblicamenteo vero occultamente ritenga ap-

presso di sé, o altrimenti servi o facciaservare libro o scrittura, annotata,proibita nell’Indice del SacrosantoConcilio Tridentino». Il Solero, spiritobizzarro e fanatico, venendo a Paviasi era proposto di spadroneggiare asuo arbitrio servendosi del SantoUffizio. Nelle sue prediche in cui lacittà era descritta come un covo dieresia. Il suo atteggiamento suscitòl’indignazione dei pavesi, di cui sifecero interpreti Orazio Salerno eJeronimo Beccaria, due gelosi cultori

del decoro cittadino. Il frate continuòa battere la sua strada, pur essendoinviso da tutti: usciva vestito d’unricco mantello di feltro bianco strettoalla cintola da un cordone coloratoe cavalcava con sandali o coturni,cercando gli sguardi della folla. Inseguito all’arresto di un riccomercante pavese, tal Angelo Miglia-vacca, sotto accusa di eresia, men-tre la vera ragione stava nel fattoche il Migliavacca insistentemente

sollecitava da lui il pagamento d’undebito, si scatenò sul suo capo labufera che fece scoprire tutta unaserie di atti vessatori, rapine, multefuor dei limiti dei canoni, confischeillegittime. I ricorsi di vari giureconsultipavesi valsero a decidere il Ponteficea intervenire: fu riveduto il processo

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Migliavacca e tutta la gestione delSolero, col risultato dell’al-lontanamento dell’Inquisitore e dellaliberazione del Migliavacca. Laconduzione del processo pressol’autorità civile ha permesso la con-servazione di questa parte degli ar-chivi dell’Inquisizione pavese (mentretutto il resto andò bruciato a Milanonel sec. XVIII, nel rogo degli archividell’Inquisizione lombarda).

SOLMI ARRIGO (1873-1944) - Profes-sore di storia del diritto italiano nellanostra Università; rettore dell’Ateneodal 1923 al 1925, quando fu cele-brato l’undicesimo centenario del-l’Università pavese. Passò in seguitoall’Università di Roma, fu depluato alParlamento nella XXVII, XXVIII e XXIXlegislatura, senatore, sottosegretariodel Ministero dell’Educazione Nazio-nale nel 1934; ministro di Grazia eGiustizia dal 1935 al 1939. Autore di

numerose opere.SOLOMONS DIONISIO (1798-1857) -Poeta greco, nativo di Zante, studiòall’Università di Pavia. Fu il cantoredell’indipendenza del suo Paese.

SORA GIUSEPPE (1865-1915) - Tenentecolonnello del 54° Fanteria, nel 1908 siprodigò nel soccorso alle vittime delterremoto di Messina e fu decoratocon medaglia d’argento. Cadde sulMonte Piana all’inizio della prima

guerra mondiale.SORDI GUGLIELMO (1866-1939) - Pa-vese, artigiano, notissimo come co-struttore di presepi, che erano og-getto di grande ammirazione. Gesti-va il molino e la pilatura di riso a SanGiacomo (presso Santo Spirito). Nelle

ore libere si occupava di modellarele statuine del presepio, cor-redandole dei congegni per il mo-vimento; tutto quel piccolo mondoingegnosissimo era messo in azionedalla forza idraulica che serviva almolino. Ritiratosi, il Sordi continuò alavorare da falegname, specialmen-te per la chiesa di Santa Maria delleGrazie, scolpendo figure di santi digrandezza naturale per le nicchie del

santuario.SORIGA RENATO (1881-1939) - Pro-fessore di lettere, direttore del MuseoCivico, studioso di storia patria,pavese d’elezione; tenente di fan-teria, combattente nella primagrande guerra del 1915-18.

SORMANO GIACOMO FILIPPO (sec.XVI) - Fu il primo rettore del CollegioGhislieri, che seguì le pratiche per lacostituzione del pensionato e la co-

struzione del palazzo.SOTTORIVA FRANCESCO (vescovo diPavia, sec. XIV) - Morì il 18 settembre1380 e fu sepolto nella Cattedrale diSanto Stefano.

SPALLANZANI LAZZARO (1729-99) -Abate, celebre naturalista. Fu, conAlessandro Volta, il fondatore discienze nuove destinate a dominareil progresso civile e sociale. Con unaserie di memorabili esperienze,inaugurò quegli studi positivi chedovevano condurre all’odiernoprincipio delle sterilizzazioni. Fu ilprimo e più acuto legislatore della fi-siologia comparata. In complesseesperienze chiarì le leggi fondamen-tali della respirazione. Fu anche unbrillante scrittore, erudito in studi

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classici. Pavia ha dedicato una viaalla sua memoria.

SPELTA ANTONIO MARIA (1559-1632) -Storico, letterato e poeta pavese.Scrisse La vita dei vescovi pavesi dal

 45 dell’era volgare al 1593. Fu sepoltonella chiesa di San Lorenzo, poidemolita.

SPIZZI GIOVANNI (1838-1928) - Avvo-cato, nato a Filighera da antica fa-

miglia patrizia, laureatosi in giurispru-denza all’Università di Pisa, acquistò ilfondo di Castel Lambro e si dedicòcon passione all’agricoltura. Non esercitò l’avvocatura che per soc-correre i poveri. Raccolse, in unaricca biblioteca di oltre 5000 volumi,opere di storia, letteratura, arte, filo-sofia. Per un trentennio fu Sindaco diMarzano.

STABILINI LUIGI (1817-1880) - Patriota,cospirò con Giacomo Griziotti, conBenedetto Cairoli e con altri patriotipavesi; arrestato dagli austriaci nel1859 fu trattenuto prigioniero nellafortezza di Josephstadt sino alla pacedi Villafranca: mori a Vidigulfo a 73anni.

STEFANO (sec. VII) - Poeta, in occa-sione del sinodo tenuto a Pavia nel-l’anno 698 da re Cuniperto alloscopo di comporre lo scisma dellachiesa di Aquileja, dettò, per incita-mento del re longobardo, un com-ponimento ritmico che intitolò Car-men, in cui proclamò che il vero eproprio nome della città, che dalfiume fu detta Ticinum, è Papia, come è detto nella penultima strofa:«Fides ut esset in tota Hesperia -

coadunata, advocari praecepit - Aquilegenses urbi, ubi resedet -Ticino dicta ad amne qui confluet -proprium gerens Papia vocabolum».

STILICONE (360-408) - Condottierovandalo, fu generale e ministro del-l’imperatore Teodosio, che gli affidòla tutela dei figli Arcadio e Onorio.Stilicone combatté contro Alarico, redei Visigoti, e spostò la sede ammini-strativa da Milano a Ticinum. Nel 408Onorio provocò la rivolta delle truppecontro Stilicone e Ticinum fusaccheggiata. Lo stesso Stilicone fudecapitato a Ravenna, a causa deltradimento del suo favorito Olimpio,per ordine del generale Eracliano ilquale, a sua volta, fu giustiziato comeribelle nel 413.

STOPPANI ANTONIO (1824-91) -Abate, patriota, scienziato, filosofo,letterato, fu professore nella nostra

Università.STORTA ANTONIO MARIA (1750-96) -Cittadino pavese, venne fucilato il 18giugno 1796 dai francesi perchéritenuto responsabile della rivoltascoppiata in Pavia nel maggio pre-cedente.

STRADA BARTOLOMEO (sec. XV) -Notaio della Fabbriceria del Duomodi Pavia, redasse gli atti di acquistodelle cave di marmo di Crevolad’Ossola, necessarie per lacostruzione della nuova Cattedrale.

STRADA ENRICO (1820-88) - Nato aFerrera Erbognone, colonnello co-mandante il reggimento cavalleggeriAlessandria, comandò la carica di

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Villafranca alla testa dei suoi soldati.Medaglia d’oro.

STRAMBIO PIETRO (1823-92) - Patriota,cospiratore, eroico garibaldino, par-tecipò, col fratello Luigi, a tutte lebattaglie del Risorgimento: con Lu-ciano Manara a Roma, con Garibaldinel 1859 e al Volturno, ove rimase,ancora una volta, gravemente ferito.Morì a Belgioioso.

SUINI ALAMANO (sec. XVIII-XIX) - Dili-gente cronista pavese, particolar-mente interessante per le notizie chefornisce riguardanti il periodo dellaoccupazione francese.

SUINIGO FRANCESCO (sec. XVI) -Nobile pavese, dimostrò simpatie per il protestantesimo e osò pensare che,pregando, dovevasi invocare Diosolo e non i Santi; che si dovevasantificare la domenica, ma non lealtre feste di precetto; che i lumi chevenivano posti sulle tombe dei fedeliera meglio convertirli in elemosineper i poveri; dubitò che la confes-sione auricolare e sacramentalefosse «de Jure divino»; che i suffragidei cristiani viventi giovassero ai de-funti e, infine, che il Papa fosse vica-rio di San Pietro. Intervenne il Vesco-vo il quale riuscì a sgombrare i dubbidel Suinigo, che abiurò pubblica-mente e solennemente nella chiesadi San Tomaso, concorrendo, col suo

esempio, a ricondurre in grembo allaChiesa quei pavesi che avevanoaccolto le novità religiose e leopinioni di oltralpe.

SURSO BALDINO (sec. XV) - v. Baldino.

Il modello ligneo del Duomo di Pavia(sec. XVI, Musei Civici di Pavia).

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T

TACCONI (famiglia) - Nobili pavesiche nei sec. XV-XVI ebbero le lorocase nel quartiere presso San Miche-le, nella zone ove ora sorge il palazzoVistarino.

TACCONI ELISEO NOÉ (1873-1942) -Pavese, vescovo titolare di Arado,Vicario Apostolico dell’Ho-nan meri-dionale e vescovo di Kaj-Feung, inCina.

TACCONI ISNARDO (Beato, 1188-1244) - Appartenente alla nobilefamiglia pavese dei Tacconi, padredell’Ordine dei frati Domenicani, digrande pietà e carità, visse benefi-cando e confortando. La sua salma

riposa nella chiesa di San Gervaso.TACCONI PIETRO AMBROGIO (sec.XVI) - Nobile pavese, fu denunziatonel 1568 al Tribunale dell’Inquisizionecome cultore dell’arte magica, per ilpossesso di opere proibite che ilSanto Uffizio gli ingiunse di conse-gnare entro tre giorni sotto penadella scomunica «latae sententiae» edi una multa di 500 scudi. Dopo al-cuni giorni di esitazioni, il Tacconi -sulla cui ortodossia il Tribunale della

Inquisizione nutriva forti sospetti - neltimore di aggravare la propria posi-zione, si privò di tutti i libri incriminati,che costituivano gran parte della suabiblioteca, i quali furono dati allefiamme.

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TAEGIO FRANCESCO (sec. XVII) -Cronista, scrittore: testimone degliavvenimenti, stese il racconto dellabattaglia di Pavia del 1525, ed ebbecome commentatori il Ballada e varialtri storici pavesi. Sugli avvenimentidi quel tempo scrissero anche il pa-vese Verri e anonimi cronisti, conmanosritti e fogli stampati, alcuni deiquali conservati nella biblioteca.

TALLONI LORENZO (1770-1812) - Pa-vese, tenente nell’esercito napo-leonico, morto combattendo al pas-saggio della Beresina, in Russía.Aveva partecipato a varie altrecampagne comportandosi sempreda valoroso.

TAMBURINI PIETRO (1737-1827) -Abate, teologo, patriota; per lunghianni professore nella nostra Universitàe rettore del Collegio Ghislieri; nato aBrescia, morto a Pavia. Sotto la

protezione del cardinale brescianoMarefoschi, il Tamburini, che era statodimesso dalla cattedra di teologiadel patrio seminario per pubblicazioninon conformi agli insegnamenti dellaChiesa, fu chiamato a Roma daClemente XlV e impiegato nellareggenza del Collegio Irlandese, ovestette circa cinque anni, sino al 1776,anno in cui gli venne offerta lacattedra di teologia nella nostraUniversità. Al suo nome e a quello delprofessor Giuseppe Zola, pure

docente di storia ecclesiastica alnostro Ateneo, è legato il movimentodottrinario chiamato «giansenismo»(da Giansenio, teologo olandese ilquale interpretava, secondo ilproprio punto di vista, le dottrine di S.Agostino - grazia di Dio; libero arbitrio;

predestinazione). Intorno ai dueprofessori si era formato nella nostracittà un vero partito che venivachiamato «tamburinismo». IlTamburini insegnò al nostro Studio an-che discipline giuridiche, filosofiamorale e diritto naturale e godette digrande fama e autorità. Morì nellanostra Città il 14 marzo 1827 all’età di90 anni e i suoi funerali furono unasolenne manifestazione di pubblico

cordoglio.TANSINI IGINIO (1855-1934) - Professo-re di medicina operatoria alla nostraUniverstà. Nato a Lodi, fu direttore diquell’ospedale a 26 anni, professoredi clinica chirurgica all’Università diModena e quindi, per molti anni, alnostro Ateneo. Morì a Milano.

TARAMELLI ANTONIO (1863-1939) -Archeologo, senatore, figlio dell’in-signe geologo Torquato Taramelli

della nostra Universita: alle esplora-zioni dirette del Taramelli si devono laconoscenza di antichi monumenti ele illustrazioni di templi preistorici nura-gici, che fecero luce sulla vita pri-mitiva dei sardi. Nel 1915 ottenne ilpremio reale dei Lincei per l’ar-cheologia.

TARAMELLI EDOARDO (1903-49) -Medico, nipote del professore Tor-quato. Distinto e apprezzato profes-sionista, fu, in gioventù, anche gior-

nalista: nel 1945 venne nominatopresidente del Comitato diI,iberazione Nazionale di Pavia.

TARAMELLI TORQUATO (Bergamo,1845-1922) - Illustre professore all’U-niversità, cultore insigne delle disci-pline geologiche, considerato pa-

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vese per la sua lunga dimora a Pavia,prima come studente e, dal 1875,come professore. Volontariogaribaldino nella campagna del1866. Gli è stato intitolato il primoLiceo Scientifico sorto nella città diPavia.

TASSINARI GIOVANNI BATTISTA (sec.XVII) - Pittore chiamato «il Raffaello diPavia», benché nato a Milano. Fuanche architetto e fece il disegno delSantuario di Santa Maria delle Grazie(Santa Teresa). Un suo quadro,rappresentante San Francesco, ènella galleria di Lovere. Nella Chiesapavese di San Francesco si conservaun altro suo quadro rappresentante ilmartirio di San Bartolomeo, datato1613.

TASSO BERNARDO (1493-1569) - Poetaepico e lirico, segretario del principeFerrante Sanseverino, si trovò, con

Galeazzo Sanseverino, al seguito delre di Francia, alla battaglia di Paviadel 1525. Ospite del convento di SanPaolo, la mattina del 24 febbraio, ilgiorno stesso in cui avvenne il memo-rabile fatto d’armi, egli scriveva al suoamico Guido Rangone una letteraprofetica: «Questo esercito mi parecon poco governo, con moltalicentia et più. Poca speranza gli èrimasta di poter pigliare la città horache i nemici si vanno avvicinando.Questo esercito mi pare piuttosto

pieno di insolenza che di valore... Iopiuttosto temo, che spero del succes-so di quest’impresa; et quello che piùmi fa temere è che veggio cheapertamente Sua Maestà s’ingannanelle cose più importanti, giudicandoil suo esercito maggior di numero, etquel de’ nemici minore di ciò che in

effetto sono. Io vedo questo campocon quel poco ordine, che eraquando i nemici erano lontani; né aquesta troppa sicurtà so dare altronome che imprudentia e temerità».

TAVAZZANI GIOVANNI (1885-1945) -Colonnello di artiglieria, capo delmovimento militare di Resistenzadopo l’8 settembre 1943, fu arrestatodai tedeschi nel 1944 e deportato inGermania, ove morì nel campo dieliminazione di Gusen pochi giorniprima della liberazione.

TEBALDO DI PAVIA (sec. XV) - Pittore,lavorava a Genova nel 1428. Fu te-nuto in grande considerazione edeseguì dipinti nel Palazzo Pubblico.

TEJA (sec. VI) - Fu eletto Re dei Gotidopo la morte di Totila (552). Si battécontro le truppe bizantine alcomando di Narsete. Per recuperareil tesoro reale, si recò con l’esercitoda Pavia sino al castello di Cuma,circondato dai Bizantini. Qui caddein battaglia nel marzo 553, colpito alcuore da una freccia nemica.

TEODOLINDA (Theudelinda, sec. VI-VII, m. 628) - Figlia del duca bavaroGaribaldo, cattolica, fu moglie didue re longobardi: prima di Autari(589) e poi, dopo essere rimastavedova, di Agilulfo (590). Regnò dasola negli anni 616-625, come tutricedel figlio Adaloald. Sotto il suo regno,la Chiesa di Roma ricevette un fortesostegno contro gli Ariani. La reginafondò diverse chiese e monasteri,fece costruire a Monza un nuovopalazzo reale, con l’annessa Basilicadi San Giovanni. Nel 612 arrivò inItalia il monaco benedettino ir-

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landese San Colombano, che andòa stabilirsi a Bobbio, ove fondò unimponente monastero e ove morì nel616. Il monastero di Bobbio divenneun centro importante di diffusioneculturale, dal quale i monaci celtiirlandesi, oltre a svolgere opera dievangelizzazione cristiana, aprironola via a scienze ed arti. Teodolinda fusepolta nel Duomo di Monza e ve-nerata a lungo come santa. Poco

dopo la sua morte, il figlio vennedeposto dai nobili, con l’accusa diessere impazzito.

TEODORICO (Teoderico, Theuderic,454-526) - Goto della stirpe degliAmali, nel 488 condusse la sua gentein Italia dalla Mesia (quella che oggichiamiamo Serbia) e divenne red’Italia nel 493. Contemporaneo diArtù e Sigfrido, i mitici re chefondarono l’Europa, è ricordato nellesaghe dei Nibelunghi col nome di

Dietrich. Ticinum-Papia fu una dellesue sedi di governo, con Verona eRavenna. Fondò il Palazzo Reale inPavia, fuori della porta orientale,presso l’attuale Piazza del Municipio,e iniziò la costruzione di un Anfiteatro(ove oggi si trova via Volta).

TEODORO I e II (Santi vescovi, sec.VIII) - Il personaggio di San Teodoro siconfonde con la leggenda e, comealtri vescovi mitici (Pompeo, Invenzio,ecc.), è stato nei secoli corredato di

un’agiografia che confonde le date,tanto che per, risistemare la cronolo-gia, le cronache furono costrette ainventare due vescovi dello stessonome. La leggenda vuole che abbiadifeso miracolosamente la città diPavia dall’assalto delle truppe deiFranchi, durante gli episodi che

portarono alla caduta del regnolongobardo. Per la storia, appare piùcredibile datare la sua vita a unperiodo leggermente precedente,durante il regno di Astolfo e nondurante quello di Desiderio. La chiesadi San Teodoro assunse il nome diquesto Santo vescovo quando le suespoglie vi furono sepolte. La sua festasi celebra il 20 maggio.

TEODOTE (675-720) - Nobile fanciullapavese di origine romanica, fu ol-traggiata dal re longobardo Cunin-cpert e quindi rinchiusa in un mona-stero di Pavia che prese il suo nomeed ebbe fama in tutto il Medioevo. Ilsarcofago di Teodote, in realtà operadi scultura longobarda riadoperata,e l’epitaffio metrico in suo onore,sono conservati nei Musei Civici.

TERENZIO PIETRO (1811-81) - Sacer-dote, patriota, studioso e scrittore di

memorie patrie, archeologo, latinista.L’avo paterno del Terenzio, Silvestro,nel 1795, per le sue aspirazioni allalibertà dal dominio austriaco, fufrustato e incarcerato.

TIBALDI - v. Pellegrini

TISSOT AUGUSTE SAMUEL (Losanna,1728-97) - Medico famoso, fu chia-mato a insegnare nel nostro Ateneoda Giuseppe II d’Austria. A lui si devel’ampliamento della Clinica Medica,compiuto nel 1783. Oltre che per leopere scientifiche, il suo nome rimasepopolare per vari piccoli trattati,come gli  Avvertimenti al popolo

 sopra la salute.

TOMITANI BERNARDINO - v. Bernar-dino da Feltre

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TOMMASO DA GROPELLO (sec. XIV) -Uomo di fiducia dei Visconti, funominato da Gian Galeazzo VicarioGenerale di Pavia.

TOMMASO DA PAVIA (sec. VII) - Dia-cono, fu mandato come ambascia-tore al re Alachis, nel 690, dal nostrovescovo Damiano. Re Cuniperto sivalse di lui per la riconciliazione dellaChiesa di Aquileia con Roma.

TORELLI LUNATI ALBA (sec. XVI) - Deiconti di Settimo, sposata col paveseGianmaria Lunati, fu donna di culturae valente poetessa.

TORELLO DA STRADA (sec. XIII) - Nobi-le pavese, compose poesie nello stiledei trovatori e fu un personaggio dirilievo. La sua famiglia possedeva leterre e il Castello di Zerbolò. Egli vissealla corte di Federico II e fu podestàdi Parma (1221). In tale occasione fuscomunicato per aver volutocostruire il Palazzo comunale, incontrasto col vescovo della città. Aricordo di ciò, accanto al Palazzo delComune fu eretto un torello dimarmo, poi raffigurato anche neglistendardi della città. In seguito fupodestà di Firenze (1233), Pisa (1234)e di Avignone (1237). Boccaccio glidedicò una novella in cui raccontache, dopo aver conosciuto casual-mente il Sultano Saladino che siaggirava in incognito nei boschi del

Ticino e avergli offerto un’amichevoleospitalità, partecipò alle Crociate, fufatto prigioniero dallo stesso Saladinoe da questi fu poi rispedito a Paviacon un’operazione magica, che lofece risvegliare nella chiesa di SanPietro in ciel d’oro.

TORTI CESARE (1820-1848) - Patriziopavese, partì con la “Colonna deivolontari pavesi” e cadde in batta-glia a Sommacampagna il 24 luglio1848.

TORTI FLAVIO (1558-1622) - Professoredi diritto civile e canonico all’Uni-versità di Pavia, per oltre trent’anni.Storico, poeta e letterato. Scrisseannotazioni agli Statuti di Pavia. La-sciò in eredità il proprio patrimonioall’Ospedale San Matteo, conl’obbligo di istituire un collegio per seistudenti della Facoltà di Giuri-sprudenza.

TORTI SIRO MARIA (sec. XVIII) -Pavese, scrisse un interessante diariodegli avvenimenti svoltisi a Pavia tra il1750 e il 1770.

TOSCANI ANTONIO GIOVANNI (sec.XVIII) - Prete pavese, cronista, illustrògli anni dal 1721 al 1772.

TOSI LUIGI (vescovo, 1763-1845) -Studiò nella nostra Università, poi nedivenne vescovo e benefattore. La-sciò tutto il suo patrimonio ad alcuneopere pie della città. Uomo di mentesuperiore, fu amico e consigliere diAlessandro Manzoni.

TRADONICO PIETRO (800-864) - Dodi-cesimo doge di Venezia dall’anno836, nell’840 fu ospite di re Lotario inPavia per rinnovare il trattato relativo

ai confini dei due stati, già stipulatofra il doge Pauliccio e Liutprando, redei Longobardi.

TOTILA (Baduila, detto l’Immortale,sec. VI) - Re dei Goti dal 541, divenneun mito popolare perché condusse laguerra contro l’oligarchia bizantina

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su basi sociali, raccogliendo consensidai diseredati. Ebbe sede regale inPavia, ove coniò monete. Morì nel552, colpito alla schiena mentrefuggiva, nella battaglia di GualdoTadino, in Umbria, contro l’esercito diNarsete.

TRAVESIO GIOVANNI (1348-1418) -Cremonese, illustre grammatico, per molti anni e in varie riprese docentedella nostra Università, fu a Piacenzaquando lo Studio Pavese venne tra-sferito in quella città e mantenne lostesso insegnamento quando laScuola ritornò a Pavia. Morl nel no-vembre del 1418.

TREBISVAIN CARLO (1807-83) - Pavese,patriota, cospiratore, milite volontarionella eroica difesa di Venezia;proprietario dell’osteria dei «Tri basè»in via San Teodoro, nella quale sidavano convegno i cospiratori pa-

vesi contro l’Austria e venivano presetutte le deliberazioni che ri-guardavano il movimento, e decisele sentenze di morte per le spie e itraditori.

TRECOURT GIACOMO (1811-82) - Pit-tore, scolaro di Diotti; primo direttoredella nostra Scuola di Pittura. Fortedisegnatore e ottimo colorista, fu unseguace della corrente romantica.Come ritrattista,, testimoniano del suogrande valore molti lavori che si

conservano nella nostra città. Ebbeallievi valorosi: Tranquillo Cremona,Federico Faruffini, Paolo Barbotti,ecc. che conservarono per lui profon-do affetto e viva ammirazione. Natoa Bergamo, morì a Pavia. Riposa nelnostro aimitero.

TRIVULZIO ANTONIO TEODORO (1643-1707) - Figlio di Tolomeo Gallio, ducad’Alvito e di Ottavia Trivulzio, fu erededel principe Antonio Teodoro Trivulzioe ne assunse il nome col titolo diprincipe di Musocco e Mesolcina: fugenerale imperiale e governatore diPavia.

TRIVULZIO GIAN GIACOMO TEODORO(1596-1656) - Dei conti di Melzo, ge-nerale, nominato dalla Dieta dell’Im-pero Principe di Musocco, vedovo diGiovanna Grimaldi di Monaco,abbracciò lo stato ecclesiastico e fucreato cardinale nel 1629; poi Vicerédi Aragona, Viceré di Sicilia, Viceré diSardegna, governatore del ducato diMilano. Ammalatosi all’assedio diValenza, fu trasportato d’urgenza aPavia, ove però ogni cura riusci vana:morì il 3 agosto 1656 a sessant’anni.

TROTTI GALEAZZO (1600-65) - Conte;

organizzò militarmente la cittadi-nanza durante l’assedio posto aPavia dal 24 luglio al 4 settembre1655 dal re di Francia, per sottrarla aldominio di Filippo IV di Spagna.L’esercito assediante, composto dioltre 20.000 soldati, al comando delprincipe Tommaso di Savoia, e delletruppe del duca di Modena, dopoaver perduto la metà circa degli ef-fettivi, per l’eroica difesa degli as-sediati si ritirò gradualmente, levandodi fatto l’assedio.

TROTTI VINCENZO (1500-80) - Di nobilefamiglia, frate dottissimo e uni-versalmente stimato per la santità deicostumi; direttore dell’Orfanotrofiodella Colombina. Il cardinaleSfondrati, vescovo di Cremona e poiPapa col nome di Gregorio XIV, lo

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ebbe in grande considerazione e piùvolte si rivolse a lui per consiglio. Feceparte della Congregazione istituitadal Beato Girolamo Emiliani e fuamico del padre Marco dei Conti diGambarana, col quale fondò il pioistituto.

TROVAMALA SIMONE (sec. XV) - Fratecarmelitano, lettore di diritto civile,morto nel 1458 e sepolto nella chiesadel Carmine.

TROVATI GIIULIO (1840-1919) - Volon-tario con Garibaldi, partecipò allaspedizione dei Mille. Morì a Pavia a 79anni.

UUBALDI BALDO (Degli) - v. Baldo

UBERTO DA PAVIA (sec. XII-XIII) - Po-destà di Como, nel 1192 costruì la«Porta Torre» delle mura della me-desima città.

UGO DA GAMBOLÒ (sec. XI) - Famo-so maestro delle Scuole di Pavia, conGualcoso (Walcauso) e Guglielmo, fuparticolarmente erudito nelle leggifeudali che furono raccolte poi neiLibri feudorum dando fama allaScuola Pavese, alla qualeaccorrevano numerosi studenti stra-nieri per dedicarsi agli studi del dirittoromano.

UGO DI PROVENZA (sec. X - m. 947) -Duca e marchese, dal 902 reggentedi Provenza, fu dal 925 al 945 re d’I-talia, incoronato a Pavia il 21 luglio926. Provvide al riordinamento delregno, ricostruì gran parte di Pavia,compreso il palazzo regio che erastato distrutto in seguito al sacco eall’incendio da parte degli Ungari nel924. Contro di lui, nel 930, fu orditauna congiura dai giudici pavesiGuaberto ed Everando che però fu-rono scoperti, processati e giustiziati.Morì ad Arias in un monastero.

URAJA (sec. VI) - Comandante dei

Goti, cui fu offerta la corona, che ri-fiutò in favore di Ildibaldo. Da questifu poi fatto uccidere a tradimento,perché sua moglie non aveva ono-rato la moglie di Ildibaldo con il ri-spetto dovuto alla regina. Ciò pro-vocò tra i guerrieri Goti un complotto

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che provocò l’assassinio dello stessore (v. Ildibaldo e Vilas).

V

VADORI ANNA (1796-1840) - Poetessaveneziana, seconda moglie delcelebre medico Giovanni Rasori, cheaveva sposato in prime nozze,Marietta Rubini. La Vadori, bella e in-

traprendente, amica di letterati e ar-tisti, da Venezia si trasferi a Milanodurante la Repubblica Cisalpina e sisposò col grecista Mattia Buttirini,professore all’Università di Pavia, dalquale però presto divorziò. Anche ilRasori, poco tempo dopo il matri-monio, chiese e ottenne la separa-zione. Prima della caduta del RegnoItalico la Vadori si trasferì a Napoli acondurre vita avventurosa.

VALDIVIA PEDRO DE (1500-54) - Con-quistador ed esploratore spagnolo.Dopo aver combattuto nelle Fiandree alla battaglia di Pavia, partecipònel 1535 alla conquista del Vene-zuela e nel 1538 si unì, nel Perù, aFrancisco Pizarro. Nel 1540 partì daCuzco per conquistare il Cile, ovefondò la moderna capitale di San-tiago e la città di Concepción. Fuucciso durante una rivolta degli in-dios Araucani.

VALENSKI GIUSEPPE (1751-96) - Citta-dino pavese, arrestato e processatodalle autorità militari della repubblicafrancese come uno dei responsabilidella rivolta di Pavia del maggio1796, fu fucilato il 18 giugno.

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VALLA LORENZO (Roma, 1407-57) -Umanista, insegnò all’Università diPavia. Di carattere aggressivo, si fecemolti nemici. Nel 1448 Papa NiccolòV lo nominò segretario pontificio.

VALLE LUIGI (1871-1946) - Sacerdote,professore e rettore del Seminario,canonico della Cattedrale. Di vastacultura, di spirito ascetico, fu appas-sionato studioso di storia locale epaziente ricercatore di memorie. Frale sue pubblicazioni ricordiamo: IlGiansenismo nell’Università di Pavia,S. Teodoro, Madonne nelle vie diPavia. Lasciò la nostra città nel 1932per entrare nella Congregazione deiSacerdoti Adoratori, a Ponteranica, inprovincia di Bergamo, della quale,dal 1942 al 1945, fu superiore; passòquindi alla casa di Torino, ove morì il21 gennaio 1946.

VALSECCHI LATTANZIO (sec. XVIII) -

Barone, pretore di Pavia all’epocadella sommossa popolare del 23maggio 1796 contro i giacobini e letruppe della repubblica francese,ebbe in consegna dall’avvocatoCamillo Campari, che l’aveva sal-vato da morte facendogli scudo colproprio corpo, il vecchio generalefrancese Hacquin. Egli seppe valersidella sua posizione e del suo prestigioper resistere alle pretese degli insortidi avere nelle mani il generale. Conquesto atto contribuì a salvare Pavia

dalla vendetta di Napoleone, conl’avvocato Campari, il vescovoBertieri e l’arcivescovo di Milano (ilcui segretario, mons. Rosales, erastato ucciso a colpi di sciabola daidragoni).

VANASSO ANDREA (detto Guada-gnino, sec. XVI) - Poeta popolare,autore di una poesia intitolata Il ca-

 stello di Pavia con la rotta e presa del re cristianissimo: 1525, nella quale, incattivi versi, si descrive loschieramento dei due eserciti el’ordine della battaglia del 24 feb-braio: del raro e prezioso documento,che fu in parte pubblicato, siconserva copia nella biblioteca

dell’Università di Pavia.VARENA GASPARE (1800-49) - Patriotapavese, capitano dei BersaglieriLombardi, cadde alla difesa di Roma,a Villa Spada, il 27 giugno 1849.

VECCHIO ANGELO (1970-1936) - Pro-fessore di francese, fu poeta verna-colare in dialetto pavese. Direttoreed estensore per molti anni del set-timanale umoristico Fasoulin. Negliultimi anni di vita si trasferì a Milano,

dove morì.VEGI GIOVANNI AGOSTINO (1359-1412) - Dottissimo giureconsulto, furibattezzato “Magno Vegio”. Godet-te di grande fama e fu interpellatoda principi e personaggi illustri su ar-gomenti di giurisprudenza.

VENERONI CLAUDIO (1893-1916) -Studente pavese. Sottotenente nelprimo reggimento alpini, cadde nellaprima guerra mondiale sul monteKukla. Meritò due medaglied’argento.

VENERONI GIOVANNI ANTONIO(1660-1735) - Architetto, lavorò moltoper il Comune di Pavia e per lefamiglie patrizie, in particolare per iconti Mezzabarba, dei quali progettò

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il palazzo - oggi sede del Municipio -con l’annessa cappella dei SS. Quiri-co e Giulitta. Progettò anche lachiesa di S. Francesco da Paola(piazza Ghislieri), il Palazzo Vescoviledi Lodi e diverse altre opere.

VERGANI GIOVANNI BATTISTA (1788-1865) - Dopo un soggiorno a Roma diotto anni (1811-19), fu nominato pro-fessore di disegno a Mantova, ovecostruì il Seminario vescovile, lafacciata del Municipio, la Sinagoga,il Macello, poi fu chiamato a inse-gnare alla cattedra di disegno pressol’Università di Pavia. Nel 1852 disegnòil pozzo battesimale «in stile» per laBasilica di San Michele Maggiore e inseguito fu il primo direttore dei lavoridi restauro (1860-64). Realizzò anchel’altare dell’Immacolata in Duomo.Realizzò l’Aula Magna dell’Università,disegnata dal Marchesi, modificò ilconvento di San Francesco di Paola

per adattarlo a scuola di pittura e ful’autore del primo progetto per ilCimitero Monumentale di Pavia(1857).

VERRI MARTINO (sec. XVI) - Scrittore ecronista, scrisse particolarmente deifatti accaduti nella città di Pavia nelsec. XIV.

VERRI PIETRO (1868-1911) - Capitanodi stato maggiore, appartenne alservizio informativo dell’esercito. Morì

in Libia, durante la rivolta arabasucceduta allo sbarco italiano. Me-daglia d’oro. È ricordato da una la-pide, murata in piazza Petrarca.

VESPA ALDO (1924-45) - Laureando inchimica presso la nostra Università,tenente nella brigata partigiana

«Garibaldi», partecipò a numerosicombattimenti e diresse azioni sullecolline dell’Oltrepò. Caduto di sor-presa nelle mani della polizia dellarepubblica di Salò, fu deportato inGermania e morì, dopo torture e sof-ferenze, nel campo di Flossemburg.

VICINI LUIGI detto GINGIN (1818-49) -Venditore ambulante di formaggio,fu accusato di aver favorito la diser-zione di soldati ungheresi dall’esercitoaustriaco, venne arrestato econdannato, dopo un giudizio som-mario, alla fucilazione nella schiena,eseguita pochi giorni dopo al campomilitare fuori Porta Stoppa (portaCairoli). La sua salma venne tumulatasenza un segno che la ricordi.

VIDARI GIOVANNI (1821-94) - Avvo-cato, patriota, nel 1848 fece partedel Governo provvisorio di Pavia.Diede opera, in ogni tempo, per la

difesa degli interessi della città che,morendo, beneficò. Scrisse i Fram-menti cronistorici dell’Agro Ticinese. 

VIDOLENGHI DA MARZANO LEO-NARDO (1400-70) - Pittore, tennebottega in Parrocchia di Santa MariaNuova, che era il centro artisticodella città di Pavia. Suo è l’affrescocon la Vergine, su un pilastro dellachiesa del Carmine, che recava lasua firma con la data 1463. Dipinseanche nelle chiese di San Giorgio e

San Giovanni in Borgo, nella Saladella Palla del Castello di Milano e sulmuro esterno della chiesa di SantoStefano a Castel Lambro. Con luicollaborò anche il fratello Antonio.

VIGONI ENRICO (1856-1915) - Famosopasticciere pavese, ideò la Torta

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Paradiso (dapprima chiamata “Tortainglese”) nel 1878, su consiglio delmarchese Cusani Visconti.

VILAS (sec. VI) - Soldato della guardiadel corpo del re goto Ildibaldo, sivendicò del re che gli aveva sottrattola moglie per darla a un altroguerriero, mentre egli si trovava inmissione di guerra. Mentre Ildibaldobanchettava, lo decapitò alle spalle.

VISCONTI AZZONE (1362-81) - Figlio diGian Galeazzo e di Isabella di Valois,morto a Pavia e sepolto presso lamadre, nella chiesa di San Fran-cesco.

VISCONTI FILIPPO MARIA (1391-1447) -figlio di Gian Galeazzo, dopo lamorte del padre (1402) divenneConte di Pavia e, dopo la tragicafine del fratello Giovanni Maria(1412), Duca di Milano. Fu sempre inguerra con fiorentini e veneziani:crudele, diffidente, amante della so-litudine, dedito all’astrologia, abitònel castello di Porta Giovia a Milanoe nella villa di Abbiategrasso; nonfrequentemente a Pavia. fece de-capitare nel castello di Binasco la suaprima moglie, Beatrice di Tendavedova di Facino Cane e sposò inseconde nozze, nel 1428, Maria diSavoia, figlia di Amedeo VIII, mortanel 1474. Da Agnese Del Mayno ebbeuna figlia naturale, Bianca Maria,

sposata, nel 1441, a Cremona, colconte Francesco Sforza.

VISCONTI GALEAZZO II (1320-78) -Fece erigere il Castello di Pavia, oveteneva la sua ordinaria residenza.Ottenne dall’imperatore Carlo IV, dicui era Vicario, il diploma di instau-

razione dello Studio generale inPavia. Studiò il progetto di costru-zione di un canale navigabile fraPavia e Milano. Provvide alla costru-zione del grande parco, con circuitodi 22 chilometri, al limite del qualesorse poi la Certosa per opera delsuccessore duca Gian Galeazzo. Morìa Pavia il 4 agosto 1378, a 59 anni, efu sepolto nella basilica di San Pietroin Ciel d’Oro.

VISCONTI GIAN GALEAZZO (1347-1402) - detto «Conte di Virtù» per lacontea di Vertus, in Francia, dote disua moglie Isabella di Francia, figlia diJean II de Valois, morta a Pavia nel1373. In seconde nozze, nel 1380,sposò Caterina di Barnabò Visconti,morta a Monza, assassinata, nel 1404.Succedette al padre, Galeazzo II, nel1378. Fu, dal 1380, Vicario imperiale edal 1385 signore di tutto lo statovisconteo e primo duca di Milano.

Grande uomo di stato promosse in-dustrie, commerci, lettere e scienze:fondò la biblioteca del Castello efece compilare un codice completodi leggi; pose la prima pietra delDuomo di Milano (1386) e quelladella nostra Certosa (1396); ingrandìnotevolmente lo stato e vagheggiòl’idea di un regno italico, tanto chefece coniare monete col titolo RexItalicorum. Morì di peste aMelegnano nel 1402. Suoi figli: daIsabella di Francia, Azzone, mortogiovanetto nel 1381 a Pavia; Valen-tina, che fu, nel 1389 moglie delconte Luigi d’Angoulême, ducad’Orleans, fratello di Carlo VI, dal1404 reggente di Francia, fatto as-sassinare dal duca Giovanni di Bor-gogna a Parigi; da Caterina Visconti,

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Gian Maria e Filippo Maria che simostrarono del tutto degni del nonnomaterno, Bernabò Visconti.

VISCONTI GIAN MARIA (1388-1412) -Figlio di Gian Galeazzo, fu, dal 1402, ilsecondo duca di Milano: ebbe inmoglie Antonietta Malatesta: fu cru-dele oltre ogni limite; perseguitò emandò a morte cittadini di ogni ceto,senza ombra di colpa e di accusa: fu,a sua volta, ucciso, ventiquattrenne,nella chiesa di S. Gottardo a Milano,dai ghibellini.

VISCONTI LUCHINO (1292-1349) - Figliodi Matteo I fu, dal 1339, per la mortedel nipote Azzo, signore di Milanoinsieme col fratello arcivescovoGiovanni, che a lui lasciò tutte le curepolitiche. Dopo la caduta dellafamiglia Langosco, guelfa, cheavvenne contemporaneamente alsopravvento dei Visconti sui Della

Torre a Milano, fu eletto nel 1315 Po-destà di Pavia e tenne la carica sinoal 1319. Da tale anno la prima magi-stratura cittadina fu affidata nuova-mente a persona di altra città, elettaogni anno dai Savi su designazionedei Visconti. Fu guerriero; emanò leprime leggi tendenti all’equità delleimposte, diede impulso al commercioe all’industria: amò i dotti, coltivò lapoesia, morì di peste o di veleno.

VISCONTI SCARAMUZZA (Famiglia,

1415-1742) - Fu elevata al grado dinobiltà (Signori) da Filippo Maria Vi-sconti che volle premiare un suo stal-liere, Domenico Aicardi, di SanGiorgio Lomellina, il quale, essendouna sera dell’inverno 1415, sdraiato ariposare in una mangiatoia dellastalla dei cavalli del nostro Castello,

aveva udito, non visto, il piano dicongiura stabilito fra Pandolfo Mala-testa, Filippo Arcelli e LancellottoBeccaria, che si erano riuniti nellastalla, luogo ritenuto sicurissimo, per accordarsi sull’uccisione dell’odiatotiranno. L’Aicardi andò a svelare ognicosa al duca. Segul un’orrendastrage, non solo dei congiurati, ma diquanti il Visconti potè avere tra lemani delle loro famiglie e che furono,

dopo atroci torture, soppressi neisotterranei del castello. L’ex stalliereebbe ricchezze, onori e il diritto diprendere il nome e lo stemma deiVisconti. In seguito Domenico Aicardivi aggiunse il soprannome del figlio,Scaramuzza, un capitano di ventura.Il feudo di Broni, che costituiva la do-nazione del duca Filippo Maria, daDomenico passò ai figli Giorgio (1454)creato conte su Broni e Cigognola daFrancesco Sforza, e Bartolomeo,vescovo di Novara (morto nel 1457).

Fu poi diviso in tre parti: nel 1466 unaparte venne assegnata a AttendoloGiovanni Visconti Scaramuzza; nel1477 altra a Fiordalisa ViscontiScaramuzza, andata sposa a Ga-leazzo Manfredi Signore di Faenza; laterza a Galeazzo Trotti, nel 1531, il cuifiglio, Ludovico, nel 1545, la vendettedi nuovo ai Visconti Scaramuzza;Giuseppe, discendente di AttendoloGiovanni, nel 1742, la lasciò in ereditàalla nipote Barbara d’Adda Barbiano

di Belgioioso. Matteo Aicardi ViscontiScaramuzza, discendente di Giorgio,fu gesuita e, dal 1751 Generale dellaCompagnia di Gesù: morì a Roma il 4maggio 1755.

VISTARINI GIORGI (Famiglia, (v. Giorgidi Vistarino) - Conti della antica ca-

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sata pavese: i fratelli Gerolamo edAntonio Domenico, nel 1685, acqui-starono dal Magistrato Straordinariodi Milano la proprietà della Rocca DeGiorgi che fu chiamata quindi RoccaVistarini. Nel sec. XII la Rocca era diproprietà della Canonica Maggioredi Pavia.

VITELLIO - Fu proclamato imperatorein Ticinum nel 69 d.C.

VIRIGLIO RICCARDO (1897- ) - Pittore,allievo del Kienerk alla Civica Scuoladi Pittura e poi del Tallone a Brera.

VITMAN FULGENZIO (sec. XVIII) - Del-l’Ordine dei Vallombrosani, fu pro-fessore di Botanica all’Univesità efondò l’Orto Botanico nel 1765.

VITTADINI FRANCO (1884-1948) -Musicista e compositore di opereliriche e di musica sacra. Diresse lascuola di musica di Pavia, che è oggi

intitolata al suo nome.

VOGHERA GIOVANNI (sec. XIX) - In-gegnere, architetto, autore d’unprogetto di massima per i restauri delCastello Visconteo e di una serie dicelebri incisioni con rilievi di monu-menti pavesi.

VOLPI AMBROGIO (sec. XVI) - DiFrassineto Po, architetto, fu, per circavent’anni, addetto ai lavori dellanostra Certosa: a lui si deve il portico

dei Novizi, costruito nel 1568.VOLPI TOMMASO (1762-1822) - Pa-vese, professore di clinica chirurgicaall’Università, successore di Scarpa,che lo aveva proclamato valentis-simo; primario dell’ospedale SanMatteo, autore di numerose opere

scientifiche. Beneficò largamente ipoveri. Fu allievo dell’AccademiaGiuseppina di Vienna, colà chiama-to, insieme ad altro giovane pavese,dal celebre professore AlessandroBrambilla, pure pavese; servìnell’esercito austriaco come chirurgoe, ritornato a Pavia, si acquistò prestotale fama che gli studenti, spon-taneamente, si recavano nella salaoperatoria dell’ospedale per assistere

alle sue operazioni. Egli, infatti, adifferenza dei suoi colleghi, che,gelosi della propria perizia, quasi maioperavano gli infermi alla presenzadei giovani praticanti, chiamò intornoa sé gli allievi, iniziandoli, sotto la suadiretta guida e vigilanza, alle neces-sarie esercitazioni. Numerosi suoiallievi divennero, così, abilissimi eaccreditati chirurghi.

VOLTA ALESSANDRO (Como, 1745-1827) - Il più illustre fra gli scienziati

d’Europa del suo secolo fu, per qua-rant’anni, docente nella nostra Uni-versità (dal 1815 al 1819 direttoredella facoltà filosofica). Volta fu,com’è noto, l’inventore della pila.Conte, senatore del regno Italico,cavaliere della Legion d’onore. Morìa Como ed è sepolto a Camnago.Monumenti: a Pavia, all’Università,dello scultore A. Tantardini (1878) e aComo, degli scultori Marchesi e Du-relli.

W

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WALCAUSO (Gualcoso, sec. XI) -Dotto giurista tedesco, fece cono-scere e apprezzare l’opera dellascuola giuridica pavese. Sarebbel’autore di una delle più importantipubblicazioni uscite a quell’epocadall’Università di Pavia: la glossa diColonia alle Istituzioni di Giustiniano.

Z

ZAGARELLI COTIGNOLA BERNARDINO(sec. XV-XVI) - Pittore. Dipinse nel1509, su commissione di un gruppo distudenti francesi dell’Università diPavia un quadro di San Sebastiano

per l’omonima cappella nella chiesadel Carmine, che nel sec. XIX passòalla National Gallery di Londra.

ZAGLERI CAMILLO (sec. XVI) - Genti-luomo pavese, fu rettore dell’Uni-versità di Pisa. Un giorno due dei suoiservitori si azzuffarono con alcunipisani ed egli uscì di casa con un ar-chibugio, gridando che voleva am-mazzare il primo che avesse incon-trato. Così dicendo, sparò su tre cit-tadini che passavano, ne uccise unoe ferì gli altri due. Quindi rientrò incasa e si mise tranquillamente aletto. Fu arrestato, processato econdannato a morte. Il 15 agosto1597 fu decapitato a Firenze, sullaporta del Bargello.

ZANACCHI LUCA (sec. XV) - Abate diSan Lanfranco, fece ricostruire il mo-nastero nel 1453, col chiostro piccolodecorato da graziose formelle interracotta. Fondò anche la frazionepoi chiamata «Pallavicina», su terreniappartenenti all’Abazia.

ZANELLA SIRO (sec. XVII) - Scultore,fonditore, intagliatore, realizzò ilmaestoso pulpito di legno della Cat-tedrale di Pavia e, nel 1697, la co-

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lossale statua di rame e bronzo di SanCarlo Borromeo, presso Arona.

ZAZZO RINALDO (sec. XVI) - Cittadinopavese, portò in salvo insieme adOttaviano Isimbardi, feudatario diPieve del Cairo, il Cardinale Giovannide Medici, figlio di Lorenzo ilMagnifico, futuro Papa Leone X. IlCardinale era stato fatto prigionierodai Francesi nella battaglia di Ra-venna, l’11 aprile 1512, mentre as-solveva i morenti sul campo. Fu con-dotto a Milano e poi avviato verso laFrancia, ma a Pieve del Cairo lofecero fuggire e lo condussero insalvo a Ferrara.

ZEIGLER MICHELE (sec. XVI) - Nobilesvevo, mentre studiava nella nostraUniversità morì annegato nel Ticinonel 1569, come ricorda una lapideposta in uno dei cortili dell’Ateneo.

ZELASCO GIOVANNI (1893-1944) -Vogherese, alunno del CollegioGhislieri, si laureò in lettere e si dedicòall’insegnamento. Combattente emutilato durante la prima guerramondiale, durante la Resistenza aiutòle truppe partigiane. Fu feritomortalmente mentre portava aiuti einformazioni a un reparto sui monti emorì il 18 ottobre 1944 in un ospedaledi Bergamo. Pochi giorni dopomoriva in battaglia, in Liguria, dapartigiano, anche il suo figlio pri-

mogenito Rodolfo.ZERBI GIOVANNI ANDREA (sec. XVI) -Ritenuto «persona degna e onorata,non solo esperta e modesta, maancora di somma integrità», nel 1549fu eletto giudice degli Ebrei pavesi.

ZURADELLI CRISANTO (1829-88) -Medico pavese, cultore di storia pa-tria. Si occupò dei restauri di SanTeodoro, contribuendo anche finan-ziariamente, con la collaborazionedel parroco don Pietro Beretta edell’abate Pietro Buffinetti. Scrisse unnoto studio sulle torri di Pavia e unvolume di ricordi storici sulla Basilicadi San Pietro in Ciel d’Oro.

ZURADELLI GIUSEPPE (1798-1880) -Professore universitario a 26 anni epatriota, fece parte del gruppo deidocenti risorgimentali con Bartolo-meo Panizza, Teodoro Lovati, Fran-cesco Ambrosoli, Gaspare Brugna-telli. Nel 1848 fu nominato fiduciarioparticolare del Governo provvisorio diLombardia, diresse il periodico L’unio-ne e l’indipendenza nazionaleitaliana, comandò il battaglione uni-versitario. L’anno seguente, al ritornodegli Austriaci, fu sospeso dal-

l’insegnamento e dallo stipendio. Nel1859 divenne Rettore dell’Università.Nel 1867 si ritirò dall’insegnamento efu eletto deputato. Per motivi disalute si ritirò poi a vita privata. Nel1877 divenne cieco.

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I RE CHE STABILIRONO A PAVIALA PROPRIA RESIDENZA

Anno

Odoacre 433-93

Re Goti:Teodorico 493-526Atalarico 526-34Teodato 534-36

Vitige 536-40Ildibaldo 540Erarico 541Totila 541-52Teja 552

Re Longobardi:Alboin 568-72(prese Pavia nel 571)Cleph 573-74Alla sua morte iniziò un periododecennale di lotte fra i 35 duchi,

senza che si eleggesse un nuovo re.In questo periodo (574-584) Ticinum-Papia fu governata dal Duca Zaban.Authari 584-90Agilulf 591-616Theudelinda 616-25(come tutrice del figlio Adaloald)Adaloald 625-26Arioald 626-36Rothari 637-52(primo re longobardo a risiedere inpermanenza a Pavia)Rodoald 652

Aripert I 653-61Grimuald 662-71Garipald 671Perctarit 671-78Perctarit e Cunincpert 678-88Cunincpert 688-700

Anno

Liutpert 700Raginpert 701Aripert II 701-12Liutprand 712-44Hildebrand 744

Ratchis 744-49Aistulf 749-56Desiderio 757-74

Regno Italico:BerengarioGuido da Spoleto 888Arnolfo - Lamberto 894Lodovico di Provenza 900Rodolfo di Borgogna 921Ugo di Provenza 926Lotario 947Berengario e Adalberto 951

Imperatori sassoni:Ottone I 962Ottone II 973Ottone III 983

Arduino d'Ivrea 1002

Imperatori di Franconia:Enrico II 1004Corrado 1026Enrico III 1039

Enrico IV 1056Enrico V 1110

Lotario IICorrado III di Baviera 1125Federico I Barbarossa 1155Federico II di Svevia 1215-50

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VESCOVI DI PAVIA

NB - La cronologia dei vescovi piùantichi è riportata secondo la tradi-zione leggendaria della Chiesa pa-vese, che fa risalire all’anno 46 l’arrivoin città del primo vescovo S. Siro e lafondazione della comunità cristianalocale. Tale pia, ma fantasticaleggenda pare essersi consolidata

anniS. Siro Galileo 46-96S. Pompeo I, di Aquileia 96-100S. Invenzio I, di Aquileia 101-139S. Profuturo 139-144S. Obediano 145-158Leonzio 158-180(distinse la Città in Parrocchie)S. Urcisceno 183-216S. Crispino I, pavese 216-253S. Felice martire 253-255S. Massimo I, pavese 256-270S. Epifanio I, pavese 270-274

S. Crispino II, pavese 275-305S. Dalmazio, germano, martire

306-307S. Anastasio I, pavese 310-333Tommaso Diacono 333-352Albachio 354-358S. Ilario 358-376S. Invenzio II 377-403Tibaldo, pavese 405-419Marcellino 424-431S. Crispino III 432-466S. Epifanio II, pavese 466-498

S. Massimo II 498-511S. Ennodio. Ottenne dal Papa Ormi-sda il privilegio del Pallio ed altri privi-legi per la Chiesa pavese

511-521Paolo. Indisse le feste Cerealia per laB. M. V. 521-546Pompeo II 548-579

solamente nel corso del sec. XVII edha obbligato a ripetere i nomi dialcuni vescovi, dando ad esempiodiversi Invenzi, Crispini ed Epifani, per conciliare l’antichità presunta conl’ordine dei vescovi e con idocumenti storici che effettivamenteli citano.

Severo. Istituì a Pavia le LitanieMaggiori, secondo l’esempio delRomano Pontefice 580-614Bonifacio. Istituì a Pavia leSupplicazioni “amburbiali”, la 6. feriadopo la Domenica di Resurrezione,quando si recavano e s’infiggevanoCroci di cera alle antiche porte dellacittà 615-626Lorenzo I, pavese 628-632Magno 633-668S. Anastasio II 668-680

S. Damiano, pavese 680-710S. Armentario, pavese 711-730Maurizio 730-734Anastasio III 734-737S. Teodoro I 737-750S. Pietro I, pavese 751-766S. Teodoro II, pavese 766-778Agostino, il quale cessò appenaeletto e consacrato. 778S. Girolamo, pavese 778-787Ireneo 787-790Ubaldo, francese, Abate del Mona-stero di Augiers, presso Costanza.

791-793Gandolfo 793-795Pietro II 795-800S. Giovanni I, pavese 801-813Sebastiano 814-816S. Adeodato, pavese 817-829S. Litifredo I 829-850

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Lintardo, pavese. Partecipò alConcilio di Pavia, in presenza di Lu-dovico, Re d’Italia e Imperatore, dalquale, come anche da Lotario, ebbein dono alcuni Castelli e il titolo diConte. 850-873Giovanni II. A questo Vescovo e aisuccessori il papa Giovanni VIII con-fermò Privilegi e ne attribuì uno nuovomolto importante, quello diconvocare ai suoi Sinodi gli Arcive-

scovi di Milano e di Ravenna, coi lorosuffraganei. Egli usò tutti questiprivilegi ed altri, che possono essereletti nei Distici di Girolamo Bossi.

874-911Giovanni III. Papa Anastasio III, oltre aconfermargli i Privilegi, gli concesse diavere (Umbellam: un ombrello?) e ilprimo posto a sedere a sinistra delRomano Pontefice nei ConciliGenerali. 911-924Leone, pavese 925-928S. Innocenzo, pavese 929-930

Sigofredo (Sigfrido), pavese. Fuconsigliere dei Re d’Italia Ugo eLotario. 930-939S. Litifredo II, pavese 939-966Pietro III Canepanova, pavese. FuCardinale e Sommo Pontefice colnome di Giovanni XIV. 966-984Guido Curti, Cardinale pavese. Par-tecipò al Concilio Generale indetto aPavia da Gregorio V con la presenzadell’Imperatore Ottone III. IncoronòArduino dopo la sua elezione a Re

d’Italia e ne ricevette in dono moltiterreni e castelli.984-1008

Uberto Sacchetti 1008-26Guido II Gaino 1026-28Rainaldo Cattasi. Partecipò al Conci-lio di Pavia celebrato da Leone IX.

1028-57

Enrico Astari, pavese 1060-72Guglielmo I, fratello della grandeMatilde di Canossa 1073-1104Guido III Piscario, pavese 1105-19Bernardo I Lunati 1120-30Bernardo II Curzi, pavese 1130-38Alfano Confalonieri, pavese, fu no-minato in sostituzione del Card. S.Guarino Fuscarario, eletto al Vesco-vato in Pavia ma fuggito clandestino.

1140-45

Corrado I, Conte di Lomello 1146-48Pietro IV Rossi, pavese 1148-60Siro II Giorgi, pavese 1160-66Pietro V Toscani, pavese. Papa Ales-sandro III lo privò dell’uso del Pallioperché si era alleato a FedericoBarbarossa. Poi glielo concessenuovamente a Venezia, dopo l’ac-cordo con Federico, e lo accolsenella propria grazia coi suoi sosteni-tori. 1167-78S. Lanfranco Beccari, pavese.

1178-94

S. Bernardo III Balbo, pavese.1195-1212

Rodobaldo I di Sangregorio, pavese.Partecipò al Concilio Lateranense aRoma, sotto Innocenzo III.

1213-15Gregorio Crescenzio, Cardinale Ro-mano. 1215-16S. Fulco Scotti, piacentino 1217-29S. Rodobaldo Cipolla, il quale, dopoche Ardengo Torti aveva rifiutato diaccede all’Episcopato, fu eletto al

suo posto. Visitò tutte le Reliquie dellacittà di Pavia e scrisse una Cronacasu di esse. 1230-54Guglielmo II Caneti, pavese 1257-72Corrado II Beccaria, pavese, il quale,per un decennio, occupòl’Episcopato contro Guido IV Zazzi.1272-94 Guido IV Zazzi. 1272-82

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Ottone Beccaria, pavese 1294-95Guido V Langosco, pavese

1296-1312Isnardo Tacconi, pavese, dell’Ordinedei Predicatori. Fu anche Patriarca diAntiochia. 1312-19Giovanni IV Beccaria, pavese

1320-23Charante Sannazzaro, pavese

1323-28Giovanni V Fulgosi, piacentino

1330-42Pietro VI Spelta, veronese 1342-56Alcherio Alcheri, pavese 1357-61Francesco I Sottoripa, comense

1364-86Guglielmo III Centuario, cremonese

1386-1401Pietro VII Grassi, di Castelnuovo. Per primo nel 1404 fece a Pavia la so-lenne processione con la SantissimaEucaristia. Sul suo esempio gli altriVescovi occidentali iniziarono a farelo stesso nelle loro Chiese. 1401-26

Francesco II Picolpasso, bolognese.Partecipò al Concilio di Basilea.

1430-35Enrico II Scotti 1435-43Bernardo Candiani, divenuto quindiVescovo di Como. 1443-46Giacomo I Borromeo, pavese

1446-53Giovanni VI Castiglioni, Cardinalepavese 1454-60Giacomo II Ammannati “Lucensis”,Cardinale 1460-79

Ascanio Maria Sforza, Cardinale1479-1505Francesco III Alidosio Cardinale daImola 1506-11Antonio Chiocca, Card., sopranno-minato Monti o del Monte, aretino

1513-29

Gio. Girolamo Rossi, parmense.Abdicò dal Vescovato sino al 1551

1531-44Gio. Maria Chiocca, Card., sopran-nominato Monti o del Monte. Fueletto Papa col nome di Giulio III.

1544-50Gio. Girolamo Rossi, richiamato alVescovato. Produsse l’Orazione delle40 ore, per tutta la settimana.

1551-64

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Ippolito de Rossi, parmense. Parte-cipò al Concilio di Trento. Fatto Car-dinale nel 1581. Istituì il Seminario deiChierici e l’esercizio della DottrinaCristiana. 1564-91S. Alessandro Sauli, genovese,barnabita 1591-92Francesco Gonzaga, Cardinale man-tovano, che non occupò l’Epi-scopato. Fu eletto subito dopo Ve-scovo di Mantova. e fu sostituito nello

stesso anno 1593Guglielmo Bastoni, di Bosco d’Ales-sandria 1593-1608Gio. Battista Biglia, milanese 1609-17Fabrizio Landriani, milanese. Scrisse leregole della Congregazione dellaDottrina Cristiana. Istituì il Pio luogodelle Orfanelle, sotto il titolo di S. Siro.Elargì 26mila libre imperiali ai Clericiregolari detti della Società di Gesù,per aprire in Città tre scuole di lettereumanistiche 1619-37Pompeo Cornazzani, pavese. Ri-

nunciò all’Episcopato a causa d’unamalattia articolare e dell’età avan-zata 1638Gio. Battista Sfondrati 1639-47Francesco Biglia, milanese 1647-59Girolamo II Melzi, milanese 1660-72Lorenzo Trotti, milanese 1672-1700Giacomo Antonio Morigia, Barnabita.Prima di venire a Pavia, fu Arci-vescovo di Firenze. Cardinale

1701-08Agostino Cusani, milanese. Fu Arci-

vescovo di Amasia, Nunzio Apostolicoa Venezia e Cardinale. 1711-24Francesco Pertusati, milanese, del-l’Ordine Olivetano 1724-52Carlo Francesco Durini, Cardinale,milanese 1753-69Pio Bellingeri, pavese 1756-73Bartolomeo Olivazzi 1769-91

Giuseppe Bertieri, di Ceva, Agosti-niano 1792-1804Paolo Lamberto d’Allegre, torinese,Consigliere di Stato e Conte delRegno d’Italia 1807-21Luigi Tosi, di Busto Arsizio 1823-45Angelo Ramazzotti, di Saronno. Di-venne in seguito Patriarca di Veneziae morì nel 1861. 1850-58Pietro Maria Ferré, di Verdello. Lasciòla sede vacante sino al 1863 per 

proibizioni di natura politica. Poi sitrasferì a Casale Monf., ove morì nel1886. 1859-67Lucido Maria Parocchi, mantovano,divenne in seguito Arcivescovo diBologna e Vicario Generale delPapa. Morì nel 1903. 1871-77Agostino Gaetano Riboldi, di PadernoDugnano. Divenne Cardinale nel1901 e andò a Ravenna, ove morì nel1902. 1877-1901Francesco Ciceri, di Vill’Albese (MI)

1901-24

Giuseppe Ballerini, di Gualdrasco1924-33

Gio. Battista Girardi, padovano1934-42

Carlo Allorio, di Villata (NO) 1942-68Antonio Giuseppe Angioni, di Bortigali(SS) 1968-86Giovanni Battista Volta, di Gazoldodegli Ippoliti (MN) 1986-2003Giovanni Giudici dal 2003

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PODESTÀ E SINDACI DI PAVIADAL 1159 AL 1999

(in corsivo pro podestà, pro sindaci ecommissari)

AnnoUberto Olevano, pavese 1159Ferrando Alberici, pavese 1179Guido del Pozzo, pavese 1180-84Alberto Sommo, cremonese 1191Girardo Fante, modenese 1207-08Isacco da Dovera, cremonese 1210

Giovanni Strozzi 1212-13Nicola Borgo 1214Giovanni Strozzi 1215Manuello d'Oria, genovese 1216Enverardo di Lutri 1219Fulco Scotti, vescovo di Pavia1220Matteo Corigia, parmense 1221-22Guglielmo da Binasco e AgostinoAvvocati 1223Bernardo Cornazzani 1224Alberto Conti 1225Villano Aldighieri, ferrarese 1226Rolando Rubens, parmense 1227Uberto da Sommo,cremonese 1228Guido Fallavelli, tortonese 1229Ugolino Rubens, parmense 1230Uberto da Gorzano e Quaglia daGrizano 1231Quaglia da Grizano 1232Ugolino Rubens, parmense 1234Gerardo Rangone, modenese

1234-35Zanone d'Andito, piacentino 1236Conte Guido di Biandrate 1237Bartolo Tavernario, parmense1238

Marchese Uberto Pallavicino 1239Bernardino Ugo Rossi 1240Guido Sisso 1240Bernardino Ugolino 1241Marino d'Ebulo 1242Fulco di Ponzano 1243Guglielmo Amato, cremonese 1244Riccardo Filangeri 1245

Bonaccorso de Palude 1246Ugolino Boteri, parmense 1247Guido Sisso 1248

Filippo Barbavaira de Castello 1249Trinca de Fulgineo 1250Bartolo Tavernario, parmense1251Michele della Trotha 1252Rolando Guidobono 1253Marchese Uberto Pelavicino 1254Mazucco d'Andito, piacentino 1255Gerardo da Rosate 1256Alberto Fontana, piacentino 1257Guido Sisso 1258Pasio Pisamigole 1259Rufino Guasco, alessandrino 1260Daniele Solari, astigiano 1261

Taddeo Pepoli e Aido Grumello1262

Giordano Racalvengo 1263Filippo Sisso 1264Guadaleo da Dovera, cremonese

1265Alberto Mancasola 1266Giacomo Ticone 1267Mastino della Scala, veronese 1268Giordano Racalvengo 1269Alberico Suardi, bergamasco 1270Lanfranco Suardi 1271

Raimondo Asinario, astigiano 1272Rufino Guttuario, astigiano 1273Ansaldo Balbo, genovese 1274Lanfranco Pignatari,genovese 1275Giacomo Calcabò 1276Bassano Cavallari 1277Guglielmo Pusterla, milanese 1278Filippo Avvocato 1279

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166 

Giovanni Soresina 1280Mercurino Suardi 1280Guglielmo Soresina, milanese 1281Uberto Spinola, genovese 1282Pietro Grumello 1283Carlo Flisco (Fieschi?), genovese

1283Marino Suardi 1284Enrico Brussamantica, pavese 1285Giacomo Tornielli, novarese 1286Beltramo Carcano, milanese 1287

Emanuele Spinola, genovese 1288Manfredi Pelavicino 1289-90Otorino Mandelli 1291Moresco Rivola 1292Guiscardo de la Maldura 1293Enrico de Marliano 1294Alberico Suardi, bergamasco 1295Emanuele Spinola, genovese 1296Bernardino Nogaroti,veronese 1297Guglielmo da Busseto 1298Uberto Spinola, genovese 1299Enrico Visconti 1300Giacomo Carcano 1301

Fazio Pusterla, milanese 1302Giovanni da Giussano 1302Fazio Pusterla, milanese 1303Rolando Scotti, piacentino 1304Pino Vernazza 1305Gaspare Visconti 1305Uberto Pettinati 1306Pino Vernazza 1307Roberto Crotta 1308Carlo Sordi, piacentino 1309Tommaso Berarigi 1310Luchino Visconti 1310

Fiammingo Landi 1311Manfredi Grillo 1311Andrea Piossasco 1312Bartolomeo Cortisi 1312Bonifacio Guasco d'Alice 1313Marchese Nicola Malaspina 1314Bartolomeo Cortisi 1314Francesco Garbagnati 1316

Luchino Visconti 1317-19Luchino Visconti 1320Morando Porro 1320Lanfranco Cavallari,novarese 1321Ruggero Medici 1322Catellano Scaccabarozzi 1322Lanfranco Cavallari 1323Carlo Sordi 1324Bassano Crivelli 1327Heinrich von Gronestan 1327-31Oberto di Cocconate 1332

Martino Castelli 1332-33Carlotto Sordi 1334Gaspare Visconti 1334-35Giovanni Spinola 1336Marchese Federico Malaspina 1337Boschino Mantegazza 1338Maffeo da Sommo 1339Brizio Goromonti, bolognese 1340Guido Rangoni 1340Besso di Summonte, vercellese 1341Filippone Sessa 1342Gasparino Visconti 1343-45Otto Borri 1346-47

Suzio Vistarino, lodigiano 1348Gasparino Visconti 1349Guido Bottazzi 1350Francesco Ricci 1350Giovannolo Mandelli 1351-52Tommaso Lampugnani 1353Rolando Prato 1353Ramengo de Cassate 1354Pacomo Provana 1355Baldovino della Rocchetta 1356Conte Antonio di Biandrate 1356Bartolo Cereseto 1357

Conte Antonio di Biandrate 1359Matteo Mandelli 1359-60Giovannolo Pirovano 1361Giovanni Pallavicino 1362Zanardo Pusterla 1366Guelfo Lanfranchi, pesarese 1367Giovanni Anguissoli 1369Speronello Canavizio 1371

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167 

Loterio Rusconi, comasco 1372Taddeo Pepoli, bolognese 1373Francesco Zazzia, pesarese 1374Spinetta Spinola 1376Bucerio Rusconi 1376Guelfo Paravicino 1377Bartolomeo Jacopi,genovese 1378Giovanni Anguissoli 1382Uberteto Visconti 1383Bartolomeo Piacentini 1385Rolando Rossi 1386

Giovanni d'Iseo, bresciano 1387Prendiparte della Mirandola 1389Antonio da Pietrasanta 1394Giovanni d'Iseo 1395Antolino Anguissola 1396Leonardo Doria 1397-99Conte Artale d'Alagonia 1400Spinetta Spinola 1402Bartolomeo d'Alagonia 1403Crepino Spinola 1404-05Bonifacio Malaspina di Varzi 1406-07Androlino Ubertini 1407Bartolomeo Falconi 1409

Giovanni Porri 1410Pietro Oddoni 1411Pietro di Cocconate de Radicato

1412Tibaldo Cerati d'Alba 1414Paolo Doria 1415-16Enrichetto Valperga 1417Sperono Pietrasanta 1418Bertola della Croce 1421Gasperino Visconti 1422-23Antonio Scarampi 1424Guglielmo Asinari 1425

Bassano Lampugnani 1427-28Giovanni Grimaldi 1429-30Marchetto Ricci, astigiano 1431-32Biagio d'Axereto, genovese 1433-34Giovanni Burri 1435Marchese Corrado del Carretto,savonese 1437-38Giovanni Burri 1439-40

Antonio Cavalli, veronese 1442Bartolomeo Barattieri, piacentino

1443Ubertino Balardi 1444-45Manno Donati, fiorentino 1446Matteo, ex marchese di Ceva 1447Filippo Meli e Polidoro Baglioni

1448-49Antonio Crivelli 1450Conte Giovanni Manfredi, faentino

1451-52

Manno Donati, fiorentino 1453-54Pier Paolo Pontani, spoletino 1455-56Antonio Micheli, senese 1457-58Filippo Meli, cremonese 1459-60Galeazzino Campofregoso,genovese 1461-62Alessandro Castiglioni 1463-64Giuliano Ghilini 1465-66Carlo Raguardali Norsa 1467Bartolomeo Caci 1468-69Antonio Fogliani 1470-71Marco Medici, lucchese 1472-73Giovanni da Pietrasanta 1474-77

Giovanni Calzavacche 1478-80Baldassarre Meli 1482Raffaele Giuviziati, alessandrino

1483Benedetto Ferrari, milanese 1484Giacomo Bilia 1485Carretto del Carretto 1486-88Francesco Porri 1489-91Ambrogio Zanca, napoletano

1492-94Gianfilippo Gambaloita 1495-96Giambattista Spinola 1497-98

Gabriele Ginori, fiorentino 1499-1500Bartolomeo Boni 1501-03Paolo della Porta, novarese

1507-08Bernardino Guacci 1509-11Pier Antonio Bercioli, novarese 1512Benedetto Pelati, lodigiano 1513

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168 

Giacomo Inviziati 1514Giovanni Verari, astigiano 1515-16Agostino Gallarati, cremonese

1518-19Giovanni Verari, astigiano 1521-22Melchiorre Marsi 1525Francesco Sfondrati 1530Pier Giovanni Schinchinelli 1532-33Tideo Oldovini, cremonese 1534-35Ascario Marsi 1543Pier Paolo di Casate 1544-45

Alfonso Guevara 1546-47Carlo Malopera 1548-49Cesare Taverna, milanese 1550-51Martino della Pergola, valtellinese

1552-53Pier Giorgio Visconti, milanese

1554-55Hernan Brazo, spagnolo 1556-57Antonio Londono, spagnolo 1558-61Giovanni Botta, cremonese 1562-63Paolo Chiesa, tortonese 1564-65Alvise Belloni, alessandrino 1566-67Cristoforo Magni, milanese 1568-69

Sigismondo Piccinardi, cremonese1570-71

Hernan Horticio, spagnolo 1572-73Galeazzo Brugora, milanese 1574-75Sigismondo Piccinardi, cremonese

1576-77Girolamo Monti 1578-79Giovanni Tommaso Odescalchi

1580-81Alvisio Belloni, alessandrino 1582-83Galeazzo Visconti, milanese 1584-85Alvisio Belloni, alessandrino 1586-87

Luis Mesa Cortes, spagnolo 1588-89Alvisio Belloni, alessandrino 1590-91Ludovico Maddi, cremonese

1592-93Cesare Gallarati 1594-95Lucio Albrizzi 1596-97Cesare Gallarati 1598-99Galeazzo Visconti, milanese 1600-01

Lorenzo Pollo, spagnolo 1602-03Ludovico Maddi, cremonese

1604-05Cesare Gallarati 1606-07Truffo Truffi 1608-11Ludovico Taverna 1612-13Jacopo Alifer 1614Juan Rodriguez, spagnolo 1615Nicolas Leyzal, spagnolo 1616-19Matias Maldonado, spagnolo

1620-21

Nicolas Leyzal, spagnolo 1622-23Orazio Mainoldi 1624Girolamo Erba 1624-25Juan Ruiz de Laguna, spagnolo

1625-27Ottaviano Piccinardi, cremonese

1628-29Francisco Arguis, spagnolo 1630-31Juan Ruiz de Laguna, spagnolo

1632-33Ludovico Turconi 1634Antonio Gallia, alessandrino 1635-36Consalvo Rodriguez, spagnolo

1637-39Alfonso Majnardi, cremonese 1640Giambattista Cantoni, alessandrino

1642-43Fabio Francesco Dugnani 1644-45Carlo Patalani 1646-47Francesco Redanaschi 1648-49Pietro Petraccini 1650-51Nicola Fernando De Castro (Castelli?)

1652-53Giacinto Orrigoni 1654-55Tommaso Persichelli 1656-59

Carlo Archinti 1660-61Antonio Maria Erba 1662-63Carlo Corio 1664-65Giambattista Pozzi 1666-67Giampiero Stampa, comasco

1669-70Sebastiano Larmella Caxa 1670Carlo Visconti 1671

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169 

Alonso de la Peña 1672-73Fabrizio Luigi Pusterla 1674-75Giambattista Sico Borella 1676-77Pier Giorgio Burra 1678-79Luigi Trotti 1680-81Galeazzo Bossi 1682-83Barnabò Bambosi 1684-85Pier Paolo Bonetti 1686-87Marchese Cesare Pagani 1688-91Pedro Casado Rosales 1692-93Francesco Radamaschi, cremonese

1694-95Pedro Casado Rosales 1696-97Giovanni Pinacchi 1698-99Ignacio Antonio Alvarez 1700-03José Bolañas 1704-05Giambattista Modignani, lodigiano

1706-07Orazio Bazetta, comasco 1708-09Carlo Visconti 1710-11Pietro Goldoni Vidoni 1712-15Giorgio Giulini 1716-17Marchese Antonio Recalcati

1718-19

Giulio Calderari 1720-21Girolamo Rotta 1722Giulio Calderari 1723Giuseppe Antonio Perini 1726-27Giuseppe Pianto 1728-29Bendono Caccia 1730-31Giovanni Antonio Cattaneo 1732-33Conte Paolo Carcelli 1734-37Girolamo Maria Suzzani 1738-41Alberto Visconti d'Aragona 1742Alberto Re 1750Carlo Maria Recalcati 1757

Filippo Montone Visconti 1759Giovanni Pietro Moneta 1766Giambattista Assandri 1770Carl von Felber 1778Paolo Bassi 1786Cesare Schinchinelli 1787Carlo della Porta 1790Camillo Campari 1807-16

Carlo Bellingeri di Vistarino 1816-23 Maspes, pro Podestà 1823Giuseppe Robolini 1823-25Carlo Bellisomi 1826Scazza, pro Podestà 1826-29Rusconi, pro Podestà 1827Giuseppe Beccaria 1827-31

 Maggi, pro Podestà 1832Pio Folperti 1833-39Rusconi, pro Podestà 1838Tommaso del Majno 1840-45

Erba, pro Podestà 1845Eucherio Calcagni 1846-48Pietro Carpanelli, pro Podestà 1848Carlo Cairoli 1848Francesco Cattaneo 1849-51Giovanni Battista Burdet, pro Podestà

1851-52Carlo Folperti 1853-55Giovanni Lauzi 1856-57Giovanni Zanini 1857-60Giovanni Mai 1860Giovanni Vidari 1860Giovanni Codazza 1863

Giuseppe Martinazzi 1864Cristoforo Bertinelli, R. Commissario

1866Giovanni Migliazza, pro Sindaco

1867Giovanni Dell'Era, pro Sindaco

1867Tullio Brugnatelli 1868-71Costantino Mantovani, pro Sindaco

1871Pio Pietra, pro Sindaco 1871

 Achille Bozzi, pro Sindaco 1871

Pio Pietra, pro Sindaco 1872Evandro Caravaggio,R. Commissario 1873Giuseppe Cattaneo, pro Sindaco

1873 Achille Bozzi, pro Sindaco 1874Bernardo Arnaboldi Gazzaniga

1877-81

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Giuseppe Dapelli, pro Sindaco 1881Alessandro Campari 1884-88Costantino Mantovani, pro Sindaco

1888Emilio Franchi Maggi 1889-90Camillo Pellegrini, pro Sindaco 1890Luigi Bertioli, R. Commissario 1890Gerolamo Forni 1891-93Pietro Pavesi, R. Commissario 1893Carlo Belli 1893-98Carmine Adami-Rossi,

R. Commissario 1899Pietro Pavesi 1899-1902Enrico Comitti, R. Commissario 1902Quirino Quirici 1902-05Giacinto Romano, pro Sindaco 1905Carlo Zacchi, pro Sindaco 1905Benedetto Scelsi,R. Commissario 1906Giovanni Vidari 1906-07

Cornelio Veltri 1973-78Giorgio Maini 1978Pierangelo Giovanolla 1986Sandro Bruni 1988-90Sandro Cantone 1990-93Domenico Gorgoglione,Comm. pref. 1993Rodolfo Jannaccone Pazzi 1993-95Domenico Gorgoglione,Comm. pref. 1995-96Andrea Albergati 1996-2005

Piera Capitelli 2005-09Laura Bianchi, Comm. pref. 2009Alessandro Cattanero dal 2009