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Liceo classico “A. Oriani” - Corato
Appunti I.R.C. prof. Antonio de Palma
IV°ginnasio Modulo didattico
Mito
e religione
IL MITO
Introduzione :
o Etimologia
o Definizione
oo Caratteristiche
o Origine
Forma
Contenuti
Mito culture e religioni La Bibbia.. e i "suoi" miti
IInnttrroodduuzziioonnee
“Sei un mito !” E’ un’espressione spesso usata per dire a qualcuno che è straordinario, eccezionale, che
fa delle cose fuori della norma, che esce dall’ordinarietà per rappresentare un paradigma con cui occorrerà
confrontarsi. Certo non è proprio in questo senso che si parla di mito in antropologia .. ma qualche
analogia o somiglianza c’è, come vedremo.
EEttiimmoollooggiiaa:: Il termine “mito” viene dal greco μύθος, mythos = una narrazione che racconta in modo
favoloso, poetico, contemplativo la realtà quindi un discorso aperto al mistero.
Si distingue da loghos che è ugualmente un “discorso” ma un discorso razionale, atto a
dimostrare la verità attraverso il ragionamento.
■ La parola «mito», ma anche le parole «mistero», «mistico», «muto», richiamano il verbo greco
μύω myo (chiudere) ad indicare qualcosa di chiuso, di oscuro,..
■ La parola mitologia deriva dalle due parole greche mùthos e lògos, significa discorso e se vogliamo
disciplina che si occupa dello studio e dell'interpretazione del mito; (si occupa quindi non solo di raccogliere le
storie narrate nei vari miti ma anche di raccogliere le fonti dei miti stessi, le varie versioni dei miti e di collocarli nella loro giusta
dimensione). Quindi mitologia designa • il corpus dei miti tramandati da una cultura ma anche..
• lo studio scientifico sul mito stesso.
DDeeffiinniizziioonnee:: IIll mmiittoo èè uunnaa nnaarrrraazziioonnee ppaarrttiiccoollaarree ......
1. ■ i cui protagonisti sono divinità, eroi, antenati, animali e creature mostruose. 2. ■ situata al di fuori del tempo storico.. anzi precede la storia. 3. ■ rivestita di simbolismo ricco di messaggi e profonde verità. 4. ■ investita di sacralità e concepita come storia sacra, perchè le verità che offre 5. ordinano e danno senso alla realtà fornendo elementi di spiegazione della realtà. 6. ■ patrimonio sociale, intellettuale e morale di una determinata religione o cultura.. 7. ■ ancora oggi fonte di informazioni sulla storia dei popoli.
il mito ► non pretende di spiegare la realtà,
(non ha valore scientifico)
► si limita a contemplarla come espressione del sacro
Il mito non va identificato con le narrazioni
immaginarie prodotte
dall'ingenuità umana (cioè fiabe, leggende, ecc.),
né con il rivestimento
letterario della realtà (racconti, epopee, ecc.).
Anche se oggi,
nell'uso comune,
è spesso usato come sinonimo di
qualcosa di falso o inventato,
il mito è una delle più grandi conquiste dell'umanità.
CCaarraatttteerriissttiicchhee ddeell MMiittoo
► Il Mito è astorico ..un racconto al di fuori del tempo storico
Il mito, come successivamente le fiabe con il loro "c'era una volta", iniziano con espressioni
come: "in illo tempore", "in origine", "in principo". L'"illo tempore" del mito non è un tempo che si colloca nella linea della storia. L'illo tempore è un attimo sacro,
che abbraccia le età più lontane, il mondo presente e il futuro. Il tempo
mitico è astorico perché eternamente presente.
Il tempo mitico è preistorico perché le vicende narrate hanno luogo in
un'epoca che precede la storia scritta, anzi è un'epoca fuori del tempo
storico. Un mito riferisce "avvenimenti che hanno avuto luogo nel tempo primordiale, il tempo delle origini".(Mircea Eliade, Aspects du Mythe)
Anche quando i miti fanno riferimento ad avvenimenti storici, essi sono comunque creazioni
geniali primitive che possiamo intendere come trasfigurazione poetica di avvenimenti
reali del mondo della natura o di quelli storici delle prime società umane trasmessi a scopo,
oggi diremmo, didattico-educativo.
► Il Mito è didattico.. dà senso e ordina la realtà
Di fronte all'uomo primitivo la natura, la vita, la storia e tutto ciò che
lo circonda, appare come un turbinio di immagini senza senso e il
mito diventa quindi un modo per ordinare e conoscere la propria realtà.
Egli non conosce le leggi che governano la natura, le cause della vita e della morte, del bene e del male, non comprende i motivi
storici che hanno determinato la condizione del suo popolo e davanti a
questo universo di immagini incomposte, che la natura e la vita gli
propongono ogni giorno, rischia di perdersi, di cadere preda dell'ansia e della paura e, solo attraverso i miti, egli trova il senso della
realtà, costruisce l'ordine di quelle immagini, altrimenti incomprensibili.
Attraverso i miti l'uomo ordinava
il mondo, i suoi significati, i suoi valori
.. e li trasmetteva di generazione in generazione.
► Il Mito è simbolico ..riporta, oltre la sua stessa forma, a conoscenze superiori.
Le risposte alle domande fondamentali della vita le antiche culture le hanno espresse per mezzo
di racconti simbolici cioè attraverso i miti. Come ogni simbolo anche i miti hanno due facce:
► una faccia esterna (è il significante) percepita
dai sensi umani e fatta di grandi racconti in cui si
descrive un mondo corruttibile, pieno di dolore, di sofferenza, di morte;
► ed una faccia interiore (è il significato) che
allude a un mondo incorruttibile, dalle forme eterne,
dai modelli esemplari.
Il MITO, quindi, non è oggettivo. Il mito..
o va affrontato con un pensiero lontano dal razionale, o va oltre la sua stessa forma d'espressione del mito stesso,
o è un mezzo per arrivare ad una conoscenza superiore di sé e della realtà.
Solo la conoscenza dei valori simbolici può
consentirci di individuare i profondi messaggi che
ogni mito trasmette al popolo presso cui è sorto.
MIRCEA ELIADE (rumeno, storico delle
religioni) diceva "un simbolo allude
sempre a una realtà migliore o ad una
situazione tale da impegnare l'esistenza umana"… un mito, in
quanto simbolo, non solo comunica ma
"dà anche un significato all'esistenza
umana".
► Il Mito è sacro ..
Il mito è una narrazione investita di sacralità,
Esso è considerato un racconto sacro
o perchè svela i misteri,
o perchè è capace di dare risposta agli
interrogativi degli uomini: come sono nati l'universo e l'uomo, come hanno avuto
origine gli astri e la terra, le piante e gli
animali e spiega come si sono formate i
popoli con l'aiuto di personaggi che
potevano essere dei o eroi.
Nel dire che il mito è una narrazione sacra
s'intende che esso viene considerato verità di
fede e che gli viene attribuito un significato
religioso o spirituale. Perciò il mito è legato alla
dimensione del rito, insieme al quale costituisce
un momento fondamentale dell'esperienza religiosa volta a soddisfare il bisogno di fornire una
spiegazione a fenomeni naturali o a interrogativi sull'esistenza e sul cosmo.
► Il Mito è fonte ..per ogni patrimonio culturale. I miti sono le più ricche e antiche fonti di informazioni della storia
umana. Il mito che, come abbiamo visto, trasmette agli uomini una sua
verità, ha ancora oggi il potere di fornirci informazioni
interessanti. Infatti dalle narrazioni mitiche apprendiamo
• in quale ambiente si è sviluppata la civiltà che le ha prodotte: se
era un ambiente favorevole o ostile alla vita;
• il tipo di civiltà, se pastorale o agraria, se nomade o stanziale;
• l’organizzazione sociale, se era di tipo patriarcale o matriarcale, se era praticata la poligamia o la monogamia.
Ma le informazioni più interessanti riguardano i valori che quella civiltà
praticava e i principi a cui conformava azioni e comportamenti.
A queste domande e ad altre ancora può rispondere un mito, che quindi conserva, anche dopo tempo immemorabile, la capacità di
fornire indicazioni per ricostruire la storia dei popoli.
OOrriiggiinnee ddeell MMiittoo Ogni civiltà fiorita sulla terra ha sviluppato fin dalle più lontane origini un vasto
repertorio di miti perchè tutti gli uomini -se ne rendano conto o no- si trovano
posti, dal loro stesso esistere nel mondo, di fronte a molti enigmi:
Da dove viene l'uomo, qual è il suo destino? Che senso ha la vita? Che senso ha la morte? C'è un aldilà?
.
L’esigenza di dare risposta alle grandi domande
sull’origine dell’universo e dell’uomo, sull’alternarsi delle stagioni, sui fenomeni naturali, sulla vita, la morte e il dolore, sul destino, ha
indotto l’uomo a fornire spiegazioni.
Queste domande non trovano risposte soddisfacenti nell'esistenza stessa, ma
individuano ciò che gli uomini chiamano mistero e che Rudolf Otto,
(Hannover 1869 - Marburgo 1937, filosofo e teologo luterano tedesco) definisce il mistero ineffabile, in cui il "totalmente altro" si manifesta con una forza e una
maestà che suscitano timore, ma anche insopprimibile fascino e attrazione.
Le culture primitive erano incapaci di elaborare una
dottrina religiosa o un sistema di nozioni volto a
definire la natura del numinoso, (dal latino Numen,
plurale Numina) che era il termine per esprimere la
potenza divina.
Per le culture arcaiche il linguaggio era fatto di
immagini e non di concetti. Così, in luogo della
dottrina religiosa, troviamo il mito, un complesso
asistematico di narrazioni orali tramandate di generazione in generazione, che offrono una
rappresentazione significativa dell'universo.
IIll MMIITTOO nneellllaa ffoorrmmaa
Il mito è costituito dall’insieme di
narrazioni orali, opere letterarie,
raffigurazioni grafiche o pittoriche e
rappresentazioni teatrali
di eventi o elementi fondanti la cultura cui appartengono, contribuendo a sua volta a conservarli vivi nelle coscienze e attivi
nello sviluppo ulteriore della stessa cultura.
► I miti appartengono inizialmente alla tradizione orale di un popolo
e venivano narrati presso gruppi umani che non conoscevano la scrittura. Nelle società antiche
veniva tramandato oralmente dagli anziani o da persone a cui veniva riconosciuto un particolare
prestigio, una sorta di narratore . (es: aedi (cantautori) e rapsodi (interpreti) nell’antica Grecia, erano i cantori delle gesta di dei ed eroi. Generalmente accompagnavano il racconto con il
suono della cetra. Secondo la tradizione anche Omero sarebbe stato un aedo.)
► Solo in seguito furono raccolti e trascritti.
In genere erano i sacerdoti del tempio i depositari e i garanti del patrimonio mitologico e dei valori di un popolo.
Il mito ha poi incontrato, lungo il suo cammino, un autore colto o più
scrittori che ne hanno fissato la forma scritta e l'hanno tramandata, ma il
passaggio alla versione scritta non ha posto fine alla tradizione di
continuare a trasmettere oralmente il racconto, che, passando di bocca in bocca, ha facilmente subito variazioni o ricevuto aggiunte, per cui non è raro il caso che di una narrazione mitica
esistano più versioni.
Inoltre tali miti erano narrati solo in particolari.. 1. occasioni (feste=tempo sacro) e
2. circostanze (momenti solenni=rito sacro).
► I Greci rappresentavano i miti anche in forma teatrale
perché consideravano il teatro non come una semplice
occasione di divertimento e di evasione dalla quotidianità, ma piuttosto come un luogo dove la polis (πόλις, la città) si riuniva
per celebrare le antiche storie del mito, patrimonio comune
della cittadinanza, che lo spettatore greco conosceva. Lo spettatore greco si recava a teatro per imparare precetti religiosi,
per riflettere sul mistero dell'esistenza, per rafforzare il senso
della comunità civica. La rappresentazione teatrale non era soltanto uno spettacolo: era un rito collettivo della
pólis che si svolgeva durante un periodo sacro in uno spazio sacro (al centro del teatro sorgeva l'altare del
dio). L'evento teatrale aveva dunque la valenza di un'attività morale e religiosa da assimilare ad un
vero e proprio rito. .
IIll MMIITTOO nneell ccoonntteennuuttoo
Ci sono vari tipi di miti:
► i miti cosmogonici e antropogonici cioè, l’insieme dei miti
sull’origine dell’universo e dell'uomo. Nell'antichità in quasi tutte le
società e culture è esistita una narrazione mitologica dell'origine dell'universo, spiegabile con l'umana necessità di rispondere alle
domande:
"Da dove veniamo?" "Chi ha creato.. o come si è creato
l'universo?" .
Questi miti possono essere fra loro molto diversi, spostandosi da cultura a cultura. Infatti alcuni miti fanno nascere il mondo
► dalle lotte intestine tra le divinità,
► altri affidano la creazione ad un'unica divinità che fa nascere il
creato dal nulla mentre, ► per altri ancora, la Terra e tutto ciò che ci circonda sarebbero fuoriusciti da un uovo cosmico
primordiale.
In ognuno di questi miti, le varie culture hanno inserito gli elementi e le metafore che ritenevano più
rappresentativi della loro concezione del mondo.
►teogonici (dal greco θεογονία, "theogonía") sono miti che descrivono l'origine e la natura
della discendenza divina. Nelle mitologie antiche le divinità, pur essendo immortali, hanno però una
nascita e di conseguenza una genealogia. (a differenza dal concetto ebraico-cristiano-islamico di Dio )
►naturalistici Il mito naturalistico nasce come riposta all’impotenza dell’uomo primitivo nei
confronti della natura; così tutti gli eventi naturali vengono considerati come effetti e conseguenze di azioni divine.
►soteriologici Nell'ambito della storia delle religioni, i miti
soteriologici affrontano il tema della salvezza nel senso della liberazione dal male e dalle conseguenze della morte o come
sopravvivenza dell’anima.
La parola salvezza deriva dal latino salus, dalla stessa radice di salus, salute.
La parola soteriologia deriva da due termini della lingua greca: soter, che
significa "salvatore", e logos, che significa "parola", "ragione" o "principio".
► escatologici (dal greco antico έσχατος, éskatos = ultimo)
prendono in considerazione il destino ultimo dell'essere umano e
dell'universo,quindi, la fine del mondo o la sua caduta-distruzione. Sono fortemente correlati con la
visione della morte e dell'aldilà nelle varie civiltà. Fin dall'antichità è infatti presente la ricerca di un fine ultimo al di là della morte, con diversi miti e culti dell'oltretomba.
►eziologici Un mito eziologico (Il termine deriva dal greco aitia = causa e logos =
parola/discorso) è un mito nato intorno alla spiegazione di un nome. E' il
racconto mitico che spiega le origini di una città, di un rito o di un culto
particolare. Per esempio, il nome Delfi e la divinità ad esso associata, Apollo Delio, sono spiegati negli Inni omerici che raccontano come Apollo avesse creato gli abitanti di Creta dal mare, dando loro le sembianze di delfini per farne dei sacerdoti a lui consacrati.
►storici, si rifanno ad episodi storici precisi, nei quali, durante i
secoli di trasmissione orale, è intervenuta la fantasia popolare ad ampliare,
abbellire, esaltare un fatto o un personaggio particolare. Spesso sono narrazioni che hanno lo scopo di chiarire le origini e il passato di una famiglia (è il caso, ad
esempio, del mito di Enea che, fuggito da Troia, approda nel Lazio e dà origine alla famiglia Giulia..
al mito di Romolo e Remo allattati dalla lupa e fondatori di Roma nel 753 a.C.) L’interpretazione storicistica di alcuni miti ha dato spesso esiti fortunati: basti pensare che sulla base degli indizi geografici forniti dall’Iliade si è riuscita a localizzare Troia.
Naturalmente con il crescere delle conoscenze e l'acquisizione di un
linguaggio logico ed astratto i miti vennero trascurati e il sapere
filosofico e scientifico divennero predominanti.
Ma avvicinarsi ai miti significa avvicinarsi alla mentalità degli antichi, affrontando un viaggio alla scoperta delle nostre radici e, come sostiene Jean-Michel Maldamé, anche
il duro cammino della scienza moderna può considerarsi figlia del mito del progresso.
IIll mmiittoo nneellllee
aannttiicchhee ccuullttuurree
La Mezzaluna Fertile è una regione storica del Medio
Oriente che include l'Antico
Egitto, il Levante e la
Mesopotamia. Questa regione viene spesso
indicata come la "culla della
civiltà" a causa della sua
straordinaria importanza nella storia umana dal Neolitico all'Età
del Bronzo e del Ferro.
Tra l'altro, fu nelle valli fertili dei
quattro grandi fiumi della
regione (Nilo l'Egitto è spesso
considerato "dono del Nilo"), Giordano, Tigri ed Eufrate
attorno ai quali si é sviluppata la prima grande civiltà mesopotamica, quella dei sumeri che si svilupparono le prime civiltà
agricole e le prime grandi nazioni dell'Antichità. Clima mite, estese e fertili pianure, abbondanza di acque
offrivano le migliori condizioni per la vita e la prosperità di popoli che fissarono lì le loro sedi abbandonando la vita
nomade di pastori per intraprendere quella più sicura e confortevole di agricoltori.
In questa area geografica, sede ideale dei primi insediamenti umani, fiorirono le civiltà più
antiche: Mesopotamia, Egitto, Palestina e Fenicia, Assiria e Persia.
Ciascuna di queste antiche civiltà elaborò un sistema
mitologico suo proprio, pur senza escludere numerose contaminazioni vicendevoli ed evidenti punti di contatto.
Mentre..
►la mitologia dell'antico Egitto, dominata dal
terrore della morte e dell’oltretomba, è giunta a noi grazie a testimonianze ben conservate ma di difficile comprensione, che
ci mostrano divinità per lo più prive di personalità, fredde e
distaccate dal genere umano,
►la mitologia mesopotamica, incisa a caratteri
cuneiformi su tavolette d’argilla, è molto più vicina all’uomo,
in quanto i protagonisti sono spesso esseri umani.
Le narrazioni più interessanti riguardano la figura dell’eroe Gilgamesh per due terzi divino e per
un terzo umano. Gilgamesh, mitico re dei Sumeri, regnò su una delle più antiche città: Uruk ("l'ovile"), il più antico agglomerato urbano dell'odierno Iraq, nelle vicinanze del golfo Persico. Le sue vicende sono narrate nel primo poema epico della storia dell'umanità, denominato successivamente Epopea di Gilgamesh. Si tratta di un’opera il cui nucleo principale risale ad antichi miti sumeri, ma che venne trascritta su undici tavolette di argilla rinvenute tra i resti della biblioteca reale nel palazzo del re Assurbanipal a Ninive, capitale dell'impero assiro. La saga di Gilgamesh contiene nella narrazione il resoconto più antico a noi pervenuto dell'episodio del diluvio universale descritto nella Genesi. Nell'inquadramento generale dell'episodio alcuni studiosi hanno evidenziato un'evoluzione del mito tra le due versioni. Si è sottolineato come la versione biblica contenga delle istanze morali estranee al racconto sumerico: gli dei sumeri infatti scatenano il diluvio per puro capriccio mentre il Dio della Genesi tramite il diluvio intende punire i peccati dell'uomo.
L'episodio elaborato fin dal tempo dei Sumeri, verrà ripresa poi, con qualche variante, da tutti i popoli
che si avvicenderanno in quella terra. Essa influì molto più in profondità di quella egizia sul mondo
culturale degli Ebrei e dei Greci, e quindi, indirettamente, sulla nostra civiltà.
►la mitologia degli Ebrei, si distingue in modo peculiare dalla mitologia degli altri popoli
dell’antichità.
Essa scaturisce dalla tormentata storia di Abramo (in ebraico: , Avraham, "Padre/capo di molti";
arabo: يم راه Ibrāhīm) vissuto tra il ventesimo ed il ,اب
XIX secolo a.C. e dalla sua incrollabile fede in un
unico dio quale è narrata nella Bibbia: un Dio, propositore di un esclusivo patto di alleanza con il
popolo da lui prescelto per attuare uno straordinario
piano di redenzione dell’umanità dal male e dalla
morte.
►la mitologia greca è senz’altro a noi più familiare. I Greci furono grandi creatori di miti, tutti
vivacemente popolati da divinità dotate sì del
requisito fondamentale dell’immortalità e di qualità
fisiche e intellettuali superiori, ma in tutto simili agli esseri umani sia per la colorita caratterizzazione
sia per passioni e debolezze.
Limpidamente suddivise sui gradini di una rigida
gerarchia, spesso invidiose, vendicative, intriganti,
esse di dimorano sull’Olimpo, il più alto massiccio
montuoso della Grecia, in Tessaglia, considerato dalla
fantasia popolare un luogo di delizie e di sontuose dimore.
Capo supremo di tutti gli dèi è Zeus.
Accanto a divinità maggiori, i miti greci collocano
numerose divinità minori, semidèi e creature fantastiche, quali fauni e le ninfe, ovunque diffuse
per mare e per terra.
Tranne qualche rara eccezione, gli dèi greci sono belli
ed eternamente giovani; nulla limita la loro potenza,
tranne il Fato, cioè il destino, la forza superiore e
imperscrutabile incombente su di loro come sugli uomini alla quale neppure Zeus può sottrarsi.
.... ee nneellllee rreelliiggiioonnii
Proprio perchè il mito si pone sul piano del senso piuttosto che
su quello della razionalità cioè tenta di dare risposte ai “perché?”
o ai “che senso ha?”, piuttosto che sui “come è avvenuto?”: esso è certamente più vicino al terreno delle religioni che a quello
della storia o della scienza.
►Non tutte le religioni e culture, però, ne fanno lo stesso uso:
il ricorso al mito è prevalente nelle culture e nelle
religioni che danno poca importanza alla storia e che
fanno riferimento a un tempo inteso in senso “ciclico” (es: le culture orientali e le religioni cosmico mistiche);
è molto limitato in quelle religioni e culture che si basano
sulla storia e si sviluppano in un orizzonte di tempo “lineare”. (le culture occidentali e le religioni monoteistiche o storico-profetiche)
Nella civiltà europea, l'eredità culturale greca ha instaurato un'opposizione tra la visione diretta del mythos e la razionalità discorsiva (logos ),
considerata a partire da Aristotele l'unica via per giungere alla conoscenza della verità.
La tradizione ebraico-cristiana ha opposto al concetto di mito quello di storia, a partire dal fatto che il Dio degli ebrei e dei cristiani, benché esistente oltre il tempo e lo spazio, si era rivelato
all'umanità entro la storia e la società.
Con Abramo la religione diventa storia. Infatti se prima la religione era legata a una
dimensione mitica della creazione, in un tempo indefinito, al di fuori di una dimensione storica, nella Bibbia Dio si muove nella storia e, anzi, ne determina con gli uomini gli
avvenimenti. Con Abramo la religione diventa pratica quotidiana, portatrice di etica e di valori
che tutti devono rispettare nella società.
LLaa BBiibbbbiiaa....
ee ii ssuuooii mmiittii
L'antico popolo d'Israele era
circondato da culture pagane molto complesse che avevano già sviluppato i
loro miti cosmogonici e sente
anch'esso il bisogno di elaborare un
racconto che comprenda la sua fede
nell'unico Dio, nel Dio dell'Alleanza con Abramo e Mosè.
Oggi di fronte al diffondersi di alcune teorie
(continuamente soggette a revisioni, modifiche, correzioni,
smentite) come l’evoluzionismo o il Big bang alcuni sono erroneamente portati a pensare che la Bibbia dica cose
sbagliate. Non è esatto!
La Bibbia trasmette una verità “fondamentale” che
non teme il confronto con la scienza, ma lo fa
utilizzando un linguaggio simbolico, adatto al suo tempo ed alla cultura medio-orientale in cui è nata.
In passato i testi biblici sono stati letti come se fossero il rendiconto storico dettagliato di avvenimenti che ebbero luogo all’inizio del mondo e della storia dell’umanità. Tale lettura è stata preferita da alcuni
Padri della Chiesa, come Basilio il Grande (329-379 d.C.) e Agostino d’Ippona,(354-430 d.C.)
mentre altri, come Orìgene Adamànzio (185–254 d.C.) considerato uno tra i principali scrittori e
teologi cristiani nei primi tre secoli, aveva già sviluppato una lettura di tipo allegorico.
Con le scoperte scientifiche una lettura del testo biblico in cui la storicità venisse intesa a quel modo
diveniva fonte di errore e di confusione.
L'esegesi biblica ha da tempo compreso i miti e i racconti della Bibbia come frutto di mitopoiesi (dal
greco μυθοποίησις "creazione del mito") cioè come una rilettura di miti preesistenti.
Ma anche quando il racconto biblico utilizza “miti preesistenti” e narrazioni difficilmente riferibili a fatti
storici precisi (per es. nella Genesi: il diluvio universale che è molto simile al racconto del mito di
Gilgamesh) lo fa all’interno di un orizzonte religioso e sottolineando l’intenzione salvifica di Dio nella storia del suo popolo.
Il mito delle origini nella Bibbia
Anche la Bibbia così come tutte le tradizioni religiose antiche descrive l'origine dell'universo e lo fa
utilizzando il mito, cioè un linguaggio idealizzato, ricco
di simboli che non pretende di essere un racconto
scientifico. Il mito ha una sua verità che è diversa da
quella scientifica ma non per questo meno vera. I fatti narrati nei primi undici capitoli della Genesi
(che è il primo libro della Bibbia), ossia
la creazione in sei giorni,
Adamo ed Eva, Caino e Abele, il diluvio universale e l'arca di Noè,
la torre di Babele,
sono da considerarsi un miti eziologici cioè racconti
che cercano di comprendere le cause di alcune situazioni storiche, per questo in riferimento a Gn 1-11 si parla di
protostoria eziologica (o eziologia).
Questi racconti non vogliono dire una verità scientifica ma neppure
raccontare storie fantastiche senza fondamento, essi vogliono
semplicemente trasmettere, attraverso un linguaggio metaforico,
alcune verità fondamentali: Dio esiste;
tutto ciò che esiste è stato creato da Dio;
la creazione è qualcosa di buono;
l'uomo è la creatura più nobile creata da Dio a sua immagine e somiglianza per essere in rapporto con Lui, l'uomo e la donna si
completano a vicenda;
il male nel mondo è opera del diavolo (nemico di Dio) alle cui
tentazioni l'uomo cede e non rispetta i comandamenti di Dio; Dio continua ad amare l'uomo nonostante il peccato.
Il peccato, la disobbedienza a Dio, provoca uno squilibrio nei
rapporti tra l'uomo e la donna (Adamo ed Eva), tra l'essere umano
e Dio (Adamo ed Eva hanno paura di Dio e si nascondono) e tra
l'uomo e la natura. .
Per es. la liberazione degli ebrei in Egitto, diviene “esemplare” e viene tradotto in un racconto
che, pur riferendo un fatto reale, assume alcune categorie espressive tipiche del mito. Per gli ebrei e per i cristiani il racconto dell‘Esodo non è più soltanto il racconto di un fatto storico ma è una
celebrazione, una festa, è un rito per gli ebrei, per i cristiani è anche un memoriale che ricorre ogni
anno con la Pasqua.
Essi quindi non sono rivelazioni di cosmologia bensì racconti religiosi, che parlano di Dio e del
suo rapporto con il popolo di Israele.