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Mollo tutto e parto

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Lasciare tutto e prendersi un anno di pausa? L'autore racconta la propria esperienza di anno sabbatico, realtà che sta prendendo piede anche nel nostro Paese.

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Chi non ha mai sognato di staccare la spina per un po’ e di prendersi del tempo per sé? E non per un periodo breve, come un weekend o un paio di settimane, ma per mesi, o addirittura per un anno. L’autore di questo libro l’ha fatto e vi spiegherà che non è un’impresa impossibile. Tutt’altro. L’idea di periodo sabbatico ha radici molto antiche. Nella tradizione ebraica era il tempo nel quale si mettevano a riposo i campi, si cancella-vano i debiti e liberavano gli schiavi: non si trattava di una banale tregua dalla fatica del lavoro ma di un ritorno alla vita dello spirito per trarne forza e ricominciare un nuovo ciclo.Riccardo Caserini, che si è preso con soddisfazione più di un «anno sabbatico» (gap year all’inglese), ci mostra come una lunga interruzione degli impegni abituali – magari per girare il mondo e visitare i luoghi da sempre sognati – possa essere insieme rigeneratrice e utile. Questo libro non vaneggia di un’esperienza utopica, fuori della realtà, ma spiega che la «grande pausa» è una dimensione alla portata di tutti, nessuno escluso. E il libro è un vero manuale, pieno di consigli pratici, per chi pensa con desiderio all’opportunità di prendersi un periodo sabbatico per la crescita personale, per aiutare gli altri o semplicemente per l’avventura sognata da tempo.

Riccardo Caserini, laureato in Economia e Commercio, ha lavorato nel settore bancario e oggi opera nelle risorse umane. Ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche, è autore del sito www.annosabbatico.it.

www.vallardi.it

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Una lunga tregua dalla routine come ricarica delle energie e iniezione di nuove idee nella propria vita. La pausa dal lavoro quale grande

occasione formativa che, udite udite, può fare curriculum.

«Cosa penserei di un cv in cui fa bella mostra un gap year? Tutto il bene possibile.»Prof. Mario D’Ambrosio,

Segretario Nazionale Registro Professionisti HR (Human Resources)

«Responsabilizzazione, gestione del cambiamento, progettualità, flessibilità, multiculturalità, conoscenza di sé: dopo un ‘anno sabbatico’

ecco il prezioso bagaglio a disposizione, sempre più valorizzato e ricercato anche dal mercato del lavoro.»

Federico Colombo, Head of Career Service del Politecnico di Milano

Riccardo CaseriniM

OLLO TUTTO E PARTO!

Mollare tutto e partire? Bella idea! Ma come organizzarsi?

Dove trovare i soldi? Quando farlo? In che modo lasciare il lavoro?

E soprattutto come ritornare e non «finire sotto i ponti»?

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Antonio Vallardi Editore s.u.r.l.Gruppo editoriale Mauri Spagnolwww.vallardi.it

Copyright © 2010 Antonio Vallardi Editore, Milano

Ristampe: 9 8 7 6 5 4 3 2 1 02014 2013 2012 2011 2010

ISBN 978-88-7887-413-8

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a Louise, il mio Grande Viaggioa Stella, la mia nuova Grande Avventura

alla mia Famiglia, la mia Itaca

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Sommario

Introduzione ............................................................................................... 9

1. Il fascino dell’imprevedibile.......................... 15

Partire: il grande salto....................................................................... 15

Dall’altra parte del mondo ........................................................... 17

Avventure e incontri on the road ............................................. 19

Siamo tutti un po’ irrequieti....................................................... 21

2. Saper partire ............................................................................ 25

Le paure e le scuse............................................................................... 25

«Non è per tutti»................................................................................... 31

«Alla mia età, ormai...» ................................................................... 32

«Se avessi più salute»........................................................................ 33

«E i soldi dove li trovo?»............................................................... 34

«Come faccio con il lavoro?» .................................................... 36

«Può essere pericoloso».................................................................. 43

«Non tutti hanno la tua fortuna».......................................... 44

«Ma io non parlo la lingua» ....................................................... 45

«E se poi perdo gli amici e gli affetti?»............................ 46

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MOLLO TUT TO E PARTO !

3. Quando? .......................................................................................... 47

Prima dell’università........................................................................... 48

Prima di entrare nel mondo del lavoro ........................... 50

Mentre già si lavora............................................................................. 51

Al seguito di qualcuno..................................................................... 54

Nel pieno della maturità ................................................................ 55

Una volta in pensione....................................................................... 58

Esperienze di volontariato............................................................ 60

4. Organizzare il viaggio .............................................. 65

Un po’ di organizzazione... ma non troppa!............... 65Prepararsi alla partenza ................................................................... 66

Come finanziare il viaggio............................................................ 68

Come lasciare il lavoro..................................................................... 70

Soli o in compagnia?.......................................................................... 72A caccia di informazioni................................................................. 74L’acquisto del biglietto ..................................................................... 77

Dove dormire ............................................................................................ 80

Dove mangiare ......................................................................................... 82

Lo zaino.......................................................................................................... 83

E infine... buon viaggio! ................................................................. 86

5. In viaggio....................................................................................... 87

I nuovi giorni e le vecchie abitudini .................................. 87Non è una fuga........................................................................................ 89

La scelta dell’itinerario ..................................................................... 93

I tempi e i ritmi del viaggio ........................................................ 97

Elogio della lentezza........................................................................ 100

Un po’ di buon senso..................................................................... 102

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6. Saper tornare ....................................................................... 105

Ritorno a Itaca....................................................................................... 105

Il momento giusto ............................................................................. 107

La sindrome dell’eterno vagabondo .................................. 109

Rientrare nel mondo del lavoro ........................................... 111

Valorizzare l’esperienza................................................................. 114

Che cosa abbiamo imparato?.................................................. 116Il viaggio è solo all’inizio ............................................................ 118

L’anno sabbatico in Italia .......................................... 123

Ci stiamo avvicinando................................................................... 123

La legge 53/2000, un primo passo..................................... 124

Alcune organizzazioni che possonodarci una mano .................................................................................... 126

Letture e film di ispirazione ............................... 129

Ringraziamenti........................................................................... 137

SOMMAR IO

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Introduzione

Chi non ha mai sognato di staccare la spina per un po’e di prendersi del tempo per sé? E non per un periodobreve, come un weekend o un paio di settimane, ma permesi, o addirittura per un anno. Io l’ho fatto, e in que-sto libro voglio raccontare che è possibile.

Sono un appassionato di surf da onda e ho semprepensato che il surf fosse una buona metafora della vita.È un modo per confrontarsi con se stessi e con la natu-ra, per imparare ad assecondarla e a decidere sulla spin-ta dell’intuito, adattandosi con naturalezza e senza sfor-zo al fluire delle cose. Il surf mi ha indotto a partire emi ha dato un buon motivo per viaggiare. Ora, dopoaver girato il mondo, ho capito che il viaggio è la miglio-re metafora della vita. Viaggiare richiede di essere sogna-tori e realisti allo stesso tempo, per poter trasformare ilsogno in realtà, adattandosi continuamente agli impre-visti che sempre accadono. Quando si pianifica un viag-gio, molto va lasciato all’improvvisazione, perché, se èutile avere una traccia della direzione da tenere, è anchenecessario accettare una minima dose di rischio per po-ter godere appieno dell’esperienza. Viaggiare è un’arte,come la vita, più difficile da definire e programmare cheda vivere «in diretta».

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MOLLO TUT TO E PARTO !

Quando parliamo di «anno sabbatico» non intendia-mo riferirci a un arco di tempo che deve durare letteral-mente un anno. Anche un periodo più breve può daremolto, in termini di ricarica delle energie e di iniezionedi nuove idee nella propria vita.

L’anno sabbatico è uno spazio al di fuori del normalepercorso di studi o di lavoro per tirare il fiato e inseguirei propri sogni. Ognuno ha una sua idea di cosa sia. Cre-do ci siano tanti modi di definirlo quanto il numero dipersone che ci provano. Mentre alcuni sognano di tra-scorrere un lungo periodo di tempo su un’isola tropica-le, altri progettano di portare a termine un corso di spe-cializzazione o di lavorare in un altro paese per fareun’esperienza e arricchire il proprio curriculum profes-sionale. L’importante è non confondere un periodo sab-batico con una semplice vacanza, perché questa confu-sione rende più difficile accettare l’idea di poterseloconcedere. La vacanza è limitata nel tempo, è uno spira-glio per riposarsi o ricaricare le batterie. Il periodo sabba-tico è molto più impegnativo: spesso occorre abbandona-re alcune certezze e si ha l’impressione di tagliarsi i pontidietro le spalle. È un salto verso ciò che si vorrebbe fare,una grande occasione formativa che riceve spesso un’ac-coglienza molto fredda e prevenuta in una società, quel-la italiana, che non ha alcuna idea di che cosa si tratti.Spesso le persone che sognano un’esperienza del genereo l’hanno portata a termine sono considerate inaffidabili.Invece, chi si orienta verso quest’avventura è molto spes-so una persona responsabile e vitale che ha percorso ilclassico cammino scolastico e lavorativo, ma, a un certopunto, si chiede se ci sia qualcosa in più che possa fare.

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INTRODUZ IONE

Qualche tempo fa sono stato ospite di una trasmissio-ne televisiva per discutere questo tema e parlare del si-to www.annosabbatico.it. Ero andato per spiegare che co-s’è un periodo sabbatico, qual è il suo potenziale e comeè possibile realizzare questo sogno, ma nell’arco dellatrasmissione sono a malapena riuscito a chiarire che unanno sabbatico non è una vacanza, senza arrivare a con-dividere che cosa in realtà sia.

Proviamo a trovare una definizione adeguata e a fareun po’ di chiarezza. L’espressione «anno sabbatico» erausata presso gli antichi ebrei per indicare il periodo du-rante il quale si lasciavano riposare le terre, si condona-vano i debiti e venivano liberati gli schiavi. Secondo leleggi di Mosè, il terreno doveva essere lasciato a riposoper dodici mesi ogni sette anni. Oggi l’espressione è usa-ta soprattutto nel mondo universitario per indicare unanno di congedo retribuito cui hanno diritto i docentiper dedicarsi ai loro studi.

In questo libro, l’espressione «anno sabbatico» desi-gna un periodo da dedicare a se stessi e alla propria for-mazione personale attraverso l’esperienza del viaggio.Nei paesi anglosassoni si chiama gap year ed è una tra-dizione consolidata. I giovani si prendono un anno di li-bertà per viaggiare, prima di iscriversi all’università o dientrare nel mondo del lavoro. In Australia esiste persinola possibilità per chi lavora di accantonare i giorni di fe-rie in modo da ritrovarsi, anni dopo, con un gruzzolodi mesi da spendere viaggiando per il mondo.

In Italia, invece, siamo lontani da questa mentalità.Chi studia crede di non avere abbastanza soldi per viag-giare, e chi lavora ritiene di non avere più tempo per

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viaggiare. Siamo fissati sull’idea di vacanza, cioè un pe-riodo relativamente breve (da una a quattro settimane)da dedicare ai viaggi, organizzati nei minimi dettagli perevitare «perdite di tempo». Il periodo sabbatico, inve-ce, è un’altra cosa. È una scelta più importante. Si pre-me il tasto «pausa» per fare mente locale e capire checosa si vuole veramente. Molto spesso si parte senza sa-pere esattamente quanto ci si fermerà in un dato posto,pronti a cambiare i propri piani in qualsiasi momento.Si cerca di spendere poco e si lavora qua e là per potercontinuare a viaggiare.

Le diverse interpretazioni associate all’idea di anno sab-batico sono le principali ragioni dei fraintendimenti e deipreconcetti che incontriamo quando ci capita di parlar-ne con chiunque non si sia mai concesso, nell’arco dellapropria vita, il grande regalo di vivere quest’esperienza.

Viceversa, il significato è scontato quando ne parlia-mo con le (poche) persone che, organizzandosi, hannoscelto di vivere quest’avventura. In tali casi non serveneppure dare una definizione dell’anno sabbatico: è unpezzo di vita particolarmente intenso che porta con sémolte occasioni di incontro e di crescita e che rappre-senta spesso l’inizio di un diverso e nuovo modo di vi-vere. Il tipo di esperienza dipenderà solamente da noi edalla libertà che riusciremo a concederci.

Anche nella società italiana, però, si sta verificandoun rapido cambiamento, forse anche a causa del mo-mento di crisi e di incertezza che stiamo attraversando.Sempre più persone si concedono un periodo di pausain diversi momenti della loro vita e l’interesse verso que-sta scelta cresce in modo veloce e inaspettato.

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INTRODUZ IONE

Questo libro raccoglie una serie di spunti e suggeri-menti per realizzare il sogno di partire, passando in ras-segna l’esperienza di chi, come me, si è concesso un an-no sabbatico. Con una messa a fuoco progressiva sullevarie tappe del percorso – dalla fase preparatoria al ri-torno a casa – ne illustra le ragioni e le difficoltà insie-me con le opportunità che è in grado di offrire.

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L’anno sabbatico in Italia

Ci stiamo avvicinando

Questo libro vorrebbe contribuire alla diffusione dell’an-no sabbatico nel nostro paese. In Italia, infatti, le infor-mazioni in proposito sono difficili da reperire, e le ragio-ni che spingono sempre più persone a sognare questaesperienza vengono fraintese. Che cosa si potrebbe fareper aumentare la comprensione e l’accettazione? Trattan-dosi di un’esperienza che sfugge agli schemi più consue-ti, è necessario un certo tempo perché il suo valore e isuoi contenuti possano essere apprezzati e assimilati.

L’Italia si sta tuttavia avviando rapidamente su questastrada, anche a causa del periodo di crisi che stiamo vi-vendo. I giovani, delusi dalla mancanza di prospettive,preferiscono talvolta rimandare la scelta dell’universitàper fare un’esperienza all’estero. Anche il mondo degliadulti è scosso: il declino del «lavoro fisso», la diffusio-ne della precarietà e l’aumento esponenziale della cassaintegrazione hanno creato nuovi scenari di incertezza.

In questa situazione, chi ha ancora un lavoro fissosi rassegna a rinunciare ai suoi sogni per paura di per-derlo. Ma non è detto che debba essere necessariamen-te così. Per diffondere anche nel nostro paese la con-suetudine di concedersi un anno sabbatico si potrebbe

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far leva su alcune opportunità offerte da una legge giàin vigore.

La legge 53/2000, un primo passo

La legge n. 53 del 2000, Disposizioni per il sostegno dellamaternità e della paternità, per il diritto alla cura e alla for-mazione e per il coordinamento dei tempi delle città (www.giustizia.it/cassazione/leggi/l53_00.html) istituisce una se-rie di congedi per i dipendenti con figli e per coloro chevogliono dedicarsi agli studi.

La parte della legge in cui potrebbe rientrare l’annosabbatico è quella che riguarda i congedi per la forma-zione, e in particolare l’art. 5 comma 2, nel quale si pre-cisa che il lavoratore può richiedere la sospensione delrapporto di lavoro per un periodo non superiore a 11mesi per partecipare «ad attività formative diverse daquelle poste in essere o finanziate dal datore di lavoro».

Il congedo può essere concesso solo dietro richiestascritta del lavoratore, per evitare che l’azienda se ne ser-va per risparmiare un periodo di retribuzione. Durantequesto periodo il lavoratore non percepisce lo stipendioma ha diritto alla conservazione del posto. Se lo deside-ra, può richiedere un anticipo del TFR (trattamento di fi-ne rapporto o liquidazione) per sostenere le spese lega-te al periodo di congedo.

Il congedo è «utilizzabile» una sola volta nella vitalavorativa, e dopo almeno cinque anni di anzianità diservizio presso la stessa azienda. Il congedo non è re-tribuito, non genera né anzianità, né scatti professiona-li, né contributi per la copertura pensionistica. Il lavo-

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L’ANNO SABBAT ICO IN ITAL IA

ratore può riscattare l’intero periodo versando contri-buti volontari.

Ovviamente, per convincere l’azienda a concederel’aspettativa, occorrerà presentare l’anno sabbatico comeun’esperienza formativa, preparando un progetto ade-guato. Inoltre, l’azienda può rifiutare o rinviare la con-cessione del concedo «nel caso di comprovate esigenzeorganizzative»: ciò significa che non è un diritto auto-matico, ma un’opportunità da concordare.

Poiché l’anno sabbatico non risulta fra le motivazioniufficiali previste dalla legge per richiedere il congedo, ildatore di lavoro ha un ottimo pretesto per rifiutarsi diconcederlo. È come se la legge affermasse che il periododi assenza prolungata può essere giustificato solo da esi-genze legate alla famiglia, alla salute oppure al desideriodi aumentare la propria formazione attraverso i canali«classici» (titoli di studio, corsi universitari ecc.). È unalegge molto riduttiva, frutto di una cultura punitiva chenon concepisce altre forme di impegno e formazione aldi fuori dei canali tradizionalmente accettati.

Da dove arriva una tale diffidenza nei confronti del-l’anno sabbatico? Credo che molto abbia a che fare conil carattere conservatore e poco pragmatico della cultu-ra italiana, e con lo strano modo di concepire il rischio.Nel nostro paese è normale assumersi alcuni rischi, mail fatto di concedersi un periodo di stacco dalla vita la-vorativa è ritenuto inaccettabile. In Italia, per esempio,si guida male e si fuma molto di più che in altri paesi eu-ropei, mentre l’idea di dedicare un anno della propriavita a un’esperienza formativa è considerata irresponsa-bile e «rischiosa».

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MOLLO TUT TO E PARTO !

Nella «cultura dell’immagine» in cui siamo immersi,fare tardi in ufficio vale più dell’efficienza, e un nodo al-la cravatta ben fatto è più apprezzato della capacità diparlare bene l’inglese. Non siamo abituati a ragionare inmodo pragmatico: non sappiamo valutare i pro e con-tro di una scelta senza farci influenzare da ciò che pen-sano i nostri genitori, i colleghi e gli amici. Preferiamolasciar passare il tempo per poi guardarci indietro e so-spirare: «Se l’avessi fatto a vent’anni!», piuttosto che as-sumerci la responsabilità di progettare il nostro futuro.

Alcuneorganizzazioni chepossonodarci unamano

Nelle fasi di ideazione e preparazione dell’anno sabba-tico, sarebbe di grande aiuto potersi appoggiare a qual-cuno che avesse già vissuto questo tipo di esperienza.Alcune organizzazioni offrono un supporto organizzati-vo per la realizzazione di lunghi periodi di viaggio, manessuna si occupa delle importanti fasi iniziali, quandoi dubbi e la confusione abbondano.

Per gli studenti ci sono i bandi Intercultura (www.intercultura.it) e i programmi Erasmus (www.erasmusmundus.it), che consentono di trascorrere un anno diliceo o di università all’estero. Ma quando si tratta diorganizzare qualcosa al di fuori dei canali istituziona-li c’è molto poco.

Esistono anche proposte di vacanze studio all’estero pergiovani (normalmente tra i 18 e 35 anni) che vogliono vi-vere per un certo periodo in una città europea; normal-mente ci si concentra su Londra, considerata un’ottimabase per fare un’esperienza di questo tipo. Organizzazio-

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L’ANNO SABBAT ICO IN ITAL IA

ni come LondonChoice (www.londonchoice.net) e London-workexperience, (www.londonworkexperience.com) si occu-pano della ricerca di un alloggio e di un lavoro, e dellepratiche burocratiche necessarie per trascorrere un lungoperiodo di tempo in un altro paese.

Il Centro Studentesco Giovanile (www.cts.com) è tra lepoche organizzazioni italiane che hanno attivato, accan-to alla più classica attività di tour operator, una vera epropria sezione (www.ctseducation.com) che offre variepossibilità di studio, di volontariato e di viaggio prolun-gato in diversi paesi del mondo.

In un momento in cui, anche per effetto della crisieconomica, comincia a diffondersi l’esigenza di trascor-rere un periodo di vita in altri paesi, sarebbe molto uti-le potersi appoggiare a organizzazioni con un’esperien-za «sul campo», in grado di fornire un aiuto concreto achi desidera concedersi un anno sabbatico.

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Chi non ha mai sognato di staccare la spina per un po’ e di prendersi del tempo per sé? E non per un periodo breve, come un weekend o un paio di settimane, ma per mesi, o addirittura per un anno. L’autore di questo libro l’ha fatto e vi spiegherà che non è un’impresa impossibile. Tutt’altro. L’idea di periodo sabbatico ha radici molto antiche. Nella tradizione ebraica era il tempo nel quale si mettevano a riposo i campi, si cancella-vano i debiti e liberavano gli schiavi: non si trattava di una banale tregua dalla fatica del lavoro ma di un ritorno alla vita dello spirito per trarne forza e ricominciare un nuovo ciclo.Riccardo Caserini, che si è preso con soddisfazione più di un «anno sabbatico» (gap year all’inglese), ci mostra come una lunga interruzione degli impegni abituali – magari per girare il mondo e visitare i luoghi da sempre sognati – possa essere insieme rigeneratrice e utile. Questo libro non vaneggia di un’esperienza utopica, fuori della realtà, ma spiega che la «grande pausa» è una dimensione alla portata di tutti, nessuno escluso. E il libro è un vero manuale, pieno di consigli pratici, per chi pensa con desiderio all’opportunità di prendersi un periodo sabbatico per la crescita personale, per aiutare gli altri o semplicemente per l’avventura sognata da tempo.

Riccardo Caserini, laureato in Economia e Commercio, ha lavorato nel settore bancario e oggi opera nelle risorse umane. Ospite di trasmissioni televisive e radiofoniche, è autore del sito www.annosabbatico.it.

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Una lunga tregua dalla routine come ricarica delle energie e iniezione di nuove idee nella propria vita. La pausa dal lavoro quale grande

occasione formativa che, udite udite, può fare curriculum.

«Cosa penserei di un cv in cui fa bella mostra un gap year? Tutto il bene possibile.»Prof. Mario D’Ambrosio,

Segretario Nazionale Registro Professionisti HR (Human Resources)

«Responsabilizzazione, gestione del cambiamento, progettualità, flessibilità, multiculturalità, conoscenza di sé: dopo un ‘anno sabbatico’

ecco il prezioso bagaglio a disposizione, sempre più valorizzato e ricercato anche dal mercato del lavoro.»

Federico Colombo, Head of Career Service del Politecnico di Milano

Riccardo CaseriniM

OLLO TUTTO E PARTO!

Mollare tutto e partire? Bella idea! Ma come organizzarsi?

Dove trovare i soldi? Quando farlo? In che modo lasciare il lavoro?

E soprattutto come ritornare e non «finire sotto i ponti»?

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