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NUMERO 120 IL COLORE PROTAGONISTA ASSOLUTO DI UNA PULIZIA STILISTICA CHE NE AMPLIFICA LA FORZA. UN ESTETISMO PURO CHE Dà IL VIA AD UN NUOVO INIZIO. + SPECIALE: CHI HA PAURA DEL DESIGN? MONOCROMO Poste Italiane spa - Spedizione in abb. postale 70% DCB Milano

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Il colore protagonIsta assoluto dI una pulIzIa stIlIstIca che ne amplIfIca la forza. un estetIsmo puro che dà Il vIa ad un nuovo InIzIo.

+ speciale: chI ha paura del desIgn?

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Bimestrale, Anno XIV / Numero 120•

Direttore ResponsabileRoBeRto RoSSI [email protected]

Art DirectionDIDIeR fAlZoNe

[email protected]

Responsabile di RedazioneMARCo CReSCI

[email protected]

Segreteria di [email protected]

CollaboratoriDiana Barbetta , Anselmo Bianconi, Ivan Bontcev, giovanna Caprioglio, giorgio Codazzi, Martina Kirkham,

Marco Magalini, Jean Marc Mangiameli, Arianna Pinton, Valentina Roda, louis thomas, Alex Vaccani, Matteo Weber

Urban è edito daBiblioteca della Moda Srl

Corso Colombo, 9 · 20144 Milanot 02 833 1121

DistribuzionePSC Promos Comunicazione

Via tertulliano, 70 · 20137 Milanot 02 89540195

[email protected]

StampaArti grafiche Vela,

Via N. Copernico 8 · 20082 Binasco, MIt 02 90092766 www.grafichevela.it

PubblicitàMilano fashion Media

Corso Colombo, 9 - 20144 Milanot 02.5815.3201

Responsabile Di testataAugusta Ascolese

[email protected] 335 6945908

Webwww.urbanmagazine.it

facebook: Urban Magazine

In copertina

Riccardo indossa giacca emporio Armani e t-shirt lucio Vanotti.

fotografia giorgio Codazzi, stile Ivan Bontchev

tutti i diritti sono riservati. la riproduzione dei contenuti, totale e parziale in ogni genere e linguaggio è espressa-

mente vietata. Registrazione presso il tribunale di Milano con il numero 286 del 11/05/2001

Design for the masses. siamo tutti designer (o fotografi, pittori, scrittori…). assunto.

lo siamo nella misura in cui ognuno è protagonista del proprio ‘intorno estetico’. Questo significa che ogni essere umano, in modo più o meno

pronunciato, contribuisce a creare il proprio “intorno progettuale”. la conseguenza di questo pensiero, il risultato diretto è che dunque esiste un “design banale”, legato alla stupidità diffusa, e al suo pieno diritto di esistenza (stupidità positivamente intesa, alla musil). la stupidità è la cifra dei nostri tempi; essa impregna, a volte manovrata da alcuni centri economici e mediatici, gli aspetti principali della nostra vita, spingendoci talvolta ad azioni e scelte del tutto controproducenti per l’uomo. Banalità e stupidità sono il rovescio della stessa medaglia. per cui, parlare di banale significa attribuire un significato a qualsiasi tipo di gusto. affermare che esiste democraticamente un’estetica generalizzata, sia essa declinata mediante tutti i linguaggi tipici dell’arte, dalla pittura al design appunto. la banalità è dunque il mezzo attraverso cui la classe media si appropria dell’arte. Il design di massa è un fenomeno di quantità per definizione, che declina estetica spicciola e avvolge come in un sudario il balenìo ispirato che sta dietro ogni capolavoro. Banale è molto spesso il design che si adatta alla vita di tutti i giorni. oggi la sua presenza è forte, estesa e vincente. e introduce la figura del designer moderno, molto spesso più comunicatore che artista, che veste i panni del ‘borghese piccolo piccolo’ (parafrasando il titolo del film di monicelli del 1977). siamo distanti anni luce dalla logica dell’estetica provocatoria delle avanguardie e dalla pulsione del creare attraverso l’utilizzo di nuovi linguaggi. ovvero l’unica estetica cui, per lungo tempo, siamo stati abituati. Quella che, per dirla con le parole di erasmo da rotterdam, è figlia diretta della follia come componente positiva delle energie umane, tale da ispirare forza e creatività. dunque, pur preservando la valenza del risultato artistico che in molti casi è trasversale e universale, ritengo che il processo

creativo non sia affatto democratico.

«Di tanto in tanto siamo tutti stupidi. Di tanto in tanto siamo addirittura costretti ad agire alla cieca, almeno in parte, altrimenti il mondo si fermerebbe.» (Robert Musil, 1937)

roberto rossi Gandolfi

In alto Open Structure (OS) è un sistema costruttivo in cui ognuno progetta per tutti. Si tratta di un esperimento in corso che vuole scoprire cosa succede se gli oggetti di design progettati da persone, utilizzando una griglia modulare comune, possano interagire tra loro. Un puzzle universale collaborativo che permetterà a persone che operano in diversi settori di costruire, progettare e scambiare una vasta gamma di progetti modulari in

modo flessibile e libero. openstructures.net

7/76 l’editoriale

PAGAMENTIRICARICHE

SISP_SisalPay_216x322UrbanPerNewVisualLogo.indd 1 27/03/14 12.47

11 la mia Città del Messico12 Stile In Breve13 Stile Profili: CAMo / ACNe14 Stile Sul tavolo16 grooming Metamorfosi Botanica18 la valigia James toseland

SPAZI URBANI 20 In breve21 l’arte di correre22 Il mondo visto dall’alto

CINEMA 26 In breve27 Verlee Baetens. Inchiostro e amore

PORTFOLIO 28 Nuovo frasario illustrato

DOSSIER DESIGN 33 Contaminazioni suburbane34 In breve35 Profili: Alessandra Baldereschi / Cristina Celestino37 françois Halard. lo sguardo discreto41 formafantasma. Design inarrestabile44 Salone 2014. Da non perdere

ARTE 47 Conversazioni d’arte con Millo

LIBRI48 In breve59 Valerio Millefoglie. Mondo Piccolo

MUSICA50 In breve51 tutto l’amore dei Metronomy52 Dischi

MODA 56 Monocromo

IN GIRO 67 Spazi e luoghi da visitare e vivere in Italia e all’estero

9/74 Indice dei contenuti

04/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30

05/2014 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 15 16 17 18 19 20 21 22 23 24 25 26 27 28 29 30 31

numero #120

—Ultimo giorno per la mostra di Shawn Hu-ckins a Boulder, (CO). p. 28

—Ultimo giorno per ve-dere “Scopophilia” di Nan Goldin alla Gago-sian Gallery di NY

Autarchia, austerità, autoproduzione

al Triennale Design Museum

p. 41—

Inizia il Salone del Mobile

fino al 14 aprile 2014

p. 33—

Esce al cinema The Grand Budapest Hotel di Wes Andersonp. 26—

Unica data italiana per i Metronomy ai Magazzini Generali, Milanop. 26—

Al via la terza edizione del Torino Jazz Festival. Fino al 1 Maggio—

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11/76 la mia cIttà del messIco

[ 1 ] palacIo de Bellas artes Per una vista inusuale sulla città e sul Palacio de Bellas Artes, consiglio di salire in cima al Sears Department Store Juarez 8, da lì si può dare uno sguardo su tutta la città senza folla attorno.

VANESSA GArWOOD è un’arti-sta, vive e lavora a Londra. Nata in Israele, ha studiato pittura a Firenze. Spesso viaggia per lun-ghi periodi in Europa, Sud Afri-ca e Sud America. Nel 2006 ha vinto il Visitors Choice Award al BP Award della National Portrait Gallery.www.vanessagarwood.comSopra: l’opera “Griselda” di Va-nessa Garwood, ispirata ad una storia di Charles Perrault.

sGuarDo D’arTisTaVANeSSA gARWooD, ARtIStA CHe VIVe e lAVoRA A loNDRA, CI RACCoNtA Il SUo PUNto DI VIStA SU CIttà

Del MeSSICo, lA SUA MetA PRefeRItA, CURIoSANDo tRA NegoZI PARtIColARI, CASe StoRICHe e NIgHt ClUB INASPettAtI. lA CAPItAle Del MeSSICo NoN è MAI APPARSA CoSì AttRAeNte.

A cura di Martina Kirkhamtesto di Vanessa garwood

navista.  Alcune opere incredibili di Van Dick, frans Hals, Parmigianino, Zurbarán e molti altri. Si parte dal gotico per arriva-re al realismo di fine ottocento.

[ 5 ] museo nacIonal de antropología Ci vorrebbe una setti-mana intera per po-terlo visitare bene, è in assoluto il più grande ed impressio-nante museo di antropologia che abbia mai visto. le 23 sale espositive copro-no 79,700 mq, il palazzo è stato disegna-to da Pedro Ramírez Vázquez, uno degli autori più rappresentativi dell’architet-tura messicana, amante dell’uso estre-mo del cemento. Il piano terra, pieno di manichini, è interamente dedicato ai co-stumi e alle usanze pre-ispaniche. la fa-mosa Piedra del Sol è conservata qui: la si vede spesso stampata, e non credevo che vederla dal vivo sarebbe stato tanto emozionante.

[ 6 ] celeste è un concept store studiato nei dettagli. Si trova ad est di Polanco. Racchiude oggetti di design, accessori e firme della moda locale più di tendenza, frutto di ricerca e collaborazioni con Ce-leste Magazine, il prodotto editoriale di culto creato dallo stesso gruppo di de-signers. lo spazio ha una bellissima sala da tè e un ristorante con terrazza.

della vita quotidiana di frida e Diego Ri-vera, quadri e pezzi di arte indigena col-lezionati negli anni.Qui furono ospiti i personaggi della vita intellettuale dell’epoca come  Sergei ei-senstein, Nelson Rockefeller, george gershwin.

[ 4 ] museo nacIonal de san carlos Qui si trova una collezione di pittura eu-ropea, accolta in un bellissimo palazzo neoclassico, il Palacio del Conde de Bue-

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[ 2 ] m.n.roy nIghtcluB Questo è un locale eccezionale e molto divertente. Il nome lo ha preso dal precedente abi-tante, il fondatore del partito comuni-sta messicano:  Manabendra Nath Roy. è stato convertito in nightclub dai due architetti francesi  emmanuel Picault  e  ludwig godefroy. la facciata è stata lasciata inalterata, mentre all’interno una piraminde rivestita di legno ospita due piani dedicati a sala da ballo.Si trova nascosta dietro ad una gelateria di Roma, una zona di Città del Messico. Il quartiere un tempo ospitava l’alta bor-ghesia di Porfirio Diaz, dittatore messica-no dal 1867 al 1911. Venne poi abbandonato dopo il terremo-to del 1985. oggi è diventata una delle zone più vive e trendy della città.è sicuramente il locale più di tendenza: quando ci sono stata ho avuto la sensa-zione di essere dentro a un piccolo tem-pio azteco, fatto di legno e pittura dorata. 

[ 3 ] casa dI frIda Kahlo Ho passato una giornata intera nella bellissima e tranquilla area di Coyoacan, camminan-do per le strade, osservando le case co-lorate e il mercato fino alla casa di frida Kahlo, dove è nata, cresciuta e morta.tornò a viverci dopo la morte dei suoi ge-nitori nel 1940 insieme a Diego Rivera. fu lui a regalare la casa al popolo messica-no dopo la morte di frida nel 1954. oggi è un bellissimo museo. Raccoglie oggetti

[ 3 ]

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Puglia > Ansex, new generation beat Portabilità, fit oversize, unisex. Questi i tratti distintivi di Ansex, azien-da nata dalle menti creative di Donato Panucci e luigi De Nicolo. I due designer hanno una mission ben precisa: sup-portare la nascita di una nuova generazione di imprenditori creativi nel distretto dello street-fashion pugliese. Donato, 22 anni, e luigi, 38, uniscono le diverse esperienze matu-rate nell’ambito della moda commerciale e, in un periodo di grandi cambiamenti socioeconomici, decidono di investire in ciò che di unico hanno: la creatività. Nel loro progetto di business inseriscono anche il concetto dell’unico, inteso come unisex, extra-gender. Per la collezione primaverile, Ansex presenta “Prismatic”. Spazi, geometrie concentriche, ologrammi, linee indefinite che partono e arrivano da e a un unico punto. facce, volti che intersecano aspetti molteplici e diversi tra loro. Rie-cheggi di fantasie e colori etnici assorbo-no la geometria fred-da ed essenziale del prisma, rendendo la prossima estate pri-smaticamente con-temporanea.

12/76 stile

Eindhoven > Solid gray, hi-tech in spalla Solid gray è uno zaino con-cepito da lijmbach, leeuw e Vormge-ving, un’agenzia di product design fondata da Herman lijmbach e Jasper de leeuw. tutti e tre si sono laureati alla famosa Design Academy di ein-dhoven nel 2007 e hanno iniziato a collaborare subito dopo, dando il via ad una attività creativa a cavallo tra moda, design e grafica. l’officina del trio si trova all’interno di una ex fab-

brica del marchio di elettrodomestici Phillips a eindhoven, dall’aspetto squi-

sitamente decadente. Nessun sogno, queste fabbriche sono ormai un vivace

raduno di grafici, artisti e designer: un vero e proprio melting pot di imprese del settore progettuale, eldorado dei creativi di tutta europa. Solid gray è un vero e proprio guscio da tartaruga, sagomato in maniera netta, che aperto rispecchia l’animo progettuale ordinato di chi lo indossa. Degli scomparti orizzontali permettono di riporre in maniera perfettamente si-cura e composta i propri effetti personali, dal tablet al quaderno degli schizzi.

ANvERSA Michel Henau, design puro Prendete due ottici, Michel Henau e Marc Delagrange, l’am-biente creativo del Belgio, e gli anni ottanta. Nella collezione di eyewear Michel Henau spiccano la purezza contemporanea, la raffinatezza e la qua-lità riservata agli oggetti senza tempo. Gli occhiali sono realizzati con materiali di alta qualità esclusi-vamente selezionati, come l’acetato che ne rinforza la forma pura e ben strut-turata, e vengono eseguiti a mano usando metodi tradizionali e fatti in tiratura limitata. Un oggetto per coloro che vanno oltre il logo •

AMSTERDAM G-star e il Type C per i campioni (di scacchi) G-Star lancia il nuovo modello di denim Type C, che ha un tapered fit e viene creato con l’innovativa lavorazione 3D. Testimonial d’ecce-zione sono il campione del mondo di scacchi, Magnus Carlsen, e la modella Lily Cole, scelta per la sua bellezza non convenzionale abbinata alla passione per le arti e la sostenibilità. Paragonabile a Carlsen, anche la carriera di Cole è iniziata in giovane età, aveva

solo 16 anni quando apparse sulla copertina di British Vogue •

MILANO Flage, avanguardia naturalmente creativa Un textile studio pronto ad applicare le sue creazioni visive su tutte le superfici, dall’abbigliamento ad una bici. L’ispirazione viene da paesaggi naturali, come un orto botanico nel qua-le convivono piante tropicali e farfalle multicolore, o cibi super-saturi come freschi cocomeri estivi. Una visita approfondita di elementi eterogenei che compongono l’universo artistico. Il loro è un mondo in cui tutto è ispirato dal mistero degli elementi naturali e creato per esporre la loro bellezza •

KOBE (Giappone) Heritage sportivo Quando nel 1949 Mr. Onitsuka iniziò la sua avventura imprenditoria-le, la domanda che si pose fu: “quale poteva essere la strada giusta per ritrovare positività ed ottimismo, dopo la seconda guerra mondiale, per un futuro mi-gliore per le nuove generazioni?”. Lo sport. Così na-sceva ASICS. Dopo più di sessant’anni viene rinnovato quello spirito libero, con una collezione premium di sneaker declinate in tre temi: Modern Camouflage,

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A cura di Marco Magalini

13/76 stile

Biella. la città del Piemonte settentrio-nale è la patria del tessuto d’altissimo livello, tanto da ospitare da sempre tes-sutai celebri come loro Piana, Cerruti e Zegna. tornando a Camo, il marchio na-sce con un guardaroba puramente ma-schile, per poi ampliarsi con una parte ‘in rosa’ nel 2011. Il nome Camo deriva da camouflage. “l’idea - come spiega Ughetti - non è quella di mascherare le persone con ciò che indossano, ma ve-stirle facendole sentire in armonia con i capi, un tutt’uno. Comunicare con il pro-prio abbigliamento, esprimersi attraver-so di esso: è questo il camouflage inteso come filosofia di vita, completamente slegato da ogni riferimento al pattern militare”. filosofia a parte, c’è una nota di costume recente, che ha portato il designer ad essere una vera e propria star dall’altra parte del mondo. lo stilista ha vestito la nazionale della Mongolia in

occasione dei giochi olimpici di Sochi: “oggi sono estremamente concen-trato sul mercato asiatico: giappone, Corea, Cina. In futuro sarei altrettan-to interessato a nuovi mercati come il Brasile e l’Africa. e naturalmente c’è la Mongolia. Il mio contatto è con la goyo, un’azienda mon-gola che produce cashmere di altissimo livello. Nel 2010 mi era stato chiesto di disegnare una piccola capsule collec-tion per loro, da allora siamo diventati amici. Nel luglio 2013 ci siamo nuovamen-te incontrati a Milano con i vertici di goyo che mi hanno proposto di rea-lizzare le divise per la nazionale mongola agli olympic games di Sochi 2014” •

Stoccolma. “Sono lette-ralmente ossessionato

dalla ricerca negli archivi e dalla trasposizione in di-

gitale dei motivi iconici del passato. Ho una lunga sto-

ria personale con le stampe liberty, dopo averle usate

come fonte di ispirazione nei miei primi anni di lavoro come

designer. Quando abbiamo ini-ziato ad esplorare la vastissi-

ma eredità di liberty per questo progetto, ci siamo resi conto che

dovevamo venire in contatto con un forte contrasto al fine di dare un

senso compiuto alla cosa, quindi io e i membri del team di lavoro abbiamo

scelto una stampa ciascuno e l’abbia-mo integrata con alcuni dei nostri capi

classici in pelle”. è con queste parole che Jonny Johansson, il direttore crea-tivo di Acne Studios, racconta la genesi della capsule ideata con liberty. è una collezione dall’impatto estetico forte, capace di stimolare il palato fashion anche degli addetti ai lavori. In questo connubio creativo sono stati ripescati dei motivi classici dell’archivio liber-ty, uno degli ultimi grandi empori per il design innovativo ed eclettico, attivo nel cuore di londra dal 1875. Un mondo da sempre eccentrico, indulgente e as-solutamente affascinante, come quello di Acne Studios. Nel viaggio creativo di Jonny Johansson per liberty non po-tevano di certo mancare motivi tessili cult come il paisley in stile block print risalente al 1890, oppure il tessuto eva, di ispirazione giapponese •

stefano ughetti Jonny JohanssonlANCIAto Nel 2007, Il BRAND CAMo

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Århus (Danimarca) > RvLT, Bold graphic attitude è una rivoluzione silen-ziosa quella di RVlt, brand entrato ormai a pieno titolo nella cerchia delle realtà moda scandina-ve quotate a livello mondiale. Quello redatto dal marchio è un vero e proprio manifesto di inten-ti, che si discosta dal desiderio comune di porsi come brand timeless adatto a tutti, a tutti i costi. ognuno di noi sa cosa è bello per noi stessi, e di conseguenza cosa non lo è. “Noi ti incoraggiamo a rivoltarti e a tirar fuori il tuo stile interiore, senza omologarti. Come anche la conoscenza, il perso-nal style non passerà mai di moda”. RVlt rispetta il suo stile con inserti colorati su t-shirt e felpe, af-fiancati a capi casual facili da indossare. la nuova collezione gioca con blocchi di colore sobri, come un parka multitasca in tinta cammello, volumi rilassati nei pantaloni o nei piccoli giubbini sca-mosciati color sabbia. In molti look si gioca anche con le stampe: caleidoscopiche quelle applicate a felpe (fintamente) sportive o un nuovo camou-flage reinterpretato in chiave macrodimensionale.

foto Matteo WeberStile Valentina Roda

14/76 Stile

SUL TAvOLO geometrie inflessibili, colori in contrasto, materiali robusti: come su un tavolo da lavoro maniacalmente ordinato la moda rincorre un rigore d’altri tempi, alla ricerca del truman capote nascosto in noi.

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METAMORFOSI BOTANICAPiante e fiori

continuano ad insegnarci come

proteggere la pelle e ad essere grande fonte d’ispirazione

per la nuova cosmesi e per la

profumeria.

testo Alex Vaccanifoto Matteo Weber

Profonda cura è dedicata alla scelta delle materie prime, per esaltarne i benefici che hanno sullo splendore della pelle ed il benessere che provocano sul nostro spirito, con fragranze che sono un respiro profondo di primavera. Sono prediletti pro-cedimenti ancestrali come “l’in-fusione lenta” per preservare le qualità dei fiori, semi e piante per un’auto-rigenerazione na-turale, per una pelle perfetta, per un profumo perfetto, come quello della natura e di un fiore.

16/76 grooming

e sull’isola di Port Cros. la pira-mide olfattiva è elegantemente composta con note vegetali pungenti, come pompelmo, foglie di limone, galbano, neroli ed aghi di pino.

RoSABotANICAdi BAleNCIAgAQuesto è il secondo fiore sboc-ciato nel giardino delle fragran-ze di Balenciaga, dove i fiori sembrano essere sorti in un terreno insolito e futuristico. la rosa è protagonista e diventa piccante grazie all’incontro con pepe ed agrumi, ma è temprata dalla foglia lattiginosa di fico. I creatori Jean-Christophe He-rault e oliver Polge hanno crea-to una fragranza per una donna emotivamente seducente e spontanea.

SISleyoUtH di SISleySisley ha creato il primo trat-tamento anti-età da utilizzare a partire dai 25 anni, difensore del capitale giovinezza grazie all’estratto di pisello, ricco di peptidi. Sono presenti estratto di soia, che aiuta a migliorare la tonicità della pelle, estratto di kiwi, ginseng, semi di grano saraceno e ginkgo biloba, an-tiossidanti naturali. la pelle è rivitalizzata, tonica. l’emulsione è fresca fondente, con effetto vellutato e mat.

DReAMSKIN di DIoRDior che è nell’entobotanica da più di vent’anni è partito dai principi floreali custoditi nei suoi giardini in Madagascar quali l’opilia e la longoza per realiz-zare un trattamento di bellezza straordinario con la rivoluzio-naria formula universale che si adatta a tutti i tipi di pelle ed è in grado di agire simultanea-mente su rughe, pori, macchie, rossori e colorito per ricreare una pelle naturale e senza ma-quillage.

RoSeS De CHloédi CHloéAnche nel giardino di Chloé la regina indiscussa è la rosa. Un juice di un color rosa tenue evo-ca istantaneamente un’incredi-bile freschezza al bergamotto che gradualmente si unisce a un cuore di essenza di rosa da-mascena, rinnovata da un ac-cordo di magnolia. la scia si fa più calda, con note di muschio bianco e ambra. fedele alla sil-houette dell’iconica eau de Par-fum, il lussuoso flacone in vetro è sigillato e da un nastro rosato.

eAU INfUSéedi DIPtyQUeè un’acqua per il viso ricca di vitamine, minerali e agenti idratanti, composta da un idro-latte di rosa di Damasco e da una composizione di nove fiori e piante tradizionali, deterge, idrata e tonifica. Art du Soin è il primo trattamento per il viso di Diptyque composto da cinque prodotti che si basa sulla meta-morfosi ottenuta combinandoli tra di loro o semplicemente con l’acqua, passando da olio a lat-te, da polvere a schiuma.

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sensibilmente l’elasticità della pelle e per rendere il colorito più sano, dall’aspetto più gio-vane. la formula, che com-prende tra le altre la molecola Abyssine, l’olio del nocciolo e di albicocca, protegge l’idra-tazione della barriera cutanea e dona alla pelle l’idratazione necessaria per migliorare il suo aspetto.

fleUR DU MAtINdi MIlleR HARRISQuesta fragranza, lanciata nel 2001 e poi interrotta, è risboc-ciata questa primavera con tut-to il suo fresco, fiorito e verde splendore. l’ispirazione è l’odo-re della rugiada erbacea e del bouquet floreale che si percepi-sce mentre si passeggia all’alba

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testo e foto Alex VaccaniRitratto di Dan Curwin 18/76 la valigia

James ToselanDDUe Volte CAMPIoNe Del MoNDo DI SUPeRBIKe, l’INgleSe JAMeS

toSelAND SI è RItIRAto Nel 2011 PeR UNo SfoRtUNAto INfoRtUNIo Al PolSo. oggI HA DeCISo DI DeDICARe Se SteSSo AD UN’AltRA SUA gRANDe

PASSIoNe, QUellA PeR lA MUSICA RoCK, PUBBlICANDo Il SUo PRIMo AlBUM “ReNegADe”. ABBIAMo SBIRCIAto NellA SUA VAlIgIA PeR CeRCARe

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vienna > sempre più ecosostenibile Da un po’ di anni la capitale austriaca vanta il titolo di città con la più alta qualità di vita d’europa. I parametri che l’hanno portata a gua-dagnarsi il primato? la percentuale di verde urbano, l’utilizzo

crescente delle rinnovabili e l’incentivazione alla mo-bilità sostenibile. la ten-denza ha anche contagiato i privati come il titolare del Stadthalle Boutiquehotel: un albergo che non con-suma energie fossili, com-pletamente a impatto zero, dove tutto il fabbisogno energetico è fornito dai pannelli solari che rivesto-no l’edificio e da tre turbi-ne eoliche poste sul tetto. l’acqua potabile è minera-lizzata tramite pietre natu-rali, mentre quella piovana

ottimizzata per i sanitari e per innaffiare i rigogliosi giardini. tutte le stanze sono dotate di lampade led a basso spreco ed è anche possibile ricaricare autovetture elettriche grazie ai due alimenta-tori forniti dalla struttura. lo Stadthalle Boutiquehotel è situato nel 15° distretto della città, al 20 di Hackengasse, una via silen-ziosa, a due passi dalle principali attrazioni del centro storico.

20/76 spazi urbani

BERLINO Evoluzione del bookcrossing Passeggiare per strada e portarsi a casa un bel libro gratis. Succede per le strade di Prenzlauer Berg, il quartiere gentrificato di Berlino, dove da qualche tempo sorge la singolare Book Forest. Ideata dall’asso-ciazione BauFachFrau, è una libreria pubblica diffusa, sempre accessibile, ubicata nei tronchi di alberi morti. Sì, avete letto bene: ciascun tronco può ospitare fino a 100 volumi, ordinati in teche protette, scavate all’interno della corteccia. L’unica condizione? Praticare il bookcrossing! •

LONDRA Nuova sede del WWF è interamente ecosostenibile il nuovo quar-tier generale del WWF, noto come il Living Planet Centre, un centro di ri-cerca, congressi e didattica per l’ambiente situato a Woking, appena fuori

Londra. L’energia è garantita da pan-nelli solari e il sistema idrico prevede raccolta e riciclo dell’acqua piovana. I materiali di realizzazione sono riciclati e il legno proviene da foreste certificate; inoltre, gli oltre 300 dipendenti sono in-vitati a raggiungere il posto di lavoro coi mezzi pubblici o pedalando! •

LOS ANGELES Urban air Trasformare un billboard pubblicitario in un giardino so-speso? A Los Angeles si può. è un’idea dell’artista Stephen Glassman che ha rac-colto oltre 100,000 dollari grazie a una cam-pagna di raccolta fondi su Kickstarter. Ora toccherà a lui e al suo team realizzare que-sta mini oasi di bambù sospesa per aria. Il messaggio è chiaro: sensibilizzare sui temi del cambiamento climatico per un futuro più sostenibile, con aria pulita e più verde per tutti. Bella sfida in una delle città più trafficate e inquinante del mondo •

BARI Spuntano giardini sui tetti A Bari si è deciso di sperimentare un nuovo modo per migliorare il microclima dei quartieri. Come? Attraverso il recupero delle corti e la realizzazione di giardini pensili urbani. Il verde in questione, finanziato dal Co-mune, servirà per migliorare l’assorbimento delle acque meteoriche, il filtraggio delle polveri, diminuire i costi della regolazione termica degli edifici e, non ultimo, per stimolare l’interazione sociale tra gli inquilini. Già 2000 metri quadri sono stati “prenotati” per la realizzazione dei “tetti verdi” •

New York > arrivano le torri di funghi e mais oltre-oceano la bioedilizia fa passi da gigante. Incentivata dalla ten-denze sempre più “green”, merito anche delle politiche di oba-ma, è spesso al centro di idee lungimiranti. Uno dei progetti più chiacchierati di recente è Hy-fi, a cura dello studio the living di New york, vincitore, tra l’altro, del premio yAP (young Architects Program, indetto dal MoMA PS1). Il piano di lavoro prevede la co-struzione di due torri che fungeranno da oasi di sosta, a ridosso del cortile del museo d’arte contemporanea; le strutture saranno interamente realizzate in mattoni riciclabili di cui una parte (quelli posti alla base) sarà costituita da composti di mais e miceti. A col-laborare con the living l’azienda ecovative, che produrrà i matto-ni riflettenti che completeranno la parte superiore della struttura, in modo da ottimizzare al massimo la luce naturale. la ventila-

zione delle due torri, invece, sarà garanti-ta dalla naturale po-rosità dei materiali. Hy-fi si candida così a diventare la prima architettura su larga scala a non emette-re Co2, nonché ad essere 100% com-postabile.

Budapest > Ruin Bar per lo sviluppo soste-nibile A Budapest spuntano come funghi. Parliamo dei run bar, ricavati dalle macerie dei palazzi caduti in rovina, loca-li concepiti come un mix tra centro sociale, pub, sala da concerti e galleria d’arte. Al-cuni sono aperti solo d’estate, per via della natura sventrata delle mura che li ospitano, al-tri sono diventati delle vere e

proprie istituzioni permanenti, come lo Szimpla Kert. Ubicato al 14 di Kazinczy Utca, offre un ampio cortile coperto e due piani di arredamento eccen-trico, comprensivo di opere d’arte, tutto rigorosamente riciclato. lo Szimpla offre un ricco programma culturale di performance live, letture di poesie, proiezioni, ma anche numerosi corner bar dove po-trete gustare la vostra Palinka (liquore tradizionale unghere-se) seduti a tavoli ricavati dal-la carrozzeria d’auto d’epoca. Una volta al mese ha luogo il mercato delle bici e ogni do-menica troverete stand che vendono prodotti bio a km zero. Un hot spot versatile, che strizza l’occhio allo svilup-po sociale e urbano, in un’at-mosfera degna del “Nirvana” di Salvatores.

testo Jean Marc Mangiameli

BOSTON Tre giorni di running Si chiama “The runner’s World Heartbeak Hill Half Marathon & Festival” e si svol-gerà a Boston dal 6 all’8 giugno 2014. Tre giorni all’inse-gna del running tra seminari, concerti, corse per adulti e bambini e un pranzo con gli editori di runner’s World, organizzatori dell’evento, prima di partecipare alla mez-za maratona che concluderà l’evento. Si parte alle 7:30 da Linden Lane a Newton, Massachussetts con destinazione finale il College di Boston. Un vero e proprio festival de-

dicato agli appassionati del running, ma anche a chi vuole passare un weekend insolito all’aria aperta •

LONDRA Correre nel fango richard Askwith è Associate Editor del quotidia-no britannico Independent; il suo primo libro, “Feet in the Clouds” ha vinto il premio come Best New Writer ai British Sports Book Awards. è stato finalista ai William Hill and Boardman-Tasker prizes ed è stato nominato da runner World’s come uno dei tre migliori libri sul running di tutti i tempi. “running Free” è il suo nuovo libro in cui Askwith esplora il running rurale tra campi fangosi, colline rocciose e fauna selvatica •

ALPI Quattrathlon: strada, trail, bici e mtb Si svolgerà dal 24 al 27 luglio il Gore-Tex Experience Tour che metterà alla prova sulle Alpi 30 sfidanti mischiando strada, trail, bici e mtb. “Quattro giorni, quattro paesi, quattro discipline” è lo slogan scelto per invitare gli amanti degli sport outdoor, e in particolare della montagna, a partecipare al primo Alpine Quattrathlon. Si parte a Warth in Au-stria con una corsa trail di 25 km e si termina il quarto giorno in Alto Adige con

30 km di corsa, nel mezzo prove su due ruote e mountain bike (nella foto, il campione olimpico Jan Froden, our expert dell’ Alpine Quattrathlon) •

PISA La scarpa del futuro Transcend è la scarpa appena nata in casa Brooks, inattesa e rivoluzionaria, apre una nuova era nelle scarpe da running. La nuova tendenza del “natural motion” viene abbinata

alla massima protezione, in quanto la scarpa è in grado di stabilizza-re l’appoggio grazie ad una specie di salvagente, il “roll-bar”, posizionato lungo tutto il perimetro della scarpa proseguendo sino alla talloniera. Sicurezza, ammortizza-mento e stabilità in una scarpa sola tecnologica ed efficiente •

21/76 l’arte di correre

per Brooks

Los Angeles > Mappe d’autore Nathan yau è uno statistico americano, insegna alla UClA ed ha pubblicato diversi li-bri con tema la statistica. tramite i suoi studi e utilizzando l’applica-zione di workout, RunKeeper ha raccolto i percorsi più battuti dai runner di 22 città d’America, Cana-da ed europa. Sovrapponendo tutti i percorsi dei runner, suddivisi città per città, ha ottenuto delle mappe che rivelano le strade più trafficate e le meno battute in un gioco gra-fico dal risultato involontariamente artistico. Queste mappe possono aiutare i runner a pianificare i loro allenamenti futuri seguendo per-corsi meno affollati e alternativi, spingendoli ad affrontare scelte di-verse oppure scoprendone di nuo-ve, proprio seguendo il percorso di altri runner. A New york il percorso più solcato è quello della celebre maratona che si svolge ogni anno in città, seguito dai viottoli di Cen-tral Park e dalla High-line. yau ha creato delle opere d’arte virtuali dal valore anche sociale, che po-trebbero tranquillamente trovare spazio in una galleria d’arte con-temporanea. yau ha dichiarato di essersi ispirato al lavoro dell’inge-gnere danese Nikita Barsukov, che ha tracciato i dati di corsa e cicli-smo utilizzando l’app endomondo, anche se con un risultato meno artistico e più prettamente statisti-co. Se volete farne parte anche voi non vi resta che scaricarvi l’app e yau inserirà il vostro percorso nelle

sue statistiche future.

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una casa sull’albero è il sogno di ogni bam-bino, un luogo segreto, un quartier genera-le in cui lasciar sfogare la propria fantasia ispirato da luci, colori, suoni e anche sapori

della natura. ma una volta diventati adulti si ha ancora questo desiderio di evasione dal-la quotidianità, sia per l’istinto avventuriero che per ristabilire un contatto con la natura

o una fuga romantica. per questo in quest’era tecnologi-ca le case sugli alberi stanno diventando un vero ogget-to del desiderio nell’immaginario comune, anche per ri-stabilire un contatto con se stessi, non solo per togliersi lo sfizio di aver dormito sotto le stelle tra i rami di una quercia secolare. le case sugli alberi si stanno diffon-

dendo in tutto il mondo assumendo diverse valenze, dal rifugio progettato da un celebre architetto che l’accoglie come una sfida, al resort di lusso che vi permette di sve-gliarvi in un panorama mozzafiato o architetture moder-ne che si lasciano ispirare da questo concetto di libertà assoluta. nel mondo è scoppiata la Tree House mania.

il mondo visto dall’alto

TREEHOTEL – SvEZIA avete mai sognato di dormire in un nido adagiato sulle fronde di un al-bero? ad Harad, nella lapponia svedese, c’è un singolare hotel le cui camere sono sospese su-gli alberi, ciascuna disegnata da un progettista svedese, un work in progress in costante evo-luzione. l’idea del Treehotel è nata dai proprie-tari di un piccolo albergo, il Brittas pensionant, che volevano un posto unico in cui far sognare visitatori provenienti da tutto il mondo. ogni ca-mera del Treehotel è progettata seguendo ca-noni ecosostenibili ed utilizzando solo energia solare, sospesa ad un’altezza che varia tra i 4

IL DESIDERIO DI OSSERvARE LA TERRA DA UN’ALTRA PROSPETTIvA, LA vOGLIA DI EvADERE DALLA CITTà, IL BISOGNO DI RICONNETTERSI CON LA NATURA: LE CASE SUGLI ALBERI SONO LA vIA DI FUGA PERFETTA DAL QUOTIDIANO.

ed i 6 metri, con una vista esclusiva sul fiume lule. ogni camera del treehotel è particolare ed è connotata da un tocco fortemente artistico. the Bird’s Nest è un cubo di rami, concepito all’e-sterno come un vero e proprio nido d’uccello che si mime-tizza nella foresta; i suoi 17 mq comprendono soggiorno, camera da letto e bagno. the Mirrorcube è un cubo esternamente ricoperto di specchi, un caleidoscopio riflettente che comprende un camera doppia, bagno, zona relax e una terrazza sul tetto. the Ufo è una vera e propria navicella spaziale che sembra uscire da un b-movie, una visione surreale nel cuore del-la foresta; si sviluppa su di una superficie di 30 mq. www.treehotel.se

Free Spirit Spheres, vancouver Island (CA)Il free Spirit Sphere è un hotel che va oltre il con-cetto di casa sull’albero in quanto le sue camere sono delle vere e proprie sfere sospese tra gli al-beri della foresta dell’isola di Vancouver, in Canada. le camere sono state inventate da tom Chudleig, proprietario di questo albergo particolare, che le re-alizza anche su commissione. le sfere a disposizione

sono tre e ciascuna ha un nome proprio: eve, eryn e Melody; dotate di ogni confort sono costruite con materiali da barca e sono sospese tra gli alberi tra-mite strutture e tiranti ad alta quota raggiun-gibili tramite un sistema di scale in legno. Inutile dire che il panorama è incredibile e che non essendo appoggiate ad una base ma sospese oscillano a seconda del vento in balìa degli alberi a cui sono legate, offrendo un’espe-rienza che permette una simbiosi unica con la foresta che le circonda. l’albergo è aperto tutto l’anno, così dagli oblò della vostra camera potrete osservare il panorama e i suoi cam-biamenti di stagione, e spiare gli animali della foresta dall’alto

la Piantana è la quercia su cui sorge questa casa, nonchè l’albe-ro più vecchio d’Italia, con VIII secoli di storia alle spalle, 23 metri di altezza e 40 metri di chioma. la suite di questa azienda bio-logica è costruita totalmente in legno di cedro rosso americano; sospesa a 8 metri da terra, è riscaldata e dotata di ogni comfort. la colazione vi verrà servita sul terrazzo tramite una carrucola per non disturbare la vostra intimità. la suite Il Nido è in grado di farvi dimenticare per una notte la realtà, sospesi tra cielo e terra, protetti dai grandi rami di un albero secolare. www.lapiantata.it

L’arbre Blanc, Montpellier (FR) Questo folle e ambizioso progetto non è una casa sull’albero ma s’ispira all’arte dell’ar-

chitettura sospesa. Il gruppo di architetti che l’ha progettato fa capo al giapponese Sou fujimoto, vincitore del concorso “la folie Architecturale de Richter”. Il progetto sorgerà a Montpellier, nel sud della francia, ed ospiterà 120 unità residenziali, uffici, un ristorante panoramico ed una galleria d’arte al diciassettesimo ed ultimo piano. I balco-ni, che si sviluppano lungo i suoi 56 metri d’altezza con una superficie complessiva di 100.000 mq si estendono come rami al sole scolpiti nel vento, veri e propri giardi-ni pensili che occuperanno più della metà dello spazio assegnato agli appartamenti. Il progetto vede convivere la tradizione vicino all’innovazione e si aprono in una struttura a ventaglio per poter godere al meglio dei

raggi del sole. la torre utilizzerà strategie passive per ridurre il consumo di energia e le emissioni nocive per l’ambiente.

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Sopra e nella pagina accanto, l’Arbre Blanc a Montpellier.

Un progetto di Sou Fujimoto Architects (Tokyo), Nicolas

Laisne Associes e Manal Rachdi Oxo Architects

(Parigi). © dei progettisti, con la consulenza di Franck Boutte Consultants. Rendering a cura

di Rsi-Studio.

In alto a destra, “Eryn”, una delle case sull’albero

sferiche del complesso “Free Spirit Spheres” sull’isola di

Vancouver, Canada. Ph. Tom Chudleigh.

Sotto, la casa sull’albero più grande d’Europa, progettata

dal francese Alain Laurens per l’agriturismo La Piantana ad

Arlena di Castro.

In apertura di servizio, una delle cabine del Treehotel

di Harads, nella Lapponia svedese.

« La casa sull’albero è un rifugio dalla confusione, uno spazio privato e intimo in cui sentirsi al sicuro, lontano dalla tecnologia con la chioma rivolta verso il cielo in compagnia delle fronde »

mentre fate colazione, preparandovi ad un’avventura tra i boschi canadesi. www.freespiritspheres.com

La Piantana, Arlena Di Castro (vI)Immerso tra la quiete e i colori dei campi di lavanda delle colline toscane sorge l’a-griturismo la Piantana, che vanta la casa sull’albero più grande d’europa, progettata dall’architetto francese Alain laurens, cele-bre per le sue costruzioni sospese, avendo-ne costruite oltre 350 nel mondo.

27/76 cinema

Los Angeles > vizio Innato lo è forse quello di appassionarsi sempre a quegli esseri umani pre-gni di carisma, ubriachi d’amore, maestri santoni o solitudini inquie-te in fuga dalla realtà famigliare. Più che un vizio, quindi, è una virtù quella di Paul thomas Anderson. la sua capacità di raccontare storie al limite attraverso l’analisi più pro-fonda dei sentimenti che animano i suoi personaggi, reali o di finzione che siano, gli ha permesso di di-ventare un enfant prodige dell’altra Hollywood. è in fase di post produ-zione il suo prossimo film Inherent Vice, tratto dal romanzo di thomas Pynchon, tradotto in italiano come Vizio di forma. la colonna sonora è di Jonny greenwood dei Radiohead e la pellicola avrà come protago-nista l’iconico, empatico e ipnotico Joaquin Phoenix, già protagonista di the Master al fianco del com-pianto Philip Seymour Hoffman. Phoenix sarà larry “Doc” Sportello, un eccentrico detective dipendente dalla marijuana, la cui vita sregola-

ta viene sconvolta dall’arrivo della sua ex ragazza. Accanto a Phoenix ritroviamo, finalmente, Reese Wi-therspoon.

Görlitz > vado al Grand Budapest Dice di non volere mai ripetersi, eppure sostiene di farlo sempre. e meno male. Wes Ander-son è uno di quei registi catalogabili con uno stile narrativo e registi-co ben definito: stralunato, poetico, fanciullesco, elegante e ironico.

le sue storie sono tutte costruite con una cura maniacale dei detta-gli, la messa in scena è sempre sim-metrica e le cromie mai lasciate al caso. ogni volta che Wes Anderson, nato in texas nel 1969, fa un film c’è un intero mondo da costruire e da conoscere, e pensare che poi, in fondo, racconta di sentimenti universali. Dalla nascita dell’amo-re più puro dei due protagonisti di Moonrise Kingdom, alle atmosfere

dolceamare e nostalgiche della famiglia de I tenenbaum, al viag-gio di formazione dei tre fratelli ne Il treno per Darjeeling, partendo dal racconto – quasi autobiografico – dell’irrequieto e ipercreativo protagonista di Rushmore. I suoi film hanno tutti un sapore retrò e creano mode e dipendenze. Vedi l’amore per Bill Murray, suo attore feticcio. the grand Budapest Hotel, nelle sale dal 10 aprile.

26/76 cinema

LOS ANGELES Pornstar what? E se vi raccontassero che la mitica “Gola Profonda” Linda Lovelace in realtà non aveva la minima intenzione di di-ventare la più famosa pornostar degli anni ‘70 e che la sua è una storia di abuso e tradimento? Dietro la ragazza della porta accanto scappata da una famiglia severa, innamorata del suo carismatico protettore Chuck Traynor e portavoce della libertà sessuale c’era una donna soggiogata e

costretta a “donarsi” senza se né ma. Al cinema, in Lovelace, Amanda Seyfried e Peter Sarsgaard diretti da rob Epstein e Jeffrey Friedman •

COPENAGHEN Giovane scandalosa Come ogni film di Lars Von Trier, anche Nymphomaniac provoca un mix

di sentimenti controversi: orrore, tenerezza, rabbia, ammirazione, disgusto, divertimento. C’è un nuovo volto, niente di così unico, ma perfetto per le ambizioni di Trier che vi farà innamorare. è quello di Stacy Martin, l’attrice debuttante franco-inglese protagonista del nuovo progetto del regista danese. Interpreta la giovane Joe, una ninfomane che fa sesso selvaggio per saziare la sua nevrosi, ma sul set – dichiara – niente sesso. Eppure tutti stanno gridando allo scandalo •

SYDNEY Next star è stato il disinibito Dean Moriarty nell’On the road di Walter Salles, fumato spirito ribel-le alla ricerca della libertà e autista silenzioso di un vecchio musicista jazz eroinomane (John Goodman) nell’ultimo film dei Fratelli Coen A proposito di Davis. Ma in realtà Garrett Hedlud è noto al grande pubbli-co per essere stato tra i protagonisti di Tron Legacy. recente è l’annuncio della sua partecipazione al sequel dell’action movie. Ma prima

lo riconoscerete nel drammatico Lullaby insieme a Amy Adams e diretto da Angelina Jolie in Unbroken •

ROMA Il film che vorremmo vedere “La Collina può strapparti all’eroi-na e restituirti la vita”. L’adattamento cinematografico del romanzo La

Collina (Fandango) di Andrea Delogu e Andrea Cedrola ci piacerebbe immaginarlo diretto da Stefano Sollima, regista preciso e senza paura

di ACAB e Gomorra – La Serie. Perché saprebbe tirar fuori al meglio i sentimenti che si vivono in quel pezzo di terra incolta dove esiste un mondo di salvezza e speranza: la comunità di San Patrignano. Andrea Delogu è nata e cresciuta fino all’età di 10 anni proprio lì •

Ontario > James Dean reloaded Con quel viso partico-lare e quell’espressione perfetta per ruoli tormentati e dark, Dane Dehaan continua dritto lungo la strada giusta. fino ad ora non ha sbagliato nulla, eppure ancora c’è qualcuno che non ha presente chi sia il giovane attore. Classe 1987, laureato presso la University of North Carolina School of the Arts, Dehaan dopo una gavetta teatrale si fa conoscere al grande pubblico nella serie tv In tre-atment. è il figlio spigoloso e glaciale per DNA di Ryan gosling in Come un tuono, il dramma di Derek Cianfrance. Affianca un Harry Potter stravolto in Kill your Darlings – giovani Ribelli, dove interpre-ta l’amore segreto, ma anche no, di Allen ginsberg (Daniel Radclif-fe) lucien Carr, nonché l’ inquieto omicida di David Kammerer, suo professore e ossessivo pretendente. In aprile lo vedrete in the

Amazing Spider-Man 2 e in Devil’s Knot. In questo momento è in Canada sul set di life, biopic su James Dean diretto dal fotografo rock Anton Corbijin, con Robert Pattin-son. Dane, neanche a dirlo, è James Dean.

Intervista di Silvia RossiA cura di Silvia Rossi

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Milano. felix Van groeningen dirige l’adattamento cinematografico della pièce teatrale scrit-ta e interpretata anche nel film da Johan Heldenberg. Una storia narrata a più livelli e che racconta l’amore travolgente tra elise - di professione tatuatrice - e Didier, musicista di blue-grass, due persone estremamente differenti e per questo attratte l’una dall’altra senza ri-serve, e una perdita. la perdita della loro bambina che inevitabilmente rompe quel cerchio idilliaco. Abbiamo chiacchierato con Verlee Baetens, attraente - e tatuatissima - protagonista femminile.

credo che in quanto madre questo ruolo sia stato complicato da interpretare per te.essere madre mi ha sicuramente facilitato nell’approccio al perso-naggio di elise. Sei più consapevole di tutto e poi il sentimento di una madre per la figlia va oltre ogni forma possibile d’amore, è l’u-nico che rimarrà esclusivo per sempre.

e come sei riuscita a passare attraverso queste sensazioni? In realtà ho avuto una buonissima direzione, felix è un regista che pretende molto dai suoi attori e riesce a farti comprendere perfettamente l’idea che ha nella sua mente. Abbiamo provato molto, cercato immagini, suoni, canzoni e stimoli continui che fossero indispensabili per capire le sensa-zioni e così elise è entrata a far parte di me, del mio corpo.

Guardando alabama monroe abbiamo capito che non basta pitturare una stanza per coprire

incHiosTro e amoretHe BRoKeN CIRCle BReAKDoWN, CHe IN ItAlIA USCIRà CoN Il tItolo AlABAMA MoNRoe – UNA StoRIA D’AMoRe, è UNo DI QUeI fIlM CHe tI eNtRANo PRePoteNtI IN PANCIA. Ce lo RACCoNtA VeRlee BAeteNS, lA PRotAgoNIStA

la sofferenza. e che ognuno affronta il dolore in modo diver-so. sei mai stata arrabbiata con elise per come ha affronta-to la perdita della figlia?No, mai. la comprendo molto bene, penso che sarei stata mol-to più arrabbiata con il personaggio di Johan.

a proposito di questo, alabama monroe affronta anche un argomento che da sempre divide il genere umano: raziona-lità verso istinto. per Didier è molto difficile comprendere la parte mistica di elise e viceversa. Tu cosa pensi di que-sto eterno conflitto? e Johan come ti ha raccontato questo aspetto del film?Diciamo che esattamente come io nella vita sono molto elise, anche Johan è molto Didier. Quindi il conflitto esisteva davvero. Johan è un uomo molto razionale. Io non credo in Dio, ma sono molto spirituale. Conto nella potenza della fede e comprendo che per le persone la religione sia fondamentale, perché c’è bi-sogno di affidarsi a qualcuno. esattamente come Didier, Johan crede nella libertà del pensiero e i suoi dogmi sono lontani da quelli religiosi. Per questi motivi per noi è stato semplice capire come approcciarci alla questione.

la musica è la terza protago-nista del film. Tu e Johan avete interpretato tutti i pezzi che si sentono. la musica fa parte del-la tua vita?Ho studiato Arte Drammatica al Royal Conservatory di Bruxelles e

ho fatto un unico musical, Pippi Calzelunghe, ma a parte alcuni progetti personali, come attrice non avevo più avuto modo di affrontare il canto. Quando ero piccola ero una folle ammira-trice di Michael Jackson. Suono il piano e quindi amo anche la musica classica. Poi grazie al film ho scoperto il Bluegrass. ora siamo in giro con il tour, non so se sai che dopo il film la band non si è più divisa!

« Io non credo in Dio, ma sono molto spirituale. Conto nella

potenza della fede e comprendo che per le persone la religione sia

fondamentale, perché c’è bisogno di affidarsi a qualcuno »

29/76 portfolio

l’ARtIStA AMeRICANo SHAWN HUCKINS RIPoRtA IN VItA I PRotAgoNIStI DellA gRANDe PIttURA A CAVAllo tRA ‘700 e ‘800 Re-IMMoRtAlANDolI olIo

SU telA e CAtAPUltANDolI SUllA HoMe-PAge DeI NoStRI SoCIAl NetWoRK PRefeRItI. l’effetto? lMfAo!

nuovo frasario illustrato

Denver, Colorado. “Selfie” è stata la parola del 2013 secondo l’ox-ford Dictionary, battendo all’ultimo secondo l’altrettanto onni-presente “twerk”. la notizia non ci lascia indifferenti. Ma allora, come avrebbero reagito a questa rivoluzione i Padri fondatori degli Stati Uniti che riuscirono addirit-tura a firmare la Dichiarazione d’Indipendenza senza l’ombra di un segnale wi-fi?è quel che si chiede l’artista Shawn Huckins con le serie “the American __ tier” e “Ame-rican Revolution Revolution” che esplorano la grande pittura del 18° e 19° secolo applicando-vi il lessico del 21° secolo: twe-et, sms, status e tutte le forme che caratterizzano la comuni-cazione digitale quotidiana. le opere vengono replicate con minuzia di dettagli come in un falso d’autore, salvo poi l’appli-cazione di grandi lettere bianche dipinte a mano.

l’atto fisico di digitare velocemente su dispositivi di piccole dimensioni ha innegabilmente influenzato l’ortografia, la grammatica e la punteggiatura, favorendo un nuova forma di

analfabetismo che è diventata una norma sociale. Non man-cano poi le teorie secondo cui la tecnologia ci ha isolato anzi-ché avvicinarci, facendo rimpiangere i secoli in cui la vita era più

semplice, più civile e - paradossal-mente - più “connessa”.Ma se il progresso nelle comunica-zioni influenza la trasmissione delle idee e dei valori, la forma svilisce la sostanza? e soprattutto, si chiede l’artista, george Washington avrebbe seguito i tweet di Miley Cyrus?

Shawn Huckins, classe 1984, nasce a laconia, New Hampshire e attual-mente risiede e lavora a Denver, Co-lorado. Nel 2009 riceve una copia autografata di “leave Any Informa-

tion At the Signal” da ed Ruscha in persona e, arrivati a questo preciso punto del suo cv, tutto torna. www.shawnhuckins.com

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pg. 30

euphemia White Van Rensselaer: Don’t you Realize that I only text you When I’m Drunk, 2013

pg. 31

Major James S. Rollins: HAHAHA AHAHAHA HAHAHA, 2013

pg. 32

young girl With Dog and Bird: Sorry to tell you, But your

girlfriend looks like A farm Animal, 2013

pg. 32/33

Portrait of A lady, Saturday Night, (What Do you think? Wine And Sex And the City At 5:30? Who’s Down?), 2012

pg. 33

Vanderlyn’s Secret obsession, (talk Dirty to Me), 2011

pg. 33

elizabeth oliver: If I Don’t get Invited to Some Shitty Rooftop Party Where I Drink too Much And fall Into Someone’s Mouth, I’ll Be Pissed off!, 2012

pg. 32 (riquadro)

the Jolly flatboatmen: twerking like A Boss, 2013

olio su tela.

A cura di Anselmo Bianconi

33/76 chI ha paura del desIgn?

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OSAKA Sliding Nature by PANASONIC Lo studio Torafu Ar-chitects ha ideato Sliding Nature, un progetto che s’ispira alla tradizione giapponese e che vuole definire, attraverso l’uso delle tipiche porte scorrevoli di carta o tessuto, spa-zi diversificati. Con lo stesso concetto Panasonic affronta Sliding Nature, una casa che vuole stabilire un dialogo dinamico con la natura, indagando la possibilità di dare

origine a spazi flessibili e diversi stili di vita, attraverso porte scorrevoli, così come l’opportunità di creare differenti atmosfere con una diversa mo-dulazione della luce •

MILANO DISCIPLINE, giocattolo eco La nuova collezione 2014 del marchio resta fedele all’utilizzo di soli materiali naturali, ampliandone la gamma: oltre al sughero, al bambù, al rame, Discipline introduce anche il legno di eucalipto, la porcellana e la pietra. Di grande impatto, o meglio di impatto zero, è Pomme, disegnato da Lars Beller Fjetland per il brand, che per questo prodotto utilizza solo gli scarti di produzione dell’azienda per creare un ferma carte da scrivania su cui è possibile fissare con una puntina note e memo •

LECCO CASAMANIA, canarini lumière L’idea di Jake Phipps del-la gabbia ripercorre la tradizione del passato del canarino nelle case: dalle civiltà egizie ai tempi dei romani, alle corti inglesi in cui era segno di buona educazione. Si tratta di Tweetie, un sistema di lampade progettato da Jake Phipps per Casamania, in collaborazione con BOSA. La struttura è in tondino di metallo verniciato nero o placcato oro. Il corpo illuminante a led è nella base della gabbia, coperto da una doppia schermatura in poli-carbonato, che da un lato illumina l’ambiente, dall’altro l’interno della gabbia •

SUNDERLAND DESIGNJUNCTION meets MICHAEL YOUNG Michael Young ha pro-gettato una nuova collezione di lampade per il brand di Hong Kong EOQ. Grande attesa per l’evento Designjunction durante la Design Week, quando sarà presen-tato assieme alla sua nuova sedia Yi. EOQ è radicata in uno spirito di ricerca e di avventura industriale, offrendo dei classici rivisitati alla perfezione, nei quali fun-zione e qualità delle finiture sono ben bilanciate. Impegnata ad offrire la massima

qualità assieme all’impiego di metodi sostenibili, le prime tre collezioni di Michael Young lavorano con estrusi di alluminio •

Kyoto > Stellar Works da Designjunction la poesia delle estetiche giapponesi, la ric-chezza degli ornamenti cinesi, la passione del design italiano e poi la raffinatezza del lusso francese e il less-is-more del disegno scandi-navo. è la visione di Stellar Works, che si dedica alla progettazione di arredamenti con un approc-cio cross-culturale, caratterizzato dall’apertura mentale più assoluta. Pensate per funzionare sia in am-bienti domestici che commerciali, le collezioni giocano su un con-trasto armonioso ed equilibrato

di comfort, eleganza e allo stesso tempo intimità. Anche nella colle-zione di nuovi prodotti che lance-rà a eDIt, l’evento organizzato da Designjunction durante la Milan Design Week, lo story-telling è ciò che al meglio rappresenta la real-tà Stellar Works. Ponendosi come un ponte tra passato e presente, percorrendo il quale è possibile sbirciare al futuro, i prodotti, come i designer che li hanno ideati, con-dividono l’investigazione sugli in-croci tra culture, la riscoperta delle qualità materiche dei materiali na-turali e le lavorazioni artigianali.

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Stoccolma > Carl Kleiner, foto d’artista flos pre-senta Architectural lighting, la mostra fotografica del giovane talento svedese Carl Kleiner. è l’occasione per celebrare, in-sieme a un pubblico di grandi professionisti, architetti, lighting designer, nonché appassionati di grafica e fotografia, il nuo-vo catalogo della collezione dei pro-dotti illuminotec-nici dell’azienda, realizzato grazie alla collaborazione con l’art director omar Sosa. Com-posizioni astratte, allineamenti geo-metrici, mix di cro-mie pop. Queste le basi stilistiche delle immagini in mostra, concepite dal giovane artista di fotografia e mo-ving image che ha voluto giocare con le forme e i dettagli delle ultime novità presentate da flos nel settore architetturale. tre settimane di lavoro a Stoccolma per un percorso ritmico straordinariamente carico di energia, la cui consultazione risulta gradevole, dinamica e molto più visiva ri-spetto al tradizionale ‘catalogo tecnico’.

Milano. Alessandra Baldereschi inizia il suo percorso, dopo essersi laureata alla Domus Academy, in una residenza-stu-dio in giappone. Al rientro in Italia inizia a lavorare per importanti aziende del set-tore, spaziando da progetti di bigiotteria e moda a quelli d’illuminazione e arredo. Una forte contaminazione orientale, un tocco romantico e un pizzico di magia contraddistinguono i suoi nuovi progetti che presenterà in occasione della MDW. la collezione di sedie e tavoli Van gogh per fermob è un richiamo alla poetica dell’artista olandese e alla sua “camera da letto” dove si trova la sua sintesi più romantica e surreale. “e  proprio come l’arte sa trasformare un oggetto nella sua visione onirica – racconta la de-signer - con la mia interpretazione ho cercato di restituire non solo la forma

funzionale di una sedia e di un tavolo, ma il loro ricordo, l’immagine che ne conservo”. Un ritorno al passato per le nuove sedute Donut disegnate per Mogg. l’intreccio con la paglia, è un’arte antica da sempre utilizzata per ricoprire le sedute, con Donut viene interpretato in chiave con-temporanea. Contenitori ca-pienti dalle forme  arrotondate e morbide, il taglio è lineare e basico: sono i nuovi mobili dai toni pastello disegna-ti per Valsecchi 1918.   Un dettaglio? le maniglie, un nastro sottile che si an-noda, avvolge il conteni-tore creando un piccolo fiocco, come una sor-presa impossibile •

Pordenone. Architet-to e designer, fonda

la base del suo lavoro sull’osservazione e la ri-

cerca. Dal friuli approda a Milano nel 2009, dove

sviluppa una sua produzio-ne di arredi e lampade sotto

il nome di “Attico”. Ricerca e trasversalità tra moda, arte e

design per ottenere   progetti dalle geometrie definite e rigoro-

samente unite da un gioco sottile di forme d’uso tradizionali che, at-

traverso variazioni di scala e piccole invenzioni, mutano il senso dell’og-

getto e lo caricano di significati di-versi.  libertà, trasparenza e funzione

sono le key words del nuovo progetto della designer per Seletti. “les Volieres”

porta in scena negli interni domestici una struttura tipicamente da esterni. In que-sto complemento d’arredo, leggero e a tratti ironico, possono trovare posto libri, piante-fiori, piccoli oggetti. Ambrosiana invece è il nome del progetto a tre che vede protagoniste, assieme a Cristina Celestino, anche Serena Confalonieri ed elena Salmistraro. Sono nati così vasi e brocche dal nome Miuccia, ispirati ai vo-lumi e alle silhouette di figurini femmini-li, e obei obei, una collezione di specchi da parete con forme tratte dai dettagli e particolari di edifici iconici milanesi. Vela-sca è un set composto da 4 bicchieri, una coppa e una ciotola in vetro borosilicato soffiato a bocca. Il tutto è inserito in un contenitore trasparente con coperchio, scrigno prezioso di questa calibrata com-posizione di opacità e trasparenza •

alessandra Baldereschi cristina

celestinogIoCA CoN l’ARte e lA MAgIA, Nel DISegNARe SCRIVe StoRIe e CI eMoZIoNA

CoN le SUe lINee DolCI e RoMANtICHe. VoRACe ColleZIoNIStA D’oggettI DI DeSIgN e AtteNtA oSSeRVAtRICe Del

MoNDo, CReA oggettI CHe AttINgoNo AllA tRADIZIoNe StRAVolgeNDolI.

A cura di Marco MagaliniA cura di Marco Magalini

Copenaghen > Tessuti d’autore reinterpretati Kvadrat è un brand fondato in Danimarca nel 1968 le cui radici sono nella tradizione del design scandinavo famoso nel mondo. Kvadrat lavora costantemente per ampliare i confini estetici, tecnologici e artistici dell’uso dei tessuti attraverso una lunga serie di collaborazioni con alcuni dei migliori designer, architetti e artisti del mondo, tra cui Ronan e erwan Bouroullec, Akira Minagawa, tord Boontje, thomas Demand e olafur eliasson. Durante la design week il

brand lancia una nuova interpretazione del tradizionale tessuto Divina. Si tratta di uno dei tessuti più pregiati della linea Kvadrat per la sua capacità di presentare i colori

in tutta la loro bellezza. ecco che per celebrare il Divina, Kvadrat ha invitato 22 Designer Internazionali a reinterpretare il tessuto nel contesto del design

contemporaneo creando un pezzo unico. la mostra sarà presentata a Milano durante il Salone Internazionale del Mobile.

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lo sGuarDo DiscreTo

torino, Italia. Museo Casa Mollino. “Carlo Mollino Chair”, 2004

fRANçoIS HAlARD CReA AttRAVeRSo I SUoI SCAttI UN’ARIA D’INDIffeReNZA APPAReNte, CHe RIVelA lo StIle DI UN’ePoCA, IN UN’AtMoSfeRA

elegANteMeNte SCoMPoStA.

8-13 APRIL 2014 At SUPERStUDIOtHE WORLD IS HERE, tHE FUtURE IS NOW: SETTINGS, MATERIALS, TENDENCIES, VISIONS FOR THE HOUSE THAT WILL BE - A NEW SECtION!SUPERDESIGN: SENSATIONAL UNIQUE PORPOSEFUL ECO-FRIENDLY REINVENTED FURNITURES AND OBJECTS FROM EVERYWHERE SELECTED BY GIULIO CAPPELLINI ARt-INtERACtION: VIDEOMAPPING, LIGHT INSTALLATIONS, DESIGNERS’ SCULPTURES, 3D PRINTER PERFORMANCESEXHIBItORS: ALCANTARA • ANYTHINGBY • ARTIGIANA MARMI • AVANTGARDE • BEAU&BIEN •BEBACK DESIGNSTUDIO/LAB • BROTHER • BY HENZEL • CABBDESIGN • CENTIMETER STUDIO • COTTO • CRJOS DESIGN MILANO • DAL PIAN DESIGN • DENISE M. HACHINGER DESIGN • DIGITAL HABITS • EBAY • ENGBLAD & CO • ERMINI • FATBOY • FGF INDUSTRY •FID • FORMAXIOM • FRANCE DESIGN • FRANCESCO RAIMONDI ART DESIGN • GOOGY • GREEN VILLAGE • HOLE DESIGNSTUDIO • IRIS CERAMICA • IVANKA • KABILJO INC. • KUROKAWA DESIGN PRODUCTS • LACRIME D’ARTE • LG HAUSYS • LIGHT NYC • MAISON 203 • MARCHINGENIO • MELOGRANOBLU • METROCUADRO DESIGN • MICHAËL BIHAIN • MINDBIKE / 180 DEGREE • NAUTILUS • NIKARI OY • OFFICINA METALLICA • ONE OFF MOSAICO •PARSON • PEOPLE OF THE SUN • PORCELANOSA • PRODUCT DESIGN MADRID • PROGETTO CARMINIO • PROSTORIA • QUI EST PAUL • REX KRALJ • RI_USO • SUPERORTOPIÙ • TAGINA CERAMICHE D’ARTE • THAILAND’S SLOW HAND DESIGN • THE CUBE • T.MAGPIE • T-SCULPT •VEZZINI & CHEN DESIGN • VITAMIN DESIGN • VITRO • THANKS TO ASUS

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www.superstudiogroup.com

MILAN DESIGN WEEK

testo Marco Cresci fotografia françois HalardCourtesy Rizzoli New york

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Sopra: Parigi, francia. l’appartamento di yves Saint laurent & Pierre Bergé, 1984Nella pagina accanto: Aix-en-Provence, lo studio di Paul Cezanne, 2003

Il volume:“françois Halard” di françois Halard, testi di Isabelle Dupuy Chavanat, prefazione di Pierre Berge,

introduzione di Mayer Rus400 pp., $75.00

Rizzoli New york, 2013rizzoliusa.com

Il fotografo francese françois Halard è stato collaboratore fisso di testate quali Vogue, Vanity fair, gQ e House & garden per oltre trent’anni. Il lavoro per queste pubblicazioni lo ha reso il fotografo d’interior design e d’architettura più prolifi-co di tutti i tempi. françois Halard è un attento osser-vatore capace di cogliere dettagli sfuggenti all’occhio comune e distratto, il suo punto di vista esclusivo e i

tagli delle sue fotografie han-no reso il suo lavoro unico e riconoscibile. Con il suo occhio puntato su arredi o architettu-re è in grado di trasportare gli spettatori al di fuori del luogo in cui si trovano ad osservare il suo punto di vista, facendoli sentire a loro agio come fossero a casa propria. Il suo lavoro è cominciato a soli

20 anni quando ebbe l’opportunità di fotografare il leg-gendario appartamento parigino di yves Saint laurent ed oggi è considerato un punto di riferimento essenziale per l’educazione visiva e risorsa indispensabile per la fotogra-fia d’interni. le sue immagini catturano le case e in realtà la vita, dei loro abitanti cogliendone il lato intimo e priva-to grazie ad una sensibilità unica, che cattura e stimola l’immaginazione. Rizzoli New york lo celebra pubblicando un volume monografico che testimonia il suo incredibile lavoro e svela per la prima volta scatti personali del foto-

grafo e delle sue case a New york, Parigi e Arles.

FormaFanTasmaIDee IN CoStANte eVolUZIoNe e UN gUSto PARtIColARe e INNoVAtIVo

StANNo PoRtANDo I gIoVANI DeSIgNeR ItAlIANI ANDReA tRIMARCHI e SIMoNe feRReSIN, foNDAtoRI Dello StUDIo foRMAfANtASMA CoN SeDe AD eINDHoVeN

(Nl), A RISCUoteRe CoNSeNSI IN tUtto Il gloBo.

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De Natura fossilium, 2014

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eindhoven (nl) siete giovani ma avete percorso molta strada: quanto e in che modo vi sentite cambiati dai vostri esordi?A livello professionale ovviamente ora siamo molto più maturi e abbiamo un controllo maggiore su quello che facciamo. A livello personale non siamo cambiati per niente. Quello che è cambia-to è la quantità di tempo libero che abbiamo. ora praticamente niente!

Qual è il metodo che caratterizza il vostro processo creativo?Dipende sempre da progetto a progetto: se è un lavoro indipen-dente o dove la commissione non è specifica a volte capita che riprendiamo dei temi o delle idee che provengono da un pro-getto precedente. Si tratta di una specie di processo a catena cominci un progetto, poi trovi altre cose per strada, sia il pen-siero che il fare crescono insieme. tra l’altro noi siamo in due, per cui è abbastanza complesso. Semplificando, possiamo dire che c’è uno sviluppo molto intuitivo di un’idea generale alla quale siamo interessati che nasce sempre comunque dalla di-scussione e dal confronto. Il nostro modo di progettare in realtà è molto verbale ed è anche molto intimo: ci capia-mo bene a vicenda e, visto da fuori, il modo che abbia-

mo di lavorare è scarsamente comprensibile. Molto spesso capita che raccogliamo delle immagini e ci confrontiamo visivamente, cercando di trovare un territorio comune, poi le appendiamo al muro e le selezioniamo in modo da creare una specie di mappa visiva. è un po’ come creare una trappola per un animale: costruisci una serie di strutture per condurre l’ idea a destinazione. Arrivati a metà strada scriviamo: ci aiuta a definire l’idea. Non si tratta di un testo personale, ma è come se cer-cassimo di guardare l’idea da fuori e scrivessimo un testo più o meno descrittivo del progetto. Poi torniamo a fare... e quindi materiali, campioni, modelli e via dicendo. Palleggiamo tra l’idea, quello che abbiamo scritto, e il fare, affinando man mano le due cose.

Tra i vostri progetti ce n’è uno a cui vi sentite particolarmente legati?Probabilmente Botanica, dove abbiamo ricercato le plastiche pre-industriali.

cosa vi stimola di più per la creazione di un nuovo progetto? un film, un libro, un viaggio?Molte idee ci vengono in vacanza, ma l’ispirazione può veni-re da qualsiasi cosa. In realtà molti pensano che la creativitá abbia bisogno di stimoli. Considerando l’ammontare di infor-mazioni potenzialmente infinite a cui siamo esposti, una certa dose di solitudine e isolamento funziona molto bene. la creati-vità è una questione di “digestione” degli stimoli, non della loro “assunzione”.

io credo che la musica sia un complemento necessario per sviluppare la propria creativi-tà, siete d’accordo? se sì, che musica ascoltate?Sì, certo. la musica ed il sonoro in generale tendono a stimola-re la creazione di immagini nel cervello... Nonostante questo siamo piuttosto tremendi. In studio ascoltiamo musica dal

computer e non sopportiamo di sentirla arrivare frontalmente dallo schermo... Quindi chiediamo ai ragazzi che lavorano con noi di mettere della musica. Ascoltiamo una radio di Brookyn che si chiama Chances With Wolves. Più o meno recentemente abbiamo scaricato M.I.A. e Major lazers.

come siete approdati ad eindhoven e quanto di questa città c’è nel vostro lavoro?Ci siamo trasferiti nel 2007 per il master alla Design Academy di eindhoven. eindhoven è una città di provincia piuttosto noiosa ma molto funzionale e con spazi in affitto ad un prezzo decente. l’ae-roporto è a dieci minuti dal centro. Vivere lì ci permette di concentrarci totalmente nel nostro lavoro.

c’è un’azienda o un designer con cui vorreste collaborare?Un designer no. Un’azienda dispo-sta a pagare e a lavorare insieme: ci piacerebbe sederci attorno ad un tavolo con una serie di persone per lo sviluppo di un’idea e non per un altro oggetto, che è fantastico e le aziende ne hanno ancora assolutamente bisogno, ma siamo convinti che i designer possano fare molto di più per un’azien-da che disegnare un’altra forma. Crediamo che ci sia bisogno di trovare sistemi diversi, business model diversi, materiali diversi, sistemi produttivi diversi.

secondo voi in questo momento qual è il posto migliore in cui fare design?l’olanda, altrimenti perché saremmo li!? è una risposta sem-plice ad una domanda complessa... Dipende anche che tipo di

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designer sei, in che modo vuoi la-vorare, ecc. In ogni caso in questo momento se uno vuole può fare questo lavoro ovunque.

partecipate al miart e durante il salone del mobile sarete coinvolti

in diverse esposizioni. mi parlate di questi progetti?In anteprima al Miart, con la nostra galleria londinese libby Sel-lers, presenteremo “De Natura fossilium” , un’investigazione sul-la lava dell’etna. Un progetto molto complesso che ha richiesto molti mesi di sviluppo tra Murano, Sicilia e Vienna. Il progetto verrà mostrato a Palazzo Clerici.Da Bagatti Valsecchi (il museo curato durante il Salone da Ros-sana orlandi) presenteremo “Still”, una collezione di cristallo, rame e carbone per la ditta Viennese lobmeyr. Da Rossana orlandi verrà mostrata la nostra collaborazione con l’azienda francese “Moustache”, una sedia, stool e vaso in pelle di pesce proveniente da scarti dell’industria alimentare. Nodus Rug esibirà un nuovo tappeto che abbiamo sviluppato lo scorso autunno in occasione della nostra mostra al Mak di Vienna “the stranger Within”. Infine una selezione dei nostri progetti passati sarà in mostra alla triennale nella mostra “Autarchia, Autopro-duzione, Austerità”.

« Considerando l’ammontare di informazioni a cui siamo esposti, una certa dose di

solitudine e isolamento funziona molto bene. La creatività è

una questione di “digestione” degli stimoli, non della loro

“assunzione” »

Charcoal, 2012

Moulding tradition, 2009 e Botanica, 2011

Craftica-fendi, 2012

Intervista Marco CresciRitratto federico floriani

44/76 da non perdere. salone 2014

Temporary Museum for New Design Un museo temporaneo dedi-cato al design in concomitanza con la Milano Design Week: è quello che troverete una volta valcati i diversi spazi di Superstudio, spazio che rappresenta una solida realtà milanese in costante evoluzione di pari passo con le tendenze moda, design e food. Il progetto vuole anticipare esigenze, cambiamenti, evoluzioni del mercato e della società al passo con le tendenze e si sviluppa in più parti. L’area Mu-seum segue il tema The World is here - The Future is Now •

Superstudio Più, via tortona 27 / Superstudio 13, via forcella 13/via Bugatti 98-12 Aprile 2014, solo professionisti / 13 Aprile 2014 ingresso anche ai non professionistiwww.superstudiogroup.com (nella foto, gisella Borioli, direttrice creativa di Superstudio group)

L’aperitivo diventa Luxury Il fuorisalone ha tutte le forme del gusto e dall’8 al 13 aprile vedrà prendere forma la Milano Gourmet Experience, in cui il celebre ape-ritivo milanese viene rivisto in formula “indoor” e avrà come location hotel 5 stelle lusso, come già accadde nella prima edizione dell’evento “Good Food in Good De-sign”. L’iniziativa promossa dall’associazione Maestro Martino rappresentata dallo Chef Carlo Cracco è stata istituita per sostenere il territorio lombardo e le sue ec-cellenze attraverso la Cucina D’Autore •Milano gourmet experience 8 -13 aprile, Milano • www.goodfoodingooddesign.it

Il vintage invade Milano In concomitanza con i giorni della Milano Design Week nasce la Milano Vintage Week, una mostra mercato del vintage di qualità realizzata in collaborazione con A.N.G.E.L.O. storico marchio di Angelo Caroli, punto di riferi-mento del settore che si terrà nell’esclusivo showroom riccardo Grassi. Un evento che si rivolge sia a un pubblico di collezionisti e addetti ai lavori, sia ad appassio-nati e simpatizzanti del vintage che in questa occasione potranno acquistare capi d’abbigliamento, bijoux, accessori ed oggettistica •Milano Vintage Week, 9-13 aprile Spazio Riccardo grassi via giovanni Battista Piranesi 4www.milanovintageweek.com

Il serpente che si morde la coda Marsèlleria presenta OrOBOrO, una mo-stra in cui Carlo Zanni mette in dialogo le sue opere con una

selezione di oggetti di design di raw-Edges, Ilaria Innocen-ti, Giorgia Zanellato e del producer Mirko rizzi in un per-corso che si sviluppa su tre piani. L’esposizione è pensata come un viaggio alla ricerca dei tre concetti guida: nascita, vita e morte dell’individuo; formazione e declinazione della propria identità nel rapporto con gli altri; tensione parteci-pazione politica •Marsèlleria, 08-25 aprile ,via Paullo 12/A, Milano

Oltre i confini della creatività In occasione della Milan Design Week 2014 apre i battenti lo Spazio Hayon, voluto per aggiornare in tempo reale i visitatori sulle creazioni dell’acclamato designer spagno-lo Jaime Hayon. esposte per l’inaugurazio-ne e per lasciarsi ammirare dallo sguardo dei visitatori, numerosi pezzi del designer, tra cui le progettazioni esclusive per light Company Parachilna, le laboriose creazio-ni in midollino intrecciato exporium, le for-me inaspettate delle ceramiche Ceramics by Bosa, e ancora le nuove edizioni tutte colorate dei celebri orologi da polso oro-log. Mensione speciale per lo sgabello con base girevole tradition’s Catch, un design antico rivisitato in chiave attuale, colorato e reso lussuoso grazie all’utilizzo di smalti specchiati. l’innovativo spazio offre uno sguardo ravvicinato alla creatività ed alla tecnica di queste collezioni che mettono in risalto le doti uniche di questo designer, che negli anni ha dimostrato di sapersi distinguere con il suo stile inconfondibile e il desiderio costante di innovarsi e spe-rimentare.

SPAZIo HAyoN Via Massimiano 25, 20134 Milano. Schizzo © Hayon Studio

Tecnologia primordiale cathal loughna-ne responsabile di peugeot design lab rac-conta come è nato il divano onyX presentato in esclusiva durante la milan design Week 2014.

Quale obiettivo volevate raggiungere creando il sofà onyX?Con il sofà oNyX vogliamo dimostrare che i ma-teriali molto hi-tech e quelli grezzi naturali pos-sono coesistere insieme. Quando disegnamo le nostre macchine ci spostiamo tra modelli virtuali e prototipi fisici. Con il sofà oNyX abbiamo svi-luppato un sistema in cui le parti create a mano dall’uomo e quelle create al computer potessero convivere in un unico pezzo.Qual è il link di connessione tra il sofà onyX e la peugeot supercar onyX? entrambe sembra-no esser state una sfida da realizzare, è stato così?Il punto d’unione con la supercar oNyX e tutti gli oggetti legati al progetto oNyX sono i ma-teriali. Siamo alla costante ricerca di materiali che raccontino una storia. Il progetto del sofà è stato particolarmente impegnativo, il concet-to era quello di lasciare che la natura guidasse il disegno: quando abbiamo estratto la roccia dalla montagna abbiamo cercato di cambiar-la il meno possibile, le uniche modifiche sono state il taglio diritto e l’aggiunta di una sezione d’appoggio che risultasse comoda. Dopo che la pietra è stata tagliata a mano, la sfida principale è stata quella di abbinare le imperfezioni date dalle texture naturali e dalle crepe della roccia, con il mondo ultra preciso dei nostri materiali tecnologici. Abbiamo fatto delle scansioni della roccia con precisione millimetrica e poi abbiamo modellato la fibra di carbone che forma l’altra metà del divano al computer.

Il divano oNyX e tutti i progetti realizzati da Peu-geot Design lab saranno esposti in via tortona 32 dall’8 al 13 aprile.

BAAS va in città Sarà esposto in via Zecca Vecchia 3, nel cuore di Milano, il nuovo lavoro del designer tedesco Maartin Baas “BAAS IS IN toWN” coprodotto con 5VIe e realizzato in collaborazione con Ventura lambrate. In esposizione diversi pro-getti di Maartin Baas tra cui la nuova collezione per Carpenter Workshop gallery e le nuove collabo-razioni con il product designer Bertjan Pot e l’ec-centrico fashion designer Walter van Beirendonck. l’esibizione comprende anche una preview del suo progetto Koopgoot Collection, e i nuovi prodotti realizzati per lasvit. oggetti di design, collezioni e collaborazioni sono esposti in un set teatrale rea-lizzato insieme al theathre group De Kwekerij. 5VIe è il nuovo distretto culturale sorto nel centro di Mi-lano e inaugurato in occasione della Milan Design Week. Camminare in questa zona sarà come attraversare le epoche e vivere la storia di Milano, circondati da resti romani, musei, chiese e edifici storici del passato. www.5vie.it

BAAS IS IN toWN garage Sanremo, via Zecca Vecchia 3, 20123 Milano

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Mesagne (BR) - Parliamo con Camillo giorgino, aka Millo, che significa Hello nella lingua del Rwan-da. Uno street artist italiano che riesce a trasmettere tramite le sue opere una passione per le persone e i loro stati d’animo come la libertà, la solitudine, i sentimenti e la fanciullezza: una shakerata di emozioni da tradurre in arte.

Da dove nasce la tua carriera come artista?Ho incominciato a dipingere per passione, da autodidatta. Semplice-mente spinto da un bisogno di dire qualcosa che a parole non riusci-vo ad esprimere. erano i primi tempi, e ricordo che mi iscrissi ad un concorso nazionale di pittura. Quasi per gioco candidai la seconda tela che avessi mai dipinto e, quando vidi che su migliaia di artisti riuscii ad arrivare fra i primi dieci, mi resi conto che quello sarebbe potuto diventare un lavoro.

come definiresti la tua arte?Street art? Pop Art? Illustrazione? Non lo so. Penso che sia un frullato di questi 3 ingredienti con un pizzico di bagaglio personale e una shakerata di emozioni.Poco tempo fa Rooms Magazine ha scritto a proposito di quello che faccio che “It’s like depicting an inner world that shows itself slowly, line after line, like a poetry of shapes that breaks into your face with all it’s complexity but without any misleading options”.

conversazioni d’arte con millo

Se NoN foSSe UNo StReet ARtISt VoRReBBe CUStoDIRe VIlle ANtICHe PeR PASSeggIARe tRA le loRo StAtUe.

IN effettI SeMPRe DI fIgURe UMANe SI tRAttA, CoMe Nelle SUe oPeRe DAl ReAlISMo A tRAttI

SQUISItAMeNte MAlINCoNICo.

Intervista Marco Magalini

perché il tema della città?le città di oggi sono fatte ad immagine e somiglianza dell’uo-mo contemporaneo. Non hanno storia, non hanno punti di ri-ferimento, sono prive di bellezza e di amore, e l’uomo contem-poraneo le subisce. Potrebbero viverci milioni di persone, ma paradossalmente sono il posto in cui ci si può sentire più soli in assoluto.

che cosa ti attira di questo soggetto?la cosa che mi fa riflettere di più delle città contemporanee è la loro capacità di colonizzare indifferentemente ogni centimetro quadrato della nostra terra trasformando e cancellando ogni cosa, spesso anche la memoria e le emozioni delle persone.

come trovi sempre nuove ispirazioni pur rimanendo fedelis-simo al tuo tema?Non lo so. Ma so che tutte le idee mi vengono sempre dise-gnando. Una volta che poggio la penna sul foglio non so mai come andrà a finire. Comincio con un segno, poi un altro, finché non scatta una scintilla nel cervello e Bang! fatto! finché fun-ziona questa cosa vado avanti. Il processo creativo è un miste-ro anche per me.

come è nata l’esperienza con Benjamin murphy? come è stato lavorare con lui?Ho conosciuto Benjamin perché viveva in una galleria in cui ho esposto a londra la scorsa estate, la Hoxton gallery. Ma è stato

quando siamo andati in lussem-burgo insieme per un festival di street art che abbiamo lavorato su qualcosa a 4 mani per la pri-ma volta. Quando ci siamo rivisti a londra è stato naturale pensare di lavorare insieme.

arte a parte, quali sono i tuoi interessi?Musica, cinema, cucina… che comunque sono arte.Soprattutto l’ultima.

se dovessi cambiare lavoro, cosa faresti?Non so, mi piacerebbe fare il custode in una di queste ville poi diventate musei nazionali. Deve essere bellissimo rientrare a casa e camminare in mezzo a statue di marmo, fontane baroc-che e quadri di secoli e secoli fa.

« Le città di oggi sono fatte ad immagine e somiglianza

dell’uomo contemporaneo: non hanno storia, non hanno punti

di riferimento, sono prive di bellezza e di amore »

milano. l’arte contemporanea in passerella secondo Biffi boutiquela passione della famiglia Biffi per l’arte contemporanea e il design è sempre presente negli allesti-menti delle boutique del gruppo, quanto nelle vetrine o nelle varie collaborazioni. Interventi di giova-ni artisti contaminano la purezza delle linee disegnate da gae Au-lenti per la boutique di Corso ge-nova portando un’arte che strizza l’occhio, nello storico negozio nato negli anni ‘70, alla sostenibilità fra capi di grandi stilisti ed emergen-ti, attraverso una serie di proposte ricercate. Arte e design sono oggi argomenti presenti in molte col-lezioni per questa P/e 2014; infatti si potranno sfoggiare per le strade abiti “dipinti” di Peter Pilotto, dove il riferimento maggiore sono stati i lavori dell’artista Ken Price, oppure gli abiti di Christopher Kane con in-serti di colori primari e le linee che ricordano Mondrian, mentre una versione grafica della natura sel-vaggia con le palme adorna i vestiti

MOODBOARD • URBAn peR Biffi BOUtiqUe

suGGesTioni conTemporaneele teNDeNZe MoDA P/e 2014 SeCoNDo BIffI BoUtIQUe, PUNto DI RIfeRIMeNto PeR l’HIgH fASHIoN MIlANeSe

di fausto Puglisi nei loro color bloc, fino a giungere ai quadri astratti che diventano un’impalpabile blusa per Julien David. I designer si sono divertiti a fare gli artisti e quello che ne è risultato sono capi fantasiosi, pop, e un trionfo di colori dove arte e moda si coniugano perfettamente.

melbourne. pattern elettroniciChet faker è un giovane musicista di Melbourne, compone canzoni con un laptop con cui manipola, seziona, stratifica, taglia e assembla suoni come farebbe un artista materico sulla sua tela bianca. la sua elet-tronica è minimale ma ha un’anima soul, un cuore caldo e malinconico che unito alla sua voce profonda entra nelle viscere facendo scatu-rire emozioni inaspettate in chi lo ascolta. Il suo album di debutto Built on glass già dal titolo rivela la com-plessa struttura dellle sue canzoni e l’animo fragile come uno strato di ghiaccio di chi le ha composte.

milano. l’arte esposta a tavolaHa aperto lo scorso settembre a Milano ma non è un ristorante qualunque, larte, questo il nome, è un luogo innovativo che vuole esprimere il meglio del nostro sti-le di vita attraverso l’incontro della ristorazione e dell’arte, dei grandi vini e del design. Ispirato dalla fon-dazione Altagamma, che associa le imprese italiane di reputazione internazionale e di fascia alta del mercato, larte è nato per l’iniziativa imprenditorale di un gruppo di soci e partner d’eccellenza in svariati settori. Il progetto architettonico è di lorenzo Morganti/grixoni e l’Art Direction e gli allestimenti di Marco Bravo/Nu Bureau.larte, Via Manzoni 5, Milano.

Francoforte. Gioco d’inganni.l’artista tobias Rehberger, clas-se 1966, esporrà fino all’11 maggio nella sua città natale francoforte. Rehberger ha riempito una serie di spazi all’interno del museo Schirn Kunsthalle frankfurt in una perso-nale scelta in un ventennio artisti-co per la mostra dal titolo “Home and Away and outside”, che offre la possibilità di cogliere le sue molte-

plici pratiche artistiche che lo hanno reso conosciuto in tutto il mondo. oltre 60 tra sculture, installazioni e pitture dislocate lungo la mostra e divise in tre sezioni: nella prima ha coperto le superfici con patter geo-metrici bianchi e neri creando un’il-lusione ottica, la seconda è intera-mente dedicata alle sculture. Infine per la terza sezione ha creato una scultura ad ombra su larga scala, che pende dal tetto dell’atrio creata tra l’altro, con tubi di neon ed inse-gne luminose. Rehberger traduce, altera ed espande situazioni ed og-getti famigliari creando domande negli spettori sulla comprensione ed interpretazione dell’arte.

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WATERBURY Un’icona vista in macro Forse non tutti potranno averlo ma quan-to meno a nessuno è vietato sognarlo. Edito da Taschen, un libro titanico de-dicato ad un’icona del nostro tempo: Annie Leibovitz. Il progetto che ha visto la genesi diverso tempo fa, celebra 40 anni di lavoro della fotografa partendo dagli storici reportage fotografici creati per la rivista rolling Stone fino ad ar-rivare alla celebre ritrattistica fatta per Vanity Fair e Vogue. Immagini intime e iconiche la cui cifra stilistica rimane tuttora inimitabile • Annie Leibovitz, Taschen, pp. 476, € 2.000

MILANO Il trionfo dell’irrazionale C’è una particolare deri-va del design che pare aver abbandonato forme razionali, semplici e funzionali, prediligendo di gran lunga quelle ir-razionali, complesse e prive di una reale funzione. Cristina Mo-rozzi, curatrice della pubblicazione “Terrific Design”, indaga le diverse esperienze di designer tornati a concepire un fare

di stampo artigianale e teso verso la ricerca dell’eccentrico e dell’irregolare, tratti distintivi del kitsch d’autore, libero da qualsiasi categoria di giudizio e da connotazioni popolari • Terrific Design, a cura di Cristina Morozzi, 24 OrE Cultura, pp. 240, € 39,00

PARIGI L’etica consumer del romanzo Accolto con grande entusiasmo sia dalla critica che dai librai e confermato dall’approvazione dei lettori, il romanzo di romain Puértolas è stato definito un vero e proprio caso editoriale in Francia, tanto da attrarre l’attenzione di diverse case editrici internazionali, tra cui Ei-naudi. “L’incredibile viaggio del fachiro che restò chiuso in un armadio Ikea” racconta le rocambolesche avventure di Ajatashatru Lavash Patel, fachiro in-diano che nel megastore svedese vedrà l’inizio del suo strampalato viaggio • romain Puértolas, L’incredibile viaggio del fachiro [...], Einaudi, pp. 170, € 17.50

NEW YORK Ritratto di un editor Dal 1981 Susan S. Szenasy è editor-in-chief di Metropolis, mensile di architettura e design tra i più influenti al mondo e con una costante attenzione al tema della sostenibilità.

Trent’anni alla guida della testata newyorkese ma anche insegnan-te, moderatrice e filmmaker. Il suo costante impegno su più fronti ha generato una rilevante quantità di scritti raccolti per la prima volta in un volume che annovera editoriali, recensioni, racconti e lezioni in aula da cui è possibile tracciare un interessante profilo •

Szenasy, Design Advocate. Scritti e discorsi by Metropolis Magazine Editor Susan S. Szenasy. Metropolis Books, pp. 353, $ 29.95

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racconti che svelano l’ordinario, visto attraverso una lente d’ingrandimento. un approccio narrativo che ruba gli arnesi al fisico spinto dalla necessità di definire la più piccola unità di misura, per giungere all’uomo e ad un mondo fatto solo per lui. com’è nata l’idea di questo libro?Periodicamente un’idea diventa il centro del mio mondo, non esiste altro, il resto si riduce: le bollette, le multe, la casa da accudire come fosse un essere vivo. Dopo aver visitato la cattedrale più piccola del mondo in Croazia, ho scritto un racconto dal titolo Il matrimo-nio da separati. è così minuscola che gli sposi entrano uno alla volta. Chi rimane fuori non sa se l’altro pro-nuncia il fatidico “Sì”. Nel dubbio l’amore è eterno. Ho iniziato così a documentarmi su ristoranti per sole due persone, alberghi da un letto, carceri di tre detenuti e altri luoghi per pochi e sono partito.  una scrittura emotiva che si appropria di un rigido metodo scientifico. come un equilibrista, in bilico tra emotività e calcolo, sembra che tu riesca a sta-re in equilibrio perfetto. Fa parte di quella “scomo-dità” di cui parli?*Nel libro precedente, l’attimo in cui siamo felici (einau-di), ho avuto un approccio simile. le cartelle cliniche delle felicità di sconosciuti curavano il protagonista durante un anno di rielaborazione di un lutto. Mi af-

fascina utilizzare metodologie analitiche e oggettive al servizio di qualcosa di soggettivo, sentimentale e astratto. Si crea una terza dimensione in cui sulle se-die non ci si siede, sui divani si scivola giù e nei letti non si dorme.*(la comodità non ha mai portato a niente, l’uomo sulla luna non ci è arrivato in pantofole).

racconti dal ritmo cinematografico. aneddoti di viaggio si contaminano di ricordi personali o di fla-shback dal passato. Quanto di autobiografico c’è nel tuo libro? tutto è autobiografia: mia, dei personaggi incontrati e della mia compagna.  l’osservazione del piccolo, della realtà unica, del

non ordinario. suona quasi come un monito. È da qui che secondo te bisogna ripartire?fra i protagonisti del mondo piccolo c’è Willard Wi-gan. Un artista che crea micro-sculture all’interno delle crune degli aghi. è riuscito a farci passare anche nove cammelli. Da bambino, sentendosi emarginato a scuola, costruiva con i fiammiferi casette per le formi-che. le uniche che lo capivano. Mi ha detto, “Ho avuto sempre un grande rispetto per le cose piccole perché tutti abbiamo origine da qualcosa di molto piccolo”. Bi-sogna partire da ciò che ci manca, dall’invisibile.

roland Barthes affermava che «la vita è fatta di piccole solitudini». in fondo si nasce soli, ed occorre un solo sguardo per riconoscere una meraviglia, ma due per condividerla e regalarla all’umanità. cosa ne pensi a riguardo?Un capitolo è dedicato all’inno della patria di un abi-tante solo: “Mille in uno, uno in mille, marciamo così, dandoci del noi anche se siamo solo io. Parliamo

plurali per sentirci meno soli”. Mi piace sdoppiarmi, farmi compagnia. la vita è fatta di tanti noi.  

“Mondo Piccolo. Spedizione nei luoghi in cui appena entri sei già fuori” è edito da editori laterza, 2014.

monDo piccoloUNA VISIoNe Al MICRoSCoPIo, QUellA DI VAleRIo MIllefoglIe, UN AUtoRe CHe SA CoMe DAR VoCe All’INVISIBIle

Intervista Diana Barbetta Artwork gregory euclide Ritratto goodfellas IMP

Manhattan > Uno sguardo al passato tuttora cuore pulsante della cultura statunitense, il greenwich Village è sempre stato promotore di movimenti culturali e arti-stici portatori di rilevanti mutamenti sociali che hanno avuto eco in tutto il mondo. Centro di gravitazione dell’intera comunità bohémienne e della scena underground non solo americana, il Village è stato teatro di leggendari incontri tra artisti, intellettuali, musicisti e gente comune che nelle pagine di questo libro ne raccontano l’essenza attraverso ricordi, aneddoti e storie. Sessanta racconti di un quartiere oggi noto per esser stato decantato da una leggendaria generazione, ma allora una delle tante circoscrizioni di

Manhattan gremita di gente non qualunque. ogni singolo angolo del Village prende vita nel ricordo di storici jazz club sulla Bleecker Street, nella musica rock in St. Mark’s Place, nei folk singers di Washington Square Park. Un raccolta di pensieri che suona come una dichiara-zione d’amore e che invoglia ad andare alla scoperta di questo leg-gendario luogo.greenwich Village Stories. A Collection of Memories. Universe Publishing, pp.204, $ 29.95

48/76 libri

Bologna > L’eredità del ciclostilo Do-dici apostoli del Do It yourself, come la stessa Pavan li definisce, raccontano la loro esperienza all’interno della scena del fumetto indipendente e autoprodotto in bilico tra la pesante eredità la-sciata dagli 80’s, la crisi del sistema editoriale e l’incursione del web. Una scena quella del fumetto contempo-raneo che tesse le sue trame all’interno di circuiti alternativi tra festival e collettivi di autori e che dall’europa arriva a far sentire la sua voce fin oltreoceano, sfruttando la trasmissione capil-lare e l’immediatezza della rete utilizzata come veicolo e non

come fine. lontana dal fascino imperfetto del vecchio ciclo-stilato, oggi l’autoproduzione pur continuando a nascere dal sottosuolo si dimostra capace di interfacciarsi con un mercato editoriale dalla connotazione sempre più mainstream, sen-za perdere autonomia e carica eversiva. Un movimento in-dipendente nato dall’urgenza di comunicare un qualcosa e in costante dialogo con il suo sempre più ampio pubblico di lettori.

Il potere sovversivo della carta. A cura di Sara Pavan. Agenzia X, pp. 288, € 16.00

Nell’immagine, Davide toffolo, a cui è affidata la prefazione del volume. toffolo ha recentemente portato al teatro “Cinque Allegri Ragazzi Morti il Musical lo-fi” che prende spunto dall’omonimo romanzo a fumetti.

New york City, 1957. gli scrittori Allen ginsberg, gregory Corso, e Barney Rosset

in Washington Square Park. Ph. Burt glinn © Magnum Photos / Contrasto

A cura di Diana Barbetta

Nell’immagine: Gregory Euclide, “Holding even what was absent in stillness and topography’s remainder”. Courtesy of the artist and David B. Smith Gallery © the artist. Dalla mostra “The Small Worlds” tenutasi al Toledo Museum of Art (2012) sul tema dei mondi in miniatura.

Milano > Un viaggio nell’onirico Inventore di alcune tra le più oniriche pagine lisergiche della cultura contempo-ranea, artista il cui tratto ha connotato diverse riviste psiche-deliche internazionali, scrittore nonché storico del costume, Matteo guarnaccia affronta un tema che per anni è stato og-getto della sua attenzione attraverso la stesura di un saggio sull’antichissima pratica dello sciamanesimo. “Sciamani. Istru-zioni per l’uso culturale ” traccia un interessante excursus sia storico che antropologico attraverso l’analisi delle diverse cul-ture tribali rafforzato da un corposo apparato di tavole illustra-te dall’inconfondibile tratto dell’artista e con un interessante focus sul costume sciamanico. l’obiettivo è quello di far luce

sul tema evitando il consueto misti-cheggiare e tentando di capire cosa si cela dietro credenze e pratiche religio-se. Una lettura che invita a compiere un viaggio varcando dimensioni temporali e travalicando confini spaziali e che au-spica di risvegliare la parte indomita ed infantile in ognuno di noi. Sciamani. Istruzioni per l’uso culturale. Di Matteo guarnaccia. Shake edizioni, pp.207, € 16

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MATTEO GUARNACCIA SCIAMANI

Lo sciamanismo è una pratica dalle radici antiche, sviluppatasi in molte e diverse culture, per contattare e controllare il sopranna-turale attraverso rituali e tecniche del sacro. È un raffinato proto-collo operativo di guarigione che, nel suo kit, include anche un avventuroso viaggio spirituale alla ricerca di se stessi. Gli sciamani sono stati, per millenni, il più affidabile e diretto collegamento con il mito, con le forme di saggezza innate, con gli archetipi. Una particolare categoria di artisti malandrini che – con disci-plina, coraggio e follia – fa un uso emancipato dell’immagina-zione, ponendola al servizio della propria evoluzione mentale e spirituale e, contemporaneamente, del benessere della propria comunità.Questo libro, labirintico e magico, è una spedizione nel tempo e nello spazio, tra mitiche tribù amazzoniche, allevatori di ren-ne siberiani, dadaismo e rapimenti alieni, Babbi Natale, filoso-fie sovversive, sacri veleni, piante anarchiche e animali parlanti. Supportata da un’elegante galleria di storia del costume sciama-nico, attraverso un centinaio di minuziose illustrazioni, offre un campionario di canti poetici tradizionali, genealogie vertiginose e connessioni inaspettate tra realtà multiple.

Matteo Guarnaccia (Milano 1954), artista e storico del costume. Attivo nel campo del design (Munari, Mendini, Rota), della musica (Byrds, Timo-ria, Hush) e della moda. Curatore di mostre e critico (“Vogue”, “Rolling Stone”, “Abitare”, “Zoom”, “Gap Japan”, “Wired”, “D-La Repubblica”, “Alias”). Tra i suoi libri Skate (1989); Almanacco Psichedelico (1996); Provos (1997); Beat e Mondo Beat (1996); Vivienne Westwood (2004); Gioco, Magia, Anarchia (2005). Con ShaKe ha pubblicato Ribelli con stile (2009), Psichedelica (2010), Underground italiana (2011), Guerni-ca Blues. Controstoria delle arti dal 1945 a oggi (2012).

euro 16,00

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SCIAMANIMatteo Guarnaccia

Istruzioni per l’uso

SCANDINAvIA Electro leggende Amici di vecchia data e già collaboratori nei rispettivi lavori i  röyksopp e robyn hanno annunciato che lavoreranno di nuovo insieme a cominciare da un tour che li vedrà co-headliner, il “Do It Again tour 2014”. Non si sa molto a riguardo ma la notizia è davvero promettente, se pensiamo che vedrà riuniti due tra gli artisti elettronici più innovativi e interessanti dell’ultimo decennio. Si vocifera che in questo momento siano rinchiusi in studio insieme ma cosa partoriranno è ancora top-secret •

IRLANDA Hendrix 3000 Ha finalmente una data di pubblicazione il biopic su Jimi Hendrix interpretato dal rapper André 3000, conosciuto anche come metà degli Outkast. Il film diretto dall’irlandese John ridley, vincitore del premio Oscar per la sceneggiatura di “13 Anni Schiavo”, approderà nelle sale cinematografiche inglesi a partire dal prossimo agosto. All Is By My Side, questo il titolo, narra il passaggio di Hendrix dai suoi esordi come chitarrista spalla a New York al raggiungimento del suo successo leggendario a Londra •

LOS ANGELES La violenza di Lana Dovrebbe vedere la luce già a maggio il nuovo album di Lana Del rey intitolato Ultraviolence e prodotto da Dan Auerbach dei The Black Keys. “Sarà un disco più spoglio, ma comunque molto cinematico e dark. L’ho scritto a Santa Monica ed ha assorbito tutta l’influenza del posto, che per me è speciale e unico”. Ultraviolence dovrebbe essere l’ultimo album di Lana Del rey che ha dichiarato di voler-si ritirare dal palcoscenico per dedicarsi ad altro •

TOKYO Happy clothes Il brand giapponese UNIQLO ha ingaggiato Pharrell Williams per creare una collezione limited edition, “i am OTHEr”, che debutterà ad aprile. Il concetto della linea è quello che da sempre contraddi-stingue la musica del rapper americano, esprimere la propria creatività nel quotidiano attraverso qualsiasi forma d’espres-sione essa sia: arte, musica, vestiti, film, televisione, tecnologia, e multimedia per sentirsi meglio con se stessi e vivere felici •

Londra > La band avvolta nel mistero Si chiamano Jun-gle e da mesi stanno facendo par-lare di loro nella blogosfera che li ha subito accolti a braccia aperte. Vengono da londra, ma nessuno sa che faccia hanno nè quanti essi siano, usano foto promozionali fit-tizie in cui compaiono gruppi punk, gangster del bronx o breakers di strada. l’attenzione vogliono por-la tutta sulla loro musica e dopo i due singoli autoprodotti, Platoon e the Heat, il collettivo londinese ha firmato per la prestigiosa Xl Recordings con cui ha appena pubblicato il singolo Busy earnin’, un synth-soul ipnotico dal sapore R&B contaminato dai tipici suoni della dance made in UK. Nel video un gruppo di ballerini canta e balla in una sala prove, cimentandosi in una coinvolgente coreografia all’unisono, esempio che per cat-turare l’attenzione non servono molti soldi ma buone idee. I JUN-gle ruotano intorno alla figura di due produttori di cui si conoscono solo le iniziali J e t ma la band può arrivare a contare fino a sette ele-menti. A breve partirà il loro primo tour, e lì conosceremo, si spera, qualcosa in più sulla loro identità.

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Milano/Bologna > UNALTRA dose di coraggio Ci vogliono passione, buo-na volontà e tanto coraggio ad organizzare un festival di musica in Italia, una formula che nel nostro paese non ha mai attecchito, o meglio lo ha fatto, ma senza mai sfiorare minimamente il livello di quelli organizzati nel resto d’europa. Se poi stiamo parlando di un festival che non sfrutta i nomi grandi della scena musicale per attirare l’attenzione su di sé ma un cast internazionale alternativo e di alto livello, allora ci vuole anche un pizzico di follia. UNAltRo festival è nato lo scorso anno a Milano per merito di Comcerto ed è stato un successo, con un cast che comprendeva the lumineers e tame Impala. Quest’anno si replica ma il progetto si fa ancora più ambi-

zioso: il prossimo 14 e 15 luglio il festival organizzato da Comcerto si svolgerà in contemporanea a Milano e Bologna, un fatto inedito in Italia. Come? il cast del 14 luglio a Milano suonerà a Bo-logna il 15 e viceversa. Sul palco MgMt e Panda Bear, the Dandy Warhols e the Horrors, ma il cartellone non è ancora definitivo.

Intervista Marco Cresci

Il vostro modo di fare musica pop senza prestare attenzione a quello che detta il mercato del pop mainstream è lodevole, è come se voi viveste nel vostro mondo. è difficile non lasciarsi contaminare o non scendere a compromessi?Bisogna sempre scendere a compromessi anche se piccoli quando si entra nell’industria discografica, ma la visione artistica è qualcosa d’innato e perso-nale che appartiene solo all’artista e nessuno la può toccare: è questa visione che io voglio condividere

con i fan o con le persone a cui tengo. Credo che sia il riuscire a mantenere integra questa visione artisti-ca a rendere un artista interessante. Bisogna saper correre dei rischi e non stare a pensare a quello che le persone vogliono da te, ma piuttosto a quello che tu vuoi condividere con loro.

michel gondry ha diretto il video di love letters: com’è stato entrare nel suo mondo visionario? è stato fantastico! è una persona con i piedi per terra che ti travolge con la sua creatività, è così concen-trato nel voler realizzare la sua idea che nel momen-to in cui comincia a lavorarci vi s’immerge totalmen-

te e riesce a trasportarci dentro tutte le persone coinvolte.

nel video di love letters, ma anche du-rante le vostre recenti esibizioni live in-

dossate una divisa dal taglio ‘60: è un omaggio alla motown?Sì, è una referenza a quel mondo e a quegli anni in cui per fare musica bisognava sforzarsi veramente e vestirsi in un certo modo serviva a dare più credibilità a qualcosa che per quei tempi era nuovo e diverso.

cosa ti ha spinto anche musical-mente verso questa direzione ‘60 e

psichedelica?Più che qualcosa che mi ha spinto è la

musica con cui sono cresciuto e volevo condividerne il mio apprezzamento, i miei

genitori mi hanno fatto ascoltare un sacco di buona musica e in un certo senso ho voluto ri-

cambiare.

Devon (UK). Josh Mount leader dei Metronomy, ha una forte visione artistica, solo che la continua a cambiare album dopo album. la band inglese ha cominciato fa-cendo musica strumentale elettronica e pulsante per poi raggiungere il successo con il synth pop sofisticato di the english Riviera, candidato al Mercury Music Prize 2011. oggi pubblica love letters, un viaggio introspet-tivo nella vita del cantante, un album dal cuore caldo e analogico, omaggio al pop degli anni ‘60 e alla psi-chedelia che i suoi genitori gli facevano ascoltare da bambino.

dopo l’inaspettato successo di “the english rivie-ra” come ti sei approcciato al nuovo album, avevi le idee chiare o lo hai creato passo per passo?Avevo idee molto specifiche, sapevo cosa volevo, ovvero registrare un album in uno studio ana-logico senza usare in alcun modo i computer. Con la tecnologia puoi improvvisare, ma se vuoi fare un album in questo modo devi avere tutto chiaro nella tua mente o rischi di andare incontro ad un disastro.

ogni vostro disco è come un viaggio inaspettato, quando stai per preme-re play non sai mai dove ti porterà. sembra quasi che mettervi in gioco ed esplorare nuovi territori sia un’esi-genza, è così?le persone che fanno musica che stimo sono sempre state quelle in grado di sor-prendermi, ed è quello che cerco di fare an-che io con ogni disco. Sono consapevole del fatto che che non sia assolutamente la cosa più facile da fare, ma quando ci riesci la soddisfazione è inestimabile. forse il mio discorso è un po’ estremo, ma se diventi prevedibile tanto vale smettere di fare quel che stai facendo.

A cura di Marco Cresci

Tutto l’amore dei metronomyIl PRIMo ColPo DI fUlMINe PeR lA MUSICA, QUellA CHe SI ASSoRBe DA BAMBINI PeR MANo DeglI

ADUltI, HA gettAto le BASI DI loVe letteRS, l’AtteSo NUoVo AlBUM DeI MetRoNoMy.

vienna > In fuga da Londra Si chiama Sohn (ma si legge Son), è un musi-cista di londra ma è scappa-to dalla sua città troppo infla-zionata musicalmente e pie-na di distrazioni per rifugiarsi a Vienna dove ha composto tremors, un album atmosfe-rico che vi trascinerà nel suo vortice d’incertezza, tristez-za, nervosismo e necessità con strati multipli e texture elettroniche contrastanti.

Cosa ti ha portato a trasferirti a Vienna da londra? A londra non riuscivo a con-nettermi. la scena musicale mi soffocava e non avevo nessun legame con lei, era come se non mi sentissi di appartenere alla comu-nità. londra è così grande che sentirsi smarriti è facile. Sono finito a Vienna perché a londra ho conosciuto delle persone austriache con cui mi sono trovato molto bene artisticamente e mi hanno

invitato a passare del tempo con loro. Vienna mi ha subito conquistato: tutto è più alla portata di mano, più reale, anche le relazioni tra le per-sone. Quando hai scoperto la mu-sica elettronica?Un paio di anni fa quando ho cominciato a capire che da un laptop si potevano rica-

vare emozioni e sentimenti, prima di allora non aveva mai pensato che la musica elettronica potesse avere un lato umano.So che hai sofferto d’inson-nia e che hai composto mol-te delle tue canzoni di notte, consideri tremors un album notturno?lavoravo in studio la notte e

finivo le mie sessioni al sor-gere del sole, poi camminavo fino a casa con la prima luce del mattino, quindi non lo definirei come un album not-turno ma più da alba, con la brezza fredda che ti accarez-za il volto e i primi raggi del sole a scaldarlo.

52/76 musica

BAND TO WATCH SAMARISSilkidrangar (one little Indian)

Dopo aver pubblicato l’omonima raccolta di e.p. arriva il primo al-bum per i giovani islandesi Sama-ris che in Silkidrangar combinano l’elettronica al clarinetto tenuti insieme da una voce che incan-ta. I testi delle loro canzoni sono estrapolati da poemi islandesi per preservare la cultura locale. Il risultato è una dance sofisticata che sconfina nel pop e che inevi-tabilmente ricorda la scena islan-dese degli anni ‘90 resa celebre da artisti quali Bjork e gus gus.

Influenced by: Björk, gus gusBest songs: Nott, lifsin olgusjorScore: 7

THe Trip reCOrDRATKING So It goes (Xl Recordings)

Un viaggio nella New york più oscu-ra è quello che intraprenderete dopo aver schiacciato play sul di-sco dei Ratking. Questo trio hip-hop newyorkese vi trascinerà in un vor-ticoso labirinto sonoro tra samples della metropolitana e i famosi fumi della città, con rime avvelenate. Ad accompagnarli in questa avventura c’è anche l’enfant prodige King Kru-le che canta in So Sick Stories. So It goes testimonianza che il mondo rap è ancora “under the spot” a Ny e come muta forma di generazione in generazione.

Influenced by: Bishop Nehru, KaBest songs: So Sick Stories, eatScore: 7

THe BesT villAiNsIGGY AZALEA the New Classic (eMI records)

Rimandato più volte vede final-mente la luce il debutto della rap-per australiana Iggy Azalea, dive-nuta celebre con l’inno di Work: “no money, no family, sixteen in the middle of Miami”. l’album esplora territori più hip-pop rispet-to all dance del singolo Bounce con i suoi ritmi ‘90s. Un disco ben prodotto ma a cui manca il guizzo artistico, le tracce più convincen-ti sono dei features come fancy scritta con Charli XCX o Change your life con t.I.

Influenced by: Brooke Candy, KreayshawnBest songs: fancy, Change your life, fuck loveScore: 6/12

THe iTAliAN reBelsEx-OTAGO In Capo al Mondo (foolica)

gli ex-otago tornano orfani di un membro, il Pernazza che curava le parti rap, ma non perdono la loro sottile ironia ne il loro raffinato gu-sto pop. l’album si discosta dall’e-lettronica dei precedenti lavori in favore di un suono più folk e d’in-cursioni jazz, con un risultato intimo e maturo. Ad accompagnare l’uscita del disco il libro Burrasca che rac-conta i tre anni che sono intercorsi dal loro album precedente Mezze Stagioni fino alla realizzazione di In Capo al Mondo. Buona avventura.

Influenced by: Amari, the Zen CircusBest songs: foglie al Vento, la tramontanaScore: 7

lOse yOurself TO Hip HOpNENEH CHERRY Blank Project (Smalltown Supersound)

erano sedici anni che Neneh Cher-ry non pubblicava un album d’ine-diti, certo non ci siamo dimenticati di lei, la pioniera del pop, che an-cora oggi non ha paura di correre rischi. Blank Project è prodotto dal guru dell’elettronica four tet che ha consigliato alla Cherry di spo-gliare le sue canzoni il più possibile lasciando il minimo indispensabile, in un album che l’ha aiutata a ri-trovare la luce dopo la scomparsa della madre. Un disco coraggioso, vibrante, attuale, ma non per tutti.

Influenced by: four tet, Massive AttackBest songs: out of the Black feat. Robyn, Across the WaterScore: 7

THe esseNTiAl

GIG LIST•

JOAN AS POLICEWOMAN10/04 Milano, Teatro franco parenti,

elita festival11/04 ravenna, Bronson

12/04 firenze, viper Theatre13/04 roma, Auditorium

parco della Musica

DRENGE11/04 Milano, rocket12/04 Bologna, Covo

FOUR TET12/04 Milano, Teatro franco parenti,

elita festival

METRONOMY16/04 Milano, Magazzini Generali

AGNES OBEL05/05 roma, Auditorium

parco della Musica06/05 Bologna, locomotiv

07/05 Milano, Alcatraz

JAMAICA10/05 segrate (Mi), Circolo Magnolia

PINS14/05 Milano, lo-fi

15/05 firenze, Combo social Club16/05 pordenone, pnBox

ÁSGEIR (nella foto)28/05 Milano, Tunnel

FLUING LOTUS29/05 roma, Circolo degli Artisti

30/05 spoleto (pG), Dancity festival

SUUNS01/06 segrate (Mi), Circolo Magnolia

04/06 Marina di ravenna (rA), Hana-Bi

TORI AMOS02/06 roma, Auditorium

parco della Muisca03/06 Milano, Barclays Teatro Nazionale

04/06 padova, Gran Teatro Geox

THe HipsTer AlBuMtUnE-yArDs Nikki Nak (4AD)

Attesissimo il nuovo album di Mer-ril garbus aka tUne-yArDs, che non delude le aspettative e con Nikki Nak ci regala un altro gioiello pop contemporaneo, con suoni affetta-ti, voci manipolate e melodie arric-chite da un nuovo mondo fatto di percussioni. Anche questa volta il tutto sembra non avere un senso compiuto, con la voce che invece di seguire la melodia la depista, ma una volta assimilatone il suono ci si accorge che Nikki Nak è un manife-sto pop contemporaneo.

Influenced by: Deerhoof, Dirty ProjectorsBest songs: Water fountain, look AroundScore: 8

A cura di Marco Cresci

Come le collezioni degli stilisti si rinnovano e cambiano pelle ad ogni collezione, anche lancia ypsilon elefantino ama rinnovarsi e per la stagione 2014 propone tre nuovi stili, tre nuove personalità sottolineati da accenti di colore lime, Watermelon e Coconut.

Presentata in anteprima al Salone di ginevra lo scorso marzo, la nuova Collezione ypsilon elefantino 2014 propone tre nuove colorazioni esterne: Khaki grigio, Blu Zaffiro e grigio Car-rara, che vanno a valorizzare e a contrastare con i colori scelti per i suoi dettagli colorati: lime, Watermelon e Coconut che impreziosi-scono il logo elefantino sul portellone, la “y” sul montante laterale e sulle coppe ruota. In base al colore preferito poi calandra, calotte specchi e copriruota possono essere scelti con trattamento Matt grey o glossy Black. Novità anche negli interni ‘’Urban Chic’ con sedili caratterizzati da nuove grafiche, cuci-ture e logo ‘’y’’ nel colore dello stile scelto e pannelli porta e fascia plancia con trattamen-to nero lucido od opaco a seconda di quello scelto per gli esterni. Scegliete il modello che più vi si addice e seguiteci alla scoperta dei quartieri più fashion d’europa.

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elefANtINo, CHe CoN le SUe lINee elegANtI eD I SUoI DettAglI ColoRAtI RICoNfeRMA Il SUo IMPeCCABIle gUSto glAM CHe PIACe AI gIoVANI e NoN Solo.

vienna Vienna sta diventando una delle mete preferite dai giovani: la città sta attraversando un periodo creativo unico, che si tratti di moda, musica, o arte grazie alla rivalutazione del 7° distretto, che da quartiere decadente abban-donato a se stesso è diventato il centro del life-style cittadino. I giovani creativi lo hanno invaso facendolo proprio, aprendo spazi crea-tivi, negozi, gallerie e locali. l’istituzione: SoNg è considerato la mecca della moda in città con il suo arredo minima-lista che mescola metallo, cemento e scaffa-lature in legno che ospitano capi di designer dai nomi importanti quali Balenciaga, Af Van-devorst, Comme des garçons o Maison Martin

quali Maison Martin Margiela, Rick owens, Damir Doma e Wood Wood. la boutique che comprende anche una libreria ospita regolar-mente eventi lifestyle, mostre d’arte, e spazi pop-up.

Il consiglio dell’insider: Situato nella Nine Street area, la zona più fancy e fashion della città, VAN RAVeNSteIN è il paradiso dei nuo-vi fashion victim, con la sua vasta scelta di designer locali e del vicino Belgio, affiancata a nomi internazionali d’alto livello quali Balen-ciaga e givenchy. la qualità e il taglio degli abiti sono le caratteristiche per cui questo negozio si distingue, si dice che qui anche il cliente più esigente troverà pane per i suoi denti.

Margiela. Il sabato apre la Check out Room, la stanza delle occasioni in cui troverete capi esclusivi a prezzi scontati.

Il consiglio dell’insider: toni tramezzini è la mente che stava dietro al the fox House, lo spazio creativo che riuscì a dare nuova identità ai giovani fashion designer della città. oggi lo spazio ha chiuso, ma toni ha cercato di ripor-tare in vita la sua fucina d’idee con l’eIgeNSIN-NINg SCHAURAUM, un negozio che privilegia i giovani designer e uno spazio espositivo per mostre fotografiche. Unica regola, tutto ciò che sta nel negozio dev’essere in bianco e nero.

isTanBul Con i suoi tessuti unici e preziosi Istanbul è stata a lungo fonte d’ispirazione per il mondo della moda: oggi la città sta diven-tando un nuovo centro culturale per quanto riguarda la moda ed il design. la sua giovane settimana della moda sta diventando sempre più oggetto d’osservazione e d’ispirazione per addetti ai lavori e talent scout che hanno capi-to che il corso della moda si sta decentrando dalle sue storiche capitali.

l’istituzione: AtelIeR-55 è un concept store in cui tutto quanto esposto è in vendita: abiti, gioielli, arredo, opere d’arte. Situato nel quar-tiere di galata è un negozio attento alle novi-tà, uno dei suoi punti forza è il contatto diretto con i giovani designer della london fashion Week, ma offre anche marchi storici ma non per questo convenzionali come Vivienne We-stwood e Philip tracey.

Il consiglio dell’insider: BUIlDINg è un negozio che privilegia i giovani designer turchi perché, come il suo nome suggerisce, alla base della sua filosofia c’è la voglia di costruire qualcosa di nuovo. Spesso all’interno dei suoi spazi ven-gono ospitati eventi di “guerrilla art” o inaugu-rati spazi pop-up che durano anche solo un giorno, ma che contribuiscono a mantenere alto e vivo lo spirito creativo che sta rendendo celebre questo giovane spazio.

amsTerDam Città rinomata per innovazione e creatività, Amsterdam è definita da molti la nuova patria dei giovani talenti in erba in ambi-to di moda. Dalla scena dei club alle passerel-le della sua fashion week la città è una grande fonte d’ipsirazione per i giovani creativi e una benedizione per gli appassionati di shopping, sia che siano in cerca del conforto delle grandi firme che giovani talenti olandesi. l’istituzione: SPRMRKt è un concept store di 450 mq aperto nel 2003 e subito diventato punto focale per gli appassionati del fashion. Il negozio offre una vasta selezione di designer per uomo e per donna che comprende nomi

SongPraterstrasse 11-13

1020 Viennawww.song.at

Eigensinning SchauraumSankt-Ulrichs-Platz 4/2

1070 Viennawww.eigensinning.at

Atelier-55Serdar-i Ekrem Sokak 55

34400 Istanbulwww.atelier-55.com

SPrMrKTrozengratch 191-193

1016 Amsterdamwww.sprmrkt.nl

Van ravensteinKeizersgracht 3591016 EJ Amsterdam

www.van-ravenstein.nl

BuildingSerdar-i Ekrem Caddesi 27/A

34400 Istanbulbuilding.com.tr

VIEN

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BUILDING (ISTANBUL)

ATELIER-55 (ISTANBUL)

EIGENSINNING SchAURAUM, VIENNA

SoNG, VIENNA

SpRMRkT (AMSTERDAM)

56/76

monocromo

fotografia gIorgIo codazzI

stile Ivan Bontchev

camicia ports 1961,pantaloni prIngle

of scotland, scarpe maIson martIn margIela

nella pagina accanto

camicia paul smIth

57/76

59/76

giacca smanicatamaIson martIn margIela,pantaloni emporIo armanInella pagina accanto

completo costume natIonal homme, camicia andrea pompIlIo, cintura e scarpe paul smIth

60/76

camicia hugo · hugo Bosssu camicia Belstaff, pantaloni hugo · hugo Boss,cintura emporIo armanInella pagina accanto

camicia g-star raW

62/76

mantella marnI, camicia patrIzIa pepe, pantalone lucIo vanottInella pagina accanto

cappotto e pantaloni neIl Barrett, gilet marnI, scarpe zalando

make up giovanni Iovine/W-m

managementhair gigi tavelli

/freelancermodello riccardo

piane/Iloveass. digitale

lorenzo montanariass. stile giulia maeterangelis

urBan per renault urBan per renault

renaulT clio sFila in passerella con cosTume naTionalrenaulT PReSeNtA clio cosTume naTional, NUoVA SeRIe lIMItAtA DellA CIty CAR BeSt-SelleR DellA MARCA, CHe ReNDe eSClUSIVo Il SUo DeSIgN CoN PeRSoNAlIZZAZIoNI CoNCePIte INSIeMe AD ennio capasa, DeSIgNeR e DIRettoRe CReAtIVo DellA CeleBRe MAISoN CoStUMe NAtIoNAl

Vera e propria innovative fashion car, Clio Costume National seduce abbinando il gusto moderno, ricer-cato e minimalista dei numerosi dettagli che ne im-preziosiscono le linee, a contenuti tecnologici esclusivi come il parking camera posteriore, per la prima volta di serie su un’auto di questa categoria. Abbiamo inter-vistato ennio Capasa che ci ha raccontato il suo punto di vista personale su come è stata concepita la Re-nault Clio Costume National:

come ha accolto la proposta di progettare la clio costume national per renault, come una sfida o era un territorio a lei famigliare?Quando si lavora nella moda è bello e interessante po-ter sconfinare dal proprio territorio ogni tanto perché ti permette di scoprire luoghi misteriosi e inaspettati, per me questo tipo di collaborazioni sono sempre uno

stimolo. Con Renault c’è stato subito un buon feeling, sin dal primo incontro ho capito che erano molto aper-ti dal punto di vista della ricettività creativa e questo ha facilitato il rapporto.

Qual è stata l’ispirazione che ha segui-to per progettare la nuova clio costume national?Abbiamo lavorato su un concetto che accomuna i due brand, noi da anni ab-biamo abbracciato la tecnologia, siamo stati i primi al mondo a creare una giacca sartoriale integrale senza cuciture. Per cui abbiamo lavorato sul concetto di tecnolo-gia sviluppando una cromaticità che in qualche modo avesse sia i canoni di Costume National che la sensi-bilità tecnologica di Renault. Il bianco, il nero e il grigio

sono i colori base dei metalli che mi hanno dato lo spunto di partenza e che mi hanno portato a studiare dettagli inaspettati. In particolare ho messo a punto questa pelle di vitello tridimensionale e cangiante del tutto innovativa che va a personalizzare alcune par-ti della vettura. Il risultato finale è quello che volevo ottenere. Minimal, edgy-chic, come le collezioni di Co-stume National.

con la pelle di vitello tridimensionale cangiante avete realizzato anche una borsa limited edition, me ne parla?la borsa è una shopping bag tradizionale facile da usare che rispecchia le stesse caratteristiche della vettura e lo stesso dinamismo, abbiamo trasferito in modo semplice e visibile gli stessi valori della macchina in un oggetto.

c’è un punto d’unione tra i dettagli che ha dise-gnato per la clio costume national e le sue col-

lezioni moda?la sintesi tra qualità e innovazione che da sempre con-traddistingue il mio lavoro, il mondo stesso si muove verso questa direzione e la tecnologia ci permette di realizzare cose straordinarie prima impensabili.

Quali sono i requisiti che deve avere un city car contemporanea?Io credo che l’elemento fondamentale sia avere un carattere distintivo che serve a sedurre un target capace di apprezzare un design esclusivo e la cura dei dettagli.

chi s’immagina a bordo della renault clio costu-me national?Un pubblico giovane e minimalista, una persona creativa.

67/76 In giro #120 milano Macelleria Pellegrini · Segheria Di Carlo e Camilla · the Small · Bar Basso · tunnel Club · Design Speaking Cafè · Wait And See Torino

Caffè-Vini emilio Ranzini · Poor Manger Bologna Al Covo roma l’officina Settembrini · Al Porto fish & Chips · Andrea Doria napoli lanificio 25

palermo Borderline Tokio trump Room Barcelona Sala Apolo london Queen of Hoxton paris Broken Arm Cafè miami Junior&Hatter Berlino Basement 8

copenhagen lid Koeb new York Kinfolk 90 Wythe amsterdam odeonRubriche a cura di giovanna CaprioglioIllustrazione di louis thomas

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MILANO

macelleria pelleGrinivia spallanzani, 6 [+39] 02 29400251

• Quando: la sera (martedì e mercoledì) • Perché: l’intimità di una cena casalinga in una bottega• Chi ci trovi: “carnivori”• Highlights: la carne di cavallo, specialità della macelleria

Non ci sono solo i secret bar… A Porta Venezia in via Spallanza-ni 6 c’è una macelleria che una volta chiuse le serrande si tra-sforma in ristorante. Al massimo dodici persone, spesso amici, all’interno del laboratorio di cucina, possono gustare un menù condiviso di volta in volta con gli ospiti stessi - ma dove ov-viamente non può mancare la carne - preparato espresso da giorgio Pellegrini. Costo della cena 50 euro e il vino lo portano i commensali. Buona ed economica, anche se un po’ affollata, la formula del pranzo il martedì e il giovedì.Aperto: Martedì e mercoledì sera – martedì-giovedì a pranzo

seGHeria Di carlo e camillavia meda, 24[+39] 02 8373963

• Quando: non appena trovate posto! • Perché: per la cucina di Cracco a prezzi contenuti• Chi ci trovi: il popolo dei foodie• Highlights: la carne al josper

Il ristorante “low cost” di Carlo Cracco ha aperto da poche setti-mane ed è già un cult: all’interno di una vecchia segheria che ha mantenuto il suo sapore industriale, un tavolone unico di circa 60 posti attraversa la sala. fanno da contraltare lampadari in cristallo e stoviglie in ceramica decorate. la promessa è di rimanere sotto i 50 euro per il menù, diviso in tre parti: le portate principali, tra i 14 e i 22 euro , la carne al josper – una sorta di barbecue chiuso – tra i 22 e i 24 euro e i dolci, tutti a 9 euro. Chiudete in bellezza con un buon cocktail preparato da filippo Sisti.Aperto: lun-sab 18-2

THe smallvia paganini 2[+39] 02 20240943 www.thesmall.it

• Quando: durante la settimana • Perché: per una cena tra amici• Chi ci trovi: la comunità della moda• Highlights: lo shopping di cibo e piccoli oggetti d’arredo

the Small è veramente “small”, ma nei suoi 19 mq è in grado di creare un luogo unico, un ambiente magico e creativo, dove pezzi vintage e oggetti d’arte si accostano con una tale armonia da sembrare lì da sempre. Merito invece di giancarlo Petriglia (fashion designer) che affianca Alessandro lo Piccolo, che della cucina di qualità ne ha fatto una missione proponendo con cre-atività primi, secondi e dolci dai sapori particolari. Il dehor nel-la bella stagione aggiunge qualche posto in più, ma prenotate sempre con molto anticipo! Aperto: mar-dom 10-00

Bar Bassovia plinio, 39[+39] 02 2940 0580www. barbasso.com• Quando: tra una preview e una festa• Perché: per incontrare il vero popolo del design• Chi ci trovi: designer nordici. veri o wannabe• Highlights: lo spritz gigante

Un must assoluto durante il Salone del Mobile è andare a bere

un cocktail da Maurizio. Se durante il resto dell’anno il Bar Basso è più un locale da “intenditori”, in queste serate si riempie di gio-vani di tutte le nazionalità che affollano persino l’intera rotonda di fronte a questo bar, che mantiene la sua impostazione old style ed è proprio per questo forse che è tanto amato. la sua posizione in zona Città Studi negli anni lo ha fatto scoprire ai designer nordici che si erano traferiti da quelle parti e da allora non l’hanno mai più abbandonato.

le canniBale @ Tunnel cluBvia sammartini, 30331 809 9952www.tunnel-club.it• Quando: tutti i sabato sera• Perché: per ballare buona musica• Chi ci trovi: cannibali della notte• Highlights: i dj set dei nomi più caldi del momento

le Cannibale è una serata storica del tunnel Club, probabilmen-te il più importante club underground milanese, che da settem-bre si è spostata dal venerdì al sabato. Nato dalle menti di Albert Hofer e Marco greco, le Cannibale ha portato a Milano, a fian-co del resident Uabos, dj di caratura internazionale come Au-tokratz, Peaches, foals djs, etienne De Crecy, fischerspooner, Alexander Robotnick, groove Armada djset e una lista infinita di altri, con l’idea di trovare sonorità sempre nuove e urbane, fuori dalle logiche mainstream e di stupire il suo pubblico attento an-che con performance e liveshow.

MILANO · Temporary caffè durante il salone

DesiGn speaKinG caFe’ BY moKaDorvia maroncelli, 2www.designspeaking.com

• Quando: tra una preview e un’altra• Perché: per una pausa caffè interessante in Brera• Chi ci trovi: “design lovers”• Highlights: l’iniziativa Talent’s Manifesto per designers under 30

tutti i giorni del fuori Salone potrete bere un buon espresso 100% italiano tra arredi, lampade, complementi e accessori per la casa e la cucina e socializzare scambiandovi opinioni sulle nuove tendenze del design. tutto questo presso il DeSIgNSPe-AKINg temporary store di Via Maroncelli dove, in un ambiente informale, dialogano tra loro molte aziende di design e “design lovers” nel primo selfie bar in collaborazione con Mokador che presenta le nuove macchinette DADo 2.0, frutto della creatività del designer gianni Bortolotti. Aperto dall’8 al 13 aprile.

Gnam BoX @ WaiT anD seevia santa marta, 14[+39] 02 72080195www.waitandsee.it, www.gnambox.com

• Quando: a colazione o per lo spuntino di mezzanotte • Perché: per scoprire una nuova zona del Fuori Salone• Chi ci trovi: persone affamate di curiosità• Highlights: negli stessi giorni sarà ospitata anche la mo-stra di Uros Mihic ‘Folding Colors’

Altro temporary “social” caffè della Design Week sarà quello ospitato all’interno della boutique Wait and See e gestito da gnam Box, il duo Stefano Paleari e Riccardo Casiraghi, creativi e designer per formazione, che spopolano nella rete ospitando nella loro cucina personaggi più o meno famosi. Stesso concet-to sarà riproposto qui, dove sarà possibile prendersi una pausa tra un evento e l’altro e chiacchierare con gli gnam Box e i loro ospiti nei vari momenti programmati: Designer Breakfast, After-noon Chat&eat e Midnight “Spuntino”.Aperto dall’8 al 13 aprile dalle 10 alle 20.

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Milano, Wait & See

Milano, Tunnel Club

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Milano, The Small

Milano, Segheria di Carlo e Camilla

Milano, Bar Basso

TORINO

caFFÈ-vini emilio ranzinivia porta palatina 9/g. valerio 011 7650477 Quando: all’aperitivo Perchè: un bicchiere in compagniaChi ci trovi: tutte le età in armoniaHighlights: il feeling del locale

Un grande classico, ma che è sempre bene ricordare. Caffè-vini emilio Ranzini è rimasto intatto dagli anni ’70, superando le mode e per questo oggi tanto apprezzato. Un piccolo locale, dove al banco già dal mattino oltre al buon caffè si offre già qual-che “bianco” a clienti affezionati. Il vino la fa da padrone e verso l’ora di pranzo o per l’aperitivo serale emilio e i suoi figli offrono anche piatti semplici e di tradizione: pescoi, salumi, formaggi, ac-ciughe al verde, vitello tonnato e un cestino di uova sode ancora da sbucciare sul bancone, oppure buonissimi panini. Un dehor nel cortile, pochi tavoli di legno, dove godersi questo inizio di primavera. Aperto: lun-sab 8-19.30 (fino alle 22 per feste private)

poor manGervia maria vittoria 32\d [+39] 333 7442290 (valerio)www.poormanger.it

Quando: a pranzoPerchè: per mangiare semplice, soprattutto se amate le patate Chi ci trovi: anche il nuovo “masterchef” FedericoHighlights: In Primavera patate con farcitura di ricotta, crema di spinaci e pomodori secchi

Due amici, Marco e Valerio, e un’idea originale: reinventare un prodotto presente sulle tavole di tutto il mondo, come la patata abbinandolo a prodotti tipicamente italiani. Un mangiare sem-plice e internazionale ma con un forte legame con la terra d’o-rigine, richiamato già dal nome Poor” dall’inglese ”povero”. le patate cotte al forno vengono tagliate in lunghezza e farcite con prodotti di stagione: formaggi, verdure e salumi. Potete anche seguirli in sagre, fiere, eventi che rispecchiano il loro modo di intendere la cucina, dove li troverete nella ape-car/ristorante. Aperto: lun-sab 12-15 / 19.15-22.30

BOLOGNA

al covoviale zagabria 1[+39] 051 505801

Quando: venerdì e sabato Perchè: per ascoltare buona musicaChi ci trovi: music loversHighlights: la storica serata indie rock “times for heroes”

Si definisce la “Indie Rock Mecca”, d’altronde dal 1980 è uno dei locali culto della scena musicale bolognese. Aperto solo il fine settimana ospita sempre concerti dei gruppi più importanti della scena rock e indie, organizzando anche importanti venues in al-tre location (Rufus Wainwright l’8 aprile al teatro Duse). la sera-ta storica è times for Heroes con musica indie-rock, ma anche Cool Britannia, con sonorità brit- pop è da sempre molto amata. Aperto: ven-sab 22-4

ROMA

l’oFFicina seTTemBrinivia giuseppe avezzana, 19/21[+39] 06 32111583

Quando: all’ora dell’aperitivo

Perchè: per gustare prodotti speciali e portarveli a casa, se vi va Chi ci trovi: gourmandHighlights: la formula bottega+assaggi sempre più ap-prezzata

Una gastronomia con degustazione: è l’officina Settembrini, il nuovo locale che si aggiunge al ristorante, al caffè, alla libreria, alla porchetta. Nel quartiere Prati, ormai quartiere “gourmet” della Capitale, l’officina è diretta da Sabina guidotti, che ha unito passione per il cibo e design, selezionando prodotti eno-gastronomici di grande qualità, sia freschi che confezionati, che si abbinano ad accessori per la cucina e oggetti di ispirazione nordica, ceramiche e teiere. Il tutto in un ambiente luminoso, con al centro un bancone dove assaggiare, formaggi, salumi e moltissimi altri prodotti di questa gastro-bottega assolutamente da visitare.

al porTo FisH anD cHipsvia crescenzio 56[+39] 06 45.50.57.97www.ristoranteporto.com

Quando: aperitivo+cenaPerchè: per mangiare pesce “facile”Chi ci trovi: giovani e curiosiHighlights: l’aperitivo di pesce in cartoccio

Aperto da poche settimane, Al Porto è già diventato alla moda, perchè offre pesce, per lo più fritto, in un ambiente da “taverna del porto” con un costo molto contenuto. Si trova infatti in una sorta di cantina e i piatti richiamano proprio il gergo portuale:

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gli Scaricatori sono i primi, come pasta e fagioli ai frutti di mare e amatriciana con le cozze, i Rimorchiatori i secondi come gli spiedoni di pesce; e poi tanti cartocci di pesce fritto e wrap di spicy tuna. Aperto: lun-dom pranzo e cena

reBel reBel @ anDrea Doriavia del Baiardo, 26 tor di QuintoWarehouse session (nuova location invernale)via sambuca pistoiese[+39] 327 188 46 02rebel-rebel.comQuando: venerdì e sabato Perchè: per ballare buona musica elettronicaChi ci trovi: hard clubbersHighlights: gran bella energia

Nato nel giugno del 2010 all’interno del Centro Sportivo Andrea Doria, il Rebel Rebel ha rappresentato una rivoluzione nel mon-do del clubbing romano, al punto da dover trovare, per il suo grande successo, anche una location invernale- il warehouse, che questa stagione ha trovato spazio all’interno degli ex stu-di cinematografici sulla Salaria, alle spalle del centro Sky, pro-prio come nelle grandi capitali europee. Questo locale “ribelle” che ha ospitato artisti del calibro di Kerri Chandler,Djulz,Ryan elliot,Sascha Dive,tINI,Martin Buttrich, Nina Kravitz, è ormai una certezza tra i clubbers della capitale.Aperto venerdì e sabato dalle 23 alle 6

NAPOLI

laniFicio 25piazza enrico de nicola, 46 [+39] 081 6582915www.lanificio25.it

Quando: il fine settimanaPerchè: le scelte artistiche interessanti Chi ci trovi: i giovani della cittàHighlights: la corte esterna

Un bell’esempio di recupero di archeologia industriale, il lanificio 25 si trova in uno spazio ricco di storia, che prima di essere un lanificio nel 1800 era il chiostro della chiesa di Santa Caterina a formello, e si veste di volta in volta di un diverso abito a seconda delle moltissime iniziative che ospita: concerti, rassegne teatrali, workshop, mostre d’arte. Meravigliosa la corte esterna, circon-data da costruzioni “sgarrupate” di un fascino incredibile.Martedì- giovedi dalle 10 alle 16 – venerdì e sabato dalle 18 a mezzanotte.

PALERMO

BorDerlinepiazza fonderia/piazzetta tarzanàwww.facebook.com/pages/Border-line

Quando: il fine settimanaPerchè: per visitare un luogo fuori dai soliti circuiti Chi ci trovi: ogni serata ha il suo pubblicoHighlights: la poliedricità

Riapre ad aprile il Border line, spazio poliedrico creativo dove oltre alla buona musica, spesso trovano spazio mostre d’arte ed esibizioni. Un luogo che, come il suo nome, vuole essere in bilico tra le varie espressioni artistiche. ospitate mostre, serate dallo swing all’elettornica...attendiamo la nuova programmazione.Aperto: mer-sab 20.3-4.30

eRRAtA CoRRIge. Ci siamo sbagliati… i propretari di Hous garten (non house!) sono romani de Roma ed il musicista californiano è lo chef del locale.

Bologna, Al Covo

Napoli, Lanificio 25. Ph N. Del Giudice.

Roma, Al Porto Fish & Chips

Torino, Caffè-Vini Emilio Ranzini

Torino, Poor Manger

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TOKYO

trump room 4f hoshi Building 1-12-14 Jinnan shibuya-ku +81 3 3770 2325

• Quando: nel fine settimana, in seconda serata• Perché: per il suo meltin pot culturale• Chi ci trovi: fashion victim giapponesi e internazio-nali• Highlights: l’arredamento

è un club così snob che non ha nemmeno un sito web. trump Room è sicuramente tra i club più frequentati da un pubblico eclettico e alla moda.Al quarto piano di un edificio fatiscente a Shibuya, una vol-ta entrati ci si trova in un mondo a parte, fatto di un tripudio di lampadari in cristallo, glitterballs, specchi gotici, divani in velluto e cervi alle pareti, in un mix and match di stili davvero unico. la musica dipende molto dalle serate, ma la parola d’ordine degli avventori è sempre l’eccentricità.

BARCELONA

sala apolocarrer nou de la rambla, 113+34 934 41 40 01www.sala-apolo.com

• Quando: il lunedì o martedì sera• Perché: si va a colpo sicuro• Chi ci trovi: di tutto un po’• Highlights: il martedì è la serata giusta per godersi il locale

Sala Apolo è ormai un’isitituzione per la musica dal vivo a Barcellona; ogni sera si riempie di giovani della scena al-ternativa, proponendo un buon calendario di musica indie-rock, punk ed elettronica. la settimana inizia con il botto il lunedì, con la serata punk-rock-indie Nasty Mondays, dalla cui costola è nato il martedì Crappy tuesday , con un sound più indie elettro-pop. Il resto della settimana è altrettanto energico con serate di elettronica, ma anche di flamenco “fusionado” e persino jazz.

LONDON

Queen of hoXton1-5 curtain road, london ec2a 3JX+44 020.74220958www.queenofhoxton.com

• Quando: in estate per la terrazza• Perché: offre molti tipi di divertimento• Chi ci trovi: di tutto un po’• Highlights: il cinema all’aperto in estate

Bar, club e galleria d’arte, il Queen of Hoxton si trova nel cuore east end e offre un’intensa programmazione musica-le, unita ad una galleria di installazioni artistiche e murales. Il piano terra ha grandi finestre, graffiti ai muri, edera che scende dal soffitto e tavoli con panche e una sala giochi con pezzi vintage nel retro. l’alter-ego della Regina si trova invece nel club al piano interrato, dove hanno suonato tra i dj più importanti della scena londinese e internazionale. oggi the Queen of Hoxton si rinnova con un sound system “funktion one” e la terrazza panoramica, con bar, barbecue e alcune serate un fantastico cinema all’aperto.

PARIS

BroKen arm cafè

12 rue perrée, III arrondissement+33 (0)1 44 61 53 60 www.the-broken-arm.com

• Quando: per la prima colazione• Perché: è un posto rilassato con bella gente• Chi ci trovi: Bobos• Highlights: le torte home made

the Broken Arm nasce dalla volontà di tre amici di creare un luogo che racchiude in sé molte cose: capi di moda e accessori di marchi emergenti, libri, riviste e oggetti d’arre-damento, nonché spezie nella parte dedicata al caffè, che ha sia un accesso indipendente che uno direttamente dal-la boutique. Un luogo luminoso, rilassato, nella zona più nuova del Marais, dove fare colazione con centrifughe e pasticceria di giornata, un lunch leggero a base di zuppe, insalate e buoni sandwich o una merenda con vino rosso e formaggi.Aperto: mar-sab 9- 19.

MIAMI

JunIor&hatter2750 nW 3rd. ave. miami, fl 33127+1 305.571.8361juniorandhatter.com

• Quando: da lunedì pomeriggio a sabato sera• Perché: perchè oltre a farvi un bel taglio potete bervi una birra fresca• Chi ci trovi: chi vuole il trend del momento in testa• Highlights: puoi creare una playlist per il tuo taglio

I due hairstylist di origine italiana Andrea Battista e Mario Silvestri hanno unito le forze per aprire un salone che ri-specchiasse il loro stile e anche un po’ le loro origini. Così a Miami è nato Junior&Hatter nel quartiere emergente di Wynwood Arts, all’interno di un building “optical” a righe bianche e nere. l’interior design però è invece molto vin-tage e home-made style, con divani dove rilassarsi atten-dendo il proprio turno (e perchè no, bersi una birra), pallet che dividono gli spazi e poltrone da barbiere anni Sessanta, nonché una vespa rossa fiammante. Per concludere l’espe-rienza Junior & Hutter propone accessori e prodotti che ri-specchiano la filosofia olistica del brand.

BERLINO

Basement 8spreewaldplatz 8+49 308414883 www.facebook.com/basement8

• Quando andarci: verso sera• Perché: per rifarsi il look e poi bersi una birra• Chi ci trovi : giovani musicisti e creativi della scena underground berlinese• Highlights del locale: fatevi tagliare da Yaz

Il basement di una vecchia piscina pubblica, muri di ce-mento grezzi, piastrelle industriali e divani in pelle usati, il tipico stile berlinese dunque, che ospita un gruppo di hai-rstylist internazionali. Ma una volta che vi siete fatti il taglio più originale di sempre, fatevi accompagnare nello spazio bar-galleria creativa per brindare al vostro nuovo look in un ambiente molto underground.

COPENAGHEN

lId KoeBvesterbrogade 72b

copenaghenwww.lidkoeb.dk

• Quando: la sera• Perché: per bere tra i migliori cocktail di Copena-ghen • Chi ci trovi: gente di tutte le età• Highlights: il posto di fronte al camino

Degli stessi proprietari del famoso cocktail bar Ruby, lidkoeb si trova in un cortile interno dietro Vesterbro Stre-et e vi accoglie su ben tre piani in un ambiente rilassato, molto luminoso e arredato con attenzione: al piano terra un lunghissimo bancone bar in legno e tavoli con panche, al piano superiore un bar più contenuto e un balcone pri-vato per fumare; all’ultimo piano un accogliente “salotto” camino e sedie in pelle dove rilassarsi bevendo un buon whiskey. Al piano terra ordinate invece i moltissimi cocktail “della casa” preparati dai simpatici barman.

NEW YORK

KInfolK 90 Wythe90 Wythe ave, Brooklyn, ny 11211+1 347-799-2946www.kinkfolklife.com

• Quando: dipende da cosa vuoi fare• Perché: fare shopping, vedere una mostra o ballare• Chi ci trovi: giovani creativi del quartiere• Highlights: era certamente il ristorante Aska, ora attendiamo novità

Conosciuto prima come Kinfolk Studios, Kinfolk 90 Wythe è la porta accanto del 94 Wythe, negozio da uomo super hip; ormai affiancare il bar al negozio è quasi necessario per comunicare al meglio la propria identità, ma da Kinkfolk potrete trovare davvero molte situazioni: un luminoso bar all’entrata e una parte più raccolta nella zona ristorante nel retro (fino a pochi giorni fa si trovava il ristorante Aska gui-dato dall’acclamato chef nordico fredrik Berselius) connes-si da una zona bar caratterizzata da un bancone in legno grezzo, che ospita Dj “avanti” anche per la scena newyor-kese e mostre d’arte. Anche senza Aska non rinunciate a passare per Kinkfolk, che rimane certamente uno dei posti più vivaci della già vivacissima Williamsbourg.

AMSTERDAM

odeonsingel 460+31 20 521 85 55 +31 20 521 85 59 (ricardo’s in odeon)www.odeonamsterdam.nl

• Quando: da lunedì pomeriggio a sabato sera• Quando: il venerdì sera• Perché: vale la pena provare “il nuovo corso”• Chi ci trovi: ancora difficile dirlo• Highlights: il ristorante Ricardo’s sotto il club

Ha riaperto il 21 febbraio uno dei club più famosi di Am-sterdam, l’odeon, un’intera palazzina sul Singel che risale al 1600, quando era una fabbrica di birra; poi è diventato sala concerti e ancora uno dei club più frequentati. oggi ospita anche Ricardo’s, il ristorante dell’eclettico e molto apprezzato chef Ricardo van ede, che propone una cucina semplice e “di campagna”. Perché quindi non cenare al suo ristorante e poi (per ora solo il venerdì, con la serata Nacht Dieren) salire nel club, la cui programmazione musicale è seguita dal conosciuto Kasper tarenskeen? Da provare.

Copenhagen, Lid Koeb

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Amsterdam, Odeon

London, Queen of Hoxton

Barcelona, Sala Apolo

Berlino, Basement 8

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