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TOOLS MOSTRA una nestra sulla crisi fotograca multimediale

Mostra (Un)developed

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TOOLSMOSTRA

una !nestra sulla crisi

fotogra!camultimediale

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INDICE

Introduzione Mission Vision ProgettoSviluppo artisticoSviluppo tecnicoInstallazioneCommunication MixEspositori! Fabrizio Rigo! Michele Zani! Andrea VersolattoCuratore! Zampa StefanoAllegato attività

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Il tempo scorre scandito da attimi fugaci in un mondo dinamico, sempre in evoluzione. É scarso, insufficiente, mai abbastanza, sopratutto in questi tempi di crisi. Tempi in cui la generazione dei giovani è stata messa in stand by impedendoci di essere attivi, di recitare un ruolo da protagonisti e di poter contribuire alla stesura della nostra storia.(Un)developed è un collettivo artistico, nato dalla passione comune dei suoi componenti verso l’arte, in particolare per la fotografia e per la sua estensione naturale: il video, inteso come composizione di fotogrammi.Congiuntamente affermiamo che la fotografia nell'arco della sua evoluzione tecnica è sempre

stata utilizzata per una pluralità di fini: come manifesto nella sfera pubblica o come ricordo intimo in quella privata.Opera e mezzo allo stesso tempo, la fotografia documenta lo scorrere degli eventi, rappresenta una testimonianza dal vero e del vero. La sua imparzialità si fonde con lo spirito del fotografo, interprete dei fatti attraverso la scelta del soggetto e dell'inquadratura. L’otturatore della macchina consente la riproduzione di una sola immagine per volta.Una collezione di istanti, frutto di un’interpretazione soggettiva e personale che viene resa permanentemente accessibile alla nostra memoria.

“Ogni fotografo fotografa se stesso più di quanto sia disposto a credere”

Susan Sonntag

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INTRODUZIONE

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Il collettivo artistico (UN)developed nasce dalla volontà di dare un’interpretazione della realtà in cui siamo immersi attraverso una forma artistica: il fotogramma. Ci proponiamo quindi di esplorare il tessuto sociale che ci circonda, per comprenderne a pieno le sue sfaccettature con l’intento di colmare le distanze che la modernità vi ha imposto.I progetti che intendiamo sviluppare si pongono in un’ottica di riscoperta di storie troppo facilmente dimenticate, tecniche superate e materiali che sono considerati scarti.

Pensiamo che l’utilizzo delle nostre capacita in campo artistico per fini sociali e documentaristico possa rappresentare un piccolo contributo alla nostra comunità. Ciò permette di avvicinarci alle persone e alle situazioni che ci circondano, siano esse realta di eccellenza oppure realta svantaggiate. Ridare quella sensibilità che abbiamo perso con l’avvento della globalizzazione.Riteniamo che, tanto piu in periodi come questi, sia necessario capire quanto le persone, seppur con le loro fortune o i loro problemi, siano in primo luogo degli individui con una storia da raccontare senza porre discriminazioni sulla base del lavoro o delle loro possibilita economiche.

VISION

MISSION

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Il collettivo (Un)developed attualmente è formato da tre artisti accomunati per la loro formazione scolastica nella città di Udine. Si sono incrociati per dar vita al progetto “Tools: una finestra sulla crisi” con l’obiettivo di documentare attraverso la fotografia e il video la situazione drammatica, dovuta alla crisi, delle attività commerciali del centro udinese. L’intenzione è quella di rappresentare attraverso i fotogrammi un’espressione concreta di impegno sociale per non dimenticare troppo velocemente le sofferenze provocate dalla crisi economica e dunque le sue ripercussioni sulla vita di tanti imprenditori, lavoratori e famiglie.“Tools” tradotto letteralmente dall’inglese significa “utensile”, tuttavia e, più in generale, nell’accezione data dal collettivo, anche le stesse mani di una persona appartengono alla categoria degli strumenti necessari e fondamentali per compiere e realizzare qualsiasi lavoro. La scelta di una parola inglese è sostenuta dalla volontà del collettivo di attrarre l’attenzione di un pubblico locale e allo stesso tempo di uno internazionale data la capacità attrattiva della città di Udine, sia per la sua posizione geografica sia per le sue attrazioni culturali. Il catenaccio “una finestra sulla crisi” è stato scelto per anticipare brevemente le caratteristiche dell’iniziativa, ossia nella forma dei suoi contenuti e nella scelta del suo allestimento.Questo periodo pervaso da una crisi onnipresente è stato descritto, documentato e immortalato solo attraverso l’azione informativa dei giornali e dei mass media. Contrariamente agli articoli della stampa, alla parola scritta, che sono indirizzati a una cerchia di lettori più o meno estesa, abbiamo deciso di utilizzare uno strumento comunicativo, il fotogramma, il quale possiede solo una lingua ed è potenzialmente destinato a tutti. La mostra viene così concepita con l’ambizione di svilupparsi in un installazione temporanea. Vuole presentarsi come un tentativo di interpretazione del tema del lavoro in tempi di crisi. Un’interpretazione frutto di un cambiamento del lavoro stesso e delle relative conseguenze per gli imprenditori cittadini e i loro dipendenti. Di questi mutamenti, spesso

PROGETTO

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legati a logiche più complesse ed estese rispetto al tessuto socio-economico del nostro territorio, vogliamo far prendere coscienza e stimolare, in senso positivo ed ottimistico, lo spirito critico delle persone nella speranza di essere utili alla comunità con la nostra attività. Un cammino difficile che se sostenuto dalla collaborazione del Comune di Udine, è possibile.

Il percorso inizia da un’accurata indagine del tessuto economico sviluppatosi nella nostra città, ricercando la tradizione dei mestieri e la passione che si tramanda da generazione a generazione. Durante questa fase esplorativa delle attività storiche presenti nel comune, ci siamo posti come proposito la ricerca degli elementi portanti delle singole attività che hanno permesso di sfidare le avversioni della crisi. L’installazione si focalizzerà sui punti di forza ed orgoglio senza i quali queste attività non sarebbero sopravvissute allo “tzunami” economico-finanziario.La riscoperta e valorizzazione di mestieri manuali si sposa con la scelta di recuperare anche le vecchie tecniche fotografiche e i procedimenti di sviluppo in camera oscura ormai resi obsoleti dall’avvento della fotografia digitale.

“Tools” è una striscia di pellicola sviluppata per raccontare delle storie, è una pretesa di rappresentare ciò che si trova davanti all’obiettivo. Una ricerca che tenga conto delle analogie con le precedenti crisi del passato.Attraverso le lenti delle macchine fotografiche e della videocamera immortaliamo la realtà per come ci appare per non dimenticare le azioni quotidiane che contraddistinguono il lavoro di ciascuna persona. L’impegno del collettivo pone il proprio sguardo, con i suoi ritratti, anche verso le realtà lavorative meno fortunate e verso quelle persone, parte anch’esse del territorio, che un lavoro, un occupazione non hanno piu la fortuna di averli.

PROGETTO

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Quelle situazioni che apparentemente ci sembrano distanti, raccontate da parole vuote ci hanno spinto a dar loro sostanza con i mezzi a nostra disposizione: il fotogramma e il video. La fotografia rappresenta per noi un invito all’osservatore: come una finestra che chiusa può stimolarne l’immaginazione o isolarlo, aperta offre una visione più completa ed esaustiva di ciò che ci circonda, inducendo alla riflessione.

Il progetto si articola in due macro sezioni , “Lavoro” e “IO ero...”, e si vestirà con una selezione di 24 scatti in bianco e nero e due cortometraggi:

“Lavoro”La prima sezione dell’installazione riguarderà le attivita storiche cittadine ( selezionate in base ai criteri necessari, ma non vincolanti di anzianità dell’attività commerciale e insediamento di questa in un locale storico indicate a fondo presentazione), e sarà sviluppata nel formato della figura intera e del piano americano, in modo da poter narrare la storia del commerciante e al contempo quella dell’attivita che rappresenta. Si avra cosi la possibilita di ritrarre le persone immerse nei loro luoghi di lavoro, intente a svolgere la professione senza sminuire l’importanza del mezzo di lavoro e dei dettagli che li circondano.

“IO ero...”La seconda sezione, articolata nel formato del primo e primissimo piano, ritrarra situazioni di difficolta economica e sociale e, nella nostra idea, avra come “sfondo” le mense della Caritas, gli uffici di collocamento e qualsiasi altra realta concepita con l’obiettivo di aiutare le persone in difficolta.Sarà dato spazio a un progetto multimediale, articolato in due cortometraggi che hanno come oggetto le persone ritratte in foto, il loro lavoro e le loro storie.

PROGETTO

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L’incessante susseguirsi di immagini domina il nostro ambiente, dalla televisione al web, il mondo è pervaso da attimi ricordati attraverso i fermo-immagine. La nostra memoria ricorre alle fotografie per apprendere e memorizzare la realtà. Come citazioni, massime o proverbi, ognuno di noi ne immagazzina centinaia nella propria mente e vi può accedere istantaneamente.La scelta del mezzo fotografico rappresenta la forma espressiva e stilistica dei due espositori, Fabrizio Rigo e Michele Zani. Questo mezzo si trasforma in una ricerca artistica della realtà, una passione che pone le sue radici nella formazione che i due hanno ricevuto nel loro percorso di vita.Già negli anni del liceo iniziano ad adottare questa tecnica, via via con più frequenza, fino ad elevarla a una filosofia di vita.Analogamente ad altri mezzi, con la fotografia è possibile congelare l’attimo, rendendolo immobile e al tempo stesso dotato di uno spirito proprio, lo spirito di stimolare la curiosità in colui che l’immagine la osserva immobile. Così, come il pittore usa i colori, il poeta e lo scrittore carta e penna, il collettivo si prefigge l’obiettivo (forse ambizioso) di suscitare la curiosità, di riuscire a trasmettere agli altri ciò che ha colpito ed attirato la nostra attenzione al punto da farci premere il pulsante della fotocamera e fermare quel preciso attimo.Una fotografia che, seppur con linee e regole, contrasti di ombre, luci e toni di grigio, è un’espressione intima del nostro modo di essere, e non vuole avere l’arroganza di raccontare agli altri una verità assoluta, ma la realtà che passa attraverso la lente dei nostri occhi e delle nostre esperienze.

SVILUPPO ARTISTICO_perché la fotografia?

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L’utilizzo del video, all’interno della mostra, rappresenta l’estensione delle fotografie esposte. Attraverso lo schermo, si scongela l’attimo immobile immortalato sulla carta e gli si da una direzione, un inizio e una fine. Viene creato così un flusso di immagini che arricchisce l’esperienza della mostra, poiché rivela il gesto nella sua complessità e unicità. Unicità dettata dal singolo individuo, dal singolo commerciante che, attraverso la conoscenza maturata nei decenni, ha fatto proprio l’atto creativo, imprimendogli la propria cura e la propria personalità. Due librai non venderanno mai un libro allo stesso modo, esattamente come due orafi non creeranno mai un gioiello con la medesima mano. Andrea Versolatto si prefigge proprio questo: la ricerca dei piccoli gesti distintivi mostrando come la sensibilità di ognuno si trasmetta nel proprio lavoro, in qualsiasi atto creativo quotidiano.

_perchè i video ?

SVILUPPO ARTISTICO

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SVILUPPO TECNICO

Abbiamo scelto di utilizzare un formato di stampa inusuale, quasi completamente dimenticato. Impiegando della carta comune, seppur di alta qualita, percorriamo passo a passo tutti i passaggi necessari che la trasformano in carta fotografica, raccontando così la contemporaneità che le immagini ritraggono e, al tempo stesso, riscoprendo la fotografia tradizionale. Tutto questo è reso possibile grazie all’utilizzo di emulsioni fotografiche liquide, contenenti pigmenti sensibili alla luce, che una volta stese sul supporto cartaceo lo rendono fotosensibile.All’interno della camera oscura seguiamo con minuzia tutte le fasi di stampa per ciascun scatto, ottenendo un’opera fotografica unica frutto di un lavoro manuale, e non automatizzato com’e la fotografia così come la conosce la nostra generazione.

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Per quanto riguarda l’istallazione, le 12 stampe originali (appartenenti al primo progetto) saranno incorniciate in serramenti fatiscenti, adeguatamente trattati e restaurati.La scelta di adottare vecchi serramenti come cornici deriva dalla volontà di recuperare la parte mobile più resistenti degli edifici. Metaforicamente abbiamo associato questo elemento strutturale alle nuova dimensione del lavoro, ossia la costante mobilità. Al di sotto di ogni finestra prendera posto uno scritto, un breve testo che illustri l’attivita, un aneddoto personale piuttosto che una frase detta dalle persone. In questo modo il visitatore e libero di “aprire” la cornice e conoscere piu approfonditamente cio che sta sotto; ha così la possibilita di indagare più intimamente le storie di ognuna delle persone ritratte.I successivi 12 scatti saranno esposti a parete, in un collage di cornici in legno che saranno corredate soltanto dal mestiere che le persone facevano prima di perderlo. Questa scelta è stata adottata per evitare di rendere situazioni difficili il fulcro stesso della mostra evitando quindi di rendere attraenti storie di persone meno fortunate di noi.Il filo conduttore di queste due sezioni saranno i due cortometraggi, che verranno riprodotti ininterrottamente su vecchi monitor presenti all’interno della sala.

INSTALLAZIONE

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Il piano di comunicazione concepito prevede l’applicazione di un mix di strategie comunicative al fine di raggiungere con la propria promozione il più ampio pubblico possibile.La scelta tematica della mostra, incentrata sul lavoro in tempo di crisi, permette di allargare il nostro target di riferimento, che trova il suo nocciolo duro nella categoria degli amanti della fotografia, fino a raggiungere un pubblico più vasto ed eterogeneo.

Le strategie comunicative adottate trovano così un’azione concreta in un piano sviluppato su più punti:. realizzazione di un mini sito dedicato alla mostra cui compito è quello di promuovere l’evento;- attività costante di article marketing e blogging volta alla diffusione di informazioni relative allo stato dei lavori e informazioni della mostra stessa;-creazione e gestione di pagine dedicate all’evento pubblicate sui social network (fan page facebook, twitter, tumblr) - realizzazione di materiale pubblicitario, quali locandine da affiggere sul territorio cittadino e nelle zone limitrofe e brochure dell’evento, ecc.-attività di ufficio stampa e PR volte ad integrare la comunicazione tra l’ente Comune, stampa, gli uffici marketing delle aziende sponsor, pubblico della mostra.

COMMUNICATION MIX

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Originario di un piccolo paese delle Alpi Friulane, si avvicina alla fotografia negli anni del liceo, dove inizia a scattare a pellicola con la vecchia Pentax di suo padre più per necessità economiche che per scelta stilistica.Rimane poi legato alla fotografia analogica, nonostante utilizzi anche il digitale, perché affascinato dal vecchio mondo in cui la foto non la faceva il programma di editing.Recuperando vecchie attrezzature riesce ad installare una camera oscura in casa, imparando così a sviluppare da solo le sue pellicole.Nel corso del tempo ha potuto mettere insieme una piccola collezione di vecchie macchine fotografiche, dagli anni ’40 in poi; lavorando con ognuna di esse si confronta con metodi di scatto molto diversi fra loro, oltre a sfruttare formati ormai in disuso.

FABRIZIO RIGO

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Nasce a Udine il 3 marzo del 1992, inizia a coltivare la sua passione per la fotografia con l’aiuto e l’influenza del padre, grande amante di questa tecnica artistica. La condivisione familiare lo avvicina alla ritrattistica. Attualmente è iscritto all’IUAV di Venezia con curricula arti multimediali.In atmosfere cariche e dense di energia emotiva, Michele ritrova il perfetto connubio tra il fotografo e il soggetto, inteso come opera da immortalare. Eterogeneo nella composizione artistica, ritroviamo nei suoi scatti: paesaggi, modelli e nudi.Questi ultimi citati sono per l’artista la celebrazione dell’essere uomo nonché i soggetti più affascinanti da fotografare essendo i più naturali.

MICHELE ZANI

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Nasce nel 1988 a Udine, città in cui si avvicina alle arti multimediali attraverso laboratori extra scolastici.Si laurea a Padova in Tecnico di Sala di Registrazione, con una tesi sul compositore americano Steve Reich, producendo un cortometraggio ispirato ad una sua opera. Ed è proprio verso questo mezzo, il video, che si spinge la sua ricerca, affascinato dal catturare i piccoli gesti quotidiani, quei gesti consueti - e per questo quasi invisibili -che descrivono e danno completezza ad ogni persona. Interpreta il video come descrizione fluida della realtà.

ANDREA VERSOLATTO

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STEFANO ZAMPA

Nasce in Friuli nel 1989. Si laurea in Relazioni Pubbliche all’Università di Studi di Udine, con una tesi sperimentale intitolata “Un modello di comunicazione gratuita attraverso la diffusione delle Wi-fi zone”. Attualmente si sta specializzando in Scienze della Comunicazione d’Impresa, pubblica e pubblicità.Durante il suo percorso si è posto l’obiettivo di sostenere e lanciare giovani artisti del territorio e non. La promozione culturale diventa un “MUST TO DO”.Per il collettivo si occupa degli aspetti della comunicazione tra le istituzioni pubbliche, sponsor e diretti interessati. Coordina l’attività comunicativa sui vari mezzi di comunicazione, gli aspetti organizzativi ed infine della realizzazione dell’installazione in qualità di Art director.

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Caffetteria ! - Caucig, via Gemona 36

Orafo  ! ! - Italico Ronzoni, via Mercato Vecchio 10!

Cappelleria!! -  Zagolin, via Mercato Vecchio 3

Fioraio! ! - Antica fioreria Pravisani, via Manin 8

Macelleria   ! - Michelutti, via Carbone

Libreria! ! - Tarantola, via Vittorio Veneto, 20

Calzolaio ! ! - Onelio, via Mazzini 18

Pasticceria! ! - Laboratorio del dolce, vicolo Sottomonte 2

ALLEGATO ATTIVITÀ

In riferimento allo sviluppo del nostro progetto indichiamo nel presente allegato le attività che hanno già manifestato e dato la loro disponibilità a partecipare come soggetti alla realizzazione della mostra.

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Art & Copy Stefano Zampa

Fotografia Fabrizio Rigo Andrea Versolatto Michele Zani

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