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Un medium “locale” ma con forti legami internazionali: i contributors non saranno soltanto romani ma anche stranieri o italiani residenti all’estero, quindi capaci di fornire uno sguardo disincantato e obiettivo sulla città.
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Direttore CreativoTOMMASO CONCINA
Coordinamento GeneraleORNELLA CICCHETTI
ConsulenteSABRINA QUERCI
Junior EditorBEATRICE PAMPHILI
ContributorsEMANUELA NOBILE MINOEDOARDO CICCONICAROLINA DE LUCABONIZZA GIORDANI ARAGNOCLARA TOSI PAMPHILIFERNANDA VERON
Progetto GraficoTOMMASO CONCINA
ImpaginazioneTOMMASO DAL POZ per U-SkILL MEDIA AGENCy
TipografiaCREA PROMOTION Roma
Cover Credits
FOTO E ARTWORk Fernanda VeronMODA Tommaso ConcinaTRUCCO E CAPELLI Sonia Veleno
NINO LETTIERI COUTURE Caftano in chiffon di seta nero devoré con ricami in lurex
model Lera Tribel@Next
cover n1
il nome già la dice lunga sulle finalità
che il progetto di questo nuovo magazine si pone e sul comune
denominatore dei contenuti che affronterà,a partire dal numero 0.
E’ di fatto una dedica alla città e alla sua personalità poliedrica:
Roma città eterna, trasognata e adulata per la sua innegabile unicità,
il suo potere seduttivo, il patrimonio storico-artistico e l’innato
senso di spigliata creatività, ma anche Roma città contemporanea,
energetica capitale europea e bacino di risorse creative, culturali,
artistiche che meritano di essere maggiormente divulgate, esaltate,
omaggiate.
ROMA si occuperà di Roma, sotto forma di contenitore aperto,
trasversale, libero e votato a dare voce alle realtà importanti
che quotidianamente, attraverso l’impegno individuale e la rete
di lavoro collettivo, contribuiscono a delineare il nuovo, sempre
più competitivo, profilo identitario della città.
Un medium “locale” ma con forti legami internazionali: i contributors
non saranno soltanto romani ma anche stranieri o italiani residenti
all’estero, quindi capaci di fornire uno sguardo disincantato
e obiettivo sulla città.
ROMA dedica il suo primo numero all’Alta Moda, settore di cui
la capitale è tradizionalmente culla, grazie all’innata sensibilità
estetica che la contraddistingue e alla proverbiale sapienza
nel fatto a mano che l’hanno resa uno dei luoghi cult su questo
fronte. A parlarne alcuni dei principali attori e attivi promotori
della creatività italiana applicata alla moda e al design:
il presidente di Alta Roma Silvia Venturini Fendi racconta
LIMITED/UNLIMITED, progetto votato a valorizzare l’esclusività
del pezzo unico e dell’edizione limitata; Cesare Cunaccia presenta
l’ingegnoso e raffinato lavoro di Liborio Capizzi, visionario stilista
di origine siciliana. Emanuela Nobile Mino si inoltra nel meraviglioso
mondo di Delfina Delettrez celebrato in DELPHINARIUM, prima mostra
monografica dedicata all’eclettica creatrice di gioielli; Bonizza
Giordani Aragno introduce le creazioni di Caterina Gatta, tra memorie
vintage e seduzione del nuovo; Cinzia Malvini incontra Maria Grazia
Chiuri e Pier Paolo Piccioli, direttori creativi della storica maison
Valentino; Clara Tosi Pamphilj alza il sipario su A.I. Fair, la fiera
delle vanità artigiane e del Made in Italy rigorosamente fatto
a mano. Mentre, in apertura, l’editoriale firmato Fernanda Veron:
uno spaesante viaggio visivo e temporale nell’universo simbolico,
onirico, lussureggiante dell’artista fotografa argentina Rome-based.
A partire da questo primo step, ROMA inizierà ad intessere, inoltre,
una trama di corrispondenze tra diverse tematiche, argomenti e ambiti
culturali, operando dei blitz di approfondimento nel mondo dell’arte,
del cinema, della letteratura.
Con l’intento di proporre dei focus quanto più accurati sull’attualità,
ROMA non avrà una cadenza editoriale precisa, ma le sue uscite si
legheranno periodicamente ad eventi e manifestazioni romane di rilievo,
adeguando di volta in volta il proprio impaginato, i contenuti
dei contributi e degli speciali e i toni del proprio linguaggio al
mood del momento e alla personalità dei personaggi coinvolti, mettendo
così in luce anche i diversi lati del proprio carattere, serietà,
irriverenza, ironia, agilità, critica, curiosità e, soprattutto,
la sua fiera “romanità”.
Buona lettura e benvenuti a ROMA!
ROMA. ThE NAME ITSELF IS LOADED ENOuGh TO SuGGEST ThE GOALS ThAT ThIS NEw MAGAzINE AIMS FOR AND TO FOREShADOw ThE COMMON DENOMINATOR OF ThE CONTENTS ThAT IT wILL FACE, bEGINNING FROM NuMbER 0. IT IS CERTAINLy A TRIbuTE TO ThE CITy AND ITS ECLECTIC PERSONALITy: ROME ThE ETERNAL CITy, DREAMED OF AND PRAISED by FOR ITS uNDENIAbLE uNIquENESS, ITS SEDuCTIVE POwER, ITS hISTORICAL AND ARTISTIC PATRIMONy, AND ITS INNATE SENSE OF SELF-CONFIDENT CREATIVITy, buT ALSO ROME AS CONTEMPORARy CITy, ENERGETIC EuROPEAN CAPITAL AND ARSENAL OF CREATIVE CuLTuRAL AND ARTISTIC RESOuRCES ThAT DESERVE TO bE bETTER kNOwN, ExALTED, hONORED.
ROMA wILL DEAL wITh ROME, AS AN OPEN CONTAINER, TRANSVERSAL, FREE, DEVOTED TO GIVE VOICE TO ThOSE IMPORTANT REALITIES ThAT, ThROuGh INDIVIDuAL COMMITMENT AND A NETwORk OF COLLECTIVE COLLAbORATION, CONTRIbuTE TO ThE DELINEATION OF ThE NEw AND ALwAyS MORE COMPETITIVE IDENTITy AND PROFILE OF ThE CITy.
A LOCAL MEDIA buT wITh STRONG INTERNATIONAL TIES: ThE CONTRIbuTORS wILL NOT ONLy bE ROMANS buT FOREIGNERS OR ITALIANS LIVING AbROAD, CAPAbLE ThEREFORE OF PROVIDING A DISENChANTED AND ObJECTIVE VIEw OF ThE CITy.
ROMA DEDICATES ITS FIRST NuMbER TO hAuTE COuTuRE, A SECTOR ThE CITy IS kNOwN FOR, ThANkS TO ThE INNATE AESThETIC SENSIbILITy ThAT ChARACTERIzES IT AND ThE PROVERbIAL kNOwLEDGE OF ThE hANDMADE ThAT hAVE ALLOwED ThIS TOwN TO bECOME A CuLT LOCATION ON ThIS FRONT. STARTING FROM ThIS FIRST STEP, ROMA wILL wEAVE CORRESPONDENCES bETwEEN DIFFERENT TOPICS AND CuLTuRAL REALITIES whILE ShOwCASING IN-DEPTh CLOSE uPS OF ThE ART wORLD, CINEMA AND LITERATuRE.
wITh ThE INTENT OF FOCuSING ACCuRATELy uPON CuRRENT EVENTS, ROMA wILL NOT hAVE A PRECISE CADENCE buT ITS RELEASES wILL bE LINkED TO IMPORTANT ROMAN EVENTS, ADAPTING ITS LAyOuT, ThE CONTENTS OF ITS CONTRIbuTIONS AND ThE TONES OF ITS LANGuAGE TO ThE MOOD OF ThE MOMENT AND TO ThE PERSONALITy OF ITS PROTAGONISTS, ShEDDING LIGhT ON ThE DIVERSE SIDES OF ITS ChARACTERS, SERIOuSNESS, IRREVERENCE, IRONy, AGILITy, CRITIquE, CuRIOSITy AND, MOSTLy, OF ITS PROuD “ROMANITà”.
hAVE A GOOD READ AND wELCOME IN ROMA!
Tessuti preziosi perché non contaminati, belli da vedere da toccare
e che suggeriscono ad una giovane stilista come Caterina Gatta idee
innovative disinvolte ed attuali Sono le stoffe vintage
dai colori piu vari e dai stampati che spaziano dal fiore al geometrico
all’informale .Tessuti con le cimose firmate, come opere d’arte
che rimandano ad una cultura di moda legata a ‘quel fatto a mano’
a quel preziosismo di tempi lontaniTessuti che si velano
di nostalgia, sopratutto per quelli che né hanno conosciuto il valore.
Ed è’ particolare che una giovane stilista abbia pensato
ad un operazione fusion , tra passato e presente tra sconfinamenti
e artigianalita Progettando una propria linea di abiti, realizzati
con stoffe firmate da stilisti famosi come Gianni Versace, Yves Saint
Laurent,Dior, Fausto Sarli, Pierre Cardin, Lancetti, Irene Galitzine,
Givenchy, Valentino, André Laug, Ungaro, Scherrer.
Caterina Gatta, è romana ha 28 anni, si è laureata in Scienze
della Moda e del Costume all’Università La Sapienza di Roma, ha
completato con il massimo dei voti anche il biennio di pecializzazione.
Durante gli studi universitari, ha frequentato corsi e stage
(tra cui Fashion Styling alla Central Saint Martins di Londra,
Jewellery and Luxury Industry presso la Confcommercio di Roma)
e ha fatto varie esperienze lavorative importanti in Italia
e all’estero. Nel 2008 ha iniziato a sviluppare un proprio progetto
di moda, con il marchio registrato Caterina Gatta La sua prima
pre- collezione, fu presentata a un ristretto gruppo di giornalisti
durante Altaroma nel Luglio 2008 dopo aver ricevuto incoraggianti
riscontri ha pensato all’ idea di creare un suo Brand. Sapendo bene
che le contaminazioni e gli sconfinamenti sono attuali ,sente
il bisogno di riscoprire attraverso il tessuto stampato quella
creatività prettamente italiana, che sembrava essersi esaurita
proprio tra le nuove generazioni di designer.
Per Caterina Gatta la base del suo lavoro è il tessuto vera fonte
di ispirazione di cui cura personalmente ogni aspetto, seguendo
la realizzazione degli abiti e i vari processi di sviluppo.
Appassionata di fotografia, si occupa dell’ immagine delle sue
collezioni Tranquilla ma anche determinata Caterina si destreggia
con disinvoltura nel suo laboratorio, tra cumuli di preziosi tessuti,
conscia di possedere un archivio di memorie,ma che per lei sono solo
l’inizio del suo percorso creativo ciò che l’interessa e la traduzione
del tessuto in linguaggio-moda che comunichi emozioni.
La storia della moda per lei è come un libro da sfogliare da studiare
come analisi estetica e come comunicazione dal forte valore simbolico
Caterina non s’intimidisce di fronte ad un tessuto firmato,sapendo
di interpretare un ‘mito’ Un operazione di restyling post moderno.
La sua prima vera collezione è stata presentata presso la Soho House
di New York nel Maggio 2009 e successivamete a Palazzo Morando durante
il “Vogue Talents Corner” a Milano.
Ma l’evento che ha reso Caterina interessante agli occhi di chi crede
nell’Alta Moda Italiana sono stati i dieci pezzi unici realizzati
con i tessuti vintage della maison Lancetti presentati a Roma nella
cornice suggestiva dei Fori Imperiali sotto l’egita di AltaRoma
( Pino Lancetti Re-Edition, 30-1-2012) L’abilità di Caterina è
di trasformare in attualità storie dimenticate, interprete di contenuti
desueti, trattati come trame contemporanee riproporre con l’arte
del fare tutto ciò che appartiene all’immaginario collettivo.
caterina gatta e il tessuto stampatodi Bonizza Giordani Aragno
Archivio Cicconi, sette milioni di immagini originali, laster
in vetro e negativi di diverso formato, raccontano la storia
d’Italia dal 1890 al 2000 offrendo prospettive mai viste su
vaticano, fascismo, moda, spettacolo, politica, costume e società,
momenti rubati e inediti dei personaggi che hanno fatto la storia
dell’Italia del ‘900. L’ Archivio è composto da cinque fondi, ex
archivi e agenzie nella loro completezza, che operavano nel ‘900.
Raccolti negli anni ’90 da Umberto Cicconi, sono stati riconosciuti
dal Ministero dei Beni Culturali. In concomitanza con i 150 anni
dell’Unità d’Italia nel 2011, attraverso la Fondazione Allori, si
inizia a rendere pubblico questo materiale che è rimasto nascosto
per quasi vent’anni. Tornano alla luce l’antica agenzia VEDO
di Porry Pastorel, la Roma Press Photo di Tazio Secchiaroli, il
materiale di Spartaco Appetiti, quello di Alberto Cartoni e il
secolo si completa con tutti gli scatti dell’agenzia
foto-giornalistica di Umberto Cicconi.Sette milioni di immagini,
il novecento italiano come fonte di ispirazione per reinventare
il nuovo, capitale enorme a cui attingere per rielaborare
segni contemporanei con solide radici antiche.
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di Clara Tosi Pamphili
COCO ChANEL, JEAN COCTEAu-VIA VENETO, hOTEL ExCELSIOR-ROMA 1958
nero puro, massimale, poliedrico per immergere abiti
sontuosi in un sentiero illuminante di simbologie oniriche
FOTO E ARTwORk: FERNANDA VERON / MODA: TOMMASO CONCINA
NELLA PAGINE PRECEDENTI bLuSA NERA IN ChIFFON DI PuRA SETA CON COLLO ChIuSO DA uN LuNGO FIOCCO E MANTELLA APPLICATA. GONNA SVASATA ASIMMETRICA IN PuRA SETA NERA A SbIECO SILVINA MAESTRO SANDALI IN CAMOSCIO CON TACCO A SPECChIO GUCCI ANELLO/VENTAGLIO IN OTTONE CANNA DI FuCILE GILBERT HALABy - SOPRA CAFTANO IN ChIFFON DI SETA NERA DèVORè CON RICAMI IN LuREx NINO LETTIERI COUTURE A DESTRA AbITO LuNGO IN TuLLE NERO DOPPIATO IN TuLLE NuDE CON EFFETTO PETALI VALENTINO COUTUREbRACCIALE IN METALLO ONDuLATO COLOR CANNA DI FuCILE CON GRANDE CRISTALLO SwAROVSkI GILBERT HALABy
A SINISTRA AbITO “TATuAGGIO” A SIRENA IN TuLLE RICAMATO CON PERLINE E AMPIA bALzA IN ORGANzA GATTINONI COUTURE SOPRA TOP GIROCOLLO SENzA MANIChE IN ORGANzA DI SETA PuRA SILVINA MAESTROCOPRICAPO IN PIuME STAMPATE IN OTTONE COLOR ORO E CRISTALLI SwAROVSkI COLOR AMbRA GILbERT hALAby
SOPRA GIACCA IN ORGANzA PLISSETTATA CON AMPIE MANIChE ARROTONDATE, AbITO IN CREPE NERO A SbIECO CON INTARSI IN PIzzO ANTONIO GRIMALDI COUTURE - A DESTRA CASACCA/GILET CON RICAMI A TRAFORO IN JAIS NERI E PANTALONI A SIGARETTA IN CREPE CADy LuCIDO/OPACO SARLI COUTURE bRACCIALE CASATI IN FOGLIE DI OTTONE STAMPATE CANNA DI FuCILE CON GRANDE CRISTALLO SwAROVSkI,bRACCIALE DARk CLEO TROMPE L’OEIL CON CATENE DI CASTONI VuOTI E NAVETTE DI CRISTALLO SwAROVSkI GILBERT HALABy
SCIALLE IN ORGANzA E SETA CON RuChE E FIORI APPLICATI IN ORGANzA PLASTICATA TAGLIATI AL LASER ChIuSO DA CINTA IN TESSuTO ANDRè LAUG COUTURE COLLANA CASATI IN FOGLIE DI OTTONE STAMPATE CANNA DI FuCILE CON bAGuETTES SwAROVSkI GILBERT HALABy
SI RINGRAzIA ALESSIO DE’NAVASquEShA COLLAbORATO bEATRICE PAMPhILI MODEL LERA TRIbEL@NExTTRuCCO E CAPELLI SONIA VELENO
ENM: Dopo la condivisione dell’esperienza fiorentina con DELPHINARIUM
- la prima mostra personale di Delfina Delettrez in una galleria che
ripercorrere le tappe fondamentali non soltanto del suo iter creativo
ma anche del suo poliedrico modus operandi (ndr) - siamo di nuovo a
Roma, dove pur potendo scegliere di operare altrove, hai deciso di
vivere, lavorare, aprire la tua prima boutique. Qual è il tuo rapporto
con Roma e cosa ti convince ogni giorno a non lasciarla per un’altra
città?
DD:
ENM: Nel tuo lavoro trovo ci sia una forte connotazione autobiografica,
i tuoi gioielli spesso incarnano visioni, elementi, oggetti e forme
che sembrano strettamente collegati al tuo vissuto personale,
affettivo (penso ad esempio alle ciocche di tua figlia sigillate nella
resina), e che rimandano sia a luoghi reali che a luoghi immaginari
appartenenti alla tua dimensione onirica (tra sogno e incubo). Roma,
la sua eredità storico-artistica, appare sublimata e omaggiata nei
frammenti archeologici, nei micro-mosaici, nei marmi che costituiscono
alcuni dei gioielli della collezione Metalphysik, mentre la Roma
contemporanea in che modo ti ispira ed entra nel tuo lavoro?
DD:
ENM: Tornando alla mostra DELPHINARIUM, credo sia stata un’esperienza
piuttosto nuova, che ti ha portato a rivalutare una ad una le tue
collezioni precedenti, a selezionare pezzi specifici, a ripensare
la loro collocazione e presentazione; ma ti ha condotto anche a
rapportarti con un nuovo contesto, la galleria, e con figure come
quella del gallerista e del curatore. Mi racconti come hai vissuto
questa nuova avventura?
DD:
ENM: In occasione di questa mostra ho avuto l’opportunità di
approfondire il tuo lavoro, analizzarlo da vicino e dall’inizio, e mi
sembra fondato su una grande coerenza, come ho già detto, uno dei tuoi
punti di forza sta nell’aver saputo fin da principio allinearti sulla
rosa di valori che costituiscono il patrimonio fondante dell’italianità
artistica (eccellenza tecnica e raffinatezza estetica, cultura e
suggestione, ironia e malinconia, visionarietà e meraviglia). Che tipo
di consiglio ti sentiresti di dare ad un giovane designer che intende
iniziare questo tipo di carriera?
DELPHINARIUM
L’immaginario di Delfina Delettrez è sconfinato, nel senso che,
per natura, il suo istinto creativo e la sua curiosità si spostano
di continuo - e senza la benché minima frizione - da un ambito di
ricerca ad un altro, oltrepassando fluidamente le linee di confine
che convenzionalmente li demarcano. “La linea che descrive il bello
– sosteneva Winckelmann – è ellittica. Non può venire descritta da un
compasso e muta direzione in ciascuno dei suoi punti.” E’ proprio con
l’intenzione di mettere in luce la complessità del lavoro di Delfina
Delettrez che la mostra DELPHINARIUM – in corso fino al 10 settembre
presso la Galleria Antonella Villanova di Firenze – è stata concepita.
Per restituire un tracciato del suo poliedrico e multidirezionale
operato in una prospettiva globale, la mostra ha riunito i pezzi più
rappresentativi delle sue cinque collezioni agli apparati espositivi
che furono concepiti ad hoc come loro estensione anatomica, dando
risalto ad un aspetto peculiare del fare artistico di Delfina che,
sebbene autoevidente, rischia spesso di non venire adeguatamente
sottolineato ed individuato come declinazione interna al suo processo
di ricerca. Ovvero la sua innata esigenza, e capacità, di presentare
le proprie creazioni contestualizzandole, progettando cioè ogni volta
un’ambientazione speciale per i suoi lavori che, in maniera ideale,
sottenda e riferisca le tracce della visione che prelude ed ispira ogni
nuova collezione, e finisce poi per intriderla. Per ogni suo progetto,
fin da principio, è stato, infatti, pensato non semplicemente un mero
allestimento, ma un vero e proprio percorso di narrazione, concepito
come parte integrante del lavoro, come un corollario fondamentale a
trasmettere qualcosa in più del suo universo personale, biografico
e culturale e della sua direzione di ricerca, sempre in bilico tra
ovvero, l’universo
sensibile di delf
ina delettrez
di Emanuela Nobile Mino
memoria storica
e (pre)visione onirica.
Attingendo alle fonti più
svariate e arrivando a delineare
una modalità espressiva che
nell’eclettismo rintraccia
la sua forza identitaria,
l’indagine di Delfina Delettrez
sull’arte ornamentale (micro)
scultorea ha un centro nevralgico
preciso: il corpo. Il pensiero
attorno al corpo l’ha condotta
istintivamente ad assumere nel
proprio alfabeto l’apparato
fenomenico nella sua totalità,
quindi a voler confrontarsi
con ognuna delle realtà con cui
l’uomo costantemente si imbatte
durante il giorno (la realtà della
natura, dell’arte, della tecnica)
e durante la notte (la surrealtà,
il sogno, l’immaginazione, il
desiderio). Secondo Breton,
solo conciliando i due momenti
che scandiscono l’attività del
pensiero umano, quello della
veglia e quello del sogno possiamo
giungere ad una realtà superiore.
Ed è sovrapponendo visioni reali
e fantastiche, costruzioni
e decostruzioni, miraggi e
avvistamenti, invenzioni e incubi,
architetture della mente e luoghi
dello spirito, che nel lavoro di
Delfina tutto lo scibile ritrova
conciliazione.
Iconografie discordanti
sapientemente accostate, elementi
estranei uniti in combinazioni
spiazzanti, una volta incastonati
nell’oro, glassati nello
smalto, scolpiti nel marmo o
cristallizzati nella resina,
risorgono a nuova vita, sotto
nuove spoglie, intrisi di nuovo
senso.
Così avviene che parti anatomiche
(occhi, bocche, dita) presenti
nella collezione “Anatomik” -
e abbinate in “Metalphysic” a
porzioni di reperti archeologici,
a capricci e a volute - si
trasformino in icone ibride a
se stanti; o che campioni di
DNA, come le ciocche di capelli
sigillate nella resina nella
collezione “Love is in the Hair”,
assumano ludicamente l’aspetto di
reliquie contemporanee.
Sostanzialmente, ciò che incanta
Delfina Delettrez è la vita,
il dinamismo del suo divenire,
il rapporto aureo tra micro e
macro cosmo, le corrispondenze
tra mondo biologico e poiesis
tecnologica. Uno degli aspetti che
accomuna molti dei suoi gioielli
è infatti l’idea di movimento,
di evoluzione. Se alcuni pezzi
somigliano a piccoli marchingegni
cinetici (come il bracciale e gli
orecchini “Tourbillon” ispirati
alla sfera armillare), altri
hanno un’ambiguità strutturale
studiata perché la loro forma
possa evolvere in un’altra,
come il bracciale e la gorgiera
“Detaille Unique” realizzati
con un intreccio di piattine
in metallo prezioso unite a
formare una geometria mobile,
snodata, il cui meccanismo
di estensione a pantografo
li rende elementi mutevoli e
mutanti, adattabili ai volumi
del corpo. Perfetta incarnazione
dell’oggetto metafisico (da
metà, trasformazione, al di là,
cambiamento, e physikè, natura,
fisica).
La natura in sé è “ascoltata”
da Delfina Delettrez con
un’attenzione e una perizia di
carattere entomologico: i suoi
insetti non ci appaiono mai come
figurine statiche, scultoree, ma
come esserini attivi, viventi,
ritratti per via di mimesi. Le
api, ad esempio, per tradizione
simboli dell’operosità (nonché di
romanità: tre api caratterizzano
lo stemma araldico dei Barberini)
molto spesso sembrano divenire
protagoniste dei gioielli per pura
casualità, perchè accidentalmente
vi si poggiano, continuando a
svolgere le loro mansioni “en
plein air”. Sono questi gli
attimi in cui l’autrice predilige
immortalarle, quando intente a
produrre miele o ronzanti tra i
micro mosaici in un micro sito
archeologico assolato, non si
accorgono della sua presenza.
Il naturalismo di Delfina
denota però sempre qualcosa di
singolare, di misterioso, ha
sempre a che fare con l’artificio,
presentando la realtà come forma
apparente, la natura come entità
enigmatica, passibile di continue
e imprevedibili metamorfosi.
Emblematico in questo senso
il cortocircuito tra realtà e
finzione creato nell’installazione
presentata durante l’inaugurazione
della mostra fiorentina, che ha
visto convivere - all’interno di
mondi di plexiglass trasparenti
– alcuni dei suoi più iconici
gioielli zoomorfi con animali
e insetti veri. Guidata da un
profondo, istintivo, senso di
euritmia e di proporzione Delfina
artificiosamente crea nuove
possibilità di equilibrio e nuovi
ideali di bellezza, in grado di
frantumare le certezze canoniche
e di avanzare nuove ipotesi di
visionarietà, fresca, ammaliante e
più che mai consona.
Intrecciando i tasselli di
vari stimoli creativi, Delfina
Delettrez ha creato una logica
estetica propria fondata
sull’eterogeneità dell’ispirazione
e sull’osservazione onnivora
che, contemporaneamente e
indistintamente, attinge alla
regola anatomica universale
(agli insegnamenti vitruviani
sulla proporzione tra microcosmo
e macrocosmo), all’indagine
enciclopedica (le tavole
dell’”Encyclopédie” di Diderot e
D’Alembert, i trattati di botanica
come il “Kunstformen der Natur” di
Ernst Haeckel, quelli di zoologia
di George-Louis Leclerc de Buffon,
i “Souvenirs Entomologiques” di
Jean-Henri Fabre), all’eterofonia
del capriccio barocco, al gusto
decadente di Piranesi e alla
fascinazione romantica per le
rovine romane, all’espressione
enigmatica dell’alfabeto
surrealista di Magritte, alla
sospensione metafisica di De
Chirico, fino all’iconologia
cristiana e al suo legame
archetipico con i simboli
apotropaici della superstizione
pagana.
Paradossalmente è nell’eseguire un
percorso d’indagine che attraversa
e si nutre dell’influenza
di una pluralità di inputs
derivanti da ambiti diversi (la
scienza, l’anatomia, l’arte,
l’architettura, la religione)
che Delfina Delettrez arriva
ad attingere anche al bacino
culturale che per indole genetica
le appartiene: la moda. Alcuni
dei suoi gioielli, sembrano
infatti più istintivamente che
intenzionalmente, ispirati da una
rilettura assoltamente individuale
di modelli iconografici celebri
generati da menti illuminate
e, a loro volta, suggestionate
dalle più svariate influenze
linguistiche e culturali. Una
delle figure di riferimento di
Delfina Delettrez, in quanto
summa esemplare del più riuscito
connubio tra le arti, sembra
essere Elsa Schiaparelli e, nello
specifico, i frutti che il suo
lavoro partorì sotto l’influenza
delle avanguardie artistiche
del tempo, dalle collaborazioni
con Dalì, Cocteau, Man Ray. Uno
degli oggetti cult di Delfina,
la “Skeletor belt” che cinge la
vita con due mani scheletriche in
argento, d’istinto rimanda ad uno
dei capi iconici della “Schiap”,
la giacca con le mani guantate
incrociate sulla schiena che
simulano un abbraccio maschile,
così come trasversalmente cita
il celeberrimo “Skeleton dress”.
Altri rimandi interessanti,
sempre perchè operati in forma
di citazione consapevole,
ricorrono nell’utilizzo di
alcuni materiali o di certe
iconografie: la resina trasparente
impiegata a mo’ di ambra, ad
esempio, in cui Delfina Delettrez
cattura le sue api, ricorda la
“Insect necklace” in plastica
creata dalla grande couturier
surrealista. Mentre l’occhio
cristallino - simbolo ricorrente
Informazioni Utili sulla Mostra
DELPHINARIUM. A Monographic Exhibition
on Delfina Delettrez
A cura di Emanuela Nobile Mino
Galleria Antonella Villanova.
Contemporary Art Jewellery
Palazzo Ricasoli, Piazza Carlo Goldoni 2
50123 Firenze
21 giugno – 10 settembre 2012
Orario di apertura: Lun 15.00-19.00; Mar/Sab
10.00-19.00
Chiusura estiva 1 - 20 agosto
Per informazioni: +39 055 6802066
Delfina Delettrez (Roma, 1987) appartiene
alla quarta generazione della famiglia Fendi.
Dalla bisnonna Adele, e poi in linea diretta
attraverso Anna e Silvia, eredita
la passione per il dettaglio. Dopo
la formazione accademica improntata sulla
storia del costume e gli stages presso
l’ufficio stile di Chanel per la haute couture
a Parigi, sceglie di intraprendere un percorso
individuale: approfondisce lo studio sul design
del gioiello e decide di dedicarsi all’arte
orafa. Nel 2007 crea la sua prima collezione.
Nel 2009 due creazioni di Delfina Delettrez
entrano a far parte della collezione permanente
del Museo delle Arti Decorative
del Louvre.Emanuela Nobile Mino (Roma, 1971)
è storico dell’arte, Lavora come critico
e curatore.
nell’apparato iconografico
religioso ed esoterico, da oriente
ad occidente, quale universale
incarnazione della conoscenza,
emblema di lungimiranza e di
veggenza, e nell’arte riferimento
all’introspezione, specchio della
coscienza o del suo falso riflesso
(vedi il “feux miroir”
di Magritte) - immaginato
da Cocteau e da Dalì (per la
Schiaparelli) come accessorio
frontale (una broche) da ostentare
al centro del petto, torna
aggraziato da lunghe ciglia nelle
creazioni di Delfina Delettrez
come elemento singolo. L’occhio
come parafrasi dell’obiettivo
attraverso il quale Delfina
Delettrez scruta e fotografa
costantemente il mondo e, al
contempo, come presenza dalla
funzione esortativa, memento
audere semper (D’Annunzio), un
imperativo, rivolto in primis
a se stessa, a mantenere sempre
viva la curiorità, ostinata
la determinazione, sfrontata
l’audacia e ben allineati
il gesto, l’intelletto e la
sensibilità, poichè “l’arte
migliore è quella in cui la mano,
la testa e il cuore di un uomo
procedono in accordo”
(John Ruskin).
a.i.artisanal intelligence luglio 2012di Clara Tosi Pamphili
A.I. Artisanal Intelligence, nato da un’idea di Clara Tosi Pamphili,
é uno dei progetti fondamentali di AltaRoma. Nasce sotto la spinta
di voler promuovere, in modo contemporaneo, l’artigianato italiano
e di raccontare quanto questo patrimonio sia spesso una vera
e propria espressione artistica.
La crisi economica e da qui il rifiuto per prodotti commerciali
e globalizzati hanno dato nuova luce e nuova vita a questo patrimonio
così antico. Così sono nate e stanno nascendo in tutta Italia atelier
e botteghe artigiane, cool e innovative, dove la produzione
di manufatti di design e d’avanguardia viene realizzata interamente
a mano. L’artigiano non è più relegato alla bottega polverosa
ma diventa nuova figura professionale che unisce preziose tradizioni
e saperi antichi a innovazione, network e design.
Attraverso gli appuntamenti di A.I.Fair e A.I.Gallery la ricchezza
e la sapienza di queste forme di artigianato si propongono
al grande pubblico e agli addetti ai lavori
(blogger e giornalisti di fama internazionale).
A.I. Fair, la fiera della vanità artigiana, invece, è concepita
come fiera italiana dedicata ai virtuosi del fatto a mano.
Il successo di A.I. Fair nasce dall’aver studiato un modo
di promuovere l’artigianato non più secondo le vecchie formule
fieristiche che tendono a riempire gli spazi di vendita senza
una direzione artistica. Gli espositori sono stati selezionati per
configurare un luogo che fosse di mostra e vendita, di conoscenza,
che rappresentasse la cultura vicino al commercio. Grazie
all’esperienza della curatrice Ornella Cicchetti le
selezioni sono state fatte sulla qualità delle proposte per garantire
un livello rappresentativo della qualità. A.I.Fair Camera Work
é concepita come un luogo, una serie di ambienti, case
di artisti/artigiani aperte dove l’esposizione é “domestica”.
Si raccontano e vendono prodotti e idee che hanno una storia:
l’essenza del Made in Italy autentico, di quel fatto a mano
che evoca un ricordo e sa proiettarsi nel futuro sulla spinta
del genio creativo. Artigiani e designer di gioielli, abiti, accessori
espongono il loro lavoro in uno spazio continuo, senza divisioni
drastiche, una serie di piccole scenografie relizzate con mobili
di modernariato a cui fa sfondo un enorme album di immagini della
nostra storia e gli abiti degli italiani scelti fra i film che hanno
contribuito a far conoscere l’Italia al mondo.
A.I. Gallery, ideato insieme ad Alessio de’Navasques, unisce l’arte
contemporanea all’artigianato. All’interno di Gallerie
e Studi, secondo percorsi romani che portano anche ad una riscoperta
“turistica” della città, l’artigiano entra in un inedito dialogo
con gli spazi che abitualmente accolgono opere d’arte contemporanea.
Questo ha portato prima di tutto alla nascita di una fortissima
collaborazione fra i due settori, alla dimostrazione che basti ideare
un metodo percorribile per generare nuove possibilità e,
non da ultimo, ha raccontato una Roma meravigliosa non più frammentata
ma godibile come una storia continua.
Nell’edizione di luglio A.I. Gallery promuove una selezione di
artigiani d’eccellenza che creano progetti artistici con la galleria
o lo spazio che li ospita, mentre l’edizione di gennaio è dedicata
a veri e propri progetti d’arte che mettono in relazione arti visive,
performance e arte contemporanea.
ROOM SERVICE INTERVIEW Consuelo Aranyi interviews Simonetta Gianfelici
wE hAD bEEN SPEAkING AbOuT IT FOR SOME TIME, A TITLE ThAT SEEMED EVOCATIVE PERhAPS bECAuSE DuRING ThE MONThS bEFORE FAShION wEEk wE wERE wORkING SO hARD ThAT ThE IDEA OF PASSING OuT ON A hOTEL ROOM COuCh AND ORDERING ROOM SERVICE ThAT COuLD “NOuRISh” ME TICkLED My FANCy. LET’S DO IT, LET’S NOT, LET’S DO IT, LET’S NOT, ThIS wAS NORMAL FOR uS, buT A LITTLE AT A TIME ThE PROJECT bEGAN TO TAkE ShAPE AND I bECAME PASSIONATE AbOuT IT AND TO FEEL ThAT SOME OF IT bELONGED TO ME AS wELL. SIMONETTA GIANFELICI, whO hAD ThOuGhT OF ThE PROJECT AND wAS ORGANIzING IT FOR ALTAROMA, wAS bRIEFING ME ON IT AS IT CAME ALONG. IT wAS A bIT LIkE wAITING ON AN EPISODE OF A TV SERIES ThAT yOu ARE INTO. ThE FACT IS ThAT ANyThING ThAT ALREADy ExISTS DOES NOT NEED GREAT LOOkING INTO whILE SOMEThING ThAT IS NEwLy buDDING AND ThAT yOu wANT TO TRANSMIT CATChES yOuR ATTENTION. AND SO IT wAS ThAT bETwEEN A SATISFIED SMILE AND TAkING A bREAk wE GOT TO ThE OPENING OF ROOM SERVICE. A CONTEMPORARy wAy OF PRESENTING NEw COLLECTIONS buT ALSO OF CREATING A buSINESS wITh NEw MODALITIES ON A TERRITORy ThAT uP uNTIL NOw wAS kNOwN MOSTLy FOR ThE VISIbILITy ThAT IT GAVE ThOSE whO ChOSE uS. ThAT SIMONETTA GIANFELICI wAS AbLE TO SCOuT NEw CREATIVE AND INNOVATIVE TALENT wAS ObVIOuS TO uS ALL buT hOw DID ShE CREATE A PROJECT LIkE ThIS ONE? hOw wAS IT bORN? whAT INSPIRED yOu? I ASk hER DIRECTLy:
A: ROOM SERVICE wAS bORN ThREE yEARS AGO FROM My IMAGINATION AS I wAS LOOkING FOR A DIFFERENT wAy TO COMMuNICATE FAShION AND CREATE AN OPPORTuNITy FOR RETAIL ThAT wAS ExTRAORDINARy, ExCLuSIVE, TEMPORARy AND GEARED TOwARD ThE CLIENT. A RETuRN TO AN INTIMACy OF RELATIONShIP, A wAy OuT OF uNbRIDLED COMMERCIALISM AND TRADITIONAL DISTRIbuTION. buILDING NEw RELATIONS, RETRIEVING ThE TASTE OF DISCOVERy AND ExPERIENCE, LETTING ONE bE GuIDED by PLEASuRE AND INTuITION. GIVING ONESELF TIME. IT wAS ALREADy LuxuRy. I ThEN ADDED CONCRETE ASPECTS TO ThESE DESIRES: REAL NEEDS, uRGENCy, ThE NECESSITy OF ChANGE. GIVING ThESE DESIGNERS AN OPPORTuNITy TO FACE ThE LAST LINk OF ThE wEAVE SEEMED INDISPENSAbLE TO ME. TO PERSONALLy GAThER ThE SATISFACTION OF DRESSING, SEDuCING, AND COMMuNICATING wITh ThE “PERSON” AND NOT wITh AN uNkNOwN AND AbSTRACT CLIENT. I bELIEVE ThAT ThIS IS AN INSTRuMENT FOR GROwTh AND AwARENESS ALSO FOR ThE DESIGNERS whO ChOSE TO LIVE ThIS ExPERIENCE. FOR ThE CLIENT ThIS MEANS FINDING SOME TRuE VALuE bEhIND ThE SIMPLE “MERChANDISE”. GIVING bACk AN IDENTITy TO ThE PRODuCT, A PERSONALITy TO ThE DESIGNER, CREATING A DIFFERENT COMMuNICATION FOR SOPhISTICATED CREATIONS ThAT ARE RELATIVELy uNkNOwN TO ThE GENERAL PubLIC. CREATING AN ExCLuSIVE CONTAINER, ALMOST PRIVATE. IT APPEARED AS A ROAD ThAT JuST hAD TO bE TRAVELED.ThIS MIGhT SEEM ANTIThETICAL TO ThE GREAT SuCCESS OF E-COMMERCE buT I ThINk ThAT ThESE TwO DIAMETRICALLy OPPOSED PhENOMENA ARE OFFSPRING OF ThE SAME ERA AND ARE AS EquALLy INDISPENSAbLE. ROOM SERVICE, FuRThERMORE, TIED IN PERFECTLy wITh ThE NARRATIVE OF ALTAROMA, TO ITS DOubLE SOuL, A MIx OF SARTORIAL TRADITION AND RESEARCh. ROME IS A TRANSVERSAL CITy, LESS IMPACTED by ThE FAShION INDuSTRy AND PRECISELy bECAuSE OF ThIS IT IS IN CONTINuOuS CREATIVE FERMENT, A MIx OF CuLTuRE, ART AND CINEMA CAPAbLE OF COMMuNICATING wITh ONE ANOThER.
What is the selection process for a brand or a designer to be part of
ROOM SERVICE based on?A: ThE SELECTION IS bASED ON ChOOSING bRANDS ThAT uNITE TRADITIONAL ASPECTS OF ARTISANShIP AND quALITy TO A STRONG COMPONENT OF RESEARCh AND REVISITING. A VOCATION FOR hAuTE COuTuRE, IF yOu wILL. ThESE hANDMADE PRODuCTS, OR SEMI hANDMADE, ALLOw ONE ThE POSSIbILITy OF INDuLGING ThE CLIENT’S ChOICES AS A “SPECIAL ORDER”, AS CuSTOM-MADE OR MADE TO MEASuRE. IT IS A REDISCOVERy OF ITALIAN ARTISANShIP ThROuGh A RENEwAL OF IDEAS. ThESE ELEMENTS AND ThESE INTERACTIONS GIVE A FEELING OF CONTEMPORANEITy AND GIVE bACk VALuE TO OuR PRODuCT AND TO ThE MANy TRADES OF OuR COuNTRy.
How do you see the future of ROOM SERVICE? Will it grow to be adopted
by other realities?A: ROOM SERVICE IS A CONTAINER ThAT COuLD bECOME MORE AMPLE by OPENING uP TO PRECIOuS REALITIES FROM OThER COuNTRIES, buT IT IS MOSTLy A NEw MODALITy OF ExPORTING OuR TASTE AND OuR CuLTuRE TO ThE wORLD wIThOuT FOLLOwING ThE LOGIC OF GLObALIzATION.
IMA SUMMIS TRANSMUTATEThe little big transformations of Liborio Capizzi.
A hOMAGE TO ROME IN ITS ESSENCE ThAT INSPIRES uS TO DIALOGuE AND INTERACT wITh A CAThOLIC, RELIGIOuS IMAGINATION OF CENTuRIES AND CENTuRIES OF hISTORy, SEEN AS AN ExTRAORDINARy AND uNIquE LAbORATORy OF SIGNS AND SyMbOLS AND ATEMPORAL AESThETIC hINTS,AT ONCE MySTERIC AND IMMEDIATELy ELOquENT.
ThIS IS ThE SPECIAL INTERPRETATIVE CIPhER ChOSEN by ThE COuTuRIER LIbORIO CAPIzzI, bASED IN MILAN AND LONDON, A LONG TIME COLLAbORATOR OF GIANFRANCO FERRE’, FOR hIS ARRIVAL IN ALTAROMA NExT JuLy.
ThE OuTFITS CREATED by LIbORIO DRAw ThEIR LyMPh DIRECTLy FROM ThE CLASSICAL PRELATE wARDRObE, REuSING ESPECIALLy ThE CASSOk hAbIT AND ITS SILhOuETTE whICh IS TRANSFORMED INTO A SINuOuS bLACk, DRAPED MAxI-SkIRT EVOkING A DébuT Du SIèCLE, SChIAPPARELLI-DERIVED LINE. buT hIS OPuLENT AND IRONIC CREATIVE GAME CERTAINLy DOES NOT STOP hERE. hE AMuSES hIMSELF by SEARChING AN ONEIRIC ChEST OF PROPS FuLL OF ExTREMELy SIGNIFICANT AND INGENIOuSLy SuMPTuOuS ObJECTS, SuCh AS LARGE Ex-VOTO hEARTS, ENRIChED by CAThARTIC FLAMES, ChAINS, ROSARIES, AND ELAbORATE LARGE-SCALE METAL DENTELLES ThAT GIVE ThEM A TOuCh OF FOLLy AND MAGIC, AS IF ThEy wERE SPARkLING AND FAIRyLIkE SORCIèRES, OR wITChLIkEMIRRORS OR ARMOuRS. ThE IMAGINARy, IDEAL REFERENCES ThAT ARE MANIFESTED IN ThESE PASSIONATE AND quASI-CINEMATOGRAPhIC ROMAN OPuS by LIbORIO CAPIzzI, ARE TRuLy MANy AND PECuLIAR. “FOR ThIS INSTALLATION, SPECIFICALLy DESIGNED FOR ALTAROMA”, LIbORIO AFFIRMS, “I hAVE ThOuGhT OF AN IMAGE ThAT wAS STRONGLy CONTEMPORARy TO FAShION, ThAT IS, PROVIDING A POSSIbLE ANSwER TO ThAT DISquIET TyPICAL OF OuR TIMES ThAT MAy POSE yET ANOThER quESTION AbOuT ThE wORLD wE LIVE IN AND AbOuT ThE wAy IN whICh wE MAy FIND OuR PLACE INSIDE IT. A PATh, AN ITINERARy bETwEEN FANTASy, RIGOR, DELIRIuM, IRONy, ThAT RECuPERATES, whILE LOOkING TO ThE FuTuRE, PROFOuND AND REMOTE ROOTS ThAT GO DEEP INTO ThE MEMORy OF ThE CLERICAL hAbIT, ITS SyMbOLS AND VALENCES, ThROuGh ThE MAGISTERIAL kNOwLEDGE OF ThE INDELIbLE DETAILS ASSEMbLED by OuR ARTISANS. A REPOSITIONING, A SEMANTIC AND AESThETIC RE-INVENTION ThAT REDEFINES IN TOTO ITS FORM, ITS uTILITy, ITS CONTENT. ThE CASSOk hAbIT, TRANSFORMED by A DECISIVE COuTuRE INTERVENTION, uNFOLDS A VISIONARy AND METAMORPhIC AESThETIC NuANCE, CROSSES ARMS wITh DIFFERENT EMbLEMATIC VALuES AND DIVERSE LOCALES OF CuLTuRAL CONTAMINATION, DISASSEMbLES AND RECOMPOSES ITS OwN SILhOuETTE. IN SuM, IT bECOMES OThER”.
ThE hOMAGE TO ROME CONSISTS OF A REPRESENTATION OF SEVEN SyMbOLIC FIGuRES PRESENTED AS AN INSTALLATION OF COuTuRE PIECES bORN OuT OF ThE REASSEMbLING OF ECCLESIASTICAL hAbITS AND SyMbOLS.FuRThERMORE, FOR ThIS PROJECT (ThAT wILL bE PRESENTED ON JuLy 8 AT ThE PALAzzO EuR) LIbORIO hAS INVOLVED A SERIES OF ARTISTS ThAT ARE VERy DEAR TO hIM SuCh AS SkIN OF SkuNk ANANSIE, hIS FRIEND AND MuSE, AND ThAT wILL PERFORM DuRING ThAT VERy NIGhT wITh A DJ SET, AND JOhN MAybuRy, DIRECTOR OF ThE bRITISh AVANT-GARDE, whO hAS CREATED A VIDEO OF LIbORIO’S CLOThES ThAT wILL bE PROJECTED DuRING ThE EVENING ALONGSIDE PERFORMANCES by OThER MuSICIANS AND DANCERS.
Cesare Cunaccia
ICONS IN ROMEA wonderful movie that never ends in the images of Archivio Cicconi
where more than 7 million images narrate the backstage
of Italian history from the end of the 1800’s until today.
ROME IS ThE FEMALE CITy PAR ExCELLENCE. A PLACE AND TEMPLE whERE ThE FEMININE NOuRIShES ITSELF uPON AN ARChAIC LyMPh OF EMPRESSES AND ShE-wOLVES. A TIMELESS bACkDROP whERE ThE SILhOuETTE IS DRAwN wITh ThE bODy OF A GODDESS, A “FELLINESquE” CITy OF wOMEN CAPAbLE OF LEAVING ITS TRACE uPON ThE COLLECTIVE uNCONSCIOuS OF ThE wORLD. POPuLAR ICONS OF STyLE, ARISTOCRATIC PRINCESSES PLACED IN AN uNREAL SPACE wITh MILLENNIA OF hISTORy yET CAPAbLE OF REINVENTING ITSELF CONTINuOuSLy. AS IF TO SAy ThAT bRIGITTE bARDOT bECOMES SOMEThING ELSE IF PhOTOGRAPhED IN A ROMAN SquARE, AND EVERy wOMAN bECOMES A GODDESS AS ShE bECOMES A PART OF hISTORy, OF EVERyONE’S STORy, A COMMON PATRIMONy OF ThOuSANDS OF IMAGES ThAT bECOME ThE FRAME OF A PRICELESS VALuE FOR ThESE ICONS. ROME IS whERE hAuTE COuTuRE MOVES ALONGSIDE CINEMA, ThE ACTRESSES TRy ON ThE SET COSTuME AND ThEN ThE COCkTAIL DRESS IN ThE hISTORICAL “SARTORIA”, hOw CAN ONE NOT GET CONFuSED?ALwAyS INTERPRETING ThE ROLE OF STyLE. ThIS IS ThE ChARM OF ROMAN FAShION ThAT EVERy wOMAN hAS ALwAyS wANTED TO DRAw FROM IN ORDER TO bE PART OF A wONDERFuL MOVIE ThAT NEVER ENDS.
ENGLISh TExT