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N E W S IN EVIDENZA CORSI/CONVEGNI L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni: 1) Elanco: Webinair di cardiologia-Viaggio attraverso la valvulopatia mitralica 6, 15 giugno e 5 luglio – www.calendariowebinair.com 2) Camera Commercio MN: I rifiuti sanitari 12 e 13 giugno Mantova - [email protected] 3) IZSVe: L’attività di ricerca corrente in IZSVe. Progetti conclusi nel 2016 finanziati dal Ministero della Salute 14 giugno Legnaro (PD) - www.izsvenezie.it 4) Regeneraps: Come ottenere un corretto PRP in Ambulatorio 18 giugno Genova - www.regeneraps.org 5) ANMVI: Percorso di formazione sulla sicurezza sul lavoro Cremona 19-22 ottobre - [email protected] 6) SCIVAC-ANMVI: 1° Itinerario di Practice Management 8-9 novembre, 14-15 febbraio, 11-12 aprile, 27-29 giugno 2018 Cremona - http://registration.evsrl.it o www.scivac.it 7) Università Bologna: Endoscopia Flessibile e Rigida dell’Apparato Digerente, Respiratorio, Urinario e Genitale nei Piccoli Animali 10-11 novembre Ozzano dell’Emilia (BO) – www.htcongressi.it ORDINE VETERINARI MANTOVA Si è trasferito dall’Ordine dei Veterinari di Firenze il Dr Michele Ceroni. Si è cancellata la Dr.ssa Nedyalkova Rositsa. Ora il numero totale degli iscritti a Mantova è di 437. Si informa che l’ufficio sarà chiuso dal 3 al 14 giugno. NOVITA’ ACCESSO CASELLA POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA Aruba ha aggiornato il proprio sito, pertanto si ritiene utile riportare di seguito le nuove modalità di accesso alla vostra casella PEC: Per accedere alla webmail e leggere la tua posta certificata: in internet andare su www.arubapec.it Poi clic sulla voce “webmail” in alto a destra in blu A questo punto viene chiesto l’indirizzo PEC, che ha il formato: [email protected] Nel campo Password digitare la propria password (quella assegnata dall’Ordine al momento dell’attivazione è formata dai primi 8 caratteri del tuo codice fiscale, in maiuscolo) E poi clic sul pulsante Accedi (Se hai cambiato la password assegnata ma non te la ricordi più, clicca su “Recupero password”) Per uscire dalla webmail: clic su Logout Per configurare il proprio account:

N E W S - Ordine dei Veterinari di Mantova Ordine/NEWS 2017 1 giu.pdf · ricevere ulteriori compilazioni da liberi professionisti della ... ai corsi per la formazione ... deducibilità

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N E W S

IN EVIDENZA

CORSI/CONVEGNI L’Ordine è stato informato dei seguenti corsi e convegni: 1) Elanco: Webinair di cardiologia-Viaggio attraverso la valvulopatia mitralica 6, 15 giugno e 5 luglio –

www.calendariowebinair.com 2) Camera Commercio MN: I rifiuti sanitari 12 e 13 giugno Mantova - [email protected] 3) IZSVe: L’attività di ricerca corrente in IZSVe. Progetti conclusi nel 2016 finanziati dal Ministero della

Salute 14 giugno Legnaro (PD) - www.izsvenezie.it 4) Regeneraps: Come ottenere un corretto PRP in Ambulatorio 18 giugno Genova - www.regeneraps.org 5) ANMVI: Percorso di formazione sulla sicurezza sul lavoro Cremona 19-22 ottobre - [email protected]

6) SCIVAC-ANMVI: 1° Itinerario di Practice Management 8-9 novembre, 14-15 febbraio, 11-12 aprile, 27-29 giugno 2018 Cremona - http://registration.evsrl.it o www.scivac.it

7) Università Bologna: Endoscopia Flessibile e Rigida dell’Apparato Digerente, Respiratorio, Urinario e Genitale nei Piccoli Animali 10-11 novembre Ozzano dell’Emilia (BO) – www.htcongressi.it

ORDINE VETERINARI MANTOVA Si è trasferito dall’Ordine dei Veterinari di Firenze il Dr Michele Ceroni. Si è cancellata la Dr.ssa Nedyalkova Rositsa. Ora il numero totale degli iscritti a Mantova è di 437. Si informa che l’ufficio sarà chiuso dal 3 al 14 giugno. NOVITA’ ACCESSO CASELLA POSTA ELETTRONICA CERTIFICATA Aruba ha aggiornato il proprio sito, pertanto si ritiene utile riportare di seguito le nuove modalità di accesso alla vostra casella PEC: Per accedere alla webmail e leggere la tua posta certificata: in internet andare su www.arubapec.it Poi clic sulla voce “webmail” in alto a destra in blu A questo punto viene chiesto l’indirizzo PEC, che ha il formato: [email protected] Nel campo Password digitare la propria password (quella assegnata dall’Ordine al momento dell’attivazione è formata dai primi 8 caratteri del tuo codice fiscale, in maiuscolo) E poi clic sul pulsante Accedi (Se hai cambiato la password assegnata ma non te la ricordi più, clicca su “Recupero password”)

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• ecc.

Per informazioni e per l’eventuale acquisto di servizi (firma digitale, marca temporale, fatturazione alla Pubblica Amministrazione, conservazione documenti, ecc.): www.pec.it Si consiglia di cambiare periodicamente la propria password. Ricordiamo a chi non avesse ancora provveduto ad attivare la casella PEC Sul sito dell’Ordine (www.ordineveterinarimantova.it) nella sezione “Info utili” cliccare su “Posta Elettronica Certificata”: vi è il Modulo adesione Pec da compilare e far avere all’Ordine (unitamente alla copia della carta d’identità) per l’attivazione gratuita della casella di posta elettronica certificata (sostiene l’Ordine i costi di mantenimento delle PEC per tutti gli iscritti). LABORATORIO ESTIVO DI NEUROSCIENZE E ONCOLOGIA COMPARATA da email LA CITTADINA FONDAZIONE STUDI E RICERCHE VETERINARIE del 17/05/17

La Cittadina Fondazione Studi e Ricerche Veterinarie di Romanengo (CR) rende noto che anche quest’anno durante il periodo estivo darà la possibilità agli studenti e neo-laureati in Medicina Veterinaria di seguire le attività cliniche e di ricerca svolte nell’ambito del Laboratorio estivo di neuroscienze e oncologia comparata. L’iniziativa è un’occasione rivolta ai giovani per avvicinarsi alle discipline neurologiche, oncologiche e di diagnostica per immagini attraverso la frequentazione di un centro di referenza. La Fondazione ha inoltre stipulato appositi contratti di convenzione con alcune sedi universitarie italiane per lo svolgimento del tirocinio curricolare. Chi fosse interessato può contattare la Fondazione per email [email protected] o tel. 339-3516653. FNOVI-NOMISMA: INDAGINE SULLA LIBERA PROFESSIONE Da email Fnovi/Nomisma 30/05/17

Nomisma e Fnovi ci scrivono che, per rafforzare l’analisi sulle prospettive della libera professione, è fondamentale ricevere ulteriori compilazioni da liberi professionisti della nostra provincia, così da raccogliere opinioni da tutti i territori italiani. E’ possibile compilare il questionario fino all’8 giugno 2017. Di seguito il link per partecipare: https://survey2.opinioni.net/index.php/survey/index/sid/374329/token/CRMNGL51T22G417R/newtest/Y L’intervista non richiederà più di 10-15 minuti. Le informazioni che fornirete verranno elaborate e diffuse all’interno del progetto di ricerca in forma esclusivamente anonima ed aggregata. Confidando nella vostra attiva collaborazione per il successo dell’iniziativa, vi ringraziamo anticipatamente SMARRITA WEIMARANER

Ci hanno chiesto aiuto nella diffusione dei dati di EVA femmina di Weimaraner di 10 anni, che i proprietari stanno cercando disperatamente. Data di nascita: 30 novembre 2006 Intestata: Sig. Spiti Andrea Microchip nr.: 981100000017922LO0761418 Mantello: grigio con macchia bianca sul petto Per qualsiasi notizia contattare: 347/9700790 oppure 347/0790510

FISCO/SENTENZE/NORMATIVE

SPESE DI AGGIORNAMENTO PROFESSIONALE, GIUSTIZIA È FATTA da Confprofessioni Pronto fisco maggio 15/05/2017

Dopo anni di ingiusta e ingiustificabile penalizzazione, viene (quasi del tutto) rimossa l’anacronistica disposizione contenuta nell’art. 54, comma 5 del Tuir, la quale stabilisce che per i lavoratori autonomi le spese per la partecipazione a convegni, congressi e simili o a corsi di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, sono deducibili nella misura del 50% del loro ammontare. Il merito, dopo le pressanti richieste di Confprofessioni, è dell’articolo 9 della Legge in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale (Ddl n. 2233-B sul

lavoro autonomo che da riforma è diventato Legge con il via libera al Senato. NDR), il quale ha modificato il passaggio normativo incriminato, prevedendo la piena deducibilità di tali spese, seppur entro il limite massimo annuale di € 10.000,00. La novità ha effetto a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017. Dunque, posto che si tratta di lavoratori autonomi, dal 1° gennaio 2017. Dunque, per effetto della modifica normativa, le spese per l’iscrizione a master e a corsi di formazione o di aggiornamento professionale, incluse quelle di viaggio e soggiorno, divengono interamente deducibili seppure entro il limite massimo di € 10.00,00 l’anno. E’ bene ricordare che, in conformità ai criteri generali che improntato la determinazione del reddito di lavoro autonomo, la deducibilità si ha laddove:

• la documentazione delle spese sostenute sia intestata al professionista; • la spesa sia stata sostenuta (principio di cassa); • la partecipazione al convegno, congresso ovvero corso di formazione, sia riferita ad una materia oggetto di

attività del professionista (rapporto di inerenza); • se la spesa è riferita ad un dipendente dello studio, sia riferibile alle materie oggetto dell’incarico attribuito al

dipendente nell’ambito del rapporto di lavoro. Spese per la formazione continua obbligatoria Dunque, anche le spese di partecipazione ai corsi per la formazione continua obbligatoria che determinate categorie di soggetti (di regola gli iscritti in Albi o Elenchi professionali), per espressa disposizione normativa e ordinamentale, sono obbligate a sostenere, divengono pienamente deducibili. Lo conferma la stessa rubrica dell’articolo 9 della Legge che recita “Deducibilità delle spese di formazione e accesso alla formazione permanente”. Spese di formazione e aggiornamento con trasferta Sovente, direttamente connesse ai costi di partecipazione all’evento formativo, si hanno le spese di trasferta: trasporto, vitto e alloggio. Poiché i costi di viaggio e soggiorno, relativi ai corsi di aggiornamento, devono essere inerenti, al fine di dedurne il costo, il professionista dovrà conservare tutta la documentazione relativa all'attività svolta durante il congresso, così da poter dimostrare la sua permanenza nei luoghi di svolgimento del convegno. Tanto premesso, anche su questo la norma fornisce rimedio alla palese oramai pregressa discriminazione, chiarendo che le spese di vitto e alloggio, se riferibili all’evento formativo, sono interamente deducibili seppure cumulano ai fini del limite invalicabile di deducibilità di € 10.000 l’anno. Dunque, a decorrere dal periodo d’imposta in corso al 31 dicembre 2017, grazie all’articolo 9 della Legge in corso di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale, le spese di trasporto (aereo, treno, pullman, traghetto, taxi, gondola, etc.) e le spese di vitto (ristorante, tavola calda, bar, pizzeria, etc.) e alloggio (albergo, pensione, bed & breakfast, etc.) riferibili ad eventi formativi si deducono per il 100% del costo sostenuto con precisazione che ai fini del limite annuale di € 10.000 rilevano solo le spese di vitto e alloggio (e le spese di iscrizione all’evento formativo) e non quelle di trasporto, deducibili da sempre senza limitazioni quantitative. Attività professionali residuali Fermo quanto fin qui riferito con riguardo al nuovo contenuto dell’articolo 54 del Tuir, laddove l’attività di lavoro autonomo sia svolta non nelle modalità ordinarie, ma in base a regimi speciali, l’approccio circa le spese di partecipazione ad eventi formativi e le connesse spese di vitto e alloggio deve tenere conto delle particolarità del regime. Lavoratori autonomi in regime di vantaggio - cd. minimi In questi casi l’Amministrazione Finanziaria ha chiarito (Circ. n. 7/2012) che se il costo è inerente all’attività svolta, questo ha una deducibilità pari al 100%. Ciò prescinde dalla circostanza che il contribuente minimo svolga attività d’impresa o di lavoro autonomo. In particolare, il citato documento tiene conto della modalità semplificata di determinazione del reddito di questi soggetti e, conseguentemente, ha fatto presente che non è possibile applicare le norme del Tuir che prevedono la limitazioni nella deducibilità dei predetti costi. Dunque, per questi lavoratori autonomi non si ha neanche il limite annuale di € 10.000 anche se va riconosciuto che è improbabile che un professionista che ha il limite di incassi di € 30.000 l’anno posso sostenere spese di formazione maggiori di € 10.000. Lavoratori autonomi forfetari

Questi soggetti, la cui disciplina è in vigore dal 01/01/2015, come noto determinano il reddito sulla base di un coefficiente applicato all’ammontare degli incassi annuali. Per i lavoratori autonomi il reddito è pari al 78% degli incassi. Nessun costo è deducibile salvo i contributi previdenziali pagati nell’anno. Quindi le spese di formazione e aggiornamento, ancorché sostenute, non rilevano. Attività di lavoro autonomo svolte in modo occasionale Le attività di lavoro autonomo occasionale sono disciplinate dall’art. 67 del Tuir, rubricato “Redditi diversi”. Possono essere considerate spese inerenti a tali redditi quelle strettamente connesse alla effettuazione della prestazione richiesta, circostanza non sempre agevole da provare con riferimento alle spese di aggiornamento e formazione. Ad ogni modo, ricorrendo i presupposti di connessione al reddito, la deducibilità delle spese da indicare nel Modello Redditi non è vincolata a limiti quantitativi di deducibilità. La relativa documentazione dovrà essere esibita o trasmessa all’ufficio tributario competente, su richiesta. Ove si riesca a dimostrare la connessione della spesa di formazione con la prestazione occasionale va ricordato che se la spesa è sostenuta nell’anno X e il reddito occasionale è realizzato nell’anno X+1, il costo sostenuto nell’anno X è deducibile nell’anno X+1.

SCADENZIARIO FISCALE DI GIUGNO IVA PRIMO TRIMESTRE: PROROGA AL 12 GIUGNO da AnmviOggi del 30 maggio 2017

Il Ministero delle Finanze ha posticipato al 12 giugno 2017 la scadenza per l'invio delle liquidazioni periodiche Iva relative al primo trimestre del 2017. Sono obbligati alla presentazione della dichiarazione annuale Iva tutti i titolari di partita Iva che esercitano attività d’impresa, attività artistiche o professionali. L'invio delle comunicazioni IVA è stato previsto dal decreto fiscale 193/2016 collegato alla legge di stabilità 2017, ma ci sono stati tempi lunghi nel rilascio del modello e delle istruzioni. Inoltre, a fronte di una disposizione prevista fin dall'ottobre del 2016, il software per la compilazione è stato messo a disposizione dalle Entrate solo ai primi di maggio. Di qui l'esigenza di accordare più tempo per gli invii.

da SETTIMANA VETERINARIA N° 1003/maggio 2017

15 GIUGNO 2017 ▲ Ravvedimento operoso 16 GIUGNO 2017 ▲ Versamento rata Iva annuale ▲ Versamento ritenute fiscali ▲ Versamento mensile Iva ▲Versamento contributi Inps ▲ Imu e Tasi. Versamento dell’acconto per il 2017 30 GIUGNO 2017 ▲ Ravvedimento operoso per regolarizzare i versamenti delle imposte e delle ritenute entro i 14 giorni successivi alla scadenza prevista ▲ Versamento delle imposte risultanti dal modello “Redditi 2017” ▲ Versamento Iva annuale 2016 ▲ Presentazione del modello “Redditi 2017” cartaceo presso gli Uffici postali da parte delle persone fisiche non titolari di partita Iva ricorrendo le condizioni richiamate dalle istruzioni del modello “Redditi 2017 ▲ Ravvedimento operoso per le imposte irregolarmente versate nel 2016 da coloro che presentano entro oggi il modello “Redditi 2017” cartaceo ▲ Dichiarazione Imu e Tasi anno 2016 ▲ Ravvedimento operoso versamenti Imu e Tasi irregolarmente eseguiti

DISPOSITIVI VETERINARI: QUALE ALIQUOTA IVA? da Professione Veterinaria n° 12 - maggio 2017

Qual è la corretta applicazione dell’aliquota IVA sulle vendite di dispositivi medici per uso veterinario? Taluni professionisti medici veterinari hanno ricevuto fatture su cui era applicata l’IVA del 22%, mentre altri hanno ricevuto fatture su cui era applicata l’IVA del 4%. NORMATIVA ITALIANA VIGENTE

La “Tabella A - Parte seconda” allegata al DPR 633/72 (Decreto IVA) elenca i beni che sono assoggettati ad aliquota IVA del 4%. Al numero 30 della predetta tabella sono indicati: “apparecchi di ortopedia (comprese le cinture

medico-chirurgiche); oggetti ed apparecchi per fratture (docce, stecche e simili); oggetti ed apparecchi di protesi

dentaria, oculistica ed altre; apparecchi per facilitare l’audizione dei sordi ed altri apparecchi da tenere in mano, da

portare sulla persona o da inserire nell’organismo, per compensare una deficienza o una infermità (voce doganale

90.19)”. La Circolare del Ministero delle Finanze n. 189 del 18 novembre 1994 chiarisce che: “l’aliquota agevolata

del 4% deve intendersi applicabile alle sole cessioni di ausili e protesi che per loro caratteristiche oggettive hanno

univoca ed esclusiva utilizzazione da parte di soggetti portatori di menomazioni funzionali permanenti e che non

possono, quindi, avere altro impiego se non quello di compensare menomazioni che non siano legate a situazioni

temporanee. Ne consegue che l’aliquota agevolata non può applicarsi alle cessioni di quei presidi per i quali, attesa la

loro possibile utilizzazione promiscua, non è dato di individuare, all’atto di effettuazione delle relative cessioni, il loro

effettivo impiego da parte di soggetti aventi menomazioni funzionali permanenti. In queste ipotesi, pertanto,

l’agevolazione si rende applicabile esclusivamente per le cessioni effettuate direttamente nei confronti dei soggetti

muniti di specifica prescrizione autorizzativa rilasciata dal medico specialista della UU.SS.LL. di appartenenza, nella

quale si faccia anche riferimento alla menomazione permanente dell’acquirente”. Da quanto sopra si evince chiaramente che l’aliquota agevolata del 4% può applicarsi solamente a dispositivi ortopedici rivolti all’uomo e non per uso veterinario. NORMATIVA COMUNITARIA

La normativa comunitaria con la Direttiva 2006/112/CE del Consiglio del 28 novembre 2006, relativa al sistema comune d’imposta sul valore aggiunto, all’articolo 98 ha stabilito che: gli Stati membri possono applicare una o due aliquote ridotte; le aliquote ridotte si applicano unicamente alle cessioni di beni e alle prestazioni di servizi delle categorie elencate nell’allegato III. Le voci elencate nell’allegato III della Direttiva (di nostro interesse) sono: prodotti farmaceutici normalmente utilizzati per cure mediche, per la prevenzione delle malattie e per trattamenti medici e veterinari; apparecchi medici, materiale ausiliario ed altri strumenti medici, normalmente destinati ad alleviare o curare invalidità, per uso personale esclusivo degli invalidi, compresa la riparazione di tali beni. Sull’applicazione dell’aliquota agevolata si è espressa anche la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, nella Sentenza del 17 gennaio 2013, decretando che non è applicabile un’aliquota IVA ridotta:

• ai dispositivi medici, al materiale, agli apparecchi e agli strumenti che, oggettivamente considerati, possono essere utilizzati solamente al fine di prevenire, diagnosticare, trattare, alleviare o curare malattie o affezioni dell’essere umano o degli animali, e che non sono però normalmente destinati ad alleviare o curare invalidità, per uso personale esclusivo degli invalidi • agli strumenti e ai sussidi tecnici che possono essere utilizzati, essenzialmente o principalmente, per alleviare le disabilità fisiche degli animali. CONCLUSIONI Alle cessioni di dispositivi medici (ortopedici o non ortopedici) per uso veterinario sarà applicabile l’aliquota ordinaria del 22%. Si applica l’aliquota ridotta del 10% alla cessione di medicinali pronti per l’uso umano e veterinario, compresi i prodotti omeopatici.

DICHIARAZIONE DEI REDDITI OMESSA O TARDIVA da www.confprofessioni.eu 27aprile 2017

Mancata presentazione della dichiarazione dei redditi – affidare l’incarico al commercialista non basta, bisogna accertarsi dell’adempimento Cassazione n. 6223 del 10/3/17. L’art. 6, co.3 del d.lgs. n. 472/1997 prevede un’ipotesi in cui la dimostrazione di determinati fatti da parte del contribuente (come l’omessa esecuzione del pagamento di un tributo dovuta a fatto denunciato all’autorità giudiziaria e addebitabile esclusivamente a terzi) integra una presunzione legale assoluta di mancanza di colpevolezza. Tale presunzione, che solleva il contribuente da responsabilità, non può applicarsi alla diversa fattispecie dell’omessa presentazione delle dichiarazioni annuali dei redditi (per diversi anni) e l’omissione di ulteriori adempimenti contabili. Infatti, il contribuente che affida a un commercialista (nel caso di specie per giunta sprovvisto di abilitazione e per questa ragione condannato per esercizio abusivo della professione) il compito di trasmettere le dichiarazioni all’Agenzia delle entrate, resta il responsabile del mancato adempimento del commercialista, posto che egli è tenuto a vigilare sulla corretta esecuzione dell’incarico, a meno che non dimostri che l’intermediario abbia mascherato fraudolentemente il proprio inadempimento. Dichiarazione dei redditi presentata con un ritardo superiore a 90 giorni - gli effetti sono gli stessi dell’omessa presentazione Cassazione n. 4785 del 24/2/17. Ai sensi dell’art. 2, D.P.R. n. 322/1998, le dichiarazioni presentate con ritardo superiore a 90 giorni si considerano omesse. Vista l'equiparazione tra dichiarazione fuori termine e omessa dichiarazione, anche nel caso della presentazione tardiva (oltre 90 giorni) l’ufficio può servirsi di qualsiasi elemento probatorio ai fini dell'accertamento del reddito e, quindi, a determinarlo anche con metodo induttivo e utilizzando presunzioni semplici, e determinare così l’inversione dell’onere della prova. A questo punto spetterà al contribuente l’onere di dedurre e provare i fatti impeditivi, modificativi o estintivi della pretesa tributaria.

ALIMENTARI: CANI E GATTI POSSONO ENTRARE? Da Professione Veterinaria N. 13 - maggio 2017

In risposta ad una lettera della Regione Lombardia, la Direzione generale per l’Igiene e la Sicurezza degli Alimenti (DGISAN) ha scritto a tutti i Servizi Veterinari precisando le norme che regolano l’accesso di animali domestici agli esercizi di vendita al dettaglio. La Regione chiedeva lumi in merito a «possibilità e condizioni per permettere l’accesso di animali domestici agli esercizi di vendita al dettaglio, in particolare esercizi di alimenti della Grande Distribuzione Organizzata». Il 27 marzo il Direttore dell’Ufficio 2 (Igiene degli alimenti ed esportazioni) della DGISAN, Pietro Noé, ha firmato una nota di precisazioni, in cui si richiama il regolamento 852/04 sull’igiene dei prodotti alimentari. Il regolamento recita: «Occorre predisporre procedure adeguate per controllare gli animali infestanti e per impedire agli

animali domestici di accedere ai luoghi dove gli alimenti sono preparati, trattati o conservati (ovvero qualora

l’autorità competente autorizzi tale accesso in circostanze speciali, impedire che esso sia fonte di contaminazioni)».

DIVIETO ED ECCEZIONI Spiega il Ministero che «l’accesso agli animali domestici, rappresentando una possibile fonte di contaminazione per gli alimenti in commercio, non è ammesso presso gli esercizi di vendita al dettaglio», aggiungendo che «le uniche esclusioni sono previste solamente per i ‘cani guida’ per non vedenti (Legge 14 febbraio 1974, n. 37) e per i cani impiegati dalle Forze dell’Ordine». LOCALI APPOSITI Considerato quanto previsto dal regolamento 852, l’accesso presso strutture dove sono presenti alimenti destinati al consumo «è ipotizzabile laddove sussistano delle condizioni per le quali l’animale non si trovi nei medesimi locali dove sono preparati, trattati o conservati gli alimenti ovvero in locali interni all’esercizio di vendita appositamente predisposti per accogliere gli animali domestici oppure in spazi all’esterno degli esercizi di vendita al dettaglio». A LIVELLO COMUNALE Nel caso in cui le autorità locali con propri regolamenti comunali abbiano previsto di autorizzare l’ingresso degli animali negli spazi di vendita, la nota ministeriale richiede che «in aggiunta ai requisiti specifici eventualmente indicati nel regolamento», l’Operatore Settore Alimentare debba «prevedere nelle sue procedure di autocontrollo le modalità con le quali viene garantito che gli animali non vengano a contatto diretto o indiretto con gli alimenti sia sfusi che confezionati».

FARMACI

NUOVI FARMACI VETERINARI PER I TRATTAMENTI NEI BOVINI E NEI SUINI Da Notizie ANMVI 25 maggio 2017

Autorizzati nuovi medicinali veterinari per la cura di malattie respiratorie dei bovini e contro i parassiti interni dei suini. Per decreto ministeriale è stato autorizzato all'immissione in commercio il medicinale veterinario Curofen 50 mg/g, polvere orale per suini della società irlandese Univet Ltd. Tullyvin Cootehill. Il principio attivo è fenbendazolo 50 mg. Il prodotto può essere utilizzato per il trattamento delle forme immature e mature (L4) sensibili ai benzimidazolici dei seguenti nematodi del tratto gastrointestinale e del tratto respiratorio dei suini: Hyostrongylus rubidus (verme rosso dello stomaco); Oesophagostomum spp. (verme nodulare); Ascaris suum (grosso verme tondo); Trichuris suis (verme a frusta); Metastrongylus apri. Il periodo di validità del medicinale veterinario confezionato per la vendita è di 3 anni, mentre dopo la prima apertura è di 28 giorni. Il tempo di attesa per carne e visceri è di 6 giorni. Da vendersi soltanto dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile. E' stato infine autorizzato all'immissione in commercio il farmaco veterinario Bronchidox 400+40 mg/g, polvere per soluzione orale per vitelli in svezzamento e bovini da carne. Titolare della AIC la società Chemifarma S.p.a. I principi attivi sono doxicilina (sotto forma di doxicilina iclato) - 400 mg; bromexina (sotto forma di bromexina cloridrato) - 40 mg. Il medicinale può essere impiegato per la terapia delle malattie respiratorie quali polmoniti, broncopolmoniti, complicanze batteriche delle virosi respiratorie, acute e croniche, anche associate a secrezioni catarrali muco purulente, sostenute da microorganismi sensibili alla doxicilina. Il tempo di attesa per carne e visceri è di 10 giorni. Il periodo di validità del farmaco confezionato per la vendita è di 24 mesi, dopo la prima apertura è di 60 giorni, mentre dopo la dissoluzione in acqua da bere è di 12 ore. Il latte ricostituito medicato deve essere consumato immediatamente e non conservato. Anche in questo caso la vendita è possibile solo dietro presentazione di ricetta medico veterinaria in triplice copia non ripetibile.

AIC SIERO ANTIVIPERA SCLAVO PER CANI da www.gazzettaufficiale.it

Autorizzazione all'immissione in commercio del medicinale per uso veterinario ad azione immunologica «Siero Antivipera Sclavo», soluzione sterile iniettabile per cani (GU Serie Generale n.115 del 19-05-2017) Ministero della Salute - Decreto n. 50 del 14 aprile 2017 Titolare A.I.C.: la societa' Sclavo Diagnostics International S.r.l. con sede a Sovicille (Siena) Produttore responsabile rilascio lotti: stabilimento Biomed di Varsavia (Polonia). Confezioni autorizzate e numeri di A.I.C.: scatola contenente 1 flacone da 10 ml - A.I.C. n. 104607015.

Composizione: antitossine ottenute dal siero di sangue di cavalli iperimmunizzati. 1 ml di soluzione contengono non piu' di 100 mg/ml F(ab')2 frammenti per la neutralizzazione specifica di non meno di: 100 dosi letali50 (LD50 ) di veleno di V. ammodytes; 100 LD50 di veleno di V. aspis; 50 LD50 di veleno di V. berus; 50 LD50 di veleno di V. xanthina. Specie di destinazione: cane. Indicazioni terapeutiche: sieroterapia nel cane delle tossicosi da veleno delle seguenti vipere: Vipera Ammodytes, Vipera Aspis, Vipera Berus, Vipera Xantina. Validita' del medicinale veterinario confezionato per la vendita: 18 mesi; dopo prima apertura utilizzare immediatamente. Regime di dispensazione: da vendersi soltanto dietro presentazione di ricetta medico-veterinaria in copia unica ripetibile.

PREMISCELA PER ALIMENTI MEDICAMENTOSI PER SUINI E CONIGLI Da AnmviOggi 26/05/17

Trattamento dell'enterite batterica dei suini provocata da microorganismi sensibili all'apramicina e riduzione della mortalità dei conigli. Con procedura decentrata, il Ministero della Salute ha autorizzato all'immissione in commercio il medicinale veterinario Apramicina Huvepharma 100.000 IU/g, premiscela per alimenti medicamentosi per suini e conigli. Titolare della AIC la società belga Huvepharma NV. Il principio attivo è apramicina 100.000.000 UI (come apramicina solfato). Il farmaco è indicato nei suini per il trattamento dell'enterite batterica provocata da microorganismi sensibili all'apramicina come escherichia coli; mentre nei conigli per la riduzione della mortalità e dei segni clinici legati alla enterocolite epizootica causata da escherichia coli. Il periodo di validità del medicinale confezionato per la vendita è di 3 anni, dopo la prima apertura è di 6 mesi, dopo la miscelazione nel mangime sfarinato è di 3 mesi, infine dopo la miscelazione nel mangime pellettato è di 1 mese. Il tempo di attesa per carne e visceri è di 21 giorni nei suini, mentre nei conigli è di 1 giorno. Considerare le linee direttrici ufficiali sull'incorporamento delle premiscele medicate negli alimenti finali destinati agli animali. Da vendersi esclusivamente dietro presentazione di ricetta medico veterinaria non ripetibile in triplice copia.

PICCOLI ANIMALI

COLLASSO DEL BORDER COLLIE: ASPETTI TIPICI DEGLI EPISODI da VetJournal N. 48 del 15 maggio 2017

In uno studio si ottenevano questionari completi dai proprietari di 65 Border collie che manifestavano episodi ripetuti di anomalie della deambulazione o collasso durante l’esercizio intenso. Le valutazioni veterinarie non significative e la mancanza di progressione della malattia rendevano improbabili le cause sistemiche, cardiache e neurologiche dell’intolleranza all'esercizio. Le domande contenute nell’indagine riguardavano segnalamento, età di insorgenza, descrizione degli episodi e percezione del proprietario circa i fattori associati al collasso. La maggior parte dei cani erano giovani adulti (mediana, 2 anni) quando gli episodi avevano inizio e avevano sperimentato da 2 a più di 100 episodi (mediana, 6) prima dell’indagine. Il riporto era l’attività più comunemente associata agli episodi (112/165 cani, 68%), seguito dal controllo del gregge (39/165 cani, 24%). I proprietari segnalavano che le temperature ambientali elevate (111/165 cani, 67%) e l’eccitazione (67/165 cani, 41%) aumentavano le probabilità che il loro cane avesse un episodio durante l’attività intensa. Si effettuava una valutazione veterinaria delle videoregistrazioni dei presunti episodi di collasso del Border collie (BCC) (40 cani) per fornire una descrizione degli aspetti tipici di tali episodi. Aspetti comuni erano l’alterazione dello stato mentale, l’atassia simmetrica di tutti e quattro gli arti, l’aumento del tono estensore degli arti pelvici, lo sfregamento delle dita o delle nocche, il barcollamento del tronco e la caduta di lato, suggerendo che il BCC possa essere un disturbo episodico diffuso del sistema nervoso centrale, concludono gli autori.

A QUALE ETÀ IL NAC DIVENTA “VECCHIO”? da La Settimana Veterinaria N°999/aprile 2017

SPERANZA DI VITA DEI VOLATILI E DEI RETTILI Per i volatili, esiste spesso una notevole differenza tra la durata media della vita osservata in cattività e la longevità massima segnalata: • 10-20 anni in media per le amazzoni (contro 80 anni al massimo); • 16 anni in media per il cenerino (al massimo, 50 anni); • 16 anni in media per i cacatua (al massimo, 60 anni). Per i passeriformi (canarino, diamante di Gould, ecc.) la speranza di vita è di 7-10 anni e per le galline di 8-12 anni. Per i rettili, la speranza di vita dipende fortemente dall’alimentazione e dall’ambiente di vita (quindi, dalle condizioni di allevamento). Le tartarughe acquatiche hanno una vita media stimata di 40 anni, mentre le tartarughe terrestri raggiungono i 60-100 anni. Un serpente vive da 15 (colubro) a 40 anni (boa, pitone). Tra le lucertole, la longevità dell’iguana arriva a 10-15 anni, quella del camaleonte a 4-8 anni e quella del drago barbuto a 6-8 anni. Numerosi sono i segni che i proprietari attribuiscono all’invecchiamento del loro animale e che considerano normali: • riduzione dell’appetito e rifiuto di alcuni alimenti; perdita di peso, sporgenza dei rilievi ossei; • allungamento dei periodi di sonno, riduzione della mobilità, difficoltà a spostarsi; • diradamento dei contatti con il proprietario; • pelo opaco, poco curato, a volte sporco (feci, urine); • riduzione delle attività di gioco ed esplorazione; • scontro con oggetti durante gli spostamenti, assenza di reazione ai rumori; • maltrattamenti da parte dei consimili. Ebbene, questi segni non sono espressione di invecchiamento, ma di patologie che devono essere diagnosticate e gestite per poter essere curate.

COME MISURARE LA PRESSIONE ARTERIOSA NEL GATTO da La Settimana Veterinaria n°999/aprile 2017

La standardizzazione delle tecniche di misurazione nelle strutture veterinarie tende a ridurre le variazioni legate alla pressione arteriosa. Esistono dei metodi invasivi, mediante catetere intra-arterioso e riservati agli animali anestetizzazti, e altri che non lo sono, come quelli che fanno ricorso ad apparecchi oscillometrici e al Doppler ultrasonico. Qualunque sia la procedura utilizzata, l’animale dev’essere stressato il meno possibile: per questo motivo dev’essere adottato un approccio calmo, lasciando che il gatto si abitui all’ambiente circostante idealmente per 5-10 minuti. Si consiglia anche di eseguire questa misurazione all’inizio della visita, prima di tutti gli altri esami. Per effettuare la misurazione il gatto deve essere in una posizione confortevole, la migliore è il decubito sternale o laterale, o ancora la postura seduta. Il trasduttore o il bracciale deve essere posizionato a livello del cuore. I più comuni siti per la misurazione sono l’arteria radiale o la coccigea. Per effettuare adeguatamente il controllo, è necessario registrare la posizione e l’atteggiamento dell’animale, le dimensioni del bracciale e il suo posizionamento, nonché la FC per standardizzare le misure. Metodo oscillometrico Il principio di questa tecnica si basa sulla percezione delle oscillazioni parietali arteriose tramite un bracciale. Quando questo viene sgonfiato automaticamente e gradualmente, la PAM viene valutata, poi un software calcola la PA sistolica e diastolica a partire da questa misura. L’algoritmo utilizzato dai diversi software varia da un dispositivo

all’altro. Per poter calcolare la media della PA, bisogna effettuare almeno 5 misurazioni consecutive ed escludere i valori anomali, tra cui la prima misurazione che spesso è sovrastimata a causa dello stress dell’animale. Le dimensioni del bracciale vanno adattate a partire dai punti di repere che vi sono segnati sopra. Utilizzando questo procedimento, il valore fisiologico PA deve essere inferiore a 140 mmHg. Il metodo oscillometrico presenta diversi vantaggi: la misura avviene in modo automatico; i valori vengono memorizzati dall’apparecchio e possono essere visualizzati su un monitor multiparametro. Per quanto invece riguarda gli aspetti negativi, va tenuto presente che negli animali di peso inferiore a 2,5 kg, le oscillazioni sono troppo deboli per poter essere percepite da questo strumento; inoltre, ogni minimo movimento del gatto e le eventuali fusa possono provocare interferenze (vedere foto 1).

Doppler a ultrasuoni Il veterinario depila una zona a livello di un’arteria periferica di grosso calibro, di solito sul retro del cuscinetto principale di un arto. Un cristallo piezoelettrico, o trasduttore, trasmettitore e ricevitore di ultrasuoni, viene posizionato a livello di questa arteria, distalmente al bracciale gonfiabile. Il contatto viene assicurato mediante del gel per ecografie. Il trasduttore viene mantenuto manualmente sull’arteria a valle del bracciale (nella direzione del flusso arterioso) mentre quest’ultimo, gonfiato manualmente, consente di obliterare i vasi sanguigni. Successivamente, il bracciale viene gradualmente sgonfiato. Quando si percepisce il flusso sanguigno (segnale Doppler), il valore letto sul manometro è quello della pressione sanguigna sistolica (SBP). Per ridurre lo stress del gatto dovuto al suono emesso dal Doppler, si può utilizzare un casco o delle cuffie. Con questo sistema, solo la misura SBP è considerata affidabile. La scelta del bracciale è importante: la sua larghezza deve rappresentare dal 30 al 40% della circonferenza dell’arto. In caso di dubbio, si dovrebbe sempre utilizzare la taglia più grande, questo perché un bracciale troppo piccolo sovrastima la misura mentre uno troppo grande la sottostima. Con questa tecnica, il valore fisiologico della PA deve essere inferiore a 60 mmHg. Si può anche ricorrere al Doppler a ultrasuoni per qualsiasi animale, ma il suo utilizzo richiede di mobilitare un operatore per ogni misura (vedere foto 2).

PARASSITI DELLE VIE AEREE: QUESTI SCONOSCIUTI da LA SETTIMANA VETERINARIA N° 1000/aprile 2017

Le malattie parassitarie dell’apparato respiratorio sono affezioni poco comuni, che possono decorrere in maniera asintomatica o paucisintomatica e che, spesso, in Medicina veterinaria sono sottostimate. L’argomento è stato trattato da Enrico Bottero (libero professionista, Cuneo), che da anni si occupa di citologia, pneumologia, gastroenterologia ed endoscopia presso numerose strutture. Nella specie canina è possibile rilevare: Eucoleus

aerophilus e boehmi, Oslerus osleri, Crenosoma vulpis e Angiostrongylus vasorum, mentre in quella felina Aelurostrongylus abstrusus, Eucoleus aerophilus e Troglostrongylus brevior. Nell’iter diagnostico di un paziente con segni clinici respiratori, sia delle alte che delle basse vie aeree, dovrebbero essere sempre compresi un’attenta valutazione anamnestica ambientale e l’esecuzione dell’esame delle feci, quest’ultimo deve essere eseguito sia mediante flottazione con solfato di zinco sia mediante tecnica di Baermann. In alcuni contesti epidemiologici e clinici è possibile scegliere di eseguire un trattamento ex juvantibus, anche se andrebbe privilegiato sempre l’ottenimento della diagnosi eziologica. Luigi Venco (libero professionista, Pavia, specialista in clinica dei piccoli animali, dipl. Evpc) ha affrontato Angiostrongylus vasorum, il parassita delle vie aeree che si può riscontrare con maggior frequenza nel cane. In Europa, questo parassita è recentemente diventato una priorità, a causa dell’aumentata prevalenza in regioni già conosciute come endemiche (Isole britanniche, Spagna, Francia) e della sua espansione in aree in precedenza esenti (Italia compresa). Questo nematode allo stadio adulto si localizza nelle arterie polmonari del cane e di altri canidi

come le volpi (il principale reservoir) e lupi. L’angiostrongilosi ha un impatto grave e rilevante sulla salute dei cani infestati e, anche se la terapia è spesso semplice e di successo, una diagnosi corretta può essere problematica o comunque non agevole.

GIOCARE CON ANIMALE DA COMPAGNIA DIMINUISCE STRESS NEI BIMBI da www.federfarma.it 16/05/2017

Che si manifesti con problemi di addormentamento, mal di testa o dolori allo stomaco, lo stress non risparmia i bambini. Ma, per aiutarli a ridurlo, un animale da compagnia può fare la differenza. A verificarlo attraverso uno studio che ha messo a confronto i livelli di cortisolo, l'ormone prodotto dal corpo per rispondere a situazioni stressanti, è uno studio pubblicato su Social Development. Studi precedenti hanno dimostrato che cani e gatti aiutano gli adulti a calmarsi e quindi ridurre lo stress. Per verificare se lo stesso accade per i bambini, i ricercatori dell'Università della Florida (UF) di Gainesville, guidati da Darlene Kertes, del dipartimento di psicologia, hanno incluso nel loro studio circa 100 bimbi tra i 7 e i 12 anni. Per testare i livelli di stress, i ricercatori hanno chiesto loro di impegnarsi in due compiti noti per aumentare i livelli di cortisolo, ovvero parlare in pubblico e compiere operazioni di aritmetica mentale. Hanno assegnato in modo casuale i bambini a 3 gruppi: uno doveva completare i compiti stressanti in presenza del proprio cane, un gruppo in presenza del proprio genitore, un terzo gruppo senza nessun sostegno. Per valutare i loro livelli di cortisolo, sono stati raccolti campioni di saliva prima e dopo aver completato il compito. I risultati hanno rivelato che i bambini che hanno giocato e accarezzato i loro cani, avevano più bassi livelli di cortisolo rispetto ai bambini che non avevano interagito con l'animale.

ADDENDUM AL PNAA SU PREPARAZIONI E VENDITA AL DETTAGLIO DI ALIMENTI PER ANIMALI DA COMPAGNIA Da Professione Veterinaria N. 13 - maggio 2017

A febbraio di quest’anno il Ministero della Salute ha aggiornato il Piano Nazionale di controllo ufficiale sull’alimentazione degli animali PNAA 2015-2017. Dopo i primi due anni di applicazione, la Direzione Generale della Sanità Animale e dei Farmaci Veterinari l’ha integrato con un Addendum. Gli adeguamenti riguardano svariati aspetti del Piano (monitoraggio e test per la diossina di oli, grassi e prodotti derivati, criteri di accettabilità dei processi di detossificazione applicati agli alimenti per animali, presenza di dna di ruminanti nei mangimi in acquacoltura, esportazione di pet food, di farine di carne e ossa [PAT- proteine animali trasformate] derivate da ruminanti), fra cui le preparazioni e vendita al dettaglio di alimenti destinati agli animali da compagnia. Per queste ultime, il Ministero della Salute ha integrato il Piano, con il riferimento ad una apposita circolare del 2016. All’origine dell’Addendum, è l’interesse che, da qualche anno, alcuni operatori del territorio manifestano ad avviare attività non industriali di preparazione, con eventuale annessa vendita al dettaglio e somministrazione in loco, di alimenti per animali da compagnia. Tale tipologia di attività - fa notare l’Addendum - è già una realtà consolidata in diversi Paesi europei, dove tali esercizi hanno facoltà di vendere il pet food per asporto o per il consumo sul posto, effettuando una vera e propria attività di ristorazione per animali da compagnia. L’attività consiste in operazioni di manipolazione, preparazione ed, eventualmente, somministrazione in loco, di alimenti per animali (pet food) ottenuti, per la parte di origine animale, da sottoprodotti provenienti da imprese alimentari quali macellerie, pescherie, supermercati o grossisti. Vista la peculiarità di tale tipologia di esercizi “si è reso necessario fornire adeguate indicazioni al territorio anche al fine di garantire una gestione omogenea dei controlli ufficiali sul territorio nazionale”. Dal punto di vista normativo si applica l’articolo 16, lettera g) del Regolamento 1069/2009, ovvero una deroga che prevede che i materiali di categoria 3 (uova, carne, pesce, latte e rispettivi derivati) possano essere usati per l’alimentazione di animali da compagnia, previa registrazione dell’attività (articolo 23 del Reg. 1069) e l’inserimento nella sezione XII del sistema ‘Sintesi Sottoprodotti’ con la sigla Rother. Se l’attività comporta anche la commercializzazione di preparazioni alimentari per uso pet food ad intermediari (altri dettaglianti e grossisti) è necessario un riconoscimento dell’attività ai sensi dell’articolo 24 lettera e) al posto della registrazione di cui sopra. Nell’ipotesi di vendita di prodotti confezionati si applicano i requisiti di etichettatura previsti dal Regolamento 767/2009. Per i prodotti venduti sfusi su luogo di somministrazione il Ministero della Salute raccomanda inoltre che la composizione del mangime sia portata a conoscenza dell’acquirente mediante adeguata affissione nel luogo di vendita. Qualsiasi attività di trasformazione/lavorazione di tali materiali ricade negli obblighi di registrazione previsti dall’articolo 5, comma 2 del Regolamento 183/2005. La circolare del luglio 2016 dettaglia anche le modalità di trasporto dei sottoprodotti di origine animale e detta disposizioni per i fornitori dei medesimi oltre che per l’utilizzatore.

TRAUMI PIÙ FREQUENTI NEI CANI SPORTIVI da LA SETTIMANA VETERINARIA n. 1001/aprile 2017

Le lesioni sono collegate al tipo di sport praticato. Nei cani da freesbee spesso si rompono il legamento crociato caudale, collaterale e il menisco. In Labrador e Rottweiler le lesioni del crociato craniale spesso non sono

traumatiche ma da cause degenerative. Le rotture delle fibrocartilagini plantare o palmare non si possono correggere in via conservativa e occorre eseguire una riparazione chirurgica. Le contratture muscolari sono rare, tranne quella dell’infraspinato negli Spaniel. Se i Greyhound arrivano storti in velocità sulla preda a 70 km/h, possono fratturarsi le vertebre; proprio a causa della velocità che raggiungono, i soggetti di questa razza possono essere soggetti con facilità a lesioni muscolari, tendinee ed ossee. L’osso centrale del tarso nei primi 3 mesi di allenamento si rimodella, diviene più compatto e la trabecolatura più minuta; col riposo il rimodellamento retrocede più velocemente di quanto non faccia la massa muscolare, e alla ripresa del lavoro facilmente va incontro a frattura. Essendo l’agility uno sport aperto a tutti i cani, sarebbe importante eseguire una visita sportiva con certificato di idoneità agonistica, per tutelare i soggetti non idonei dal rischio di probabili lesioni. A-frame, dog walk e bar jump sono gli esercizi che maggiormente creano lesioni, più spesso alle spalle e alla schiena. Sul fondo duro durante l’agility i cani si provocano spesso lesioni muscolo-tendinee. Nel flyball, disciplina poco diffusa da noi, i cani si provocano frequentemente lesioni alle spalle, al flessore ulnare del carpo e ai gomiti. Anche nel freesbee sono frequenti lesioni alle spalle, ai tendini e ai muscoli. I colleghi hanno posto domande sull’allenamento del cane, sulla validità degli integratori per i cani sportivi e sui dettagli dell’alimentazione del cane sportivo, alle quali il relatore ha risposto con esaurienti argomentazioni. La giornata si è così conclusa con il proposito dei soci Atovelp di incontrare nuovamente il dott. Piras, che ha saputo donare ai presenti parte della sua esperienza nell’affascinante mondo della cinofilia sportiva.

UNIVERSITA' DI BRISTOL-PAIN AND ANALGESIA IN PET RABBITS: SIVAE INVITA ALLA COMPILAZIONE da Notizie ANMVI 16 maggio 2017

Il gruppo Animal Welfare and Behaviour dell'Università di Bristol sta conducendo una ricerca per migliorare la gestione veterinaria del dolore nei pet rabbits. Contattata dalla referente del Gruppo, Livia Benato DVM, la SIVAE (Società Italiana Veterinari per Animali Esotici) invita i Veterinari italiani alla compilazione del questionario "Pain in Analgesia in Pet Rabbits". La compilazione contribuirà al progetto di ricerca avviato dall'ateneo inglese sulla gestione veterinaria del dolore nel coniglio d'affezione. Il questionario impegna pochi minuti e chiede alla professione veterinaria italiana di fornire informazioni sulla percezione del dolore, sul suo riconoscimento e sul trattamento nella struttura veterinaria. Una conoscenza più approfondita della gestione veterinaria del dolore nei 'pet rabbits' consentirà di sviluppare modelli migliorativi del benessere di questi pazienti. I dati raccolti tramite il questionario saranno elaborati a partire dal mese di luglio, ma le compilazioni- trattandosi di una ricerca di medio-lungo termine -potranno proseguire, senza un termine di scadenza. SIVAE resterà in contatto con la Collega ricercatrice per conoscere i risultati dell'indagine. https://docs.google.com/forms/d/e/1FAIpQLScbMBF5RUUXYRm0ZtvY8wXsMdVozNyjXXOqU1QYXHrPNhhCxw/vi

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TRAFFICO DI CUCCIOLI, PROCEDURE PER I CONTROLLI NELLA MOVIMENTAZIONE COMUNITARIA DI CANI E GATTI da http://www.salute.gov.it 18/05/17

Il Ministero della salute ha pubblicato la seconda edizione del manuale “Procedure per l’esecuzione dei controlli nella movimentazione comunitaria di cani e gatti”, frutto della collaborazione tra la Direzione Generale della Sanità Animale del Ministero della Salute, la Federazione nazionale degli Ordini dei veterinari italiani (FNOVI) e la Lega antivivisezione (LAV). Il manuale rappresenta un vademecum ad uso delle autorità competenti, dei veterinari ufficiali e degli organi di polizia per l’orientamento all’interno del complesso quadro normativo nazionale e comunitario che regola la movimentazione degli animali d’affezione tra i Paesi dell’Unione Europea. “Il traffico illecito di cuccioli - ha spiegato il Sottosegretario di Stato alla salute, Davide Faraone - è una pratica molto pericolosa per il benessere degli animali. Trasportati con passaporti falsi, stipati in scatole e borsoni nei bagagliai di autovetture, furgoni o in treno, gli animali oggetto di commerci illeciti affrontano viaggi molto lunghi e soprattutto in condizioni insostenibili. Elevati sono anche i rischi per la salute pubblica a causa della mancanza di controlli sanitari sugli animali trasportati che, molto spesso, provengono da allevamenti non in regola e in cui non sono rispettati i protocolli vaccinali". "Il commercio illegale - ha aggiunto Faraone - movimenta un giro di denaro stimato in 300 milioni di euro all’anno ed immette sul mercato animali in condizioni sanitarie critiche ad un prezzo inferiore anche di 20 volte rispetto a quello di esemplari allevati regolarmente in Italia e nel rispetto delle norme sanitarie e di benessere animale. Questa pratica, dunque, rappresenta anche un grave danno economico per gli allevatori che operano secondo le regole. In quest’ottica, il manuale è anche un monito per i cittadini, affinché nella scelta di un animale si affidino esclusivamente a canali leciti e controllati". Oltre ad essere scaricabile dal portale del Ministero

www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&p=dalministero&id=2948 il manuale sarà distribuito presso tutti i servizi veterinari regionali.

QUESTA LA SO: MINI-TEST DI DERMATOLOGIA FELINA (MANUALE SIDEV 2015): CASO CLINICO 4 da vetpedia.it 3 aprile 2017

Segnalamento e anamnesi: Gatto comune Europeo, femmina sterilizzata, di 2 anni di età. Il gatto presenta da circa 4 settimane scaglie diffuse su tutto il tronco. Vive in un cortile insieme a conigli e galline e non ha accesso alla casa. Ad oggi non è stata impostata nessuna terapia. I proprietari non riferiscono nessun’altra anomalia. 1. Qual è la definizione corretta del problema dermatologico illustrato nella figura 1? a. Dermatite crostosa b. Dermatite pustolosa c. Alopecia simmetrica autoindotta d. Dermatite esfoliativa 2. Quale tra i seguenti esami complementari eseguiresti per primo? a. Raschiato cutaneo profondo b. Esame microscopico delle scaglie raccolte con nastro adesivo trasparente c. Esame citologico delle scaglie d. Esame colturale per dermatofiti 3. Osserva attentamente le figure 2 e 3. Sapresti dire di quale parassita si tratta? a. Notoedres cati b. Felicola subrostratus c. Cheyletiella spp. d. Otodectes cynotis

fig. 1 fig. 2 fig. 3

In ogni edizione delle News trovate un articolo in Inglese, una buona occasione per informarsi ripassando un pò la

lingua

EVALUATION OF BODY WEIGHT, BODY CONDITION, AND MUSCLE CONDITION IN CATS WITH HYPERTHYROIDISM da Journal of Veterinary Internal Medicine

Abstract

Background

The contribution of fat loss versus muscle wasting to the loss of body weight seen in hyperthyroid cats is unknown. Objectives

To investigate body weight, body condition score (BCS), and muscle condition score (MCS) in hyperthyroid cats. Animals

Four hundred sixty-two cats with untreated hyperthyroidism, 117 of which were reevaluated after treatment. Methods

Prospective cross-sectional and before–after studies. Untreated hyperthyroid cats had body composition evaluated (body weight, BCS, and MCS). A subset of these cats were reevaluated 3–12 months after treatment when euthyroid. Results

Pretreatment body weight (median, 4.36 kg; IQR, 3.5 to 5.2 kg) was lower than premorbid weight (5.45 kg; IQR, 4.6 to 6.4 kg, P<.0001) recorded 1–2 years before diagnosis. 154 (35.3%) cats were thin or emaciated; 357 (77.3%) had loss of muscle mass. Cats showed increases in body weight (median, 4.1 kg to 5.0 kg), BCS (median, 3/5 to 3.5/5), and MCS (2/3 to 3/3) after treatment (P<.001), but mild-to-moderate muscle wasting persisted in 45% of treated cats. Conclusions and Clinical Importance

Most hyperthyroid cats lose body weight but maintain an ideal or overweight BCS, with only a third being underweight. As in human hyperthyroid patients, this weight loss is associated with muscle wasting, which affects >75% of hyperthyroid cats. Successful treatment leads to weight gain and increase of BCS in most cats, but almost half fail to regain normal muscle mass.

Full article: http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1111/jvim.14591/full

GRANDI ANIMALI

SIERONEGATIVITÀ DEI BOVINI AFFETTI DA LEPTOSPIROSI Da www.vetjournal.it 15/05/17

La leptospirosi è un’importante causa di insuccesso riproduttivo nel bovino. Il test diagnostico standard (MAT) è raccomandato per la diagnosi di mandria ma non per quella individuale. Uno studio ha valutato la risposta umorale dei bovini verso i loro stessi isolati. Si sottoponevano a test MAT per i ceppi di riferimento e gli isolati propri 25 bovini da cui si isolavano leptpospire. Solo 3 bovine (12%) presentavano una sieroreattività verso i propri isolati. Lo studio dimostra che i bovini possono non reagire verso i loro stessi isolati e sottolinea l’importanza di interpretare con cautela i risultati sierologici negativi.

SUINI: 12 CONSIGLI PER UNA GESTIONE EFFICACE DEL COLOSTRO DA N° 1002/aprile 2017 LA SETTIMANA VETERINARIA

Osservazione attenta e definizione di protocolli di allevamento che uniscono benessere, sanità e produttività sono i capisaldi del metodo di lavoro di Kees Scheepens, veterinario olandese soprannominato “l’uomo che sussurra ai maiali”, che in questo articolo illustra 12 consigli per una gestione efficace del colostro: 1) Immunizzazione passiva. A seguito della discussione attualmente in corso sulla riduzione dell’uso degli antibiotici, è sempre più importante la profilassi vaccinale delle scrofe e delle scrofette, per la protezione passiva dei suinetti dopo il parto, quando il loro sistema immunitario è ancora parzialmente immaturo. Le vaccinazioni possono però agire in maniera ottimale soltanto se tutti i suinetti della figliata hanno assunto una quantità sufficiente di colostro e una quantità sufficiente di anticorpi e/o cellule immunitarie. 2) Stimolare la produzione di colostro. Studi recenti indicano che un’alimentazione con mangimi ricchi di fibre nelle fasi avanzate della gestazione può influire positivamente sulla produzione di colostro. Infatti, le fibre abbreviano la durata del parto, riducono i casi di costipazione e stimolano l’assorbimento di acqua. Le scrofe alimentate con mangimi ricchi di fibre presentano valori ematici di prolattina più elevati. Inoltre, durante le fasi avanzate della gestazione, le scrofe dovrebbero essere esposte a poco stress: niente correnti d’aria fredda e sufficienti possibilità di movimento nella stabulazione in gruppo. 3) Vaccinare al momento giusto! La profilassi vaccinale contro E. coli e clostridi è ormai la norma in molte aziende, ma è importante vaccinare al momento giusto, affinché il colostro contenga una quantità sufficiente di anticorpi. Le scrofette devono essere vaccinate due volte, sette e quattro settimane prima del parto. Per le scrofe è sufficiente una sola vaccinazione di richiamo quattro settimane prima del parto. La vaccinazione delle scrofe viene effettuata nella muscolatura del collo, una spanna dietro l’attaccatura dell’orecchio e una spanna sotto l’angolo superiore del muscolo della nuca. 4) Silenzio nelle sale parto. Le scrofe vanno trasferite nelle sale parto una settimana prima del termine previsto per il parto. In questo modo, gli animali possono abituarsi per tempo al nuovo ambiente e al sistema di abbeverata e di alimentazione. Gli animali vanno toccati regolarmente, parlando loro ed evitando aggressioni e rumori inutili. Per tutta la durata del parto, è indispensabile il silenzio. Al personale bisogna ricordare (per esempio affiggendo un cartello) di comportarsi il più silenziosamente possibile, evitare di fare lavori superflui e camminare inutilmente nelle sale parto. 5) Favorire le contrazioni uterine. Per favorire le contrazioni uterine durante il parto, alcuni allevatori utilizzano ossitocina al bisogno. Tuttavia, nel caso di scrofe e scrofette con un canale del parto stretto, si raccomanda piuttosto la somministrazione di 4 ml di un regolatore del ritmo delle contrazioni uterine, come per esempio la vetrabutina cloridrato. Questo principio attivo favorisce la naturale attività di contrazione uterina ed elimina gli spasmi della muscolatura coinvolta nelle contrazioni uterine. Ciò giova anche ai suinetti, poiché provoca meno stress agli animali, che nascono più vitali, non sono troppo debilitati dal parto e quindi possono assumere più facilmente il colostro. 6) Assistenza dolce al parto. Se i parti si prolungano, perché uno o più suinetti bloccano il canale del parto, si dovrebbe innanzitutto massaggiare delicatamente l’addome della scrofa: spesso ciò consente di risolvere il problema. Se risulta necessaria un’assistenza al parto, si deve assolutamente utilizzare un guanto ostetrico e un gel lubrificante. È inoltre possibile somministrare alle scrofe 5 ml di meloxicam, disponibile anche per uso orale, che ha un’azione antinfiammatoria, riduce la febbre e allevia il dolore. Ciò giova alla produzione di colostro. 7) Somministrare il colostro. Nei suinetti troppo deboli per assumere da soli il colostro, è meglio somministrare 25-40 ml di colostro direttamente in bocca. In questo modo se ne garantisce la copertura immunologica. Gli animali vanno tenuti in modo che la nuca rimanga libera e che i suinetti possano deglutire. I suinetti deboli, che in molti casi pesano meno di 1.000 g, sono riconoscibili, di norma, dalla fronte protrusa (“testa di delfino”).

8) Controlli del parto ogni ora. Giri d’ispezione regolari durante i parti consentono di evitare molte perdite di suinetti. I neonati andrebbero asciugati strofinandoli con carta o trucioli, e gli animali deboli attaccati alla mammella. In caso di ritmi plurisettimanali, si possono organizzare giri d’ispezione anche di notte. 9) Split nursing. Affinché tutti i suinetti beneficino del colostro della madre anche in caso di figliate numerose, quelli nati per primi, una volta assunta una quantità sufficiente di colostro, vanno confinati per qualche tempo nel nido riscaldato mediante un’asse di plastica, così la mammella è disponibile per i suinetti nati successivamente. Gli animali nati per primi si riconoscono dal cordone ombelicale secco. Effettuando regolari controlli del parto, gli animali nati per primi possono inoltre essere contrassegnati con un apposito gesso colorato. 10) Non stressarli il primo giorno. Nel corso del primo giorno di vita, le priorità sono costituite dall’assunzione del colostro e dalla pura sopravvivenza dei suinetti, tutte le altre misure che potrebbero stressare gli animali andrebbero assolutamente evitate. L’unica eccezione è rappresentata dalla spuntatura dei canini in caso di scrofe particolarmente sensibili. È meglio somministrare l’iniezione di ferro soltanto al terzo o quarto giorno di vita; infatti, prima di allora il ferro ha piuttosto un effetto che “favorisce la crescita” di batteri come streptococchi, E. coli o clostridi. 11) Trasferirli soltanto dopo 12 ore! Affinché il sistema immunitario possa svilupparsi in maniera ottimale, i suinetti devono avere assimilato anticorpi e cellule immunitarie dalla madre attraverso il colostro. In caso di figliate numerose, i suinetti dovrebbero dunque essere trasferiti non prima di 12 ore dopo il parto, quindi soltanto una volta assunta una quantità sufficiente di colostro. 12) Congelare il colostro. Per le emergenze, come per esempio scrofe affette da PPDS (Sindrome da disgalassia post-parto), è possibile congelare colostro di riserva. Si possono usare i sacchetti per congelare cubetti di ghiaccio, con i quali è possibile porzionare adeguatamente il primo latte. Il congelamento e lo scongelamento vanno effettuati gradualmente. Il colostro bovino, per via dell’elevato contenuto in grassi, può essere utilizzato per dare energia, ma non per l’immunizzazione.

INDUZIONE DELL’OVULAZIONE NELLA CAVALLA: BUSERELINA IN ALTERNATIVA A HCG Da Professione Veterinaria n° 12 - maggio 2017

Un’indagine farmaceutica condotta tra medici veterinari europei (n = 46) ha rivelato che la prima scelta per l’induzione dell’ovulazione nella cavalla era la gonadotropina corionica umana (hCG) (91%) e la seconda scelta era l’impianto di deslorelina (64,7%). Il farmaco di seconda scelta non veniva utilizzato più frequentemente perché, benché più efficace, era considerato più costoso (66,7%) o più difficile da reperire (20%). In uno studio retrospettivo parallelo, si confrontava l’efficacia di 4 diverse dosi di buserelina acetato (1 mg/mL) (1 mg, 0,5 mg, 0,25 mg e 0,125 mg) per indurre l’ovulazione (entro 48 ore dal trattamento) in 94 cavalle che venivano esaminate per identificare la comparsa dell’ovulazione 3 volte al giorno durante 325 cicli estrali in 1 anno. La risposta ovulatoria era simile (84,8%, 87,9%, 88,5 e 90%) per tutte e 4 le dosi di buserelina, rispettivamente 0,125, 0,25, 0,5 e 1 mg. Le cavalle in transizione non rispondevano al trattamento più frequentemente (34,5% di follicoli regrediti) e l’ovulazione richiedeva più tempo (36,8% di cicli con intervallo prima dell’ovulazione > 48 ore) rispetto alle cavalle cicliche (0,0% di follicoli regrediti e 8,9% di cicli con intervallo prima dell’ovulazione > 48 ore) dopo il trattamento con 0,5 mg di buserelina (P < ,05). Inoltre, 21 cavalle (età mediana 15,5 anni) venivano trattate con 1.500 UI di hCG in 54 cicli e con buserelina in 137 cicli. La risposta ovulatoria all’hCG (25,6%) era inferiore (P < ,05) rispetto a quella alla buserelina (85,8%).

COSA C’È NEL RUMINE? da LA SETTIMANA VETERINARIA n. 1004/maggio 2017

• Il contenuto ruminale si compone per un terzo circa di batteri e protozoi, mentre i 2/3 sono costituiti dagli alimenti. • La concentrazione di batteri dipende dall’ambiente ruminale e quindi da ciò che si fa ingerire all’animale. L’obiettivo è quello di avere la massima concentrazione di batteri per 100 grammi di substrato. • Un millilitro di contenuto ruminale contiene da 2 a 10 miliardi di batteri, che variano in continuo in base alla dieta, che calano in asciutta e aumentano in lattazione, e 300-500.000 protozoi. • I batteri si dividono in amilolitici, cellulosolitici e altri in minor misura. - I batteri amilolitici fermentano gli zuccheri, vivono in un pH ottimale di 5,5-6, sono una fonte di azoto, ammoniaca e aminoacidi e producono acido lattico e propionico. - I batteri cellulosolitici digeriscono la fibra, vivono sulla cellulosa, a un pH ottimale tra 6 e 6,8, costituiscono una fonte di azoto e ammoniaca e producono acido acetico e butirrico. - I batteri che fermentano gli zuccheri sono una conquista relativamente recente nell’ambiente ruminale, mentre i cellulosolitici sono più antichi. Essi sono fondamentali, ma proliferano molto più lentamente. • L’ambiente ruminale è un ambiente dinamico, in cui avvengono continue variazioni di pH. • L’omeostasi del rumine migliora nel tempo con l’adattamento alla razione somministrata.

ALLEVAMENTI SUINICOLI IN MOSTRA-PARTE IL CONCORSO “MAMMA SCROFA” da Newsletter n°16 Confagricoltura Mantova 15/05/17

Confagricoltura (con Edagricole) lancia “Mamma scrofa”, ovvero la realizzazione di una galleria fotografica che ritragga le immagini quotidiane più belle degli allevamenti suinicoli degli associati. Lo scopo del progetto è far conoscere e valorizzare gli allevamenti suinicoli, nonché l’impegno di chi quotidianamente si dedica con passione a questo lavoro, senza mistificazioni o strumentalizzazioni, che purtroppo invece caratterizzano spesso la comunicazione dei media su questo comparto produttivo. Le aziende di Confagricoltura di questo settore sono quindi invitate ad inviare delle foto che ritraggano immagini quotidiane dei propri allevamenti, con un’attenzione particolare ai suinetti ed alla “mamma scrofa”. C’è tempo fino al 30 luglio p.v. per inviare gli scatti all’indirizzo mail: [email protected]. Le migliori foto, corredate di didascalia personalizzata e del profilo dell’azienda, saranno selezionate e pubblicate su www.suinicoltura.it e sul sito di Confagricoltura. Maggiori info: www.confagricoltura.it

RINOTRACHEITE INFETTIVA DEL BOVINO: LA SCELTA DEL VACCINO E DEL PROTOCOLLO da LA SETTIMANA VETERINARIA n. 1004/maggio 2017

La scelta del vaccino vivo o inattivato deve basarsi sulle differenti caratteristiche della risposta immunitaria e dello stato sanitario della mandria. La vaccinazione con vaccino IBR vivo attenuato è in grado di stimolare un’immunità sia umorale sia cellulomediata completa ed è stato dimostrato che tale vaccinazione è in grado di ridurre la diffusione del virus di campo in seguito a infezione primaria. La vaccinazione con vaccino IBR vivo attenuato inoltre permette la somministrazione per via endonasale in grado di stimolare in modo rapido ed efficace l’immunità mucosale delle prime vie respiratorie. Il virus vaccinale vivo in seguito a somministrazione endonasale e intramuscolare va in latenza nell’ospite. Al contrario, la vaccinazione con vaccino IBR inattivato è in grado di stimolare in modo efficace l’immunità umorale e in misura parziale quella cellulomediata ed è stato dimostrato che tale vaccinazione è in grado di ridurre la riattivazione del virus latente in bovine infette col virus di campo. Per essere efficace, la vaccinazione di base deve prevedere un richiamo a distanza di 3-5 settimane dopo la prima somministrazione. Inoltre, per ovvi motivi, non è possibile la somministrazione endonasale e il virus vaccinale inattivato non va in latenza nell’ospite. La scelta di un protocollo vaccinale semestrale o annuale deve basarsi sulla prevalenza d’infezione a livello di mandria e sulle norme di biosicurezza applicate in stalla. In allevamenti da latte con elevata prevalenza di infezione da virus selvaggio, con in atto un programma di eradicazione o con non idonee norme di biosicurezza (in particolare acquisto di capi dall’esterno o partecipazione a fiere) è consigliabile la vaccinazione semestrale, mentre in allevamenti indenni o con bassa sieroprevalenza e buone norme di biosicurezza è consigliabile passare a una vaccinazione annuale. A tal proposito, il “Piano regionale di controllo e certificazione della Rinotracheite infettiva bovina (IBR)”, approvato nel 2016 in Lombardia, prevede che gli interventi immunizzanti di richiamo possono essere ripetuti con cadenza annuale negli allevamenti a basso rischio, dove per allevamenti a basso rischio si intendono: 1. allevamenti aderenti al Piano di certificazione per BHV1, che hanno acquisito la qualifica di “allevamento

sieronegativo”o “allevamento indenne”;

2. allevamenti da latte non aderenti al Piano di certificazione per BHV1, sieronegativi, il cui stato sanitario viene

confermato dall’attività di sorveglianza effettuata anche sul latte di massa. L’unico vaccino per cui è stata dimostrata la durata annuale dell’immunità è Rispoval IBR Marker Inattivato come richiamo dopo Rispoval IBR Marker Vivo Attenuato attraverso studi di monitoraggio della durata della risposta anticorpale sieroneutralizzante e di protezione clinica della malattia in seguito a infezione sperimentale 12 mesi dopo il precedente richiamo. La vaccinazione con un vaccino inattivato dopo vaccinazione di base con un vaccino vivo è in grado di stimolare non solo un’intensa risposta anticorpale ma anche di riattivare la risposta immunitaria cellulo-mediata precedentemente sensibilizzata. In un vaccino spento la componente dell’adiuvante gioca un ruolo fondamentale nello stimolare la risposta immunitaria: la quantità di idrossido di alluminio (AH) in Rispoval IBR Marker Inattivato è maggiore rispetto ad altri vaccini inattivati contenenti lo stesso adiuvante; inoltre è l’unico vaccino in cui è presente anche l’adiuvante Quil A, una saponina, di cui è stata dimostrata la capacità di potenziare la risposta umorale e citotossica linfocitaria dell’AH. Al fine di ottimizzare praticità e efficacia del protocollo vaccinale, Zoetis propone una vaccinazione semestrale con Rispoval IBR Marker Vivo Attenuato sulla rimonta (dai 3 ai 22 mesi di età) e la vaccinazione annuale con Rispoval IBR Marker Inattivato sul resto della mandria, comprese le bovine in asciutta e le manze gravide al 7° mese di gravidanza. La vaccinazione annuale con Rispoval IBR Marker Inattivato andrebbe collocata preferibilmente in primavera per garantire il massimo della risposta immunitaria durante il periodo estivo.

IL “FONDO LATTE” SI ALLARGA AI SUINICOLTORI-DOMANDE AL VIA DAL PRIMO DI GIUGNO

da Newsletter n° 17 Confagricoltura Mantova 22/05/17

Dal latte ai suini, il passo è davvero breve. Pochi giorni fa è stato pubblicato il decreto interministeriale n. 5185, che va a modificare il decreto di legge uscito ad aprile dello scorso anno, inerente il “fondo latte”. Da adesso è concesso non solo alle aziende produttrici di latte bovino, ma anche a quelle del settore suinicolo un contributo nell’ambito destinato alla copertura dei costi sostenuti per interessi sui mutui bancari negli anni 2015 e 2016. Quali sono dunque i fondi a disposizione per i due comparti? In totale vi sono sul piatto 41 milioni di euro, che verranno divisi tra latte e suini. Il decreto indica innanzitutto in 6 milioni di euro le risorse per l’anno 2016, destinate nello specifico alla copertura degli interessi passivi dei finanziamenti erogati dalle banche per la ristrutturazione dei debiti nel caso delle stalle da latte (per il biennio 2015-2016). Al settore lattiero-caseario poi sono destinati altri 5 milioni di euro per il 2016 (in totale 11 milioni) e 7 milioni di euro per l’annata 2017, destinati al finanziamento di investimenti. Sono invece 25 i milioni che complessivamente riguardano quest’anno i due settori, fondi destinati a coprire i costi sostenuti per gli interessi passivi maturati nei due anni precedenti. Il contributo massimo erogabile sarà di 15.000 euro. Le domande potranno essere presentate dal 1° giugno ad Ismea, per informazioni rivolgersi all’ufficio tecnico di Confagricoltura Mantova.

www.confagricolturamantova.it

Ente Nazionale Previdenza Assistenza Veterinari

MODELLI DI DICHIARAZIONE PRECOMPILATI – CONTRIBUTI ENPAV NON INSERITI PER CIRCA 15.000 VETERINARI Da www.enpav.it

A causa di un’errata interpretazione delle specifiche tecniche contenute nel provvedimento dell’Agenzia delle Entrate “Comunicazioni all'anagrafe tributaria dei dati relativi ai contributi previdenziali”, per 14.993 veterinari, l’Agenzia delle Entrate non ha acquisito i contributi previdenziali obbligatori, che l’Enpav ha trasmesso per l’inserimento tra gli oneri deducibili dei Modelli di dichiarazione precompilati. L’Enpav ha inviato una comunicazione a tutti i veterinari interessati, informandoli dell’accaduto e fornito tutte le indicazioni utili per modificare la dichiarazione precompilata.

www.enpav.it/index.php?option=com_content&view=article&id=371:modelli-di-dichiarazione-precompilati-contributi-enpav-non-inseriti-per-circa-15-000-veterinari&catid=22:news-contributi&Itemid=271

LA CORTE DEI CONTI CERTIFICA UN NUOVO BILANCIO POSITIVO PER L’ENPAV da www.sanita24.ilsole24ore.com 18/05/17

Ancora un bilancio positivo per l’Enpav, l’ente di previdenza dei veterinari. Lo certifica la Corte dei conti secondo cui la gestione finanziaria nel 2015 si è chiusa con aumento dei ricavi di circa 7,3 milioni di euro (+6,54%), da attribuire in gran parte, come per i precedenti anni, all'aumento del gettito contributivo di circa 6,3 milioni di euro (+6,79%) derivante a sua volta dall’incremento del numero degli iscritti (+483 unità), dall’aumento di alcune contribuzioni e dall’adeguamento perequativo. Gli interessi e i proventi generati dal patrimonio mobiliare dell’ente sono aumentati dai 16,1 milioni di euro del 2014 ai 16,7 milioni del 2015 (+4,01%) grazie, soprattutto, registrano i magistrati contabili «alle plusvalenze generate dalla vendita di alcuni titoli detenuti in portafoglio». Sono cresciuti, tuttavia, anche i costi (+4,75%), le prestazioni previdenziali e assistenziali (+1,20%) e gli oneri tributari e finanziari. «In complesso - sottolinea la Corte dei conti - il tasso di rendimento contabile nel 2015 del patrimonio dell'Enpav è stato del 2,15% lordo e dell’1,42% al netto di oneri, imposte e tasse». L’indice di copertura, quale rapporto tra le entrate contributive e le prestazioni istituzionali, si è attestato al 2,67 %, mentre il rapporto tra iscritti e pensionati cresce leggermente (4,54%, rispetto al 4,46% del 2014).

ALIMENTI

FATTORIA OSELLA: IL BENESSERE ANIMALE È IL NOSTRO IMPEGNO QUOTIDIANO Da AnmviOggi 12 maggio 2017

Fattorie Osella si dichiara "la prima azienda casearia in Italia ad aver attuato un programma strutturato di valutazione e miglioramento del benessere animale". Il programma è "conforme al Protocollo del Centro di

Referenza Nazionale del Benessere Animale (CReNBA) dell’Istituto Zooprofilattico di Lombardia ed Emilia Romagna". L'azienda si dichiara in un comunicato stampa "la prima azienda casearia in Italia ad avere l’idoneità alla certificazione su tutti gli allevamenti della sua filiera". Il comunicato aggiunge che tutte le aziende agricole che conferiscono il latte a Fattoria Osella, situate a meno di 50 Km dal caseificio a Caramagna Piemonte (CN), sono state valutate mediante 90 indicatori specifici di benessere animale e biosicurezza, ispirati alle 5 libertà definite dal Farm Animal Welfare Council. Questo sistema di valutazione analizza le condizioni di mucche, strutture, attrezzature e management e consente il monitoraggio degli animali e dell’ambiente al fine di mettere in atto continui miglioramenti. Fattorie Osella cita alcuni dati sull'interesse degli italiani per il benessere animale: in Italia 48 milioni di persone (pari al 94%) pensano sia importante proteggere e preservare il benessere degli animali e in generale, per l’86% è necessario fare di più in questa direzione, come rilevato da ricerche condotte da Eumetra Monterosa. Consumare prodotti provenienti da allevamenti dove gli animali sono trattati al meglio e si pensa al loro benessere è una scelta etica, che fa sentire le persone meglio con se stesse, come dichiarato dall’89% del campione.

LASER ANTI-FRODI INDIVIDUA LE SOSTANZE TOSSICHE NEI CIBI da www.sivemp.it 15-05-2017 (fonte: Ansa)

Un laser in grado di scoprire in pochi secondi eventuali sostanze tossiche nei cibi, dal pesce ai succhi di frutta, dall'olio extra vergine al vino direttamente sui banconi di negozi, mercati e supermercati. Si tratta di una vera e propria 'tecnologia anti-frode' messa a punto dai ricercatori del Centro di Frascati dell'Enea, insieme a sei partner industriali nell'ambito di un progetto triennale finanziato con 3 milioni di euro dal Ministero dello Sviluppo Economico. Il sistema laser ha permesso di individuare la presenza di istamina, una molecola tossica che si forma quando il pesce è vecchio o non viene conservato bene, per lo più in tonno, sardine, sgombri e acciughe; e non servono a nulla cottura, congelamento e inscatolamento, l'unica arma è il controllo preventivo. Nei succhi di frutta e nelle bibite light il laser indica l'eventuale aggiunta di composti chimici, come ad esempio l'adulterazione del latte in polvere con sostanze utilizzate per colle e plastiche come la melammina. Tecnologie anti contraffazione in grado di rilevare anche nell'extravergine di oliva la presenza di oli vegetali a basso costo e nel vino un eccessivo contenuto di metanolo.

ALLERTA ALIMENTARE: IL MINISTERO DELLA SALUTE NON SA GESTIRE I RICHIAMI DI CIBI NOCIVI RITIRATI DAL MERCATO E NEMMENO LE CRISI ALIMENTARI da http://www.ilfattoalimentare.it 18/05/17

Il sistema per la sicurezza alimentare in Italia è considerato di buon livello, grazie al numero di analisi e verifiche portate avanti soprattutto dalle Asl e dagli uffici veterinari sul territorio. La struttura è ritenuta “virtuosa” da molte istituzioni straniere, perché buona parte degli addetti ai controlli sanitari dipende dal Ministero della salute, e quindi operano in autonomia rispetto ad altri Ministeri come quello dello sviluppo economico, o delle politiche agricole, più collegati al mondo produttivo. Non altrettanto positivi sono i giudizi quando si affronta il problema della gestione delle crisi alimentari, dove si registra un discreto livello di incapacità e disorganizzazione che crea solo confusione e allarmismo tra i consumatori e spesso danni d’immagine alle aziende. Quando di fronte a un’emergenza occorre spiegare ai cittadini quali sono i rischi per la salute, e dire come comportarsi, il sistema fa acqua da tutte le parti. Negli ultimi 20 anni il Ministero della salute ha dimostrato una scarsa capacità nella gestione delle criticità che si susseguono con frequenza settimanale. La scelta è stata quella di ignorare il problema, cercando di mantenere il segreto su ogni caso di allerta alimentare, negando le informazioni anche ai giornalisti. Si tratta di una decisione per nulla condivisibile, che lascia spazio agli allarmismi, alla diffusione di false notizie e di bufale. A fronte di un pubblico che chiede sempre più trasparenza e chiarezza, il Ministero si chiude a riccio e rifiuta di diffondere le informazioni. Centinaia di episodi di gestione delle allerte e di richiami di prodotti alimentari che abbiamo seguito in questi anni, dimostrano questa tendenza al silenzio. Per rendersi conto dell’improvvisazione che caratterizza le crisi, basta ricordare alcuni casi clamorosi: - influenza aviaria nel biennio 2005/2006 (la parola “pandemia” del Ministro della salute di allora Storace crearono il panico in tutto il Paese. Lo sviluppo incontrollato del virus non era supportato da riscontri concreti e ci furono risvolti drammatici a livello economico per il settore delle carni avicole) - epidemia di Epatite A provocata dai frutti di bosco surgelati (qui le cose sono andate in maniera opposta rispetto all’aviaria: i giornali e i media hanno praticamente ignorato la vicenda, anche se in Italia l’epidemia ha provocato 1.787 ricoveri in ospedale!) - poi c’è la farsa della mozzarella blu del 2012 e quella invece più seria del pesto al botulino nel 2013. - frode commerciale della carne di cavallo del 2013, utilizzata al posto della carne bovina. Il Ministero della salute si è fatto notare per le poche indicazioni destinate ai cittadini e per l’inconsistenza dei comunicati. L’elemento che raggruppa i vari episodi di allerta sanitaria, è l’assenza di una cabina di regia in grado coordinare l’informazione. Questo problema non riguarda solo i grandi scandali alimentari, ma anche le questioni più semplici come le allerta, il richiamo o il ritiro dei prodotti alimentari. La questione interessa sia le grandi aziende, sia le catene

di supermercati che commercializzano migliaia di prodotti con i propri marchi, sia le piccole e medie aziende. Secondo stime attendibili e sulla base dell’esperienza maturata, ogni anno in Italia vengono ritirati dagli scaffali dei negozi almeno 1.000 prodotti alimentari. Nel 20% dei casi si tratta di alimenti che possono nuocere alla salute dei consumatori e per questo motivo scatta l’allerta. Da gennaio il Ministero della salute ha iniziato a pubblicare sul proprio sito (www.salute.gov.it) l’elenco dei prodotti ritirati dal mercato italiano, ma la lista non è completa e a tutt’oggi il sistema è farraginoso. Il risultato di questa politica è che nessuno conosce il numero dei ritiri e dei richiami portati avanti da supermercati e punti vendita. Per aiutare consumatori e azienda a districarsi, Il Fatto Alimentare ha pubblicato online il primo libro sui ritiri alimentari: “Scaffali in allerta”, scritto da Roberto La Pira: http:// Il libro di 169 pagine si può scaricare gratuitamente (www.ilfattoalimentare.it/scarica-libro-scafali-allerta) anche se è gradita una donazione.

VARIE

COME EFFETTUARE LA PROCEDURA DI ACCREDITAMENTO NELL’ANAGRAFE APISTICA NAZIONALE da LA SETTIMANA VETERINARIA N° 1001/aprile 2017

I soggetti che possono accedere e richiedere l’assegnazione di un account per operare sul sistema dell’anagrafe apistica nazionale appartengono ai seguenti ruoli: - apicoltori (proprietari e detentori di alveari) o persone da loro delegate; - servizi veterinari delle aziende Usl; - associazioni professionali (addetti delle associazioni di apicoltori e di altre associazioni di categoria e/o forme associate - cooperative, consorzi, ecc. - cui gli apicoltori hanno conferito apposita delega ad agire in nome e per conto loro nella registrazione alla Bda); - dipendenti di Regioni e Province autonome; - Ministero (Ministero della Salute e Ministero delle Politiche agricole, alimentari e forestali); - organismi pagatori di Agea (Agenzia per le erogazioni in agricoltura) quale responsabile del coordinamento e della gestione del Servizio igiene alimenti nutrizione (Sian) o gli organismi pagatori regionali; Tali soggetti devono essere dotati di un certificato di autenticazione digitale conforme alle distinte della Carta nazionale dei servizi (Cns) o altro mezzo di identificazione informatica (di cui al Dlgs n. 82 del 7 marzo 2005) per poter ottenere dal Cns l’account. Un metodo celere può essere l’abilitazione della tessera sanitaria come Cns2. CHI DEVE FARE COSA Il proprietario di un apiario deve inoltrare denuncia della propria attività di apicoltura alla Bda - con conseguente attribuzione di un codice identificativo da parte dei servizi veterinari delle Asl - e sarà tenuto a comunicare, di volta in volta, ogni eventuale variazione riguardante il proprio allevamento. Il servizio veterinario delle Asl, competente per territorio avrà, invece, il compito di assegnare il codice identificativo all’apicoltore e registrare l’allevamento nella Bda; inserire le eventuali denunce e comunicazioni degli apicoltori; effettuare controlli ai fini della verifica della corretta identificazione e registrazione degli allevamenti; e utilizzare delle informazioni contenute nella Bda per ogni attività finalizzata ai controlli sanitari. Ogni apiario deve essere identificato da un cartello identificativo, apposto in luogo chiaramente visibile in prossimità di esso. Il cartello deve essere realizzato in modo da essere resistente agli agenti atmosferici e inalterabile nel tempo; deve inoltre avere dimensioni minime equivalenti al formato A4, avere bianco come colore di fondo e riportare la scritta “anagrafe apistica nazionale – Dm 04/12/2009” e il codice identificativo univoco dell’apicoltore”. L’AGGIORNAMENTO È DI RIGORE Tutti gli apicoltori registrati nella Banca dati apistica nazionale sono tenuti a registrare/aggiornare: - le informazioni relative al censimento annuale. Infatti, nel periodo compreso tra il 1 novembre e il 31 dicembre di ogni anno occorre aggiornare la consistenza e la dislocazione degli apiari posseduti (indirizzo e coordinate geografiche) e nel caso in cui non vi siano state variazioni nella consistenza rispetto all’annualità precedente, occorre confermare le informazioni già registrate in Bda; - le informazioni riguardanti le movimentazioni- in particolare relativamente a qualsiasi compravendita di materiale vivo (alveari, sciami/nuclei, pacchi d’api, api regine) e in questi casi la comunicazione deve essere contemporanea alla cessione/acquisto. Mentre se gli spostamenti, anche momentanei, determinano l’attivazione di un nuovo apiario o la conclusione delle attività di un determinato apiario, la comunicazione può essere fatta entro 7 giorni dal verificarsi dell’evento; - tipologia di attività e modalità di allevamento, classificazione degli apiari, specie e sottospecie allevata.

VERONA E VICENZA: REVOCATE MISURE PER INFLUENZA AVIARIA H5N8 da nota 012277 DGSAF del 16/05/17

Visto il Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. n. 8246 del 30 marzo 2017 recante “Influenza aviaria ad alta patogenicità. Applicazione misure di riduzione del rischio e di biosicurezza rafforzate nonché sistemi di individuazione precoce dei rischi di trasmissione al pollame, attraverso i volatili selvatici, dei virus dell’influenza aviaria ad alta patogenicità sul territorio nazionale” e visto il Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. n. 9975 del 14 aprile 2017 con il quale è stata istituita una ulteriore zona di restrizione – ZUR comprendente alcuni Comuni della Provincia di Verona e Vicenza nella quale è stato disposto, tra le misure straordinarie, il divieto di accasamento dei tacchini e successive modifiche disposte con Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. n. 11114 del 3 maggio 2017; considerato che dal 12 aprile 2017 non sono stati confermati ulteriori focolai di influenza aviaria e che tutte le zone di restrizione istituite attorno ai più recenti focolai decadono in data 19/05/17; sentito l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie sede del Centro di Referenza Nazionale per l’Influenza Aviaria; il Ministero della Salute ha disposto la revoca, a far data 19 maggio 2017, delle misure disposte con il dispositivo dirigenziale del 14 aprile scorso (DGSAF prot. n. 9975) e sua integrazione adottata con Dispositivo dirigenziale DGSAF prot. n. 11114 del 3 maggio 2017.

MIPAAF SOCIAL: ATTIVO SU FACEBOOK MESSENGER IL SERVIZIO DI RISPOSTA IN TEMPO REALE PER I CITTADINI da www.politicheagricole.it 24.05.2017

Il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali rende noto che è attivo il nuovo servizio chatbot del Mipaaf su Facebook Messenger per rispondere in tempo reale, 24 ore su 24, alle domande degli utenti su notizie e indicazioni pratiche. "Le risposte in un click": cliccando, infatti, "Invia un messaggio" sulla pagina Facebook del Ministero, sarà possibile attivare la chatbot, selezionare l'argomento desiderato e ricevere immediatamente le informazioni necessarie. Dagli ultimi comunicati stampa alle misure adottate in favore dei giovani, dai fondi e strategie della Politica agricola comune al settore della pesca, alle norme e ai decreti in vigore. Chi non troverà immediatamente la risposta potrà inviare comunque un messaggio diretto a cui risponderà l'Ufficio Relazioni con il Pubblico del Ministero. Un filo diretto per semplificare ulteriormente l'accesso alle informazioni e accorciare ancora di più le distanze tra i cittadini e la Pubblica Amministrazione. "L'importanza di una comunicazione immediata e diretta delle attività del Ministero per il mondo agricolo e agroalimentare - afferma il Ministro Maurizio Martina - rende imprescindibile l'utilizzo di nuovi strumenti e piattaforme. Lo abbiamo visto anche con le giornate di formazione gratuita che abbiamo organizzato per le aziende e i consorzi a Verona e a Trento con gli esperti del web. Sfruttiamo allora le potenzialità dei social network per promuovere e tutelare le nostre eccellenze e per rafforzare il dialogo con i cittadini, liberandoci dai lacci della burocrazia".

IL BENESSERE DEI MAMMIFERI MARINI da Professione Veterinaria N. 12/maggio 2017 In occasione della Conferenza Nazionale SIVAE sul benessere degli animali esotici e selvatici (le presentazioni fornite

dai relatori sono disponibili sul sito www.sivae.it) tenutasi a Cremona lo scorso febbraio col Dr Francesco Grande (Resp. Dip. Veterinario Zoomarine Italia spa):

Il campo della scienza del benessere e l’attenzione dell’opinione pubblica per il benessere degli animali è in crescita, sia per quanto concerne gli animali da reddito e quindi la gestione degli allevamenti, che per quelli in zoo e acquari. Più di 700 milioni di persone visitano zoo e acquari ogni anno nel mondo, contribuendo alla maggiore sensibilizzazione del pubblico in materia di benessere degli animali, contemporaneamente si sta verificando un sensibile aumento degli studi di benessere degli animali in ambiente controllato. La American Zoological Association ha avviato lo sviluppo di strumenti di valutazione oggettiva del welfare animale come una priorità della ricerca scientifica. Ancora oggi gli studi realizzati per misurare il benessere degli animali da zoo sono limitati e la maggior parte dei progressi in questo settore, si concentrano solo su alcune specie come ad esempio gli elefanti. Per quanto riguarda invece i mammiferi marini ci sono ancora pochissimi studi sulla realizzazione di modelli pertinenti ed oggettivi. Le pubblicazioni sul benessere dei cetacei, poi, sono per ora limitate a due studi sul tursiope e ad uno sul beluga (Delphinapterus leucas). Sia Waples e Gales (2002) che Ugaz et al. (2013) si focalizzano sullo stress in tursiopi come metrica per il benessere utilizzando parametri ambientali e fisiologici, relazionando essenzialmente diversi tipi di recinzioni con i livelli di cortisolo salivare. Castellote e Fossa (2006) hanno valutato il comportamento vocale di due beluga come indicatore di benessere, utilizzando dati acustici raccolti prima e dopo il trasporto, ma senza correlare i risultati con altri parametri. Quindi, nonostante i recenti progressi scientifici, attualmente possiamo affermare che non esistono metodi standardizzati per quantificare il benessere dei cetacei. Il C-Well® (Cetacean Welfare Assessment) ovvero la valutazione del benessere dei cetacei rappresenta il primo tentativo di sviluppare degli indici e successivamente dei protocolli per quantificare il benessere del tursiope in

ambiente controllato, utilizzando il quadro Welfare Quality come modello, con l’accento sui parametri diretti. I dati raccolti grazie a queste ricerche contribuiranno ad una migliore comprensione della salute dei mammiferi marini e, conseguentemente, ad una loro migliore cura e gestione. Alcuni esempi di indicatori del benessere nei mammiferi marini: • Leucogramma da stress • Etogramma • Misurazione del cortisolo (salivare o fecale) I delfini appartenenti alla specie Tursiops truncatus, sono i cetacei più comuni ospitati in ambiente controllato, per tale ragione, sia a livello nazionale che internazionale, esiste una normativa pertinente che stabilisce gli standard e i requisiti minimi per questa specie. • Aspetto legislativo ✓ rispetto della normativa vigente: D.lgs. 73/2005 e suoi aggiornamenti, con particolare riferimento agli Allegati 1 lettera H e 2 lettera C ✓ rispetto delle linee guida delle più importanti associazioni di categoria: EAAM (European Association for Aquatic Mammals), AMMPA (Alliance of Marine Mammals Parks and Aquariums), EAZA (European Association of Zoos and Aquaria), IMATA (International Marine Animal Trainer’s Association) • Aspetto gestionale ✓ Enrichment La gestione in ambiente controllato di animali evoluti come i delfini, gli scimpanzé o gli elefanti negli ultimi anni si sta sempre di più concentrando sull’arricchimento ambientale, come strumento per migliorare il benessere di questi animali. Questi animali, infatti, sono facilmente inclini alla noia e all’inattività in ambienti carenti di stimoli e complessità, per cui risulta fondamentale, ma anche complicato, sviluppare programmi di arricchimento per una specie estremamente intelligente e socialmente articolata. L’arricchimento ambientale è di fondamentale importanza per il benessere psichico dell’animale che altrimenti potrebbe sviluppare comportamenti stereotipati o autotraumatismi. Un programma di arricchimento ambientale adeguato associato all’addestramento con rinforzo positivo, si è dimostrato essere la chiave per migliorare la qualità della vita di questi animali e per sostituire i comportamenti anormali con comportamenti positivi. Elementi base dell’arricchimento ambientale sono la complessità e le novità dell’ambiente in cui vivono gli animali, più che la dimensione effettiva dello spazio. La dimensione e la complessità ambientale devono essere adeguati all’espressione del repertorio motorio. Vasche di collegamento, ad esempio, incrementano lo spazio disponibile e forniscono ai soggetti la possibilità di isolarsi ed evitare i conspecifici, quando necessario. Per quanto riguarda invece la variabilità alimentare, uno dei sistemi di arricchimento più semplici è sfruttare le variazioni dietetiche: l’utilizzo di elementi diversi all’interno della dieta e di differenti presentazioni del cibo rappresenta un’importante fonte di stimoli. È sufficiente ad esempio posizionare il cibo in luoghi difficilmente accessibili o semplicemente introdurre un alimento diverso dal solito. Il tempo e i comportamenti impiegati nella ricerca e conquista del cibo sono parte integrante delle dinamiche sociali, dello sviluppo fisico e psicologico e del benessere degli animali. Novità e complessità sono elementi chiave per un programma di arricchimento: fornire elementi nuovi (come ad esempio varie tipologie di giocattoli) o ruotarli con regolarità mantiene l’interesse, incrementa l’interazione con l’oggetto e riduce l’inattività. I delfini possono trarre grandi benefici da varie attività mentali, come la risoluzione di problemi. Un esempio di arricchimenti di questo tipo è rappresentato dallo stesso training. Infine, di fondamentale importanza è da ricordare l’arricchimento sociale. La presenza di conspecifici è considerata la forma di arricchimento maggiore per animali socialmente evoluti come i cetacei. I compagni, infatti, sono una costante fonte di stimolazione ed interazione. La vita di gruppo permette la manifestazione di comportamenti fondamentali come il gioco, importante per lo sviluppo psicomotorio, l’acquisizione di abilità sociali e l’equilibrio psicofisico dell’individuo. La socializzazione promuove l’apprendimento. Quando si attuano modificazioni sociali però, la mancanza di aggressività non implica necessariamente l’accettazione sociale, quindi è importante un’introduzione graduale, che permetta agli individui di familiarizzare uno con l’altro ed eviti cambiamenti sociali improvvisi che possono portare ad aggressività dirette verso l’elemento estraneo, con conseguenze pericolose. L’obiettivo dell’arricchimento (Enrichment) è stimolare le componenti fisiche e mentali dell’animale che utilizzerà efficacemente le sue capacità cognitive e fisiche per far fronte alle sfide nel suo ambiente. Alcuni esempi di arricchimenti alimentari, ambientali e sociali più frequentemente utilizzati con delfini e pinnipedi sono: Blocchi di ghiaccio contenenti pesce, cubetti di ghiaccio, gelatina; Test di preferenza su differenti specie ittiche; Dispenser cibo; Esercizi problem solving; Variabilità gruppo sociale; Variabilità attività giornaliere; Giocattoli e spruzzatori d’acqua; Esercizi per l’eco-localizzazione; Specchi; Interazione (inter-specie: uomo-animale) ✓ cure veterinarie, addestramento e comportamenti medici: La gestione sanitaria dei mammiferi marini in ambiente controllato è basata essenzialmente su 3 fattori: Medicina preventiva, Benessere animale, Sinergia dello Staff. Tutti questi fattori sono strettamente correlati tra loro. I mammiferi marini, come la maggior parte degli animali selvatici, frequentemente tendono a non mostrare segni di malessere. Per tale ragione, per il monitoraggio del loro stato di salute è di fondamentale importanza la medicina preventiva. Una buona medicina preventiva, infatti, è volta a creare e a mantenere le condizioni ottimali al benessere animale. Essa si fonda sulla corretta gestione del pesce, quindi sulla valutazione delle sue caratteristiche chimicofisiche e delle esigenze nutrizionali di ogni singolo animale in accordo con la pesatura settimanale; sul

costante monitoraggio dei parametri chimico-fisici dell’acqua, di vitale importanza per questi animali, oltreché su una serie di esami di routine, inquadrati all’interno di un piano medico mensile, che permettono di tenere sotto controllo lo stato di salute dell’animale ed intervenire possibilmente prima che si presentino dei sintomi di malessere. Tra gli esami di routine effettuati ci sono: L’esame del succo gastrico, L’esame del muco nasale, L’esame ecografico, L’esame delle urine e delle feci, L’esame del sangue, Es. radiografico, Es. endoscopico, Es. del latte, Es. del seme. Tali esami sono ottenuti per comportamento volontario grazie all’utilizzo di una tecnica addestrativa (operant conditioning a

rinforzo positivo.) Tale tecnica prevede che l’animale venga incentivato solo positivamente con rinforzi primari (cibo) e secondari (giochi, carezze, …). Il rapporto di fiducia e di collaborazione che si instaura tra l’animale e l’addestratore svolge un ruolo di primaria importanza. Gli addestratori comunicano con gli animali attraverso segnali gestuali e vocali. Ogni segnale si riferisce ad un determinato esercizio che l’animale compie. *Risposte: 1 c, 2 b, 3 b

Da “La Settimana Enigmistica”

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Mantova, 1 giugno 2017

Prot.: 331/17