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N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

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NEA POLIS IL PRIMO MAGAZINE D'ITALIA DI QUALITA'. NEL PRIMO NUMERO IL FOCUS E' SCUOLA

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editoriale

Lo Straordinario risiede nel cammino delle persone Comuni

"Oh gentiluomini, il tempo della vita è breve!

… Se viviamo è per marciare sulla testa dei Re…

Ora per le nostre coscienze le armi sono giuste.

Quando l'intenzione nel portarle è ragionevole."

(William Shakespeare, Enrico IV, Part I, atto V, scena II)

Ci sono momenti, nella vita di ognuno, che sono più buidi altri nei quali si perde la lucidità e la forza, si soffre edil proprio cammino di vita appare tortuoso e drammatico.In un periodo di confusione culturale, crisi economica eprecarietà affettiva è facile smarrirsi. Quando il cielo ènuvoloso e nebbioso, anche per il marinaio più espertoritrovare la propria rotta appare un’impresa. Reagire è necessario ed importante, ma come? Megliose riscoprendo il valore dei legami e della Comunità(Polis) che ci circonda. A questo punto la vita riparte e siscopre lo straordinario che risiede nel cammino dellePersone Comuni. Gli obiettivi diventano solo uno stru-mento per riscoprire se stessi e gli altri e per trasforma-re INSIEME una negatività in una grande opportunità di

crescita umana e professionale. Su queste basi e valori nasce l’idea di creare Nea Polis

Roma, una nuova comunità/città che vuole crescereinsieme, fondata sulla partecipazione e la condivisionedegli obiettivi e delle responsabilità. Costruire INSIEMEè stata e sarà un’esperienza umana di grande valore edun percorso continuo di ricerca di idee e contenuti fina-lizzato ad offrire un prodotto editoriale innovativo, scien-tifico, utile e vicino al bisogno informativo del cittadino.Perché abbiamo scelto Pinocchio quale simbolo del

primo numero di Nea Polis?

La figura di Pinocchio e le sue inesauribili interpretazio-ni, ha affascinato intere generazioni in tutto il mondo.Pinocchio, marionetta semi vivente, esprime una grandeumanità fatta di limiti e debolezze ma al contempo desi-derosa di crescere per diventare finalmente un uomoadulto. Inoltre, quale personaggio poteva meglio rappre-

sentare la Scuola?

La Scuola a cui Pinocchio proprio non credeva almenofinché gli eventi della vita non gli avrebbero insegnato,spesso punendolo, ad assumersi le proprie responsabili-tà e capire il valore dell’istruzione.

In questo FOCUS, la scuola viene analizzata attraverso

punti di vista diversi: intervistando personaggi illustri,mettendo a confronto dati statistici per offrire un quadroscientifico, illustrando gli aspetti salienti della RiformaGelmini nonché la sua applicazione attraverso intervistee soluzioni proposte da altre realtà comunali per favorirela circolazione di idee e buone pratiche. Le principali aree di interesse della Rivista sono leseguenti: Economia & Formazione perché domande edofferta sono inscindibili per una società che vuole faresistema e si ritiene moderna; Società & Relazioni peravere un punto di vista introspettivo alla socialità; Nea

Cultura che tratterà tematiche, ad esempio, legate allaScienza Sacra, le tradizioni ed il cinema; Professionisti

dove esperti ci aiuteranno a conoscere la legislazione ele soluzioni fiscalmente più convenienti; Finanza

Pubblica Agevolata per informare tutti sulle opportunitàregionali. Infine, Notizie dalla Capitale e dai Municipi

che si candida a divenire espressione di un’identità loca-le che spesso manca, attraverso inchieste, contributi esegnalazioni provenienti da cittadini, associazioni ed altriattori presenti sul territorio. Claudio Napoli

Entusiasmo (dal greco en= dentro; theos= spirito)

.3ottobre 2010

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SoMMario

Lo Straordinario risiede nel cammino delle persone comuni 3

Scuola, laicità, lotta per la libertà:Vi spiego il sale delle logge.Intervista al grande Maestrogustavo Raffi 5

Quanto e come si spendono lerisorse in Italia ed in Europa 8

Riforma gelmini: la nuova scuola prende il via 10

Maturità 2010 11

L’applicazione delle riformagelmini 11

Vicenza sperimenta la scuola diquartiere 12

Autonima scolastica: poliarchiadi funzioni e responsabilità 13

Scelte di vita e scelte discuola 15

diventare avvocato: la pratica che non forma 16

giovani e valori “positivi”: laconquista di una libertà effimera 18

La scuola di Pinocchio 19

dimensioni parallele 20

Oltre le immagini 21

Halloween, una festa che ciappartiene 22

Shopper in Plastica 23

Le nano antenne 23

Una città due volte capitale 24

Il chirurgo: una vita al serviziodella vita. 25

Vita di Municipio Chi è Pasquino 18? 26

Son rimasti tanti nani ad avere lagrandezza. Interv. a P. Militello 27

dove lo trovo... 28

In Polinia si riaccende il dibattitosull’incidente aereo che hadecapitato la classe politicanazionale 29

Il nuovo Codice della strada:tolleranza zero per alcool edroghe 30

Studi finiti: lavoro dipendente oautonomo? Istruzioni per l’uso 31

L’amministratore risponde 31

Finanziamenti per i giovani: Legge Regionale 29/96 33

EDITORIALE ECONOMIA & FORMAzIONE NOtIzIE dALLA CAPItALE

PROFESSIONIStI

NOtIzIE dAL MONdO

SOCIEtA’ & RELAzIONI

NEA CULtURA

AMBIENtE & tECNOLOgIA

FINANzIAMENtI

FOCUS: SCUOLA

ROMA

REDAZIONEEditore Claudio NapoliDirettore ResponsabileFederico BoccadoroDirettore commercialeCar lo Famig l ie t t iComitato scient i f ico:Prof .B.Amoroso, Prof . G.Chinn ic i , Edy Vio la , Dot t .ssaA. Tancredi ,Dot t . F.Napol i ,Dot t .ssa P. Tor ti

Salvo accordi scritti, la collaborazio-ne con il mensile Nea Polis Roma èda considerarsi a titolo gratuitoTipografia: Spedalgrafstampas.r.l. v. Cupra, 23 00157 RomaRegistrazione Tribunale di Roma: n. 360/2010 del 17 settembreSede Legale: via Marcello II, 2600165 RomaPER CONTATTI E PUBBLICITA’: Fisso: 06.39.36.64.49Cell: 320.22.84.368Email: [email protected]@gmailcom

La copertina è di Ian Attwel

Grafico: Daniele PaloneCollaboratori: Enrico Gandolfi,Laura Napoli, Marco Senzacqua,Massimo Minnetti, Valeria Pucci,Sabrina Numini, AlessandraMurru, Andrea Ottaviani,Federico Monti, Paolo Migotto,Gianna Rossi, Ivano Iafrate,Chiara Kubicz, Luca Iacolina;Jessica Giaconi, Mariola Wnuk,Raffaello Giannetti, VivianaVannucci, Walter Cacciotti

N.° 1 OTTOBRE 2010

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Qual è il ruolo della Massoneria in Italia

e per la società?

“La Massoneria è una scuola di pensiero e di vita. Unagrande avventura di laicità positiva, per lavorare all’unicarivoluzione sempre possibile per l’uomo: quella person-ale. Siamo 21.000 fratelli in tutta Italia, uomini del dubbioche sterrano strade all’incontro di culture e fedi diverse,abbracciandole nell’unico Pantheon dell’umanità. In unmomento di decadenza come quello attuale, la nostraIstituzione è un riferimento sicuro per chi cerca un con-fronto vero, una agorà per spiriti liberi alla ricerca disenso”.

Il sale delle nostre logge?Siamo costruttori di sogni possibili, perché ciascuno dinoi è un inquieto viaggiatore verso il mistero. La LiberaMuratoria non è una ricetta né una magia, è un percorsoche si può scoprire e amare solo entrando tra le colonnedella comunione, dopo una scelta libera e un attentoesame da parte dell’Ordine. Un viaggio che dura tuttauna storia e che ha un’unica certezza: indietro, a ciò chesi è comodamente lasciato in termini di certezze e faciliillusioni consolatorie, non si torna più”.

Cos'è oggi la Massoneria e perché un giovane

dovrebbe aderire ai suoi valori?

“La risposta sta nell’essenza stessa della Massoneria:tu sei miei fratello. Per la Libera Muratoria questo èverbo di vita iniziatica e allo stesso tempo è parola conc-reta d’azione. Siamo sentinelle nella notte, gente chericorda agli uomini i valori senza tempo di libertà, fratel-lanza, uguaglianza. Quando è notte, quando ci sono letenebre dell’intolleranza e ciò che divide sembra averel’ultima parola sul poco che unisce, allora spuntano le treluci dell’Ordine: Forza, Bellezza e Sapienza, e fannostrada. Ma la forza che amiamo di più in noi stessi e neglialtri è l’infinita libertà di vita. Quella libertà di cui GiordanoBruno parlava a Morgana indicando l’aquila della ragionee le mani, che servono a costruire speranza. La LiberaMuratoria non è un club e non ci sono ragioni di comodoper cui si ‘dovrebbe aderire’ ad essa.Nella storia, tutto inizia sempre con un incontro. Accadecosì tra due persone che si amano, è così tra due amiciche si scoprono uniti in un tratto di tempo, analogamenteavviene per uomini liberi e di buoni costumi che, rima-nendo sempre soli a cercare verità scomode, decidonodi compiere questo viaggio in cordata con altri”.

S c u o l a , l a i c i t à , l o t t a p e r l a l i b e r t à : “ v i s p i e g o i l s a l e d e l l e l o g g e ”

intervista a Gustavo raffi, Gran Maestro del Grande oriente d’italia

E’ alla guida del Grande Oriente d’Italia dal 1999, facendo della Libera

Muratoria di Palazzo Giustiniani, la più antica obbedienza massonica ita-liana, una casa di vetro. Ha anche scritto un libro, Una nuova primavera

per raccontare la sua scommessa (vinta): quella di una massoneria che

è uscita dalle catacombe e si confronta a viso aperto con la società di cuiè parte, contribuendo a far storia con uomini e progetti. Sabato 18 set-

tembre, durante i lavori di un convegno sui 150 anni dell’Unità d’Italia,ha sottolineato il bisogno di una laicità vera per il cantiere Italia:

“Vi sono molti laici – ha detto - che sono anche massoni, pur senza aver-

ne la tessera, perché ogni giorno lottano per la libertà”.

Lo incontriamo a Villa ‘Il Vascello’, dove ci accoglie con l’occhio

abituato all’umanità. Pochi minuti, tra diversi impegni, per una discus-

sione a tutto campo su scuola e società. Sullo sfondo del grande giar-

dino, campeggiano squadra e compasso, incise di bianco su un pratoverde.

focuS del MeSe .5ottobre 2010

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“Alle porte del nostro

Tempio bussano

soprattutto i giovani, che

vogliono vivere

in maniera profonda”

Dicono no alle false promesse eai sentieri bruciati. Sono contro ilpensiero unico e la Massoneriapuò essere la loro casa perché èpalestra di una generazione di

ribelli, gente che non vuoleessere mai scontata o banale.Scrive il Nolano nell’Oratio

Valedictoria: ‘Faticando profittai, soffrendo feciesperienza, vivendo esuleimparai’.

Per noi uomini del dubbio, la stra-da per la comprensione dellediverse culture passa per latolleranza, la sapiente costruzione,l’umanizzazione di luoghi e comunità, la libera ricercaintesa come bene di tutti e per tutti, costruttori di armo-

nia. Il nostro compito è fare strada alla Bellezza, liberareidee di responsabilità in una stagione di vissuti in cuitutto è casualità e frammento, precarietà e parola sottrat-ta. E’ il tempo profondo quello che cerchiamo, non lacronaca. Vogliamo identità, non transizioni. Contribuire aindividuare scelte, non a firmare deleghe o passare ferrialla nuove e vecchie inquisizioni, come il vile Mocenigo”

La scuola: laicità e altri

valori, qual è il suo pensiero?

“Per i liberi muratori la scuola è la strada della conoscen-za e della rivoluzione possibile: quella del vero sapere.Questo è un discorso che inizia nel 1999. Da quando hoavuto la gioia e l’onore di guidare il Grande Oriented’Italia, ho sempre lavorato per una scuola intesa comeprima agenzia educativa, palestra di vita e luogo di infini-to confronto. I corsi e gli insegnamenti sonopreparazione alla storia, non raccolta punti come quelleche si fanno con i bollini di un detersivo.

“Un paese che non

scommette

sull’educazione dei

propri figli è un paese

che taglia le gambe

al futuro”

Per reggere le grandi sfide dellaglobalizzazione, occorre un prog-etto di autentico sapere. SeBauman e Augé ci dicono che adarci insicurezza è il nostroodierno essere costretti a viverein un eterno presente, noi ribatti-amo che questo è però il tempodella responsabilità, e dellescelte coraggiose sulla for-mazione. Insegnanti e docentivanno pagati di più e rimotivati –anzi, per dirla con il Nolano, illloro pensiero deve essere rimes-

so in piedi perché è il contadinocui non pesa la terra quello che

può fare bene alle giovani piante. Le chiacchiere nonsono un sapere, tantomeno una soluzione pratica.

“Dare fiducia al corpo docente è

il primo passo per una nuova scuola,

recuperare il senso di un’istituzione

è il secondo viaggio”

Sono percorsi importanti, che hanno un valore diverso

da chi canta di notte per farsi coraggio.

“E’ terribile vedere oggi professori precari

salire sui tetti o accamparsi in tenda

davanti a scuole fatiscenti per reclamare

concorsi vinti e cattedre che si allontanano

di anno in anno”

Gustavo Raffi, Gran Maestro del Grande

Oriente d’Italia

focuS del MeSe.6 ottobre 2010

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Che esempio anche per i giovani, molti dei quali sichiedono se valga davvero la pena studiare e ‘smaz-zarsi’ sui libri. E’ lì che deve tornare l’etica, lì che la vocedello Stato e delle forze sane della società, come laMassoneria, devono dire che si deve credere nel cambi-amento, che i sacrifici dei genitori un giorno saranno ripagati, che i ragazzi sapranno portare a dama la pro-pria formazione anche se oggi fanno lezione a giornialterni per mancanza di aule.

“La notte in cui vive la scuola

non è purtroppo l’unica notte d’Italia,

ma non si devono gettare a terra gli zaini”

Se non vogliamo creare altre generazioni di disoccupatila cosa da fare è accompagnare ‘ai cancelli’ i sofisti cheritornano: coloro che lusingano il démos, il popolo, con-vincendolo con il non-sapere, illudendolo di riforme chenon si rivelano quello che dovrebbero essere: terreni di

“E’ una novità, senza dubbio positiva. Un’altra occasioneper far luce.

Il Belgio, presidente di turno dell’Ue, ha sollecitatol’Unione europea a organizzare un incontro specularecon ‘i gruppi non religiosi’, nei quali rientrano anche i rap-presentanti della Massoneria.

Per noi che amiamo il confronto, sarà un’occasione perfar conoscere le finalità e le potenzialità dell’obbedienzamassonica, che lavora per il bene dell’umanità.

Un appuntamento importante. Il Grande Oriente d’Italia,la più grande comunione massonica del paese, fortedella strada tracciata dai suoi padri - quegli antichi mura-tori che costruirono le cattedrali disseminate nel vecchioContinente - ricorderà all’Europa la lezione dei templari:

“l’umanità è la stella più alta di tutte.

Le nostre nuove pietre, per un’Europa dei

popoli e della multiculturalità,

sono le speranze laiche,

i progetti e le azioni per costruire nuove

appartenenze e far strada al domani del

Mediterraneo.

La nostra strada dice: avanti”

Antonella Tancredi

possibilità per far crescere i giovani. Siamo contrari asoluzioni confessionali o che esprimano in qualche modoun pensiero unico, abbiamo l’inguaribile e dolce viziodella libertà.

Riteniamo che o si decide di aprire un ‘cantiere scuola’,facendo sinergia tra politica-corpo docente-alunni

per ri-orientare la formazione permanente, o assistere-mo ancora a interventi a pioggia, a ‘Bignami’ di soluzioniche spariscono con il loro carico di nozioni alla primainterrogazione seria: quella con la vita.

Salvo i casi coreografici in cui un simbolo culturale, ilSole delle Alpi, diventa un marchio di parte, come nellascuola di Adro targata verde-Lega”.

Claudio Napoli

incontro del 17 ottobre delle Massonerie europee a Bruxelles:

un riconoscimento per il Grande oriente d'italia

focuS del MeSe .7ottobre 2010

L’incontro annuale fra l’Ue e i rappresentati

delle sue fedi religiose si tiene ormai dal

2005, ed è un appuntamento obbligatorio

secondo l’articolo 17 del trattato di

Lisbona.

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focuS del MeSe ottobre 20108.

Scuola : quanto e come si spende in italia ed in europa

Di seguito vengono presentati i principali dati pubblicatida Eurostat (2009) relativi alla spesa nel settore dell'i-struzione per paese europeo. I dati sono uno strumentooggettivo per comprendere la direzione nella quale lascuola italiana sta andando e conoscere il quadro econo-mico nel quale collocare la riforma Gelmini ed il DecretoTremonti. Informazioni di contesto

Secondo i dati Eurostat (Key Data on Education, 2009),la popolazione giovanile (0-30 anni) è in costante diminu-zione dal 1985 ad oggi, tendenza dovuta al crollo deltasso di natalità. Previsioni di lungo periodo (entro il2020), indicano un calo dell'11% nella fascia di età 5-9anni, mentre in quella 10-14 anni si prevede un riduzio-ne ancora più drastica (40%). Per quanto concernel'Italia, tali previsioni sono ancora più negative se si con-sidera che il tasso di natalità è tra i più bassi del mondo.Tradotto in altri termini, meno iscritti (studenti) significameno spese per lo Stato. Quanto si spende?

La tabella 1 indi-ca quanto ognipaese spendeper l'istruzione inproporzione (%)alla ricchezzaprodotta (PIL).Dai dati emergeche in Italia, nelperiodo 2001-

2007, vi è stata una tendenza progressiva al taglio dei

fondi a disposizione per l'istruzione. Nel 2001 laspesa per l'istruzione ammontava al 4,9% del PIL, men-tre nel 2007 questa era scesa al 4,3%. Inoltre, la spesasul PIL del nostro paese sia nel 2001 (4,9%) che nel2007 (4,3%) si collocava al di sotto della spesa media

europea (5%). Per quanto riguarda il bilancio statale,l'Italia ha destinato all'istruzione nel 2001 e nel 2006rispettivamente il 10% ed il 9,7% delle risorse pubblichedisponibili, percentuali che si collocano al di sotto dellamedia europea (10,9% nel 2001 e 11% nel 2007).

dove si spende?

A livello europeo, la spesa per sostenere i livelli d'istru-zione elementare e media/superiore non varia in modorilevante tra un paese e l'altro, mentre quella per finan-ziare l'Università in Italia (0,8% sul PIL) è inferiore rispet-to alla media europea (1,1% sul PIL). Infatti, se conside-riamo i dati relativi al costo annuo sostenuto dalla Statoitaliano per singolo studente universitario (a parità dipotere d'acquisto) notiamo che la spesa risulta esserenotevolmente inferiore (circa 7.000 euro) rispetto allamedia europea (8.400 euro). In proposito, il RapportoOcse Pisa (2008) osserva che una maggior spesa neilivelli di educazione primaria e secondaria a scapitodell'Università, come avviene in Italia, rappresenta unapolitica che va nella direzione opposta a quella intrapre-sa dalla maggior parte dei paesi europei e dagli StatiUniti.Approfondendo il livello di analisi, è utile conoscere l'or-ganizzazione amministrativa statale preposta alla gestio-ne delle risorse pubbliche per paese europeo. Dal grafi-co, si evince che in Italia oltre l'81% delle risorse ven-

gono gestite a livello ministeriale mentre alle Regionie agli Enti locali viene trasferito rispettivamente solo il6,1% e il 12,6% delle risorse erogate. Diversamente inEuropa il modello amministrativo è decentrato a favoredegli organi di governo locale; il 45,7% delle risorse ègestito a livello centrale, mentre oltre il 28% dagli entilocali. In altri paesi, come la Germania, la Danimarca ela Spagna la maggior parte delle risorse vengono gestitea livello di governo locale.

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Come si spende?

Si è molto discusso in Italia in merito al peso degli stipen-di del personale scolastico sul totale delle risorse dispo-nibili per l'istruzione. Partendo da tale ipotesi, il DecretoTremonti 181 (2008) ha stabilito la necessità di tagliareulteriormente ed in modo rilevante risorse destinate alsostegno della scuola pubblica. Secondo i dati Eurostat2009, la ripartizione della spesa per voci di bilancio èsimile in tutti i paesi europei. Tuttavia, si scopre che laspesa corrente (ossia il costo del personale) in Italia(71,9%) è inferiore alla media europea (72%).

Per quanto riguarda le spese in conto capitale (ossiagli investimenti) invece l'Italia destina solo il 7,2% dellerisorse pubbliche e quindi meno della media europea(19,9%). Un livello basso come in Italia di investimentisignifica carenze in termini di servizi, incentivi, strutture,strumentazione, formazione degli insegnanti, borse distudio, attività di ricerca. E' interessante notare che paesi come la Danimarca, ilBelgio e la Francia, i cui modelli educativi vengono con-siderati eccellenti, destinano somme superiori a quelleitaliane per sostenere le spese correnti (rispettivamenteil 74,1%, 85,5% e 74,5%). Se la spesa corrente in Italia (71,9%) grava meno sulbilancio pubblico rispetto a quella europea (72%), belga(85,5%), tedesca (74,6%) e francese (74,5%), perché siè deciso di tagliare ulteriormente e drasticamente lerisorse alla scuola pubblica, quando gli altri paesi non nehanno sentito il bisogno finanziario?

Per completare il quadro, di seguito sono stati presi inconsiderazione i dati relativi al costo dei salari dei docen-ti nei paesi europei, in quanto l'introduzione del maestrounico nelle scuole elementari stabilito dal DecretoGelmini, al di là del dibattito in corso circa l'efficacia edu-cativa di tale misura, ha l'obiettivo sancito dal DecretoTremonti di ridurre la spesa corrente diminuendo ilnumero del personale precario che non verrà riconfer-mato.

I dati Eurostat misurano il salario dei docenti all'inizio ealla fine della carriera lavorativa in rapporto al PIL procapite. Quest'ultimo, pari a 100, indica il reddito mediopercepito in ogni paese. Un valore superiore o inferioreindica un salario al di sopra o al di sotto dello standardmedio di vita. Raffrontando il dato italiano con quelloeuropeo, emerge che i docenti italiani impiegati nelle

scuole elementari/medie sono tra i meno pagati

d'Europa. Rispetto alle scuole elementari, i docenti ita-liani percepiscono all'inizio della loro carriera una sommaal di sotto (72,7%) del reddito medio italiano (100%),mentre a fine carriere arrivano a percepire il 108%.Diversamente, in altri paesi come Spagna e Germania ilsalario minino è rispettivamente pari al 132% e 123%mentre quello massimo è pari al 187% e 167% del Pilprocapite.

Conclusioni

Se si considera che nelle statistiche europee l'Italia occu-pa già posizioni in classifica al di sotto della media, iltaglio alla spesa pubblica nella scuola imposto dalDecreto Tremoni n.112 del 2008 contribuirà, a partire dalprossimo anno, a peggiorare fortemente la posizioneitaliana nel quadro europeo.

Chi sosteneva che il problema della scuola in Italia eral'elevato numero di docenti dovrà ricredersi, perché il

peso delle spese correnti sul bilancio pubblico italia-

no è inferiore alla media europea e quindi la voce "sti-pendi" grava sicuramente meno che in altri paesi cheperò si distinguono per dinamismo ed investimenti.Inoltre, se a tale dato si aggiunge che il salario deidocenti in Italia è notevolmente più basso degli altripaesi, non si capisce "come" il meccanismo della pre-mialità della riforma Gelmini intende aumentare i salari aidocenti. Si ritiene che la scuola pubblica abbia bisogno di unpiano di rilancio qualitativo dell'insegnamento e di unavariazione della qualità della spesa e non di una riduzio-ne della quantità delle risorse pubbliche che produrràl'effetto probabile di spingere la scuola verso la sua pri-vatizzazione. Prima che tagliare le risorse già esigue,sarebbe stato meglio attuare il tanto declamatoFederalismo favorendo il trasferimento delle risorse agliorgani di governo locali (Regioni e Comuni) e creandoun'organizzazione amministrativa efficiente ed efficacebasata sui risultati che riconoscesse il valore motivazio-nale dei docenti e quindi rilanciasse con orgoglio ilmodello pubblico della scuola italiana.

Claudio Napoli

focuS del MeSe .9ottobre 2010

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Con il IV governo Berlusconi ha preso avvio la riformadel sistema scolastico, affidata al Ministrodell'Istruzione Mariastella Gelmini, che si articola invarie leggi tra le quali le principali sono: la 133 del

2008, la 169 dello stesso anno, la 180 del 2009 e il ddl

1905.

La prima modifica rilevante al sistema scolastico ècontenuta nel decreto 112, noto come "decreto

Tremonti". Quest'ultimo ha stabilito il ridimensiona-

mento dei finanziamenti in vari settori della spesa pub-

blica tra i quali anche quello dell'istruzione. Nellascuola è stato stabilito il taglio di 87.400 cattedre e

di 44.500 posti per il personale scolastico, mentre

per le Università il taglio dei fondi si aggira sul milione

e mezzo di euro.

Su questa base ha dovuto lavorare il ministro Gelmini

che ha unito a ciò le norme relative alla riforma del

sistema scolastico che coinvolgono invece tutto ilsistema educativo. Con questa riforma, dall'anno

2008/09, la durata delle ore di lezione è stata fissata a

60 minuti e il voto di condotta è tornato a fare media

con i voti delle altre materie. Oltre a una serie dinorme comuni alle scuole di ogni livello, ne sono state

introdotte anche alcune specifiche. Partendo dalla

scuola d'infanzia, i genitori vi potranno iscrivere i figli

già al compimento dei 24 mesi d'età.

Per le scuole primarie è stata invece introdotta la

figura del maestro unico, cioè di un insegnante checon il suo lavoro copre le 24 ore settimanali di didatti-

ca in una sola classe occupandosi dell'insegnamentodi tutte le aree disciplinari senza distinzione. Questa

figura è poi affiancata da un collega che completa l'o-rario scolastico in base all'esigenza delle famiglie di

avere per i propri figli l'orario prolungato. La decisionedi una figura sola che si occupi interamente del per-corso formativo ha destato molte perplessità tra i geni-

tori, i docenti e i sindacati della scuola perché questoarticolo sembra quasi eliminare il carattere proprio deltempo pieno. In realtà le 40 ore settimanali vengono

mantenute, se richieste dai genitori, ma il maestro checompleta l'orario scolastico ha la funzione esclusiva dicolmare quelle ore senza dare nessun contributo alladidattica, affidata interamente al maestro titolare della

cattedra. Questa decisione rischia di provocare un

impoverimento della qualità scolastica, e inoltre cau-

serà la perdita di 7000 posti di lavoro.

Nelle scuole secondarie di primo grado è stato

reintrodotto il voto in decimi e il potenziamento dello

studio delle lingue straniere, mentre l'entrata in vigoredella riforma nei licei è fissata per l'anno scolastico

2010/11, che da 750 indirizzi passeranno a 20.

Per ciò che riguarda invece l'Università, il discorso siamplia ulteriormente ma la legge sul sistema universi-

tario è ancora in attesa di approvazione definitiva. Per

gli atenei è prevista un ulteriore riduzione dei finanzia-

menti statali che li costringerebbe ad aumentare letasse e a trasformarli in Fondazioni di diritto privato

rette in buona parte da finanziamenti esterni. Questa

seconda operazione rischierebbe di trasformare le

università pubbliche in realtà molto più vicine almodello americano che a quello europeo cui il gover-

no afferma invece di volersi adeguare.

Tutta questa riforma, che trasformerebbe in ogni parte

il sistema scolastico e universitario, prende avvio dal-l'audace presupposto che per realizzarla non si proce-de da uno stanziamento di finanziamenti governativiadeguati da utilizzare per migliorare le cose, ma da

tagli indiscriminati in uno dei settori che in Italia avreb-

be più bisogno di essere invece incentivato e migliora-to.

Come si può pensare di raggiungere un livello effi-

ciente del modello scolastico europeo riducendo

quei fondi che, nel periodo in cui erano garantiti,

bastavano solo a far considerare la scuola italiana

mediocre agli occhi dell'Unione europea?

Enrico Gandolfi

la riforma Gelmini: la nuova scuola prende il via

tutto ciò che c'è da sapere sul riordino dei cicli scolastici, tra novità interessanti e tagli dolorosissimi

focuS del MeSe10. ottobre 2010

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Maturità 2010: in aumento i non ammessi e voti complessivamente più bassi

Quale impatto ha avuto la Riforma Gelmini ed il

taglio dei fondi voluti dal Decreto Tremonti 112?

“La Riforma Gelmini sta portando alla distruzione dellascuola pubblica, in particolare della primaria e ancor dipiù del tempo pieno che era un modello di scuola rispet-toso dello sviluppo armonioso di tutte le facoltà dei bam-bini”.

Ci potrebbe spiegare perché e cosa intende?

“La decisione di risparmiare ha portato ad eliminarequasi del tutto le copresenze di due insegnanti sulla stes-sa classe, cosa che in passato permetteva lo sviluppo diprogetti (teatro, ceramica, giornalismo, ecc) o il recuperodi bambini con difficoltà d'apprendimento , in quanto con-sentiva di dividere gli alunni in gruppi per attività. Inoltre,sempre nell'ottica del risparmio, si assiste ad uno "spez-zettamenti delle cattedre", per cui un insegnate deve pre-

stare servizio in diverse classi e scuole”.

Quindi, che cosa si aspetta che succeda?

“In questo modo si va a sgretolare sia l'unità del corpodocente che la possibilità di instaurare rapporti affettiviprofondi con gli alunni che hanno sempre caratterizzatola scuola italiana e che sono funzionali a motivare glialunni più problematici. Un'altra conseguenza è la crea-zione di insegnati di "serie A" e di "serie B": i primi hannola cosiddetta prevalenza, quindi permangono più ore nelmedesimo gruppo, gli altri devono spezzettare le proprieore su più classi. Se al tutto si aggiunge la quasi impos-sibilità di nominare supplenti (sempre per carenza difondi) con la conseguente divisione dei bambini tra lealtre classi. E il fatto che i dirigenti sembrano badare piùal risparmio che alla didattica, il quadro dello sfascio incui versa la scuola pubblica italiana è completo”.

Antonella Tancredi

l'applicazione delle riforma Gelmini

La maturità del 2010 havisto il 97,95% dei matu-randi superare l'esamedi stato che quindi potràcontinuare gli studi (uni-versitari o simili) oppureentrare nel mondo del

lavoro. La notizia confortante è che la percentuale deglistudenti che non hanno passato l'esame di stato è dimi-nuita dello 0,1% rispetto allo scorso anno, infatti il 2,05%di bocciati quest'anno contro il 2,15% di bocciati nel2009. C'è però anche un dato preoccupante, ovveroquello dei non ammessi. Erano infatti 17.000 nel 2009,mentre quest'anno ne abbiamo avuti ben 23.000. Le cause di questo fenomeno sono sicuramente l'intro-duzione di norme più severe come l'obbligo di averealmeno la sufficienza in tutte le materie e la decisone dibocciare lo studente che riporta una valutazione in con-dotta inferiore al 6 (il numero dei bocciati per via di un "5"in condotta è passato da 5000 del 2009 a 8403 di que-st'anno). Per quanto riguarda invece la votazione dei maturati

giunti alla fine del loro percorso dobbiamo dire che è indiscesa il numero di coloro ha ottenuto un punteggiocompreso tra 81 e 100 e lode, mentre è in aumento ilnumero di maturati che ottiene una votazione finale tra il60 e l'80 ("La Stampa" articolo di Raffaele Masci, 10luglio 2010).

Con uno sguardo alla scuola che sarà a partire dal nuovoanno, in un articolo pubblicato a settembre sull'Espresso,si sottolinea il calo delle iscrizioni per l'anno 2010-2011negli istituiti tecnici e professionali, mentre sono in cre-scita quelle ai licei musicali, linguistici e classici. Tra lecause sicuramente la riduzione del monte ore che hapenalizzato gli istituti tecnico-professionali, la confusionenon risolta tra formazione triennale affidata alle regioni eil corso quinquennale dei professionali di Stato che hacreato incertezze circa il valore legale dei diplomi. In conclusione, a settembre alcune scuole hanno riaper-to con un numero di iscritti in più rispetto l'anno prece-dente ma con un numero di classe rimasto invariato esoprattutto con meno docenti che nel frattempo sonostati licenziati. Massimo Minnetti

Intervista a Carmela Sciorio insegnante della Scuola Elementare Michelangelo Buonarroti (Monte Spaccato)

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Vicenza sperimenta la scuola di quartiere

L’iter sperimentale perseguito dalla città di Vicenza inten-de favorire la permanenza dei bambini nei quartieri dovevivono, cercando in questo modo di valorizzare il legamecon il territorio. Per perseguire tale fine è stato istituito ilCentro Unico di Gestione delle iscrizioni (C.U.G.I.), ovve-ro una segreteria gestita dal Comune che mediante cri-teri certi dipana le iscrizioni scolastiche dell'intero territo-rio, dando luogo ad una graduatoria, che valorizza lascelta dello studente verso la scuola nel quartiere di resi-denza, tenendo conto delle esigenze delle rispettivefamiglie.

Il C.U.G.I. ha come obiettivo principale quello di evitareclassi composte esclusivamente da italiani o da stranie-ri, ma miste ed equilibrate affinché tutti i bambini possa-no perseguire il successo formativo senza discriminazio-ne alcuna.

L'iniziativa è stata sottoscritta nel nuovo PianoTerritoriale Scolastico dall'Assessorato all'Istruzione e

alle Politiche Giovanili del Comune di Vicenza e da tuttigli 11 dirigenti scolastici e dall'Ufficio scolastico provin-ciale. Concretamente, il territorio cittadino è stato suddi-viso in 11 aree che ricalcano i vecchi "bacini d'utenza"delle scuole primarie, individuando per ogni via cittadinale c.d. "scuole di pertinenza".

Ogni famiglia con bambini in età da scuola dell'infanzia oscuola media inferiore, riceverà per posta un modello diiscrizione pre-compilato con i dati anagrafici e l'indicazio-ne di una scuola appunto vicino a casa, cioè "di pertinen-za", dove l'iscrizione del bambino è garantita. La fami-glia, tuttavia, può scegliere anche una scuola diversa daquelle "di pertinenza": in questo caso però dovrà vanta-re titoli come la presenza di fratelli nella scuola, la resi-denza dei nonni, la vicinanza del luogo di lavoro dei geni-tori, la permanenza, nel caso delle scuole secondarie diprimo grado, nello stesso istituto comprensivo dove si èfrequentata la scuola primaria. Tutti criteri che saranno considerati per stilare una gra-duatoria di ammissione in caso di posti ancora liberidopo l'inserimento dei bambini che risiedono nella zona.

Non sappiamo dire se questo "modello sperimentale"riuscirà nel suo intento, in quanto molte delle critiche giàfatte riguardano il leso diritto di "libertà di scelta" previstodalla legge ed il timore di un appiattimento del POF(Piano Offerta Formativa), considerato elemento di com-petitività tra le diverse scuole.

Senza negare la validità di tali preoccupazioni, l'introdu-zione di criteri di prossimità territoriali per la formazionedelle classi produrrà vantaggi di carattere pratico inquanto si riduce la distanza tra casa e scuola e di carat-tere sociale favorendo l'integrazione a livello di quartieredi persone culturalmente disomogenee.

Per evitare fenomeni di ghettizzazione territoriale deglistudenti, si tenderà a mantenere la presenza di alunniche non dispongono di adeguate conoscenze linguisti-che nelle classi al di sotto del 30 % come previsto dallaRiforma Gelmini (fonte: www.scuolamagazine.it)

Fabio Napoli

La città veneta ha realizzato un nuovo iter scolastico attraverso la collaborazione tra Scuola e Comune

“Nasce il Centro Unico diGestione delle iscrizioni gestito

dal Comune”

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La scuola ha incominciato il suo processo di modernizza-zione e di riforma con la legge 59 del 1997, (la primalegge Bassanini).L'articolo 21 (comma 6), della suddetta legge e il D.L.numero 59 del 1998, art 25 descrivono chiaramente lefunzioni del Dirigente Scolastico (ex Preside):

“Egli autonomamente dirige, coordina e valorizza le

risorse umane, gestisce le risorse finanziarie e strumen-

tali, assicura la gestione unitaria dell'istruzione, è

responsabile dei risultati ed è il legale rappresentante

della scuola”.

“Al Ministero spetta il compito di definire gli obiettivi

generali mentre agli istituti scolatici spetta il compito di

realizzarli concretamente ed autonomamente mediante

lo sviluppo di programmi operativi”.

Il dirigente scolastico e gli insegnanti hanno un ruoloimportantissimo soprattutto nel processo di definizionedei curricola e nell'introduzione di nuove metodologiedidattiche.Ad una struttura gerarchica e piramidale (ministero,

provveditorato) si è sostituita una struttura orizzontale ecentrata sulla poliarchia di funzioni e responsabilità.La società, con la globalizzazione e le innovazioni tecno-logiche, è cambiata e l'obiettivo della scuola non è più,come quindici anni fa, ossia quello di garantire le cono-scenze di base dei ragazzi su tutto il territorio nazionalema piuttosto di rafforzare le capacità critiche, di sviluppa-re le intelligenze e di valorizzare le potenzialità di ogniindividuo. Gli Istituti scolastici hanno autonomia: gestionale, orga-nizzativa, didattica, programmatico-strategica , giuridica,contrattuale, contabile, finanziaria e patrimoniale.L'autonomia organizzativa, didattica e strategica vieneconcretizzata con l'elaborazione del piano di offerta for-mativo (POF).I soggetti coinvolti nel P.O.F. sono il consiglio di istitutoche lo adotta, il collegio dei docenti, gli enti locali e lerealtà sociali e culturali operanti nel territorio. IL P.O.F. èil documento di identità dell'istituzione scolastica attra-verso cui si applica: la progettazione curriculare ed edu-cativa, la progettazione extra-curriculare, la progettazio-ne organizzativa e didattica.

Prof. Maria Miletta

autonomia scolastica: poliarchia di funzioni e responsabilità

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Scelte di scuola e scelte di vita

La scelta degli studi daintraprendere è una sca-denza che ogni anno siripropone a genitori e stu-denti, di ogni ordine egrado. Scelta non facileperché si tratta di navigarein un arcipelago di infor-mazioni su quello che sidice in Europa e in Italiasulle prospettive di cresci-

ta e di crisi dei vari profili professionali richiesti. Seguonole mode culturali che prediligono alcuni percorsi formati-vi rispetto ad altri anche quando il mercato non è ingrado di assorbirli e la retorica imperante che ha sottopo-sto queste nostre società a cambiamenti continui influen-zando le scelte di studio e di lavoro di intere generazio-ni: dalla società rurale degli anni Cinquanta, a quellaindustriale (anni Sessanta), alla società dei servizi (anniOttanta), alla società dell'informazione (anni Novanta)per poi approdare alla società della "Conoscenza" dovesembra che l'Italia non sia ancora approdata, mentrel'Europa punta già da diversi anni.Presupposto fondamentale perché una società si basisulla "Conoscenza" è l'esistenza di un rapporto traspa-rente tra domanda ed offerta di lavoro finalizzato ad allo-care coerentemente sul mercato gli individui che hannosviluppato conoscenze e competenze nel settore lavora-tivo più confacente alle loro capacità, nonché a selezio-

nare i più meritevoli di guidare e favorire con le loro atti-tudini lo sviluppo della società. Diversamente in Italia,domanda ed offerta sono destrutturate, incontrandositroppo spesso attraverso canali amicali, clientelari o inmodo fortuito. Numerosi giovani ingegneri, con specializ-zazioni faticosamente acquisite, sono successivamenteimpiegati dalle imprese nei servizi commerciali cosìcome molti laureati in settori umanistici entrano spessonel mondo dei mass media pur non avendo studiato"scienza delle comunicazioni" o giornalismo.

Che fare, quindi?

Penso sia giusto assumere tutto quanto sin qui dettocome un dato che comunque influenza la nostra vita e lenostre scelte, ma senza preoccuparsi di usarlo come una

bussola. La bussola che ci deve guidare nelle scelte,come genitori o come figli, è un'altra. In primo luogo, la scuola che abbiamo oggi di fronte nonoffre un piano formativo ed un progetto di vita nel qualeinserirsi ma degli strumenti che sta a noi, genitori e figli,saper utilizzare in base al nostro progetto di educazionee di vita. Quindi, nei primi livelli di istruzione, per tutta lascuola dell'obbligo, è fondamentale che la famiglia insie-me sostenga le forme di espressione che si manifestanonei figli. La scuola oggi offre servizi nuovi ma ne ha persoaltre funzioni. Si insegna forse l'uso del computer o dellelingue ma si è perso il rapporto relazionale che facevadella classe e degli insegnanti la nuova famiglia del bam-bino. Il bambino cresce nell'ansia dell'isolamento affetti-vo, attaccandosi ossessivamente agli strumenti chetrova (i giochi elettronici, la rete, le mode) ma perde cosìla capacità di comunicare con coetanei ed adulti. In secondo luogo, le scelte di indirizzo negli studi arriva-no presto, con le medie superiori e poi con l'università.Anche qui mettere al centro le aspirazioni e le capacità,che è la garanzia perché le scelte non contrastino con lafelicità del ragazzo. L'instabilità che caratterizza l'anda-mento dell'economia e dei servizi nelle nostre societànon consente di fare previsioni precise sui profili profes-sionali richiesti. E' il fenomeno che già nel secolo scorsoil noto economista inglese Keynes chiamava dell' "incertezza". Quindi, come orientarsi?

Se lo studente possiede vocazioni, mistiche o artistiche,

o doti particolari quali la matematica, la chimica, la lette-ratura, la scelta è facile e non va contrastata. Negli altricasi è bene puntare su studi che offrano un'ampia maspecifica base di formazione scientifica possibilmente incontesti universitari di piccole dimensioni dove l'accessoai servizi (biblioteche, mense, laboratori) ed il contattocon i professori sia più facile. L'individuazione di profes-sori qualificati ma motivati per l'insegnamento è un buoncriterio da seguire. Basta cercare su internet per saperecosa hanno pubblicato e di cosa si occupano. In conclusione, la miglior competenza è l'acquisizionedel metodo e della cultura che ci consentono di acquisir-le più rapidamente.

Bruno Amoroso, economista, docente emerito,

Università di Roskilde (Danimarca)

La miglior competenza è l'acquisizione del metodo e della cultura che ci

consentono di conseguirli più rapidamente

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Prof. Bruno Amoroso

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Come fa un giovane praticante-avvocato a diventare

un vero combattente della giustizia se i suoi inseg-

nanti spesso non fanno formazione? L’articolo 26 delcodice deontologico forense stabilisce che:

“L’avvocato è tenuto verso i praticanti ad assicurare la

effettività e a favorire la proficuità della pratica forense

al fine di consentire un’adeguata formazione.

L’avvocato deve fornire al praticante un adeguato ambi-

ente di lavoro, riconoscendo allo stesso, dopo un peri-

odo iniziale, un compenso proporzionato all’apporto

professionale ricevuto”.

Bello, articolo perfetto, peccato che venga spesso disat-teso nella stragrande maggioranza dei casi!Appena ci si laurea in Giurisprudenza si è convinti dientrare in un mondo giuridico-professionale dove final-mente sia possibile mettere in pratica quanto studiatoall’Università. L’Avvocato, responsabile della formazionedel giovane praticante, saprà di certo trasmettere tuttoquello che è necessario per diventare un vero e valido“Professionista”. Ma…sorpresa!!! Proprio lui il “DOMINUS” sarà il primonemico da affrontare.

Purtroppo sono pochi gli avvocati che hanno il tempo diseguire un giovane praticante e questi dovrà armarsi dipazienza e buona volontà per riuscire ad affrontareproficuamente i due anni di pratica forense.

E’ fondamentale trovare un avvocato preparato e dis-

posto ad ins egnare la libera professione con

entusiasmo e serenità a chi da poco si addentra inquesto settore e ancora non sa camminare da solo.Spesso il praticante viene abbandonato, gli vengono affi-dati incarichi senza ricevere alcuna formazione; nonviene messo in condizione di svolgere il suo lavoro almeglio e, intanto, i due anni trascorrono velocemente

senza vederne i frutti e spesso molti abbandonano lastrada per la quale hanno studiato con tanti sacrifici.

Allora, cari “avvocati” prima di dire sì a chi non sa chetipo di esperienza aspettarsi, siate consapevoli cheanche il tempo dei vostri tirocinanti è prezioso ed iltrasferimento delle competenze un dovere ed un’oppor-tunità per creare studi legali affiatati, combattivi masoprattutto preparati.

E voi, “aspiranti avvocati”, nel momento in cui si porràla questione di scegliere lo Studio Legale dove comincia-re la pratica, sappiate, in sede di colloquio, farvirispettare, reclamando con chiarezza il vostro diritto adacquisire nel periodo di formazione il massimo dellacompetenza possibile ed un compenso proporzionaleall’apporto professionale dato.

Antonella Tancredi

diventare avvocatola pratica che non forma

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richiesta l’iscrizione del candidato all’Albo (nella sez. E del RUI) daparte dell’azienda

√ ottenimento del codice RUI, il candidato diventa Consulente a tutti gli effetti

A d ispos iz ione de l Consulente, per tutta la durata de l la co l laboraz ione, s io f f re formazione, cors i d i aggiornamento, poss ib i l i tà d i partec ipaz ione ameet ing az iendal i , accesso all’intranet riservata e software per l’ottimale ges-tione della propria attività. Per un colloquio rif: Valentina Petracci Area Manager3929322462 [email protected]

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Zygmunt Bauman, nel suo "La società sotto assedio",osserva come nell'attuale società non contano più moltonè "avere" nè "essere", il vero modello di vita propostoper avere una vita felice, è quello dell'usare. Ogni inve-stimento ed ogni legame a lungo termine sembranodiventare anacronistici. Paolo Flores d'Arcais, nel suo"Etica senza fede", in cui, appunto, afferma la possibilitàdi una scelta etica di valori laici a prescindere dalla fedecristiana, sostiene che "sotto gli auspici di un relativismodevastante e di un individualismo forsennato, il mondo èallo sbando, smarrito nell'arcipelago della mancanza disenso".

Ne deriva che anche i rapporti personali seguono la logi-ca del consumo, e quindi "la scelta non implica più impe-gni..., perché tutto può terminare istantanemente" edinspiegabilmente (anche con un rapido sms), non appe-na ci si inbatte in opportunità apparentemente più van-taggiose. “Ma là dove la scelta non implica più effetti irre-vocabili..., non c'è più libertà ma solo soggettività”(Tonino Cantelmi, Rachele Barchiesi, 2007). La libertà èun valore che dentro di sé ne contiene altri, come ilsenso di responsabilità, e non ha nulla a che vedere conil liberismo o il libertinismo.

E' la pedagogia peggiore che illumina l'agire, purtroppo,di gran parte dei mass media. Una corsa sfrenata quan-to inutile al potere e al denaro, “... e va bene se ad uncerto punto della vita, ci si rende conto d’aver inseguito ilnulla, d'aver sprecato un'intera esistenza per un pugno dimosche...”(Padre G. Amorth, 2010). Amore e attrazionefisica sono due cose diverse. Una coppia solida e armo-nica, in cui l'uno dà il giusto rispetto all'altro, trasforma

l'amore in un'unione duratura. Le famiglie spesso si sfa-sciano su questo punto: si riduce l'amore a quel senso disoddisfazione romantica, di puro godimento personale,pubblicizzato dai Media. Si è sempre pronti a nuoveesperienze, perché le si considera esaltanti.

Si perde di vista la verità, nascono doppie vite, si semi-na divisione e presto si fanno strada insoddisfazione, ini-micizia, gelosia, violenza, solitudine. Si dice che tutto siacosi diffuso perché si è perso il senso della famiglia cheuna volta era cosi radico; ma perché ci sia senso dellafamiglia l'educazione ricevuta è essenziale. Le ultimegenerazioni, senza più il riferimento delle famiglie chesapevano far crescere l'amore al loro interno, sono statecresciute all'amore secondo una cultura prevaricante

che nei media ha un'arma essenziale. Negli ultimi anni, e soprattutto nell’ultimo ventennio, icosiddetti tabù sono caduti inseguendo la chimera, ilmito di una libertà che, a ben guardare, non è mai arriva-ta. “Le donne dovevano essere più libere, anche gliuomini dovevano esserlo di più, senza dover salvaguar-dare la loro immagine o la famiglia a tutti i costi" e senzapiù doversi assumere responsabilità al riguardo. E' diffi-cile dire, però, se per tutti ci sia stata una conquista dilibertà oppure, piuttosto, maggiore costrizione, insoddi-sfazione, disorientamento e solitudine.

Diviene quindi fondamentale e prioritario promuoveresempre più valori "positivi". Il futuro della società dipen-de da quello che oggi si è capaci di insegnare ai giovani:ad esempio, invece che puntare sull'eccessiva libertà del"fai tutto quello che vuoi", insegnare "il non conformismocon quanto è male", anche se può essere un modo diopporsi a quello che fanno tutti e che si impone al singo-lo come modello di comportamento: è a tal fine d'obbligo"fortificare” i giovani, perché alla società questo tipo diresistenza può sembrare “una denuncia che si opponeallo stordimento delle coscienze. E lo è” (PapaBenedetto XVI, 2007).“Viviamo in una società stordita dal male" (Padre G.Amorth). Si è infatti instaurato un meccanismo per cuiscorrettezze e comportamenti insani che un tempo veni-vano limitati, casomai tenuti nascosti per pudore, orasono sbandierati alla luce del sole…tanto lo fanno tutti. Non c'è più senso del pudore, in nessun campo, da quel-lo intimo a quello politico e socio-economico.

Valori positivi sono, ancora al giorno d'oggi: lealtà, giusti-zia, forza di volontà (ad esempio, nel senso di saper tra-sformare una difficoltà in un’esperienza positiva o saperandar controcorrente se si crede in qualcosa di buono),coerenza, rispetto per sè e per chi è vicino, senso delladignità, dialogo nella direzione del confronto aperto,sereno e costruttivo, fraternità, apertura mentale; apertu-ra di cuore - sia nel dare che nel ricevere (si può parlareanche di "intimità" reciproca, che consiste non nel mette-re a nudo i corpi, bensì nella difficile e coraggiosa opera-zione di metter a nudo se stessi, cuore ed anima!), one-stà, empatia, condivisione, co-operazione anziché com-petizione; capacità di sacrificio (che non vuol dire affattonon gioire della cose belle della vita!).

Dott.ssa Paola Torti, Psicologa e Psicoterapeuta, C.T.U. Tribunale Civile e Penale di Roma

Giovani e valori "positivi": la conquista di una libertà effimera

Società & relazioni18. ottobre 2010

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la scuola di Pinocchio

Nell'ultima scena del famoso film di Roberto Benigni, ilgeniale attore regista mostra una scena emblematica:mentre Pinocchio sta "finalmente" per entrare a scuola,la sua ombra proiettata sul muro dell'edificio, che loaveva seguito fino all'ingresso dell'istituto, diserta l'entra-ta non seguendo il bambino.

Quale messaggio ci avrà voluto mandare Benigni?

Analizzando il profilo psicologico del protagonista,Pinocchio, bambino mezzo umano e mezzo statuetta dilegno semi vivente, vive il dramma della difficoltà dellacrescita, abbandonare il suo essere bambino, per entra-re nel ruolo dell'adulto che via via viene a formarsi, for-giandosi, in primis attraverso l'educazione famigliare e inseconda istanza, attraverso l'istituzione scolastica.L'emblema della storia di Pinocchio è proprio quella delsuo continuo impulso a dire menzogne, per poi venirpuntualmente punito dalla trasformazione in statuetta dilegno dal lungo naso.

Ma perché mai i bambini sono soliti mentire?

Tralasciando ora le menzogne dette dagli adulti per sal-varsi dalle loro malefatte, inadeguatezze o quant'altroche finiscono per distruggere loro stessi e gli altri, labugia del bambino serve quasi sempre, a torto o a ragio-ne, per difendersi dagli altri, dai loro giudizi e dalle loropunizioni. Nella fase di crescita i piccoli sono sottopostiad una continua tensione dialettica, più o meno incon-scia, tra la loro indole ed il ruolo che per loro gli adultiprefiggono.

Ed è proprio per questo che la scuola, forse oggi più chemai, assurge a ruolo di primato educativo, con il compitodi istruire ed educare i piccoli infondendo loro i necessa-ri concetti nozionistici ma soprattutto un'educazione eticafondata, detta alla Max Weber, sui Supremi Valori, a mio

parere gli unici che il bambino possa accettare di acco-gliere nella sua personalità in fase evolutiva.La scuola di Pinocchio dovrebbe inoltre impostare il suoruolo istituzionale partendo da una specifica formazionedei docenti attenta anche alla sfera psicologica deiragazzi per comprendere quando possibile i reali disagie i conflitti che s'innescano nella delicata fase di cresci-ta.

Tuttavia, c'è da direche in questi ultimitempi alcuni genitoridelegano sempre piùspesso il loro ruolo dieducatori alla scuolae alla televisionesenza capire che lachiave per una cor-retta educazione stanel migliorare il gradodi comunicazione ecollaborazione tragenitori e docenti,come si fa in unasquadra.Quello di cui invece

ci si accorge spesso, è quello di cogliere nella fase edu-cativa, solo l'impartizione, per non dire imposizione, dimere regole coercitive, dove a volte le bugie dei bambinifiniscono per mettere genitori contro insegnanti e doveinsegnanti, genitori e bambini finiscono per isolarsi a

vicenda.Forse la scena di Benigni, la fuga dell'ombra, diventa orapiù comprensibile: crescere sì, ma senza perdere il fan-ciullo che si è stati, facendolo convivere con l'adulto chesi è diventati. Federico Monti

Società & relazioniottobre 2010 .19

I l r u o l o d e l l a S c u o l a d i v e n t a s t r a t e g i c os e c ' è c o l l a b o r a z i o n e t r a i n s e g n a n t i e f a m i g l i e

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"Oggi sappiamo che è possibile modificare lospazio-tempo in modo tale da consentire aduna nave spaziale di viaggiare alla velocità

anche superiore a quella della luce"

Quest'annuncio venne riportato nel maggio del 1994sulla rivista "Classical and Quantum Gravity", firmatadallo scienziato M. Alcubierre. Non è, quindi, un trafilettocopiato da una rivista di fantascienza, ma la confermascientifica che la nostra civiltà è ormai in grado di esplo-rare nuove dimensioni per controllare e gestire, tra altrifenomeni avanzati, anche quelli della levitazione e delteletrasporto. Nel suo lavoro Alcubierre aveva anche pre-cisato: "per generare la distorsione dello spazio e deltempo occorre della materia esotica".A distanza di qualche mese comparve su "AmericaScientist" un secondo articolo sull'argomento, a firmaMichael Szpir, in cui si dimostrava che il concetto diAlcubierre non contrastava con la teoria di Einsteinsecondo la quale niente potrebbe viaggiare ad una velo-cità superiore a quella della luce, dal momento che quan-do una qualsiasi materia si trova nella condizione di tele-trasporto, generando semplicemente una distorsionedello spazio-tempo, non si muove affatto.

Ma come avviene tutto questo?

Partiamo dall'inizio: alcuni elementi della TavolaPeriodica sono noti come "elementi di transizione"; diessi fanno parte l'argento e l'insieme di metalli che si col-legano al platino pesante (platino, iridio e osmio) ed alplatino leggero (palladio, rodio, rutenio ed oro). Ne fannoparte anche elementi meno nobili come il cobalto, ilnichel ed il rame. Questi elementi sono in grado di tra-smutare la loro natura assumendo, una volta raggiunto lo

stato monoatomico, l'aspetto di una pietra, detta di fuoco,una polvere bianca già conosciuta dai Sumeri e dagliEgiziani. Ne consegue che le prodigiose possibilità diquesta misteriosa sostanza, legate ai profondi misteri diquella che venne definita Scienza Sacra, sono statetenute celate per millenni e solo in tempi più recenti si èaperto il muro di omertà che ne precludeva gli studi.A questo punto occorre precisare che lo stato monoato-mico si verifica quando tutti gli elettroni si correlano intor-no al nucleo di una data sostanza al punto che i suoi sin-goli atomi non son più in grado di legarsi in forma solidae si trasformano in polvere monoatomica (la famosamateria esotica). In questo stato gli atomi degli elementidi transizione smarriscono la loro reattività chimica, cam-biano aspetto e forma dei nuclei e sono in grado di tra-

smettersi energiasenza alcunadispersione dellastessa e, al fluiredella luce, possonocreare nel propriointorno un campomagnetico unicoche respinge glialtri campi magne-tici. E questo è ilconcetto di super-

conduttività, laproprietà più strabiliante dell'universo. In tale situazione,per avviare il processo basta applicare semplicementeun campo magnetico esterno al sistema e si può produr-re un processo di levitazione elettromagnetica.Ma l'aspetto più sorprendente di questa polvere consistenel fatto che continuando a riscaldarla e a raffreddarla, ilsuo peso varia notevolmente aumentando fino a percen-tuali molto elevate o riducendosi a valori prossimi allozero, sino a scomparire del tutto e trasferirsi in altredimensioni. In proposito, dobbiamo anche ricordare chenel dominio quantico legato agli studi delle superstringhegli studiosi ammettono l'esistenza di non meno di diecidimensioni spazio-temporali: una per il tempo, tre per lospazio come a noi noto, e le ulteriori sei risultano dimen-sioni spaziali collassate in scale differenti di percezioni.Dimensioni parallele, quindi, con cui interagire.

In questa ricerca c'è un pioniere che merita di esserecitato, David Hudson, un uomo che ha speso i suoi averie anche la sua salute, per portare avanti - a partire dal1976 - le sue ricerche sui superconduttori, costretto allafine a passare la mano alle autorità. I suoi numerosi bre-vetti hanno aperto il campo a ricerche più approfonditeche si sono anche spinte, utilizzando le proprietà deisuperconduttori, verso esperimenti sul DNA, sulla ricom-posizione molecolare, sulle fonte energetiche alternative,sulla possibilità di allungare la vita umana. Ma DavidHudson, per dimostrare le sue argomentazioni, chieseanche la collaborazione del Dott. Harold E. Puthoff, diret-tore dell'Institute for Advanced Studies di Austin, Texas.Insieme sperimentarono che la famosa polvere biancaottenuta mediante azione di riscaldamento e raffredda-mento aveva la proprietà di rendersi invisibile perché sitrasferiva in un'altra dimensione.

To be continue... Carlo Famiglietti

Dimensioni parallele

nea cultura20. ottobre 2010

Rubrica

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Un'immagine racconta più di mille parole. Si sa, il cinemaè fatto di scatti, infatti è nato muto più di un secolo fa. Seal cinema un giorno si rompesse l'impianto audio mentresi sta proiettando un film con molti dialoghi non si capi-rebbe niente, mentre in un film che esalta i racconti tra-mite le immagini e la fotografia, sarebbe tutto più chiaro.A volte in un film come nella vita le parole possono risul-tate superflue mentre le immagini quando sono al centrodel lavoro del regista diventano ricche di messaggi e rac-contano situazioni trasmettendo emozioni e sensazioni. Quello che si vuole fare sfruttando questo spazio è ana-lizzare alcune scene di film più o meno famose chevanno "oltre le immagini" e servono a far nascere rifles-sioni interessanti sulla vita e sulla società.

C'è un film di Federico Fellini del 1987, il suo penultimo,molto interessante sotto certi aspetti, curioso, strampala-to e ironicamente auto celebrativo che si intitola"Intervista". Narra la vicenda di una troupe giapponeseche è a Roma per fare un'intervista al Maestro, il qualesta lavorando alla sua ultima pellicola. Con il suo stileinconfondibile Fellini racconta la sua Cinecittà, vera pro-tagonista del film (e della sua vita), dove è ambientatainteramente la storia e il regista compare come attore nelruolo di se stesso.Verso il finale, minacciose figure armate appaiono dadietro una collinetta: sono indiani a cavallo in assetto diguerra, pronti ad attaccare e fronteggiare il nemico, male loro armi non sono archi e frecce, bensì antenne tele-visive. Le impugnano come fossero lance. Comincia labattaglia…ma qual è il significato di tale scena? Non èquesto lo spazio per esporre una critica alla nostra tele-visione, ma non possiamo negare che nello scontro tra

cinema e tv quest'ultima abbia avuto la meglio. Quellache una volta era Cinecittà ora si potrebbe benissimochiamare Telecittà, con i tagli che sono stati fatti al Fondoper lo spettacolo il cinema italiano sta cadendo semprepiù nel baratro e i teatri di posa dove una volta si girava-no i film che hanno reso famoso in tutto il mondo il cine-ma italiano, sono diventati gli studi di programmi spessoinguardabili, talvolta volgari che riempiono le teste degliadolescenti di falsi miti. Non c'è più poesia in questomondo e la logica dei guadagni prevale sulla qualità ascapito della nostra cultura.

“Se tutti facessimo

un po’ più di silenzio,

forse qualcosa

potremmo capire”

(Fellini, La voce della luna)

Ne sono un esempio i poveri indiani d'America, che quisono stati il simbolo di questa guerra in senso negativo,ma nella realtà hanno perso tutte le loro battaglie.Questi, re-inventati da Fellini, hanno avuto la rivincita.Purtroppo o per fortuna non esisteva ancora la televisio-ne all'epoca, altrimenti avremmo dovuto sorbirci la stra-ziante disfatta di questo popolo meraviglioso in diretta tv.Mogli dei nativi rimaste vedove che venivano intervistateda giornalisti senza scrupoli; giovani che, non sapendobene che fare nella vita, scoprivano il loro talento canoroin trasmissioni di successo, ragazzi che, non ancora ingrado di cacciar bisonti, si sarebbero chiusi in una megatenda controllata da videocamere. Augh, Grande

Fratello!

Simbologia, predizione e critica di un grande maestro delcinema italiano, che già più di 20 anni fa aveva intuitoche la televisione avrebbe preso il sopravvento. Siamo comunque noi spettatori a decidere, e questo nonce lo scordiamo mai, è questione di stile di vita, bastipensare che la tv a volte rimane accesa inutilmentesenza che nessuno la guardi, è accesa quando dormia-mo, cuciniamo, chiacchieriamo con gli amici o quandofacciamo l'amore, forse perché inconsciamente le diamopoca importanza? Invece quando si va al cinema lo si faper scelta, non esiste telecomando e si sta in sala al buio

e in religioso silenzio.

Jessica Giaconi

Regista

oltre le immagini

nea cineMaottobre 2010 .21

Rubrica di Cinema

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Halloween, una festa che ci appartiene

A cavallo tra ottobre e novembre ci sono alcune festereligiose molto importanti per i cattolici: Ognissanti, laCommerazione dei defunti e la colorata festa diHalloween che si festeggia anche in Italia anche seancora con molto scetticismo ma che in questi ultimi annista coinvolgendo sempre più persone. In realtà questafesta ha una lunga e forte tradizione cristiana.

“Celti, romani e cristiani

celebravano questa ricorrenza”

Un tempo, nelle terre abitate dai Celti, che si estendeva-no dall'Irlanda all'Italia Settentrionale questo periodo del-l'anno coincideva con il Capodanno d'anno. La parola

"Halloween" ha lontana origine anglosassone; si fa risa-lire alla tradizione della chiesa cattolica e deriva proba-bilmente da una contrazione della frase "All HallowsEve" ossia la notte di ognissanti festeggiata il 31 ottobre,data che nel V sec. avanti Cristo, in questa ricorrenza -chiamata Samhain i colori caratteristici erano l'arancioper ricordare la mietitura e quindi la fine dell'estate ed ilnero a simboleggiare l'imminente buio dell'inverno.

La leggenda narra che gli spiriti erranti di chi è mortodurante l'anno tornino indietro la notte del 31 ottobre incerca di un corpo da possedere per l'anno successivo. ICelti credevano che in questa magica notte tutte le leggifisiche che regolano lo spazio e il tempo venisserosospese, rendendo possibile la fusione del mondo realee dell'aldilà.Ovviamente i vivi non volevano essere dominati e perciòi contadini dei villaggi rendevano le loro case fredde spe-gnendo i fuochi nei camini e rendevano i loro corpi orri-bili mascherandosi da mostri andando a spasso tra lecase per far scappare di paura tutti gli spiriti che incon-travano.

Un'altra spiegazione del perché i Celti spegnessero ognifuoco non risiede nello scoraggiare la possessione deiloro corpi, ma nel fatto che ravvivassero il loro focolareprendendo la fiamma da un unico gigantesco fuoco drui-dico che veniva acceso nella notte del 31 ottobre nelmezzo dell'Irlanda a Usinach. I Romani fecero loro le pratiche celtiche. Ma con l'anda-re del tempo svanì la paura di essere posseduti dagli spi-riti e rimase solo la tradizione di travestirsi. La festa di Halloween venne portata negli USA intorno al1840 dagli emigranti irlandesi che fuggivano dalla care-stia di patate che aveva colpito la loro patria. La tradizione narra di un certo Jack-o-lantern, malfatto-re che ingannò Satana sfidandolo nella notte diOgnissanti a salire su un albero sulla cui corteccia inciseuna croce intrappolandolo tra i rami. Jack fece un pattocol diavolo: se non lo avesse più indotto in tentazione loavrebbe fatto scendere dall'albero. La leggenda narrache alla sua morte gli venne impedito di entrare in para-diso a causa della cattiva condotta avuta in vita, ma glivenne negato l'ingresso anche all'inferno perché avevaingannato il diavolo. Allora Satana gli porse un piccolotizzone d'inferno per illuminare la via nella tremendatenebra che lo attorniava. Per far durare più a lungo lafiamma Jack svuotò un grosso cavolo rapa e ve la poseall'interno.Gli irlandesi usavano in origine i cavoli rapa ma quandonel 1840 arrivarono negli USA scoprirono che le rapeamericane erano piccole, mentre le zucche erano piùgrosse e più facili da scavare dei cavoli rapa. Ecco per-ché a tutt'oggi Jack-o-lantern è una zucca intagliata alcui interno è posata una lanterna.Il 1° novembre, che celebra la morte di tutti i santi come

giorno della loro "nascita", della loro vittoria, ha cristianiz-zato il capo d'anno celtico non contraddicendo lo spiritoperché si paragonano i santi ai chicchi di grano , scesinella stagione autunnale nella terra per rinascere comepiante in primavera.Il giorno seguente, 2 novembre, la Chiesa commemoratutti i defunti secondo una tradizione che esiste in ognicultura ma che solo in Occidente ha carattere triste efunebre. Solo in un paese la commemorazione è unafesta allegra dove i morti sembrano confondersi con ivivi: l'Irlanda. Sembra che la festa di Halloween abbia così un valoreche non viene percepito in Italia, come a dire che è unafesta che non ci appartiene, mentre il suo valore storicoe spirituale è molto forte. Laura Napoli

nea cultura22. ottobre 2010

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Shopper in plastica:primato negativo europeo per l'italia

il riuso consentirebbe di diminuire il consumo di petrolio e 180 tonnellate di co2 immesse in atmosfera

L'Italia è in vetta alla classifica europea per il consumo disacchetti di plastica usa e getta. Con ben 300 buste atesta consumate ogni anno dai cittadini italiani, il nostropaese si conquista un altro primato negativo.

Il consumo nazionale arriva a circa 20 miliardi di busteall'anno. In TUTTA EUROPA se ne consumano ben 100miliardi, mentre si stima una commercializzazione annuamondiale di 1000 miliardi di sacchetti.

Sono questi i numeri che si leggono nel Dossier presen-tato da Legambiente per il lancio di una campagna diraccolta firme per dire stop ai sacchetti di plastica e perrichiedere che non vi sia un'ulteriore proroga del divietodi commercializzazione delle shopper monouso, ora pre-visto per il 31 dicembre 2010.Il presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza hadichiarato: “Già sarebbe dovuto scattare dal 1° gennaio 2010 ed

Secondo il team di ricercatori, guidati dall’ingegnere chi-mico Michael Strano, “le nano-antenne saranno in grado

di catturare ed immagazzinare l’energia solare con un’ef-

ficienza senza paragoni e basteranno piccole zone nelle

quali le nuove celle fotovoltaiche equipaggiate con le

nano-antenne cattureranno i fotoni e li immagazzineran-

no”, ha spiegato Michael Strano dalle pagine della rivistaspecializzata Nature Materials.

“sarà possibile ridurre lo spazio occupato

sui tetti dalle attuali celle foto voltaiche”

Uno degli effetti positivi delle nano-antenne sarà proprioquello di ridurre lo spazio occupato sui tetti dalle attualicelle fotovoltaiche.

“Composte da nanotubi di carbonio a forma di minuscoli

cilindri, garantiranno la possibilità di ottenere pannelli

solari allo stesso tempo più piccoli e più potenti, senza

dover necessariamente andare ad occupare quasi l’inte-

ra superficie dei tetti, come avviene oggi”, hanno assicu-rato.

Oggi il costo dei nanotubi in carbonio non è più così proi-bitivo come in passato e questo potrebbe portare all’ab-battimento dei costi delle celle solari, che in futuro sispera diventino sempre più potenti e sempre meno

costose.

Fonte: www.occhiodelriciclone.com

è stato invece rimandato di un anno”.

Sono numerosi i problemi legati all'uso delle buste in pla-stica, il primo dei quali riguarda la difficoltà nel riciclarle.Secondo Legambiente “dell'enorme quantità prodottasolo l'1% dei sacchetti di plastica viene riciclato a livellomondiale. Riciclarli costa, infatti, più che produrli: riciclare una ton-nellata di sacchetti di plastica costa 4.000 dollari; unatonnellata di sacchetti da materia prima vergine costa sulmercato 32 dollari”.

La risposta è quindi il riuso. Sostituendo la plastica con

borsette in tela riutilizzabili, si risparmierebbero 300sacchetti di plastica che ogni italiano consuma all'annoed oltre 180 mila tonnellate di petrolio e altrettante diCO2 immesse nell’atmosfera.

Fonte: www.occhiodelriciclone.com

aMBiente & tecnoloGia 23.ottobre 2010

arriva dal Massachusetts institute of technology (uSa), unanuova idea che potrebbe aprire la strada al nuovo solare:

le nano-antenne

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Page 24: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

Autonomia statutaria, amministrativa e finanziaria,nei limiti stabiliti dalla Costituzione. Questo è, in sintesi,ciò che sarà “Roma Capitale”, il ruolo speciale che, nel-l’obiettivo dell’istituzione del nuovo ente locale “speciale”della città, viene transitoriamente riconosciuto alComune di Roma che avrà tempo fino al mese di mag-gio del prossimo anno per metterlo in pratica, approvan-do un nuovo statuto.

Il passaggio politico più importante della storia della cittàeterna, coinciso proprio con i festeggiamenti per il 140°anniversario della breccia di Porta Pia che nel 1870sancì, di fatto, l’Unità d’Italia, è stato approvato all’una-nimità dal Consiglio dei ministri lo scorso 17 settembre epubblicato il giorno seguente sulla Gazzetta Ufficiale.

Il decreto attuativo della delega sul federalismo fiscalerelativo allo status di “Roma Capitale” contiene normemolto rilevanti e innovative: innanzitutto l’ente verrà dota-to di una speciale autonomia a cui saranno attribuitemolteplici funzioni amministrative riguardanti diversi

settori quali il trasporto pubblico e la mobilità, lo svilup-po urbano, l’edilizia pubblica e privata, la valorizzazionedei beni storici, artistici e ambientali, lo sviluppo del set-tore produttivo e del turismo, la protezione civile. La riforma prevede che vengano riorganizzati e disci-plinati gli organi di governo dell’amministrazione locale:l’Assemblea capitolina (che in termini politici sostituiràl’attuale Consiglio comunale) e la Giunta capitolina gui-data sindaco. L’Assemblea capitolina sarà composta daquarantotto consiglieri e presieduta da un Presidenteche verrà eletto tra i consiglieri stessi. Sarà compito diquesto organo amministrativo deliberare entro sei mesidal proprio insediamento il nuovo statuto di “RomaCapitale” e regolamentare la disciplina delle funzioniamministrative specificamente assegnate dalla legge sulfederalismo fiscale a “Roma Capitale”. In quest’ottica, sarà ridotto il numero dei Municipi didecentramento che passeranno dalle attuali diciannovea quindici e i cui confini territoriali dovranno necessaria-mente essere ridisegnati.In tal senso, il nuovo assetto della città di Roma, artico-

lato in un “governo centrale” (il Campidoglio), con

maggiori poteri e competenze sui servizi di caratteregenerale, e dai “Comuni metropolitani” (gli attualimunicipi e i comuni dell’hinterland), cui spetta la direttagestione dei servizi locali, assicurerà da un lato un con-tenimento delle spese, ma dall’altro il rischio che larazionalizzazione nella gestione della città, che verràsuddivisa in macroterritori di oltre trecentomila abitanti,possa penalizzare la qualità dei servizi erogati per glistessi cittadini, i veri destinatari della riforma. Nel nuovo assetto cittadino, il sindaco, che sarà ilresponsabile dell’amministrazione di “Roma Capitale”,avrà il compito di nominare la Giunta che sarà compostada dodici assessori; potrà inoltre essere ascoltato nelleriunioni del Consiglio dei ministri all'ordine del giornodelle quali siano iscritti argomenti inerenti alle funzioniconferite a “Roma Capitale”. Tra le principali novitàpolitiche del decreto attuativo, la definizione dell’incom-patibilità tra ruolo di consigliere capitolino e assessore; lanomina ad assessore comporterà la sospensione di dirit-to dall’incarico di consigliere e la sostituzione tempo-ranea con il primo dei non eletti della stessa lista e,viceversa, la possibilità per gli assessori di rientrarecome consiglieri se decadranno dal loro incarico.

Federico Boccadoro

una città due volte “capitale”

notizie dalla caPitale ottobre 2010.24

con l’approvazione del decreto, roma godrà di un maggiore potere amministrativo e competenze sul territorio

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La storia della medicina, della chirurgia e dei chirurghi in

particolare, è una storia millenaria. Tuttavia, a partire dal-

l’ottocento nasce la moderna sala operatoria ed insieme

ad essa una nuova concezione dell’organizzazione san-

itaria. Nascono le specializzazioni ed i progressi della

tecnologia applicata alla medicina consentono di aprire

la strada ai trapianti di organi. Nel tempo cambia in pro-

fondità la tecnica, ma non il ruolo del chirurgo.

‘Il medico è la persona il cui cuore è aperto per lasciarsi

turbare di fronte al bisogno dell’altro’ diceva Gesù. A lui

si affida la capacità di rispondere alle domande del

corpo. A lui si affidano le sofferenze e le aspettative di

tutti a cui deve, con mano e strumenti, anche se non è

sempre possibile, trovare soluzione. A lui è chiesto quo-

tidianamente di entrare in sintonia con la famiglia del

paziente mantenendo una empatia con la sofferenza

anche laddove è senza speranza per le conoscenze

attuali. Per parlare di vita e parola abbiamo rivolto alcune

domande al dottor Luca Poli, Centro trapianti del

Policlinico Umberto I di Roma.

il chirurgo: una vita al servizio della vita

notizie dalla caPitaleottobre 2010 .25

intervista al dottor luca Poli , responsabile Programma di trapiantodi rene presso il Policlinico umberto i, università la Sapienza, roma

da quanti anni opera in questo settore?“Mi occupo di trapianti da oltre venti anni. Ho assistitoalla evoluzione delle tecniche chirurgiche di questi duedecenni mantenendo sempre viva l’attenzione, oltre chesugli aspetti meramente operativi, sulle conseguenzepositive per la qualità della vita dei pazienti”.

Quante sono le persone in lista di attesa in Italia oggiche attendono un trapianto di rene? “Ci sono 6989 persone (dato al 19 settembre 2010, ndr)che attendono un rene”.

Ha mai pensato di cambiare lavoro?

“I momenti difficili ci sono stati. Soprattutto quando nonsiamo stati, parlo al plurale perché la buona riuscita di unintervento è frutto di un lavoro di equipe, in grado di risol-vere “il problema”. “Quando il paziente non ce l’ha fatta”.Quando la medicina si è dimostrata impotente. Momentidifficili si, ma mai la voglia di cambiare lavoro. Anzi lo sti-molo a studiare, ad approfondire lo stato delle nostreconoscenze. Il nostro è un mestiere difficile.

Rispondiamo alle domande ed alle attese delle personesulla vita, sulla qualità della vita stessa”.

Cosa consiglia a chi vuole diventare chirurgo?“Di tenere sempre aperte le porte del cuore. Di non inar-idirsi nella dimensione burocratica che anche la profes-sione di chirurgo comporta. Di ricordarsi sempre dellaumanità del paziente.Di fronte al medico, è certamente ilsoggetto debole”.

Come concilia vita personale e vita “chirurgica”“Non è un rapporto semplice, non serve nemmeno spie-gare perché. Carenza di tempo, tensione. Ma è dalla vitache si trae la forza per una lavoro come questo”.

Cosa cambierebbe del sistema ospedaliero?“Il sistema ospedaliero italiano sconta le difficoltà di tuttele organizzazioni complesse. Burocrazia, distorsionigestionali. Ma eroga, complessivamente, servizi eccel-lenti e soprattutto per tutti. Per la peculiarità delle nostreattività dovremmo, sempre di più, puntare sul migliora-mento della qualità del rapporto con gli utenti/pazienti.Abbiamo a che fare con persone che si trovano in unostato particolare di debolezza nei confronti di unamacchina, quella ospedaliera, che se perde la capacitàdi ascoltare rischia di diventare aggressiva, mal percepi-ta e, di conseguenza, mal giudicata”.

Cosa pensa di aver fatto per i pazienti e cosa

avrebbe potuto fare se i mezzi o le norme fossero

state diverse nel nostro sistema sanitario?

“Penso di aver ascoltato e penso anche di aver fattotutto quanto ho potuto per rispondere alle domande cheho ascoltato. Il Sistema Sanitario Italiano è solido e ben-strutturato. Tutto è migliorabile e noi che abbiamo unamissione così importante siamo sempre alla ricerca dell’optimum”.Lei ritiene che “la Coscienza sia spesso più avanza-

ta delle leggi”. Cosa intende?

“Rispetto a leggi e coscienza, volevo sottolineare che lanostra coscienza matura, prima della traduzione innorme, comportamenti e valutazioni che, applicati, ren-derebbero il nostro lavoro di medici ancora di più ingrado di fornire quelle risposte che i pazienti si atten-

dono”. Antonella Tancredi

Psicologa

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E’ un Comitato civico spontaneo apartitico composto dacittadini con orientamenti e sensibilità politiche diverseche condividono l’obiettivo comune di collaborare perrisolvere i problemi del territorio e di favorire il raccordoinformativo tra cittadini ed enti pubblici/privati coinvolti avario titolo nelle questioni che riguardano la nostra Polis.

Il territorio del Municipio 18, come altri, pullula di

comitati e associazioni; perché è nato Pasquino 18?

Ci voleva qualcosa di diverso. Pasquino 18 nasce perdare spazio alle semplici esigenze quotidiane del singo-lo cittadino, riservando ad esso la decisione delle inizia-tive da intraprendere, secondo il principio dellademocrazia dell’antica Grecia: chi ha un disagio lo seg-nala e durante ogni riunione settimanale si delibera amaggioranza dei partecipanti. Conta chi è fisicamentepresente, non contano le deleghe. Ciò non esclude col-laborazioni frequenti su temi comuni con altre associ-azioni che utilizzano strumenti diversi dal nostro per leloro finalità.di fatto, di cosa vi occupate?

Di quelle piccole cose che, purtroppo, in caso di trascu-ratezza da parte delle istituzioni, divengono problemi perl’uomo della strada: di “monnezza”, cioè della mancata oimpropria raccolta dei rifiuti, dell’ombra nei parchi giochidei bambini durante l’estate, del divieto di transito ai pull-man nelle strade troppo strette, e di altre cose che il cit-

tadino dovrebbe avere senza doverle chiedere.Insomma, ci impegniamo per dare voce ai disagi ed aiproblemi urbani affinché i cittadini non si sentano soli edabbandonati. Avete un orientamento politico?

Per noi contano solo le idee e l’impegno!Perché “Pasquino 18” ?

Il nostro “vecchio amico” Pasquino esprimeva, anonima-mente, il disagio dei cittadini verso chi li governava; noilo facciamo nei riguardi del Municipio 18, al di là del suoschieramento politico; siamo attivi sul territorio per rice-vere le istanze dei cittadini (ci incontriamo tutti i lunedìalle ore 19.30 presso i locali del Bar Nando in via MartinoV, vicino la Parrocchia San Filippo Neri, info3461849601). Inoltre, siamo presenti su internet attraver-so Facebook (Pasquino Diciotto), un sito internet(http://pasquino18.xoom.it). ed un indirizzo di posta elet-tronica ([email protected]) al fine di ricevere seg-nalazioni ed informare tutti i cittadini interessati circa glisviluppi/aggiornamenti delle problematiche portiateall’attenzione delle autorità competenti. Qual è il vostro metodo?

Siamo un comitato spontaneo (massimo margine diazione, minimo intralcio organizzativo). Ognuno entra eesce quando vuole, ognuno agisce, autonomamente inrelazione alle deliberazioni settimanali. Pasquino 18 èorgoglioso di sentirsi come il Davide che combatte unGolia gigantesco, che impersona, a volte, disinteresseistituzionale, e dà per scontata ed eterna la sua autorità.La nostra forza nasce dalla consapevolezza che i cittadi-ni romani abbiano il diritto ad ottenere servizi adeguati edefficienti come corrispettivo delle imposte locali pagate ead avere una classe dirigente che gestisca le risorsepubbliche nell’interesse dei contributori.A livello operativo, il comitato segnala di propria iniziati-va o tramite i cittadini situazioni di degrado, abbandono,disagio alle autorità competenti. Più in particolare, ilcomitato ricostruisce lo stato dell’arte del problema einvia una mail di sollecito/segnalazione ai soggetti com-petenti del caso specifico (Consiglio municipale, Vigili delfuoco, Polizia municipale, Ama, Atac, ecc) affinché tuttisiano informati. Contestualmente, la mail viene inviataanche a tutti i cittadini che in questo modo (trasparente)sono informati dell’azione intrapresa e dei possibilisviluppi positivi o negativi del caso in questione.

Laura Napoli

Chi è Pasquino 18?

notizie dalla caPitale26. ottobre 2010

Vita di Municipio

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Page 27: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

nell’intervista il cantautore Peppe Militello esprime nostalgia per ilpassato e preoccupazioni sul futuro

Peppe Militello è stato menestrello degli artisti, amatodai grandi giganti della cultura italiana degli anni set-tanta ed ottanta, come Federico Fellini, VittorioGassman, Renzo Gattuso, Eduardo De Filippo, UgoAttardi, Carlo Quattrucci e Riccardo Tommasi Ferroni.

Insomma, Lei li ha conosciuti di persona i grandi

maestri?

“Si, ma più che chiacchierare lavoravamo INSIEME.Erano tempi bellissimi”.

Quindi, dai rapporti professionali nascevano

anche rapporti umani come l’amicizia?

“Ma certo, era il bello di quei tempi quando le persone si rispetta-vano e creavano sogni insieme. Ad esempio, mi ricordo quandoCarlo Levi, quello per intendersi del Cristo che si è fermato adEboli, amante dello spirito meridionale, rimasto esterrefatto dallapoesia mediterranea, mi dedicò un suo quadro”.

Qual era la qualità che la contraddistingueva?

“Sapevo toccare l’animo delle persone armonizzando musiche eparole che mi venivano dal cuore; spesso preso dell’entusiasmoricorrevo anche all’improvvisazione”.

Ritornando ai nostri giorni, l’anima di questo menestrello

come si trova nella società di oggi?

“Oggi molte persone si muovono esclusivamente spinti dall’interesse eco-nomico fine a se stesso. Creare, esprimere, emozionare si avvicina piùad una formula studiata a tavolino che al desiderio di comunicarequalcosa di umano, sincero legato alle nostre radici culturali edidentitarie. Forse è per questo che oggi si parla di crisi d’identità”.

Oggi la cultura italiana cosa ha ereditato dal passato?

“Sono rimasti tanti nani ad avere la grandezza nella terra dellastoria, nell’Italia nostra”.

Quindi, siamo tutti responsabili?

“Sì, tutti. Nessuno guarda quell’angolo di cielo dove c’era da pen-sare. Nessuno guarda quell’angolo di terra dove i bambini fanno

fatica anche a respirare”.

Ed i giganti del passato?

“Son partiti verso un paese assai lontano”.

Vuole ringraziare qualcuno?

Sì, il Prof. Lino Turatti per la disponibilità e collaborazionedimostrata nella composizione dei testi.

tra 20 anni possiamo aspettarci che le generazioni didomani ricordino con nostalgia gli artisti di oggi?

Che dire...i giganti sono partiti...son rimasti tutti nani. Comunque,la speranza è sempre l’ultima a morire.

Laura Napoli

“Son rimasti tanti nani ad avere la grandezza”

notizie dalla caPitaleottobre 2010 .27

In questa foto da sinistra: F. Fellini, P. Militello, E. De Filippo e V. Gassman

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Page 28: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

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Page 29: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

in Polonia si riaccende il dibattito sull’incidente aereo che ha decapitato

la classe politica nazionale

Dopo sei mesi dalla catastrofe senza precedenti del-l'aereo polacco Tu-154 del 10 Aprile 2010, l'atmosferache accompagna l'inchiesta sulla tragedia si riscaldasempre di più pian piano che vengono analizzati i docu-menti. All'indomani della tragedia, la Russia ha fatto ditutto per riportare al suo Paese il corpo del decedutopresidente polacco con tutti gli onori organizzando unasolenne cerimonia per commemorare le vittime dellatragedia. Ma a distanza di sei mesi dal momento dell'apertura del-l'inchiesta, le autorità polacche non condividono il meto-do con cui l'investigazione sia stata condotta in Russia. Ilgoverno polacco nella persona del Primo Ministro,Donald Tusk, è stato criticato per aver affidato l'inves-tigazione alla parte russa. Il 10 aprile è stata formata lacommissione congiunta del Comitato Interstatale diAviazione (MAK) e del Ministero della Difesa Russo perindagare sulle cause del disastro. L'inchiesta si sta effet-tuando sulla base della Convenzione di Chicago del1944 sull'aviazione civile. Le autorità polacche stanno svolgendola la propria inchi-esta in base ai materiali forniti dalla MAK. Sulla necessi-ta di garantire trasparenza all'inchiesta e sulla perp-lessità se il governo polacco faccia abbastanza per ricer-care la verità.

Alcune riviste straniere hanno espresso perplessità (DerSpiegel e the Times) sull’approccio adottato dal governopolacco nell’inchiesta. Inoltre, sottolineano il ruolo delPresidente Lech Kaczynski, nel guidare l'opposizioneinternazionale antirussa durante il conflitto russo-gior-giano. Nelle ultime settimane, in Polonia si è riaperto ildibattito e vengono sollevate numerose perplessità.

Attualmente, le scatole nere sono ancora a disposizionedella MAK. Il 31 maggio sono state trasmesse dalcomando russo le copie delle registrazioni al Comitatod'Inchiesta polacco sugli Incidenti dell'AviazioneNazionale. L'analisi dell'impronta vocale dei CD da partedegli esperti polacchi contenenti copia delle registrazionisembra che abbia rilevato la mancanza di 16 secondi diregistrazione. Secondo le copie di registrazione, la torre di controllo diSiewiernyj avrebbe autorizzato il Tu-154 a scendere finoa quota 100 metri. Diversamente, Artur Wolsztyl, il pilota

del JAK-40, l'aereo atterrato un'ora prima della cata-strofe con i giornalisti polacchi a bordo ha dichiarato chesia lui, che il TU-154, avrebbero ottenuto il permesso discendere fino a quota 50 metri, ossia ad un’altitudinecontraria alle indicazioni contenute nella carta dei datidell' aeroporto che permetteva di scendere fino a quotadi 100 metri). Fino ad oggi la parte polacca sembra anco-ra non ha aver ottenuto le registrazioni delle conver-sazioni con la torre di controllo.

Un altro mistero riguarda i dati di destinazione dell’aero-porto che sembra non fossero aggiornate e che quindicontenessero coordinate in merito alla posizione del-l’aeroporto diverse rispetto a quelle indicate dal sistemaGPS.

Inoltre, il pilota del Jak-40 poteva atterrare grazie adalcune tecnologie presenti nel velivolo mentre quello delpresidente impossibilitato in quanto di più vecchia fabbri-cazione.

Molto confuse sono le dichiarazioni del personale dellatorre di controllo in quanto sembra che i piloti non par-lassero il russo, notizia che successivamente è statasmentita. Per complicare ancora di più la situazione, l'aeroportomilitare era sprovvisto del sistema di precisione di guida,Instrument Landing System (ILS) del quale sembra chesarebbe stato fornito qualche giorno prima per favorire lasicurezza dell’atterraggio del Presidente Putin e Tusk.

Ad oggi la parte polacca non ha ottenuto le registrazionidelle conversazioni con la torre di controllo. In fine sem-bra che i resti dell’aereo non siano stati custoditiadeguatamente rispetto alle pressioni atmosferiche conil rischio di compromettere la perizia investigativa. Gli interrogativi sono numerosi ed altrettante le ipotesi inuna tragedia che ha decapitato la classe politica polaccaed in un’inchiesta i cui sviluppi sono solo all’inizio (Fonte:

wprost del 30.06.2010, Rzeczpospolita del 18-06-2010,

www.tu154.eu del 6 luglio 2010 e conferenze stampa

della Newsweek Polska, Gazeta Wyborcza, Dziennik).

Mariola Wnuk

notizie dal Mondo29. ottobre 2010

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Page 30: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

Dal 19 luglio 2010 è in vigore il nuovo Codice della

Strada (L. n. 120/2010) che ha raddoppiato le sanzioni.

Nessuna tolleranza per chi supera i limiti di velocità, chi

non soccorre animali feriti, chi inquina e/o sporca le

strade o guida sotto l'effetto di alcool e droghe.

AlcoolLa Corte di Cassazione ha ribadito che “la prova dellaguida in stato d’ebbrezza non è subordinata all’ese-cuzione dell’alcool test, potendo essere fornita da qualsi-asi elemento rilevato e verbalizzato dagli agenti di polizia(Cassaz. Pen., Sez. IV, sent. n. 19711, maggio 2009). I minorenni trovati alla guida di ciclomotori e minicar conun tasso alcolemico compreso tra 0 e 0,5 g/l non pos-sono conseguire la patente B fino a 19 anni (il limite d'etàper la patente si prolunga fino a 21 anni se il tassosupera 0,5 g/l).Per i neopatentati nei primi 3 anni di guida e per i condu-centi professionali, le multe collegate sono così commi-nate: fino a 624 euro, se il tasso alcolemico è sotto gli 0,5g/l; la cifra raddoppia in caso di incidente. Se il tasso èfra 0,5 e 0,8 g/l, le sanzioni aumentano fino a 2.666 euro,con sospensione della patente fino a 8 mesi. La multapuò arrivare a 4.800 euro se il tasso è compreso fra 0,8e 1,5 g/l, con sospensione della patente fino a 18 mesi.Per gli autisti di mezzi pesanti, un tasso alcolemico com-

preso tra lo 0,8 e l'1,5 g/l, comporta l'aumento di un terzodella sanzione. Se il tasso alcolemico supera l’1,5 g/l, lacontravvenzione può raggiungere i 9.000 euro e lapatente essere sospesa fino a 36 mesi. Per tutti quelli che vengono fermati con un tasso di alcoolnel sangue compreso tra lo 0,5 e lo 1,5 g/l la multa puòarrivare fino a 2.000 euro. Chi viene fermato con untasso di alcool nel sangue che supera l’1,5 g/l si rischiafino a un anno di reclusione, la sospensione dellapatente fino a 2 anni e la revoca del titolo di guida in caso

di recidiva. “Pene raddoppiate in caso di incidente”.

CannabisPer chi si mette al volante dopo aver assunto droghe, èprevista una multa di 6.000 euro, l'arresto fino a un annoe la sospensione da uno a due anni. Le sanzioni sonoraddoppiate se il veicolo è di altri. Se l'autista è unneopatentato o un conducente professionale, le multesono ulteriormente aumentate, da un terzo alla metà. Lapatente viene comunque revocata agli autisti di grandimezzi pesanti o in caso di recidiva nel triennio. In caso diincidente, le sanzioni vengono raddoppiate. Per comod-ità del lettore, si riporta qui di seguito, a scopo mera-mente informativo, il trattamento sanzionatorio di chiviene trovato in possesso di stupefacenti, che riguardasia il reato che l'illecito amministrativo e comprende tuttele tipologie di pene e di restrizioni (vedi tabella).

Patrocinante Avvocato Gianna Rossi

nuovo codice della Strada: tolleranza zero per alcool e droghe

ProfeSSioniSti - lex30. ottobre 2010

Sanzione Penale(si applicano nel

caso di reato dispaccio presunto)

Restrizioni: reclusione da 6 a 20 anni per il reato di spaccioPecuniaria: Multa per il reato di spaccio presuntoAltri casi: nei casi di lieve entità e/o assuntore di sostanze stupefacenti, possibilità di sostitu-zione della pena con il lavoro di pubblica utilità

SanzioneAmministrativa(si applicano nelcaso di uso indivi-duale di stupefa-centi quando lacondotta è estra-nea al reato dispaccio)

Interdittive (per le condotte ritenute più lievi)Inflitte dal Prefetto, durata da un mese ad un anno. - il formale invito a non fare più uso di sostanzestupefacenti; - la sospensione della patente di guida o il divieto di

conseguirla; - la sospensione della licenza di porto d'armi o ildivieto di conseguirlo;

- la sospensione del passaporto e di ogni altrodocumento equipollente o divieto di conseguirli;- la sospensione del permesso di soggiorno per

motivi turistici o il divieto di conseguirlo per il cittadi-no extracomunitario.

Coercitive (soggetti condannati o sotto misura di

prevenzione). Inflitte dal Giudice di Pace per ladurata massima di due anni. Tra esse: - l'obbligo di presentarsi almeno 2 volte la settimana

presso la Polizia di Stato; - l'obbligo di rientrare nella propria abitazione entrouna determinata ora e di non uscirne prima dell'ora

prefissata; - divieto di frequentare determinati locali pubblici; - divieto di allontanarsi dal comune di residenza; - obbligo di comparire a un comando di Polizia negli

orari di entrata e usciti dagli istituti scolastici; - divieto di condurre qualsiasi veicolo a motore.

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Page 31: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

Arrivati al termine del percorso di studio, spesso inter-minabile e poco formativo, ci si trova di fronte ad unaserie di scelte che andranno poi ad indirizzare ilprosieguo della vita di ciascuno. La domanda: “E ora che faccio?

E’ la prima che un ex studente si pone, appena uscito dalguscio in cui lo studio lo ha custodito. Provare ad

ottenere una specializzazione tramite un master?

E’ un’idea… Tentare di acquisire conoscenze di un gradopiù elevato rispetto a quello universitario, con un tagliopratico, sperando che ciò ripaghi nel momento in cui ci siaffaccerà definitivamente al lavoro. Ma vista l’oggettivadifficoltà di trovare una stabile occupazione, rimandarel’ingresso nel mondo del lavoro fino, o spesso oltre, lasoglia dei trent’anni potrebbe non essere la mossa piùazzeccata. E così la ricerca di un lavoro diventa immedi-ata e spesso finalizzata non già alla realizzazione prati-ca di quanto appreso in ambito didattico, ma semplice-mente all'ingresso nel cosiddetto “mondo dei grandi”,spesso abbagliati dalla prospettiva dei primi soldi intasca.

Un'altra ipotesi, sebbene all'apparenza più “rischiosa”,potrebbe essere avviare una propria attività ma aquesto punto è necessario valutare bene i pro e i contro.Un lavoro come dipendente mette al riparo da un puntodi vista economico, garantendo un’entrata mensile efissa, nel rispetto però di quelli che sono gli obblighi e glioneri contrattuali; un lavoro autonomo, al contrario,garantisce una maggiore libertà e flessibilità nella gestione del tempo e delle modalità anche se, soprattuttonella fase iniziale, può richiedere un investimento impor-tante di tempo e denaro. In quest'ultimo caso, occorrescegliere il tipo di impresa da avviare da cui dipendonopoi i vari adempimenti da espletare che naturalmentecambiano a seconda del tipo di attività che si intendesvolgere. Proprio con questo intento, quindi comincere-

mo da qui e per le prossime uscite un percorso finaliz-zato a sostenere chi voglia creare nuove imprese, met-tersi in proprio e conoscere le soluzioni fiscalmente piùfavorevoli nel pieno rispetto delle normative vigenti. Rag. Andrea Ottaviani Tel: 06 88542092 Email:[email protected]

STUDI FINITI: LAVORO DIPENDENTE OAUTONOMO?

ProfeSSioniStiottobre 2010 .31

E’ possibile per un condomino staccarsi dal riscaldamento centralizzato?A meno che non sia espressamente vietato dal regolamento di condominio, o si verifichi un caso particolare, il condomino può rinunciare ad usufruire del servizio di riscaldamento centralizzato e staccare la propria diramazione. Questo, tuttavia, a condizione che il condomino stesso porti la certificazione di un tecnico abilitato, la quale garantisca che il distacco non arrecherà dannoalcuno alla funzionalità del sistema centralizzato ( come ad esempio squilibriotermico, perdite di calore, ecc. ). Poichè l’impianto di riscaldamento centralizzatoè una delle parti comuni del condominio (art. 1117 comma 3 del Codice Civile),ne consegue che il condomino in argomento, sarà comunque obbligato a partecipare alle spese di gestione e manutenzione dell’impianto, rimanendo egli comproprietario dello stesso.

Quando è possibile richiedere la convocazione assembleare da parte dei condomini?Questo può accadere quando si verificano situazioni la cui gravità è tale da richiedere la convocazione di un’assem-blea straordinaria: in tal caso è sufficiente che due condomini, che rappresentino almeno 1/6 del valore dell’edificio,facciano richiesta all’amministratore per la convocazione di un’assemblea straordinaria. Nel caso l’amministratore nonprovveda entro dieci giorni dalla richiesta, i condomini richiedenti potranno convocare l’assemblea facendo le veci del-l’amministratore stesso. Paolo Migotto

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L’AMMINISTRATORE RISPONDE...

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Page 33: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

Creazione e sviluppo di piccole e medie

imprese (L.R. 29/96)

La Legge regionale 29/96 ha come obiettivo favorire lacreazione e il rafforzamento di impreseattraverso azionidi sostegno rivolte a giovani ed altre categorie di lavora-tori svantaggiati.

A chi è destinata? Società (anche cooperative) com-poste in maggioranza da: a) persone maggiorenni che al momento della presen-tazione della domanda non abbiano compiuto trentaseianni di età iscritti da almeno sei mesi ai centri perl'impiego; b) donne non dipendenti ne pensionate e non titolari dipartita IVA;c) altre categorie di lavoratori svantaggiati. I settori di attività finanziabili sono: produzione di beninell'artigianato e nell'industria, servizi alle imprese, al tur-ismo, alla cultura.

L’obiettivodella legge è favorire la creazione e il raf-forzamento di imprese giovanili con azioni rivolte anchead altre categorie di soggetti (lavoratori in mobilità, lavo-ratori in Cigs, iscritti alle liste di collocamento, donne,lavoratori svantaggiati e altre categorie deboli) chedevono prestare la loro attività lavorativa nell'ambito del-l'impresa, rappresentare la maggioranza delle quote delcapitale sociale ed essere soci amministratori dell'impre-sa beneficiaria dei contributi.

Beneficiari: società che hanno sede legale e operativanel Lazio, costituite da non più di un anno alla data dipresentazione della domanda. Sono ammesse società innome collettivo, semplici, in accomandita semplice, inaccomandita per azioni, per azioni, a responsabilità limi-tata, cooperative di produzione e di lavoro. Non sonoammesse le società con un unico socio.In particolare, la maggioranza dei soci deve impegnarsia lavorare nell'impresa e appartenere a una o più delleseguenti categorie: - persone maggiorenni che almomento della presentazione delle domanda nonabbiano compiuto 36 anni, iscritti da almeno sei mesi alCentro per l'impiego; - lavoratori iscritti nelle liste di mobilità o da questedecaduti per decorrenza dei termini; - lavoratori sospesi perché eccedenti nell'ambito dell'im-

presa con diritto al trattamento straordinario di inte-grazione salariale; - soggetti iscritti al Centro per l'impiego della RegioneLazio da più di 2 anni; - donne né pensionate, né dipendenti e non titolari di par-tita IVA; - lavoratori svantaggiati secondo quanto indicato all'art. 4della L. 381/91; - altre categorie deboli sul mercato del lavoro, eventual-mente individuate con delibera della CommissioneRegionale per l'impiego; Settori di attività a. Produzione di beni nei settori dell'artigianato e dell'in-dustria; b. Fornitura di servizi alle imprese; c.Fornitura di servizi alla produzione nei settori della cul-tura e dell'informazione, dell'ambiente, del turismo, dellamanutenzione di opere civili ed industriali.

Alcune limitazioni sono previste nei settori: siderurgia,cantieristica navale; industria carboniera; trasporti;industria tessile; fibre sintetiche; industria automobilisti-ca; industria alimentare e delle bevande; industria deltabacco. Sono esclusi i servizi alle persone

Entità agevolazione

Contributo in de minimis (fino ad un max di 200.000euro) pari all'80% delle spese ammissibili; la tipologia dicontributo può essere scelta, a richiesta dell'impresa, tra: • contributo in conto capitale • contributo in conto interessi sugli investimenti (il mutuonon potrà essere superiore al 50% dell'investimentoammesso e dovrà avere una durata non superiore a 5anni) • Contributo in conto gestione a titolo "de minimis" (finoad un max di 200.000 euro).

Procedimento

Presentazione della domanda a Sviluppo Lazio; istrutto-ria con facoltà di richiedere integrazioni. Erogazioneeffettuata in base allo stato di avanzamento dei lavori(Sal), dietro presentazione di fatture relative alle spesesostenute. Può essere erogata un'anticipazione 25% delconto capitale; il saldo per ciascuna annualità verràerogato dopo l'esame del consuntivo dell'anno di riferi-mento.Per saperne di più www.sviluppo.lazio.it

finanzia PuBBlica aGeVolataottobre 2010 .33

FINANZIAMENTI PER I GIOVANI (BANDO APERTO)

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Page 34: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

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Page 35: N.1 NEA POLIS ROMA_SCUOLA_OTTOBRE 2010

- Generazione 1000 euro -

- Mercato, dov’è lo Stato? -

- Spaghetti system -

- Le imprese ed il bisogno diLeadership -

- Centri commerciali: isole felici? -

- Rilanciare i mesterie tradizionali: la Legge sull’apprendistato -

- Le soluzioni fiscalmente più convenienti per fare impresa -

- Green economy, storie di successoal femminile in tempi di crisi -

- Cittadino chiama…Municipio 18 e19 dove siete? -

- Disoccupazione e disagio esistenziale -

- L’Associazione “Amici di Totò...aprescindere! - Onlus” -

- Finanza Pubblica agevolata:Autoimprenditorialità -

- Dossier sullo stalking -

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ROMA

ottobre 2010 .35

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