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I BES I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI NEOASSUNTI a.s. 2015/16 Prof.ssa Katia Fiocchetta

NEOASSUNTI a.s. 2015/16 Prof.ssa Katia Fiocchetta · LEGGE 104/1992 (art. 3, comma1) •E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata

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I BES I BISOGNI EDUCATIVI SPECIALI

NEOASSUNTI a.s. 2015/16

Prof.ssa Katia Fiocchetta

QUALI SONO I BES

• Le disabilità

• Disturbi specifici di apprendimento e disturbi evolutivi specifici

• Area dello svantaggio socioeconomico, linguistico e culturale

AREA DELLA DISABILITA’ LEGGE 104/1992 (art. 3, comma1)

• E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica, psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva, che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di emarginazione.

Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità

30 marzo 2007

• Per persone con disabilità si intendono coloro che presentano durature menomazioni fisiche, mentali, intellettuali o sensoriali che in interazione con barriere di diversa natura possono ostacolare la loro piena ed effettiva

partecipazione nella società su base di

uguaglianza con gli altri.

Le osservazioni di Flavio Fogarolo

• Quindici anni separano queste due definizioni, tratte una dalla più importante Legge italiana in materia (la n.104 del 1992), l'altra dalla convenzione dell'ONU (2007).

• Nel 1992 si parlava di persona handicappata, oggi di

persona con disabilità, ma, a parte i diversi vocaboli usati, già allora era ben chiaro che i problemi non nascono tanto dal diverso stato di salute o funzionamento dell'organismo (la menomazione), quando dai suoi effetti nel contesto sociale.

La prospettiva ICF dell’OMS

• Alla base dell’attuale normativa sui BES

• La menomazione in genere non si può ridurre, è stabilizzata o progressiva. Gli effetti della disabilità sulla persona possono essere ridotti con:

• - riabilitazione ed educazione

• - protesi e ausili

• L'handicap può essere superato intervenendo sull'ambiente per rimuovere le barriere

Legge 104/1992

• La definizione di handicap della nostra Legge Quadro del 1992 si basa sostanzialmente sul modello ICIDH (ora superato) dell'Organizzazione Mondiale della Sanità.

• E' persona handicappata colui che presenta una minorazione fisica,

psichica o sensoriale, stabilizzata o progressiva /Menomazione

• che è causa di difficoltà di apprendimento, di relazione o di integrazione lavorativa/Disabilità e tale da determinare un processo di svantaggio sociale o di Emarginazione/Handicap/Svantaggio

Un esempio concreto

• Una persona ha perso la vista ed è diventata cieca (menomazione). • Questo evento ha comportato una serie di limitazioni alla sua

capacità di • compiere delle attività; ad esempio non può più leggere e

informarsi • autonomamente (disabilità). • Ha però imparato a usare un computer dotato di una sintesi vocale

con il quale riesce a consultare i testi in formato elettronico (riabilitazione e ausilio).

• Purtroppo i documenti di cui avrebbe bisogno per il suo lavoro sono redatti in un formato che il suo sistema non può leggere (barriera).

• Per questo motivo non può più lavorare (handicap). • Questa persona può oggi essere considerata handicappata, ma non

solo a causa della cecità

La nuova prospettiva dell’ICF

• Nel 1999 l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha proposto un nuovo sistema di classificazione, chiamato ICF (International Classification of Functioning, Disability and Health – Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute).

La nuova prospettiva dell’ICF

• Oltre al concetto di menomazione e disabilità si considerano però attentamente anche i fattori contestuali.

• L'approccio è chiamato biopsicosociale perché la salute viene valutata complessivamente secondo tre dimensioni: biologica, individuale e sociale.

La nuova prospettiva dell’ICF

• La disabilità è intesa, quindi, come l'esito di una complessa relazione tra la condizione di salute di un individuo, i fattori personali e i fattori ambientali, ossia il contesto in cui egli vive. Per ogni individuo, considerate le proprie condizioni di salute, l'ambiente può avere caratteristiche che limitano o restringono le proprie capacità funzionali e di partecipazione sociale (barriere), ma anche che le favoriscono (facilitatori).

La normativa scolastica italiana dalle scuole speciali all’integrazione

• Il percorso che ha portato la scuola italiana dall'istruzione speciale o differenziale all'integrazione, in una prospettiva di inclusione, è stato segnato da importanti tappe legislative collocate in un periodo di circa 20 anni, dal 1972 al 1992 (legge 104)

La normativa scolastica italiana dalle scuole speciali all’integrazione

• 1971 Legge 118 Ammette nella scuola dell'obbligo normale gli alunni con disabilità (mutilati ed invalidi civili), tranne in caso di gravi deficienze intellettive o menomazioni fisiche.

• 1976 Legge 360 Consente l'istruzione dei bambini ciechi nelle scuole normali

• 1977 Legge 517 Apre le scuole normali a tutti i bambini, compresi quelli con deficit intellettivi e i sordi, e definisce le modalità organizzative e di supporto per le classi che accolgono

La normativa scolastica italiana dalle scuole speciali all’integrazione

• 1987 sentenza Corte Costituzionale estende alla scuola superiore il diritto di istruzione per i disabili finora garantito solo nella scuola dell'obbligo.

• 1992 Legge 104 La Legge Quadro pone le basi giuridiche fondamentali per l’integrazione scolastica garantendo il diritto all'educazione e all'istruzione nelle classi di scuola comune a tutti i minori con disabilità, gravi compresi.

Definisce inoltre i compiti delle ASL

I BES «temporanei» e l’area dello svantaggio

socioeconomico, linguistico e culturale

• Ogni alunno, con continuità o per determinati periodi, può manifestare Bisogni Educativi Speciali: o per motivi fisici, biologici, fisiologici o per motivi psicologici, sociali, rispetto ai quali è necessario che le scuole offrano adeguata e personalizzata risposta

• Tali tipologie di BES dovranno essere individuate sulla

base di elementi oggettivi, ad es° segnalazione dei servizi sociali, ovvero di fondate considerazioni psicopedagogiche e didattiche

BES temporanei, misure e strumenti compensativi temporanei

• Misure dispensative e strumenti compensativi hanno carattere transitorio

• Studenti stranieri di recente immigrazione possono utilizzare le 2 ore della seconda lingua comunitaria per il potenziamento della lingua italiana (DPR 89/2009, art. 5 comma 10)

Alunni con disturbi evolutivi specifici

• Deficit del linguaggio

• Deficit della coordinazione motoria

• Deficit dell’attenzione

• Iperattività (ADHD)

• I borderline: situazione al limite tra disabilità e disturbi evolutivi specifici

Alunni con DSA

• Chiamiamo Disturbi Specifici di Apprendimento quei disturbi connessi agli apprendimenti scolastici di base (lettura, scrittura, calcolo) che risultano compromessi in maniera consistente, sebbene il bambino presenti buone capacità intellettive e sia «immerso» in un ambiente socio-culturale adeguato

I DSA

• DISLESSIA

• DISGRAFIA

• DISORTOGRAFIA

• DISCALCULIA

• Tali disturbi possono manifestarsi da soli o associati tra loro in varie combinazioni

(in questo caso si parla di COMORBILITA’)

I DSA : QUANDO LA DIAGNOSI

• La diagnosi clinica di DSA può avvenire al termine della 2ᵃ classe scuola primaria per la dislessia, la disgrafia e la disortografia; al termine della 3ᵃ primaria per la discalculia

• Si può parlare di DSA se e soltanto se, in presenza di particolari difficoltà specifiche, il bambino presenta:

I DSA

• Normodotazione intellettiva (il Q.I. è pari o superiore alla norma)

• Assenza di danni neurologici o sensoriali

• Percorso scolastico pregresso regolare

• Discrepanza tra Q.I. e abilità nella letto-scrittura

QUALI SONO LE FONTI NORMATIVE

• La Costituzione, artt. 3 e 34 • Legge 517/77, artt. 2 e 7 • Legge 104/92, artt. 12, 13, 14, 15, 16 e 17 (sulla

formazione professionale) • DPR 275/99 • Legge 53/2003 • Legge 170/2010 ( e successivo DM 12 luglio 2011) • Direttiva 27 dicembre 2012 (e successiva circolare n.8,

6 marzo 2013, seguita dai «Chiarimenti» 22 novembre 2013)

• Legge 107/2015

Legge 517/77 e legge 104/92

• Abolizione delle classi differenziali

• Inserimento alunni con handicap nelle classi «normali»

• Passaggio progressivo nella normativa italiana dai concetti di inserimento, ad integrazione ad inclusione

DPR 275/99 e LEGGE 107/2015

• DPR 275/ 99, art.1 e art. 3 (POF)

«L’autonomia delle istituzioni scolastiche è garanzia di libertà di insegnamento e di pluralismo culturale e si sostanzia nella progettazione e realizzazione di interventi di educazione, formazione e istruzione mirati allo sviluppo della persona umana, adeguati ai diversi contesti, alla domanda delle famiglie e alle caratteristiche specifiche dei soggetti coinvolti, al fine di garantire loro il successo formativo…….»

LEGGE 107/2015

Art.1, comma 1

«Per affermare il ruolo centrale della scuola nella società della conoscenza e per innalzare i livelli di istruzione e le competenze delle studentesse e degli studenti, rispettandone i tempi e gli stili di apprendimento, per contrastare le diseguaglianze socio-culturali e territoriali……..per garantire il diritto allo studio, le pari opportunità di successo formativo…la presente legge dà piena attuazione all’autonomia delle istituzioni scolastiche….»

Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 e circolare n.8

6 marzo 2013

• Ribadiscono la cura dei Bisogni Educativi Speciali

• Ne individuano 3 grandi gruppi

• Compito dei Consigli di classe e dei team docenti individuare casi in cui è necessaria la personalizzazione della didattica

• Presa in carico inclusiva e globale di tutti gli alunni, da parte dell’intera equipe pedagogica

Direttiva ministeriale 27 dicembre 2012 e circolare n.8

6 marzo 2013 • Individuano le azioni a livello di singola istituzione

scolastica e le azioni a livello territoriale.

• A livello di singola istituzione scolastica:

• Costituzione del GLI

• Funzioni del GLI:

• rilevazione dei BES presenti nella scuola;

• focus/confronto sui casi, consulenza e supporto ai colleghi sulle strategie/metodologie di gestione delle classi;

Funzioni del GLI

• rilevazione, monitoraggio e valutazione del livello di inclusività della scuola;

• raccolta e coordinamento delle proposte formulate dai singoli GLH operativi;

• elaborazione di una proposta di PAI (Piano Annuale per l’Inclusività), da redigere al termine di ogni anno scolastico (entro giugno)

Professionalità del GLI

• Funzioni strumentali (referente BES, referente H, referente DSA, collaboratori presidenza…)

• AEC, assistenti alla comunicazione, docenti «disciplinari» con esperienza/formazione specifica o con compiti di coordinamento classi

• Genitori ed esperti istituzionali o esterni in regime di convenzionamento con la scuola

Legge 170/ 2010 e DM 12 luglio 2011 • Didattica individualizzata e didattica

personalizzata

• «individualizzato» è l’intervento calibrato sul singolo, anziché sull’intera classe o sul piccolo gruppo, che diviene «personalizzato» quando è rivolto ad un particolare discente

Didattica individualizzata e personalizzata (DM 12 luglio 2011)

• «Azione formativa individualizzata pone obiettivi comuni, ma è concepita adottando le metodologie in funzione delle caratteristiche individuali degli studenti»

• «Azione formativa personalizzata ha, in più, l’obiettivo di dare a ciascun alunno l’opportunità di sviluppare al meglio le proprie potenzialità e, quindi, può porsi obiettivi diversi per ciascun discente…»

Didattica individualizzata e personalizzata (DM 12 luglio 2011)

• «la didattica individualizzata consiste nelle attività di recupero individuale per potenziare determinate abilità o per acquisire specifiche competenze, anche nell’ambito delle strategie compensative e del metodo di studio….»

• «la didattica personalizzata, anche sulla base di quanto indicato

nella legge 53/2003 e nel decreto legs.vo 59/2004, calibra l’offerta didattica, e le modalità relazionali, sulla specificità e unicità a livello personale dei bisogni educativi che caratterizzano gli alunni della classe, considerando le differenze individuali soprattutto sotto il profilo qualitativo; ….nel rispetto degli obiettivi generali e specifici di apprendimento, la didattica personalizzata si sostanzia attraverso l’impiego di metodologie e strategie didattiche, tali da promuovere le potenzialità e il successo formativo di ogni alunno …»

PEI per gli alunni con handicap PDP per gli altri BES

• Il Piano Educativo Individualizzato descrive annualmente gli interventi educativi e didattici destinati all’alunno, definendo obiettivi, metodi e criteri di valutazione.

• È parte integrante della programmazione educativo-didattica di classe.

PEI

• Contiene:

• finalità e obiettivi didattici e in particolare gli obiettivi educativi, di socializzazione e gli obiettivi di apprendimento riferiti alle diverse aree, perseguibili nell’anno anche in relazione alla programmazione di classe; itinerari di lavoro (le attività specifiche); i metodi, i materiali, i sussidi e tecnologie con cui organizzare la proposta, compresa l’organizzazione delle risorse (orari e organizzazione delle attività); criteri e metodi di valutazione

• Prende avvio dal PDF (Profilo dinamico funzionale)

PEI: quando?

• Il PEI viene redatto all’inizio di ciascun anno scolastico. È soggetto poi, durante l’anno, a verifica intermedia e finale (aggiornato in occasione dei GLH)

• Il PDF (Piano dinamico funzionale), redatto dagli operatori socio-sanitari, dai docenti curricolari, dai docenti di sostegno e dalla famiglia, deve essere aggiornato al termine dell’infanzia, della primaria, della secondaria di 1° grado e durante la scuola superiore

PEI: da chi?

• È redatto congiuntamente dalla scuola e dai servizi (Equipe Psico-Sociosanitaria) con la collaborazione della famiglia (L. 194/92 art. 12)

• Da sottolineare che:

la collaborazione della famiglia richiama ad un'effettiva compartecipazione di tutte le fase dell'elaborazione: la famiglia, che va considerata pertanto come coautore del PEI, offre le sue competenze e conoscenze per costruire assieme un progetto davvero efficace. L'intervento della famiglia certamente non può ridursi, salvo casi di forza maggiore, alla mera sottoscrizione del documento finale

IL PDP (BES e, in particolare DSA)

• Documento elaborato dal Consiglio di classe o dal team docenti

• è la definizione di un percorso individualizzato e personalizzato

• è uno strumento di lavoro in itinere per gli insegnanti

• documenta alle famiglie le strategie di intervento programmate

IL PDP

• Esplicita misure dispensative e strumenti compensativi

• Contempla i criteri di valutazione dell’alunno, anche in sede di esami di Stato

• Deve essere firmato dal Dirigente Scolastico ( o da docente specificamente delegato), dai docenti, dalla famiglia

Strumenti compensativi

• Programmi di videoscrittura con correzione ortografica

• Calcolatrice • Tabelle pitagoriche, formulari, mappe concettuali,

mappe figurali, schemi

• Alcuni di questi strumenti sollevano lo studente da una prestazione resa difficile dal disturbo senza peraltro facilitargli il compito dal punto di vista cognitivo

Strumenti compensativi

• La sintesi vocale (Balabolka e Dspeech sono gratuiti)

• Il registratore

• Audiolibri, libri digitali

Misure dispensative

• Sono quelle misure che consentono allo studente di non svolgere alcune prestazioni che, a causa del disturbo, risultano particolarmente difficoltose

• Esempi:

• Evitare l’utilizzo dei 4 caratteri in contemporanea • Evitare lo studio mnemonico (tabelline, filastrocche,

poesie…) • Evitare la lettura ad alta voce • Evitare la scrittura sotto dettatura

Misure dispensative

• Evitare di far prendere appunti • Evitare di far copiare dalla lavagna • Dare tempi più lunghi per lo svolgimento di un

compito • Assegnare compiti in quantità minore • Privilegiare le verifiche orali • Programmare le interrogazioni • Nelle verifiche scritte evitare le domande aperte,

preferire le domande con risposta multipla o con il vero/falso

Valutazione (anche per gli esami di Stato, DPR 122/2009)

• Le verifiche sono programmate, anche quelle orali

• Le verifiche orali devono essere privilegiate (soprattutto nelle lingue straniere)

• Uso di mediatori didattici ( schemi, mappe concettuali) durante le verifiche scritte e orali

• Prove con tempi più lunghi

• Prova Invalsi in modalità audio

• La valutazione terrà conto più delle conoscenze e delle capacità di analisi, sintesi e collegamento piuttosto che della correttezza formale

Primo ciclo (scuola primaria e secondaria di 1°grado)

• È sempre valida per la promozione alla classe successiva, anche quando è completamente differenziata.

• In tutte le classi del primo ciclo la valutazione degli alunni

con disabilità avviene sempre in base al loro Piano Educativo.

• Questo vale naturalmente anche al momento dell’Esame di

Stato conclusivo (ex esame di licenza media) che il candidato con disabilità potrà affrontare anche sostenendo prove totalmente differenziate, in base al suo PEI. Superando queste prove conseguirà un diploma valido a tutti gli effetti

Secondo ciclo (scuola secondaria 2° grado)

• La valutazione si effettua sempre sul PEI.

Se il PEI è curriculare o su obiettivi minimi, il superamento dell’esame comporta il rilascio di un regolare diploma (con nessuna menzione del sostegno ricevuto) Se il PEI è differenziato viene comunque attribuito un punteggio in centesimi ma viene rilasciato un attestato delle competenze

Esami di Stato e DSA

• Misure dispensative e compensative (devono essere esplicitate nel PDP)

• Per le lingue straniere si può prevedere la dispensa dalla parte scritta (diagnosi, richiesta della famiglia e verbalizzazione del Consiglio di Classe)

• Prova Invalsi in versione audio

• In caso di esonero dalle lingue straniere,

attestato delle competenze, non diploma