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New media: i cambiamenti dell’informazione Come è cambiata l’informazione con l’avvento dei nuovi mezzi di comunicazione e i relativi risvolti sociali Tesina di maturità di Andrea Tiziano Calegari Classe 5^ A - profilo New Media

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New media:

i cambiamenti dell’informazione

Come è cambiata l’informazione con l’avvento dei nuovi mezzi

di comunicazione e i relativi risvolti sociali

Tesina di maturità di Andrea Tiziano Calegari

Classe 5^ A - profilo New Media

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Cosa sono i New media?

I New media sono i nuovi mezzi di comunicazione di massa. Prima di que-sti erano presenti altri tipi di comunicazione, che li possiamo definire Pre-informatici. Il termine “nuovi media” si riferisce in genere a quei media digitali che sono interatti-vi, che incorporano una comunicazione a due vie e coinvolgono forme di computing. Possiamo identificare tra i New media per esempio: PC, Smartphone e Tablet. I mezzi di comunicazione di massa presenti prima dell’avvento dell’informatica, erano principalmente la stampa, la radio e la televisione che sono considerati i me-dia tradizionali. A partire dagli anni Ottanta, si sono diffuse particolari evoluzioni di questi strumenti, tali da portare alla nascita dei cosiddetti nuovi media. La comunicazione digitale permette infatti una un contemporaneo scambio di cono-scenze e di esperienze collettive. Secondo quanto scrivono Bolter e Grusin (1999), infatti, il processo tecnologi-co dei media può essere interpretato alla luce di una evoluzione degli stessi, piutto-sto che in termini di rivoluzione. Un nuovo medium, da cui il plurale media dal latino cioò che sta nel mezzo tra colui che trasmette e colui che riceve, non comporta mai una ridefinizione totale del medium precedente quanto, invece, l’introduzione di nuo-ve funzionalità. 1

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Basti pensare che nel primo trimestre 2013 la vendita degli Smartphone, con-siderati dei New media, ha sorpassato la vendita dei telefoni tradizionali. Come af-ferma questo articolo: “… Per la prima volta le vendite trimestrali di telefoni cellulari hanno visto gli smartphone superare, in valore assoluto, i cosiddetti feature phones. I dati ri-portati da IDC non fanno altro che confermare come quello degli smartphone sia un settore in continua e pres-soché inesorabile cresci-ta. Nel corso dei primi 3 mesi del 2013 sono stati venduti circa 418,6 mi-lioni di telefoni cellulari, cifra in aumento del 4% rispetto ai 402,4 milioni dello stesso periodo dello scorso anno. A titolo di confronto segnaliamo co-me nel quarto trimestre 2012 siano stati venduti 483,2 milioni di telefoni cellulari in tutto il mondo. Nel primo trimestre 2013 sono stati venduti 216,2 milioni di terminali smartphone, a rappresentare il 51,6% del totale di mercato. Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno è stato registrato un aumento delle vendite del 41,6%...” 2

I libri, una volta stampati, passavano agevolmente di mano in mano e così pu-re le informazioni che essi contenevano, ma con l’arrivo del telegrafo i messaggi po-tevano viaggiare anche più velocemente del messaggero. La comunicazione a di-stanza non dipendeva quindi più dal mezzo di trasporto utilizzato. Il telegrafo e il te-lefono rappresentarono, insomma, un’ennesima rivoluzione nel sistema delle comu-nicazioni. Alla fine del XIX secolo, grazie alla diffusione del telegrafo e del telefono, i messaggi venivano distribuiti molto più velocemente, più facilmente e più lontano di quanto non fosse possibile nel passato. L’informazione ne risultò avvantaggiata, co-sì come cominciarono a cambiare anche i lettori e il modo di leggere. D’altro canto la transizione da un’economia agricola a una di tipo industriale aveva favorito l’urba-nizzazione e quindi la nascita della ‘società di massa’.

2012

2013

390 395 400 405 410 415 420

milioni di unità

Vendite Smartphone

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Negli anni Venti le trasmissioni radiofoniche accelerarono la transizione verso la “società di massa”. Già prima della fine del XIX secolo, Guglielmo Marconi era riuscito a trasmettere dei messaggi in codice Morse senza l’uso di cavi. Nacquero nei primi anni Venti le prime grandi emittenti radiofoniche che offri-vano programmi regolari, il cui ascolto divenne presto un hobby e una fonte di diver-timento per molti. Alla fine del decennio, nonostante la Grande Depressione, molte famiglie possedevano un apparecchio radiofonico. La radio cominciò così a diventare un medium di massa, seguendo uno sviluppo che negli USA fu affidato esclusivamente all’azione dei privati, men-tre l’Europa optava per modelli organizzativi di tipo pubblico; un caso a parte è costituito dal Canada dove la radio era insieme pubblica e privata. L’uso della comunicazione senza fili aveva co-minciato a diffondersi anche precedentemente alla prima guerra mondiale e molti poterono sperimenta-re la novità di una tecnologia che permetteva la co-municazione a distanza in tempo reale. La gente preferiva rimanere a casa accanto alla ra-dio, piuttosto che andare fuori ad ascoltare la musica dal vivo. In questo modo alcu-ne espressioni di cultura popolare cominciarono a passare alla radio, conquistando un pubblico sempre più vasto. Anche la politica e la religione entrarono presto nei palinsesti radiofonici. In confronto ai giornali, la radio dava agli ascoltatori una mag-giore sensazione di immediatezza e di partecipazione diretta agli eventi del mondo. Marshall McLuhan (1964) sosteneva che il potere uditivo della radio ha un ef-fetto quasi tribale in quanto si richiama a emozioni primitive. Anche se questa idea è stata criticata da molti storici e teorici, rimane il fatto che i potenti discorsi di Hitler, trasmessi per radio al pubblico tedesco, provocarono effetti di coinvolgimento tali da farci pensare che forse Marshall McLuhan non avesse tutti i torti. Con l’avvento della televisione, il primato della radio come medium di massa fu seriamente messo in discussione. La prima trasmissione televisiva commerciale eb-be luogo in Nord America nel 1939, ma è solo dopo la seconda guerra mondiale che la televisione cominciò ad affermarsi come medium di massa. Gli anni Cinquanta sono gli anni della grande espansione del nuovo medium. I programmi inizialmente erano tratti dalla radio e dal cinema, ma presto nacquero le prime trasmissioni di commedie e film di avventura girate esclusivamente per la televisione, prima fra tut-te “I love Lucy”. Il pubblico di massa che si entusiasmava per la radio negli anni Trenta, negli anni Cinquanta era pronto a passare alla televisione.

www.ca.astro.it

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La televisione ha sviluppato dei cambiamenti dello spazio domestico e le aspi-razioni della nuova classe borghese si riflettevano nei programmi televisivi di quegli anni. Teorici della comunicazione come Gerbner (1971) ritenevano che le forme cul-turali mediate dalla televisione assumono un’autorità e un’influenza equivalenti a quelle della scuola, del gruppo dei pari, della famiglia. Gerbner arrivò ad affermare

che la televisione addirittura le sostituisce del tutto. Essa fornisce ai bambini informazioni e conoscenze su come funziona il mondo e su come orientarsi al suo interno. La televisione diventa, dunque, l’istituzione primaria nella vita emotiva delle giovani generazioni cui offre mo-delli e stili di vita particolari. Anche gli adulti so-no soggetti all’impatto sociale del mezzo televi-sivo. L’evoluzione del computer ha influenzato profondamente tutte le altre tecnologie della co-

municazione. All’inizio sembrava uno strumento riservato alle grandi organizzazioni e amministrazioni, alla ricerca scientifica e ai comandi militari. La rapida espansione della Rete e la diffusione dei sistemi operativi basati su GUI (Graphics user Interface) hanno invece trasformato il computer in una macchina ac-cessibile a tutti, proprio come un qualsiasi altro elettrodomestico. Benchè nell’età moderna la stampa avesse monopolizzato la democrazia e ingrana-to un processo con profondi effetti sui modi di circolazione della conoscenza nella società, proprio perché elabora in forma digitale il linguaggio di tutti gli altri media, il computer è diventato presto il medium per eccellenza del XXI secolo. Oggi le connessioni a livello globale avvengono tramite computer: in borsa gli scambi di denaro e di merci, il controllo del traffico aereo e ferroviario, ecc. avven-gono per via informatica. La stessa via consente a milioni di persone di scambiarsi messaggi senza limiti di tempo e di spazio. Non tutto però è positivo. Con il facile accesso a Internet e alla posta elettronica (e-mail) molte forme di interazione personale sono diventate quasi esclusivamente ‘virtuali’. Inoltre, l’esplosione della tecnologia digitale con le sue innumerevoli presta-zioni fa temere i rischi insiti in un divario eccessivo tra informatici ‘ricchi’ e ‘poveri’, non solo a livello di persone, ma di nazioni. E’ una situazione gravida di conseguen-ze sotto il profilo economico, culturale e sociale, che fa appello alla responsabilità dei singoli come degli Stati. Questo è potuto avvenire grazie ad una globalizzazione che va sempre più af-fermandosi prepotentemente nel nostro periodo storico. 3

www.wisegeek.com/

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Avvento dei New Media nell'informatica Stiamo vivendo in un periodo di profondi cambiamenti tecnologici. I New media vengono creati, adottati, adattati ed assorbiti ad una velocità drammatica. Ci sono già state delle "rivoluzioni" molto importanti nella no-stra cultura. Il passaggio dalla cultura orale a quella scritta, la nascita della stampa, e quella dei moderni mass media rappresentano ciascuno delle rivoluzioni nel modo in cui comunichiamo le nostre idee. In tutte queste occasioni ad un periodo di cam-biamento se ne è associato uno di asse-stamento. L’esplosione delle nuove tecnolo-gie alla fine del XIX secolo ha portato allo sviluppo di un periodo di auto-coscienza che ora chiamiamo moderni-smo. Il Modernismo ha avuto un impatto su tutte le istituzioni esistenti, ha modificato tutte le forme di espressione artistica, ed ha dato vita ad una serie di cambia-menti il cui impatto possiamo notare an-cora oggi. Anche i new media odierni danno vita a nuovi esperimenti sociali ed este-tici. McCracken afferma che la "plenitude" emerge perché le condizioni culturali sono pronte per il cambiamen-to. Le tecnologie new media hanno di-minuito le barriere di accesso ai mercati culturali mentre le istituzioni tradizionali perdevano la loro influenza. Il risultato è stato una diversificazione della produ-zione culturale.

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… Satelliti, connected tv, smar-

tphone, notebook sono i nuovi compa-gni di vita dell’individuo digitale; essi sono in grado di garantirci una presen-za online costante, ma ci garantiscono una presenza costante all’interno del grande universo del cyberspa-zio...Grazie a loro il mondo ha subito una trasformazione in termini di comu-nicazione globalizzata, determinando la nascita di una nuova era che po-tremmo definire della informazione glo-bale immediata, che si basa sulla divul-gazione, diffusione e ritrasmissione, ma soprattutto sull’interazione imme-diata e planetaria delle informazioni... 4

” I New Media li possiamo portare con noi ovunque andiamo. Le tecnolo-gie quindi possono essere usate sia per isolarci dall’ambiente che ci circonda che per connetterci con altri ambienti. Noi viviamo in quello che la sociologa Linda Stone chiama "attenzione conti-nua e parziale" attraverso la quale pas-siamo costantemente da una vita diret-ta ad una mediata. Queste tecnologie possono essere usate anche per anno-tare il nostro ambiente, dandoci acces-so all’informazione quando ne abbiamo bisogno e aumentando la consapevo-lezza del mondo attorno a noi. Come Mizuko Io ha descritto, noi utilizziamo queste tecnologie per man-tenere un contatto costante con quelle persone che sono più importanti per

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noi. E come Howard Rheingold ha suggerito, noi possiamo utilizzare queste tecno-logie per mobilitarci in risposta a quelle cose che destano la nostra attenzione. Le tecnologie New Media sono interconnesse in modo tale che i messaggi scorrano facilmente da un posto all’altro e da una persona all’altra. La comunicazio-ne accade ad una varietà di livelli, dall’intimo al personale, dal pubblico o in larga scala. Il rapporto di un distributore-molti riceventi che dominava la cultura della stampa ed i moderni mass media ha ceduto il passo ad un modello da molti-a molti in cui le persone fanno circolare i loro lavori attraverso una vasta community. La capacità di operare in "network" è emersa come un’importante abilità sociale e professionale. 5

Nel secolo scorso Harold Innis ha proposto la tesi che i media non sono mai neutrali; per loro stessa natura, essi strutturano sia le interazioni tra gli individui sia la forma e la circolazione delle conoscenze; la società può solo modellare e dare indicazioni (entro certi limiti) ai media che si vanno via via sviluppando. Vanno dun-que governati. Altri studiosi, invece, sono piuttosto scettici sul potenziale rivoluzio-nario del computer: la sua diffusione favorirebbe solo apparentemente il cambia-mento; in realtà esso svolgerebbe una funzione conservatrice, limitandosi a miglio-rare tecniche già esistenti. Ciò finirebbe per sottrarre spazi e risorse ad altre signifi-cative possibilità di innovazione. 6

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Nuovi modi di fruire le informazioni

L’Era Digitale Prestando attenzione alla realtà che ci circonda, ci si rende subito conto di co-me, al giorno d’oggi, le Tecnologie della Informazione e della Comunicazione (TIC) abbiano rivoluzionato il nostro modo di vivere e di pensare. Una rivoluzione epocale, che ci offre la possibilità di una veicolazione interattiva e multimediale del-l’informazione in quella che è oggi, più che mai, “La Società della Informazione”. Tale diffusione delle TIC, se da un lato comporta una maggiore libertà di comprensione e valutazione del mondo circostante, dall’altro fa vacillare, almeno nelle generazioni non-native digitali, alcune convinzioni fondamentali. Infatti, se nei non lontani anni Sessanta (anni che diedero i natali alla progenitrice di internet: Arpanet sfruttando la quale ne-gli anni ’90 nascerà il world wide web presso il CERN di Ginevra) l’informazione era fondamentalmente veicolata in modo unidirezionale e la comunicazione relegata in condi-zione per lo più presenziale; oggi, dal digitale terrestre alla tv on-demand, dalla web-

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www:it.wikipedia.org

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radio al web-forum, dalla chat all’instant messaging, dal sms al mms, dal GPRS al-l’UMTS, l’informazione è dovunque e comunque, sfaccettata e multiprospettica. Le TIC hanno chiaramente influenzato il nostro modo di vivere ed i nostri stili cognitivi e, di conseguenza, la nostra cultura intesa come modalità e capacità di ap-prendere ed immagazzinare informazioni dalla realtà circostante allo scopo di svi-luppare capacità e competenze che ci permettano di interfacciarci adeguatamente con la società in cui viviamo. Ed ecco allora entrare in gioco le diverse tipologie di e-terms * che richiamano per analogia il concetto di electronic society nella sua accezione più ampia, ovvero società caratterizzata da un enorme flusso di informazioni veicolate attraverso cana-li per lo più telematici o comunque assistiti dalle nuove tecnologie e comunicate in modo multimediale, interattivo, multiprospettico e ipertestuale. Il concetto di ipertestualità e il fenomeno dell’ipertesto non sono affatto nuovi, connettendosi a doppia mandata con il fenomeno del Web ed il concetto di rete vei-colatrice di informazioni. Ora, se è pur vero che non tutti sanno che l’ipertesto è nato ben prima della creazione del world wide web, è invece vero che molti sanno che “l'ipertesto è una struttura informativa costituita di un insieme di testi o pagine leggi-bili con l'ausilio di un’interfaccia elettronica, in maniera non sequenziale, per il trami-te di particolari parole chiamate collegamenti ipertestuali”. 7

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_____________________________ * Electronic Terms, terminologia elettronica, riferita a quel ventaglio di terminologie tipiche dei nuovi media e del’era digitale

Agli inizi del terzo millennio le frontiere dell’informazione e della co-municazione si sono spinte oltre ogni immaginazione ed ipotesi futuristica o fantascientifica. La tecnologia avanzata ha perfe-zionato i mezzi di comunicazione ren-dendoli sempre più veloci e completi: in tempo reale è possibile ricevere notizie da tutte le parti del mondo, interagire con le fonti. Addirittura, grazie alla rete telematica, qualsiasi individuo munito di PC potrebbe attingere direttamente alle fonti da lui desiderate, scegliendo e cre-

At the beginning of the third millennium the frontiers of information and communication have gone beyond imagination and assumptions futuristic or sci-fi. The advanced technology has perfected the media making them faster and more complete: you can receive real-time news from all parts of the world, interact with sources. Indeed, thanks to the computer network, any individual equipped with a PC may draw directly from the sources what he want choosing and creating himself the

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ando egli stesso il “giornale” in base a ciò che più lo interessa o che lo colpi-sce. I nuovi mezzi di comunicazione permettono inoltre di annullare i limiti dello spazio e del tempo, consentono all’utente di fruire del servizio in qual-siasi momento e in qualsiasi luogo, lo rendono soggetto attivo dell’informazio-ne e non più un semplice lettore passi-vo. Da un punto di vista generale poi, internet, la rete, i mass media, accomu-nano milioni e milioni di persone, li avvi-cinano ad un sistema culturale omoge-neo, una sorta di omologazione di gusti e di idee. Nello stesso tempo i New Media possono offrire un’infinita pluralità di notizie, commenti, opinioni, immagini che, secondo me, può degenerare in un eccesso di informazione, un sistema incontrollabile in cui il semplice cittadino può perdersi o, peggio, confondersi ed essere oggetto di pericolose strumenta-lizzazioni. Viene da pensare ovviamente che in questo scenario il giornale, il quoti-diano vero e proprio, non abbia più un ruolo, i fogli di carta che ci hanno abi-tuato ad avere le notizie in modo rego-lare e pacato. Già con l’avvento dei talk show televisivi e delle tv satellitari sem-brava che fosse segnata la fine per la cultura della carta stampata, ma secon-do me non è così. Innanzitutto il sistema telematico è ancora privo di regole e di controllo so-ciale per cui spesso rappresenta un ri-

"newspaper" based on what most interests him or hit him. The new means of communication also allow to cancel the limits of space and time, allowing the user to use the service at any time and in any place, make it more active subject of information and not just a passive reader. From a general point of view then, internet, network, media, shared by millions and millions of people, they lead them to a homogeneous cultural system, a sort of approval of tastes and ideas. At the same time, the new media can offer an infinite variety of news, commentary, opinions, images. In my opinion, can degenerate into an excess of information, an uncontrollable system in which the ordinary citizen can get lost, or worse, confused and be dangerous object of exploitation. It makes you think of course that in this scenario the newspaper, the newspaper itself, no longer has a role, the sheets of paper that we have grown accustomed to having the news on a regular basis and calm. Even with the advent of television talk shows and tv satellite seemed to make the end of the print culture, but I do not. First of all, the online system is still unregulated and social control that often poses a risk (who controlled the

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schio (chi ha controllato la fonte? Chi mi assicura che la notizia sia vera?), poi l’avere un flusso infinito di informa-zioni riduce la capacità di riflessione, il piacere della lettura personale, il gusto di una notizia inattesa che si può co-gliere sfogliando un giornale. Altro pun-to importante è che al giorno d’oggi le notizie sembrano essere divulgate dai mass media come se venisse seguita una moda. Certi argomenti, a volte, go-dono di incredibile priorità fino ad an-nullare altri fatti della stessa impor-tanza, oppure allo stesso modo que-ste notizie perdono in brevissimo tem-po la loro attualità a causa del bom-bardamento inces-sante di altre nuo-ve informazioni. Infine dobbia-mo anche tenere conto della complessità del linguaggio telematico che richiede comunque una minima competenza tecnologica, una conoscenza della lingua inglese e un certo livello economico culturale. Infatti non tutti nel mondo possono permetter-si un computer e quindi internet. Quindi la carta stampata effettiva-mente, nei paesi più ricchi, conoscerà (o ha già conosciuto) una certa crisi, ma non tale da scomparire, e, soprat-tutto, continuerà a vivere e a svilupparsi dove la nuova tecnologia non ha anco-ra messo piede.

source? Can I be sure that the news is true?), Then having an endless stream of information reduces the ability of reflection, personal reading pleasure, the pleasure of unexpected news that you can take with a newspaper. Another important point is that nowadays the news seem to be disclosed by the media as if it were followed by a fashion. Certain arguments sometimes, enjoy incredible priority until cancel other events of the

same importance, or in the same way these stories lose their relevance in a very short time due to the incessant bombardment of o t h e r n e w information. Finally, we must also take into

account the complexity of the language of electronic communication which still requires minimal technical expertise, knowledge of English and a certain economic level of culture. In fact, not everyone in the world can afford a computer and then the internet. So the printed paper actually, in the richest countries, will know (or has already known) a certain crisis, but not enough to disappear, and, above all, will continue to live and grow where the new technology has not started yet.

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Per concludere direi che pur con-siderando la straordinaria potenzialità dell’informazione multimediale, il gior-nale resta ancora uno strumento fonda-mentale per la libera circolazione delle idee, per un’informazione che arrivi a tutti, all’operaio come al manager, al ragazzo della mia età come alla perso-na anziana. Occorre secondo me riflettere sul potere dei New Media e sul rischio di una comunicazione totalmente mecca-nizzata a cui non tutti ancora possono accedere e comprendere. 8

To conclude I would say that even considering the extraordinary potential of multimedia, the newspaper remains a fundamental tool for the free circulation of ideas, information that reaches everyone, the worker as manager, the boy of my age as the elderly person. It should in my opinion reflect on the power of new media and the risk of a fully mechanized communication that not everyone can still access and understand.

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Ricadute sociali e psicologiche della

new information

Cambiamento dell’informazione da orale a visiva ad oralità secondaria o di ritorno

L’avvento dei New Media, come nuovo mezzo di comunicazione e di metodo per la fruizione dell’informazione, ha, non solo ampliato la possibilità ad un maggior numero di individui di essere aggiornati e poter conoscere ciò che accade nel mon-do, in modo più rapido e in tempo reale, ma è causa di ricadute sociali e psicologi-che in alcuni individui. Nel corso della storia dell’uomo, è avvenuto un significativo sviluppo delle me-todologie di comunicazione tra i gli individui, dettate dal progresso tecnologico e dal-le scoperte. La prima svolta è avvenuta, circa, nel 4000 a.C., quando l’uomo scoprì la scrit-tura in seguito alla nascita delle prime città, come mezzo per garantire un ordine so-ciale. Secondo Marshall McLuhan la nascita della scrittura ha avviato un processo di “Detribalizzazione”, ovvero quel processo di trasformazione culturale che porta talune società a perdere i loro caratteri tribali, questo si determina in situazioni di

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contatto con popolazioni molto diverse, attraverso processi di acculturazione, di ur-banizzazione o tramite l’inserimento in contesti globali caratterizzati da un’ econo-mia di mercato. Il passaggio da tribù a società quindi, si è compiuto in modo decisivo con la nascita della stampa a caratteri mobili. Il processo di Detribalizzazione ha avuto co-me esito il rinnovamento della lingua e l’affermarsi delle lingue nazionali. La stampa a caratteri mobili, come accennato prima, è stata ideata e svilup-pata da Gutemberg nel 1450. Grazie a questa scoperta la società è cambiata radicalmente dal punto di vista sociale, politico, culturale ed economico. In ambi-to sociale per ciò che riguarda la nascita di nuove classi sociali, l’imprenditoria e la borghesia. In ambito politico grazie all’uti-lizzo della stampa per promuovere le idee dei diversi candidati politici. In ambito e-conomico per la promozione di case edi-trici di libri e testi a carattere commercia-le. La stampa a caratteri mobili si può de-finire “il primo embrione della comunica-zione di massa” ed ha determinato la scomparsa degli amanuensi. Ha generato inoltre un cambiamento per quanto ri-guarda l’utilizzo dell’apparato sensoriale umano. Prima della scrittura e della stam-pa, la comunicazione avveniva solamente attraverso la parola, quindi privilegiava una cultura orale, in seguito la nascita di queste due si è passati ad un prevalere della vista sull’udito. L’avvento della televisione, dell’informazione tramite i New Media, ha fatto si che potesse svilupparsi un nuovo processo definito di “Oralità secondaria o di ri-torno”. Questa è tipica di un periodo in cui il cittadino è concentrato in modo conti-nuativo sull’immediato, sul presente, il tempo è mercificato e la scrittura perde di im-portanza rispetto all’immagine. L’oralità secondaria quindi, afferma Marshall McLuhan, ha riportato all’utilizzo di un senso, l’udito, spesso caratterizzato da un ascolto distratto.

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L’avvento della stampa a carat-

teri mobili ha forgiato un tipo di uomo tipografico che pensa in maniera nuova e non solo nel campo culturale. La pratica della scrittura vede la nascita delle università, espansione dei merca-ti e dell’economia. Infatti i primi testi, a parte da quelli a carattere religioso, tra cui il più prodotto: la Bibbia, furono testi a carattere commerciale. I primi im-prenditori urbani, coloro che pubblica-vano i giornali, incominciarono ad inve-stire i loro capitali per ampliare le reti commerciali, sviluppando una sorta di “pre-capitalismo”. La comunicazione informatica e tramite i telefoni cellulari, smartphone e tablet ha mutato sostan-zialmente le caratteristiche della cultu-ra tipografica, il modo di leggere e di produrre testi. (Marshall McLuhan)

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Problemi legati alla concentrazio-ne e al monopolio dell’informa-

zione nelle mani di pochi soggetti potenti (giornali e televisioni,

WCIT per la rete: censura)

Oggigiorno un altro problema dell’in-formazione fornita in rete, tramite New media e non, è quello di sistemi monopoli-stici in grado di veicolare o manipolare le informazioni a proprio piacimento, spesso per un proprio tornaconto e scopi di parte. Questo può avvenire perché molto spesso, giornali e televisioni sono in mano a poche e persone potenti, che hanno l’o-biettivo di accrescere il proprio potere o-scurando o omettendo informazioni e noti-zie che potrebbero ledere la loro immagi-ne, a discapito quindi di una informazione corretta ed imparziale.

Un esempio lampante lo possiamo grazie trovare in ciò che è accaduto ad una conferenza tenutasi a Dubai lo scorso 3 dicembre 2012. La conferenza in questione è la “World Conference on International Telecomunica-tion” (WCIT), che si è tenuta per riorganizzare il controllo sulla rete da parte dei go-verni mondiali, ed è stata principalmente voluta dall’Unione Internazionale delle Te-lecomunicazioni (ITU). L’ITU, fondata nel 1965 a Parigi, aveva come obiettivo quello di stabilire e pro-muovere gli standard per le telecomunicazioni e la realizzazione di nuove infrastrut-ture a livello internazionale. L’iniziativa era fortemente contestata dalle principali società attive su internet, a partire da Google, che temevano l’approvazione di nuove norme che potessero limitare l’accesso alla Rete. L’ITU voleva delle rivedere le leggi stabilite nel 1988, perché, affermava, da quel momento la rete è molto cambiata, e con lei il modo di comunicare.

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Solo ora, nell’era elettronica, ci

rendiamo conto delle differenze esi-stenti fra oralità e scrittura; sono stati infatti le diversità fra i mezzi elettronici e la stampa che ci hanno reso consa-pevoli di quelle precedenti tra scrittura e comunicazione orale. L’era elettroni-ca è anche di oralità di ritorno, la cui esistenza dipende dalla scrittura e dal-la stampa” ... “«senza la scrittura, un individuo alfabetizzato non saprebbe e non potrebbe pensare nel modo in cui lo fa […] La scrittura ha modificato la mente umana più di qualsiasi altra invenzione»). Come probabilmente non è facile far capire Internet a chi da sempre “naviga” sui libri. 9

(Walter Jackson Ong)

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Tra le diverse proposte ne spiccava una: si trattava di una norma che avrebbe potuto impedire la neutralità della rete, per cui le informazioni non sarebbero potute circolare liberamente. Un’altra proposta riguardava la Censura, per cui alcuni Stati voleva-no avere il controllo su Internet per filtrare le informazioni che circolava-no on-line o limitare gli accessi ad alcuni contenuti, in base alla posi-zione geografica. Google e altri colossi della re-te, insieme ad un buon numero di Stati si sono opposti alle proposte fatte a Dubai, e da questa opposi-zione è nato uno slogan: “Una rete libera e aperta per un mondo libero e aperto”. 10 La conseguente decisione, a questa conferenza, fu bloccata, e rinviata ad una nuova conferenza che si terrà nel 2014 in Corea del Sud. Nel box della pagina suc-cessiva riporto l’articolo completo scritto appena terminata la conferenza. Google, grande colosso nel mondo di internet grazie al suo motore di ricerca che vanta un afflusso incredibile di utenti ogni giorno, ha tutto l’interesse che la rete non venga filtrata. Come si può notare da quanto scritto sul blog di Apogeo Editore Google, verso un monopolio dell’informazione digitale? Negli ultimi tempi sono in aumento le voci dal mondo dell’editoria, ma non solo, che prospettano la nascita di un monopolio nel mondo dell’informazione digitale a favore del gigante della Rete Google. Come si è giunti a questo? Nel 2004 Google ha avviato un vasto e ambizioso programma di digitalizzazione di libri, Google Book Search, in due declinazioni: la prima, grazie ad accordi con editori di tutto il mondo, permette agli utenti internet la visualizzazione di parti dei volumi provenienti dai differenti cataloghi. Apogeo è stato uno dei primi editori italiani ad aderire. La seconda riguarda la digitalizzazione delle opere provenienti dalle colle-zioni di alcune importanti biblioteche statunitensi (Library Project): i lettori hanno la possibilità di accedere ai dati delle opere o di consultarne online alcune parti. Le o-

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In rosso i paesi contrari alla proposta presentata alla WCIT, in nero quelli favorevoli

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WCIT 2012, gli USA non firmano il trattato Internet dell’ONU La conferenza dell’ITU, WCIT 2012 che era in corso a Dubai, è implosa. USA, Canada e Gran Bretagna si sono rifiutate di siglare il trattato Internet. Troppi rischi di censura online e per la libertà d’espressione “L’ONU ha approvato un accordo, con 77 voti contro 33, nonostante l’opposizione di USA e Gran Bretagna, i cui delegati hanno abbandonato l’aula esprimendo timori per la regolamentazione di Internet e la censura online. La conferenza ITU si è chiusa con un’implosione. Gli USA, Canada e Gran Bretagna si sono rifiutati di firmare il trattato Internet dell’ONU alla conferenza di Dubai. Iltratta-to sulle comunicazioni internazionali e Tlc non verrà ratificato dagli Stati, che non riconoscono pari diritti nella governance di internet, per non cedere troppa authority sulla Rete a Paesi repressivi e che applicano sistematicamente la censura online. Non ratificheranno il trattato neanche Olanda, Australia, Nuova Zelanda, Danimarca, Svezia, Norvegia, Serbia, Filippine, Costa Rica Polonia e Repubblica Ceca. Ma anche il Kenya, che si riserva una consultazione interna – come il Giappone -, non firmerà, e l’India ha segnalato il suo allineamento agli Stati Uniti d’America. L’ambasciatore alla World Conference on International Telecommunications (Wcit), Terry Kramer, a capo della delega-zione USA, ha dichiarato che “Internet ha regalayo al mondo un immaginabile beneficio economico e sociale nell’arco degli ultimi 24 anni, senza regolamentazione dell’ONU“. Il precedente trattato del-l’ITU risale al 1988. A spingere per una modifica del trattato del 1988 erano Russia, Cina, Algeria, Sudan e Arabia Saudita. Cina e Iran si sono opposti alla pura menzione di diritti umani nel trattato. Il segretario generale dell’ITU, Hamadoun Touré, aveva dichiarato a settembre che “nessuna propo-sta sarebbe passata senza un larghissimo consenso di tutti i Paesi coinvolti“, e l’implosione è un dato di fatto, nonostante la promessa di Touré in merito al fatto che chi avesse siglato l’accordo, avrebbe ottenuto “vantaggi nella trasparenza del roaming internazionale”. Il nuovo patto concederebbe misure che offrirebbero ai Paesi il diritto di accesso ai servizi interna-zionali Tlc e la possibilità di bloccare lo spam. Gli Stati Uniti accusano il trattato ITU di essere incom-patibile con il modello multi-stakeholder. Google aveva chiesto una mobilitazione pubblica per prote-stare contro l’ITU, ed Avaaz.org ha raccolto le firme in una petzione online per la libertà della Rete. Google ha commentato: “Ciò che risulta chiaro è che alla conferenza ITU di Dubai molti Paesi vo-gliono aumentare la regolamentazione su Internet e censurare la Rete“. Google sta “dalla parte dei Paesi che rifiutano di siglare il trattato, e dei milioni di voci a favore di un Open e libero web“.Anche Robert McDowell, commissario di FCC, ha espresso piena contrarietà alle istanze dell’ITU: “solo una Rete isolata dalle regolamentazioni governative (…) non mina gravemente il successo del mo-dello multi-stakeholder della governance di Internet“. Future and AccessNow aveva lanciato il sito-WhatIsTheITU.org (che cos’è l’ITU) per avvertire dei rischi posti alla libertà d’espressione, mentre SirTim Berners-Lee, padre del World Wide Web, aveva lanciato l’allarme sulla conferenza ITU. Se-condo la Gran Bretagna, il nuovo accordo, che doveva rivedere il trattato del 1988 (un’era in cui i cellulari erano stati lanciati due anni prima e pesavano sette volte l’attuale iPhone 5, e Google e Fa-cebook neanche esistevano), pone gravi problemi “a Internet e ai contenuti”. Altri articoli del trattato passati, riguardano modifiche alla tassazione delle Tlc, dopo il passaggio dal modello monopolista (posseduto dallo Stato) ai gestori mobili privati; si parla anche di e-inclusion e accesso alle persone disabili e ai residenti nei mercati meno sviluppati, in Digital divide. Gli indirizzi Web rimangono controllati da Internet Corporation for Assigned Names Numbers (Icann) e Internet Assigned Numbers Authority (Iana). L’implosione della conferenza dell’ITU segue la debacle di altri precedenti incontri: nel 2005 fallì la conferenza ONU in Tunisia, perché Iran e governi africani denunciavano l’eccessiva libertà d’e-spressione in Internet. L’implosione della conferenza di Dubai viene vista dagli americani come una vittoria dei gruppi a favore delle libertà civili. Il prossimo appuntamento dell’ITU è previsto in Sud Corea nel 2014.” 11

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pere di pubblico dominio sono liberamente scaricabili e stampabili mentre di quelle protette sono visibili frammenti, osnippet. Il modello di business è basato sui link pubblicitari a pagamento presenti nelle pagi-ne web ove sono visualizzabili i testi. Tutto nel rispetto del diritto d’autore? Sin dall’inizio il progetto biblioteche non piacque ad autori ed editori statunitensi che accusarono Google di violazione del copyright delle opere e intentarono unaclass action, un’azione di categoria. Iniziò così una lunga, e assai costosa, vertenza giudi-ziaria conclusasi lo scorso ottobre con l’annuncio di un accordo tra le parti in causa, il Google Book Settlement: la Corte del Distretto di New York deciderà se approvar-lo il prossimo ottobre. Che cosa ha infastidito autori ed editori? A seguito del progetto sono state digitalizzate intere collezioni, pare oltre sette milio-ni di libri; di questi un milione sono di pubblico dominio, un milione in libreria e ben cinque milioni sono fuori commercio, ma non fuori diritti. Google non ha mai chiesto agli aventi diritto l’autorizzazione a procedere per le opere protette da copyright, la-sciando ad essi l’onere di verificare la presenza dei loro volumi in versione digitale. Il testo del Settlement è piuttosto complesso, ma se ne possono estrarre alcune li-nee principali. Google rende consultabile online il database delle opere digitalizzate, azione che pare ovvia, ma prima non possibile. Per le digitalizzazioni non autorizza-te è previsto un risarcimento (60 dollari per ogni opera); una volta ottenuto il paga-mento, autori ed editori possono disporre del volume digitalizzato e possono anche chiederne la rimozione. La conseguenza più importante di questo accordo, se verrà approvato, è che Goo-gle potrà digitalizzare senza autorizzazione i volumi fuori commercio negli USA (non commercially available) e le opere “orfane” (orphan work), libri di cui è difficile risali-re ai detentori dei diritti. L’utilizzo di un’opera dell’ingegno dovrebbe essere autoriz-zato a priori, il Settlement ribalta la questione e obbliga gli aventi diritto a fare ricer-che e bloccare utilizzi non ben accetti. Ma potranno esservi conseguenze di portata ancora più vasta: Google potrebbe di-ventare il più grande editore del mondo, con un catalogo vastissimo di testi e la pos-sibilità di implementare servizi digitali, con modalità che ancora non sono ancora del tutto chiare. Che cosa intende fare Google di tutto il patrimonio librario digitalizzato? Alcuni utiliz-zi previsti non sono di natura commerciale e sono apprezzabili: consultazione delle copie digitali presso le biblioteche che possiedono le copie “fisiche”, accesso facili-tato a persone con difficoltà visive, possibilità per ricercatori di effettuare analisi te-stuali.

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Tra gli usi commerciali resta la visualizzazione online, senza possibilità di copia o stampa, di parti limitate delle opere (come in “Ricerca Libri”, con link al sito dell’edi-tore, a siti di e-commerce e pubblicità) ma ne sono previsti di nuovi. Google intende vendere

le versioni digitali dei libri, non si sa ancora in quali formati; alle biblioteche, in abbonamento, l’intera banca dati; ad istituzioni universitarie licenze su parti di opere.

Tutti i proventi di queste transazioni verranno suddivisi tra Google, nella percentuale del 37%, e i detentori dei diritti, 63%. Un ente creato ad hoc, il Book Rights Registry, si occuperà della gestione dei diritti e dei pagamenti. In accordo con gli aventi diritto, probabilmente, ma saranno questi che dovranno fare verifiche riguardo l’uso che verrà fatto delle loro opere. Tutto questo riguarda soltanto gli USA? Tra i volumi sot-toposti a scansione provenienti dalle biblioteche (statunitensi e non) si stima ve ne siano diverse centinaia di migliaia editi in Europa e per questo l’accordo è stato e-steso ad autori ed editori del nostro continente: entro il 4 settembre prossimo si do-vrà decidere se farne parte. E qui potrebbero sorgere ulteriori pro-blemi per le difformità di legislazione: la definizione di “fuori commercio”, per e-sempio, è differente; in Italia è l’editore che dichiara quando un volume (meglio, tutte le eventuali edizioni di un volume, tascabili ecc.) non è più in ca-talogo e appositi database ne tengono traccia, in USA un volume non è in commercio se non è disponibile “nei canali commerciali abituali”. È una defi-nizione abbastanza generica da dare adi-to a interpretazione diverse, tanto che a una prima verifica dei record di Google pare siano risultati erroneamente fuori commercio testi tuttora in vendita. Le associazioni degli editori europei sono all’opera per trovare una via di azione comune o comun-que per trovare accordi nel pieno rispetto dei diritti di tutti. Come saranno stabiliti i prezzi dei servizi digitali che verranno implementati da Goo-gle. Con un algoritmo? Si orienterà al profitto o al libero accesso? Libri digitali accessibili a tutti: è senz’altro un ideale che diviene realtà, ma anche se i prezzi saranno alti? È corretto che sia una sola società a gestire la cultura in ver-sione digitale?

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L’intento dichiarato di Google è di facilitare l’accesso all’informazione, ma se l’accor-do verrà ratificato godrà addirittura di un monopolio sulle opere digitalizzate coperte da copyright e altri soggetti che intenderanno digitalizzare testi dovranno ottenerne l’autorizzazione caso per caso. Infine non va dimenticato che Google già di fatto controlla gli accessi all’informazione online (motore di ricerca, YouTube, news ecc.) di gran parte degli utenti Internet.” 12

Manipolazione, corruzione e distorsione dell’informazione e frequente non veridicità a causa della mancanza

di verifica delle fonti Baudrillard afferma che “le informazioni che vengono diffuse non sono sempre vere e vanno in contraddizione con altre da altre fonti. Un inganno che continua anche quando vengono diffuse notizie vere.”

Televisione e media elettronici Il problema del monopolio dell'informazione si presenta in tutta la sua impo-nenza nei confronti dei media elettronici e in particolare della televisione. Questo mezzo, infatti, non solo ha la proprietà di contattare contemporaneamente una quantità enorme di individui, ma presenta anche i tempi più alti di esposizione: cioè il tempo medio dedicato dagli spettatori alla fruizione della televisione è di molte vol-te superiore a quello rivolto agli altri mezzi di informazione. Non solo: se relativa-mente alla stampa si presentavano costi di gestione assai elevati, quelli relativi alle emittenti televisive sono molto più alti. Come è stato più volte rilevato, il medium te-levisivo non veicola solo notizie, ma modelli di comportamento, universi valoriali, in altre parole prospettive culturali generali, all'interno delle quali i membri delle società moderne interpretano e organizzano l'informazione. Accanto al medium televisivo, si stanno sempre più diffondendo reti telemati-che (come Internet) capaci di veicolare un'enorme quantità di informazioni, in riferi-mento alle quali il ricevente opera delle selezioni sulla base dei propri interessi e può porsi in modo interattivo. Per quanto i problemi relativi al monopolio dell'infor-mazione siano in questo caso assai differenti da quelli tradizionali, poiché si tratta di una miriade di emittenti in rete, tuttavia essi si ripropongono sotto forma di monopo-lio dei sistemi informatici atti a consentire la navigazione in rete. 13 Nel periodo della rivoluzione industriale, quella che stiamo affrontando oggi, abbiamo avuto diversi cambiamenti dovuti alla rete, cambiamenti che hanno dato la possibilità di veicolare moltissime informazioni in tempo reale confondendo molte volte la persona che si sta informando.

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Con l’avvento dei social-network e delle versioni on-line dei giornali, si riesce ad essere informati in “Real time”, grazie ai giornalisti sparsi per il mondo che, non appena scoprono delle informazioni, sono in grado di poter scrivere e pubblicare il proprio articolo immediatamente sul pro-prio giornale, in modo che tutti gli utenti possano visualizzarlo. Un altro problema è dato anche dal-la mancanza di controllo sull’effettiva veri-dicità della fonte e sulla sicurezza che l’informazione data è corretta. Molto spesso capita che giornali pubblichino notizie velocemente per essere sempre i primi a fornire le informazioni e garantirsi una maggiore fedeltà degli utenti. L’inco-gnita sta nel fatto che alcune volte le noti-zie vengono date talmente rapidamente senza aver realmente appurato che il fat-to sia accaduto nel modo descritto. Inoltre questo fenomeno di distorsione dell’informazione può confondere e o-scurare ciò che è avvenuto effettivamente, impedendo alla persona informata di ca-pire come si sia svolta veramente la vicenda, poiché tempestata da più versioni del-la stessa notizia. Fruizione passiva dell’informazione: fenomeno di addormentamento delle coscienze L'avvento dell'elettricità ha portato nuove tecnologie utili per la comunicazione, come il telegrafo, la radio, la televisione ed infine i computer. Grazie a tutti questi mezzi, la velocità di ricezione delle notizie e di tutto ciò che riguarda il mondo è stato velocizzato, cambiando la dimensione di spazio e tempo, e delineando un “villaggio globale”. Secondo Marshall McLuhan, con l'avvento della televisione, si è tornati ad una cultura orale, questa nuova tecnologia però ha anche portato ad una ricezione, mol-to spesso, distratta.

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...I new media ampliano l’ac-

cessibilità ai prodotti culturali azzeran-do i limiti spazio-temporali. Si tratta di una caratteristica nota come simulta-neità despazializzata, e identifica la ben nota compressione spazio-tempo che si verifica nella fruizione delle infor-mazioni. E’ la peculiarità della Rete, perché la distanza fisica non comporta alcun ostacolo alla comunicazione; i-noltre la variabile tempo può essere personalizzata in maniera completa verso la simultaneità della comunica-zione sincrona (ad esempio la chat) o verso la disponibilità della comunica-zione asincrona (forum e posta elettro-nica)... 14

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C'è una differenza sostanziale tra la nascita della stampa e tra i mezzi di co-municazione di massa: la stampa ha favorito l'introspezione ed un pensiero critico della società, mentre i mezzi di comunicazione di massa hanno avuto un effetto op-posto creando quello che si chiama "addormentamento delle coscienze", ovvero non sviluppando più nelle persone una fruizione critica dell’informazione e un pen-siero autonomo e proattivo. Questo non è solo un cambiamento che riguarda il modo di comunicare, ma un cambiamento generale, che riguarda la parte sensoriale umana e di come si per-cepisce il mondo.

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..L’attuale pervasività dei dispositivi tecnologici ha consentito di realiz-zare ciò che fino ad alcuni anni fa era semplicemente impensabile: di-

sporre di uno strumento incontrollabile di comunicazione globale. tutto ciò ha reso definitivamente consapevole l’uomo delle straordinarie potenzialità della rete e di come possa essere utilizzata per molteplici finalità. I mezzi di informazione, grazie soprattutto alla Rete, sono potenzialmente in grado di screditare o elevare ai massi-mi vertici di gradimento qualsiasi individuo, governo o ideale politico e sociale. E possono farlo a livello mondiale. Sulle masse, le informazioni possono costituire un validissimo strumento per creare forti e radicati convincimenti su quali idee devono essere accettate e quali quelle da respingere con ogni mezzo. L’informazione, se ben progettata e realizzata, può influenzare la mente dell’uomo, condizionandone i comportamenti... 15

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Sfide future dell’informazione

La principale sfida della comunicazione e dell’informazione nell’immediato fu-turo è offerta dallo sfruttamento della Realtà Aumentata e dai servizi di localizzazio-ne. La realtà virtuale riempirà la realtà quotidiana in modo tale che l’informazione raggiungerà l’utente in modo costante e in tempo reale, aggiornandosi e modifican-dosi in funzione della sua posizione e della sua interazione con l’ambiente circo-stante sia esso reale o virtuale. Tale esperienza potrà arrivare, estremizzando, a far confondere realtà con virtualità. La Realtà aumentata 16 La Realtà aumentata è una realtà mediata dall'elaboratore, attraverso l'arric-chimento della percezione sensoriale umana mediante informazioni, in genere ma-nipolate e convogliate elettronicamente, che non sarebbero percepibili con i cinque sensi. Si ottiene attraverso la sovrapposizione e la miscelazione di uno strato infor-mativo (in genere multimediale) sulla realtà, creando uno spazio ibrido di interazione tra realtà e virtualità. Le prime applicazioni di realtà aumentata datano ai primi anni '70, ma è solo dal 2008 che i browser di realtà aumentata si sono ampiamente diffu-si attraverso la tecnologia mobile grazie anche alle iniziative del New Media Consor-tium. La realtà aumentata sfrutta le funzionalità integrate nei dispositivi mobili

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(smartphone) quali: fotocamera, GPS, bussola e accesso web per combinare le informazioni con la realtà circostan-te, sovrapponendo i dati relativi alla po-sizione (geotag). Alcune applicazioni non sfruttano il GPS per fornire conte-nuti, ma il riconoscimento dell'immagi-ne di un marcatore dedicato (QR Code o mobtag) per l’accesso rapido a con-tenuti multimediali presenti in rete. Un’ulteriore applicazione della re-altà aumentata è quella di fornire infor-mazioni contestuali per ricreare le im-postazioni e la ricostruzione virtuale di oggetti e monumenti danneggiati an-che attraverso la renderizzazione 3D. Ad esempio il Progetto StreetMu-seum del Museo di Londra utilizza la realtà aumentata per sovrapporre le foto storiche nel posto esatto in cui è sono state scattate. Una analoga ini-ziativa è quella dei Totem informativi

del Touring Club Italiano, in fase di speri-mentazione a Milano, in pros-simità di siti e monumenti di interesse stori-co ed artistico. Un posto particolare della Realtà Aumen-tata occupano i

cosiddetti Location based service che sfruttano appunto i servizi di localizza-zione tipici degli smartphone moderni. Sono servizi o applicazioni in grado di

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New Media Consortium Il New Media Consortium (NMC) è un consorzio internazionale consorzio non-profit costituito da oltre 250 scuole, università, musei, aziende e altre organizzazioni focalizzate sull’ apprendimento e dedicate alla esplorazione e all'uso dei nuovi me-dia e nuove tecnologie. Il lavoro del NMC ruota intorno a grandi iniziative che hanno l’obiettivo di stimolare l'innovazione: L'Emerging Technologies Initiative si concentra ad espandere i confini dell’insegnamento, l'ap-prendimento e l'espressione creativa applicando nuovi strumenti in contesti nuovi. Il progetto Hori-zon e il fulcro di questa iniziativa. La New Media Literacy & Learning Initiative, nel 2006 ha assunto un impegno pluriennale per esplorare ed espandere le potenzialità dei nuovi sviluppi nel alfabetizzazione visiva e digitale. Il Campus sperimentale del NMC nel mondo virtua-le di Second Life rientra sotto l’egida di questa iniziativa. La Dynamic Knowledge Initiative l'NMC mira a generare, distribuire e condividere conoscenza su argomenti di interesse per l'organizzazione. Una serie di conferenze online, attraverso il quale l'NMC sta costruendo una rete di conoscenze e di risorse on-line, è l'espressione più visibile di que-sta iniziativa. La New Collaborations Initiative incoraggia la collaborazione, lo scambio di conoscenze e pro-getti comuni tra scuole e università, musei, biblio-teche, centri di ricerca e altre organizzazioni o-rientati all’apprendimento. Il Progetto Pachyderm è il suo banco sperimentale e si estende a quasi tutti i musei d'arte del Texas. (http://www.nmc.org/) Un Codice QR (in inglese Quick Read o Quick Response Code) è un codice a barre bidimensio-nale (o codice 2D), ossia a matrice composto da moduli neri disposti all'interno di uno schema di forma quadrata. Viene impiegato per memorizzare informazioni generalmente destinate a essere let-te tramite un telefono cellulare o uno smartphone. In un solo crittogramma sono contenuti 7.089 ca-ratteri numerici o 4.296 alfanumerici.

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fornire in maniera dinamica informazioni e contenuti multimediali (immagini, video, testi o audio) in relazione alla posizione geografica dell’utente. Location-aware display of content Sono applicazioni mobile che utilizzano il GPS per determinare la posizione dell’u-tente e di conseguenza forniscono contenuti.

Contributing content by end-users Consentono all’utente di proporre contenuti - testo, audio, video o foto - legati ad un oggetto determinato.

QR code Consentono l’accesso a contenuti presenti in rete e che si riferiscono all’oggetto che l’utente sta osservando. Location based games – geocaching L’utente può partecipare a giochi e ad attività collegate alla sua posi-

zione attuale e può interagire e ricevere feedback dall’applicazione stessa. Con ge-ochaching si intende una sorta di caccia al tesoro in cui l’utente può trovare indizi tramite il posizionamento GPS e trovare un “cache” ovvero un contenitore in cui la-sciare un segno della visita ed eventualmente un oggetto. Browser di realtà aumentata Consentono l’accesso a dati e informazioni legati ad una determinata posizione “geografica”. Un esempio di applicazione Un altro esempio pratico di realtà aumentata unita alla mobile experience è quello dei Google Glass. In pratica si tratta di un micro computer indossabile con un display montato sulla testa ottica (OHMD) che è stato sviluppato da Google nell'am-bito del progetto di ricerca GLΛSS, un progetto di sviluppo con lo scopo di produrre un computer di massa onnipresente. Google Glass visualizza le informazioni in mo-do simile ad uno smartphone, ma a mani libere, e può interagire con Internet trami-te comandi vocali in linguaggio naturale. Attualmente i Google Glass non hanno le lenti montate e Google sta ipotizzando delle partnership con i rivenditori di occhiali da sole, come Ray-Ban o Warby Parker, o anche di aprire propri brand shop per con-sentire ai clienti di provare il dispositivo. L'E-

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xplorer Edition non può essere utilizzata da persone che portano gli occhiali da vi-sta, ma Google ha confermato che prossimamente il dispositivo sarà in grado di montare anche lenti da vista. GLΛSS è stato sviluppato da Google x, in collaborazione con Steve Lee, pro-duct manager e "specialista di geolocalizzazione", e Sebastian Thrun, che ha svilup-pato Udacity e Thad Starner, esperto di realtà aumentata, che è il responsabile tec-nico e direttore del progetto. 17

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Libri, p. 35 5. h t t p : / / w w w . m a s t e r n e w m e d i a . o r g / i t /

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telli and A. Calanchi edizioni Il Mulino 10. www.ilpost.it/2012/12/03/itu-wcit-conferenza-dubai-internet 11. http://www.itespresso.it/wcit-2012-gli-usa-non-firmano-il-trattato-

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dellinformazione-digitale.html 13. http://www.sapere.it/sapere/strumenti/studiafacile/sociologia/Mass-

media/I l-monopolio-dell- informazione/Televisione-e-media-elettronici.html

14. “Il potere delle informazioni” di Antonio Teti, edizioni Il Sole 24 ore Libri, p. 33

15. “Il potere delle informazioni” di Antonio Teti, edizioni Il Sole 24 ore Libri, p. 36

16. AR Augmented Reality Liberamente tratto dalla Tesi di Dottorato del Dott. Davide Spallazzo, Politecnico di Milano, 2012

17. http://en.wikipedia.org/wiki/Google_Glass

Bibliografia “Oralità e scrittura. Le tecnologie della parola”, Walter J. Ong, R. Lore-

telli and A. Calanchi edizioni Il Mulino “Il potere delle informazioni” di Antonio Teti, edizioni Il Sole 24 ore Libri “AR Augmented Reality”, Tesi di Dottorato del Dott. Davide Spallazzo,

Politecnico di Milano, 2012 “Information technology. Automatic identification and data capture

techniques. Bar code symbology. QR code”. Ginevra ISO/MEC, 2000, p. 114 e “Information technology. Automatic identification and data capture techniques. QR Code 2005 bar code symbology specification.” Londra BSI, , 2007, p. 126

“Picture War Monuments: creating an open source location based mobile platform. Museums and the Web 2011: Proceedings.” Oomen, J., Brinkerink, M., & van Toor, D. (2011). Toronto: Archives & Museum Informatics

“Immagini della Società” di Giovanni Bai, Simone per la Scuola (Esselibri spa), 2008

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