Newsletter T&P N°48

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    TRIFIR&PARTNERS AVVOCATI MILANO ROMAGENOVA TORINO TRENTO WWW.TRIFIRO.IT

    EditorialeLo scorso 16 giugno si tenuto il Convegno sulla mediazione

    organizzato dal nostro Studio in collaborazione con lALDAI.

    A quanto consta, si tratta della prima iniziativa, a livello nazionale, che unisceavvocati, imprenditori e dirigenti di azienda chiamati a partecipare e dibatteredi un tema di grande attualit. Il convegno era presieduto dallavv. Salvatore

    Trifir ed aveva relatori di altissimo livello: il prof. Ugo Carnevali, titolare dellacattedra di Istituzione di diritto privato presso lUniversit degli Studi diMilano e il dott. Camillo Filadoro, Presidente di Sezione presso la Corte diCassazione. Il dibattito che ne seguito, ha visto unampia partecipazioneed il contributo portato da pi parti lo ha reso di particolare interesse.

    Ne parliamo negli Eventie riprendiamo il tema nellAttualit di DirittoCivile, nellattesa della decisione della Corte Costituzionale.

    Un altro importante tema trattato nella nostra newsletter nellAttualit diDiritto del Lavoro: riguarda una recentissima circolare in tema dicertificati di malattia. Sono state fornite le prime indicazioni operativeper la trasmissione telematica e, dal 13 settembre 2011, finir lepoca delcartaceo e non sussister pi lobbligo a carico dei dipendenti di inviareil certificato al proprio datore di lavoro, pur permanendo lobbligo,previsto dalla contrattazione collettiva, di avvisare per tempo in caso diassenza per malattia.

    Le Nostre sentenzesono anchesse di particolare interesse: la sentenzadel mese relativa alle caratteristiche della qualifica dirigenziale in unalettura moderna del ruolo del dirigente, le Altre sentenze relative adargomenti sempre dibattuti ed attuali, quali il risarcimento danni damobbing, il licenziamento del dirigente, il lavoro giornalistico.

    Nellattualit di Diritto Civile, oltre al gi ricordato intervento sullamediazione, vi proponiamo una sentenza relativa al diritto di cronaca eal dovere di informazione. La Corte dAppello di Milano d una innovativalettura dellarticolo 21 della Costituzione e del diritto - dovere di informare lapubblica opinione.

    Completano la newsletter le Assicurazioni, con recentissime sentenzedella Corte di Cassazione in tema di liquidazione del danno biologico e

    del diritto di rivalsa e Il punto suche tratta di una recente sentenzadella Suprema Corte in tema di responsabilit amministrativa degli Enti

    per reati posti in essere da amministratori, dirigenti e/o dipendenti.

    Non perdete, infine, gli Eventi e la Rassegna Stampa.

    Buona lettura e arrivederci a fine luglio.

    Stefano Beretta e il Comitato di Redazione composto da: StefanoTrifir, Marina Tona, Francesco Autelitano, Luca DArco, Teresa

    Cofano, Claudio Ponari, Tommaso Targa e Diego Meucci

    SOMMARIO

    EDITORIALE

    DIRITTO DEL LAVORO

    ATTUALIT 2

    LE NOSTRE SENTENZE 4

    CIVILE, COMMERCIALE,ASSICURATIVO

    ATTUALIT 7

    ASSICURAZIONI 9

    IL PUNTO SU... 10

    EVENTI 12

    R. STAMPA 13CONTATTI 14

    NEWSLETTER T&P N48 ANNO V GIUGNO 2011

    NEWSLETTERTrifir & Partners Avvocati

    http://trifiro.info/eventi/evento-formativo-tp-aldai-la-mediazione-e-il-suo-impatto-nelle-dinamiche-aziendali/http://trifiro.info/eventi/evento-formativo-tp-aldai-la-mediazione-e-il-suo-impatto-nelle-dinamiche-aziendali/http://www.trifiro.it/http://www.trifiro.it/
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    AttualitCERTIFICATI DI MALATTIA: PRIME INDICAZIONI OPERATIVE PER LA

    TRASMISSIONE TELEMATICA

    A cura di Mario Cammarata e Paola Balletti

    stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale del 13 giugno 2011 la Circolare del 18 marzo 2011n. 4, emanata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento digitalizzazione P.A.,avente ad oggetto la trasmissione per via telematica dei certificati di malattia.

    La Circolare stata emanata dopo che lart. 25 della L. 183/2010, entrata in vigore il 24novembre 2010 (il cd. Collegato Lavoro) ha previsto anche per i dipendenti di datori di

    lavoro privati la trasmissione in via telematica dei certificati di malattia.Laddio definitivo alcartaceo per i datori di lavoro privati scatter il 13 settembre 2011 (data in cui scadranno i 3mesi dalla pubblicazione della Circolare) e non come inizialmente previsto il 18 giugno 2011.

    Durante il periodo transitorio il datore di lavoro privato potr chiedere al lavoratore linvio dellacopia cartacea del certificato rilasciato dal medico, o successivamente scaricata dal dipendentedal sito dellINPS, grazie ai servizi resi disponibili dallIstituto stesso. In tale periodo transitorio costituito, presso il Dipartimento per la digitalizzazione della P.A. e linnovazione tecnologica dellaPresidenza del Consiglio dei Ministri, un comitato tecnico di monitoraggio. Terminato il periodotransitorio, il datore di lavoro privato non potr pi richiedere al proprio lavoratore una copiacartacea dellattestazione di malattia del dipendente, ma dovr prendere visione delle suddetteattestazioni avvalendosi esclusivamente dei servizi resi disponibili dallINPS. , in ogni caso,riconosciuta al datore di lavoro privato la possibilit di richiedere al proprio dipendente dicomunicare il numero di protocollo identificativo del certificato gi inviato in via telematica dal

    medico curante.Dal punto di vista operativo la Circolare, nellevidenziare i notevoli vantaggi per i lavoratori,sia del settore pubblico, che del settore privato (che non dovranno pi provvedere ad inviaretramite raccomandata A.R. o recapitare le attestazioni di malattia al proprio datore di lavoro eallINPS entro i due giorni successivi allinizio della malattia), fornisce alcune indicazioni perlattuazione delle nuove disposizioni.

    In particolare, con essa si intende:

    dare informazione ai lavoratori dipendenti (del settore pubblico e privato) circa gli oneri e ivantaggi della nuova procedura;

    descrivere gli adempimenti a carico dei datori di lavoro (del settore pubblico e privato) per lacorretta ricezione delle attestazioni di malattia trasmesse per via telematica.

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    Diritto del Lavoro

    http://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.innovazionepa.gov.it/lazione-del-ministro/certificati-di-malattia-online/normativa-di-riferimento.aspxhttp://www.trifiro.it/http://www.trifiro.it/
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    Le Nostre Sentenze

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    LA SENTENZA DEL MESE

    QUALIFICA DIRIGENZIALE - CARATTERISTICHE(Tribunale di Milano, 8 giugno 2011)

    Con una recentissima sentenza, il Tribunale di Milano si pronunciato su di un temagiurisprudenziale classico, quale quello della determinazione dei requisiti essenzialicaratterizzanti la figura del dirigente, non senza offrire qualche spunto innovativo, nellintento diprocedere ad una ridefinizione delle caratteristiche tipiche della categoria, pi rispondente agliassetti attuali dellorganizzazione dellimpresa. La vicenda trae origine dal licenziamento pergiusta causa intimato ad un dirigente con funzioni di Area Manager, per intervenuta violazionedelle procedure aziendali interne, relative alliter da osservare per le vendite di importanzasuperiore ad un determinato importo. Nellimpugnare il predetto licenziamento per carenza digiusta causa e giustificatezza, il dirigente ha, tra laltro, sostenuto il proprio diritto allareintegrazione in servizio ex art.18 Statuto Lavoratori, assumendo di non aver mai avuto poteridi autonomia e discrezionalit, n poteri di spesa, n poteri di assumere autonomamentedecisioni di sorta in nome e per conto della societ, al punto da dover essere considerato, aifini della individuazione della disciplina limitativa dei licenziamenti applicabile, pseudodirigente,cio in realt semplice impiegato.Nel respingere la domanda in oggetto, il Tribunale di Milano ha affermato che va oramaiabbandonata la risalente nozione restrittiva della figura dirigenziale, tesa a qualificare dirigente

    solo colui che si pone, nellorganizzazione dellimpresa, qualealter ego dellimprenditore. Ci inquanto nellimpresa moderna, caratterizzata da una pluralit di figure dirigenziali distribuite tralalto ed il basso management, la qualifica di dirigente deve essere riconosciuta non solo acoloro che partecipano alle scelte strategiche dellazienda, ma anche a coloro che hanno lafunzione di attuare tali scelte predisponendone gli strumenti operativi, nellambito di un diffusodecentramento dei poteri decisionali. Concludendo, il Giudice milanese ha affermato lagenuinit della attribuzione della qualifica dirigenziale al ricorrente, Capo Area, che aveva laresponsabilit commerciale per una determinata area geografica, nella quale doveva garantire ilconseguimento di un positivo risultato economico, nonch la realizzazione concreta dellescelte e degli obiettivi commerciali aziendali, con compiti di gestione e coordinamento dellarete vendita, con autonomi poteri di spesa nellambito del budget assegnatogli, e con poteridecisionali autonomi nei limiti stabiliti dalle procedure aziendali interne, il tutto operando conriporto diretto nei confronti del solo Amministratore Delegato ed in rapporto di coordinamento enon subordinazione rispetto agli altri dirigenti.Nel solco di una recente pronuncia del Supremo Collegio (Cass. 2/9/2010 n.18998), lasentenza in esame si anche pronunciata sullonere della prova, sostenendo che il principiosecondo il quale spetta al datore di lavoro lonere di provare la reale appartenenza dellavoratore alla categoria dirigenziale non si applica in ipotesi in cui laccertamento della naturadirigenziale o non dellattivit lavorativa sia interesse specifico del prestatore. In caso dilicenziamento di dipendente formalmente inquadrato quale dirigente grava pertanto sullavoratore, che intenda fruire del pi favorevole regime limitativo dei licenziamenti del personalenon dirigente, lonere di provare, con riguardo alle mansioni effettivamente svolte, il difetto delleconnotazioni proprie della categoria dirigenziale.

    (Causa curata da Giampaolo Tagliagambe)

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    LICENZIAMENTO DIRIGENTE - GIUSTA CAUSA DI RECESSO. ONERE DICONTESTAZIONE DEI FATTI IN GIUDIZIO

    (Tribunale di Pisa, 12 aprile 2011)

    Il Tribunale di Pisa ha ritenuto che i comportamenti contestati nel caso sottoposto al suo esame aldirigente licenziato costituiti da: non avere accettato le disposizioni organizzative impartite dalla societ;non avere accettato il nuovo responsabile della struttura; non avere ripetutamente risposto alle richieste diaggiornamento formulate dal suddetto responsabile; avere indirizzato mail polemiche al responsabile delpersonale della societ fossero tali da integrare una lesione del rapporto fiduciario e legittimare larisoluzione del rapporto di lavoro. Dal punto di vista processuale, la sentenza merita di essere segnalataper quanto riguarda poi lapplicazione del principio di non contestazione. Il Tribunale di Pisa ha rigettato,infatti, le istanze istruttorie considerato che le circostanze in fatto esposte dalla societ nella memoria dicostituzione non erano state oggetto di specifica contestazione da parte del ricorrente e dovevano,pertanto, ritenersi come ammesse da parte del ricorrente.(Causa curata da Giacinto Favalli e Marina Tona)

    LEGITTIMA LA SOSPENSIONE DISCIPLINARE INFLITTA AL LAVORATORE,PER ESSERSI ALLONTANATO DAL POSTO DI LAVORO PER RECARSI INMENSA, NONOSTANTE IL DIVERSO ORDINE DEL DATORE DI LAVORO(Corte dAppello di Milano, 31 gennaio 2011)

    Un lavoratore conveniva in giudizio la societ datrice di lavoro, domandando lannullamento e laconseguente revoca di una serie di sanzioni disciplinari irrogate contro di lui. In particolare, domandava larevoca della sanzione della sospensione di tre giorni, inflittagli dopo che si era allontanato dal posto dilavoro per recarsi in mensa alle ore 17.30 anzich alle ore 19.30, come ordinatogli dal responsabile per

    motivi di servizio.Il Tribunale di Busto Arsizio ha ritenuto legittima tale sanzione disciplinare, stabilendo che, in ogni caso,posto che il lavoratore aveva diritto alla pausa pranzo solo dopo sei ore di turno, avrebbe potuto recarsi inpausa pranzo prima del decorso delle sei ore effettive di lavoro, previa autorizzazione del responsabile, esolo in assenza di esigenze di servizio. Confermando la sentenza di primo grado su questo punto, laCorte dAppello ha ritenuto la sanzione in oggetto proporzionata alla gravit dellinfrazione, attribuendovalore determinante alla circostanza che fino allo scadere delle sei ore dallinizio del turno sul ricorrentegravava lobbligo di prestare lattivit lavorativa, qualora la pausa per ragioni organizzative non fossepotuta essere autorizzata, e che quindi solo trascorse tali sei ore egli avrebbe avuto comunque diritto adetta pausa. Pertanto il lavoratore, non avendo ricevuto alcuna autorizzazione dal suo superiore, che peresigenze di servizio richiedeva la sua presenza, ed essendosi invece allontanato dal posto di lavoro, si reso responsabile, secondo la Corte, di un inadempimento tale da meritare la sanzione irrogatagli.(Causa curata da Giorgio Molteni e Claudio Ponari)

    RISARCIMENTO DANNI DA MOBBING(Tribunale di Palermo, 25 gennaio 2011)

    Il Tribunale di Palermo ha rigettato le domande proposte da una lavoratrice che, ritenendo di essere statasottoposta a comportamenti vessatori da parte del superiore gerarchico, aveva chiesto il risarcimento deidanni subiti e ladozione di provvedimenti inibitori nei confronti del datore di lavoro.Il Tribunale di Palermo ha evidenziato, in primo luogo, che la ricorrente non aveva indicato le norme dilegge eventualmente violate dal datore di lavoro, n - tantomeno - aveva qualificato la natura giuridicadelle domande e/o specificato la tipologia di danno subito.

    Inoltre, il Tribunale - dopo aver precisato che, per la configurabilit del mobbing, non pu prescindersidallatteggiamento psicologico che sottende il compimento degli atti datoriali, che devono esserefinalizzati (siano essi formalmente legittimi o illegittimi) alla pura persecuzione del lavoratore - ha accertato

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    ALTRE SENTENZE

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    che la prova richiesta era inidonea a dimostrare gli elementi costitutivi della pretesa risarcitoria (tra cuilintento persecutorio del datore di lavoro) ed ha rigettato, quindi, le domande senza ammettere i mezziistruttori.(Causa curata da Antonio Cazzella)

    LAVORO GIORNALISTICO E SUBORDINAZIONE(Corte dAppello di Roma, 21 gennaio 2011)

    Nel verificare la sussistenza degli indici della subordinazione si deve tener conto del carattere creativo dellavoro e verificare lo stabile inserimento della prestazione resa dal giornalista nellorganizzazioneaziendale. Non sufficiente per che la prestazione assicuri, quantomeno per un apprezzabile periodo ditempo, la soddisfazione di una esigenza informativa del giornale attraverso la sistematica compilazione diarticoli su specifici argomenti o di rubriche, ma necessario che la disponibilit del lavoratore alleesigenze del datore permanga nellintervallo tra una prestazione e laltra.(Causa curata da Giacinto Favalli e Paolo Zucchinali)

    CRITERI DI DETERMINAZIONE DEGLI ISTITUTI RETRIBUTIVI INDIRETTI(Corte dAppello di Roma, 22 aprile 2011)

    Poich, nel nostro ordinamento, non esiste un principio di onnicomprensivit della retribuzione, nellaquantificazione degli istituti retributivi indiretti quali ferie o mensilit aggiuntive e della retribuzione dovuta inperiodo feriale deve aversi riguardo ai criteri di calcolo previsti dalla contrattazione collettiva.Al riguardo, il CCNL pu limitarsi a fornire una nozione di retribuzione normale, utile al fine di quantificarequalsiasi istituto retributivo, senza che sia necessario specificare i criteri di determinazione di ogni singoloemolumento.(Causa curata da Tommaso Targa)

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    DIRITTO DI CRONACA E DOVERE DI INFORMAZIONE DELLOPINIONEPUBBLICA(Corte dAppello di Milano, 14 aprile 2011)

    Alcuni noti protagonisti di inchieste giudiziarie convenivano in giudizio un Parlamentaredella Repubblica Italiana e le societ editrici di due quotidiani, sui quali era stata effettuatala pubblicazione di alcune dichiarazioni relative alloperato degli attori, che avevano ritenutodette dichiarazioni eccedenti il diritto di critica e di opinione in quanto dirette ad offenderelonore e la reputazione degli stessi. Le societ editrici, sempre a detta degli attori, avevanocontribuito alla diffusione di dette affermazioni senza effettuarne un preventivo vaglio.Da qui la richiesta di risarcimento dei danni nei confronti di tutti i convenuti. Le due societ

    editrici si costituivano in giudizio (una assistita dal nostro Studio), assumendo il correttoesercizio del diritto di cronaca. Il giudizio di primo grado si concludeva con sentenza diaccoglimento delle domande proposte dagli attori nei soli confronti del Parlamentare,avendo ritenuto il Tribunale la natura diffamatoria delle dichiarazioni dallo stesso rilasciate,con conseguente sua condanna al risarcimento dei danni; per contro, le domanderisarcitorie avanzate nei confronti delle societ editrici venivano rigettate.

    Il giudizio di appello, promosso dal Parlamentare, si concluso con sentenza di confermadel provvedimento di primo grado. La Corte dAppello ha rigettato le domande,affermando che laddove un personaggio che occupa una posizione di rilievo nellambitodella vita politica, sociale, rilasci dichiarazioni, nei confronti di altro personaggio, la cuiposizione sia altrettanto rilevante , la dichiarazione rilasciata dal personaggio che crea

    in s la notizia, indipendentemente dalla veridicit di quanto affermato e dalla continenzaformale delle parole usate. Notizia che anche se lesiva della reputazione altrui, merita diessere pubblicata perch soddisfa quellinteresse della collettivit allinformazione che deve

    ritenersi indirettamente protetto dallart. 21 Cost..

    La Corte ha, poi, evidenziato che ai fini della responsabilit del giornalista in ordine al reatodi cui allart. 595 c.p. non si pu richiedere che lintervistatore controlli in ogni caso la veritstorica del contenuto dellintervista, dal momento che ci potrebbe comportare una grave

    limitazione della libert di stampa, atteso che le obiettive difficolt che costui potrebbe incontrare nel verificare la corrispondenza a verit di quanto dichiarato da un altro personaggio potrebbe indurlo, per prudenza, a rinunciare alla pubblicazione

    dellintervista; analogamente, concludono i giudici di appello, sarebbe impensabilepretendere che il giornalista si astenga dal pubblicare unintervista ad un personaggio notoin quanto contenente espressioni offensive ai danni di altro personaggio altrettanto noto,poich ci significherebbe comprimere il diritto-dovere di informare lopinione pubblica , non potendo tra laltro attribuirsi al giornalista il compito di purgare il contenutodellintervista dalle dichiarazioni offensive, sia perch gli verrebbe attribuito un potere dicensura che non gli compete, sia perch la notizia, costituita appunto dal giudizio non

    lusinghiero, .verrebbe ad essere svuotata del suo reale significato.(Causa curata da Stefano Beretta e Orazio Marano)

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    Una Nostra Sentenza

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    Assic A cura di Bonavent

    razioniura Minutolo e Teresa Cofano

    LIQUIDAZIONE DEL

    DANNO BIOLOGICO

    Ai fini del calcolo del danno biologico, i valori di riferimento per la liquidazione

    del danno alla persona adottati dal Tribunale di Milano, dei quali gi nei fatti

    riconosciuta una sorta di vocazione nazionale, devono costituire, dora

    innanzi, il valore da ritenersi equo, e cio quello in grado di garantire la parit

    di trattamento e da applicare in tutti i casi in cui la fattispecie concreta non

    presenti circostanze idonee ad aumentarne o ridurne lentit.

    (Cassazione, 7 giugno 2011, n. 12408)

    ASSICURAZIONE

    DELLA R.C.A.

    RIVALSA CLAUSOLA

    DELIMITATIVA DEL

    RISCHIO ASSICURATO

    La clausola che prevede la rivalsa dell'assicuratore in caso di guida del

    veicolo assicurato da parte di conducente in stato di alterazione alcolica,

    oggettivamente accertata, non pu essere considerata limitativa della

    responsabilit, e conseguentemente vessatoria. Con tale clausola, infatti, le

    parti intendono semplicemente delimitare loggetto del contratto assicurativo,

    stabilendo che il rischio assicurato riguarda un veicolo condotto da soggetto,

    anche diverso dalla persona dell'assicurato, in condizioni non alterate da usodi alcool (ovvero da sostanze stupefacenti).

    (Cassazione, 24 maggio 2011, n. 11373)

    AGENTI DI

    ASSICURAZIONE -

    RECESSO DELLA

    PREPONENTE

    PAGAMENTO DI

    SOMMA DI DENARO

    IN SOSTITUZIONE DEL

    PREAVVISO -

    CESSAZIONE DEL

    RAPPORTO E

    IRRILEVANZA DELLA

    QUESTIONE DELLA

    DECORRENZA DEL

    PREAVVISO

    Il rapporto di lavoro degli agenti di assicurazione disciplinato dagli usi e dagli

    accordi collettivi di settore, risultando applicabile solo in mancanza e per

    analogia la disciplina dettata dal codice civile in materia di agenzia.

    In particolare, lo scioglimento del contratto dellagente assicurativo regolato

    dallAccordo Nazionale Agenti, rispetto al quale lart. 1750 c.c. ha funzione

    meramente suppletiva. Da ci deriva che allorch la preponente receda da un

    rapporto di agenzia di assicurazione a tempo indeterminato offrendo

    allagente una somma di denaro in sostituzione del preavviso, si verifica la

    cessazione immediata del rapporto, con la conseguenza che diventano

    irrilevanti tutte le questioni connesse alla decorrenza del preavviso.

    (Corte dAppello di Firenze, 11 aprile 2011, n. 497)

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    Il Punto su...A cura di Vittorio Provera

    ESCLUSIONE DELL'AMMISSIBILIT DI COSTITUZIONE DI PARTECIVILE NEI CONFRONTI DELLE SOCIET CONDANNATE IN BASEAL D. LGS. 231/2001

    Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 2251 del 2011) riporta allattenzione lamateria inerente la responsabilit amministrativa degli Enti (Societ fornite di personalit giuridicae associazioni anche prive di personalit giuridica) per reati posti in essere da amministratori,dirigenti e/o dipendenti nellinteresse o a vantaggio di tali Societ o Associazioni.

    Si tratta, in sostanza, della cd. responsabilit amministrativa introdotta dal D.lgs. 231 del 2001, cheva ad aggiungersi alla responsabilit penale delle persone fisiche (nel caso di condanne per i reatiprevisti dalla normativa in questione). Come noto, a fronte dellapplicazione di tale disciplina si sviluppata una complessa tematica riguardante ladozione dei cosiddetti modelli di organizzazione,gestione e controllo; nonch listituzione dei cosiddetti organismi di vigilanza previsti dalla legge.

    In questo quadro, si inserisce la vicenda poi esaminata dalla Suprema Corte. Il procedimento, inprimo grado, si era svolto avanti al Tribunale di Milano, coinvolgendo numerose persone e societ inordine ai reati di associazione per delinquere, corruzione, appropriazione indebita, oltre che per illecitiamministrativi ex D.lgs. n. 231/2001. Il Tribunale ha applicato la sentenza di patteggiamento neiconfronti delle persone fisiche imputate dei reati e, per quanto concerne gli illeciti amministrativi, hadisposto lapplicazione di sanzioni pecuniarie nei confronti delle Societ, oltre che, limitatamente a

    una di queste, il divieto di pubblicizzare beni o servizi per un anno e la confisca di somme.

    Le societ sono state altres condannate al pagamento anche di spese ed onorari in favore delle particivili costituite. Una delle aziende coinvolte nellaccertamento di responsabilit, ha quindi propostoricorso avanti alla Suprema Corte chiedendo, con uno dei motivi, lannullamento della pronuncia dicondanna al pagamento delle spese e onorari in favore delle parti civili costituite. In tale ambito hadedotto che, nel contesto del particolare procedimento a carico degli Enti di cui al D.lgs. 231/2001,non ammessa la costituzione di parte civile di terzi soggetti che si assumono danneggiatidalle Societ. I Giudici della Suprema Corte hanno accolto tale motivo, con una pronuncia checostituisce sicuramente un importante punto di riferimento; riconoscendo che il problemadellammissibilit della costituzione di parte civile (nel caso di responsabilit amministrativa degli Enti)

    aveva dato luogo, in precedenza, ad interpretazioni contrastanti sia nella dottrina che nellagiurisprudenza. La motivazione della Corte di Cassazione per escludere tale ammissibilit parte,innanzitutto, dalla costatazione che la normativa che ha disciplinato la particolare responsabilitamministrativa delle Societ priva di qualsiasi richiamo o riferimento alla parte civile. Ci noncostituisce una lacuna normativa, quanto una scelta consapevole del legislatore, che si ritrova in tuttoil testo dellimpianto normativo.

    Infatti, la parte civile non menzionata nella sezione II del capo III del D.lgs. 231/01 che riguarda isoggetti del procedimento a carico delle societ; della parte civile non si fa alcun cenno neppurenella disciplina concernente: le indagini preliminari, ludienza preliminare, i procedimenti speciali, leimpugnazioni ed in tutte quelle altre disposizioni sulla statuizione della sentenza. Tutto ci al contrariodi quanto avviene nei corrispondenti istituti del processo ordinario previsti dal Codice di procedura

    penale a carico della persona fisica, ove sono presenti importanti e puntuali riferimenti alla parte civilee alla persona offesa nelle diverse fasi del procedimento.

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    Altrettanto importante , per i Giudici di legittimit, la circostanza che lart. 27 riguardante laresponsabilit patrimoniale dellEnte coinvolto, prevede a carico del medesimo la sola obbligazioneper il pagamento delle sanzioni pecuniarie, senza far alcun riferimento ad eventuali obbligazioni c ivilirisarcitorie verso terzi.

    Parimenti dicasi avuto riguardo alla disciplina, contenuta nellart. 54 del D.lgs. 231/2001, inerente ilsequestro conservativo, che pu essere concesso solo ed esclusivamente allorch si ritenga chemanchino o si disperdano le garanzie per il pagamento della sanzione pecuniaria, per le spese delprocedimento e per eventuali somme dovute allerario. Solo in questo caso pu essere concesso ilsequestro conservativo, escludendo quindi la possibilit di ricorrere a tale istituto per garantireeventuali obbligazioni risarcitorie di terzi che presupporrebbero dunque la richiesta della parte civile.

    In conclusione, dunque, la mancata menzione della parte civile nel processo contro gli Enticostituisce una scelta coerente e non una lacuna, che impedisce qualsiasi interpretazione analogicae/o estensiva di altri istituti. Liter argomentativo della Corte che, peraltro, ha toccato altri aspettiinerenti i rapporti tra il reato commesso dal dirigente apicale persona fisica e lillecito amministrativoaccertato a carico della Societ, ha il merito di aver espresso in modo chiaro il principio in base al

    quale - allo stato della normativa - va esclusa la sussistenza di un danno immediato e direttoprodotto dalleventuale illecito amministrativo riconosciuto in capo alla Societ, che possaqualificarsi come diverso e distinto dal danno prodotto da reato di cui ne risponde, perfatto proprio ed in modo esclusivo ed integrale, lautore persona fisica (senza dunque ulteriorimargini, anche speculativi, per azioni distinte verso le Societ eventualmente coinvolte ai sensi del D.lgs. 231/2001).

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    NEWSLETTER T&P N48 ANNO V PAG. 12

    Tribunale di Torino, Corso Vittorio Emanuele II 130, Maxi Aula 2

    6 Luglio 2011, ore 15

    AGI - Ordine degli Avvocati di Torino

    DIRITTO SINDACALE ANNO ZERO: una bussola per orientarsi nella stagione

    della contrattazione separata

    Relatore: Avv. Giacinto Favalli

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    Eventi

    LA MEDIAZIONE E IL SUO IMPATTO

    NELLE DINAMICHE AZIENDALI

    Milano, 16 Giugno, Trifir & Partners - ALDAI

    Galleria Fotografica

    Dott. Camillo Filadoro - Avv. Salvatore Trifir - Prof. Ugo Carnevali

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    Direzione del Personale - AIDP: N2 Giugno 2011RSU e RSA: rappresentanza, rappresentativit limite eprospettive

    di Giacinto Favalli

    Newsletter 7:24 - Il Sole 24 Ore: 09/06/11

    Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 07/06/11

    twitter @Diritto24La remunerazione di amministratori e top managers nelle societquotate

    di Vittorio Provera

    Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 03/06/11

    twitter @Diritto24Trifir & Partners Avvocati: "La mediazione e il suo impatto nelledinamiche aziendali"

    HR On Line - AIDP: N12 Giugno 2011La remunerazione di amministratori e top managers nelle societquotate

    di Vittorio Provera

    Diritto24 - Il Sole 24 Ore: 31/05/11

    twitter @Diritto24Tassazione agevolata al 10% della retribuzione premialecollegata agli incrementi di produttivit

    di Vittorio Provera

    HR On Line - AIDP: N10 Maggio 2011Licenziamento - soppressione del posto di lavoro

    A cura di Giacinto Favalli, Marina Tona e Paolo Zucchinali

    Newsletter - AIDP: N15 Maggio 2011

    Haute Couture e Direzione del Personaledi Salvatore Trifir

    Assoggettarsi alla stabilit. Pillole di saggezza

    di Stefano Trifir

    il Giornale: 27/05/11Trifir & Partners inaugura la nuova sede di Roma

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