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11. - '".‘ • 'M f C"-'-- PISA. ,1,15/1 5 Novembre 1893. i i - - •-■ 'C-1. 'g.,- I .6111 Irta " II N. Anno T. — Num. 1. .4 Il Ponte si passa ogni domenica. — 11 pedaggio costa un soldo. — Con mazza e scudo prima sì contendevano il Ponte : oggi, per averlo, basta lo scudo solo. — Gli spurghi si buttano in Amo. — Alle lettere senza francobollo é vietato il libero transito. — La Direzione e l' Amministrazione, anche ad. esser ciechi, si trovano subito : basta venire o mandare al Ponte di Pisa. ti l Ponte Sorge il nostro giornale in una ra di sconfortante apatia, quando tutto tace d'intorno e la vita pub- blica pare cht agonizzi miseramente. Ma, qualungle sia il momento, esso sorge pieno di fede e di idealità. Fede ed ideilità che, nelle tristi condizioni presenti, attinge da que- sto bel nome che porta, da questo bel nome che incarna l'antica glo- riosa vita di Pisa e tutto ciò che Pisa ha di 'più forte e virile. Poi che, qualunque sia l'ora -- anche la nuova ora universale — il Ponte di Pisci resta solennemente tra lo splendore dei lungarni me- ravigliosi. Meravigliosi in vero! All'ora mat- tutina, nella luce mite dell'aurora, quando le cose si ridestano tutte, i lungarno hanno bianchezza lu- cida e misteriosi sorrisi da una grande azzurrità di cielo, mentre l'Ano naviga silenzioso al mare. La Spina, piccioletta nei suoi ri- cami di marmo, sorride benigna- mente, come la visione candida ed immacolata dell'Arte! A sera, un incendio si accende sui vetri delle finestre per la curva regale. Oh i diffusi tramonti che a By- roll fwean rifiorire su da 1' imo cuore li poesia, e che chi ha visto una volta non può mai dimenti- car nella vita! Dolci tramonti, quan- do gli occhi pensosi delle donne bevono tutto quel tesoro di luce, e l'animi subiscono la intensa ma- linconia de l'ora! Poi, vengon le notti biatche di luna, quando tutte le cose s'umano nel paesaggio se- lenico cone in un sogno.... Il Pont?, per noi— che sappiamo passare della poesia alla realtà della vita — noi sarà più quello del ludo storico cheirmava un quartier con- tro l'altro e faceva risuonare su l'Amo il rumore dei giachi di ferro e delle man fragorose -- ma sarà giuoco rinnvellato ad armi cor- tesi, senza odi di partiti, senza fe- rocia di battaglie, senza preconcetti di personalità — calmo, sereno e, sovrattatto, urbano. E come Pita- gora sulla porta della sua scuola aveva scritto: nemo intrat nisi geo- metra, così passeranno il Ponte solo coloro che a le nostre idee si ispirano sinceramente. Perchè è ne- cessario che tutti ci assuefacciamo a grado a grado a considerare le questioni daun punto di vista molto impersonale, senza obbedire cieca- mente agli stimoli di vecchie e de- testabili ire di parte che hanno rovinato a poco a poco il nostro paese. Però saremo lieti se al benessere morale e materiale di Pisa, noi po- tremo contribuire con l'opera no- stra. Con queste basi il Ponte sarà forte e saldo, e si guadagnerà, spe- riamo, la simpatia dell'intera pro- vincia. Una cosa sola avrà a temere, e sarà la piena degli.... abbonati morosi. Il Prefetto di Pisa Ci han detto che ci leverà presto l' inco- modo, beato lui e che ci risparmierà la cura di altri articoli da scriversi in onor suo. Peccato che se ne vada presto e che abbia il nome di Commendator Fioretti ! Perchè con l'aspettativa dell'andata ed il cognome dolcissimo e profumato, non c'è proprio gusto a fargli la guerra. Trepidanti ed ignoti usciamo oggi alla luce di questo bel sole di Pisa; e se non potemmo salutare il Prefetto all'arrivo e se- guirlo dopo con amore nelle varie e glo- riose tappe della sua carriera, illustriamo di lui vicino a partire le ultime gesta illustri e indimenticabili sempre. Una volta, ed era il maggio caduto, il Comm. Fioretti si divertì alla Stazione cen- trale ad agguantare per il panciotto liberi cittadini che erano andati a fare omaggio di devozione al Re d'Italia. Il prefetto non voleva disordini, ed era egli invece il più disordinato di tutti. Lo accompagnarono a palazzo con urli e sibili, e quella, per quanto improvvisa, deve es- sere stata l' unica dimostrazione imponente che gli debbono aver fatto in vita sua. — Noi lo abbiamo conosciuto poco. Ci raccon- tarono che il farmacista del Comune di Chianni, malgrado tutte le assicurazioni fatte dal Comm. Fioretti in persona al Sin- daco di quel paese, fu d'improvviso obbligato a chiuder bottega e dato in mano della giu- stizia per reato di contravvenzione. — Ci raccontarono della testimonianza del Pre- fetto al processo pubblico, del Prefetto che disdisse, errò, e barcollò difronte ad un ga- lantuomo come il Sindaco deluso. Ci rac- contarono di un decreto per metà divulgato per l'indizione dei comizi amministrativi nel Comune di Peccioli, necessaria dopo la nuo- va eseguita repartizione in frazioni, e del decreto ritirato poi per ragioni di ordine pubblico. A Chianni, il Sindaco si dimette e con esso la Giunta e si aspetta giustizia: a Pec- cioli, non si ha più rappresentanza legale, non si convocano gli elettori alle urne, e si cerca una grande scusa d'effetto in per- turbamenti che non esistono e contro i quali il rappresentante del Governo dimostra a viso aperto la sua impotenza. Ma di per- turbamenti più geavi ha fatto parlare il Prefetto di Pisa nella nostra città, — e la stampa di mezza Italia ha per merito suo — dipinto noi agli occhi della nazione come un'accozzaglia di gente turbolenta ed ag- gressiva che trova pascolo nelle risse not- turne e nei feroci reati di sangue. Ah ! ci voleva proprio il Comm. Fioretti perché tanta fama generosa di patriottismo e di gentilezza venisse, in malaugurati mo- menti, oscurata così ! La provincia nostra ha bisogno più di qualunque altra che clal rappresentante del Governo sia dato grande impulso coll'au- tonta, col senno e colla prudenza, a tutto ciò che è movimento e progresso ammini- strativo e però diretto al pubblico bene. Che ha fatto di buono e di utile il Comm. Fioretti? Non analizziamo, per carità, l'opera sua deleteria. Egli ha lasciato correr l' acqua per la sua china, e non ha mostrato mai nè forza nè coraggio per mettere un ar- gine a tutto quel ruinoso disfacimento di istituzioni che minaccia da poco tempo, dove più e dove meno, tutta quanta la no- stra provincia. Ha fatto di tutto invece per- chè energie spente non si ravvivassero più e sorgenti vive non dessero, per l' inetti- tudine sua, alimento fecondo al benessere comune. Però lo consideriamo come nostro av- versario, anche nell'ora, certo non rim- pianta dai buoni, nell'ora vicina della sua partenza. I AL MUSEO CIVICO Esco ora dal Museo Civico, dalle maestose arcate e dai chiostri silenti di San Francesco. N'esco — è un' impressione che han tutti sen- tita qualche volta — con una stanchezza di spirito e di corpo somigliante a quella che si prova dopo una notte perduta. E intanto bisogna scriver l'articolo. Quanti pensieri e impressioni geniali corrono alla mente scorrendo quelle sale! Tutto sfuma dinanzi al latteo candore delle cartelle. Quelle idee che passano per il cervello di- nanzi a un quadro si dimenticano e perdono di profumo e di colore come i fiori colti da più giorni — ammesso, s' intende, che quel che si agita per la testa sia da vero paragonabile ai fiori..... Frattanto, se voglio dir qualche cosa, mi tocca a scrivere. * * Igino Benvenuto Supino, il benemerito Ispet- tore degli Scavi e Monumenti della provincia, è il mago che ha fatto balzar dal nulla, con una bacchetta fatata, questa stupenda collezione di arazzi e di marmi, di dipinti pisani e di ta- vole senesi, di storiche bandiere, di libri mi- niati Per capire il Museo bisogna ricordarsi del suo autore: il Supino è un profondo erudito dell'arte; ma questo non ha ammazzato in lui l'artista — tutt' altro! Egli ha intessuto anello per anello la splen- dida catena dell'arte pittorica pisana: dai rozzi rotali in pergamena del mille, che hanno i di- segni nel senso opposto della scrittura perchè il popolo possa vederli mentre il prete svolge la striscia, ai dipinti della cosiddetta arte greco- pisana, fino ai tempi di Giotto e giù giù fino al nostro Melani.... Il visitatore n' è dolcemente affascinato e vede passare davanti ai propri occhi — senza fatica — tutto lo svolgimento artistico d' una scuola. Così, la galleria qual' è ordinata dal Supino, pone non già un contributo ma proprio la base fondamentale di studi nuovi e di nuove ri- cerche. * Che dire del gusto squisito con cui fu di- retta la sala degli arazzi e delle bandiere? Una strana fantasia della moda al principio del secolo scorso, mise in disuso quegli splen- didi arazzi che aveveno formato in ogni tempo la parte più sontuosa dell'arte decorativa. An- che Pisa aveva subito l' influsso della moda. Ai nostri giorni però il buon gusto rinato ha rimesso in onore nei musei, nelle Corti, nei saloni principeschi questi tessuti artistici che acquistano un valore sempre maggiore. Gli a- razzi del Museo pisano, senz'essere meravigliosi sono però notevolissimi lavori di scuola fioren- tina della fine del rinascimento. C' è poi un gobelin, stupendamente conservato, e che an- che nella sala del Loavre attirerebbe gli sguardi e l'ammirazione del pubblico. E senza l'opera del Supino questi arazzi pre- ziosi sarebbero ancora ammonticchiati in preda alle tarme. Così, quasi per ogni ramo, Igino Benvenuto Supino ha lottato vittoriosamente contro la noncuranza e l' ignavia de' suoi concittadini. Pisa dev' esser molto grata all'artista ge- niale e all'ordinatore sapiente. Per quanto positivisti e praticals-men noi 4

nn T. N. - opac.bibliotecauniversitaria.pi.itopac.bibliotecauniversitaria.pi.it/opacpisa/opac/pisa/96/Il Ponte... · nn T. N. ..4 • • l Pnt p n dn. pd ... Nn nlzz, pr rtà, lpr

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PISA. ,1,15/1 5 Novembre 1893.

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Anno T. — Num. 1.

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•Il Ponte si passa ogni domenica. — 11 pedaggio

costa un soldo. — Con mazza e scudo prima sìcontendevano il Ponte : oggi, per averlo, basta loscudo solo. — Gli spurghi si buttano in Amo. —Alle lettere senza francobollo é vietato il liberotransito. — La Direzione e l' Amministrazione,anche ad. esser ciechi, si trovano subito : basta

venire o mandare al Ponte di Pisa.

ti l Ponte

Sorge il nostro giornale in unara di sconfortante apatia, quando

tutto tace d'intorno e la vita pub-blica pare cht agonizzi miseramente.Ma, qualungle sia il momento, essosorge pieno di fede e di idealità.Fede ed ideilità che, nelle tristicondizioni presenti, attinge da que-sto bel nome che porta, da questobel nome che incarna l'antica glo-riosa vita di Pisa e tutto ciò chePisa ha di 'più forte e virile. Poiche, qualunque sia l'ora -- anchela nuova ora universale — ilPonte di Pisci resta solennementetra lo splendore dei lungarni me-ravigliosi.

Meravigliosi in vero! All'ora mat-tutina, nella luce mite dell'aurora,quando le cose si ridestano tutte,i lungarno hanno bianchezza lu-cida e misteriosi sorrisi da unagrande azzurrità di cielo, mentrel'Ano naviga silenzioso al mare.La Spina, piccioletta nei suoi ri-cami di marmo, sorride benigna-mente, come la visione candida edimmacolata dell'Arte!

A sera, un incendio si accendesui vetri delle finestre per la curvaregale.

Oh i diffusi tramonti che a By-roll fwean rifiorire su da 1' imocuore li poesia, e che chi ha vistouna volta non può mai dimenti-car nella vita! Dolci tramonti, quan-do gli occhi pensosi delle donnebevono tutto quel tesoro di luce,e l'animi subiscono la intensa ma-linconia de l'ora! Poi, vengon lenotti biatche di luna, quando tuttele cose s'umano nel paesaggio se-lenico cone in un sogno....

Il Pont?, per noi— che sappiamopassare della poesia alla realtà dellavita — noi sarà più quello del ludostorico cheirmava un quartier con-tro l'altro e faceva risuonare sul'Amo il rumore dei giachi di ferroe delle man fragorose -- ma saràgiuoco rinnvellato ad armi cor-

tesi, senza odi di partiti, senza fe-rocia di battaglie, senza preconcettidi personalità — calmo, sereno e,sovrattatto, urbano. E come Pita-gora sulla porta della sua scuolaaveva scritto: nemo intrat nisi geo-metra, — così passeranno il Pontesolo coloro che a le nostre idee siispirano sinceramente. Perchè è ne-cessario che tutti ci assuefacciamoa grado a grado a considerare lequestioni daun punto di vista moltoimpersonale, senza obbedire cieca-mente agli stimoli di vecchie e de-testabili ire di parte che hannorovinato a poco a poco il nostropaese.

Però saremo lieti se al benesseremorale e materiale di Pisa, noi po-tremo contribuire con l'opera no-stra.

Con queste basi il Ponte saràforte e saldo, e si guadagnerà, spe-riamo, la simpatia dell'intera pro-vincia. Una cosa sola avrà a temere,e sarà la piena degli.... abbonatimorosi.

Il Prefetto di Pisa

Ci han detto che ci leverà presto l' inco-modo, beato lui e che ci risparmierà lacura di altri articoli da scriversi in onorsuo. Peccato che se ne vada presto e cheabbia il nome di Commendator Fioretti !Perchè con l'aspettativa dell'andata ed ilcognome dolcissimo e profumato, non c'èproprio gusto a fargli la guerra.

Trepidanti ed ignoti usciamo oggi allaluce di questo bel sole di Pisa; e se nonpotemmo salutare il Prefetto all'arrivo e se-guirlo dopo con amore nelle varie e glo-riose tappe della sua carriera, illustriamodi lui vicino a partire le ultime gesta illustrie indimenticabili sempre.

Una volta, ed era il maggio caduto, ilComm. Fioretti si divertì alla Stazione cen-trale ad agguantare per il panciotto libericittadini che erano andati a fare omaggiodi devozione al Re d'Italia.

Il prefetto non voleva disordini, ed eraegli invece il più disordinato di tutti. Loaccompagnarono a palazzo con urli e sibili,e quella, per quanto improvvisa, deve es-sere stata l' unica dimostrazione imponenteche gli debbono aver fatto in vita sua. —Noi lo abbiamo conosciuto poco. Ci raccon-tarono che il farmacista del Comune diChianni, malgrado tutte le assicurazionifatte dal Comm. Fioretti in persona al Sin-

daco di quel paese, fu d'improvviso obbligatoa chiuder bottega e dato in mano della giu-stizia per reato di contravvenzione. — Ciraccontarono della testimonianza del Pre-fetto al processo pubblico, del Prefetto chedisdisse, errò, e barcollò difronte ad un ga-lantuomo come il Sindaco deluso. Ci rac-contarono di un decreto per metà divulgatoper l'indizione dei comizi amministrativi nelComune di Peccioli, necessaria dopo la nuo-va eseguita repartizione in frazioni, e deldecreto ritirato poi per ragioni di ordinepubblico.

A Chianni, il Sindaco si dimette e conesso la Giunta e si aspetta giustizia: a Pec-cioli, non si ha più rappresentanza legale,non si convocano gli elettori alle urne, esi cerca una grande scusa d'effetto in per-turbamenti che non esistono e contro i qualiil rappresentante del Governo dimostra aviso aperto la sua impotenza. Ma di per-turbamenti più geavi ha fatto parlare ilPrefetto di Pisa nella nostra città, — e lastampa di mezza Italia ha per merito suo— dipinto noi agli occhi della nazione comeun'accozzaglia di gente turbolenta ed ag-gressiva che trova pascolo nelle risse not-turne e nei feroci reati di sangue.

Ah ! ci voleva proprio il Comm. Fiorettiperché tanta fama generosa di patriottismoe di gentilezza venisse, in malaugurati mo-menti, oscurata così !

La provincia nostra ha bisogno più diqualunque altra che clal rappresentante delGoverno sia dato grande impulso coll'au-tonta, col senno e colla prudenza, a tuttociò che è movimento e progresso ammini-strativo e però diretto al pubblico bene.

Che ha fatto di buono e di utile il Comm.Fioretti?

Non analizziamo, per carità, l'opera suadeleteria. Egli ha lasciato correr l' acquaper la sua china, e non ha mostrato mainè forza nè coraggio per mettere un ar-gine a tutto quel ruinoso disfacimento diistituzioni che minaccia da poco tempo,dove più e dove meno, tutta quanta la no-stra provincia. Ha fatto di tutto invece per-chè energie spente non si ravvivassero piùe sorgenti vive non dessero, per l' inetti-tudine sua, alimento fecondo al benesserecomune.

Però lo consideriamo come nostro av-versario, anche nell'ora, certo non rim-pianta dai buoni, nell'ora vicina della suapartenza.

I

AL MUSEO CIVICO

Esco ora dal Museo Civico, dalle maestosearcate e dai chiostri silenti di San Francesco.N'esco — è un' impressione che han tutti sen-tita qualche volta — con una stanchezza dispirito e di corpo somigliante a quella che si

prova dopo una notte perduta. E intanto bisognascriver l'articolo.

Quanti pensieri e impressioni geniali corronoalla mente scorrendo quelle sale! Tutto sfumadinanzi al latteo candore delle cartelle.

Quelle idee che passano per il cervello di-nanzi a un quadro si dimenticano e perdonodi profumo e di colore come i fiori colti da piùgiorni — ammesso, s' intende, che quel chesi agita per la testa sia da vero paragonabileai fiori.....

Frattanto, se voglio dir qualche cosa, mi toccaa scrivere.

* *

Igino Benvenuto Supino, il benemerito Ispet-tore degli Scavi e Monumenti della provincia,è il mago che ha fatto balzar dal nulla, conuna bacchetta fatata, questa stupenda collezionedi arazzi e di marmi, di dipinti pisani e di ta-vole senesi, di storiche bandiere, di libri mi-niati

Per capire il Museo bisogna ricordarsi delsuo autore: il Supino è un profondo eruditodell'arte; ma questo non ha ammazzato in luil'artista — tutt' altro!

Egli ha intessuto anello per anello la splen-dida catena dell'arte pittorica pisana: dai rozzirotali in pergamena del mille, che hanno i di-segni nel senso opposto della scrittura perchèil popolo possa vederli mentre il prete svolgela striscia, ai dipinti della cosiddetta arte greco-pisana, fino ai tempi di Giotto e giù giù finoal nostro Melani....

Il visitatore n' è dolcemente affascinato evede passare davanti ai propri occhi — senzafatica — tutto lo svolgimento artistico d' unascuola.

Così, la galleria qual' è ordinata dal Supino,pone non già un contributo ma proprio la basefondamentale di studi nuovi e di nuove ri-cerche.

*Che dire del gusto squisito con cui fu di-

retta la sala degli arazzi e delle bandiere?Una strana fantasia della moda al principio

del secolo scorso, mise in disuso quegli splen-didi arazzi che aveveno formato in ogni tempola parte più sontuosa dell'arte decorativa. An-che Pisa aveva subito l' influsso della moda.

Ai nostri giorni però il buon gusto rinatoha rimesso in onore nei musei, nelle Corti, neisaloni principeschi questi tessuti artistici cheacquistano un valore sempre maggiore. Gli a-razzi del Museo pisano, senz'essere meravigliosisono però notevolissimi lavori di scuola fioren-tina della fine del rinascimento. C' è poi ungobelin, stupendamente conservato, e che an-che nella sala del Loavre attirerebbe gli sguardie l'ammirazione del pubblico.

E senza l'opera del Supino questi arazzi pre-ziosi sarebbero ancora ammonticchiati in predaalle tarme.

Così, quasi per ogni ramo, Igino BenvenutoSupino ha lottato vittoriosamente contro lanoncuranza e l' ignavia de' suoi concittadini.

Pisa dev' esser molto grata all'artista ge-niale e all'ordinatore sapiente.

Per quanto positivisti e praticals-men noi

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siamo, dobbiamo esser lieti che in Pisa possaora risorgere con questa istituzione il cultodell'arte. Aprés tant, — lo diceva anche quelgrande scettico dello Stendhal de I' ari: c'estl'unique idéal qui nons reste.

Per il pubblico

Noi facciamo un .1.iornale che si pre-fig,ge questo nob;le scopo: la difesa ditutti inkTossi pubblici.

Un servizio fatto appositatnente peril pubblico, quello delle tramvie a va-pore, per la Pisa-Pontedera, per(piena Navacchio-Calci e Pisa-Marina,solleva. ogni giorno lagnanze e proteste.

Il CO1111113;3 e la Provincia sono co-stretti di continuo t richiamare all' or-dine la Direzione delle tramvie e la So-ci Là. (ssuntrice del l' impres,a.

Disposizioni, regolamenti, oneri di ca-pitolati, obblighi .di contratti, tutto ènegletto o violato.

inauguriamo da oggi una onesta cam-pagna contro tanto disordine e proet-tiamo di raccogliere appunti e lamenti— pur che seri e giustificati — daqualunque parte 'ci vengano. Il pubblicoa questo modo può divenire, se lo vuole,nostro collaboratore efficace.

La novella della Domenica

AMORE IMPURO

Con quale sorpresa Eugenio, entrando nelgrande terrazzo, dove la marchesa Vittoriaera solita riunire i suoi amici nelle calde se-rate di estate, aveva riconosciuto seduta ac-canto alla padrona di casa,la signora BiancaSirvelli! In un baleno una sequela precipi-tosa di pensieri gli aveva attraversato lamente. — Come mai ella, la bella mondana,era capitata in quella remota spiaggia? Eradunque amica della marchesa Vittoria? Quantotempo si sarebbe trattenuta? Ed egli, dovevamostrare di conoscerla o figurare il contra-rio? — Intanto, apparentemente calmo, salu-tava la marchesa, la quale subito, festosa-mente, gli annunziava che lo avrebbe pre-sentato ad una sua carissima amica, venutaimprovvisamente a trovarla.... La voce lim-pida e tranquilla della signora Sirvelli la in-terruppe.

— In questa penombra il tenente non deveavermi veduta, se no, spero, mi avrebbe ri -conosciuta.

Subito Eugenio le si avvicinò, esclamando:— La signora Sirvelli! Infatti sul momento

con questa luce non l'avevo ravvisata. Comesta ?

— Ah! Siete amici ? — chiese la mar-chesa.

— Ci siamo incontrati parecchie volte aRoma tre anni fa; — rispose Bianca.

— Si, fui così fortunato da potermi anno-verare fra i tanti ammiratori della siguoraSirvelli: soggiunse Eugenio in accentolievemente beffardo, che poteva sfuggire atutti, ma che per Bianca era sufficiente adare a quelle parole un senso nascosto diinAiuria. Con moto rapido ella si rizzò sullavita e parve sul punto di lasciarsi sfuggireuna replica vivace; ma si contenne, - tornò dinuovo ad allungarsi sulla poltrona, limitan-dosi a fissare bene in viso ad Eugenio i suoigrandi occhi bruni. Egli finse di non accor-gersi di nulla, si sedette, mostrò di non oc-cuparsi più di Bianca ed intavolò una con-versazione con varie persone che gli stavanoaccanto; però quell'improvviso incontro avevaridestato tutta la sua collera ed i suoi ran-cori del passato, ed in cuor suo si rallegravadella bella occasione che gli si era offertadi poter ,dire direttamente a Bianca una pic-cola insolenza. Via, era una soddisfazione a

cui aveva diritto, in compenso di tutto ciòche gli aveva fatto soffrire quella donna senzacuore, fatta di vanità e di capriccio, che na-scondeva la depravata e viziosa indole suasotto un aspetto così dolce e seducente. Eu-genio pensava a queste cose. mentre s; de-dicava con grande galanteria ad una suagraziosa vicina. La padrona di casa che lochiamava, lo fece voltare.

— Tenente, secondo lei esisiono due spe-cie di amori, il puro e l'impuro?

— Si, certamente.— Ebbene, Bianca, sostiene il contrario.Eugenio si fece attento: ecco un tema che

gli avrebbe dato agio di lanciare qualche altrafrecciata!

Parlava la signora Sirvelli.— Io dico che il vostro errore sta nel chia-

mare impuro quello che non è amore. L'a-more, il vero amore, non può essere nè puro,nè impuro; esso è quello che è; cioè unacosa sola ed unica, che non può esplicarsiche in un unico e solo modo.

Molti approvarono, altri negarono e per unpoco ci fu una discussione animata, in cuile frasi si incrociavano, i pareri più contrad-dittori venivano emessi in una confusionedalla quale non risultava nulla di chiaro. Adun tratto Bianca in tono pacato, disse:

— Se permettete, vorrei raccontarvi unastoria.

Subito si fece silenzio ed ella con la suavoce sonora, piena di intonazioni profonde,serbando sulla poltrona il suo atteggiamentoindolente, proseguì:

— Tralascio la descrizione dei personaggie dei luoghi; ometto anche di analizzare ilcome ed il perchè; basterà cho vi dica su-bito che tutti t due, l' uomo e la donna, siamavano pazzamente. Sulle prime la donnaun poco diffidente per carattere e molto peresperienza, aveva cercato di resistere; ma lapassione del suo adoratore le era apparsa apoco a poco tanto sincera, tanto rispettosa edevota, che sentì di perdere ogni forza e ce-dette alla dolce lusinga.

Un giorno, giorno fatale, tutti e dite sta-vano in un salottino, seduti accanto, strettiinsieme, con le mani allacciate e la nientevacillante per la sottile ebbrezza che vincenelle ore di amore. Una passione infinita ar-deva il cuore della donna, una esaltazionesublime s'impadroniva di lei; le parole nonle bastavano pIù ad esprimere la foga deisuoi sentimenti, i baci le sembravano ineffi-caci a rivelare la intensità delle sue sensa-zioni, avrebbe voluto trovare qualche cosa dipiù, avrebbe voluto che le si offrisse, lì perlì, la occasione di dare una prova. immensadel suo amore, magari sacrificando la vitaper l'adorato, e non trovando altro, non po-tendo altro, con un gesto rapido ed improv-viso slacciò la veste, che le cadde ai piedi,erse il corpo superbo e come offrendo undono raro e prezioso, come dando il supremosegno di abdicazione dinanzi a chi ricono-sceva padrone di sè, con l'ardimento di chi èmosso da una alta e pura intenzione, disse al-l'amante : Prendimi, prendimi tutta! — Biancasi soffermò un poco per frenare il fremitodella sua voce commossa; poi ricominciò piùadagio. — Ma l'uomo non seppe intenderla;forse gli parve di essere amato, come voi dite,in modo impuro e l'iniquo pensiero gli tra-sparì negli occhi, talchè la donna smarrita,con un senso di orrore che la gelava tutta,nel minuto ineffabile che aveva creduto do-vesse segnare l'alto vertice dell'amore, ebbela percezione netta precisa della ingiuria chele veniva fatta, che non avrebbe mai più nèdimenticato, nè perdonato e che la avrebbeoramai divisa per sempre dall'uomo che avevaidolatrato.

Bianca tacque; qualcheduno domandò:— E poi?— E poi? — ripetè la signora Sirvelli, ri-

dendo leggermente, di un piccolo riso stri-dente; — poi l'uomo quando vide dopo quellaunica volta la donna allontanarsi da lui, senzaspiegazioni, perchè era troppo orgogliosa esensibile per darne, precisò e sviluppò il suoprogetto; pensò e disse che costei era unaspregevole creatura, una volgare ricercatricedi facili piaceri, una impudica, una sacerdo-tossa, infine, del vostro amore impuro! Così

dopo essere stato crudele, fu vile...... nega-telo se potete!

Quando Bianca ebbe finito, per un poconessuno parlò; le sue parole semplici, che ri-suonavano nette nella quiete solenne dellanotte, parevano una rivendicazione, un gridodi verità onesta ed umana.

Appena ripresero le conversazioni, la si-gnora Sirvelli si alzò, fece due passi ed andòad appoggiarsi alla balaustra del terrazzo,sotto al quale con un murmure carezzevolesi frangevano le onde del mare. Stette unpoco così assorta e poi trasalì, accorgendosidi non essere più sola. Si voltò: Eugenio eralì pallido, col respiro affannoso e gli occhivelati di lacrime. Ella lo guardò un momentoavvolgendolo in una occhiata penetrante dipietà, di rimpianto, di sdegno doloroso, quindisi mosse subito per allontanarsi, nè si trat-tenne quando egli, giunte le mani in atto disupplica disperata, balbettò pianissimo:

— Perdono oh I perdono !

SAN ROSSOREAl Professore I-oclov-ico Mortane.

I.(ALBA)

Assurge l'alba nel pallor di rosa,Fresca pe 'l * cielo tenero d' opale,Come da' ampio letto nuzialeSorge al mattino una fiorente sposa.

Per la selva, e d'intorno, e d'ogni cosaPar che si levi un canto mattinale:Ne 'l tripudio de 1' ora, al maestraleDànno i pini la fresca onda odorosa.

Oh, salutate il Sol, boscaglie in fiore,Svegliate a l'alba e mormoranti al ventoIn un immenso fremito d'amore....

Salutate co 'l grande ondeggiamentoDe le rame che vibrano sonore,Come di mille e mille arpe al concento.

(INTIMO)

In vano, in van tra i piccioletti versimi tenta un sogno con rimpianti amaried i ricordi teneri dispersitreman nel canto ! — O dolci e solitari

sentieri, dì tra i folti alberi persicome in un sogno, o de i poeti carirefugi, dove ne i mattini tersipassan lenti e silenti i dromedari,

voi tornate a 'I pensier.... — L'alma riposain un bisogno di fantasticare,in un senso di pace indefinito,

poi che, tra i versi, balza a la pensosa• alma, di un tratto, la vision del mare

azzurro solitario ed infinito !

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(VISIONE CLASSICA)

Quando, a la notte altissima, s'imbiancala selva e al lume de la luna dorme,viene Diana cacciatrice, stancadi stragi, nuda le divine forme,

su 'l margine del fiume e a destra, e a mancai cervi sacri a lei corrono a torme :Ella gioisce tutta e ne la biancanotte, risplendon le divine forme.

Piega l'Iddia, che ride, il corpo in arcoed emergono in alto come fiorile forme de 'l suo petto virginale,

mentre in torno d'amor mormora il parcoe la Notte dolcissima fulgoripiove a fasci su capo a l'Immortale!

CARLO ZUMBINI.

IL NOSTRO ALBUM

Giacinto Fogliata

Pochi uomini hanno come luì una vo-lontà di ferro accoppiata ad una intel-ligenza così squisita e versatile.

Certo una delle poche risorse rimaste

ornai alla città nostra è quel. principalecentro ippico italiano che si chiama Bar-baricina. Lì sono le migliori scuderie percavalli da corsa, i trainers più intellig-enti,i corridori più forti ed i goc/ie!) più - va-lorosi. Mezzo fecondo allo sviluppo diquesta stazione ippica, è senza dubbiol' iniziativa di riunioni per corse. .

Una vecchia società pisana, dopo averlottato per vari anni colle incertezze fi-nanziarie di un bilancio che andava gra-do a grado peggiorando, dovette final-mente ritrarsi, incapace a mailteriersipiù oltre in piedi.

Il Prof. Giacinto Fogíata, brescia-no per natali ma pisano per la lungadimora fra noi e per l'affetto che al nos-tro paese ed alle nostre istituzioni lo lega,aveva già raccolto intorno a se i migliorielementi e gettate le basi di una nuova

società nazionale: l' Zilfea. Questa prese

poi l'eretdità dell'antica, e fu merito diGiacinto Fogliata, acclamato unanime-mente Presidente, se a Pisa non vennea mancare questa grande risorsa dellesolite riunioni annuali.

L' uomo che dell'alta autorità che alui viene dalla scienza,si era sempre valsoper raccomandare nei consessi, nei librie nei giornali tanti nostri tesori preziosi enegletti come la bontàl.veramente unicain Europa del prato li San Rossore, lamitezza del clima, la salubrità dei fieni

e la freschezza dei f9ag,rgi, doveva poimettersi alla testa di \quel movimentocosì proficuo e così sallitare che è lo svi-luppo ippico di Barba'ricina.

A furia di buon volere, di operositàe di intelligenza, l' Z .lféia, giunta appenaai suoi tre anni di vita nei quali ha pa-gato per 55 mila lire di premi, ha unbilancio lusinghiero che si chiude conun avanzo netto di 14 mila lire.

L' istituzione della vendita dei cavalliper mezzo dell' asta pOblica è andataprogredendo, e da 18 nel primo anno incui il mercato si inaugurò, r iscrizioneper la vendita è salita oggi a quaranta.

Anche le corse per fantini italiani chesono palestra di emulazioae e di i

on

nco-

rao.aiamento al lavo ro ed allo svolgersidi attitudini che debbono essere accarez-zate ., sono iniziativa di lui.

Dopo la riunione autunnale di oggi,così importante specialmente i)er il gran-de criterium dei cavalli di due anni . nati

in Italia e fuori, l' jlfea terrà altre dueriunioni, una invernale a gennaio perle corse ad ostacoli ed un'altra primave-rile nel mese di marzo.

Pisa fu un tempo soggiorno graditodi forestieri attratti a lei nti rigori del-l' inverno dalla mitezza ciel suo climadolcissimo. Pochi vengorb, ora in rivaall'Armo a confortarsi al tepide aureprofumate. Richiamare . a lontano lagente coli' attrattiva di (orse invernaliche possono essere comela prova gene-rale di quelle che ogni anno si prepa-rano a Nizza nel mese d gennaio, saràintento felice ed utilissino.

Il Prof. Fogliata, inlefesso e corag-gioso, ha superato finou ificertezze, av-versioni, invidie e diftdenze. Ora scri-vendo un articolo sui iornale, ora inte-

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mero è già di per se un successo ed una speranzadi più accreditati - e cospicui concorsi.

* **

Dopo la corsa dell'Anguillara saranno messe invendita nel peSage - la caValla'Sparta, di 3 anni, daPythag,oras e Polenta, di 3 anni, da Pythagoras,ambedue della razza Sansalvà.

„.* *progamma delle corse di oggi si trova nella

quarta pagina del giornale.

*Le corse Velocipedistiche che ebbero luogo a cura

del Club pisano domenica scorsa sul viale ?Uni-berto I riuscirono assai interessanti.

La prima corsa (ineoraggiamènto, m. 1500, perbiciclette da viaggio, del peso non . inferiore a kg.18) fu vinta dal sig. Giuseppe Simonelli che arrivòprimo molto facilmente.

Seconda corsa (Pisa, per biciclette da viaggio,m. 5000). Giunse primo per mezza nota il sig. Fer-roni.

Terza corsa (Campionato pisano, per biciclette atipo libero, m, 5000)- Vinse il sig. Quirino.Sestiniper una macchina.

Quarta corsa (Di Consolazione, per biciclette atipo libero m. 1500). Il signor Nistri arrivò primoper due macchine.

I premi distribuiti ai vincitori consistevano inmedaglie 'd'oro, d'argento e di bronzo.

Direttore della pista fu il sig. Francesco Man-fredini, operoso e sapiente organizzatore delle core.

Un'altra gara velocipedistica avrà luogo dome-nica, 12, sulla piazza di Santa Caterina,

Funzionerà il totalizzatore ed il ricavato saràlargito al comitato di beneficenza per i poverivornesi danneggiati dal colera, •

** *

La società dei canottieri terrà presto un'assem-blea di tutti i soci allo scopo di iriattivare lo svi-luppo e la floridezza dell'associazione e Collo ;n-tento di preparare, coi forti eSereizi deila oga, lospettacolo così attraente delle regate nell'Arno.

Coraggio ed unione!

Il nostro paese•cerca di riconetistarel"anticafama di paese eminentemente., commerciale e nonbada più e -non si appassiona come una volta,a tutto quello che colla politica e coll'ammini-nistrazione pubblica ha relazione.

Questa è forse la ragione per cui ciascuno-vive• a se e' lascia andai. 1' acqtra, per • la suachina e non si preoccupa di vecchi diasensi enon sdegna di trovarsi assieme a nuovi . amici.

Se questa apatia si3 . o non sia salutare, nonvoglio dirvelo io per non suscitare, a mezzo

del Ponte a :Cui mando saluti ed auguri di vitalunga e fiorente, polemiche sterili ed infottuoie.

Una delle cose più belle e seriamente 'van-taggiose è stata la fiera di beneficenza pro-mossa dalla Società operaia auspice l' 'egregiopresidente di questa il cav. Cesare Bellincioni.

Bisognerebbe che Pontedera'avesse molti altri

uomini dotati del cuore, dell' ingegno e dell'o-perosità 'di eitesio , gentilnento.

L' incasso cespicuo che è stato ritratto dallafiera, è la prova più eloquente di quanto pos-sano fra noi l'autorità del nome simpatico eduna volontà-retta ed instancabile.

La beneficenza, ha avuto anche .questa qlba -

largo Omaggio .dal nostro paese, così generpsoe così gentile, pronto sempre, quando una menteoculata lo dirige, a corrispondere con vero en-

ttisiastu'o agli impulsi del Cuore.

Caleinaia - (Gaio) Domenica scorsa al .no-stro telitro fu data 'una geniale rappresenta-zione a scopo di beneficenza.

Gustavo Salvini, che è stato per qualchegiorno nostro ospite graditissimo, e GiovacebinoArganini, avevano orgaWzzato e preparato lospettactlo.

Pontedera, (il leone). Se io vi dicessi che,quaggiù ci si interessa alle questioni ammini-strative, vi dirreí una bugia.

Su e giù per la Provincia

La coppia Salvini, nota così simpaticamentenel modo artistico, ebbe vere ov..ilioni.

La coadiuvarono dilettanti gentilissimi fra iquali mi è cari) ricordare ceti onore la signoraIda Arganini, l'ing. Corsi ed il comicissikne si-gnore Demetrio Silvatiei.

Si recitarono: la Partita a Scacchi, il Sistemadi Giorgio e la farsa I due sordi.

La Società più eletta del paese intervennealla rappresentazione.

Splendevano nel palchettone riservato : le si.

,,11.111•

ressando ai suoi progetti i migliori ed i

più autorevoli, ora raccogliendo confortie sussidi dal Governo, ha sentito rinfran-cata la fede ed ha visto coronata l'opera

sua da lieto successo." Nèwmarcket e Chantilly noi le ab-

biamo qui a San Rossùre e in Barbari-cina „ scriveva nel marzo del 1888 sul

suo giornale d 71)polo9ia, pieno di spe-

ranza, fidente nell'avvenire.Le abbiamo qui, va bene, e per me-

rito suo.Gli uomini acquistano lustro soltanto

dai loro atti.Però parlando dell'opera di Giacinto

Fogliata, noi abbiam fatto il migliore

elogio di lui e parlarne oggi era op-portuno, oggi che sui prati della tenutareale ha luogo la grande riunione diquest' autunno, onorata della presenza

del Duca D'Aosta.

PIÈ DEL PONTE

Effemeride storica pisana - 5 novembreanno 1219. - I pisani dopo avere stretta d'as-sedio la città di Damiata in compagnia, deglialtri crociati, oggi insieme con essi rientranovincitori. (Roncioni).

Agli amici e colleghi che con paroleparticolarmente affettuose e lusin-ghiere lo hanno annunziato,

il Ponte di Pisamanda ringraziamenti e saluti.

* *Per cominciare. -- La cronaca, quando c'è,

si fa così: si mette un incendio accanto aduna conferenza, un reato di sangue accanto al-l'annunzio di bene auspicate nozze perchè lenozze sono sempre bene auspicate: si accoppiala solenità patriottica colla pietà del suicidio,la commemorazione funebre col soffietto all'ar-tista Che si fa onore all'estero: poi si passatutto per lo staccio, si frulla bene bene e siserve in tavola ai lettori.

Si piange e si ride colla facilità istessa; cisi commuove e ci si esalta collo stesso calore:ci lamentiamo, protestiamo, elogiamo e disprez-ziamo sempre colla medesima disinvoltura.

La cronaca è proprietà di tutti: il delin-quente, il suicida, il pazzo, il geloso, 1' attore,l'artista, il conferenziere, il medico e l'avvocato,se la compongono a periodi, un poco per cia-scuno ; e noi, poveri cronisti, siamo l'eco perlo più indifferente, di tutto questo mondo biz-zarro che soffre, pecca, agisce e: ... rompe lescatole all'umanità. Alle volte invece di far daeco, ci condannano a far da vittime; e dive-niamo vittime torturate di amici e di ammi-ratori che collaborano' con noi e ci apprestano,per eccesso di generosità, una necrplogia_ edun articolo teatrale, una r'èclame reboante difondi e di spurghi di magazzini avariati eduna congratulazione sincera all'artista per unnuove lavoro, condita di auguri: cortesi, di spe-ranze nell' avvenire e ai altre simili corbel-lerie.

Gli amici sono davvero l' incubo dei cronisti,come i cronisti sono i grandi istrioni della spic-ciola storia minuta.

Oh perchè noa si lascia la libertà alla gentedi ridere e piangere a modo suo ?....

L' inaugurazione dell'anno accademico.l'43 riuscita solennemente ieri come riesce ognianno. Di sotto le arcate severo passarono i pro-fessori Colla maestà delle loro toghe, ed i 'bi-delli superbi con le loro mazze annate. L' am-biente era quello solito: l'aula maglia, coi suoiquadri di professori illustri, col suo monumento

Galileo che trastulla dolcemente il inondo,fra tanta gente varla, aveva apparenze' di au-sterità imponente. Il pref. Cesare Stitàiati com-memorò il collega morto, il prof SebastianoRivolta, una delfe . •più grandi illustrazioni della

parassitologia moderna;- poi fece il .resocontoatitistico in questo modo. Gli studenti inscrittidurante Vanne accademico furono 836 ossia94 in più dell'anno precedente, di cui 2)9 per laGiurisprudenza, 202 per la Medicina, 122 perle Scienze, 57 per ie Lettere, 4 per la Scuoladi applicazione per 'gli ingegneri; 122 per l'A-graria, 22 per la Veterinaria, 27 per l'Oste-tricia. e 4 per il notariato; - 15 furono gliuditori, e 76 i laureati, dei quali 5 con lode.I posti di studio conferiti furone 39 ed a 75

fu accordata la dispensa dalle tasse.Il prof. Pacinotti lesse il suo discorso su Ga-

lileo nel quale ricordò le commemorazioni scrittein onore dell' isigne scienziato, illustrandole ecomMentandole, ed infiorando la descrizione dellavita e la celebrazione dell'opere di lui, conaneddoti e note graziosissime.

***

La conferenza. - Stamani il prof. Carusoparlerà, nell'azienda dell'Istituto agrario, intornoalla concimazione chimica del grano e del gran-turco ed intorno alla conservazione dei foraggifreschi coi silos e colle presse.

,**Il consiglio provinciale. - P convocato

martedì 7 corrente per esaurire la discussionedel bilancio preventivo 1894 e per deliberaresu g.li altri affari inscritti all'ordine del giorno.

,**I Computisti. -- Alla Camera. di Commercio

la scuola di computisteria si aprirà il I di-cembre prossimo, e per l'insegnamento del primoe del secondo anno, verranno impartite cinquelezieni serali - . per settimana, delle quali dueper il francese e tre per la computisteria. Lelezioni si chiuderanno col 31 luglio.'

* *Il suicidio. -- Certo V. A., sessantenne,

abitante nella via dell' Olmo, si uccise altrogiorno asfissiandosi. Non lasciò nessuna lettera.Al povero vecchio forse incombeva troppo pe-sante la vita!

*Gli Stalloni ed il Governo. - Ieri do-

veva aver luogo 'la visita degli stalloni offertial governo; ma il ministero, che aveva dato gliordini ai proprietari di cavalli di presentarlinella mattinata, non ha pensato poi a far tro-vare presente la commissione che doveva visi-tarli e con quanto dispiacere e sa,crifizio degliinteressati, ciascuno lo comprende facilmente.

Pare una burletta, ed è invece tutt'altra cosa.

.„,La beneficenza. - Domenica ventura il

cav. Giustino De Sanctis in una sala del R.Teatro Nuovo terrà una conferenza dal titolo:« La correzione paterna ».

Il biglietto d' ingresso costerà una lira el' introito andrà a beneficio degli Asili infan-tili di Carità.

* *Il Comune e la Società per le Corse. -

Il nostro Municipio ha dato alla Società Allealire cinquecento per un premio da destinarsiad una corsa di gentlemen.

Di questo premio la Società terrà conto perla proSsima riunione ippica da tenersi nel ven-turo Gennaio.

* *

R Rompicapo della cronaca.

Questa volta un Rebus: Inve E rno.

SPORT PISANO

Alle ore 8 e mezza di stamani, in San Rossore,ha luogo la vendita all'asta di cavalli puro sangue.

Sono stati iscritti per la vendita i cavalli: Cor-nelia, Lady-Bolegue, Cresus, Belo, Silvia, Pompea,Fedora, Saltino e Vallombrosa di proprietà del cav.Beytone; Maestro Giorgio, Scrollina, Forwakd eDelfina dei fratelli Rossi ; Andronica 'del sig. avv.Barzilai; . Scrollina e Clelia del cav. Ranucci; Bal-tique, Toniella, Annina e Nera del Duca di Marino;Jeannette e Alfea del Principe d'Ottaiano ; Tescotdel Generale Agei; Indigena e Amedeo di RookSenior; Gisella e Onorevole del Marchese Marignoli;Agro Romano del sig. Maruzzi; Alfio, Toscana eVarese di Sir Gard; Hettie di Rook Junior; Al-bracca del sig. Calderoni; Lady Lia, Ischia, Tommye Olenteigh dcl sig. Quaiotto; Irnes del MarcheseCanossa e Bersagliere del sig. Corner.

In tutti, conio si vede, sono quaranta; ed il, nu-

gonne Corsi, la signora Eschini, le signore Lupi,la signora e signorina Barsali e tante altre av-venenti ed olegantissime.

Bagni di San Giuliano. •- - (Nice.o/ino).Nulla di nuovo quaggiù se non l' aspettativadel Ponte, su cui passerò qualche volta se l'o-spitalità non mi csar4 rultefOr.Z1-

Nitiia. di 'novo' 'proP'rio, all'infuori delle so-lite cose, 'nal quiete cioè ed una solitudine de-gna del monastero. Tutta quella colonia livor-nese per la maggior parte, di bagnanti è divilleggianti, rimasta ancora più lungamentedegli. altri anni fra noi, se ne è andata daqualche giorno ; ed il paese ha ripreso il suoaspetto abituale, .aspetto di refugio pacifico etranquillo, dove si vive zilla peggio tra. unachiacchera al caffè ed una passeggiata sulpiazzale.

1.1 Comune 'per ora tutto tace.11 Sindaco avv. Roncioni ha ritirato fmal-

mente e con soddisfazione generale le dimis-sioni ehé aveva presentate.

Una commissione composta di consiglieri co-munali e di assessori si recò da lui ad (An-darlo ed a pregarlo a volere desistere dal suoproposito. Fu soggiogato talmente dalle pre-mure' e dalle affettnosità degli amici che eglicommosso fu' costretto a cedere.

Il paese. 'ha visto COn lieto animo il ritornoRonciOni al posto di primo rappre-

sentante del Comune, perchè certo una personaspecchiata,' integra ed intelligente cOme lui, faOnore al Paese e può provvedere con maggioreautorità allo sviluppo ed alla fioridezza del suoavvenire.

FqA PARRUCCHE E GIBUS

Pare una fatalità: apriamo la rubrica dedi-cata zti nostri teatri, quando, neppure a farloapposta, son ttit,ti.'

Per questa ragione soltanto, la cronaca corregià liscia liscia e 'frettolosa.

Il Rossi, l'antico Ravvivati, e che io chia-merei il moderno teatro « delle Novità » saràaperto la sera dl San Martino, 11 corrente,con una nuovissima opera di Pippo Maiìhettiintitolata: R,uyJ3las. Per essa c'è in paese tantadolce , volAttà, di aspettativa.

Le preve sono già cominciate alla sala discherma del bravo maestro Ruglioni dove Ruy-Blas si mettein filo per sfondare la panciaa Don i Sallustio.

Gli artisti sono tutti ai cartello.Al Poiiteama. Nazionale di Piazza dei Cava-

lieri, continua perora a far furore l' applaudi-tisSima opera, che è un Chiodo nella serratura.

Al' Teatro Nl4ovo le sorti non sono menopropizie, e la compagnia Chiavistelli fa affari....di ferro. Il tonere Lucchetti, il baritono Sprangae la soprano signorina Catenacci formano ladelizia del pubblico.

Fallitele trattative coli' impresa Canori perun corso di rappresentazioni del Faistaff 'ei . Asrael da darsi ali' Arena Garibardi, unacompagnia drammatica inaugurerà quanto primaun corso di recite colla Medicina di una ra-

; gazza , iammalata.Il Politeama Pisano, in seguito a qualche caso

nsvet4o, di epidemia concertistica, stato chiusop tr ragioni di salute pabblica e non Si ria-Kira Co. si presto come si sperava.

Per Chi parte

Da Pisa per Firenze: 5 - 8,58 - 11,45 - 14,50 -16458 - 20 -- 23,10.

Da Pisa per Roma: 11,36 - 17,17 - 6,10 - 16,52 -23,28 - 3,40.

Da Pisa per Livorno: 5,15 - 7,25 - 8,25 - 9,5 -9,47 - 11,35 - 14,40 - 16,57 - 18,10 -19,45 - 20,13 - 23,8.

Da Pisa per Lucca: 4,40 - 9,21 - 12,5 - 17,45 -20,22 - 23,25.

Da Pisa per Spezia e Genova: 11,5 - 15,30 - 22,58 -20,10 - 2,55 - 5,6 - 9,10 - 5,15 - 14,45.

- ENRICO MA ZZARINI Direttore, responsabilo.

* *

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sul prato di San Rossore, oggi 5 Novembre ad ore 13, 30

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Pisa, 10 Luglio 1890.

Prescrivo da due anni nella Clinica medica ed in privato le acque alcaline di Ulivetoe ne ebbi ottimi resultati.

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Prof. P. GroccoDirettore della Clinica Medica di Pisa

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Frontino m. b. anni 3, da King-Bruce eFiordispina Kg. 55 '/,. — C. Calderoni,giubba bianca, maniche e berretto nero.

Sericano m. sauro anni 3, da Andred eSangarre Kg. 55 V, — C. Calderoni, giubbabianca, maniche e berretto nero.Caio m. sauro anni 3, da Wolsey e Red-

polo Kg. 62 — M Bi rago, Giubba cerchiatarusso e bleu berretto nero.

Eros m. b. anni 3, da Pythagoras e En-trevue Kg. 55 '4, Razza Sansalvà, giubbarossa maniche bianche e berretto verde.

Pulcinella m. s. anni 4, da Royaumonte Parthenope, Kg. 62 — T. Rook Senior,giubba bianca, maniche e berretto nero.

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Premio del Jockey Club, lire 1500.

Festuca f. b. anni 3, da Prestompans eGratitude, Kg 54 — Don Rodrigo, giubbarossa bianco verde, berretto rosso.

Frontino m. b. anni 3, da King Bruce• Fiordispina, Kg. 53 — C. Calderonigiubba bianca, maniche e berretto nero.

Rinaldo m. s. anni 3, da Andred e Ra-vigote, Kg. 51 — C. Calderoni, giubbabianca, maniche e berretto nero.

Guitare f. b. s. anni 6, da Marines eBronze, Kg. 55 — M. Birago, giubba cer-chiata rosso e bleu berretto nero.

Penelope f. s. anni 3, da Pythagoras ePalma Kg. 50 y, — Razza Sansalvà, giubbarossa, maniche bianche e berretto verde.

Pulcinella m. s. anni 4, da Royaumonte Parthenope, Kg. 56 -- T. Rook Senior,giubba bianca, maniche e berretto nero.

Jole f. b. anni 4, da Wolsey e DesdemonaKg. 53 — Barone Bordonaro, giubba e ber-retto cerchiati rosso e bleu.

Premio dell' Anguillara (corsa a vendere)

Lire 1500.

Sericano m. sauro anni 3 da Andred eSangarre, Kg. 51‘,/, — C. Calderoni, giubbabianca, maniche e berretto nero.

Bonnie Dundee in. s. anni 3 da Andrede Roman Princess Kg. 51 1 /, — T. Rook eJ., giubba violetto, maniche gialle e ber-retto rosso con fiocco d'oro.

Lago m. s. anni 3 da Wolsey e Desde-mona Kg. 51 V, — Sir O' Gard, giubbanera, maniche e berretto bianco.

Enilda p. s. anni 3, da Regain e Tere-sina Kg. 49 1/2 — Duca di Marino, giubbacerchiata bianco e rosso berretto rosso.

Sparta f. b. anni 3 da Pythagoras e Sen-sation, Kg. 47 'I„ ( L. 4000) — Razza S.Salva, giubba rossa maniche bianche e ber-retto verde.

Polenta f. b. anni 3 da Pythagoras ePceonia, Kg. 41 '4 ( L. 1000) — Razza S.Salva, giubba rossa maniche bianche e ber-retto verde.

C/odie c. b. anni 4 da Hungerford e Co-mete IV, Kg. 56 — T. Rook Senior, giubbabianca maniche e berretto nero.

Lufra f b. anni 4 da Lowland Chief eConsolation, Kg. 60 — Sir John, giubbaverde a palle rosse, maniche rosse e ber-

retto verde.

Premio degli Escoli (corsa a vendere) L.1500.

Babilonia f. b. da Pythagoras e Baga-telle (L. 4000), Kg. 51 — Doti Rodrigo,giubba rossa, bianca e verde berretto rosso.

Gardenia f. b. da Royaumont e Arabie

(L. 4000), Kg. 51 4 /2 — Don Rodrigo, Giubba

rossa, bianca e verde berretto rosso.Mincio b. da Royaumont e Mischief

Kg. 51 — Luigi Quajotto, giubba cerchiatabianco e nero berretto bianco.

Iroldo m. s. da Rodomonte o King Bruce

e Victor Jane lig. 56 — C. Calderoni, Giub-ba bianca maniche e berretto nero.

Sabina f. s. da Lazio e Roman PrincessKg. 54 Marchese Birago, giubba cer-chiata rossa e bleu berretlo nero.

Shetland f. baia da Garrick e Calcdonia(L. 4000), Kg. 51 'i, — Razza Casilina,giubba e berretto turchino scuro manichebianche.

Halma f. baia da Pythagoras e Nightcap(L 2000), Kg. 49 — Sir Rholand, giubba eberretto a striscie bianco e violetto.

Lydie f. baia da Thorneyholme e EdnaKg. 54 — Cav. Bertone, giubba turchinamaniche e berretto giallo.

Giotto m. s. da Pythagoras e Giarretta(L. 6000), Kg. 55 — Razza Sansalvà, giubbarossa maniche bianche e berretto verde.

Paganini m. s. da Pythagoras e Parthe-nope, Kg. 56 — T. Rook, giubba biancamaniche e berretto nero.

Fabiana f. b. da Wolsey e DesdemonaKg. 51 72 — Barone Bordonaro, giubba eberretto cerchiati rossi e bleu.

Carina fem. m. da Garrick e Michelina(L. 4000), Kg. 51 V, — S. Chiaverini, giubbae berretto cerchiati rossi e bleu.

Lavinia f. b. da Snaffle e Lerida, Kg. 54— Marchese fassati, Giubba cerchiata rossae verde berretto verde.

Gran Criterium di S. Rossore L. 5500.

Theodora f. s. da Pythagoras e AndreinaKg. 52 — Duca di Marino, giubba cer-chiata bianco e rosso berretto rosso.

Euclide m. b. da Pithagoras e Entrenne,Kg. 57 — Razza San Salva, giubba rossamaniche bianche berretto verde.

Mammola f. s. da Triumvir e MammucciaKg. 50 — Conte D. Talon, giubba cerchiataarancio e turchino berretto turchino.

Mongrana f. s. da King Bruce e Mar-fisa, Kg. 50 — T. Rook Junior, giubbavioletta maniche gialle berretto rosse confiocco d'oro.

Ruggero m. b. da King Bruce e Andrede Ravigote, Kg. 57 — C. Calderoni, giubbabianca maniche e berretto nero.

Sabina f. s. da Lazio e Roman Princes.Kg. 50 — Marchese Birago, giubba cer-chiata rossa e bleu berretto nero.

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Torquato m. s. anni 3 da Andred e To-niella, Kg. 59 — Duca di Marino, giubbacerchiata bianco e rosso e berretto rosso.

Villafranca f. b. anni 3, da Andred eLa Varna Kg. 57 y, — Marchese Birago,giubba cerchiata rosso e bleu e berrettonero.

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