20
SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Domenica 25 dicembre 2011 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 46 • euro 1,20 GIORNALE LOCALE Natale 2011: il messaggio dell’arcivescovo ai modenesi “Coraggio, uomo: per te Dio si è fatto uomo” C ome ogni anno ho cercato di preparar- mi al Natale, lascian- domi provocare dalla situazione in cui ci troviamo immersi, lasciandola illuminare dal messaggio di consolazione e di speranza che ci vengono dai testi biblici. Quest’anno mi sono sofferma- to in particolare sulle parole di S. Paolo: “E’ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna… a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e pietà” (dalla Lettera a Tito, 2,11). Le ho scelte per far giungere a tutti gli auguri di Natale, accompagnandole con le parole di S. Agostino: “Prendi coraggio, uomo: per te Dio si è fatto uomo”. La crisi che ci avvolge può ge- nerare smarrimento, paura, ras- segnazione. In questo contesto auguro a tutti anzitutto di non sentirsi esclusi dalla consolazione, dalla gioia, dalla speranza che ci vengono dall’aprirci alla certezza che Dio non ci ha abbandona in balia di noi stessi; per noi e per la no- stra salvezza Egli è venuto a condividere la nostra sto- ria, la nostra vita: il Fi- glio di Dio si è fatto uomo, veramente uomo. Per chi è il Nata- le di Gesù? L’a- postolo Paolo ci dice: è per tutti. E’ per chi si sen- Missioni I modenesi nel mondo, come missionari o volontari PAGINA 8 Il Natale degli altri “Chi educa deve dare segni di speranza” Scuola Intervista a Silvia Menabue direttore dell’Ufficio scolastico provinciale PAGINA 4 Crisi, manovre... ed equità Una riflessione dalla Fondazione Gorrieri per gli Studi sociali PAGINA 7 Approfondimenti te bisognoso di salvezza, per chi quindi ammette la propria fragi- lità e debolezza. Natale è per chi è e sa di essere povero. E non mi riferisco solo o principalmente alla povertà economica o sociale; mi riferisco alla povertà come segno della condizione umana. Natale è certamente per chi è povero materialmente, ma an- che per chi si sente povero di compagnia e soffre di solitudine, per chi è costret- to a contare i fal- limenti dei suoi rapporti affettivi, per chi si tro- va moralmente fragile, per chi si sente incapace di guidare un figlio adolescente, per chi si trova senza più desideri, sen- za speranza, per chi è martoriato nel suo fisico. Potrei anda- re avanti nell’elen- co delle nostre povertà. Tutti, credo, siamo e rimaniamo deboli. Varrebbe la pena confes- sarlo anzitutto a noi stessi. Non possiamo cogliere un messaggio di consolazione o di salvezza se non ne avvertiamo il bisogno o ci troviamo in una situazione di scetticismo pre- suntuoso. La morte dell’umiltà è la vera causa della difficoltà a lasciar- ci raggiungere dalla gioia di sentirci salvati da un Dio che per amore si è fatto bambino, che si è fatto piccolo, debole, perché non avessimo paura a riconoscerci deboli. Là dove la debolezza dell’uo- mo è riconosciuta e confes- sata, lì può nascere la gioia di sentirsi salvati, lì può nascere più facilmente la solidarietà, la fraternità, la vicinanza, la con- divisione. Lasciarsi raggiungere dall’a- more di Dio, non vuol dire essere dispensati né dalla pro- pria libertà, né dalla propria responsabilità, né dall’impie- go delle proprie energie di ri- cercatore e di costruttore della storia. Vuol dire al contrario essere maggiormente radicati in tutto questo, sapendo che questa storia ha una consi- stenza, una direzione, un si- gnificato. Ci ricorda Benedetto XVI nell’enciclica “Spe salvi”: “La porta oscura del tempo, del fu- turo, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente, gli è stata donata una vita nuova... Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente”. Sentirmi radicato in queste certezze è come sentirmi in- fondere una fiducia incrollabile nella vita e nella storia, è come sentire che ogni impegno vale la pena, perché niente va per- duto. E’ un diventare capace di relativizzare tutte le difficoltà,tutte le prove, perché que- sto “evento” fonda- mentale che ho dietro di me e da cui parto in ogni istante, mi proietta sempre in avanti, mi continua a dire che tutto con- fluisce verso una pie- nezza eterna. Questo Gesù che è nato nella storia e che nasce in me, diventa luce che orienta, forza che mi sospinge, certezza che mi rasserena e mi pacifica, profezia che in ogni presente mi annuncia un futuro che nessuna catastro- fe fa naufragare, che anche nelle ore più disperate mi sostiene con la speranza. Con questi sentimen- ti auguro un buon Natale a tutti. + Antonio Lanfranchi, arivescovo Nostro Tempo torna il 12 gennaio. Buon Natale e buon anno a tutti i lettori

Nostro tempo

Embed Size (px)

DESCRIPTION

nostro tempo

Citation preview

Page 1: Nostro tempo

SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE

POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA

Domenica 25 dicembre 2011 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 46 • euro 1,20

GIOR

NALE

LOCA

LE

Natale 2011: il messaggio dell’arcivescovoai modenesi

“Coraggio, uomo: per te Dio si è fatto uomo” Come ogni anno ho

cercato di preparar-mi al Natale, lascian-domi provocare dalla

situazione in cui ci troviamo immersi, lasciandola illuminare dal messaggio di consolazione e di speranza che ci vengono dai testi biblici. Quest’anno mi sono sofferma-to in particolare sulle parole di S. Paolo: “E’ apparsa la grazia di Dio, che porta salvezza a tutti gli uomini e ci insegna… a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e pietà” (dalla Lettera a Tito, 2,11). Le ho scelte per far giungere a tutti gli auguri di Natale, accompagnandole con le parole di S. Agostino: “Prendi coraggio, uomo: per te Dio si è fatto uomo”.La crisi che ci avvolge può ge-nerare smarrimento, paura, ras-segnazione.In questo contesto auguro a tutti anzitutto di non sentirsi esclusi dalla consolazione, dalla gioia, dalla speranza che ci vengono dall’aprirci alla certezza che Dio non ci ha abbandona in balia di noi stessi; per noi e per la no-stra salvezza Egli è venuto a condividere la nostra sto-ria, la nostra vita: il Fi-glio di Dio si è fatto uomo, veramente uomo.Per chi è il Nata-le di Gesù? L’a-postolo Paolo ci dice: è per tutti. E’ per chi si sen-

Missioni

I modenesi nel mondo, come missionari o volontari PAGINA 8

Il Nataledegli altri

“Chi educa deve dare segni di speranza”

Scuola

Intervista a Silvia Menabue direttore dell’Ufficio scolastico provinciale PAGINA 4

Crisi, manovre...ed equitàUna riflessione dalla Fondazione Gorrieri per gli Studi sociali PAGINA 7

Approfondimenti

te bisognoso di salvezza, per chi quindi ammette la propria fragi-lità e debolezza.Natale è per chi è e sa di essere povero. E non mi riferisco solo o principalmente alla povertà economica o sociale; mi riferisco alla povertà come segno della condizione umana.Natale è certamente per chi è povero materialmente, ma an-che per chi si sente povero di compagnia e soffre di solitudine, per chi è costret-to a contare i fal-limenti dei suoi rapporti affettivi, per chi si tro-va moralmente fragile, per chi si sente incapace di guidare un figlio adolescente, per chi si trova senza più desideri, sen-za speranza, per chi è martoriato nel suo fisico. Potrei anda-re avanti nell’elen-co delle n o s t r e povertà.

Tutti, credo, siamo e rimaniamo deboli. Varrebbe la pena confes-sarlo anzitutto a noi stessi.Non possiamo cogliere un messaggio di consolazione o di salvezza se non ne avvertiamo il bisogno o ci troviamo in una situazione di scetticismo pre-suntuoso.La morte dell’umiltà è la vera causa della difficoltà a lasciar-ci raggiungere dalla gioia di sentirci salvati da un Dio che

per amore si è fatto bambino, che si è fatto piccolo, debole, perché non avessimo paura a riconoscerci deboli.Là dove la debolezza dell’uo-mo è riconosciuta e confes-sata, lì può nascere la gioia di sentirsi salvati, lì può nascere più facilmente la solidarietà, la fraternità, la vicinanza, la con-divisione.Lasciarsi raggiungere dall’a-more di Dio, non vuol dire

essere dispensati né dalla pro-pria libertà, né dalla propria responsabilità, né dall’impie-go delle proprie energie di ri-cercatore e di costruttore della storia. Vuol dire al contrario essere maggiormente radicati in tutto questo, sapendo che questa storia ha una consi-stenza, una direzione, un si-gnificato. Ci ricorda Benedetto XVI nell’enciclica “Spe salvi”: “La

porta oscura del tempo, del fu-turo, è stata spalancata. Chi ha speranza vive diversamente, gli è stata donata una vita nuova...Solo quando il futuro è certo come realtà positiva, diventa vivibile anche il presente”.Sentirmi radicato in queste certezze è come sentirmi in-fondere una fiducia incrollabile nella vita e nella storia, è come sentire che ogni impegno vale la pena, perché niente va per-

duto. E’ un diventare capace di relativizzare tutte le difficoltà,tutte le prove, perché que-sto “evento” fonda-mentale che ho dietro di me e da cui parto in ogni istante, mi proietta sempre in avanti, mi continua a dire che tutto con-fluisce verso una pie-nezza eterna. Questo Gesù che è nato nella storia e che nasce in me, diventa luce che orienta, forza che mi sospinge, certezza che mi rasserena e mi pacifica, profezia che in ogni presente mi annuncia un futuro che nessuna catastro-fe fa naufragare, che anche nelle ore più disperate mi sostiene con la speranza.Con questi sentimen-ti auguro un buon Natale a tutti.

+ Antonio Lanfranchi, arivescovo Nostro Tempo torna il 12 gennaio. Buon Natale e buon anno a tutti i lettori

Page 2: Nostro tempo

2 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

• G.G.

Riflessioni sul Natale

Natale 2011 E’ venuto!

A rispondere ad una attesa di secoli, un’attesa laboriosa,a cui ha partecipato tut-ta l’umanità,percorrendo mille sen-tieri,alla luce delle lampade che sono stati i Profeti,che è stato il popolo d’Israele.

Con la sua venuta è ini-ziato il Regno: ci sono nel mondo i segni dell’amore, della libertà, della giustizia, della pa-ce…Sono solo piccoli segni,

Riflessionisulla Parola

La Sacra Scrittura celebra il Natale con una straordi-naria ricchezza di testi che aiutano ad entrare pro-fondamente nel mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio.

Si comincia con la Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davi-de, figlio di Abramo, presentata dall’Evangelista Matteo. La lunga lista degli antenati ci fa sentire Gesù uomo tra gli uomi-ni, ben radicato nella storia di un popolo, uno di noi. Così come l’annuncio fatto a Giuseppe ce lo rivela già nell’in-dicazione del nome Gesù-Javhè Salva – come il Salvatore, l’Emmanuele, Dio con noi.Viene per opera dello Spirito; si incarna nel seno della Vergine.Ma è proprio di Luca e del suo Vangelo descrivere appassio-natamente la nascita di Gesù, facendo cogliere il momento storico del censimento: cita i responsabili politici del tempo, Augusto e Quirinio, governatore della Siria.E’ Luca che sottolinea le condizioni materiali di povertà in cui nasce Gesù e affida ad alcun poveri, i pastori, il compito di es-sere destinatari del primo annuncio dell’Angelo: “vi annuncio una grande gioia…Oggi, nella città di Davide è nato per voi il Salvatore che è Cristo Signore…”.Sarà una moltitudine dell’esercito celeste che proclamerà: “Gloria a Dio nel più alto dei cieli e sulla terra pace agli uomi-ni che Egli ama”.Nella incarnazione di Gesù, Figlio di Dio, si manifesta concre-tamente l’amore folle di Dio per l’uomo, chiamato a sua volta a vivere un rapporto di amore con Lui, nella pace.Saranno proprio i pastori, in seguito all’annuncio ricevuto, ad andare “senza indugio” e a “trovare Maria e Giuseppe e il Bambino adagiato nella mangiatoia”.Da lì partirà la loro convinta testimonianza: non possono te-nere solo per sé ciò che era stato detto loro del Bambino.E’ l’annuncio a cui saranno chiamati nei secoli tutti coloro che in qualche maniera avranno fatto esperienza viva di Gesù: una gioia che non può essere tenuta nascosta.E’ questa esperienza e questa gioia che guida Giovanni nel suo Vangelo a iniziarlo proprio con un inno rivolto al Verbo, a quella Parola che, in Gesù, Dio rivolge all’umanità.Così Giovanni riflette sul mistero dell’incarnazione e guida lo sguardo del credente con cui si deve guardare al Natale.Nessuna sdolcinatura, nessuna concessione al sentimenta-lismo, ma la presentazione di una verità - la Verità - che va presa sul serio. “Il Verbo - la Parola di Dio - si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi…”.Parole che lasciano stravolti, ma ancora più inaudito è l’annun-cio che Dio, che nessuno ha mai visto, si è rivelato nel Figlio. Lui che è Dio e che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato. Nel Verbo-Parola di Dio era la vita e la vita era la luce degli uomini. A coloro che “lo hanno accolto ha dato il potere di diventare figli di Dio”. Noi cantiamo a Natale: “Dio si è fatto come noi, per farci come Lui”. L’incarnazione di Gesù rag-giunge così il suo scopo.

Il Verbo si èfatto carne (Gv 1,14)

La Parola in questo tempoLa Parola di Dio proclamata il primo gennaio, il 6

gennaio, l’8 gennaio completa in qualche modo la celebrazione del Natale. Domenica 1 gennaio, primo giorno dell’anno, è an-

che la Giornata mondiale della pace.Quest’anno il tema è “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”. Va colta la bella benedizione dal libro dei numeri: “Ti benedica il Signore e ti custodisca…” particolarmente signi-ficativa per aprire il nuovo anno sotto la protezione di Dio. Luca riprende il riconoscimento del Bambino da parte dei pa-stori e sottolinea il ruolo educativo di Maria e tutto quanto viene fatto per introdurre pienamente il Bambino nel popolo di Israele: la circoncisione, l’imposizione del nome Gesù.Venerdì 6 gennaio, l’Epifania: Matteo presenta la prima so-lenne manifestazione di Gesù che vede come protagonisti i Magi, in rappresentanza di tutti i popoli a cui è destinato l’an-nuncio del Vangelo.Contro il Bambino si muove già il potere politico, disonesto, del tempo. In questo giorno viene annunciata ufficialmente la Pasqua - 8 aprile -, il centro dell’anno liturgico, a cui fanno corona tutti gli altri eventi della vita del Cristo, Signore del tempo e della storia.Domenica 8 gennaio, il battesimo di Gesù, conclude il tempo natalizio. E’ l’Evangelista Marco che narra, accanto alla mis-sione del Battista, il battesimo di Gesù.E’ questa l’occasione per una presentazione ufficiale di Gesù. Quella che potremmo chiamare una seconda Epifania.Lo Spirito Santo e la voce del Padre presentano Gesù come il Figlio, “l’amato”, da incontrare, riconoscere, ascoltare e se-guire.

SpiritualitàL’angolodella

Tutto qui’?!Ore 19 di Domenica 25 Dicembre. Sergio è seduto in poltrona davanti al televisore; è agitato e manovra continuamente il telecomando, senza trovare un ca-

nale di suo gradimento. Che domenica strana senza il campio-nato di calcio! Per forza: è Natale ed anche i calciatori hanno il diritto di trascorrere la festività con i loro cari. Anche lui del resto ha avuto in casa ieri sera per la cena della vigilia figli, nuore e nipoti… Anche a pranzo si sono fermati: poi hanno fatto ritorno alle loro città ed ora la casa appare ancora più vuota del solito. Ieri a quest’ora…; oggi tutto è passato. E’ così tutti gli anni: si aspetta tanto il Natale poi, giunta la sera, ci si chiede: tutto qui?! E’ vero che c’è ancora l’ultima sera dell’anno con il cenone, il veglione… Ma quella è roba da giovani; poi manca ancora il campionato di calcio, sempre per il motivo che i calciatori hanno anche loro il diritto di... Sergio viene di-stratto dalla moglie che gli chiede che cosa deve preparare per la cena. Mio Dio, il pensare di dovere mangiare ancora, gli fa venire il voltastomaco!

No tutto là! Il senso del Natale cristiano è tutto là. In quella mangiato-ia, in quella povertà quasi surreale, sapendo che si tratta della nascita del Figlio di Dio, in quella mamma umile e ancora sconosciuta, in quel padre silenzioso, ma tanto eloquente. For-se sarebbe bene che cominciassimo a sperimentare la gioia di comprendere i singoli e poveri eventi delle nostre giornate co-me cenni amorosi di Dio rivolti a noi e come nostri rivolti a Lui. Dovremmo forse una buona volta non registrare gli av-venimenti spiacevoli ed urtanti solamente per piangerci ad-dosso; caso mai per mettere Dio al loro interno e valorizzarli e trasformarli in storia di salvezza. Dovremmo forse sforzarci di scoprire quanto spesso Dio ci fa percepire qualcosa del suo amore anche nelle apparenti piccole cose di ogni giorno. Na-tale è grande, proprio perché Dio si fa così piccolo per amore, che molti non riescono nemmeno a vederlo. Ma noi dobbiamo vederlo e gioire della sua presenza. Buon Natale!

Finalmente Natale!• don nardo masetti

posti nelle mani deboli e fragili dell’uomo.Il Regno cresce per la forza dello Spirito

fino al suo compimento.

Allora, Lui verrà!

E trascinerà con sé ogni crea-tura, l’universo intero,l’opera che l’uomo avrà co-struito con il suo impegno,

con la sua intel-ligenza,perché tutto sia nella gioia,in Dio.

Maranatha! Si-gnore, vieni !

Auguri!Perché possia-mo ricordare l ’anniversar io della nascita di GesùE perché pos-siamo credere e attendere il suo ritorno.

Nostro Tempo

Page 3: Nostro tempo

3Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Giovani

Una rosa è fiorita nel deserto. A lungo ha trattenuto dentro di sé il seme, per poi

aprirsi rigogliosa non appena la pioggia l’ha accarezzata, non appena Gesù l’ha chiamata ad essere seme di gioia e di speran-za per i suoi amici, per tutti noi.Quello di Chiara “Luce” Ba-dano è davvero “uno splendido disegno”, come titola il video da cui Lorenzo, suo educatore e amico, prende avvio per di-pingere “qualche pennellata” della sua vita. Una vita sempli-ce, la vita di una ragazza che sa sorridere e ascoltare, che senza occupare la prima fila trova lo spazio per accudire il suo seme, nutrirlo e portare frutti maturi quando lo “Sposo” la chiama a testimoniare nella sofferenza la gioia di essere cristiani, perché “chi è fedele nel poco, è fedele anche nel molto”. “Ho riscoper-to il Vangelo sotto una nuova luce: come per me è facile impa-rare l’alfabeto, così deve esserlo anche vivere il Vangelo!”.Chiara lascia cadere la racchetta da tennis: il lancinante dolore alla spalla sinistra è l’inizio di un lungo calvario, il primo dei tanti colpi inferti dall’osteosarcoma. Ha solo 17 anni. Tra i ricoveri alle Molinette di Torino, la che-mioterapia, la paralisi e il dolore che la costringono sul letto del-la piccola mansarda a Sassello, Chiara però non cade. Sorride, “perché ciò che conta è essere belli dentro” – o come direbbe il Piccolo Principe, disegnato nel-la sua cameretta, “Non si vede bene che col cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi”.Ricevuta l’infausta diagnosi, dopo solo 25 minuti di silenzio

“Io gioisco pienamente nel Signore”Terzo Martedì di Avvento dei giovani. “La santità è gioia”: nel buio del deserto ci accompagna la testimonianza di Chiara Luce

A Sassello, ridente paese dell’Appennino ligure appartenente alla diocesi di Acqui, il 29 ottobre 1971 nasce Chiara Ba-dano, dopo che i genitori l’hanno attesa per 11 anni. A 9

anni entra come Gen nel Movimento dei Focolari e a poco a poco vi coinvolge i genitori. Da allora la sua vita sarà tutta in ascesa, nel-la ricerca di “mettere Dio al primo posto”. Prosegue gli studi fino al Liceo classico, quando a 17 anni, all’improvviso un lancinante spasimo alla spalla sinistra svela, tra esami e inutili interventi, un osteosarcoma, dando inizio a un calvario che durerà circa 3 anni. Appresa la diagnosi, Chiara non piange, non si ribella: subito rima-ne assorta in silenzio, ma dopo soli 25 minuti dalle sue labbra esce il sì alla volontà di Dio. Ripeterà spesso: “Se lo vuoi tu, Gesù, lo voglio anch’io”. Non perde il suo luminoso sorriso. Ripete: “Non ho più niente, ma ho ancora il cuore e con quello posso sempre amare”. La cameretta, in ospedale a Torino e a casa, è luogo di incontro, di apostolato, di unità: è la sua chiesa. È convinta dell’amore di Dio nei suoi riguardi: dopo una notte molto travagliata giungerà a dire: “Soffrivo molto, ma la mia anima cantava”. Agli amici che si reca-vano da lei per consolarla, ma tornavano a casa loro stessi consolati, poco prima di partire per il Cielo confiderà: “…Voi non potete im-maginare qual è ora il mio rapporto con Gesù… Avverto che Dio mi chiede qualcosa di più, di più grande. Forse potrei restare su questo letto per anni, non lo so. A me interessa solo la volontà di Dio, fare bene quella nell’attimo presente: stare al gioco di Dio. Ora mi sento avvolta in uno splendido disegno che a poco a poco mi si svela. Se adesso mi chiedessero se voglio camminare (l’intervento la rese paralizzata), direi di no, perché così sono più vicina a Gesù”. Non ha paura di morire. E lo “Sposo” viene a prenderla all’alba del 7 ottobre 1990, dopo una notte molto sofferta. È il giorno della Vergine del Rosario. Il 25 settembre 2010 la beatificazione.

Chi è Chiara Luce?

• tommaso Zini

interiore pronuncia con gioia ardente il suo “sì” al Signore, che la chiama a “qualcosa di più, qualcosa di più grande”: “Se tu lo vuoi, Gesù, lo voglio anch’io”, ripete ad ogni nuova prova.Ecco allora la rosa di Gerico fiorisce nel deserto, apre i suoi petali agli altri e riempie di luce abbagliante il buio di tanti gio-vani. Ecco che, perse le gambe, Chiara veste le ali di un gabbia-no – de “Il gabbiano Jonathan Livingstone”, suo compagno di viaggio – e vola sempre più in alto col suo “compiere per amo-re la volontà di Dio: stare al Suo gioco!”.Gli amici che sono pronti a con-

solarla escono dalla sua stanza consolati; si preparano a con-dividere la sofferenza e cantano con lei la gioia di Cristo. “In quella stanza, in quella piccola mansarda sembrava che non ci fosse il tetto” dice Lorenzo.La gioia di Chiara è nella luce

dei suoi occhi, nella bellezza del suo sorriso quando dice a cia-scuno di noi, salutando mamma Teresa un’ultima volta: “Ciao, sii felice: io lo sono”.Il grande amore e la grande preoccupazione di Chiara Luce

sono i giovani: “Vorrei passar loro la fiaccola come alle Olim-piadi, perché la vita è una sola e vale la pena di spenderla bene” confessa a Lo-renzo. “Con la sua beatifica-zione, la fiaccola passa a ciascuno di noi: sta a noi raccoglierla e portarla avanti, nella consape-volezza che Dio ci ama veramen-

Per fare il puntoIncontro con l’arcivescovo e il vicario generale

Giovedì 15 dicembre si è tenuto l’incontro dei vicari foranei, alla pre-senza dell’ arcivescovo

e del vicario generale, per fare una prima valutazione sul cammino dell’anno pastorale nelle parroc-chie e nei vicariati, alla luce degli orientamenti della Lettera pastora-le 2011-2012. Complessivamente sono ricche e diversificate le inizia-tive in atto in diocesi che recepi-scono i contenuti della Lettera: ci si è concentrati in particolare sul tema della festa e della Eucarestia domenicale, quale punto di par-tenza per dare significato e senso anche al lavoro e all’impegno nella vita quotidiana. L’arcivescovo ha rilanciato l’importanza di accostare il testo biblico proposto nell’anno (Genesi 1-11) per far crescere, alla luce dell’ascolto assiduo della Pa-rola di Dio, una mentalità credente che sappia dare vigore alla testimo-nianza della propria fede. Occorre – ricordava l’arcivescovo - valorizzare anche la ministerialità diffusa nelle parrocchie, quand’anche solo pic-coli gruppi partecipano ai momenti formativi e di approfondimento pa-storale o di catechesi, in quanto essi rappresentano il “lievito nella pasta” di una intera comunità. In ultima analisi ha riproposto l’urgenza di creare nei diversi vicariati un grup-po di riflessione sulla distribuzione delle messe domenicali, alla luce dei cambiamenti in atto in questi anni. E’ stato poi affrontato il tema del-le verifiche sismiche degli edifici parrocchiali e degli enti ecclesia-stici. L’economo diocesano Giorgio Garuti è intervenuto ad illustrare l’argomento insieme al vice eco-nomo Barbieri, a Mimmo Ferrari,

• don Federico PiGoni responsabile dell’ufficio tecnico della diocesi e a Osvaldo Cicogni, collaboratore volontario dell’uffi-cio. L’attuale normativa impone di eseguire le verifiche sismiche sugli immobili - definiti sensibili – che rivestano particolare rilevanza, re-alizzati prima del 1984 o ricadenti in zone simiche. Appartengono a questa categoria e devono essere sottoposti a verifica, entro il 2012, gli asili nido e scuole di ogni ordine e grado, strutture ricreative (cinema, teatri, etc.), strutture sanitarie e/o socio assistenziali, uffici aperti al pubblico, etc. Sono edifici sensibili anche le chiese, i campanili, i fab-bricati per catechismo e oratori, ma per essi la verifica scade il 31/12/ 2013. Le verifiche devono esse-re svolte da tecnici in possesso di un’ottima formazione in ingegneria strutturale e sismica e possedere un’elevata esperienza professionale.E’ stata rilevata l’importanza della collaborazione ed azione di coor-dinamento affidata ai vicari fo-ranei nei confronti dei parroci e gestori degli enti ecclesiastici, sia per l’elevato numero di fabbricati interessati dalle verifiche, sia per favorire, in ciascun vicariato, l’in-tesa ad adottare provvedimenti comuni a vantaggio della rapidità delle operazioni e del risparmio dei costi. L’economo ha poi fat-to presente che, per facilitare gli adempimenti dei parroci e dei pro-fessionisti incaricati, è stata isti-tuita in diocesi una commissione di tecnici qualificati, denominata Commissione sismica, che, oltre all’elenco degli edifici da sotto-porre a verifica entro il 2012, ha fornito orientamenti concreti sulle procedure possibili ed elaborato gli schemi degli atti amministra-tivi utilizzabili per disciplinare le modalità di esecuzione dell’inca-

rico. E’ stato altresì ribadito che, trattandosi di atti di straordinaria amministrazione, tutto ciò che ri-guarda le verifiche, presso le par-rocchie, deve essere approvato dal Consiglio parrocchiale per gli Af-fari economici e successivamente sottoposto al visto del Consiglio diocesano per gli Affari economici, che data la specificità della materia ha delegato la funzione di control-lo, per gli aspetti tecnici, alla Com-missione sismica.Lunedi 16 gennaio alle ore 11 in arcivescovado sono convocati i parroci del Comune di Modena, con un eventuale loro collabora-tore che seguirà i lavori, per impo-stare le necessarie pratiche circa la legge antisismica. La modulistica è già a disposizione sul sito www.modena.chiesacattolica.it.Riguardo gli orientamenti circa la celebrazione della Cresima (terzo punto all’ordine del giorno), si è sottolineato quanto sia necessario seguire l’orientamento di accorpa-re in una unica messa i cresimati provenienti da piccole parrocchie contigue, della stessa unità pastora-le, sempre che questo criterio non vada a scapito della buona parteci-pazione di tutta l’assemblea, viste le numerose presenze di famigliari raccolti in queste occasioni.Infine il vescovo ha sottolineato l’importanza del tempo delle be-nedizioni pasquali alle famiglie, che vedrà impegnati molti sacer-doti e diaconi, da gennaio in poi: pur non disconoscendo la fatica e l’impegno profusi e prevedendone diverse modalità di pianificazione, esse rappresentano ancora una pre-ziosa opportunità di incontro con le persone più lontane delle comunità, permettendo in diverse situazioni un farsi prossimi verso coloro che vivono nel territorio parrocchiale.

te e vuole solo il nostro bene”.Offerta al Signore come segno sul suo altare e bagnata della sua acqua viva, la rosa del de-serto nel frattempo si è aperta; in 25 minuti ha detto il suo “sì”: “Se tu lo vuoi, Gesù, lo voglio anch’io”. Chiudono il terzo in-contro dei Martedì di Avven-to, ricco della testimonianza di Lorenzo, le parole del nostro Vescovo Antonio: “La santità è gioia, è felicità. La santità è vivere la misura alta della quoti-dianità, viverla nella perfezione dell’amore”.Il testimone è ora nelle nostre mani. E ora tocca a noi, a cia-scuno di noi.

Pastorale

Page 4: Nostro tempo

4 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

“Chi educa deve dare segni di speranza”

Istituti comprensivi, reg-genze dei direttori didat-tici, concorsi… ma anche genitori che dipingono le

aule e raccolgono le foglie nei giardini degli istituti scolastici. Problemi e prospettive per la scuola modenese, ma anche la speranza di chi sa vedere più avanti e auspica un nuovo patto per l’educazione. Ne abbiamo parlato con Silvia Menabue, da qualche mese alla guida dell’Uf-ficio Scolastico Territoriale di Modena, il ‘vecchio’ provvedito-rato agli studi.

Intervista con Silvia Menabue, da qualche mese direttore dell’Ufficio Scolastico Territoriale, sullo stato di salute della scuola modenese e sulle novità in arrivo: “Tutti siamo chiamati a collaborare”

Scuola

• Paolo seGhedoni

Professoressa, ci può spiegare in cosa consisteranno i nuovi istituti comprensivi di cui tan-to si parla?Procediamo con ordine. Proprio in questi giorni la Regione sta vagliando le delibere dei singo-li comuni in materia di istituti comprensivi e siamo in attesa di una risposta. La delibera regio-nale ha recepito con gradualità l’articolo 19 della Finanziaria di luglio, che di fatto ha soppresso l’autonomia scolastica delle di-rezioni didattiche per istituire i comprensivi per la scuola d’in-fanzia, primaria e secondaria di primo grado con il criterio dei mille alunni per comprensivo. La gradualità della Regione prevede tre anni di tempo per adeguarsi e una flessibilità di più o meno del 20% per il nu-mero di alunni. Di fatti gli isti-tuti comprensivi chiudono un percorso aperto già dal 2003, eliminando le fratture dei pas-saggi per i bambini e i ragazzi, un dato significativo specie per gli alunni che hanno difficoltà. Ha parlato di delibere comu-nali; come hanno proceduto le varie amministrazioni?I Comuni hanno deliberato in modo diversificato, alcuni par-tiranno con i comprensivi già dall’anno scolastico 2012-2013 come ad esempio Carpi, Sas-

suolo, Maranello, Fiorano, altri hanno scelto maggiore gradua-lità, come Modena che parti-rà nel 2013-2014, Mirandola, Pavullo, solo per fare qualche esempio. Quello che sappia-mo ora è che le scuole che non partiranno il prossimo anno, di

fatto, non avranno autonomia scolastica, pertanto potrebbero non avere un dirigente scola-stico titolare, ma soltanto un reggente.A questo proposito a che pun-to è il concorso? Quest’anno, al di là dei comprensivi, le

reggenze sono davvero tantis-sime…E’ vero che questo è un anno non ordinario e i dirigenti sono molto impegnati, come UST cerchiamo in ogni modo di te-nere conto delle difficoltà della situazione. Ci sono stati trasfe-

rimenti in uscita e, a causa della ma-novra di luglio di cui parlavo, non è stato possibile nelle direzioni didattiche nominare nuovi titolari. Il concor-so, comunque, sta procedendo bene e secondo i tempo previsti, quindi per il prossimo anno scolastico avremo i dirigenti pronti per entrare in ruolo. Ma di fatto anche il prossimo sarà un anno di transizione, proprio perché per la legge vigente chi non avrà messo in

campo i comprensivi non potrà avere la nomina del dirigente, ma avrà una reggenza. Natu-ralmente siamo in attesa delle eventuali decisioni del nuovo governo in materia.Fatto il quadro normativo, e preso atto delle difficoltà og-

gettive, veniamo alla parteci-pazione dei genitori alla vita della scuola, che si estrinseca anche con lavori di manuten-zione vera e propria. La com-petenza non è vostra, ma cosa può dirci al riguardo?La partecipazione dei genitori, e della comunità in genere, al-la vita della scuola è senz’altro positiva. Non dimentichiamo che la scuola vive le difficoltà della pubblica amministrazione e che si può discutere sul fatto che sarebbe opportuno investi-re maggiormente nella scuola, nella conoscenza, perché signi-ficherebbe investire sul benes-sere, non a caso molte società emergenti investono più di noi nella conoscenza. Tornando al punto, la comunità deve sentire la scuola come propria e inter-cettare le risorse del territorio per sostenerla, pur in un periodo di risorse scarse. A Modena si è fatto molto in questo senso; se è vero, come è vero, che nonostan-te tutto i nostri standard restano molto alti è grazie al contesto di rete che è stato creato e che vede insieme istituzioni, fondazioni, imprese, associazioni di cate-goria… Non è un caso che l’i-struzione tecnico-professionale sia così qualificata, il contatto e la collaborazione con le associa-zioni imprenditoriali ha fatto la differenza e questo legame for-te ha costituito un volano eco-nomico oltre a mantenere alti i livelli della nostra scuola. Penso anche, restando ai dati positivi, all’attenzione per il tempo pie-no, un grande valore aggiunto di supporto alle famiglie. E’ chiaro

che per il prossimo anno dovre-mo capire che dotazione ci verrà fornita, per vedere tramite una concertazione con gli interessati, come distribuire le risorse. Ora si sono aperte le iscrizioni e l’o-rientamento, quando si chiuderà questa fase faremo un bilancio anche alla luce dei nuovi indi-rizzi della secondaria superiore e del biennio post diploma dell’I-stituto Tecnico Superiore, il co-siddetto Its.Per finire una domanda più personale: come sta affrontan-do questo nuovo incarico alla luce delle difficoltà che vive oggi il mondo della scuola?Guidare oggi l’Ufficio Scolasti-co comporta la consapevolezza di dover far fronte a una situa-zione difficile, che chiama in causa la collaborazione di tutto il territorio: non si può pensare che la scuola sia lasciata sola. Quello che occorre è una forte alleanza educativa tra i soggetti interessati, in primis famiglia e scuola, e mettere in campo le ri-sorse che ci sono per dare segna-li di speranza ai nostri ragazzi. Al di là delle criticità, chi educa deve continuare a dare segni di speranza, valori da vivere e da condividere. Ai ragazzi dobbia-mo dare un messaggio di aper-tura, dobbiamo far capire che investiamo sul loro futuro. Que-sto necessita di una assunzione di responsabilità collettiva, tutti siamo chiamati e confido nella collaborazione di tutti. La scuola modenese ha risorse importan-ti e una capacità di tenuta e di rispondere con segnali positivi, che incoraggia molto.

Farnè confermato presidente regionale

Si è insediato il nuovo direttivo dell’Ucsi - Unione Cattolica Stampa Italiana -. E’ stato confermato presidente regionale Antonio Farnè, inviato Rai 3 e membro del comitato di

redazione della sede di Bologna, al suo secondo mandato; ricon-fermati pure Cesare Spagna e Gianfranco Leonardi, rispettiva-mente tesoriere e segretario. Su indicazione di Farnè, sono stati eletti all’unanimità anche i vice presidenti Emilia Romagna: per i professionisti, Matteo Billi di Parma, redattore della sede di Pia-cenza de La Cronaca, per l’attività espletata e anche in nome di un’auspicabile “apertura” all’Emilia; Paolo Seghedoni di Mode-na, coordinatore di redazione del settimanale diocesano Nostro Tempo riconfermato per il secondo mandato in una zona che dà numerosi iscritti e dove si svolgono eventi come la “Pasqua del giornalista” appuntamento fisso ed atteso; vice presidente in con-to pubblicisti, Paolo Poponessi, assessore alla cultura del Comune di Galeata (Forlì), storico e giornalista, presenza assidua e propo-sitiva per iniziative che hanno riscosso sempre notevole seguito.

Ucsi – Unione stampa cattolica

Alla riscoperta del dono di DioNella tradizionale messa natalizia, celebrata da mons. Lanfranchi ed organizzata dalla Pastorale scolastica, spazio al ricordo della prof. Claudia Ascari

• luca beltrami

È ancora viva la me-moria di Claudia Ascari. L’insegnante del Selmi, scom-

parsa nell’ottobre scorso, è stata al centro di diversi ed emozionanti momenti della messa di Natale organizzata dalla Pastorale scolastica per studenti e professori. A pre-siedere la celebrazione è stato mons. Antonio Lanfranchi, in quello che è ormai diventato il tradizionale appuntamento per alunni e docenti per scam-biarsi gli auguri nell’ultima settimana prima della chiusu-ra delle scuole. All’altare con il vescovo anche don Simone Bellisi, don Fernando Bel-lelli e don Graziano Gavioli, responsabile della Pastorale scolastica, che ha sottolineato il valore della figura di Clau-dia Ascari, aggiungendosi al ricordo di una collega durante

le preghiere dei fedeli.Nell’omelia, mons. Lanfranchi ha ribadito l’importanza di trovare il vero significato del Natale, attraverso momenti di contemplazione: «L’amore di Dio è più forte di tutta la fragilità umana, Dio non si la-scia sconfiggere di fronte alla debolezza. Questo ci invita a porci nell’atteggiamento giu-sto nei confronti del Natale. L’atteggiamento che vi sugge-risco per prepararvi al Natale è quello di trovare un po’ di tempo per sostare in contem-plazione di fronte alla gran-dezza dell’amore di Dio che ci dona suo figlio. Nel Natale

riscopriamo la grandezza del dono di Dio, dobbiamo vive-re nella logica di Dio tutta la nostra vita, ovvero la logica della gratitudine e della gratu-ità. Dio – ha aggiunto mons. Lanfranchi – si è abbassato a noi, ha preso la nostra fragilità umana e l’ha fatta propria. È lui che ci radica e ci fonda su di lui. L’uomo non ha le pro-prie radici in sé stesso, se fos-se così vivrebbe sradicato da tutto il resto. L’esito sarebbe la via della disperazione. Invece il credente può trovare le sue radici rivolgendosi a Dio, Cri-sto è radicato al Padre e noi con il battesimo siamo radica-

ti in Lui. Allora Cristo diven-ta anche la nostra sapienza. Cosa sarebbero tutte le nostre conoscenze se non sapessimo chi è Dio? Sarebbe una cono-scenza misera: Gesù è sapien-za perché ci svela il mistero di Dio. Grazie a Gesù noi cono-sciamo il Padre, il senso della vita dell’uomo e il senso della storia. Noi non conosciamo il bene e il male se non per Gesù e questo è il dono grande del Natale. Per questo vi invito a ritagliarvi questi momenti di contemplazione e di stupore che nascono dall’interven-to prodigioso della nascita di Gesù».

Page 5: Nostro tempo

5Domenica 25 dicembre 2011NostroTempo

Il saluto a Manuela Di Grazia (Caritas) e Marco Ruini (ufficio informatico) che andranno in pensione alla fine dell’anno

Il dono della comunione ecclesiale come via per rinnovare l’evangelizzazione

Clero: il corso di aggiornamento

VescovoAgenda del

Martedì 27 dicembreore 11.30 al santuario degli ObiciCelebrazione eucaristica

Sabato 31 dicembreore 11 a FananoCelebrazione eucaristicaore 17 a NonantolaCelebrazionedi San Silvestro

Domenica 1 gennaioore 18 in CattedraleCelebrazione eucaristica

Venerdì 6 gennaioore 11.15 a NonantolaCelebrazione eucaristicaore 18 in CattedraleCelebrazione eucaristica

Domenica 8 gennaioore 15 al ForumMonzaniUn saluto all’iniziativa promossa dallePiccole Sorelle di Gesù Divino lavoratoreore 16 al Cfn Per mano nel deserto - Riflessione

Uno dei problemi pastorali più dibat-tuti è quello relati-vo all’accoglienza e

all’accompagnamento dei “rico-mincianti”, cioè di quei cattolici che, dopo un lungo periodo di lontananza dalla vita ecclesiale, maturano il desiderio di riavvi-cinarsi all’esperienza cristiana. Il corso di aggiornamento vorreb-

Diocesi

DiocesiAgenda della

Sabato 31 dicembreore 17 a NonantolaFesta di San Silvestro, co-patrono della diocesi

Domenica 8 gennaioore 16 al CfnPer mano nel deserto

Da lunedì 9a venerdì 13 gennaioCorso residenziale di aggiornamentodei sacerdoti

Giovedì 12 gennaioore 20.30 al CfnAlle querce di MamreLa Parola nella catechesi con gli adulti

Ufficio pellegrinaggi

In Terra Santa con il vescovo

Tempo di adesioni al pellegrinaggio in Terra Santa, pro-mosso dalla diocesi e presieduto dall’arcivescovo.Il viaggio si svolgerà dal 25 aprile al 2 maggio e necessita

di urgente adesione per prenotare volo aereo, alberghi e quan-to necessario. Le iscrizioni, aperte fino al prossimo 31 dicembre, possono essere consegnate con relativa caparra presso i parroci oppure presso l’Ufficio pellegrinaggi che sarà aperto sino al 30 dicembre 2011.

Ufficio Famiglia

Per mano nel desertoL ’appuntamento di gennaio con “Per mano nel deserto” con

mons. Lanfranchi, sul tema “Lavorare in pace” si svolge l’8 gennaio alle ore 15.45 al Centro famiglia di Nazareth.

be aiutare i presbiteri a riflettere insieme su questo tema. La peculiarità del percorso pro-posto consiste nel fatto che non si sofferma sulla situazione cul-turale delle persone che deside-rano ricominciare un cammino di fede - già oggetto del corso di aggiornamento dello scorso anno -, ma cerca di riflettere in chiave biblica e teologica su una condizione fondamentale che consente alle comunità cristiane di venire incontro alle esigen-ze spirituali di chi si riavvicina, cioè quella della comunione. E’ abbastanza evidente, infatti, che una comunità è in grado di ac-cogliere e di orientare coloro che desiderano reiniziare un cam-mino di fede nella misura in cui

sa vivere uno stile evangelico di accoglienza e di amicizia al pro-prio interno e lo sa quindi offri-re anche a chi si avvicina per la prima volta. Questa capacità di accoglienza, però, non dipende primariamente dalle attitudini personali o dalla buona volontà dei singoli, ma dall’azione dello Spirito del Signore, che con-tinuamente agisce in ogni co-munità ecclesiale donandole di vivere la comunione trinitaria e di esprimerla in uno stile di fra-ternità e di sororità. Il corso di aggiornamento avrà dunque co-me tema quello della comunione ecclesiale in quanto dono dello Spirito e fondante una rinnovata capacità di evangelizzazione.La prima relazione, di taglio bi-

blico, metterà in luce il fonda-mento e le caratteristiche della comunione all’interno della Chiesa secondo il NT. Le due relazioni seguenti, di taglio te-ologico, tratteranno del batte-simo e dell’eucaristia in quanto fonte e culmine della comunio-ne ecclesiale; dopo queste due relazioni si terranno dei gruppi di studio per riflettere su alcune domande suggerite dai relato-ri. L’ultima relazione, affidata all’Arcivescovo, delineerà alcune linee pastorali sull’accoglienza e sull’accompagnamento dei “ri-comincianti” a partire dal per-corso svolto.Il corso residenziale si svolgerà presso l’abbazia di Maguzzano, Casa di spiritualità e Centro

ecumenico e di dialogo interre-ligioso, via Maguzzano 6, 25017 a Lonato (BS). Il corso si terrà dal pranzo di lunedì 9 gennaio al pranzo di giovedì 12 gennaio 2012. Lunedì 9 pomeriggio: relazione biblica di d. Maurizio Compia-ni, Cremona. Martedì 10 mattina: relazione teologica di d. Giacomo Canob-bio, Brescia. Pomeriggio: lavori di gruppo. Mercoledì 11 mattina: relazione teologico-pastorale di d. Anto-nio Torresin, Milano. Pomeriggio: lavori di gruppo. ‘ Giovedì 12 mattina: intervento di sintesi dell’arcivescovo. Il corso non residenziale si vol-gerà a Modena, al Centro Fa-

La Giornata per l’ap-profondimento e lo sviluppo del dialogo fra cattolici ed ebrei

ha per tema quest’anno La sesta Parola: «Non uccidere». L’appuntamento della giornata di incontro è per martedì 17 gennaio; il Rabbino capo Be-niamino Goldstein terrà la sua lezione presso l’aula magna del Seminario alle ore 18.30. Sarà presente anche il rev. Nicholas Sagovsky, teologo canonico

Dialogo ed ecumenismoAppuntamenti di gennaio all’insegna dell’incontro con gli ebrei e con le Chiese cristiane

In cattedrale

Cresime degli adultiSi ricorda a tutti i parroci della Diocesi e ai ministri incaricati

del servizio che la S. Messa, nella quale verrà amministrato il sacramento della Cresima agli adulti, è confermata per sabato

31 dicembre alle ore 10 in Cattedrale.

Piccole sorelle di Gesù divino lavoratore

La festa con le famiglieSi terrà domenica 8 gennaio, dalle ore 14.30 al Forum Monzani, la festa di tutte le famiglie

che le Piccole Sorelle incontrano nel corso del loro ministero sui luoghi di lavoro. Le famiglie, provenienti da tutta la diocesi, saranno accolte dopo un percorso di incontro, casa per casa, nella

visita al Presepe che le sorelle svolgono nel corso dell’anno. “In questo modo – afferma suor Maria Grazia – è più facile dialogare, conoscere i bisogni, sia materiali che spirituali, delle persone e rispon-dere nel modo migliore”. Il pomeriggio è fatto di incontro, spiritualità e festa: la tradizione prosegue ormai da oltre 50 anni.

dell’Abbazia di Westminster nella Chiesa d’Inghilterra.Il 18 gennaio ha invece ini-zio l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani: “Tutti sa-remo trasformati dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signo-re” (cfr. 1 Cor 15, 51-58)” il tema per il 2012. Il Consiglio delle Chiese cristiane di Mo-dena (Arcidiocesi, Chiesa Valdese e Metodista, Chie-se ortodosse) hanno scelto di ospitare il reverendo Sagovsky che racconterà anche le espe-rienze ecumeniche nella sua patria. All’interno della setti-mana diversi appuntamenti: il

primo è un incontro pubblico, mercoledì 18 gennaio alle ore 18, con il Vespro Anglicano, presso il Seminario Metropo-litano. Si svolgerà poi la veglia Veglia Ecumenica, giovedì 19 gennaio alle ore 21, nella chiesa di S. Benedetto Abate. Guiderà la riflessione il reve-rendo Sagavsky. Domenica 22 gennaio il gruppo di Taizé guiderà la preghiera alle ore

miglia di Nazareth, nei giorni 7,8,14 e 15 febbraio dalle 9 alle 13. Il programma: martedì 7 relazione teologica di d. Erio Castellucci, Forlì. Mercoledì 8 relazione bibli-ca di d. Maurizio Marcheselli, Bologna. Pomeriggio: lavori di gruppo. Martedì 14 relazione teolo-gico-pastorale di d. Antonio Torresin, Milano. Mercoledì 15 mattina: intervento di sintesi dell’arcivescovo.

21 del presso la chiesa del Corpus Domini in via Tam-burini. Sempre il 22, alle ore 17, i Vespri ortodossi in San Bartolomeo a cura del Patriar-cato Romeno. Il giorno 25, giornata conclusiva della Set-timana di preghiera, preghiera con i Vespri ortodossi presso la chiesetta del Patriarcato Russo alle ore 20.45 in piazza Libe-razione.

Uffici Pastorali e di Curia

Grazie a Marco e Manuela

Page 6: Nostro tempo

6 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

Politica

Il volto di Dio e di ogni uomo

Intorno all’articolo 5

L’applicazione della legge 194 nel nostro territorio, in parti-colare dell’articolo 5

della norma che dal 1978, an-no in cui è stata promulgata, disciplina l’interruzione di gra-vidanza. Questo l’argomento al centro del dibattito che si è tenuto presso la sala consiliare della Provincia di Modena gio-vedì 15 dicembre, che ha visto riunirsi, per la seconda volta do-po l’appuntamento di maggio, i membri della IV Commissione Consiliare “Attività formative e politiche sociali”, rappresentan-ti dell’Ausl e di alcune associa-zioni che si occupano di queste tematiche nel nostro territorio, come la Comunità papa Gio-vanni XXIII e il Centro Aiuto alla Vita. L’ordine del giorno è stato proposto da Dante Mazzi, consigliere provinciale del Pdl.La discussione, molto partecipa-ta, ha quindi posto in primo pia-no l’applicazione dell’articolo 5 della legge 194 nel nostro terri-torio che stabilisce in particolare come sia compito del consulto-rio e della struttura socio-sani-taria, specialmente quando la richiesta della donna sia moti-vata dall’incidenza di condizioni

La messa celebrata dall’arcivescovo mons. Lanfranchi al centro di Consulenza per la famiglia

E’ con grande gioia che, giovedì 1 dicembre, tutti gli operatori e i volontari del Centro

di Consulenza per la Famiglia e del Centro Famiglia di Naza-reth, si sono riuniti per celebra-re la prima S. Messa di Natale presieduta dall’arcivescovo Lan-franchi. All’inizio del cammino

• elena rocchied elisa santini*

• marcella caluZZi

Istituzioni, servizi sanitari e associazioni si sono incontrate nei giorni scorsi in Provincia per discutere sull’applicazione di questo articolo della legge 194. La posizione del volontariato cattolico nelle parole di Andrea Mazzi, della Papa Giovanni XXIII

economiche, sociali o familiari sulla salute della gestante, di ‘aiutarla a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza’ e di metterla in grado di far valere i suoi diritti di lavoratrice e di madre offrendo-le gli aiuti necessari sia durante la gravidanza che dopo il parto. Da parte di tutti i relatori un sostanziale accordo nel prende-re coscienza dell’insufficienza delle politiche di sostegno alla maternità, sia dal punto di vista dei provvedimenti che da quello delle risorse economiche mes-se a disposizione per la tutela della donna madre, soprattutto se lavoratrice. “Non trovo – ha spiegato la dottoressa Silvana Borsari, direttrice sanitaria del distretto di Modena – che la nostra società spinga all’abor-to. Ciò che manca invece è una maggiore attenzione alla scelta di una donna e di una coppia di avere dei figli. Nel campo della tutela alla maternità la politica fa poco, a differenza di altre realtà europee dove al contrario una donna può far convivere con se-renità l’essere madre con l’essere lavoratrice”. All’incontro è in-tervenuto anche Andrea Mazzi della Comunità Papa Giovanni XXIII che ha presentato una serie di proposte operative per far sì che venga realmente appli-cato l’articolo 5 della legge 194. “In primo luogo – ha spiegato Mazzi – occorre diffondere una maggiore conoscenza della vita prenatale. Tutte le persone de-vono incontrarsi col bambino nel grembo, mettersi in relazio-ne con lui, capire che non è un ‘grumo di cellule’ ma un piccolo essere umano, che ha una sua vi-ta, una sua autonomia. Gli unici 2 paesi europei dove gli aborti sono fortemente calati (Croa-zia e Polonia) sono quelli in cui è cresciuto il rispetto verso la vita nascente. Conoscenza che avviene anche attraverso azio-

ni di sensibilizzazione mirate a ricordare, ad esempio, che nes-suno deve spingere una donna all’aborto, per nessun motivo, e che anzi questo è un reato pena-le (art. 18 della 194), dare rife-rimenti istituzionali e non, a cui rivolgersi per la tutela del dirit-to di non abortire. Promuovere sostegni tra mamme di diverse generazioni: per molte madri in difficoltà il problema è la mancanza di una rete familiare, amicale che le aiuti ad affrontare i tanti problemi pratici (andare a prendere il bimbo all’asilo, le medicine se si è malate e/o sole col bimbo....), e le sostenga nella fatica di crescere uno o più figli da sole. Avere a fianco una o più persone, magari con esperienza, è per loro un grandissimo aiuto. Altro punto essenziale su cui lavorare, attraverso un tavolo di lavoro con enti previdenziali, organizzazioni datoriali e sinda-cati, consultori e associazioni di volontariato, è la lotta contro la discriminazione delle mamme al lavoro attraverso, ad esempio, un sostegno economico alla ma-ternità per donne che restano senza lavoro durante la gravi-danza e il riconoscimento delle donne gravide in situazioni di difficoltà sociale/economica co-me ‘soggetti svantaggiati’”. “Altri provvedimenti che noi auspichiamo - ha proseguito Mazzi - sono il riconoscimen-to del lavoro di madre (ad esempio con l’allungamento della maternità facoltativa retribuita fino ai 3 an-ni del bambini, con maggiori agevola-zioni e diritto al lavoro part-time) e l’istituzione di un fondo per la maternità. In questo senso l’uni-ca eccezione positiva è rappresentata dal Comune di Modena che nel 2011 ha

stanziato 30.000 euro per le ma-ternità difficili. O ancora l’istitu-zione di forme di protezione per le donne incinte e sanzioni per il partner, i genitori, i datori di lavoro o altre figure che in qua-lunque modo invitano o fanno pressioni sulla donna per farla abortire”. “Molte sono le perplessità, in-fine – ha concluso Mazzi – sul rilascio del certificato da parte del medico. L’interpretazione prevalente dell’articolo 5, per quanto riguarda il ruolo del me-dico è che il certificato rilasciato da questi sia una semplice presa d’atto dell’avvenuta richiesta di IVG della donna. Dunque un medico non può rifiutarsi di ri-lasciare un certificato a una don-na che glielo chiede, questo però rende inefficace qualunque pre-venzione. Un pubblico ufficiale non può rilasciare un atto del suo ufficio se non verificando i requisiti di legge che ne costitu-iscono“.

Famiglia

di Avvento, i brani della liturgia e le parole del nostro vescovo, come un lieto annuncio hanno toccato, scaldato e rinfrancato il cuore di tutti i presenti, ricon-ducendoci al significato pro-fondo e al fondamento di tutta la nostra vita e del nostro lavoro. “Il Mistero del Natale - come ci ha ricordato il nostro Arci-vescovo - è vivere in pienezza di significato, scoprire e rico-noscere Dio come fondamento della vita”. Davanti alla fragilità, alla precarietà e alla instabilità della casa costruita sulla sabbia

spazzata via alla prima tem-pesta, ecco che riscopriamo in tutta la sua bellezza, la solidità e la stabilità della casa costru-ita sulla Roccia Eterna dell’a-more di Dio a cui possiamo affidarci e radicarci rinnovando ogni giorno il nostro sì, il no-stro Amen a Dio per farne il fondamento delle nostre scelte concrete. Infatti quel Fonda-mento che è la Ragione della vita di ogni uomo, non è rima-sto qualcosa di astratto a cui si aderisce con freddezza, ma ci è stato donato ed è Senso vi-

brante che illumina e guida: il Figlio di Dio si è fatto carne, si è fatto uomo e ha fatto propria la fragilità. “Il Mistero di Dio si è fatto gioia, amicizia, lacrime, pianto, perdono, misericordia, carezza, tenerezza”ed è proprio nella quotidianità di ogni gior-no che abbiamo l’occasione di incontrare e riconoscere il dono dell’incarnazione: “il Mistero di una nascita che prende Lu-ce da Gesù e coinvolge tutto l’uomo!”. Ringraziamo quindi il nostro Arcivescovo per le sue il-luminanti parole: “la nostra gio-

La presenza assente

Riflessioni in merito alla vicenda della ragazza trentina costretta dai genitori ad abortire

• antonella dieGoli*

Rabbia. Questo è stato il primo sentimento alla notizia dell’aborto, istigato dai genitori e giustificato dall’ipocrisia presentata come ragionevolezza, forse anche da una certa religiosità dilavata nel perbenismo e sbandierata da sedi-

centi giornalisti. Rabbia per la violenza indotta su una ragazzina che aveva accolto la vita con lo stupore e l’ardore dell’adolescenza. Rabbia perché quella splendida città, Trento, nello stesso giorno – giornata dei diritti dell’uomo! – vedeva una sua figlia famosa in tutto il mondo, Chiara Lubich, premiata alla memoria proprio per la sua difesa della vita nascente. “Non spetta a me proclamare dei diritti, ma spetta a me insegnare…” disse Chiara all’Onu nel 1997. Spetta ai genitori per pri-mi insegnare ai figli, e allora la rabbia cede alla tristezza. Una grande tristezza per quei due genitori così amaramente delusi dalla loro bam-bina, tanto da volerla marchiata, di fronte al mondo, incuranti della sua volontà. E una grande pena per quella ragazzina che ha infine ceduto alla più grande ipocrisia del nostro tempo: eliminare un figlio in grem-bo, illudendosi che non fosse mai stato. Eppure ormai sappiamo che là dove la vita ha trovato inconsapevole dimora, il segno resterà per sem-pre, che il figlio per sempre sarà presente in lei. Proprio perché non lo ha partorito, non lo ha sciolto da sé, se lo ritroverà accanto nell’attimo meno atteso. Perché c’è un istante, quando una donna scopre di essere madre, nel quale si sente fortissima la relazione con un altro da sé che, nel segreto delle viscere, ha inviato il suo segnale: “Io ci sono”. Conosco almeno quattro madri che hanno dato alla luce un bambino verso i 16 anni. Bambini felici di essere nati. In almeno due casi le giovani mamme hanno avvisato del loro stato in ‘ritardo’ rispetto al tempo dell’aborto, e non per caso: non volevano pressioni, avevano deciso che il loro bambino doveva nascere. E i nonni? Il terremoto interiore ha lasciato posto al dono involontario che si sono trovati tra le braccia. Forse non subito, con il tempo dovuto e la giusta riflessione, magari con l’aiuto di qualche volontaria del Centro Aiuto alla Vita.Conosco anche mamme bambine che quel figlio non l’hanno accolto, in fondo agli occhi una pozza profonda, difficile da sondare, spesso ac-compagnata da una costante deriva autolesionista. In un caso che non potrò scordare, terribile è stata la sentenza della famiglia: “O lo elimini o te ne vai, mi hanno detto…” - esita, nei vestiti neri e sotto il trucco pesante, poi in un soffio la domanda: “Perché non ti ho incontrata prima?” Già, perché? Perché ai volontari non è consentito farsi avanti, quando c’è di mezzo la vita indifesa di un concepito? Perché non viene divulgato ovunque il loro prezioso, discreto, paziente lavoro di acco-glienza e di cura? Nel mondo liquido dove tutti e tutto vogliono avere uguale valore, resta limpida la voce di Chiara Lubich: “… spetta a me insegnare”. Spetta a ogni uomo e donna di buona volontà, al popolo della vita, perché la vita va rispettata sempre, perché il concepito è vita umana: negarla non la annulla, sopprimerla la rende un incubo.

* Presidente regionale FederVita

ia è di collaborare alla nascita di una persona, di un “io”. Il Mi-stero dell’uomo è la materia del nostro incontro, saper cogliere Dio, la sua presenza in tutte le situazioni che incontriamo ogni giorno. Dio si è fatto uomo, scintilla divina che ci proietta nell’eternità!”. Parole che hanno saputo rinnovare e confermare in tutti noi, operatori e volon-tari, la bellezza e l’importanza della missione a cui il Signore ci chiama nella certezza che “il mio Dio è il Volto di ogni uo-mo e ogni uomo è il Volto del

mio Dio!”. Ecco allora che a Te Signore, che sei il solo a scru-tare i pensieri e i sentimenti dei cuori, desideriamo affidare tutte le persone che ci doni di incontrare ed accompagnare. Ti preghiamo perché il tratto di strada percorso insieme possa illuminare con la Tua Luce e ri-scaldare con il Tuo Amore an-che i “Sentieri di Vita” più bui ed impervi affinché ogni cuore possa aprirsi ad accogliere la gioia e l’alternativa del Natale!

* Pedagogiste Centrodi consulenza per la famiglia

Page 7: Nostro tempo

7Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Approfondimenti

Discorsi sulladisuguaglianzaContinua, nelle prime settimane del 2012, il primo ciclo

di incontri dal titolo “Discorsi sulla disuguaglianza. Conoscere le disuguaglianze per capire la società di

oggi” proposto dalla Fondazione Gorrieri. L’iniziativa nasce dalla volontà di diffondere la conoscenza della società in cui viviamo attraverso l’analisi di tematiche che in questo diffi-cile momento storico sono al centro della situazione sociale e dell’interesse dell’opinione pubblica. Ne discutono studiosi ed esperti con l’obiettivo di fornire ad amministratori locali, operatori del sociale (volontariato, sindacato, cooperazione), politici, studenti e a chiunque fosse interessato. strumenti ap-propriati per orientarsi nel complesso contesto sociale odierno. I prossimi appuntamenti dei “Discorsi sulla disuguaglianza” sono giovedì 12 gennaio sul tema “Crisi economica: qua-li effetti sul welfare?”: intervengono, intervistati da Ettore Tazzioli, Amelia Frascaroli (assessore alle Politiche sociali del comune di Bologna) e Maria Cecilia Guerra (docente di Scienza delle Finanze nell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia e ora sottosegretario del Ministero del Lavo-ro e delle Politiche Sociali nel governo Monti). Giovedì 26 gennaio si parla invece di “Territorio. Non solo Nord Sud: le disuguaglianze metropolitane” con Massimo Baldini (docente di Scienza delle finanze nell’università degli studi di Modena e Reggio Emilia) e Mauro Magatti (preside della facoltà di Sociologia dell’università Cattolica di Milano). Il ciclo d’in-contri proposto dalla Fondazione Gorrieri si chiude martedì 7 febbraio con il tema “Politica. Percorsi possibili verso l’u-guaglianza”: ne parlano Carlo Galli (docente di Storia delle dottrine politiche nell’Università di Bologna e cboratore del quotidiano “a Repubblica”) e l’economista Laura Pennacchi. Gli incontri si svolgono alle ore 18 a palazzo Europa.

La crisi e le disuguaglianze sociali nell’Italia di oggi: una riflessione dalla Fondazione Gorrieri per gli studi sociali

Crisi, manovre … ed equità

Non si può tralascia-re - con riferimento anche alla dramma-tica crisi finanziaria,

economica e sociale che stiamo vivendo - la questione delle cre-scenti disuguaglianze sociali e di una più equa distribuzione delle risorse e delle opportuni-tà tra i cittadini per contrastarle e ridurle. Tanto più per l’Ita-lia, che è uno dei più diseguali tra i paesi ricchi, seconda solo all’Inghilterra, nell’Unione Eu-ropea, agli Stati Uniti e pochis-simi altri a livello mondiale. Lo confermano, ancora una volta, i recentissimi dati statistici dell’I-stat e della Banca d’Italia sulla situazione socio-economica delle famiglie italiane. Ne emer-ge, quanto al reddito, che il 20 per cento più ricco della popo-lazione gode del 37,5 per cento del reddito nazionale, mentre il

• luciano GuerZoni*

20 per cento più povero dispone soltanto dell’8 per cento. Ancor più: il 50 per cento dei nuclei a minor reddito de-ve accontentarsi di una quota pari a quella goduta dal 10 per cento della parte più ricca. Quindici milioni di lavora-tori percepiscono un reddito netto mensile inferio-re a 1.300 euro, mentre sette mi-lioni di essi (cioè quasi la metà) percepiscono un reddito netto in-feriore a 1.000 euro mensili. Il 13 per cento de-gli individui è in condizioni di povertà; per il 20 per cento di loro la probabilità di persistere nella povertà è au-mentata nell’ultimo quindicen-nio di oltre 10 punti. L’Italia, inoltre, è stabilmente al penul-timo posto in Europa per la po-vertà minorile: una delle forme più inique e inaccettabili della

disuguaglianza, perché dovuta al caso di nascere in una fami-glia povera e destinata ad avere

effetti anche per il futuro della vita dei minori poveri. Quanto alla ricchezza posseduta, la spe-requazione è ancora più forte: il 10 per cento delle famiglie più benestanti detiene il 45 per cento della ricchezza naziona-le, mentre il 50 per cento della

parte di popolazione meno ab-biente deve accontentarsi di un misero 9,8 per cento.Siamo dunque in presenza, in relazione anche ai pesanti sa-crifici che vengono chiesti ai cittadini, di una grande que-stione di equità, che è al tempo stesso questione etica, cioè di “giustizia sociale”, e socio-eco-nomica perché l’enormità delle disuguaglianze esistenti è stata tra i fattori originanti della crisi e la riduzione delle stesse è tra le condizioni per uscirne. Si tratta di questione non tralasciabi-le, anzi prioritaria, nonostante appaia scarsamente considera-ta nel dibattito pubblico, sia in ambito politico, sia in quello dei grandi mezzi di comuni-cazione e di formazione dell’o-pinione pubblica. I pochi dati richiamati, riferiti al solo profilo economico - che di per sé non esaurisce le tante dimensioni della disuguaglianza (istruzio-ne, lavoro e retribuzioni, casa, sanità, servizi sociali, ambiente urbano, ecc.) - manifestano di-mensioni tanto inique, quanto inaccettabili. Per di più aggrava-te dalla grande crisi in atto dal 2008 e destinate ad aggravarsi per gli effetti sia delle manovre di drastica riduzione del debito pubblico, sia del protrarsi e del prevedibile peggiorare della cri-si, con ricadute sociali non poco preoccupanti: dall’inevitabile abbassamento del tenore di vita della grande maggioranza del-la popolazione non benestan-te all’ulteriore impoverimento dei ceti svantaggiati, con il ri-schio di caduta nella povertà di quell’ampia quota di nuclei fa-miliari definiti in situazione di “vulnerabilità”, per i quali cioè anche un solo evento negativo - come l’improvvisa venir me-no dell’unico reddito da lavoro di cui la famiglia gode - è suf-ficiente per il loro precipitare nell’indigenza o nella povertà.Le due manovre estive del go-verno Berlusconi ed anche - a mio parere - il «decreto salva Italia» del governo Monti, sia pure con qualche indubbio passo avanti per quest’ultimo, non hanno avuto attenzione né agli effetti sui meno abbienti dei provvedimenti adottati, né a misure per la riduzione delle disuguaglianze. L’iniquità sta nella distribuzione non equi-librata del carico dei sacrifici richiesti alla collettività e ai sin-goli. In sostanza, non sono state tenute presenti (o lo sono state in misura ancora insufficiente, nel caso dell’ultimo decreto) le effettive condizioni di vita dei singoli e dei nuclei familiari di appartenenza. Per fare equità occorre invece partire da qui e dalla realtà delle disuguaglianze che le condizioni di vita mani-festano.Non avendo qui lo spazio per valutare, sulla base dell’equità sociale, la selva di misure adot-tate - tuttora all’esame del Parla-

mento - mi limito al riferimento ad un criterio discriminante per l’equità, qual è l’adozione del co-siddetto “parametro famiglia”. Vale a dire che, per contrastare o ridurre le disuguaglianze, non basta considerare la situazione socio-economica dei singoli, ma occorre fare riferimento alla si-tuazione del nucleo familiare di appartenenza, individuata nel rapporto fra l’ampiezza del nu-cleo e il reddito complessivo di cui il nucleo dispone. E’ infatti del tutto evidente che le condi-zioni di vita dei singoli dipen-dono in larga misura dal reddito e dalla ricchezza di cui il nucleo di appartenenza dispone. Così, per esempio, avere ridotto l’Ici di 50 euro per ogni figlio non è una misura di equità, pre-scindendo essa dalla situazione economica del nucleo familiare, sicché le disuguaglianze esisten-ti si riproducono tali e quali, con l’aggravante che già il prelievo in sé ha ovviamente un’inci-denza più o meno pesante sulle condizioni di vita a seconda che si tratti di nuclei svantaggiati o, all’opposto, benestanti. Diverso e più equo sarebbe stato l’effet-to se si fosse applicato il «para-metro famiglia», vale a dire se - disponendo di margini di ma-novra molto ristretti - si fosse-ro concentrate le poche risorse disponibili per esentare total-mente dal prelievo i nuclei me-no abbienti, applicando poi un

prelievo crescente in rapporto al crescere del reddito familiare complessivo. La misura avrebbe avuto un non marginale effet-to redistributivo e di riduzione delle disuguaglianze. Non altrimenti è avvenuto per l’applicazione dei nuovi ticket sanitari nella nostra regione, do-ve si è pur applicato un criterio di esenzione e di entità del pre-lievo rapportato a fasce di red-dito, ma non tenendo in alcun conto il “parametro famiglia”. Così, si è applicata l’esenzione ai redditi familiari inferiori a 36 mila euro, non calcolando che una cosa sono 36 mila euro per un single e ben altro lo so-no per un nucleo composto da una coppia con uno o più figli minori. Misura anche questa non equa, perché riproduce ed aggrava le disuguaglianze esi-stenti.Due esempi soltanto, nondime-no indicativi, da un lato della disattenzione per la dura realtà italiana delle disuguaglianze so-ciali ed economiche, e dall’altro, del mancato utilizzo delle stesse manovre anticrisi per contra-starle e ridurle, anziché perpe-tuarle o aggravarle, mettendo così ulteriormente a rischio la già vacillante coesione sociale del nostro paese.

* presidente della Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi

sociali

Page 8: Nostro tempo

8 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

Natale anche nella sofferenza

Domenica 27 novem-bre, il catechista Da-niel dopo una breve

e tribolata malattia attribuita ad avvelenamento attraverso il contatto con una lucertola, è deceduto.Ero andata da lui nella mat-tinata prima della messa in un villaggio vicino, già non parlava più, forse ha sentito la mia voce, ma non ne sono si-cura. Daniel era speciale, ogni settimana andava due volte in un altro villaggio per la cate-chesi e la liturgia domenicale, doveva attraversare una palude, ma da due anni faceva questo servizio con generosità ed è proprio mentre era lì quando il marguillat (lucertola rosa) si è arrampicata sulla sua gam-ba dandogli, secondo la gente, il veleno che qualcuno gli ha mandato per farlo morire.Il peso della tradizione è mol-to forte soprattutto in chi non ha abbracciato il Vangelo. La paura di essere malato te lo fa essere davvero e la convinzione che questa malattia ti porta al-la morte ti fa morire. Daniel è

La nascita di Cristo nelle parole dei missionari modenesi e di chi sta vivendo esperienze di condivisione in Paesi lontani

Il Natale degli altriMissioni

morto da giusto, quando poteva ancora parlare ha detto ai suoi familiari: “Non accusate nessu-no, non vendicatevi è solo la ma-lattia che mi porta alla tomba”. Queste parole sono state ripetu-te al suo funerale e rispettate.Ricordo questi fatti tanto dolo-rosi, i posti lasciati vuoti, le fami-glie provate, ma sono convinta che sono anche queste espres-sioni del Natale. La poesia con cui circondiamo ora il Natale è

ben diversa dalla cruda realtà, Gesù è nato in una stalla rifiu-tato da tutti, “non c’era posto per loro”.Una canzone francese dice: “è Natale ogni giorno, è Natale quando riconosci le tue debo-lezze, soccorri il povero, consoli

l’afflitto, liberi l’oppresso, ri-spetti l’altro nelle sue credenze, è Natale ogni giorno…”.Sono così assorta nei miei pen-sieri che non mi accorgo della polenta fumante che è stata posta sul tavolo vicino a me, i catechisti mi dicono: “sorella è ora di mangiare!”Come sono grata al Signore per questi collaboratori attenti e generosi, ti fanno sentire so-rella, madre, amica. Sono sotto

un bel c i e l o pieno di stelle e immer-sa in un presepio vivente. Q u a l e l u o -go più a d a t t o per au-gurarvi

e augurarci Buon Natale?Buon Natale dunque a ciascu-no in particolare e non dimen-tichiamoci che possiamo far sì che intorno a noi sia Natale ogni giorno.

Sr. Nunzi Giannotti

Vivere nella semplicità

Avvento é recuperare le opportunità che il Signore, con

la sua venuta, vuole di nuovo mettere nelle nostre mani, sapendo che possiamo buttarle via, usarle male, sciu-parle o, ancora peg-gio, disprezzarle come cose scomode. Ma di fronte a tutto questo, quel Signore che vuole farsi bambino per noi, non desiste e con in-sistenza cerca, ancora una volta, di stupirci con il suo amore gra-tuito, con la sua povertà che arricchisce molti, con la sua umiltà che annienta la su-perbia e l’orgoglio di molti. Facciamoci incontrare da

chi desidera incontrarci.Tutto questo lo si vive spes-so nelle nostre realtà, dove lo scoraggiamento a volte é lampante, dove le persone

che dovrebbero assumersi responsabilità a volte sono quelle che tirano più indie-tro (un film già visto anche in Italia...), ma nonostante

tutto, il Signore ci chiede di sperare sempre, ringrazian-dolo dei piccoli segni che ci da ogni giorno. Chiedo a Gesú Bambino che possa

aiutarci a credere sempre di più alle cose che facciamo, di sognare sempre alto e vivere nella semplicità le cose che di giorno in giorno ci vengono poste davanti.Che Gesù Bambi-no illumini i cuori di tutte le perso-ne, che la notte di Natale sia una notte di Luce e di speranza.

Un abbraccio

pe. Luigi Gibellini(nato a Corlo, in Brasile con la Casa della carità di RE)

BrasileCiad

Un filo rosso attraverso l’oceano

Ho finalmente capito questo “filo rosso” che mi lega a tutti

voi; nonostante un continen-te e un oceano in mezzo! E per spiegarlo riprendo le parole, di sicuro più sagge, di don Gabrie-le: è quell’unità tra il padre e il figlio che è fonte e modello dell’u-nità di tutti i credenti, e a cui tutti dobbiamo tendere; poiché il Si-gnore non era “celiba-tario” ma “trinitario”: quindi aperto al terzo, all’altro e al diverso. E’ per questo che siamo in missione. E grazie a questa uni-tà, già vi immagino mentre vi preparate al Natale con luci, colori, babbi natali, regali, panettoni e tortellini... mentre a me non par vero nemmeno che sia dicembre!

MadagascarSì, perchè sarà il caldo, l’as-senza totale di negozi(che si possano chiamare tali), inse-gne luminose, addobbi, regali e cibo super grasso... ma qui in Madagascar non è che stia avvertendo molto l’avvicinarsi del Natale. Cero dopo questa “ricarica di santità” degli eser-

cizi sono fiduciosa, ma in ogni caso vi chiedo di ricordare nel-la preghiera la nostra e tutte le altre comunità dei volontari in Madagascar; perchè davvero

“il Natale entri dalla porta”, non solo a parole, ma con l’a-pertura all’altro e al povero, e con la preghiera.Questa fiducia deriva dal-la convinzione che“alzando gli occhi al cielo”molto più spesso, e distogliendoli da

terra, dalle nostre povertà, limiti, paure e insicurez-ze; possiamo vivere la “pienezza della gioia”, soprattutto in questo tempo di preparazione al Natale. Per cui questo, a 10.000 km di distanza, è il miglior augurio che vi posso fare: s e m p l i c e m e n t e alzate gli occhi al cielo perchè “solo nel Signore riposa

l’anima mia”. Semplicemen-te questo.Buon Natale Modena!

Anna Messora

E’ Natale tutti i giorni

All’apparenza insigni-ficanti episodi ma, tra diversità, lingue scono-

sciute e in un Paese che non è il nostro, è tutto ciò che riempie di vita e senso le nostre gior-nate:Quei dopo pranzo nel retro della cucina seduti sui sassi a bere caffè con Herman, Madi e Alì raccontandoci le nostre vite; non trovare le parole per farci capire e scoprire che ci hanno già capito dicendoci “pour amitié”.Le voci dei bimbi che ti chiamano nassarà (uo-mo bianco) e che, sdra-iati, ti spiano da sotto il cancello. Le loro manine che salutano e lasciano l’impronta rossa sulla maglietta.Il sorriso inaspettato della triste Alessia dopo una mattina di coccole.La mano tesa di un bambino che chiede in elemosina una bottiglietta: per noi è solo pla-stica, per lui un sorriso che gli illumina il viso. Guidare una panchina come fosse una moto insieme a sette bambini, quanta strada! “Per clacson mi presti il tuo naso?”Stare seduti su un marciapiede

Burkina Faso polveroso accanto a un uomo consumato dalla fatica e dalla sete e cogliere nei suoi occhi la Vita che palpita in lui.Camminare per le strade di Toma insieme a tanti, tantissi-mi bambini e cantare, ballare e contare in samo mentre il sole tramonta.Caramelle e lecca lecca spez-zettati in tante minuscole parti, tante quanti sono i bambini. Tagliare le tovaglie di plastica con Herman e Joseph piegan-dole in quattro…e quadrupli-

cando le braccia, il lavoro a fine giornata diventa complicità e una frase da ripetere: “ io sono contento”. Potremmo decidere di rima-nere paralizzate dalla paura nel vedere quanto siamo diversi. Oppure scegliere di aprire gli occhi e, con uno sguardo nuo-vo, lasciare spazio alla meravi-glia. Ce lo avevano detto ed ora scopriamo che è proprio così:

se vogliamo entrare nella vita della gente che incontriamo, dobbiamo accantonare grandi progetti allettanti e desideri di cambiamenti, sedendoci a tavola con loro, mischiandoci nella quotidianità. Quando Gesù è nato, c’era chi si aspettava di trovarlo nei pa-lazzi dei potenti. Invece Lui si fa trovare nella semplicità di un’insignificante mangiato-ia. Come i pastori si lasciano conquistare dalla sua miste-riosa presenza, così, anche noi,

percepiamo che è qui nel silenzio del quotidiano. Non desideriamo altro che continua-re a saperci sempre più meravigliare delle cose appa-rentemente più piccole e invisibili. Brezza leggera at-traverso cui Dio ci

parla.Con la scusa di un Natale alle porte, alziamo ancora lo sguardo al cielo in cerca di quella cometa, per vivere da testimoni nella realtà, la cui forza e verità non possiamo tacere: il cuore dell’uomo è lo stesso ad ogni latitudine.

Alice Angelie Teresa Costantini

Page 9: Nostro tempo

9Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Solennità di san Silvestro: a Nonantola la festa del compatrono della diocesi

“Te Deum” di ringraziamento a fine anno

Sabato 31 dicembre sarà gran-de festa per tutta l’arcidiocesi: oltre alla festa legata alla fine dell’anno civile e alla gioia per l’inizio di uno nuovo, Nonan-tola celebra la solennità del suo patrono, san Silvestro I papa, le cui spoglie sono custodite nella basilica abbaziale, a cui è de-dicata. Nel 1986, al momento

San Silvestro I Papa e Nonantola Il primo culto celebrato a Nonantola sembra essere stato un culto apostolico: questo almeno

emerge dai documenti dei primi anni di vita dell’abbazia. Quello per san Silvestro pare essere il primo culto specifico del monastero, sorto fin dai primi anni di vita dell’abbazia, quando si ebbe

la traslazione: si pensa nel 756. Alla notizia di questa traslazione si oppone una contraria tradizione romana, la quale vuole il corpo di Silvestro ancora a Roma nel 761, allorché fu sepolto da papa Paolo I nel monastero di Santo Stefano da lui fondato. Resta quindi da pensare che si trattasse solo di parte del corpo, e che venisse usata la parola corpus per indicare la parte per il tutto. In effetti, quando fu effettuata la ricognizione delle reliquie attribuite al santo Papa, nel 1914, fu ritrovato un numero limitato di ossa, oggi custodite all’interno di una teca bronzea conservata all’interno dell’al-tare maggiore della basilica ed esposta alla venerazione dei fedeli il 31 dicembre di ogni anno, festa liturgica di San Silvestro. Molte fonti nonantolane conservano riferimenti, più o meno attendibili, a questo culto; la testimonianza principale è costituita dal codice dell’Acta Sanctorum, conservato presso il Museo Benedettino e Diocesano d’arte sacra di Nonantola. Le reliquie di papa Silvestro I rimasero nella confessione della basilica romanica, cioè nell’altare centrale della cripta, fino al 22 ottobre 1444, quando l’abate Gian Galeazzo Pepoli le traslò solennemente. Fu allora che le reliquie sante furono collocate nel presbiterio della parte superiore, all’interno di un’apposita costruzione sopraelevata dell’abside di meridione, poiché l’altare maggiore già custodiva le reliquie di Sant’An-selmo e di Sant’Adriano III. Un avambraccio del santo Papa fu prelevato nel 1372 per realizzare la lipsanoteca creata dall’orafo Giuliano da Bologna su incarico dell’abate Tommaso de’ Marzapesci, ora esposto presso il museo. Una ricognizione delle ossa fu eseguita il 24 settembre 1475, alla pre-senza del vescovo di Tripoli, per ordine dell’abate commendatario Gurone d’Este, a cui seguì una solenne esposizione fino al 3 ottobre dello stesso anno. Il 23 febbraio 1580, su mandato dell’aba-te commendatario cardinale Guido Ferreri, fu inaugurato il maestoso mausoleo di San Silvestro, eretto dietro l’altare maggiore per legato testamentario del conte Guido Pepoli. La situazione restò tale fino al 1913, quando il monumento fu scomposto durante i lavori di ripristino dell’impianto romanico della basilica diretti da don Ferdinando Manzini. Le reliquie furono portate in sagrestia ed il 9 luglio 1914 ne fu fatta una ricognizione. In quell’occasione furono tolte dall’antica urna lapidea, oggi esposta presso le sale del Museo Benedettino e Diocesano d’arte sacra, e raccolte in una modesta urna lignea con vetri, per essere conservate nel palazzo abbaziale, nella cappella del seminario. Successivamente, su iniziativa di monsignor Francesco Gavioli, lo scultore nonantolano Paolo Sighinolfi realizzò nel 1991 due teche di bronzo e vetri per ospitare una le reliquie di San Silvestro e l’altra le ossa degli altri santi nonantolani. Le teche furono poste nei due altari maggiori della basilica: quelle del Papa nel presbiterio alto, e quelle dei santi nonantolani in cripta. Resta da sottolineare che nel maggio di questo anno è stato presentato presso il Museo Benedettino e Dio-cesano (e tuttora visitabile) il corredo funebre di San Silvestro, ritrovato fortuitamente nel 2002 in una nicchia nel muro dell’Abbazia, avvolto nel buio e nel silenzio per quasi un secolo. Si tratta in particolare di due sciamiti altomedievali (uno rosso con aquile fabbricato presso gli opifici imperiali di Costantinopoli ed uno bianco con leonesse, cervi e lepri ricamati in oro) datati tra IX e X secolo

31 dicembre

della fusione delle Diocesi di Modena e di Nonantola all’in-terno di una nuova entità eccle-siastica denominata arcidiocesi di Modena-Nonantola, san Sil-vestro è stato affiancato a san Geminiamo come patrono del-la neonata arcidiocesi. La ricor-renza vedrà la partecipazione dell’ arcivescovo-abate mons. Antonio Lanfranchi. Questo il programma delle celebrazio-ni solenni che si svolgeranno nella cripta dell’abbazia: alle ore 17 i Secondi Vespri solenni capitolari presieduti dal Priore del Capitolo, canonico Paolo Notari, con la partecipazione

dei canonici del Capitolo. Il canto dei vespri sarà guidato dal coro gregoriano Climacus di San Giovanni in Persiceto. Alle 17.30 la solenne concele-brazione eucaristica presieduta da mons. Antonio Lanfranchi, arcivescovo-abate. Durante la processione d’ingresso della messa, il Priore recherà il brac-cio reliquiario del Santo Papa (reliquiario che fa parte del Te-soro Abbaziale, realizzato nel 1372 dall’orafo bolognese Giu-liano da Bologna e custodito per tutto l’anno presso il Museo Benedettino e Diocesano) col quale, all’inizio della celebra-

zione, mons. Lanfranchi im-partirà la benedizione su tutto il paese di Nonantola. L’offertorio sarà animato dai figuranti del Palio dell’abate, antico popolo della Partecipanza Agraria, in vesti d’epoca medievale e pre-ceduti dal suono delle zam-pogne. Oltre alle offerte per il banchetto eucaristico, saranno donati a mons. arcivescovo-abate i prodotti della terra della Partecipanza.Questo dono ricorda una tra-dizione molto antica secondo la quale, il 31 dicembre di ciascun anno, il popolo della Partecipanza rendeva grazie all’abate per la concessione delle terre, il cui laudemio era fissato in un grasso vitel-lo e in alcuni doppieri di ce-

La celebrazione del 31 dicembre

Queste le indicazioni per i sacerdoti che intendono in-tervenire alla solenne celebrazione di San Silvestro. I canonici, i sacerdoti, i diaconi ed i ministri che inten-

dono partecipare ai secondi vespri si trovano per le ore 16.45 nella sagrestia della cripta. I canonici indosseranno il proprio abito corale, mentre gli altri sacerdoti indosseranno il proprio camice e stola bianca. I diaconi indosseranno stola diaconale bianca e dalmatica. Per chi desidera concelebrare insieme a mons. arcivescovo - abate, il ritrovo è per le 17. 15 nella Sala Verde del palazzo Abbaziale, al primo piano. I canonici indos-seranno il proprio camice e la casula che troveranno nella Sala Verde. I diaconi indosseranno il proprio camice e la dalmatica bianca. I ministri porteranno il proprio camice ed eventuale cingolo. La processione uscirà dalla Sala Verde per entrare in basilica. Giunti davanti all’altare maggiore, mons. arcivescovo-abate incenserà le reliquie del santo. La processione scenderà poi in cripta per l’inizio del rito solenne con la benedizione sul paese col braccio del Santo.

ra nuova. L’ultima parte della celebrazione vedrà il canto del Te Deum, inno di ringrazia-mento che l’arcidiocesi riunita a Nonantola eleva come rin-graziamento a Cristo Signo-

re per i doni ricevuti durante tutto il corso dell’anno. Alla ricorrenza prenderanno par-te tutte le principali autorità civili e militari del paese ed i Decorati Pontifici.

Il canto nella celebrazione sarà affidata al Coro della Cappel-la Musicale Abbaziale, diretto dal maestro Paolo Zoboli, ed al Coro di Redù, diretto dal mae-stro Stefano Moreali.

Page 10: Nostro tempo

10 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

Giovani, giustizia e pace

Cari giovani, voi siete un dono pre-zioso per la so-cietà”. È quanto

scrive Benedetto XVI, nel messaggio per la Giornata mondiale della pace, che si celebrerà il 1° gennaio sul tema: “Educare i giovani al-la giustizia e alla pace”. La parte finale del testo è un ap-pello diretto ai giovani: “Non lasciatevi prendere dallo sco-raggiamento di fronte alle difficoltà e non abbandona-tevi a false soluzioni, che spesso si presentano come la via più facile per superare i problemi. Non abbiate paura di impegnarvi, di affronta-re la fatica e il sacrificio, di scegliere le vie che richiedo-no fedeltà e costanza, umil-tà e dedizione. Vivete con fiducia la vostra giovinezza e quei profondi desideri che provate di felicità, di verità, di bellezza e di amore vero! Vivete intensamente questa stagione della vita così ric-ca e piena di entusiasmo”. E ancora: “Siate coscienti di essere voi stessi di esempio e di stimolo per gli adulti, e lo sarete quanto più vi sforzate di superare le ingiustizie e la corruzione, quanto più de-siderate un futuro migliore e vi impegnate a costruirlo.

Il messaggio di Benedetto XVI per la giornata Mondiale per la pace che la Chiesa cattolica celebra il prossimo 1 gennaio

Giornata mondiale per la pace 2012

A Natale scegli il regalo giustoA Natale scegli il regalo giusto

Siate consapevoli delle vostre potenzialità e non chiudetevi mai in voi stessi, ma sappiate lavorare per un futuro più lu-minoso per tutti”. “Non siete mai soli”, ga-rantisce il Pa-pa: “La Chiesa ha fiducia in voi, vi segue, vi incoraggia e desidera offrir-vi quanto ha di più prezioso: la possibilità di alzare gli occhi a Dio, di incon-trare Gesù Cri-sto, Colui che è la giustizia e la pace”. Fiducia e impe-gno. “Guarda-re il 2012 con atteggiamento fiducioso”. È questo lo spe-ciale augurio del Papa con cui si apre il messaggio. “È vero – ammette Benedetto XVI – che nell’an-no che termi-na è cresciuto il senso di frustrazione per la crisi che sta assillando la società, il mondo del lavoro e l’economia; una crisi le cui radici sono anzitutto cultura-li e antropologiche”. “Sembra quasi – la suggestiva immagi-ne scelta dal Papa – che una coltre di oscurità sia scesa sul nostro tempo e non permet-ta di vedere con chiarezza la luce del giorno”. Tuttavia,

“in questa oscurità il cuore dell’uomo non cessa di at-tendere l’aurora”. Un’“attesa”, questa, “particolarmente viva e visibile nei giovani”, i quali

“con il loro entusiasmo e la loro spinta ideale, possono offrire una nuova speranza al mondo”. “Essere attenti al mondo giovanile, saperlo ascoltare e valorizzare – am-monisce il Pontefice – non è solamente un’opportunità, ma un dovere primario di tutta la società, per la costruzione di un futuro di giustizia e di pace”. Di qui la necessità di

“comunicare ai giovani l’ap-prezzamento per il valore positivo della vita, suscitando in essi il desiderio di spen-derla al servizio del bene”.

Un compito in cui, per il Pa-pa, “tutti siamo impegnati in prima persona”. I desideri dei giovani. “Il de-siderio di ricevere una forma-zione che li prepari in modo più profondo ad affrontare la realtà, la difficoltà a formare una famiglia e a trovare un posto stabile di lavoro, l’ef-fettiva capacità di contribu-ire al mondo della politica,

della cultura e dell’economia per la costruzione di una società dal volto più umano e solidale”: questi, secondo Benedetto XVI, alcuni tra i desideri che i giovani “vivono con apprensione”. “È impor-tante che questi fermenti e la spinta ideale che contengono trovino la dovuta attenzione in tutte le componenti della società”, l’appello del Ponte-fice, che ricorda che la fami-glia è “la prima scuola dove si viene educati alla giustizia e alla pace” e chiede ai genito-ri di “non perdersi d’animo”. “Aiutare concretamente le famiglie e le istituzioni edu-cative ad esercitare il loro diritto-dovere di educare”, potendo “scegliere libera-mente le strutture educative ritenute più idonee per il be-ne dei propri figli”, e offrire “ai giovani un’immagine lim-pida della politica, come vero servizio per il bene di tutti”. È il doppio appello rivolto dal Papa ai politici. Benedet-to XVI ha rivolto un appello anche “al mondo dei media, affinché dia il suo contributo educativo” in ordine alla giu-stizia e alla pace. La vera libertà. L’autenti-ca libertà “non è l’assenza di vincoli o il dominio del libero arbitrio, non è l’assolutismo dell’io”. Così il Papa spiega ai giovani che “l’uomo che crede di essere assoluto, di non dipendere da niente e da nessuno, di poter fare tutto ciò che vuole, finisce per con-traddire la verità del proprio essere e per perdere la sua libertà”. In altre parole, “la li-

bertà è un valore prezioso, ma delicato: può essere fraintesa e usata male”, soprattutto se è confusa con un “orizzon-te relativistico” in cui “non è possibile una vera educa-zione”, perché “senza la luce della verità prima o poi ogni persona è condannata a dubi-tare della bontà della stessa vita”. In questa prospettiva, “l’esercizio della libertà è in-timamente connesso alla leg-ge morale naturale”. Anche i giovani, per il Papa, devono “fare un uso buono e consa-pevole della libertà”.Andare controcorrente. Nel nostro mondo, “il valore della persona è seriamente minac-ciato dalla diffusa tendenza a ricorrere esclusivamente ai criteri dell’utilità, del profit-to e dell’avere”. La giustizia, spiega il Papa, “non è una semplice convenzione uma-na”: discorso analogo per la pace, che “non è la semplice assenza di guerra” ma “ope-ra da costruire”. Per essere veramente “operatori di pa-ce” dobbiamo “educarci alla compassione, alla solidarietà, alla collaborazione, alla fra-ternità”: di qui l’impegno a “promuovere la giustizia, se-condo le proprie competenze e responsabilità”. Ai giova-ni, che “hanno sempre viva la tensione verso gli ideali”, spetta il compito di “avere la pazienza e la tenacia di ricer-care la giustizia e la pace, di coltivare il gusto per ciò che è giusto e vero, anche quan-do tutto ciò può comportare sacrificio e andare controcor-rente”.

Page 11: Nostro tempo

11Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Giovani, giustizia e pace“

Discorso su MariaAve Mary. E la Chie-

sa inventò la don-na”: non è casuale nel titolo del libro

l’eco al film di Roger Vadim che ha lanciato la splendida Brigitte Bardot, presentato a Modena e a Vignola sabato scorso. “Perché amo la cultu-ra pop e le immagini ad essa legate – dice Michela Murgia, autrice del libro e del pluri-premiato Accabadora – e i riflessi che ha sul nostro quo-tidiano”.La riflessione viene da un’ex insegnate di religione che ha studiato teologia e ha avuto incarichi nell’Azione Cattoli-

A Modena e a Vignola la presentazione del libro di Michela Murgia sulla Madre di Dio e l’immagine della donna nella Chiesa

Spiritualità

Le tue radici e il tuo futuro sotto un buon segno.

Le tue radici, il tuo futuro.

www.bsgsp.it

1884_Nostro Tempo Modena_102x132 12-11-2008 16:49 Pagina 1

ca sarda. Guarda da dentro e con amore le dinamiche con le quali la Chiesa si è innestata sulle culture precedenti ed ha elaborato una propria imma-gine di Maria, della donna, del matrimonio, immagini che hanno permeato di sé anche la cultura di chi non è credente.“Il primo grande archetipo è nella contrapposizione tra Eva e Maria: la colpa della morte in Eva è attribuita al-la donna e diventa quindi una responsabilità dell’intero ge-nere femminile. Per questo, come compensazione, la don-na è più chiamata alla cura, ma questa affermazione non ha alcun fondamento biolo-gico. Maria è presentata come l’evoluzione Eva 2.0, quella che funziona, che non ha il difetto di partenza”.

La rappresentazione di Maria, e quindi della donna cristia-na come conseguenza, come Mater Dolorosa ha un grande spazio nell’immaginario con-diviso: il suo dolore non esiste di per sé, come non esiste la sua morte, ma hanno sempre il significato dell’assistenza, che significa insieme pren-dersi cura ed essere testimone. Michela Murgia è anche un’a-bile lettrice dell’immaginario contemporaneo, che passa per la maggior parte attra-verso gli spot: “Maria è sem-pre raffigurata giovanissima: per lei non sono identificate la vecchiaia né tantomeno la morte. Esempio sublime è la Pietà di Michelangelo, in cui una madre sedicenne tiene tra le braccia un figlio di 33 anni. E questa negazione della vec-

La liturgia il giorno 1° gennaio, ottava del Natale e inizio del nuovo anno civile, ci

propone la festa mariana più antica della Chiesa d’occidente, Maria madre di Dio e celebra “ la parte avuta da Maria in que-sto mistero di salvezza ed esalta la singolare dignità che ne deri-va per la Madre santa per mez-zo della quale abbiamo ricevuto l’Autore della Vita” Marialis cul-tus 5. A Roma l’ottava di Natale, in octabas Domini, era già cele-brata nella metà del VI° secolo, ancor prima delle 4 feste maria-ne di origine orientale (Natività, Annunciazione, Purificazione e Assunzione della Vergine), e aveva come tema Maria e il suo ruolo materno nell’evento dell’Incarnazione del Figlio di Dio. Nel corso del VII° secolo fu trasformata in festa della circon-cisione e imposizione del nome di Gesù e tale rimase anche nel messale di Pio V. Nel 1931 a 1500 anni dal conci-lio di Efeso il papa Pio XI istituì la festa di Maria madre di Dio da celebrarsi l’11 ottobre a ricor-do di quanto il concilio di Efeso aveva stabilito: è giusto e vero chiamare, proclamare definitiva-mente Maria con il titolo di Ma-dre di Dio, in greco Theotokos perché il Verbo si è fatto carne, si è incarnato e dal momento dell’incarnazione si è unito a Lui la natura umana assunta da Maria. La maternità divina di Maria viene dichiarata a mo-tivo dell’unità della persona di Gesù Cristo, nato dalla Vergine Maria. Poiché questa persona è quella del Verbo divino, seconda Persona della santissima Trinità, la maternità divina di Maria, è

verità rivelata. Dalla fede nelle due nature (divina e umana) e nell’unica persona del Verbo in-carnato, segue come necessaria conseguenza che Maria può e deve essere chiamata Madre di Dio. Maria genera l’umanità di Cristo la quale è intimamente unita alla divinità nell’unica Per-sona divina del Verbo. Il nuovo calendario riformulato dopo il concilio Vaticano II ha ripristinato questa festa al 1° gennaio con il nome di Solen-nità di Maria santissima Madre di Dio.

Questa scelta permette di fe-steggiare Maria nella data ori-ginaria della festa: l’ottava del Natale e nel tempo natalizio, tempo pieno della presenza del Figlio di Dio che si incarna, si fa uomo e nasce dalla Vergine Maria. La liturgia nel Canone Romano, o preghiera eucaristica prima, ci ricorda, nella notte e nel giorno di Natale e nell’otta-va del Natale, con queste parole, attribuite a san Leone Magno, il grande evento della nascita di Gesù e il ruolo della madre

Maria: “In comunione con tutta la Chiesa, mentre celebriamo il giorno santissimo (la notte san-tissima, nella quale), nel quale Maria, vergine illibata, diede al mondo il Salvatore, ricordiamo e veneriamo anzitutto lei, la glo-riosa e sempre vergine Maria, Madre del nostro Dio e Signore Gesù Cristo”. Il ripristino del-la data originaria ha anche un valore ecumenico poiché tutte le liturgie delle diverse Chiese orientali hanno nel periodo na-talizio una commemorazione di Maria e della sua maternità. Nel calendario bizantino il 26 dicembre si celebra la Sinassi o Assemblea festiva in onore della Madre di Dio. Questa solenne festività della Madre di Dio o Theotokos, che diventa il nuo-vo nome di Maria nelle Chiese ortodosse, si svolge all’indomani di della solennità del Natale, e ricorda il personaggio seconda-rio di essa. Questa festa è già presente in Cappadocia (territo-rio dell’ attuale Turchia) nel IV secolo e a Costantinopoli prima del concilio di Efeso del 431. Oggetto della festa è la Vergine Theotokos, il capolavoro divino, il delicato fiore dell’umanità es-senziale per la realizzazione del progetto di Dio. La Vergine è presentata con immagini sugge-stive: Rondine che preannuncia la Primavera, Nube luminosa che contiene Dio, Ramo che porta il Fiore, Ceppo che pro-duce il Germoglio.La liturgia bizantina ci esorta a celebrare la natività di Gesù e la maternità divina di Maria con tanti componimenti, ne presen-tiamo uno che ci invita a lodare la sempre vergine Maria, Madre di Dio: “Magnifica, anima mia, colei

che è più venerabile e più glorio-sa delle schiere celesti. Magnifi-ca, anima mia, il Dio nato nella carne dalla Vergine. Magnifica, anima mia, la casta Vergine che

Tra storia e liturgia 1° gennaio, solennità di Maria santissima Madre di Dio

• Franco rebecchi

chiaia la rileviamo anche oggi. Le donne non hanno uno spa-

zio di saggezza, non sono desiderabili da anziane, spariscono, a differenza dei coetanei maschi. La chirurgia estetica non rappre-senta il timore di in-vecchiare, ma quello di scomparire”.“Il femminismo – ci dice ancora Michela – nasce anticlericale, perchè identifica nella Chiesa la produttri-ce di un immaginario patriarcale, comunque preesistente alla Chie-sa stessa, che le donne in quegli anni mette-vano radicalmente in discussione. La Chiesa aveva anche numero-

si strumenti per metterlo in discussione, anche se ha scel-

to di non farlo. Pensiamo ad esempio al sì che Maria ha detto all’Annunciazione: è un sì totalmente libero, sconvol-gente.Una domanda come quella dell’angelo era da rivolgere al padre, non a lei, e lei rispon-de da sola, e sceglie in piena libertà. Il sì di Maria è il sì del rischio.E solo negli uomini di oggi trovo la mitezza di Giuseppe, totalmente diverso dal mo-dello “machista” diffuso anche fino a poco tempo fa. Io credo sia necessaria una riscrittura delle storie di uomini e donne insieme: soltanto insieme sarà possibile infatti la creazione di modelli e riferimenti non penalizzanti per nessuno, fun-zionali all’oggi, per vivere in pienezza”.

ha generato il Re Cristo. Oggi la Vergine partorisce il Maestro dentro ad una grotta. Oggi il Maestro è partorito bambino da una Madre Vergine.

Oggi tutto il creato si rallegra e gioisce perché Cristo è nato da una fanciulla Vergine. Magni-fica, anima mia, colei che ci ha liberati dalla maledizione”.

• mariaPia cavani

Page 12: Nostro tempo

12 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

Nostro TempoIl tuo tempo,

Come versare:• Versamento su conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a “Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena”• Versamento su c/c postale numero 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese” C.P. 357 succ. 3• Presso la Diocesi in via Sant’Eufemia 13 a Modena• Presso la Galleria Incontro Dehoniana in corso Canalchiaro 159 a ModenaHai già rinnovato l’abbonamento? Regala per Natale un anno di Nostro Tempo a un amico a soli 35 euro

Abbonamenti 2012: il costo è ancora 45 euro.

SETTIMANALE CATTOLICO MODENESEFONDATO NEL 1957

La bussola da portare sempre con te

Nostro Tempo, come la storia dei periodici cattolici locali dimostra, costituisce un luogo privilegiato in cui esercitare quel discernimento comunitario cui tante volte anche noi vescovi ci richiamiamo

+ Antonio Lanfranchi”“

Page 13: Nostro tempo

13Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

dalla Città

Si è svolta domenica 18 dicembre nell’atrio dell’ex cinema Principe l’inaugurazione del grande presepe scenografico di ambientazione popolare curato dall’associazione Via

Piave & Dintorni. La scena riproduce in modo accurato un pa-esaggio rurale-contadino dell’Appennino modenese, composto da edifici in sasso e mattone, rustici portici in legno, caratteri-stici sottopassi ad arco e sullo sfondo una catena di montagne. Vera sorpresa del presepe sono gli effetti luminosi che creano gradatamente le quattro fasi del giorno: alba, giorno, tramonto e notte. Il presepe rimarrà allestito fino all’8 gennaio. Per info: tel. 338 7074816.

Davanti al grande presepe

Ex cinema Principe

Dal circolo Acli Domus la Compagnia dialettale “La Quérza ad Ganazè” si sposta in tutta la città. Ecco le prossima date: il 13 gennaio alla Polisportiva Modena

Est, l’11 febbraio al Teatro Troisi di Nonantola e l’8 aprile al Teatro parrocchiale di Ganaceto.

Teatro in dialettoParrocchia S.S. Faustino e Giovita

L’Italia nonostante tuttoE’ nato il comitato ‘Amici di Edmondo Berselli’. All’inaugurazione è stato presentato anche il libro-raccolta degli articoli composti in 20 anni dall’intellettuale modenese

Un gruppo di amici affiatati, prima an-cora che un grup-po di intellettuali,

quello che si è incontrato la settimana scorsa presso la Camera di Commercio mo-denese, nel nome di Edmon-do Berselli. Motivo di questo incontro, tra il formale e l’in-formale, la nascita del comita-to ‘Amici di Edmondo Berselli’ che conta già 41 soci fondatori provenienti dal mondo del giornalismo (Giulio Anselmi, Ezio Mauro, Sergio Zavoli e Michele Smargiassi tra gli al-

• marcella caluZZi

tri), dell’editoria (Laura Panini e Beppe Cottafavi) e della cultura (Renzo Arbore, Shel Shapiro, Michele Serra), coadiuvati dalla moglie di Eddy, Marzia Bar-bieri. “L’idea è nata dagli amici – spiega la Barbieri – che erano concordi nella necessità di fare qualcosa per Edmondo ma di farlo ‘a suo modo’, cioè in modo ironico, disincantato. L’obiet-tivo non è quello di ricordare ma quello di mettere al centro l’intelligenza dei suoi scritti, di metterli in circolo, soprattut-to a disposizione dei giovani. A testimoniare proprio quanto Edmondo continui ad essere un punto di riferimento, anche per le nuove generazioni, ci sono due tesi di laurea che due ragazzi hanno elaborato quest’anno pro-prio sulla sua figura e sui suoi scritti”. L’associazione si preoc-cuperà quindi di raccogliere gli scritti e gli interventi televisivi e radiofonici che l’intellettuale

modenese ha prodotto nel corso della sua vita e di fare cultura nei luoghi che Berselli ha frequenta-to a partire da Modena passando poi per Bologna, Roma, Trieste. “Il Comitato - ha spiegato Ro-berto Franchini, presidente del-la Fondazione San Carlo - sarà un’occasione perché ciascuno di noi porti un poco di Edmondo”. Il 13 dicembre non è stato pre-sentato solo il neonato comitato ma anche “L’Italia nonostante tutto”. La casa editrice Il Mu-lino ha infatti deciso di rende-re omaggio al suo ex direttore (Berselli la diresse infatti fino al 2010) con un libro-testamento che raccoglie articoli composti nel corso di un ventennio, dai primi anni novanta al 2010, an-no di scomparsa dello studioso: una breve storia dell’Italia repub-blicana da Tangentopoli alla crisi del berlusconismo, della crisi del nostro Paese che, in ogni modo, è sempre e comunque meglio di come viene rappresentato. Sono intervenuti e hanno disquisito su “L’Italia nonostante tutto” e sulla situazione economica e po-litica del nostro paese Michele Salvati, direttore della rivista “il Mulino” e Franco Mosconi, do-cente di Economia industriale dell’Università di Parma, mo-derati da Aldo Balzanelli, gior-nalista. Balzanelli ha introdotto il dibattito sottolineando come lo sguardo penetrante e acuto di Berselli abbia saputo inquadrare e prevedere la situazione politi-ca ed economica attuale di crisi, lasciando in ogni modo traspari-re un certo ottimismo di fondo. Ottimismo che Balzanelli stenta

ora a ritrovare notando come molti dei problemi tratteggiati dallo studioso nei suoi articoli siano rimasti tali e quali, anzi, come in alcuni casi si siano acu-tizzati e vivificati. “Già nel 1990 – è intervenuto Mosconi – Berselli parlava di un ‘economia sociale di mer-cato’, una ‘economia giusta’, citando un suo libro uscito po-stumo nel 2010, a cui guardare e mirare per dare un’opportunità reale alle classi sociali più svantaggiate, per superare in maniera efficace quella propor-zione apparentemente immodificabile per le società occidentali: 2/3 della popolazione che stanno sufficientemen-te bene contro l’1/3 che vive in povertà. Con estrema lungimiranza Edmondo già nel 1990 parlava di cuneo fiscale, del pro-blema dei giovani, della man-canza di una politica economica in grado di guardare al futuro, di abuso della parola ‘responsa-bilità’. Molti dei problemi che la nostra società sta vivendo ora Edmondo li aveva già predetti e la maggior parte di questi non ha trovato ancora una soluzione”. “La voce di Edmondo sul mon-do – ha commentato Salvati – era bellissima. Se dovessimo paragonarlo a qualcuno io lo accosterei a Tony Judt, lo stori-co e accademico britannico di origini ebree scomparso come Edmondo a causa di una ma-

lattia. Entrambi erano persone innamorate del mercato ma perfettamente convinte che an-dasse regolato, tutti e due erano convinti che il capitalismo fosse una grande occasione di costru-zione ma anche di distruzione, se non controllato. Ed entram-bi rimpiangevano i 30 anni del

Dopoguerra, quelli delle grandi socialdemocrazie. Berselli, co-me Judt, non ha potuto riflet-tere sulla grande lezione che la crisi economica americana ci ha dato. Per quanto riguarda il particolare momento stori-co che stiamo vivendo si parla sempre più spesso della possi-bilità di una ‘decrescita gentile’. Trovo che sia un concetto che di fatto non può reggere: la cre-scita rappresenta infatti uno dei meccanismi principali del siste-ma capitalistico in cui viviamo, anche culturalmente parlando”. “Ciò che è mancato e che manca tuttora alla attuale classe politica

– ha poi proseguito e conclu-so il professor Mosconi – è un gruzzolo di valori comuni in grado di valorizzare la società, di modernizzarla. La cartina di tornasole delle radici cri-stiane dell’Italia ha prodotto lo stato sociale più squilibrato dell’Europa continentale: sia-

mo quelli che di fatto offrono meno alle famiglie. Cosa ce ne facciamo dei richiami alla nostra cristianità se poi non riusciamo ad avere uno stato sociale nemmeno paragona-bile a quello degli stati che ci sono vicino?Il momento che stiamo vi-vendo ora, con la caduta del governo Berlusconi e il suc-cessivo insediamento del governo Monti, è molto deli-cato: in 6-12 mesi dobbiamo recuperare tutte le occasioni perdute negli anni, rispondere in maniera efficace e rapida alle ultime chiamate”.

Le sorti della cappella Ricci, situata tra stradello Soratore e viale Finzi, stanno a cuore agli studenti del liceo Wi-ligelmo. Dopo che l’immobile è stato inserito dall’as-

sessorato al Patrimonio tra i beni di proprietà demaniale per i quali il Comune ha chiesto l’attribuzione a titolo non oneroso nell’ambito di progetti di valorizzazione, ora anche una scuola si interessa al piccolo monumento che versa da tempo in stato di degrado. Nell’ambito delle iniziative per i 150 anni dell’Unità d’Italia, le classi terza e quarta C del liceo scientifico Wiligelmo hanno infatti deciso di adottare la piccola cappella nell’ambito del progetto “La scuola adotta un monumento”. La chiesetta è una cappella votiva del Settecento di richiamo vandelliano per proporzioni, eleganza e sobrietà delle facciate. Per la chiesetta il Comune ha già pronto un progetto di ristrutturazione e allo studio un percorso per valorizzare il fabbricato.

Nel cuore una chiesettaIl Wiligelmo adotta Cappella Ricci

Un aiuto alla sanità modeneseBper per le strutture sanitarie del territorio

La Banca popolare dell’Emilia Romagna conferma la formu-la avviata negli anni

scorsi che prevede la conse-gna di importanti elargizioni benefiche alle principali strut-ture sanitarie del territorio in occasione della propria sera-ta degli auguri, quest’anno ar-ticolata su due eventi organiz-zati presso il Forum Monzani con un concer-to che ha visto protagonista il grande cantau-tore Gino Paoli nel suo spetta-colo Incontro in jazz. Accompa-

gnato da un quintetto di otti-mi musicisti jazz ha proposto i suoi brani più famosi in una veste davvero insolita ma mol-to apprezzata dal pubblico.Quest’anno la Banca ha scelto di sostenere il distretto di Ca-stelfranco Emilia dell’Ausl di Modena e due reparti del Po-liclinico di Modena: Oculistica e Chirurgia toracica. Al primo verrà finanziato l’acquisto di un

nuovo ecografo da destinare al Consultorio familiare locale, con caratteristiche tecnologi-che più avanzate rispetto all’ap-parecchio in uso. Per il reparto di Oculistica verrà finanziato l’acquisto di un oftalmoscopio, mentre per Chirurgia toracica verrà invece finanziato l’acqui-sto di uno strumento portatile per la valutazione completa della funzione respiratoria, che

permetterà un’accurata selezio-ne dei pazienti da sottoporre a terapia chirurgica per tumori al polmone. La consegna del-le donazioni si è svolta il 14 e 15 dicembre: Luigi Odorici, direttore generale di Bper, ha consegnato l’elargizione al dott. Massimo Marcon direttore del Distretto di Castelfranco Emi-lia.L’amministratore delegato di Bper Fabrizio Viola ha invece affidato le risorse destinate al Policlinico di Modena al prof. Gian Maria Cavallini, respon-sabile del reparto di Oculistica e al prof. Uliano Moranti, re-sponsabile del reparto di Chi-rurgia toracica.Evento caratterizzante della serata, il concerto che ha visto protagonista il cantautore Gi-no Paoli nello spettacolo “In-contro in jazz”.Accompagnato da un quintetto di musicisti jazz, Paoli ha pro-posto i suoi brani più famosi in una veste insolita ma molto apprezzata dal pubblico.

Page 14: Nostro tempo

14 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

dalla Pianura

Si è svolta il lunedì 12 dicembre a Medolla la serata di so-lidarietà, organizzata dal circolo medico “Merighi” e dalla sezione mirandolese AMMI, dal titolo “Aspettando il Santo

Natale”, che ha visto una straordinaria partecipazione di medici, consorti e alcuni graditi ospiti. Dopo la presentazione da parte di Monte Paschi di Siena dell’intervento dal titolo “La pianificazione finanziaria attraverso la consulenza personalizzata”, volto a creare un progetto ad hoc per ogni professionista in base allo stato di salute finanziario di ognuno, si è svolta una sottoscrizione interna che ha portato ad una raccolta di ben 500 euro (un ringraziamen-to sentito va al Salumificio Goldoni di Medolla e all’Hotel La Cantina che hanno regalato i premi estratti). La cifra è stata consegnata alla Consulta del volontariato di Mi-randola nella figura del suo presidente Gino Mantovani, che ha ringraziato i numerosi astanti per la generosità, in un momento nel quale, ha sottolineato Mantovani, è molto impegnativo racco-gliere fondi. È stato ricordato inoltre che quello che sta per finire è l’anno dedicato al volontariato, quindi ben si colloca questa serata del circolo medico nei confronti della Consulta mirandolese, che riunisce oltre cento associazioni benefiche. La manifestazione na-talizia, che ha visto la partecipazione di graditi ospiti provenienti anche da Modena, Bologna e Milano, è stata allietata dalle perfor-mance artistiche e poetiche dei dottori Bruno Bompani e Doriano Novi, riscuotendo l’apprezzamento dei presenti. La tradizionale festa degli auguri è stata quest’anno anche l’occa-sione per la promozione del libro curato dalla associazione cul-turale “Roberto Guasti” dal titolo “Dalla Piazza di Mirandola… e oltre”, con le foto del compianto Claudio Mazzoli, che ha im-mortalato nei suoi scatti i volti dei personaggi, frequentatori dal “Liston mirandules”. I curatori dell’opera Cesare Guasti e Orietta Calanca hanno devoluto parte dell’incasso derivato dalla vendita del libro durante la serata alla Consulta del volontariato miran-dolese.

Natale al circolo MerighiMedolla

Un anno al museoDalla nuova sezione del tesoro abbaziale alla mostra Mater Dei, il 2011 del museo benedettino e diocesano d’arte sacra di Nonantola

Il 2011 è stato un anno importante per il museo benedettino e diocesano d’arte sacra di Nonanto-

la. Da febbraio è in azione la nuova equipe scientifica for-mata da Giovanna Caselgran-di, Jacopo Ferrari, Alfonso Garuti e Simona Roversi, sot-to la sapiente regia del diret-tore mons. Adriano Tollari. Il lavoro è stato tanto, ma molto gratificante: anzitutto il mu-seo ha aderito all’AMEI (As-sociazione Musei Ecclesiastici Italiani) con la possibilità di confrontarsi con realtà muse-ali ben strutturate, soprattutto

• JacoPo Ferrari

in occasione della par tec ipazione al convegno na-zionale svoltosi a Trento nello scor-so mese di ottobre.L’evento principa-le di quest’anno è stata l’inaugu-razione in mag-gio della nuova sezione del te-soro abbaziale, completamente riallestita e splen-didamente ri-qualificata grazie ad un suggestivo allestimento che conduce il visi-tatore a contatto con il fascino del Medioevo. L’importante intervento si è reso necessario per inserire in esposizione gli

sciamiti altomedievali rinvenu-ti fortuitamente in abbazia nel 2002 durante i lavori di inven-tariazione dei beni ecclesiasti-

ci. Questi tessuti, di rarissima qualità e conservazione, datati tra IX e X secolo, costituivano il corredo funebre di San Silvestro

papa e degli altri santi nonanto-lani e pertanto sono entrati a far parte a pieno titolo della prezio-sa sezione del tesoro abbaziale.Negli scorsi giorni è stata inau-gurata la mostra temporanea “Mater Dei” che raccoglie nove sculture lignee della Madonna col Bambino databili tra XIII e XVI secolo, di proprietà di collezionisti privati. Le opere, provenienti da tutta Europa, re-steranno in esposizione fino al prossimo 22 gennaio e saranno visitabili anche durante le festi-vità natalizie.Sono state inoltre riviste e mi-gliorate le offerte rivolte alle scuole ed ai gruppi turistici. Il laboratorio “La Fabbrica del codice” ha visto la partecipazio-ne di 1150 studenti della scuola media inferiore e superiore (sia dal territorio provinciale che

provenienti da altre regioni, soprattutto Veneto e Lom-bardia). Da ottobre, inoltre, l’attività laboratoriale di pre-parazione di una pergamena e di scrittura medievale è stata proposta anche agli adulti in orario serale con grande suc-cesso di partecipazione.Un particolare ringraziamen-to va ai tanti volontari del no-stro museo che garantiscono un servizio sempre puntuale, dalla segreteria, ai laboratori, alle visite guidate: un grup-po unito e disponibile per ogni evenienza che in questo 2011 ha visto unirsi cinque nuove persone. Speriamo nel 2012 di poter accoglierne tanti altri! Se sei interessato, contattaci allo 059/549025 o all’indirizzo mail [email protected].

L’energia ha trovato casaNuovo progetto educativo alle scuole di Bomporto. Obiettivo: sensibilizzare i giovani sui temi ambientali

• laura solieri

Alle scuole medie di Bomporto è in cor-so un interessante progetto educativo

per i ragazzi e non solo, dal titolo “Energia e risparmio hanno trovato casa”. Il pro-getto, sostenuto dal Centro Educazione Ambientale alla Sostenibilità CEAS dell’U-nione del Sorbara, è partito il primo novembre e terminerà il 28 febbraio 2012. In pratica agli studenti è stato distribu-ito un opuscolo denominato “Registro dei consumi”, nel quale i ragazzi tutti i sabati devono segnare i consumi del-le loro famiglie, relativamente a gas, energia elettrica e mo-bilità (ovvero la registrazio-ne di quanti km fa la propria famiglia con l’auto o le auto, compilando una scheda con i dati del/i modello/i dei mezzi presenti e segnando il tipo di carburante usato). L’opuscolo fornito contiene tutte le spie-gazioni su come si leggono i contatori. «I consumi energetici, a partire dallo sfrenato utilizzo di fonti fossili, hanno dirette conse-guenze sulla qualità dell’am-biente e sulla nostra salute. I pericoli per il nostro piane-ta dovuti all’aumento della temperatura e al conseguente cambiamento climatico (effet-to serra) e l’eccessivo utilizzo di risorse non rinnovabili, ci invitano a ridurre le emissio-ni climalteranti; – ha spiegato l’assessore all’ambiente del co-mune di Bomporto Giovanni

Stigliano – diventa importante, quindi, cercare di modificare e migliorare le nostre azioni quo-tidiane e il nostro modo di vi-vere, per sensibilizzare giovani ed adulti verso la necessità di un futuro più rispettoso del pros-simo e delle risorse del pianeta. Il progetto che stiamo portando avanti alle scuole medie ha co-me obiettivi di sensibilizzare gli alunni verso le problematiche ambientali legate al nostro mo-do di vivere, intraprendere azioni che contribuiscano al risparmio energetico ed educare l’alunno alla necessità di uno sviluppo più sostenibile». Per avviare questo importante percorso, è stato organizzato un incontro in classe sui temi del risparmio energetico e per capire insieme ai ragazzi cos’è l’atmo-sfera e cos’è l’aria, quali sono le sostanze inquinanti, cioè cosa sono e dove vengono prodotte, cosa sono le energie non rin-novabili, la storia del petrolio, la pericolosità delle sostanze in-quinanti per la salute dell’uomo e per l’ambiente, i cambiamenti climatici. L’esperienza si conclu-derà con una conferenza dove saranno illustrati i dati raccolti e durante il periodo di lettura nelle aule sarà discusso il proble-ma del risparmio energetico e di cosa ognuno di noi può fare per raggiungere risultati virtuosi, con le proprie azioni quotidiane.«L’adesione è stata davvero posi-tiva da parte di tutti gli alunni e la raccolta dei dati procede bene; – commenta Stigliano – la cono-scenza del problema risparmio energia è presente negli alunni e le domande fatte hanno dimo-strato la loro sensibilità. Come amministratore ho spiegato che

è stato promosso uno studio per la copertura del tetto scolastico e della palestra con pannelli foto-voltaici e l’installazione nell’atrio della scuola di un monitor che in tempo reale fornirà i dati relati-vamente all’energia accumulata con i pannelli e quella consuma-ta nella scuola».Si segnala inoltre che, in con-temporanea, anche nelle scuole elementari di Bomporto è par-tito un progetto denominato “Capitan Eco” in collaborazione con Hera, che consiste in una “gara” di raccolta dobloni che si

Tutti, dai nipotini ai nonni senza escludere i genitori, in comitiva al museo dei presepi. Sarà aperto anche a Nata-le, Santo Stefano e Capodanno (dalle 15 alle 18.30) con

visite guidate (e di accoglienza con souvenir esclusivo a tutti) alla raccolta di alto pregio artistico con raffigurazioni di ogni angolo del globo, allestita nell’arco di trent’anni da don Sesto Serri fra il 1972 e il 2002, anno della sua morte. Il museo dei presepi di Villanova vanta oltre cento composizioni della “Natività” provenienti da ogni parte del mondo, dal remoto Madagascar all’America Centrale, costruite con i più eterogenei materiali e stili e sistemate sia all’interno della chiesa di San Bar-tolomeo sia in dieci stanze dell’annesso edificio.

Cento natività nel ricordo di don Sesto

Villanova

• Franco mantovi

ritirano presso l’isola ecologica di Bomporto, quando i bambi-ni con le loro famiglie vanno a consegnare i rifiuti della raccolta differenziata. Con questo gioco del capitano ecologico, si intende parlare con i bimbi della proble-matica rifiuti e del loro recupero, coinvolgendo attivamente le loro famiglie. L’iniziativa terminerà il 31 marzo 2012 e si chiude-rà con una giornata di festa per ogni sede: Bomporto, Sorbara e Solara, dove, in maggio, saranno premiate le classi che avranno raccolto più dobloni.

Page 15: Nostro tempo

15Domenica 25 dicembre 2011NostroTempo

dalla Pedemontana

Lo sport per educare ad affrontare la vitaFormigine, un incontro con don Alessio Albertini per il Natale dello sportivo

Giovedì 15 dicem-bre la polispor-tiva giovanile salesiana “Smile”

di Formigine ha celebrato presso l’oratorio don Bosco il “Natale dello sportivo”. Dopo la s. messa, celebrata dal parroco don Giuliano Gazzetti e da don Alessio Albertini, segretario della commissione sportiva dio-cesana di Milano ed autore di numerose pubblicazio-ni attinenti la relazione tra educazione e vita sportiva, i dirigenti, gli allenatori, gli atleti e le loro famiglie han-no partecipato ad un mo-

Natività in mostraTorre Maina

Sono oltre sessanta le natività provenienti da tutto il mondo esposte

a Torre Maina, nella chiesa parrocchiale. Dopo il successo dell’anno scorso torna infatti la mostra dei presepi: una folta serie di presepi di raro pregio

• Francesco Gherardi

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

Realizzazione e impaginazione: MediaMo – Moka

Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Giulia Vellani

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Alice Angeli, Teresa Costantini, Marco Costanzini, Antonella Diegoli, Jacopo Ferrari, Francesco Gherardi, suor Nunzi Giannotti, padre Luigi Gibellini, Luciano Guerzoni, Franco Mantovi, Anna Messora, don Federico Pigoni, Franco Rebecchi, Elena Rocchi, Elisa Santini, Laura Solieri, Bruno Taurino, Tommaso Zini Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella

Stampa: Società Editrice Lombarda (Cremona)stampato in n° 2084 copie

Amministrazione:Curia Arcivescovile via s. Eufemia,13 - ModenaRegistrazione Tribunale di Modena n.333 del 19-9-57Iscritto all’Albo Nazionale della Stampa n.00736 vol.8 Settimanale aderente alla FISC (Federazione Italiana Settimanali Cattolici) Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana

Abbonamento45 € per tutto il 2012 e i numeri rimanenti del 2011Modalità di pagamento:- Conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena- Conto corrente postale n. 14614416 - Nostro Tempo - casella postale 357 Modena 3- Presso gli Uffici pastorali: via Sant’Eufemia, 13 Modena (Ufficio Stampa)- Presso la Galleria Incontro Dehoniana: c.so Canalchiaro, 159 ModenaPer informazioni: tel. 059 2133867 il lunedì e il giovedì ore [email protected] PubblicitàContattare MediaMo tel 059/350269 - [email protected]

14 nuovi alloggiFiorano

Claudio Pistoni, sindaco di Fiorano e Vito Tedeschini, presidente Acer, tagliano il nastro della nuova palaz-zina di edilizia convenzionata realizzata dall’Agenzia

Casa in via Poliziano a Fiorano: 14 nuovi alloggi in classe energetica A.

mento conviviale in vista del S. Natale oramai prossimo. Poi, alle 21, don Albertini ha tenuto un incontro a genitori ed allenatori sullo sport qua-le strumento per educare alla vita buona secondo il Vange-lo. “La vita – ha esordito don Albertini – è una scommes-sa, e se l’obiettivo è diventare qualcuno senza che nessuno ti possa proibire qualche cosa, io credo che, nello sport, non sia questo il nostro obiettivo”. L’obiettivo dello sport cristia-namente inteso, secondo le finalità dell’associazionismo cattolico e delle strutture nel-le quali esso esercita il proprio compito, è educare la perso-na a conoscere i propri limiti e valorizzarla in quanto tale, non sulla base dello scarto più o meno ampio tra le ambizio-ni che famiglia e allenatore ripongono sul ragazzo e le sue prestazioni reali. “L’allenato-re di Ben Johnson, campione squalificato per doping – ha

aggiunto don Albertini – ha affermato: se non vinci non sei nessuno. Quanti genitori consa-pevolmente o inconsape-volmente ragionano così? Ma se insegni a tuo figlio che pur di arrivare può trasgredire alle regole, le trasgredirà anche a scuo-la o a casa”. Raccontando alcuni episodi di invo-lontario umorismo ne-gli improbabili sfoghi di sportivi frustrati – giunti a lui in quanto fratello del celebre calciatore e dirigente Demetrio - don Alessio Albertini ha suggerito tre oggetti dei quali fornire i genitori che assistono alle partite a bordo campo: un gratta e vinci, perché è più facile di-ventare milionari che vedere il proprio figlio in Serie A, un leccalecca per farli tacere durante le partite ed una gi-nocchiera, perché, a quanto

pare, la loro carriera è sempre stata stroncata da un infortu-nio al ginocchio il giorno del provino decisivo, “altrimenti saremmo stati anche noi come tuo fratello Demetrio”. Ma proprio il limite individuale è

il suggello dell’origi-nalità di ogni singola persona: alcuni limiti si possono superare, altri no. “Educare è insegnare ad affron-tare la vita, ad accet-tare le frustrazioni e la fatica perché la vi-ta è un dono da con-dividere – ha detto don Albertini – e la Bibbia, che è nata dopo la vita, ce lo in-segna: è un’occasione da non sciupare per-ché Qualcuno ha già investito su di te e devi affrontarla senza sprecarla”. Al termi-ne dell’incontro, don Albertini ha mostra-

to l’immagine del monumen-to a Janus Korczac presso il memoriale dell’olocausto Yad Vashem a Gerusalemme. In una Varsavia devastata dai

nazisti, Korczac, pediatra e pedagogista, insegnava e si prendeva cura ogni giorno dei bambini dell’orfanotro-fio del ghetto ebraico, pur sapendo che i suoi sforzi sarebbero stati stroncati dall’inevitabile deportazio-ne. Trovò la morte nel cam-po di sterminio di Treblinka nel 1942, non senza aver abbracciato per l’ultima volta gli orfani, ora depor-tati, affermando: “Non si lasciano soli i bambini in un momento come questo”. “L’oratorio è nato proprio perché i ragazzi non siano soli – ha concluso don Al-bertini – e l’attività sporti-va è un’occasione per non lasciare soli i giovani in un mondo che spesso non li ama, pur essendo consape-voli delle difficoltà e del-le frustrazioni che questo comporta”.

• m.c. che sarà possibile visitare dal 25 dicembre al 15 gennaio. Tra gli altri spiccano il presepe in legno dai fantastici personaggi creati dallo scultore altoatesino Ka-stlunger, una natività in porcel-lana dello scultore Pinton e un presepe napoletano proveniente dalle famose botteghe di via S. Gregorio Armeno. Il 31 dicem-

bre sarà presente anche il celebre tir con il presepe itinerante di padre Sebastiano. La mostra ri-spetterà i seguenti orari di aper-

Concerto di NataleFormigine

Come da tradizione, il 26 dicembre alle 16.30 si terrà il con-certo di Natale presso la chiesa della Madonna del Ponte, detta di San Pietro Martire, in via San Pietro 1 a Formi-

gine. Il pomeriggio di Santo Stefano sarà allietato da musiche e canti natalizi, proposti dal coro della Beata Vergine del castello di Fiorano. L’iniziativa è organizzata dalla confraternita di San Pietro Martire e dal circolo culturale “La torre – Piergiorgio Zanfi”, con il patrocinio del Comune di Formigine.

tura: 25-26 dicembre e 1,6,8 e 15 gennaio dalle 10 alle 12.30 e dalle 14.30 alle 19. Il 31 dicem-bre e il 7 gennaio dalle 15 alle 19.

In cammino verso NataleLevizzano

Nella chiesa parrocchiale di S.Antonio martire a Levizzano si è tenuto nei giorni scorsi il concerto “In cammino verso il Na-tale” alla presenza di un folto pubblico e delle autorità, tra le

quali il sindaco di Castelvetro Giorgio Montanari.Il tenore Danilo Formaggia, il soprano Daniela Zerbinati e il coro G.P. Da Palestrina di Carpi, supportati dai musicisti Paolo Andreoli al pia-noforte, Paolo Testi al flauto e Francesco Gibellini alla tromba, hanno eseguito, applauditissimi, brani religiosi e opere per quasi due ore.“Otto anni fa – dice Adolfo Randelli, l’instancabile ideatore della ma-nifestazione – ho proposto al parroco don Vittorio Pastorelli, che ha subito condiviso l’iniziativa, di realizzare in chiesa parrocchiale un con-certo denominato In cammino verso Natale da realizzare l’8 dicembre di ogni anno, festa dell’Immacolata, collocandolo tra la fine della No-vena dell’Immacolata e l’inizio di quella di Natale, in un cammino ide-ale tra la Madre di Dio e il Figlio di Gesù. Questa era l’ottava edizione del concerto, sempre più seguito da parrocchiani e fedeli provenienti anche da altre parrocchie “ Al termine, l’inno di Mameli e il saluto di don Vittorio Pastorelli hanno preceduto il rinfresco nei locali della parrocchia.

• bruno taurino

Page 16: Nostro tempo

16 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

dall’Appennino

Punto informativo di EquoFrignano

Pavullo

Idee in AppenninoProposte per festeggiare, tra presepi viventi e fiaccolate sugli sci, per chi si prende qualche giorno di riposo sulle nostre montagne

Dal presepe viven-te di Fiumalbo (proposto il 24 dicembre e il 6

gennaio nella suggestiva cor-nice del centro storico) alle mostre di presepi di Monte-creto e Montalbano, fino alle feste in piazza a Fanano e a

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati - Sindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel. 059/890846 Fax 059/828456Siamo sulla via

di BetlemmeC ’eravamo, Signore, allontanati dalla

povertà, dai rischi, dai dubbi, dai pensieri angosciosi del domani.Eravamo forti e onniscienti, pressoché

infallibili, fieri di noi: la nostra torre (di Babele) ci inorgogliva per la sua perfezione, per le vette raggiunte, per le tecnologie usate, avanzatissime.Erode era dimenticato.Non più paure, timori, dubbi, sostituiti da pensieri rasserenanti che facevano rima con stato sociale, assicurazioni, obbligazioni, seconde case, fuoristrada.I nostri figli sembravano tutti vocati alla serenità, al benessere.Ma poi quasi all’improvviso, la via si è fatta impervia, molti si sono accorti di non esser più tanto sicuri: talune certezze erano forse fondate male, o del tutto infondate. Il lavoro scarseggia, gli opifici chiudono, l’agricoltura è distrutta, le scuole non hanno mezzi sufficienti, la ricerca agonizza, le carceri traboccano, la sanità arranca,

Rimane aperto fino alla vigilia di Natale il punto informa-tivo di EquoFrignano, l’associazione che opera a Pavul-lo, in collaborazione con il Comune e che propone nel

periodo pre natalizio, la possibilità di avere notizie sui temi del consumo critico, del commercio equosolidale e dei Gruppi di Acquisto Solidale. Presso lo spazio di via Scaletta 6, all’angolo fra piazza Montecuccoli e via Mercato, si possono trovare, oltre a informazioni sui temi suddetti, sulla costruzione di stili di vita più sobri e sostenibili e sulle attività dell’associazione Equofri-gnano anche i prodotti del commercio equosolidale per prepa-rarsi alle festività natalizie in modo più consapevole. Il punto informativo, sarà aperto da fino a venerdì 23, tutti i pomeriggi dalle 16 alle 20. Sabato 24, invece, oltre all’apertura pomeridia-na, sempre dalle 16 alle 20, ci sarà anche un’apertura mattutina, dalle 9 alle 13.

i poveri sono più poveri, il domani è più nero per tutti! Dunque andiamo verso Betlemme: là al freddo, miseri e famelici. temeremo di nuovo le prepotenze di qualche Erode senza scrupoli: finanziarie, multinazionali, banche, sfruttatori autorizzati e no, avremo per sicura l’incertezza e l’indigenza, ci stringeremo attorno all’asinello e al bue, da sempre chiari esempi di filosofica sopportazione e di devota rassegnazione per avere un po’ di conforto.O Signore, se ci offri il TUO Natale, dacci anche la forza e la virtù di sopportarne i disagi e facci sentire la gioia di assomigliarTi, ma siccome siamo molto deboli e lontani, se è possibile, insegnaci dove tiene la retromarcia questa macchina infernale che ci ha tolto tanto già oggi, ma tanto più minaccia di prenderci nel prossimo futuro.Grazie Signore!

Pietro Piccioli (Lega di Vignola)

Natale 2011Capodanno 2012

“Solo la Carità può salvare il mondo”S. Luigi Orione

AUGURI dalla FNP per la Segreteria Provinciale

Pietro Pifferi

Inaugurato lo showroom Frignanart

Sestola, o alla fiaccolata delle Piane di Mocogno.Chi sceglie l’Appennino per qualche giorno di riposo ha diverse possi-bilità di svago in questi giorni festivi. Detto del presepe di Fiumalbo e delle mostre, chi è a Lama Mocogno e din-torni l’ultimo dell’anno non può perdere alle 18 la fiaccolata sugli sci dei maestri e degli allievi

Sedici artigiani-artisti dell’Appennino hanno creato una associazione

Inaugurazione a Sant’Antonio di Pavul-lo per lo showroom di Frignanart, il sodalizio

nato un anno fa su iniziativa di 16 artigiani artistici di tut-to l’Appennino e promosso e patrocinato da Lapam. Il taglio del nastro è stato ef-fettuato dall’assessore regio-nale alle attività produttive

Giancarlo Muzzarelli, dal presidente Lapam, Erio Luigi Munari, dal sinda-co di Pavullo, Romano Canovi e dal segretario Lapam, Carlo Alberto Rossi. Inoltre erano pre-senti gli artigiani-artisti di Frignanart, capitanati dal presidente, il fabbro Daniele Mazzini, e dalla vice presidente, la scultri-ce e scenografa Nicole Sala. Nell’associazione sono riuniti artigiani che lavorano il ferro battuto, il legno e la pietra, che si occupano della cardatura la-na, della lavorazione del vetro, maestri dolciari nonchè pittori

e scultori: comune denomi-natore per tutti la tradizione, l’unicità e l’elevata manualità e qualità dei prodotti. “Il pri-mo obiettivo è stato quello di condividere un percorso comu-ne - spiega Mazzini -. Adesso

diventa fondamentale mostrare al pubblico i nostri prodotti ed è per questo che è molto im-portante avere una sede ed una vetrina. Dall’inizio dell’anno prossimo, inoltre, cresceremo di numero”.

della scuola di sci della Piane di Mocogno lungo la Pista del Poggio, un modo diverso di prepararsi all’anno nuovo. Giovedì 29 dicembre a Sestola, dalle ore 18, ‘Parata di Natale’ con musicisti e giocolieri che attraversano il paese a bordo di un calesse. Uno spettacolo per grandi e piccoli. L’ultimo dell’anno a Fanano, invece, è

‘festa in piazza’, in attesa del 2012 tra musica e spet-tacolo. Infine a Frassinoro la Ciaspolata di capodanno in notturna, organizzata dalla scuola sci Boscoreale, un’oc-casione valida anche per te-nersi in forma. Al termine della ciaspolata sono previsti il cenone e la festa in attesa dell’anno nuovo.

Page 17: Nostro tempo

17Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Al S. Anna,il doppio di quanto previsto

Nella casa circondariale S. Anna di Modena sono presenti 430 detenuti invece dei 221 previsti dalla capienza re-golamentare, con un tasso di sovraffollamento prossimo

al 190 per cento. La situazione del carcere rischia di diventare ancora più esplosiva, se si considera l’apertura del nuovo padi-glione che comporterà l’arrivo di almeno altri 150 detenuti. E’ quanto emerge dalla relazione annuale della giunta regionale sulle condizioni di vita negli Istituti penitenziari della regione Emilia-Romagna.Al Sant’Anna la popolazione carceraria è formata in larga misura da detenuti in attesa di giudizio, nella Casa Lavoro di Castel-franco sono presenti detenuti e internati, mentre nella casa di lavoro di Saliceta S. Giuliano i reclusi sono solo internati. Presso questa’ultima struttura, dopo la chiusura della tipografia non si svolgono più attività lavorative finalizzate al recupero e al reinse-rimento, mentre a Castelfranco Emilia i detenuti svolgono atti-vità in agricoltura e nella lavanderia.L’organico degli agenti di Polizia Penitenziaria delle tre strutture presenta una pesante carenza al Sant’Anna (60 unità in meno) rispetto alla popolazione che dovrebbe contenere il carcere (221); questa carenza diventa drammatica se rapportata al numero di detenuti effettivamente presenti.Una forte carenza di organico si registra anche nella Casa di la-voro di Castelfranco dove sono presenti 40 agenti con una popo-lazione carceraria di circa 110 detenuti. Diversa è la situazione a Saliceta, dove non si segnalano particolari carenze; sono presenti infatti circa 40 agenti a fronte di una popolazione di circa 50 detenuti. Nella casa di lavoro di Saliceta S. Giuliano giovedì 22 dicembre l’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi incontra i de-tenuti e a S. Anna il giorno di Natale; un servizio ne renderà con-to nel numero di Nostro Tempo in uscita dopo la pausa natalizia.

Chiesa e mondo

La raccolta differenziata in Festa:ecco i consigli di Hera per un Natale “green”

Bastano alcune semplici attenzioni per trasformare un regalo ricevuto in una buona pratica per l’ambiente. Ecco qualche consiglio all’insegna della sostenibilità

Carta colorata, fiocchi, cartonci-ni e involucri di ogni tipo: a Na-

tale, come ogni anno, sotto l’albero arrivano i regali e, con loro, anche tanti rifiu-ti. Per fare un dono all’am-biente e vivere un Natale più ecologico, vanno con-feriti in maniera corretta, stando attenti a riconoscere i diversi materiali. Per que-sto, è importante seguire al-cune semplici regole. Gli imballaggi di cartone devono essere piegati, ridot-ti di volume e gettati negli appositi contenitori azzurri della carta. Gli imballag-gi in plastica o polistirolo vanno, invece, inseriti nei contenitori gialli della pla-stica: se di grandi dimen-

sioni, la destinazione giusta è la stazione ecologica. Se unti o sporchi, vanno nell’indiffe-renziato. La carta argentata e i nastri vanno a loro volta nell’indifferenziato.Il vetro si può ri-ciclare all’infinito: le bottiglie, dopo il brindisi, si raccol-gono nelle campane verdi.Le luci di Natale, se non più utiliz-zabili, diventano RAEE (Rifiuti da Apparecchia ture Elettriche ed Elet-troniche) e devono essere portate alle stazioni ecologiche.Per gli alberi di natale senza radici, non più riutiliz-zabili, la migliore soluzione è la sta-zione ecologica. In molti comuni è anche possi-bile chiederne il ritiro gratu-ito a domicilio chiamando il numero verde 800.999.500. In ogni caso, è indispensabile

evitare che finiscano nei cas-sonetti dell’indifferenziato o, addirittura, ammassati vicino

ai contenitori per la raccolta dei rifiuti. Gli alberi di Natale sintetici, se non più utilizza-bili, vanno anch’essi portati alla stazione ecologica.

Dopo i cenoni non manche-ranno certo i rifiuti organici; corrispondono a circa il 30%

dei rifiuti domestici e, dove è presente il servizio di rac-colta, è necessario conferirli nel contenitore marrone. In alternativa possono esse-

re riutilizzati attraverso il compostaggio domestico, un processo di degradazione na-

turale con il quale si trasformano gli scarti organici (re-sidui dei pasti, erba e fogliame) in un terriccio utile per rendere più fertili orti e giardini. La pratica del compo-staggio domestico è indicata a chi ha spazi idonei e dà diritto ad agevola-zioni sulla bolletta rifiuti.A Natale capita poi spesso di ricevere o donare cellulari, computer, palmari, televisori e altre apparecchiature elettroniche. Per quelle che non si usano più, benché ancora funzionan-

ti, la scelta più sostenibile è regalarle a qualcuno a cui possono fare comodo. Se so-no inutilizzabili, è importante sapere che questi rifiuti vanno

portati alle stazioni ecolo-giche Hera del territorio, dove vengono avviati a re-cupero. Le apparecchiature elettriche ed elettroniche, infatti, contengono metalli come piombo, cadmio, oro, cobalto, risorse esauribili in natura che, attraverso la rac-colta differenziata, possono invece essere recuperate e riutilizzate. Attualmente lo si fa ancora poco: secondo una recente indagine, so-lo il 42% degli italiani che buttano via un piccolo elet-trodomestico lo fa adottan-do comportamenti corretti, cioè recandosi agli appositi impianti di raccolta (sta-zioni ecologiche) o facendo ritirare il rifiuto dal nego-ziante. Tutte le informazioni sulla raccolta differenziata e in-dirizzi e orari delle stazio-ni ecologiche del territorio sono disponibili anche su www.gruppohera.it/clien-ti nelle pagine dedicate al proprio comune.

A cura dell’Ufficio stampa Hera

Ero carcerato… La visita a Rebibbia di Benedetto XVI, dal Papa un segnale di attenzione verso i problemi dei detenuti

Grande gioia e com-mozione”: sono questi i sentimenti espressi da Bene-

detto XVI nella sua visita pa-storale alla casa circondariale nuovo complesso di Rebibbia, a Roma. “Dovunque c’è un af-famato, uno straniero, un am-malato, un carcerato, lì c’è Cristo stesso che attende la nostra visi-ta e il nostro aiuto. È questa la ragione principale che mi rende felice di essere qui, per pregare, dialogare ed ascoltare. La Chie-sa ha sempre annoverato, tra le opere di misericordia corporale, la visita ai carcerati. E questa, per essere completa, richiede una piena capacità di accoglien-za del detenuto”, ha affermato il Pontefice a Rebibbia. “La giu-stizia umana e quella divina – ha osservato il Santo Padre - sono molto diverse. Certo, gli uomini non sono in grado di applicare la giustizia divina, ma devono almeno guardare ad essa, cercare di cogliere lo spirito profondo che la anima, perché illumini anche la giustizia umana, per evitare – come purtroppo non di rado accade – che il dete-nuto divenga un escluso. Dio,

infatti, è colui che proclama la giustizia con forza, ma che, al tempo stesso, cura le ferite con il balsamo della misericordia. Giustizia e misericordia, giu-stizia e carità, cardini della dot-trina sociale della Chiesa, sono due realtà differenti soltanto per noi uomini, che distinguiamo attentamente un atto giusto da un atto d’amore – ha evidenzia-to Benedetto XVI -. Giusto per noi è ‘ciò che è all’altro dovuto’, mentre misericordioso è ciò che

è donato per bontà. E una co-sa sembra escludere l’altra”. Ma “per Dio non è così: in Lui giu-stizia e carità coincidono; non c’è un’azione giusta che non sia

anche atto di misericordia e di perdono e, nello stesso tempo, non c’è un’azione misericordio-sa che non sia perfettamente giusta”. Perciò, il Papa ha escla-mato: “Come è lontana la logica di Dio dalla nostra! E come è diverso dal nostro il suo modo di agire! Il Signore ci invita a cogliere e osservare il vero spi-rito della legge, per darle pieno compimento nell’amore verso chi è nel bisogno. Il sistema di detenzione – ha ricordato il

Pontefice - ruota intorno a due capisaldi, entrambi importan-ti: da un lato tutelare la società da eventuali minacce, dall’al-tro reintegrare chi ha sbaglia-

to senza calpestarne la dignità ed escluderlo dalla vita sociale. Entrambi questi aspetti hanno la loro rilevanza e sono protesi a non creare quell’‘abisso’ tra la realtà carceraria reale e quella pensata dalla legge, che prevede come elemento fondamentale la funzione rieducatrice della pe-na e il rispetto dei diritti e della dignità delle persone”. “So – ha dichiarato il Santo Padre - che il sovraffollamento e il degrado delle carceri possono rendere

ancora più amara la detenzione: mi sono giunte varie lettere di detenuti che lo sotto-lineano. È importante che le istituzioni pro-muovano un’attenta analisi della situazio-ne carceraria oggi, ve-rifichino le strutture, i mezzi, il personale, in modo che i detenuti non scontino mai una ‘doppia pena’; ed è importante promuo-vere uno sviluppo del sistema carcerario, che, pur nel rispet-to della giustizia, sia

sempre più adeguato alle esi-genze della persona umana, con il ricorso anche alle pene non detentive o a modalità diverse di detenzione”.

Page 18: Nostro tempo

18 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

Elezioni del consiglio e della presidenza

Csi versoil rinnovamentoSul calendario del Csi la data più importante delle prossi-

me settimane sarà quella del 25 febbraio. E’ stata fissata, infatti, per quel giorno, l’elezione del nuovo consiglio

provinciale del Centro Sportivo Italiano, comitato di Modena. Il 10 gennaio sarà ufficialmente convocata la nuova assemblea ed entro il 25 gennaio ci sarà tempo per candidarsi al ruolo di presidente provinciale e consigliere provinciale secondo le modalità che sono previste dallo statuto. Oltre al presidente saranno eletti i 14 membri del nuovo consiglio provinciale, l’organo di governo del Csi all’interno del quale sarà poi no-minata la nuova presidenza, l’organo più ristretto formato su proposta del nuovo presidente eletto.Quella del Csi, come ha sottolineato l’attuale presidente, Ste-fano Gobbi, non vorrà essere soltanto una semplice assemblea elettiva chiusa all’esterno e rivolta soltanto agli addetti ai lavo-ri. Grazie alla strategia che il Csi ha delineato in questi anni, infatti, non si parlerà soltanto di sport giocato, ma anche di tutti quei riflessi educativi e formativi che lo sport può avere se applicato a diversi livelli e con diversi obiettivi, dal sociale alla salute, tanto per citare due ambiti di intervento già pre-senti all’interno dell’associazione. Sarà quindi un momento di confronto con tutte le istituzioni e con tutti gli attori del territorio che, a vario titolo, si confrontano anche col Csi nella promozione sociale.

Gli auguri dal Natale degli sportiviModena unita dallo sport al Palasport G. Panini Casa Modena

• marco costanZini

Modena città eu-ropea dello sport 2013”, un an-nuncio fatto po-

chi giorni fa che riecheggia per il Palazzetto dello sport mo-denese nel giorno della grande festa che ha unito il Csi, la dio-cesi cittadina e tutti i ragazzi di Modena: Il Natale degli Spor-tivi. “Quale migliore modo per lanciare a tutti l’augurio di un 2012 pieno di sport – dichiara il presidente del Csi Stefano Gobbi - ma di sport inteso in accezione sociale, come utile al-la crescita e alla formazione dei

Csi sport e sociale

Natale solidale allOplàOplà apre le porte alle associazioni di volontariato per

quattro date dedicate alla solidarietà: il 10 dicembre è stata la volta del mercatino di prodotti natalizi per

la raccolta fondi a favore dell’Admo (Associazione Donato-ri Midollo Osseo), il 17 dicembre della vendita di stelle di Natale per la raccolta fondi a favore dell’Avis (Associazione Volontari Italiani Sangue) e il 18 dell’Ant (Associazione Na-zionale Tumori). Infine il 6 gennaio i papà Befana animeran-no l’Oplà con le loro calze piene di doni e dolcetti per una raccolta fondi a favore di Aut Aut (Associazione Famiglie con portatori di Autismo).Per info: tel. 059 285215, [email protected], www.opla-modena.it.

Direttive nazionali per il nuovo anno di attività del Csi di Modena

L’educazione sfida lo sportIn un tempo di crisi dei

processi educativi tradi-zionali, l’educazione chie-de allo sport di mostrare

il suo potenziale educativo e di dichiarare se ritiene di voler essere protagonista nel compito di restituire alle giovani genera-

giovani. Uno sport che doni alle nuove generazioni uno sguar-do al futuro più ottimistico di quello che abbiamo in questo

momento.” Il primo a fare gli auguri a tutti gli sportivi modenesi, sabato 17, è stato immancabilmente il nostro

arcivescovo, mons. Antonio Lanfranchi: “Vorrei contribuire a farvi sentire tutti amici e fratelli, impe-gnati a realizzare in-sieme quella vittoria che tutti dobbiamo conseguire: campioni in umanità - ha af-fermato con entusia-smo l’arcivescovo -. Non è l’uomo per lo sport, ma è lo sport per l’uomo: vivendo bene lo sport darete una forma

bella alla vostra umanità e lo farete diventa-re strumento di gioia e di frater-nità.” Accanto a mons. Lanfran-chi non poteva mancare l’asses-sore allo Sport del Comune di

Modena, Antonino Marino: “Un augurio di un sereno Na-

Incontro dirigenti Csi

Sabato 7 e domenica 8 gennaio si terrà l’incontro dei dirigenti del Csi presso l’hotel Embassy & Boston di Milano Marittima. L’incontro è rivolto a tutti i com-

ponenti del Consiglio Regionale e avrà come tema: “Il Csi riparte da Rigore – Crescita”.

zioni proposte, relazioni e luo-ghi che siano adatti ed efficaci in ordine alla loro crescita. “il tempo dell’educazione non è finito”, come afferma il docu-mento della Cei “Educare alla vita buona del Vangelo”, al n 7. Sulla scorta di questa fiducia, il Csi conferma e riprende il pro-prio impegno, che riguarda al

tempo stesso la pratica, ma an-cor prima la riflessione culturale e un modello educativo all’al-tezza delle sfide di questo tem-po. Gli Orientamenti Pastorali della Chiesa italiana per il de-cennio “Educare alla vita buona del Vangelo” costituiscono l’oc-casione opportuna per inter-rogarsi sul contributo che può dare l’associazione, attraverso il proprio specifico compito, per affrontare con la comunità cri-stiana la sfida educativa.” Con un lettera di indirizzo e di forte incoraggiamento il presiden-te nazionale del Csi, Massimo Achini, dopo il grande forum del Centro Sportivo Italiano da poco tenutosi ad Assisi, sprona tutti i dirigenti e gli apparte-nenti all’associazione a portare avanti con rinnovata energia l’attività sportiva e sociale sul territorio. L’obiettivo per il nuo-vo anno alle porte e per il futuro dell’intera associazione è quello di promuovere una nuova cul-tura sportiva i cui pilastri siano l’educazione e la persona. Il Csi sente il dovere di offrire ai più giovani modelli di pratica sportiva rispettosi della persona. Lo sport è il luogo della ricer-ca di se stessi, dell’incontro con i propri limiti, della messa alla prova delle proprie potenzialità, è il luogo delle relazioni e della ricerca dell’altro. Tutto lo sport può svolgere un’importantissi-

ma opera educativa in collabo-razione con le altre principali istituzioni destinate a tale ruolo: la scuola, la famiglia, la parroc-chia. La sfida è l’educare allo sport facendo sport, crescendo nella consapevolezza culturale, civile e democratica, insomma, uno sport formativo a misura della persona e costruttore del-la comunità sociale. Più nello specifico sono sei gli elementi fondamentali delineati dalla presidenza nazionale per rende-re educativo lo sport: il prima-to dell’umano, l’intenzionalità educativa, un metodo educativo capace di accogliere, orientare, allenare, accompagnare e dare speranza, un’esperienza asso-ciativa, i luoghi educativi, la formazione permanente degli educatori. Tutto ciò affinchè lo sport sia davvero esperienza di libertà, di gioco, di festa e di ag-gregazione. “È giunto il tempo di non accontentarsi di procla-mare quasi retoricamente che lo sport è una grande risorsa per l’educazione, ma di compiere scelte concrete che ne mostrino il valore - conclude con tono esortativo il presidente Achini -. Rendere uno sport un bene educativo ha bisogno delle no-stre mani. Ha bisogno di tante mani e non di una sola. Ha bi-sogno di intelligenza, di cuore e di passione. Ha bisogno di quel fuoco di cui

parla l’apostolo Paolo: fuoco che contagia, riscalda e rigene-ra. Ha bisogno della passione e

della responsabilità di chi sa che in questo modo si costruisce il futuro.”

tale e di un felice 2012, che sarà un anno particolarmente im-portante dal punto di vista dello sport. Qui a Modena ospite-remo infatti il Giro d’Italia e ci prepareremo all’importante evento del 2013: la Città dello Sport. Sarà dunque un’occasio-ne fondamentale per riflettere sui valori dello sport che in un momento di crisi economica

come quello che stiamo vivendo assume ancora più importanza

come strumento di aggregazio-ne e di socialità. Il mio augurio è che, nonostante la crisi, le fami-glie riconoscano l’importanza dello sport per la qualità della vita e continuino ad investire su di esso. Che sia allora una an-no ricco di passione.” Infine, da Cecilia Camellini, campionessa di nuoto, più che un augurio un consiglio: “Lo sport sempre, an-

che durante e dopo le feste, per rimanere attivi e in forma.”

Page 19: Nostro tempo

19Domenica 25 diecmbre 2011NostroTempo

Sante MesseSolenni in musicaCappella Musicale del Duomo

La Cappella Musicale del Duomo di Mo-dena, in occasione della solennità del

Natale, presta il proprio ser-vizio liturgico in Cattedrale con le diverse Scholae, per tre giorni di Sante Messe. Sabato 24 dicembre, alle ore 24, la celebra-zione della mezzanot-te sarà accompagnata dall’esecuzione della Missa De Angelis e dai canti liturgici na-talizi, con il maestro Daniele Bononcini ,direttore e organista, Francesco Bossaglia e Benedetto Dall’Aglio ai corni. Domenica 25, alle ore 11, la messa sarà accompagnata dai Pueri Cantores della Divina Misericordia con l’esecuzione del-la Missa De Angelis diret-ta dal maestro Bononcini e con Fabio Caggiula alla tromba. Alle 17 il maestro Bononcini, con il preludio organistico alla preghiera dei Secondi Vespri capito-lari, propone l’opera omnia organistica di J.S. Bach. Alle 17.15 i secondi Vespri Capi-tolari in latino con la Schola Gregoriana. Alle 18 la mes-

Cultura

L’educazione sfida lo sport

LA SERENITÀSI COSTRUISCEGIORNO PER GIORNOcon MODENASSISTENZA

MODENASSISTENZASERVIZI PRIVATI DI ASSISTENZA DOMICILIARE

A CASA E IN STRUTTURE OSPEDALIEREPER ANZIANI, HANDICAPPATI, MALATI, DISABILI E PERSONE NON AUTOSUFFICIENTI

MODENA - VIALE V. REITER 38 - 059.221122 - CARPI - 059.654688

sa episcopale accompagnata dalla Schola Polifonica, che, diretta dal maestro Bononci-ni e con Francesco Bossaglia e Benedetto dell’Aglio ai cor-ni, si esibisce in “O Magnum Mysterium” di Tomàs Luis de Victoria e cantate di J.S.Bach, Croce e M. Praetorius. Il 26 dicembre, invece, grande concerto di Santo Stefano in Duomo alle ore 16: come è ormai tradizione, la Cappella

Musicale anche quest’anno non mancherà di formulare, con il concerto di Santo Ste-fano, i propri auguri di buo-ne feste alla città di Modena. L’autore che quest’anno ci accompagnerà alla grotta,in occasione della XVI edizio-ne del concerto di S.Stefano, sarà Vivaldi. Sue sono le composizioni strumentali e corali che i Musici di Parma,

con l’“Inverno dalle Quattro Stagioni”, la Schola Polifo-nica della Cappella Musicale del Duomo di Modena, con il “Laetatus sum”, il “Credo” e il “Magnificat”, ed i Canto-ri della Divina Misericordia, con il “Nisi Dominus”, pre-senteranno ed eseguiranno durante il concerto.L’ingresso a tutti gli eventi è libero e gratuito. Questa ini-ziativa, sotto il patrocinio del

Comune e della Provincia di Modena, dell’Ufficio scola-stico provinciale di Modena Circoscrizione 1 Centro Sto-rico, viene realizzata grazie al contributo dell’Aceto Balsa-mico del Duca e della Fon-dazione Cassa di Risparmio di Modena, con la sponso-rizzazione de “Gli Amici del Duomo” e i Musei del Duo-mo.

Un ponte traModena e BetlemmeIntervista agli autori della mostra fotografica

Un libro e una mo-stra: due mattoni importanti per costruire

un ponte tra Modena e Betlemme. Presso la chiesa di San Biagio dal 4 dicembre è allestita l’esposizione fotografica tratta dall’omonimo li-bro “Nato a Betlemme”. Qui abbiamo incontra-to gli autori, la giornali-sta e scrittrice Valentina Lanzilli e il fotografo Luigi Ottani: “Il nostro obiettivo è raccontare che cosa significa vi-vere a Betlemme og-gi - spiega Valentina Lanzilli -. Betlemme di solito ci fa pensare im-mediatamente alla na-tività, ai bambini e alla pace, invece, purtroppo, Betlemme è tutt’altro: è una delle città simbolo del conflitto israeliano-palestinese, è circondata da un muro lungo circa 800 km che separa tutta la Cisgiordania dal-lo stato di Israele. Questo muro ha delle ricadute molto forti sul tessuto sociale della vita dei pa-lestinesi e noi, in questo libro, raccontiamo le loro storie. Sto-rie tratte dagli orfanotrofi, dalle vite di persone che cercano di continuare ad andare a lavorare a Gerusalemme, ma che tutte le

notti si devono mettere in fila alle 2 per essere a Gerusalem-me alle 7 di mattina. Quello che abbiamo fatto è un reso-

conto di tutte le cose negative che questo muro sta portando. Le esperienze più toccanti che abbiamo riportato – continua l’autrice – sono quelle in cui raccontiamo dei bambini, so-no sempre loro infatti le prime vittime, in qualsiasi conflitto. Quando vedi che un muro, ol-tretutto dichiarato illegale dalla Corte Internazionale, non fa sconti a nessuno, nemmeno a

un bambino che in ambu-lanza dovrebbe raggiungere Israele, dove gli ospedali sono più all’avanguardia, capisci

quanto fanno male queste guerre. Le ricadute non sono ovviamente solo sui bambini, ma anche sulle persone adulte che stanno lenta-mente perdendo la propria dignità e li-bertà”. Il ricavato del libro sarà interamente devoluto al Caritas Baby Hospital di Betlemme, l’unico ospedale pediatrico di tutta la Cisgior-dania. Sono diverse le iniziative organiz-zate sul territorio modenese e non so-lo, come racconta la Lanzilli, per racco-gliere fondi a favore di questo ospedale: tra queste l’asta di

domenica 11 dicembre dove sono stati raccolti più di 12 mila euro.“In questi pochi scatti - ag-giunge Ottani – abbiamo raccolto situazioni significa-tive alle quali io e Valentina siamo legati anche emotiva-mente. Tutte le foto esposte raccontano con un linguag-gio diverso e contemplativo questi luoghi”.

Page 20: Nostro tempo

20 Domenica 25 dicembre 2011 NostroTempo

HO SCELTO LA BANCA SCEGLIENDO UN’IDEA.Essere socio conviene, non solo a me.

www.emilbanca.it

Filiale di Modena Est (Via Ciro Menotti 215)

Filiale di Modena Palazzo Europa (Via Emilia Ovest 115)