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SETTIMANALE CATTOLICO MODENESE POSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA Domenica 15 gennaio 2012 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 1 • euro 1.20 I ragazzi, spazientiti, scrivono al ministro Da Modena una lettera per sollecitare una decisione sul 2012 A PAGINA 11 Servizio Civile In marcia per la Pace Nell’anno della fede L ’Anno della fede vuol contribuire ad una rinno- vata conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della fede, affinché tutti i membri della Chiesa si- ano testimoni credibili e gioiosi del Signore risor- to nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la porta della fede”. Lo ricorda la Congregazione per la dottrina della fede, contenente le indicazioni pasto- rali per celebrare a livello universale e locale l’anno voluto da Benedetto XVI, in occasione degli anniversari dell’inizio del Concilio Vaticano II (1962) e della pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica (1992). Sia il Vaticano II, sia il Catechismo annunciano infatti la fede cristiana. Giovanni XXIII volle il Concilio per trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti, im- pegnando i Padri conciliari affinché l’insegnamento certo e immutabile, che doveva essere fedelmente rispettato, fosse approfondito e presentato così da corrispondere alle esi- genze del mondo contemporaneo. E il Concilio, nel ripresentare la fede di sempre, la esprime in modo nuovo e nel confronto con le mutate condizioni. Nelle quattro Costituzioni è evidente la trasmissione del- la fede secondo la logica della riforma nella continuità; in questo senso non si può contrapporre un “prima” a un “do- po” Concilio, ma si deve cogliere una continuità nell’annun- cio, nella celebrazione e nella testimonianza, seppure con modalità nuove. Dopo il Concilio la Chiesa ha continuato a riflettere a li- vello universale sui grandi temi della fede cristiana: dalla parola di Dio ai sacramenti, dall’evangelizzazione alla te- stimonianza. Frutto autentico del Concilio, il Catechismo della Chiesa cattolica ne favorisce la recezione perché ne ri- propone l’insegnamento, insieme a quello della grande tra- dizione. Comprende cose nuove e cose antiche (cfr. Mt 13, 52), poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove. Redatto in collaborazione con l’intero episcopato della Chiesa cattolica, in esso i contenuti della fede trovano la loro sintesi sistematica e organica. Qui, in- fatti, emerge la ricchezza d’insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito e offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai maestri di teologia ai santi che hanno attraversato i secoli, il Catechi- smo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede. L’Anno della fede comincerà l’11 ottobre 2012 e terminerà nella domenica di Cristo Re dell’anno successivo: c’è tem- po a sufficienza per iniziare a programmare, anche a livello diocesano, iniziative e percorsi che aiutino a ritornare alla ricchezza del Vaticano II e agevolino un nuovo approccio al Catechismo della Chiesa cattolica. • Marco DolDi Un’ora piena di valore La scelta dell’insegnamento della religione cattolica nelle statali A PAGINA 9 Scuola Liberalizzazioni Un coro di no alle aperture “selvagge” nel commercio A PAGINA 4 Per il riposo nel giorno della festa Le parrocchie di Pavullo e Monteobizzo hanno iniziato l’anno, nella Giornata mondiale per la pace, con un’iniziativa che ha coinvolto oltre un centinaio di persone. Una testimonianza lungo le vie del paese. A pagina 15 GIORNALE LOCALE Il Punto

Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

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Ecco il primo numero di Nostro Tempo 2012 con la nuova veste grafica.

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Page 1: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

SETTIMANALE CATTOLICO MODENESEPOSTE ITALIANE S.p.A. - SPED. ABB. POST. - D.L. 353/2003 (CONV. IN L. 27/02/2004 N° 46) ART. 1 COMM. 1 DCB DI MODENA

Domenica 15 gennaio 2012 FONDATO NEL 1957 www.nostrotempo.it Anno LV n° 1 • euro 1.20

I ragazzi, spazientiti,scrivono al ministroDa Modena una lettera per sollecitare una decisione sul 2012 A PAGINA 11

Servizio Civile

In marcia per la PaceNell’anno della fede

L ’Anno della fede vuol contribuire ad una rinno-vata conversione al Signore Gesù e alla riscoperta della fede, affinché tutti i membri della Chiesa si-ano testimoni credibili e gioiosi del Signore risor-

to nel mondo di oggi, capaci di indicare alle tante persone in ricerca la porta della fede”. Lo ricorda la Congregazione per la dottrina della fede, contenente le indicazioni pasto-rali per celebrare a livello universale e locale l’anno voluto da Benedetto XVI, in occasione degli anniversari dell’inizio del Concilio Vaticano II (1962) e della pubblicazione del Catechismo della Chiesa cattolica (1992). Sia il Vaticano II, sia il Catechismo annunciano infatti la fede cristiana. Giovanni XXIII volle il Concilio per trasmettere pura e integra la dottrina, senza attenuazioni o travisamenti, im-pegnando i Padri conciliari affinché l’insegnamento certo e immutabile, che doveva essere fedelmente rispettato, fosse approfondito e presentato così da corrispondere alle esi-genze del mondo contemporaneo.E il Concilio, nel ripresentare la fede di sempre, la esprime in modo nuovo e nel confronto con le mutate condizioni. Nelle quattro Costituzioni è evidente la trasmissione del-la fede secondo la logica della riforma nella continuità; in questo senso non si può contrapporre un “prima” a un “do-po” Concilio, ma si deve cogliere una continuità nell’annun-cio, nella celebrazione e nella testimonianza, seppure con modalità nuove.Dopo il Concilio la Chiesa ha continuato a riflettere a li-vello universale sui grandi temi della fede cristiana: dalla parola di Dio ai sacramenti, dall’evangelizzazione alla te-stimonianza. Frutto autentico del Concilio, il Catechismo della Chiesa cattolica ne favorisce la recezione perché ne ri-propone l’insegnamento, insieme a quello della grande tra-dizione. Comprende cose nuove e cose antiche (cfr. Mt 13, 52), poiché la fede è sempre la stessa e insieme è sorgente di luci sempre nuove. Redatto in collaborazione con l’intero episcopato della Chiesa cattolica, in esso i contenuti della fede trovano la loro sintesi sistematica e organica. Qui, in-fatti, emerge la ricchezza d’insegnamento che la Chiesa ha accolto, custodito e offerto nei suoi duemila anni di storia. Dalla Sacra Scrittura ai Padri della Chiesa, dai maestri di teologia ai santi che hanno attraversato i secoli, il Catechi-smo offre una memoria permanente dei tanti modi in cui la Chiesa ha meditato sulla fede e prodotto progresso nella dottrina per dare certezza ai credenti nella loro vita di fede.L’Anno della fede comincerà l’11 ottobre 2012 e terminerà nella domenica di Cristo Re dell’anno successivo: c’è tem-po a sufficienza per iniziare a programmare, anche a livello diocesano, iniziative e percorsi che aiutino a ritornare alla ricchezza del Vaticano II e agevolino un nuovo approccio al Catechismo della Chiesa cattolica.

• Marco DolDi

Un’ora pienadi valoreLa scelta dell’insegnamento della religione cattolica nelle statali A PAGINA 9

ScuolaLiberalizzazioni

Un coro di no alle aperture “selvagge” nel commercio A PAGINA 4

Per il riposonel giorno della festa

Le parrocchie di Pavullo e

Monteobizzo hanno iniziato l’anno, nella Giornata mondiale

per la pace, con un’iniziativa che ha

coinvolto oltre un centinaio di persone.

Una testimonianza lungo le vie del paese.

A pagina 15

GIOR

NALE

LOCA

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Il Punto

Page 2: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

2 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Parole di vitaNatale, S.Silvestro

(co-patrono dell’ar-cidiocesi), la Gior-nata mondiale della

pace, l’Epifania: di seguito, una sintesi delle riflessioni proposte da mons. Antonio Lanfranchi nelle omelie del tempo di Na-tale appena concluso. I testi in-tegrali sono consultabili on line su www.nostrotempo.it e sul sito dell’arcidiocesi www.modena.chiesacattolica.it

Natale del Signore: messa di mezzanotte “Oggi nella città di Davide è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.Che cosa vuol dire: “Vi è nato un Salvatore”? Salvatore vuol dire uno capace di sciogliere i nodi complessi dell’esistenza personale e della società civile e politica, che portano spesso alla divisione, alla violenza, alla contrapposizione; vuol dire uno capace di portare alla vera liber-tà. Salvatore vuol dire uno che ci tira fuori dall’angoscia, dal ma-le, dall’odio, dalla violenza, dalla morte; uno che ti dà la speranza che la vita abbia un senso. Non può non colpire il contrasto tra la grandezza del dono offer-to all’umanità (la salvezza) e il segno sotto cui si presenta: un fragile bambino deposto in una mangiatoia. In questo bambino “è apparsa la grazia di Dio, ap-portatrice di salvezza per tutti gli uomini”. Il paradosso del Natale!Poiché l’essere divino nella sua profondità è amore, è grazia, è misericordia, Dio è venuto a dircelo col linguaggio più ap-propriato per l’uomo: non della grandiosità e della potenza, ma dell’umiltà e della semplicità. Alla luce di Betlemme si chia-risce definitivamente l’enigma della condizione umana. Egli viene liberato dalla sua tristezza più profonda, perché si rende conto che Dio si prende cura di lui. Non un Dio che è una lonta-na causa del mondo, indifferente alla sua sorte, ma un Dio che si è fatto uomo ed è venuto ad abi-tare in mezzo a noi. A Betlem-me è nato il Figlio di Dio come uomo, ma è nato anche ognuno di noi come figlio di Dio, è nata la nuova umanità. A Betlemme sono piantate le nostre radici.

Natale 2011: messa del giornoIl motivo per cui la Chiesa cele-bra da più di duemila anni il Na-tale è per dare al mondo questo annuncio stupendo: il verbo di Dio “che è irradiazione della sua (di Dio) gloria e impronta della

Il magistero del vescovo

Dopo la celebrazione del battesimo di Gesù nel Gior-dano, in questa domenica, l’Evangelista Giovanni ci fa incontrare con il Signore prima di tutto attraver-so una designazione…ufficiale da parte del Battista:

“Ecco l’Agnello di Dio”.Parole che evocano l’immolazione dell’agnello pasquale, fonte di liberazione dalla schiavitù per il popolo ebraico e, insieme, annun-cio del sacrificio sulla croce. Da quelle parole ha inizio la costru-zione di un piccolo gruppo di gente disposta a seguire Gesù.E’ Lui che comincia a preparare le persone che dovranno conti-nuare la sua missione; gente chiamata per nome: Andrea e Simone. E’ particolarmente significativo il modo in cui Gesù li coinvolge: un dialogo essenziale, “Cosa cercate?”, a cui i due replicano “Dove dimori?”. Segue la risposta del Messia: “Venite e vedrete”.Una risposta che i seguaci di Gesù di tutti i tempi devono saper dare ad ogni uomo che li incontri e che sia in una ricerca onesta.Non saranno tanto le parole a convincere, ma piuttosto la testimo-nianza della vita. La “vita buona del Vangelo”, per stare alle parole che innervano l’impegno pastorale di questi anni.Andrea e Simon Pietro seguirono l’indicazione di Gesù: andaro-no e videro. Rimasero sconvolti. Furono affascinati da quell’incon-tro, tanto che “rimasero con Lui in quel giorno“, tanto che l’ora in cui avvenne si scolpì nella loro esistenza e fu ricordata a distanza: “erano circa le quattro del pomeriggio”. Subito Andrea divenne un annunciatore: “abbiamo trovato il Messia” e un accompagnatore “lo condusse da Gesù”. Come non vedere in tutto questo una pre-ziosa indicazione per il compito di evangelizzazione della Chie-sa? L’annuncio coraggioso, la testimonianza, l’accompagnamento per sostenere il cammino di chi è in ricerca…C’è infine da cogliere lo sguardo che Gesù rivolge su Simone: uno sguardo intenso, colmo di amore, che cambia la vita: “Sarai chia-mato Cefa, che significa Pietro”. L’incontro con la persona viva di Gesù cambia l’esistenza, la mentalità, gli atteggiamenti, i com-portamenti… E’ per questo incontro che il cristiano diviene una persona nuova. Il brano della seconda lettura di questa domenica, dalla prima Lettera ai Corinzi, va accolto in questa luce: “Non sapete che i vostri corpi sono membra di Cristo?... Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!”.

G.G.

Ecco l’Agnello di Dio (Gv 1,36)

Riflessionisulla Parola

Le riflessioni dell’arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi proposte nelle omelie delle celebrazioni durante il tempo di Natale

sua (di Dio) sostanza e sostiene tutto con la potenza della sua gloria” si è fatto carne. Questo è l’annuncio che la Chiesa oggi fa all’uomo. Il Na-tale non è un vago sentimento di bontà da consumare sempli-cemente nell’intimità familiare, ma è un evento che, accolto, cambia il senso della storia. Una domanda credo ci viene spontanea: l’uomo di oggi è in-teressato ad accogliere questo annuncio? Spesso ci verrebbe da

rispondere di no. Tanto è vero che da diverso tempo gli uomini in Occidente hanno cercato, e cercano anche oggi, di costruire un mondo ed una società “come se Dio non ci fosse”. È la pre-senza di Dio venuto ad abitare in mezzo a noi, che è rifiutata o comunque ritenuta non ne-cessaria in ordine ad una buona vita umana. Saranno la scienza e la tecnica a risolvere i problemi umani.La crisi che stiamo attraver-sando ci deve rendere tutti più umili, più pensosi, interrogarci seriamente se l’uomo potrà sal-vare l’uomo, se l’uomo può darsi da solo una salvezza. Il Natale è l’offerta di Dio ad essere l’Em-manuele, il Dio-con–noi, per costruire una storia che sia sal-vezza per l’uomo. Questo Gesù che è nato nella storia e che nasce in me, diven-ta luce che orienta, forza che mi sospinge, certezza che mi rasse-rena e mi pacifica, profezia che in ogni presente mi annuncia un futuro che nessuna catastrofe fa naufragare, che anche nelle ore più disperate mi annuncia “la speranza che non delude”.

S. Silvestro I: Nonantola, 31 dicembre 2011Silvestro è il primo papa che vie-ne proclamato santo senza avere subito il martirio e che è onorato come “confessore”. “Confessare” riguarda anzitut-to la realtà di Dio. Noi siamo chiamati a confessare anzitutto

le meraviglie dell’amore di Dio nella nostra vita, lodandolo, rin-graziandolo, corrispondendo con le scelte della nostra vita al suo amore per noi. Vorrei soffermarmi sul legame tra la confessione della fede e l’espressione del Siracide che ne esplicita la sorgente e la conse-guenza: “fu amato da Dio e dagli uomini”.All’origine della santità non ci sta il nostro amore per Dio, ma il suo amore per noi. La santi-

ficazione è prima di tutto opera di Dio in noi. Ce lo ricorda il tempo di Natale che stiamo ce-lebrando. La santità è non stac-carsi mai dall’amore di Dio. La figura del santo anzitutto richia-ma ogni uomo alla responsabili-tà ma, anche alla bellezza di fare della propria vita un cammino verso la realizzazione della veri-tà di sé. L’esercizio della santità non è racchiuso alla sfera pri-vata, ma incide profondamente sulla società.“Amato da Dio e dagli uomini”: sarebbe bello che la nostra vita fosse racchiusa tutta in queste parole; detto in altri termini sa-rebbe bello che la nostra perso-na lasciasse trasparire il fascino suscitato dall’essere aperta all’a-more di Dio e al dono di sé per dare un’anima vera alla società in cui viviamo. Sarebbe il primo contributo che offriremmo per uscire dalla crisi (…).Vogliamo ringraziare Dio per l’anno trascorso con il canto del Te Deum.Vogliamo ringraziare il Signore che ci ha tenuti nelle sue mani paterne, non ha ritirato da noi il suo amore, la sua misericordia. Nei motivi per cui ringraziamo il Signore è contenuto anche il segreto per disporci bene ad accogliere responsabilmente il tempo del nuovo anno.“Fare buon uso del tempo” si-gnifica portarlo, con l’aiuto del Signore verso la sua pienezza; da tempo di paura, farlo diven-tare tempo di fiducia; da tempo

di avidità, farlo diventare tempo di amore generoso; da tempo di presunzione nichilista, farlo di-ventare tempo di speranza umile, da tempo di critica disgregatrice a tempo di comunione, da tem-po di contrapposizione a tempo di fraternità.

Giornata mondiale della pace: 1 gennaio 2012Iniziamo come sempre l’anno nel nome della pace: pace co-me dono di Dio e pace come

compito degli uomini. Tutto quello che Dio poteva darci come segno del suo amore, come bene per l’uomo, ce l’ha dato in Gesù, nel suo Figlio, fatto uomo. Forse qualcuno penserà che la pace di Dio sia solo una bella idea religiosa, incapace di agire efficace-mente nella realtà della sto-ria; che potrebbe addirittura apparire un annuncio alie-nante, perché distrae l’atten-zione dai problemi veri della pace: pensiamo, ad esempio, a Israele e i Palestinesi, l’Iraq e la Siria, l’Afghanistan e la Nigeria, il Congo e la Soma-lia; per non parlare di finan-za ed economia, di partiti, di ricchi e poveri, di immigrati e cittadini; di generazioni contrapposte… Qualcuno potrebbe obiettare che, se davvero Dio ha donato la pace al mondo attraverso

Gesù Cristo, il mondo dovrebbe essere in pace da un pezzo, ma l’obiezione non è pertinente. I doni di Dio sono offerti ad un uomo libero, hanno bisogno di un cuore, di una volontà, di una intelligenza accoglienti per esprimere la loro efficacia. Non ci esonerano dalla necessità di essere responsabili. Se la pace che viene da Dio non è stata in grado di creare un mondo in pace, la colpa non ricade su Dio che non ci ha amati abbastanza, ma su di noi che non accettia-mo il rischio insito nella pace di Dio. Quando la pace che Cristo dona trova un cuore accogliente, diventa qualcosa di molto con-creto, che sostiene tutti gli sforzi che si possono e debbono fare per costruire una pace duratura. Autore della pace nel mondo di-venta allora l’uomo, l’uomo con le sue scelte e i suoi comporta-menti, con le istituzioni che crea e i rapporti che stabilisce con gli altri.

Epifania del SignoreLa liturgia dell’Epifania vuole mostrarci il cammino degli uo-mini verso il Signore. Un cam-mino che riguarda gli uomini di tutti i tempi, e quindi anche noi. Nel cammino che ci porta a ri-conoscere Gesù come Salvatore possiamo riconoscerci nei Ma-gi: i Magi sono il modello del-la nostra ricerca. Le tappe della ricerca.La prima tappa: alza il capo e guarda

Per camminare bene dentro questo mondo che pulsa e vi-bra e palpita di segni, dobbiamo alzare lo sguardo, non avere gli occhi a terra. C’è un cielo da ri-trovare e un cuore da ascoltare.La seconda tappa: mettersi in cammino. Il cammino verso il vero è un’esperienza. Occorre mettersi in strada, cercare sem-pre, sapendo che cercare è già trovare. Dio ha desiderio che noi abbiamo deside-rio di lui. Dio non è un dovere, è un desiderio. Terza tappa: interroga-re la Parola. Ci sono i professionisti a Gerusa-lemme, ma non colgono la luce. L’idea che la Scrittura non do-vesse soltanto essere conosciu-ta e discussa, ma anche essere vissuta non veniva loro più in mente. Dio non è una passione in grado di farli partire Non così per i Magi. Essi hanno poche conoscenze, ma potenti desideri.Quarta tappa: videro il bambi-no, si prostrarono e adorarono. Adorare significa umiltà pro-fonda, silenzio pieno di stupore, ascolto attento e obbediente. I Magi si riconoscono più piccoli di quel bambino e si inginoc-

chiano. Riconoscono in lui la Verità che aveva costituito la ricerca della loro vita.Quinta tappa: per un’altra via ri-tornarono al loro paese. Quando si ha il Signore nel cuore non si può più percorrere la stessa stra-da di prima. Non tornano come prima, tornano con la ricchezza del Signore che hanno adorato, con la gioia della salvezza che hanno veduto.Chi ha incontrato il Signore è chiamato a manifestarlo nella sua vita concreta, ad essere lui stesso “epifania” del Signore.

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3Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Il 22 dicembre presso la Ca-sa di Lavoro Saliceta San Giuliano di Modena, in occasione del Santo Nata-

le, mons. Antonio Lanfranchi ha celebrato una messa dedicata agli internati, alla quale hanno parte-cipato anche l’assessore ai servizi sociali del Comune di Modena, Francesca Maletti e il Prefetto di Modena, Benedetto Basile. “Il Natale ci porta una verità conso-lante: c’è almeno Uno a cui la mia vita interessa molto e per questo ha mandato Qualcuno sulla terra per condividere con me la mia esi-stenza, per dimostrare che l’uomo vale agli occhi di Dio. Dio facen-dosi uomo, diventando carne, ha impreziosito tutta la nostra uma-nità, portandoci la dignità della vita divina. Voi sapete meglio di me cosa vuol dire aiutare la piccola speranza a camminare e a cresce-re – ha detto l’arcivescovo –. Ed è questo il desiderio che vorrei por-tare in questa Eucarestia”. Il buon numero di cittadini che hanno presenziato alla celebrazione rap-presenta un segnale importante, che fa ben sperare sul fatto che una realtà come questa della Casa di Lavoro, erroneamente confusa dall’opinione comune con quella del carcere, non è sconosciuta alla cittadinanza. “Si tratta di una mi-sura di sicurezza volta a rieducare e reinserire queste persone nella società – ha spiegato la volontaria di Carcere&Città Roberta Elmi –. Non mi piace chiamare questi ragazzi internati, anche se lo sono a tutti gli effetti. Come volontaria, mi limito a fare il possibile e penso che sia estremamente importante per noi modenesi sapere che del-le quattro case di lavoro presenti in Italia, due sono a Modena e di questo dovremmo essere consa-pevoli. Mi chiedo spesso perché nessuno parli mai delle case di la-

La consolazione del NataleMons. Antonio Lanfranchi ha celebrato l’eucarestia natalizia nella struttura di Saliceta San Giuliano

Parole di vita

Non so con quale voglia gli economisti si accingono a fare il bilancio dell’anno trascorso: è sempre doloro-so e poco simpatico dover registrare tanti fallimenti della borsa, dei titoli di Stato e di cose del genere.

Eppure è doveroso e necessario farlo e lo faranno. I giornali del-la prima settimana del nuovo anno sono stati prodighi di notizie a tale riguardo. E noi? Sentiamo la necessità di fare un bilancio consuntivo, scrivere l’ultima pagina del 2011 nel nostro diario di bordo? Può darsi che sia sgradevole anche per noi il constata-re fallimenti spirituali, mancanze di coerenza con quanto tante volte promesso e progettato… ma è indispensabile farlo. Prima di tutto mettiamoci ben davanti anche il positivo che non può essere mancato nel corso dell’anno passato. Per quanto riguar-da gli aspetti da migliorare, non limitiamoci ad un elenco quasi inutile dei singoli aspetti deficitari. Piuttosto stiliamo una chiara e puntuale situazione complessiva della nostra spiritualità. Domanda di fondo: che posto do a Dio nella vita concreta di ogni giorno? Forse nella mia vita ho poco tempo per Lui e poco anche per me, perché tutto preso dalla mia attività da mattino a sera, scanso persino me stesso. Infatti non sono io che conduco le mie attività quotidiane, ma sono queste che portano me al guinzaglio. Nel vangelo di Luca era proprio questo che Gesù rimproverava a Marta: “Marta, ti lasci portare in giro dalle molte cose da fare”. E cosi quasi insensibilmente mi lascio imbarbari-re dalle preoccupazioni continue, giornata dopo giornata. Ma, se voglio, Dio mi tira fuori da questa situazione. Tutto sta nel concedergli tutti i giorni con una fedeltà testarda una decina di minuti e di mettermi in sintonia con Lui, con meno parole pos-sibili, in silenzio lasciandomi trasportare dove mi porta il cuore. Dio mi aspetta proprio in questo silenzio. E la potrò smettere di possedere tante cose, senza possedere me stesso.

In perdita o in attivo?• Don narDo Masetti

• laura solieriSpiritualitàL’angolo

della

Natale alla Casa di Lavoro

voro... Ho frequentato e frequen-to queste persone e in loro vedo e sento ogni giorno un’immensa angoscia, data dal non avere un fine pena ed è solo partecipando dall’esterno che si riesce a capire una realtà come questa, che deve essere conosciuta”.In Italia oltre a questa Casa di La-voro a Modena introdotta da una legge del 1930, vi sono tre sezioni di Casa di Lavoro a Sulmona (Aq), Castelfranco Emilia (Mo) e Favi-gnana (Tp) e una Colonia Agrico-

la ad Isili (Ca). Come già rammentato preceden-temente sul nostro giornale, in Ca-sa di Lavoro arrivano dalle carceri di tutta Italia ex detenuti che han-no già scontato gli anni di pena lo-ro assegnati perché ritenuti ancora socialmente pericolosi. Il codice penale recita che l’assegnazione a una colonia agricola o ad una casa di lavoro ha una durata minima di un anno, che divengono due per i delinquenti abituali, tre per i delin-quenti professionali e fino a quat-

tro per i delinquenti per tendenza. L’atipicità della situazione degli internati è data dal fatto che per uscire dalla Casa di Lavoro devono dimostrare di avere all’esterno un lavoro, una casa e degli affetti sta-bili, condizioni che difficilmente possono soddisfare, dal momento che sono appunto internati e che

lavoro da svolgere per loro c’è n’è poco, sia all’esterno che all’inter-no della struttura perché sono in troppi (ed è per questo che questa misura di sicurezza è anche defini-ta ergastolo bianco). Il pomeriggio del 22, dopo la Messa, è proseguito con uno spettacolo e un rinfresco a cura dei ragazzi.

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4 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Per il riposo nel giorno della festa

L’assessore comunale Graziano Pini si è molto impegnato per far rispettare il ‘patto

tra gentiluomini’ che, grazie all’impegno di sindacati, asso-ciazioni di categoria, Comune e sigle della grande distribu-zione, era stato raggiunto per il territorio del Comune di Modena. Anche la Regione Emilia-Romagna non è d’ac-cordo con la liberalizzazione selvaggia. L’impegno, per ora, non sembra però aver portato a grandi risultati. Unes ed Es-selunga hanno già aperto una domenica ‘extra’; stessa cosa faranno Coop e Panorama. So-lo Conad, tra le principali sigle della grande distribuzione, per ora ‘tiene’ sulle linee dell’accor-do che, lo ricordiamo, prevede-va 8 domeniche aperte oltre a quelle del periodo natalizio. Le associazioni di categoria, sia pure con sfumature diverse, at-taccano: “Agevolerà solamente la grande distribuzione – spie-ga Fulgenzio Brevini di Con-fesercenti - a discapito delle piccole attività commerciali. Bastasse allungare gli orari per rilanciare i consumi, saremmo anche favorevoli, ma non è così. In nessun paese europeo e nemmeno negli Stati Uniti, esiste in tema di orari una de-regulation come si va prospet-tando in Italia”. Licom rincara: “Il legislatore dovrebbe usare una prudenza simile a quella che sta usando nell’introdurre novità rispetto ad altri settori

Associazioni di categoria ed enti locali contro la liberalizzazione selvaggia degli orari degli esercizi commerciali. E mons. Lanfranchi lo ha scritto chiaramente nella Lettera Pastorale

• P.s.

Liberalizzazioni: i nodi

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(ordini professionali, multiuti-lity, sistema bancario...). La ra-pidità e la determinazione con cui si procede nei cambiamenti del sistema commerciale non possono non indurre qualcuno a pensare di essere ‘figlio di un dio minore’. Spesso, presen-tando innovazioni di questo tipo, si sottolinea che sono fa-coltative e che i commercianti possono mantenere gli orari precedenti in rispetto ai loro interessi familiari, affettivi o religiosi. L’annotazione è falsa: infatti in un mercato concor-renziale gli atteggiamenti non sono indifferenti per chi non voglia trovarsi indietro rispetto alle iniziative della concorren-za”. Le due associazioni, ma anche Confcommercio molto dura in proposito, sono per salvare l’accordo di Modena come virtuoso.Quello che risulta strano è il tirare in ballo l’arcivesco-vo, che non avrebbe parlato su questo tema, così ha detto Pini a un quotidiano locale. In realtà mons. Lanfranchi si è espresso chiaramente nel-

la Lettera Pastorale e Nostro Tempo già a dicembre 2011 sul numero 45 aveva proposto un ampio servizio sul tema in cui aveva richiamato le paro-le di mons. Lanfranchi. Qui una breve sintesi delle parole del vescovo nella Lettera ‘Sei giorni lavorerai… ma il setti-mo giorno è per il Signore tuo Dio’. “La domenica oltre che essere celebrata come giorno del Signore, in Italia, come in tante nazioni, è giorno festivo per tutti.Come giorno di riposo, libero dal lavoro, non è tanto desti-nata a moltiplicare la vita at-traverso la produzione ma ad elevarla, a curarne la qualità, facendola diventare tempo per la famiglia, tempo per la coltivazione degli affetti, per rinnovati incontri con parenti e amici e per nuove opportu-nità di partecipazione alla vita sociale e civile.La domenica, così intesa, è giorno dell’uomo, un fatto di civiltà da valorizzare sul piano delle tradizioni e da promuo-vere sul piano legislativo”. Più

Roberta e la sua socia hanno un negozio di calzature a Formigine: “Non siamo d’accordo col decreto che libe-ralizza aperture e orari, perchè gli esercizi commerciali

a gestione familiare avranno difficoltà, non avendo la possibilità di applicare un ricambio di personale in grado di garantire un’a-pertura del negozio così ampia. Questo a vantaggio dei grossi centri commerciali, perchè hanno un numero maggiore di di-pendenti, che si possono turnare. Per quanto riguarda inoltre il nostro settore, quello delle calzature per bambini, non trovo che un aumento delle ore di lavoro o delle aperture corrisponda ad un aumento delle vendite. Le scarpe vengono comprate per necessità, perciò una volta che ne ha acquistato un paio, il cliente non è intenzionato a comprarne un altro non necessario, anche se gli vengono proposti orari e aperture più flessibili. Chiaro che la liberalizzazione degli orari va a beneficio dei consumatori che possono acquistare con maggiore comodità. Occorre poi distinguere tra località turistiche e non: una paese o una città ad alto afflusso di turisti può permettersi di pagare un dipendente in più per coprire nuovi orari e nuove apertu-re, mentre un paese come Formigine non può godere di questa possibilità.Non trovo inoltre giusto che non sia rispettato il diritto al riposo domenicale, diritto di altre categorie di lavoratori. Anche noi piccoli commercianti dobbiamo poter godere del nostro tempo libero e stare con le nostre famiglie. Noi vogliamo lavorare per vivere, non vivere per lavorare!Rita, articoli da regalo, spiega: “Occorre puntare innanzitutto sulla qualità, ma gli orari più lunghi non favoriranno il cassetto delle entrate, si sa infatti che queste dipendono da quanto dena-ro hanno in tasca, e sono disposti a spendere, i clienti. Andare incontro alle esigenze della clientela è giusto, ma tenere aperto a mezzanotte onestamente non so a chi vada realmente incontro”.Infine Mirella, che lavora in Appennino, a Zocca: “Credo che gli orari attuali siano più che sufficienti a coprire l’esigenza e le richieste dei clienti. Allungare gli orari d’apertura farebbe lievitare le spese di gestione (più luce, più riscaldamento, più personale..), ma non farebbe lievitare gli incassi. Spese senza un ritorno, che il piccolo commercio non si può permettere. Forse la grande distribuzione sarebbe avvantaggiata da questa oppor-tunità, sferrando quindi un ulteriore schiaffo al piccolo com-mercio che sta lottando per la sua sopravvivenza. Penso infatti che, liberalizzando gli orari d’apertura 24 ore su 24, non si cree-ranno posti di lavoro, ma si distruggeranno tanti piccoli esercizi commerciali. Il piccolo negozio è una vera ricchezza: quando si abbassano le serrande i paesi e le città ‘muoiono’. Lavorare alla domenica e nei festivi è certamente un sacrificio, ma un sa-crificio necessario perchè Zocca è una località ‘turistica’ quindi buona parte delle vendite commerciali sono basate sul turismo del weekend (o di passaggio). Ma, contemplare l’apertura not-turna… per chi dovrei farlo?”.

E i commercianti dicono no

oltre il vescovo entra ancor più nel merito della questio-ne: “Oltre a quella religiosa, anche questa dimensione della domenica, questo valore cul-turale e sociale è sottoposto a rischi da più parti, che si con-cretizza no nella proposta di estendere il tempo lavorativo a tutti i giorni della settimana per reggere alla concorrenza sfrenata del mercato o per su-perare la grave crisi che stiamo attraversando.Difendendo la domenica come giorno di riposo – argomen-ta mons. Lanfranchi -, non si mettono certo in discussione quei lavori che sono necessa-ri allo svolgimento della vita sociale dei cittadini. Altri la-vori, oltre a quelli consentiti oggi, potranno essere aggiun-ti in base alle necessità legate all’evolversi dell’organizzazio-ne della vita sociale. Occorre tuttavia operare un continuo discernimento perché non si allarghi indiscriminatamente l’ambito lavorativo a discapito dei valori richiamati”.Parole chiarissime.

Page 5: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

5Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Gli appuntamenti in diocesi per la giornata del dialogo e per l’ottavario di preghiera per l’unità dei cristiani

Dialogo con gli ebrei e tra le fedi cristiane

VescovoAgenda del

Domenica 15 gennaioore 15 in S. Agostimomessa dei Popoli

Martedì 17 gennaioore 18 in SeminarioGiornata del dialogocon gli ebrei

Giovedì 19 gennaioore 10 al CfnIncontra i collaboratori del Centrodi Consulenzaore 21 a San BenedettoVeglia ecumenica

Venerdì 20 gennaioore 11 in cattedralemessa per i Vigili Urbani

Sabato 21 gennaioore 9.30 al CfnConsiglio Pastoralediocesano

Domenica 22 gennaioore 7.45 in Cittadellamessa con gli Scoutore 11.15 a S. AgneseCelebrazione eucaristicaore 15.30 a ImolaOrdinazione episcopale di mons. Cavina,nuovo vescovo di Carpi

La Sesta Parola - Non uccidere”: questa giornata dedicata all’ebraismo, voluta

dai vescovi italiani, è intrin-secamente collegata alla setti-mana di preghiera per l’unità dei cristiani, «per indicare che il mondo ebraico è la nostra “santa radice”, come dice san Paolo, dalla quale dobbiamo partire per aprirci alla fede». Lo spirito della giornata è l’approfondimento del dialo-go religioso ebraico-cristiano attraverso una maggiore cono-scenza reciproca, il superamen-to dei pregiudizi, la riscoperta dei comuni valori biblici.Martedì 17 gennaio alle ore 18 la diocesi propone una lezione sul comandamento “Non uc-cidere”, tenuta dal Rabbino di

DiocesiAgenda della

Domenica 15 gennaioore 15 in S. Agostimomessa dei Popoli

Martedì 17 gennaioore 18 in SeminarioGiornata del dialogocon gli ebreiore 18 al CfnCredo la vita eterna

Mercoledì 18 gennaioore 18 in SeminarioIncontro col pastoreanglicano

Giovedì 19 gennaioore 21 a San BenedettoVeglia ecumenicaore 21 al CfnSulla misura del cuore del Signore

Sabato 21 gennaioore 9.30 al CfnConsiglio PastoralediocesanoLa Messa dei Popoli

Domenica 15 gennaio torna la celebrazione della Messa dei Popoli: mons. Lanfranchi presiede la celebrazione eucari-stica insieme a tutte le comunità cattoliche straniere che

vivono nella nostra città. Si incontrano e si formano regolarmen-te, celebrando l’eucarestia nella lingua madre, numerose comunità straniere: africana anglofona, africana francofona, polacca, singalese, filippina, ghanese ed ucraina. L’appuntamento, aperto a tutta la co-munità diocesana, è alle ore 15 nella chiesa di Sant’Agostino.

Diocesi

Migrantes

Modena Beniami-no Goldstein, alla presenza dell’arci-vescovo Antonio Lanfranchi, del rev Sagovsky e della rappresentanza del-la comunità ebraica di Modena, nel Se-minario Metropoli-tano.Dal 18 al 25 gen-naio si svolgerà poi la settimana di preghiera per l’unità dei cristiani: “Tutti saremo trasforma-ti dalla vittoria di Gesù Cristo, nostro Signore” (cfr. 1 Cor 15, 51-58) è il tema per il 2012.La chiamata all’u-nità quest’anno giunge alle chiese di tutto il mondo dai cristiani di Po-lonia che hanno offerto alla nostra meditazione la loro esperienza di trasformazio-ne e di preghiera. La trasfor-mazione a cui si riferiscono è compresa nella sua profondità solo nella resurrezione di Ge-sù. Ogni cristiano battezzato

nella morte e resurrezione di Cristo comincia un cammino di trasformazione. Morendo al peccato e alle forze del male, i battezzati cominciano a vivere una vita di grazia. Questa vi-ta di grazia permette loro di sperimentare concretamente la potenza della resurrezione di Gesù, e l’apostolo Paolo li esorta: “... siate saldi, incrolla-bili. Impegnatevi sempre più

Dal 18 gennaio un corso per chi anima le celebrazioni in parrocchia

Musica e liturgiain un percorso unitario

Il 18 gennaio prossimo riparte – presso l’Istitu-to Diocesano di Musica Sacra – un nuovo ciclo di

incontri sulla liturgia. Don Al-berto Zironi, responsabile diocesano per la Musica sa-cra, sarà anco-ra il docente responsabile, coad iuva to, anche questa volta, dal prof. Giorgio Mer-li, insegnante presso l’Istitu-to di Modena. Q uest ’ anno il corso si avvarrà della presti-giosa presenza di mons. Luigi Biagini, cerimoniere del Duo-mo, che affiancherà la docenza già sperimentata con una serie di propri incontri. Undici ap-

puntamenti, il mercoledì, ogni settimana, tra il 18 gennaio ed il 3 aprile (martedì), presso l’auditorium dell’Istituto mo-denese, sito in viale Caduti in Guerra 196, a Modena. Inizio ore 18.30, termine ore 20. Si può ben dire - guardando il programma dettagliato - che saranno trattati tutti gli argo-menti che ogni buon operato-re musicale in ambito liturgico dovrebbe conoscere. Anima-tori della liturgia senza distin-

zione di sesso e di età: tutti vediamo (e purtroppo qualche volta sentiamo!) quanto bi-sogno ci sia di competenza e sensibilità alla liturgia, anche fra i pur preziosi giovani che

animano le assemblee liturgi-che domenicali ed i momenti di incontro. Ma, per la molte-plicità degli argomenti trattati, e per una loro pertinenza rela-tiva non solo alla musica, si può altresì dire che la conoscenza dei fondamenti della liturgia dovrebbe appartenere ad ogni buon fedele, che voglia parte-cipare ancor più consapevol-mente alle liturgie della Chiesa Universale. Le date esatte e gli argomenti delle lezioni si

possono tro-vare in curia arcivescovile, presso l’I-stituto Dio-cesano e sul sito internet dell ’Istituto stesso. La fre-quenza alle lezioni è libe-ra e gratuita, previa iscri-zione (possi-bile anche il

giorno del primo incontro), ol-tre che per gli allievi del Dio-cesano, che hanno il corso nel proprio piano di studi, anche per tutti coloro che desiderino partecipare agli incontri.

Credo la vita eternaIl prossimo appuntamento di Credo la vita eterna, il percorso del-

la Diocesi che si rivolge a chi sta vivendo un lutto, sarà martedì 17 gennaio alle 18 con l’incontro di approfondimento della Pa-

rola di Dio, guidato da d. Michele Zecchin. Alle 19 il sacerdote, del Seminario di Ferrara e parroco di Lido degli Estensi, celebrerà poi l’Eucaristia durante la quale saranno ricordati i defunti dei presenti. La sede è il Centro Famiglia di Nazareth.

Ufficio Famiglia

Le intenzioni di gennaio

Cuore divino di Gesù, io ti offro, per mezzo del Cuore Imma-colato di Maria, Madre della Chiesa, in unione al Sacrificio Eucaristico, le preghiere e le azioni, le gioie e le sofferenze

di questo giorno: in riparazione dei peccati, per la salvezza di tutti gli uomini, nella grazia dello Spirito Santo, a gloria del divin Padre. Queste le intenzioni affidate all’AdP dal Papa e dai vescovi.Perché le vittime dei disastri naturali ricevano il conforto spirituale e materiale necessario per ricostruire la loro vita.Perché l’impegno dei cristiani in favore della pace sia occasione per testimoniare il nome di Cristo a tutti gli uomini di buona volontà.Perché il dialogo ecumenico accresca la comunione tra i battezzati delle diverse confessioni, offrendo una testimonianza più credibile a un mondo lacerato da discordie.Pregare per il clero dicendo: Cuore di Gesù, fa’ che l’Eucaristia di-venti sempre più il centro della vita dei tuoi sacerdoti.

Apostolato della Preghiera

nell’opera del Si-gnore, sapendo che, grazie al Si-gnore, il vostro lavoro non va perduto” (l Cor 15,58).Gli appunta-menti diocesani di rilievo.Mercoledì 18 gennaio alle ore 18 nel Seminario Metropolitano, Vespro Angli-cano e incontro pubblico con il rev. Nicholas Sa-govsky teologo anglicano cano-nico dell’Abbazia di Westminster nella Chiesa d ’ I n g h i l t e r r a : “Esperienze ecu-meniche in In-ghilterra”.È un’occasione, per i catechi-sti e per tutte le

persone interessate, di potersi confrontare con un perso-naggio che è membro della Commissione mista tra la Co-munione Anglicana e la Chie-sa Cattolica Romana, Arcic III (Anglican – Roman Catholic International Commission). Ha appena terminato il suo incarico di Teologo canonico dell’Abbazia di Westminster

nella Chiesa d’Inghilterra, è esperto di ecclesiologia, ha lavorato in ARCIC II e at-tualmente è visiting theology professor presso la Liverpool Hope University. Il rev Sagov-sky è stato coinvolto grazie ai rapporti tra l’Istituto Superio-re di Scienze Religiose “Beato Contardo Ferrini” e la Liver-pool Hope University.Giovedì 19 gennaio, alle ore 21, veglia di preghiera orga-nizzata congiuntamente dalla Pastorale giovanile e dal Con-siglio delle Chiese, nella chiesa di San Benedetto abate.La celebrazione avrà carattere ecumenico e sarà presieduta dal nostro arcivescovo mons. Antonio Lanfranchi, dal rev. Nicholas Sagovsky, dal pa-store Michel Charbonnier, da padre Giorgio Arletti della chiesa ortodossa russa e da pa-dre Constantin Totolici della chiesa ortodossa romena.Durante l’ottavario ci saranno altri momenti di spiritualità e di preghiera: sabato 21 gen-naio alle ore 18 la comunità del movimento dei Focolari di Modena animerà la s. messa festiva anticipata, che si terrà nella chiesa del monastero della Visitazione di Baggio-vara.Domenica 22 gennaio alle ore 17 nella chiesa di S. Bar-tolomeo vespro ortodosso (pa-triarcato romeno); ore 21 nella

chiesa del Corpus Domini (via Tamburini) preghiera animata dal gruppo di Taize.Mercoledì 25 gennaio alle ore 20.45 vespro ortodosso (patriarcato russo) nella chie-sa ortodossa “Tutti i Santi” a conclusione della Settimana ecumenica.

Page 6: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

6 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Tra lavoro e bene comune

Occorre indagare su quanto l’attuale organizzazione del lavoro nel nostro

Paese sia attenta ai tempi del-la famiglia per capire se le sfide lanciate ad essa dalla flessibilità siano troppo pesanti da soppor-tare oppure no, e stabilire in che misura esse incidano sul futuro delle famiglie italiane.Ne parliamo con don Matteo Cavani, docente di Teologia Morale Fondamentale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Beato Contardo Fer-rini di Modena.Come coniugare la flessibilità con la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro?“Leggo la flessibilità come

• laura solieri

Riprendiamo da Note Modenesi, periodico del centro culturale Ferrari, un’intervista con don Matteo Cavani, docente di Teologia Morale Fondamentale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose Beato Contardo Ferrini di Modena

Riflessioni sul lavoro

Gennaio al FerriniL ’Istituto di Scienze Re-

ligiose Ferrini, nel me-se di gennaio, diviene

sede e promotore di iniziative di dialogo e di approfondi-mento. Per alcuni giorni sarà ospite dell’Istituto, presso il Seminario, il professor Nicho-las Sagovsky, sacerdote angli-cano e teologo dell’Abbazia di Westminster. È membro dell’Arcic (la Commissione Internazionale Anglicana e Cattolica romana) e docen-te presso la Hope University. L’esperienza del dialogo ecu-menico in Inghilterra sarà oggetto di un suo approfon-dimento presso l’aula magna

Mercoledì 18 conferenza col professor Nicholas Sagovsky

dell’Istituto il giorno 18 gen-naio, alle ore 18.Questo appuntamento segnerà l’inizio dell’ottavario di pre-ghiera per l’Unità dei cristiani. Il giorno precedente, il prof. Sagovsky parteciperà alla con-ferenza del rabbino di Mode-na, in occasione della Giornata per l’approfondimento e lo svi-luppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che si svolge ogni an-no il 17 gennaio.Alla fine del mese di genna-io inizieranno le iscrizioni al nuovo semestre dell’Istituto.È possibile iscriversi a tutti i corsi che inizieranno con il nuovo semestre.

qualcosa di positivo, come un’elasticità che va necessa-riamente applicata tanto alla famiglia quanto al lavoro, per-ché oggi la vita della famiglia, per poter resistere, deve essere molto flessibile, e questa ca-ratteristica sarebbe interessan-te applicarla di più sul lavoro: è un ragionamento che non si

rifà solamente a una questione tecnico-numerica, ma è un mo-do di pensare. Ho l’impressione che oggi, spesso, la flessibilità si traduca in precarietà, gene-

rando un circolo vizioso, invece di generare un possibile circolo virtuoso che necessita di una riorganizzazione dei tempi. A mio parere le famiglie hanno dentro di loro la forza per fa-re questa riorganizzazione, ma serve più attenzione dall’esterno sui modi in cui oggi esse vivo-no. In questi discorsi si devono

investire soprattutto energie mentali perché quando si cerca di lavorare insieme io noto che le prospettive ci sono.Oggi il nostro Paese soffre

Don Matteo Cavani

troppo della mancanza di pro-spettive.E anche della mancanza del lavorare insieme…Il lavorare insieme è già una prospettiva: il problema è che ti senti lanciato in corsa ma gli altri sul lavoro sono avversari e non compagni, e questa è una cosa distruttiva.

Parlando di etica del lavoro e di etica del tempo libero, Angela Padrone nel libro “La sfida degli outsider”, conside-rando le due categorie di gio-vani e donne, afferma che per entrambi il “tempo per sé” è un concetto chiave e qualsiasi tempo di lavoro, per essere ac-cettabile, deve poter convivere con il tempo per sé. Entrambi i gruppi avvertono fortemen-te un bisogno di flessibilità, di senso e di innovazione nel rapporto vita e lavoro…

Un commento a questa affer-mazione.Innanzitutto ci si deve chiedere cosa si può fare affinché il tem-po per sé sia anche il tempo per gli altri, e se esista una dimen-sione di interiorità che unifichi questi due aspetti che spesso si credono erroneamente contrap-posti. Questo discorso vale sia

in un’economia di mercato che in un’economia familiare: il ma-rito e la moglie, ad esempio, non fanno tutte le cose insieme ma esiste un modo di fare le cose da soli in cui però senti che l’altro è con te e questo fa la differenza. In secondo luogo, il lavoro non deve essere lo scopo della vita e contemporaneamente uno non può nemmeno vivere il lavoro come un’alienazione della vita. Qui mi collego al discorso del tempo libero o del tempo per sé che non deve diventare il tem-

po per recuperare ciò che “ho perso” perché sono stato male mentre ero al lavoro e allora quando esco voglio fare quello che mi pare. In questa dinami-ca, la chiave di volta sta nell’in-teriorità della persona che deve essere sempre presente, nell’at-tività lavorativa come nel tempo libero, che a sua volta non deve essere più considerato come un tempo di ripiegamento su se stessi, guidato dal costrutto mentale “se sono stato alienato allora recupero l’alienazione”: questa scissione diventa molto pericolosa anche economica-mente, perché succede che uno tutto quello che guadagna dopo lo spende e questo genera una dinamica terribile. Occorre una sintesi interiore. Il tempo per sé deve essere un tempo per col-tivare una dimensione interiore, e in questo processo è fonda-mentale un collegamento con la dimensione culturale, e cioè con una dimensione di istanza formativa che uno deve ave-re sempre presente a sé stesso. È l’educazione alla cultura che vince l’alienazione perché va a risvegliare una dimensione che è propria dell’uomo, quella del-la dignità. Tempo per sé quindi non in senso individualistico ma personale.

Una calda primavera spagnola

Si parte il 6 aprile e si torna il 9 per una cal-da Pasqua spagnola con il Cta, destinazio-

ne: Barcellona. Una metropoli latina dalla storia millenaria, in cui spostandosi a piedi avvolti dall’accogliente clima mediter-raneo si possono scoprire rovine romane, resti della città medie-vale o quartieri del modernismo catalano. Ma, a rendere la capi-tale della catalogna meta ambita dai turisti di tutto il mondo, non è soltanto la sua cultura e nem-meno la sua arte, è soprattutto la sua atmosfera. Quello che si respira per le sue strade è infatti una vitalità e un multiculturali-smo senza eguali. Il programma proposto dal Cta intende con-durre i propri viaggiatori dentro a tale atmosfera, lasciando per-tanto loro una grande libertà di movimento ed esperienza. Per il

Mercoledì 18 conferenza col professor Nicholas Sagovsky

Pasqua con il Centro Turistico Acli

primo giorno si prevede trasfe-rimento in pullman da Modena all’aeroporto di Milano Linate, volo per Barcellona con Alita-lia e sistemazione in hotel. Nei giorni successivi la giornata ini-zia con colazione a buffet e vi-sita guidata di Barcellona e, nel

Le proposte 2012

Il nuovo anno inizia alla grande con il Cta e tutte le sue nuove proposte. Alcuni viaggi sono già stati presentati nei numeri passati, forniremo nelle prossime settimane

tutte le altre informazioni.15 gennaio: Firenze19 febbraio: Genova17 marzo: MilanoDal 6 al 9 aprile: Barcellona22 aprile: RiminiDal 28 aprile all’1 maggio: ViennaA maggio: Peschiera-Mantova in biciclettaDal 2 al 3 giugno: Le Grotte di FrasassiDal 23 al 30 giugno: Olanda in bicicletta e barca

pomeriggio, visite individuali, shopping, escursioni e cena in hotel. Il rientro è previsto per il quarto giorno sempre con volo Alitalia.Per info e prenotazioni: tel. 331 3511454, [email protected], www.aclimodena.it/cta.

Page 7: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

7Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Il Natale nella ‘terra delle Aquile’ di una ragazza di Zocca, volontaria a Gomsiqe, nella diocesi di Sapa

Incontrare Gesù in Albania

Il 26 dicembre io con Sil-via, Valentina, Caterina (volontarie della Casa della Carità), la famiglia

Guccini con papà Davide, mamma Morena e due dei lo-ro cinque figli, Beatrice e Gio-vanni Paolo, e il superiore delle Case della Carità, don Romano, siamo partiti per un campo in Albania, più precisamente pres-so il villaggio di Gomsiqe. Ad accoglierci abbiamo trovato don Stefano e Maurizia che vi-vono stabilmente alla missione, don Giordano, che era andato solo qualche giorno per aiutare in occasione delle festività e tre ragazzi del servizio civile: Da-niele, Enrico e Leo. La missione della diocesi di Reggio Emilia è stata aperta stabilmente nel 2002, ma già dal 1992 alcuni sacerdoti reggiani portavano con i tir generi alimentari e ve-stiario per sopperire ad alcune necessità della popolazione, ma soprattutto per ascoltare il do-lore di un popolo che ha subito dominazioni da sempre e che per 50 anni (fino circa al 1990) è stato vittima di una dittatura che ha tolto loro ogni libertà

• chiara tonioni

Missioni, l’esperienza

umana e re-ligiosa, tanto che cattolici, ortodossi e islamici ve-nivano im-prigionati e torturati per il semplice fatto di pro-fessare una religione.Forse è sta-to proprio il racconto di questa storia di sofferen-za che mi ha fatto decide-re di partire per l’Alba-nia? Ero stata due anni fa un mese in Tanzania e per la mia forma mentis la classica missione era in Africa, in Brasile o in India. E allora come mai mi si era aperta proprio questa strada per un campo in Albania? Ma co-me sappiamo a volte il Signore prepara delle belle sorprese nel nostro cammino…La sorpresa più bella è stata l’a-ver trovato Gesù nelle persone che ho incontrato, nella loro ospitalità, nella loro semplicità, nel freddo che c’era nelle case e nelle chiese, nello sguardo pro-fondo dei bambini, nel volto se-gnato dal passato degli anziani, nella condivisione del pane sul-la tavola, del Pane della Parola,

del Pane Eucaristico e del Pane dei Poveri con tutte le persone che ho incontrato e con quelle con cui ho condiviso la casa nel-la missione. Tutto questo mi ha permesso di vivere più profondamente il mi-stero del Natale, di quel Bam-bino che nasce al freddo, viene deposto in una mangiatoia e che proprio attraverso questa semplicità, povertà e sofferenza mostra l’amore di Dio per noi. L’apertura della Casa della Carità nella diocesi di Sapa nel prossimo settembre segna un’altra tappa importante per la missione e questi giorni tra-scorsi in Albania avevano lo

Al centro Chiara Tonioni

scopo di continuare a “prepa-rare il terreno” affinché fosse compreso più profondamente il dono racchiuso nel povero

che incontriamo. I primi tre giorni sono stati belli e intensi, trascorsi anche a contatto con i giovani della parrocchia che già da diverso tempo hanno iniziato con il loro parroco don Simon e con i missionari reg-giani un cammino per scoprire sempre più l’amore di Dio che si rivela nei tre pani: della Pa-rola, dell’Eucaristia e dei Poveri, ciò che nella Casa della Carità si può toccare con mano ogni momento. Tutto questo in fon-do è mettere in pratica il Van-gelo, è quanto possiamo “vedere e toccare” prima di tutto dentro di noi se accettiamo di vedere la nostra povertà interiore, se ci lasciamo guarire e riempire dell’amore di Dio per guardare poi ogni persona sempre più con gli occhi della Carità, così

come è stato per noi.Mi è piaciuta molto anche que-sta provocazione che è emersa da questi incontri e cioè: “le no-

stre parrocchie vivono questo? Perché se manca il Pane della Carità dei Poveri non celebria-mo veramente fino in fondo l’Eucaristia”. Questo mi ha aiu-tato a pormi qualche domanda in più sia a livello personale che a livello di Chiesa. Gli altri giorni siamo andati nei vari villaggi della missione per la celebrazione delle messe e per incontrare i parrocchiani, ed anche questo è stato un bel momento di condivisione. So-no consapevole del fatto che la missione è anche in Italia, nel-le nostre parrocchie, ma credo che una esperienza di missione, seppur breve, possa far allargare gli orizzonti e portare un fer-mento nuovo nel vivere il Van-gelo anche nelle nostre realtà quotidiane.

Ringrazio il Signore per questo dono che mi ha fatto con questo campo e sicura-mente d’ora innanzi l’Alba-nia, con la sua storia e la sua gente, sarà nel mio cuore e nelle mie preghiere.Grazie anche a chi mi ha accompagnato nel vivere questa esperienza impor-tante, a Francesco del cen-tro missionario modenese, alla diocesi e all’ufficio mis-sionario di Reggio Emilia che mi hanno permesso di partecipare a questo campo,

a don Romano, a suor Cristiana e suor Katia e a tutti coloro con cui ho condiviso questo piccolo pezzo della mia vita.

Primo intervento pubblico in città del Sottosegretario mo-denese al Ministero del lavoro e politiche sociali, Maria Cecilia Guerra, Giovedì 12 gennaio, alle ore 18, al Pa-

lazzo Europa, intervistata dal direttore di TRC, Ettore Tazzioli, su «Crisi economica e futuro del welfare». L’iniziativa avviene nell’ambito del ciclo di incontri «Discorsi sulla disuguaglianza 2011-2012», realizzato - con largo seguito di partecipanti - dalla Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali.

Crisi economica e welfareFondazione Gorrieri

Sabato 14 gennaio l’Associazione Italiana Sclerosi Laterale Amiotrofica, sezione di Modena, inaugura un nuovo spazio di cura e di riabilitazione. L’iniziativa, che avrà inizio alle

10.30 e sarà patrocinata dal Comune di Modena e realizzata gra-zie al contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Mode-na. Gli ambulatori sono alla Casa della Solidarietà (in via Santa Caterina 120/3), scelta che aggiunge coerenza al progetto di un luogo dedicato al lavoro e all’incontro di associazioni operanti nell’ambito della disabilità. Le attività aggiuntive sono incentrate sulla fisioterapia per attività motoria e occupazionale, allo scopo di migliorare e rendere più consapevole e proat-tiva la vita degli ammalati e dei famigliari coinvolti. Interverranno all’evento l’Assessore alle Politi-che Sociali, Sanitarie e Abitative Francesca Ma-letti, Andrea Landi, Pre-sidente della Fondazione Crmo, Giuseppe Caroli e Cinzia Zanoli per l’A-zienda Usl di Modena e il presidente naziona-le dell’Aisla, il primario Mario Melazzini.

Sla, nuovo spazio a ModenaModena

• laura solieri

Il Consiglio di Amministrazione della Banca popolare dell’Emi-lia Romagna ha deliberato all’unanimità la cooptazione in Con-siglio del dott. Luigi Odorici e la sua nomina ad Amministratore

delegato. Odorici, che mantiene la carica di Direttore Generale, è modenese; laureato in Economia e Commercio, è entrato nel 1973

nell’allora Banca Popolare di Mo-dena; ha quindi assunto incarichi di crescente responsabilità prima in Banca popolare dell’Emilia Romagna e poi in una Banca dell’omonimo Gruppo bancario; siede inoltre, in rappresentanza della Banca, nei Consigli di Am-ministrazione di diverse società, controllate e partecipate. Nell’oc-

casione il CdA ha inoltre deliberato la costituzione di un Comitato Strategie, alla cui Presidenza è stato designato Giuseppe Lusignani. “La nomina di Luigi Odorici” – dichiara il Presidente Ettore Ca-selli – “si pone in linea di continuità con il lavoro sviluppato negli ultimi anni dall’Amministrazione della Banca e valorizza una risorsa che gode di ampia considerazione per le sue indiscusse competenze professionali e per la sua profonda conoscenza del nostro Gruppo bancario”. “Ringrazio il Consiglio di Amministrazione per la fiducia che mi ha accordato – dichiara Odorici –. Lavoro da oltre 35 anni in questa Banca e ho partecipato al processo di costruzione e di con-solidamento del nostro Gruppo bancario che rappresenta oggi una delle realtà più affermate a livello nazionale”.

Odorici amministratore delegato

Bper, il successore di Viola

Notizie in breve

Page 8: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

8 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Gli ingredienti della gioia

Il grande p r e s e p i o d i s e g n a -to dalla

superiora suor Maria Grazia che campeggia alle spalle del palco, i clown, i cantastorie e le danzatrici, la ‘Strana coppia’ di Radio Bruno a tenere le fila dello spettacolo e ad animare la platea, le suo-re felici per la straordinaria riuscita del pomeriggio, i bambini (tantissimi e sorri-denti) e, ciliegina sulla torta, la presenza calda e affettuosa del vescovo. Ingredienti per una festa davvero gioiosa, la ses-santesima edizione della ‘Festa dei presepi e degli alberi di Natale’ propo-sta dalle Piccole sorelle di Gesù Lavoratore per le famiglie delle perso-ne visitate dalle suore ‘di don Galasso’ sui posti di lavoro. Tradizionale la fe-sta post natalizia, che si è svolta al Forum Monzani di Modena, come tradi-zionali sono i campi esti-vi a Sant’Andrea Pelago che hanno coinvolto, e continuano a coinvolge-

L’appuntamento con la festa dei presepi e degli alberi di Natale delle Piccole sorelle di Gesù Lavoratore, ospite d’onore mons. Lanfranchi

• Paolo segheDoni

Lo spettacolo al Monzani

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re, generazioni di ragazzi. “Il festeggiato è Gesù e ci te-niamo a far sì che i bambini siano sempre più suoi amici – spiega suor Maria Grazia – e per questo rinnoviamo questo appuntamento rivolto

ai genitori che avviciniamo negli ambienti di lavoro: qui ci sono il direttore di azien-

da e chi fa le pulizie, tutti uniti in un grande abbraccio di amore. E c’è anche, come sempre, il vescovo: è impor-tante perché lui è il Pasto-re della nostra Chiesa e noi gli vogliamo molto bene. La

sua presen-za è davvero p r e z i o s a ” . I bambini e i ragaz-zi, davvero n u m e r o s i come tanti erano geni-tori, nonni e parenti, so-no stati in-t r a t t e n u t i a p p u n t o dalla Stra-na coppia, ma anche da

narratori, dai pagliacci, da ragazze che hanno ballato e cantato. E al vescovo sono

state riservate alcune sorpre-se. Mons. Lanfranchi ha par-lato della gioia del Natale e ha salutato i bambini in mo-do particolare, oltre a ringra-ziare le suore per il lavoro che svolgono. E al vescovo è stata donata una stola viola (“da portare ai Martedì del Vesco-vo di Quaresima e Avvento” ha detto la giovane Cecilia), oltre a un grande pacco pieno di regali per bambini che non hanno ricevuto doni e che proprio mons. Lanfranchi provvederà a destinare.Un regalo è stato fatto anche alla cugina del vescovo, An-gela, presente alla festa e de-finita un vero “angelo custode per il nostro vescovo”. In de-finitiva un pomeriggio molto bello, con una festa ricca di musica, di gioia e di doni.Perché l’atmosfera e la sere-nità del Natale non si perda una volta tornati al lavoro.

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9Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Scuola /ora di religione

Un’ora di pieno valore

Nel periodo in cui, entro il prossimo febbraio, le famiglie e gli studenti mo-

denesi devono compiere l’iscri-zione alle scuole secondarie di primo e secondo grado (medie e superiori) è chiesto loro di sce-gliere anche in ordine alla facol-tà di avvalersi dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali. Una scelta che, al di là delle iscrizioni nelle scuo-le di ordine superiore, interessa anche gli alunni che frequenta-no le scuole primarie (elemen-tari) e quelle dell’infanzia. L’insegnamento dell’ ora di re-ligione nella Scuola italiana è una preziosa opportunità cultu-rale ed educativa perché guida i ragazzi a scoprire le radici della storia, dell’arte e della cultura; li aiuta a rispondere alle domande di senso che tutti - appartenenti ad ogni popolo, cultura e religio-ne - portiamo nel cuore: “Chi sono io? Da dove veniamo? Che senso ha la vita? Perché esiste la morte? Cosa c’è dopo la morte? Come affrontare la vita? Co-sa c’entrano gli altri con me?”. Una ragazza o un ragazzo che impara ad affrontare le grandi domande della vita, vivrà in mo-do molto più sereno i momenti della crescita. Non solo: se sco-pre il perché di quello che fa e di quello che vuole essere, se impa-ra ad avere uno scopo nella vita, se ha capito che tutta l’esistenza è un cammino di ricerca, allora

La scelta dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole statali: per famiglie e studenti tempo di decisioni la vita appare nella sua bellezza

e lo studio, la cultura sono l’oc-casione per compiere questo itinerario. Inoltre in una realtà sempre più multi-culturale e multi-religiosa è importante che i ragazzi e i bambini conoscano bene le tradizioni, la cultura e la religione che ha segnato le radici dell’Italia dove vivono per essere capaci di dialogo con tutti. Per

questo durante l’ora di religio-ne si conoscono anche le altre culture e religioni per educare i nostri ragazzi a confrontarsi, dialogare e rispettare ogni per-

sona.Nell’invito a optare per la scelta dell’ora di religione, la presidenza della Conferenza episcopale ita-liana, rivolgendosi direttamente agli studenti e alle loro famiglie ricorda che “si tratta di un ap-puntamento di grande respon-sabilità perché consente, a voi studenti, di riflettere sulla validi-tà di tale proposta e di decidere

personalmente se farne risorsa per la vostra formazione e, a voi genitori, di ponderare le possi-bilità educative offerte ai vostri figli.

Così nelle scuole modenesiDurante l’anno scolastico 2010-2011, nelle scuole

presenti nel territorio della diocesi di Modena-Nonantola (esclusi quindi gli istituti scolastici del

territorio della diocesi di Carpi, di Sassuolo e Prignano che sono in diocesi di Reggio e di Castelfranco Emilia che ap-partiene alla diocesi bolognese) l’insegnamento della reli-gione cattolica è scelto dalla maggioranza delle famiglie e degli studenti. Le percentuali più alte si registrano nella scuola primaria di primo grado (elementari) con l’85,75 per cento di alunni che seguono l’ora di religione; vengono poi le scuole secondarie di primo grado (medie) con una percentuale dell’83,90 per cento, le scuole dell’infanzia con l’82,90 per cento e le scuole secondarie di secondo grado (superiori) con una percentuale del 67,51 per cento di stu-denti che hanno scelto l’ora di religione.Qualche curiosità ulteriore: la percentuale più elevata per le elementari si registra nel circolo Formigine 1, con il 92,84 per cento, mentre quella più bassa appartiene all’ottavo cir-colo di Modena.Le medie in cui l’ora di religione è stata scelta da più fa-miglie e studenti sono quelle di Pievepelago, con il 97,10 per cento (valore in assoluto più alto tra le scuole di tutta la provincia) mentre la percentuale più bassa di adesio-ne è quella delle Cavour/Calvino di Modena. Nelle scuole dell’infanzia il picco si raggiunge a Castelvetro con il 94,09 per cento, mentre la percentuale più bassa è quella che si registra nel 6° circolo di Modena con il 70,31 per cento. Infine, le scuole superiori, quelle forse più significative in quanto la scelta di avvalersi dell’ora di religione è compiuta in un’età scolare particolarmente significativa, nell’età che intercetta il non facile periodo dell’adolescenza: qui la per-centuale più alta, il 90,20, si registra al liceo Morandi di Fi-nale Emilia, mentre quella più bassa tocca all’istituto Selmi di Modena con il 70,03 per cento.La scuola in cui, in provincia di Modena, l’ora di religione è scelta dalla minoranza degli studenti è l’istituto Vallauri di Carpi, con il solo 32,27 per cento.

La Chiesa è dalla vostra parte, si fa carico di ogni vostra fatica, vuole offrirvi il supporto della sua bimillenaria esperienza a servizio dell’uomo e delle sue più profonde aspirazioni, vuole aiutare voi studenti, attraverso l’opera di insegnanti professio-nalmente competenti e spiri-tualmente motivati, a leggere e interpretare la cultura letteraria, artistica e storica in cui siete nati e cresciuti, o dove siete approda-ti in seguito a scelte di vita o a esodi forzati. L’insegnamento della religione cattolica è una disciplina che tiene viva la ricer-ca di Dio, aiuta a trovare rispo-ste di senso ai “perché” della vita, educa a una condotta ispirata ai valori etici e, facendo conoscere il cristianesimo nella tradizione cattolica, presenta il Vangelo di Gesù Cristo in un confronto sereno e ragionato con le altre religioni”.Il testo della segreteria della Cei conclide affermando che “nel cuore di una formazione istituzionalizzata come quella della scuola, in continuità con la famiglia e in preparazione alla vita sociale e professionale, l’insegnamento della religione cattolica è un valore aggiunto a cui vi invitiamo a guardare con fiducia, qualunque sia il vostro credo e la vostra estrazione cul-turale. In forza delle sue ragio-ni storiche e della sua valenza educativa, esso è di fatto capace di proporsi come significati-va risorsa di orientamento per tutti e di intercettare il radicale bisogno di apertura a dimensio-ni che vanno oltre i limiti dell’e-sperienza puramente materiale”.

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10 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Una Casa per fare comunità

Nascerà, quasi certa-mente entro il 2012, a Sorbara di Bom-porto la Casa della

legalità, con un finanziamento al 50% della regione Emilia Ro-magna, nell’ambito delle azioni per la diffusione della cultura della legalità. Il progetto è uno dei 14 finanziati attraverso la legge regionale (3/2011) contro il crimine organizzato.Il progetto di Bomporto assu-me un significato particolare: lo scorso 30 aprile infatti, in un ap-puntamento pubblico, sindaco

e cittadinanza avevano chiesto conto della presenza sul territo-rio di Luigi “Brutos” Coppola. La risposta non è ancora arri-vata, né dal Parlamento né tan-tomeno dal Tribunale di Santa

Nascerà entro l’anno questa struttura per dare concretezza alla cultura della legalità e della formazione.Parla il sindaco di Bomporto

• MariaPia cavani

Cultura della legalità

Maria Capua Vetere, chiamato ad esprimesi sulla questione.“In quell’occasione – ci racconta il sindaco Alberto Borghi - Si-monetta Saliera, vicepresidente della Regione, mi ha spinto a dare concretezza all’idea di una Casa della legalità, uno spazio fisico, luogo di diffusione della cultura del rispetto delle regole e della convivenza, per tutta la co-munità: giovani, sia nella scuo-la che nel tempo libero, adulti, anziani, operatori economici. Il progetto è stato elaborato in-sieme alla cooperativa Laser, con cui avevamo già collaborato per altri servizi educativi, che ha collegamenti col Gruppo Abe-le. Il finanziamento permetterà sia di acquistare il prefabbricato che di svolgere i primi due anni di attività. Siamo alla ricerca del restante 50% dei fondi, per rea-lizzare entro l’anno il progetto”.La Casa è un progetto speri-mentale, per la nostra regione. “Nel nostro territorio – prose-gue Borghi – la cultura di comu-nità si costruiva fino a 30 anni fa con la condivisione della vita, della formazione e degli spa-zi. Adesso la maggior parte dei residenti è nata altrove e risiede qui da poco: per questa ragione servono nuovi modi per creare coesione sociale, aggregazione, cultura della comunità, per non dare manodopera alla crimina-lità. Il paese ha bisogno anche di un luogo simbolico, dedica-to alla legalità, che sia spazio di incontro e condivisione. So che non possiamo bloccare, con questo solo strumento, i grandi flussi di denaro, il riciclaggio, ma possiamo contrastare il cresce-re ed il diffondersi dell’indiffe-renza, stimolare il rifiuto della mentalità mafiosa che abbiamo conosciuto fino ad ora. Gli stru-menti di contrasto, quelli che

hanno evitato fino a qui il radi-camento, fanno parte del nostro Dna ed è necessario condivi-derli con chi vive qui da meno tempo. Vogliamo continuare ad essere comunità solidale, chi è nato qui, insieme a chi ci vive da poco. Vogliamo che tutti i re-sidenti partecipino alla vita del paese, lo sentano proprio, indi-pendentemente dal luogo in cui sono nati. La Casa ci serve per scommettere sulla nostra co-munità; vogliamo acquisire gli strumenti per capire le mafie oggi, più subdole e sofisticate, per rispondere, anche attraverso nuovi strumenti, alle sfide che la criminalità lancia oggi”.

Alberto Borghi

Alla tenda, schiaffo alla mafia

Alla Tenda di viale Molza nel mese di gennaio, sono pro-tagoniste la condanna della presunzione e dell’arroganza, anche di stampo mafioso e il dovere della memoria. Ve-

nerdì 27 gennaio la Tenda celebra infatti la Giornata della Me-moria con lo spettacolo “Progetto memoria: andata e ritorno”del regista di Antonio Capasso. Poi la rassegna su racconti di uo-mini e di mafia registra un appuntamento di punta che vede Ga-etano Alessi presentare il report “Le mafie in Emilia Romagna”, dossier a cura degli studenti delle Facoltà di Scienze politiche e Giurisprudenza a conclusione del primo Laboratorio di gior-nalismo antimafia. Dal 12 lo spazio espositivo ospitala mostra fotografica “Giocando un sogno” di Andrea Damiano. Diverse anche le novità in programma. Il 19 gennaioprende il via il ciclo di aperitivi a cura del gruppo Albachiara per informarsi e conoscere in vista della Giornata della Memoria. Il primo incontro propone un aperitivo a base di prodotti enoga-stronomici delle cooperative Libera Terra e a seguire la proie-zione del documentario “Schiaffo alla mafia” di Stefania Casini. Venerdì 13 gennaio alle 21.30 gli incontri con l’autore a cura dell’associazione L’Asino che vola propongono “Nella città di cemento” di e con Roberto Valentini che conversa con Stefano Ascari. Il racconto criminale ambientato nella provincia mode-nese, solo in apparenza tranquilla, si sviluppa come in un flash back dove il giornalista Carlo Castelli, indagando sulla morte di un muratore romeno, si trova a dover decifrare connivenze fra il mondo dell’edilizia locale e la malavita organizzata.

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11Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Vista la situazione di crisi diffusa nel Pa-ese non pretendia-mo che le modalità

del Servizio civile non siano oggetto di discussione, ma vo-gliamo chiarezza, subito. Non vogliamo credere che lo Stato non sia in grado di stabilire un calendario chiaro e preciso, non possiamo accettare che il

Ministero non sia in grado di programmare il 2012 e di guardare più avanti di qualche mese”.Sono le parole che i giovani selezionati per il Servizio civile 2012 in provincia di Modena hanno scritto in una lettera per il ministro alla Coopera-

I ragazzi, spazientiti,scrivono al ministro

Da Modena una lettera al ministro Andrea Riccardi per sollecitare la programmazione del calendario 2012

Giovani

“ zione internazionale Andrea Riccardi, a seguito dei tagli agli stanziamenti nella mano-vra finanziaria del Governo. I ragazzi e le ragazze selezionati che non lo hanno ancora fat-to potranno firmare la lettera recandosi all’Ufficio relazioni con il pubblico del Comune di Modena in piazza Grande (dal lunedì al venerdì 9-13, lu-

nedì, martedì, giovedì, venerdì 15-18.30, sabato 9.30-12.30), dove ha sede anche il Copresc. Le firme raccolte verranno consegnate al ministro nelle prossime settimane.“Dal momento che siamo i di-retti interessati della decisione da parte dell’Ufficio statale di

“Non ci sono soldi”: è vero? Sono 139 i giovani modenesi che il bando nazionale per la selezione di giovani dai 18 ai 28

anni prevedeva di impiegare nei 28 progetti di servizio civile proposti da 21 enti accreditati di Modena e provincia. Sono questi i ragazzi che hanno visto slittare in avanti l’avvio del servizio

a data ancora da definire. Intanto, dal Centro servizi per il volontariato di Modena si apprende che “ancora nessuna notizia ufficiale arriva dal Copresc (il Coordinamento provinciale degli enti di servi-zio civile di Modena) ma, purtroppo, la voce ormai inizia a circolare con sempre maggiore insistenza: nel 2012 il servizio civile sarà costretto a prendersi un anno sabbatico, per poi tornare, forse, in tempi migliori. I fondi del 2012, infatti, serviranno quasi tutti a permettere l’avvio dei volontari del bando 2011, la cui partenza è stata posticipata (forse) a gennaio”. Il taglio al bando 2011 arriva dopo che già il Fondo nazionale era stato ridotto da 113 milioni di euro a 68, un calo del 39 per cento inspie-gabile, dato l’aumento costante di richieste, da parte dei giovani, di prendere parte al servizio civile volontario: solo nel modenese nel 2011 sono stati 613 i giovani che si sono candidati - per appena 139 posti disponibili - a fronte delle 526 candidature dell’anno scorso (per 145 posti disponibili). “E’ una mancanza di rispetto nei confronti dei giovani - commenta il presidente del Coordinamento provinciale degli enti di servizio civile di Modena, Fabio Poggi - lo slittamento degli avvii compor-terà infatti quasi di certo un aumento del tasso di rinunce. Il Governo, con questo taglio a bando aperto, non solo ha cambiato le carte in tavola portando malcontento tra i giovani e tra gli enti accreditati, ma ha anche creato i presupposti per numerosi disagi che ci saranno nel dover ricontat-tare tutti i ragazzi per chiedere nuove disponibilità di tempo o una nuova riapertura del bando nel caso si liberino posti”. A queste considerazioni si aggiungono, ancor più amare, quelle espresse dal centro Servizi per il volontariato: “Si dice spesso che i giovani non hanno più valori, che sono allo sbando, superficiali e poco propensi ad impegnarsi... certo è che quando decidono di farlo non gli si dovrebbero tarpare le ali”. E tutto questo accade mentre per le spese militari (vedi anche la recente polemica sull’acquisto dei 131 caccia F35 da parte dello Stato italiano per un valore che si aggira sui 15 miliardi di euro…) non sono previste riduzioni dei capitoli di spesa. E’ vero che non ci sono soldi?

Aspettando già la prossima estateCooperativa articolo 41: bilancio del secondo anno di attività al Parco Amendola

• MariaPia cavani

La Cooperativa Ar-ticolo 41, una creazione di Anima-tamente e Modena

Terzo Mondo, ha concluso la sua seconda stagione di at-tività al parco Amendola, per la gestione dell’animazione e del ristoro. Alessandro Fari-na, il referente, condivide con Nostro Tempo considerazioni e riflessioni sull’attività di questo soggetto “nuovo” nel panorama dell’animazione modenese.“Nella prima stagione – dice Alessandro – avevamo consi-

derato pienamente raggiunti soprattutto gli obiettivi etici ed educativi alla base del no-stro lavoro, come la legalità e la regolarità delle prestazioni d’opera. Insieme a questo, la soddisfazione di frequentato-ri del parco ed istituzioni del territorio, la bella atmosfe-ra che si respirava, sono stati segnali che ci hanno incorag-giato a proseguire. Nel 2010 l’obiettivo del pareggio di bilancio era più lontano. Per questo abbiamo chiesto aiuto a un bravo consulente il quale ci ha indirizzato a una miglio-re gestione del personale, della politica degli acquisti e di ana-lisi dei costi delle animazioni. Quindi, oltre agli obiettivi etici, il 2011 ci ha permesso di raggiungere anche quelli economici”. Tutto questo senza dimen-ticare che gli artisti lavorano, non sono puri volontari, e me-ritano, come gli operatori del bar, un giusto compenso per il loro impegno. “La stagione – prosegue

Alessandro – è stata lunga e soddisfacente: 5 mesi e mezzo di serate, incontri e spettaco-li, con un controllo attento e costante, una mentalità im-prenditoriale sana, grazie alla quale una parte considerevole dell’utile di gestione ha finan-ziato l’animazione. E’ davvero importante uscire dalla logica per cui chi opera in un’atti-vità artistica o sociale debba ricevere compensi di serie B. L’operatore va distinto dal volontario, anche se sono en-trambi necessari.Il lungo periodo ci ha permes-so di caratterizzare sempre più il parco come luogo di incon-tro per la città: la Settimana dell’educazione, Fraternamen-te, anteprima del Festival fran-cescano, e il Busker festival hanno mostrato un parco fru-ibile davvero da tutte le realtà del nostro territorio. Forse è per questo che Circoscrizio-ne 3, che ringraziamo, è tra i nostri più convinti partner e sostenitori. Questo ci fa con-siderare raggiunto anche l’ul-

teriore obiettivo iniziale di una buona relazione con le istituzioni”. Grande novità, ri-spetto al 2010 è stato il Busker festival, non solo per Loving Amendola, ma per tutta la cit-tà. “Una sfida grande - sorride Alessandro - forse più di quel-

lo che avremmo immaginato all’inizio. Oltre duecento vo-lontari e 400 artisti che hanno contribuito, dai più celebri ita-liani e stranieri, ai più giovani locali, al successo dell’evento. Una sfida che osiamo definire vinta. Modena ha apprezzato

dilazionare l’avvio del servizio a seguito del minore finanzia-mento del Fondo nazionale, riteniamo necessario far sen-tire anche la nostra voce sulla

questione”, scrivono i ragazzi. “Non è accettabile non sape-re quando si inizierà, con un lasso di tempo di 10 mesi da gennaio a ottobre, perché la-

sciarci in questa condizione di precarietà è irrispettoso nei nostri confronti, come lo sarebbe in qualsiasi conte-sto lavorativo e non. Non è

accettabile – recita ancora la lettera – perché significa con-siderarci cittadini di seconda classe e calpestare la nostra scelta di metterci al servizio dello Stato”. I giovani del Ser-vizio civile dichiarano di non poterselo permettere, “perché la nostra è una generazione cresciuta in una giungla, in un mondo veloce in cui le occa-sioni sono poche e vanno pre-se al volo. Perché alla nostra età 10 mesi possono e devono fare la differenza; ogni scelta può condizionare in maniera irreparabile il nostro futuro e noi dobbiamo essere messi in condizione di poter scegliere in coscienza e libertà, di pro-grammare questo nostro 2012. Chiediamo forse molto?”, proseguono. “La nostra condi-zione è lo specchio di una si-tuazione di precarietà in cui si trova la grande maggioranza dei giovani del nostro Paese, anche quelli che non hanno nulla a che fare con il Servizio civile, e crediamo che un se-gnale da parte vostra sarebbe dovuto e necessario: perché il nostro è solo un caso, ma dopo tante parole spese sull’impor-tanza di noi giovani è giunto il momento di vedere anche dei fatti”, conclude la lettera.

la manifestazione e siamo al-la ricerca di nuovi partner per una migliore organizzazione della prossima edizione”.Insomma, la sfida è stata su-perata sotto ogni aspetto: at-tendiamo il programma per la stagione 2012.

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12 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Giovedì 19 gennaio alle ore 21 al Centro Famiglia di Na-zareth, terzultimo appuntamento con ‘Incontrocorrente’ promosso dal settore giovani di Azione Cattolica. Il tema

di questo incontro è molto delicato, il titolo è ‘Di chi posso fidar-mi?’ e si parlerà infatti degli scandali nella Chiesa a cominciare da quello della pedofilia. Naturalmente questa serie di incontri proposti dai giovani di Azione Cattolica vogliono cercare di fare unione tra la quotidianità di tanti giovani e la strada indicata dalla Chiesa. Il tentativo è di far dialogare e di dare strumenti per rendere ragione della propria fede e dell’adesione al Vangelo anche di fronte alle do-mande scomode che i giovani si sentono di presentare, il tutto per provocarsi reciprocamente e per una crescita comune nella sequela di Cristo. Seguirà il 9 febbraio l’incontro ‘Ma tu da quale prete vai?’ e il primo marzo l’ultimo appuntamento che sarà un botta e risposta con mons. Antonio Lanfranchi.

Torna ‘Incontrocorrente’

Case di Dio,ospedali degli uominiCome e perchè gli ospedali sono nati in occidente: incontro con Francesco Agnoli

Agli ospedali siamo tutti abituati. Dia-mo per scontato che ogni città ne abbia

almeno uno, ma difficilmente ci si chiede in quale cultura hanno visto la luce, prima di diffondersi in tutto il mondo. Venerdì 13 gennaio alle ore 21 a Modena, presso la sala Bassoli del Forum Monzani, Francesco Agnoli, insegnante e collaboratore di Avvenire, che sull’argomento ha scritto un li-bro con prefazione di Giancar-lo Cesana, risponderà a questa e ad altre domande per chiari-re – alla luce della storia, della filosofia e della teologia – per-ché l’ospedale sia stato, come le università, un fiore splendido sbocciato dalla civiltà cristiana.

Azione Cattolica Giovani

Città

Modena e la crisiA Gesù Redentore un’incontro proposto da Azione Cattolica e Caritas parrocchiale

Venerdì 13 gennaio, alle ore 21 presso le opere parrocchia-li della parrocchia

di Gesù Redentore, Azione Cattolica e Caritas parroc-chiale propongono un incon-tro di approfondimento sui temi della crisi economica. ‘Modena e la crisi’ è il titolo scelto per un appuntamento che vedrà la presenza di due relatori: Claudio Arlati, di-rettore del centro studi regio-nale della Cisl che presenterà uno scenario della situazione

e Mauro Rebecchi, del Pro-getto Insieme, che presenterà questa proposta della Caritas diocesana in risposta alla crisi.L’incontro è, senza dubbio, molto attuale e interessante ed è proposto a tutti. Intro-durranno la serata i respon-sabili dell’Azione Cattolica e della Caritas, in chiusura sarà proposta la preghiera di affi-damento dell’Italia a Maria.

La parrocchia di Sant’Agostino, in collaborazione con i Giovani delle Acli, propone un percorso formativo per i giovani grandi. Il tema sarà il lavoro vissuto cristianamen-

te come pietra miliare per una società giusta nella quale l’uomo trovi il suo posto e si senta parte della società. L’obiettivo sarà un’importante riflessione che, a partire dai principi della Chiesa, riesca a fornire alle giovani generazioni gli strumenti per cogliere l’importanza sociale del lavoro per il miglioramento della società. Il prossimo appuntamento fissato in parrocchia sarà martedì 17 gennaio dalle 21 alle 22.30. Per info: www.talita-kum.net

Testimoni cristiani del lavoroI Giovani delle Acli a Sant’Agostino

Un ciclo di incontri di riflessione e approfondimento sui temi della vita dal titolo “Credere nell’Uomo, sperare nel Futuro” prende inizio su iniziativa della Circoscrizione 1 del Centro

Storico, giovedì 19 gennaio alle 21 presso piazza Redecocca. Il tema della serata sarà “Il lavoro di domani. Quale evoluzione del lavoro” con Alessandro Monzani dell’Ufficio diocesano Pastorale Sociale e Confcooperative, e William Ballotta, segretario provinciale Cisl.

Il lavoro di domani Riflessioni sul futuro: ciclo di incontri

E’ proposto per il quinto anno consecutivo nel salone sotto-stante la chiesa di via Fratelli Rosselli 160 a Modena un corso di apologetica.Il primo appuntamento è fissato per sa-

bato 21 gennaio dalle 16 alle 18 con il teologo e filosofo Giuseppe Barzaghi O.P. che affronterà il tema “Il mistero dell’unità e trinità di Dio: perché, come e quando dobbiamo parlarne a coloro che sono parte del nostro vivere quotidiano”. Sabato 4 febbraio dalle 15.45 alle 17.45 il vicario episcopale e direttore dell’Ufficio diocesano per il Servizio Biblico mons. Giacomo Morandi interverrà sul tema “Il “dio cattivo” dell’antico testamento: tra brani “impossibili” delle scritture e la nostra visione della sua giustizia e bontà. Una risposta a credenti e non credenti”. Sabato 18 febbraio, dalle 16 alle 18, Ma-rio Palmaro, filosofo del diritto, presidente del Comitato Verità e Vita tratterà dei “fondamenti catechetici della moralità delle azioni umane: condizioni, limiti, razionalità e riferimenti non discutibili affinché ogni agire del cristiano sia certamente retto”. Per parteci-pare agli incontri è richiesto un contributo di iscrizione di 15 euro per copertura spese.

Apologetica: un corsoParrocchia Spirito Santo

I giovani del Sert, il Servizio dipendenze patologiche dell’Azienda Usl, in base a una convenzione tra Circoscri-zione 2 e Azienda Usl, svolgeranno un tirocinio a servizio

del territorio circoscrizionale.Nel concreto si occuperanno di tenere pulite dai rifiuti in-gombranti le zone più degradate del quartiere e di distribu-ire materiale informativo. In base all’accordo il Sert metterà a disposizione della Circoscrizione 2 l’attività di tirocinio formativo offerto agli utenti del laboratorio di osservazione e orientamento al lavoro.I tirocinanti, le cui mansioni saranno individuate dal presiden-te della Circoscrizione, si occuperanno della manutenzione straordinaria di zone “sofferenti” del territorio, in particolare recupereranno i rifiuti ingombranti abbandonati e li porte-ranno alle isole ecologiche della città. Inoltre, ai ragazzi sarà affidata anche la distribuzione di materiale promozionale in occasione di iniziative o assemblee organizzate dalla Circo-scrizione.

Sert: tirocinio in quartiere Circoscrizione 2 per la pulizia della città

In tempo di crisi dall’amministrazione e dalle aziende cit-tadine arrivano spiragli di speranza: un percorso a soste-gno delle famiglie con figli appartenenti alle fasce delle

nuove povertà e ai titolari di family card disoccupati, che non percepiscono alcun sostegno al reddito derivante dalla sospensione o cessazione del rapporto di lavoro (per esempio indennità di mobilità o di disoccupazione) e che si trovano in uno stato di bisogno socio-economico documentato dall’at-testazione Isee, è stato promosso e coordinato dagli assessori alle Politiche sociali e alle Politiche economiche del Comune di Modena.Si tratta di 57 tirocini attivati nel 2011 da 35 aziende mode-nesi. Le persone assunte durante il progetto e con promessa di assunzione per il 2012 al termine del percorso sono 16, pari a più del 25%.I tirocini, della durata di tre mesi e rinnovabili una sola volta, hanno visto corrispondere un’indennità a carico dell’Ammi-nistrazione dai 350 ai 750 euro al mese a seconda del numero di ore settimanali e un intervento di sostegno da parte di educatori del servizio di inserimento lavorativo.

Stop al disagio economicoComune: tirocini formativi contro la crisi

Un seminario di approfondimento sulla qualità dell’acqua di Modena è fissato per il 12 gennaio dalle 16 alle 19 presso l’Aula Magna dell’Istituto

E. Fermi. Il seminario è coordina-to dall’Assessore Arletti e vede in qualità di relatori: Paola Borella, professore ordinario di Igiene, di-rettore del dipartimento di Scienze di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Modena e Reggio Emilia, Anna Maria Manzieri, di Arpa sezione provinciale di Mode-na, Roberto Menozzi e Francesca Romani, della gestione impianti Ciclo Idrico Hera Sot Modena, Armando Franceschelli, del Servi-zio Igiene degli alimenti e Nutri-zione, dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL Modena Per info e conferma di partecipazione: tel.: 0592034338/2390, [email protected]

L’acqua che beviamoSeminario sull’acqua di Modena

Page 13: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

13Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Presepe riciclato, il Natale verde di SorbaraOriginale iniziativa dei bambini del catechismo: un presepe costruito da loro con materiali di scarto

Natale nel rispetto dell’ambiente per la parrocchia di Sorbara. Nel pe-

riodo di Avvento i bambini del catechismo, aiutati da catechi-sti e genitori, hanno costruito un presepe con materiali ri-ciclati e di scarto, ottenendo un ottimo risultato finale. Un presepe povero, in linea con la crisi economica con cui tante famiglie si confrontano quo-tidianamente, ma nello stesso tempo ricco di valori e signi-ficati.Ai bambini è stato chiesto di portare i materiali riciclati (contenitori di plastica, rita-gli di stoffa, avanzi di botto-ni, vecchie passamanerie, etc.) per il confezionamento delle

Domenica 15 gennaio alle ore 12.30 presso i locali della par-rocchia di Villafranca di Medolla si terrà il rituale pranzo di sant’Antonio Abate, aperto a tutti, in onore dei tanti al-

levatori che ancora operano nella frazione medollese. Il menu, come vuole la tradizione, sarà a base di specialità locali preparate con cura e amore dai nostri maestri maialai e dalle nostre “super-razdore”. Come sempre, in queste occasioni, il ricavato sarà in parte devoluto a progetti di solidarietà in favore delle “nuove povertà” ed in parte al recupero dei beni artistici della parrocchia stessa. Per prenotare, è possibile contattare Nadia e Paolo al numero 0535/650067, don Da-vide 0535/53132 ([email protected]) o Iago al 348/8893588 ([email protected]).

Pranzo di solidarietà per Sant’Antonio

Villafranca

Pianura

statuine, poi sono stati crea-ti tanti gruppi quante sono le classi di catechismo ed ognu-na ha sviluppato i vari atteg-giamenti verso il Signore. Tra questi, alcuni avevano carattere negativo (il rifiuto o la sfidu-cia), altri positivo (la ricerca, la riconoscenza, l’accoglienza, la fiducia, la lode, la testimo-nianza, l’amore). Per ogni ti-po di atteggiamento, la classe con l’aiuto delle catechiste, ha cercato nell’Antico e nel Nuovo Testamento un per-sonaggio principale, più altri personaggi che hanno espresso un atteggiamento simile. I ra-gazzi hanno fatto una ricerca sulle Scritture e sintetizzato il significato del personaggio. Solo dopo questa prima fase teorica, i ragazzi sono passati alla pratica, confezionando le statuine con i materiali ricicla-ti restando fedeli a quello che dice la Bibbia nell’aspetto fisi-co, nell’abbigliamento e negli accessori. Il 18 dicembre, quarta e ultima domenica di Avvento, c’è stata la presentazione del presepe,

alla presenza di tutti i bambi-ni del catechismo e dei geni-tori. I bambini hanno sfilato a coppie portando all’altare il loro personaggio e recitando una formula, per poi posarlo sul tavolino davanti all’altare. Questi i gruppi che si sono av-vicendati all’altare. Quelli che

riconoscono il Signore, con le immagini dei due anziani sacerdoti Simeone e Anna, la samaritana, Simon Pietro, il cieco di Gerico, la folla dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci, il buon ladrone, il centurione romano ai piedi della croce, i discepoli in viag-

gio verso Emmaus. Quelli che si fidano del Signore, come Noè, Abramo, Mosè, Nico-demo, il capo della Sinagoga Giairo, la peccatrice che lava i piedi di Gesù con le lacrime, il centurione romano, i disce-poli, Levi, le sorelle di Laz-zaro Marta e Maria, la donna

cananea, papa Giovanni Paolo II. Quelli che testimoniano il Signore, come hanno fatto nel corso dei secoli san Paolo, gli apostoli Pietro e Giovanni, sant’Agata, san Geminiano, san Martino, don Bosco, Ma-dre Teresa di Calcutta e il par-roco di Casal di Principe don Peppino Diana. Nel gruppo “Quelli che lodano il Signore” i ragazzi hanno inserito il re Davide, i pastori davanti alla grotta di Betlemme, il lebbro-so guarito da Gesù, Elisabetta, san Francesco d’Assisi, mentre nel gruppo “Quelli che accol-gono il Signore” spiccano Ma-ria, san Giuseppe, Gesù, e tra “Quelli che annunciano il Si-gnore” ci sono gli angeli a Bet-lemme. Nel gruppo “Quelli che rifiutano il Signore” ecco il re Erode, Adamo ed Eva, Cai-no, il Faraone d’Egitto, Giuda, gli scribi e i farisei, il giovane ricco, Barabba. L’ultimo grup-po è di “Quelli che cercano il Signore” come i Magi e come i bambini di seconda elementa-re di Sorbara, che si sono mes-si loro stessi nel presepe.

• iago Fregni È stata inaugurata lo scorso venerdì 6 gennaio la mostra “Il Senso del Sacro”, con alcune opere della pittrice nonantolana Liviana Morselli. Per la prima volta la sa-

grestia dell’Abbazia di Nonantola ospita le opere dell’artista nonantolana e permette ai visitatori di ammirare le suppel-lettili liturgiche ancora usate durante le solenni celebrazioni in basilica. L’allestimento ha l’intento di condurre il visitatore a speri-mentare quello che Benedetto XVI sintetizza così nella Sacra-mentum Caritatis: “Il rapporto tra mistero creduto e celebrato si manifesta in modo peculiare nel valore teologico e liturgico della bellezza. La liturgia, infatti, come del resto la Rivelazio-ne cristiana, ha un intrinseco legame con la bellezza: è verita-tis splendor”.A tal proposito, Liviana Morselli aggiunge: “Desidero che la mia opera guidi ogni osservatore in quella nobile abitudine dell’esplorazione artistica che anche quando non soddisfa pie-namente la ragione, ne appaga spesso gli spazi della contem-plazione”. La mostra, ad ingresso gratuito, sarà aperta ogni sabato e do-menica del mese di gennaio, il 4 e 5 febbraio, l’11 e il 12 feb-braio, il 3 e il 4 marzo, il 10 e l’11 marzo, rispettando questi orari di apertura: dalle 15 alle 18. Per le aperture straordinarie della sagrestia della basilica abbaziale è consultabile la pagina dedicata del sito: www.ufficioliturgicononantola.135.it

Il senso del sacroNonantola

Dopo le prime due tappe prenatalizie, prosegue il tour di don Simone Bellisi, responsabile della Pastorale Vocazionale, nei vicariati della diocesi per incontrare i

chierichetti. Domenica 15 gennaio è la volta della bassa e del Vicariato di Nonantola, Campogalliano e Soliera. L’incontro quest’anno sarà attorno alla figura di Rolando Rivi, seminarista martire scelto come patrono dei chierichetti della diocesi mode-nese. Inizio previsto per le ore 15 presso l’oratorio di Bastiglia (via don Minzoni 3), con l’accoglienza, un filmato su Rolando Rivi e lavori di gruppo. L’incontro si concluderà attorno alle 17, con un momento di merenda e festa insieme.

Chierichetti a raccoltaBastiglia

Proposto dall’associazione “Giorgio La Pira” con il patroci-nio dell’Amministrazione comunale di San Felice sul Pana-ro, si svolge domenica 29 gennaio nella sala “Tosatti”della

Rocca Estense di S.Felice un incontro dibattito su un tema di grande attualità: “L’Italia ha biso-gno di una buona amministrazione”. Relatore è Mario Primicerio, presi-dente della “Fonda-zione Giorgio La Pira” di Firenze, membro dell’Acca-demia dei Lincei e già sindaco di Firen-ze dal 1995 al 1999. L’iniziativa proposta a San Felice intende indagare il rapporto tra etica e politica alla luce degli inse-gnamenti di Giorgio La Pira, analizzato dall’ associazione sanfeliciana nel 30°

della sua fondazione. Al termine dell’incontro verrà offerto un aperitivo nella ristrutturata sede dell’associazione “Giorgio La Pira” in via Mazzini 4.

La lezione di Giorgio La PiraSan Felice sul Panaro

Sabato 21 gennaio presso la palestra parrocchiale di Bomporto alle ore 20 tradizionale cena di sant’Antonio. Menù: antipasto all’emiliana, tortelloni di ricotta burro

e salvia, trofie all’anatra, polenta e baccalà, filetto di maiale in salsa grana, patatine fritte, dolci della casa, frutta, liquori e caffè.Chi intende partecipare alla cena deve prenotarsi entro il 19 gennaio presso la “Profumeria Simona” in piazza Roma.

Cena di Sant’AntonioBomporto

• l.s.

Page 14: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

14 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Pedemontana

Lo stile di vita di DioHa preso il via l’11 gennaio presso la Casa Frate Leone il cammino di catechesi a cadenza settimanale sulla legge di Sion

E’ partito lo scorso mer-coledì, 11 gennaio alle 21, presso il convento dei Frati Cappuccini

di Vignola, il percorso di cate-chesi sui Dieci Comandamenti che proseguirà, a cadenza set-timana, per un anno e mezzo, tenuto da padre Francesco Pu-gliese. Il cammino di fede trae ispirazione dal percorso ideato ormai vent’anni fa da un sacer-dote della diocesi di Roma, don Fabio Rosini, che, nello scritto che vi proponiamo, esprime la necessità, oggi più che mai, di annunciare, in particolar modo ai giovani, i comandamenti, che sono “lo stile di vita di Dio”. Queste le parole di presentazio-ne del percorso di don Rosini. “Ultimamente stanno tornando di moda i Dieci Comandamen-ti. Articoli sulla stampa, libri, riflessioni e quant’altro, danno spazio a questa tematica. È un fenomeno sorprendente, se si pensa a quanto forte sia stato l’impulso, nella storia del pensie-ro occidentale recente, a liberarsi di ogni imposizione, di ogni leg-ge. Arriviamo a chiederci se non sia perfino opportuno rispolve-rare i Dieci Comandamenti ed usarli come mezzo di annuncio a riguardo di quel destinatario specifico che sono i giovani. Esistono dei crocevia storici che rendono questo o quell’al-tro argomento puntuale o fuor di proposito. È questo il tempo per “tenere a mente la legge data sul monte Oreb al servo di Dio, Mosè”? (cf Mal 3,22). Dobbia-

• Marcella caluzzi

Ancora in cammino!I 40 di attività del gruppo Scout formiginese: quasi mezzo secolo di avventura e servizio

•giuliana rebottini*

Sul selciato battuto, sconnesso e usurato di un’antica strada osser-vi chino, sasso dopo

sasso, pietra dopo pietra, e ti chiedi quante mani, quanto gelo, quanto sole, quanta stan-chezza, quanta felicità... Così è delle antiche strade, raccolgono tutto quello che è passato, rie-cheggiano di antichi racconti, ma ancora insegnano a cam-minare, ferme, risolute a con-durre verso mete future. Così è di tutto ciò che è tradizione…storia e ponte verso il futuro.Così è del gruppo Scout di Formigine, da 40 anni presen-te nella nostra comunità. Ogni pietra di questo cammino ha un nome: quello di tutti co-loro che hanno vissuto questa meravigliosa avventura fatta di gioco, natura, esperienze for-

Nostro Tempo - Settimanale cattolico modeneseRedazione via Formigina, 319 Modenatel. e fax. 059/344885 - [email protected]: tel. 059/2133866 - fax. 059/347326 - 059/2133805

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Direttore responsabile: Stefano Malagoli

Coordinatore di redazione: Paolo Seghedoni

In redazione: don Marco Bazzani, Luca Beltrami, Marcella Caluzzi, Giancarlo Cappellini, Andrea Cavallini, Mariapia Cavani, Elena Cristoni, don Gianni Gherardi, Simone Lazzaretti, don Massimo Nardello, Giulia Vellani

Comitato editoriale: mons. Paolo Losavio, mons. Giacomo Morandi, padre Lorenzo Prezzi, don Giuliano Gazzetti, Rossana Arletti, Egidio Iotti

Hanno collaborato: Marco Costanzini, Marco Doldi, Iago Fregni, Franco Mantovi, Giuliana Rebottini, Laura Solieri, Chiara Tonioni, don Gabriele Semprebon Fotografie: archivio Nostro Tempo, MediaMo, Moka, Sir, Luigi Esposito, Dante Farricella, Francesco Marzani

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mo prendere coscienza di alcune cose. La storia dell’ultimo secolo è la prima storia fruita in modo globale; ormai da vario tempo ciò che di rilevante accade, che ne so, in Messico, è universal-mente noto in poche ore. […] A latere c’è un altro fenomeno stret-tamente collega-to: la scomparsa, nelle società svi-luppate, come la nostra, dell’anal-fabetismo. […] Quindi la gente “sa” di più, i gio-vani in primis. Ma cosa sanno? Sapere poco può significare sape-re bene, sapere molto (nel campo divulgativo di cui stiamo parlando) è spesso sapere male, superficial-mente. Qualità e quantità han-no i loro contrasti. Le perso-ne di questo inizio millennio sanno molto e male. Esiste poi un ulteriore effetto “forchetta” fra due fenomeni culturali non piccoli. Da una parte il lungo processo di distruzione della fi-gura paterna-autorevole, inizia-to nell’Illuminismo ed arrivato ad oggi. L’antipatia per l’autorità si sviluppa e cresce, via via, fino agli slogan del 1968 e alla odier-na cultura individualista, anti-paterna, e quindi, non-fraterna. Dall’altra parte abbiamo l’evolu-zione della scienza, che mentre è epidermicamente ancora letta positivisticamente come “cer-tezza”, ha avuto nei principi di relatività, di indeterminazione

e di indecidibilità (rispettiva-mente di Einstein, Heisemberg e Goedel) un momento deva-stante di ristruttu-razione ed approfondimento. Tiriamo le somme: io, giovane di oggi, so

molte cose, assai contraddit-torie e ricevute da molte fonti contrapposte. Sociologicamente non accetto le autorità, non cre-do nei padri, di qualsiasi genere. A livello culturale professo un relativismo evanescente, una visione del mondo a livello gas-soso, tutto è vero e tutto è falso, niente è certo […]. Il risultato è una disperata mancanza di certezze. Questa mancanza non è quasi mai consapevole, è uno spiffero di angoscia nel fondo del cuore delle persone di oggi […]. E i Dieci Comandamenti? Dopo 200 anni di devastazioni abbiamo un uomo che per sa-per tanto, non sa proprio niente. Abbiamo un analfabetismo esi-

stenziale, ogni scelta è incerta, e si vive a casaccio. Abbiamo perso le istruzioni per l’uso. Adoperia-mo la vita, il corpo, l’affettività, l’amicizia, il tempo, come un elettrodomestico sconosciuto,

spingiamo i bot-toni a caso. La felicità sembra un incidente for-tuito, e l’alchimia della vita pare ineffabile. Peco-re senza pastore, che hanno ri-fiutato il pastore culturalmente, esistenzialmente, scientificamente. “In quel tempo non c’era un re in Israele; ognuno faceva quel che gli pareva me-glio” (Gdc 21,25). La storia, però, è provvidenziale. Tutto questo non è pura perdizio-ne, ma occasione,

questo è un ottimo punto di partenza. Anche perché la verità non è così lontana ed inarriva-bile, è un uomo: il Figlio Uni-genito del Padre. Il Re che ci manca. Possiamo rifiutarlo, di-menticarlo, ma ci manca, senza di Lui non sappiamo che fare; proviamo e sbagliamo, ci sem-bra all’inizio di stare meglio e poi scopriamo di vivere al buio. Arriva il benefico momento in cui siamo ridimensionati, ci sia-mo fatti male, siamo finalmente delusi dalle menzogne. E inizia-mo ad essere destinatari idonei di una parola, quella di Chi di-ceva che sono beati i poveri in spirito, perché di essi è il regno dei cieli. Il regno dei cieli si an-

nuncia ai poveri. La vita ha le sue istruzioni per l’uso, ha la sua filigrana di autenticità. Noi, an-nunciatori, sappiamo (se lo sap-piamo) che nella santa volontà del Padre c’è la nostra pace, la nostra certezza, e che esiste un uso buono delle cose. Proprio questo sono i 10 comandamen-ti: la via della pace, la via della sapienza. Se è vero che bisogna passare dalla Legge alla Grazia, è pur vero che l’uomo che non conosce neanche la Legge è un cieco senza punti di riferimento. Il buon gioco dell’annuncio dei Dieci Comandamenti (soprat-tutto come radiografia di Cristo, del suo modo di pensare, della sua obbedienza al Padre e del suo amore per noi) trova la sua forza proprio nel dolore sordo di questa generazione. C’è un “ma”. Iddio ci salvi dai toni clericali. […] Se il messaggio è la Sa-pienza del Padre, rivelata al Si-nai e destinata ad ogni persona di ogni epoca, e il destinatario è questa pecora dolorante del ter-zo millennio, chi è l’emittente? Un moralizzatore? Un emetti-

tore di rimandi ai “doveri”? Un paladino dell’etica? Per amor di Dio, no! […] Il rischio è che ci si metta a suonare con un nuovo strumento la solita vecchia mu-sica. La gente prima di ascoltare il contenuto di quello che si dice, ascolta la musica delle parole. E se la musica è noiosa, o, peggio, esigente, moralista, non ascolta. [..] Per essere ascoltati bisogna prima ascoltare quello spiffero di angoscia dentro di noi, saper parlare ai poveri da poveri e non da teoreti. E, magari, parlare da innamorati. Non perché lo si sappia fare. Perché lo si è. Un progetto pastorale formulato teoricamente diventa facilmente una sterile operazione di algebra ecclesiale. Dobbiamo temere un neo-moralismo. Il Cristianesi-mo non è un’etica. Il Cristiane-simo è una persona, Cristo.I Dieci Comandamenti sono stati applicati da Dio Padre, in primis, a se stesso, e lo abbiamo visto nel corpo crocifisso del suo Figlio Unigenito. I Dieci co-mandamenti sono lo stile di vita di Dio”.

ti, quotidianità, volti, incontri, giovani e ragazzi, capi e assi-stenti, genitori e amici. Ognuno ha sistemato la sua pietra, ognuno ha fatto sì che tradizione, profonde radici nell’associazione, desiderio di essere sale per la propria comu-nità parrocchiale e buoni citta-dini per il paese, segnassero la propria vita e quella di coloro che hanno incontrato. In questi 40 anni le tre scelte fondamentali del patto asso-

ciativo, la scelta cristiana, la scelta politica e la scelta scout hanno permeato la vita di tan-tissime persone che, ancora oggi, nei sorrisi degli incontri e nell’animosità appassionata dei racconti ci fanno capire quanto questa esperienza sia stata ric-ca, importante e coinvolgente.Buon compleanno, allora, e grazie a tutte queste preziose pietre, usurate o nuove, una di seguito all’altra e una accanto all’altra, verso nuovi orizzonti,

fedeli alla promessa e “pronti a servire”. I festeggiamenti sono già iniziati con le due serate av-ventura del 16 e del 25 novem-bre incentrate sull’importanza della strada e del servizio; altre iniziative ci accompagneranno lungo tutto l’arco del 2012 e... il botto finale sarà il “campone” di gruppo nella prima decade del prossimo agosto.Buona strada a tutti!

*Gruppo Scout Formigine 1

Page 15: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

15Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Cisl: “No all’aumento dell’addizionale Irpef”Il pressante invito rivolto dal sindacato ai sindaci del comuni del Frignano

Il Comune di Pavullo non aumenti l’addizionale Irpef nel 2012 per com-pensare i minori trasfe-

rimenti di risorse dallo Stato. Lo chiede la Cisl del Frigna-no, preoccupata per gli effetti che un incremento della tassa-zione locale potrebbe produrre su un territorio già penalizzato per le sue peculiarità geografi-che e demografiche. «Insieme alla Cgil e ai nostri sindacati dei pensionati, abbiamo chie-sto di incontrare i sindaci dei dieci Comuni del Frignano per costruire insieme i bilan-ci preventivi 2012 – afferma Carlo Balestri, responsabile di zona della Cisl -. A oggi ci ha convocati solo il Comune di Pavullo, il quale ha annun-

“Alla ricerca di Amore”con i Pi.A.Se.MoE’ ormai diventato un piacevole classico, durante le più importanti festività cristiane, Pasqua e

Natale, lo spettacolo teatrale dei Pi.A.Se.Mo, il gruppo giovanile inter parrocchiale dei paesi del Cimone. La sera di Santo Stefano, così, la sala dell’ex cinema di Montecreto era, come

sempre, piena di gente, per assistere alla performance “Alla ricerca di Amore”. Uno spettacolo fra canto e recitazione, interamente scritto e interpretato dai ragazzi stessi, basato su mito di Amore e Psiche, sviluppato sulla ricerca e sull’importanza che l’amore, quello vero e disinteressato, ha in tutte le vicende umane. La piece era già stata proposta durante le festività pasquali, ma è stata ulteriormente migliorata e arricchita, ottenendo un meritato successo, reso tangibile dai numerosi applausi e dal ricco rinfresco a base di prodotti tipici offerto dalla locale Pro Loco. Lo spettacolo, poi, è stato replicato, con identici riconoscimenti, il 7 gennaio nel teatro Cabri di Pievepelago. Il gruppo Pi.A.Se.Mo. unisce i giovani delle parrocchie di Pievepelago, Acquaria, Sestola e Montecreto, dalle iniziali dei quali è stato tratto l’acronimo. Ora all’esperienza si sono uniti i giovani di Fanano, quindi diventerà indispensabile un ritocco del nome, mantenendo però ben saldi i principi che caratterizzano questa bella esperienza.

Alto Frignano

Appennino

ciato l’intenzione di aumen-tare l’addizionale Irpef per far fronte ai tagli dei trasferimenti. La Cisl è contraria anche alla luce dei rincari previsti dal de-creto “Salva Italia” del governo Monti, contro il quale abbiamo scioperato lunedì scorso 12 di-cembre e manifestato davanti alla Prefettura di Modena». Balestri si riferisce, in partico-lare, alla reintroduzione dell’Ici (che si chiamerà Imu, imposta municipale unica) e al blocco della rivalutazione delle pen-sioni. Misure che, nonostante qualche modifica migliorativa (dalle detrazioni per la prima casa alla rivalutazione delle pensioni fino a 1.400 euro), restano pesanti, soprattutto per un territorio come il Frignano, già debole per le caratteristiche geografiche e per l’età media della popolazione. «Per noi esistono soluzioni alternative al semplice aumento dell’ad-dizionale Irpef che, tra l’altro, - sottolinea il responsabile Cisl del Frignano - andrebbe a

Carlo Balestri

La magia continua

Montecreto e i suoi presepi, quarto anno dell’iniziativa

Per il quarto anno consecutivo, il Na-tale di Montecreto è stato arricchito dalla

mostra itinerante dei prese-pi, un appuntamento che è diventato nel corso di poco

• giancarlo caPPellini

tempo, la principale attrattiva del paese durante il periodo natalizio.Come sempre, tantissimi i presepi allestiti, sia nel ca-poluogo, sia nella frazione di Acquaria, con tanta inventiva, ma sempre nel solco della più schietta tradizione della rap-presentazione della Natività. Tanti anche i turisti che han-no percorso le caratteristiche vie del paese, in una specie di suggestiva e singolare caccia al tesoro, immortalata in de-cine di scatti e di richieste di

informazione.Una manifestazione, quella dei presepi, che vuole andare alla ricerca della vera essen-za del Natale, spesso, o quasi sempre, mortificata da troppi significati inutili e superflui, che ne nascondono il vero messaggio: la nascita di Gesù. Per una volta, insomma, inve-ce di ammirare lo splendore della confezione, c’è l’invito a guardare più in profondità, alla grandezza di un evento che, piaccia o no, ha cambiato il corso della storia.

sommarsi agli altri rincari, dai carburanti e rc auto, alle rette e tariffe. Per reperire risorse e poter mantenere i servizi sul territorio occorre innanzitut-to riorganizzare le “macchine comunali” e ridurre le con-sulenze valorizzando le pro-fessionalità interne, tagliare i costi della politica e sostenere solo gli eventi culturali davve-ro necessari. Pertanto – con-clude Balestri - esortiamo gli amministratori del Frignano a non applicare la semplicistica equazione “meno trasferimen-ti dallo Stato = più tassazione locale».

Pensare e marciare per la pace1° gennaio la Giornata mondiale della pace a Monteobizzo e Pavullo

Una bella testimo-nianza collettiva a favore di un im-pegno comune per

un valore universale, quello della pace. Lo scorso 1 gen-naio, in occasione della 45ª Giornata Mondiale della pace che quest’anno ha avuto come tema “Educare i giovani alla giustizia e alla pace”, le par-rocchie di Pavullo e di Mon-teobizzo, con il patrocinio del comune del capoluogo del Frignano, hanno organizzato la marcia della pace tra i due centri. Partita nel pomeriggio da piazzale Don Gemello di Montebizzo con un gruppo

dapprima non molto nutrito, la marcia ha raccolto lungo il tragitto altri partecipanti: al termine del percorso, che ha toccato le vie Corsini e Giar-dini prima di raggiungere la chiesa di S. Bartolomeo a Pa-vullo, si sono contate oltre un centinaio di persone, mentre per la celebrazione eucari-stica conclusiva era piena la chiesa parrocchiale pavullese. Significativa, dato anche il tema del messaggio del Papa che chiamava in causa diret-tamente i giovani, la presenza del gruppo dei ragazzi delle scuole superiori e del dopo cresima che hanno animato la marcia. Durante il percor-so, cinque soste con letture di scritti di don Tonino Bello e

di Madre Teresa di Calcut-ta, ma anche testimonianze legate a persone di altre fedi e religioni, come Ghandi e Martin Luter King.Alla fine della marcia, la di-stribuzione ai partecipanti di bigliettini che richiamavano concetti legati al tema della pace.A fare da sottofondo a questa manifestazione incentrata sul valore più universale che si possa immaginare, una frase di Cesare Zavattini “Pensa-re… è faticoso. Tutti cercano le scorciatoie per non pensare. La violenza è proprio questo cercare le scorciatoie. Tutti i conflitti sono l’effetto delle nostre pigrizie.Pensare… è già la pace”.

Page 16: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

16 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Visita al museo dei presepi

Suggestioni natalizieUna visita al presepe che si trova all’interno della chiesa parrocchiale di Castelvetro fa nascere riflessioni sul sogno di Dio per gli uomini

Il presepe di Castelvetro, allestito dai ragazzi della parrocchia all’interno della chiesa parrocchiale, sarà vi-

sitabile fino alla fine del mese. Di seguito pubblichiamo le sugge-stioni che il presepe ha regalato a Simone Maretti, attore e scrittore modenese che ha visitato la natività di Castelvetro nei giorni scorsi. “Ho avuto occa-sione di entrare nella chiesa di Ca-stelvetro di Mo-dena, qualche sera prima di Natale. Un gruppo di giova-ni e giovanissimi parrocchiani sta ultimando la preparazione del presepio che – per tradizione or-mai consolidata – verrà inaugu-rato e quindi mostrato ai fedeli e alla cittadinanza dopo la messa di mezzanotte del 24 dicembre.

Domenica 15 gennaio è l’ultimo pomeriggio utile, dalle 15 fino alle 18.30, per visitare liberamente il museo dei presepi d’arte fruendo del supporto di guida illustrativa e accoglienza

organizzata dai volontari. Il parroco don Geraldo Gomes sottolinea l’importanza della raccolta delle “Natività” che arriva da ogni parte del mondo, voluta da don Sesto Serri nei suoi sei lustri di impegno pastorale a Villanova. “Del resto – aggiunge don Geraldo - per Santo Stefano abbiamo avuto l’onore di un visitatore qualificato: monsignor Antonino Leonelli, docente-scrittore, già preside di liceo e senior dei Canonici della cattedrale di Modena, che per la prima volta (novan-tenne) ha vistato la mostra. Mons. Leonelli accompagnato da una delle sorelle, ha manifestato il suo stupore per la scoperta”.

Villanova domenica 15 gennaio

Varie dalle zonePianura

Pedemontana Città

Appennino

Le donne dell’accoglienza Fnp di Carpi e altro...

Sono una delle nove componenti femminili del team dell’accoglienza Cisl di Carpi.Vorrei scrivere, per una volta, della vita delle donne all’interno e all’esterno della struttura

del sindacato.Solitamente lo spazio di questo giornale riservato alla Cisl è da tempo gestito dalla sola parte maschile della segreteria. Questo, devo ammettere, sempre con il consenso di noi donne.Rispettiamo il ruolo dei maschi ma, al confronto, la capacità di empatia, di ascolto attivo di noi donne è sensibilmente maggiore perché le donne sono capaci di reciprocare. Che cosa significa?Siamo capaci di rispondere alle richieste del cliente/socio Cisl creando una sintonia tecnica ed emotiva che un maschio non riuscirebbe mai ad ottenere. Assumiamo lo stesso atteggiamento mentale non solo verso l’esterno, ma anche tra di noi. Ascoltandoci l’un l’altra, mettendo insieme le nostre competenze riusciamo quasi sempre a raggiungere un’efficace risoluzione dei problemi.Tutte le volontarie associate all’Anteas (Associazione Nazionale Terza Età Attiva per la solidarietà) che fanno accoglienza alla Cisl sono donne in pensione. Siamo arrivate a questo traguardo dopo un lungo e faticoso percorso lavorativo. Nonostante questo per molte persone la nostra esperienza sembra quasi non avere valore. Le persone ancora in forza lavoro ci identificano solo con il nostro status di pensionate dimenticando la nostra identità, la nostra dignità di persone e la nostra unicità di essere umani, come se avessimo tutte lo stesso nome.Anche dopo una vita intera spesa a lavorare , molti ci fanno sentire ancora in debito con la società. Come l’irritazione che si prova nelle risposte dolciastre agli

In ricordo di Umberto

A cura di

Federazione Nazionale Pensionati Sindacato Territoriale di Modena41124 Modena - via Emilia Ovest, 101Tel 059/890846 - Fax 059/828456

Era sempre presente a tutte le nostre iniziative Umberto Sinaldi, nonostante i suoi 94 anni, il più vecchio dei nostri iscritti. Ci ha

lasciato nel periodo del Natale, forse per ricordare a noi il ciclo della vita e come questa debba essere vissuta sempre con dignità, onestà, rispetto e amore per il prossimo.Alla famiglia l’affettuosa vicinanza e il cordoglio di tutta la Fnp Cisl carpigiani.

sportelli pubblici, quando capita di rifare un documento o compilare una domanda. Basta la parola “pensionata” alla voce professione per far scattare il nastro della solita canzone che troppo spesso siamo costrette ad ascoltare. “ Beata lei che non ha nulla da fare”. “Lei signora ha tutto il tempo, venga a ritirare le carte quando vuole”. Non è vero che per il solo fatto di essere in pensione si ha tempo da perdere. La pensione è solo un’altra fase della vita, parte integrante e finale del ciclo dell’esistenza. Come siamo stati prima bambini, poi adolescenti, infine donne e uomini, si matura fino a raggiungere l’età della piena consapevolezza della nostra persona.Alla conclusione della nostra carriera lavorativa, e dopo il tempo occupato ad allevare i figli possiamo dedicarci a tutto quello che abbiamo mai avuto il tempo di fare.Noi donne, con l’energia che ci ha sempre contraddistinto, riusciamo a fare, anche da pensionate, molto di più degli uomini. Oltre a prenderci cura di mariti e della casa, riusciamo a dedicare il nostro tempo alle associazioni di volontariato come, per citarne alcune, Anteas, Unitalsi, Avo, Avis, Banca del tempo e Vivere Donna di Carpi.Quest’ultima associazione è formata da un gruppo di donne molto determinato. Dispone di un Centro d’Ascolto gratuito che offre aiuto a tutte quelle donne che intendono uscire dai circuiti apparentemente chiusi delle violenze domestiche.Ho conosciuto da vicino le qualità che queste donne riescono a mettere in campo. La loro tenacia mi ha sorpreso e ho da subito sinceramente ammirato il loro credo speciale in quello che fanno. Non si lasciano abbattere da nessuna avversità e sono sempre attente alle aperture, alle occasioni di evoluzione, di contatti con la rete Terre d’Argine.Al Castello dei Pio , nel cortile d’onore, è presente in questi

giorni una mostra fotografica sul tema della violenza domestica dal titolo, ovviamente ironico, “ Home sweet Home”. Diciassette foto per rappresentare simbolicamente momenti di disagio nella vita della coppia, tra le mura di casa che spesso nascondono quelle situazioni di violenza da cui la donna con il nostro sostegno può uscire.Un grazie particolare a Roberto Righi, segretario organizzativo FNP della nostra Lega di Carpi, per avermi offerto la possibilità di esprimermi in questo spazio. Ringrazio inoltre a nome di tutta l’Accoglienza il nostro Segretario Fnp Gianni Gandolfi che, dopo tanto tempo dedicato al Sindacato lascia la segreteria a Gianni Maestri. Entrambe persone di poche parole, ma dall’agire concreto e consapevole. Ringrazio infine tutti i miei colleghi dell’Accoglienza.

Per la Lega di Carpi Angela Ronchin

La mia attenzione è subito cat-turata dal frenetico rincorrersi di voci, dal generoso tentativo di fornire soluzioni ai problemi tec-nici che il presepio – realizzato in forma interattiva – inevitabil-mente pone: programmazione di un elaboratore che dovrà ge-stirne tempi e movimenti, illu-minazione, arredo sistemazione e chiusura di ogni singola teca... Il tema scelto per il Natale 2011 è quello degli ‘esempi di fede’: la

creazione, il diluvio universale e l’arca di Noè, la nascita di Gesù, la conversione e la predicazione di san Francesco, l’elezione e il pontificato di Giovanni Paolo II. Alcuni effetti sono realmente

degni di ammirazione: in parti-colare la pioggia improvvisa che ‘allaga’ la seconda teca e provo-ca il galleggiamento dell’arca – sulla quale, sia detto per inciso, sono ben visibili Noè e alcune delle coppie di animali destinate a mantenere in vita le rispettive specie; o ancora la fumata bianca dal camino che – nell’ultima del-le cinque teche – formalmente annuncia l’elezione del papa. Ma ecco che d’un tratto – mentre

osservo i particolari di ogni singola rap-presentazione – mi s’affaccia alla men-te il ricordo di una piacevole e preziosa conversazione, risa-lente a pochi gior-ni fa, con un caro amico studente in teologia... Disse qualcosa che – sulle prime, almeno – mi parve ‘solo’ bello e poetico, ma che in

un secondo momento inquadrai come un’affermazione assolu-tamente logica e condivisibile. Commentando un gesto da me compiuto – in modo disinteres-sato e inattuale, per dirla con un

illustre pensatore della moderni-tà – a favore di una persona cara, egli pronunciò queste parole: ‘É bello sapere che c’è chi crede e si impegna nell’amicizia, nella gen-tilezza e in quella buona umanità che assomiglia così tanto a come dicono sia il sogno di Dio per noi’... Ed è come se le immagini che ho davanti agli occhi... im-provvisamente si illuminassero di una luce nuova e rivelatrice! Ecco cosa stanno a significare – al di là del livello puramente narrativo – le scene del presepio di Castelvetro: situazioni in cui uomini – per il tramite di Dio, o traendo semplicemente ispi-razione da Dio e dai suoi inse-gnamenti – hanno realizzato e dato concretezza a un ideale di vita qualitativamente alto. Ed è evidente che in questo caso la qualità cui si fa riferimento non ha nulla a che vedere con il benessere, la felicità fine a se stessa, il potere e il suo esercizio: piuttosto, è intesa come massima espressione delle facoltà e pecu-liarità di cui l’uomo – per volon-tà di Dio – dispone, a differenza di altre creature. Come avrebbe detto un altro grande pensatore, Giovanni Pico della Mirandola,

l’uomo è il solo fra tutti gli esseri ad avere la possibilità di sceglie-re – in base a come si comporta, a come ‘sente’ e a come vive la propria fede – è il solo, si diceva, ad avere la possibilità di sceglie-re se innalzarsi fino alle crea-ture angeliche prossime a Dio o se, viceversa, precipitare sino al livello dei bruti. Mi chiedo se i volenterosi parrocchiani di Castelvetro siano stati e siano consapevoli della sottile intui-

• Franco Mantovi

zione che così saldamente lega le rappresentazioni contenute nelle cinque teche... A dir vero, mi vien fatto di pensare che nella generosità, nella premura e nella dedizione che mettono in questi ultimi decisivi interventi tecnici al presepio sia già percepibile un apprezzabile tentativo di realiz-zare concretamente quella ‘qua-lità della vita’ che dicono sia il sogno di Dio per noi’... E questo chiude il discorso”.

Page 17: Nostro Tempo 15 Gennaio 2012

17Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Una comune responsabilitàIn Vaticano l’incontro del Papa con il corpo diplomatico

Il momento attuale è segna-to purtroppo da un profon-do malessere e le diverse crisi: economiche, politiche

e sociali, ne sono una drammati-ca espressione”. È l’analisi trac-ciata dal Papa nel tradizionale discorso d’inizio anno al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Non dobbiamo scoraggiarci ma riprogettare ri-solutamente il nostro cammino, con nuove forme d’impegno”, l’invito del Papa, secondo il qua-le “la crisi può e deve essere uno sprone a riflettere sull’esistenza umana e sull’importanza del-la sua dimensione etica, prima ancora che sui meccanismi che governano la vita economica: non soltanto per cercare di ar-ginare le perdite individuali o delle economie nazionali, ma per darci nuove regole che assicuri-no a tutti la possibilità di vivere dignitosamente e di sviluppare le proprie capacità a beneficio dell’intera comunità”. “Il rispetto della persona – ha ammonito il Santo Padre – dev’essere al centro delle istitu-zioni e delle leggi, deve condurre alla fine di ogni violenza e pre-venire il rischio che la doverosa attenzione alle richieste dei cit-tadini e la necessaria solidarietà sociale si trasformino in semplici strumenti per conservare o con-quistare il potere”. Il riferimento

Chiesa e mondo

è al “malessere” da cui “sono nati i fermenti” che, nei mesi scorsi, hanno investito diverse Regioni del Nord Africa e del Medio Oriente. “L’ottimismo iniziale – l’analisi del Papa – ha ceduto il passo al riconoscimento delle difficoltà di questo momento di transizione e di cambiamen-to”. Di qui l’invito alla comunità internazionale a “dialogare con gli attori dei processi in atto, nel rispetto dei popoli e nella con-sapevolezza che la costruzione di società stabili e riconciliate, aliene da ogni ingiusta discrimi-nazione, in particolare di ordine

religioso, costituisce un orizzon-te più vasto e più lontano di quello delle scadenze elettorali”. La famiglia “non è una sempli-ce convenzione sociale, bensì la cellula fondamentale di ogni società”, e dunque “le politiche lesive della famiglia minaccia-no la dignità umana e il futuro stesso dell’umanità”. Secondo il Papa, “il contesto familiare è fondamentale nel percorso edu-cativo e per lo sviluppo stesso degli individui e degli Stati; di conseguenza occorrono politi-

che che lo valorizzino e aiuti-no così la coesione sociale e il dialogo”.L’educazione, infatti, “è un tema cruciale per ogni generazione, poiché da essa di-pende tanto il sano sviluppo di ogni persona, quanto il futuro di tutta la società”, e “costituisce un compito di primaria importanza in un tempo difficile e delicato”. La libertà religiosa è il “primo dei diritti umani, perché esprime la realtà più fondamentale della persona”, eppure “troppo spesso, per diversi motivi, tale diritto è ancora limitato e schernito”. È’ la denuncia del Papa, che ha salu-

tato la memoria del ministro pa-chistano Shahbaz Bhatti, “la cui infaticabile lotta per i diritti delle minoranze si è conclusa con una morte tragica”. “La religione non può essere usata come pretesto per accantonare le regole della giustizia e del diritto a vantaggio del ‘bene’ che essa persegue”, ha osservato il Papa stigmatizzan-do ogni forma di terrorismo e ricordando “la visione cristiana dell’uomo è stata la vera forza ispiratrice” per i Padri fondatori dell’Europa unita.

Evangelizzare nella mobilitàIl messaggio di Benedetto XVI per la 98° Giornata mondiale delle migrazioni

L’ora presente chiama la Chiesa a compiere una nuova evangeliz-zazione anche nel va-

sto e complesso fenomeno della mobilità umana, intensificando l’azione missionaria sia nelle re-gioni di primo annuncio, sia nei Paesi di tradizione cristiana”. Lo scrive Benedetto XVI nel mes-saggio per la 98ª Giornata mon-diale del migrante e del rifugiato (15 gennaio 2012: la celebra-zione nazionale è quest’anno a Perugia) su “Migrazioni e nuova

evangelizzazione”. Il testo evi-denzia “l’urgenza di promuove-re, con nuova forza e rinnovate modalità, l’opera di evangelizza-zione in un mondo in cui l’ab-battimento delle frontiere e i nuovi processi di globalizzazio-ne rendono ancora più vicine le

persone e i popoli”. Il Papa for-mula in apertura del messaggio un invito diretto ai fedeli: “In questa nuova situazione dobbia-mo risvegliare in ognuno di noi l’entusiasmo e il coraggio che mossero le prime comunità cri-stiane a essere intrepide annun-ciatrici della novità evangelica”.Opportunità per l’annuncio. Benedetto XVI non nasconde che la prospettiva dell’evan-gelizzazione oggi è alquanto problematica: “Le attuali ed evi-denti conseguenze della secola-rizzazione, l’emergere di nuovi movimenti settari, una diffusa insensibilità nei confronti del-la fede cristiana, una marcata tendenza alla frammentarietà, rendono difficile focalizzare un riferimento unificante che in-coraggi la formazione di ‘una sola famiglia di fratelli e sorelle in società che si fanno sempre più multietniche e interculturali, dove anche le persone di varie

r e l i g i o -ni sono spinte al d ia logo, perché si possa tro-vare una serena e fruttuosa c o n v i -venza nel r i spe t to delle le-g i t t i m e

differenze’, come scrivevo nel messaggio dello scorso anno per questa Giornata mondiale”. Il Papa aggiunge che “il nostro tempo è segnato da tentativi di cancellare Dio e l’insegnamento della Chiesa dall’orizzonte della vita, mentre si fanno strada il

dubbio, lo scetticismo e l’indif-ferenza, che vorrebbero elimina-re persino ogni visibilità sociale e simbolica della fede cristiana”. Gli stessi migranti cristiani ri-schiano di “perdere il senso della fede”. Tuttavia, secondo Bene-detto XVI, “l’odierno fenomeno migratorio è anche un’opportu-nità provvidenziale per l’annun-cio del Vangelo”.Famiglia e giovani. Nel mes-saggio per questa Giornata Benedetto XVI incoraggia gli operatori pastorali ad “aggior-nare le tradizionali strutture di attenzione ai migranti e ai rifu-giati” e invita stampa e media a “far conoscere, con correttezza, oggettività e onestà, la situa-zione di chi ha dovuto forzata-mente lasciare la propria patria”. Alle comunità cristiane chiede di aprirsi alle nuove situazioni, sostenendo la “promozione di nuove progettualità” che favo-riscano “il rispetto della dignità di ogni persona umana, la tute-la della famiglia, l’accesso a una dignitosa sistemazione, al lavo-ro e all’assistenza”. Un pensiero anche ai “numerosi studenti in-ternazionali che affrontano pro-blemi d’inserimento” e “difficoltà burocratiche”. Il Papa chiede di essere “sensibili verso tanti ra-gazzi e ragazze che, proprio per la loro giovane età, oltre alla cre-scita culturale, hanno bisogno di punti di riferimento e coltivano nel loro cuore una profonda sete di verità e il desiderio d’incon-trare Dio”. Di qui l’invito alle università d’ispirazione cristiana affinché siano “luogo di testi-monianza e d’irradiazione della nuova evangelizzazione” e con-tribuiscano “al progresso sociale, culturale e umano”.

Etica della vita

Alcuni principi della bioetica personalista/1

Principio della difesa della vita fisica:La vita corporea rappresenta il valo-

re fondamentale della per-sona stessa, fondamentale in quanto è fondamento della persona; l’essere si manifesta ed entra nel tempo e nello spazio ed esprime i valori at-traverso il corpo. Nonostante questo, il corpo non esaurisce la persona. Al di sopra di ta-le valore fondamentale esiste solo il bene totale e spirituale

• Don gabriele seMPrebon* della persona, che potrebbe ri-chiedere il sacrificio della vita corporea soltanto quando esso non può essere raggiunto se non attraverso il sacrificio del-la vita. Trattandosi di un bene spirituale, non dovrebbe essere imposto a nessun’altra persona: è dono libero. Il martire dona legittimamente la vita quando non c’è altra strada per realiz-zare il bene morale suo e della società. Per migliorare le con-dizioni politico-sociali di altri o della persona stessa, non è possibile pensare all’ipotesi della soppressione diretta e de-liberata della vita di qualcuno

in quanto la persona è una to-talità di valore e non una parte della società. Nell’ambito della promozione della vita umana si inserisce il tema della difesa della salute dell’uomo. Il diritto alla vita precede il diritto alla salute; d’altra parte c’è l’obbligo morale di difendere e promuo-vere la salute per tutti gli esseri umani e in proporzione alle lo-ro necessità. L’O.M.S. dichiara: “Ogni individuo ha diritto ad un tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il benes-sere proprio e della sua fami-glia, con particolare riguardo all’alimentazione, al vestiario,

all’abitazione, alle cure medi-che…”. La difesa e promozio-ne della vita ha il limite nella morte che fa parte della vita e la promozione della salute ha il limite nella malattia che va curata e guarita e in ogni caso considerata con atteggiamento attivo anche quando fosse in-guaribile (ma mai incurabile).Principio di libertà e respon-sabilitàIl diritto alla difesa della vita viene prima rispetto al diritto della libertà: per essere liberi bisogna essere vivi. Non si ha il diritto di disporre, in nome della libertà, della vita o, in am-

bito sanitario, del rifiuto delle terapie salvavita per motivi re-ligiosi (ovviamente quando c’è una certa garanzia di efficacia delle cure in ordine alla pro-gnosi). Esiste un obbligo mo-rale del paziente a collaborare, accettando anche le cure ordi-narie e necessarie a favore della salvaguardia della vita (alleanza terapeutica). Lo stesso princi-pio di libertà-responsabilità del paziente, se viene delimitato dal principio di difesa della vita fisica, limita a sua volta la libertà e responsabilità del me-dico: è il problema del consen-so. Questo consenso è sempre

implicito tutte le volte che un paziente si affida alle cure di un medico, però questo non eso-nera il medico dall’informare il paziente della dinamica della terapia. Il medico non ha sul paziente altri diritti superiori a quelli che ha il paziente stesso nei propri riguardi. Qualora il medico ritenesse inaccettabi-li le pretese o la volontà del paziente può, e a volte deve, orientare il paziente verso un altro medico o un’altra struttu-ra di cura.

* In collaborazione conil Centro di Bioetica Moscati

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18 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Una stagione di formazioneCon il nuovo anno arrivano i corsi per animatori e coordinatori a marchio CSi

• Marco costanzini

Uno stile formativo autentico e uni-forme che porti all’impegno dei

ragazzi e degli adulti che vi partecipano non solo nelle attività estive, ma anche nelle iniziative oratoriali, messe in campo dalle parrocchie du-rante tutto l’anno pastora-le. E’ questo l’obiettivo della collaborazione tra il Centro Sportivo Italiano e il Servizio diocesano di Pastorale Giova-nile nella creazione di corsi di formazione per coordinatori di attività ricreative e ani-matori impegnati in attività espressive, ludiche e sportive. Come ormai da tradizione, quelli che vengono attivati dal Csi di Modena sono percorsi di riferimento per tutti i gio-vani e le parrocchie della città. I primi a partire, tra gennaio e febbraio, saranno intanto due. Quello per animatori di secondo livello, rivolto agli animatori esperti, inizierà a gennaio e continuerà fino a maggio. Il 25 gennaio e l’1febbraio si inizia con il la-boratorio teatrale e musicale “Su il sipario e… suoniamo-cele!!”, il 9 febbraio incontro

Elezioni del consiglio e della presidenza il 25 febbraio

Parola d’ordine:rinnovamento

La data era già stata fissata sul calenda-rio del Csi come una delle più importan-

ti delle prossime settimane, ora si è deciso anche il luogo e la convocazione è davve-ro definitiva: il 25 febbraio, presso l’Auditorium Marco

Dopocena all’Oplà

Riprendono con sempre maggiore carica ed energia gli appuntamenti serali al centro ludico motorio Oplà del Csi di Modena. Si tratta di iniziative rivolte alla fami-

glie che offrono a tutti i cittadini momenti inediti e divertenti da trascorrere con i propri cari. Si parte il 21 gennaio con lo spettacolo “TEN” della scuola di danza “Officina Danza Stu-dio”, si prosegue il 28 gennaio con lo spettacolo di magia “Ma-go Serenello e la sua magia”. Il 4 febbraio sarà la volta dello spettacolo “Danzando insieme” con la scuola di danza Coreu-tica, l’11 febbraio Spettacolo di giocoleria con Enrico e Luca. Il 18 febbraio ad animare l’Oplà arrivano le Storie dell’albero Omumbo Rombonga, voci e suoni dall’Africa, a cura di Sala-Laboratorio La Capriola. Infine il 25 febbraio lo spettacolo di danze, ritmi e acrobazie La danza a colori, a cura della scuola di danza La Capriola. Per info: tel. 059 285215, [email protected], www.oplamo-dena.it.

Csi sport e sociale

sul tema “Progetto di Pastorale giovani-le” con relatore don Riccardo Tonelli, presso il Centro Fa-miglia di Nazareth. Il 15 e il 22 febbraio laboratorio grafico-pittorico “Colora..ti!!”. L’11 e il 18 aprile prende il via il secondo modulo con il laboratorio di clownerie “Co-me si diventa Nasi rossi”. Il 26 aprile incontro sul tema “La squadra degli

animatori”, il 2 e il 9 maggio laboratorio su “Ragazzi diver-samente abili: paure e aspet-tative dell’animatore”. Coloro che sono interessati a questo corso potranno decidere se frequentare entrambi i mo-duli o soltanto uno dei due. Il corso per coordinatori di centri estivi e attività ricrea-tive prende inizio invece il 2 febbraio sul tema “Il profilo motivazionale e spirituale del coordinatore”, il secondo incontro sarà il 9 febbraio, presso il Centro Famiglia di Nazareth, sul Progetto di Pa-storale Giovanile. A seguire il 6 febbraio su “Struttura organizzativa e tecnica del centro estivo: tempi, attività

Carnevale all’Oplà

Festeggia il tuo carnevale all’Oplà: divertimento, scher-zi, giochi e tanti travestimenti! Il 16 febbraio, giovedì grasso, e il 21 febbraio, martedì grasso, grandi feste in

maschera dalle 16 alle 19.30.Per info: tel. O59 285215, [email protected], www.oplamo-dena.it.

Corso arbitri di pallavolo

Sono aperte fino al 21 gennaio le iscrizioni al corso gratui-to per diventare arbitri di pallavolo organizzato dal Csi di Modena. Il corso comprende materiale didattico e divisa

gratuiti, rimborso spese e gettone gara, crediti formativi ricono-sciuti agli studenti. Se condividi agli ideali del Csi di uno sport pulito, leale e divertenti, cosa aspetti? Iscriviti!Per info: tel. 338 9957134, [email protected].

Dalla collaborazione con l’Alma Mater Studiorum di Bologna, il Csi quest’anno ha attivato un progetto di particolare interesse per tutti gli universitari del no-

stro territorio: la possibilità di effettuare un tirocinio con il Centro Sportivo Italiano di Modena.Si tratta di un percorso di inserimento diretto nel mondo del lavoro, attraverso la collaborazione con una realtà dinamica e variegata come quella del Csi. Un’opportunità imperdibile, rivolta in particolare a tutti gli studenti di Scienze della For-mazione.Per info: tel. 338 9957134, [email protected].

Tirocinio al CsiCon l’Università di Bologna

Domenica 15 gennaio alle 15 si terrà una grande tombo-lata, organizzata dal Csi di Modena, con tutti i detenuti della Casa di Lavoro Saliceta San Giuliano.

Tombolata con i detenutiProgetto carcere

Biagi, si terrà l’elezione del nuovo consiglio provinciale del Centro Sportivo Italiano, comitato di Modena. Il 10 gennaio è stata ufficialmente convocata la nuova assemblea ed entro il 25 gennaio ci sarà tempo per candidarsi al ruo-lo di presidente provinciale e consigliere provinciale se-condo le modalità che sono

di gestione del personale”, il 23 febbraio su “Le relazioni: staff con genitori e bambini”, l’1 marzo “Aspetti ammini-strativi, assicurative gestionali del centro estivo. Norme di primo soccorso”, l’8 marzo “Organizzazione e gestione di eventi speciali: gita, giornata diocesana ecc…”, il 15 marzo “La comunicazione: aspetti strategici sulla promozione pre-centro e comunicazione interna (coordinatore/anima-tori e coordinatore/famiglie)”.Tutti gli incontri, salvo diversa indicazione, si terranno pres-so la sede del Csi di Modena dalle 20 alle 22.30. Per info e prenotazioni: tel. 059.395357, [email protected].

previste dallo statuto. Oltre al presidente saranno eletti i 14 membri del nuovo consi-glio provinciale, l’organo di governo del Csi all’interno del quale sarà poi nominata la nuova presidenza, l’organo più ristretto formato su pro-posta del nuovo presidente eletto. Quella del Csi, come ha sottolineato l’attuale pre-

sidente, Stefano Gobbi, non vorrà essere soltanto una semplice assemblea elettiva chiusa all’esterno e rivolta soltanto agli addetti ai lavori. Sarà invece un momento di confronto con tutte le istitu-zioni e con tutti gli attori del territorio che, a vario titolo, si confrontano anche col Csi nella promozione sociale.

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19Domenica 15 gennaio 2012NostroTempo

Grandi talenti per il nuovo annoI concerti della Gioventù Musicale modenese

Il cartellone della Gio-ventù Musicale mode-nese prosegue nel 2012 con appuntamenti che

continuano ad incontrare i più differenti gusti musicali: dal-la classica, al jazz, alla musica contemporanea. L’Auditorium Marco Biagi, il 15 gennaio al-le 17.30, ospiterà nuovamente Mario Brunello per il quinto capitolo del viaggio che ha por-tato la platea modenese all’in-terno delle Suite di Bach. Il celebre violoncellista è alla sua settima presenza assoluta nelle stagioni della Gmi modenese e continua il suo progetto di

“traghettatore” del pubblico alla scoperta dei sei capolavori ba-chiani. Nel suo consueto con-certo-conferenza, questa volta intitolato “Bach nella lettura di Brunello”, eseguirà la Suite n°5 in do minore per violoncello solo di Johann Sebastian Bach

Dagli arredi sacri agli indumenti liturgici. La ritualità re-ligiosa con i suoi colori, i suoi tessuti e i suoi paramenti sarà al centro di una serie di incontri che si svolgono in

gennaio nella sala riunioni della chiesa della Pomposa, nell’omo-nima piazza. Gli appuntamenti sono organizzati dall’Universi-tà per gli adulti “Salotto magico” con il patrocinio del Comune di Modena e in collaborazione con la Circoscrizione 1 Centro Storico, San Cataldo. Il ciclo “Arredi e paramenti sacri” è cu-rato da Marzio Ardovini; la partecipazione è gratuita e le iscri-zioni sono già aperte (“Salotto magico”, via del Carmine 15, tel. 3319069870, email: [email protected]). Dopo un primo in-contro lo scorso 11 gennaio in cui si è parlato di colori, tessuti e paramenti sacri, il secondo appuntamento è mercoledì 18 genna-io alle ore 17 per parlare di arredi sacri, mentre l’ultimo incontro, mercoledì 25 gennaio è sugli indumenti liturgici.

Tra arredi sacrie indumenti liturgici

In gennaio alla Pomposa

Cultura

e descriverà la sua personale interpretazione che eseguirà in apertura e in chiusura dell’in-contro. Su questa composizione Mario Brunello spiega: “Con la Quinta Suite in Do minore

si va a fondo, dentro il suono, alla forma. Subito dopo il pri-mo Do grave in ottava, seguito dalle quartine che percorrono tutta la distanza fino all’accordo successivo, carico di tensione, si capisce che si fa sul serio. Qui non si tratta di colori, siamo

sul bianco e nero, variazioni di grigi, intensità e contrasti”. In questa Suite, così come nella Sesta che concluderà il viag-gio del pubblico modenese l’11 febbraio, Bach introduce una

danza nuova per la sua epoca, la Gavotte. Gli spettatori che de-siderano condividere più tempo con il violoncellista e conoscer-lo da vicino possono inoltre prenotarsi presso l’ufficio della Gmi per partecipare alla Cena con Brunello che si svolgerà su-bito dopo il concerto. Venerdì 20 gennaio sarà invece la volta

Tutto si svolge nell’arco di 24 ore, nella camera da pranzo di una casa qualunque. Il Sig. Borgen ha due figli: Mikkel e Johannes. Il primo, sposato con Inger, non crede più

in niente, mentre Johannes è in preda ormai da tempo a turbe mistiche che lo portano a predicare come fosse una reincarna-zione del Messia e a compiere sinistre profezie. Il gelo di casa Borgen è attenuato solo dalla dolcezza di Inger. Ma il freddo della notte non risparmierà neanche lei, chiamata ad affrontare una prova inspiegabile. La riduzione, liberamente adattata del dramma di Kay Munk “Ordet” nella versione cinematografica di C.T. Dreyer, celebra il “mistero” nascosto dietro ogni apparenza e andrà in scena sabato 14 gennaio alle 21 presso il Teatro Al-berione. In scena saranno Vincenzo Barbieri, Domenico Federi-co, Alberto Fidani, Francesco Sani, Giuseppe Savastano, Cecilia Vecchi, con la partecipazione straordinaria di Andreina Paolillo e la regia di Francesco TerranoPer info: tel: 059 236853, [email protected]

La parola di un pazzoTeatro Alberione

E’ l’ultima iniziativa che chiude le celebrazioni legate al 150° dell’Unità d’Italia e, con il titolo “Eroiche visioni”, intende va-lorizzare il patrimonio legato al Museo del Risorgimento di

Modena fino al 3 giugno. Non si tratta di una successione di eventi in sequenza cronologica, ma di una suggest iva ricostruzione d’ambiente che ricrea, attraverso un allestimen-to ispirato alle “period rooms” di tanti grandi musei euro-pei, il clima grav i tante intorno alla corte dei due

duchi austro-estensi, Francesco IV e Francesco V. Ciò è reso pos-sibile anche dalla disponibilità di opere e materiali appartenenti propriamente alle raccolte del Museo Civico d’Arte, costituitesi nel fervido clima culturale che caratterizzò la vita modenese degli ultimi decenni dell’Ottocento. Sullo sfondo dell’ambiente di corte, improntato ad una raffinata eleganza Mitteleuropea ma incapace di farsi interprete delle istanze più progredite provenienti dalla socie-tà civile, si stagliano i personaggi che hanno “fatto” il Risorgimento modenese e italiano: don Giuseppe Andreoli, Ciro Menotti, Nicola Fabrizi e Enrico Cialdini. Il Museo Civico d’Arte è aperto dal mar-tedì al venerdì dalle 9 alle 12, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18.

Eroiche visioni Storie di duchi e patrioti al Museo Civico

I racconti da inviare sono brevissimi e la scadenza è il 22 genna-io per il concorso “Parole digitali” giunto alla seconda edizio-ne e dedicato quest’anno al tema “L’ho letto su Wikipedia”.

Si tratta di un concorso aperto ai giovani tra i 15 e i 25 anni che comporta la creazione e l’invio di un testo di 140 caratteri (della lunghezza di un messaggio del cellulare o un “tweet”) all’indiriz-zo [email protected]. Tutti messaggi entreranno in un e-book (che sarà pubblicato su www.comune.modena.it/netgarage), mentre ai migliori sei andranno in premio prodotti tecnologici e buoni acquisti da spendere in libri all’interno del Festival della piccola e media editoria Buk. La premiazione si svolgerà sabato 4 febbraio alle 14.30 al Foro boario di Modena proprio durante Buk. Per info e regolamento: www.comune.modena.it/netgarage/

Parole digitaliConcorso di racconti brevissimi

di Yuja Wang. La straordinaria pianista cinese sarà per la prima volta ospite del Teatro Comu-nale di Modena all’interno del-la stagione della Gmi, durante il suo tour mondiale che toc-cherà prestigiosi luoghi come Queen Elisabeth Hall a Lon-dra, Teatro alla Scala di Mila-no, Schiller Theater di Berlino, Avery Fisher Hall a New York. Avviata alla grande carriera internazionale da collabora-zioni con Claudio Abbado, Lorin Maazel, Juraj Valchua, e come solista nelle sale con-certistiche più importanti del mondo, la pianista ventiquat-trenne aprirà il programma con l’esecuzione delle Fanta-sie per pianoforte di Johan-nes Brahms poi esplorererà le diverse vie della decostruzione della tonalità nella musica pia-nistica nel passaggio di secolo: nella musica russa, con Ale-xander Scriabin e con alcuni degli Études Tableaux di Ser-gej Rachmaninov vertici asso-luti del virtuosismo musicale. Nella parte centrale del con-certo, con musiche spagnole e di ispirazione andalusa: La soirée dans grenade da Estam-pes di Claude Debussy, Triana, da Iberia, deuxième cahier di Isaac, Alborada del gracioso,

Yuja Wang

Mario Brunello

da Miroirs, di Maurice Ravel. Il programma, impressionante per varietà e difficoltà virtuo-sistiche, ma anche di grande acutezza e suggestione intel-lettuale nella scelta dei brani, si chiuderà con un brano di pianismo lirico e raffinato: la Ballata di Gabriel Fauré, com-

posta nel 1879 come risposta, volutamente polemica, all’este-tica wagneriana. La Ballata è totalmente “francese” e presen-ta un’articolazione particolare: un Allegro centrale posto tra due movimenti Moderati. Per info e prenotazioni: tel. 059 9781690.

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20 Domenica 15 gennaio 2012 NostroTempo

Nostro TempoPer crescere nel

Come versare:• Versamento su conto corrente bancario IT 46 O 05188 12900 000000043394 intestato a “Nostro Tempo Arcidiocesi Modena-Nonantola corso Duomo 34, 41121 Modena”• Versamento su c/c postale numero 14614416 intestato a “Nostro Tempo settimanale cattolico modenese” C.P. 357 succ. 3• Presso la Diocesi in via Sant’Eufemia 13 a Modena• Presso la Galleria Incontro Dehoniana in corso Canalchiaro 159 a ModenaHai già rinnovato l’abbonamento? Regala per Natale un anno di Nostro Tempo a un amico a soli 35 euro

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