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ISSN 1590-7716 Numero 4 - Aprile 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano - La Rivista del Club Alpino Italiano - Lo Scarpone NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO L’esperienza del Gruppo Bambi di Savona impegnato in una serie d’iniziative con i piccolissimi: un progetto da condividere, un patrimonio da far crescere EVENTI Ritornano a Riva del Garda gli OutDoor Days CONVEGNI Le associazioni alpinistiche e l’Europa DA ZERO A SEI

NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB … · 2018. 11. 26. · ISSN 1590-7716 Numero 4 - Aprile 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge

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NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB ALPINO ITALIANO

L’esperienza del Gruppo Bambi di Savona impegnato in una seried’iniziative con i piccolissimi:un progetto da condividere,un patrimonio da far crescere

EVENTIRitornano a Riva del Gardagli OutDoor Days

CONVEGNILe associazioni alpinistiche e l’Europa

DA ZEROA SEI

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2 - LO SCARPONE, APRILE 2009

Strategie Un modello di gestione ambientale

Un impegno concreto per un modellodi gestione ambientale del territoriomontano: così va considerata laConvenzione quadro di collabora-

zione tra il Club Alpino Italiano e il Parconazionale Appennino Tosco-Emiliano checomprende le province di Lucca, ReggioEmilia, Parma e Massa. Il documento, sot-toscritto a Lucca il 7 febbraio dal presiden-te generale del CAI Annibale Salsa e dal pre-sidente dl Parco Fausto Giovannelli, riguar-da importanti campi di attività come sentie-ri, rifugi e opere alpine, escursionismo natu-ralistico, alpinismo, alpinismo giovanile,tutela ambiente montano, ricerca nei campiscientifico e archeologico, soccorso alpino.La cerimonia si è svolta durante i lavori delComitato centrale d’indirizzo e controllo delClub Alpino Italiano con l’impeccabile orga-nizzazione della Sezione di Lucca, presenti ilsindaco Mauro Favilla e i due presidenti deigruppi regionali del CAI toscano ed emilia-no-romagnolo Riccardo Focardi e PaoloBorciani.

“Siamo contenti di questa intesa”, ha dettoFavilla, “perché corona l’attività di valoriz-zazione delle montagna da parte del CAI edel parco. L’opera di questi due enti è digrande importanza per scoprire il valoredella montagna”.

A sua volta il presidente generale del CAI,nel presentare l’importante accordo, ha sot-tolineato come “l’incontro con il presidentedel Parco ha posto in evidenza il ruolo delClub Alpino Italiano nel proporre un model-lo di gestione ambientaleincentrato sulla relazione

uomo-ambiente”.Anche per Giovannelli “il CAI si è sempre

preso cura non solo della montagna, maanche dell’uomo dentro la monta-gna. La convenzione in questosenso è uno strumento utilissimoper ravvivare un territorio con unapresenza e una frequentazione intel-ligente. E siamo lietissimi di affidareal Club alpino, l’associazione che piùcorrisponde a una visione di tutela territo-riale, la gestione e la manutenzione dei

nostri sentieri: dai quali ci piace-rebbe che il Paese potesse trarrein po’ di ossigeno sia per i pol-moni sia per la testa”.

La Convenzione riconosce ilCAI quale soggetto che attraversole sue strutture fornisce collabo-razione specifica rivolta alla cono-scenza e alla protezione dellerisorse naturali presenti nel terri-torio del Parco, sancisce un conti-nuo e reciproco aggiornamentosulle tematiche legate alla frequen-tazione e alla fruizione di zone sen-sibili e di particolare valore biologi-

co-paesaggistico, e contribuisce a far cono-scere a un vasto pubblico di fruitori leattrattive dell’area protetta che segna il con-

fine climatico dell’areamediterranea ed è statadefinita dal presidentedel parco “un caleido-scopio di natura e sto-ria”.

In base al documentosottoscritto a Lucca, ungruppo di lavoro svolge-rà “un’azione propositivaa sostegno dei program-

mi di sviluppo della Convenzione e avrà unafunzione di coordinamento delle attività

di collaborazione tra Parco nazionalee CAI”. Del gruppo faranno parte ipresidenti dei GR Emilia Romagnae Toscana o dei loro delegati. Perquanto riguarda rifugi e opere

alpine è previsto nel protocollo unmonitoraggio dello stato dei ricoveri esi-

stenti nel territorio del Parco finalizzato a“un’adeguata frequentazione da parte degliescursionisti”.

In primo piano nella collaborazione tra ilCAI e il Parco figura anche l’opera svolta dalCorpo nazionale soccorso alpino e speleo-logico che a Lucca era rappresentato dalpresidente nazionale Piergiorgio Baldracco.Data l’importanza del ruolo svolto nel setto-re dal CNSAS, nonché la particolare posi-zione del CNSAS all’interno delle strutturedel CAI, il Parco nazionale e il Soccorsoalpino potranno infatti stipulare accordioperativi specifici.

L’intensa giornata dedicata alla riunionedel Comitato centrale d’indirizzo e controllosi è conclusa a Lucca con la visita al Museodella Zecca alla casermetta San Donatosotto la guida del “magister monetae”Giuliano Marchetta. ■

Quattroprovincie La firma a Lucca dellaConvenzione quadro dicollaborazione tra il ClubAlpino Italiano e il Parconazionale Appennino tosco-emiliano che si estende inquattro provincie: a sinistra ilpresidente del parco FaustoGiovannelli, a destra ilpresidente generale del CAIAnnibale Salsa.

Parco Appennino Tosco-Emiliano,firmata la Convenzione quadro

In collaborazione conla Regione Piemonteè in distribuzione il

libretto realizzato dalGruppo regionalepiemontese del CAI“Giovani in vetta” connotizie utili peraffrontare la montagna. È possibile richiederlo gratuitamentealla Regione scrivendo a:[email protected]

Un preziosovademecum

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2 StrategieNuova convenzione quadro

4 ConvegniLe associazioni alpinistiche e l’Unione europea

7 ArrampicataQuali contenuti formatividi Augusto Angriman

e Silvia Metzeltin

8 Nuovi orizzontiIl Club Bambi di Savona di Paola Mesturini

e Paola Alvazzi Delfrate

10 MedicinaL’avanzata del dopingdi Enrico Donegani

12 Alpinismo giovanileBilancio di un anno

14 SpeleologiaMezzo secolo di attivà della Scuola nazionaledi Silvia Sammataro

15 EventiIl CAI a Josp Festdi Vinicio Vatteroni

16 HimalayaPrima invernale al Makalu

17 RassegneCome sarà TrentoFilmfestival

19 CicloescursionismoRiconoscimento ufficialedi Luigi Cavallaro

22 EsperienzeTrekking in Tasmaniadi Onofrio Di Gennaro

23 EditoriaI nuovi libri del CAI

26 ArgomentiOrso: chi lo vuole, chi lo teme

28 Cinema“Nordwand”di Irene Affentranger

29 AmbienteLo sfruttamento delle acque montane

Rubriche18 NEWS DALLE AZIENDE 19 TRENOTREKKING 24 FILO DIRETTO 30 QUI CAI 35 VITA DELLE SEZIONI 38 PICCOLI ANNUNCI 39 LA POSTA DELLO SCARPONE

SommarioFondato nel 1931 - Numero 4 - Aprile 2009

Direttore editoriale: Vinicio Vatteroni

Direttore responsabile: Luca Calzolari

Coordinamento redazionale: Roberto Serafin

e-mail: [email protected]

CAI Sede Sociale 10131 Torino, Monte dei Cappuccini.

CAI Sede Legale 20124 Milano, Via Errico Petrella, 19

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Tel. 02.205723.1 (ric. aut.) - Fax 02.205723.201

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Club Alpino Italiano Servizio Tesoreria

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Lo Scarpone è stato fondato nel 1931 da Gaspare Pasini

La redazione accetta articoli, possibilmente succinti, compatibilmente con lo

spazio, riservandosi ogni decisione sul momento e la forma della pubblicazione.

Il materiale da pubblicare deve essere in redazione, possibilmente per posta

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Club Alpino Italiano fondato nel 1863

Presidente generale: Annibale Salsa

Vicepresidenti generali: Valeriano Bistoletti, Umberto Martini, Goffredo Sottile

Componenti del Comitato direttivo centrale: Lucio Calderone, Francesco Carrer, Vincenzo Torti

Consiglieri centrali:Alberto Alliaud, Flaminio Benetti, Ettore Borsetti, Sergio Chiappin, Antonio

Colleoni, Onofrio Di Gennaro, Umberto Giannini, Ugo Griva, Luigi Grossi, Aldo

Larice, Claudio Malanchini, Gian Paolo Margonari, Lorenzo Maritan, Vittorio

Pacati, Elio Protto, Francesco Riccaboni, Francesco Romussi, Luigi Trentini,

Sergio Viatori

Revisori nazionali dei conti: Mirella Zanetti, Vincenzo Greco (in rappresentanza del Ministero dell’Economia e

Finanze), Luigi Brusadin, Roberto Ferrero (supplente)

Probiviri nazionali:Silvio Beorchia, Vincenzo Scarnati, Tullio Buzzelli, Tino Palestra, Lucia Foppoli.

Past president:Gabriele Bianchi, Leonardo Bramanti, Roberto De Martin

Direttore: Paola Peila

Il Club Alpino Italiano è membro e socio fondatore di:

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Le notizie da pubblicare sul notiziariomensile Lo Scarpone devonoarrivare in redazione (E-mail:

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Vinicio VatteroniDirettore editoriale della stampa sociale

La lavorazione del notiziario “Lo Scarpone”

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LO SCARPONE, APRILE 2009 - 3

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Come adeguare l’organizzazione deirapporti tra le associazioni alpinisti-che alla luce del mutato assettodell’Europa? Un primo momento di

riflessione sull’importante argomento recala data del 14 febbraio, giorno di SanValentino. Nel Palazzo del Governo diTrieste, affacciato sulla splendida piazzadell’Unità d’Italia, il tema è stato trattato apiù voci grazie all’impegno della SocietàXXX Ottobre, attivissima sezione del ClubAlpino Italiano arrivata nel 2008 al traguardodell’ottantesimo compleanno. Nell’aria tersale Alpi apparivano quel giorno imbiancate,simboli concreti di una cerniera culturaledell’Europa, non più barriera: un significatoche è sembrato esaltarsi nel nuovo clima diapertura del vecchio continente che allacittà di Trieste, cadute le frontiere con ipaesi dell’Est, potrebbe restituire la funzionebaricentrica e mediatrice avuta in passato,come ha auspicato nella sua prolusione ilpresidente della XXX Ottobre GiorgioGodina.

“Trieste”, ha detto Godina, “è una città pro-fondamente alpino-alpinistica, una città dimare che guarda alla montagna: all’incrociodi queste due tradizioni e vocazioni si collo-ca l’idea del convegno dedicato alle associa-zioni alpinistiche e ai loro rapporti conl’Unione europea. Forse si può ragionare suun nuovo raccordo, legato a una visione uni-

taria dell’Europa, non più su scenari territo-rialmente circoscritti. Perché in Europa cisono paesi che insistono sull’arco alpino ealtri, più lontani, che hanno comunque unforte rapporto con esso, a livello di praticaalpinistica, come l’Inghilterra, la Polonia, laRepubblica Ceca, per citare qualche caso”.

Questo primo momento di riflessione si èaccompagnato all’ipotesi della creazione diun organismo nuovo, sul modello di quellodell’Europa dei 25. Un’ipotesi che non èsembrata azzardata proprio perché le Alpi,con tutto il rispetto per le altre montagne,sono “il” grande corrugamento europeo,cioè un patrimonio comune. Un’ipotesi chesi è già trasformata in un impegno, standoalle parole di Annibale Salsa, presidentegenerale del Club Alpino Italiano. In base auna bozza redatta dalla XXX Ottobre “i nuoviassetti politico-geografici dell’UnioneEuropea devono comportare un adegua-mento nell’organizzazione dei rapporti tra leassociazioni alpinistiche, a livello appuntoeuropeo”. Una rete di questo tipo per laquale si è proposta la sigla UEAA (Unioneeuropea delle associazioni alpinistiche) nonandrebbe affatto a confliggere con UIAA eClub Arc Alpin, ma costituirebbe un utileelemento di raccordo e di confronto tra iclub dei Paesi insistenti direttamente sulleAlpi, e quelli che hanno comunque un forterapporto con esse, a livello di tradizione epratica alpinistica e comunque dispongonodi catene montuose importanti (GranBretagna, Polonia, Repubblica Ceca,Spagna, Norvegia e così via).

“Il CAI deve riposizionarsi sullo scacchiereeuropeo per lavorare a una più concreta rial-fabetizzazione del territorio, per ritrovarequello spirito esplorativo così fondante neiprimi anni del nostro Sodalizio, per favorirela conoscenza della montagna a 360°”, hadetto Salsa nel trarre le conclusioni (vederebox nella pagina a fianco) sull’incontro che èstato seguito con grande interesse dal presi-dente del Club Arc Alpin Joseph Klenner, dalpresidente del Club alpino sloveno(Planinska Zveza Slovenije) Franci Ekar, dalcomponente dell’Executive Boarddell’Unione internazionale delle associazionialpinistiche Silvio Calvi, intervenuto pertracciare un quadro dell’attività dell’UIAA, eda illustri esponenti delle istituzioni: il pre-fetto di Trieste Giovanni Balsamo che hadato il benvenuto ai convegnisti ricordandocome la storia del CAI s’intrecci con quelladel grandioso progetto di unificazionedell’Italia nella seconda metà dell’Ottocento,

4 - LO SCARPONE, APRILE 2009

I lavori nello storico Palazzo del GovernoUna veduta del Palazzo del Governo in piazzadell’Unità d’Italia a Trieste che ha ospitato il 14febbraio il convegno della XXX Ottobre. In basso ilgiornalista del quotidiano “La Repubblica” PaoloRumiz inquadrato dalle telecamere. Nell’altra paginal’intervento del presidente generale del CAI AnnibaleSalsa a conclusione del convegno. Al tavolo, dasinistra, Giorgio Godina, presidente del sodaliziotriestino che ha organizzato il simposio, e ilgiornalista Luciano Santin che ha coordinato i lavori.

Grazie all’articolo 174 votato recentemente dall’Unione europea,la montagna viene oggi considerata per la prima volta come unterritorio da curare e proteggere. Un segnale positivo che hailluminato il simposio organizzato dalla Sezione XXX Ottobre

Convegni Le associazioni alpinistiche e l’Unione europea

Alpi, patrimonio dell’Europa

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l’assessore comunale Claudio Giacomelli,l’assessore provinciale Mauro Tommasini, ilsottosegretario all’Ambiente Roberto Menia,il segretario della Convenzione delle AlpiMarco Onida, il presidente del gruppo Amicidella montagna del Parlamento ErminioAngelo Quartiani che nel suo intervento su“Coesione europea: verso un nuovo patto tracittà e montagna” ha aperto uno spiraglio disperanza spiegando come, grazie all’art. 174votato recentemente dall’Unione europea, lamontagna sia oggi considerata per la primavolta come un territorio da curare e da pro-teggere.

Dopo i saluti del vicepresidente delGruppo regionale del CAI Claudio Mitri cheha parlato delle molte diversità ambientali eculturali presenti nella regione FriuliVenezia Giulia e dell’impegno dei 20 milaiscritti per rinsaldare i valori che accomuna-no le diverse realtà, Armando Scandellarivicedirettore di Le Alpi Venete ha dato il viaagli interventi, moderatore il giornalistaLuciano Santin. Riferendosi all’europeismosommerso dei club alpini nel periodo 1876-1922, Scandellari ha raccontato gli impulsipresenti in quegli anni pieni di speranzanelle associazioni alpinistiche europee,orientate a considerare le montagned’Europa come luoghi d’incontro e di scam-bio di idee: impulsi purtroppo poi naufragatimiseramente a causa dei nazionalismi edelle guerre. Sulla necessità di un’eticacomune per i club alpini europei è interve-nuto poi Spiro Dalla Porta-Xydias, accade-mico e socio onorario del CAI, presidentedegli scrittori di montagna riuniti nel GISM.Dalla Porta ha invitato caldamente a cercareinnanzitutto, e a trovare, uno spirito comunetra i club alpini prima di confrontarsi sugliobiettivi, in modo da avere una solida baseed evitare poi scissioni come è successo perl’UIAA da cui si sono recentemente staccatiil club tedesco e quello austriaco.

Un caldo invito a cercare di stabilire unacooperazione seria tra club alpini europei èvenuto da Onida che nella sua relazione su“La Convenzione delle Alpi come modello dicooperazione regionale nell’ambito dell’inte-grazione europea” ha spiegato quali sono ipunti di forza e quali i punti deboli di questoaccordo sottoscritto nel 1991 dagli ottoPaesi alpini e dall’Unione Europea con l’o-biettivo di migliorare l’economia e la socio-cultura dei residenti di valle salvando nelcontempo l’ambiente naturale e gli ecosiste-mi. E si è augurato che in un momento comequesto, mentre l’Europa è ormai diventatauna tecnocrazia in cui latita una politica inte-grata della montagna, una seria cooperazio-ne tra club alpini possa essere d’aiuto a con-siderare le montagne europee (ove vivono

circa 14 milioni di persone, spesso in con-correnza tra loro a spese dell’ambiente) unideale laboratorio per sperimentare nuovimodelli di sviluppo.

“Due sono i grandi temi sui quali oggi si dis-cute: il cambiamento climatico e l’acqua”, haspiegato Onida. “Per quanto riguarda ilclima, l’impegno della Convenzione è di pre-

sentare entro due anni un piano d’azionecomparato, oggetto di una discussione inmarzo al convegno di Evian. Per quantoriguarda l’acqua, abbiamo purtroppo davan-ti un periodo di magra in un ecosistema giàcompromesso dalle centraline che interessa-no il 90% dei corsi d’acqua”.

L’appello di Onida a un maggior coin-

LO SCARPONE, APRILE 2009 - 5

Spazio sociale e spazio ludico,ruolo di cerniera delle Alpi,necessità di fare cultura e di

veicolarla attraverso i mezzi dicomunicazione: questi alcuni temi dellarelazione conclusiva del presidentegenerale Annibale Salsa al convegno diTrieste sulle associazioni alpinistiche el’Unione europea. “Se andiamo ainterrogare la storia della nostroassociazionismo”, ha spiegato ilpresidente, “troviamo nella secondametà dell’Ottocento, alla nascita dei clubalpini, l’attenzione al sociale che oggis’impone nella nostra politica. Alcongresso nazionale di Varallo Sesia, nel1869, il grande alpinista e sacerdoteAmé Gorret raccomandò ai congressistidi prestare attenzione ai problemi dellepopolazioni alpine. Fu un segnaleimportante, mentre si accendevano ledispute fra illustri padri dell’alpinismo:Lesley Stephen definiva le Alpi terreno digioco dell’Europa, mentre John Tyndallribadiva l’eminente vocazione culturaledei club alpini ma, accorgendosi che aLondra l’Alpine club propendeva per unavisione sportiva dell’alpinismo, diede ledimissioni. A sua volta John Ruskinsosteneva che l’alpinista non è soloquello che scala le montagne ma anchequello che empaticamente si rapportaalla montagna”. “Dopo 150 anni”, ha osservato ilpresidente Salsa, “siamo costretti ariflettere sul ruolo di cerniera che

assumono le Alpi dopo che le abbiamotrasformate in barriera. Eppure già CarloMagno e tutta la società bassomedioevale ne avevano fatto uno spazioaperto. In quel periodo, come osservagiustamente il geografo PaulGuichonnet, le Alpi erano il cuoredell’Europa e gli abitanti avevano alcontrario di oggi i più alti tassi discolarizzazione e di risorse economiche.A quell’epoca risale l’autonomismoalpino: una visione entrata in crisi con lamodernità. Perché poi a prendere ilsopravvento è stato un modellotecnocratico tarato sull’urbanesimo. Equesto ha portato la montagna a esseresempre più considerata marginale”. “Oggi”, ha spiegato Salsa, “ci rendiamoconto che a livello europeo i club alpinirappresentano una lobby importante.Ecco perché, nel riaffermare questoconcetto, le nostre associazionialpinistiche non possono accontentarsidi svolgere una funzione ludica madevono essere propositive dal punto divista politico e culturale. L’allargamentoa una dimensione europea non deveinfatti obbedire a interessi di mercato.Dobbiamo fare cultura della montagna,fare cultura tout court nell’accezione piùampia. I padri fondatori ci hanno dettoche è questa la strada da seguire”. “Se vogliamo riposizionare il nostro ruolodobbiamo fare interagire l’etica,l’ambiente e la cultura”, ha concluso ilpresidente generale. ■

“Etica, ambiente e cultura per un riposizionamento del CAI”

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volgimento delle popolazioni alpine suiproblemi del territorio è stato raccolto eamplificato dal giornalista Paolo Rumiz cheha focalizzato il suo intervento (di cui riferi-rà ampiamente la Rivista del CAI) sui “clubalpini europei e il disastro ambientale dellemontagne” attribuendone la causa all’inca-pacità, per problemi culturali, delle popola-zioni montane di difendere il proprio territo-rio. Fondamentale quindi è, secondo Rumiz,un’alleanza europea tra club alpini per rifon-dare il ruolo del territorio, e una maggioredeterminazione da parte del CAI nel condur-re una battaglia per l’ambiente montano.

Un invito alle associazioni alpinistiche per-ché costruiscano un cultura comune e defi-niscano richieste comuni per i territori mon-tani è venuto dall’onorevole Quartiani chenel suo intervento su “Coesione europea:verso un nuovo patto tra città e montagna”ha spiegato come la montagna sia oggi con-siderata per la prima volta come un territo-rio da curare e da proteggere. A questanuova realtà non dovrebbe essere insensibi-le il Parlamento, o perlomeno questo è l’au-spicio dei parlamentari del gruppo Amicidella monrtgna. In che modo occorre inter-venire? “Dedicando una parte della fiscalitàverso i problemi delle terre alte”, ha spiega-to Quartiani, “e ridistribuendo con nuovi cri-teri i fondi europei. Una coesione europea sipotrà concretizzare”, ha concluso il parla-mentare, “se le associazioni alpinistiche siuniranno in un disegno comune e lavoreran-no per una cultura condivisa”.

Nell’analizzare appelli e proposte dei rela-tori, il presidente generale del CAI ha spie-gato che “il Club Alpino Italiano è oggi chia-mato a fare cultura sull’esempio dei nostripadri fondatori per evitare di ridursi a diven-tare un’associazione sportiva, ipotesi che iorespingo”. E ha aggiunto: “Dobbiamo riposi-zionarci allargandoci a livello europeo, nonper colonizzare le culture altrui, ma per tro-vare basi comuni: mirando a una culturaalpina a 360 gradi dove l’alpinismo è certo laparte più nobile, ma non va visto in una chia-ve riduttivistica”.

L’ottimismo è sembrato d’obbligo, pur inun contesto di crisi generalizzata e mentrel’immagine dell’Europa attraversa, come hasottolineato Onida, un periodo di scarsapopolarità. Ottimista si è detto il presidentedella XXX Ottobre, giustamente soddisfattoper la riuscita del simposio e nella speranzache “da questo primo spunto possa uscire unimpegno ad approfondire ulteriormente itemi affrontati, con il coinvolgimento delletante realtà esistenti. Perché la montagna habisogno di riflessioni comuni e penso chenoi tutti amici della montagna abbiamomolto in comune proprio perchè amiamo lestesse cose. Tra un anno potremmo ritrovar-

ci, più numerosi, qui a Trieste per fare ilpunto sull’evoluzione e sulla possibile con-cretizzazione dell’idea di un organismonuovo. A mio avviso questo è il futuro, unnuovo futuro, un dinamico e giovane futu-ro”.

Un auspicio condiviso dai tanti appassio-nati che hanno seguito i lavori e dalle perso-nalità del Club Alpino Italiano convenute aTrieste per l’occasione: i vicepresidentigenerali Valeriano Bistoletti, UmbertoMartini e Goffredo Sottile, il componente delComitato direttivo centrale FrancescoCarrer, i consiglieri centrali Sergio Viatori,Sergio Chiappin e Aldo Larice, il presidente

della Commissione rifugi e opere alpiniSamuele Manzotti, la presidentessa dellaCommissione centrale per la tutela dell’am-biente montano Miranda Bacchiani, il revi-sore dei conti Luigi Brusadin, il past presi-dente Roberto De Martin intervenuto perricostruire le vicende del Club Arc Alpin dicui è stato presidente e fondatore, EsterCason Angelini direttrice della FondazioneAngelini di Belluno nel cui direttivo siede unrappresentante del CAI: una benemeritaorganizzazione che, attraverso la ReteMontagna, fin dal 2000 ha messo le basi peruna cooperazione culturale fra i club alpinieuropei. ■

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Convegni

“Per i più esperti la sigla UIAA èassociata alle normative di sicurezza peri materiali per l’alpinismo. Ma da doveviene e che cosa fa questaorganizzazione? A queste domande harisposto al Convegno della XXX OttobreSilvio Calvi (foto), componente delComitato esecutivo dell’UIAA cheriunisce 70 club di tutto il mondo.Dunque l’UIAA è nata 75 anni fa aChamonix, con un’assembleacostituente cui hanno partecipato ventiassociazioni europee ed extraeuropee.Fra il 1933 e il 1939 si posero le basi perattività che ad oggi sono importantinell’organizzazione: l’educazioneall’alpinismo per i giovani, la protezionedelle montagne e lo studio dellasicurezza. Vennero fatti i primi interventiin materia di protezione delle montagne.“L’attività della Safety Commission diricerca sui materiali e sulla sicurezza”,spiega Calvi, “partì nel 1960 e nel 1965venne stabilito il marchio UIAA. Neglianni 70 e 80 crebbe l’attenzione allemontagne sotto l’aspetto ambientale enel 1982 l’assemblea UIAA approvò aKathmandu la dichiarazione che prese ilnome della città. Nello stesso periodovenne sviluppato il principio dellareciprocità dei rifugi. Nel 1995 il CIOriconobbe l’UIAA come rappresentantedegli sport di montagna. Allecompetizioni di arrampicata seguirono lecompetizioni di scialpinismo nel 2003 edi arrampicata su ghiaccio nel 2005”.Comparve anche l’aspetto eticodell’alpinismo, con l’elaborazione di un“Mountain Code” che nel 2003 divennela Tirol declaration. Il 2003 fu anchel’anno della “Summit charte”, unadichiarazione ai governi per invitarli allatutela delle montagne.

Nel 2006 si registrauna svolta.“L’Assembleagenerale a Banff”, ricorda Calvi,“riconobbe che non era più possibiletenere tutti i settori di attività insiemesotto un’unica associazione quando gliinteressi diventavano diversi econflittuali e venne approvata unamozione con la quale l’UIAA decise dinon occuparsi più delle competizioniinternazionali di arrampicata. Unapposito gruppo di lavoro si preoccupòdi rivedere il sistema di governance, conla partecipazione di rappresentanti delleassociazioni più grandi (DAV, CAI, CAS)e delle commissioni e delle competizionisportive. La proposta unanime delgruppo di lavoro venne approvata nel2007 a Matsumoto in Giappone e daallora l’UIAA è gestita con le nuoveregole. Nel gennaio 2008 le federazionitedesca e austriaca, che si occupano dicompetizioni internazionali discialpinismo, si sono date una strutturaautonoma e in ottobre le stesse hannodeciso di non far parte dell’UIAA mentreun altro stato è entrato a farne parte,Israele, che ha deciso di aderire inoccasione del congresso svoltosi aTeheran, nella casa di Ahmadinejad”.Ora l’augurio è che venga rivista ladecisione presa dagli austriaci e daitedeschi. Un negarsi che secondo Calvinon porta beneficio ad alcuno, bensìdanneggia la comunità alpinistica.“Perché l’UIAA conserva, rafforza epromuove l’alpinismo e l’arrampicataattraverso i suoi associati nel mondo:operando come custode dello spirito edella cultura alpinistica e comerappresentante attivo dei propriassociati”. ■

UIAA , 75 anni

Al servizio della comunità alpinistica

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Da alcuni anni a questa parte si è assi-stito in Italia alla nascita di numerosicentri indoor di arrampicata e boul-der. Varie sezioni del CAI manifesta-

no vivo interesse per questa realtà e numero-se sono le pareti artificiali attrezzate adopera delle varie sezioni. Fra tutte spiccaquella del Palamonti di Bergamo, ma nonmancano moltissime altre realtà altrettantointeressanti, a volte sconosciute o poco pub-blicizzate ma non meno meritevoli. Ciò chepiù conta è che in questo modo è cresciuta lapossibilità per i soci di approfondire la cono-scenza di una disciplina per certi aspettisganciata dall’alpinismo, ma innovativa per icontenuti sportivi e formativi, in primis l’im-portanza della preparazione fisica intesacome armonico sviluppo e integrazione dimente e corpo. Senza contare che si tratta diun’attività che, con le necessarie competenzetecniche e un’adeguata preparazione fisica,può essere praticata in sicurezza da personedi tutte le età.

Tutto questo non potrà che favorire unasempre maggior attenzione per questa disci-plina, sia che venga praticata sui massi siache si svolga nelle falesie, dando la possibili-tà alle giovani generazioni di avere unapproccio più sereno, gioioso e “sportivo” aiprincìpi proposti dal nostro Sodalizio.

La grande attenzione per l’arrampicata nonpuò certamente ridursi a una pratica “acefa-la” in cui siano assenti le giuste attenzionialla sicurezza della cordata e alle competen-ze tecniche e culturali che, come qualunquealtro sport, richiede ad ogni praticante. NelCAI tutto questo è stato da tempo compresoe ha comportato per tutte le scuole e per tuttigli istruttori impegno, studio e preparazione,mirati all’approfondimento delle componentidell’arrampicata. Alla trasmissione e allaverifica del livello di apprendimento di que-ste competenze sono mirati i corsi per la for-mazione degli istruttori. Solo così facendopotremo dare risposte culturalmente e tecni-camente valide alle richieste dei nostri tantiutenti, giovani e meno giovani.

In occasione dell’inaugurazione del Centrodi arrampicata indoor “Kingrock” a Veronaha molto interessato per la lungimiranza deicontenuti la relazione (vedere box) svolta daSivia Metzelin Buscaini di cui presentiamo inquesta pagina un significativo stralcio.

Augusto Angriman

Scuola centrale di alpinismo

e arrampicata

Arrampicata Sport e contenuti formativi

L’arrampicata sportiva si puòconsiderare oggi non più solocome filiazione dell’alpinismo

divenuta autonoma, bensì, a seconda dipropensioni e intendimenti personali,piuttosto come aspetto della ginnasticaartistica, prossima alla danza moderna,alla biodanza o alle arti marziali. Poichétende al controllo armonioso dellagestualità individuale, si può ancheconsiderare come utile complemento opreparazione specifica per altrediscipline. Però, nella sua essenza,incanala la naturale gioia delmovimento verso un’espressività piùevoluta, pur rimanendo nell’ambito delgioco spontaneo. Sviluppando qualità psicofisicheindividuali spesso latenti, l’arrampicatasportiva privilegia la consapevolezza deigesti nello sviluppo dell’intelligenzamotoria, guidata da autocontrollo eequilibrio psichico. Questi aspettirivestono particolare importanza per lapratica nell’infanzia e nell’età evolutiva.Tuttavia anche un adulto di qualsiasi etàpuò trovarvi un approccio a sua misurae progredire rapidamente consoddisfazione. Sarebbe riduttivoritenere la pratica dell’arrampicatasportiva come puro esercizio ginnicoessenzialmente egocentrico. Anche sepraticata individualmente, l’arrampicatain una struttura organizzata comporta lafrequentazione con altri arrampicatori,di qualunque livello tecnico e formafisica. Ne consegue l’adeguamentoimplicito a regole di convivenza nell’usodell’impianto e, quando si passa apratiche che richiedano assicurazionedi corda, anche all’esigenzaimprescindibile di senso diresponsabilità per il compagno. Losviluppo di questi atteggiamentirispettosi e comprensivi, neppuresempre imposti dall’alto ma integratispontaneamente nella pratica,costituiscono un aspetto culturale di altavalenza sociale.

Silvia Metzeltin

Non soloesercizio ginnico

Crescono i centri indoor

La “mecca” di Verona Il centro indoor Kingrock (www.kingrock.it)

di Verona rappresenta un punto diriferimento per tutta l’area del Nord Est edel Nord Italia offrendo oltre 150 itinerari.

Varie sezioni del Club AlpinoItaliano manifestano vivointeresse per questa realtàallestendo numerose paretiartificiali attrezzate, fra le qualispicca il Palamonti di Bergamo

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“Pronto? Ciao, sono Paola. Vista la bellagiornata pensavamo con Lorenzo di fareuna passeggiata per sentieri con il piccoloEmanuele. Venite anche voi con le bimbe?Si volentieri, lo diciamo anche a Laura,Doris e Patrizia. Preparo biberon e omoge-neizzato nel thermos, ciuccio e crema sola-re, cambio di pannoloni, marsupio. Ok,allora ci vediamo domani!”

Più o meno così è nato a Savona nel 2005il Gruppo Bambi. La fascia di età? Da 0 a 6anni, accompagnati dai genitori. Coppie dineogenitori che hannosempre frequentatola montagna a piedi,con sci, piccozza eramponi, assicurati auna corda, in grotta, inmountain bike, e cheoggi si trovano adavere uno “zainetto” inpiù e la voglia di conti-nuare a coltivare con i propri piccoli lesempre vive passioni.

“Bella camminata, pensa che non ci era-vamo mai stati prima. Domenica prossima,tempo e dentini permettendo (ne stanascendo un altro), organizziamo noi”. Iritmi, le mete, i tempi, sono a misura dibimbi. Non ci sono levatacce con sveglieimpossibili, anche perché si cerca di limi-tare i trasferimenti in macchina: da Savonaper esempio si raggiungono i Forti diGenova con il treno e la funicolare e anche

questa è una bellaavventura! E poi sifanno quattro metriavanti e due indie-

tro. Perchè bisognaprendere un bastoncino e tirare una pietranell’acqua e far volare una foglia secca earrampicarsi su ogni roccetta e guardare lafarfalla colorata e la tana della marmotta ela penna di chissà quale uccello e il troncostorto di quest’albero e l’orma di…mamma, che animale è?

Dove non arriva il sapere, viene in aiuto lafantasia. Ed è proprio con lo spirito ludicoche si avvicinano i bimbi alla montagna,alla natura da osservare, conoscere erispettare. Le storie sugli animaletti delbosco o le filastrocche ci accompagnano e

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Nuovi orizzonti Il Gruppo Bambi del CAI Savona

Sempre più l’attenzione di alcunesezioni del Club Alpino Italiano (eanche delle organizzazioni turistiche edegli editori di guide escursionistiche)si concentra sulle famiglie conbambini, argomento a suo tempo(“Sui sentieri di papà”, LS 9/07) alcentro di uno speciale dossier sulloScarpone. Fiabe, acquerelli, storiefantastiche con boschi incantati,acque, ruscelli e laghi, grandi cime,animali della montagna: che cosa nonsi fa per attirare i piccoliescursionisti? Più di recente nelnostro notiziario l’argomento è statoripreso in due occasioni: raccontandol’esperienza della SAT di Riva delGarda (LS 12/08), dove il progetto Inmontagna con le famiglie da più dicinque anni si rivolge ai ragazzini dai5 ai 13 anni, e quella della Sezione diMilano (LS 1/09), dove nella fascia piùgiovane, quella battezzata Family, unatrentina di famiglie partecipano ladomenica a escursioni e giochicollettivi in quota con i più piccolifacendosi carico dell’organizzazione.“I bambini, anche molto piccoli,purché in buona salute, possonoandare in montagna e risiedere ancheper lunghi periodi alle quoteabitualmente abitate sulle Alpi, 1500 –2000 metri”, osserva Oriana Pecchio,presidente della Società di medicinadi montagna. E aggiunge:“L’osservazione della natura, la vitaall’aria aperta, il gusto per l’avventurapossono essere stimolanti egratificanti anche per loro, purché siseguano i loro ritmi nelle escursioni esi tenga conto dei loro interessi”. Inqueste pagine l’accattivate raccontodell’esperienza maturata nella Sezionedi Savona dal Gruppo Bambi: da zeroa sei anni con accompagnatore. Un modo di operare che può essered’esempio e stimolo per altre realtàdella nostra associazione (R.S.).

Intensa è l’attività: dalle classiche camminate BambiTrek,all’arrampicata BambiClimb, alle pedalate CicloBambi. Un’esperienza da condividere, un patrimonio da far crescere

E per accompagnatori mamma e p

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aiutano nei momenti di difficoltà (“papànon voglio più camminare, voglio giocarequi”). Perché per i bimbi deve essere ungioco, non bisogna “forzare” le loro possibi-lità, e nemmeno quelle dei genitori, di chi inspalla ha uno zaino un po’ irrequieto conorsetti e macchinine al seguito. E anche levarie “pappette” pesano! Di solito la meta èun bel prato: chi mangia, chi dorme, e poic’è la crostata di Patty, caramelle, cioccola-tini, e i giochi! Al Santuario della Madonnadella Guardia di Varazze Patrizia e Stefanohanno organizzato una caccia al tesoro, maormai i genitori sono esperti nello scatena-re la loro fantasia con cacce alla “foglia”,raccolta di castagne, funghi, corbezzoli, ilgioco del fazzoletto, oltre che con bolle,girandole e palloncini. In realtà poi bastanoterra, bastoncini e rotolarsi un po’ sull’erba!

E così, poiché i bambini si divertono e igenitori forse ancora di più, dalla primaedizione con quattro uscite, si è passati nel2008 a otto, e nel 2009 a dieci. Direttori digita sono mamme e papà che si prestano aorganizzare sempre qualcosa di diverso:dalle classiche camminate (BambiTrek),all’arrampicata (BambiClimb), alle pedala-te in mountain bike (CicloBambi) perbimbi pedalanti o passeggeri (su carrettinie seggiolini), alle novità (BambiRuote) conbicipattini, monopattini, skiroll, e(BambiSnow) con bob, slittini, sci, aspet-tando i protagonisti del raid scialpinisticodal rifugio Savona al rifugio Laus organiz-zato per festeggiare i 125 anni dalla nascitadella sezione savonese del Club AlpinoItaliano, a cui parteciperà anche qualchepapà. E Patrizia, il presidente, ha ripropo-sto con successo la SpeleoBambi, in grottacon caschetti e frontali: un mondo nuovocon stalattiti e stalagmiti, che strani nomi!Ovviamente quando occorre l’attrezzatura,imbraghini, caschi, corde, i bambini sonoancora più entusiasti, e che bello farsi por-tare sul seggiolino in bici da papà, mentre ipiù grandi iniziano la loro impresa ciclisti-ca nel bosco o camminano con l’ambitozainetto come mamma e papà.

Da marzo a novembre, tempo permetten-do, le possibilità di incontro sono varie:l’anno scorso la due giorni nel Parcodell’Aveto è stata rimandata ben tre volteper la pioggia. Proprio così, due giorni.Ormai è collaudato anche il pernottamentoin rifugio, per i bimbi una super avventura.Qui l’impegno degli organizzatori è vera-

mente encomiabile. Anche la partecipazio-ne è sempre più numerosa: limitata all’ini-zio ai soci, con il passaparola sono arrivatiamichetti, cuginetti e relativi accompagna-tori, tanto che al Santuario diCastagnabuona di Celle Ligure, in una gior-nata “estiva” di ottobre, c’erano ben 32bambini (il più piccolo di 3 mesi) e alcuniancora nel pancione: con genitori e nonniun centinaio di persone!

I bambini sovente sono soci: la sezioneconta 26 iscritti sotto i 7 anni grazie anchealle agevolazioni promosse dal consigliodirettivo. I bimbi non soci sono comunqueopportunamente assicurati ad ogni uscita.E a proposito di nonni, sono nonni sprint: èproprio per loro che spesso i bimbi posso-

no partecipare alla gita, in assenza dei geni-tori, e con la loro esperienza aiutano arisolvere e tamponare anche gli “incidenti”più gravi, come calze bagnate durante lacostruzione di una diga, un genitore “inca-strato” nei passaggi più stretti della grotta,qualche capriccio.

Il gruppo è stato perciò rinominatoGruppo Bambi da zero a sei anni conaccompagnatore: con mamma e papà è ilmassimo, ma ben vengano i nonni, gli zii, echiunque abbia passione per la montagna!C’è chi vede nei piccoli “il futuro del CAI”.Chissà che non abbia ragione!

A cura di Paola Mesturini

e Paola Alvazzi Delfrate

Sezione di Savona

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e papàTanti modi di giocare La visita a una grotta ealle sue meraviglienaturali (foto a fianco) èuno dei tanti “giochi”proposti ai ragazzini. Inqueste pagine altri dueaspetti dell’attività delGruppo Bambi diSavona: i primi “tiri” suroccia e le escursionisulla bici di papà.

Due anni fa in settembre il nostronotiziario dedicò la copertina auna “famiglia in gamba”, quella

della rinomata guida alpina trentinaMarco Furlani che nel 1980 vennenominato accademico dal CAI. Alle spalle di Furlani si affacciava dallozaino la sorridente figlioletta Lucia alla

quale l’alpinista aveva voluto dedicareil bel volume autobiografico “Ampiorespiro” (Nuovi Sentieri, 2006). Ora Lucia è grandicella ed è ormai in grado di affrontare i sentieri con le sue gambette. Eccola qui sopraposare per Lo Scarpone con papàMarco e mamma Laura.

Coccole e sentieri

Una famiglia in gamba

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Molto si è già detto, molto si è già scritto anche in questepagine (LS 11 e 12/08) sul caso Blanc, sull’ombra (ormainon più tanto “ombra”) del doping nelle competizioni inquota. Certo il caso fa discutere, perché si

pensava che (almeno) lo sci-alpinismo fosse immune daquesto problema. Ma, a pensarci bene, perché dovrebbeessere così? Perché in montagna dovrebbe essere diver-so? Quando ci sono di mezzo primati, vittorie, premi,record, onori e sponsor tutti gli atleti “professionisti”sono uguali.

Un caso eclatante di doping “professionistico” nellosci di fondo è stato quello della campionessa russaEgorova, squalificata per due anni nel 1997 dopo l’oroconquistato ai mondiali di Trondheim per aver assuntoun anabolizzante, il Bromantran, e poi regolarmenterientrata nelle competizioni. Ma anche durante leOlimpiadi invernali di Torino nel 2006 furono sequestra-te sacche di sangue per autotrasfusione in atleti delbiathlon. Già in un lavoro di Röggla pubblicato nel 1993venivano riportati i dati dei controlli eseguiti su 253campioni di urine di soggetti “dilettanti” dopo avere por-tato a termine con successo la salita che si erano pro-posti. Ebbene, composti anfetaminici erano presenti nell’organismodel 7.1% dei soggetti che avevano superato i 3300 m, del 2.7% di quel-li che avevano raggiunto quote fra i 2500 e i 3300 m e dello 0% deglialpinisti che non avevano raggiunto i 2500 m.

Epo, una scelta priva di sensoNel caso Blanc stupisce un po’ l’uso dell’eritropoietina (Epo). Questa

sostanza, fisiologicamente o “artificialmente”, aumenta il numero deiglobuli rossi nel sangue. Ma nei “campioni” dell’alta quota, in atleticioè che spendono molto del loro tempo in allenamenti in altitudine,l’utilizzo artificiale dovrebbe risultare inutile dal momento che a quel-la quota lo stimolo eritropoietinico è già naturale, fisiologico appunto,quale risposta alla carenza di ossigeno nell’aria.

Non è facile affrontare il problema del doping in montagna, tantomeno è facile dare delle risposte sicure, anche perché è un ambientein cui le attività fisiche-sportive sono molto varie e spaziano dall’an-ziano escursionista che compie escursioni per diletto, all’atleta pro-fessionista che gareggia per una vittoria, all’alpinista che insegue unrecord. Ho già discusso questo argomento altre volte sulla nostrastampa associativa, vediamo di riproporlo con alcune considerazioninuove. Innanzitutto penso sia utile definire bene che cose si intendaper “doping” e “comportamento “simil-doping”.

Per doping s’intende l’assunzione o la distribuzione di sostanze oprocedimenti da parte di atleti con lo scopo di migliorare le proprieprestazioni fisiche o di attenuare il senso della fatica. L’origine del ter-mine risale a quattro secoli fa e si riferisce alla pratica attuata daimarinai olandesi i quali usavano ingerire un miscuglio di sostanzeenergetiche, chiamato “doop”, prima di affrontare una tempesta sul-l’oceano. Per altri il termine deriva da “dop” che nella lingua dei Cafri,una popolazione dell’Africa australe, indicava una specie di acquavi-te fortemente stimolante bevuta in occasione di feste religiose. Maquesto poco importa. Nel gergo sportivo il termine è entrato alla finedegli anni ‘40 in Inghilterra con il verbo “to dope” da cui è nato ilsostantivo “doping”, con il significato di “additivo che migliora il ren-dimento”. E’ considerato “doping”, in una attività sportiva, l’utilizzo disostanze o procedure vietate dalla WADA (World Anti-Doping

Association), dalle Federazioni sportive o dai regolamenti nazionali.E’ considerato comportamento “simil-doping” l’uso di sostanze persuperare una difficoltà reale e percepita come tale (prestazione spor-

tiva, esame, rapporto con il pubblico, situazioni di dis-agio sociale, guerra, e così via).

Lo sport si gioca con regole precise: non seguire o nonadattarsi alle regole significa barare. Secondo le regoleinternazionali il doping non è ammesso, è illegale.Dunque usare il doping significa barare. E chi bara deveessere punito e squalificato.

Quali motivazioni alla base del fenomenoMa perché le persone si dopano? Le motivazioni che

inducono gli atleti al doping possono essere connessecon aspetti psicologici riguardanti soprattutto l’areadell’identità e quella dell’autostima. In particolare gliatleti che ricorrono al doping possono essere indotti dapaura di fallire, da sentimenti di insicurezza sulle pro-prie capacità, dal desiderio di essere competitivi o piùsemplicemente dalla ricerca di una perfezione psicofisi-ca sovrumana. Sono soggetti con basso livello di auto-stima e fortemente tesi alla ricerca del consenso da

parte del gruppo dei pari. Esistono poi cause sociali del doping, rappresentate da tutte quelle

forze che agiscono sulla mente di uno sportivo, partendo dal gruppoe dalle relazioni o, in modo più ampio, anche dalla società che ci cir-conda. Sempre più spesso, infatti, un forte stimolo al ricorso a sostan-ze dopanti è legato alle pressioni del gruppo, dei compagni di allena-mento o di altre persone dell’ambiente sportivo, perfino di elementidello staff o degli sponsor.

In ambito sportivo bisogna ancora fare un distinguo fra atleti pro-fessionisti, che gareggiano sotto l’egida delle federazioni sportive eche dunque devono accettare le regole del CIO e della WADA, e idilettanti che praticano l’attività sportiva, qualunque essa sia, perdiletto, per piacere, per divertimento, liberi da regolamenti scritti. Maesistono anche alpinisti di punta, non iscritti ad alcuna federazione oche non gareggiano in competizioni ufficiali in ambito CIO (ComitatoInternazionale Olimpico), che inseguono imprese, gloria e record inun giro di sponsor e interessi economici anche notevoli. Le regole delgioco dovrebbero valere anche per loro, almeno moralmente.

Com’è cambiata la mentalitàPerché il problema del doping in alta montagna dovrebbe essere

diverso? La montagna rappresenta un ambiente molto particolare nelquale le caratteristiche fisiche dell’alta quota inducono nell’organi-smo umano delle modificazioni fisio-patologiche tali da indurre lapossibile comparsa di disturbi patologici. Allora è lecito utilizzare far-maci o attuare procedure o ricorrere a pratiche per prevenire questidisturbi? Uno studio condotto nel 1986 su trekker che in Nepal sali-vano al Thorong Pass, a 5400 m, Kayser ritrovò che su 353 alpinistianalizzati meno del 2% del soggetti aveva fatto uso di acetazolamidee il 17% di analgesici. Nella medesima situazione, nel 1998, a distanzadi 12 anni, su 266 soggetti Gaillard trovò invece che il 12% faceva usodell’acetazolamide e il 46% assumeva analgesici. Questi dati dimo-strano da soli come sia cambiata la mentalità nel corso di un decen-nio. Oltre a farmaci o sostanze chimiche esistono anche procedure ostrumenti per migliorare la resa alla fatica o l’adattamento all’am-biente particolare, quali le auto-trasfusioni di sangue e, a limite, l’uso

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Medicina Dopo il “caso Blanc”

L’avanzata del doping

Migliorare senzabarare? Unprincipio basilare.E invece,statistiche allamano, lescorciatoiefarmacologichesono sempre piùfrequenti anchesui sentieri deinormali trekker

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dell’ossigeno. La somministrazione dolosa di eritropoietina (farmacodopante) rappresenta il proseguimento, l’evoluzione dell’emotrasfu-sione (pratica dopante) su cui vi è tuttora una grande disparità di opi-nioni circa la reale efficacia nelle prestazioni in alta montagna. In par-ticolare si parla di autoemotrasfusione qualora si utilizzi il sangueprelevato in precedenza dallo stesso atleta per poi reintegrarglielo inconcomitanza della gara. Numerosi anche in questo caso sono glieffetti dannosi collaterali: come emolisi, emosiderosi, ipertermia,ittero emolitico, nefrite, reazioni allergiche, shock emolitico chespesso si manifestano a distanza di tempo.

Utilizzi propri e impropri dei farmaci in quotaIn montagna i farmaci possono venire utilizzati per il trattamento

del mal di montagna o di una qualsiasi altra patologia, per la preven-zione del mal di montagna e, infine, per il miglioramento della propriacapacità fisica (“performance”).

Ovviamente non esiste alcun problema per l’uso di farmaci percurare chi sta male, associando al trattamento la rapida discesa aquote più basse. Ma già alcuni dubbi possono nascere sull’uso pre-ventivo dei farmaci per evitare il mal di montagna. E’ difficile in que-sto caso tracciare una linea netta al di qua della quale tutto è lecito eal di là tutto diventa illecito. Allora una persona predisposta al mal dimontagna non dovrebbe più andare in alta quota. Difficile esserecategorici in questi casi.

Anche l’UIAA ammette l’uso di farmaci per prevenire il mal di mon-tagna, riservandoli però alle persone che si devono recare in altaquota senza possibilità di eseguire una corretta acclimatazione (ope-razioni di soccorso, viaggi di lavoro o per turismo quando si arrivi inaereo in località quali La Paz in Bolivia o Lhasa in Tibet). Da notarecome alcuni farmaci molto usati per la profilassi del mal di monta-gna siano invece assolutamente vietati dalla WADA per gli atleti pro-fessionisti (l’acetazolamide, i cortisonici, il salmeterolo).

L’uso invece di sostanze farmacologiche o strumenti per il migliora-mento della propria performance fisica è senz’altro da condannare.L’utilizzo di sostanze/procedure che possano consentire la ricerca delrisultato a tutti i costi e nel minor tempo possibile ha ingeneratoanche nello sportivo dilettante il convincimento che non si possasvolgere alcun impegno, anche di lieve entità, se non ci si fa aiutareda “qualche cosa”. Come ho già avuto modo di dire, la mentalità dellosportivo che si serve di un farmaco per aumentare le proprie presta-zioni fisiche fa parte di una cultura sportiva che in qualche modoricalca la cultura del doping.

Le bombole e la corsa agli ottomilaEsistono poi situazioni al limite tra la prevenzione del male e il

miglioramento della prestazione. Per esempio, l’uso dell’ossigeno inaltissima quota.

Un esempio illustre? George Herbert Leigh Mallory (18 giugno 1886– 9 giugno 1924) che ha fatto parte delle prime tre spedizioni inglesiall’Everest è deceduto assieme al giovane compagno di scalataAndrew Irvine durante la spedizione del 1924. Egli era contrario all’u-so dell’ossigeno in alta quota, sostenendo che questo rappresentavauna sfida allo spirito umano e un attacco alla scienza.Un’esagerazione? Ecco l’autorevole parere di due esperti. SecondoKurt Kammerlander “l’ossigeno in alta quota è doping”. Per ReinholdMessner “l’ossigeno non è doping, ma aiuta molto: salire senza èmolto più faticoso”.

In altre culture è lecito ciò che per altri è illecito. Per gli abitantidelle Ande boliviane, peruviane e colombiane la pianta di coca(Erythroxylum coca) ha un’importanza speciale. L’uso delle foglie dicoca risale al 3.000 a.C. e continua ad avere un ruolo fondamentale intutte le feste e cerimonie religiose. Le foglie sono mescolate in bocca

con la saliva fino a formare una pallina da succhiare, oppure vengo-no utilizzate per la preparazione di tisane.

L’effetto stimolante della foglia facilita alle popolazioni andine lavita e il lavoro quotidiano in alture oltre i 3000 m, dà forza e resisten-za e funge da integratore alimentare che migliora le generali condi-zioni di salute. Per le popolazioni andine la foglia di coca è anchemedicina contro una miriade di mali, quali il mal di denti, il mal dipancia, i problemi di circolazione, i reumatismi e i crampi muscolari,contro il male d’altura e la depressione; una tisana di foglia di cocanel momento giusto previene i raffreddori, mentre una foglia sulleferite ne accelera la cicatrizzazione. La foglia di coca rappresentaanche il rispetto che la popolazione andina nutre per la madre terra,è offerta agli dei durante i riti e le cerimonie religiose, e il suo utiliz-zo serve a rafforzare i legami sociali, a migliorare l’umore e il benes-sere fisico e spirituale.

Quando gli europei arrivarono nelle Ande e conquistatori e missio-nari si resero conto del significato sociale e religioso che rivestiva lapianta la classificarono come “pianta eretica” e ne decisero lo ster-minio. Adesso invece qualunque turista si avventuri sulle pendicidelle Ande ricorre alle tisane di coca per meglio sopportare i disagidell’alta quota.

Attenti agli effetti collaterali!Ma abbiamo proprio bisogno di utilizzare farmaci in montagna?

Come già detto altre volte e qui lo ribadisco, ricorrere a prodotti far-macologici per migliorare le proprie prestazioni fisiche, anziché cre-dere nel rigoroso allenamento e nella corretta acclimatazione, è con-trario sia a un valido stile di vita finalizzato al mantenimento di unabuona salute, sia a una concezione eticamente corretta e salutare diintendere lo sport. Nessun farmaco è privo di effetti collaterali. Lereazioni indesiderate fra gli sportivi sono le stesse che si verificano inambito clinico nella popolazione generale. Alcune tuttavia possonoverificarsi con più frequenza e risultare più pericolose durante l’eser-cizio o in un ambiente particolare qual è quello della montagna in altaquota (freddo, caldo, umidità, ipossia).

Il tentativo di rubare una vittoria evoca conflitti infantili e riporta ainsoluti problemi di rivalità fraterna, a quell’odio eterno dei deboliper i forti che è la matrice di tutte le guerre e rivoluzioni della storia.Ciò basterebbe per tradurre la motivazione del doping sportivo inuna confessione di rabbiosa e inaccettata inferiorità.

Enrico Donegani

Presidente Commissione centrale medica

LO SCARPONE, APRILE 2009 - 11

“Se usi la testa vai senza pensieri” è loslogan dell’interessante brochure che ilSegretariato permanente dellaConvenzione delle Alpi (www.alconv.org)ha realizzato in collaborazione con SacSnow, una fondazione austriaca per lasicurezza in montagna. Ne sono statedistribuite varie decine di migliaia, inparticolare nelle scuole nelle Alpi: il modo migliore,decisamente, per raggiungere i giovani utenti del fuoripista. Ilproblema, come è stato rilevato nel dossier pubblicato infebbraio dallo Scarpone, è serio. Un esempio? In Austria unaventina di giovani muoiono per slavina ogni anno. Il pieghevolepropone regole di comportamento prima di affrontare la nevevergine e l’elenco delle precauzioni standard per chi va inmontagna. Offre anche una tabella con i numeri telefonici diemergenza in tutti i Paesi dell’Unione europea e un sintetico maefficace prontuario sulle valanghe e su come evitarne le insidie.

Fuoripista

Ragazzi, usate la testa!

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Èproprio un anno da incorniciare il 2008 che ha visto ancora unavolta l’Alpinismo giovanile assurgere al ruolo di protagonista nelcontesto internazionale. Grazie anche alla preziosa collaborazio-ne della Sezione di Mestre che in ben tre dei cinque eventi ha for-

nito un indispensabile supporto organizzativo. E’ stato il congresso diMestre su “L’Alpinismo giovanile in Europa; scuola di vita, laboratoriodi condivisione” ad aprire gli eventi organizzati dal nostro Sodalizio. Unmomento di confronto che ha portato sullo stesso tavolo i massimi diri-genti del CAI a dialogare con i rappresentanti delle associazioni giova-nili dell’UIAA e della Commissione nazionale. E non si è persa l’oppor-tunità di rinnovare il “meeting” del 2005 a Trieste dove, per la primavolta, avevano avuto modo di incontrarsi la Commissione giovanile delCAI e quella della Youth Commission dell’UIAA. Nello scambio di opi-nioni è stata riscontrata piena identità di vedute. L’Alpinismo giovanile,pur collocandosi in una condizione anomala rispetto alla stragrandemaggioranza delle organizzazioni mondiali, ha sempre saputo dimo-strare di essere all’altezza ricevendo i complimenti degli organizzatori.

Nel mese di luglio, durante il trekking lungo la Via Alpina, nello stu-pendo scenario delle Dolomiti, giovani provenienti da Spagna,Slovenia, Catalogna e Italia hanno camminato insieme dal Pordoi aCalalzo intervenendo alla consegna dei premi “Pelmo d’oro”. Non èmancata la partecipazione a una manifestazione straniera: in luglio eagosto i ragazzi della Sezione di Melzo hanno condiviso con russi, ingle-si e sloveni splendide esperienze nel Parco del Triglav in Slovenia.

Uno straordinario evento ha visto infine in agosto i giovani italianiprotagonisti nell’ascensione alla vetta del Monte Olimpo e nella salitacontemporanea di 205 cime della Penisola nello spirito di Ekecheiriache, nell’antica Grecia, prevedeva la sospensione di tutte le guerre inoccasione dei giochi di Olimpia. Con lo stesso spirito rappresentanzedelle federazioni di Ucraina, Macedonia, Sud Africa, Norvegia eSlovenia salivano cime importanti nelle loro nazioni.

Giampaolo Covelli

Alpinismo giovanile Bilancio dell’UIAA Youth Commission

Il CAI ha tirato sempre da primo

L’UIAA, Unione internazionale delle associazionialpinistiche, associa nello spirito dello sport edell’amicizia una quantità ragguardevole di uomini,

donne e bambini (quasi 1,3 milioni!), accomunati dallapassione per le montagne. In qualità di comunità globale divolontari, i membri UIAA scambiano idee, fornisconosuggerimenti e lavorano assieme su tematiche qualil’accesso responsabile all’ambiente montano, il rispetto per lanatura e la sua conservazione, l’opportunità per i giovani diincontrare coetanei provenienti da tutte le parti del mondosuperando tutte le differenze e formando amicizie che vannoal di là di confini e culture attraverso la pratica sportiva inambiente montano. E, ancora, la diffusione di affidabiliparametri standard per la sicurezza delle attrezzaturealpinistiche, la divulgazione di raccomandazioni sugli aspettimedici della frequentazione delle montagne.

L’UIAA è stata fondata nel 1932, inizialmente comeorganizzazione europea. Attualmente vi sono rappresentatitutti i continenti, con 82 organizzazioni di 57 diversi Paesi.All’interno dell’UIAA è inserita una commissione “giovani”(YC = Youth Commission), che nello spirito dello svilupposociale e educativo ritiene l’approccio alla montagnaun’opportunità fondamentale per le giovani generazioni epertanto si fa carico di supportare e incoraggiare tutte leassociazioni a focalizzarsi sui giovani.

A livello pratico, la YC fornisce assistenza ai membri UIAAnel definire e realizzare attività dedicate ai giovani: trekking,campi in ambiente, corsi e seminari internazionali. In praticafunziona come una sorta di “forum” in cui scambiareinformazioni, buone prassi, idee e esperienze.

Nella YC, l’Alpinismo giovanile del CAI è rappresentato daun componente che rimane in carica circa quattro anni ed è“invitato” permanente presso la CCAG al fine di relazionare eaggiornare su quanto accade e viene definito in sede di YC. Ilcomponente attuale AG presso la YC UIAA è Dolores DeFelice (ANAG – CAI SEM Milano).

L’Alpinismo giovanile del CAI opera in stretto contatto con laYC e in collaborazione con la commissione provvede aorganizzare trekking internazionali, seminari e corsi sulletematiche care al nostro Progetto educativo. I ragazzi chepartecipano a queste iniziative hanno la grande opportunitàdi incontrare coetanei provenienti da svariati Paesi, anchemolto lontani (Cina, Corea), per scoprire assieme a loro chevivere la propria età rappresenta un’avventura comune,persino se si parlano lingue differenti.

Il fine ultimo è quello di alimentare nelle giovanigenerazioni, attraverso l’esperienza dell’incontro e dellacondivisione di emozioni ed esperienze intense come quellevissute in montagna, un’attitudine e un approccio verso la vitache siano caratterizzati da forza d’animo, consapevolezza eapertura verso il prossimo, in sostegno e aiuto nei nonsemplici anni della crescita: come uomini…e come alpinisti.

D.D.F.

UIAA e AG

Una sinergia importante

12 - LO SCARPONE, APRILE 2009

La collaborazione tra CAI e scuola è centenaria, come hasottolineato Francesco Carrer in gennaio nelle pagine delloScarpone, e proprio per questa sua venerabile età e il

continuo evolversi del mondo giovanile è utile dedicarle unapausa di riflessione. Per questo motivo la Sezione di Mirano(Venezia) “A. Azzolini” organizza il 9 maggio, insieme con laCCAG e il Comune di Mirano, un incontro su “Il CAI nella scuola:esperienze di alpinismo giovanile a confronto”, allo scopo dipresentare al mondo della scuola (amministratori, insegnanti,studenti, genitori) alcune delle proposte formative già in atto alivello nazionale. Sede sarà l’Auditorium ISTGC 8 marzo diMirano, su cui gravitano tre istituti di scuola secondaria di IIgrado, scelta che recepisce la mozione presentata al Congressonazionale di Predazzo, in cui si sottolinea la necessità di “porsicome polo di attrazione per la fascia post-adolescienziale”. L’incontro prevede due momenti: la presentazionedell’esperienza dell’Alpinismo giovanile (la storia, i corsi diaggiornamento per gli insegnanti, relazioni sulle attività nellescuole di I e II grado) e la sua valutazione, che verrà analizzataattraverso due tavole rotonde. Informazioni: www.caimirano.it

Mirano (VE), 9 maggio

Il CAI incontra la scuola

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LO SCARPONE, APRILE 2009 - 13

Mancano pochi minuti alle settequando dal mare Egeo emergeun puntino color rosso fuoco. E’il segnale dell’inizio di un nuovo

giorno, una data importante per i giovanialpinisti di tutto il mondo. Sono appoggiatoalla ringhiera di protezione del rifugioAgapitos, a 2100 m sulle pendici del MonteOlimpo, dimora degli Dei. Sotto di me lerovine dei templi dedicati a Zeus e Afroditenella piana di Dion. Sono

insieme ad alpinisti tedeschi, sloveni,giapponesi e greci, tutti affascinati da que-sto spettacolo. Siamo arrivati al rifugio inuna giornata torrida dopo due ore e mezzadi cammino superando i mille metri di dis-livello che separano il rifugio dalla FontePrionia, unica risorsa d’acqua della zona.

Ora, all’alba del 24 agosto, ci accingiamoa raggiungere la vetta dell’Olimpo, mitolo-gica dimora degli dei. Siamo in 35 in rap-presentanza di Cina, Corea del Sud, Grecia,Spagna e Italia. Fra i cinesi vi sono i figli didue dei componenti la spedizione che haacceso la fiaccola dei Giochi olimpici sullacima del Monte Everest. Una dei due, HaoWang, è la figlia del capo spedizione.

Anche oggi nemmeno una nuvola copre ilcielo e sarà così anche il giorno successivodedicato alla discesa. Per Maya Fourioti,segretaria del Club alpino ellenico, è ungrande regalo che gli dei ci hanno conces-so in quanto è raro che la montagna non siaavvolta dalle nubi o flagellata da temporalipomeridiani causa la quota, che sfiora i3000 m, e la vicinanza del mare.

Per raggiungere la vetta della Skala, l’an-ticima di solo sei metri inferiore, si percor-re un facile ma ripido sentiero, che, nellaseconda metà, segue la linea di cresta. Ilcolpo d’occhio sulla cima principale è stu-pendo. Indossati i caschetti, bisogna scen-dere un ripido canalino franoso di una tren-tina di metri.

Un traverso, su rocce ormai levigate sullequali bisogna fare parecchia attenzione,porta a un canalone più ampio che condu-ce a un delicato passaggio di cresta. Ormaisolo una cinquantina di metri ci separanodalla cima ed è palpabile, fra i ragazzi, unacerta eccitazione. Sono le 11.45, le 10.45ora italiana, quando posiamo il piede sulpunto più alto della dimora degli dei. Dopole congratulazioni di rito facciamo svento-lare le bandiere dell’UIAA e delle cinquenazioni partecipanti.

Alle 12 in punto ha inizio il momento uffi-ciale con l’accensione della fiaccola, sim-bolo di pace e fratellanza, in un’apoteosi diallegria: sono Aldo e Lucio a compiere ilrito con una certa emozione nel fragore

degli applausi e degli “hurrà”. In queste orea Pechino si sta svolgendo la cerimonia dichiusura dei Giochi olimpici con lo spegni-mento della fiaccola che per 17 giorni habrillato nel cielo cinese nello spirito di“Ekecheiria” che nell’antica Grecia erasimbolo di pace e prevedeva la sospensio-ne di tutte le guerre durante i giochi.

Con difficoltà riusciamo a inviare il mes-saggio ad Angelo, a Nicola e a tutti i giova-ni alpinisti in attesa sulle 205 cime italiane:anche i gruppi di Alpinismo giovanile dellesezioni del CAI e di Sud Africa, Macedonia,Ucraina, Norvegia e Slovenia hanno aderi-to infatti all’evento accendendo altrettantefiaccole a significare come la montagnapossa essere strumento di unione. Fra lemolte bandiere portate dalle delegazionispiccano quella ufficiale dei Giochi olimpi-ci di Pechino 2008 e quella dei Giochi delMediterraneo di Pescara 2009, sede dellaprossima manifestazione che vedrà riac-cendersi la fiaccola sulle vette della Maiellae del Gran Sasso.

La discesa avviene attraverso un delicato

canalone lungo circa 200 m, che tra le cimeMytikas (2918 m) e Stefani (2908 m) con-duce a un anfiteatro, non a torto chiamato“il Trono di Zeus”: ai due lati i rifugiApostolidis e Kakkados, al centro la piùbella parete dell’Olimpo su cui hannoarrampicato Emilio Comici con Spiro DallaPorta Xydias, aprendo nuove vie fra cui unpaio di direttissime alla Punta Stefani.

Finirà tre giorni dopo questa magnificaavventura, con la visita dei monasteri, l’ar-rampicata su alcune vie di roccia alleMeteore e la logica conclusione alPartenone e lungo le strade di Atene, conmomenti di commozione e qualche lacrimadurante i saluti: un memorabile evento permandare un messaggio di pace ai giovanialpinisti di tutto il mondo, affinché sappia-no trovare nel comune amore per la mon-tagna un motivo per superare le barriereideologiche, politiche e religiose che oggidividono le genti del nostro pianeta, propo-nendo a tutti la montagna come strumentodi pace.

G.C.

Lassù quel giorno c’ero anch’ioCon i ragazzi dell’Alpinismo giovanile saliti sull’Olimpo per lanciare un messaggio di pacein occasione della chiusura dei Giochi olimpici c’ero anch’io. Ricordo l’emozioneguardando il tramonto del sole e l’alba dal rifugio, e la fatica massacrante per raggiungerela vetta, lungo una pietraia fino a circa 300 m dalla cima dove purtroppo, per una leggeraindisposizione, una ragazza greca e una cinese con un accompagnatore hanno dovutorinunciare. Proseguendo per la cresta molto esposta, con un panorama mozzafiato, versole 12 e 30 siamo arrivati in cima e dopo le solite foto di rito abbiamo acceso la fiaccolaolimpica nel momento in cui veniva spenta a Pechino. Il messaggio di pace è stato lanciatoanche grazie alle sezioni CAI che hanno compiuto lo stesso gesto sulle cime di casanostra. Per questa indimenticabile esperienza devo ringraziare Carla Rolando e gliaccompagnatori Aldo Scorsoglio, Giampaolo Covelli e Lucio Le Donne, e ricordo gli altriragazzi italiani Irene di Sulmona, Teresa e Giulia di Mestre, Tatiana e Andrea di Trieste ePietro di Bolzano con i quali si è formata una bella amicizia.

Emanuele Rolfo Sezione di Racconigi

Quel messaggio di pace dal Monte OlimpoI ragazzi del CAI in vetta alla “dimora degli dei” con il

tricolore e il vessillo dei Giochi del Mediterraneo 2009.

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14 - LO SCARPONE, APRILE 2009

Cinquant’anni d’intensa attivitàdidattica contrassegnata da notevo-li innovazioni tecnico scientifichesono stati celebrati dalla Scuola

nazionale di speleologia del Club AlpinoItaliano. Tre gli eventi a cui èdato vita a Palermo, Trieste eCostacciaro in un clima digrande fervore ed entusiasmo.A Trieste il 12 e 13 aprile sonointervenuti il componente delCDC Francesco Carrer, rap-presentanti delle istituzioni,alcuni dei partecipanti alprimo corso del ‘59, poi diventati istruttoridi chiara fama (come Pino Guidi,Francesco Salvatori e Franco Utili),Marietto Gherbaz partecipante al primocorso esame per Istruttore nazionale,Fabio Forti collaboratore scientifico emolti altri titolati. Un riconoscimento èstato consegnato alla signora RomaFinocchiaro in memoria del “maestro”Carlo Finocchiaro, primo presidente e fon-datore della SNS.

A Costacciaro il 3, 4 e 5 ottobre sonointervenuti il vicepresidente generale delCAI Goffredo Sottile, il sindaco RossellaBellocci e diversi titolati tra cui alcuni par-tecipanti ai primi corsi come GiancarloCalogero Viviani, Franco Utili, FrancoGiampaoli, Curzio Casoli. Sono stati rievo-cati gli anni che hanno visto l’evoluzionetecnica della progressione, con il passag-gio dalle scalette alla sola corda, la costru-zione e la sperimentazione di tanti attrezziche hanno migliorato le condizioni di sicu-rezza, come pure la realizzazione di unlaboratorio per testare i materiali usati eadottare le necessarie tecniche di avanza-mento attraverso vari tipi di ancoraggi.

Infine a Palermo, dal 29 novembre al 7dicembre, si è conclusa la manifestazionecelebrativa nella prestigiosa Sala delleCapriate messa a disposizione dalRettorato universitario. Erano presenti,accolti dal direttore della SNS TotòSammataro, Umberto Martini vicepresi-dente generale, l’assessore provincialeall’Attività economica e produttiva DarioFalzone (istruttore di speleologia) in rap-presentanza del presidente della Provincia,il presidente della Commissione centraleper la speleologia Edoardo Raschellà, ilpresidente del Gruppo speleologico di

Biella, il presidente della Sezione diPalermo Ermanno Petronici e numerosititolati e accompagnatori.

Sono state consegnate le targhe con illogo del 50° anniversario alla Presidenza

generale del CAI, alla memo-ria del presidente delComitato scientifico centraleGiuseppe Nangeroni, del“maestro” Carlo Finocchiaro edi Jan Jaques Bolanz; ai presi-denti delle Sezioni di Biella ePalermo, a Giovanni Manninopartecipante al primo Corso

nazionale, a Girolamo Marchese collabora-tore e vivandiere nei diversi corsi realizza-ti in Sicilia, ai direttori che si sono succe-duti nei cinquant’anni: FrancescoSalvatori, Mauro Zerial, Sergio Consigli,Bruno Galvan e lo stesso Totò Sammataro,ai segretari Roberto Polverini, Felice LaRocca, Alessio Lascialfari, Franco Lambri,Walter Bronzetti e Giuseppe Priolo.

Il 6° Premio “INS MarcoGhiglia” (consistente in un pan-nello modellato da Sammataroe fuso in bronzo), è stato asse-gnato all’INS FerruccioCossutta quale protagonistanella didattica della SNS, chedal 1973 ha sempre operatonell’interesse della Scuola eche ancora oggi si batte per ilmantenimento di un alto livelloculturale degli istruttori di spe-leologia del CAI.

Nel corso del concomitanteConvegno nazionale ha intro-dotto i lavori il direttore dellaSNS Sammataro, mentre l’INSSergio Consigli ha presentato laspeleologia nel sociale, gli INSAnna Assereto e Andrea Fon-tana hanno parlato del progettoTorrentismo e l’IS Paolo Testadel progetto Speleo-glaciologia.

Sono intervenuti il vicepresi-dente generale Martini e gli INSFerruccio Cossutta, BrunoGalvan, Sergio Consigli,Edoardo Raschellà e altri. Unulteriore sviluppo della SNS edella speleologia è l’auspicioche ha concluso i lavori.

Silvia Sammataro

Speleologia CAI Celebrazioni per la Scuola nazionale

Tre gli eventi, aPalermo, Triestee Costacciaro, in un clima digrande fervore

Mezzo secolo d’intensaattività didattica

Un maestro indimenticabileTre momenti delle celebrazioni per i cinquant’annidella Scuola nazionale di speleologia: sopra, aTrieste la consegna del riconoscimento in memoriadel primo presidente, il “maestro” CarloFinocchiaro, alla signora Roma; sotto, a Palermol’intervento del direttore Totò Sammataro e aCostacciaro il vicepresidente generale del CAIGoffredo Sottile consegna al sindaco il gagliardettodella Scuola nazionale.

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Il Club Alpino Italiano è statopresente a Josp Fest - Journeysof the Spirit Festival (1°Festival internazionale degli iti-

nerari dello spirito) che si è svoltoa Roma dal 15 al 18 gennaio pressola Nuova Fiera. Grande il successoche ha riscosso questo innovativofestival che ha riunito 35.000 visi-tatori di oltre 80 Paesi, ideato eorganizzato dall’Opera romana pellegrinaggi (attivitàistituzionale del Vicariato di Roma, organo dellaSanta Sede) per celebrare il pellegrinaggio.

Il tema centrale è stato il viaggio, trattato in con-vegni, meeting, seminari e performance di variotipo, tra cui numerose mostre di itinerari, novità edi-toriali e tecnologiche - specificatamente della cultu-ra, dei viaggi a tema, della storia, della religione edell’arte - in quattro grandi aree espositive temati-che: Journey - “Grandi Itinerari della Fede”; Italy -“Villaggio Italia”; World - “Destinazioni e Operatori”;Meet - “Giovani a Josp Fest”. Il Club Alpino Italiano,ospite di questo importante evento, ha partecipatocon un proprio stand il cui allestimento è stato cura-to dalla Sede centrale in collaborazione con ilGruppo regionale Lazio, il Gruppo Terre Alte delComitato scientifico centrale - coordinamento ItaliaCMI, le sezioni di Foggia e Benevento. All’internodel grande padiglione Journey sono state mostrate(numerosa la presenza giovanile) le varie attivitàsvolte e mirate alla riscoperta e rivalutazione dellevie storiche e di pellegrinaggio su cui da anni il CAIè impegnato fattivamente con importanti progetti.

Ai numerosi interessati sono stati presentati e illu-strati, tramite pannelli tematici e depliant illustrati-vi, gli itinerari della Via Francigena fino a Roma, ilPercorso delle Abbazie da Subiaco a Montecassinoe il Cammino dell’Arcangelo da Benevento a MonteSant’Angelo (tratto finale della Via Micaelica daMont Saint Michel a Monte Sant’Angelo sulGargano), alla scoperta, andando lentamente attra-verso questi territori, della bellezza del patrimonioculturale italiano.

Il Club Alpino Italiano si è presentato quindi comevalido rappresentante e interlocutore per la promo-zione di un turismo ambientale di qualità. Durante igiorni del festival rappresentanti del CAI hanno rila-

sciato due interviste radiofoniche a Radio Vaticana -presente con un proprio spazio all’interno del com-plesso fieristico - in cui si è sottolineato il ruolo delClub Alpino Italiano fortemente impegnato nellapromozione della cultura, dell’escursionismo e diquegli itinerari storici che certamente rappresenta-no un importante patrimonio comune da riscoprire,valorizzare e conservare, come del resto le monta-gne del nostro Paese.

Gradito ospite dello stand del CAI è stato Green Tg- media partner di Josp Fest - a cui sono state rila-sciate alcune interviste. Un particolare ringrazia-mento - per il lavoro svolto e il prezioso contributo– ai soci Michele Del Giudice (Sezione di Foggia) eVilma Tarantino (Sezione di Benevento) che hannopresentato il Cammino dell’Arcangelo; a LuigiScerrato, presidente del Gruppo regionale Lazio,che ha presentato il Percorso delle Abbazie.

“Canta e cammina” è stato il tema di questa riusci-tissima prima edizione di Josp Fest. Tema che vuolessere un invito a riflettere per tutti noi, un invito ametterci in cammino per avvicinarci a una più inti-ma conoscenza di noi stessi. “Cantiamo pure ora,non tanto per goderci il riposo, quanto per sollevar-ci dalla fatica. Cantiamo da viandanti. Canta macammina. Canta per alleviare le asprezze della mar-cia, ma cantando non indulgere alla pigrizia. Canta ecammina”. (Sant’Agostino).

Vinicio Vatteroni

Eventi La prima rassegna degli itinerari dello spirito

Uno spazio espositivoalla Nuova Fiera diRoma è stato dedicatoalle vie storiche e dipellegrinaggio su cui daanni il CAI è impegnatocon importanti progetti

Il Cai a Josp Fest

35.000 visitatori alla Fiera di RomaLo stand del Club Alpino Italiano affollato di visitatori ingran parte giovani a Josp Fest, la prima rassegna dedicataagli itinerari dello spirito, che ha suscitato vasto interesse.L’iniziativa ha registrato 35.000 presenze dal 15 al 18gennaio alla Nuova Fiera di Roma.

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Con il Makalu, la quinta cima dellaTerra (8463 m), sono saliti a nove igiganti himalayani scalati in inverno.Protagonista di questa esperienza,

sicuramente straordinaria, è stato SimoneMoro che il 9 febbraio ha toccato la cima delGrande Nero con il kazako Denis Urubko. IlMakalu era l’ultimo degli ottomila fra Nepale Cina rimasto inviolato nella stagione fred-da. All’appello mancano ora gli ottomilapachistani, dunque il K2, i due Gasherbrum,il Nanga Parbat e il Broad Peak. L’alpinismoitaliano può essere fiero che nello zaino del-l’alpinista bergamasco, con la salita alMakalu, sia entrato il decimo ottomila (con-tando quelli ripetuti più volte). Senza porta-tori, con stile leggero e veloce: tutti aspettidi questa esperienza che gli fanno onore.“L’impresa”, ha commentato ReinholdMessner, “non è eccezionale dal punto divista tecnico, quanto della volontà, dellapreparazione e della resistenza. Il vento chespazza la parete è davvero tremendo. MaSimone e il suo compagno sono stati capacidi salire ugualmente. E soprattutto lo hannofatto con una spedizione ridottissima, senzaaiuti. Davvero una delle grandi ascensionidegli ultimi anni”.Quarantunenne, Moro ha incominciato nel1980 la sua carriera entrando nella squadraitaliana di arrampicata libera. Di fronte alfascino delle grandi montagne himalayaneha tuttavia deciso che le falesie e le palestregli stavano strette. E la sua vita è stata tuttoun susseguirsi di imprese, con 40 spedizionidi cui 10 invernali. Dal Lhotse scalato nel1994 in sole 17 ore alla prima invernale delloShisha Pangma nel 2005. Nell’élite mondialedegli alpinisti, Moro va considerato tra i piùdisponibili a raccontarsi in una serie infinitad’interviste, articoli, libri, conferenze. Per commentare una salita come quellainvernale del Makalu, sceglie però di farlo inmodo anomalo, togliendosi subito un sasso-

lino delle scarpe. “Prima di recarci al campobase del Makalu”, racconta, “Denis e iosiamo andati nella valle del Khumbu a fareacclimatamento per non essere subitoossessionati dalla presenza imponente delMakalu. L’episodio a cui mi riferisco riguar-da il giorno del nostro rientro a Kathmandu.In attesa del piccolo aereo stavo facendocolazione a Lukla dall’amico Dawa, titolaredel Himalayan Lodge. La mia attenzioneviene attratta da un mio poster raffigurantela parete del Khali Himal 7056 m che pro-prio con Urubko e Bruno Tassi avevamosalito in prima assoluta…”.E la storia del sassolino?

“Eccola. Mi avvicino al poster e noto chesulla mia tuta d’alta quota e sul mio caschet-to qualcuno ha scritto con un pennarello laparola ‘bigull’, che in dialetto lombardo nonesprime sicuramente apprezzamento.Qualcun altro in lingua spagnola, vicino allamia bocca, ha inoltre scritto ‘por favor unpoco de oxigeno’. Ora posso dirlo. C’è qual-cuno che me l’ha giurata, e forse possointuire da quali ambienti alpinistici proven-

gano queste cortesie. Ma sono pronto a ren-dere pane per focaccia”. Come intendi replicare?

“Semplicemente dedicando a questi cretinila mia salita invernale al Makalu!”.A chi ti riferisci, se è lecito chiederlo?

“Io sono sempre stato figlio delle mie idee edel mio alpinismo. Ho cercato spesso di rea-lizzare sogni grandi, e come capita quandosi spinge l’asticella sempre più in alto, sirischia di fallire. Questo è quello che mi ècapitato. Ma non mi sono mai sottomessoalla mentalità dei collezionisti di ottomila,con successi facilmente vendibili, o di met-termi in coda per avere il biglietto dellacima. Ecco perché nonostante la mia primasalita invernale al Shisha Pangma (8027 m)e i successivi due tentativi al Broad Peak ininvernale, ho insistito nel tenere alta l’asti-cella e a non togliere avventura e incogniteal mio alpinismo. Ho puntato al Makalusapendo che da trent’anni i migliori alpinistidel mondo avevano tentato e fallito, con lafortissima probabilità di entrare nel club deiperdenti. Questo dovrebbe capire chi si

16 - LO SCARPONE, APRILE 2009

Esperienze La prima invernale al Makalu

Due soli campi a 6800 e a 7600m, una salita in stile alpino contemperature a -40° e venti a100km/h: così l’alpinistabergamasco ha realizzato lastraordinaria scalata con ilkazako Denis Urubko

Moro: la mia sfidaal Grande Nero

Una sofferta salitaSimone Moro il 9 febbraio in vetta al Makalu e,nell’altra pagina, in due altri momentidell’esperienza. Nella carriera dell’alpinistabergamasco si sono susseguite 40 spedizioni dicui 10 invernali. “Ma non mi sono mai sottomessoalla mentalità dei collezionisti di ottomila, consuccessi facilmente vendibili”, spiega. Al momento ancora cinque vette di ottomila metriattendono la prima salita invernale: Gasherbrum Ie II, Broad Peak, Nanga Parbat e K2. Tutte cimedel Karakorum. Sono sempre pochissimi glialpinisti che si cimentano in salite invernali ed èfacile capire il perchè: le percentuali di successosono bassissime e i rischi elevati.

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azzarda a fare dello spirito”. Come mai hai evitato di tentare ancora

una volta il Broad Peak?

“Sapevo che ci sarebbe stata una spedizionepolacca con quattro portatori d’alta quota etre componenti e non mi sarebbe piaciutogiovarmi dell’aiuto di un gruppo tropponumeroso. Anche per una prima salita inver-nale assoluta si può decidere di rispettarerigorosamente l’etica e le proprie idee. Cosìè andata al Makalu. Con due soli campi a6800 e a 7600 m, una salita effettuata in stilealpino, sempre legati in conserva, con tem-perature che sono arrivate a -40° e venti a100 km/h il giorno della vetta”. Quanto ha giocato la fortuna?

“Ha giocato soprattutto la voglia di andare incima alla nostra maniera, condividendo fati-che e gioie, onori e gloria. Questo è stato ilMakalu in prima invernale. La fortuna ci haaiutati, certo. Ma nella storia si entra se sidecide, si osa, si rischia, si agisce”. ■

LO SCARPONE, APRILE 2009 - 17

La 57a edizione del TrentoFilmfestival siaprirà sabato 25 aprile con la proiezio-ne del capolavoro di Eric VonStroheim “Blind Husbands”, pellicola

del 1919 accompagnata musicalmente dalvivo dall’Orchestra I Filarmonici di Trento.Tra le opere in anteprima il film delle registeMadeline Piujuq Ivalu e Marie HeleneCousineau “Before tomorrow”, storiaambientata tra le popolazioni Inuit più isola-te della regione artica. Nell’Artico è giratoanche il documentario “Tara voyage au coeurde la machine climatique” di ThierryRagobert Emmanuel Roblin che documentauna delle più importanti missioni scientificheeuropee per lo studio del riscaldamento glo-bale, il “Damocles Project”. Agli appassiona-ti di alpinismo il TrentoFilmfestival propone“Berhault” di Gilles Chappaz, documentarioche ripercorre la carriera di questo straordi-nario personaggio adorato da generazioni diarrampicatori. “Eighty years on the top” delregista indiano Karamjeet Singh è una crona-ca delle esplorazioni e dell’alpinismo inHimalaya, vista attraverso gli ottant’anni distoria dell’ “Himalayan Club”. “FaszinationBergfilm - Himmlehoch und Abgrundtief” diHans Jürgen Panitz e Matthias Fanck è inve-ce un omaggio al Bergfilm, un genere legatoalle figure di Arnold Fanck, Luis Trenker eLeni Riefenstahl e a opere come “Berge in

Flammen”, “Das Blaue Licht” e “Der BergRuft” autentici classici.

In omaggio a Ermanno Olmi - vincitore trail resto della Genziana d’Oro nel 1959 con “Iltempo si è fermato” – verrà proposta laproiezione di questa opera e di “I recuperan-ti”, accompagnata dal ricordo di MarioRigoni Stern che di questo film ha scritto lasceneggiatura. La sezione Eurorama saràdedicata a opere che provengono dai mag-giori festival di cinema etnografico. Ma aifilm di montagna, esplorazione e avventura siintrecceranno come di consueto anche musi-ca, sport agonistico, arte, letteratura e incon-tri con alpinisti.

A partire da mercoledì 21 aprile il pubblicopotrà entrare in clima di festival con l’aper-tura di MontagnaLibri, prestigiosa rassegnainternazionale di editoria. E nel weekend diapertura, domenica 26 aprile, ritornerà nellacornice di Piazza Duomo la Coppa delMondo di arrampicata di velocità .

Particolare importante. Nell’area web tv delsito www.trentofestival.it sono presenti 159video mentre uno spazio dedicato alTrentoFilmfestival è aperto su You Tube: visono inseriti i 35 video prodotti dalla reda-zione Web Tv. Si rinnova infine l’appunta-mento con la medicina di montagna grazie aun convegno aperto anche al pubblico pro-mosso dalla Società Italiana di Medicina diMontagna in programma sabato 25 aprile apartire dalle 9,30 nella sala conferenze dellaFondazione Cassa di Risparmio di Trento eRovereto a Palazzo Calepini a Trento.

Nelle pagine della Rivista un’intervistaesclusiva con il neopresidente delTrentoFilmfestival, la guida alpina EgidioBonapace, tra i protagonisti del modernoalpinismo di ricerca. ■

TrentoFilmfestival Al via la 57a edizione

Dall’Artico all’Himalayaun mondo che cambia

Il paradiso dei bibliofiliIl tendone di Montagnalibri che ospita a Trento, apartire da mercoledì 21 aprile, il megliodell’editoria di montagna e un settore dedicato allelibrerie antiquarie. La rassegna coordinata daLuana Bisesti s’inserisce tra le iniziative della 57a

edizione del filmfestival diretto anche quest’annodall’attore e regista Maurizio Nichetti.

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BLACK DIAMOND lancia due kit da ferrata

Per la primavera 2009 Black Diamondpresenta due innovativi kit da ferrata: EasyRider e Iron Cruiser.

I 50 anni di esperienza nella fabbricazione deimoschettoni sono stati indispensabili nellosviluppo di due nuovi ergonomici moschettonida ferrata. Le principali linee guida seguite daiprogettisti sono state: sicurezza e facilità d’uso.D’altronde, i kit da ferrata vengono agganciati esganciati numerose volte nella salita di una viaferrata. Il kit da ferrata “deluxe” è l’Easy Rider. Èdotato di due moschettoni keylock da ferrataforgiati a caldo. Il meccanismo di chiusura(brevetto in sospeso) è nascosto nelmoschettone e si caratterizza per il bloccaggioautomatico quando la leva è chiusa. Solo unapressione sulla barra di rilascio, situata sul retrodel moschettone, ne permette l’apertura. Ciòrende la procedura facile da capire, semplice dasvolgere ed evita anche eventuali fastidiosipizzicotti alle dita. Come è solita fare, BlackDiamond ha riservato particolare attenzioneal design lucido e di altissima qualità deimoschettoni Easy Rider, unici al mondo.L’Iron Cruiser è il nuovo kit base daferrata della Black Diamond. Assicura unbloccaggio automatico quando la leva èchiusa una con ghiera di bloccaggioscorrevole. Il corpo ergonomico delmoschettone e la ghiera di bloccaggiosono forgiati a caldo. Il keylock consentedi agganciare/sganciare il moschettonecon facilità.Il dissipatore cucito e i collegamenti elastici instile “bungee jumping” sono uguali in entrambi ikit. La procedura (per la quale vi è ancora ilbrevetto in sospeso) di costruzione dellecuciture si caratterizza per due collegamenti chesono cuciti nel dissipatore l’unoindipendentemente dall’altro. Anche se fosseusato non correttamente, questo sistemaaumenta in modo significativo il livello disicurezza. La fettuccia che si connetteall’imbrago è ruotata di mezzo giro prima di

essere cucita, in modo che il nodo a bocca dilupo funzioni correttamente. Entrambi i kit da ferrata sono leggeri, il chegarantisce un vantaggio considerevole su vielunghe. L’Easy Rider pesa 492 grammi e l’IronCruiser ne pesa solo 462. I due kit sonodisponibili al prezzo consigliato al pubblico di84,90 Euro per l’Easy Rider e 64,90 Euro perl’Iron Cruiser. Per maggiori informazioni:www.blackdiamond.eu

MOUNTAINsull’onda dell’esperienza di Catherine Destivelle e Christophe Dumarest

Elaborate e testate dai famosi alpinistiCatherine Destivelle e ChristopheDumarest, queste giacche tecniche sono

ideali per le arrampicate. Realizzate in Gore-Tex® Pro Shell, sono molto traspiranti,impermeabili, antivento e resistenti in condizioniestreme. Leggere e flessibili, offrono un’ottimalibertà di movimento, essenziale per l’alpinismo.Il taglio è lungo, fino alla coscia, per unaprotezione ottimale, per rispondere alle esigenzedi alpinisti, rocciatori e scalatori sul ghiaccio.

I due consulenti di Lafumahanno dedicato molto

tempo ai dettagli, perpoter offrire un prodotto

di alta qualità tecnica:tasche esterne tagliate alaser, sigillate a caldo e

impermeabili; aperturacentrale impermeabilecon doppia cerniera;taschini interni edesterni invertiti perevitare unav o l u m i n o s i t àe c c e s s i v a ;fascette perpolsini a velcro. Le giacchevengono vendutecon una borsa indotazione per

facilitare la preparazione e iltrasporto nello zaino. La giacca LD Destivelle èun capo per lei, con un taglio che si adatta allasilhouette femminile. Le firme degli alpinistiCatherine Destivelle e Christophe Dumarestsono riportate sull’interno delle rispettivegiacche. Ciascun capo è disponibile in tre colori,compreso un turchese intenso per CatherineDestivelle e un rosso aranciato profondo perChristophe Dumarest. Per informazioni: L.M.O. tel. 0423/648281.

SUUNTO presenta X10, il nuovo GPS Wristop Computer

Suunto è fiera di presentare il nuovo SuuntoX10, versione aggiornata del famosoSuunto X9i. Il Suunto X10 è dotato di tutte

le caratteristiche del popolare X9i, uno deidispositivi GPS da polso fra i più piccoli e leggerial mondo, ma con aggiornamenti di prestazioniche lo rendono più che mai rapido, potente eaffidabile.Il Suunto X10 presenta prestazioni GPSpotenziate, che localizzano la propria posizioneancora più rapidamente dell’X9i. Il GPS funzionaanche in condizioni difficili: a differenza diapparecchi GPS più grandi e dei palmari, ilSuunto X10 lascia le mani libere, per cui ci si puòconcentrare sull’attività, invece di dover temeredi lasciar cadere o perdere il GPS nel corsodell’azione. Il Suunto X10 registra inoltrepercorsi e strade, consentendo agli utenti dianalizzare e catalogare escursioni sul proprio PCdomestico. Il Suunto X10 comprende un altimetro, unbarometro, una bussola digitale, un termometroed una potente memoria, oltre alle usuali funzionidi orologio/cronometro. Il Suunto X10 è compatibile con svariati servizi dimappatura digitali, inclusi National GeographicTOPO!, Google Earth™ e Fugawi. Grazie alsoftware Suunto Track Exporter PC, lapianificazione del percorso e la programmazionedei punti di transito è rapida, accurata esemplice. Gli utenti possono pianificare le lorostrade su una carta digitale e scaricare ilpercorso direttamente sul Suunto X10, ostampare le loro carte personalizzate. Il softwareSuunto Track Exporter PC consente inoltre agliutenti di esportare le loro “piste” dalle unità GPSverso Google Earth™, dove potrannovisualizzare le loro avventure in tutto il mondo,grazie alle immagini reali satellitari. Per maggiori informazioni: ww.suunto.com/x10oppure rivolgersi a Ziel Italia SRL - Tel 0421244432, e-mail [email protected]

18 - LO SCARPONE, APRILE 2009

News dalle aziende A cura di Susanna Gazzola (Servizio pubblicità)

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Page 19: NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB … · 2018. 11. 26. · ISSN 1590-7716 Numero 4 - Aprile 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge

LO SCARPONE, APRILE 2009 - 19

Il Comitato centrale di indirizzo e control-lo del Club Alpino Italiano ha deliberatoIl 22 novembre il riconoscimento ufficia-le del cicloescursionismo come attività

istituzionale del CAI, inserendo il relativogruppo di lavoro nell’organo tecnico centra-le della Commissione centrale per l’escur-sionismo. Tutto questo è stato comunicatodal direttore del CAI Paola Peila con letteradel 9 dicembre. Tale importante riconosci-mento nasce dal fatto che sempre più sezio-ni praticano attività sociale in mtb. Nell’areaLPV per coordinare questa attività vennecostituita, già nel 2003, la primaCommissione cicloescursionismo qualeorgano tecnico interregionale di Liguria,Piemonte e Valle d’Aosta.

Sulla scia di questa pionieristica, quantopositiva, esperienza altre regioni si sono

organizzate: il Gruppo regionale Abruzzo e ilGruppo regionale Lombardia hanno recente-mente costituito proprie commissioni, e altrigruppi regionali sono al lavoro per farealtrettanto. Allo stato attuale, la pratica del-l’escursionismo in mountain bike all’internodel CAI è diffusa in tutta Italia: normale quin-di che anche gli organi centrali abbianopreso in considerazione il fenomeno, ricono-scendo questa attività, che è comunqueormai praticata da più di venti anni, ancheall’interno del Sodalizio.

Il nuovo Gruppo cicloescursionismo nomi-nato dalla CCE si è insediato sabato 31 gen-naio a Milano presso la Sede centrale e si èimmediatamente messo al lavoro. Le princi-pali finalità sono definire la pratica dell’e-scursionismo con la mountain bike qualeattività CAI, coordinando gli aspetti logistici

dell’attività, con l’obiettivo di fornire da subi-to una linea guida ai tanti soci appassionati.Il gruppo ha fatto propri due importantidocumenti elaborati dalla CommissioneLPV: il Codice di autoregolamentazione delcicloescursionista (già pubblicato sul nume-ro di marzo 2007 de Lo Scarpone) e la scaladi difficoltà. In questo modo sono stateposte le basi normative dell’attività a scalanazionale. Tra le principali attività, che impe-gneranno il nuovo gruppo di lavoro nel 2009,figurano il 2° Raduno nazionale CAI che sisvolgerà a Trieste il 17 e 18 ottobre, e sopra-tutto il PedalaItalia: a dieci anni dal secondoCamminaItalia, tocca infatti alle nostremountain bike percorrere tutta l’Italia daTrieste a Reggio Calabria, con tantissimesezioni accompagnatrici coinvolte, in unideale gemellaggio tra gli escursionisti congli scarponi e quelli con le ruote.

Il Gruppo cicloescursionismo nominatodalla CCE è così composto: Beppe Rulfo(Fossano) referente del gruppo nella CCE,Marco Lavezzo (Torino, Sottosezione diChieri), Gianluca Del Conte (Chieti),Roberto Bernardi (Roma), Roberto Bracco(Savona), Claudio Coppola (Este),Alessandro Federici (Ascoli Piceno),Massimo Riva (Giussano, SottosezionePajna), Riccardo Segarich (SAG Trieste),Corrado Zaetta (Varese).

Ogni componente è referente non solo peril gruppo regionale di appartenenza ma perl’intera area interregionale geografica corri-spondente agli ex Convegni. Tutte le sezionipraticanti sono invitate a partecipare alleattività del gruppo mettendosi in contattocon esso: è importante, in questa fase di defi-nizione dell’attività a scala nazionale, averel’apporto del maggior numero possibile diesperienze e di proposte.Informazioni: www.cai.it e www.mtbcai.itContatti: [email protected]

Luigi Cavallaro

Presidente della Commissione

centrale per l’escursionismo

Cicloescursionismo Riconoscimento del CAI

Ora è istituzionale

Aprile per sentieri e binari Per informazioni e programmi più dettagliati consultarewww.trenotrekking.it■ 5/4 PIEMONTE. Torino-Genova. Serravalle Scrivia-Sant.di M. Spineto-Stazzano. CAI Sampierdarena. G. Dolci349.6413728, in coll. con CAI Novi Ligure.■ 5/4 LIGURIA. Passo Scoffera-Colle di M. Candelozzo. CAI Novi Ligure. AE A.Oliveri, tel. 0143.342321, G. Merlo 329.8565321.■ 5/4 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Ancona + Bus ATC. Castel del Rio-S.Andrea Castiglioncello. CAI Bologna, tel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 10-13/4 VENETO. Treno + Battello. Venezia-Murano-Burano. Trekking in Laguna.CAI Fossano AE B. Rulfo 338.8703377, D. Manganaro 0172.636387.■ 19/4 PIEMONTE. Linea Torino Dora-Ceres (GTT). Ceres-Sant. Di Cristina. CAIChivasso, CAI Foglizzo. AE A. Ferrero 333.8247760, L. Gallenca 011.9883646.■ 19/4 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Ancona + Bus ATC. Borgo Tossignano-Croara e rit. CAI Bologna, tel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 19/4 UMBRIA. Linea Orte-Falconara. Gualdo Tadino-Fossato di Vico. CAI Ancona,tel/fax 071.200466. Info: [email protected]. Crucianelli, Desideri, Pergolini in colla-borazione con CAI Gualdo Tadino.■ 25/4 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Firenze + Bus ATC. Gardellettya-M.Sole-Vado. Cai Bologna, tel/fax 051.234856. Info: [email protected]■ 25/4 SICILIA. Linea Palermo-Trapani. Segesta-Calatafimi. CAI Palermo. S. Lentini380.7123629.■ 26/4 LOMBARDIA. Linea Milano-Tirano. Colico-M.Legnoncino. CAI ValtellineseSondrio. E. Pelucchi 0342.564094.■ 9-10/5 UMBRIA / MARCHE. Linea Orte-Falconara. Nocera Umbra-Fabriano. CAIAncona, tel/fax 071.200466. Info: [email protected]. AE Malatesta, Giulietti,Pergolini.■ 10/5 LIGURIA. Linea Genova-La Spezia.I forti e le mura di Genova. Trekking urba-no tra le stazioni di Piazza Principe e Brignole. CAI Ligure Genova. C. Casoni010.8318524, M. Giacobbe 347.5915048.■ 10/5 EMILIA-ROMAGNA. Linea Bologna-Ancona + Bus ATC. Castel Del Rio-Valmaggiore-Castel Del Rio. CAI Bologna, tel/fax 051.234856. Info: [email protected]

Trenotrekking 2009

Con la MTB al Colle dei Salati,

Monte Rosa (foto C. Coppola).

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OutdoorDays,prova il tuo sport all’aria apertaTrekking, vie ferrate,arrampicata, mountain bike,river trekking, canyoning, canoa:agli Outdoordays del Garda

Trentino, dal 22 al 24 maggio,

potrai praticare queste attività

insieme a guide esperte e

grandi campioni.

Lo scenario naturale del Garda Trentino, palestra all’ariaaperta più grande d’Europa, siprepara ad accogliere la seconda edizione degli Outdoordays,il festival degli sport outdoor con tre giornate di esposizione,competizione, test e attività guidate.

La novità del 2009, il “Trekking

del Fronte”, -da percorrere con un esperto del Comitato Storicodella Società Alpinisti Tridentini-,si snoda lungo le tracce della Grande Guerra: inizialmente segue un tratto del Sentiero della Pace, percorso di 450 km lungoil fronte della Prima Guerra

Mondiale; raggiunta Malga Zures, si sale fino al Lago di Loppio in un alternarsi di avamposti, trincee e anche cimiteri di guerra,con una breve deviazione fi no alDosso Alto, postazione militareprima austriaca e poi italiana, per rientrare quindi lungo il sentiero 601 del Monte Altissimo.Per chi cerca percorsi di trekkingnella natura, adatti a grandie piccoli, avrà a disposizioneil panoramico “Busatte –

Tempesta”, vero e propriobalcone sul blu dell’Alto Garda. Per guadagnare quota nell’ambito del Garda Trentino due sono le Vie Ferrate fra cui scegliere;la “Ferrata Monte Colodri -

Monte Colt”, per una primaesperienza di salita lungo unodegli itinerari più classici della Valle del Sarca: un susseguirsi diimperdibili scorci panoramici,dalla strapiombante parete est del Colodri alla Rupe del Castello,

proseguendo tra vertiginosi balconi naturali sul fi ume Sarcaper il sentiero di cresta fi no alMonte Colt.La “Ferrata Rio Sallagoni

- Canyon di Drena” porta a esplorare uno stretto canyon lungo le pareti erose dal Rio Sallagoni, fino a sbucare in una piccola valle con grandi felci, per poi raggiungere undivertente ponte tibetano; da qui si raggiunge il Castello di Drena, dalla cui torre si gode uno stupendo panorama sulgrande ammasso calcareo delle Marocche di Dro.Per chi desidera un assaggio difree climbing,

gli OutdoorDays propongono“Scopri l’arrampicata”, stageintroduttivo per scoprire isottili giochi di equilibrio. Chi invece vuole perfezionare la propria tecnica può farlo in“Arrampicata con i campioni”

insieme al famoso Manolo, lungole pareti che l’hanno reso un bigdi questo sport.

Gli amanti delle due ruote potranno percorrere uno deitratti ciclabili più divertenti, “Dal

Lago di Toblino al Garda”,attraversando vigneti lungo ilcorso del fi ume Sarca fi no adArco, raggiungendo infine le rivedel Garda.Non meno piacevole l’attivitàdel sentiero ciclo-pedonabiledella “Ponale”…per pedalarein discesa dal Lago di Ledro al Garda!

Connubio tra trekking ecanyoning, il river trekking“Canyon del Limarò” porta alla scoperta di uno dei piùgrandi canyon delle Alpi, conpareti a picco di centinaia di metri. Superati brevi guadi e facili arrampicate inizia il tratto più spettacolare della forra: scivoli scavati dall’acqua, alte pareti che nascondono il cielo euna vegetazione lussureggiantecreano un ambiente unico.

Nella “Forra dei mulini di

Tenno”, come primo approccio al canyoning, fino a calarsi nella nube di acqua polverizzata dellacascata.

Per chi desidera conoscere

meglio la canoa, a disposizione“In canoa lungo le scogliere

del Garda - La cascata del

Ponale”, in cui si costeggia l’alta parete calcarea fi no al promontorio dello Sperone eall’antico porto del Ponale - unico accesso alla Valle di Ledrofino alla metà del 1800 - doveil torrente si tuffa nel lago formando una cascata all’interno di una grotta accessibile solo dall’acqua.

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Per info e prenotazioni: www.outdoordays.it [email protected] telefono: 0464 570133

River trekking “Canyon del Limarò”

Sentiero panoramico “Busatte – Tempesta”

“Ferrata Monte Colodri - Monte Colt”

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22 - LO SCARPONE, APRILE 2009

La Tasmania si trova tra l’Australia el’Antartide, ai confini del globo ter-racqueo. L’isola fu scoperta nel 1642dal navigatore olandese Abel Tasman.

Il clima è instabile a causa dei forti venti chesoffiano dai mari meridionali arrecandopioggia e neve in tutte le stagioni. LaTasmania è ricca di foreste pluviali: muffe,funghi e licheni formano sui tronchi cadutisplendide foreste in miniatura. Qui la scom-parsa degli animali predatori ha consentitola sopravvivenza di marsupiali carnivoricome il leggendario, inavvicinabile“Diavolo della Tasmania”, uno sciacallomarsupiale che ha le dimensioni di un gros-so gatto dalla mascella pronunciata.

Da dicembre 1982 l’Unesco ha inclusonella World Heritage List, per la loro singo-larità, i tre parchi nazionali: il Franklin-Lower Gordon Wildrivers, il Southwest e ilCradle-Mountain-Lake St Clair NationalkPark, il più esteso e rinomato, caratterizzatoda superbe montagne, pittoreschi laghi alpi-ni, corsi d’acqua e spumeggianti cascate,quindi assai apprezzato da escursionisti escalatori, meta del nostro viaggio (con mec’ò Aldo Pireneo, compagno d’avventura disempre). Da Waldheim a nord, a NarcissusLake St Clair a sud: sette giorni per com-plessivi 82 km. Lungo il percorso, nei sitiadibiti a sosta, ci sono baite di legno moltospartane, non gestite, dove chi arriva primapuò pernottare, ma noi spiriti liberi prefe-riamo pernottare in tenda, anche se, datal’estrema variabilità delle condizioni meteo,fra attrezzatura, equipaggiamento e viveri,saremo messi a dura prova, costretti a por-tare sulle spalle sacchi sui 30 kg.

Dopo 25 ore di volo, eccoci a Launcestonin Tasmania, dove pernottiamo al ColonialHotel. Poco dopo l’alba un minibus ci portaal villaggio di Waldheim, proprio all’iniziodell’Overland Track, con un percorso nellapiù autentica wilderness. Alla Range Stationdove andiamo per farci registrare gli agentiforestali ci sottopongono a un fitto interro-gatorio su condizioni fisiche, equipaggia-mento, provviste di viveri e esperienze

escursionistiche prima di darci le informa-zioni necessarie per affrontare l’impegnati-vo trek. Alla fine, dopo aver versato 20 dol-lari australiani per la tessera che consentel’accesso al parco, eccoci pronti a partire.

1° giorno: Cradle Valley – WaterfallValley Hut – 13 km – 9 ore

La partenza ha luogo da Waldheim Lodge,900 m. E’ novembre, siamo in piena prima-vera australe, la temperatura è rigida, i ran-

ger ci hanno segnalato l’imper-versare di una tempesta di neve.Quando siamo all’altezza delCrater Lake, 1100 m, un lagocraterico di origine glaciale,puntualmente siamo sferzatidalla prevista tormenta di neve.Il sentiero è ripido, in alcunitratti anche attrezzato, la trac-cia prima acquitrinosa diventanevosa. Dopo due ore siamodavanti al maestoso CradleMountain, 1545 m, esattamentenei pressi della Kitchen Hut,una vecchia baita fatiscente, dadove si intraprende la salita alCradle. Nonostante le nubiaddensate sulla cima e la pun-gente tormenta ci cimentiamonella scalata. E’ quasi buioquando arriviamo alla WaterfallValley Hut, 1050 m.

2° giorno: Waterfall Valley Hut –Windermere Hut – 13 km – 8 ore

C’è un pallido sole, l’aria è frizzante.Guardando la straordinaria Waterfall Valley,siamo attratti dalla simmetrica mole tantosomigliante a un vulcano del Barn Bluff,1560 m, che sfora le nebbie mattutine. Benpresto ci portiamo al suo attacco. Sul sotti-le crinale del monte la salita si presenta osti-ca, ma sulla cima siamo ripagati dalla splen-

Esperienze In cammino in Tasmania, lungo l’Overland Track

Onofrio Di Gennaro raccontail suo trekking di 82 chilometrisu sentieri fangosi e incompleta autosufficienza in una delle ultime areeselvagge del pianeta

Ai confini del mondo

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LO SCARPONE, APRILE 2009 - 23

dida vista sul Cradle Mountain e sul LakeWill. Poi su un percorso più agevole giun-giamo a Windermere Hut, 900 m.

3° giorno: Windermere Hut – PelionHut – 14 km – 8 ore

Piove a dirotto, la traccia che già era fan-gosa, oggi è un pantano. Sovente siamocostretti a compiere dei guadi.Raggiungiamo Pelion Hut, 875 m, dove final-mente possiamo ripararci in tenda e liberar-ci delle ripugnanti sanguisughe.

4° giorno: Pelion Hut – Pelion Gap –9 km – 6 ore

Si riparte. Procediamo attraverso la fore-sta e risalendo verso Pelion Gap (passo) lapioggia si muta in neve, ma la boscaglia ciprotegge dalle violente raffiche di vento.Quando la lasciamo per attraversare ilpasso, 1126 m, siamo in piena tregendaatmosferica (ci troviamo al bivio per M.Ossa), tanto che decidiamo di rinunciarealla salita e prudentemente ritorniamo nellaforesta per accamparci. La notte sembranon passare mai, per mera autosuggestione,e ci sembra persino di avvertire il lontanoringhiare del “diavolo della Tasmania”, men-tre la tenda è allagata dall’ininterrotta piog-gia. Si veglia fino all’alba.

5° giorno: Pelion Gap – Kia Ora –Windy Ridge Hut – 15 km – 10 ore

Il tempo sembra stabile e subito ne appro-fittiamo per effettuare la salita a M. Ossa,1617 m, culmine della Tasmania. Tornati allatenda strizziamo alla meglio gli indumentiinzuppati dalla pioggia di ieri e via verso KiaOra e Windy Ridge Hut, 850 m. Ceniamo conla solita sbobba.

6° giorno: Windy Ridge – Pine ValleyHut – 8 km – 4 ore

Oggi sarà la tappa più breve e anche la piùriposante, dedicata alla visita delle cascateraggiungibili spesso solo deviando dal per-corso. Le cadute d’acqua, ingrossate dallapioggia, nel fitto della foresta pluvialemostrano tutto il loro splendore. Nel primopomeriggio siamo a Pine Valley Hut, 850 m.

7° giorno: Pine Valley Hut –Narcissus Lake StClair Hut – 10 km –

6 ore Piove in Tasmania, piove nove giorni su

dieci! Mentre ci apprestiamo a smontare latenda, attoniti vediamo strisciare lentamen-te, a poca distanza, il terribile tiger snake ilcui morso velenoso ti manda all’altromondo nello spazio di tre ore. Lo ammiria-mo sbalorditi nella sua sgargiante pelle nerairidescente. Dopo aver attraversato stupen-de foreste di eucalipti e di pini del tutto

simili alle longeve sequoie californiane,superiamo un ardito ponte sospeso sulNarcissus Lake St Clair e poco dopo siamoa Lake St Clair, 750 m, dove l’OverlandTrack giunge a termine. Siamo sfiniti masoddisfatti. Ci congratuliamo reciproca-mente con una vigorosa stretta di mano.L’unico desiderio è una doccia calda e unabirra ghiacciata!

Onofrio Di Gennaro

LA VEGETAZIONE DELLEMONTAGNE ITALIANEA cura del Comitato ScientificoCentrale, tutto sulla vegetazione dellemontagne italiane: un preziosostrumento di approfondimentoscientifico con una descrizionerigorosa ma anche di facile e rapidalettura. Nei primi capitoli sono espostele condizioni climatiche, l’ambiente e ilrapporto con le diverse forme divegetazione; nei capitoli successivisono percorse le diverse areemontane, dall’arco alpino, agliAppennini, fino alla Sicilia e allaSardegna.404 pagine. Prezzo soci 13 euro; non soci 22 euro.

METAFISICA DELLA MONTAGNADopo “Etica dell’alpinismo”, SpiroDalla Porta Xydias offre in questo“quaderno” numerosi spunti diriflessione sul tema della montagna,dal desiderio di ascesa e di elevazionealla purezza e gratuità dellemotivazioni nella praticadell’alpinismo, in deciso contrasto con“l’ansia di benessere e piacere” tipicadi questi tempi dominati dalla “volontàdi lucro”.112 pagine. Prezzo soci 7,50 euro; non soci 12 euro.

DIZIONARIO ALPINISTICOLa terminologia alpinistica tradotta insei lingue (italiano, tedesco, francese,inglese, spagnolo e sloveno) è quellaadottata presso organismi

internazionali quali il CAA o l’UIAA,con l’obiettivo di considerare la catenadelle Alpi non più come elemento diconfine ma come un territoriotransfrontaliero e sopranazionale. Una ricerca indispensabile peraffrontare questa realtà fatta diesperienze comuni: cordate europee,spedizioni internazionali, guideescursionistiche e alpinistiche che siintegrano sugli opposti versanti.326 pagine. Prezzo soci 17 euro; non soci 26 euro.

ALPINISMO SU ROCCIAE’ l’ultimo volume della collana“I manuali del Club Alpino Italiano”, a conclusione di un trittico checomprende “Sci alpinismo” (2004) e“Alpinismo su ghiaccio e misto” (2005),a cura della Commissione NazionaleScuole di Alpinismo e Sci Alpinismo edella Commissione CentralePubblicazioni. Tratta in modo completoe aggiornato la didattica legata allafrequentazione alpinistica delle terrealte, con particolare riguardoall’equipaggiamento, alle attrezzature,alle tecniche di assicurazione, e uncostante richiamo alla sicurezza. Le conoscenze tecniche sonosviluppate in modo dettagliato e, allostesso tempo, accessibile ai singoli eidoneo per gli scopi didattici dellescuole di alpinismo.576 pagine. Prezzo soci 20 euro; non soci 30 euro.

I volumi sono in vendita presso lesezioni e le librerie specializzate

Le nuove pubblicazioni del Club Alpino Italiano

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■ Riccardo Carnovalini propo-ne il racconto per immagini diun viaggio a piedi di 2.000 km daCarrara a Vielha, in Catalogna,compiuto dal 7 luglio al 7novembre 2008: da Carrara aiBalzi Rossi di Ventimiglia lungoil mare (CamminAmare Liguria,www.camminamare.it); daiBalzi Rossi a Vinadio nel Parcodel Mercantour (L’Occitania ape’). “Per mesi”, spiega, “ho vis-suto spostandomi di continuo,godendo dei miei passi e del miorespiro. Perché camminare è lamia vita e quello che mi servel’ho imparato in cammino”. Percontatti: Riccardo Carnovalini,[email protected] , tel. 338 9367211.■ Le Valli Occitane a piedi: deci-se le tappe di Chaminem per Òcdal 14 di giugno all’11 luglio conpartenza da Olivetta SanMichele e arrivo a Exilles, asostegno dell’appello Lengad’òc Patrimòni Mondial del’Umanitat e per la manifestazio-ne del 24 di ottobre aCarcassonne “Anem! Òc! per lalenga occitana”. ■ Terza edizione per “Camminacammina”, il progetto itineranteche unisce comuni, province,regioni, enti e associazioni, nellavolontà di rendere nuovamentefruibile l’antico tratto della Via

Francigena che da Fidenzaporta a Lucca. Escursioni dal 24aprile al 3 maggio, dal 28 maggioal 6 giugno, dal 21 al 30 agosto edal 24 settembre al 3 ottobre suun percorso di 210 km. Info:0524.573561 e-mail: [email protected] www.turismoebenessere.it -Apt Massa Carrara 0585.240063 -www.viafrancigena.eu

Clima ■ Il Parlamento europeo rinno-va la richiesta di maggior impe-gno per la protezione del clima.Entro il 2050 deve essere rag-giunto l’obiettivo di una riduzio-ne delle emissioni serradell’80%. In che modo? Adot-tando standard a consumo ener-getico nullo nelle nuove costru-zioni, obiettivi vincolanti di effi-cienza energetica e lo stanzia-mento dei fondi necessari neibilanci UE a lungo termine. All’inizio di febbraio ilParlamento europeo ha appro-vato a larga maggioranza unarisoluzione per contrastare icambiamenti climatici e pro-muovere un approvvigionamen-to energetico sostenibile. Larisoluzione deve indicare la viaper la Conferenza mondiale sulclima di Copenaghen, nellaquale verrà negoziato l’accordo

che farà seguito al Protocollo diKyoto. Secondo la CIPRA glisforzi del Parlamento europeovanno nella giusta direzione.

Montagna rivelata■ Fino al 24 maggio ilFotomuseo Giuseppe Panini diModena espone all’ex ospedalemodenese Sant’Agostino oltre100 scatti della seconda metàdell’800 che illustrano la conqui-sta delle cime più alte. Appartenenti alla collezioneFineschi sono state realizzate dagrandi alpinisti-fotografi comeVittorio Sella e il Duca degliAbruzzi. La mostra intitolata “Lamontagna rivelata. Fotografiedell’Ottocento dalla collezioneFineschi” e il relativo catalogo(bilingue, edito da Skira) sono acura Chiara Dall’Olio, direttricedel fotomuseo, con testi dellostorico Giuseppe Garimoldi euna presentazione di GiovanniGozzini docente di StoriaContemporanea pressol’Università di Siena.

Ipossia■ La Società Italiana diMedicina di Montagna, in colla-borazione con l’Ambulatorio diMedicina di Montagna - AUSLAosta e la FondazioneMontagna Sicura di Courma-yeur, organizza nei giorni 12 e 13giugno a Courmayeur, VillaCameron, il corso “Ambientemontano e principi patologie daipossia”. Informazioni e modulod’iscrizione sul sito www.medi-cinadimontagna.it

Sangue freddo■ Un Patto per il clima diBolzano, Città alpina dell’anno,verrà presentato nell’ambito diuna conferenza internazionaledal titolo “Sangue freddo sottol’effetto serra!” che si svolgerà il2 e 3 aprile presso l’EURAC incollaborazione con la CIPRA.Info: Associazione Città alpinadell’anno, [email protected]

Addii■ All’età di 96 anni è morto inNorvegia il filosofo Arne Naess,illustre interprete dell’ecologiaplanetaria. Il termine ecosofia,fondamento del movimento diEcologia profonda, è stato da luiutilizzato per la prima voltaall’Università di Oslo nel 1960. Naess ha partecipato a variespedizioni alpinistiche sullacatena dell’Hindu Kush edell’Himalaya, ed è stato uno deiprimi garanti di MountainWilderness.

Glaciologia■ Gli appassionati di glaciologia

Filo diretto Echi e notizie dal mondo della montagna

Nel 1999, in occasione dell’ottantesimo anniversario difondazione dell’ANA, è stato percorso in sei mesi dauna staffetta ANA-CAI il Sentiero Italia, l’itinerario

escursionistico che con un percorso di più di 6.000 km,collega fra loro le montagne della Sardegna e della Sicilia,gli Appennini e le Alpi, con partenza da Santa Teresa diGallura e arrivo a Trieste. A distanza di dieci anni, perricordare l’avvenimento, tre brevi tratti vengono ripercorsi incollaborazione con le sezioni del CAI interessate: sulSentiero confinale lungo la Linea Cadorna, nel Parconazionale dello Stelvio sul Sentiero della pace dellaLombardia, lungo il fronte della Grande guerra nelle Dolomitiladine: itinerari storici per effettuare trekking di granderespiro paesaggistico, col pensiero rivolto a drammatichepagine della nostra storia. Info: [email protected]

Trekking

Sui sentieri della Grande guerra

Primo piano

Bonatti in Tve sugli scaffali

Ancora giorni grandiper Walter Bonatti,salito alla ribalta

televisiva partecipando ingennaio alla trasmissione diFabio Fazio “Che tempoche fa”: un’occasioneimpagabile per ascoltareancora una volta dalla suavoce il racconto di tanteavventure impresse nellamemoria degli appassionatidi alpinismo. Di Bonattivanno segnalate duepubblicazioni fresche distampa che lo riguardano: ilfascicolo monografico dellarivista “Alp” (CDA&Vivalda)e il volume “Freney 1961” diMarco Albino Ferrari,ripubblicato da Corbaccio(235 pagine, 18,60 euro)con la prefazione di Erri DeLuca. Le testimonianzedirette su Bonatti e il suoalpinismo sono affidate nelfascicolo di “Alp” a IvanGuerini, Giuseppe “Popi”Miotti e Michele Serra.

Camminate gente

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possono trovare pane per i lorodenti nella lettura di TerraGlacialis n.11 (159 pag., 15 euro) acura del Servizio glaciologico lom-bardo, che presenta articoli di stu-diosi italiani sui ghiacciai di Pre-de-Bar, del Lys, del versante suddel Monte Rosa e delle IsoleSvalbard, e sul clima in base a datiprovenienti da Milano Linate edalla Provincia di Sondrio. Duecontributi dall’estero (Colombiaed Equador) introducono al gla-cialismo “vulcanico”. Conclude ilfascicolo la rassegna glaciologicainternazionale. Il tutto corredatoda cartine, grafici e foto(www.nimbus.it oppure rivolgersia Fabrizio 02.9301726).

Dolomiti ■ Sono nove le aree delleDolomiti candidate ad entrare afar parte del Patrimonio mondialedell’Umanità definito dall’UNE-SCO: Pelmo-Nuvolau; Marmolada,Pale di San Martino, San Lucano,Dolomiti Bellunesi, Vette Feltrine;Dolomiti Friulane e d’Oltre Piave;Dolomiti settentrionali, Cadorine,

Sett Sass, Puez-Odle; Sciliar -Catenaccio - Latemar; Rio delleFoglie/ Bletterbach; Dolomiti diBrenta. Se in giugno l’Unescoaccoglierà l’istanza presentata dalMinistero dell’ambiente per contodelle cinque province coinvolte,dovrà essere assicurata la tutela di234.423 ettari secondo i criteri sta-biliti per la candidatura.

Fiasco!■ Alcuni ricercatori scozzesihanno studiato gli insuccessi deglialpinisti sul Monte Bianco (pari al30% circa). La quota elevata e larapidità (due giorni in genere) concui viene salito fanno sì che l’a-scensione non sia poi così banalecome qualcuno ritiene.

Tempo minimo ■ Secondo uno studio della rivi-sta “Dimagrire” (edizioni Riza)solo un italiano su dieci (9%)cammina ogni giorno per più diun’ora, mentre appena il 14%cammina fra i 45 e i 60 minuti, iltempo minimo indicato dall’Or-ganizzazione mondiale della sani-

tà per preservare il proprio orga-nismo da fastidi e malattie.

Archivi■ I Club alpini tedesco, austriacoe sudtirolese hanno deciso di farconfluire i rispettivi archivi e rac-colte in una banca dati comune,consultabile su www.historisches-alpenarchiv.org

Convegni■ Un convegno internazionaleintitolato “Ettaro Zero - Fare pae-saggio, costruire natura, prendersicura del suolo” si svolgerà aMilano il 7 e 8 maggio presso laRegione Lombardia. Info: IREALPtel +39 0342.483.981 - Fax +390342.482.490 - E-mail: [email protected]

Aerosol■ La rivista PNAS pubblica “HighFrequency New ParticleFormation in the Himalayas”, undocumento realizzato da ricerca-tori internazionali del ProgettoSHARE (Stations at HighAltitudine for Research on theEnvironment) di EvK2Cnrponendo l’accento sull’importan-za della misurazione degli areo-sol in alta quota e dei loro effettisul clima a livello globale.

Sci e scuola■ Ski Area Valchiavenna(www.skiareavalchiavenna.it) hadato vita al progetto “A scuola congli sci” che ha offerto la possibilitàa 300 ragazzi delle scuole medied’imparare a muoversi sulla nevecon gli sci o lo snowboard in cin-que lezioni.

Condannato■ Una serie di simulazioni ha con-sentito a ricercatori e ricercatricidei politecnici federali di Losannae Zurigo di formulare fosche pre-visioni sul ghiacciaio del Rodano,la cui scomparsa sarebbe certaentro il 2100.

Inossidabile ■ Il trentino Adelchi Brachetti,classe 1929, ha raggiunto il 15 gen-naio la punta del Kilimanjaro(5.895 m) sotto la guida di RenzoBenedetti, rinomato alpinistahimalayano. ■

SPECIALE

BICI

LAGO DI COSTANZA

nella terra del

dirigibile

dal 30.05.09 al

02.06.09

Il braciere dei IXGiochi paralimpici diTorino 2006 “riscalda”

ora l’area incontri delMuseo nazionale dellamontagna “Duca degliAbruzzi”. È una fiammaideale ma più chesufficiente per riscaldarei cuori quella cheaccoglie i visitatori aldilàdella cancellata, incorrispondenza con ildehors delfrequentatissimoristorante-bar dove lagrande struttura diacciaio è stata collocata.Acceso in occasione dei Giochi paralimpici che sono stati il degnocorollario delle Olimpiadi invernali, il braciere testimonia d’ora inavanti nella penombra del bellissimo Monte dei Cappuccini ilclima di un evento che tre anni fa, dalle vallate del Piemonte, èdilagato fino alle sale del museo: nei giorni in cui anche questaistituzione creata nel 1874 dai soci del Club Alpino Italiano diTorino costituì un’irrinunciabile attrattiva per i turisti olimpici diogni parte del mondo.

Museomontagna

“Arde” il fuoco olimpico ai Cappuccini

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Nell’atteggiamento di chi non gradi-sce la presenza dell’orso nei boschipercepisco alcuni atteggiamenti psi-cologici che mi rattristano.

1) L’atavica paura delle bestie feroci, sim-bolo di tutto ciò che è incontrollabile nellanostra vita, ci rende incapaci di tener contodello stato attuale della natura in un paeseeuropeo come l’Italia: ridotta ai minimi ter-mini, addomesticata dall’intervento dell’uo-mo, con flora e fauna ridotte a poche popo-lazioni sparute e divise da strutture antropi-che, inquinate da ogni genere di elementi,sull’orlo dell’estinzione.

2) Il desiderio di “andare in montagna conserenità”. La serenità è una condizione del-l’anima che si raggiunge con molto lavorointeriore, non eliminando fisicamente tuttociò che ci disturba, compresi orsi, lupi, vipe-re, bisce, rospi, gatti neri, insetti, temporali,neve (troppa o troppo poca), pioggia (troppao troppo poca), fiumi che esondano in gole-

ne piene di case, alberi ingombranti, sentieriripidi, il vicino di casa chiassoso, lo stranie-ro, il diverso, ecc.

“Quando ho bisogno di ricreare me stessovado alla ricerca della foresta più buia, dellapalude più fitta e più impene-trabile” (da “Camminare” diH. D. Thoreau). Aggiungo:vado alla ricerca della naturapiù selvaggia, rimango inascolto per coglierne bellezzae armonia con curiosità erispetto, lasciando menotracce possibili .

Non è riducendo la monta-gna, o quel che rimane, aparco cittadino con bar e gio-chi per bambini che la si puòfrequentare in serenità.Anche nel parco urbano cipuò essere il mostro, anche in casa. E’ il con-tatto con la natura selvaggia della montagnache ci può dare “serenità”.

3) I risvolti negativi sul turismo. Ma qualeturismo? Quello fracassone di moto dacross, motoslitte, impianti di risalita, stradeinutili, residence come batterie di polli?Quello di persone che continuano a strappa-re le stelle alpine per poi gettarle sul sentie-ro perché si sono stancate di tenerle inmano? Quello di persone che ammazzanoper precauzione tutto ciò che striscia e che

assomiglia vagamente a una vipera, compre-si biacchi, orbettini e lombrichi?

4) Il “sintomatico” avvelenamento degliorsi. Sintomatico di che cosa? Di ignoranza,di brutalità, nemmeno di convenienza spic-

ciola perché i danni procura-ti dagli orsi vengono risarciti.Ciò che non si conosce si eli-mina, secondo le anticheusanze refrattarie alle pochevere conquiste dell’umanità,come se non fossero possibi-li altri sistemi, con tutto ciòche le conoscenze scientifi-che e la tecnologia mettonoa disposizione oggi. Che dis-piacere sentire un socio CAIcosì distante dal “sentirecomune” mio e di molti altrisoci. Io non ho ancora avuto

la fortuna di incontrare l’orso durante le mieescursioni, ma se mai mi capiterà, e sesopravvivrò alla sue malefiche grinfie, saràsicuramente un’esperienza indimenticabile.

Umberto Maiocchi

Sezione di Parma

Sul problema della pericolosità degli orsicondivido le perplessità di Lucio Panozzo. Enon ritengo del tutto soddisfacente la rispo-sta di Claudio Groff.

1) Ci dicono che l’orso è, sì, “potenzial-

Argomenti La presenza del plantigrado nei boschi

Mentre nuovelettere pro e controarrivano inredazione, unrapporto ufficialesegnala il caso di unesemplare piuttostoinquieto ridotto incattività

Ma chi rischia di più è l’orsoSullo Scarpone di gennaio unalettera di un socio vicentino sullapresenza dell’orso nei boschi delleAlpi poneva il problema dellasicurezza per gli escursionisti. Al lettore ha risposto, perinteressamento della Commissionecentrale tutela ambiente montanodel CAI, Claudio Groff dellaProvincia autonoma di Trento conuna ricostruzione dell’iter che haportato al progetto di conservazionedell’orso bruno sull’arco alpino. Ma ombre ancora sussistono sullapresenza del plantigrado. Perlomeno sulla scorta di altre lettere arrivate in redazionesull’argomento. Per completezzad’informazione si riferisce in questepagine anche del Rapporto Orso2008 diramato dalla Provincia di Trento raccogliendo unatestimonianza autorevole tra quanti,residenti nel territorio frequentatodall’orso, vivono la sua presenza con qualche innegabile tensione.Da parte della redazione unaesortazione: la metafora per cui inpassato l’uomo e l’orso diviseropersino le culle, come è stato scrittoin queste pagine, non sia intesa alla lettera!

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mente pericoloso”, ma che negli ultimi 150anni non c’è stata in Italia alcuna aggressio-ne all’uomo. Verissimo, ma non si dice che intante zone delle Alpi gli ultimi orsi sono statiuccisi nella seconda metà dell’Ottocento oall’inizio del ‘900; e che in Trentino, attornoal 1990, la popolazione di orsi si era ridotta a3-4. La mancanza di incidenti è dovutasostanzialmente alla mancanza di orsi.

2) Ci dicono che usando le dovute precau-zioni incontrare un orso non presenta peri-coli. Bisogna scavare nei motori di ricercaper apprendere una verità ben diversa: piùche dell’orso in genere, è bene focalizzarel’attenzione sulla femmina. Incontrare un’or-sa può essere fatale: l’orsa gira con i suoi pic-coli e se, durante l’incontro fortuito, il picco-lo è più vicino a noi che a lei, sono pochi isanti che ci possono difendere dalla suaaggressività.

3) Dice Groff: “L’orso fa parte delle Alpi dadecine di migliaia di anni, ha diviso le grottecon i nostri antenati, i monti con i nostrinonni e le culle con i nostri figli”. I nostriantenati e gli orsi non hanno però frequenta-to contemporaneamente le grotte: al massi-mo se le sono contese a suon di artigli e for-coni. Sui monti gli orsi sono stati inseguiti afucilate fino allo sterminio: per i nostri nonnil’esigenza di difendere il bestiame ha preval-so sugli interessi naturalistici. Ma non riescoa fargliene una colpa, sapendo quanto magraera la vita in montagna e quanto tragico eraperdere un capo di bestiame.

Paolo Migneco

Pieve di Cadore

Condivido le riserve espresse da LucioPanozzo della Sezione di Vicenza circa l’in-troduzione dell’orso nel Trentino su iniziati-va del Parco Adamello - Brenta. Da assiduofrequentatore dei monti trentini ho seguitoattentamente la vicenda e posso aggiungerealcuni elementi.

- Il ripopolamento è costato due milioni dieuro in nove anni, la maggior parte spesi peril personale, come risulta da una risposta delpresidente della Provincia autonoma diTrento Lorenzo Dellai a una interrogazione.

- Ci sono “orsi problematici”, come quelliabbattuti in Baviera e nei Grigioni; proble-matico è quello catturato e rinchiuso pressoil santuario di San Romedio e quindi in unrecinto più vasto; e quello catturato sull’alto-piano della Paganella e munito di radiocolla-re ma anche quelli che visitano i cassonettidei rifiuti nei centri urbani.

- Nel solo 2008 tre incidenti automobilistisono stati causati dagli orsi (due in ValRendena e una a Nembia) tant’è che il vicepresidente del Consiglio provinciale diTrento si è fatto promotore di un’iniziativa

per riportarli nel loro territorio d’origine, ini-ziativa che ha già raccolto migliaia di firme.

- Gli orsi sono stati introdotti in una pro-vincia ormai altamente urbanizzata al con-fronto con i luoghi della Slovenia, solitari edisabitati, in cui sono stati prelevati.

- L’orso ha diviso le grotte con i nostri ante-nati, i monti con i nostri nonni e le culle coni nostri figli? Forse gli orsi di pezza! Da chemondo è mondo l’uomo si è sempre difesodagli orsi, basti pensare ai pastori della ValGenova che di notte accendevano enormi

fuochi per tenerli lontani dalle greggi, e ciònonostante gli orsi facevano strage di peco-re. A mio parere una soluzione sarebbe diindividuare un’ampia valle (per esempio laValle di San Valentino, la più selvaggia e iso-lata della Val Rendena) opportunamentedelimitata, in cui inserire gli animali in liber-tà. Così potrebbero anche costituire un’at-trattiva turistica, visto che ormai tutto si tra-duce in business.

Vittorio Maccarini

CAI/SAT Val Genova

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Condividere con gli orsi lo stesso territorio rassegnandosi all’idea che prima o poisi prospetti un incontro ravvicinato: una situazione da accettare a cuor leggero oun fardello da portarsi dietro per i residenti nell’area del Parco naturale Adamello

Brenta? “L’argomento è certamente delicato per chi, come noi della Val Rendena, haeletto l’orso ad animale simbolo di una natura ancora in parte selvaggia”, ammette JallaDetassis, presidente dell’Azienda per il turismo di Madonna di Campiglio e figliadell’indimenticabile Bruno, pioniere dell’alpinismo e del turismo alpino nel gruppo delBrenta, un grande della montagna che il Club Alpino Italiano annovera tra i soci onorari.“Ma vorrei in questo caso spogliarmi della mia veste ufficiale di operatrice turistica edesprimermi da comune residente. Mi spiego. Può capitare che gli incontri con l’orsonella nostra comunità lascino il segno. Un esempio? Mio padre si limitò a percepirne lapresenza una sola volta mentre camminava su un sentiero. Ma tanto gli bastò. Miraccontò del suo cane il cui pelo si rizzò di colpo per il terrore mentre l’orso lanciavamessaggi poco rassicuranti perfino per un uomo come papà, abituato a vivere in mezzoalla natura. Altro esempio. Mio fratello Claudio si trovava ai Casinei quando la porta sispalancò e una turista annunciò la presenza dell’orso appena fuori dal rifugio. Esicuramente la piacevole sorpresa della turista non corrispondeva all’inquietudine diClaudio. Gli orsi, si sa, hanno percorsi obbligati e chi li conosce li evita, io per prima. Maqui bisogna distinguere. La gente del posto può manifestare qualche preoccupazione,mentre per il visitatore il problema non sembra sussistere. Personalmente, non ricordoche qualcuno si sia mai presentato in azienda a protestare”.

Di “impatto emotivo” legato alla presenza dell’orso si trovano riferimenti nel sitointernet del Parco Adamello Brenta, che dà notizia di un sondaggio di opinione affidatoall’Istituto Doxa di Milano. Più di 1500 abitanti dell’area sono stati intervistati “perverificare l’attitudine, la percezione nei confronti della specie e la possibile reazione difronte ai problemi derivanti dalla presenza dell’orso”. In base al sondaggio più del 70%dei residenti interpellati si sono dichiarati a favore del rilascio nell’area. Una situazioneche corrisponde nel bene e nel male con l’autorevole testimonianza della gentile JallaDetassis.

Ma quanti sono gli orsi nell’area? Ne sono stati contati 24 in Trentino “e nelle regioniadiacenti”, secondo il Rapporto Orso 2008 curato dal Servizio foreste e fauna dellaProvincia di Trento con la collaborazione del Parco naturale Adamello Brenta. Dopo undecennio, malgrado alcune criticità, i segnali sono giudicati positivi nel rapporto(consultabile su internet al sito www.orso.provincia.tn.it): 12 sono maschi e 12 femmine,la loro età media è di 4,42 anni. Uno è stato ridotto in cattività: è il caso di Jurka che, peravere dato segni d’inquietudine, è stata trasferita in un apposito recinto in localitàCasteller dove tuttora vive.

Particolare è la storia di Jj3, figlio maschio di Jurka e Joze, che nel 2007 è espatriatonei Grigioni, in Svizzera, dove si è subito fatto notare nei pressi dei centri abitati senzamostrare alcun timore nei confronti dell’uomo. Le autorità elvetiche l’hanno catturatomunendolo di radiocollare. E dopo un attento studio ne hanno decretato l’abbattimentoconsiderandolo un “orso pericoloso” sulla base del loro piano di gestione.

Per concludere, tutelare l’orso è ritenuto un dovere istituzionale per il Parco AdamelloBrenta essendo questa una “missione fondante”, attivata fin dal Piano faunistico del1995 e riconfermata dal Piano del Parco del 1998. “Perché la presenza dell’orso inTrentino ricrea l’equilibrio naturale tra fauna selvatica e ambiente”, è la spiegazioneufficiale. Ma le perplessità rimangono. E c’è chi definisce il ripopolamento oltre un certolimite una forzatura.

R.S.

Jurka, Joze e gli altri

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Teatro di tragedie fatali, di lotte disperate e di drammi alluci-nanti e sogno degli alpinisti più audaci a partire dagli anniTrenta dello scorso secolo, l’Eiger è stato raccontato da treregisti diversi nell’arco di 46 anni. La trilogia venne inaugura-

ta nel 1962 da Luis Trenker (“Sein Bester Freund, Il suo miglioreamico). Nel 1981 Gerhard Bauer realizzò “Eigernordwand”. E ora unaltro regista tedesco, Philipp Stoeltz, porta sugli schermi (come èstato anticipato in novembre sullo Scarpone, NdR) “Nordwand” cheho avuto occasione di vedere nella pittoresca cittadina di Tegernsee,adagiata sulle rive dell’omonimo lago ai piedi degli ultimi boscosideclivi delle Alpi Bavaresi, in occasione del festival dal film di mon-tagna della cui giuria faceva parte Alessandro Anderloni, autoredello spettacolare film “L’abisso”. “Parete nord” è la versione moderna della tragedia più tristementenota nella drammatica storia della conquista della nord dell’Eiger,che nel 1936 ebbe tra i protagonisti i due eccezionali scalatori ToniKurz e Andi Hinterstoisser. Il film, lungi dall’indulgere a toni eroici,racconta con apprezzabile credibilità e capacità di coinvolgereanche i non addetti ai lavori gli aspetti più reconditi di quella trage-dia e lo spettatore è portato a rivivere in prima persona il calvariodei protagonisti, la loro impotenza, la rassegnata disperazione, lalotta per sopravvivere. Momenti irripetibili di tensione, esperienze allimite che già nel 1999 si cercò di presentare in un documentariotelevisivo in cui venne proposto “live” lo svolgimento della primariuscita ascensione, con protagonisti dotati di indumenti e di mate-riale alpinistico d’epoca.In “Parete nord” rivivono gli anni in cui Hitler era al potere: l’ideolo-gia nazista s’impone in ogni campo e anche gli assi dell’alpinismosono chiamati a compiere il loro dovere, accettare il ruolo di eroi,superuomini d’impronta nietschiana, per confermare con la vittoriasul monte più repulsivo la superiorità della razza ariana. E’ questo unaspetto che il film mette in particolare evidenza mostrando assairealisticamente quanto l’alpinismo tedesco e austriaco fosse in que-

gli anni politicamentecoinvolto in un rappor-to di assoluta strumen-talizzazione.Qualche anno fa,durante un incontro aGarmish, HeinrichHarrer così si espressein merito al film trattodal suo libro “Setteanni in Tibet”: “Non honulla da obiettare,però… siamo aHollywood”. Lo stessovale per “Parete nord”.Il grande pubblicovuole il romanzo, lavicenda sentimentale a lieto o triste fine, così anche in questo casosi è inserita una fittizia storia d’amore che però non è riuscita a intac-care il valore di documentario della pellicola, e la realtà cruda dellalotta con il monte resta il leitmotiv dominante.Il romantico rapporto fa l’ardimentoso Toni Kurz e la giovane gior-nalista Luise Fellner non è mai un fattore esclusivo, la montagna èsempre la primadonna come già nei film di Trenker e Baur giratiinteramente in loco. Speciale attenzione merita comunque la figuradi Luise in quanto esprime il tentativo di staccarsi dal clichè che inazisti cominciavano a imporre alle donne per relegarle nella mis-sione di brave casalinghe, ligie al compito di allevare i figli nell’ideo-logia del partito facendone dei cittadini-soldati esemplari.Con “Nordwand” è stato compiuto un ulteriore passo nell’evoluzio-ne del film di montagna, aperto ai concetti di modernità e tuttaviasaldamente ancorato a un passato di grande valore e prestigio.

Irene Affentranger

Cinema “Nordwand” di Philipp Stoeltz

Da dieci anni la promozione, la valo-rizzazione, la difesa e la conserva-zione della cinematografia di mon-

tagna è quanto si ripropone l’associazione“International alliance for mountain film”di cui fanno parte in Italia ilTrentoFilmfestival e il Museo nazionaledella montagna “Duca degli Abruzzi”(Torino, www.museomonagna.org). Eccole date delle rassegne inserite nel circuito: ■ Internationales Berg & Abenteuer

Filmfestival (Graz, 14 novembre,www.mountainfilm.com);

■ International Mountain Film (Bansko,27 – 30 novembre, www.banskofilm-fest.com);

■ Banff Mountainfilmfestival (Banff,Alberta, Canada 31 ottobre - 8 novem-bre, www.banffcentre.ca/mountaincul-ture/festivals);

■ Festival International du Film deMontagne (Autrans, Francia, finenovembre – prima settimana didicembre, www.festival-autrans.com);Internationales BergfilmfestivalTegernsee (Tegernsee, Germania, 21-25 ottobre, www.bergfilm-festival-tegernsee.de);

■ Dundee Mountain Film Festival(Dundee, Scozia, 27- 28 novembre,www.dundeemountainfilm.org.uk);

■ TrentoFilmfestival (Trento, 21 aprile –3 maggio, www.trentofestival.it);

■ Medzinarodny Festival HorskychFilmov (Teplice nad Metuji, RepubblicaCeca, 27-30 agosto, www.teplicenad-metuji.cz);

■ International Festival ofMountaineering and Adventure(Mosca, 3-5 aprile, www.8848.ru);

■ Medzinarodny Festival HorskychFilmov (Poprad, Slovakya, 14-15 otto-bre www.mthf.sk);

■ Festival Internacional de Cinema deMuntanya I Aventura (Torello, Spagna,13-22 novembre, www.torellomoun-tainfilm.com);

■ Festival International du Film Alpin(Les Diablerets, 8-15 agosto,www.fifad.ch);

■ Festival dei festival (Lugano, 6-12 set-tembre, www.festival-dei-festival.ch);

■ Taos Mountain Film festival (Taos, NewMexico, 8-11 ottobre, www.mountain-film.net);

■ Kendal Mountain Festival (Kendal,Cumbria, UK, 19-22 novembre);

■ Kathmandu International MountainFilm Festival (Kathmandu, Nepal,seconda settimana di dicembre).

Festival di montagna, dove e quando

La grande cordata di celluloide

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Eiger, amore e tragedia

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Sono 48 i partecipanti alla XIII edizione del concorsonazionale di narrativa di montagna intitolato a CarloMauri, indimenticabile alpinista e viaggiatore lecchese.

La premiazione di questi “cacciatori di emozioni” (sei le regionie 15 le province rappresentate) avverrà la sera del 22 maggio,ospite l’alpinista britannico Andy Cave vincitore del premio let-terario Gambrinus “Giuseppe Mazzotti”, che racconterà il suofallito tentativo alla vetta del Gasherbrum IV. La montagna cioèdove lo stesso Mauri, con Walter Bonatti e sotto la guida diRiccardo Cassin, ha scritto nel 1958 una delle pagine più bellee sofferte dell’alpinismo italiano. Particolare importante.

La premiazione costituirà un affascinante preludioall’Assemblea nazionale del delegati del Club Alpino Italiano inprogramma a Lecco il 23 e 24 maggio. Info: Gruppo alpinisticoGamma presso la Sezione Uoei di Lecco (sono i due sodaliziche organizzano il concorso), tel 0341.494772; sito web:www.gamma-lecco.eu; e-mail: [email protected]

Eventi

Il Premio Mauri preludioall’Assemblea 2009

Iprimi effetti delle nuove captazioni delle ultime acque libere,osservati soprattutto in montagna, fanno presagire che il valoredei danni ambientali così prodotti possa superare di molto gli esi-gui benefici energetici ottenibili. Benefici che potrebbero essere

ottenuti in misura ben maggiore con una attenta politica di rispar-mio e di efficienza energetica. Per ciò il Club Alpino Italiano, per iltramite della sua Commissione centrale per la Tutela dell’AmbienteMontano e con la collaborazione della Sezione di Milano, organizze-rà un incontro - convegno, fruibile anche come aggiornamento dagliOperatori nazionali TAM, che si terrà a Milano il 13 giugno al fine divalutare il rapporto costi/benefici di questa “corsa all’oro bianco” epossibilmente documentare i primi effetti negativi di quei casi in cuila speculazione economica prevale sulla produttività dell’impianto.

La commissione invita fin d’ora le Commissioni regionali TAM e lesezioni a raccogliere in relazioni poster, o “power point”, da esporreal citato convegno, le documentazioni degli effetti ambientali pro-dotti dalle captazioni idroelettriche nei loro territori a fronte dellaprevedibile potenziale produzione energetica.

Intanto è stato reso noto che al presidente della Regione del Venetoe al presidente della Provincia di Belluno è stato inviato dal Grupporegionale veneto del CAI un invito a stabilire una moratoria sul pro-liferare di progetti per nuove centraline idroelettriche. La richiesta sibasa sulla considerazione che “laddove si derivi per far funzionarepotenti turbine poste a notevole distanza, si rischia di far morire ilcorso d’acqua e, conseguentemente, d’infliggere un serio dannoall’ambiente circostante. Una prima problematica è quella collegataal minimo deflusso vitale (= mdv). Infatti, ammesso che il mdv siastato calcolato su oggettive basi tecnico-scientifiche, quale vigilanzaviene in concreto assicurata perché esso sia rigorosamente rispetta-to in ogni stagione dell’anno? La seconda questione importante,sempre collegata al minimo deflusso vitale, riguarda l’acquisizionedei dati sull’effettiva portata dei corsi d’acqua. Se queste informa-zioni non sono attendibili, perché sono mancati del tutto recenti rile-vamenti o perché sono stati eseguiti in modo largamente insoddi-sfacente, è evidente che lo stesso calcolo del mdv finisce per essereinconsistente”.

“Una terza problematica ambientale”, è spiegato ancora nel docu-mento, “deriva dall’assenza di una preventiva adeguata pianificazio-ne territoriale, dando in tal modo la stura a slegate iniziative impren-ditoriali. Un quarto punto delicato deriva dall’approccio quasi esclu-sivamente ingegneristico della progettazione, che, pertanto, rischiadi mettere in secondo piano l’apporto di altri professionisti piùincentrato sull’attenuazione dell’impatto ambientale”.

Perché l’ecosistema è minacciatoÈ vero che le captazioni idroelettriche consentono maggior con-

servazione della risorsa idrica rispetto a quelle per uso irriguo eindustriale, in quanto i prelievi sono restituiti quasi totalmente esenza inquinanti a distanze più o meno grandi dal punto di captazio-ne. Tuttavia, non sempre le restituzioni avvengono sul corso d’acqua

originario, per le frequenti derivazioni verso bacini di raccolta opunti di fruizione localizzati in altre valli o bacini imbriferi. Inoltre,lo scavo con esplosivo dei tunnel di derivazione, le perdite idricheche in essi si producono e l’apertura di nuove strade per raggiunge-re le opere di presa, possono destabilizzare l’equilibrio dei versantivallivi causando dissesti idrogeologici.

Già lo sfruttamento indiscriminato delle risorse idroelettriche haprodotto errori fatali per le popolazioni delle valli interessate. Traquesti, basti ricordare la disastrosa rottura della diga del Gleno nel1923, che causò un migliaio di vittime tra la Val di Scalve e laValcamonica, e l’esondazione causata dall’enorme frana precipitatanel bacino artificiale del Vajont, che nel 1963 distrusse l’abitato diLongarone e la vita di oltre 2000 persone. Interventi sconsideratipotrebbero ancora ripercuotersi negativamente sul delicato ambien-te montano. ■

Ambiente Convegno TAM a Milano

Lo sfruttamento delle acquemontane

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Spoleto 25 anni di spedizioni“Oltre il Monteluco” è il titolo del libro edito dalla Sezione di Spoleto in

occasione dei festeggiamenti del 125° anniversario di fondazione. Si trat-ta di un volume fotografico dalle dimensioni di cm 23x32 che raccoglieappunti e foto (in tutto circa 250) dei viaggi e spedizioni extraeuropee cheEnzo Cori e Sergio Maturi hanno effettuato per conto del sodalizio in 25anni (1983-2008) accompagnando soci spoletini.

“È questo davvero un bel libro contemporaneo”, scrive nella prefazionePier Giorgio Oliveti, “e allo stesso tempo una ricerca sulle origini dell’al-pinismo, quello dei primi esploratori, etnografi, geologi del Sette-Ottocento; quello di Quintino Sella che unì agli aspetti di ricerca scienti-fica intenti educativi e sociali. L’avventura di cuore e cervello non siacquista, ma si conquista con un lungo lavoro dentro e fuori di noi, conl’aiuto di tanti amici che percorrono con noi le stesse strade”.

Rovereto Crisi? Ecco la ricetta SAT“Vogliamo suggerire una ricetta anticrisi”, è stato annunciato all’assem-

blea della Sezione di Rovereto della Società Alpinisti Tridentini,“Iscrivetevi alla SAT e partecipate alle escursioni. Ci si diverte, ci si cono-sce, si risparmia. Un modo per risparmiare è fare una gita assieme in pull-man, fare gruppo, contenere i costi. E questo, del resto, è lo spirito dellaSAT: stare assieme, condividere emozioni, esperienze, aiutarsi”.

Anche alla SAT tuttavia si respira aria di crisi, per la mancanza di ricam-bio generazionale. L’allarme è stato lanciato nelle pagine del quotidianoL’Adige dal presidente della sezione roveretana Bruno Spagnolli, chedurante l’assemblea ha rivolto un caloroso appello agli iscritti: convin-cente i vostri figli, i vostri nipoti a unirsi a noi. Viva è la preoccupazioneperché a reggere le sorti dell’associazione sono sempre le stesse persone,perlopiù avanti con gli anni e perciò un po’ a corto di entusiasmo. Ilrischio concreto è che gli ingranaggi fino a oggi ottimamente oliati si bloc-chino disperdendo un patrimonio culturale accumulato per lustri.

Varese Viaggio in MadagascarIn bicicletta lungo i 510 km di difficile sterrato da Ihosy a Fort Dauphin

in Madagascar: l’impresa senza precedenti è stata realizzata da sette socidella Sezione di Luino per onorare in modo originale il 60° di fondazionedel sodalizio. Il progetto denominato “Sport e Solidarietà, viaggio inmountain bike in Madagascar” ha ottenuto il patrocinio di Comune diLuino, Comunità montana Valli del Luinese e Provincia di Varese e lasponsorizzazione di enti pubblici e privati. Graziella, Francesco, Enrico,Giovanni, Fabrizio, Piero e Gabriele sono partiti da Malpensa il 22 set-

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Come si organizza un eventocinematografico? Quali strumenti sono adisposizione delle sezioni del CAI per

presentare a una vasta fetta di pubblico lamontagna, l’alpinismo, le testimonianze di grandiinterpreti dell’alpinismo? A queste domande daràrisposta dal 1° al 4 ottobre ad Assergi (AQ) uncorso senza precedenti che riguarda laformazione di organizzatori di eventicinematografici sezionali. Ne dà notizia la Commissione centrale cinematograficache ne curerà l’organizzazione in collaborazione con ilCAI Regione Abruzzo e la Sezione dell’Aquila. “Siamoin una società dove la comunicazione è basilare eanche la nostra associazione deve confrontarsi conqueste problematiche”, è spiegato in una letteraindirizzata ai presidenti di sezione. “D’altra parte se sivuole far crescere il corpo sociale in termini dicoscienza, etica e preparazione tecnica, le sezioni sulterritorio devono operare con iniziative ed eventiculturali aggreganti e coinvolgenti”.Il corso comprenderà alcune lezioni sulle materieritenute essenziali per operare a ragion veduta comeorganizzatori. I temi quindi saranno Il Club alpinoitaliano, la Commissione cinematografica, la Cineteca,la storia dell’alpinismo e del cinema di montagna, illinguaggio cinematografico e alcuni cenni sulle tecnichedi ripresa. Ma soprattutto cenni di tecnologia e diorganizzazione di eventi. Il tutto supportato dalla visionedi alcuni spezzoni di film in cui i docenti interverrannocon commenti ad hoc. Il corso si rivolge ai soci che già operano nell’ambito delvolontariato in sezione come organizzatori di serate,conferenze, proiezioni e incontri culturali e chedovranno avere compiuto il il 18° anno di età prima del31/12/2008 ed essere iscritti al CAI da almeno due annialla data indicata, oltre ad essere disponibili a svolgerein ambito sezionale, al superamento del corso, l’attivitàvolontaria di organizzatore di eventi per promuovere eorganizzare iniziative inerenti la conoscenza e lapromozione dell’alpinismo e delle altre attivitàistituzionali. La quota d’iscrizione è di 300 euro, il termine periscriversi scade alle ore 12 del 15 luglio. Il programmacompleto è sul portale del CAI (www.cai.it). Info:Commissione cinematografica centrale - Cineteca delCAI, tel 02.205723213 (ore 9-13); e-mail: [email protected] - cell 333.4125713 (GiuseppeBrambilla, presidente) [email protected] cell 348.9014473.

QUICAIAttività, idee, proposte

Commissione cinema

Diventate organizzatori di eventi cinematografici!

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tembre con le loro biciclette (una verrà comperata a Tanà e donata altermine del tour alla missione di Fort Dauphin). L’avventura è inizia-ta su un bellissimo sterrato rosso in un paesaggio semidesertico, poiil terreno si è fatto più accidentato con continui e duri saliscendi, concaldo soffocante fino al lebbrosario di Betroka. E così via per tutte lesei tappe, in ambienti diversi ma sempre affascinanti, L’accoglienza èsempre stata ottima nei centri missionari, dove i soci hanno lasciatoun segno di solidarietà per i bisogni più urgenti. L’arrivo alLebbrosario di Ampasy, dopo oltre 500 km di bicicletta, ha conclusol’avventura. “I 600 bambini della scuola”, riferiscono i soci di Luino,“ci aspettavano festanti agitando bandierine dell’Italia e delMadagascar”. L’esperienza ha avuto il patrocinio dell’Associazioneamici del Madagascar che realizza progetti di sviluppo per aiutare lapopolazione bisognosa di questa bellissima ma poverissima isoladell’Oceano Indiano, grande quasi due volte l’Italia, nei settori dell’a-limentazione, istruzione e sanità attraverso il sostegno di centri mis-sionari da sempre molto attivi. Nel gruppo dirigente della Sezione diLuino sono presenti soci fondatori dell’associazione, da anni impe-gnati nella realizzazione di progetti per garantire i più elementaridiritti umani e condizioni di vita più sopportabili per la popolazionepiù disagiata. Per conoscere meglio l’Associazione amici delMadagascar e i suoi progetti invitiamo tutti a visitare il sito internetwww.amicidelmadagascar.org

Castrovillari (CS) Pollinociaspole

Successo della prima edizione della Pollinociaspole organizzatadalla Sezione di Castrovillari (Cosenza). La manifestazione si è svol-ta sotto la nevicata sui Piani di Novacco, crocevia di sentieri escur-sionistici nel gruppo montuoso Orsomarso, Monte Caramolo. Iltempo incerto ha rafforzato la costanza dei fedelissimi di questadisciplina tra cui molte donne e due piccoli partecipanti, Vladimiro (8anni) e Daniele (6 anni). Nel comprensorio di Novacco, con il suo

rifugio aperto tutto l’anno, il raduno è stato organizzato con la colla-borazione del Comune di Saracena e il patrocinio dell’Ente Parco delPollino. La progressione sulla fresca coltre di neve si è svolta in unambiente fiabesco con l’augurio, come sottolinea Mimmo Filonia,che si rafforzi l’impegno “per la rinascita di un interesse nei confron-ti di una parte del Parco, quella calabrese, rimasta per troppo tempoa guardare nonostante le enormi potenzialità paesaggistiche e natu-ralistiche che tutti ci invidiano”.

Pinerolo Casa Canada, scelti i gestoriInaugurazione a metà maggio, apertura vera e propria in autunno:

questo il ruolino di marcia fissato dal direttivo della Sezione diPinerolo (Torino) per Casa Canada (ora rifugio Melano), rimontataalle pendici della Rocca Sbarua dopo essere stata una grande attra-zione delle Olimpiadi 2006 a Torino. Sarà la cordata costituita daAndrea Sorbino, Silvio Farinetti (gestori, rispettivamente, delGiacoletti alle pendici del Monviso e del Barant in Val Pellice), FlaviaRol e Andrea Arnoldi a gestire la struttura sulle montagne di SanPietro Val Lemina. L’operazione Casa Canada, di cui ha ampiamenteriferito l’anno scorso in febbraio Lo Scarpone dedicando all’impor-tante evento la copertina, vede coinvolti oltre il CAI di Pinerolo, laComunità pedemontana, la Regione Piemonte, la Provincia di Torino,il Comune di Frossasco e di Torino e altri soggetti. Il rifugio è unochalet in legno di 400 mq disposti su due piani, con una capienza di60 coperti e 24 posti letto, più alloggio del gestore e ambienti per variutilizzi. Facilmente raggiungibile a piedi o in mountain bike, si trovaa ridosso di una delle palestre naturali di roccia più conosciute inItalia. “Vogliamo che Casa Canada diventi una porta d’accesso allamontagna”, hanno spiegato i soci di Pinerolo, “per le famiglie che nonhanno mai provato a ‘vivere’ in un rifugio alpino. Nel piano di gestio-ne c’è molta attenzione a questo aspetto, un tassello in più nel pro-getto. È già pronto anche un piano per avvicinare le scuole alla mon-tagna”. Il rifugio Mellano sarà anche uno dei luoghi principali di adde-stramento e formazione per il Soccorso alpino piemontese data

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L’impulso alla diffusione dei libri - dovere primario diun’associazione che fa della cultura uno dei suoi cardini- nasce da diverse iniziative del CAI di cui sono

testimonianza le pagine del nostro notiziario: in particolare larete di Bibliocai con la rivalorizzazione del patrimonio dellebiblioteche sezionali e l’attività della Biblioteca nazionale eMontagnalibri, struttura portante del TrentoFilmfestival.

Le riviste periodiche svolgono, a loro volta, un ruolo diprim’ordine: nella consapevolezza che leggere assicura lacontinuità della memoria, ed è dialogo che supera tempo espazio all’interno della nostra comunità di appassionati.Limitandoci alle pagine del notiziario mensile, va sottolineatoun dato significativo: nella rubrica “Vetrina” (leggere,sfogliare, guardare) sono state presentate nel corso del 2008,con esaurienti schede, più di centocinquanta novità editoriali(libri e riviste) nate anche da iniziative del Club alpino, deisuoi organi tecnici, delle sue sezioni, espandendosi quandopossibile anche nel campo dei nuovi media, come cd rom enuove collane di dvd, oggi sempre più diffusi e disponibili abuon prezzo. Al tempo stesso la rubrica “CAI, si stampi!”esplora, spazio permettendo, l’estesa galassia dellepubblicazioni sezionali, annuari compresi. Ora il compito diaggiornare i lettori con puntuali recensioni passa in esclusivaalla Rivista (non appare più in queste pagine la rubrica“Vetrina”) anche se alle notizie legate all’editoria di montagnacontinuerà a essere dedicata, nelle pagine del notiziario, ladovuta attenzione. (R.S.)

Editoria

Il CAI e l’amore per la lettura

ABarzio (Lecco) si terrà dal 15 al 17 maggio sotto l’egidadella Scuola nazionale di speleologia e con l’organizza-zione del Gruppo Speleogico Lecchese, il diciassettesi-

mo Corso nazionale propedeutico di specializzazione in spe-leologia subacquea. Diretto da Paolo Cesana, come i prece-denti sarà aperto a tutti e indirizzato a quanti vogliono avvici-narsi a questa disciplina, meglio se già praticanti attività sub-acquee. La scheda d’iscrizione andrà recapitata entro il 25aprile insieme con un certificato medico che accerti l’idoneitàfisica all’attività subacquea. Segreteria c/o Paolo Cesana ViaSan Gerolamo, 37 - 23808 Vercurago (LC) tel 0341.420227– cell 347.0406438.

Corsi

Speleologia subacquea

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la posizione, la presenza della palestra e dell’aula interna e lafacile raggiungibilità. Informazioni sul sito www.caipinerolo.it, con-tatti all’indirizzo e-mail [email protected]

Genova Canti in BaiardaDomenica 31 maggio si terrà a Genova la manifestazione “Canti in

Baiarda”, organizzata dal Coordinamento del Sentiero Frassati dellaLiguria. Appuntamento alla Cava della Baiarda, palestra naturale diarrampicata alle spalle di Acquasanta (GE). Sarà preceduta da unadimostrazione di segnaletica sentieri a cura di Pietro Guglieri, accom-pagnatore di escursionismo del CAI Bolzaneto. Info:www.caibolza-neto.net/frassati/frassati.php

Arezzo Il CAI e i Della Robbia Per contribuire a diffondere la

conoscenza dei celebri artistiDella Robbia, la Sezione di Arezzo,d’intesa con la Amministrazioneprovinciale ha deciso di sponsoriz-zare la grande rassegna sull’affa-scinante percorso della terracottainvetriata nel Rinascimento, cheha per centro il Museo stataled’Arte Medievale irradiandosianche nelle quattro vallate aretine(Valdarno, Val di Chiana,

Valtiberina, Casentino) con una serie di itinerari di grande suggestio-ne tra monti e colline, da Camaldoli a Badia Tedalda, da Foiano alValdarno. L’accordo consente ai soci di ottenere l’ingresso agevolatoalla mostra. A questa opportunità, di cui dà cortesemente notiziaAndrea Ghirardini della Sezione di Arezzo, si aggiunge la possibilitàdi visitare il Santuario francescano della Verna, a 1100 m nel parconazionale delle Foreste Casentinesi, circondato dal Sentiero CAI-Frassati della Toscana, dove Andrea della Robbia ha lasciato il suociclo più prezioso con l’Annunciazione, la Natività e l’immensaCrocifissione. La mostra “I Della Robbia, il dialogo tra le arti nelRinascimento” è aperta fino al 7 giugno tutti i giorni dalle ore 9 alle19 al Museo statale d’Arte Medievale, via San Lorentino 8. Ingressoagevolato per i soci a 7 euro dietro presentazione della tessera. Altrenotizie su www.mostradellarobbia.it; numero verde 800 90 44 47;www.apt.arezzo.it; www.caiarezzo.it

Milano De Bettin e l’era digitale

“L’era digitale: nuove diseguaglian-ze” è il titolo della tesi con cui ilnostro Alberto De Bettin, autoredelle vignette che vivacizzano lepagine dello Scarpone, si è laureatoin lettere presso l’Università delSacro Cuore di Milano, relatore ilprofessor Marco Lombardi. Le dis-eguaglianze cui si riferisce il venti-treenne De Bettin sono note con iltermine di “digital divide” e nasconoda una forma di esclusione legataalla comunicazione, all’accesso eallo scambio d’informazioni attra-verso le tecnologie digitali. “Nelmondo moderno”, spiega De Bettin,“il valore fondamentale della società è l’accesso al sapere: sarà dun-que necessario garantire a ogni individuo la possibilità di far parte diquesta nuova forma di conoscenza, diventata oggi più che mai dirittofondamentale dell’uomo”. Al neolaureato le più vive felicitazioni.

Codroipo (UD) Nuova palestraLa palestra di roccia più alta d’Italia: così è stata presentata, su invi-

to della regione VFG, alla Borsa internazionale del Turismo (BIT) diMilano la struttura progettata dalla Sezione di Codroipo (UD) delCAI, attraverso una serie di simulazioni computerizzate accolte danotevole interesse. Il progetto è firmato dall’architetto Martinelli.

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QUI CAI Attività, idee, proposte

Èconfermato dalla Commissione soci seniores del Grupporegionale Lombardia che il 16° Raduno “Anna Clozza”dei soci seniores si terrà mercoledì 27 maggio a Colico

(Lecco) con il patrocinio della Commissione centrale perl’escursionismo (Gruppo di lavoro senior). In un comunicato,firmato dal presidente della commissione Dino Marcandalli e dalsegretario Aurelio Vascelli, si chiede ai presidenti delle sezioni eai referenti dei gruppi seniores del Club Alpino Italiano chetengano conto di tale appuntamento nella programmazionedelle loro attività.

L’invito a partecipare è rivolto a tutte le sezioni del Club AlpinoItaliano con gruppi seniores costituiti. Entro la metà del mese diaprile verranno fornite dettagliate informazioni e istruzioni, inparticolare la locandina col programma definitivo della giornatada distribuire ai partecipanti del gruppo sezionale. Per avereun’idea preliminare dell’evento, si potrà accedere allapresentazione del 16° Raduno sulla piantina di Colico visitandoil sito web del CAI escursionismo. “Contiamo sin d’ora”, scrive ilpresidente Marcandalli, “sul vostro contributo a fare del 16°Raduno un evento di successo sottolineato da una vostrasignificativa partecipazione”. Inviare le adesioni direttamente [email protected] o [email protected] oppuretelefonare in ore serali allo 02.33610385 (segreteria telefonica) oallo 031.607226 - 333.1203654. Info sul sito web www.cai.itcliccando su Organi Tecnici Centrali, Commissione centrale perl’escursionismo (CCE). In alternativa, accedere direttamente ahttp://www.cai.it/index.php?id=37; in fondo alla home pagedella Commissione centrale per l’escursionismo, cliccaresull’ipertesto Attività-Documentazione, poi Gruppo di lavoroSenior e scegliere l’opzione 16° Raduno Seniores Lombardia27 05 09.

Seniores

Il 16° Raduno a Colico (LC)

Luciano Filippi del Servizio Valanghe Italiano ha ideato duedepliant che presentano, con l’aiuto dei disegni di FabioVettori, i comportamenti da adottare e alcune nozioni utili

per evitare il pericolo valanghe. Nei due volantini - “Valanghe:un pericolo da evitare” e “Il bollettino nivologico” - sono riportatele precauzioni da adottare e alcuni fondamentali consigli.

Valanghe

Due utili opuscoli

Ufficio stampa

Un nuovo indirizzo

Per la comunicazione interna del Club Alpino Italianoverso l’Ufficio stampa è stato attivato l’indirizzo email [email protected]. Questo per differenziare tutto quello

che arriva dall’esterno, e che dovrà continuare a essere speditoall’indirizzo [email protected], rispetto al materiale che cir-cola all’interno e che, in particolare, viene inviato dalle sezioni.

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L’Aquila Racchette in Gran SassoOrganizzata dalla Sezione CAI dell’Aquila che festeggia quest’anno

135 anni di attività, il 15 febbraio si è conclusa la quinta edizione diRacchette in Gran Sasso, che ha visto alla partenza 310 partecipanti,di cui 40 ragazzi. Il programma prevedeva la proiezione di pellicoleprovenienti dalla Cineteca nazionale del CAI, l’appuntamento conDavide Sapienza nella veste di scrittore e cultore di Jack London,“Tibetiamo”, un documentario curato dall’Associazione “Lhasa”. Erapresente Alessandro Bertagnolli, fondatore della “Ciaspolada” diFondo nella Val di Non e rappresentante della Federazione ItalianaCiaspole. E’ seguito un inaspettato e spontaneo filo diretto con lostaff di Racchette in Gran Sasso attraverso il sito web(http://www.racchettegransasso.it/)

Varallo S. (VC) Palestra dedicata a VidoniUna nuova palestra di roccia nell’impianto sportivo Italo Grassi

presso l’Istituto alberghiero Giulio Pastore di Varallo (Vercelli) è stataintitolata alla memoria dell’accademico del CAI Tullio Vidoni. La sen-sibilità dell’Amministrazione comunale che ha creduto in questo pro-getto, a suo tempo stimolata dell’instancabile socia del CAI PinucciaSterna, è stata determinante per questa importante realizzazione,unica in Valsesia. Madrina della cerimonia è stata la mamma dell’in-dimenticato alpinista a venti anni dalla scomparsa. La palestra è stataautografata dalla guida “Gnaro” Mondinelli alla presenza delle auto-rità comunali e subito inaugurata dai ragazzi del “Grim di PadreGallino”, emanazione cittadina dell’Alpinismo giovanile della Sezionedi Varallo, sotto l’attenta direttiva delle guide di Alagna. Per il CAI erapresente il consigliere centrale Elio Protto.

Tregnago (VR) I 100 anni di CastiglioniLa Sezione di Tregnago (VR) celebrerà in autunno il centenario

della nascita di Ettore Castiglioni al quale è intitolata. Morto assi-derato nel 1944 sul ghiacciaio del Forno, al confine tra i Grigioni ela Val Malenco, mentre fuggiva seminudo dalla prigionia in una

camera di albergo a cui lo avevano costretto le guardie di frontie-ra svizzere, il famoso alpinista milanese è sepolto a Tregnago nellatomba di famiglia.

Salerno Landi presidente onorarioSabatino Landi è stato nominato

presidente onorario della Sezionedi Salerno. Un riconoscimento piùche doveroso per i molti meritiche gli sono stati riconosciuti datutti: alpinista e autore di “prime”sull’Appennino Meridionale (delquale è uno dei maggiori conosci-tori), co-fondatore della sezione22 anni fa, dirigente a livello loca-le e nazionale (come membrodella commissione escursioni-smo). Insieme con la moglieEmilia ha anche partecipato alCamminaitalia e a una spedizione al Kala Patthar. Iscritto già nel 1957al CAI (Sezione di Cava dei Tirreni), Landi è un grande appassionatodi montagna, sempre generoso e disponibile con tutti. I suoi meritisono stati adeguatamente sottolineati dal primo presidente dellaSezione di Salerno, Francescopaolo Ferarra, sul notiziario sezionale“Il Varco del Paradiso”. Nella foto Ferrara e Landi (a sinistra) duran-te la cerimonia della nomina.

Salorno Montagnaterapia in baitaNell’ambito del progetto “Montagnaterapia” prosegue in termini

molto positivi la collaborazione tra le Sezione di Salorno (Bolzano) eil Centro di riabilitazione psichiatrica “Gelmini”: una bellissima espe-rienza, come ha riferito il quotidiano “Alto Adige”, cui hanno parteci-pato alcuni ospiti del Centro accompagnati dai loro operatori sanita-ri e da una trentina di soci del CAI, nella magica atmosfera della Baitadel Zucherin raggiunta con le ciaspole da Cauria. ■

“Ampliare l’orizzonte, condividere le nostre certezze e lenostre sicurezze, sentirci più preziosi e utili”, questol’invito rivolto ai soci da Massimo Doglioni, presidente

della Commissione veneta, friulana, giuliana, delle scuole delCAI, nella relazione sull’attività 2008. Doglioni si riferisce inparticolare alle esperienze di apertura e collaborazione dellaCommissione da lui presieduta. “Per esempio la pluriennalecollaborazione con l’escursionismo ha fatto sì che il corso peraccompagnatori sezionali venisse diretto da un nostro titolatonazionale coadiuvato da un buon numero di istruttori inorganico nella nostra scuola interregionale. Stessa cosa per laCommissione di alpinismo giovanile per la quale bisognausare parole di encomio per la notevole attività e per i risultatiraggiunti in termini di qualità e responsabilità. Anche suiproblemi dell’ambiente scuole e commissione hanno lavoratoin prima linea per salvaguardare il territorio dai progetti diescavazione mineraria che incombevano sui comuni di Alanoe Quero, interessando irreparabilmente la valle di Schievenin.E’ una soddisfazione per tutti raggiungere questi obiettiviattraverso un lavoro collegiale. Quanta minore fatica sifarebbe se effettivamente impiegassimo la nostra reale forzad’urto. Dovremmo essere i filamenti di uno stesso tessuto,forte e resistente, invece spesso siamo sfilacciati, tropposlegati e attenti ognuno al proprio orticello”.

Testimonianze

Lavoro collegiale, un significativo invito

Con l’esame di riparazione di gennaio si è concluso ilcorso per la formazione dei nuovi operatori naturalisticidel Comitato scientifico centrale dell’area del Nord est,

organizzato del CSVFG, allargato al TAA, sotto la direzionedell’ON-AE Ugo Scortegagna, e strutturato in sei finesettimana nel corso del 2008. Con l’esame di recupero digennaio (a Laggio) dei 28 soci che hanno iniziato il corso inmaggio hanno conseguito la nomina in 18: Giuseppe Borziello(CAI Mestre), Matteo Cagnin (CAI Mirano), Silvia Di Biasio(CAI Pordenone), Dolores De Felice (CAI SEM Milano), PaoloFrancesconi (CAI Bolzano), Paolo Gatto (CAI Mestre), NadiaGobbo (CAI S.Donà), Martina Maran (CAI Dolo), FilippoMenegatti (CAI Asiago), Armando Ortolan (CAI S. Donà),Maurizio Peselj (CAI Tarvisio), Amedeo Petracchi (CAI Dolo),Roberto Raia (CAI SEM Milano), Antonio Rettore (CAICamposampiero), Lara Sanmarchi (CAI Pieve di Cadore),Giulio Tam (CAI Codroipo), Segio Zanella (CAI Codroipo),Giordano Zanin (CAI Cittadella). Vanno così ad aggiungersiad altri titolati come AE, AG, IA per favorire una visioneculturale nella propria sezione di appartenenza. A tutti unaugurio di buon lavoro all’interno del nostro sodalizio dalpresidente del Comitato scientifico veneto friulano e giulianoUgo Scortegagna.

Comitato scientifico

18 nuovi operatori naturalistici

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La Sala Romanini della Sezione diMilano del Club AlpinoItaliano è affollata di testecanute. In una serata di

novembre i sucaini sperano di rivi-vere nella memoria momenti di par-ticolare e intensa gioia. Il libro“Studenti in cordata” della collanadei Licheni (vedere LS 11/08), docu-mentatissimo, non li deluderà.L’autore Lorenzo Revojera è il classico“topo di biblioteca”, ma i lettori, al dilà della fredda e rigorosa cronaca, tro-veranno negli scritti dei sucaini chehanno lasciato traccia (e riportati inappendice) spunti letterari pieni diquell’”entusiasmo emotivo” che è carat-teristica dominante degli alpinisti e percerto dei sucaini.

Ci sono scritti di Paolo Monelli, famo-so giornalista, poesie di ClementeRebora. Le armi, gli amori,le audaci imprese sonoben presenti. Sono stato ilprimo presidente Sucai diMilano del dopoguerra(allora si diceva reggente),e sono stato ben lieto inquesta circostanza di pre-sentare il libro. Il succeder-si dei casi personali che mihanno portato ad assumerequell’incarico dimostrasenza ombra di dubbio l’in-sopprimibile legame tra lescuole di alpinismo, nelnostro caso la Parravicini, ela Sucai. Sono i due poli dellastessa pila. Nel 1942 avevo partecipato alcorso di sci alpinismo primaverile del Guforganizzato da Carlo Negri, il miticoCarletto, direttore della scuola, e poi aicorsi primaverile ed estivo del 1943, semprecon Negri che è stato anche il protagonistadella rifondazione post bellica della Sucai.

Il regolamento prevedeva che gli studentiche s’iscrivevano al CAI fossero assegnatid’ufficio alla sottosezione Sucai, ma si eragià spontaneamente formato un gruppo digiovani, prevalentemente universitari, cheavevano trovato nella neonata organizzazio-ne il loro naturale approdo. Quasi tuttierano stati allievi della Parravicini.

Le attività della Sucai tra il 45 e il 47, glianni del mio incarico, cessato con la laurea,sono puntualmente descritte nel libro diRevojera, eppure non emerge l’enormitàdell’entusiasmo che ci pervadeva. Eravamocome degli assetati che finalmente hannoda bere. Le nostre riunioni erano un turbi-nare di progetti, si organizzavano iniziativee cordate. Adriano Bigatti aveva trovato

modo di venderepelli di foca esuole Vibramche venivano daicampi Arar pro-vocando l’irrita-zione di VitaleBramani. PieroContini si eraspecializzato

nel turismo: camion attrezzati (due panche)e spartani accantonamenti. In uno di questial Breuil sono arrivate le signorine Cita, unadelle quali è diventata mia moglie. Questoentusiasmo si allargava al mondo esterno. Apochi giorni dall’apertura della mostra diquadri, citata nel libro, il Comune, padronedell’Arengario, ha preteso un parapetto.Abbiamo trovato un imprenditore specializ-zato che in quattro e quattr’otto ha montatogratis una struttura di tubi.

Tutto questo era il contorno della princi-pale attività: andare in montagna. Si andavain Grigna per allenamento - molti eranoistruttori, in primis Pino Gallotti - per anda-re poi dappertutto in assoluta libertà.

Questa libertà aveva una caratteristica: sipotrebbe definire (accetto critiche) “dina-mismo contemplativo” perché, qualunquesalita si facesse, l’amore e la contemplazio-ne della bellezza della montagna in ogni suoaspetto era caratteristica costante.

Nella primavera del ‘46 con lo sci club delCAI abbiamo organizzato una gita alGrignone. L’idea era che “i vecchi” dessero

una specie di consegna alla rinata Sucai.C’erano Ugo di Vallepiana, EmilioRomanini, Mario Zappa, Franco Brambilla etanti altri tra cui Mario Righini. E’ stato unsuccesso al di là di ogni aspettativa. Hasegnato in pratica una fusione. Da allorasono innumerevoli le gite che i sucaini scia-tori hanno fatto con Romanini e compagnigenerando solidissime amicizie. A riprova lafondazione della scuola di sci alpinismo,intitolata a Mario Righini, con i nomi diNegri, Gallotti e altri sucaini assieme agliamici dell’ex sci club.

Angelo Villa è stato l’ultimo presidenteSucai. Era il 68. Non si iscriveva quasi piùnessuno. Gli studenti volevano adeguare laSucai al nuovo e non ci riuscirono. Le scuo-le erano cambiate. Il “dinamismo contem-plativo” lasciava il posto alla perfezione tec-nica, al free-climbing, alla purezza dell’ar-rampicata. Le scuole andavano in falesia, laval di Mello era diventata l’affollato ritrovodegli appassionati. Con questo ben lontanal’idea di far critiche o paragoni, l’entusia-smo e l’amore del bello sono una costante.

Tutte le Sucai sono morte o quasi, ma nonla Sucai di Torino. I dirigenti sono istruttori.Anche la scuola di scialpinismo MarioRighini del CAI di Milano è viva e vegeta edè in effetti la continuazione dello spiritodella Sucai e si capisce perché. Lo scialpini-smo utilizza attrezzature molto più sofisti-cate di una volta ma il “dinamismo contem-plativo” è sempre lo stesso.

Franco Sironi

Malati di montagna nellaMilano del dopoguerra: così ricorda quegli anni(documentati in queste foto)Franco Sironi, all’epocapresidente della Sucai

C’era una volta la cordata degli studenti

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QUI CAI Vita delle sezioni

MILANOVia Silvio Pellico, 6(M1 e M3 Duomo)Tel. 0236515700/0102.86463516 Fax [email protected]:Lu, Ma, Gv: 14-19Me, Ve : 10-19Sa e festivi: chiusoApertura serale: Ma 21-22,30Biblioteca: Ma, Gv: 10-12,30 e 14-19; Apertura serale: Ma 21-22,30■ CAMPAGNA ASSOCIATIVA 2009.Presso la Segreteria e telefonica-mente, utilizzando la carta di credi-to, è possibile rinnovare l’adesione.Una speciale agevolazione sullaquota “ordinario” è riservata aquanti rientrano nella fascia d’etàcompresa fra i 18 ed i 30 anni.Ordinario 30 anni > 48,50 euro; 18> 30 anni 37 euro - famigliare25,50 euro, giovane 18,50 euro,vitalizio 13,70 euro.■ GRUPPO FOTOGRAFICO. Si ècostituito con l’intento di unireappassionati di fotografia e ovvia-mente della montagna per organiz-zare uscite fotografiche o semplice-mente scambiare quattro chiacchie-re sull’argomento. ContattareDavide Necchi [email protected]■ SERATE. 6/4 ore 21 VivaldaEditori presenta “Girando il mnondoa piedi in 300 numeri di RDM”.Lorenzo Barbiè presente l’audiovisi-vo del più lungo trekking delmondo, il Pacific Crest Trail, mentreFurio Chiaretta racconta l’avventuradi 300 numeri della Rivista dellaMontagna; 7/4 In sede alle ore 21Marco Albino Ferrari farà rivivereuna pagina di grande alpinismo pre-sentando il proprio libro “Freney1961. Tragedia sul Monte Bianco”.Seguirà la proiezione del film “IlPilone centrale del Freney” (Francia1994, 24’) di Jérome Equer. In col-laborazione con l’Editore Corbaccioe la Cineteca Nazionale del CAI.■ OTTAGONO – SPAZIOMONTA-GNA. Fino al 31/4 è visitabile lamostra fotografica “I colori dellanotte” di Davide Necchi.■ CARICHE SOCIALI. Le elezioniper il rinnovo parziale del ConsiglioDirettivo e l’elezione dei delegati siterranno nei giorni 20 e 21 aprile .

Info: www.caimilano.eu e in sede.■ RIFUGIO BERTACCHI. La Sezionedi Milano cerca un gestore cui affi-dare il rifugio Giovanni Bertacchi alLago d’Emet (2196 m) in Comunedi Madesimo / SO. Inviare domandacon curriculum a: Club AlpinoItaliano – Sezione di Milano -Commissione Rifugi - CasellaPostale 1256 - 20101 Milano, oppu-re per posta elettronica [email protected] entro il 15/5.■ ESCURSIONISMO. 5/4 Pizzo dellaCroce (Prealpi Luganesi); 19/4Punta Almana (Prealpi Bresciane) ;26/4 Dalò (Chiavenna); 3/5 MontePilastro (Grigne); 10/5 Pizzo d’Erna(Prealpi Lecchesi-ferrata).■ SCI DI FONDO ESCURS. 5/4 Gitadi chiusura in Val di Rhemes conmerenda e premiazione del concor-so fondista fedele.■ GRUPPO NORDIC WALKING. Èin preparazione il calendario deicorsi e delle iniziative per il mese dimaggio. Il corso si svolgerà nei par-chi di Milano, iniziando dal percorso“Nordic Park” del Monte Stella.■ SCI DISCESA. 5/4 Corvatsch(CH); 12-13/4 Località da definire;19/4 Diavolezza (CH); 24-26/4Stubai (A); 1-3/0 Località da defini-re; 30-31/5 Passo dello Stelvio.■ COMMISSIONE SCIENTIFICA.19/4 Val Bregaglia alla cascatadell’Acqua Fraggia e a PalazzoVertemate Franchi a Chiavenna.■ V SETTIMANA SCIENTIFICO –NATURALISTICA / Casa Alpina diValbruna / Carnia – Alpi Giulie. LaCommissione Scientifica Nangeronici offre l’occasione di conoscere unambiente naturale affascinante doves’incontrano Italia, Austria eSlovenia e le grandi cultured’Europa. Sede sarà la Casa Alpinae Centro Didattico “Julius Kugy”della Sezione CAI XXX Ottobre. Ilprogramma su www.caimilano.eu■ ATTIVITÀ GIOVANILI. ALPES.19/4 Civate-Canzo (TriangoloLariano); 17/5 Monte Cucco(Gruppo delle Grigne); 27/6 – 4/7Settimana Estiva presso il rifugioNino Corsi (2265 m) in Val Martello/ Alto-Adige. FAMILY (per soci gio-vani sino a 10 anni, accompagnatidai genitori). 26/4 S. Tomaso(Triangolo L); 10/5 Monte Palanzone(m 1436- Triangolo Lariano).■ GRUPPO ANZIANI. 1/4 da Piandel Tivano a Bellagio (Triangolo

Lariano); 8/4 Monte Costone (Vald’Intelvi); 15/4 da Torriglia al MonteAntola (Appennino Ligure); 22/4Santuario di retempio (Valle diChamporcher); 29/4 Pizzo Formico(Valle Seriana); 6/5 Pian Misura(Valsesia); 13/5 Laghi del Cardeto(Valle Seriana-Alpi Orobiche); 17-24/5 in località da definire. Ritrovoin sede il martedì 14,30 - 17.

EDISONPro tempore c/o Cai Sezione di Milano■ 5/4 M.Moregallo (TriangoloLariano); 19/4 Madonna dellaCorona (Val Lagarina); 30/4-4/5Costa d’Argento (Argentario).

EDELWEISSVia Perugino, 13/1520135 MilanoTel e fax: 02/55191581 Lu. 18-20 - Mer. 18-22,[email protected] telefonici: 02/89072380■ CORSO ESCURSIONISMO AVAN-ZATO. Lezioni a partire dal 31marzo. www.escursionismo-edel-weisscai.it ■ SCI FONDO ESCURSIONISMO.3-5/4 Passo Rolle.■ SCIALPINISMO. 11-13/4 BricRutund,Tour Real, m. Losetta; 1-3/5gruppo dell’Argentiere.■ RACCHETTE DA NEVE. 5/4 ValD’Aosta Etirol-Fenetre d’Ersa.■ TREKKING. 18-25/4 GreciaSantorini; 29/4-3/5 Lazio Ventotene,Gaeta, Circeo; 23/5-2/6 Aspro-monte; 30/5-2/6 Isola del Giglio-Giannutri; 10-18/5 Mar Nero eAnatolia Orientali, un angolo diTurchia poco conosciuto ai confinicon la Georgia; 27/6-4/7 Isola diMadera; 11/7-19/7 Alpi Marittime.■ ESCURSIONISMO. 19/4 LiguriaLerici-Amelia; 25/4 LombardiaComo-Bellagio; 3/5 Liguria Manicodel Lume; 10/5 CH Sentiero PiccoloMondo Antico; 17/5 LombardiaCorna Trentapassi; 24/5 Liguria M.Acuto; 31/5 Lombardia Val Taleggio.■ INCONTRI E PROIEZIONI. 2/4Figlie del Tibet (TrentoFilmfestival).I partecipanti sono coperti da assi-curazione infortuni.

F.A.L.C. ONLUSVia Mac Mahon, 113 (entrata da Via Bramantino, 4)

20155 MilanoTel. 339 [email protected]. 21,15 -23■ 3 GIORNI DI SCI ALPINISMO.Mischabel. 1/5 in funivia a BritanniaHutte (3030 m); 2/5 Stralhorn (4190m). BSA; 3/5 Allalinhorn (4027 m)disl salita 1110 m, 4:30 h, disldiscesa 2200 m, BSA.■ ESCURSIONISMO “PATRIZIAPAGANI”. 19/4 Monte Croce diMuggio (1799) da Camaggiore(1200), disl. 600m, salita 2:30h, E(A.Modena) 9/5 Berlinghera (1930)da S.Bartolomeo (1204), disl.726m, salita 2:30h, E (R.Bana)24/5 Lago della Vecchia (1858) daPiedicavallo (1307), disl. 835m,salita 3:00 h, E (G.Silva)■ PALESTRA. Martedì e giovedìdalle 19 alle 23. Info: Sandro ([email protected]).

GAMVia C.G. Merlo, 320122 MilanoTel./fax 02.799178e-mail: [email protected] e Gio 21-23■ SCIALPINISMO (Franco Perin3472628747). 4-5/4 Traversatadella Punta Rossa della Grivola daValnontey al rif. Sella. In vetta peril Colle della Rossa, discesa aEpinel (BSA); 18-19/4 GrandVaudala (3272 m) dal rif Benevoloin vetta per la cresta.Disl. 563 m e987 m. BSA; 25/4 – 2/5 OeltztalerAlpen. Mete sui 3000 m, con laWildspitze a 3772 m.■ I BAMBINI SI DIVERTONO INMONTAGNA. 5/4 CaprinoBergamasco e Celana, Val SanMartino attraverso località rurali.Quota max 580 m. Disl. 200. ca. 3ore. R. Comi (039 9907037) C. DeMichelis (02 6152214)■ ESCURSIONISMO (G. Vanaria02 417 812). 19/4 Passo dell’Aquila– Castello di Oramala, Oltrepopavese. Disl. +400/-400, ore 4.30;30/4-3/5 Trek a stella in Alto Garda.Pochi posti disponibili.■ GITA CULTURALE. Vicenza-Ferrara-Comacchio-Pomposa-Ravenna - navigazione alle VilleVenete, ecc. G. Archinti (02531515), D. Bauer (02 36507233).

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GESAVia Kant 820151 MilanoMartedì 21 - 23Ornella tel. 0238008844Fausta tel. 0238008663e-mail: [email protected] e-mail: [email protected]://it.geocities.com/gesacai/ o www.gesacai.it■ ATTIVITÀ 5/4 Pizzo Ruscada m2004 Svizzera (escursionistica);19/4 “Arrampicare in sicurezza”; 24- 27/4 Verdon (escursionistica);10/5 “Arrampicare in sicurezza”;17/5 Ferrata Monte Pizzoccolo Lagodi Garda. Per il XXV anniversario difondazione avvicinamento alla mon-tagna il 19/4, 10/5, 6-7/6, 27-28/6.

SEMSocietà Escursionisti MilanesiVia A. Volta 22, MilanoTel. 02-653842Fax. 1786040543C.P. 1166 - 20101 Milano [email protected]. 15-19 Gio. 21-23.Segr. e Biblioteca: gio 21-22,30.■ IN SEDE. 23/4 h. 21 premiazionedel Concorso fotografico “L’uomo ela Montagna”. Il pannello di arram-picata è a disposizione dei soci SEMe aggregati il martedì h. 18-20 e ilgiovedì h 18-22.■ GITE SOCIALI. 4/4 Sci fondo-escursionismo della Scuola ‘A.Popi’La meta viene decisa il giovedì pre-cedente. SFE; 5/4 La spina verde1° tratto Prealpi lariane diff. Emezzi pubbl.; 8/4 Sci fondo-escur-sionismo della Scuola ‘A.Popi’ Lameta viene decisa in sede il giovedìprecedente. SFE; 18-19/4Sustenhorn (m.3503) Alpi UraneBSA eccellente gita primaverile.Disliv. 2200 m BSA; 18/4 ValGrande - Pian dei Boit (m 1123) AlpiLepontine tra antichi alpeggi abban-donati, lungo il torrente SanBernardino, insieme con gli amicidella Giovane Montagna disliv +/-420 m, 6 ore E.■ NEWSLETTER. Chi desidera rice-verla, scriva a : [email protected]

BOVISIO MASCIAGOVia Venezia, 33 Tel. e Fax 0362.593163Merc. e ven. 21 - 23

www.clubalpino.nete-mail: [email protected]■ ASTROCAI. Venerdì 10/4 Viaggiotra le stelle, tour virtuale tra le sorel-le piccole e grandi del nostro sole.■ CORO. 25/4 a Clusone Settimanadel canto lombardo, incontro con icori delle province lombarde.■ SCUOLA INTERSEZIONALEVALLE DEL SEVESO. Fino al 2/4 31°corso di scialpinismo. 8/4 presenta-zione 20° corso base di alpinismo,iscrizioni fino al 15/4, informazioniwww.caivalledelseveso.org■ GITE ESCURSIONISTICHE. 15/4in treno ai Corni di Canzo lungo ilsentiero geologico.

CINISELLO BALSAMOVia G. Marconi, 5020092 Cinisello Balsamo (MI)Mer. e Ven. 21- 23Tel. e Fax 02 66594376Cell 338 3708523direzione@caicinisello-balsamo.itwww.caicinisello-balsamo.it■ ESCURSIONI. 5/4 Monte Torcola(BG); 19/4 Pizzoccolo (BS); 10/5Biv. Del Grande - Camerini (SO);24/5 Monte Legnone (LC); 7/6 rif.Carestia (VC); 20-21/6 rif. Brunone(BG); 4-5/7 rif. Margaroli (VB); 18-19/7 rif. Casati (SO); 5-6/9 rif.Giussani (BL); 20/9 rif. Jervis (TO);3-4/10 rif. S. Occhi: il bramito deicervi (BS); 18/10 Val della Forcola.■ SCUOLA DI ALPINISMO“BRUNO & GUALTIERO” 32° Corsodi arrampicata su roccia (AR1). Inmaggio e giugno 11° Corso diarrampicata su ghiaccio (AG1). Info:www.bruno-gualtiero.it

CORSICOVia 24 Maggio, 51 - CorsicoTel. 02 [email protected]. 21-23■ PULLMAN. 19/4 Isola Palmaria(Liguria) escursionismo Casè0226148787; 17/5Valle del Freddo(Alto Sebino) escursionismoBergamaschini 3288523090.■ ESCURSIONISMO. 5/4 rif. S. Rita(Valsassina) mp Corti 0396817069;9/5 Lunata (Triangolo Lariano) not-turno mp Nerini 0245101500; 24/5Valle dei Ratti (Valchiavenna) mpConcardi 0248402472.■ MONTAGNA IN SETTIMANA gitedel mercoledì. 8/4 Bobbio (Val

Trebbia) mp; 22/4 Corni di Canzo(Triangolo Lariano) treno; 6/5 MonteGrona (Prealpi Comasche) mp; 27/5Forte di Orino (Prealpi Varesine)treno - escursionismo Concardi0248402472.■ TREKKING PRIMAVERA. 24-27/4 Verdon (Provenza-Francia)Concardi 0248402472; 10-17/5Selvaggio Blu (Sardegna) Corti0396817069.■ TREKKING ESTATE. 4-14/7 GR20Nord (Corsica) treno e traghettoCorti 0396817069; 18-25/7Settimana escursionistica Cogne(Valle D´Aosta) mp Concardi0248402472; 2-9/8 Valli di Peio eRabbi (Trentino) mp Bergamaschini3288523090; 21/8-30/10 Camminodi Santiago de Compostela (Francia-Spagna) con possibili periodi brevitreno Nerini 0245101500; - 22-30/8Tour du Mont Blanc (Alpi Graie) mpCasè 0226148787.■ PIANETA TERRA. 3/ 4 Rajastandai fantastici castelli del desertoindiano alla caotica Bombay(Andrea Viari); 8/5 Pacifico del SudIsole Cook, Tonga, Samoa, Newe(Alberto Gorgone); 22/5 USA WestNational Parks. Città, deserti, can-yons e scoiattoli in 6000 km “on theroad” tra California, Arizona, Utah eNevada (Roberto Burgazzi) in sedeh21 ingresso libero.■ 1° CORSO NORDIC WALKING. 1-3/5 Altopiano di Lavarone (Trentino)D´Ilio 0245101500.■ 1° CORSO DI ARRAMPICATALIBERA. 14/4-17/5 iscrizioni IALEdoardo Rizzo 3358105220.■ RADAR. Il notiziario sezionaleillustrato e aricchito è ora disponibi-le sul sito www.caicorsico.it

CALCOvia S. Carlo 5 - (LC)tel. 039 [email protected]. e Ve. 21 - 23■ 5/4 Pulizia sentieri San Genesio;19/4 Ferrata Reo Passo (Liguria);9,10/5 Rifugio Como (notturna).■ ETÀ D’ORO 8/4 Sulzano-Puntadell’Orto (Iseo); 22/4 M.te Zucco(San Pellegrino); 6/5 M.te SanPrimo.■ ALPINISMO GIOVANILE 5/4 SanPietro al Monte; 26/4 Sentiero vian-dante; 10/5 Miniere di Lavagna.■ MONTAGNA SCUOLA DI VITA12/4 Grigna Settentrionale; 26/4

Ferrata Lupi di Brembilla; 17/5 Pizzodella Presolana

DESIOVia Lampugnani, 7820033 Desio (MI) Tel. e Fax 0362 621668Mercoledì e Venerdìdalle ore 21 alle ore 22.30www.caidesio.nete-mail: [email protected]■ TESSERAMENTO. Soci ordinari40 euro, famigliari 20 euro, giovani14 euro.■ GITE SCIISTICHE. 5/4 Madesimotrofeo Apegalli.■ ESCURSIONISMO GIOVANILE.5/4 San Tomaso; 19/4 rifugio Riva;25/4 Monte Palanzone; 1/5 IsolaPalmaria; 3/5 rifugio SEV; 10/5 rifu-gio Zum Gurà; 17/5 rifugio AlpinistiMonzesi; 24/5 Portofino; 31/5 rifu-gio Bietti; 7/6 casolari Herbetet; 13-14/6 rifugio Bosio Galli.■ GRUPPO “MALTRAINSEM”. 8/4Ortanella – Alpe di Lierna; 15/4 rifu-gio San Lucio; 22/4 forte diFenestrelle; 29/4 rifugio Vincino;6/5 rifugio Alpe Scoggione; 9-16/5isole Eolie; 20/5 Val Perlana; 27/5raduno regionale seniores a Colico.■ PALESTRA DI ARRAMPICATA.Martedì e i giovedì dalle 19.30 alle22 è aperta presso la palestradell’ITIS “E. Fermi” in via Agnesi.

MELEGNANOVia de Amicis, 2520077 Melegnano (MI)tel/fax 02 9835059e-mail [email protected]. e Gio. 21-23, Dom. 10.30-12■ ESCURSIONISMO. 5/4 Viandante(LC); 3/5 Valcerusa (GE).■ ALPINISMO GIOVANILE, 19/4Forti di Genova; 10/5 Ferrata allaSacra di S. Michele, Val di Susa.■ MOUNTAIN BIKE. 10/5 Giro di S.Colombano (MI).■ INIZIATIVE PUBBLICHE. 9/4Stand Fiera del Perdono, Piazzadella Vittoria ore 8-19; 5/5“Esplorazioni” con Manuela Curioniore 21; 23/5 “La montagna canta”con il Coro Nives di Premano e ilCoro CAI Melegnano, Sala QuartiereGiardino ore 21; 26/5 dia ore 21.■ CORO CAI il giovedì ore 21.

SEREGNOVia S. Carlo, 47

QUI CAI Vita delle sezioni

LO SCARPONE 004 9-03-2009 17:55 Pagina 36

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LO SCARPONE, APRILE 2009 - 37

CP n.27- Seregno (MI)Tel. 0362 [email protected] e Ven 21-23Sab 16-18■ GRUPPO TEMPO LIBERO. 15/4Rifugio Stoppani-Piani d’Erna.■ ESCURSIONISMO con sez.Mariano 19/4 Monte Sette Temini.■ XXXIV CORSO DI ALPINISMO3/4 ore 21 presentazione; 26/4 tec-nica su neve■ SEDE chiusa temporaneamente ilmercoledì e sabato pomeriggio.

VIMERCATEvia Terraggio Pace, 7Tel/Fax 039 6854119Mer. e Ven. 21 - [email protected] ■ GITE SCIISTICHE. 4/4 La Thuile;19/4 Covatsch (CH).■ GITE SCIALPINISTICHE. 4-5/4 P.Redorta; 18-19/4 Cima di Piazzi.■ GITE ESCURSIONISTICHE. 5/4Rapallo-Chiavari; 19/4 Colle diGiovo-Monte Beigua; 17/5 Sentierodell’Ingegnere (Campo Arenzano).■ CORSO DI ESCURSIONISMO incollaborazione con Monza 7 uscite e11 lezioni in sede dal 10/4. ■ GRUPPO SENIORES. 8/4 Cornidi Canzo; 22/4 Madonna dellaGuardia (GE); 6/5 Canto Alto.■ SONO A DISPOSIZIONE i cappel-li/scaldacollo CAI. A noleggio attrez-zatura completa sci di fondo, cia-spole, materiale per scialpinismo.

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SOTTOSEZIONEDI BURAGO MOLGORASede: Cascina Abate d’AddaLu 21-23■ 19/4 Val di Cembra; 10/5 rif.Santa Rita.

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- Guide alpine. Gli interessati ad apparire sotto questa voce

devono dichiarare, sotto la loro responsabilità, il Collegio

di appartenenza loro personale o della scuola o

associazione.

LO SCARPONE 004 9-03-2009 17:55 Pagina 37

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■ 5/4 Rapallo-Chiavari; 19/4Colle di Giovo-Monte Beigua; 7/:Giro del Verroso / S.Bernardo); 17/5Sentiero dell’Ingegnere (CampoArenzano).

SOTTOSEZIONEDI SULBIATEVia Don Ciceri, 2 Ven. 21 - 23■ 25/4 trekking in Liguria; 17/5biciclettata in Val Brembana.

ERBAVia Riazzolo, 2622036 Erba (CO)Tel. 031/627873Mar. e ven. 21-22,30Email: [email protected]■ GITE. 5/4 Intersezionale Cime diPace; 26/4 rif. Elisa Grigna Sett, daRongio disl. 1200 m. AlpinismoGiovanile: 19/4 rifugio Prabello (Vald’Intelvi); 25/4 avvicinamento all’ar-rampicata Val di Mello. Seniores: 8/4Portovenere – Isola di Palmaria; 22/4monte Barzaghino 1068 m. SantaMessa venerdì 17/4 presso la sede.

COLICOVia Campione, 723823 Colico (LC)tel.0341 940516mail: [email protected] 21-22,30tel. rif. Scoggione 0343 63034■ SCI ALPINISMO – ARRAMPICA-TA. 20/3 Pizzo Cassandra m 321;29/3 Ferrata del venticinquennale;5/4 Palon de la Mare m 3704.■ GITE SOCIALI E TREKKING. 19/4grande attraversata del Resegone m1875; 26/4 anello dell’Alto Lariomtb; 25/4-1/5 trekking in Corsica;15/4-18/4 treking tre valli; 10/5-16/5da Ventimiglia alle Apuane.■ ALPINISMO GIOVANILE. 19/4Valorga; 26/4 flora e fauna nelparco dell’Aprica.■ ARGENTO VIVO. Tutti i giovedì.■ AVVISO. I soci usufruiscono delpernottamento e uso cucina dellacapanna sociale rifugio Scoggionesenza contributo spese.

GALLARATEVia Cesare Battisti, 121013 Gallarate (VA)Tel 0331 [email protected]. e Ven. 21-23

■ ESCURSIONISMO. 5/4 uscitacon la 7 Laghi: 13 km nei boschi traSomma L. e il Ticino dir. GiuseppeBenecchi; 19/4 Monbarone di Ivream 2312 dal Colle S. Carlo, Valledell’Elvo, m 1020, disl m 1292,tempo A+R ore 6, E, GiovanniBressan, Antonio Maginzali.■ GRUPPO MOUNTAIN BIKE. 12/4IG Erbonne - Scudellate alta valle diMuggio Como – Ticino (CH); 26/4IG Monte Generoso Ticino (CH).■ INCONTRI. 21/4 ore 21, Teatrodel Popolo, via Palestro, incontrocon Matteo Della Bordella:Rockmantic - diaporama/filmati.■ RIFUGI. Enrico Castiglioni AlpeDevero, 1640 m, gestore MicheleGalmarini, 0324 619126; PietroCrosta Alpe Solcio (Varzo) m1750(chiuso) gestori Enrico e Marina340 8259 234 www.rifugiocrosta.it- [email protected] ■ NEWSLETTER. Iscrivetevi allanewsletter comunicando il vostroindirizzo e mail a [email protected]

LANZO TORINESE

SOTTOSEZIONEVALLE DI VIÚ V. Roma, 32 - 10070 VIÚ (TO) Sabato 21 - 22.30 [email protected]■ GITE CON RACCHETTE: 25/4Colle Nivolet; 3/5 alta Valle di Viù,escursione faunistica; 17/5 lezionearrampicata falesia La Baita.

MONCALIERI Piazza Marconi 110027 Moncalieri (Fraz. Testona)Tel e Fax 011 6812727 Cell. 338 [email protected] 18-19 e mer 21-23■ ESCURSIONISMO E TAM. 5/4Sentiero Valle Tanaro disl. 800 m, h.7, E. Dall’11 al 14/4 LagoTrasimeno; dal 24/4 al 3/5Sardegna; 10/5 I giardini diHambury con visita guidata, disl.250 m, h. 5, T. ■ MOUNTAIN BIKE. 19/4 TraMoncalierti e il Po, circa 30 Km. ■ ALPINISMO GIOVANILE, 19/4Bicifacile tra Moncalieri e Po. ■ APPUNTAMENTI. 18/4 ore 14 insede per pulizia sentieri collinari.

SALUZZO P.zza Cavour, 12 - 12037 Saluzzo Tel e fax 0175/249370www.caisaluzzo.it [email protected]ì dalle 21■ ESCURSIONISMO. 19/4 sentierodel Lupo, Montelupo Albere; 25 e26/4 apertura dell’acqua al RifugioUnerzio, Valle Maira; 14/5 corsobase di escursionismo.■ ALPINISMO GIOVANILE. 19/4escursione storico culturale alCastello di Pralormo e visita aMesser Tulipano; data da definire,escursione in bicicletta con l’asso-ciazione “N’Pautà” di Saluzzo.■ GIRO DEL MONVISO 2009. Dal 1al 3/8 si completerà l’itinerario a360° attorno al Re di Pietra(Monviso), invito a partecipare aisoci delle altre sezioni, informazioni:AAG Galliano Franco 0175/248839 –0175/46391 o AE Bai Flavio348/2822444.■ BOLLETTINO SEZIONALE. Sulsito www.caisaluzzo.it potete con-sultare le ultime pubblicazioni.

DOLOVia C. Frasio30031 Dolo (VE) C.P. 87Mer. 21-23www.caidolo.it■ USCITE. 5/4 Monte Croce eBrojon (Colli Berici); 18-19/4 AltaVia Colli Euganei (Pd); 26/4 Alpago,“La Madonna del Runal”; 3/5 Parcofiumi Reghena e Lemene(Portogruaro) gita in bicicletta; 10/5Garzaia di Pederobba (Tv), uscitaTAM - Animali in Movimento■ SERATE. 2/4 Mirano, CentroCivico A.Masenello: film “The edgeof Eden”; 3/4 Dolo, Villa Angeli:“Avventure nelle Dolomiti Orientali”di C.Bacci e A. Zangrando; 16/4Mira, Villa dei Leoni: Omaggio aMario Rigoni Stern; 17/4 Dolo, VillaAngeli: esperienze di un guardiacac-cia, diaconferenza di G.Ferron.

MIRANOVia Belvedere, 630035 Mirano - VE C.P. 56Cell. 348 4138588Fax 049 616031 [email protected] Merc. 21-22.30■ SERATE CULTURALI. 16/4 Villadei Leoni Omaggio a Rigoni Stern.

Ore 20.45 e presentaz. Concorsofotografico nazionale dedicato algrande scrittore sul tema “I grandianimali delle montagne italiane”;24/ Villa Belvedere Claudio Moretto(alpinista) presenta “la montagnache sta dentro”. Ore 20.45.■ ESCURSIONI. 10/5 Massiccio delGrappa Val Goccia e Val Cesilla.Referenti C. Silvestrini e M. Miatto;31/5 Altopiano di Asiago, CimaPortule. M. Venturini e L. Spagnol.■ CONVEGNO NAZIONALE AG 9/5sul tema “Il Cai nella scuola”.

S. DONÀ DI PIAVEVia Guerrato, 3Tel./fax 0421.332288www.caisandona.itMa. 19-20 - Gio. 19-20 e 21-22■ ESCURSIONISMO. 5/4 Bosco diIgouza-Basovoza, Carso Triestino;19/4 Triol Del Camillo, Dolomiti diZoldo.■ SCUOLA ALPINISMO. Sonoaperte le iscrizioni al corso base dighiaccio AG1.■ GITE S.A. “SPERANEVE”, 25-27/4 Alpi Venoste, Palla Bianca,BSA, disl 650/1250 m.■ SERATA CULTURALE. 17/4 ore20.45 al centro L. Da Vinci:”Il turi-smo dell’incontro in Sudamerica”,viaggio verso le magie andine diEdgar Roca.

CATANIA Piazza Scammacca 195131 CataniaLu, Mer, Ve 18-21Tel. 095.7153515Fax [email protected]■ TREKKING DELL’ETNA. 21-25/4;5-9/5; 19-23/5; 16-20/6; 7-11/7; 1-5/9; 6-10/10.■ TREKKING “ISOLE EOLIE”. 26/4- 2-1; 10-16/5; 24-30/5; 7-13/6; 21-27/6; 28/6 - 4/7.■ PROGRAMMI INTERSEZIONALI:dal 29/7 al 23/8 viaggio avventura inIslanda, dal 13 al 20/6 trekking inCorsica.■ ESCURSIONI. 5/4 (A) M.Sambughetti,(B) Sciare di SantaVenera; 13 (A) Le Colline delSimeto, (B) Alta Via Sic.; 17-19 S.Rosalia 3^ tappa; 19 M. Pelato; 24-25 Aspromonte; 25 Rocca diNovara; 26 (A) Alta Via Sic, (B) M.teCalanna. ■

38 - LO SCARPONE, APRILE 2009

QUI CAI Vita delle sezioni

LO SCARPONE 004 7-03-2009 13:05 Pagina 38

Page 39: NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB … · 2018. 11. 26. · ISSN 1590-7716 Numero 4 - Aprile 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge

LO SCARPONE, APRILE 2009 - 39

Ero una bambina quandopapà cominciò a portar-mi lungo i sentieri e già anove anni affrontavo la

mia prima arrampicata. Da allo-ra si sono susseguite negli annicamminate e arrampicate fino aquando la nascita delle miefiglie ha interrotto l’idillio. Con ifigli più grandi mi sono rimessagli scarponi. Anno dopo anno il“fiato” ha ripreso il suo ritmo ele uscite si sono fatte più impe-gnative.

La nostra esistenza però riser-va sempre delle sorprese. Ungiorno la diagnosi di alcuniesami clinici mi ha fatto crollareil mondo addosso. Sono trascor-si quasi due anni tra cure, visite,controlli e ansie. Ed ecco il fati-dico giorno. Sono uscita dall’o-spedale fisicamente e psicologi-camente provata. Mi aspettava-no mesi duri. Quando il doloreera forte e mi sembrava di nonfarcela, la mia mente correva acercare ristoro là in quelleimmagini scolpite dentro di me.Rivedevo le cime, i ruscelli, ifiori, gli alberi e la fredda rocciami trasmetteva quella forza dicui avevo bisogno. Mi scendeva-no le lacrime pensando cheforse mai più sarei riuscita agioire di quei luoghi.

Dopo mesi infiniti ecco invecei miei scarponi lì pronti per esse-re calzati. Paura, timore di nonfarcela. E invece un passo die-tro l’altro arrivo in cima, sorpre-sa io stessa di esserci riuscita.Sembrava quasi che tutto attor-no a me dicesse “ben tornata!”Montagne, care amiche, vi hoamate e rispettate e mi ricam-biate trasmettendomi la forzaper riprendere a vivere. Graziedi cuore.

Giulia

DownhillA seguito della campagna

stampa sui giornali locali e dellepressioni degli abitanti delle fra-zioni Dosso e Piane presso ilComune di Alagna Valsesia edella Monterosa 2000 SpA/STV

Srl che gestisce gli impianti funi-viari, nella stagione estiva non èstato consentito il trasportodelle biciclette sugli impiantistessi. Un rilevante successo atutela dell’ambiente. E’ stataautorizzata in via del tutto ecce-zionale una sola gara di moun-tain bike-downhill nell’ambitodi una manifestazione già pro-grammata. Mi auguro che sivoglia continuare sulla lineatracciata.

Alessandro Sbragia

[email protected]

MoschettoneStefano Favaro (ste-

[email protected]) comunicadi avere brevettato con altri dueappassionati un moschettoneper ferrata autobloccante che“funziona in qualunque condi-zione ed effettivamente in casodi caduta…”. E’ disposto a for-nire un’esauriente documenta-zione sui test effettuati.

Franco & gli altriCamminando da Aulla aSarzana, nei pressi del Castellodi Bibula, durante la 15ª delle 33tappe del nostro pellegrinaggiosulla Via Francigena, incontria-mo Franco della Sezione diSarzana mentre rivernicia eapplica i nuovi segnavia rosso-bianco-rosso con il pellegrinettoe la sigla VF (Via Francigena).Gentilmente ci fornisce indica-zioni sul percorso e sul sito delCastello della Brina che trovere-mo più avanti, ove sono ancorain corso scavi e ricerche.Vogliamo ringraziare Franco econ lui tutti i soci che senzafarlo pesare, lavorando con pas-sione, ci consentono di cammi-nare sui sentieri in sicurezza esenza problemi.

M. Chiara Spinelli

e Raimondo Brivio

Sezione di Lecco

Collezionista Michele Magni (Bologna, via

XXI Aprile 1945, 20) riferisce di

aver raggiunto tutti i rifugi d’altamontagna dell’arco alpino italia-no “conquistabili a piedi”.“Naturalmente”, spiega, “hosempre lasciato un messaggionel libro dei rifugi raggiunti, edispongo della collezione com-pleta delle cartoline con il tim-bro e la data, si tratta di ben 177pezzi!”.

OmettiHo apprezzato una simpatica

copertina dello Scarpone conl’ometto di pietra, segno deltransito umano, elemento dellasegnaletica da considerare effi-cace, naturale, discreto e dura-turo. Suggerirei, ove possibile,di preferirlo alla segnaletica avernice, talvolta un po’ eccessi-va e invasiva.

Francesco Longoni

Milano

Purchè si rispetti In merito alla copertina di gen-

naio sui giovani in vetta a tremi-la metri nell’Alta Val Formazza ealle reazioni registrate nel fasci-colo di febbraio, spiace ancorauna volta osservare come unacerta componente "bacchetto-na" sia sempre ben radicata tramolti soci. Forse sarebbe ilmomento di munirsi di unadiversa apertura mentalelasciando da parte grossolanemorali, prima che i giovani chefrequentano le sezioni decidano

che il CAI non è posto per loro.Cassin, “relegato” in copertina apie’ di pagina, ha avuto ampispazi come tanti altri alpinisti, enon solo oggi che compie centoanni. Quindi grande merito alloScarpone di aver raffigurato incopertina ragazzi per una voltasu una cima, seppure a torsonudo. Lasciamo che chiunquevada in montagna perchè la amae la vive come meglio gli crede,purchè la rispetti.

Luca Mazzola

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La posta dello Scarpone La parola ai lettori

■ Marco Calvenzani(Sezione di Corsico)ringrazia i tecnici delSoccorso Alpino diMadonna di Campiglio e diMolveno, che lo hannorecuperato dopo una cadutamentre scendeva dalCampanile Basso in Brenta.“Ricordo perfettamente”,scrive Calvenzani, “ilmedico dell’elisoccorso chemi ha curato e messo incondizione di esseretrasportato e ha anchetelefonato nei giornisuccessivi all’Ospedale diTrento per informarsi dellemie condizioni, e la signorache lo aiutava. Li abbracciotutti con affetto ericonoscenza”.■ Maria Teresa e MarcoFrati di Brescia ringraziano igestori del rifugio DamianoChiesa al monte Altissimo diNago, che li hanno aiutati ascendere a valle convisibilità ridottissima.

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Page 40: NOTIZIARIO MENSILE APRILE 2009 LA RIVISTA DEL CLUB … · 2018. 11. 26. · ISSN 1590-7716 Numero 4 - Aprile 2009 - Mensile - Sped. in abbon. postale - 45% art. 2 comma 20/b legge

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