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NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA - Fedeltà del Suono...NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA FDS 261 81 dex” (Marco Conti) e “Fra-mes”, scritta a quattro mani insieme a Conti. Proprio

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  • Anna Netrebko e Yusif Eyvazov, RomanzaRomanza non è solo il primoalbum di duetti che AnnaNetrebko realizza con suomarito Yusif Eyvazov, ma èanche il suo debutto nelgenere crossover. Oltre adessere un CD di duettid’amore firmati dal cele-bre compositore e produt-tore russo Igor Krutoy, ildoppio album comprendeuna selezione delle più bel-le canzoni e arie d’opera.(Deutsche Grammophon)

    Ole Edvard Antonsen eWolfgang Plagge, FuratusLa creatività umana è ver-satile e infinita. Se entusia-sti di qualcosa, ci sentiamonecessari per trasmetterequell’entusiasmo agli altri -per citare, per recitare. Lacreatività è strettamente le-gata all’ispirazione. Uno

    dei modi più antichi e piùresilienti di promuovere lavita culturale è quello di“prendere in prestito” idee.Nella musica questa è statapratica normale finché cisono stati canzoni e cantantiper cantarli. Nel periodoromantico questo prestitomusicale divenne una for-ma d’arte a sé stante, convirtuosi e compositori difama mondiale. Ma oggi cisono anche artisti che ap-prezzano questa forma d’ar-te. Musiche di EdvardGrieg, Kosaku Yamada,Dmitri Shostakovich, GeirrTveitt e Carl Nielsen tra-scritto e interpretato daWolfgang Plagge e Ole Ed-vard Antonsen.(2L)

    Giovanni ScasciamacchiaTrio, My Land

    Un trio di grande qualitàche vede protagonisti unasolida ed affiata ritmicacomposta dal leader Gio-vanni Scasciamacchia allabatteria e da Aldo Vigoritoal contrabbasso, imprezio-sita dalla magistrale ric-chezza armonica e solisticadi Alfonso Deidda, pianistasopraffino oltreché già co-nosciutissimo per le suevirtù di straordinario sas-sofonista. Una chiara ispi-razione ed aderenza ai ca-noni della “swing” rendequesto trio un fulgido eclassico esempio di comemodernità e tradizione pos-sano non solo coesistere madivenire manifesto dell’altacapacità del jazz italiano disapersi reinventare.(Abeat records)

    Cinque registrazioni leggendarie ritornano al vinile!La storica Deutsche Gram-mophon aggiunge cinqueulteriori registrazioni al ca-talogo di vinile: la leggen-daria interpretazione diSviatoslav Richter del Con-certo per pianoforte di Ra-chmaninov n.2, le classicheesecuzioni di WilhelmKempff delle tre Sonate diBeethoven, accanto alla per-formance trascendentale diGundula Janowitz deiQuattro Ultimi Brani diStrauss e l’ispirata edespressiva registrazione diMstislav Rostropovich delConcerto per violoncello diDvořák con Herbert vonKarajan! Inoltre, la celebra-

    zione live di Martha Arge-rich del Concerto per pia-noforte di Tchaikovsky conClaudio Abbado si poneper la prima volta in un ri-lascio di vinile singolo. Tut-ti i LP includono un vou-cher con un codice unicoper scaricare i file audiodigitali (MP3) dell’albumcompleto senza alcun costoaggiuntivo.(Deutsche Grammophon)

    Alessandro Carabelli, Indaco

    Atmosfere distensive, in-gemmate da un sound av-volgente, riscaldante, il tut-to incardinato su una godi-bile cantabilità dei temi.“Indaco” è il nuovo capito-lo discografico firmato“Alessandro Carabelli Mu-sic Ensemble”, nutrita for-mazione costituita da FlavioBoltro (tromba), Tino Tra-canna (sassofoni), Alessan-dro Carabelli (pianoforte),Luciano Zadro (chitarra),Marco Conti (contrabbasso)e Maxx Furian (batteria). Iquattordici brani che com-pongono la tracklist sonofrutto dell’ingegno del lea-der, ad esclusione di “In-

    80 FDS 261▼ NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA • a cura di Giada Ventura

    Libri, notizie e curiosità dal mondo della musica

  • 81NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA▼ FDS 261

    dex” (Marco Conti) e “Fra-mes”, scritta a quattro maniinsieme a Conti. Proprio ilriff di “Frames” è partico-larmente accattivante. L’elo-quio di Zadro è fascinoso,impreziosito da un ine-briante senso del blues e daalcuni vivaci spunti cro-matici. Tracanna dà vita aun solismo brillantementecalibrato, essenziale, maisopra le righe. Il vellutatoandamento beguine di“And Then” conquista al-l’istante. Qui il pianismodi Carabelli è ispirato, leg-giadro, arricchito da un toc-co fatato. “NorthernWinds” è un brano dalmood ammiccante. L’ince-dere di Tracanna è sinuosoe sopraffino. Zadro co-struisce un sermone sedu-cente, colmo di blue notes.“Indaco” è un disco in sol-co modern jazz, permeatodi colorazioni tendenti alcontemporary jazz. La na-turalezza delle composi-zioni è ornata da una pla-cidità espressiva conside-revole, che rende questodisco assai gradevole e flui-do dalla prima all’ultimatraccia.(Nagel Heyer Records)

    Ragnhild Hemsing & TorEspen Aspaas, NorthernTimbre

    Edvard Grieg (1843-1907),Carl Nielsen (1865-1931) eJean Sibelius (1865-1957)sono generalmente ricono-sciuti come i più importan-ti compositori dei paesi nor-dici. Nielsen e Sibelius era-no entrambi ispirati e in-fluenzati nei loro primi annidalla musica di Grieg. Illoro linguaggio è stato for-temente romantico, masono riusciti a creare un“suono nordico” distintoin cui elementi nazionalicombinati con la più ampiatradizione europea. Que-sto album non mostra soloquesto, ma anche il modo incui sono stati ispirati l’undall’altro. Edvard Grieg So-nata n. 3 in C minore op. 45,Jean Sibelius Danses Cham-pêtres op. 106, Carl NielsenSonata n. 1 in A major op. 9.Immersive Audio è unascultura sonora che si puòletteralmente muovere nel-lo spazio; circondato damusica, si può muoverenello spazio aurico e sce-gliere angoli, punti di vistae posizioni. Dolby Atmos el’Auro-3D su questo PureAudio Blu-ray offrono unnuovo standard in immer-sione, avvolgendo comple-tamente il pubblico in unbozzolo di audio come lavita. Registrato in discreto9.1 a risoluzione DXD.(2L)

    Guido Rimonda e Camerata Ducale, Le Violon Noir(Special edition)

    Edizione speciale dell’al-bum “Le Violon Noir”, ilprogetto di ispirato al vio-lino del mistero, lo splen-dido Stradivari 1721 ap-partenuto al violinistaJean-Marie Leclair, pu-gnalato a morte alla schie-na, il cui cadavere fu ri-trovato senza abbandona-re l’abbraccio con il pro-prio violino, da allora so-prannominato “Le Noir”per quella macchia neralasciata dalla mano destrairrigidita del violinista,quello che oggi suona Gui-do Rimonda.L’edizione speciale è ar-ricchita da un secondo CDregistrato appositamenteper offrire una nuova seriedi brani “demoniaci” etemi elegiaci ispirati al sen-timento della morte. Dasottolineare la splendida“Sonata per 2 violini soliop. 3 n. 2” di Leclair ese-guita da Guido Rimondainsieme alla figlia GiuliaMaria che imbraccia un al-tro celebre Stradivari, ilMatteo Goffriller 1736.(Decca)

    Ståle Kleiberg: Mass forModern Man

    La messa di Ståle Kleibergper l’uomo moderno ri-guarda la perdita del si-gnificato esistenziale comeantitesi alla fede e al cre-dere. L’opera vaga tra que-sti due estremi e solleva laseguente domanda sotto-stante: è possibile credereall’uomo moderno? In que-sto lavoro la risposta è“sì”; non un risuonante“sì”, ma un “sì” a dispettodi tutti. L’opera è una gran-de massa concertistica perdue solisti, coro e orchestradove la musica neo-ro-mantica di Kleiberg com-muta tra l’intimo e il gran-de. L’audio immersivo èscintillante e scolpito inletteratura, in modo da es-sere collocati in modo re-lazionale e spaziale; Cir-condato da musica, puoispostarsi nello spazio so-noro e scegliere angoli,punti di vista e posizioni.Dolby Atmos e l’Auro 3Dsu questo Pure Audio Blu-ray offrono un nuovo stan-dard in immersione, av-volgendo completamenteil pubblico in un bozzolodi audio come la vita. Re-gistrato in discreto 11.1 arisoluzione DXD.(2L)

    Benny Andersson, Piano

    Un nuovo album di musi-ca da pianoforte per il leg-gendario compositore sve-dese e co-fondatore degliABBA Benny Andersson,che accompagnerà gliascoltatori lungo un per-corso di 21 tracce attra-verso la sua carriera concanzoni degli Abba, musi-cal e altre sue composi-zioni da solista, eseguite

  • 82 FDS 261▼ NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA

    senza accompagnamentodallo stesso Benny. “Nelprocesso di registrazionedi questo album, mi rendoconto che i pezzi che hoscelto di eseguire sono par-te integrante di me. Neltentativo di raggiungereun certo nucleo all’internodi loro, ho scoperto chepiù mi spoglio di certi“abiti”, più mi sento vicinoalla musica, indipenden-temente dal fatto che siastata creata lo scorso annoo 40 anni fa. In un modostrano, mi sento come sestessi vivendo e giocandole memorie “. (Deutsche Grammophon)

    David Garrett, Rock Revolution

    Una carrellata di hit splen-didamente riarrangiate dalcelebre violinista: da PhilCollins a Bruce Springste-en, da Stevie Wonder aLed Zeppelin, dai RollingStones a Prince, Coldplaye molte altre grandi stelle.(Decca)

    Uranienborg Vokalen-semble – Elisabeth Holte,HimmelrandLa nuova Hymnal dellaChiesa della Norvegia èusata nel 2013. Il suo obiet-tivo è duplice: mantenerele tradizioni degli antena-ti precedenti e portarequalcosa di nuovo, con te-sti in un moderno lin-guaggio e con nuove me-lodie e nuove idee armo-niche. I testi degli inni nor-dici appartengono a unpatrimonio scandinavocondiviso. Essi affrontanoil dolore e la gioia, la fede

    e il dubbio e esprimonocon parole alcune delle vi-cende più dolorose dellavita. Non c’è nulla di sta-tico sulla tradizione del-l’inno; al contrario, è incontinua evoluzione e con-tinua ad essere interpreta-ta dai nostri compositoricontemporanei, dagli an-tagonisti e dagli artisti. Èproprio qui la forza dellatradizione dell’inno. Unvecchio inno in un nuovoambiente musicale nonperde nulla del suo potere;semplicemente subisce uncambiamento - a volte pic-colo, a volte più sostanziale- al suo carattere. In questaregistrazione ci sono anchetre composizioni recente-mente composte da partedei compositori norvegesiMarianne ReidarsdatterEriksen, Ola Gjeilo e ØrjanMatre. Gli inni sono cantatida Uranienborg Vokalen-semble, diretto da Elisa-beth Holte, con Inger-LiseUlsrud sull’organo. Im-mersive Audio è una scul-tura sonora che si può let-teralmente muovere nellospazio; circondato da mu-sica, si può muovere nellospazio aurico e scegliereangoli, punti di vista e po-sizioni. Dolby Atmos el’Auro-3D su questo PureAudio Blu-ray offrono un

    nuovo standard in immer-sione, avvolgendo com-pletamente il pubblico inun bozzolo di audio comela vita. Registrato in di-screto 11.1 a risoluzioneDXD.(2L)

    Evgeny Kissin, Beetho-venDopo 25 anni il mitico pia-nista russo ritorna su Deut-sche Grammophon conuno splendido album bee-thoveniano. Un doppio CDcon le migliori interpreta-

    zioni dal vivo realizzatetra il 2006 e 2106 selezio-nate dall’artista stesso inprima pubblicazione mon-diale: il pianista ha firma-to un nuovo contrattoesclusivo con l’etichettagialla. La discografia diKissin contiene già regi-strazioni storiche per Deut-sche Grammophon, colla-borazioni acclamate dallacritica con la Philharmo-niker Berliner, Herbert vonKarajan e Claudio Abbado,e l’associazione tra artistae la DG riprende con l’usci-ta di un album dedicato aBeethoven. Il doppio disco,con un programma perso-nalmente scelto da Kissin,comprende pianoforte so-nate n. 14 Op. 27 No. 2,“Moonlight”, n. 23 Op. 57,“Appassionata” e No. 26Op. 81a, “Les Adieux”.Comprende anche le va-riazioni sempre crescenti inC minor WoO 80 e unaprofonda esplorazione del-la sublime sonata per pia-noforte n. 32 Op. 111, il la-voro finale del composito-re. L’album, il primo reci-tal solo di Kissin in più diun decennio, rappresentauna grande aggiunta allasua discografia di Beetho-ven e un documento es-senziale del suo sviluppoartistico.(Deutsche Grammophon)

  • 83NOTIZIE DAL MONDO DELLA MUSICA▼ FDS 261

    Classifica dei 16 Vinili più venduti in Italia al 31 agosto 2017 (fonte FIMI, Federazione Industria Musicale Italiana)

    01) Villains, Queens of Sto-ne Age

    02) Appetite for Destruc-tion, Guns’n Roses

    03) The Wall, Pink Floyd

    04) The Dark Side of theMoon, Pink Floyd

    06) Kaleidoscope, Coldplay

    07) Wish You Were Here,Pink Floyd

    08) To the bone, Steven Wil-son

    10) The Rise and Fall OfZiggy Stardust..., David Bo-wie

    11) Led Zeppelin 1, LedZeppelin

    12) Greatest Hits II, Queen

    14) Ok Computer Oknotok1997 2017, Radiohead

    05) Back to Black, Amy Wi-nehouse

    09) Is This The Life We Re-ally Want?, Roger Waters

    13) Kind Of Blue, Miles Da-vis

    15) Everything Now, Arca-de Fire

    16) Led Zeppelin 4, LedZeppelin

  • FDS 261 ▼ IL DISCO DEL MESE • di Mauro Bragagna84

    Henry Saint Clair Fredericks non ha dovuto com-battere con la famiglia, per fare l’artista. La mam-ma cantava in un coro gospel, mentre il papà, Hen-ry Saint Clair Fredericks Sr. era un musicista professioni-sta, un pianista e un arrangiatore che Ella Fitzgerald ave-va definito “The Genius”. Il figlio non ha scelto la stradapiù facile, però. Appassionato di musica africana quandonon se la fila nessuno, cambia il suo nome in Taj Mahaldopo aver sognato il Mahatma Gandhi, l’India e la tolle-ranza sociale. A 22 anni incontra un Ry Cooder diciasset-tenne e con lui fonda i Rising Sons, espressione di un amo-re infinito per il blues. Suone-rà con Muddy Waters, Howlin’Wolf, Lightnin’ Hopkins e iRolling Stones, sviluppandopoi un interesse mai banaleper la musica caraibica, hawa-iana e cajun, oltre che per il reg-gae giamaicano. Non è famosocome il celebre monumento,ma ha comunque vinto dueGrammy Awards per il mi-glior album blues, oltre ad es-sersi guadagnato la bellezza dinove nomination. Keb’ Mo’ è diuna diecina di anni più giova-ne, ma gli assomiglia anche seè meno eclettico: una vita de-dicata al blues, e la bellezza ditre Grammy già in bacheca. Ilprossimo sarà per questo Taj-Mo, potete scommetterci. Per-ché Taj Mahal ha cinquant’an-ni di musica da festeggiare, leloro voci sono ancora fra lepiù belle in circolazione, e poi hanno realizzato un albumabbastanza trasversale per uscire dai confini un po’ angustidel blues. Troppo? Le critiche più severe sottolineano cheè un album troppo facile, un po’ ruffiano. Sottinteso: è bluesper bianchi, laccato come certi album di BB King e EricClapton. Eccezione respinta, intanto perché non esiste unblues per neri ed un blues per bianchi: i neri hanno smes-so di ascoltarlo da decenni, il blues, preferiscono ascolta-re Jay Z e Beyoncé piuttosto che ricordare i tempi gramidella raccolta del cotone. E poi di veramente blues in sca-letta c’è solo il meraviglioso Diving Duck Blues di Slee-py John Estes, che Mahal aveva già registrato con Ry Coo-der nel 1968, nel suo album di debutto. Per il resto TajMoè un album di World Music, che celebra il Soul che ardein tutte le città del mondo, e va a pescare dal repertorio diun intellettuale del rock come Pete Townshend una sor-prendente Squeeze Box, resa quasi irriconoscibile dal suo-no della fisarmonica. La chitarra è quella di Joe Walsh, ilpiù rumoroso degli Eagles. E alle percussioni c’è Sheila E,una delle predilette del compianto Prince. Insomma, ol-

    tre al blues c’è di più, All Around the World è di fatto unacanzone pop. Ma è praticamente la miglior colonna sonorache potete trovare per un viaggio in macchina. Due vocistupende e riconoscibili fra mille, che propongono le ricetteperdute della musica nera ma hanno voglia di arrivare fi-nalmente al grande pubblico. Non stupisce la loro am-mirazione per il controverso John Mayer, di cui riprendonoWaiting on the World to Change, con Bonnie Raitt ai cori.La loro versione è migliore dell’originale, che bello se riu-scissero davvero ad arrivare nelle radio.

    I dischi di Keb’ Mo’ sono spesso usati come riferimento,e anche Taj Mahal non se la passa male, come considera-zione audiofila, anche perché i suoi album hanno spessodelle sonorità esotiche, inusuali. TajMo vuole andare ol-tre il loro pubblico, presentandoci un suono più spettacolaredel solito, e quindi più colorato. Le radici però sono sane,sanissime, come dimostra il micro contrasto di SheKnows How to Rock Me. Peccato che suoni un po’ trop-po forte, anche il vinile, ma non è sicuramente una vitti-ma della loudness war. Il mastering è di Bernie Grundman,specificano le note di copertina, ma sulla “dead wax” delvinile non troviamo le sue iniziali. Buon ascolto, comun-que. BUONO

    LP Concord Records/Universal 0888072024656

    IL DISCO DEL MESE

    TAJ MAHAL & KEB’ MO’ “TAJMO”

  • 86 FDS 261 ▼ ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI • di Mauro Bragagna

    Little Steven “Soulfire” 2 LP WickedCool Records/Universal 00602557477528

    È entrato nella band di Springsteen per sin-golari meriti artistici, mimando con la boc-ca i fiati di Tenth Avenue Freeze Out, cosìcome sono finiti in Born to Run. Non sa leg-gere la musica, Stevie Van Zandt, ma cono-sce il rock’n’roll ed il soul. Ha forgiato la EStreet Band, diventando il complice preferi-to del Boss nelle sue divagazioni preferite, adesempio con Gary U.S. Bonds, è stato pro-tagonista assoluto di Southside Johnny andthe Asbury Jukes, ha recuperato una leg-genda come Darlene Love nel recente (che ti-tolo ironico) Introducing…. Acclamato an-che come attore, è lo straordinario Silvio deiSopranos, con Soulfire ha finalmente ag-giornato la sua arrugginita carriera solista,con un album che vuole essere la summa del-la sua vita, riprendendo in particolare le can-zoni scritte per Southside Johnny. Badatebene, non è una brutta copia del Boss, per Ste-vie la musica nera non è solo un’influenza im-portante: è imprescindibile. Il rock urbano delNew Jersey si sposa quindi con il soul, le chi-tarre elettriche flirtano con i sax ed i tromboni,la voce da rocker si appoggia sulle meravi-glie vocali dei Persuasions. In scaletta c’è per-sino un pezzo di James Brown, Down andOut in New York City, tratto dalla colonnasonora di “Black Caesar”, nero al cento percento. Tutto il resto è meticcio, con piccoli gio-iellini come I’m Coming Back, Love on theWrong Side of Town (scritta con BruceSpringsteen), l’imprescindibile I Don’t Wantto Go Home. Standing in the Line of Fire(da Gary U.S. Bonds) è riverniciata con i co-lori degli Spaghetti Western morriconiani.Una sorpresa, come Blues is my Business diEtta James. Se amate il Bruce Springsteen vin-tage e avete dubbi su quello moderno, nonpotete fare a meno di Soulfire.

    È da sempre un fan del Wall of Sound di PhilSpector. Il suono è quindi molto caratteriz-zato, la banda passante è limitata e gli stru-menti sono saturi, riempiono tutti gli spazicome in una vignetta di Jacovitti. Il missag-gio di Bob Clearmountain e il mastering diBob Ludwig non possono che inchinarsi difronte alla produzione e agli arrangiamentidi Little Steven: suona forte anche il viniledoppio da 180 grammi, non per compiace-re il pubblico ma perché il suo calendario diceche il tempo si è fermato, siamo nel 1965.SUFFICIENTE

    I dischi in studio sono raffinatissimi, ma an-che sul palco non tradisce mai. Concert inCentral Park (1981), il monumento sonoroche rappresenta la pacificazione di Simon eGarfunkel, è uno degli album più popolaridi sempre, ma pure da solista Paul Simon ègaranzia di qualità, anche se lascia poco spa-zio alla nostalgia per il dinamico duo, comevorrebbero i fan. Questo concerto tenuto il 15luglio 2012 a Hyde Park contiene 26 canzo-ni, ma degli album con Art Garfunkel ci sonosolamente The Boxer e The Sound of Si-lence, e solo perché sono praticamente irri-nunciabili, Paul sa che il suo pubblico è de-voto e paziente, ma almeno quelle pretendedi sentirle. L’impressione è che questo piccologrande uomo sia più felice quando può esi-birsi insieme a Jimmy Cliff, che propone lasua The Harder They Come ed è presente inaltri tre pezzi, o con gli amici LadysmithBlack Mambazo insieme a Hugh Masekela,che rimandano a quel capolavoro dellaworld music che risponde al nome di Gra-celand, di cui ripropone praticamente per in-tero la leggendaria band. Un album bellis-simo e trasversale, che fece innamorare pub-blico e critica ma costò a Paul accuse ingiu-ste e pesanti, per aver violato l’embargo cul-turale con il Sudafrica. Il cuore del live pul-sa dunque in un corpo nero, ma ci piaccio-no altrettanto i bozzetti impressionisti comeHearts and Bones e Slip Slidin’Away, op-pure le percussioni brasileire di The ObviousChild che valgono molto, quasi come Ney-mar. Preso atto di una longevità artistica co-munque ammirevole, The Concert in HydePark non ci presenta novità di sorta e nel pac-chetto dei suoi live non è probabilmente quel-lo da portare nell’isola deserta. Ma come sifa a non volergli bene? Come recita il branoconclusivo: Still Crazy After All These Ye-ars.

    La voce comincia ad essere esitante, il pesodegli anni è inevitabile, ma l’intelligenza nonha età, e la qualità delle scelte musicali è an-cora esemplare. Dal punto di vista tecniconon è una di quelle registrazioni che sem-brano fatte in studio, né è “realistica” comecerti album che del concerto, più che l’emo-zione, riproducono la confusione. Concert inHyde Park sta nel mezzo, gli eventualioverdub sono discreti come un investigato-re privato, e la qualità del DVD non fa rim-piangere troppo il fatto che non si sia pun-tato sul Blu-ray. DISCRETO/BUONO

    Paul Simon “The Concert in Hyde Park”2CD + DVD Sony Legacy 88985404822i

    Julia Holter “In the Same Room” 2LP+Download Domino Recordings DOM-

    DOC001lp

    Poveri album. Ormai sembrano contaresempre meno, appaiono ridondanti rispettoall’immediatezza dei video di YouTube, e an-che della musica liquida: un protagonista del-la musica americana come Kanye West nonha pubblicato su formato fisico il suo ultimolavoro. Per fortuna c’è la rinascita del vini-le, a bilanciare, festeggiamola finché la gen-te non scoprirà che, nove volte su dieci, la ma-gia dell’analogico è una chimera come il calodelle tasse. Alle gioie del remaster credonoancora gli eredi del Candido di Voltaire, maogni tanto arriva qualche notizia che ci met-te di buon umore, c’è ancora qualcuno chepensa alla qualità della musica e anche delsuono. “Documents” è una nuova collana di-scografica della Domino Recordings, che sipropone di presentarci “una serie di regi-strazioni live in studio, designate per cattu-rare gli arrangiamenti dal vivo dei nostri ar-tisti e delle loro band in alta fedeltà”. Ognicapitolo di “Documents” sarà registrato innon più di un giorno o due in uno studio diclasse mondiale a Londra, per catturare laspontaneità della musica. Il primo volume èdedicato a Julia Holter, per rimarcare che lacollana ha tante ambizioni ma quelle com-merciali non sono la priorità. La complessacantautrice americana nemica della banali-tà, In the Same Room rilegge il suo reper-torio, soprattutto quello più recente, ac-compagnandosi al pianoforte con l’aiutodel contrabbasso di Devin Hoff, della violadi Dina Maccabee, della batteria di Corey Fo-gel. Arrangiamenti ridotti all’osso per dellecanzoni che rinunciano alle eccentricità ti-piche delle sue produzioni, ma anche can-tautorali come non le abbiamo mai sentite di-mostrano che la qualità emerge sempre, il ve-stito è importante ma la sostanza è tutto. Nonè comunque un album per tutte le stagioni,non lo si ascolta con la facilità dei Fleetwo-od Mac, pretende le cure e attenzioni che oggisembrano ormai desuete. Alla Domino fan-no i dischi per venderli, ma questa opera-zione fa rivivere lo spirito delle BBC Sessions.

    Registrato e mixato ai Rak Studios di Londrail 23 e 24 agosto 20916, masterizzato per il vi-nile da Barry Grint all’Alchemy Mastering.Il suono è più dettagliato che ricco di armo-niche, la registrazione è precisa e raffinata an-che se manca quel pizzico di magia cheavremmo desiderato. Però è Alta Fedeltà,come ci avevano promesso. Il vinile della li-mited edition è blu e molto silenzioso. BUONO

  • ROCK E I SUOI FRATELLI AUDIOFILI▼ FDS 261 87

    Lana del Rey “Lust for Life” CD PolydorRecords/Universal 5758992

    In copertina ci sono lei, la Diva, e un’auto-mobile. È sempre stato così, il quarto albumdi Lana si collega idealmente agli album pre-cedenti. Con un’importante eccezione: LANASORRIDE. Non ce lo aspettavamo, eravamoabituati al suo broncio da cattiva ragazza ca-pricciosa, che racconta storie da adulti con laperfidia di Lou Reed. Dopo pochi minuti diascolto capiamo che quella di copertina è solouna foto come tante e non una metafora, nonnasconde messaggi particolari né annunciacambiamenti di rilievo. Musicalmente ritro-viamo infatti la solita Lana malinconica,che questa volta ci lascia dubbiosi come quan-do abbiamo assaggiato quel gelato al gustodi basilico e limone: non sai se ti attrae o tifa repulsione, anche se un cucchiaino dopol’altro ce lo siamo mangiato tutto. Così,dopo aver trovato i soliti arrangiamentinoir, da Hollywood Anni Cinquanta, e la so-lita vocina impertinente, ti viene voglia distroncarla (mo’ je faccio er cucchiaio) o alme-no di organizzare una campagna a sostegnodi Carla Bruni come cantante: Sarkozy a par-te, perché tutti trovano insopportabile ilsuo canto senza voce da gatta morta, e pen-dono invece dalle labbra, in tutti i sensi, diquesta peccatrice americana? Forse perché ècorrosiva e provocatoria – mutatis mutandis- come Jim Morrison quando canta When theWorld Was at War We Kept Dancing. An-cora: God Bless America- And All the Be-autiful Women in it. Fra gli ospiti ci sonostelle della scena hip-hop come Weeknd eRocky, ma sono lì per creare un aggancio conl’attualità. Lana funziona meglio da sola, op-pure con Stevie Nicks (Beautiful People Be-autiful Problems) o Sean Ono Lennon (To-morrow Never Came), perché nel passato sitrova molto meglio che nel presente.

    Per farci comprare lo stesso disco due volte,il cd anticipa il vinile di un paio di mesi. Pec-cato, perché i tre album precedenti erano de-cisamente più compressi su cd, e tutto lasciapensare che accadrà lo stesso con Lust forLife. Anche perché oggettivamente è difficilefare peggio di un DR 6 che umilia le qualitàdi una registrazione altrimenti raffinata.SUFFICIENTE

    Beyoncè gli ha rinfacciato i suoi tradimentiin musica, e ne è uscito quel mezzo capola-voro di Lemonade. Jay Z ha dapprima ap-plicato la Prima Regola del Codice dei Tra-ditori Seriali, mentire sempre e comunque ne-gando l’evidenza. Tanto da partecipare allostesso Lemonade, pentito come il figlio pro-digo. Poi ha capito che ne andava anche delsuo prestigio di rapper, che avrebbe potutoe dovuto rispondere come la bellissima mo-glie: con un disco a suo nome. Così è arrivato4:44, dapprima disponibile solo su Tidal, e poianche come CD. Jay Z da anni è più un im-prenditore di successo che un musicista, è mi-lionario ma a volte ha le idee confuse. Pro-prio di recente ha definito Chris Martin deiColdplay “il William Shakespeare dei nostritempi.” Ovviamente Beyoncè se lo mangiacon le patatine ed il ketchup, ma 4:44 rima-ne oggettivamente un album consistente.Non ha la carica innovativa che aveva in pas-sato, e neppure l’energia dei tempi belli, mariesce ad usare vecchie formule rendendoleancora attuali. Quando ci racconta il suo Egosmisurato non dimostra un grande gusto, mai campionamenti li sa scegliere bene: StevieWonder (Love’s in Need of Love Today),Donny Hathaway (Someday we’ll All BeFree), Nina Simone (Four Women). Anche gliospiti: Frank Ocean, Damian Marley, Beyoncée Gloria Carter: mamma aveva 4 bambini ma èlesbica… piansi di gioia quando ti innamorasti,non mi importa se di un lui o di una lei… Pro-vate ad immaginare un artista italiano che ab-bia il coraggio di cantare versi simili inpubblico. Non vi viene in mente nessuno,vero?

    Ormai gli artisti non pensano più al Cd, maalla musica liquida. Jay Z alla sua Tidal, inparticolare. Meglio, così ci evitiamo i dischieccessivamente lunghi che devono arrivareai settanta minuti per riempire il dischetto.4:44 dura solo 36 minuti, sarebbe perfetto peril vinile, con i suoi suoni sintetici ed i cam-pionamenti, artificiale ma caldo come unaconfessione. La dinamica non è quella di unasinfonia ma è adeguata al genere. DISCRETO/BUONO

    Jay Z “4:44” CD Roc Nation/UMG Recor-dings B0027184-02

    Arcade Fire “Everything Now” LP EMI88985447861

    Era dai tempi della svolta elettrica di Bob Dy-lan, colpevole di aver tradito la purezza delfolk come un Giuda, che non si assisteva areazioni così violente ad un disco. Con ri-sultati talvolta comici: un recensore lo ha giàdefinito il flop del 2017. Mancano ancora di-versi mesi alla fine dell’anno, ma il disco de-gli Arcade Fire è così brutto da non poter es-sere superato. Anche i Talking Heads ed iClash hanno flirtato con la musica “com-merciale”, ma grazie all’impegno politico de-gli ultimi e agli intellettualismi di Eno-Byr-ne dei primi, tutto era stato perdonato. Anziacclamato. Con gli Arcade Fire è diverso. Seil precedente Reflektor viaggiava a mille mi-glia dall’indie rock che li ha resi delle icone,rimaneva comunque abbastanza ambiguo econtraddittorio da lasciare aperte tutte le por-te. Con Everything Now no, lo schiaffo èsmaccato e non interpretabile: gli Arcade Firesono andati a letto con il nemico, e non nesono più usciti. Come faceva già supporre laproduzione, che è degli Arcade Fire stessi conl’aiuto di Steve Mackey dei Pulp e ThomasBangalter dei Daft Punk, il duo robotico cheha reinventato l’elettronica dance. Ma laband di Win Butler e Regine Chassagne, checi azzecca con la musica da ballo? Eppure isuoni grassi dell’elettronica e i ritmi spaval-di sono il cuore del progetto. Signs of Lifeinizia come un pezzo dei Santa Esmeralda,mentre Everything Now, la canzone, provaa rifare gli Abba nel 2017. Con esiti perlo-meno discutibili. Una caduta totale, un tra-dimento senza scusanti. Mah, in un paio dipezzi ci sono dei riferimenti al suicidio, dacelebrare in una vasca da bagno con la co-lonna sonora del loro primo album, Funeral.E allora ci viene il dubbio che abbiano scel-to di descrivere il mondo che precipita ve-stendo gli abiti improbabili e volgari del-l’intrattenimento tout court. Ma non vo-gliamo essere gli esegeti della band canade-se. L’unica certezza è che da oggi si misura-no con il suono da stadio di Muse e Coldplay.

    La confezione è meravigliosa: l’album, dop-pio e apribile, è inserito in una confezione diplexiglas, che gli dà il tocco delle cose pre-ziose, come il vinile color smeraldo. Il suo-no è sicuramente superiore a quello del cd,ma rimaniamo nell’ambito di una produ-zione modernamente ridondante e com-pressa, dove le scelte di produzione spazzanovia ogni speranza di un suono davvero de-cente. SUFFICIENTE

  • 23 settembre Roma,Casa del Jazz,Gabriele EvangelistaQuartet, Fourneyron, Ar-celli Residence EnsembleLa Casa del Jazz ospiterà ilconcerto conclusivo di UnaStriscia di Terra Feconda,Festival Franco-Italiano diJazz e Musiche Improvvi-sate, direzione artisticaPaolo Damiani e ArmandMeignan, con la prima na-zionale del vincitore delPremio Siae 2016, GabrieleEvangelista Quartet e laproduzione originale, Re-sidenza D’Artista francoitaliana, “F.A.R.E.”: Four-neyron / Arcelli ResidenceEnsemble.

    23 settembre StresaPalazzo dei Congressi,Uto UghiRitenuto oggi uno dei mag-giori violinisti del nostrotempo, Uto Ughi è consi-derato inoltre, l’autenticoerede della tradizione cheha visto nascere e fiorire inItalia le prime grandiscuole violinistiche UtoUghi ha mostrato di pos-

    sedere uno straordinariotalento già dalla prima in-fanzia, infatti all’età di setteanni si è esibito per laprima volta in pubblicoeseguendo la Ciacconadalla Partita n° 2 di Bached alcuni Capricci di Paga-nini.Da allora la sua carrieranon ha conosciuto soste.Ha iniziato le sue granditournée europee esiben-dosi nelle più importanticapitali europee.Ha suonato in tutto ilmondo, nei principali Fe-stival con le più rinomateorchestre sinfoniche tra cuiquella del Concertgebouwdi Amsterdam, la BostonSymphony Orchestra, laPhiladelphia Orchestra, laNew York Philharmonic, laWashington SymphonyOrchestra e molte altre,sotto la direzione di mae-stri quali Bychkov, Celibi-dache, Chung, Colon, Da-vis, Gatti, Gergiev, Giulini,Jansons, Leitner, Inbal,Maazel, Masur, Mehta, Na-gano, Rostropovich, Sino-poli, Temirkanov e altri an-cora.

    23, 25 settembre Napoli,Teatro di San CarloFidelio

    opera in due atti di Lud-wig van BeethovenDirettore Zubin MehtaOrchestra e Coro del Teatrodi San Carlo

    22, 23, 24 settembre Milano,Blue Note Jazz ClubMatt Bianco

    I Matt Bianco sono statiuna delle band pop più in-teressanti degli anni ’80.Nati con l’intento di speri-mentare la contaminazionedei generi latin, jazz efunky con la vena più popdel trio dei fondatori,hanno dato vita ad una se-rie di hit come “Get Out ofYour Lazy Bed” e “Half aMinute” che li hanno resi

    celebri in Europa e nelmondo.Sono da annoverare, in-sieme ad un gran numerodi artisti e gruppi forte-mente eterogenei, tra co-loro che hanno proposto algrande pubblico uno stilepop-soul sofisticato e im-

    prontato ad un jazz dilargo consumo. Benché ilnome della band sembrisuggerire un riferimento aqualcuno dei suoi membrie venga spesso identificato

    con il cantante Mark Reilly,l’unico membro rimastosempre costante nel corsodegli anni, si tratta in ef-fetti un nome di fantasia,che richiama «una spia, unagente segreto: eravamoamanti del genere spy-story televisivo». Al ritmodi un album ogni due annicirca, la band non cessa dispostarsi da un capo all’al-

    88 FDS 261▼ APPUNTAMENTI D’ASCOLTO • a cura di Giada Ventura

    Rassegna di concerti ed eventi di tutti i generi musicali per lasciare, una volta tanto, l’impianto spento. O, quantomeno, in stand-by...

  • 89APPUNTAMENTI D’ASCOLTO▼ FDS 261

    tro del globo, forte di unfedele seguito di affezio-nati.

    Dal 28 settembre al 22 ottobre Parma e Busseto,Festival Verdi

    L’apertura il 28 settembresarà al Teatro Regio diParma con “Jérusalem”, laprima opera scritta daVerdi per Parigi nel 1847,che contiene gran partedella musica de “I Lom-bardi alla prima crociata”ma con un soggetto com-pletamente nuovo. Quattrole recite, con repliche l’8, il12 e il 20 ottobre.Seconda opera, “La tra-viata” che andrà in scena alTeatro Verdi Busseto il 29settembre e avrà nove re-pliche: 3, 4, 7, 9, 11,12, 14,16 e 18 ottobre.Terzo titolo “Stiffelio”, rea-lizzato al Teatro Farnese.La prima è per il 30 set-tembre, repliche il 6, il 13 eil 21 ottobre.“Falstaff” sarà la quartaopera e debutterà al Regiol’1 ottobre, con altre recite il5, il 15 e il 22. Alla dire-zione dell’ultima opera diVerdi il Maestro RiccardoFrizza, uno dei più impor-tanti direttori della sua ge-nerazione, in una nuovaproduzione del Teatro conla direzione di scena di Ja-copo Spirei. “Dirigere Fal-staff è una sfida per qual-siasi musicista”, affermaRiccardo Frizza. “Questocapolavoro è universal-mente considerato il più il-lustre esempio della sta-tura artistica del geniocompositivo di GiuseppeVerdi,” dice. “Come ha la-sciato scritto nella sua cor-rispondenza, Verdi si è di-

    vertito a scriverla e conquest’opera corona un de-siderio accarezzato permolti anni: tornare a fare lacommedia. Ma non solo:con Falstaff il compositoreoffre al mondo un nuovomodo di mettere in musica

    un libretto comico, un ge-nere che sin dagli anni ‘40del XIX secolo era in crisisia per la forma che per leidee. Con questo lavoroVerdi ha inventato unnuovo stile abbandonandole forme del melodrammadel diciannovesimo secoloe facendo sparire comple-tamente le forme chiuse e irecitativi. Si tratta di unpasso da gigante nella sto-ria della musica e per que-sto dirigere questo titolo èun vero piacere e un’av-ventura”.Il quinto titolo non èun’opera, ma al FestivalVerdi non dovrebbe maimancare (come alla Scala,dove viene eseguita ognianno): è la “Messa da Re-quiem” in programma il 7 eil 19 ottobre con la Filar-monica Arturo Toscanini eil Coro del Teatro Regio diParma.

    2 ottobre Roma,Auditorium Parco dellaMusica – Sala SinopoliTrilok Gurtu & Arkè

    String Quartet, EnricoRavaDopo il grande successo diArkeology - nominato“Top of the World” da Son-glines Magazine, rivista in-glese per la World Music,Trilok Gurtu & Arkè StringQuartet tornano con unnuovo progetto: un puntod’incontro tra due culture,distanti tra loro geografi-camente ma entrambemolto antiche, due tradi-

    zioni musicali che pur pro-venendo da molto lontanosapranno unirsi in un lin-guaggio nuovo. La straor-dinaria varietà e vivacitàritmica di Trilok Gurtu, cheunisce alle percussioniclassiche indiane il suonoto “drumset” dalle so-norità occidentali, si fondecon il suono del quartettod’archi classico completa-mente rivisitato dagli ArkèString Quartet. Questonuovo progetto dal titoloAcross è arricchito dallapresenza del trombettistajazz Enrico Rava.Intensità ritmica, improv-visazione e virtuosismo sa-ranno gli ingredienti di unprogramma che farà emer-gere la forza del canto e delritmo, cardini espressividella tradizione musicaleindiana e mediterranea.

    3 ottobre Roma,Auditorium Parco dellaMusica – Sala Sinopoli,“Archaeo Hits”, PaoloFresu e Daniele di Bona-ventura con l’EnsembleMare BalticumAl pari del progetto euro-peo a cui è collegato e allamostra ArchaeoMusica che

    approda ad ottobre alParco regionale dell’Appiaantica, di cui inaugura ide-almente l’allestimento ro-mano, il concerto ArchaeoHits strappa al silenzio chesembrava averle inghiottiteper sempre alcune dellemusiche più antiche che sipossano immaginare, “ri-costruendole” anche me-diante la libertà espressivae le prassi improvvisativedel jazz. Un viaggio molto indietroe (anche) avanti nel tempo– in un certo senso, oltre iltempo – che conduce aorizzonti sonori non sem-pre contemplati dalla storiadella musica ufficiale népienamente indagati dal-l’archeologia classica. Unmodo inedito, ispirato e in-formato, di interpretare iprimi metodi di notazionemusicale di cui si ha cer-tezza, adottati nella Greciaclassica e successivamentedai Romani, di far risuo-nare le canzoni delle saghetradizionali scandinave ri-salenti alla Viking Age in-sieme alle prime laude ita-liane, ripescate da preziosi

    manoscritti pre-rinasci-mentali con lo spirito di ri-gore e avventura che hasempre guidato sui rispet-tivi sentieri artistici PaoloFresu, Daniele di Bonaven-tura e i virtuosi svedesidell’Ensemble Mare Balti-cum. I quali in questo caso con-dividono il palco, ma so-prattutto la necessità di ri-leggere l’impronta sonoradi un “giovane” VecchioContinente, lascito digrandi civiltà del passato,fiorite tra il Mediterraneo ei mari del nord, nella realtàeuropea di oggi.

  • Dal 9 al 14 ottobre Padova,Padova Jazz FestivalVenti anni di Padova JazzFestival: a festeggiarli arri-veranno Pat Metheny eSergio Cammariere, oltre aEric Reed, Mike Apple-baum e altri artisti a sor-presa. In scena dal 9 al 14ottobre, la ventesima edi-zione dellak e r m e s s ep a d o v a n aoccuperà lepiù presti-giose sedimusicali cit-tadine, ilTeatro Verdie la Sala deiGiganti, cheospiterannoi concertip r i n c i p a l idel pro-g r a m m a .Durante ilperiodo del festival la mu-sica si diffonderà in tuttala città. Tornerà infatti an-che il format Jazz@bar coisuoi numerosi appunta-menti ambientati in luoghialternativi: locali, ristorantie bar padovani, distribuitisia in centro che fuori città,accoglieranno esibizionilive in contesti informali econviviali. La settimana fe-stivaliera si completerà poicon mostre, presentazioni

    editoriali e performance ar-tistiche sempre con la mu-sica improvvisata a fare dafilo conduttore.Il Padova Jazz Festival è or-ganizzato dall’Associa-zione Culturale Miles pre-sieduta da GabriellaPiccolo Casiraghi, con ilcontributo dell’Assessorato

    alla Cultura del Comune diPadova. Le prime due se-rate del festival padovano,lunedì 9 e martedì 10 otto-bre, entrambe al CinemaPorto Astra, riscalderannol’atmosfera nell’attesa deigrandi live in teatro: sa-ranno delle Open Jazz Ses-sion con effetto sorpresa.Mercoledì 11 ottobre il fe-stival entrerà nel vivo dellasua programmazione, apartire dalla prestigiosa

    Conversazione con Pat Me-theny che si terrà nel po-meriggio al Ridotto delTeatro Verdi.La sera, alla Sala dei Gi-ganti, il trombettista MikeApplebaum col suo quar-tetto, oltre a ospiti a sor-presa, esplorerà un’ampiagamma di stili musicali:standard jazz, classici la-tini, musiche da film. La se-rata sarà anche l’occasioneper presentare il film do-cumentario Music Pat-chwork, diretto da Ales-sandro Andrian, i cuiprotagonisti sono EnnioMorricone e Mike Apple-baum, che è uno dei solistipiù ricercati nelle produ-zioni musicali pop e cine-matografiche. Protagonistamusicale della serata digiovedì 12, ancora alla Saladei Giganti, sarà il pianistaEric Reed, che metterà lesue solide basi gospel, laprofonda conoscenza deiclassici jazz e uno spiccatosenso dello swing al servi-zio della musica di Cole-man Hawkins. Reed si pre-senterà alla testa del suo

    trio statuni-tense, con inpiù l’ag-giunta diPiero Odo-rici: sarà luia impugnareil sax in que-sto impor-tante con-fronto con lastoria delsuo stru-mento. Ve-nerdì 13 ilTeatro Verdiaprirà le

    porte per l’attesa serata de-dicata a un’icona della chi-tarra come Pat Metheny.Con il suo quartetto che lovede circondato da Gwi-lym Simcock al pianoforte,Linda Oh al contrabbasso eAntonio Sanchez alla bat-teria, Metheny torna dopomolto tempo a confrontarsicon la storia della chitarrajazz in uno dei suoi formatpiù classici. “An Eveningwith Pat Metheny” gioca la

    carta della formula aperta,con una scaletta che si pre-annuncia come un pacco asorpresa che aspetta solo diessere aperto. Il TeatroVerdi ospiterà anche la se-rata finale del festival: sa-bato 14 Sergio Cammarierepresenterà il suo più re-cente lavoro discografico,Io, accompagnato da ungruppo di fedeli musicistiche denotano il feeling jazzdel suo cantautorato. Inscaletta ci saranno i suoibrani più amati oltre anuove coinvolgenti can-zoni. Cammariere pescheràdunque dal baule dei ri-cordi i suoi successi più ac-clamati, dipingendoli connuove sfumature e con in-tense sottolineature emo-tive.www.padovajazz.it

    12 ottobre Milano,Teatro degli Arcimboldi13 ottobre Roma,Auditorium Parco dellaMusica,Diana Krall

    Diana Krall, la famosissimacantante e pianista jazzvincitrice di moltiGrammy, ha annunciato laprima serie di date del suoprossimo World Tour 2017-2018 a supporto dell’atte-sissimo nuovo album inuscita per Verve Records ilcinque maggio. Il nuovo al-bum della Krall celebreràil ritorno al jazz e alla

    91APPUNTAMENTI D’ASCOLTO▼ FDS 261

  • 93APPUNTAMENTI D’ASCOLTO▼ FDS 261

    grande canzone americanae segnerà la riunione traDiana con Tommy Li-Puma, il produttore e vin-citore di molti Grammy. Iltour mondiale inizierà inNord America il 2 giugnoed approderà in Europa asettembre. I Teatri di Mi-lano e Roma ospiteranno leuniche serate italiane dove,per la prima volta nel no-stro Paese, si potrà assistereall’esecuzione live deinuovi brani e riascoltare isuccessi e le sonorità chehanno contraddistinto lostile unico dell’affascinanteartista.

    14 ottobre Bergamo,Creberg TeatroPat Metheny

    Metheny è uno dei prota-gonisti più amati e prolificidella scena internazionaleed il suo successo artisticoè stato consacrato dallavincita di 20 GrammyAwards, a tutt’oggi, indieci diverse categorie trajazz, pop, contemporaneae rock e che molto chiara-mente ci delineano il suocamaleontico talento.

    14 ottobre Venaria Reale(To),Teatro della ConcordiaFrancesco De GregoriNei mesi di ottobre e no-vembre, Francesco De Gre-gori sarà protagonista diun tour che lo porterà suipalchi di alcune delle piùimportanti città europee,americane e canadesi,come Londra, Parigi, NewYork, Boston e Toronto, perpresentare live i suoi più

    grandi successi.Prima e durante le date al-l’estero, Francesco De Gre-gori terrà alcuni concerti

    anche in Italia: il 13 ottobreal Vox Club di Nonantola(Modena), il 14 ottobre alTeatro della Concordia diVenaria Reale (Torino), il 26ottobre alla SupersonicArena di S. Biagio di Cal-lalta (Treviso) e il 27 ottobreal Live Club di Trezzo sul-l’Adda (Milano).

    13, 14 ottobre Trieste,Teatro Verdi,Kah Chun Wong

    Musiche di Niccolò Paga-nini, Gustav MahlerViolino: Sergej KrylovVoce solista: Riccardo Mas-seniOrchestra della Fonda-zione Teatro Lirico Giu-seppe Verdi di Trieste

    15 ottobre Roma,Auditorium Parco dellaMusica – Sala S. CeciliaStefano BollaniPiano Solo, più che un tra-dizionale concerto al pia-noforte, è un omaggioall’arte della improvvisa-

    zione. Nel momento in cuiStefano Bollani sale sulpalco per il suo one manshow, tutto può accadere.Non esiste nessuna sca-letta, nessun programma

    di sala a cui aggrapparsiper seguire il succedersidei brani. Lo spettatore è

    trascinato in un’avventuraogni sera diversa, un viag-gio a perdifiato attraversoorizzonti musicali solo ap-parentemente lontani.Si può passare così da Bachai Beatles, da Stravinskij airitmi brasiliani, con im-provvise incursioni nelpop o nel repertorio ita-liano degli anni Quaranta.In questo vero e proprioflusso di coscienza musi-cale, il riso e l’emozione simescolano. Una sola cosaè certa, alla fine del con-certo sarà il pubblico a de-cidere il bis. Bollanidiligentemente segna edesegue sul momento ipezzi richiesti: un medleyimprevedibile in cui il vir-tuosismo si mescola all’ir-riverenza.

  • 95di Francesco Peluso • JAZZ DISCHI ▼ FDS 261

    GIOVANNI FALZONE QUINTET“Pianeti Affini”

    CAM JAZZ CAMJ 7915-5

    Dopo i brillanti tributi a Jimi Hendrix,Ornette Coleman, Led Zeppelin, ilvulcanico Giovanni Falzone rac-chiude in “Pianeti Affini” un naturalefondersi fra arte pittorica ed imma-gini sonore. Il susseguirsi delle com-posizioni (tutte a firma di Falzone)lasciano scoprire un’intrigante “affi-nità” fra improvvisazione jazz e uni-verso interiore. L’amore per la pittura,come quello per la musica, permet-tono al geniale trombettista di im-mergersi appieno nelle forme d’artesopra citate, con lo stesso entusiasmoche profonde nel districarsi fra diver-sificati generi musicali. Un piglio for-temente visionario ed una particolaresensibilità nel plasmare qualsiasiforma, dal rigore della musica clas-sica alle blue note del jazz, imprezio-siscono la scrittura di Falzone che,intorno al fascino delle armonie, dellelinee melodiche e della libera im-provvisazione, propone un asse sucui fa ruotare otto movimenti ispiratiai Pianeti del Sistema solare. I bruschicambi ritmici di “Rosso Marte”, la ve-lata sensualità tanghera di “Il Sole e laLuna”, il marziale approccio de’ “Ladanza di Venere” e la coinvolgente at-mosfera di “Terra”, rappresentanol’apice di un album dalla progettua-lità decisamente originale. Il flussosonoro del quintetto, imperniato sulleluminescenze della tromba di Gio-vanni Falzone, le astrazioni estetichedel trombone di Filippo Vignato, lacentralità armonica dell’accordion diFausto Beccalossi, il solido groove delcontrabbasso di Giulio Corini e le di-latazioni ritmiche della batteria diAlessandro Rossi, si ampia con l’ap-porto delle electronic, offrendo inmodo eclettico ed innovativo imma-gini astrali e musica d’insieme.

    Qualità artistica 9 Qualità tecnica 9

    A trent’anni dal loro esordio disco-grafico con “Riverberi” del 1986, il ce-lebrato gruppo Lingomaniaripropone il suo sound in una recenteproduzione ABEAT RECORDS dal ti-tolo “Lingosphere”. All’esuberanza di-namico-timbrica della metà deglianni ’80, inconfondibile cifra che ca-ratterizzò il jazz-rock di quel periodo,in “Lingosphere” si rileva un tratto jazzdecisamente più modern mainstreame scevro da sgargianti tonalità fusion.L’album, tuttavia, propone un’im-pronta ugualmente densa di forti con-taminazioni che attualmente puòavvalersi della maestria maturata intre decenni dai cinque attori dellapluripremiata band italiana. MaurizioGiammarco ai sassofoni, UmbertoFiorentino alla chitarra, Furio Di Ca-stri al contrabbasso, Roberto Gattoalla batteria e la new entry GiovanniFalzone alla tromba dispiegano, nellosvelarsi degli otto brani del disco, ta-lune coloriture che, prendendospunto dalla originale matrice, rivol-gono lo sguardo ad una contempora-neità espressiva di conclamatospessore. I brani, tutti scaturiti dallavena creativa di Giammarco e Fioren-tino, offrono uno spaccato di jazz chefonda le sue radici in una comune econdivisa visione collettiva a disca-pito del singolo preziosismo formale.Fra le composizioni originali inclusenel disco, si può ascoltare “Molti annifa” (brano scritto all’epoca dellaprima esperienza del quintetto) ,quale marchio di fabbrica di ungruppo “che ribadisce, anche in que-sta recente reunion, una convincentesintesi fra differenti linguaggi e che,in questa nuova fase creativa, intenderiproporre il proprio fare jazz all’at-tenzione del suo fedelissimo pubblicoe della stampa specializzata.

    Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica8,5

    LINGOMANIA“Lingosphere”

    ABEAT RECORDS ABJZ 174

    QUERCUS“Nightfall”ECM 2522

    L’oscura vocalità di June Tabor, il fa-scino del sassofono tenore e sopranodi Iain Ballamy e il magnetico piani-smo di Huw Warren compongono untrio dalla intimistica ed onirica con-notazione estetica che dà vita a “Ni-ghtfall”, secondo album del trio,ricolmo di una rarefatta e chiaroscu-rale eleganza progettuale, a sottoli-neare l’appartenenza alla prestigiosascuderia del patron Manfred Eicher.Nel fluire degli undici brani si restaammirati nel ritrovarsi al cospetto distrutture provenienti dal folk, dal jazze dal mondo cameristico che, graziealla concreta versatilità del lessico diJune Tabor, Iain Ballamy e Huw War-ren si miscelano in un tutt’uno, qualecifra stilistica di Quercus. Il trio, co-nosciuto ed apprezzato nel lavorod’esordio del 2013, ripropone anchein questa nuova produzione per la te-desca ECM il proprio verbo, a con-ferma dell’abilità dei tre musicisti nelsaper coniugare e ricontestualizzare ilvariegato materiale a loro disposi-zione. Bastano pochi secondi diascolto per individuare in “Nightfall”un percorso denso di amarcord e fla-shback che mostrano la straordinariaabilità del trio di manipolare più cherivisitare. In apertura “Auld LangSyne” (stranota canzone popolare bri-tannica), la poetica “Don’t Think TwiceIt’s Alright” del Nobel Bob Dylan, lostandard “You Don’t Know What LoveIs” (ballad a firma di Don Raye eGene De Paul) ed ancora il tema di“Somewhere” fino alle composizioni diHuw Warren, di Iain Ballamy e talunioriginali arrangiamenti di altri branidella tradizione folk inglese, in unquadro d’assieme che piace, sia neimisurati interventi individuali, chenel suo procedere collettivo.

    Qualità artistica 8,5 Qualità tecnica9

  • 96 FDS 261▼ ANNUNCI COMPRO/VENDO

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