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Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito

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Numero 3- anno 1- Novembre 2010 Giornale gratuito

ALLAH E’ AMORE, E’ IL PIU’ FORTE

Allah è gioia

Allah è amore

Allah è vita

Allah è speranza

Allah è tutto per me

non voglio questa vita

ma l’altra.

Allah è il Creatore dell’universo.

Il Diavolo continua ad attaccare

manifestando il suo odio,

ferendoci nell’anima.

Si prende gioco di noi

ci spinge con forza

buttandoci per terra.

La forza di combatterlo

viene da Allah,

la forza di Allah

è tirarci su

e continuare a lottare

più forti di prima.

Allah ci da la vittoria

e trionferà su tutto

ciò che è male

e il Diavolo non può nulla

contro la forza di Allah

Allah è il più forte.

Mamdouh

Editoriale - 4

Conferenza scientifica sulle origine della

vita - 5

So che l’Islam e’… - 7

L’educazione dei figli- 8

Riguardo i matrimoni forzati- 10

I convertiti all’Islam – 10

La voce di nuovi musulmani – 11

Ebraismo – 13

Chi era Umar Ibn Al-Khattab? – 16

I pashtun e l’Afghanistan – 20

Chi era Bilàl? - 21

I musulmani in Nigeria - 24

La morte della madre - 25

I nostri digiuni e le commemorazioni- 27

Le 7 persone che sono nella protezione di

Allah (swa)- 28

Jermaine Jackson musulmano da piu’ di 20

anni - 28

L’hijab e la paura degli “altri” – 30

La lingua Urdu pakistana – 32

I credenti vedranno il loro Signore nel

Giorno del Giudizio – 33

Gli Hui: i musulmani cinesi– 33

Le poesie di Usama – 34

Cose utili per noi musulmani da sapere –

35

Gran Bazaar: mostre, film, cd, ristoranti, siti,

moschee, libri– 39

Il Ricettario – 45

Animali nel mondo: i delfini/ l’elefante

africano e l’asiatico – 46

Redazione: Mamdouh AbdEl Kawi Dello

Russo

Hanno collaborato:

Giorgia Afnan Mohammed Al Khald

Nasirah Cavaney

AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi Ummusama

Zeinab Nour White Amina umm Samìr

Fatima Asya Baraka

Usama Abul Asad Un ringraziamento a: Muadh e Rabia

Editore: El dìn Ed.

Sito: http://mondoislam.altervista.org/

e-mail: [email protected]

Assalamu aleikum, siamo entrati nel mese islamico di Dhu-l

–Hijja, il mese in cui molti musulmani si recano alla Mecca

per il Pellegrinaggio maggiore Hajj. Questo mi riporta alla

mente il mio Pellegrinaggio di 1 anno fa, l’anno scorso c’ero

anche io fra i 2 milioni di pellegrini provenienti da tutto il

mondo, e forse anche un numero superiore, al di là delle

previsioni, che davano già per scontato un numero minore di

affluenza a causa della suina, ricordate? I musulmani non si sono fermati davanti a nulla,

me compreso, di fronte alla più grande ed importante esperienza di tutta una vita. Il

Profeta Muhammad (saw) ha detto:"Non c'è opera migliore di quelle fatte in questi 10

giorni di Dhu-l- Hijja”. I Compagni dissero: “Nemmeno il Jihad?” , il Profeta disse:

“nemmeno il Jihad, salvo un uomo che esce rischiando la sua vita e le sue proprietà e non

torni con nulla (cioè, perderebbe la sua vita e la sua fortuna per Allah).” Al-Bukhari. Auguro

a tutti i musulmani un bellissimo Pellegrinaggio, sperando che si ricorderanno di noi con le

invocazioni durante il Tawaf attorno alla Kabah. A metà mese ci sarà anche la festa del

sacrificio Aid al Adha, auguro a tutti i musulmani nel mondo AID MUBARAK! Come

riporta la Sura As-Ssafàt /I Ranghi (v. 103/107): “Quando poi entrambi si sottomisero

(Abramo e Ismaele), e lo ebbe disteso con la fronte a terra. Noi lo chiamammo: ‘O

Abramo, hai realizzato il sogno. Così Noi ricompensiamo quelli che fanno il bene. Questa

è davvero una prova, chiara, evidente’ . E lo riscattammo con un sacrificio generoso”. Non

poteva uscire in un periodo migliore il numero 3 di “Mondo Islam”, a pag. 27 troverete

l’articolo “I nostri digiuni e le commemorazioni” in tema con il mese di Dhu-l –Hijja e la

festa dell’Aid. Anche in questo numero molti sono gli articoli e i nuovi collaboratori, ho

preferito dare spazio anche agli altri fratelli e sorelle, come è giusto che sia. Leggerete

della conferenza di Harun Yahya per la prima volta in Italia, articoli sull’educazione dei

figli, sui matrimoni forzati, sui convertiti all’Islam, sull’Ebraismo, su Umar ibn al

Khattab. E poi ancora: la storia di Bilal, Afghanistan, i musulmani in Nigeria, la lingua

urdu pakistana, i musulmani cinesi, e fra gli altri anche lo sheikh Mahmoud El Masri,

la conversione di Jermaine Jackson all’Islam e l’articolo “I credenti vedranno il loro

Signore nel Giorno del Giudizio” a pag. 33. In “Cose utili per noi musulmani da

sapere” c’è la Clausula Testamentaria da compilare e stampare, e suggerimenti per

aprire un negozio sia on-line che un negozio vero e proprio in mattone, il tutto in modo

halàl naturalmente. Nella rubrica “Gran Bazaar” la mostra dell’Arte Islamica a Milano, e

in “Animali nel mondo” il Delfino e l’elefante africano e l’asiatico.

Buona lettura.

Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

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CONFERENZA SCIENTIFICA SULLE

ORIGINI DELLA VITA

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Giusto ieri stavo camminando e per strada

cosa vedo? un manifesto grande di una

conferenza con su scritto il nome di...Harun

Yahya. Ho sempre stimato molto questo

studioso ma non avrei mai immaginato di

vedere tra gli altri cartelloni pubblicitari una

conferenza di Harun Yahya. Un'immagine

enorme della cosiddetta "evoluzione"

dall'uomo/scimmia sino all'uomo di oggi, con

su scritto un enorme FALSO! Mi ha fatto un

certo effetto, ho pensato subito "finalmente

qualcuno che dice la verità sulla teoria di

Darwin", e guardando più in basso scopro il

nome..."ma è...Harun Yahya!" MashaAllah!

Anni fa avevo letto alcuni suoi libri, quando il

suo nome non era ancora molto popolare per

la ummah quì in Italia, oggi ormai quasi tutti i

musulmani lo conoscono.

Ecco i dati:

Conferenza Scientifica Sulle Origini Della

Vita. Milano – Sala Volta ore 21,00/ 23, 30.

21 Ottobre 2010, al Palazzo Delle Stelline in

Corso Magenta, 61 -Relatori: Dr. Oktar

Babuna e Dr. Cihat Gündogdu.

Il giorno prima pensando anche ai miei fratelli

e sorelle, ho fatto un sopralluogo del posto

dove si sarebbe tenuto il convegno. Dalla

fermata della metro Cadorna, fino al Palazzo

sono a piedi circa 10 o 15 minuti, non è molto

lontano, la via che si chiama Corso Magenta

si trova vicino a via Vincenzo Monti, il

numero civico è 61. È a fianco ad un hotel di

3 stelle. Nessun manifesto che indichi il

convegno con Harun Yahya, nessuna foto,

nessun volantino, nessun indizio per capire

che ci sarebbe stato questo incontro. Sono

andato fino in fondo, ho chiesto un depliant

del programma del mese dei convegni, non

me l'hanno voluto dare, però gentilmente mi

ha detto di visitare il sito www.stelline.it So

anche che è stato contestato da certi

musulmani (tanto per cambiare), ma non sta a

me giudicare questo uomo con un lavoro

ottimo e anni d'esperienza alle spalle,

mashaAllah! Visitando un pò di siti, ho

constatato che ci sono persone ostili – erano

alcuni anche al convegno-, denigratori sulle

teorie di Harun Yahya, scettici, islamofobi, ho

pensato subito “può darsi che faranno di tutto

per far saltare l'incontro, ma inshaAllah si

terrà”

Questo il commento sulla mancata

partecipazione alla conferenza di Fabrizio

Fratus, moderatore dell'evento: "la società

organizzatrice dell'evento di Milano, è stata

invitata a bloccare l'iniziativa scientifica. I

dirigenti del Palazzo delle Stelline sono

talmente preoccupati sull'afflusso dei

partecipanti (darwinisti, anti darwinisti e

dubbiosi) da richiedere che la questura sia

informata del convegno. Intanto, come accade

spesso, quando la macchina dell'informazione

evita di trattare un tema, il web si scatena

accendendo dibattiti. Noi andiamo avanti e

giovedì saremo a Palazzo delle stelline,

dentro o fuori comunque ci saremo. Il giorno

dopo ci trasferiremo a Roma nella sala del

Carroccio del Comune per il contenzioso tra

evoluzionisti e anti evoluzionisti'.

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“Bloccare la conferenza?! –mi scrive la

sorella Sofy su Facebook- scusate, se gli altri,

che non sostengono queste teorie, sono sicuri

di se stessi e su quello che affermano, non

dovrebbero aver nessun tipo di problema nel

confronto con gli altri, anzi.!!! Quindi vuol

dir che poi alla fine non sono così sicuri come

pensano”.

Sono convinto che non sono poi così sicuri,

cercano di arrampicarsi come possono sui

vetri ma non riescono, perchè scivolano

sempre giù, cadono, come le loro teorie. Il

dibattito è stato molto bello. Carabinieri e

polizia fuori perchè temevano risse, invece è

stata una serata tranquilla e molto istruttiva.

Harun Yahya era in collegamento con noi

solo per i saluti, il resto l'hanno fatto i suoi

relatori, un ottimo lavoro. Il tutto è iniziato

con un pò di ritardo, vero le 21,20, i relatori

hanno cominciato a spiegare tutte le teorie

scientifiche e le prove coraniche, prove

schiaccianti contro le teorie razziste,

distruttive -vedi guerre ed olocausto- inutili di

Darwin e Karl Marx.Parlavano in perfetto

inglese, noi avevamo la traduzione con tanto

di cuffia, il tutto sotto gli occhi degli scettici.

“La filosofia materialista, che accetta solo

l'esistenza della materia e suppone che l'uomo

sia solo un 'mucchio di materia', afferma che

non sarebbe nulla di più di un animale, dove

il 'conflitto' costituisce l'unica regola della

sua esistenza. Anche se viene propagata come

una filosofia moderna basata sulla scienza, il

materialismo è in realtà un antico dogma

privo di basi scientifiche. Concepito

nell'antica Grecia, questo dogma fu

riscoperto dai filosofi atei del Settecento.

Nell'Ottocento, fu poi trapiantato in diverse

discipline scientifiche grazie a pensatori come

Karl Marx, Charles Darwin e Sigmund

Freud. In altre parole, la scienza venne

distorta per far posto al materialismo. Gli

ultimi due secoli hanno costituito una

sanguinosa arena per il materialismo: le

ideologie basate sul materialismo (o ideologie

concorrenti che si opponevano al

materialismo, ma ne condividevano le

premesse) hanno portato uno stato

permanente di violenza, guerra e caos nel

mondo. Il comunismo, responsabile della

morte di 120 milioni di persone, è il risultato

diretto della filosofia materialista. Il

fascismo, anche se pretende di costituire

un'alternativa alla visione materialista, ha

accettato il concetto materialista

fondamentale del progresso attraverso il

conflitto e ha lanciato regimi oppressivi,

massacri, guerre mondiali e genocidi.”.

Tratto dall’Introduzione del libro di Harun

Yahya “L’inganno dell’evoluzione”.

Spiegazioni, video, la sala era piena,

soprattutto di musulmani ma anche di amanti

della scienza, scettici, atei e comunisti. Dopo

le 23 un video tradotto in diretta in italiano -

non mi piaceva la voce, annoiava, meglio la

traduttrice nella cuffia- e nel finale le

domande....quelle che temevo. Facevano

domande per mettere in difficoltà i relatori,

che sapevano invece rispondere a tutto, con

spiegazioni lunghe e dettagliate, chi faceva le

domande non conosceva veramente bene

l'argomento e nemmeno l'inglese. E' finito il

tutto verso mezzanotte.

Le copie del nuovo libro all’uscita erano già

esaurito e non ho fatto in tempo ad

acquistarne una, credo fossero gratuite. La

teoria di Darwin, già! molti si basano sulla

teoria razzista ed atea di quest'uomo, che

diceva che l'essere superiore era l'uomo

bianco, che l'uomo proviene dalla scimmia e

si è evoluta nell'uomo, che non esiste Dio e

tutto si è creato spontaneamente

(astaghfarullah), che sollecitava ad intervenire

sulla natura, ovvero creare da due insetti

diversi un’altra specie di insetto, un incrocio

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insomma... per poi causare danni sulla

creatura la quale non reggeva tale mutamenti

ed aveva una vita bravissima. Era questa

l'evoluzione secondo Darwin, invece

l'evoluzione aggiungerei è l'intelletto, le

scoperte per la medicina per curare le malattie

e persino questo benedetto internet, cioè la

tecnologia. Gli scettici erano partiti prevenuti,

pensando di ridicolizzare i fratelli e metterli in

difficoltà, tutto l'opposto, el hamdulillah, i

quali hanno dato prove scientifiche ed

anche....coraniche (Corano).

I libri di Harun Yahya sono indispensabili,

come i 4 siti:

www.segretoaldiladellamateria.com

http://www.harunyahya.it/

http://www.lingannodellevoluzione.com/

http://www.gesuritornera.com/

La sezione italiana di Harun Yahya cerca

traduttori volontari che possano tradurre i

libri di Harun Yahya dall'inglese all'italiano.

Questi libri sono molto importanti perché

sono stati scritti non solo per i musulmani,

anche per i non musulmani. Molte persone

hanno abbracciato l’Islam leggendo i suoi

libri mashaAllah. Inoltre stanno cercando

editori in Italia per i loro libri italiani. Harun

Yahya non prende alcun profitto sui suoi libri,

lui scrive solo per l'approvazione di Allah

(swa) –contrariamente alle voci infamanti che

circola su internet-. In passato sono stati

pubblicati due libri di Harun Yahya in Italia

dall'editore al-Hikma come “L’inganno

dell’evoluzione”. Chiunque sia interessato a

pubblicare questo materiale prezioso contatti

direttamente i siti ufficiali di Harun Yahya,

inshaAllah.

SO CHE L’ISLAM E’…

Di Giorgia Afnan

Sono sicura di poter asserire che l'Islam è la

religione della misericordia e della

compassione, al contrario di quanto

affermano tutti coloro che continuano ad

abbinare l'ultima religione rivelata ad un

ammasso non ben definito, "tanto son tutti

musulmani", di terroristi, kamikaze che

l'unico scopo che hanno nella vita è rovinare

quella altrui con paure, scontri e violenza.

Sono sicura perché se io cerco sul Corano

sotto la parola: misericordia, misericordioso,

perdonatore, clemente, gentilezza, carità e

parole simili, mi rendo conto che non c'è una

sola riga del sacro Libro a non averne almeno

una! Lo so perché ogni sura del Corano il

Generoso, inizia con "BismiLlah ar Rahmani

ar Rahim - Nel nome di Dio il Misericordioso

ed il Clementissimo" e non con "in nome di

Dio severo nel castigo"....Lo so perché

conosco che la pazienza è parte della religione

ed anche perché nel sacro Corano c'è scritto

non di "porgere l'altra guancia" ma

addirittura di comportarmi bene con chi non

mi è amico, se Dio vuole diventerà il mio più

grande amico: Sura Al Fussilat (le esposte

chiaramente) vers. 34: “Non sono certo

uguali la cattiva [azione] e quella buona.

Respingi quella con qualcosa che sia

migliore: colui dal quale ti divideva

l'inimicizia, diventerà un amico

affettuoso”.Ne sono certa perchè il

Messaggero di Dio (saw) ha detto: "A colui

che non ha compassione degli altri, Dio non

usa misericordia" (riportato da Al-Bukhary e

Muslim)

E ancora nel sacro Corano, Sura As Shura (La

Consultazione) vers.40-43 è riportato: “La

sanzione di un torto è un male

corrispondente, ma chi perdona e si

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riconcilia, avrà in Allah il suo compenso. In

verità Egli non ama gli ingiusti. Chi si difende

per aver subito un torto non incorre in

nessuna sanzione. Non c'è sanzione se non

contro coloro che sono ingiusti con gli uomini

e, senza ragione, spargono la corruzione

sulla terra: essi avranno doloroso castigo.

Quanto invece a chi è paziente e indulgente,

questa è davvero la miglior disposizione”. So

che l'Islam è la religione della gentilezza e

della cortesia nei confronti di tutti "Colui che

non ringrazia la gente non ringrazia Dio -

Allah"(Profeta Mohammed saw - Ahmad e At

Tirmidhy)

So che la parola centrale del sacro Corano è

proprio "gentilezza" Sura al Kahf (la

Caverna) vers. 19 "ché cerchi il cibo più puro

e ve ne porti per nutrirvi. Si comporti con

gentilezza...."

So che quando mi si dice che "Nel

cristianesimo le parole base sono ‘carità e

amore’ mentre nell'Islam....... questo

argomento voi non lo considerate

proprio"...ecco so, el hamdulillah, che certa

gente dovrebbe prendersi un bel Corano,

leggerlo senza pregiudizi, capire e poi parlare.

Può andare bene che le persone non

condividano ci mancherebbe, ma relegare

l'Islam ad una religione razzista, violenta,

classista, terrorista...no, questo non mi va

bene!

“La carità non consiste nel volgere i volti

verso l’Oriente e l’Occidente, ma nel credere

in Allah e nell’Ultimo Giorno, negli Angeli,

nel Libro e nei Profeti e nel dare, dei propri

beni, per amore Suo, ai parenti, agli orfani, ai

poveri, ai viandanti diseredati, ai mendicanti

e per liberare gli schiavi; assolvere

l’orazione e pagare la decima (zakat).Coloro

che mantengono fede agli impegni presi,

coloro che sono pazienti nelle avversità e

nelle ristrettezze, e nella guerra, ecco coloro

che sono veritieri, ecco i timorati. (Corano II.

Al-Baqarah 177)

Al hamdulillahi Rabbel ‘alamyn - Lode a Dio

Signore dei mondi creati.

L’EDUCAZIONE DEI FIGLI

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Un giorno in una moschea mi hanno chiesto

alcuni fratelli un parere

sui giovani, da quel

dibattito spontaneo e

improvvisato –a volte

riescono meglio di

quelli preparati- prendo

spunto per questo

articolo, inshaAllah.

Molti genitori sono

preoccupati per i loro

figli, temono che non

cresceranno

islamicamente in modo corretto in questa

società che insegna spesso cose negative e

totalmente contrarie all’Islam. Bisogna

cominciare dai più piccoli, dai bambini, in

modo che possano crescere con gli

insegnamenti del Corano e del nostro

Profeta Muhammad (saw). Spesso

nell’infanzia i bambini sono attratti da cartoni

animati che non centrano nulla con l’Islam,

dai video clip musicali di Shakira o simili, e

dalle lotte tipo i lottatori di Wrestling come

Batista o Rey Mysterio. Dobbiamo cercare di

spostare il loro interesse su cose che

potrebbero a loro piacere ma che insegnino

qualcosa di religioso, e qui dobbiamo davvero

impegnarci noi in prima persona, inshaAllah.

Quindi proporre cartoni animati islamici,

corsi religiosi e di arabo nelle moschee. Le

moschee hanno un ruolo importantissimo, che

dovrebbero sfruttare al meglio coinvolgendo i

bambini. È un modo per farli tornare nella

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nostra realtà religiosa, poiché molti di loro

studiano nelle scuole italiane dove insegnano

anche cose contrarie ai nostri precetti

religiosi. Il figlio di un fratello un giorno è

tornato dal padre con una domanda “ma papà

è vero che noi proveniamo dalle scimmie?”,

gli avevano insegnato quella famosa teoria di

Darwin (vedi anche articolo da pag.5). Il

padre gli ha spiegato che non è così, la madre

è rimasta sbalordita, non aveva mai sentito

una cosa simile in Egitto. Così ho detto al

bimbo “ogni volta che torni da scuola dì

tutto ai tuoi genitori, qualsiasi cosa che fai e

che ti insegnano, non dimenticarlo”. Gli

avevano anche insegnato che siamo figli di

Dio, il nostro Sacro Corano dice chiaramente

che non siamo figli di Dio ma Sue creature.

Quindi il padre in casi come questo deve

spiegare ai propri figli di rispettare il credo

degli altri, però anche di prendere certe

distanze da cose a noi totalmente proibite.

Sono in quei anni che comincia a formarsi il

carattere e l’educazione di una persona, per

poi arrivare all’adolescenza. Altro periodo

particolare, il più difficile per una persona. Mi

ricordo la mia adolescenza e ricordandola non

posso che capire il pensiero degli adolescenti,

inshaAllah. Il loro sogno è raggiungere la

maggiore età per poter essere più liberi nelle

loro scelte e nella vita, anche i musulmani.

Bisogna a questo punto capire che tipo di

“libertà”, spesso viene confusa con le cose

futili e proibite “haràm”. A quell’età si tende

spesso a copiare e quindi assimilare tutto ciò

che ci insegna nel bene e nel male

l’Occidente. Dallo stile di vita,

all’abbigliamento, dal linguaggio, alle

preferenze musicali ecc… E quindi ecco la

camminata strana, il pantalone a vita bassa, la

musica hip hop o metal, il tatuaggio,

l’orecchino.

I genitori devono stare vicini ai loro figli

anche a quell’età critica, difficile. Per non

finire poi in situazioni come la pakistana

uccisa o la marocchina picchiata perché

amava vivere all’Occidentale. Spesso questi

genitori non sono praticanti e scoprono la

Fede troppo tardi e il più delle volte in modo

errato, ultra rigido ed estremo. Quindi

passano dal vivere la fede in modo

disinteressato al modo rigido, questo può

creare squilibrio, l’Islam è equilibrio, non mi

stancherò mai di dirlo. È sbagliato anche il

rapporto che hanno molti musulmani nei

confronti dei loro figli, spesso li osservo e

vedo in loro un comportamento troppo

dittatoriale, severo. Ve bene, non bisogna

nemmeno essere permissivi in tutto, ma

nemmeno rimproverare in continuazione i

figli, sgridarli, pretendere questo e quello. Ho

spiegato ai fratelli che dobbiamo essere amici

dei nostri figli e non creare barriere inutili.

Essere amici non significa farsi mancare di

rispetto, maltrattare ed acconsentire ai loro

capricci. Essere amici vuol dire

ascoltarli,creare un dialogo, giocare con loro.

In questo modo i figli vi chiederanno consigli,

si confideranno e staranno molto più attenti

prima di fare qualcosa. È vero, il ruolo del

genitore non è facile, ma è un impegno da

prendere seriamente e non da sottovalutare.

Alcuni genitori marocchini raccontavano la

loro disgrazia, quella di vedere i loro figli

seguire le sette sataniche, sotto l’influenza di

amici più grandi. Si erano totalmente

allontanati dalla religione e da Dio.

Ripudiavano persino i loro nomi islamici,

come se si vergognassero di portarli,

adottando altri nomi più “cool”, più da

tendenza. Ecco, per evitare di arrivare a quei

livelli bisogna incominciare a lavorare con i

propri figli sin dall’inizio, molto prima. E

adesso? Non è troppo tardi, ma più difficile da

recuperare. Che Allah ci guidi sempre sulla

Retta Via inshaAllah.

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RIGUARDO I MATRIMONI FORZATI

Traduzione di Mohammed Al Khald

1) Domanda: E' consentito per un padre

costringere la figlia in un matrimonio

che non vuole?

Risposta: Non è possibile per un padre o per

qualcuno dietro di lui costringere la figlia o

una sotto la sua tutela a sposare qualcuno che

non vuole sposare.

Piuttosto è necessario cercare il suo consenso

e permesso, questo in accordo con il seguente

Hadith del Profeta(saw): "La vergine non

dev'essere sposata fino ad avere il suo

consenso". I Compagni hanno detto: "O

Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"?

Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo

silenzio". Ed in un'altra narrazione:

Considerando la vergine, suo padre cerca il

suo consenso ed il suo consenso è il silenzio.

Di conseguenza è obbligatorio per il padre

quando la figlia raggiunge l'età di nove anni

in poi chiedere il suo consenso. Questo è

uguale anche per eventuali suoi tutori, non

può essere sposata senza il suo consenso.

Questo è obbligatorio su tutti. Chiunque sposi

sua figlia senza il suo permesso/consenso

allora l'unione non è giusta, poichè uno dei

termini del matrimonio è il consenso ed il

piacere di entrambi le parti. Così se la sposa

non è soddisfatta e viene costretta con

minacce o persino violenze, l'unione non è

valida...

E' richiesto dal futuro marito, quando sa che

la donna non vuole l'unione, di non proseguire

per il matrimonio anche se il padre lo facilita

e lo incoraggia. E' obbligatorio se lui teme

Allah(swt) di non andare con la donna che

non lo vuole per il matrimonio... e'

obbligatorio affinchè lui si guardi da quello

che Allah(swt) ha reso illegale e questo il

Profeta Muhammad(saw) ordinava il

consenso delle ragazze. Shaykh Ibn Baz in

Fataawal-Mar'ah Vol. 2. p.50

2) Domanda: Ho una sorella e mio padre

l'ha sposata con uno senza cercare il

suo consenso e senza che lei sia

soddisfatta di lui. Lei ha 21 anni e ha

fatto una testimonianza falsa per dire

di essere favorevole al matrimonio...

Cosa dice la legge islamica per quanto

riguarda questo contratto di unione?

Risposta: La cosa giusta da dire in questa

materia è che è illegale per il padre

costringere la ragazza nel matrimonio con

qualcuno che non voglia anche se è adatto,

poichè il Profeta(saw) ha detto: "La vergine

non dev'essere sposata fino ad avere il suo

consenso". I Compagni hanno detto: "O

Messaggero di Allah, qual'è il suo consenso"?

Ed il Profeta(saw)ha risposto: "Il suo

silenzio". E' riportato in Sahih Muslim: "Suo

padre deve cercare il consenso della

vergine". Shaikh Ibn Uthaimeen in

Fataawal-Mar'ah Vol. 1. p.47

I CONVERTITI ALL’ISLAM

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Sono molti i tornati all’Islam in Italia,

mashaAllah, ed io faccio parte di essi Loda a

Dio L’Altissimo. Ci definiamo –ed è giusto

che sia così- “tornati all’Islam” e non

“convertiti” poiché Allah (swa) ha creato

tutte le creature musulmane, sin dalla nascita

ognuno di noi è “muslim” che significa

“sottomesso a Dio”, sono i genitori a far

diventare poi un figlio “cristiano”, “ebreo”,

“indù”, “buddista” o altro. La definizione

“cristiano” significa “seguace del Cristo”,

così come “ebreo” dal popolo d’Israele

“seguaci dell’ebraismo”, l’indù è seguace

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dell’Induismo, il buddista lo è di Buddha,

da questo numero vi spiegheremo anche le

altre religioni, con rispetto, inshaAllah (vedi a

pag.13). Il Profeta Muhammad (saw) disse:

“Ogni bambino nasce musulmano, sono i suoi

genitori che ne fanno un israelita (ebreo), un

cristiano o uno zoroastriano (adoratore del

fuoco)”.

Noi non siamo “maomettani” o “islamici”,

bensì “musulmani”. Conosco personalmente,

-altri solo su internet-, molti fratelli e sorelle

italiane, che rispetto ed apprezzo per il loro

lavoro svolto per amore di Allah il Signore

dei mondi. Molti di questi collaborano con i

loro preziosi articoli su “Mondo Islam”.

Essere musulmano italiano non significa per

questo conoscere l’Islam meglio dell’arabo –

accade anche questo el hamdulillah- o essere

migliore di chi è sempre stato musulmano. Il

Profeta Muhammad (saw) disse: “Un arabo

non è superiore a un non arabo, né un bianco

è superiore a un nero, e viceversa, ad

eccezione che in timor di Dio”.

Tuttavia ci sono musulmani italiani che con

pochi anni di studio sull’Islam alle spalle

pensano di essere già arrivati –nessuno lo è,

nemmeno dopo la morte-, credono di sapere

ormai tutto o quasi, e meglio degli altri, in

questo modo sono convinti di poter insegnare

anche a chi lo è sempre stato musulmano,

oppure a chi lo è da più tempo. Forse lo fanno

in buona fede, comunque sia è un

atteggiamento sbagliato. Acquisito le

conoscenze soprattutto da una corrente

islamica, quindi da un certo modo di

interpretare le cose, sono convinti che tutti gli

altri siano nell’errore, e quindi pensano di

potersi permettere di criticare sapienti, dottori

o insegnanti dell’Islam, che studiano con

impegno da decenni la Religione. Facendo

così si rischia di diventare arroganti,

prepotenti, superbi. Invece ci vuole molta

umiltà e grande voglia di imparare sempre,

ascoltare gli altri e non avere esclusivamente

tutte le attenzioni. Spesso, lo sbaglio di certi

italiani musulmani e di arabi tornati alla

religione dopo anni di ignoranza e poca

conoscenza dell’Islam, è quello di voler

insegnare subito agli altri l’Islam, credendo di

avere i requisiti, la conoscenza e l’esperienza

per poterlo fare. In realtà molti di loro

tendono verso la rigidità e ci vogliono diversi

anni di studio per essere davvero idonei,

inshaAllah. Di solito si rischia di cadere nei

gruppi, di apprezzare solo una scuola di Fiq e

magari criticare le altre, è davvero da evitare

il più possibile questo tipo di comportamento.

Come è sbagliato il voler imparare tutto e

subito, partire sin dall’inizio con la “quinta

marcia” per poi rallentare dopo tanti scontri,

ed indebolirsi così nella fede. Consiglierei di

cominciare a studiare seriamente e con calma,

mantenere la mente aperta in modo giusto ed

equilibrato e soprattutto studiare l’arabo, per

poi prendere le informazioni da fonti originali

e non da traduzioni su traduzioni. Nel numero

scorso di “Mondo Islam” c’erano le

spiegazioni di come poter studiare la lingua

araba all’estero. Ecco, la cosa migliore è

organizzarsi per poter studiare a Medina, in

Egitto, in Siria o in altri paesi di prevalenza

musulmana inshaAllah. Di solito –mi

spiegava un fratello- l’italiano che tende a

prendere l’Islam di petto, quando era cristiano

o altro, non era affatto praticante, non

conosceva la dolcezza e il Vero amore per

Dio, non aveva mai letto attentamente le

Sacre Scritture. Forse è anche una questione

di carattere, ma credo che influisca molto il

fatto della religiosità in una persona, prima e

dopo. Vi consiglio di leggere il seguente

articolo “La voce dei nuovi musulmani”.

LA VOCE DEI NUOVI MUSULMANI

A cura di Nasirah Cavaney

Ci sono molte idee sbagliate riguardo l'Islam;

un'idea sbagliata molto frequente è su come i

Musulmani vedono persone di altre fedi.

11

Molta gente purtroppo crede che noi

convertiamo per forza e che odiamo tutti i non

Musulmani. Questo è totalmente falso. I

convertiti all'Islam provengono

principalmente da famiglie non Musulmane.

Smettiamo di amare, onorare e rispettare i

membri della nostra famiglia nel momento in

cui facciamo la Shahada (dichiarazione di

fede) e diventiamo Musulmani? Rompiamo i

legami con la famiglia? All'epoca del Profeta

Muhammad(saw) i primi convertiti si sono

trovati esattamente nella nostra posizione.

Cosa gli è stato ordinato di fare? Uno dei

primi convertiti ha chiesto al Profeta(saw) se

doveva o no vedere sua madre non

Musulmana, il Profeta(saw) gli ha risposto di

vederla e curarla. Questo è registrato anche in

un Hadith. I giuristi Musulmani hanno preso

il seguente Hadith e ne hanno dedotto che è

essenziale che un Musulmano curi i propri

genitori, i fratelli e gli altri parenti di

qualunque religione siano. La famiglia è

molto importante nell'Islam."Chiunque crede

in Allah(saw) e nell'Ultimo Giorno, mantiene

i legami della regalità". Hadith. Cosa dice

l'Islam riguardo quelli che non sono membri

della famiglia? Allah(Swt) dice chiaramente

di non proibire la bontà verso i non

Musulmani.

Per quanto riguarda il convertito, il Qura'an

(Corano) dice: “Non c'è costrizione nella

religione. La retta via ben si distingue

dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede

in Allah, si aggrappa all'impugnatura più

salda senza rischio di cedimenti. Allah è

audiente, sapiente”. Sura “Al Baqara/ la

Giovenca”, v. 256

Sono stati i commercianti Musulmani a

portare l'Islam in Indonesia, il più grande

paese Musulmano del mondo, non gli eserciti

Musulmani. L'Islam non proibisce ai

Musulmani di essere gentili e generosi verso

la gente di altre religioni con riguardo

speciale alla gente del Libro (ebrei e cristiani),

sia se vivono in una società Musulmana che

non Musulmana. Gli ebrei ed i cristiani

vengono chiamati la gente del Libro poichè in

origine erano portatori di una religione

rivelatrice. Come Musulmani crediamo nella

profezia di Mosè (pace su di lui), di Gesù

(pace su di lui) e crediamo che siano portatori

di un messaggio di Allah (swt).Per questo

motivo esiste un rapporto di misericordia e

regalità tra ebrei, cristiani e Musulmani.

Allah(swt) dice nel Corano: "Crediamo in

Allah e in quello che è stato fatto scendere su

di noi e in quello che è stato fatto scendere su

Abramo, Ismaele, Isacco, Giacobbe e sulle

Tribù , e in quello che è stato dato a Mosè e a

Gesù e in tutto quello che è stato dato ai

Profeti da parte del loro Signore, non

facciamo differenza alcuna tra di loro e a Lui

siamo sottomessi". Sura “Al Baqara/ la

Giovenca”, v. 136

Ed ancora: “Dialogate con belle maniere con

la gente della Scrittura, eccetto quelli di loro

che sono ingiusti. Dite [loro]: ‘Crediamo in

quello che è stato fatto scendere su di noi e in

quello che è stato fatto scendere su di voi, il

nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed è

a Lui che ci sottomettiamo’ ‘.” Sura “Al

Anqabut/ Il Ragno”, v.46

Sui convertiti che abbracciano l'Islam

generalmente c'è qualcuno che rifiuta la loro

amicizia, per paura ed ignoranza. A volte

queste sono amicizie di lunga durata. Un

nuovo Musulmano sarà felice di mantenere le

sue vecchie amicizie fino a quando una

persona non è apertamente ostile all'Islam ed

il rapporto si mantiene entro i limiti di quello

che è accettato dall'Islam. Per esempio un

Musulmano non dev'essere messo con quelli

che bevono l'alcool e quindi l'ambiente

sociale deve cambiare, tuttavia l'amicizia può

essere mantenuta. Diventare un Musulmano

può essere una strada difficile in particolare

per le tensioni con la famiglia e gli amici.

Quando diventiamo Musulmani non stiamo

rifiutando la nostra famiglia, il nostro gruppo

etnico o il nostro paese, nè stiamo dichiarando

guerra a tutti i non Musulmani. I Musulmani

sono gente giusta che ha dichiarato di voler

seguire gli ordini di Allah(swt) e di voler fare

molti sforzi per compiere le mansioni di

12

Allah(swt). L'Islam significa sottomissione.

E' con questa sottomissione che noi troviamo

la pace interna.

EBRAISMO

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Ci sono musulmani che praticano la loro

religione senza conoscere bene l’Islam e cosa

dice il “Corano”, altri che non la praticano

affatto, ed

altri ancora

che

conoscono

benissimo il

Corano, gli

hadith del

nostro

Profeta Muhammad (saw) senza conoscere

le scritture delle altre religioni. Un buon

musulmano ha invece il dovere di informarsi,

di studiare sempre di più, prima di tutto

cominciando con l’Islam e poi con le altre

religioni. Ci proviamo da questo numero

cominciando dall’Ebraismo, la prima

religione monoteista. Anni fa ho scritto un

libro con la Storia delle Religioni e filosofie

orientali dal titolo “Mondi Religiosi”.

L’ebraismo è basato sulla fede in un solo

Dio. A differenza di altre religioni, non è

concentrato su un Profeta, ma su un popolo

eletto. Per quanto grandi Profeti come

Abramo e Mosè siano importanti, la fede

ebraica è possibile anche senza di loro. Nel

mondo ci sono circa 12 (o 15) milioni di

ebrei: 5 milioni negli Stati Uniti, 2,5 nello

Stato d’Israele e il resto disperso un po’ in

tutte le parti del pianeta. Il culto si svolge

nella sinagoga, alcune sono chiamate templi -

questo per gli ebrei riformati- che a

differenza degli ebrei ortodossi, non credono

che il Tempio di Gerusalemme sarà

ricostruito nei giorni del Messia. Nella

sinagoga moderna il rabbi e il cantore

leggono le preghiere in musica, ma un

qualsiasi ebreo può essere al posto del rabbi,

perché non è un sacerdote, o del cantore, può

persino unire in matrimonio due persone. La

parola “rabbi” significa “insegnante” o

“maestro” e il suo ruolo è di spiegare la

religione ebraica. E’ importante quindi

conoscere la Torah. Questa parola che

significa “insegnamento” indica il

Pentateuco, vale a dire i 5 libri di Mosè, e

tutto il complesso della dottrina ebraica. I

principi di Mosè Maimonide -autore del

Talmùd, l’ebreo più grande del Medioevo

(1135-1204) sono: fede nell’esistenza di Dio,

nella sua unità, nella sua incorporeità, nella

sua eternità, la fede che bisogna adorare solo

Dio, la fede nei profeti, che Mosè è il più

grande dei profeti, che la Torah è di origine

celeste, che è immutabile, che Dio conosce le

azioni degli uomini, ricompensa i buoni e

punisce i malvagi, la fede nella venuta del

Messia –non è Gesù secondo gli ebrei- e nella

resurrezione dei morti. La preghiera è rivolta

solo a Dio, è proibito farla attraverso un

intermediario. La fede ortodossa crede in un

Messia personale -Messia significa “unto” in

riferimento alle pratiche di ungere i re con

l’olio- una persona di grande importanza, ma

non un divino e che sarà discendente da

Davide. Non solo gli ebrei dopo la morte

possono salvarsi, ma tutti i “giusti”delle

religioni. Il Sabato è festa per gli ebrei, certi

ebrei ortodossi non accendono luce elettrica,

non viaggiano, non scrivono, non

fumano…La Pasqua la festeggiano per la

liberazione di Dio del popolo dalla schiavitù

egiziana. La festa dell’Anno Nuovo è in

Autunno, e si passa la giornata a pregare.

Gerusalemme è importante per loro perché è

il luogo dell’alleanza di Dio con il suo

popolo.

13

Il Talmùd “studio” è il complesso delle

dottrine e degli insegnamenti ebraici post-

biblici e comprende la Mishnà e la Gemarà.

Mishnà “ripetizione, studio” è una vasta

raccolta di antiche tradizioni e norme

giuridiche che si svilupparono nelle scuole

rabbiniche. Con la Mishnà si cerca

d’interpretare la Torah. La Gemarà è molto

più lunga della Mishnà (o Mishnah), ed è

scritta in aramico, non in ebraico e fu

completata alla fine del sesto secolo dell’era

volgare.

La Bibbia: Antico Testamento

Per i cristiani la Bibbia è divisa in due parti:

Antico Testamento e Nuovo Testamento,

per gli ebrei è solo l’Antico Testamento che

inizia con…

1. La Genesi , significa “inizio, origine”

è il primo dei cinque libri, che gli

ebrei chiamano la “legge” e i cristiani

di solito “Pentateuco” parola che

deriva dal greco e che vuol dire “cinque

rotoli” o libri. “In Principio Dio creò il cielo

e la terra. Il mondo era vuoto e deserto, le

tenebre coprivano gli abissi e un vento

impetuoso soffiava su tutte le acque.…Il

Signore prese dal suolo un po’ di terra e, con

quella, plasmò l’uomo. Gli soffiò nelle narici

un alito vitale e l’uomo diventò una creatura

vivente”.

2. L’ Esodo è il secondo libro

dell’Antico Testamento e significa

“uscita” e narra come Dio liberò il suo

popolo facendolo “uscire” dall’Egitto.

3. Il terzo libro è il Levitico dalla tribù

“di Levi”, e fa riferimento al suo

contenuto che riguarda, in parte,

l’attività dei sacerdoti della tribù di

Levi. Lungo tutto il libro Dio

comunica a Mosè diverse leggi.

4. Il quarto libro è I numeri e riporta

molti elenchi e censimenti degli

israeliti, e narra che loro abbandonano

il monte Sinai, dopo aver ricevuto le

leggi che Dio rivelò a Mosè, e

s’incamminano verso la terra

promessa.

5. Il quinto libro è il Deuteronomio

ovvero “seconda presentazione della

legge”. Il Deuteronomio si presenta

come resoconto di tre discorsi

pronunciati da Mosè per ricordare agli

israeliti che sono sul punto di entrare

nella Terra Promessa. Dopo questi

cinque libri ce ne sono altri ognuno

appartenente ad un profeta.

I libri Deuterocanonici

chiudono l’Antico Testamento.

“Abram aveva novantanove anni quando il

Signore gli apparve e gli disse: ‘Io sono il

Dio Onnipotente. Ubbidisci a me e agisci

giustamente. Io farò un patto tra me e te: i

tuoi discendenti saranno sempre più

numerosi’. Abram si prostrò con la faccia a

terra e Dio continuò: ‘Ecco la promessa che

faccio a te: Tu sarai il capostipite di molti

popoli. Il tuo nome non sarà più Abram, ma

Abramo, perché io ti stabilisco come padre di

molti popoli. Tu sarai grande, darai inizio ad

intere nazioni E vi saranno dei re nella tua

discendenza. Io manterrò la mia promessa

fatta a te e ai tuoi discendenti, di generazione

in generazione. Sarà una promessa valida per

sempre: io sarò il tuo Dio e il Dio dei tuoi

discendenti. E a te, e a quelli che verranno

dopo di te, io darò in possesso perpetuo la

terra nella quale ora abiti come straniero:

tutta la terra di Canaan; e io sarò il loro

Dio’. Dio disse ad Abramo: ‘Tu e i tuoi

discendenti, di generazione in generazione,

dovrete rispettare il mio patto, vi impegnerete

a circoncidere ogni maschio tra voi:

reciderete il vostro prepuzio come segno del

patto tra me e voi. Ogni vostro maschio, di

ogni generazione, quando avrà otto giorni,

verrà circonciso. E così pure ogni schiavo

nato in casa o comprato dagli stranieri, che

per questo non discende da te. Dovrà

assolutamente essere circonciso sia chi è nato

in casa, sia chi avrai comperato con il tuo

denaro; e così il mio patto perpetuo sarà

segnato nel vostro corpo. L’ incirconciso

invece, cioè il maschio che non porta il segno

14

fisico della circoncisione, non sia più

considerato parte del mio popolo, perché ha

rotto il mio patto”. Tratto dalla Genesi 17

Il Profeta Abramo è il Padre di tutti i popoli:

Ebrei, Cristiani e Musulmani, lo dice il primo

dei cinque libri degli ebrei, la Bibbia dei

cristiani e il Corano dei musulmani. La

circoncisione è diffusa non solo tra gli ebrei,

anche tra i musulmani, raramente tra i

cristiani. Abramo ha avuto questo ordine da

Dio e l’ha eseguito. Abramo, in ebraico

Abraham, per i musulmani Ebrahim. Secondo

La Bibbia Abraham significa “Padre di

moltitudini” e Abram significa “Padre

Eccelso”, come si chiamava in principio il

Profeta -sempre secondo La Bibbia-.

Queste sono le parole che Dio pronunziò:

“Io sono il Signore, tuo Dio, che ti ha fatto

uscire dall’Egitto, dove tu eri schiavo.

“Non avere altro Dio oltre me.

“Non fabbricarti nessun idolo e non farti

nessuna immagine di quello che è in cielo,

sulla terra o nelle acque sotto terra.

Non devi adorare né rendere culto a cose di

questo genere. Perché io, il Signore, sono il

tuo Dio e non sopporto di avere rivali,

punisco la colpa di chi mi offende anche sui

figli, fino alla terza e alla quarta generazione,

al contrario tratto con benevolenza per

migliaia di generazioni chi mi ama e

ubbidisce ai miei ordini.

“Non usare il nome del Signore, tuo Dio, per

scopi vani, perché io, il Signore, punirò chi

abusa del mio nome.

“Ricordati di consacrarmi il giorno di

sabato: hai sei giorni per fare ogni tuo

lavoro; ma il settimo giorno è il sabato

consacrato al Signore, tuo Dio: in esso non

farai nessun lavoro: né tu, né tuo figlio, né

tua figlia, né il tuo schiavo, né la tua schiava,

né il tuo bestiame e neppure il forestiero che

abita presso di te. E farai così perché io, il

Signore, ho fatto in sei giorni il cielo, la terra

e il mare e tutto quel che contengono, ma poi

mi sono riposato il settimo giorno; per questo

ho benedetto il giorno di sabato e voglio che

sia consacrato a me.

“Rispetta tuo padre e tua madre, perché tu

possa vivere a lungo nella terra che io, il

Signore tuo Dio, ti do.

“Non uccidere.

“Non commettere adulterio.

“Non rubare.

“Non testimoniare il falso contro nessuno.

“Non desiderare quel che appartiene a un

altro: né la sua casa, né sua moglie, né il suo

schiavo, né la sua schiava, né il suo bue, né il

suo asino”. Tratto dall’ Esodo 20

Questi sono i Dieci Comandamenti, o Tavole

che Mosè ha ricevuto da Dio sul monte del

Sinai. Il sabato è festa per gli ebrei, la

domenica per i cristiani, il venerdì per i

musulmani. Tratto dal libro “Mondi

Religiosi”

La Bibbia ebraica ha 39 libri, la Bibbia

cristiana ne ha 73: Antico Testamento (46

libri), Nuovo Testamento (27 libri), totale 73

“Genesi” in ebraico è “Bereshit”, “Esodo” è

“Shemòt”, “Levitico” è “Vayikrà”,

“Numeri” è “Bemidbàr”, “Deuteronomio” è

“Davarim”. Il termine “Tanak” è l’acronimo

di “Torah”. 15

CHI ERA UMAR IBN AL-KHATTAB?

A cura di AbdEl Jalìl Umberto Marcozzi

e Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Siamo entrati da poco nel 21° secolo e proprio

oggi notiamo il forte sviluppo dei mass media

(TV, giornali, internet…), chi ne ha accesso

spesso dà una brutta immagine dell’Islam e

purtroppo anche parecchi musulmani danno

un’immagine distorta dell’Islam dovuta dal

loro comportamento che è frutto della loro

ignoranza e che è priva dei valori dell’Islam.

L’immagine proposta dai media non è

eccessivamente diversa dalla realtà che anche

noi vediamo nella nostra vita. Questa

situazione cari fratelli assomiglia a questo

esempio: “Un uomo vive alla sorgente di un

fiume, vede l’acqua bella, limpida, pura,

fresca. Questo fiume scende dalla montagna,

attraversa i ponti, i paesi, costeggia le strade,

le città e giunge al mare. Durante il percorso

questo fiume si carica di rifiuti, rami spezzati,

fango e sporcizie di ogni genere. Un altro

uomo vive al mare, dove finisce il fiume.

Quest’uomo vede lo stesso fiume, ma lo vede

molto inquinato. Quest’uomo descrive il

fiume per come lo vede: sporco e puzzolente.

Chi può dire che quest’uomo stia sbagliando?

Invece l’uomo di montagna descrive la

purezza, la bellezza e la limpidezza del fiume,

anche quest’uomo ha certamente

ragione”.Questo paragone descrive la nostra

situazione, perché la sorgente è l’Islam, con la

sua bellezza, la sua purezza. Invece la fine del

fiume rappresenta come i recenti musulmani

hanno trasmesso una figura inquinata

dell’Islam.

Cari fratelli, torniamo tutti alla sorgente del

fiume, alla vera figura dell’Islam, quello puro,

praticato dai pii, dai giusti, dai Nobili Sahaba.

Dice il Profeta Muhammad (saw): “I Miei

Compagni sono come le stelle, qualunque

seguirete sarete ben guidati.” Perciò oggi

accenniamo ad una stella fra queste stelle,

parliamo di Umar ibn al-Khattab (ra), la sua

vita prima dell’Islam e dopo l’Islam per

vedere come questa religione cambia

l’essenza degli esseri umani. Umar ibn al-

Khattab (ra) prima dell’Islam era uno dei

grandi nemici dell’Islam. Seguiva il Profeta

Muhammad (saw), in qualunque posto

andasse ed impediva alla gente di ascoltare le

parole di Allah (swa), e torturava i musulmani

per farli tornare pagani, si racconta che avesse

una schiava che è ritornata all’Islam. La

frustava fino a che arrivava a stancarsi, Omar

le diceva:“Mi fermo solo perché mi sono

stancato!” Lei gli rispondeva con tutta la sua

fede e tutta la pazienza: “Hai visto come

Allah ti ha fatto stancare?!”.

Cari fratelli, Omar ibn al-Khattab, era l’uomo

più alto e muscoloso fra i Coreisciti, la gente

aveva il terrore di farlo arrabbiare. Si racconta

che quando la gente lo vide venire da lontano,

pensò che fosse un uomo su un cavallo per

quanto fosse alto. Secondo voi, una donna che

sopporta una tortura di un uomo del genere,

nonostante le bastasse una sola parola per

salvarsi, e non rinnega la sua fede, quanto è

forte? Quanta fede ha?

Questa è la Fede che quando riempie il cuore,

ti fa disprezzare tutto al confronto dell’amore

di Allah. Omar (ra), come la maggior parte

dei Coreisciti e come altre tribù viveva le

16

tradizioni della Jahilya (l’ignoranza): la

schiavitù, il grande dislivello tra l’uomo e la

donna, il seppellimento delle figlie neonate

ancora vive. Omar era tra coloro che avevano

seppellito la figlia. Omar (ra), racconta che

quando era pagano e stava lontano da Mecca,

faceva un idolo con i datteri e lo adorava.

Quando poi aveva fame lo mangiava. Un

giorno Omar si stancò della presenza

crescente dei musulmani e di quella “piaga”

che ai suoi occhi era l’Islam. Umar decise di

porre fine all’Islam uccidendo il suo simbolo:

il Profeta Muhammad (saw.) Mentre si stava

recando per ucciderlo, incontrò un uomo che

celò la sua fede e, vedendo negli occhi di

Umar una grande rabbia, capì che la sua

intenzione era di uccidere il Profeta (saw).

Allora gli disse: “Umar dove vai?”, Umar

rispose: “Vado ad uccidere Muhammad”. Il

Sahabi disse: “Ma dove scapperai poi, se la

tribù di Muhammad ti verrà a cercare?”

Umar rispose: “Vedo che anche tu hai seguito

la religione di Muhammad!” e il Sahabi:

“Mai! Ma anziché uccidere Muhammad va a

vedere tua sorella e suo marito che lo hanno

seguito”. Umar si voltò all’istante e andò

immediatamente da sua sorella, bussò alla

porta con rabbia...Dentro casa c’erano sua

sorella Fatimah, suo marito Sa’id e Khabbab,

stavano recitando il Corano. Quando

sentirono la voce di Omar, Khabbab si

nascose mentre Sa’id gli aprì la porta. Senza

troppi complimenti Omar lo afferrò e gli

disse: “Hai rinunciato alla tua religione!”.

Sa’ id gli rispose con tutta la fede: “Non vedi

che la verità non è nella tua religione?”.

Omar allora lo scaraventò a terra ed iniziò a

picchiarlo, prendendolo a pugni sul viso. Sua

sorella Fatimah (ra) intervenne per salvare suo

marito cercando di spingere via Umar.

Umar le diede una botta ferendola sul viso.

Fatimah gli disse con cuore pieno di fede:

“Oh Umar, non vedi che la verità non è nella

tua religione?” e dalla sua mano cadde un

foglio. Umar chiese di poterlo vedere, ma sua

sorella disse: “Non puoi leggerlo finchè non ti

sarai purificato”. Umar si rese conto che fece

male a sua sorella, quindi andò a lavarsi e

iniziò a leggere il foglio dove c'erano scritte le

parole di Allah (swt). Erano i primi 8 versetti

di Sura Ta-Ha:

“Non abbiamo fatto scendere il Corano su di

te per renderti infelice, ma come Monito per

chi ha timore [di Allah], sceso da parte di

Colui Che ha creato la terra e gli alti cieli. Il

Compassionevole Si è innalzato sul Trono.

Appartiene a Lui quello che è nei cieli e

quello che sta sulla terra, quello che vi è

frammezzo e nel sottosuolo. È inutile che]

parli ad alta voce, ché in verità Egli conosce

il segreto, anche il più nascosto. Allah, non

c'è dio all'infuori di Lui! A Lui appartengono

i nomi più belli”.

Quando Umar lesse i versetti, disse: “Nessuno

può dire queste Parole, se non Allah (swt).” E

pronunciò la Shahada “Ashhadu an la ilaha

illa Allah wa Ashhadu anna Muhammad

RasululLah”. “Ditemi, dove stà il Profeta

(saw)?”. A questo punto uscì Khabbab dal

suo nascondiglio e disse: “Oh Omar, il

Profeta (saw) sta nella casa del Arkam” - e

anche - “giuro su Allah che la tua

conversione è il frutto dell’invocazione del

Profeta Muhammad (saw), quando ha chiesto

ad Allah di onorare l’Islam con uno dei due

Omar”.

Cari fratelli, noi leggiamo il Quran al-Karim

(Corano) almeno una volta alla settimana e

non sentiamo la grandezza della Parola di

Allah, invece Umar ibn al Khattab appena lo

ha sentito ha rinunciato a 33 anni della sua

vita come pagano ed è diventato musulmano

ascoltando qualche ayat del Quran al Karim.

Fino a quando i nostri cuori saranno lontani

dal Corano? Quando inizieremo cari fratelli a

17

leggere il Corano con i nostri cuori, piuttosto

che con la lingua? Se lo avessimo fatto,

avremmo cambiato molte cose sbagliate della

nostra vita. Omar (ra) andò subito dal Profeta

Muhammad (saw) e quando i Sahaba lo

videro da lontano con la sua spada, con

grande timore dissero al Profeta (saw):

“Omar sta arrivando”. Il Profeta (saw) disse:

“Lasciatelo entrare.” Appena arrivò il

Profeta (saw) lo afferrò con forza e gli disse:

“Non sarebbe ora di diventare musulmano,

Omar?”. Omar (ra) pronunciò subito la

Shahada.Tutti i Sahaba erano felici per la

conversione di Umar all’Islam, perché un

uomo come lui avrebbe dato tanto alla

Religione. Subito dopo Umar (ra) chiese al

Profeta (saw): “Oh Profeta, siamo sulla Retta

via, non è vero? e loro lo sono?” Il Profeta

(saw) disse: “Certo”. Disse Omar: “Allora

andiamo per le strade della città, vicino la

Ka’aba per far conoscere alla gente che

siamo musulmani”. E subito dopo il Profeta

(saw) ordinò ai credenti di uscire fuori per

compiere il Tawaf attorno la Ka’aba. I

musulmani uscirono dalla casa dell'Arkam

facendo due file, a capo della prima fila c'era

Hamza (ra) e della seconda c'era Umar (ra) a

guidare i musulmani, e nel mezzo c'era il

Profeta Muhammad (saw), e recitavano a

voce alta “Allahu akbar Allahu akbar”.

Cari fratelli, se riflettiamo un po' su questa

storia, vediamo un uomo che appena entrò

nell’Islam, diventò subito il primo uomo a

difendere questa religione e far vedere a tutto

il mondo la sua fierezza di essere musulmano.

Dice Ibn Mas’oud (ra): “Noi musulmani

eravamo inferiori di numero e nessuno di noi

aveva il coraggio di pregare o recitare il

Corano vicino alla Ka’aba, ma quando entrò

Umar (ra) nell'Islam iniziammo subito a

pregare e a fare il Tawaf, a recitare il Corano

e a parlare con la gente dell’Islam anche

vicino alla ka’aba, era un giorno in cui Dio

onorò l’Islam, con la conversione di Umar.”

La maggior parte di noi è nato musulmano, da

più di vent'anni siamo musulmani, cosa

abbiamo dato all’Islam? Omar (ra) il primo

giorno che diventò musulmano chiese ai

Sahaba: “Chi è il peggior uomo che attacca

l’Islam e i musulmani?”, i sahaba risposero "

Abu Jahel". Omar andò subito da Abu Jahel e

bussò alla sua porta, gli aprì Abu Jahel. Umar

(ra) disse: “Lo sai che io Attesto che non c'è

altra divinità all'infuori di Allah e che

Muhammad è il Suo Messaggero e Profeta

(Shahada)?”, Abu Jahel disse: “Vattene via ,

hai rovinato la mia giornata!!!”, e chiuse la

porta. Poi Omar andò a casa di Abu Sufian e

gli disse: “Lo sai che io sono diventato

musulmano?” e Abu Sufian:“Guai a te, sei

maledetto!!!” e chiuse la porta, ma Omar si

aspettava anche di più, aspettava che la gente

andasse a pubblicare il fatto che Omar diventò

finalmente musulmano. Omar (ra) si ricordò

di un uomo che si chiamava Jamil,

quest'uomo non riusciva a tenere nascosto

alcun segreto, Omar andò da lui e disse: “Oh

Jamil, ti voglio confidare un segreto ma non

lo devi dire a nessuno, sono diventato

musulmano!”. Jamil, appena sentite queste

parole, si precipitò per le strade di Mecca

urlando: “Omar è diventato miscredente”. E

Omar lo seguì e disse ad alta voce: “Io non

sono miscredente! Io sono musulmano!”.

Omar (ra) era fiero ed orgoglioso di essere

musulmano, fino al punto che voleva che tutta

la gente sapesse della sua conversione. I

miscredenti si riunirono attorno ad Omar (ra)

ed iniziarono a colpirlo, ed Omar si difendeva

colpendoli, dopo un paio di ore Omar si

stancò e non riuscì più a combattere, così

prese un uomo importante fra loro, lo

scaraventò per terra, mise le sue dita (indice e

medio) sopra gli occhi di quest'uomo e

minacciando: “Se voi non mi lasciate andare,

strapperò gli occhi di quest'uomo” e cosi lo

lasciarono.

18

Avete capito perché Omar l’ha fatto? Omar

(ra) voleva sentire la sofferenza e la tortura

che tutti i musulmani sentivano -anche a

causa sua prima della conversione-. Cari

fratelli, tanti musulmani vivono una vita

difficile, tanti di loro non hanno casa o sono

malati o sono orfani e vivono una situazione

terribile. Hai mai pensato di mandargli un

aiuto o condividere con loro la tristezza o la

fame o almeno di fargli un Du'a nella notte?

Cari fratelli, Omar (ra) dal primo giorno ha

condiviso con i musulmani tutta la sofferenza,

la tortura, e noi che da più di vent'anni che

siamo musulmani, ci mettiamo a pensare

molto tempo prima di dare 20 euro per la

moschea o di adottare un orfano.

Omar ibn Al-Khattàb nominato “Amìr al

muminìn” (Principe dei credenti) prese il

posto di Abu Bakr e governò per 10 anni, dal

634 al 644, l’anno in cui è stato ucciso. Il

Profeta Muhammad disse: “Se dopo di me ci

fosse stato un altro Profeta, quell’uomo

sarebbe stato Omar”, naturalmente dopo Il

Sigillo dei profeti Muhammad (saw) non ci

furono altri profeti. Un giorno Omar vide una

donna : “Perché piangono questi bambini?”,

la donna rispose “Perché hanno fame”. Omar

tornò subito in città e riempì un sacco con

farina, datteri, vestiti e soldi ed ordinò di

farselo caricare sulle spalle per portarlo ai

bambini bisognosi. “No Amir al muminìn, -gli

disse un Sahabi- cosa fai, io porterò il

sacco”, ma Omar (che Dio sia compiaciuto di

lui) non volle e disse: “Come, porterai tu il

mio carico nel Giorno del Giudizio? Io devo

portare questa borsa perché a me verrà

chiesto nell’Aldilà di questa donna -madre dei

bambini-”. Omar giunse alla casa dei

bambini, consegnò il sacco e servì il cibo alla

famiglia. La donna non sapendo che fosse

Omar disse: “Che Dio ti ricompensi per la

tua gentilezza! In verità tu meriteresti di

prendere il posto del Califfo Omar”. Omar

quando guidava la preghiera a volte piangeva

talmente tanto che si sentiva il suo pianto fino

alle ultime file, piangeva soprattutto quando

recitava la Sura “Al Kahaf/ La Caverna”, “Ta-

Ha” e soprattutto “Yusuf/ Giuseppe”.

Piangeva talmente tanto che a volte cadeva

per terra e si ammalava. Questo era il vero

timore dei Sahaba, compagni del Profeta.

Omar, il cui solo nome faceva paura ai

miscredenti, aveva paura solo di Dio. Una

volta quando scoprì che il latte che stava

bevendo era dei cammelli della Zakat, si mise

le dita in gola e vomitò tutto quello che aveva

ingerito. Non poteva nutrirsi di cose haràm

(illecite). Ecco il discorso di Omar al

momento della sue elezione:

“O popolo! Voi avete dei diritti su di me, che

potete sempre reclamare. Uno dei vostri

diritti è che se qualcuno di voi viene da me

con una lagnanza, andrà via solo dopo che la

sua lagnanza abbia avuto soddisfazione. Un

altro vostro diritto è che esigiate che io non

prenda nulla che non mi spetti dall’entrata

dello stato o dai bottini di guerra. Potete

anche esigere che aumenti le vostre paghe e i

vostri salari quando nelle casse del tesoro

entri più denaro; e che rafforzi le frontiere e

non vi esponga a rischi. E’ anche vostro

diritto che se dovete andare in guerra io non

vi impedisca di tornare a casa, e mentre voi

siete lontani a combattere io mi prenda cura

delle vostre famiglie come un padre”.

Omar era di un carattere forte e deciso, sua

figlia Hafsah sposò il Profeta. Il Califfo si

rifiutò di pregare in una chiesa per rispetto ai

cristiani, perché se avesse pregato dentro, un

giorno i musulmani sapendo che vi aveva

pregato Omar, l’avrebbero tolta ai cristiani.

Baciò alla Mecca la pietra nera dicendo:

“So che tu sei una pietra, e non sei né

d’utilità né di danno; e se non avessi visto

l’Inviato di Allah che ti baciava, non ti

bacerei”.

Con lui molti si convertirono. Lo

ammazzarono. 19

E’ stato per molto tempo giudice dell’Islam e

conosceva molto bene il Corano.

I PASHTUN E L’AFGHANISTAN

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Si sentiva spesso parlare di loro dopo

l’attacco all’Afghanistan nel 2002. Chi sono i

pashtun? È un gruppo etnico che vive in

Afghanistan, parlano la lingua pashtu e sono

musulmani.

La

popolazione è

di circa 40

milioni e si

trova

soprattutto

nell’area tra il

Pakistan occidentale e l’Afghanistan

sudorientale.

In questi ultimi anni purtroppo si parla

dell’Afghanistan per la guerra, il terrorismo,

la povertà, è tra i paesi più poveri al mondo.

L’Afghanistan è un paese affascinante, che

confina con altri paesi altrettanto interessanti

come l’Iran, il Pakistan, il Turkmenistan,

l’Uzbekistan, il Tagikistan e la Cina. La

popolazione è suddivisa in: Pashtun, tajik,

hazara, uzbek, aimak, turkmen, baloch, la

lingua è il pashtu (65%) e il persiano “dari”

(23%).

Il nome Afghanistan significa letteralmente

“Paese degli afgani”. I pashtun si facevano

chiamare “Afghan” dopo l’arrivo dell’Islam,

questo secondo alcune fonti, secondo alcuni

studiosi la parola “Afghan” appare per la

prima volta nella storia nell’ Hudud al-Alam

nel 982. Il resto del nome “stan” che significa

“paese” proviene dal persiano. Gli inglesi la

chiamarono “Afghanland” gli afgani

adottarono il termine così la chiamarono

“Afghanistan”. L’Afghanistan è una terra

antica, saccheggiata spesso e punto focale del

commercio. È stata invasa da molti: arii,

indoariani, medi, persiani, greci, maurya,

kushan, unni bianchi, sasanidi, mongoli,

arabi, turchi, britannici e in tempi più recenti

dai sovietici, talebani e americani.

L’Afghanistan è il crocevia dell’Asia centrale.

Intorno al 330 a.C fu invasa da Alessandro

Magno, i maurya dall’India introdussero il

buddismo. I musulmani arrivarono nel 7°

secolo e tra il 706 e il 709 il califfato

conquistò quasi tutto il paese. L’Afghanistan

diventò centro di importanti imperi nel 1219

fu invasa dai mongoli di Gengis Khan che

devastarono il paese. L’uzbeko Babur nel

1504 fondò l’Impero Moghul, con capitale a

Kabul. Lo stato-nazione afgano, com’è oggi

venne ad esistere nel 1746 sotto l’Impero

Durrani.

Kabul è la capitale del paese, 3, 4 milioni

sono gli abitanti, ha un’università fondata nel

1931, diversi istituti superiori, la moschea

Shah Do Shamshera, il museo di Kabul e

tante altre cose interessanti. Ad Herat si trova

la moschea del venerdì. Come si può

rimanere indifferenti davanti a così

straordinaria bellezza? Fondata nel 1201 e

ricostruita nel 15° sec. I punti di marmo sono

coperti di motivi decorativi a reticolo, con i

mosaici d’ispirazione vegetale, testi religiosi

con decori geometrici e motivi floreali.

20

CHI ERA BILAL?

tratto dal blog:

http://ummusama.wordpress.com

Assalamu aleikum, questa volta vi

racconteremo la storia di Bilàl, il primo uomo

che fece il richiamo alla preghiera (Al

Adhàn). ‘Umar ibn al-Khattab (ra) disse,

parlando di Bilâl:“Abu Bakr (ra) è il nostro

Maestro, ed ha affrancato il nostro Maestro”

Prima della sua conversione all’Islam, Bilâl

ibn Rabbâh (ra) non era che un semplice

schiavo, appartenente ai Banu Jumah e, più

precisamente, a Umayya Ibn Khalaf, uno dei

Quraysh. Era stato portato a Makkah dalla

lontana Abissinia, insieme a sua madre, per

essere venduti come schiavi. Dopo essersi

ritrovato schiavo di Umayya ibn Khalaf, la

vita di Bilâl (ra) cominciò ad essere ritmata da

lavori pesanti nella casa o nelle terre in cui

veniva sfruttato dal suo padrone. Questo

sembrava essere il suo destino, finché la sua

vita non subì una svolta, facendolo entrare

nella storia Islamica per l’eternità. In effetti,

ascoltando le discussioni del suo padrone con

i suoi invitati, Bilâl (ra) venne a sapere che

Muhammad (saw) dei Bani Hashim, che tutti i

Meccani conoscevano per la sua onestà e la

sua grande saggezza, aveva cominciato a

predicare una nuova religione. Bilâl (ra)

ascoltava le notizie di quest’uomo (saw) che

predicava l’Unicità di Allah (swt) e

l’uguaglianza di tutti gli uomini, qualunque

fosse il loro colore, e man mano che veniva a

conoscenza di queste notizie, sentiva il suo

animo fremere e trasalire di fede e d’amore.

Questo schiavo maltrattato e avvilito dai suoi

padroni per il colore della sua pelle, gustava

ora la fede che libera il corpo e l’anima da

tutte le servitù che non siano quelle verso

Allah (swt). Sentiva di poter essere finalmente

un uomo libero, liberato da tutte le catene che

gli legavano il corpo e l’anima. Andò a

trovare il Messaggero di Allah e gli annunciò

la sua conversione.

La notizia della Shahadah di Bilâl (ra) suscitò

la collera e lo stupore tra i Quraysh, che

vedevano con rabbia il messaggio di

Muhammad (saw) raggiungere perfino i loro

schiavi. Umayya si sentì disonorato dinanzi ai

suoi concittadini che gli rimproveravano di

non aver vigilato con fermezza sul suo

schiavo. Folle di rabbia, Umayya fece subire a

Bilâl delle torture crudeli e orribili. I suoi

torturatori lo portavano nel deserto sotto il

calore accecante del sole di mezzogiorno e lo

stendevano sulla sabbia rovente, buttandogli

poi addosso delle grosse pietre che gli

schiacciavano il petto. Questo terribile

supplizio si ripeteva ogni giorno, ma senza

che questo lo convincesse a rinnegare l’Islam.

Tutto ciò che usciva dalla sua bocca erano

parole attestanti l’Unicità di Allah (swt):

“Unico! Unico! Ahad! Ahad! Allah è

Unico!”.

I torturatori cercavano di fargli ripetere i nomi

delle loro false divinità (Lat e ‘Uzza), ma

Bilâl (ra) non li ascoltava nemmeno, assorto

com’era nella contemplazione della grandezza

divina: “Ahad…Ahad!” era la sola risposta

alle ingiunzioni dei torturatori. Umayya ibn

Khalaf era il più ostinato, non cessava di

picchiarlo dicendogli: “O schiavo maledetto!

Non ci hai portato altro che problemi! Per

Lat e ‘Uzza, farò di te un esempio

dell’obbedienza che gli schiavi devono ai loro

padroni!”. Fu proprio mentre diceva queste

parole che passò di lì Abu Bakr (ra), che

vedendo il triste spettacolo esclamò:

“Ucciderete un uomo solo perché dice: Allah

è il mio Signore?”. Si rivolse quindi a

Umayya e gli disse: “Chiedi il prezzo che

vuoi e affrancalo!”. Il padrone di Bilâl (ra),

che proprio non sapeva cosa avrebbe potuto

farsene di quello schiavo, accolse la proposta

21

di Abu Bakr (ra) come un’ancora di

salvataggio, tanto più che quest’ultimo era

pronto a pagare il suo prezzo. Rese quindi la

libertà a Bilâl (ra) facendosi pagare una forte

somma. Bilâl (ra) era adesso un uomo libero.

Sbarazzato della servitù degli uomini, non

avrebbe mai più avuto altro Padrone al di

fuori di Allah (swt), l’Unico, per il Quale

aveva accettato tutte le dolorose prove e tutti i

sacrifici. Mentre Bilâl (ra) si allontanava in

compagnia del suo salvatore, Umayya gridò

ad Abu Bakr: “Prenditelo! Per Lat e Uzza, te

l’avrei venduto anche solo per un’oncia!”.

Ma Abu Bakr (ra) gli rispose: “Per Allah,

anche se tu mi avessi chiesto cento once per il

suo riscatto, te le avrei pagate!”. Fu così che

Bilâl entrò nella Ummah benedetta del primo

gruppo di Credenti. Il Messaggero di Allah lo

accolse a braccia aperte e gli riservò un posto

di riguardo nella Comunità Islamica. Fin dai

primi tempi della predicazione dell’Islam, la

formula dell’appello alla preghiera fu un

argomento molto sentito dal Messaggero di

Allah (saw) e dai suoi Sahaba (ra), che

volevano chiamare all’orazione

distinguendosi, però, dalle formule usate da

Ebrei e Cristiani. Dopo aver discusso tra

loro, i Compagni (ra) optarono per la voce

umana, che avrebbe dovuto far sentire fino

all’orizzonte l’appello alla preghiera e

l’Unicità di Allah (swt). Il Messaggero di

Allah (saw) pensò dunque a Bilâl, che aveva

la voce più bella e forte. Lo chiamò e gli

affidò il compito di chiamare alla preghiera e

alla salvezza cinque volte al giorno. Da quel

momento, i Sahaba ascoltarono l’Adhàn dalla

voce del loro Compagno (ra). Dopo l’Hijrah

(Egira), quando i Musulmani si apprestavano

al confronto armato con i Quraysh a Badr,

anche Bilâl (ra) era con loro. Si distinse, quel

giorno, per il suo coraggio e il suo impegno,

proporzionati alla sua fede e al suo amore per

l’Islam. Era pronto a sacrificare qualunque

cosa per difendere quella fede per la quale

aveva sopportato tanto. Quando le due armate

si affrontarono, Bilâl (ra) era tra i primi ranghi

dei combattenti. Voleva difendere col suo

corpo, che i miscredenti avevano così

seviziato, il Messaggero di Allah (saw) dalle

frecce e dalle lance che rischiavano di

colpirlo. Ad un tratto, vide il suo vecchio

padrone e torturatore Umayya ibn Khalaf, in

mezzo al campo di battaglia, sempre

arrogante com’era sua abitudine. Bilâl (ra) si

lanciò verso di lui gridando: “La testa della

miscredenza, Umayya Ibn Khalaf! Che io non

sia risparmiato se mi scappa!”. Un altro

gruppo di Sahaba lo seguì e circondò

Umayya, che si teneva stretto ad uno dei suoi

figli. Qualche istante dopo, il corpo senza vita

di Umayya giaceva per terra sul campo di

battaglia. Bilâl (ra) non si era vendicato per se

stesso; vedendo Umayya dinanzi a sé, aveva

visto l’incarnazione del politeismo,

dell’arroganza, del male, in una parola di tutto

ciò che era la negazione dell’Islam. Non esitò

quindi a mettere in condizione di non nuocere

questo nemico di Allah, che aveva impiegato

tutte le sua capacità fisiche e materiali nella

lotta contro l’Islam. La morte di Umayya e di

altri Quraysh suonò come la sconfitta dei

pagani. Bilâl (ra) tornò invece vittorioso a

Madinah insieme al Messaggero di Allah

(saw) e agli altri Sahaba, che Allah sia

soddisfatto di tutti loro.

A Madinah, Bilâl (ra) non rimase mai lontano

dal Profeta Muhammad (saw), di cui fu uno

dei più fedeli Compagni. Viveva con i più

poveri tra i Sahaba, che abitavano accanto alla

moschea del Profeta (saw) e avevano

consacrato la maggior parte della loro

esistenza all’adorazione di Allah (swa) e al

servizio del suo Messaggero (saw). Bilâl (ra)

non amava ricevere complimenti, e a chi glieli

rivolgeva rispondeva: “Non sono che un

abissino. Poco tempo fa, ero schiavo”. Il

Messaggero di Allah (saw) lo amava molto

22

per la sua fede. Un giorno, una disputa

verbale oppose Abu Sufyan a Bilâl, Salmân e

Suhayb (che Allah si compiaccia di tutti loro).

Questi ultimi gli rimproveravano la sua antica

animosità nei confronti dell’Islam. Abu Bakr

(ra), che aveva sentito le loro parole, disse

loro: “Come potete dire questo al decano e

capo dei Quraysh?”, quindi andò ad

informare il Messaggero di Allah (saw), che

gli rispose: “Li hai forse offesi, o Abu

Bakr?”. Abu Bakr (ra) si recò dunque a

chiedere perdono ai tre pii Compagni. Quando

alcuni dignitari Quraysh chiesero al

Messaggero di Allah (saw) di cacciare dalla

sua assemblea Bilâl e alcuni fra i Compagni

più deboli, un versetto del Sublime Corano fu

rivelato dall’alto dei sette cieli per mettere in

guardia il Profeta (saw) contro una tale

eventualità:

“Non scacciare quelli che al mattino e alla

sera invocano il loro Signore. Bramano il Suo

Volto. Non renderai conto di loro e non

renderanno conto di te. Se li scacciassi

saresti tra gli ingiusti”. Corano, Sura Al-

An’âm, v. 52

Ciò prova il merito e il valore che questi

Sahaba avevano nella società Islamica. E fu

reso ancor più evidente dopo la gloriosa

riconquista di Makkah (Mecca). Questo

avvenimento fece epoca nell’Islam, poiché era

la prima volta nella storia umana che la

conquista di una città avveniva in modo

pacifico e senza rappresaglie contro i vinti.

Alla testa di circa diecimila Musulmani, il

Messaggero di Allah (saw) tornò a Makkah,

da cui era stato scacciato una decina di anni

prima. I suoi concittadini, che l’avevano

combattuto e l’avevano obbligato ad emigrare

a Madinah erano profondamente inquieti e

perplessi sulla sorte che egli (il Profeta)

avrebbe riservato loro. Ma il Profeta (saw)

non li lasciò a lungo nell’incertezza,

annunciando loro: “Andate, siete liberi!”. Un

grande sollievo percorse la comunità, che quel

giorno comprese quanto il Messaggio recato

dal Profeta Muhammad (saw) fosse nobile e

pieno di Misericordia. Fu con uno spontaneo

e vibrante Allahu Akbar che questa stessa

comunità accolse la distruzione degli idoli che

per tanto tempo aveva adorato con ignoranza

e ostinazione. Da quel momento, era solo

Allah, l’Unico, l’incomparabile, che i

Quraysh avrebbero adorato per sempre. In una

Makkah purificata dalla sozzura del

paganesimo, fu a Bilâl (ra) che toccò l’onore

di chiamare per la prima volta alla preghiera.

Sul tetto della Kaba, intonò con la sua voce

calda e dolce l’Adhàn, che non cesserà mai di

essere intonato a Makkah, fino alla fine dei

tempi. Questo illustre Compagno (ra) visse

accanto al Profeta Muhammad (saw),

rispettato e amato per la sua pietà. Ogni volta

che l’ora della chiamata alla preghiera si

avvicinava, il Profeta (saw) gli diceva: “Facci

riposare con la preghiera, o Bilâl!”.

Ma venne il giorno in cui il pio Compagno

(ra) non volle più chiamare alla Salat. Dopo la

morte del Messaggero di Allah (saw), andò a

trovare Abu Bakr (ra), il primo Califfo, e gli

chiese l’autorizzazione di partire per dedicarsi

al Jihâd sulla Via di Allah (swt). Il Califfo gli

rispose: “Chi dunque chiamerà alla Salat, o

Bilâl?”. Ma egli, mestamente, replicò: “Non

potrei più fare l’Adhàn dopo la morte del

Messaggero di Allah (saw)”. Abu Bakr (ra)

insistette: “Resta, Bilâl, e fai l’Adhan per

noi”. Ma Bilâl (ra) rispose: “O Abu Bakr, se

tu mi hai affrancato perché io fossi al tuo

servizio, fai di me ciò che vuoi; ma se l’hai

fatto per amore di Allah (swt), allora lasciami

al servizio di Colui per il Quale mi hai

liberato”. Abu Bakr (ra) gli disse allora: “Oh

Bilâl, non ti ho affrancato se non per amore

di Allah!”. E gli permise di recarsi dovunque

volesse. Bilâl (ra) andò a Damasco e vi si

23

stabilì, consacrandosi all’adorazione di Allah

(swt) e al Jihâd nella Sua Via. Un giorno,

durante una visita del Califfo ‘Umar (ra) a

Damasco, i Musulmani insistettero perché

chiedesse a Bilâl (ra) di fare l’Adhàn all’ora

della preghiera. ‘Umar (ra) insistette tanto che

alla fine Bilâl (ra) accettò. Ma alla pronuncia

del nome di Muhammad (saw) il suo antico

dolore lo colse e i suoi occhi si riempirono di

lacrime. Tutti i Musulmani, compreso il

Califfo ‘Umar (ra), piansero insieme a lui.

Bilâl (ra) visse i suoi ultimi anni a Damasco,

tra l’ammirazione e il rispetto di tutti i

Musulmani. Là morì e fu sepolto. Bilâl (ra) è

ricordato come il simbolo della fermezza e del

sacrificio della fede dinanzi alle prove e alle

vicissitudini che questa implica. Che possa

riposare nella Beatitudine e nella Felicità

dell’Unico, per il Quale tanto soffrì nel basso

mondo.

I MUSULMANI IN NIGERIA

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Oltre il 50% di nigeriani sono musulmani, la

maggioranza sunniti che seguono la scuola

malekita, una minoranza è sciita, che si trova

soprattutto nello stato di Sokoto. L’Islam

entrò a nord della Nigeria a partire dal nono

secolo d.C. La Nigeria è definita “il gigante

dell’Africa”, nota per le sue risorse naturali

come il petrolio. 150 milioni sono gli abitanti

fra questi anche cristiani, circa 21 milioni, la

maggior parte protestanti. Si sente spesso

parlare di scontri tra cristiani e musulmani,

molti sono i morti e feriti da entrambe le parti.

Spesso i media evidenziano gli attacchi

terroristici dei

musulmani e

mai dei

cristiani, la

colpa è di

entrambi, anche

i cristiani hanno

fatto la loro parte, che spesso non viene

riportata da giornali e Tv. Ci sarebbe molto da

scrivere su questo argomento, ma preferirei

fermarmi qua, per non rischiare di uscire fuori

dal tema dell’articolo. La moschea Abuja

National Mosque è stata costruita nel 1984, è

aperta anche ai non musulmani eccetto

nell’ora della preghiera e si trova ad Abuja,

può contenere 500 persone. Molto conosciuta

è anche la moschea Great Mosque of Kano e

si trova a Kano, seconda città più popolata

della Nigeria. La moschea è stata costruita da

Muhammad Rumfa nel 15° secolo ed era di

fango, è stata spostata in un altro luogo da

Muhammad Zaki nel 1582 e ricostruita a metà

del 19° secolo da Abdullahi dan Dabo. È

stata distrutta nel 1950 e ricostruita con la

sponsorizzazione britannica. Terza moschea

nota è Ilorin Central Mosque a Ilorin. È

stata costruita nel 1820. Più di un secolo dopo

la moschea non

poteva più

contenere il numero

della popolazione

musulmana in

crescita, per questo

motivo il 9° emiro di Ilorin Al hajj Dr

Zulkarnaini Gambari invitò il Gran Mufti

Al Hajj Mohammed Kamal-u-deen ed altri

nomi per coordinare la raccolta di fondi per la

costruzione di una nuova moschea. Il 30

Aprile 1977 gettarono le fondamenta per la

nuova moschea, completata ed inaugurata

quattro anni dopo, nel 1981. Attualmente la

moschea ha 99 cupole di diverso diametro e

quattro minareti di 150 metri d’altezza.

24

LA MORTE DELLA MADRE

Di Sheikh Mahmoud El Masri

Traduzione di Zeinab Nour White

Vi racconterò la morte di mia madre, che

Allah abbia misericordioso di lei. Questa

madre grandiosa, che qualsiasi cosa do e

faccio nella mia vita, wallahi (vi giuro), non

riuscirò a ricompensare un giorno dei suoi…

che Allah abbia misericordia di te madre mia.

Mi ha insegnato tanto e mi ha educato

personalmente, e da lei ho imparato cose

molto belle… Quando mi hanno chiesto in un

canale televisivo chi sono i miei sheikh, ho

risposto la più grande cosa che mi ha

insegnato nella mia vita è stata mia madre.

Mia madre mi ha insegnato la misericordia,

mia madre mi ha insegnato la verità, mi ha

insegnato la fedeltà, mi ha insegnato la

sincerità, mi ha insegnato ogni cosa bella…

mia madre la signora analfabeta, è colei che

mi ha insegnato tutto… Invece le scienze

legali erano molto facili… l’etica era molto

difficile da acquisire soprattutto in questa

nostra epoca . Qualcuno doveva essere un

esempio dal quale imparare. Mia madre la

guardavo, che Allah le conceda un’ampia

misericordia, e scusatemi questa è una

questione personale ma mi piacerebbe

ricordarla per dire ad ogni giovane: “tua

madre è un tesoro, guai se lo perdi!”, bacia le

mani di tua madre e bacia le mani di tuo padre

e stai attendo ad obbedir loro, cosi Allah

(swa) sarà generoso con te nella vita terrena e

nell’Aldilà. Ogni bene che mi è successo nella

vita è grazie ad Allah prima di tutto e poi

grazie alle preghiere di mia madre.

Mia madre… che Allah abbia misericordia di

lei, dicevo sempre che non doveva vivere in

quest’epoca ma in quella dei compagni del

Profeta (saw). Non era adatta a vivere nella

nostra epoca! Il mio pianto su di lei il giorno

in cui è morta, era equivalente alla mia felicità

che lei non era adatta a vivere in quest’epoca,

non era giusto che lei vivesse tra noi..

scusatemi! Non era giusto che vivesse tra noi

in quest’epoca… in quest’epoca dura in cui

viviamo, perché doveva unirsi ai giusti come

lei… basta che vi dica che mi insegnava ogni

cosa.. anche la misericordia per gli animali,

come ci ha insegnato il Profeta Muhammad

(saw). Mi diceva sempre: “prega che la

malattia non si allunghi con me, prega che

nessuno mi porga un bicchiere d’acqua,

prega che sia io a servire me stessa fino

all’ultimo momento”. Pensate, è questo che è

successo! Nessuno l’ha servita con un

bicchiere d’acqua fino alla sua morte, faceva

tutto con le sue mani, che Allah le conceda

un’ampia misericordia. Nel giorno della sua

morte, eravamo al 5° piano ed ho una sorella

al 1° piano, omm Moustafa, che Allah la

preservi. Mia madre in quel giorno per la

prima volta in vita sua ha chiesto a mia sorella

di passare la notte da lei, e così è stato. Alla

preghiera del “Asr” si è alzata per pregare e

non riusciva a muoversi, ed ha detto a mia

nipote (figlia di mia sorella) “sostienimi, in

modo che possa fare l’abluzione”, mia nipote

le ha dato il sostegno e lei ha lavato appena le

sue mani e il viso, nient’altro. Mia nipote

disse:“nonna non hai ancora fatto

l’abluzione”, e la sua risposta: “al

hamdulillah cara, loro mi hanno fatto

l’abluzione”, wallahi, mia madre non sa dire

queste parole, queste parole sono uscite senza

il suo volere, “loro mi hanno fatto l’abluzione

al hamdulillah”, è entrata a pregare 25

al Asr ed era seduta, dopo la preghiera ha

detto “Allahu Akbar” di nuovo, pregava

ancora, e mia nipote “non c’è preghiera dopo

al Asr” e mia madre “c’è tanto ancora, ma

speriamo di riuscirci”. Ha detto “Allahu

Akbar” , ha recitato la Sura Al-fatiha, ha

guardato il cielo, ha sorriso ed ha cominciato

nelle ebbrezze della morte mentre pregava …

Mi hanno telefonato e sono riuscito a

raggiungerla, ed ho cominciato a dirle: “dì

che non c’è Dio all’infuori di Allah

madre…”. Stavo dando l’addio al mio amore

ed anima del cuore mio… come se la mia

anima viene prelevata dal mio interno. Lei

diceva “Allah, Allah” ed indicava con il suo

dito, “Allah, Allah, Allah” fino all’ultimo

momento “ALLAAAAAAAAH!” la sua anima

salì così al suo Signore. Subhana Allah, il

momento più difficile nella vita di ogni

persona, il giorno in cui perde la persona più

cara, il giorno in cui senti che la persona più

cara al tuo cuore non la vedrai più, è il

momento più difficile nella vita di ogni

persona, io in questo momento, subhana

Allah… Allah rende costante chi ha una fede

profonda, ho detto al hamdulillah , inna li

Llah wa inna ilaihi rajiu’n “noi siamo per

Allah e ad Egli ritorniamo”, Iddio

ricompensami per la mia disgrazia e donami

qualcosa di migliore di essa… ho sentito che

la disgrazia è molto grande, ho sentito che il

mondo è diventato nero davanti ai miei occhi,

ho sentito che tutto l’amore che mi accoglieva

ormai è svanito, il calore in cui vivevo, ho

sentito che ormai non vivevo più in questo

mondo, ho sentito come se fossi stato io a

morire… davvero, davvero…

O’ giovani! Conservate le vostre madri… o’

giovani! Non conoscete il valore del padre e

della madre quant’è… conosci il valore dei

beni solo quando li perdi! Mia madre è morta

e subhana Allah, il suo amore per il Profeta

(saw) non era comune! Era una cosa davvero

particolare, ogni volta che sentiva la parola

“la pace e la benedizione sul Profeta” diceva

“su di lui la pace e la benedizione”, le parole

venivano dal suo cuore e le lacrime sempre

agli occhi appena sentiva il ricordo del

Profeta (saw). Mia madre è morta ed aveva 63

anni, come il Profeta (saw). Non la paragono

al Profeta Muhammad (saw) però voglio far

emergere le similitudini, è morta di lunedi ed

è stata sepolta martedi come il Profeta (saw).

Era orfana di madre e padre, il Profeta (saw)

suo padre è morto quando era ancora nel

grembo di sua madre ed anche lei (mia madre)

suo padre è morto quando era in grembo a sua

madre. Il Profeta (saw) sua madre è morta

quando lui aveva 6 anni. La mamma di mia

madre è morta quando aveva 1 mese… era

orfana di madre e padre e aveva solo un mese.

Mi diceva “o’ Mahmoud ,figlio mio, tu sei

mia madre, mio padre e mio fratello… anche

se ho perso mia madre e mio padre tu hai

sostituito ognuno di loro”. Pregava sempre

per me tutte le notti… e Dio mi ha dato

successo nella mia vita grazie alle sue

preghiere.

Sono andato a seppellirla, come se la tomba

fosse preparata apposta per ospitarla, l’ho

seppellita in 3 minuti e sono risalito e per

quasi 45 minuti, ho fatto un sermone sulla

morte sulla sua tomba… che Allah le conceda

un’ampia misericordia… ho provato delle

sensazioni che ancora oggi non riesco a

spiegare… e non riesco a raccontare… Ogni

volta che faccio un viaggio o vado da qualche

parte passo per la sua tomba… come se

sentissi che la sua anima è con me, la saluto..

e quando torno ripasso di nuovo e le dico

“sono tornato amore mio”. Non immaginate

la grande tristezza e sconforto che c’è nel

cuore di una persona che perde il suo amato…

o’ giovani conservate le vostre madri… l’ho

sepolta ed ho raccomandato a tutti gli sheikh

26

dell’Egitto di pregare per lei nella preghiera

del venerdì, tutti lo hanno fatto e milioni di

persone hanno pregato, mi è apparsa nel

sonno il venerdi sera, la notte del sabato.. con

il suo viso illuminato, dicendomi “che Allah

ti ricompensi per quello che ho ricevuto

amore mio”. Un giorno mi sono messo

d’accordo con i miei fratelli per andare a

visitare la sua tomba, stavo tornando dal

sermone del venerdì ed ero molto stanco, mi

sono addormentato ed ho detto loro: “non

riesco a venire con voi questa volta, sono

stanco” ed ho riposato per 10 minuti…

wallahi non dimentico quel giorno! Ho

dormito 10 minuti e mi è apparsa nel sonno,

stava salendo dalla tomba e salutava mia

sorella Huda, mia sorella Souhir e mia sorella

Nai’ma, li salutava e chiedeva a loro “dov’è

Mahmoud?”, le hanno risposto “non è venuto

è stanco” e lei “non è possibile… il mio

amore non può non venire da me!” , mi sono

svegliato di colpo, li ho trovati alla porta, ho

detto loro “verrò con voi”.

Sono andato li ed ho provato una felicità

enorme nel visitare la tomba di mia madre.

L’essere umano desidera che Iddio ci regali

una buona conclusione, ed attende il momento

in cui incontra i suoi cari. Non posso

dimenticare questo avvenimento, davvero

strano, un giorno mi sono seduto con mia

madre, e le ho detto “vorrei incontrarti

nell’Aldilà”, mi ha risposto “inshaAllah

amore mio”, le ho detto allora “mettiamoci

d’accordo per il posto dove ci incontreremo”

Le ho detto il posto più significativo del luogo

del raduno, è vicino al Profeta (saw) “lui è il

mio amore e il tuo amore, ci incontriamo dal

nostro amato, lo salutiamo, baciamo le sue

mani e ti vedo li… ed entriamo nel Paradiso

insieme”, mi ha risposto di si, il nostro

incontro sarà lì. Ho fatto un sogno in cui ho

visto mia madre vicino al nostro Profeta

Muhammad (saw). E mia sorella dal

Fayyoum, di nome Huda, mi ha chiamato

qualche anno fa, non dimentico quel giorno

wallahi, non c’è Dio all’infuori di Lui… e

forse mia sorella è seduta in questo momento

a guardarmi davanti alla Tv, ha visto un sogno

in cui io avanzavo verso il Profeta (saw), non

presentavo programmi sul satellite televisivo,

non sapeva com’ero… e mi ha detto “wallahi,

Allah che non c’è Dio all’infuori di Lui, ti ho

visto che avanzavi da lontano e non ti

conoscevo, c’era il Profeta fermo, e vicino a

lui Abu Bakr e Omar, il Profeta (saw) è

andato verso di te, ti ha abbracciato e ti ha

baciato… e ti ha messo vicino ad Omar”e mi

ha detto, “io chiedevo alle persone chi è

questo, e mi hanno detto che questo è lo

sheikh Mahmoud El Masri” e mi ha detto

“ero insistente sul raccontarti questo

sogno”…

Le ho detto “che iddio ti annunci il bene, ho

visto in sogno mia madre vicina al Profeta

(saw) e mancava a me questo sogno”. Non lo

racconto dal lato della purezza dell’anima, lo

ricordo per il fatto che l’essere umano

desidera incontrarsi con i suoi cari…

I NOSTRI DIGIUNI E LE

COMMEMORAZIONI

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Il primo giorno del mese Muharram, inizia

l’anno islamico. Ricorda l’emigrazione del

Profeta Muhammad da Mecca a Medina. Il

10° giorno di Muharram è Ashura, nel

mondo sunnita è il ricordo del miracolo del

mar rosso che si aprì per far passare le tribù

d’Israele guidate dal Profeta Mosè (as), li

salvò in questo modo. Per gli sciiti si celebra

il martirio di Hussein, figlio di Ali. Giorno di

digiuno raccomandato. Anche il giorno prima.

Il 12° giorno del mese Rabi I è Mawlid,

commemorazione della nascita del Profeta

27

Muhammad (saw), non si festeggia, come

fanno certi musulmani. Il 27° giorno di Rajab

è il viaggio del Profeta Muhammad tra la

Mecca e Gerusalemme e ascensione al Trono

di Allah. Nel mese Shawall dopo 1 o 3 giorni

dell’ Idu-l-fitr si digiuna 6 giorni, dice il

Profeta che è come se avessi fatto digiuno

tutto l’anno. Id Adha finisce il

pellegrinaggio, 10 giorni di digiuno prima

dell’Aid.

LE 7 PERSONE CHE SONO NELLA

PROTEZIONE DI ALLAH (SWA)

Traduzione di Mohammed Al Khald

E' stato riportato da Abu Hurayrah (voglia

Allah essere soddisfatto

di lui) che il Profeta (saw) ha detto:

"Ci sono sette persone che Allah (swa)

proteggerà con la Sua

protezione il Giorno in cui non ci sarà

nessuna protezione eccetto

la Sua:

1) Il governante giusto

2) Un giovane che cresce adorando il Suo

Signore

3) Un uomo il cui cuore è fissato alla

Moschea

4) Due uomini - inteso come un uomo ed una

donna - che si

amano tra loro in Allah (swa) e si incontrano

5) Un uomo che viene chiamato da una donna

bella ed importante e

dice: "Io ho timore di Allah (swa)"

6) Un uomo che quando dà la carità la

nasconde a tal punto che la sua

mano sinistra non sa cosa dà la sua mano

destra

7) Un uomo che quando è solo si ricorda di

Allah (swa), ed i suoi

occhi si riempiono di lacrime”.

Narrato da Al Bukhari n.504, da Muslim

n.1712 ed altri

JERMAINE JACKSON MUSULMANO

DA PIU’ DI 20 ANNI

Traduzione di Mamdouh AbdEl Kawi

Dello Russo

In un'intervista sorprendente, Jermaine

Jackson, il fratello della stella famosa nel

mondo Michael Jackson, racconta come ha

abbracciato l'Islam.

L'Islam è una religione, aldilà dei pregiudizi

del colore della pelle, della razza e dei confini

territoriali. Ecco perché i

seguaci delle altre

religioni con una stretta

veduta hanno un senso di

orgoglio di eccesso

rilievo quando uno

abbraccia l’Islam.

Lasciare la religione

degli antenati, è una delle

decisioni più difficili, ma i principi e le virtù

di larga veduta dell’Islam hanno persuaso

l’umanità nell’adottarli come modo di vivere.

Ora, quindi, l’Islam è emerso come la

religione più grande del mondo. Jermaine

Jackson, il fratello di Michael Jackson è uno

di quegli uomini che hanno lasciato la

religione dei loro antenati e fatto dell'Islam la

parte inseparabile della loro vita. Jermaine

Jackson, si chiama adesso Muhammad

Abdul-Aziz. Vive in uno dei palazzi lussuosi

ai margini di Los Angeles (U.S.A.). Il palazzo

di Abdul-Aziz è circondato da bei giardini.

"Al-Mujallah" ha recentemente pubblicato

per la prima volta un'intervista di Jermaine

28

Jackson da quando è diventato musulmano. In

questa intervista, ha espresso il suo amore

appassionato per l’Islam. Vediamo come ha

risposto alle diverse domande:

Quando e come ha iniziato il suo viaggio

verso Islam?

Era nel 1989, quando con mia sorella ho

girato alcuni dei paesi del Medio Oriente.

Durante il nostro soggiorno in Bahrain,

eravamo stati accolti calorosamente. Là

incontrai alcuni bambini e chiacchierai con

loro. Feci alcune domande e mi risposero con

l’innocenza tipica dei bambini. Mi

domandarono della mia religione, risposi che

ero cristiano. Chiesi quale fosse la loro

religione. Con una grande serenità nei loro

volti risposero tutti insieme L’ISLAM!

Risposero con entusiasmo e lo si vedeva.

Cominciarono a parlarmi dell’Islam. Stavano

dandomi informazioni. Erano molti fieri di

essere musulmani lo si capiva dalla tonalità

della loro voce. Un breve momento con dei

bambini che mi portò ad avere discorsi lunghi

sull’Islam con gli studenti musulmani.

Cominciai a pensare molto e a fingere poi a

me stesso che non fosse successo nulla, ma

durò poco poiché questo fatto mi toccò il

cuore e mi convertii all’Islam. Rivelai per

primo al mio amico Qunber Ali. Lo stesso

Qunber Ali mi portò a Riyadh, capitale

dell'Arabia Saudita. Fino a quel momento non

conoscevo molto sull’Islam.

Cosa hai provato dopo aver detto di essere

musulmano?

Abbracciando l'Islam era come se fossi rinato.

Ho trovato nell’Islam le risposte a quelle

domande che mi facevo e che non riuscivo a

trovare nel cristianesimo. Solo l’Islam mi ha

fornito la risposta soddisfacente sulla nascita

di Gesù. Per la prima volta mi convinsi sulla

religione. Prego affinché la mia famiglia

possa apprezzare queste cose. Loro sono

testimoni di Geova. Secondo la loro dottrina

solo 144.000 uomini andranno in Paradiso.

Mi sorprende sapere che la Bibbia è stata

compilata da tanti uomini, soprattutto il

volume scritto da re Giacomo. Mi sono

sempre chiesto come un uomo può compilare

un libro ed attribuirlo a Dio. Durante il mio

soggiorno in Arabia Saudita ho avuto

l’occasione di comprare uno scaffale di

cassette di un cantante pop britannico, adesso

musulmano, Yusuf Islam -conosciuto

precedentemente come Cat Stevens-. Ho

imparato molto anche da queste.

Che cosa è avvenuto negli Stati Uniti

quando hanno appreso del suo abbraccio

all’Islam?

Quando tornai negli USA i mezzi di

comunicazione americani fecero una

propaganda contro l’Islam e i musulmani. I

pettegolezzi su di me disturbarono la mia pace

interna. Ad Hollywood si malignava spesso

sui musulmani. Ci sono tante cose in comune

fra cristianesimo e Islam, e il Corano

presenta Gesù come un Profeta virtuoso. Mi

domando allora, perché l’America cristiana fa

tutto questo contro i musulmani? Dopo esser

diventato musulmano è avvenuto un enorme

cambiamento in me. Ho eliminato tutte le

cose proibite nell’Islam. Tutto questo ha reso

anche la vita difficile alla mia famiglia. La

famiglia Jackson ha avuto diversi problemi –

com’è ormai noto-. La mia famiglia ha

ricevuto molte lettere minacciose. Posso dire

di conseguenza che la famiglia Jackson ha un

buon rapporto con la gente appartenente a

tutte le religioni.

Quale è stata la reazione di suo fratello

Michael Jackson?

Portai dall’Arabia Saudita molti libri. Lo

stesso Michael mi chiese alcuni di questi per

29

studiarli. Prima di ciò lui era influenzato dalla

propaganda americana contro l’Islam e i

musulmani. Non era ostile all’Islam però

dopo la lettura dei libri non ha avuto più nulla

contro i musulmani. Penso che lo studio

dell’Islam abbia contribuito nella sua

decisione di scegliere per i suoi affari i

commercianti musulmani. Ha parti uguali in

affari con il principe saudita Walid bin Talal

nella sua azienda multinazionale.

Prima si diceva che Michael Jackson fosse

contro i musulmani, dopo disse che si

convertì alla religione musulmana, cosa c’è

di vero in tutto questo?

Testimonio che Michael non ha mai detto

nulla contro i musulmani. Anche le sue

canzoni danno un messaggio d’amore per il

prossimo. L’abbiamo imparato dai nostri

genitori. Se molti erano contro di me quando

diventai musulmano, perché non può essere

così anche per Michael? Tutto questo perché è

il più vicino all’Islam. Ma chi sa cosa può

accadere quando Micheal Jackson abbraccia

l’Islam…

Cosa pensa della sua decisione il resto della

sua famiglia?

Quando tornai in America mia madre già

sapeva la notizia della mia conversione

all’Islam. Mia madre è una donna religiosa e

civile. Quando tornai a casa mi fece solo una

domanda: “Hai preso questa decisione

d’improvviso o dopo una lunga e profonda

riflessione?”, le risposi che decisi dopo aver

pensato a lungo. Mia sorella Janet rimase

molto sorpresa della mia decisione, all’inizio

era molto preoccupata, per lei i musulmani

erano solo poligami, possono sposare fino a

quattro mogli. Quando le ho spiegato che

questo permesso per i musulmani è giusto

visto i problemi nella società americana

attuale è rimasta soddisfatta. La promiscuità e

l’infedeltà sono molto comuni nella società

occidentale. Nonostante sono sposati, gli

uomini occidentali hanno rapporti

extraconiugali con un certo numero di donne.

L’Islam salvaguarda il tessuto sociale da

questa distruzione.

Dopo la sua conversione ha incontrato

Muhammad Alì?

Muhammad Alì è il nostro amico di famiglia.

Ho intenzione di costruire al più presto una

nuova moschea in una zona dove non ci sono

moschee. Vorrei andare anche al più presto a

fare l’Umrah con la mia famiglia inshallah.

Sua moglie e i suoi figli sono musulmani?

Ho sette figli maschi e due figlie femmine,

sono come me musulmani. Mia moglie invece

sta ancora studiando l’Islam. Vuole andare in

Arabia Saudita. Spero insha Allah, che possa

anche lei al più presto abbracciare l’Islam.

Possa Dio l’Onnipotente darci la forza e la

perseveranza a rimanere sulla Retta Via

dell’Islam, la Vera Religione. (Ameen)

L’HIJAB E LA PAURA DEGLI “ALTRI”

Di Amina umm Samìr

Stamane mi son ricordata di aver lasciato in

sospeso qualche sorella che mi ha fatto una

domanda specifica:"Sorella Amina: io non

trovo il coraggio di indossare definitivamente

l'hijab, i miei familiari non mi parlerebbero

più e le persone, qui dove vivo, mi

prenderebbero in giro evitandomi come la

30

peste. Come posso fare?". Non è stato facile

nè per me nè per nessun altra, ma quando una

cosa la fai per Dio, per il Signore dei Mondi

Creati, tutto il resto, le chiacchiere, la gente,

gli sguardi...non contano più nulla ma provi

solo tanta pena per quelle anime!

L'Islam E' INDISCUTIBILMENTE la

religione di Allah (chi poi ne volesse

discutere, son a disposizione, insha Allah),

che ha trasmesso a noi uomini tramite i Suoi

Profeti. Tutti i Libri Sacri contengono la Sua

Parola, le Sue Leggi e chi NON le segue non

va in Paradiso. Questo perchè come esiste

Dio, esiste anche Shaytan (audhu billahi

minna Shaytan ar-rajim!), per cui sono solo 2

le strade che potremo prendere e che

segneranno il nostro destino nell'Altra Vita.

Un hadeet Qudsi (per cui diretta Parola di

Allah) dice:"NESSUNO può seguire questa

vita e me insieme...nessuno. O seguite questa

vita, o seguite me..." Il problema che ci

creiamo riguardo l'hijab...la gente parla, i

familiari mi disconosceranno. La mia

esperienza personale mi vede in lotta per anni

con gli stessi dilemmi, per questo dico sempre

di capire benissimo le sorelle che si rivolgono

a me, però c'è da dire una cosa importante:

quando ancora non indossavo l'hijab, NON mi

sentivo in pace con me stessa, sentivo che mi

mancava qualcosa, sentivo che ero

incompleta, che stavo trasgredendo qualche

precisa regola.

Sì...una precisa regola:

“E di' alle credenti di abbassare i loro

sguardi ed essere caste e di non mostrare, dei

loro ornamenti, se non quello che appare; di

lasciar scendere il loro velo fin sul petto e

non mostrare i loro ornamenti ad altri che ai

loro mariti, ai loro padri, ai padri dei loro

mariti, ai loro figli, ai figli dei loro mariti, ai

loro fratelli, ai figli dei loro fratelli, ai figli

delle loro sorelle, alle loro donne, alle

schiave che possiedono, ai servi maschi che

non hanno desiderio, ai ragazzi impuberi che

non hanno interesse per le parti nascoste

delle donne. E non battano i piedi, sì da

mostrare gli ornamenti che celano. Tornate

pentiti ad Allah tutti quanti, o credenti,

affinché possiate prosperare”. [Corano Sura

An-Nùr /La Luce, v. 31]

“O Profeta, di' alle tue spose, alle tue figlie e

alle donne dei credenti di coprirsi dei loro

veli, così da essere riconosciute e non essere

molestate. Allah è perdonatore,

misericordioso”. [Corano Sura Al Azab/ I

coalizzati, v. 59]

Ecco, il mio Signore ha detto che io devo

velarmi, devo essere casta, modesta nel

vestire e nel comportarmi... La "gente" sparla

e mi guarda male?Ok, ma una domanda sorge

spontanea: nel Giorno del Giudizio, tutte le

persone che mi hanno ostacolato nel

professare liberamente la religione di Allah,

dove saranno? Se mi volterò le vedrò in fila

insieme a me, terrorizzate e in attesa di esser

giudicate. E quando arriverà il mio momento,

con che coraggio potrò rispondere

tranquillamente, quando Allah (swa) mi

domanderà "perchè non hai indossato l'hijab?

Perchè Mi hai disobbedito?”. Non potrò certo

dire che la colpa è stata di mia madre che non

voleva, o di mio padre che non mi avrebbe

più parlato o dell'insegnante che avrebbe

abbassato i voti ai miei figli...no, non potrò

perchè in quel momento IO SAPRO',

CAPIRO' e sarò cosciente che quelle persone

(alle quali in vita ho dato tanta importanza,

tanta da metterle davanti a Dio) saranno

giudicate proprio come me, se andrò

all'Inferno a causa della mia ribellione ad una

Legge divina, non ci sarà madre, o padre, o

vicino di casa che mi aiuterà, astaghfirullah!

Abbiamo dato shahada, attestando che non

esiste altro Dio oltre Allah e che Mohammed

31

è il Suo Inviato, noi dobbiamo rigettare tutto

il resto!! Usare misericordia con tutti, è ovvio

ma non lasciarsi trascinare giù, lontano da

Allah e dalla Salvezza. I miei familiari non mi

parleranno più? SARO' IO A FARLO! Per

dimostrar loro la mia felicità, la mia serenità e

cercare di riportarli ad Allah l'Altissimo. La

"gente" mi guarda e mi tratta male? Non

importa, perchè non sono migliori di me ed

inoltre il mio Creatore mi ha detto che:

“Invero i malvagi schernivano i credenti;

quando passavano nei loro pressi si davano

occhiate, ritornando dalla loro gente, si

burlavano di loro; e quando li vedevano,

dicevano: “Davvero sono fuorviati!”. Certo

non hanno avuto l'incarico di vegliare su di

loro. Oggi invece sono i credenti a ridere dei

miscredenti:[appoggiati] su alti divani

guarderanno. I miscredenti non sono forse

compensati per quello che hanno fatto?”.

[Corano Sura Al Mutaffifin/ I frodatori v.

29/36]

Indossare l'hijab è la nostra LIBERTA': una

libertà silenziosa che attesta la nostra

sottomissione NON agli uomini (finchè noi ci

preoccupiamo di quello che dicono saremo

loro schiave!), ma ad Allah l'Altissimo, una

libertà espressa in un silenzio assordante

indossando con fierezza il nostro hijab,

camminando a testa alta, con lo sguardo

rivolto al cielo ed il cuore ad Allah!!

Sorelle...siamo Musulmane e fiere di esserlo?

Esiste una regina senza corona? l'hijab è la

nostra corona, alhamdulillah!!

LA LINGUA URDU PAKISTANA

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

I caratteri scritti della lingua urdu sembrano arabi, ma in realtà un arabo non capirebbe nulla se

dovesse leggere l’urdu. All’ascolto l’urdu sembrerebbe per noi occidentali simile all’indiano, ma in

realtà non ha molto a che fare con l’hindi. Un pakistano invece di dire “Namastè?” quando vede

qualcuno, saluta in modo islamico con “Assalamu aleikum” poiché gran parte della popolazione è

musulmana. “Come ti chiami? si dice “Aapka nam kya heyh?” e “Mi chiamo Moustafa” in urdu è

“Mera nam Moustafa heyh” . Per ringraziare “Shukria” e per salutare con un arrivederci “Khuda

hafiz”. I pakistani parlano trecento dialetti e una dozzina di lingue. Tutto è cominciato dalla prima

invasione degli Arii, le lingue pakistane provengono dal ramo persiano e indiano, come: il pashto,

il beluci –dal persiano- , il panjabi, il sindhi e l’urdu –dall’indiano-. L’urdu è una lingua

indoeuropea con influenze persiane, turche e arabe al tempo del Sultano di Delhi e dell’Impero

Moghul (1200- 1800). È la lingua nazionale del Pakistan e significa “accampamento”, nonostante

che la maggior parte della popolazione parli il panjabi. L’urdu è usato nel Parlamento, dai mass

media ed insegnato nelle scuole. I pakistani parlano anche l’inglese, lingua della colonizzazione.

L’inglese è usato dal ceto alto, l’urdu dal ceto medio e il panjabi dalla maggior parte della

popolazione. L’urdu si scrive da destra a sinistra, come l’arabo.

32

I CREDENTI VEDRANNO IL LORO SIGNORE NEL GIORNO DEL GIUDIZIO

di Ibn Qudama al Maqdisi

Traduzione di Fatima Asya Baraka

I credenti nell’Aldilà vedranno il loro Signore

e Lo visiteranno. Egli gli parlerà e loro

parleranno ad Allāh. Allāh dice: “In quel

Giorno ci saranno dei volti splendenti, che

guarderanno il loro Signore” [Al-Qiyāmah

75: 22-23] Allāh dice: “Niente affatto: in

verità in quel Giorno un velo li escluderà dal

vedere il loro Signore” [Al-Muţaffifīn 83: 15]

Il fatto che Allāh non si farà vedere dai

miscredenti, mentre essi saranno nello stato

di disperazione e nella più profonda tristezza,

mostra che il credente vedrà Allāh perché la

sua situazione sarà totalmente opposta a

quella del miscredente. Infatti egli sarà lieto e

soddisfatto. Se non fosse proprio così allora

non ci sarebbe nessun paragone tra i credenti

e i miscredenti riguardo al vedere Allāh

nell’Aldilà. Ha detto il Profeta (la pace e le

benedizioni su di lui): “Certamente vedrete il

vostro Signore così come vedete la luna, poi

non avete nessuna difficoltà a vederla.”

(Sahīh al-Bukhari e Sahīh Muslim). Questa

affermazione del Profeta (la pace e le

benedizioni su di lui) è soltanto un confronto

tra i modi di vedere [di un essere umano] e si

riferisce solamente a lui. Tale chiaro modo di

vedere l’altro [ovvero Allāh nel Giorno del

Giudizio] ovviamente non viene paragonato

con il modo di vedere di Allāh Stesso perché

Egli non ha dei simili e per lo più nulla è

paragonabile a Lui. Tratto dal libro

“Luma’tu al I’tiqad/ Il Raggio del Credo”

GLI HUI: I MUSULMANI CINESI

di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

Chi sono gli Hui? Sono i cinesi musulmani.

Al contrario di quanto possiamo pensare,

vivono in Cina 20 milioni di musulmani,

quindi, non solo buddisti o seguaci di

Confucio. Certo, i musulmani cinesi sono una

minoranza, che vive pacificamente con il

resto della

popolazione.

Perché si

chiamano Hui?

Sono i cinesi

“etnici” Han. Gli

Hui – la maggiore

etnia musulmana cinese- sono 7 milioni, i

restanti 13 milioni di musulmani sono divisi

in gruppi indo-europei ecc.. I musulmani

sono presenti in Cina già dall’ottavo secolo,

aumentarono nel paese tra il XIII e il XIV

secolo, con la dinastia Mongola. Nel 1274

circa a Dali, nello Yunnan ci fu un governo

islamico. Successivamente, i musulmani

costruirono in Cina una grande moschea

distrutta dal fuoco nel 1341 e ricostruita nel

1349- 51. Durante la dinastia Tang, un gruppo

di mercanti arabi e persiani giunsero in Cina

sulla via della seta e attraverso il porto di

Quanzhou. Introdussero nel paese la loro

sapienza medica, la loro cucina, ecc. Le

moschee cinesi

sembrano nella

costruzione dei tipici

templi cinesi, con le

pareti di colore rosso e

i versetti del Corano.

Del Libro Sacro dei

musulmani esistono diverse traduzioni in

cinese. 33

LE POESIE DI USAMA

AL AQSA

Giuro che non ti abbiamo dimenticato

è solo un brutto periodo in cui ci siamo

allontanati

la parola più giusta può essere addormentati?

ma basta poco e manca poco e ci si

risveglierà...

ci sarà tanto da lavorare ma ognuno di noi le

maniche si rimboccherà

adesso il cuore s'è svegliato, alla testa e alle

mani poi toccherà

un giorno quei fiumi di sangue non

sporcheranno più la tua terra

i bambini non avranno più paura di morire

rinchiusi in quella maledetta serra

e la pace ritroveranno una volta finita questa

benedetta guerra

è tutto questo perchè siamo stati lontani e

adesso i nostri petti sono pieni

ma noi sacrifichiamo tutto anche i nostri beni

mentre qualcuno pur di eliminarci cerca di

monificare i nostri geni

guerra, violenza, morte e paura

questo è ciò che cercano di incutere ma senza

fortuna

voi sterminare un popolo che nel deserto

d'agosto non beve e non mangia ma digiuna?

giuro che ritorneremo

giuro che ci vedremo

il mio cuore pulsa forte e non vede l'ora...ma è

sempre sereno!

OH UMMAH DI MUHAMMAD

Oh Ummah di Muhammad…

Dove sei finita?

Per quale motivo il lamento è la tua unica

espressione?

Hai deciso di combattere così?

Questo è quello che puoi?

Dov’è l’orgoglio?

Dov’è l’amore per Allah e per il Suo

Messaggero?

Come mai ti perdi in parole?

Perché non ti concentri sulla Parola?

Una bella frase non è sempre la frase giusta…

Un buon concetto non è il migliore…

Una brava persona non è sempre amica…

Un musulmano non lo è con la sola lingua…

Il combattimento non è solo parlare…

Il sacrificio non è solo guardare…

I portatori di pace non sempre la vogliono…

La vita ha dei controsensi…

Così come la morte: che morte è se poi ci

risvegliamo?

Ognuno si costruisce il proprio risveglio

Chi lottando e chi dormendo…

Ciò che importa è l’intenzione…

Di Usama Abul Asad

34

Nel numero scorso di “Mondo Islam” c’era un articolo sui Riti funebri islamici, in questo numero

abbiamo pensato di pubblicare una “Clausula Testamentaria” da compilare a cura di ogni

musulmano. È un discorso da non sottovalutare, siamo di passaggio in questa vita e la morte può

arrivare da un momento all’altro, senza fare distinzione di sesso, razza, età, ceto sociale ecc. Vi

consigliamo di compilarla perché abbiamo assistito alla morte di alcuni convertiti all’Islam che

sono stati sepolti con il rito cristiano in un cimitero cristiano, o addirittura cremati per desiderio

della famiglia. Per chi non lo sapesse la cremazione consiste nel bruciare il corpo del defunto, cosa

assolutamente vietata nell’Islam. Questa clausula è stata riveduta e concessa dal fratello Muadh,

credo che faccia riferimento ad una pubblicata in qualche libro dello Sheikh Abdur-r-Rahman

Pasquini, che Allah lo ricompensi. Fate copia e incolla in un documento word e stampatelo.

CLAUSULA TESTAMENTARIA

Nel nome di Allah

Il Clemente,il Misericordioso.

La lode tutta appartiene ad Allah.

O Allah,esalta benedici ed abbi in gloria

Il Tuo servo e apostolo Muhammad,

la sua Famiglia e i suoi Compagni.

Quanto sopra doverosamente premesso,io,sottoscritto (NOME e COGNOME) residente attualmente

a (NOME DELLA LOCALITA’ e INDIRIZZO),nella piena capacità di intendere e di volere

ordino,pubblico e dichiaro le mie ultime volontà riguardo al trattamento della mia salma,il mio

funerale e la mia sepoltura.

Rendo testimonianza che non c’è divinità tranne Allah,l’Unico,il Misericordioso l’Onnipotente

Creatore dei Cieli e della Terra e di quanto vi è in essi,Dio di Abramo,Mosè,Gesù e Muhammad,e

di tutti i Profeti,su loro la pace. Egli è unico titolare della qualità divina,nella quale non ha

condomino a nessun titolo,né di socio,né di figlio.

Rendo testimonianza che Muhammad (saw) è Suo servo,messaggero e ultimo dei Suoi Inviati.

Rendo testimonianza che Allah è Verità,che la Sua promessa è verità e che l’incontro con Lui è

verità.

Rendo testimonianza che l’Avvento dell’Ora è verità,riguardo al quale non c’è alcun dubbio,e che

Allah,rifulga lo splendore della Sua Luce,scevro di ogni difetto e imperfezione,con certezza

resusciterà i morti di tutte le generazioni dell’umanità,della prima e dell’ultima e di tutte le

intermedie.

Ai miei parenti e amici,ai miei fratelli e alle mie sorelle nell’Islàm,a tutti coloro che rimarranno

dopo di me,io consiglio di compiere ogni sforzo per essere veri Musulmani,in obbedienza al loro

Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce,e di adorarLo,in quanto è solo Lui il titolare del diritto

di essere adorato,ditemerLo,perché solo Lui ha titolo di essere temuto,e di amare Lui e l’Apostolo

35

Suo,Muhammad (saw) con amore completo ed esclusivo. Obbediscano,quindi,a Lui soltanto

attenendosi scrupolosamente alla Sua Shari’ah (Legge); diffondano e impiantino,saldamente,la Sua

religione,l’Islàm,e muoiano in completa e assoluta sottomissione alla Sua Volontà.

Ricordo loro che nessuno,uomo o donna che sia,muore prima che sia giunto il suo tempo di morire;

che la

durata di ciascuna vita è determinata con precisione prima che ciascuno di noi venga al mondo

dall’Onnipotente Creatore,rifulga lo splendore della Sua Luce. La morte è un evento tragico

soltanto per colui o colei che ha vissuto la sua vita,ingannando se stesso senza sottomettersi al

Creatore e senza prepararsi al ritorno finale a Lui. Non affliggetevi,quindi,per la mia dipartita,ma

traetene spunto per fare gli opportuni preparativi alla vostra. Siate pazienti e composti nel cordoglio

come la religione dell’Islàm prescrive. L’Islàm consente che il lutto dei parenti non superi i tre

giorni,benché alle vedove sia richiesto il lutto per quattro mesi lunari e dieci giorni,fino a

quando,cioè,la loro ‘iddah (periodo d’attesa)sia conclusa.

Le eccessive lamentazioni e le scene di disperazione sono proibite dal Creatore e riflettono soltanto

mancanza di consapevolezza islamica e insubordinazione alla volontà di Lui,rifulga lo splendore

della Sua Luce.

Infine,chiedo a tutti i miei parenti,amici e a tutti gli altri,sia che abbiano scelto di credere in ciò che

io credo sia che non lo abbiano fatto,di rispettare il mio diritto insopprimibile a questo

Credo,garantitomi dalla Costituzione della Repubblica Italiana,agli articoli 19 e 21. Chiedo loro

di rispettare questo documento,da me redatto,e di non opporvisi o modificarlo.

Piuttosto curino che la mia sepoltura avvenga come io ho richiesto che avvenga e che i miei

beni siano divisi secondo le mie precise disposizioni al riguardo. In relazione a quanto

sopra,Io ordino che nessuna autopsia o imbalsamazione venga eseguita sulla mia salma,a

meno che non sia richiesto dalla legge e che senza ritardo la mia salma venga lavata,composta

in sudario con teli scevri da ogni ornamento e poi inumata,dopo che sia stato eseguito il rito

del funerale,e che tutto questo sia eseguito da Musulmani,in osservanza dei dettami

dell’Islàm.

Quanto sopra premesso,affido al fratello(NOME e COGNOME)residente a (INDIRIZZO e N° di

TELEFONO)l’incarico di eseguire queste mie volontà ed espletare gli adempimenti necessari per il

mio funerale e la mia sepoltura secondo le norme dell’Islàm.

Nel caso che il sunnominato non sia in grado di eseguire l’incarico,affido l’incarico di cui sopra,in

via sostitutiva al fratello(NOME COGNOME,INDIRIZZO e N° di TELEFONO)e nel caso che

anche quest’ultimo non possa o non voglia accettare l’incarico,nomino esecutore il Presidente del

Centro Islamico o della comunità,o Associazione Islamica della zona dove sarà avvenuto il mio

decesso per eseguire gli adempimenti necessari per il mio funerale e la mia sepoltura; dispongo che

nessuna cerimonia funebre non Islamica venga eseguita in relazione alla mia morte e alla mia

salma; dispongo che il mio funerale non sia accompagnato da marce funebri,bandiere,stelle e

mezzelune,ritratti,simboli islamici e non islamici,e che essi vengano collocati sul luogo della

mia sepoltura; dispongo che la mia salma non sia trasportata oltre una ragionevole distanza

dal luogo della mia morte,specialmente quando il trasporto richiederebbe l’imbalsamazione,a

meno che il trasporto a lunga distanza non si renda necessario per raggiungere il più vicino

cimitero musulmano,o altro cimitero musulmano scelto dalla mia famiglia musulmana;

dispongo che la mia tomba sia scavata nella terra in completa conformità alle regole della

pratica islamica e che essa sia orientata nella direzione della Mecca,nella penisola araba,in

direzione della quale si orientano i Musulmani nel Rito d’adorazione; dispongo che la mia

salma,avvolta nel sudario,sia sepolta,senza cassa,in modo che non sia separata dalla terra. Nel

36

caso che le leggi locali prescrivano inderogabilmente che la sepoltura avvenga in una

bara,ordino che essa sia del tipo più semplice ed economico possibile e,inoltre che la bara sia

lasciata aperta durante le esequie e riempita di terra a meno che non sia proibito dalla legge;

dispongo che la mia tomba sia allo stesso livello del suolo o solo leggermente più alta,senza

costruzioni o strutture permanenti di qualsiasi genere su essa; l’indicatore,se necessario,a da

essere una semplice pietra,sulla quale non ci devono essere iscrizioni o simboli, al solo scopo di

indicare la presenza della tomba.

Seguono le disposizioni testamentarie relative al patrimonio.

NOME LEGALE….

NOME ISLAMICO SE DIFFERENTE….

FIRMA AUTOGRAFA….

AUTENTICA NOTARILE DELLA FIRMA….

FIRME DEI TESTIMONI….

FIRMA DEL NOTAIO….

La lode tutta appartiene ad Allah Signore dei Mondi.

Come aprire un negozio

Ecco alcune informazioni per voi su come

aprire un negozio, fate attenzione, che sia il

tutto fatto in modo HALAL. Per certe attività

è meglio cominciare a vendere via internet, è

un modo meno rischioso per spendere il meno

possibile, e in seguito aprire un negozio vero

e proprio in mattoni.

Non è indispensabile avere subito un negozio

"in mattoni". Devi aprire la p.iva e

comunicare al comune in cui risiedi che vuoi

aprire un attività commerciale. In questa sede

dovrai specificare il luogo in cui vendi cioè

l'indirizzo del sito web.

Fai moltissima attenzione ai truffatori.

Prendono di mira i nuovi siti ancora inesperti.

In particolare:

1) Se ti pagano con carte di credito clonate

(cosa normale) a rimetterci sarai tu e non il

legittimo titolare della carta di credito ne la

banca che gestisce la transazione. Fatti

mandare un fax con il documento di identità

del titolare della carta di credito (non serve

praticamente a nulla ma ti da una minima

speranza in caso di contenzioso con cartasi).

2) Fai viaggiare i pacchi sempre assicurati.

Considera che alcuni pacchi verranno aperti e

consegnati ai clienti vuoti.

3) Non accettare assegni per nessun motivo.

4) Ignora le molte richieste di acquisto che

riceverai da Singapore, dalla Nigeria e simili.

Meglio aprire un conto corrente postale puoi

farti fare bonifici e pagamenti con bollettino

al costo di un euro, verifichi il pagamento e

spedisci la merce. Considera che se usi carte

di credito dovrai avere sul tuo sito supporto

https per la transazione di dati sensibili. Per il

37

software opterei per Oscomerce, è semplice

da usare, Opensource, e personalizzabile, il

miei piani di Hosting comprendono il tool

Fantastico che permette di installare

Oscomerce o Cubecart con un clic.

Il tutto tratto da questo sito:

http://www.alverde.net/forum/commercio-

elettronico-e-commerce/74733-passi-base-

per-aprire-un-negozio-line.html

Per il “commercio al dettaglio” (B2C ) che si

intende, invece, “l’attività svolta da chiunque

professionalmente acquista merci in nome e

per conto proprio e le rivende, su aree private

in sede fissa o mediante altre forme di

distribuzione, direttamente al consumatore

finale”

1) è necessario aprire partita iva regolare.

2) Richiedere al comune il Modello COM 1 -

Per inizio attività e-commerce, per

l'attivazione del commercio elettronico - art.

18 del D.Lgs. n. 114/98

3) acquistare un software per attività e-

commerce, ve ne sono tanti in forma

concorrenziale, o scaricarne uno

gratuitamente e personalizzabile ("richiede

conoscenza di webmaster o programmatore

web in talun casi")

4) Acquistare dominio internet o nome del

sito web con requisiti minimi del software e-

commerce adottato

5) Installare il software sul sito web

6) Catalogare i prodotti

7) Osservare sempre e comunque gli Aspetti

Legali per la pubblicazione di siti e-

commerce, per evitare il rischio di sanzioni

8) Pubblicizzare il tuo sito con campagne

pubblicitarie tipo google adsense o altre.

9) Gestire eventuali ordini dei clienti

In alternativa, apri online un "negozio ebay".

Fai il Power Seller.

In fin dei conti non costa tanto, le spese di

spedizione (e la tua "tassa" di

impacchettamento & spedizione) le scegli tu.

Sicuramente il prodotto che vendi sarà molto

più visibile che qualsiasi sito specifico.

Poi se le cose vanno bene... ti fai il vero e

proprio sito internet con lo shopping cart.

Tratto da quì:

http://it.answers.yahoo.com/question/index

?qid=20071012143307AAkZ3OS

Per un vero negozio in mattoni ecco alcuni

siti che spiegano le varie procedure:

http://www.informagiovani-

italia.com/Come%20aprire%20un%20neg

ozio.htm

e qui:

http://www.informagiovani-

italia.com/Mettersi_in_proprio.htm

interessante anche l’idea di aprire una

libreria, fare attenzione anche qui al tipo di

libri da vendere, nei nostri casi soprattutto

religiosi:

http://www.studenti.it/lavoro/comediventar

e/come_aprire_una_libreria.php

38

MOSTRE

“Arte della Civiltà

islamica” al Palazzo

Reale di Milano, molto

interessante inshaAllah.

Presenta ben 350 opere

scelte da Giovanni

Curatola. La collezione è dello sheikh Nasser

Sabah Ahmed al-Sabah raccolta in 25 anni

assieme alla moglie: artigianato artistico,

geometria, arabesco, figura e gioielli, il tutto

dal 31 ottobre al 30 gennaio 2011. “Per

conoscere una cultura –spiega il professore di

archeologia e storia dell’arte musulmana

Giovanni Curatola-, il messaggio artistico

credo sia fondamentale, ed importante è

conoscere, abbiamo sempre paura di quello

che per noi è sconosciuto o quasi. Questo

Islam di cui si parla spesso in realtà si sa

davvero poco. Si conoscono gli aspetti

politici, molto spesso sono fatti nemmeno

troppo correttamente esposti al pubblico.

Sono convinto che l’occasione di vedere una

mostra su una cultura, una civiltà, che ha più

di mille anni di storia, e che si presenta

attraverso alla veste artistica, credo sia

un’occasione importante, un’ occasione che

va colta, per vedere con i propri occhi una

straordinaria avventura artistica che ci

riguarda, perché le radici del monoteismo, le

radici dell’arte sono in molti casi veramente

analoghe. Si copre una geografia che va dalla

Spagna islamica alla Cina. È un percorso

cronologico che racconta dall’inizio

dell’Islam intorno al settimo e l’ottavo secolo

fino al 600 circa. Dopo questo c’è un

approfondimento di certi temi essenziali,

come la calligrafia, la geometria,

l’arabesco”.

FILM

MUHAMMAD THE LAST PROPHET

È un film d’animazione di Richard Rich,

pronto dal 2001, ma l’11 Settembre aveva

bloccato la distribuzione. Il film racconta la

storia del Profeta Muhammad, senza

mostrare il suo volto, rispettando la tradizione

islamica. “I pochi che

hanno visto il film negli

Stati Uniti –afferma il

regista- ne sono rimasti

impressionati. Mi hanno

confessato di essersi resi

conto di non conoscere

per nulla la vita del

Profeta Muhammad

(saw). Io stesso quando ho iniziato il film

sapevo ben poco di Islam. Se solo qualcuno

avesse il coraggio di distribuirlo nei nostri

cinema… Sono troppo felice di aver

partecipato a questo progetto e sono pronto a

un seguito”.

Come è nata l’idea di questo cartone animato

sulla storia del Profeta? È nata ad un

imprenditore dell’Arabia Saudita, ricco,

musulmano praticante, di nome Muwaffak

Al-Harithy. Aveva visto in Tv la pubblicità di

una serie di video cassette di cartoni animati

sulla storia del cristianesimo. Acquistò

l’intero pacchetto e ne rimase subito

entusiasta. Pensò: “Voglio fare qualcosa di

simile sull’Islam per il mio popolo e per i

nostri bambini”. Contattò subito il migliore

sul campo, cioè Richard Rich, autore dei film

sulla Bibbia e per ben 14 anni uno dei registi

di punta della Walt Disney Corporation.

Harithy spiega il film: “Film di alta qualità,

educativo e divertente allo stesso tempo.

Volevo il meglio del meglio, in questo campo

è Hollywood. Guardatelo anche voi, potrebbe

farvi cambiare idea sull’Islam”. Harithy si è

mosso con cautela “Non è mai stata mia

39

intenzione mancare di rispetto al Profeta”,

così ha sottoposto la stesura della

sceneggiatura a due professori musulmani

esperti di legge islamica, dell’Università della

California e all’Università del Cairo Al-

Azhar. Nonostante questo il film è stato

criticato da alcuni musulmani. Per la

preparazioni ci sono voluti 2 anni, 196.000

disegni e 10 milioni di dollari.

CD

Ahmed Bukhatir “Moments with Allah”

(Du). Questo è il nuovo cd di Bukhatir. La sua

voce è

inconfondibile e

come sempre

molto dolce e

melodiosa.

Anche i brani in

inglese sono

interpretati

molto bene, in

passato la sua voce non era molto portata per

la lingua inglese, non convinceva molto ad

eccezione di brani come “Last breath” e pochi

altri. In questo cd ha dato prova del contrario

è molto convincente in brani come

l’orecchiabile “Hold these days”, “Yusuf” e

“Remember them”, altrettanto lo è con i brani

in arabo come “La ilaha illaAllah”, purtroppo

dovrà lavorarci ancora molto col francese,

l’unico brano del cd è “Pourquoi Les

Hommes Pleurent”. 10 i nasheeds in questo

cd. La Storia: È famoso nel mondo arabo ed

in particolare nel Golfo. È nato a Sharjah

negli Emirati Arabi il 1975. A 14 anni incise

il suo primo nasheed, nel 1993 è la volta di

brani come “Ya man yara”, “Hijab” e

“Ummi”. Il suo primo cd ufficiale è “Entasif

al Lail” pubblicato nel 2000, seguono altri

album come “Da’ani” del 2005 e “Hasanat”

del 2007. “Last breath” è il suo primo

nasheed in inglese, inserito nel cd “Samtan”

del 2004, 7 sono gli album ufficiali sino ad

oggi. La sua voce è molto delicata, i suoi

video molto belli e curati, come “Last

breath” in due versioni, “Forgive me” e

“Zawjati- Dear my wife”. Il sito ufficiale:

http://www.bukhatir.org/

Sami Yusuf “Al- Mu’allim” (Awakening).

Ormai è conosciuto ovunque. Recensiamo

solo il primo album,

secondo noi il migliore.

I nasheed qui presenti

sono accompagnati solo

da strumenti come il

Duff – unico strumento

lecito, inshaAllah- e

pochi altri, ma le

maracas poteva

risparmiarle. I testi sono molto belli: “luce dei

miei occhi o Muhammad, nostro Profeta la

pace sia su di te” da “Al-Mu’allim” o “Lui ha

creato gli alberi, Lui ha creato gli animali”

da “The Creator”. “Al- Mu’allim” che

significa “Il Maestro” in questi casi il nostro

Profeta Muhammad (saw) è del 2003, cd

lanciato nei programmi di Amr Khaled,

riscontrando un enorme successo. La sua voce

è molto delicata ed intonata, mescola la lingua

inglese con quella araba, i ritmi soft con

motivi orecchiabili, da ricordare e

canticchiare. Peccato che gli album successivi

siano pieni di strumenti musicali, sarebbe

stato più bello se avesse continuato su questa

linea (maracas a parte). Dopo “Al Mu’allim”

esce nel 2005 “My ummah” in due versioni:

la prima con musica (purtroppo) e la seconda

solo con voci e Duff (strumento a

percussione). Siamo convinti che la miglior

cosa per interpretare nasheed sia quella di

usare solo la voce come fa Ahmed Bukhatir

o al massimo il Duff, meglio non mescolare la

musica con canti che recitano testi dedicati ad

Allah (swa). La musica pop è una cosa, il

genere “nasheed” è tutt’altro.

40

Mishari Rashid Alafasy “Thekryat/

Zekrayat” (AlafasyTv). Pubblicato nel 2008

“Thekryat” o

“Zekrayat” come

viene pronunciato,

è un godibilissimo

cd con ben 17

brani. Inizia con

“Enta mien” e

conclude con “Ya baladi”. “La Ilaha Illa

Allah” e “Asma Al-Husna” –una fra le tante

versioni in circolazione sui nomi di Allah

(swa)- sono le più apprezzate dal grande

pubblico, mashaAllah. Mishari dimostra

ancora una volta di saperci fare non solo nella

recitazione del Corano, anche con questi

nasheed. La Storia: Una delle voci più

apprezzate in questi ultimi tempi è quella

dello Sheikh Mishary Rashìd Alafasy, nato

in Kuwait il 5 Settembre 1976. Ha studiato

nell’università di Medina, nel College del

Sacro Corano e Studi Islamici. E’ l’imam

della moschea Al Kabir in Kuweit. Ha due

canali televisivi il Alafasy Tv e Alafasy Q.

Recita spesso in stile Tajuìd ed interpreta

molti nasheed islamici. Molto note le sue

versioni di “Tala al badru aleina”, “Elahy”

e “Ma Allah”. Il suo primo Album è “Uyoon

Al Afaaee” (2004), seguono: “Laysa Al

Gharib” (2005), “Haneeni” (2006), “Qalbi

Sagheer” (2007), “Zekrayat” (2008),

“Ramadan” (2009) e “Musheer Ahmed

Khan” (2010). Molto belli i siti:

http://alafasy.tripod.com/ e

http://www.muslimtents.com/alafasy/#anashe

ed

Zain Bhikha “Mountains of Makkah”

(Jamal Records). E’ uscito nel 2005, come

aveva lui stesso

anticipato e contiene

nasheed ispirati al suo

primo Pellegrinaggio

alla Mecca: “Mountains

of Makkah”, “Heart of

muslim”, “City of Medina” e “The Journey”

scritta anni prima del Pellegrinaggio. Alcuni

brani sono registrati con il Duff, altri solo con

voci. Molto suggestiva la copertina e

naturalmente la sua voce.

Muhammad Milad Razi “Amaan Nee

Amaan” (Osa) Questo è l’album che ha fatto

scoprire questo giovane pakistano-scozzese,

molto interessante, in lingua urdu. Nasheed

molto orecchiabili per una voce molto

gradevole. Fra i

pezzi: “Amaan Nee

Amaan”, “Durood

Sharif” e la

freschissima “Mein

Taliyan Nabi Diyan

Choomda”. E'

giovanissimo, aveva solo 18 anni quando è

uscito questo cd, è nato nel 1990. Il suo

primo CD di Nasheed risale al 2005,

"Nasheeds of Milad" e "Yaad-e-Hussain"

sono tra i suoi primissimi lavori. Purtroppo,

come è successo per Sami Yusuf e ad altri

artisti, ha ceduto recentemente al genere

“musicale”.

Raihan “Bacalah” e “Ameen” (Raihan

Records). Continua il successo per i Raihan

con i loro album. “Bacalah” ha 16 brani, tra

questi: “Bacalah”, “Assalamu aleikum”,

“Puji-pujan” e “25 rasul”.

“Ameen” –vedi copertina

a sinistra- ne ha 10: “99

names”, “Ameen” e “Do

you know Him?” con i

Mecca2Medina. Nei due

album ripropongono l’inconfondibile modo di

interpretare nasheed, il tutto quasi sempre

nella loro lingua malese.

41

Zain Bhikha “Faith” (Jamal Records) E’

stato pubblicato qualche anno fa, è gradevole

e non toglie né aggiunge nulla

alla carriera di Zain. Canti

religiosi tranquilli, a volte più

allegri come “Wedding song” in

due versioni –meglio la seconda-

e “Wonderful world”. In alcuni

brani Zain duetta con altri come

in “Glory be to Allah”. Molto

triste “I won’t weep for you” che

inizia con spari di mitra contro

gente che urla spaventata, dura

solo 1’49’’ breve ma efficace. La più bella è

sicuramente “Lord of all the worlds” . È stata

inserita anche “A is for Allah” di Yusuf

Islam interpretata da Zain. Chiude l’album

“Where we belong”, molto carina.

Mamdouh “L’Islam è amore” (Canti Islam)

Registrato alla fine del 2006 e pronto dal

2007, questo cd di Mamdouh è forse il più

noto al pubblico per via del brano “L’Islam è

amore” o “Islam is love” a seconda della

versione. Il cd contiene 8 brani ed ognuno di

essi racconta un argomento

diverso: “L’Islam è amore”

spiega cosè realmente

l’Islam; “I versetti del

Corano” che non sono

sanguinari e non incitano

all’odio; “Questo è l’hijab”

l’importanza per la

musulmana di indossare il

velo; “Perché non preghi

più?” dedicato a chi non

pratica molto la religione trascurando la

preghiera; “Ramadan è un mese speciale” sul

sacro mese del digiuno e la sua importanza; “I

Giardini dell’Eden” sul Paradiso; “Il

Pellegrinaggio” altro pilastro fondamentale

per il musulmano da adempiere alla Mecca;

ed infine “Musulmani sottomessi a Dio” il

vero significato della parola “muslim”. Per

l’ordinazione: [email protected]

42

RISTORANTI

* IL GIROS Il Giros sarebbe l’attrezzatura

per il kebab. Locale nuova apertura, -prima ce

n’era un altro gestito da italiani-, spazioso,

molto colorato, giovanile, il rosso ricorda il

sugo per la pizza e l’arancione fa venire in

mente la Fanta. È frequentato da molti italiani

– i giovani amano tantissimo il kebab - e non

solo. Si mangia molto bene e il personale è

affabile e scattante. Mohammed vi accoglierà

con la sua gentilezza inconfondibile. Comodo

per il parcheggio. Pizza, kebab e altre

specialità, consegna a domicilio gratuita.

Tutte le specialità sono d’asporto. Aperto tutti

i giorni sino alle 02,30 di notte, chiusura dalle

15 alle 17,30. A Mariano Comense provincia

di Como in Corso Brianza 26.

* K2 KEBAB Il nome “K2” sta per

Karakorum 2” è un monte dell’Himalaya , ai

confini tra la parte del Kashmir controllata dal

Pakistan e la provincia autonoma tagika di

Tashkurgan di Xinjiang (Cina). All’entrata il

locale sembra piccolo, in realtà ha un'altra

sala a fianco dove poter consumare

comodamente le specialità arabe e pakistane.

Il mangiare è squisito, soprattutto il riso

basmati e la carne d’agnello. Uno dei

pochissimi pakistani dove dopo aver

consumato non hai il mangiare sullo stomaco

tutto il giorno. È tra i migliori nel genere. Da

provare. Doner kebab e caffetteria di Ahmed

Mansha, personale e cibo pakistano, in via

Milano 238 a Como.

* EURO 2000 Anche questo posto è molto

colorato, sarà un nuovo modo di proporsi al

pubblico per attirare l’attenzione? La pizza

non è male, il posto però si affolla facilmente

anche perché è piuttosto piccolo. È

consigliabile consumare la pizza a casa, infatti

è una pizzeria d’asporto. Non abbiamo ancora

capito perché il locale ha il nome “Euro

2000”, sicuramente perché è stato aperto negli

anni in cui è entrato l’euro. Consigliamo di

cambiare il nome, per qualcosa di più

interessante. Pizzeria d’asporto, nuova

gestione, corso Roma 153/U- Cologno

Monzese (Mi).

SITI

Nuovo sito di Harùn Yahya (vedi articolo da

pag.5) dedicato al libro “Segreto al di la

della materia”, cliccando nelle altre sezioni

si può accedere agli altri suoi siti:

http://www.segretoaldiladellamateria.com/

Altro social network per musulmani simile

a

Millatface

book (vedi

numero

scorso).

Molto

carino il

logo

(sinistra):

http://www.

madina.co

m/

Tu chiedi e il Corano risponde, è questo il

messaggio del sito in molte lingue, fra queste

l’italiano. Davvero interessante, affronta

diversi argomenti usando le fonti più sicure

inshaAllah: http://www.rasoulallah.net/

Abbiamo trovato questo sito turco per caso,

bellissimo, con moltissimi video e

registrazioni audio del recitatore sheikh

AbdEl Basset, la sua voce è definita “una

delle voci nel Paradiso” inshaAllah. È tra i

recitatori da noi preferiti:

http://www.abdussamed.biz/

Non potevamo non inserire in questa rubrica

il link di questo portale che si è rivelato

molto utile per l’articolo sull’ebraismo da

pag. 13. Dalla Bibbia al Corano, i testi sacri

43

on line. Troverete: il sito del Vaticano, con la

Bibbia in italiano, latino, inglese e spagnolo;

l’unico sito in ebraico con il testo della

Bibbia ebraica in lingua originale e tradotta

direttamente in italiano; un portale in inglese

con i link dei vari siti con i testi delle

religioni e filosofie orientali; ed infine il sito

con il Corano in italiano tradotto da Hamza

Piccardo:

http://www.aggiornamentisociali.it/0909inrete

.html

Canale Youtube con i video del fratello

AbdEl Jalil Umberto Marcozzi (vedi

articolo a pag. 16):

http://www.youtube.com/user/Abduljalil85

MOSCHEE

CENTRO ISLAMICO TURCO. Non

conosciamo il nome di questa moschea a

pochi passi dalla stazione centrale di

Milano. Si trova in una via interna, in Via

Fara 30. Il posto è piccolo, accogliente, al

contrario degli altri centri che sono simili a

garage, capannoni o scantinati, questo centro

sembra più un ufficio o un appartamento.

Luogo tranquillo con la khutba in turco con

alcune frasi in arabo.

CENTRO ISLAMICO Sono anni che esiste

questa moschea, apprendiamo da internet che

si chiama “Moschea di Umar ibn al

Khattab” anche questa a pochi passi da una

stazione (di Torino), ed anch’essa in una via

nascosta, all’interno di un palazzo. È un basso

fabbricato all’interno del cortile. Al piano

terra c’è la moschea e al primo attività di

insegnamento per adulti e piccini. Abbastanza

grande, ben organizzata e frequentata

soprattutto da marocchini, egiziani ed

africani. Si trova vicina a negozi arabi,

kebabberie e macelleria halàl. In Via Saluzzo

18 (Torino)

CENTRO ISLAMICO CULTURALE

dall’esterno mette tristezza, sembra un

fabbricato tipo magazzino –purtroppo la

situazione in Italia è quella che è-, ma

all’interno la piccola moschea è molto

graziosa. Ci siamo stati un paio di volte alcuni

anni fa di venerdì, l’imam era un giovane

magrebino con una bella voce. In corso

inglese 214 a Sanremo (IM).

LIBRI

Il libro “La Parola” dei Quaderni Islamici

di Abdu-r-Rahman Pasquini è un libro

scorrevole e utile per tutti, soprattutto per noi

musulmani. La parola (Al- Kalimah) è uno

degli aspetti fondamentali della creatura

umana. Il criterio islamico per il controllo

della lingua è l’utilità (islamica) di parlare; se

non c’è un’evidente utilità (islamica) nel

parlare, il musulmano ha il dovere islamico di

tacere. Ciò significa che il musulmano deve

astenersi dai discorsi futili e dai pettegolezzi,

piuttosto taccia. “Chi sa tacere si salverà”

disse il Profeta (saw). Il musulmano non deve

mentire e giurare il falso, solo in tre casi è

lecito mentire:

1- Mentire in guerra

2- Per dirimere una controversia; cioè se

un tiranno ti chiede dove è un

musulmano per opprimerlo e tu sai

dov’è, è obbligatorio mentire.

3- Nel matrimonio per non creare

dissapori, per appianare divergenze.

Pasquini cita due volte l’Imam Al- Ghazali, il

quale disse: “La parola è un mezzo per

raggiungere degli obbiettivi…”

http://www.edizionidelcalamo.com/

Stampati nel 2005 pubblicati da At-Tariq di

Hassan Al Banna: “Al Wazifa” e “Al

Ma’thurat”. Entrambi pubblicati con 2

copertine di colore differente, in blu e in

bianco. La copertina del primo è rigida. I due

44

libri riportano le invocazioni quotidiane tratte dal Corano e dalla Sunnah del nostro Profeta

Muhammad (saw). Preferiamo “Al Ma’thurat” perché più completo, con invocazioni da dire per

esempio alla mattina, al risveglio: “La lode appartiene ad Allah che ha creato il sonno ed il

risveglio. La Lode appartiene ad Allah Che mi ha risvegliato sano e salvo. Io rendo testimonianza

che Allah resuscita i morti, ed Egli è Onnipotente, senza che Allah, L’Eccelso non dica ‘Il Mio

adoratore ha detto la verità’.” Riportato da Ibn As-Sunni . O quando ci rechiamo in moschea: “O

Allah, metti nel mio cuore una luce, nei miei occhi una luce, e nel mio orecchio una luce, alla mia

destra una luce e alla mia sinistra una luce, al di sopra di me una luce e sotto di me una luce ,

davanti a me una luce e dietro di me una luce. O Allah, suscita in me una luce e falla risplendere”.

Riportato da Al Bukhari. E tante altre invocazioni da dire in ogni situazione, in italiano e in arabo

con traslitterazione. Questo libro ricorda un altro libro di invocazioni pubblicato nel 2003, dal titolo

“Il ricordo e l’invocazione di Allah” di Sadik Mohammed Sharaf pubblicato da Al Hikma, che

vi consigliamo. Oltre ai due libricini esiste un cd “Al Wazifa (tratti dalla Risàlat al- ma’thùràt)”

di Hassan Al Banna. Dalla traccia 2 alla 40 le invocazioni sono in arabo e italiano, e dalla 41 alla

43 solo in arabo. Da non perdere.

MOLOHIA

La Molohia è un piatto tipico egiziano che

tutto il mondo arabo conosce. Si possono

comprare le bustine di

Molohia nelle macellerie

arabe, non costano molto.

La Molohia è un’ erba

estiva difficile da trovare,

le bustine sono più facili da reperire, una volta

acquistate il resto sei tu a prepararlo. Per

incominciare preparate brodo di manzo o di

pollo , una volta caldo togliere la carne,

mettere in un pentolino un po’ di olio e 2

spicchi di cipolla tagliuzzati. Mettere nel

brodo 2 cucchiai di Molohia e lasciare 3 o 5

minuti in modo che esca il vapore. Per finire

mettere i pezzi di cipolla con un po’ di sale

nel brodo di cottura per altri 5 minuti.

BIGNE’ DI GAMBERONI E POLLO

Pulite 300 g di gamberoni e tritateli insieme

con 150 g di petto di pollo: tritate una cipolla

e unitela agli ingredienti precedenti, poi

aggiungete un cucchiaino di zenzero tritato,

uno di lievito in polvere, un pizzico di

glutammato e un cucchiaio di amido di mais.

Date una mescolata in modo da amalgamare

gli ingredienti, aggiungete un cucchiaio alla

volta, un albume sbattuto fino a ottenere un

composto ben legato. Insaporitelo con del sale

mescolando piano per non smontare l’albume.

Fate scaldare abbondante olio nella padella

dei fritti: prelevate con un cucchiaino dei

mucchietti di composto e tuffateli nell’olio

(non più di 7-8 per volta). Fate friggere i

bignè finchè saranno gonfi e dorati,

sgocciolateli con una schiumarola e passateli

su carta assorbente. Tenete in caldo quelli

pronti, mentre friggete gli altri.

FLAN DI COCCO MESSICANI

Media difficoltà- tempo: 1 ora e 20 minuti-

ingredienti per 4 persone. 2 uova, 4 tuorli, 70

g di polpa di noce di cocco grattugiata, 350

ml di latte condensato non zuccherato, 100 g

di zucchero di canna, 100 g di zucchero

semolato, una piccola arancia, cannella in

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polvere. Per decorare: fettine di cocco fresco.

Mescolate il latte in una ciotola con lo

zucchero di canna e ½ cucchiaino di cannella,

unendo a poco a poco e il succo d’arancia.

Sbattete a parte le uova con i tuorli, poi

amalgamatevi il latte, mescolando bene con

una frusta. Preparate il caramello: versate lo

zucchero semolato in una piccola casseruola

con sei cucchiai di acqua e cuocete, senza

mescolare, fino ad ottenere un caramello

decorato. Trasferitelo quindi in uno stampo

rettangolare e fatelo scorrere bene sul fondo e

sulle pareti. Versatevi dentro il composto

preparato e cuocete a bagnomaria in forno

preriscaldato a 180 gradi per 50 minuti. A

cottura ultimata togliete lo stampo dal forno e

lasciate raffreddare completamente il flan, poi

sformatelo su un piatto e lasciatelo riposare in

frigo per un paio d’ore. Guarnite infine con le

fettine di cocco e servite. Se usate della noce

di cocco liofilizzata, fatela prima rinvenire in

un po’ di latte fresco.

TE’ ALLA MENTA MAROCCHINO

Far bollire l’acqua in un pentolino, mettere un

po’ d’acqua bollente e 1 cucchiaino di tè

verde nella teiera, scaldarla per qualche

secondo e gettare l’acqua senza buttare le

foglie, aggiungere alcuni rametti di menta e

l’acqua bollente,

scaldarlo ancora per

alcuni secondi.

Spegnete il fuoco sotto

la teiera, aggiungete 5,

8 cucchiaini di

zucchero, mescolate

bene, versate il tè in un

bicchiere diverse volte, sino ad ottenere un

po’ di schiuma. Una volta pronto versate il tè

nei bicchieri ad una certa altezza, e serviteli.

Solitamente i bicchieri sono decorati, molto

belli da vedere.

TE’ EGIZIANO

Mettete l’acqua in un pentolino fino a

ebollizione, versate l’acqua nei

bicchieri con dentro di ognuno

un cucchiaino di tè fino nero El

Arosa e 2 o 3 di zucchero.

Lasciate riposare per un

minuto e servite. Il tè Al Arosa

è un tipo di tè egiziano fra i migliori e sulla

confezione è raffigurata una sposina vestita di

rosso. Al Arosa significa “sposina”,

“fidanzata”.

Di Mamdouh AbdEl Kawi Dello Russo

I DELFINI

Il delfino è un animale comune, ma anche tra

i più conosciuti ed amati. Per certi aspetti i

delfini sono più simili a noi

che ai pesci. Sono molto

intelligenti, socievoli e

sensibili. Nelle acque delle

Galapagos è più facile

incontrare il delfino Tursiops Truncatus,

noto anche come “naso di bottiglia” e il

Delphinus Delphis, più comune e che molti

di voi avranno visto in Aquarium di località

balneari. Il delfino più grande è l’Orca. Per

chi non lo sapesse le Galapagos (o isole delle

tartarughe) sono un arcipelago di 14 isole

vulcaniche nell’Oceano Pacifico dell’America

del sud. Gli Aquarium sono quelle grandi

vasche trasparenti piene di acqua, piante ed

animali, in questi casi mammiferi acquatici,

esposti al pubblico. Quando osserviamo gli

animali, la natura, non

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possiamo che rimanerne stupiti per tanta

bellezza, per la grandezza della creazione di

Allah (swa) Creatore di tutte le creature.

Appena vediamo un animale non possiamo

che dire “subhanaAllah!”. La stessa cosa

capita di fronte a questi delfini, con il sorriso

sempre stampato sulle labbra, che ci guardano

con quegli occhietti dolci, a forma di

cuoricini, come li hanno definiti, amatissimi

dai bambini. I delfini non possono rimanere

sott’acqua per troppo tempo, solo pochi

minuti a dire il vero. Hanno la pelle liscia, la

loro lunghezza è tra i 200 e 250 cm, vivono

per circa 30 anni. Si cibano di pesce, - il pesce

vi ricordiamo che è uno degli alimenti più

sani ed equilibrati, ricco di proteine-, calamari

e crostacei. Hanno molti denti piccoli ma

taglienti ed appuntiti, che usano non per

masticare, poiché il cibo viene inghiottito per

intero, bensì per afferrarlo. L’acqua che

ingeriscono non è quella del mare ma quella

contenuta nel pesce di cui si stanno nutrendo.

Sono state classificate 40 specie di delfino,

suddiviso in 17 generi. Il delfino è stato usato

molto nelle mitologie e leggende. Come ad

esempio Poseidone che suggellò (sempre

secondo la leggenda) l’amicizia tra delfini ed

umani. Il delfino compare persino

nell’iconografia pagana con Nettuno. Mircea

Eliade (1907- 1986) spiegava sulla

mitologia: “il mito racconta una storia

sacra; riferisce un avvenimento che ha avuto

luogo nel tempo primordiale, il tempo

favoloso delle origini. È dunque sempre il

racconto di una

‘creazione’: si

narra come

qualcosa è

stato prodotto,

come ha

cominciato a

essere”. Il racconto mitico nasce come

qualcosa di vero anche se non è detto che lo

sia, la leggenda invece è un racconto molto

antico, presenta alcuni elementi reali

trasformati in qualcosa di fantasioso, o storia

inventata che trae spunto da fatti accaduti

realmente. “La leggenda non è poi così

lontana dalla realtà; -diceva Jacob

Christillin (1863- 1915)- è la storia non

ancora messa a punto”.

L’ELEFANTE AFRICANO E L’ASIATICO

L’elefante africano è più grosso di quello

asiatico che è più piccolo, debole con

orecchie e zanne più corte. L’elefante africano

(loxodonta africano) è altro fino a 4 m, pesa

5-6 tonnellate e il peso delle zanne è fino a

100 kg. Le sue orecchie sono enormi, la

fronte lombata, ha 4 zoccoli ai piedi anteriori,

3 ai posteriori. La specie è in via d’estinzione

essendo

stata oggetto

di caccia

accanita per

l’avorio

delle sue

zanne.

L’elefante

mammifero, erbivoro, vive in branchi. Ha

una vista molto debole, udito e olfatto

eccezionali. Ama l’acqua nella quale tuffarsi

per liberarsi dai parassiti che l’infestano e se è

ferito diventa intrattabile e pericoloso. Il più

noto antenato dell’elefante è il Mammut. La

superficie del profilo dorsale dell’elefante

asiatico (elephas indicus) è molto curva

verso l’esterno. Questo tipo di elefante viene

facilmente adoperato nei circhi poiché si

addomestica facilmente ed anche per

trasportare oltre ad essere usato come bestia

da tiro. Le zanne sono sviluppate solo nei

maschi. E’ un animale molto intelligente, vive

a lungo fino a 150 anni e partorisce un solo

piccolo alla volta dopo una gestazione di circa

2 anni. Vi sarete sicuramente chiesti perché

gli elefanti hanno paura dei topi. La

spiegazione è semplice, poiché temono che i

topi penetrano nella loro proboscide, la loro

parte più sensibile.

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