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Anno 1 - Numero 7 - Venerdì 10 giugno 2011 Meglio votare: fa bene a tutti Speciale Referendum. Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita Parola d’ordine: RIVOLUZIONARE CASORIA Parla il sindaco Vincenzo Carfora.

il giornale di Casoria Anno 1 - Numero 7

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Venerdì 10 giugno 2011 Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

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Anno 1 - Numero 7 - Venerdì 10 giugno 2011

Meglio votare: fa bene a tuttiSpeciale Referendum.

Periodico di informazione dell’area a nord di Napoli - [email protected] - Distribuzione gratuita

Parola d’ordine: RIVOLUZIONARE CASORIA

Parla il sindaco Vincenzo Carfora.

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L ’ I N T E R V I S T A

Parola d’ordine: RIVOLUZIONARE CASORIAParla il sindaco Vincenzo Carfora.di Giuseppe Storti

Appuntamento d’obbligo con il neo sin-daco di Casoria Vincenzo( Enzo per gli amici) Carfora. Negli uffici che ospitano la redazione del nostro giornale. Alle ore 17.00, di un giorno come un altro, spac-cando il secondo, si presenta il medico cardiologo che ha sbaragliato gli avversari tra il primo e il secondo turno. Un out-sider che in sordina, con una campagna elettorale tra la gente, ha conquistato il cuore dei casoriani. Ora dovrà anche con-quistarne la fiducia e il gradimento per le politiche che metterà in campo, partendo da quella promessa che è stata uno degli slogan più riusciti della sua “fuga per la vittoria”: rivoluzionare Casoria. Il neo sindaco sfoggia il solito look casual: com-pleto ieans, per la verità molto elegante di una nota marca d’abbigliamento maschi-le. Fisico sportivo da ex arbitro di calcio, e soprattutto da praticante sportivo. Lui cardiologo vecchia scuola, abituato anco-ra all’anamnesi ed all’ascolto del paziente, consiglia a tutti di praticare lo sport per aiutare il cuore a stare meglio. Prima di sottoporsi al fuoco di fila delle nostre do-mande, saluta con garbo i cittadini comu-ni che avendolo visto entrare negli uffici della redazione, vengono per salutarlo. E’ atteso da un giro di ringraziamento dei

commercianti della zona di Piazza San Paolo e strade collegate, ma non per que-sto ci mette fretta. Altra differenza che ci salta agli occhi. Abbiamo intervistato decine di uomini politici. Il piu’ paziente di tutti dopo cinque minuti già fa capi-re, dando evidenti segni di fastidio che il tempo è finito. Lui no! Ecco le domande.Sindaco: quante donne nominerà nella sua prossima giunta?“minimo due, come avete scritto voi. Ma mi batterò per portarne in giunta anche tre.”

I primi provvedimenti che assumerà quando avrà la giunta al completo.“Il primo l’ho già deciso: sembra una baz-zecola, ma deve dare il senso della mia azione politica. L’auto che in genere usa il sindaco. Una Berlina. Troppo grande.

La farò vendere e comprare due utilitarie. Poi l’emergenza rifiuti. Dobbiamo indivi-duare una discarica dove sversare. Non è possibile che Casoria sia penalizzata nei conferimenti. Ho già preso contatti con il Comune di Vedelago. Presto approfon-dirò la cosa per realizzare sul nostro ter-ritorio lo stesso impianto esistente nella cittadina trevigiana.”Cambierà la dirigenza comunale. E come intende rimettere in moto la mac-china amministrativa del Comune?“I dirigenti di Settore a contratto dovran-no durare in carica almeno 5 anni. Non è pensabile stipulare contratti annuali e poi prorogarli sine die. Inoltre costituirò un vero e funzionale ufficio legale. La quarta città della Campania deve avere una vera e propria avvocatura che sia in grado anche di dare pareri in merito all’attività ammi-nistrativa dell’Ente.Ho in animo anche di stipulare convenzioni con gli ordini pro-fessionali per far fare stage formativi pres-so l’Ente a giovani laureati in discipline giuridico- economiche.”E il Comandante dei Vigili, che è una figura strategica in una città dove l’ille-galita’ nelle strade cittadine è legalizzata dall’assenza sistemica di controlli?“Hai detto bene. Il Comandante dei Vi-gili è una figura strategica. Lo sceglierò inserendo nel bando requisiti professio-nali e di carriera molto stringenti. Penso ad una figura professionale che abbia di-retto la polizia municipale in grandi città come Casoria. Perché la nostra città è una

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L ’ I N T E R V I S T A

comunali veri. Scuole qualificate: liceo, alberghiero. Per evitare che gli arpine-si debbano mandare i propri figli nelle scuole napoletane. Ma in generale tutte le scuole del territorio dovranno al più pre-sto essere messe a norma. Intendo anche in tempi rapidi, procedere alla riapertura del sala teatro e della palestra della Media King.”Ha pensato ad un assessorato alle pro-blematiche giovanili, in una delle città più giovane della Campania?“penso sia più interessante e proficuo pro-porre una delega alle pari opportunità, nel cui ambito, è chiaro si trattino le proble-matiche del nostri ragazzi”Nei primi provvedimenti che adotte-rà inserisce anche il Piano casa e Il Puc(piano urbanistico comunale)?“Certo! Il piano Casa e il PUC sono da approvare subito.Sono atti e provvedi-menti strategici per lo sviluppo e l’oc-cupazione della nostra città. In merito auspico un clima di collaborazione isti-tuzionale tra maggioranza e opposizione, che nel rispetto dei ruoli facciano valere le ragioni della città piuttosto che quelle dei singoli schieramenti politici.”Fin qui l’intervista al neo sindaco della città, che già ha avuto il primo impegno ufficiale, partecipando alla cerimonia di conferimento presso la Prefettura di Na-poli dei titoli di cavaliere della Repubbli-ca. Ora la squadra di governo della città, dopo le trattative che procedono spedite, secondo i tempi della politica. I nomi? Faremo sempre e solo quelli ufficiali.

realtà complessa. Per cui occorre un uomo di grossa esperienza e di comprovata pro-fessionità.” Le aree dismesse. Rappresentano l’ara-ba fenicia qui. Sono tante piccole Ba-gnoli disseminate per la città. Tanti pro-getti: tante parole. Tanti libri dei sogni. Mai nessuna realizzazione. Cosa farà il sindaco Carfora per restituirle alla città?“Guarda io punterò più sul programma Europa piu’ che dobbiamo far partire in tempi rapidi. Stabilendo le priorità di uti-lizzo dei fondi. Credo che la priorità per Casoria sia il ripristino delle aree urbane. E soprattutto direi il decoro urbano. Poi la Torre direzionale a Via Macello. E la video-sorveglianza, che consentirà un maggior controllo del territorio per dare sicurezza ai cittadini.”Turismo religioso e Storia locale. Altri due punti dolenti. Molte parole: pochi fatti. In particolare riteniamo che la sto-ria casoriana vada riscritta, attingendo dagli archivi parrocchiali che racchiu-dono notizie fondamentali per risalire alle origini del tessuto sociale, politico e economico della città. Noi abbiamo una proposta: creare un centro di documen-tazione e di ricerca storica presso la bi-blioteca comunale, con il coordinamen-to dello storico locale Giuseppe Pesce. Lei cosa ne pensa?“sono un appassionato della storia locale. Seguo con interesse gli articoli che state proponendo. Conosco e stimo Giuseppe Pesce. Ritengo interessante questa pro-posta. Mi impegno ad approfondirla dal punto di vista tecnico. Tra l’altro penso che le professionalità locali vadano sti-molate e utilizzate a vantaggio del nostro territorio. Sul Turismo religioso, inten-do inserire Casoria nel circuito religioso che comprende Pompei e Montevergine. Prenderò contatti con la Curia provinciale per concordare un piano d’azione siner-gico. Inoltre se il Maggio dei monumenti verrà riproposto per il capoluogo cam-pano, credo che vada inserito nell’evento anche Casoria. E’ chiaro che bisognerà la-vorare soprattutto al decoro urbano della città”L’altra città: Arpino, avrà un assessorato al decentramento o il pro-sindaco?“Per istituire la figura del pro-sindaco, oc-corre una modifica statutaria. Nelle more Arpino avrà un consigliere delegato con consistenti poteri. Ma piu’ che una figura specifica, mi impegno a dare ad Arpino ed agli arpinesi servizi e strutture. Uffici

LA VOCE DEI CASORIANI

A cura del DirettoreBasta anche un post sul profilo del gior-nale di Casoria nella grande rete di F.B. Una breve esposizione della notizia che si vuole mettere in rilievo. E noi lo facciamo, cercando di accontentare i nostri lettori. Il nostro ruolo è anche quello di evidenziare alle autorità competenti i problemi, i dis-servizi e le lamentele dei cittadini: in una parola sola: la “voce” dei casoriani. Questa settimana ci scrive la Signora Nunzia Pa-terno. Ecco cio’ che scrive sul servizio di Casoria- Ambiente di smaltimento di beni durevoli di grosse dimensioni.“Un servizio assicurato ai cittadini fun-ziona? non sia mai!!! bisogna correre ai ripari....Casoria Ambiente rispondeva celermente alle chiamate telefoniche per smaltire beni durevoli di grandi dimen-sioni presso il domicilio dei cittadini per far sì che non si lasciassero per strada sui marciapiedi mobili, materassi, tavoli, se-die. Ma adesso a rispondere è una segre-teria telefonica che promette, se si lascia il numero telefonico, di essere richiamati..... seeeeeeeeeeeeee aspetta e spera!! poi si chiede la collaborazione dei cittadini???”.Questo è il post lasciato sulla bacheca del profilo del giornale. A Casoria-ambiente lasciamo lo spazio per una replica. Il tem-po di ricordare a me stesso, come una volta dicevano nell’eloquio gli avvocati di pro-vincia, che qui a Casoria, paghiamo la tassa sulla spazzatura tra le più esose d’Italia.

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I L C A S O

Gli UFO a Casoria!Strane e inquietanti fiammelle nel cielo.di Margherita De Rosa

Nella calda serata della scorsa domenica a qualcuno sarà sicuramente capitato di vol-gere lo sguardo verso il cielo e…sorpresa!! Eh si, in tanti sono rimasti col naso all’insù , stupiti, affascinati ed incuriositi dallo stra-no fenomeno che prendeva forma dinanzi al propri, sbigottiti, occhi: strane e inquietanti fiammelle danzavano nella volta celeste, al-lontanandosi e riavvicinandosi con un mo-vimento ondulatorio e sussultorio davvero poco rassicurante…all’altezza di via Diaz lo spettacolo era godibilissimo nella sua inde-finibilità. Sempre più numerosi gli sguardi volti al cielo e, altrettanto più insistente, si sollevava un coro unanime: gli Ufo, gli Ufo! Terrore e speranza si alternavano nel volto e nei pensieri degli osservatori, che non sape-vano proprio a chi santo votarsi, visto che le immagini dei più terribili colossal americani si affollavano alla mente… i “progressisti” avanzavano di già delle ipotesi: << Saranno venuti con intenzioni pacifiche, sicuramen-te!>>: <<Ma chi ? >>, ribatte l’amico più distratto: << Gli alieni, no? Chi vuoi che ci sia nelle sfere di fuoco?>>…<<Ma potrebbe-ro essere stelle cadenti…>>: << A maggio? >>: dall’alto della sua cultura scientifico-astronomica, il “luminare” di turno illustra ai compagni di strada: << Il fenomeno delle stelle cadenti, che poi stelle non sono, è visi-bile solo in due periodi dell’anno, ad agosto e a novembre, quindi…>>…<< E va bene, ma visto che oggi non ci sono più le mezze stagioni…>>: all’indirizzo dell’impruden-te commentatore sono diretti i più coloriti “anatemi”, visto che non si può confondere l’astronomia con la meteorologia, ma tant’è, al cospetto dell’arcano tutto fa brodo, tutto,

purché ci sia una spiegazione logica, raziona-le, in quanto il mistero, l’ignoto spaventano, annientano, rendono ciascuno bruscamen-te consapevole della propria impotenza e dell’incontrastabile nullità, e allora ecco che si avanzano le ipotesi più improbabili…ma gli “avveduti” sono pronti ad affrontare ogni evenienza, l’oltreuomo di nicciana memoria che alberga nei comuni mortali più orientati al nuovo, al diverso, all’eccezionale, prende in mano le redini della situazione e sentenzia: << Sicuramente saranno venuti con inten-zioni di pace, perché anche noi esploriamo lo spazio ai fini della conoscenza, senza alcuna intenzione bellica…se i nostri astronauti rag-

giungessero un pianeta abitato, non sarebbe-ro portatori né di guerra, né di distruzione, quindi, gli alieni vengono con le migliori intenzioni>>…al cospetto di tanta sicume-ra, il meno esperto di fenomeni “spaziali ed interplanetari” non può far altro che chinare il capo, prostrandosi umilmente di fronte a tanta lungimiranza, ma il suo animo “ fan-ciullo” non riesce ad essere costante nella ra-zionale compostezza dei saggi ed esclama: << Sarà, ma io un po’ di paura ce l’ho!>>, e “ la

scarsa quantità” di paura diventa panico smi-surato allorché l’oggetto misterioso s’ingran-disce, si avvicina ulteriormente, somigliando sempre più ad un’immagine demoniaca…qualcuno, magari più pio, avanza l’ipotesi di una manifestazione soprannaturale di carat-tere spiccatamente divino, ma ormai la con-fusione è totale e al quesito non c’è risposta plausibile…molti decidono l’inseguimento motorizzato delle sfere celesti; in auto e sulla moto, gli audaci, improvvisati Indiana Jones del firmamento, stabiliscono che l’ora segna-ta dal destino è scoccata: se sono gli alieni, ebbene, che si facciano vedere apertamente, gli umani si dichiarano pronti al fatidico in-contro! Ma…sorpresa nella sorpresa: quei corpi, come per incanto, puf…sono spariti nel nulla…ohhh, meraviglia e delusione! E dov’è E.T. con i suoi fratelli? E i dischi vo-lanti? E…insomma, quasi tutti speravano in un evento straordinario ed invece tutto svanisce, così, come per incanto e per la di-sperazione di quanti pensavano di passare alla storia come testimoni dello sbarco alie-no in quel di Casoria…peccato! Ma allora di cosa si è trattato? Fuochi d’artificio un po’ troppo artificiosi? Effetti speciali o lo scher-zo di un buontempone? Bisogna attendere qualche ora prima che il segreto sia svelato, e a squarciare le tenebre dell’ignoranza sono dei ragazzi, che, con candore annunciano: << Erano lanterne!!!>>; beh, loro pensavano di dissipare dubbi ed incertezze, ma il mistero si infittisce: cosa sarebbero queste lanterne? No, non sperate ancora, inconfessati contem-poranei assetati di gloria imperitura: dicesi lanterne una sorta di mongolfiera, la cui lu-minosità è dovuta alla fiamma di alimenta-zione del pallone areostatico, ergo…tutto è perduto, addio illusioni di notorietà, il sipario cala sulle simpatiche lanterne aliene, giunte dalla vicina Afragola nel cielo di Casoria a turbare la tranquillità dei casoriani, che mo-strano, però di saper ancora sognare: e questa è davvero una gran bella e preziosa qualità!

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A T T U A L I T À

Dal GIUBILEO DEL LAVORO un’idea per l’occupazioneLa Cittadella dell’Artigianato a Casavatore.di Edy Vitale

La querelle sulla situazione “dis-occu-pazionale” dei giovani laureati italiani è all’ordine del giorno: i dati di rilevazione sono peggiorati di anno in anno, sia per i laureati triennali che per quelli magistra-li. Inoltre la disoccupazione si registra in tutti i percorsi di studio, anche in quel-li che fino a poco fa sembravano offrire un più facile accesso al mondo del lavoro, come ad esempio ingegneria. Gli osser-vatori pontificano dall’alto sulle colpe del nostro sistema formativo, sugli impianti scolastici ormai desueti, sulla mancanza di collegamento tra Università e mondo del lavoro, ma infine su chi fanno ricadere la colpa principale? Naturalmente pro-prio su di loro, sui giovani “bamboccioni”, che si crogiolano nel dolce far niente, nel tepore familiare,non sanno accontentar-si, aspettano il lavoro ideale, il datore di lavoro ideale, il contratto ideale...Non si rendono conto, i poveretti, di avere prete-se eccessive, solo perchè hanno conseguito la laurea triennale e poi addirittura quella magistrale a pieni voti! Non si rendono conto di avere acquisito solo conoscenze, non competenze, e che devono essere fles-sibili...Ma la realtà che vediamo noi è molto di-versa e squallida: i giovani laureati, con i tempi che corrono, non si fanno tante illusioni, non aspettano il lavoro ideale a tempo indeterminato. Certo dopo anni di studio, spese e sacrifici, spesso lontani da casa per aver scelto una laurea specialistica specifica, avrebbero aspirato ad un inse-rimento lavorativo quantomeno decoroso che permettesse loro di guardare con sere-nità al futuro, di fare progetti di vita. Ma realisticamente responsabili,considerato il momento critico e le scarse possibilità oc-cupazionali, si sono mostrati subito flessi-bili, disponibili ad imparare lavorando, a lavorare imparando, hanno fatto tanti sta-ge in tanti settori, hanno inviato centinaia di curricula in Italia e all’estero, ma niente

da fare: tante richieste respinte per man-canza di esperienza, nonostante la valenza di tutti i requisiti, altre per non avere la residenza in certe regioni del nord, nono-stante l’impegno a stabilirvi il domicilio, altre respinte senza alcuna motivazione, o per eccesso di competenze(sic!).Neppure un contratto a progetto. Allora l’unica via per realizzare il learning by doing , con la loro bella laurea specialistica a pieni voti, rimane fare il venditore di penne porta a porta o il centralinista in un call center (se ti selezionano e con tutto il rispetto per queste occupazioni per cui non è certo necessaria una laurea!).Oppure, ci sarebbe un’altra via, se si è disposti a gettare alle ortiche in un momento tutti quegli ide-ali intrisi di onestà, di rispetto di sé e del prossimo, di giustizia,ecc. E’ facile scivola-re su questa china se la disperazione pren-de il sopravvento.Tuttavia in un’ottica di speranza e di ri-nascita, a Napoli, dove il problema della disoccupazione giovanile è ormai allar-mante, ci arriva il messaggio del Cardina-le Sepe che, dal palco allestito al Centro Direzionale di Napoli per il Giubileo del lavoro, di fronte agli esponenti più rappre-sentativi delle forze politiche, sindacali, del mondo della scuola, ha levato alto il suo grido e lanciato la sua sfida: basta con la rassegnazione e l’indifferenza, i nostri giovani non saranno lasciati soli. Non pos-siamo accettare passivamente il fatto che i nostri figli, le forze migliori e più prepara-te, vengano esclusi dalla possibilità di un lavoro onesto, che siano costretti a lasciare Napoli, o anche l’Italia, per trovare un’oc-

cupazione adeguata. Ma servono progetti concreti: la Cittadella dell’Artigianato a Casavatore rappresenterà il primo passo, un progetto di formazione e inserimento dei giovani nelle piccole e medie impre-se, per riscoprire l’artigianato, incentivare il turismo e sostenere l’imprenditorialità.

Soltanto il richiamo alla responsabili-tà ed alla legalità, l’offerta di possibilità concrete potranno debellare la piaga della disoccupazione e ridare speranza a tanti giovani di poter diventare parte attiva di un processo di effettiva riqualificazione della persona e del territorio.

PODISTI CASORIANI ALLA MEZZAMARATONA DI CASERTAIn occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e del ventennale della brigata bersaglieri Garibaldi in Caserta e della giornata nazionale dello sport, in data 05 giugno 2011 si è svolta la 13° edizione della FLIK-FLOK e della 1^ MEZZAMARATONA di Caserta, che misurava oltre 22 km con partenza dal Palazzo Reale di Caserta su percorso completamente asfaltato , chiuso al traffico e con l’attraversamento del Borgo Medievale di Casertavecchia. Percorso misto collinare con passaggio al borgo medievale di Casertavecchia dopo oltre 10 km di salita e arrivo attraversando l’intera Reggia di Caserta.I bravi atleti lo sanno. Senza gioco di squadra non si vince.

Ma il gioco di squadra non è solo sul campo di gara. E là dove si condividono gioie e delusioni per tessere un’amicizia, dove culture e colori diversi scoprono di parlare la stessa lingua, dove uomini e donne uniscono le loro forze per costruire una Nazione, come è stato 150 anni fa per l’Italia. Anche per questo è importante lo sport, per insegnarci che uno più uno fa molto di più di due. Quattro Casoriani alla partenza, Antonio Giuliano classificatosi poi 21° assoluto col tempo di 1h e 35minuti, Mauro Del Prete classificatosi 82° col tempo di 1h 45minuti, Antonio Pugliese classificatosi 117° in assoluto col tempo di 1 h e 52 minuti e De Simone Giosuè classificatosi 178° in assoluto. Gli altri atleti casoriani hanno preferito una corsa più leggera di 11 km organizzata dalla podistica Baianese e che toccava 6 comuni. Gli atleti sono: Aloi Vittorio, Grieco Gennaro, Cervo Alberto, Almavera Ernesto, D’Antò Marco e Rullo Alba.

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S P E C I A L E R E F E R E N D U M

Il coro univoco che invita al votoIl dibattito sui referendum.di Federico Russo

Tre temi, nucleare, acqua e legittimo impedi-mento, di grande rilevanza e l’istituto del refe-rendum torna protagonista della vita politica nazionale e locale. Era dai tempi delle consul-tazioni sul divorzio, sull’aborto e della prece-dente votazione sul nucleare del 1987 che ciò non accadeva. Evidentemente decidere se avere o meno un servizio idrico basato sul diritto ad una pre-stazione garantita e sull’efficienza piuttosto che sul profitto nonché il pericolo di ritrovarsi una centrale nucleare a pochi chilometri da casa hanno pesato sull’opinione pubblica a tal punto che sono stati affollatissimi, a Casoria, i dibattiti promossi da movimenti, sindacati ed associazioni. Lunedì scorso, presso la sede del 29° Distretto scolastico, si è svolto un convegno promosso da dieci tra associazioni e sindacati che ha visto diversi esperti parlare dei quesiti referendari. Introdotti dal professor Franco Palladino, pre-sidente del Distretto, si sono alternati: Angela Uliano, Responsabile Codacons, che ha spie-gato i due quesiti che riguardano il servizio idrico integrato; Mariano Russo, avvocato che ha spiegato il quesito sul legittimo impe-dimento e Gianni Bianco che ha parlato del nucleare. Una serie di interventi chiarificatori di tema-tiche su cui l’opinione pubblica sta subendo, specie in questi giorni, un bombardamento mediatico. Diretto e semplice l’intervento del-la Uliano che ha esposto anche le problema-tiche che quotidianamente vivono gli abitanti di Arpino che, appunto, fanno i conti con un servizio idrico carente e che addirittura ricade in una zona di confine tra due grandi aziende private. Articolato e tecnicamente efficace l’in-tervento di Mariano Russo il quale ha spiegato che l’istituto del legittimo impedimento sia in realtà da sempre contemplato nell’ordinamen-to giuridico ma del quale negli ultimi anni si è fatto un uso distorto. Accorato l’intervento di Gianni Bianco che si è soffermato sulla neces-sità di una rinnovata politica ambientale, certo, ma che non recepisca una fonte come quella del nucleare che tutti i paesi del mondo stanno

decidendo progressivamente di abbandonare. Di diversa impostazione, specie per la location prescelta, l’incontro organizzato dal Comitato di Quartiere Castagna giovedì scorso. Presso la chiesa di S. Giustino de Jacobis si sono visti infatti molti più cittadini, incuriositi dal tema prescelto: i due quesiti sull’acqua e sul nucle-are. A confrontarsi insieme al presidente del Comitato, Ciro Galiero, un esperto ambienta-le; il professor Vincenzo Iorio dell’Università di Napoli. Della serata anche il parroco don Arcangelo che in maniera discreta ha dato la visione della Chiesa che come è gia accaduto per il cardinale di Milano, Dionigi Tettamanzi, è entrata nel dibattito sui referendum. Ad entrambi gli appuntamenti è stato presente il neo sindaco Enzo Carfora che, tra l’altro, in-sieme ai tanti problemi della città potrebbe di-

rettamente trovarsi coinvolto nelle conseguen-ze che deriveranno dal referendum in quanto a Casoria, come noto, il servizio idrico integrato è gestito in concessione da una azienda privata. Il neo sindaco però ha preferito concentrarsi sull’importanza partecipativa del voto al refe-rendum. Stigmatizzandone l’uso politicizzato che da qualche parte è stato tentato ed esal-tando invece il concetto della partecipazione attiva dei cittadini a tematiche di importanza fondamentale per il Paese. Da tutte le serate è arrivato dunque l’invito a recarsi al voto per superare la fatidica soglia, che in Italia non si supera per consultazioni referendarie da dieci anni, senza la quale nes-sun quesito avrà rilevanza giuridica, lasciando tutto così com’è.

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S P E C I A L E R E F E R E N D U M

REFERENDUM: un voto per l’acqua bene comuneI fiumi ritornino a battere le mani...di Angela Uliano

La società civile, che ha raccolto 1,5 milioni di firme e reso possibile il referendum, deve conti-nuare a battersi per convincere almeno 25 milio-ni di italiani ad andare a votare per l’acqua bene comune. Secondo il missionario comboniano Alex Zanotelli è poi necessaria una moratoria della legge Ronchi. Dopo anni di impegno, un sussulto di gioia e un grazie allo straordinario “popolo dell’acqua” che ci ha regalato in due mesi un milione e mezzo di firme. La Corte ha approvato due dei tre quesiti referendari: il primo, che afferma che l’acqua è un bene di non rilevanza economica, e il terzo che toglie il profitto dall’acqua.Che la Corte Costituzionale( piuttosto conser-vatrice) abbia accolto queste due istanze sull’ac-qua in contrasto con i dogmi del sistema neo-liberista, è un piccolo miracolo. E questo grazie agli straordinari costituzionalisti che le hanno formulate e difese, da Rodotà a Ferrara, da Mattei a Lucarelli senza dimenticare Luciani. Ma la grande vincitrice è la cittadinanza attiva di questo paese che diventa il nuovo soggetto politico con cui anche i partiti dovranno fare i conti. I cittadini si sono appropriati del diritto di esprimersi sui beni comuni sui beni di loro appartenenza, su quei beni che esprimono utilità

funzionali all’esercizio dei diritti fondamentali. Si è dato così significato e dignità all’art.1 della Costituzione Italiana, ovvero al principio che assegna al popolo la sovranità in una stagione di tragedia della democrazia rappresentativa.Tutto questo apre a una nuova stagione di de-mocrazia: il cammino per riappropriarci dei beni comuni che ci sono stati sottratti. E questo l’abbiamo ottenuto senza finanziamenti (ognu-no ha dato quello che ha potuto), senza i partiti presenti in parlamento e senza l’appoggio dei grandi media. Questo rende ancora più straor-dinaria questa vittoria, la prima nel suo genere nell’Unione europea.Dobbiamo ora lavorare sodo per informare, sen-sibilizzare, per convincere 25 milioni di italiani ad andare a votare (questo è il quorum neces-sario per la validità del referendum). Sarà una campagna referendaria molto dura perché ab-biamo davanti un Sistema economico-finanzia-rio che non può perdere l’oggetto del desiderio del XXI secolo: l’oro blu che è già scarso e andrà sempre più scarseggiando per il surriscaldamen-to del pianeta.Per questo dobbiamo organizzarci bene con co-mitati a livello provinciale come a quello regio-nale. Dobbiamo imparare i processi democratici partendo dal basso, lavorando in rete e tenen-doci tutti per mano, nel profondo rispetto del volto di ogni persona. Dobbiamo far nascere “il nuovo” dentro un Sistema che mercifica tutto, anche le persone.Riteniamo poi fondamentale il ruolo che la Chiesa italiana può svolgere in questo referen-

dum. Pertanto ai cristiani, alle parrocchie, alle comunità ecclesiali, chiediamo il coraggio di scendere a fianco di questo grande movimento dell’acqua pubblica. Chiediamo ai nostri vescovi di esprimersi ribadendo che l’acqua è la vita ed è un diritto fondamentale umano. La crescente politica di privatizzazione è mo-ralmente inaccettabile quando cerca di impa-dronirsi di elementi così vitali come l’acqua, creando una nuova categoria sociale: gli esclusi. Alcune multinazionali che cercano di impadro-nirsi di alcuni beni della natura, e soprattutto dell’acqua, possono essere legalmente padroni di questi beni e dei relativi diritti, ma non sono eticamente proprietari di un bene dal quale di-pende la vita dell’umanità. È un’ingiustizia isti-tuzionalizzata che crea ulteriore fame e povertà, facendo sì che la natura sia la più sacrificata e che la specie più minacciata sia quella umana, i più poveri in particolare.E allora diamoci tutti da fare perché “i fiumi ritornino a battere le man” quando il popolo ita-liano sancirà con i 2 Sì che l’acqua è bene comu-ne, diritto fondamentale umano.

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C A S O R I A N E L L A S T O R I A

Fra’ Candido, il fratello di padre LudovicoLa storia dimenticata di Nicola Palmentieri, che si occupò della casadi Casoria fino al 1881.di Giuseppe Pesce

Sfogliando i vecchi registri dell’archivio storico della basilica di San Mauro, qual-che tempo fa mi sono imbattuto in un tale Nicola Palmentieri, morto nel 1881, di professione “bigio”: un fraticello di padre Ludovico, insomma. Ma quello che più mi colpì fu il nome dei genitori: Vincenzo e Candida Zenga. Nicola non era un fra-ticello qualsiasi, ma era proprio il fratello di padre Ludovico. Incuriosito, provai a cercare qualche altra notizia tra gli scritti e le fonti del nostro santo di Casoria, per fare un po’ di luce su questa storia scono-sciuta, o quantomeno dimenticata. Trovai così che alla vicenda di Nicola Palmentieri accennava il segretario di padre Ludovico, Bonaventura Maresca, nei suoi Manoscritti diversi intorno al P. Ludovico (pp. 621-24), ed un suo necrologio era stato anche pub-blicato sul n. 9 della rivista L’Orfanello del 1881 (pp. 472-77).

Di pochi anni più piccolo, Nicola Palmen-tieri era molto legato al fratello Arcangelo – come si chiamava all’anagrafe fra’ Lu-dovico – che ricordava con affetto che da piccoli si arrampicavano ogni sera sul muro di casa con una lunga scala, per accendere la lampada di un’edicola votiva della Ma-donna; una delle tante che ornavano le strade di Casoria a quell’epoca. Nicola era un uomo semplice, senza istruzione. Intor-no al 1867 fu colpito da una grave malattia, e per farlo rimettere Ludovico lo mandò ospite a Nola, dove passò un periodo di convalescenza nel convento francescano di S. Angelo. Fu così che si avvicinò al fratel-lo, e decise di entrare nei “Bigi”, prendendo il nome di fra’ Candido di S. Vincenzo (la congregazione dei “Bigi” non era un vero e proprio ordine, ma una co-munità di laici senza voti). Fra’ Candido si occupò della vecchia casa paterna di Caso-ria, trasformata in ospizio con la chiesetta dedicata all’Im-macolata. Per mantenere la struttura, poiché il sussidio provinciale non bastava, face-va la questua in giro per il cir-condario. Ogni lunedì andava a Napoli, alla Casa di S. Raf-faele a Materdei, per pranzare insieme al fratello. Ludovico

lo chiamava “l’asinello di Casoria”, addi-tandolo come esempio agli altri confratelli: «Come faticava! Fedele, pacifico, contento sempre». Morì nella casa di Casoria la not-te del 4 dicembre 1881, da solo, improvvi-samente. Secondo il registro di San Mauro, aveva 62 anni. Della notizia, padre Ludovi-co fu informato solo un mese dopo, perché in quel periodo a causa di un’operazione versava in condizioni piuttosto gravi di sa-lute. Il suo segretario riferisce che pianse e si disperò: avrebbe voluto rivedere ancora una volta suo fratello. E a un frate che gli faceva notare che forse non si confaceva ad un religioso un simile attaccamento ai fa-miliari, diede una sonora lezione: «Hai un cuore di cane! L’hai preso ad Ottaviano» (il paese di cui era originario il frate). Intorno a lui, disse, voleva persone capaci di amare. Un episodio che la dice lunga sul caratte-re di quest’uomo straordinario, vittima di una vecchia agiografia un po’ bigotta, che attende ancora di essere riscoperto come un grande (e scomodo) protagonista della vita sociale e politica della Napoli di metà Ottocento.

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T E L E V I S I O N E

Al via “Gli AntichiSapori Regionali”Su La4 sette puntate dedicate al meglio della cultura gastronomica italiana.di Francesco Scalamogna

Giovedì 2 Giugno, presso “L’antica Piz-zeria Frattese” a Frattamaggiore (Na), si è tenuta la conferenza stampa di presen-tazione del programma “Gli Antichi Sa-pori Regionali”. Da un’idea di Umberto Fornito, titolare della pizzeria sopra citata nonché campione del mondo nel 2005 di pizza napoletana STG, l’intera kermesse televisiva sarà articolata in sette puntate ed avrà il proposito di riportare alla luce ed alla scoperta delle nuove generazioni le tradizioni enogastronomiche campane e regionali, non solo per rilanciarle ma al fine di una riappropriazione popolare. Location scelta per tale evento il “Mohito Ristopub” a Crispano (Na). La produzione del pro-gramma è affidata alla “Napolintheworld magazine” di Enzo Maione, società molto

vivace sul territorio nell’organizzazione di grandi eventi; la conduzione è ad opera dei giornalisti Francesco Manno, Carmi-ne D’Argenio e, nonché enogastronomo, Giuseppe De Girolamo; la regia è a cura di Mauro Pepino. La sigla iniziale e finale del programma “Che sapor!” è stata realizzata da Pietro de “I Portofino”, che intratterrà il pubblico anche con deliziose e simpati-che gag. A sponsorizzare la trasmissione sono intervenute aziende leader del set-tore: il “Molino Caputo”; “Robo S.p.A.”; “Contaldo2”, di Maurizio Conte di Teve-rola (Ce); il deposito D’Angelo per l’acqua minerale Ferrarelle; il “Caseificio Iovine” strada provinciale Fratta-Caivano; “Aver-sano S.r.l”; “Fiori e addobbi”, di Antonio Bernardo di Caivano (Na); “Pasticceria Capone”, Frattamaggiore; “Studio fotogra-fico Fardella”, Frattamaggiore. Nelle prime due serate, svoltesi l’1 e l’8 Giugno, si sono trattati i temi della pizza napoletana, presto riconosciuto come patrimonio mondiale dell’Unesco, e della cucina lucana. A par-tire dal 7 Giugno le serate sono mandate in onda sull’emittente televisiva La4 visibi-le sul digitale terrestre al canale 699, ogni giorno alle 9:30 e 13:30 per i mesi di Giu-

gno e Luglio. Tra gli ospiti intervenuti, le cantanti Martina Cenere e Assunta Lory; Marco De Marco, campione italiano nella disciplina “Freestyle”; Umbertino Costan-zo, nipote di Umberto Fornito, di soli 10 anni messosi in luce già due anni fa come più piccolo artista della pizza; Raffaele Micco, pizzaiolo napoletano; Michele Leo, pizzaiolo di Venosa (Pz), vincitore lo scorso 13 Aprile del “20° Campionato Mondiale della Pizza” di Salsomaggiore (Pr) nella ca-tegoria “Presentazione della pizza”. Nella terza puntata del prossimo 15 Giugno sa-liranno sul palco Sergio Miccù ed Attilio Albachiara, vincitori del “Pizza Festival 2011” tenutosi al centro commerciale “Vul-cano Buono” di Nola (Na). Prevista una serata di gala a conclusione dei lavori, che raccoglierà il meglio dei sei appuntamenti precedenti. Attiva sul social network Face-book una pagina web dedicata alla mani-festazione, per mezzo della quale gli inte-ressati possono interagire con gli ideatori del programma per idee di ricette e porre domande e suggerimenti.

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A T T U A L I T À

UNITI PER IL SORRISO:Perche’ insieme si puo’!“Incontriamoci con un sorriso e una volta che avremo cominciato l’un l’altro ad amarci diverrà naturale fare qualcosa per gli altri. Non capiremo mai abbastanza quanto bene è capace di fare un sorriso”

Madre Teresa di Calcutta.

di Antonella Storti

Dopo l’esperienza a Lourdes come vo-lontari per l’assistenza ed il supporto ai malati,quattro ragazzi accomunati dal so-gno di donare gioia e felicità a chi ne abbia bisogno,decidono di fondare un’associa-zione che concretizzi questi principi e li diffonda sul territorio. Nasce così,nel No-vembre 2010,“Uniti per il sorriso”, dotata di un proprio statuto fondato su principi e valori di amicizia,uguaglianza, tolleranza e promozione della cultura. L’associazione

si prefigge tanti validi scopi quali:gestire spazi di aggregazione,promuovere e svi-luppare la cultura e l’arte;sostenere inizia-tive rivolte alla tutela e alla salvaguardia della legalità; Tutelare e valorizzare la na-tura e dell’ambiente;Prevenire l’abuso, lo sfruttamento e violenza nei confronti dei minori; Garantire il pieno esercizio dei diritti e libertà fondamentali alle donne, nel rispetto dei diritti civili, mediante lo sradicamento di tutte le tipologie di discriminazioni; Promuovere turismo sociale, sostenibile e giovanile median-te attività volte alla valorizzazione delle risorse territoriali, dei prodotti tipici e del patrimonio culturale; Cooperare con tutti quelli che, nei più svariati campi della vita culturale e sociale, operano in difesa della dignità umana, della pace, della legalità, dell’ambiente e per la solidarietà tra gli uomini e i popoli. L’associazione metterà in scena il musical “Scugnizzi per un sor-riso” il 24 Giugno alle ore 20:00,presso il teatro Acacia di Napoli. Lo spettacolo è ambientato in un teatro abbandonato,che presto diventerà un supermercato per vo-lontà di un impresario del Nord. I ragaz-

zi , in gruppo, si oppongono alla scelta dell’imprenditore ,cercando di scuotere la coscienza degli abitanti del paese , met-tendo in scena il musical di scugnizzi. Questo spettacolo vuole essere un moni-to alle istituzioni locali per cercare di sen-sibilizzare, attività culturali, come quelle teatrali, sul nostro territorio. A cimentarsi in recitazione,ballo e canto saranno circa venti ragazzi pieni di grinta e voglia di divertirsi. Lo spettacolo sarà strutturato in due atti ,con una durata complessiva di circa due ore. La Regia è di Anto-nio Fiorillo e Valerio Naccarato.La La trama,invece, è stata scritta da Antonio Fiorillo, coadiuvato da Ginevra Ponticelli e Michela Calabrese. I ragazzi,diretti ed assistiti quotidianamente nelle prove da Nicola Mangani e Ginevra Ponticelli, sono guidati anche dal presidente dott. Flagiello Ferdinando e il suo segretario dott. Spena Vincenzo. Il ricavato sarà devoluto al villaggio di Yawathagone in Birmania. Il referente per questa iniziati-va è Don Gilbert , originario dello stesso villaggio, giunto qui in Italia per comple-tare gli studi e attualmente svolge la sua attività pastorale presso il Santuario di San Benedetto Abate in Casoria. Uni-ti per sorridere e per donare sorrisi,uniti per essere vicini ad una comunità lontana,questo è lo scopo del musical e dell’associazione, con l’auspicio che potrà realizzarsi nel migliore dei modi.

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C A S A C A S O R I A

Partecipazione popolareMonitorare e rilevare i disservizi fino alla risoluzione effettiva dei problemi. di Carlo De Vita

Non ci sono dubbi la partecipazione popolare è necessaria per una corretta gestione e una fat-tiva collaborazione con la macchina comunale.Non a caso qualche anno fa decisi di mettere insieme un pò di amici creando un associazio-ne culturale “CASADOR” e insieme pen-sammo ad una idea per il territorio che portava il nome di “SATELLITE CASADOR” che aveva come obiettivo il monitoraggio e la ri-levazione dei vari disservizi che analiticamen-te, considerati e subito sottoposti alle autorità competenti, avrebbero dovuto stimolare, fino alla effettiva risoluzione.Ci sono quartieri che hanno abitanti, quanti una città media di provincia e non è necessario, avere rappresentanti in consiglio comunale, si può partecipare alla vita politica di un Comune senza chiedere incarichi, trasferimenti di sedi di lavoro o sistemazioni per i propri familiari. E’ ciò che ribadisce il Gruppo Napolincasa da sempre attenti alla valorizzazione e alla vivibi-lità di tutti e non di pochi.Le premesse sembrano essere interessanti vista l’attenzione che il nuovo sindaco ha dedicato alle nostre idee, in una visita nella nostra sede. Un grande merito gli deve essere riconosciuto,

il dono dell’ascolto. Saremo impegnati nella valorizzazione del territorio insieme e accanto alla nuova amministrazione, daremo sugge-rimenti per migliorare la vivibilità nel nostro quartiere, faremo protocolli per suggerire in-terventi di ripristino alle buche sempre in bella evidenza, chiederemo la presenza assidua nel quartiere della polizia municipale, interven-ti di riqualificazione dell’arredo urbano, della corretta manutenzione di tombini fognari (esi-ste un protocollo datato 13 03 2009 n. 9957 a firma del sottoscritto dove si segnalava il peri-colo per una griglia mancante a copertura di un collettore fognario, rimasto tale dopo quasi tre anni, conservo gelosamente il protocollo per dimostrare che un’amministrazione deve porre la propria attenzione al popolo, alla sua vivibilità e non distrarsi sulla gestione di inca-richi e sistemazioni .E’ necessario partecipare al riordino e alla va-lorizzazione della Città e andare oltre la po-litica che spesso per interesse ai personalismi dimentica il senso vero della missione di rap-presentare i cittadini in Consiglio Comunale.Noi del gruppo Napolincasa in dieci anni ab-biamo raggiunto traguardi importanti, creato sicurezza ai nostri collaboratori migliorato la nostra vita nell’azienda e vorremmo continua-re a fare bene in un territorio già difficile da vivere, per questo daremo tutta la nostra dispo-nibilità con suggerimenti, proposte e quando necessario, critiche ma solo per la crescita e il bene di tutti.E allora chi decide di fare politica o dà risposte alla comunità in termini visibili o trovasse so-luzioni alternative che non arrecano danni alla città di Casoria già martoriata.

L’angolo della poesiaLa vita.

E, la vita va, un viaggio senza soste,nessuna tregua, il tempo mai si ferma.

E, il mondo, il mondo Va.Un susseguirsi di attimi, ore, giorni, anni, secoli.

Il buio rincorre il chiarore del sole,Il sole le oscurità tenebrose.

Poi l’aurora, un ristorato risveglio,D’uno stanco addormentarsi.

Si, si dorme, ci si risveglia.Biologia, le leggi della biologia, le leggi cosmiche,

Fisiche, chimiche,,,quelle dell’ “uomo”!Il vento, le piogge, il tepore, la canicola.

Sussurro, il sussurrare della natura, la natura,I fiori, i colori, i sapori, i suoni, e,,

Le grida, i pianti, i sorrisi, le gioie, i dolori.Sensi, i sensi,,,,,, essere.

Le leggi, le leggi dell’uomo.Sensazioni, umori, sentimenti, paure, timori,

coraggio, incertezze, sicurezza, nulla, nulla di vero,nulla di falso, e,,, nulla di stabile.

E,,, il senso, il senso della vita, i sensi dell’uomo.L’uomo. L’uomo? L’ uomo del pensare, del decidere,

dell’agire, dell’osare.Le guerre, la pace, le speranze, le delusioni!

Il vuoto, il silenzio, ripensare, riflettere,Vecchio, ma nuovo tempo, falso, falso ex novo.

Nuovo illudersi del giusto.Giustizia, la giustizia lontana.

Orizzonti, solo orizzonti, orizzonti remoti,Orizzonti mai raggiunti, mai colmati.Confini, confini forse vicini, visibili,

Ma non toccabili, impediti.Uomo! Uomo metafora?

Molecola tra microbico lasso,Nient’altro, nulla di più.

Conosci il tuo viaggio, credi nel tuo andare,Ma ignori la tua origine, il tuo destino.

Tu, tu non sai, non sai da dove vieni,Ti sfugge il tuo passato: la genesi, e,,,

Non sai dove andrai, come andrai.Oh, vuoto nel vento!

Qualcuno smarrì il tuo cammino,Qualcuno oscurò il tuo sentiero e,,,,

Corri, corri vagando, sconosciuta meteoraD’un più noto universo.No, Non andare oltre!Non vedi gli abissi?

Fermati, un solo istante.Fermati e guarda, guarda l’immenso,

Non è l’istante, è l’eternità,,,Un presente per sempre.

Salvatore Sarti

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13il giornale di Casoria • Venerdì 10 giugno 2011

R U B R I C A L E G A L E

Riconoscimento delle sentenze straniere di separazione e divorzio in italiaA cura dell ’Avv. Gennaro Calvanese E mail: [email protected]

Egregio avvocato, sono un cittadino italiano e vivo ora nuovamente a Casoria. 0tto anni fa ho contratto matrimonio, finito poi male, con una statunitense e con lei mi sono trasferito negli Stati Uniti. Orbene, la sentenza di separazione o di divorzio emessa dall’Autorità giudiziaria statunitense, potrà ottenere il riconoscimento in Italia?Gentile Lettore, in considerazione della circo-stanza secondo la quale siamo tutti, oggi più che mai, cittadini del mondo, più che attuale risulta essere la questione relativa ai cosiddetti matrimoni interraziali ed alle problematiche in essi sottese. Prima dell’entrata in vigore della legge 218/1995, le sentenze di scioglimento del vincolo matrimoniale emesse da Autori-tà straniere trovavano efficacia nel territorio italiano solamente a seguito di una sentenza della Corte d’Appello, che le riconosceva come valide nel nostro ordinamento a seguito di apposita procedura di delibazione. In tema di legge applicabile alla separazione ed al divor-zio, la legge di riforma prevede alcune norme specifiche. L’art.31 prevede due differenti cri-teri di collegamento, gerarchicamente coordi-nati: la legge nazionale comune dei coniugi al momento della separazione o del divorzio o, in alternativa, mancando la prima, quello del-lo Stato nel quale la vita matrimoniale risulti prevalentemente localizzata. Il criterio di col-

legamento della nazionalità è stato opportuna-mente contemperato con l’esigenza di dare una regola a tutti i casi nei quali entrambi i soggetti abbiano differente cittadinanza. All’occor-renza ci viene incontro il criterio sussidiario flessibile della prevalente localizzazione della vita matrimoniale, il quale applica il principio della prossimità della fattispecie con il Giudi-ce adito. La nuova disciplina sull’efficacia di sentenze straniere, cui al titolo IV della legge di riforma, ha sostituito la precedente proce-dura di delibazione. Tale disciplina si applica anche al riconoscimento ed all’esecuzione nel nostro ordinamento di atti e provvedimenti stranieri di separazione e di divorzio. L’art.64 introduce il riconoscimento automatico della sentenza straniera, in virtù del quale il prodot-to giurisprudenziale straniero è recepito nel nostro ordinamento senza che sia necessario il ricorso ad alcun procedimento. Ciò, ovviamen-te, a condizione che sussistano i presupposti espressamente enunciati dallo stesso articolo. Il provvedimento straniero, dunque, può esse-re recepito automaticamente in Italia quando sia stato pronunciato da un Giudice nel pieno rispetto dei principi e criteri di competenza e giurisdizione propri del nostro ordinamento. La cittadinanza, infatti, è un criterio attribu-tivo di giurisdizione alla stregua del nostro sistema di diritto internazionale privato; nel caso, però, in cui non vi sia una legge nazionale comune dei coniugi, il divorzio sarà discipli-nato dalla legge dello stato di prevalente loca-

lizzazione della vita matrimoniale, ossia, come nel caso di specie, dalla legge statunitense. In definitiva, il principale ostacolo al riconosci-mento delle sentenze straniere di separazione e di divorzio rimane soltanto l’ordine pubblico da intendersi come costituito dai soli principi fondamentali e caratterizzanti l’atteggiamento etico-giuridico dell’ordinamento in un deter-minato periodo storico. Inoltre, l’ordinamento, anche per quel che riguarda le eventuali istanze

di annotazione sui pubblici registri dello sta-to civile, esonera il richiedente da qualsivoglia propedeutica procedura omologativa. Infatti l’art. 125 Ord. Stato civile prevede l’iscrizio-ne e l’annotazione delle sentenze che rendano esecutivi nello Stato o provvedimenti stranieri di nullità o di scioglimento del matrimonio. È stato quindi chiarito che l’Ufficiale di stato civile è tenuto a dare regolamentare corso alla richiesta di trascrizione, iscrizione o annota-zione, se ritiene che sussistano i requisiti propri previsti dalla Legge di riforma n.218 del 95.

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14 il giornale di Casoria • Venerdì 10 giugno 2011

L ’ I N T E R V E N T O

Casoria: il centro storico da problema ad opportunitàLa ristrutturazione degli immobili ed il progetto “Sirena”!A cura dell ’Avv. Rodolfo Cusano

Viviamo il tempo prima delle elezioni come se fosse: “Il sabato del villaggio”. Speranze che toccano quasi sempre gli stessi settori: lavoro, sicurezza, vivibilità, ecc. Purtroppo, è difficile poi tradurre le parole con i fatti. Senza andare troppo lontano, proviamo a parlare del fabbri-cato condominiale e dei suoi lavori di ri-strutturazione. Al riguardo il “progetto Sirena” a Napoli ha dato ottimi risultati. La considerazione di base è che Caso-ria come la vicina Napoli ha un patri-monio immobiliare ormai vetusto, se non proprio decadente (centro storico). Esso abbisogna di notevoli interventi di ristrutturazione se non addirittura di consolidamento. Ma occorre superare le possibili resistenze dei proprietari, spe-cialmente quella economica.Da un lato, a ciò ci ha già pensato la Legge nazionale che consente un re-cupero (detrazione) del 36 % nel caso il condominio operi la ristrutturazione

del fabbricato. Ed allora, cosa ha fatto il progetto Sirena? Ha fatto in modo che il Comune di Napoli con una piccola de-stinazione in bilancio ha creato un vero e proprio volano per l’economia. Infatti, molti sono stati e sono tuttora i con-domini che ogni anno usufruiscono dei contributi comunali. Cioè si aggiunto all’incentivo economico statale un altro incentivo comunale. Il contributo comu-nale può attestarsi intorno ad una per-centuale anche minima e poi aumentare:- se il progetto prevede oltre alla ristrut-

turazione anche il consolidamento;- se è prevista l’abolizione delle barriere

architettoniche;- se sono previsti interventi che riguar-

dano il risparmio energetico.Questo ulteriore contributo convincerà anche i più recalcitranti a procedere alla ristrutturazione del fabbricato.Sulla certezza dei risultati non vi è dub-bio. Napoli docet. Ma vediamo da vicino in che cosa essi consistono:1 “Sirena” è la società a partecipazione

pubblica che si occupa degli interventi in favore del patrimonio immobiliare dei privati. Essa controlla e concede i contributi (nuova occupazione);

2 I progetti presentati dai condomini

per la ristrutturazione (lavoro per i tecnici) presuppongono obbligatoria-mente la perizia geologica (lavoro ) e se necessari i relativi interventi. Non è il caso di ricordare i recenti crolli del centro storico di Casoria;

3 Le ditte appaltatrici possono essere scelte dal Condominio, ma solo tra quelle facenti parti di un albo apposi-to e monitorate continuamente anche dal punto di vista delle infiltrazioni camorristiche (lavoro per le mae-stranze).

4 I risultati sarebbero sotto gli occhi di tutti una città più bella (ambiente) e più sicura.

A Casoria sono presenti amministratori di condominio preparati professional-mente che quotidianamente già operano, in occasione dei lavori di ristrutturazio-ne, tutti quegli adempimenti necessari a che i condomini possano usufruire della detrazione fiscale. Essi stessi potrebbero farsi portavoce della novità nelle future assemblee ordinarie o straordinarie che siano. La via è tracciata. La domenica è dì a venire.

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15il giornale di Casoria • Venerdì 10 giugno 2011

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Anno 1 - Numero 7Venerdì 10 giugno 2011

Questo numero è stato chiuso in redazione mercoledì 8 giugno.

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Inserto di Napolincasa News

Aut. Tribunale di Napolin. 0062 del 30/09/2005

Editore: Carlo De VitaVia S. Di Giacomo, 6/8 - 80026 Casoria (NA)

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Direttore responsabile: Giuseppe Storti

In redazione:Rosa e Concetta Alvino, Daniela Devecchi,

Margherita De Rosa, Antonella Storti, Giusto, Francesco Scalamogna,

Liberatore Graziano, Edy Vitale, Angela Uliano, Giovanna Bocchetti, Gennaro

Calvanese, Pasquale Di Petta.

Direzione e redazione:Via S. Di Giacomo, 6/8

80026 Casoria (NA)Tel. 081 7588818

Progetto grafico, impaginazione e stampa:Grafis print s.a.s.

Via A. Lauro, 1/5 - Casoria (NA)Tel. 081 7382350 - www.grafisprint.com

L’artista casoriano Antonio Manfredi invitato da Vittorio Sgarbi alla 54° Biennale di VeneziaEnnesimo riconoscimento all’artista e direttore del Museo di Casoria.A cura di Giusto

Un grande successo per l’artista caso-riano Antonio Manfredi che dopo la recente mostra di Berlino approda alla 54ª Biennale di Venezia invitato di-rettamente dal curatore del Padiglione Italia Vittorio Sgarbi a presentare la sua opera dal titolo “May be”. Fino al 27 novembre 2011 i 12 latitanti più famosi d’Italia saranno al Padiglione Italia nel-la sezione del Museo della Mafia sotto la diretta curatela di Vittorio Sgarbi. Il titolo dell’installazione pone la provo-catoria ipotesi di un’infiltrazione dei protagonisti della malavita organizzata in luoghi apparentemente sicuri, come la mostra internazionale d’arte con-temporanea veneziana. I volti dei ma-fiosi, dei camorristi e degli affiliati alla ‘ndrangheta, con mandato di cattura internazionale, vivono, nell’installazio-ne, grazie ad un montaggio fotografico, sui corpi di anonimi passanti, stampa-

ti su banner a grandezza naturale e in mezzo ai quali passano i visitatori della Biennale. Nel viaggio dalla Germania all’Italia i latitanti dell’installazione hanno perso ben 2 esimi rappresentan-ti, da 14 sono diventati 12: Giuseppe Pacilli e Giuseppe Dell’Aquila sono stati infatti arrestati rispettivamente il 13 e il 25 maggio. Ironicamente Man-fredi definisce il proprio lavoro un work in regress, con la speranza che la sua in-stallazione si depauperi sempre di più per l’arresto dei criminali che la com-pongono.Fondatore e direttore del CAM_Caso-ria Contemporary Art Museum, Anto-nio Manfredi è riuscito a coniugare la sua attività di artista e di direttore del Museo di Casoria raggiungendo uno dei più ambiti traguardi che un artista può raggiungere, la Biennale di Venezia è infatti la più importante manifesta-zione mondiale di arte contemporanea.L’ennesimo riconoscimento conseguito dal Maestro Antonio Manfredi, rap-presenta un ulteriore segnale dell’im-portanza del Museo casoriano, autenti-co faro della cultura locale, in una città, sospesa tra arte e decadenza. Il Museo

d’arte moderno unitamente agli altri tesori presenti sul territorio, ci riferia-mo alle Chiese e ai luoghi di culto dei santi e beati locali, possono e devono costituire degli attrattori turistici che fungano da volano per lo sviluppo e l’occupazione di Casoria. Ovviamente occorre che l’Ente Locale faccia la sua parte con politiche mirate per orga-nizzare e gestire la valorizzazione del patrimonio artistico e culturale della nostra città

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