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L’Italia è finalmente
unita e proclama re
Vittorio Emanuele
Il 17 marzo 1861 è il pri-mo giorno dell’Italia uni-ta.
Nasce il Regno d’Italia e, lo stesso giorno, il Parla-mento proclama Vittorio Emanuele II primo re d’I-talia.
Gaetano Bresci feri-
sce mortalmente il re
Umberto I
Il 29 luglio 1900 Gaetano Bresci esplode tre colpi di pistola sul re Umberto I in visita a Monza, fe-rendolo mortalmente alla spalla, al polmone e al cuore.
Il sovrano aveva 56 anni.
Città del Vaticano
Il 07 giugno del 1929, in seguito ai Patti Latera-nensi, lo Stato della Città del Vaticano diventa uno Stato Sovrano.
LA STORIA D’ITALIA IN 9 TAPPE
Febbraio/Marzo
2011
BLACK & WHITE
Sommario:
La Storia d’Italia in 9 tappe
1/2
Storia del Tricolore 3
Tutti pronti per il grande evento?
4
Personaggi: Mazzini 5/6
Personaggi: Garibaldi 7/8
Anno 3, Numero 5
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA
1861 1900 1929
Periodico gratuito di informazione, cultura e sport dei Licei Paritari Linguistico e PsicoPeriodico gratuito di informazione, cultura e sport dei Licei Paritari Linguistico e PsicoPeriodico gratuito di informazione, cultura e sport dei Licei Paritari Linguistico e PsicoPeriodico gratuito di informazione, cultura e sport dei Licei Paritari Linguistico e Psico----SocioSocioSocioSocio----Pedagogico Virgo Fidelis di TrePedagogico Virgo Fidelis di TrePedagogico Virgo Fidelis di TrePedagogico Virgo Fidelis di Trebisacce ( C s )bisacce ( C s )bisacce ( C s )bisacce ( C s )
Le leggi razziali
Tra il 05 settembre 1938 ed il 29 giu-gno 1939 vengono emanate le leggi raz-ziali, che danno l’avvio alla persecuzio-ne della comunità ebraica, premessa delle successive deportazioni.
La mafia colpisce due volte
Il 23 maggio 1992 Giovanni Falcone viene ucciso con la moglie e tre uomini della scorta.
Il 19 luglio un altro attentato di mafia a Palermo stronca la vita di Paolo Bosellino.
Il voto alle donne
Il 02 giugno del 1946 le donne ita-liane votano per la prima volta in occasione del Referendum tra Mo-narchia e Repubblica.
Muore il Papa “comunicatore”
Il 02 aprile 2005 si spegne Gio-vanni Paolo II, il pontefice elet-to nel 1978 che si è distinto per la capacità comunicativa. In piazza San Pietro ai funerali c’erano 300 mila persone.
Il delitto Moro
Il presidente della DC Aldo Moro, rapito il 16 marzo 1978, fu ucciso il successivo 09 maggio dalle Brigate Rosse.
Il suo corpo venne ritrovato nel bagagliaio di un’auto in via Caetani a Roma.
Nazioni Unite
Il 01 gennaio del 2007 l’Italia entra a far parte, come mem-bro non permanente, del Consi-glio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
A cura della prof.ssa
Francesca Parise
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA Pagina 2
1938 1946 1978
2005 1992 2007
Il 17 marzo 2011 si cele-brerà l’anniversario del 150° dell’Unità d’Italia. Il simbolo della nostra Patria è il Tricolore, che nasce a Reggio Emilia il 07 gennaio 1797, quando il Parlamento della Re-pubblica Cispadana de-cretò che si doveva ren-dere universale lo sten-dardo o bandiera Cispa-dana. Essa era formata da tre colori: verde, bianco e rosso, che vennero defi-niti per legge nel 1925 come colori caratteriz-zanti la bandiera di Sta-to. Essi si prestano a diver-se interpretazioni e si-
gnificati. Il significato romantico della scelta è: verde co-me le nostre pianure, bianco come i ghiacciai sulle Alpi, rosso come il sangue versato dai nostri compatrioti per l’unione della nostra terra. Un’altra interpretazione della scelta dei colori è che essi siano quelli delle virtù teologali, che tra-dizionalmente sono: ver-de per la speranza, bian-co per la fede e rosso per la carità. Una terza interpretazio-ne è che essi rappresen-tino le città italiane e le città dell’antica Roma:
verde per i parchi, i giar-dini e l’erba delle case, bianco per il marmo, le pietre antiche del nostro passato, le bianche piaz-ze, ed infine il rosso per i tetti delle nostre città e per il calore del nostro popolo. Indipendentemente da quale significato si voglia prendere in considera-zione, il Tricolore rimane e rimarrà per sempre il simbolo del popolo, della libertà conquistata e dell’Unità nazionale, e ci rende orgogliosi di esse-re italiani. CLASSE IV LICEO SOCIO-
PSICO-PEDAGOGICO
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA
STORIA DEL TRICOLORE
Pagina 3
NELLE IMMAGINI
A DX, STENDARDO DELLA REP.
CISPADANA
SOPRA, L’ATTUALE BANDIERA
DELLA REPUBBLICA ITALIANA
IN ALTO, TRICOLORE ESPOSTO
IN SEGNO DI FESTA E LE CELEBRI
FRECCE TRICOLORI
Passano gli anni, i mesi, i giorni e le ore, e come ogni anno ci si avvicina ad una data molto impor-tante, l’anniversario dell’unità d’Italia, precisa-mente quest’anno il 150°. Tutto ebbe inizio il 17 Marzo del 1861, dopo le guerre contro gli au-striaci e la fine della spedizione di Garibaldi in Sicilia; quel lungo periodo di lotte militari e poli-tiche terminò con l’unificazione d’Italia, che per i primi anni, fino al 1865 ebbe capitale a Torino, poi si spostò a Firenze ed infine nel 1871, quan-do l’unificazione fu completata, passò a Roma. La popolazione italiana, rispetto all’originario regno di Sardegna, quintuplicò, e l’Italia venne definita un ingrandimento appunto del regno di Sardegna. Pensando però ai giorni nostri, si torna a rivive-re quest’occasione come già fatto in grande sti-le per il Cinquantenario e il Centenario dell’unità nazionale attirando sei milioni di visitatori cia-scuna: Torino si agghinda a festa e torna ad es-sere, per poco tempo, il centro del paese. Una serie di eventi, Torino come prima capitale, or-ganizza il principale chiamato “Esperienza Italiana” della durata di nove mesi, con il quale si vuole raccontare il meglio del no-stro paese. L’evento viene a svolgersi in due luoghi principali, nelle Officine
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA
Cosa ci riserva quest’anno Torino? 150 anni di unità Italiana, 9 mesi di eventi.
Pagina 4
Tutti pronti per il grande evento? Dal 17 Marzo 1861 ad oggi, un modo per mostrare al mondo la nostra grandezza.
Grandi Riparazioni e nella Reggia di Venaria. Le officine ferroviarie divengono l’Officina italiana, un vero e proprio laboratorio dove ricostruire il passato ed esplorare il futuro: là dove un tempo c’erano macchine utensili, carrelli e caldaie ven-gono allestite vere e proprie mostre-laboratorio. La reggia di Venaria diviene reggia d’Italia, dove ammirare arte, stile, gusto e genio italiano, an-che qui in grandi mostre. In programma ci sono tantissimi eventi esposti nelle principali sedi culturali della città e della regione, un cartellone unico mostra tutti gli e-venti principali di questa grande celebrazione. Oltre a tutto ciò, spettacoli teatrali, concerti, opere, festival, mostre e convegni vengono dedi-cati all’Italia ed alla sua Unità. Non può mancare, infine, lo sport. Torino, infatti, nel 2006 ha ospitato le Olimpiadi Invernali. Torino ebbe un ruolo fondamentale anche nello sviluppo della tradizione militare italiana. Torino spera nella grande partecipazione di tutti così da creare un’altra storia.
di Aversente Agata, III A
Giuseppe Mazzini (Genova, 22 giugno 1805 – Pisa, 10 marzo 1872) è stato un pa-triota, politico e filosofo ita-liano.
Le sue idee e la sua azione politica contribuirono in ma-niera decisiva alla nascita dello Stato unitario italiano; le condanne subite in diversi tribunali d'Italia lo costrin-sero però alla latitanza fino alla morte. Le teorie mazzi-niane furono di grande im-portanza nella definizione dei moderni movimenti euro-pei per l'affermazione della democrazia attraverso la forma repubblicana dello Stato.
Giuseppe Mazzini viene con-siderato, con Giuseppe Gari-baldi, Vittorio Emanuele II e Camillo Benso, conte di Ca-vour, uno dei padri della pa-
tria.
Nato da Giacomo (medico e professore di anatomia, ori-ginario di Chiavari e perso-naggio attivo nella politica ai tempi della Repubblica Ligure ed in epoca napoleonica) e da Maria Drago di Pegli (fervente giansenista), veni-va chiamato "Pippo" dai geni-tori e dalle tre sorelle. A 14 anni si iscrisse al-l'Università degli Studi di Genova in medicina, come vo-leva suo padre, ma – stando a un racconto della madre – vi rinunciò dopo essere svenuto al primo esperimento di ne-croscopia. Si iscrisse allora a legge, dove si segnalò per la sua ribellione ai regolamenti di stampo religioso che impo-nevano di andare a messa e di confessarsi; a 15 anni fu arrestato perché, proprio in chiesa, si rifiutò di lasciare il posto ai cadetti del Collegio Reale. Lo appassionava la letteratu-ra: si innamorò di Goethe, Shakespeare e Foscolo, re-stando così colpito dallo Ja-copo Ortis da volersi vestire sempre di nero. Nel 1821 eb-be il suo trauma rivelatore: a Genova passarono i Federati piemontesi reduci dal loro tentativo di rivolta e così, nel giovane Mazzini, si affacciò per la prima volta il pensiero
«che si poteva, e quindi si doveva, lottare per la libertà della Patria».
Iniziò ad esercitare la pro-fessione nello studio di un avvocato, ma l'attività che lo impegnava maggiormente era quella di giornalista presso l'Indicatore genovese, sul quale Mazzini iniziò a pubbli-care recensioni di libri pa-triottici; la censura lasciò fare per un po' ma poi sop-presse il giornale. Nel 1826 scrisse il primo saggio letterario, Dell'amor patrio di Dante, pubblicato poi nel 1837. Il 6 aprile del 1827 ottenne la laurea in di-ritto civile e in diritto cano-nico (in utroque iure). Nello stesso anno divenne membro della carboneria, della quale divenne segretario in Valtel-lina.
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA
PERSONAGGI GIUSEPPE MAZZINI DI EUGENIO BIANCHI, V A
Pagina 5
Vignetta rappresentante Mazzini,
Garibaldi, Cavour e Vittorio Ema-
nuele II
Ritratto di Mazzini
L'attività cospirativa
La sua attività rivoluzionaria lo costrinse a rifugiarsi in Francia, a Marsiglia, dove or-ganizzò nel 1831 un nuovo movimento politico chiamato Giovine Italia. Il motto del-l'associazione era Dio e po-polo e il suo scopo era l'unio-ne degli stati italiani in un'u-nica repubblica con un gover-no centrale quale sola condi-zione possibile per la libera-zione del popolo italiano dagli invasori stranieri. Il proget-to federalista infatti, secon-do Mazzini, poiché senza uni-tà non c'è forza, avrebbe fatto dell'Italia una nazione debole, naturalmente desti-nata a essere soggetta ai po-tenti stati unitari a lei vicini: il federalismo inoltre avreb-be reso inefficace il proget-to risorgimentale, facendo rinascere quelle rivalità mu-nicipali, ancora vive, che ave-vano caratterizzato la peg-giore storia dell'Italia me-dioevale. L'obiettivo repub-blicano e unitario avrebbe dovuto essere raggiunto con un'insurrezione popolare condotta attraverso una guerra per bande. Durante l'esilio in Francia, ebbe una relazione con la no-bildonna mazziniana e repub-blicana Giuditta Bellerio Si-doli, vedova del patriota Gio-vanni Sidoli; nel 1832 nacque Joseph Démosthène Adolphe
Aristide Bellerio Sidoli detto Adolphe, figlio quasi sicura-mente di Mazzini, e che mo-rirà a soli tre anni nel 1835. Durante l'esilio in Svizzera, chiese ed ottenne, nel 1836, dalla cittadina di Grenchen, nel canton Soletta, la citta-dinanza svizzera, che tutta-via gli fu revocata, per motivi politici, dal Gran Consiglio solettese. Mazzini fondò al-tri movimenti politici per la liberazione e l'unificazione di altri stati europei: la Giovine Germania, la Giovine Polonia e infine la Giovine Europa. La Giovine Europa fu la più grande concretizzazione del suo pensiero di libertà delle nazioni. In questa occasione egli estende dunque il desi-derio di libertà del popolo (che si sarebbe attuato con la repubblica) a tutte le na-zioni Europee. Essa viene fondata nel 1834 presso Ber-na in accordo con altri rivolu-zionari stranieri. Il movimen-to ebbe anche un forte ruolo
di promozione dei diritti del-la donna, come testimonia l'opera di numerose mazzi-niane, tra cui Giorgina Saffi, la moglie di Aurelio Saffi, uno dei più stretti collabora-tori di Mazzini e suo erede per quanto riguarda il mazzi-nianesimo politico. Mazzini continuò a persegui-re il suo obiettivo dall'esilio ed in mezzo alle avversità con inflessibile costanza. Tuttavia, nonostante la sua perseveranza, l'importanza delle sue azioni fu più ideolo-gica che pratica. Dopo il fal-limento dei moti del 1848, durante i quali Mazzini era stato a capo della breve e-sperienza della Repubblica Romana insieme ad Aurelio Saffi e Carlo Armellini, i na-zionalisti italiani cominciaro-no a vedere nel re del Regno di Sardegna e nel suo Primo Ministro Camillo Benso conte di Cavour le guide del movi-mento di riunificazione. Ciò volle dire separare l'unifica-zione dell'Italia dalla rifor-ma sociale e politica invocata da Mazzini. Cavour fu abile nello stringere un'alleanza con la Francia e nel condurre una serie di guerre che por-tarono alla nascita dello sta-to italiano tra il 1859 e il 18-61, ma la natura politica della nuova compagine statale era ben lontana dalla repubblica mazziniana.
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA Pagina 6
Medaglia per i 200 anni dalla nasci-
ta di Mazzini
Giuseppe Garibaldi (Nizza, 4 luglio 1807 – Isola di Caprera, 2 giugno 1882) è stato un genera-le, patriota e condottiero italia-no.
Noto anche con l'appellativo di Eroe dei due mondi per le sue imprese militari compiute sia in Europa, sia in America meridio-nale, è la figura più rilevante del Risorgimento ed uno dei perso-naggi storici italiani più celebri nel mondo.
È considerato, insieme a Giusep-pe Mazzini, Vittorio Emanuele II e Camillo Benso, conte di Cavour, uno dei padri della Patria.
Il nonno di Garibaldi si chiamava Angelo ed era di Chiavari. Uno dei suoi figli, Domenico (1766-1841), capitano di cabotaggio, emigrò a Nizza; all'epoca era in parte (o del tutto) proprietario di una tartana chiamata Santa Reparata.. Sua moglie, Rosa Rai-mondi (1776-1852), era origina-ria di Loano, provincia di Savona.
L’anno del loro matrimonio è di datazione incerta (forse 1794) in quanto non è stato trovato nessun certificato in merito. Giuseppe Garibaldi era il secon-dogenito di Domenico; Angelo era il nome di suo fratello mag-giore mentre, dopo Giuseppe, nacquero altri due maschi, Mi-chele e Felice, e due bambine morte in tenera età. Nessuno degli altri figli avrà una lunga vita: di tutti, solo Michele rag-giungerà i 56 anni. Avranno più o meno fortuna: Angelo diventerà console negli Stati Uniti d'Ame-rica mentre Michele e Felice vi-vranno legati al mare, il primo capitano, il secondo come rap-presentante di una compagnia di navigazione. Le due sorelle si chiamavano Elisabetta e Maria Teresa: la seconda morì di ma-lattia, la prima bruciò insieme alla balia. Nacque a Nizza (nell'attuale Pla-ce de l'Ille de Beauté ove una lapide ricorda tutt'ora il memo-rabile giorno), città capoluogo di una Contea della Repubblica di Genova (1096-1815).
Nizza insieme alla Repubblica di Genova furono annesse al primo Impero Napoleonico nel 1805 mantenendone però la propria identità. L'anno successivo 1806 (6 agosto) Francesco I (l'ultimo Sacro Romano Imperatore) abdi-ca ponendo fine al Sacro Romano Impero. Il 26 aprile 1814 avenne la Re-staurazione della Repubblica di Genova (Proclama di Lord Ben-tinck). Sempre nello stesso anno, il 26 dicembre 1814, avvenne il Pro-clama dei Governatori e Procura-tori della Serenissima Repubbli-ca di Genova. Nel 1815 contro il suo volere la Repubblica di Genova, e quindi Nizza, furono annesse al Regno di Sardegna per decisione del Congresso di Vienna e restò sot-to il governo dei Savoia fino al 1860. Da ciò si deduce che la figura, e quindi la nascita, di Giuseppe Ga-ribaldi è legata principalmente alla Repubblica di Genova e non ad altre nazioni.
SPECIALE UNITA’ D’ITALIA
PERSONAGGI GIUSEPPE GARIBALDI DI AMEDEO BIANCHI, V A
Pagina 7
marinara, durante le vacanze tentò
di fuggire per mare verso Genova
con tre suoi compagni ma, scoperto
da un sacerdote che avvisò della
fuga in atto, fu quindi fermato ap-
pena giunto all'altura di Monaco e
ricondotto a casa; forse fu l'inizio
della sua antipatia verso il clero.
Tuttavia si appassionò alle materie
insegnategli dai suoi primi precetto-
ri, padre Giaume e il "signor Are-
na"; quest'ultimo, reduce delle cam-
pagne napoleoniche, gli impartì le-
zioni d'italiano e di storia antica
(rimase affascinato soprattutto dal-
l'antica Roma). Alla fine riuscì a
persuadere il padre a lasciargli in-
traprendere la vita di mare: fu iscrit-
to nel registro dei mozzi a Genova
il 12 novembre 1821.
Anche se la datazione dei primo
imbarco è incerta, a sedici anni, nel
Il 29 luglio 1807 venne battezzato
nella chiesa di San Martino di Niz-
za, e registrato con il suo nome
completo, Joseph Marie Garibaldi.
Per diverso tempo gli storici dettero
credito ad una versione, dimostrata
poi falsa, che Garibaldi avesse ori-
gini tedesche. La famiglia viveva da
diversi anni con alcuni parenti, i
Gustavin, che diedero gli stessi no-
mi ai loro figli; la casa, che dava sul
mare, venne poi demolita per am-
pliare il porto. Della sua infanzia si
hanno poche notizie, ed esse elogia-
no ogni suo gesto: il primo di questi
fu all'età di sette anni: strappò le ali
ad un grillo, pentendosi poi pian-
gendo. All'età di 8 anni salvò una
lavandaia che era caduta in acqua; il
salvataggio di persone in procinto
di annegare è una costante dell'ado-
lescenza di Giuseppe: arriverà a
salvare almeno 12 persone. Nel 18-
14 la famiglia abbandonò la casa
dove egli nacque, per la casa Abou-
daram.
I genitori avrebbero voluto avviare
Giuseppe alla carriera o di avvoca-
to, o di medico o di prete. Ma il fi-
glio amava poco gli studi e predili-
geva gli esercizi fisici e la vita di
mare, essendo, come lui stesso ebbe
a dire, più amico del divertimento
che dello studio. Vedendosi ostaco-
lato dal padre nella sua vocazione
gennaio del 1824, si imbarcò sulla
Costanza, comandata da Angelo
Pesante di Sanremo, che Garibaldi
avrebbe in seguito descritto come il
migliore capitano di mare. Nel suo
primo viaggio, su di un brigantino
con bandiera russa, si spinse fino a
Odessa nel mar Nero e a Taganrog
nel mar d'Azov (entrambe ex colo-
nie genovesi), dove si recherà di
nuovo nel 1833 ed incontrerà un
patriota Mazziniano che lo sensibi-
lizzerà alla causa dell'unità d'Italia,
ritornerà a luglio.
L'11 novembre parte per un altro
viaggio, molto breve, sulla Santa
Reparata in qualità di mozzo di rin-
forzo, viaggiando sulle coste fran-
cesi, in un equipaggio composto in
totale di cinque uomini. Con il pa-
dre, l'anno successivo (1825), parte
alla volta di Roma con tappe lungo
il percorso quali Livorno e Porto
Longone, da aprile (giunse a Fiu-
micino il 12 aprile) a maggio con
un carico di vino, per l'approvvi-
gionamento dei pellegrini venuti
per il Giubileo indetto da papa
Leone XII. L'equipaggio era
composto da 8 uomini, ed ebbe la
sua prima paga.
IL NOSTRO BLOG
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Supervisione Proff. Corrado A. e Parise F.
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Danza Volpe G., Classe V A
LICEO VIRGO FIDELIS DIRIGENTE SCOLASTICO: ING. LEONARDO MICELLI TEL. PRESIDENZA: +39 098151480
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Ritratto di Anita Garibaldi