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ERATO CIDA-INPS Cultura… Costume… Sindacato… Attualità II QUADRIMESTRE 2011 Emanazione del Gruppo Culturale Ricreativo ERATO CIDA-INPS, costituito in seno al SINDACATO NAZIONALE DEI DIRIGENTI E DELLE ALTE PROFESSIONALITA’ DELL’INPS ADERENTE ALLA CIDA Via Ciro il Grande n.21- 00144 ROMA -Tel. 06 59057488 -89 Fax 06 5915686 email: [email protected] - sito web: www.eratocidainps.it (in allestimento)

NUOVA RIVISTA ERATO -II Q. - eratocidainps.it - RIVISTA ERATO - IIQ.pdf · “Gulp Fumetti in TV” e, nel 1974 sul Corriere dei Ragazzi, inizia la pubblicazione delle ... dai risvolti

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ERATO

CIDA-INPS

Cultura… Costume… Sindacato… Attualità

II QUADRIMESTRE 2011

Emanazione del Gruppo Culturale Ricreativo ERATO CIDA-INPS, costituito in seno al SINDACATO NAZIONALE DEI DIRIGENTI E DELLE ALTE

PROFESSIONALITA’ DELL’INPS ADERENTE ALLA CIDA Via Ciro il Grande n.21- 00144 ROMA -Tel. 06 59057488 -89 Fax 06 5915686 email: [email protected] - sito web: www.eratocidainps.it (in allestimento)

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ERATOERATOERATOERATO

CIDA-INPS CULTURA… COSTUME… SINDACATO… ATTUALITA’

A DIFFUSIONE INTERNA ONLINE Tutti i diritti sono riservati

In caso di riproduzione totale o parziale citare la fonte

SOMMARIO 3 in punta di penna 4 zig-zagando tra le arti 6 poeti in vetrina 7 sono passati cent’anni e più 10 un racconto breve 11 rimembranze… ricordi… reminiscenze 13 alimentazione e salute 15 spiritualità 18 blok notes 19 in libreria 20 per strappare un sorriso 21 l’Italia dei campanili 23 squilli di tromba … rulli di tamburi 24 economia… affari… finanza 25 sport e… 26 sindacato… sindacale…sindacato

28 il nostro organigramma

L’ideazione grafica e la foto della copertina “Sentiero nel bosco” sono di Silvana Costa in arte Silco.

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IN PUNTIN PUNTIN PUNTIN PUNT A DI A DI A DI A DI PENNAPENNAPENNAPENNA ANCHE I RICCHI PIANGONO… La frase è attribuita a Tommaso Padoa Schioppa, eccellente banchiere, ma discusso e da molti detestato, Ministro dell'ultimo Governo Prodi, tutto da dimenticare. Mi viene l'orticaria al solo pensarci. Lo scrivo con amarezza essendo stato tra i promotori ed il primo Coordinatore del Comitato per "L'Italia che Vogliamo", i cosiddetti Comitati Prodi nell'Inps, (1995) trasformatosi nel 2002 in Ulivo, con un numero notevole di iscritti, dai quali sono stato riconfermato nella carica, mantenuta sino allo scioglimento avvenuto nel 2006. Fu una esperienza esaltante:l'esercizio di una politica autonoma e partecipata, aperta alla società civile. Mai successo nell'Inps! Ma taluni autorevoli personaggi, ora in pensione, dissero basta e l'Ulivo, nottetempo, senza preavviso, fu sfrattato. Il caparbio tentativo di continuare a vivere all'esterno, nel XII Municipio o presso la sede romana, naufragò in poco tempo. Troppe le differenze di vedute e gli ostacoli di ogni genere! Lo stesso Padoa Schioppa teorizzò che è bello pagare le tasse, ignorando che per tutti, nel mondo, è invece brutto (altra cosa è il dovere civico di pagarle e la legittima pretesa di ottenere servizi efficienti e rapidi) e bruttissimo per gli evasori incalliti. La manovra, approvata di recente, sulla quale si esprime con franchezza il Presidente della nostra Confederazione, Giorgio Corradini, nell'intervista riportata a pag. 26 della rivista contiene assurdità: mantiene privilegi, non promuove lo sviluppo, non incentiva la ricerca, non colpisce i grandi patrimoni, penalizza la scuola e la cultura, non dà prospettive ai giovani non riduce come dovrebbe, con tagli netti e decisi, il notevole costo della politica, introduce il pericoloso principio della disparità di trattamento. Eclatante, in violazione dell'art. 3 della Costituzione, il prelievo, definito perequativo, del 5% al quale nel settore pubblico è assoggettato chi percepisce un reddito imponibile annuo dai 90 a 150 mila euro, e del 10% da 150 in poi, mentre nel settore privato viene applicato ai redditi superiori a 300 mila euro annui, in misura del 3%. Lavoro supplementare per i Legali della Federazione e dell'Associazione dei Magistrati, già all'opera. Quale il motivo di tale disparità? Certamente il maggior peso specifico in tutti i sensi del settore privato rispetto al pubblico e la più determinata combattività. Il Governo ha poi avuto gioco facile in materia, sull'abbrivio della martellante litania sulla stampa e alla televisione delle pensioni e dei compensi d'oro ai manager. Ne è derivata l'immagine di una casta di mandarini, dipinti come affamatori del popolo, scandalosamente privilegiati. Si è dimenticato di rilevare che si tratta invece di professionisti che hanno lavorato o lavorano duramente, senza limiti di orario e spesso con pochi collaboratori, tra mille difficoltà burocratiche, (che fine ha fatto la promessa di ampie liberalizzazioni?) emergendo, dopo una lunga gavetta e rigorose selezioni, per progredire nella scala gerarchica. Si è taciuto sulla non irrilevante circostanza che hanno versato o versano fior di contributi previdenziali rapportati agli emolumenti percepiti, tutti certificati. Ed infine che molti di essi sono stati e sono l'unica garanzia di competenza, con spiccato senso dello Stato, in un Paese letteralmente allo sbando, gestito da una oligarchia di dilettanti allo sbaraglio. Si stava meglio quando si stava peggio?

Carmelo Pelle

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ZIGZIGZIGZIG----ZAGANDO TRA LE ARTI ZAGANDO TRA LE ARTI ZAGANDO TRA LE ARTI ZAGANDO TRA LE ARTI

L’ARTE DEL FUMETTO Un’Arte che è molto particolare, complessa per la creazione delle storie, divertente nella realizzazione delle vignette, denominata da alcuni studiosi come la “nona arte”. La capacità di comunicare ad un pubblico estremamente eterogeneo, per cultura, età, etnia e ceto sociale, non solo avvenimenti fantastici, ma anche eventi storici e rievocazioni di personaggi famosi, fa del fumetto un formidabile veicolo di espansione culturale cui va riconosciuta dignità di vera e propria espressione artistica. Il termine "fumetto" si riferisce alle "nuvolette", simili a sbuffi di fumo, destinate a contenere i dialoghi dei personaggi. Per diverso tempo, a cominciare dal primo numero del Corriere dei piccoli (dicembre 1908), dove apparve il primo personaggio italiano “a fumetti", (il negretto Bilbolbul di Attilio Mussino), sono state utilizzate per ciascuna vignetta, le didascalie in calce, costituite da due ottonari in rima baciata; solo successivamente vengono impiegati i veri e propri "fumetti" che negli USA e nei paesi anglofoni sono indicati come comics, chiamati manga (immagini in movimento) in Giappone, in Francia bande dessinée (strisce disegnate) e in lingua spagnola historieta o tebeo. Alla fine della prima guerra mondiale, dagli Stati Uniti giungono fino a noi le “strips” (strisce), vignette pubblicate a piè di pagina di alcuni quotidiani che, strutturate a mò di racconto figurato, rappresentano in maniera sintetica situazioni per lo più comiche, da cui il termine “comics” e conquistano sempre più spazio fino ad occupare intere pagine di giornale. Questa forma di racconto illustrato, destinato dapprima ad un pubblico poco esigente, si afferma ben presto come vero e proprio mezzo di diffusione di un tipo di letteratura popolare di facile interpretazione, che le illustrazioni rendono di immediata e piacevole fruibilità. Dietro il complesso lavoro degli autori si celano profonde indagini riguardanti caratteristiche somatiche, costumi, ambientazioni storiche, etnografiche e naturalistiche, che, attraverso scenografie di grande impatto evocativo, affascinano e coinvolgono profondamente la sfera emotiva del lettore. Innumerevoli autori italiani si sono cimentati nell’arte dei fumetti attingendo a piene mani, dai romanzi di Emilio Salgari, i soggetti per decine di storie disegnate, ispirandosi al suo stile scarno, ai suoi dialoghi rapidi e secchi, alle sue colorite esclamazioni, come “Corpo di mille spingarde” (chi non lo ricorda!) che Gianluigi Bonelli ha inserito nelle avventure di Tex e altri eroi del West. Salgari è uno dei più grandi scrittori dell’avventura, che, quando nel 1883, sul giornale illustrato “La Valigia” vengono pubblicati, prima il suo lungo racconto I selvaggi della

Paupasia, l’anno dopo La tigre della Malesia, e via via gli altri 82 romanzi e decine di racconti, riesce ad entusiasmare i lettori con la narrazione delle sue fantastiche vicende e ad accompagnarli in un immaginario giro del mondo, un viaggio straordinario che lui, non muovendosi mai dalla sua scrivania, compie solo con la fantasia. I suoi romanzi che sono ambientati in tutti quei Paesi lontani e sconosciuti, ancora inesplorati fanno scoprire la lettura a milioni di italiani facendoli sognare.

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Guardando nel giardino di casa nostra, tra i migliori creatori di fumetti, ecco Hugo Pratt, con il suo Corto Maltese, narratore di episodi esotici a forti tinte che traggono ispirazione dalle proprie esperienze e stimoli. Di non meno prestigio è Dino Battaglia, profondo indagatore della psiche umana capace di passare, con estrema facilità, da situazioni di grande tensione emotiva ad altre di sapore caricaturale, ora bonario ora feroce. Altro fumettista famoso dal tratto fortemente deciso ed incisivo è Sergio Toppi, che guida il lettore in ogni angolo della Terra e lo lancia nelle più disparate situazioni lontane nel tempo e nello spazio. Con Guido Crepax, raffinato cantore del sex appeal femminile, ci si immerge in una atmosfera di intensa voluttà evocata attraverso il fascino sensuale della bellissima Valentina, una delle figure femminili più amate nella storia del fumetto, creata nel 1965; la sensuale fotografa milanese, dal viso sognante, incorniciato da un caschetto nerissimo, riprende le fattezze dell’attrice del cinema muto Louise Brooks (indimenticabile Lulù nel film omonimo di G. W. Pabst del 1928). Ancora un autore inconfondibile, Benito Iacovitti, geniale affabulatore che, attraverso la prodigiosa lente deformante della fantasia, propone storie esilaranti, grottesche, ed anche crudelmente dissacratorie. Famosi i caroselli con i suoi personaggi surreali come Coccobill, Zorry Kid e, prima di tutti, quelli di Pecor Bill per la Lanerossi Vicenza. Non posso dimenticare Diabolik uno dei primi fumetti controcorrente, nato nel 1962, da un’idea delle sorelle Angela e Luciana Giussani, milanesi, soprannominate “le sorelle del terrore”, entrato a sorpresa nelle nostre case, perché personaggio diverso dagli altri, antieroe per eccellenza: un vero criminale. Lui è quello cattivo, che ruba per poter fare la bella vita, che ammazza i nemici con gli aghi avvelenati, il trasgressore delle buone azioni, e rappresenta per il lettore, essendo il primo fumetto in forma tascabile, una assoluta novità. Il più venduto in Italia, anche se giudicato all’epoca come immagine negativa per i giovani. E i cartoni animati di oggi che vedono i bambini, allora? Altri tempi! Ma la mia simpatia va a Lupo Alberto (pelo azzurro, nessun pelo sulla lingua, occhio giallo e ben puntato su Marta gallina d’oro), ed al suo giovane autore Silver (al secolo Guido Silvestri) che esordisce collaborando a Nick Carter, big cardine della trasmissione “Gulp Fumetti in TV” e, nel 1974 sul Corriere dei Ragazzi, inizia la pubblicazione delle strisce di Lupo Alberto, creando un personaggio molto caro ai bambini, e assolutamente singolare: l’intramontabile giovane idealista, un po' anarchico e ribelle, dai risvolti umani, con un obiettivo nella vita e una certa dose di sfortuna. Alberto ribalta completamente lo stereotipo del lupo selvaggio e feroce; infatti è decisamente tranquillo e dal carattere mite. Certo è un po’ sfigato, è innamorato della gallina Marta e a volte si mette nei guai, ma è troppo simpatico, proprio come Paperino, il più amato e sfortunato della banda Disney. Concludendo mi sembra doveroso riservare al fumetto l’attenzione e l’apprezzamento che si deve a qualunque attività umana volta a liberare lo spirito dal fardello delle quotidiane ansie e trasportarlo fino all’impalpabile confine tra razionalità e fantasia, tra realtà e sogno. Non è questo, dunque, il fine primo e ultimo che l’Arte si propone? E non è questo, in fondo ciò che il fumetto ci offre?

Silvana Costa

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POETI IN VETRINAPOETI IN VETRINAPOETI IN VETRINAPOETI IN VETRINA

RINO CERMINARA Rino (Salvatore) Cerminara (1930-2009) è nato a San Giovanni in Fiore (Cs) Autore di studi e monografie scientifiche tra cui il saggio Gli anni possibili della condizione

anziana, giunto alla 3° edizione. Nel gennaio 1989 ha vinto il premio per la saggistica I.N.D.A.C. e nell'ottobre 1992 il premio nazionale per la saggistica sociale. Il suo primo testo di poesie E' venuta l'estate è del 1970, poi, la sua vena poetica inesauribile, i suoi tanti libri di successo, come una miriade di stelle nel firmamento, lo hanno accompagnato per tutta la vita. Cito alcuni titoli: Trovarsi è altrove, tradotto in rumeno e in spagnolo, Portico di Spagna, Vento di serir, premiato come libro dell'anno al Valle di Comino, Ospiti clandestini, Mosaici di poggia e di luna (haiku), ...di un

paese in fiore, Mosaici due, ’U Jurnu r’o vinnimare di poesie dialettali, Falesie da

Molpa a Castrocucco con liriche del golfo di Palicastro, Non sono trecento poesie su Sapri. Presente in numerose riviste e antologie, in Francia è tradotto da Philippe di Meo.

AMICI

Sui gradini antichi seduti della vecchia canonica in crocchio confidenti a riconoscersi trascorreva senza ansia la sera. Nessuno sapeva del vento che ci avrebbe dispersi passeri senza stormo a tentare la ressa d’altri luoghi immaginando momenti che il tempo non avrebbe più cancellati. È LA TERRA CHE AMO Non tendo alla foce del fiume ma alle prime sorgenti. Non mi importa sapere della faccia nascosta della luna e non mi esalto all’avventura dell’uomo per deserti spaziali senza ombre di palmizi. È la terra che amo. Il vino di Cirò e di Jos, di Cipro e Rioja, tracannato nelle cantine segnate dalle frasche di pino ti rende il cuore leggero per canti intonati fra amici al suono di chitarre battenti.

Carmelo Pelle

QUASI LA LUNA Pensieri circoscritti nell’attesa piena agli incontri di amori rionali per baci frettolosi a vecchie case di strade acciottolate gradini delle soglie accovacciati un refolo di vento nei capelli pervasi d’amaro di sambuco attimi di meccanica scomposta pacati all’amarezza del distacco …

LE PIETRE UMIDE

Cifrario ampiamente decrittato non serve il tasto del trasmettitore per messaggi in codice alla terra cara terra lacerata da atomi e trivelle la mia fedeltà non è mutata sono sempre gocce di miele i tuoi alveari. Non devo ridipingere il passato che alimenta il mio essere vivo tra pietre umide che sentono di resina e custodiscono la mia infanzia in ombra ho sepolto aureole d’amore ma spaventapasseri poco contraffatto dentro ne porto il balenio.

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SONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙSONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙSONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙSONO PASSATI CENT’ANNI E PIÙ

CENTENARIO DI ROBERT TAYLOR attore cinematografico e televisivo nasce a Filley, (Nebraska,USA) il 5 agosto 1911. Il suo vero nome, Spangler Arlington Brough ritenuto, a ben ragione, troppo complicato per raggiungere la celebrità, viene cambiato dalla Metro-Goldwyn-Mayer, in quello di Robert Taylor. Nel corso di pochi anni la famiglia si trasferisce diverse volte, prima a Muskogee, Oklahoma, Kirksville, nel Missouri fino a stabilirsi nel 1917 a Beatrice (Nebraska), dove rimane per 16 anni. Robert adolescente suona il violoncello nell’orchestra del liceo. Dopo la laurea, frequenta il College di Doane in Crete, (Nebraska) per studiare musica con il maestro Gray e quando questi viene trasferito a Pomona di Los Angeles in California, Taylor lo segue e si iscrive al Pomona College. Unitosi nel 1932 ad un gruppo teatrale dopo la produzione di Journey Fine è scoperto dalla MGM come talent scout. A 26 anni è già una stella, grazie al ruolo di Armand Duval in Margherita

Gautier. Accanto a lui Greta Garbo. In quella parte Robert mostra attitudini importanti: una recitazione intensa e capace di cambiar registro, ma soprattutto una presenza straordinaria, che gli permette di essere visibile anche accanto a un'icona come quella della sua partner. Robert ha occhi chiari, capelli scuri, e lineamenti assolutamente classici. Il suo è probabilmente il più bel volto del cinema. È la sua fortuna-sfortuna. Farà parte del club dei belli -che-non-possono-mostrare-altre-qualità-perché-troppo-belli-, appunto: è il destino di personaggi come Alan Ladd, Errol Flynn e Tyrone Power. Insieme a quest'ultimo, Taylor diventa l'eroe amoroso di tutte le donne del mondo. Tra gli anni ’30-‘40, Taylor appare in vari film di generi diversi tra cui numerosi musical, Broadway Melody, Follie di Broadway, la commedia britannica Un americano

a Oxford , Il Ponte di Waterloo, (1940) tratto da un dramma di Robert E.Sherwood che è considerato uno dei prototipi del melodramma hollywoodiano. Con Vivien Leigh, reduce dall'enorme successo di Via col vento e un Robert Taylor al massimo della sua forma, i due formano la coppia più bella, romantica e struggente del cinema. Il climax è quando ballano il walzer delle candele, tratto da un'antica canzone scozzese e usato tradizionalmente in tutti i paesi anglosassoni per dare l'addio all'anno che sta per finire, sempre più al buio, sempre più innamorati. Entrambi gli attori protagonisti hanno dichiarato di considerare questo come uno dei migliori dei loro film. Nel 1950, il ruolo del generale Marco Vinicio in Quo Vadis, (chi non l’ha visto!) è stato un successo, incassando 11 milioni di dollari. L'anno seguente, al fianco di Elizabeth Taylor, esce la versione cinematografica di Walter Scott 's del classico Ivanhoe, seguito nel 1953 da I Cavalieri della Tavola Rotonda e Le avventure di Quentin Durward , tutti girati in Inghilterra, tutti grandi successi. Dopo tre anni dalla fine del suo matrimonio con Barbara Stanwyck durato dal 1939 al 1951 Taylor sposa l’attrice di origine, Ursula Thiess, con la quale ha due figli. L'8 giugno 1969, Taylor muore di cancro ai polmoni all'età di 57 e viene sepolto nel Forest Lawn Memorial Park Cemetery, a Glendale, in California. Tantissimi i suoi film anche televisivi, ampia la popolarità di questo attore bello e versatile che per il suo contributo all'industria del cinema, ha una stella sulla Hollywood Walk of Fame a 1500 Vine Street. I personaggi dei fumetti italiani, Diabolik creato da Angela e Luciana Giussiani, e Zagor ideato da Guido Nolitta, alias Sergio Bonelli, per i disegni di Gallieno Ferri, pare si ispirino ai lineamenti del volto ed alla figura di Robert Taylor.

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BICENTENARIO DI FRANZ LISZT compositore, pianista, direttore d'orchestra e organista nasce a Raiding in Ungheria, il 22 ottobre 1811. Tra i grandi virtuosi del pianoforte dell'Ottocento, rivoluzionò la tecnica pianistica e il rapporto tra pubblico ed esecutore. Dopo aver iniziato da bambino lo studio del pianoforte con il padre Adam, funzionario del principe Esterházy, mostrando già prima dei dieci anni notevoli capacità in ambito musicale, a 11 anni Franz Liszt si trasferisce con la famiglia a Vienna dove può seguire lezioni di composizione con Salieri e di pianoforte con Czerny, uno dei più rinomati virtuosi dell'epoca. Nel 1823 a Parigi, inizia una leggendaria carriera di concertista, mentre studia teoria e ancora composizione nella scuola di Reicha e Paer, per essere ammesso al Conservatorio, ma il maestro Cherubini, che è il musicista che lo esamina, non lo ritiene abbastanza preparato e lo boccia. Tuttavia nel 1825 a quattordici anni, è già un pianista di fama, suona a Londra al cospetto di Re Giorgio IV e completa la sua unica opera “Don Sanche”, che sarà rappresentata per la prima volta a Parigi. La fama di Franz Liszt come interprete cresce, fa tournée in Francia e in Svizzera pur proseguendo gli studi con Reicha, esibendo al pianoforte un virtuosismo straordinario, in particolare nelle rapsodie ungheresi. Nel 1828 si stabilisce a Parigi dove vive insegnando musica. Nel 1830 assiste alla prima esecuzione della Sinfonia Fantastica di Hector Berlioz; conosce Felix Mendelssohn e Chopin al quale rimarrà sempre legato da vera amicizia e stima. Tra il 1835 e il 1839 Liszt intraprende un lungo viaggio-fuga con Marie d'Agoult, che abbandona il marito e due figlie per seguirlo, inizialmente in Svizzera, dove compone l'Album d'un voyageur e il Primo libro delle Années de pèlerinage e dove, nel dicembre 1835, nasce la loro prima figlia Blandine. Torna poi a Parigi per difendere la sua notorietà, specie nei confronti di Thalberg col quale sostiene una sfida musicale organizzata dalla principessa Belgiojoso. Ne esce vittorioso. Si è ormai nel 1837 quando Liszt e Marie d'Agoult giungono in Italia, dove nasceranno Cosima e Daniel. Soggiornano in particolare sul Lago di Como, a Venezia e a Milano, Firenze, Roma e San Rossore dove gli incontri con Rossini, Bartolini, Ingres, Sainte-Beuve portano a moltissime pagine musicali, tra le quali il Secondo libro delle Années

de pèlerinage. Molti sono anche gli scritti che Liszt pubblica in relazione a questo viaggio soprattutto le Lettres d' un Bachelier ès Musique Tuttavia è oggi chiaro che gli articoli, pur esprimendo il pensiero del musicista, sono dovuti alla penna di Marie d'Agoult. Nel 1840 incontra Robert Schumann e Richard Wagner. Con quest'ultimo, il sodalizio, in nome del progetto di una musica per l'avvenire, fu immediato e trasformò il Liszt pianista, ormai idolo delle folle, in uno dei più accesi sostenitori dell'arte totale wagneriana. Nel 1844 finisce il rapporto con Marie d'Agoult e, nel 1847, conosce a Kiev la principessa Caroline Von Sayn-Wittgenstein con la quale si trasferisce in Polonia. Insediatosi a Weimar, nel 1848, inizia la composizione del poema sinfonico Les

Préludes e della Sinfonia Berg. Durante la rivolta di Dresda del 1849, Liszt aiuta il rivoluzionario Wagner a fuggire in Svizzera. Sono anni di febbrile creatività, ampia e poliedrica, dominata da un'assoluta libertà nei confronti degli schemi tradizionali, e da una disinvolta indipendenza dalle convenzioni, dalle sonorità irruenti, i grossi contrasti, e le forme ampie che danno spazio all'improvvisazione acrobatica.

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Moltissimi i capolavori a cui dà vita: il poema sinfonico Mazeppa, la Sonata, i due concerti per pianoforte ed orchestra, il Totentanz, e centinaia di pezzi pianistici, anche se la morte del figlio tredicenne Daniel lo prostra notevolmente. Nel 1861, durante un viaggio a Parigi, suonerà per Napoleone III e conoscerà Georges Bizet Nello stesso anno a Roma non può sposare Caroline Von Sayn-Wittgenstein, perché quest'ultima non riesce ad ottenere l'annullamento del precedente matrimonio. Si manifesta, in questo periodo, in Liszt un forte sentimento cristiano che culmina con la decisione di entrare nel monastero della Madonna del Rosario di Roma, certo che solo la fede avrebbe potuto essere di vero conforto e scrive il Cantico del sol di san

Francesco d'Assisi; È il 1862. Muore la primogenita Blandine alla cui memorie dedica “La notte”. Ma nel 1865 può gioire della nascita della nipote Isolde frutto dell'unione della figlia Cosima con Wagner. Sempre nel 1865, come risulta da una sua lettera indirizzata all'amico Franz Brendel e datata 21 luglio 1865. Villa d'Este. Tivoli, Liszt soggiorna per la prima volta a Villa d'Este, a Tivoli, ospite del cardinale bavarese Gustav Adolf Hohenlohe. e vi ritornerà poi ogni anno, avvinto dalla seducente amenità e dall'incomparabile bellezza dei luoghi. In Vaticano intanto riceve gli ordini minori. La sua vena compositiva si volge sempre più verso la musica sacra; compone la "Missa Choralis" e il "Christus". Nel 1886 Liszt affronta un viaggio a Londra per riceve alcune onorificenze incontrando il Principe di Galles e la Regina Vittoria. In Germania, durante il festival di Bayeruth dello stesso anno (festival com'è noto creato da Wagner) si ammala gravemente di polmonite. Muore il 31 luglio 1886. Il biografo Guy de Pourtales scrisse nel suo libro La vie de Franz Liszt: "La pietra

tombale dell'Angelico della musica si trova sotto le piogge della Baviera, ma è dalla

Villa d'Este e dalla sua più alta terrazza che bisogna guardare la sua anima musicale

volar su verso il cielo". Una targa è stata posta nel chiostro d'ingresso della Villa a ricordo del grande musicista e passeggiando per i viali del meraviglioso giardino, salendo la ripida scala che portava ai suoi appartamenti, entrando nella sua stanza delle rose, non si può fare a meno di pensare all'esile figura del grande musicista e alla sua anima inquieta che in questi luoghi seppe trovare pace e serenità. Liszt - Manifestazioni 2011 Franz Liszt non viene ricordato solo in occasione del bicentenario, ma dal 2006, con l'apertura del "Lisztzentrum", moderno teatro da concerti realizzato a fianco della storica casa natale di Raiding, ogni anno vengono organizzate rassegne di concerti con artisti di fama mondiale. la sala concerti, dall'acustica eccellente, è progettata con sobrietà ed è in grado di ospitare circa 600 spettatori. Tutte le manifestazioni dell'anno di Liszt sono comprese sotto il termine “lisztomania”. Non si tratta di uno slogan pubblicitario inventato dagli organizzatori, ma di un neologismo di origine storica: il poeta Heinrich Heine lo coniò per definire le ondate di entusiasmo che travolgevano in particolare il pubblico femminile durante i concerti di Liszt. Non appena il maestro entrava nella sala, ragazze e signore si mettevano a strillare istericamente.

Il progetto artistico della Prima Edizione 2011 del Festival di Bellagio e del Lago di Como in occasione delle Celebrazioni per il Bicentenario della Nascita del compositore ungherese Franz Liszt, prevede uno sviluppo della manifestazione in 8 settimane intense di musica, arte, incontri, seminari, conferenze, eventi.

a cura di Silvana Costa

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UN RACCONTO BREVEUN RACCONTO BREVEUN RACCONTO BREVEUN RACCONTO BREVE

Diario di un marinaio

Era l’alba di una calda mattina di ottobre, afosa come mai, con una nebbiolina fitta fitta. Mi ero appena alzato e sognavo ancora, cullato dai leggeri scricchiolii delle assi al mio passaggio. Salii le scalette di legno tarlato e mi ritrovai sul ponte. Il vento mi sibilava nelle orecchie e le onde facevano oscillare la barca. L’atmosfera sulla Santa Maria ora era diversa da quella che c’era di giorno: non un grido, un comando, una parola… . presi il timone; dopotutto era il mio lavoro, che la mia famiglia si tramandava da generazioni. Mi sentivo forte, tutto solo a governare l’intera nave. Ben presto però il ponte iniziò ad animarsi, marinai e mozzi uscirono da sotto coperta, percorrendo le vecchie e tarlate scale, sperando che non cedessero. A poco a poco la nebbia si diradò e la Niña e la Pinta apparvero dietro di noi. La Niña era ancora vuota con solo il timoniere sul ponte, mentre la Pinta era già piena di marinai che cantavano vecchie canzoni di pirati. Passarono 2 ore. Il mare si era ingrossato e il vento era aumentato; stavamo per ammainare le vele quando si sentì un grido: “Terra! Terra!”. Tutti uscirono sul ponte, persino Capitan Colombo, che di solito stava chiuso in cabina. La nave rimase senza guida: le botti rotolavano nella stiva, le vele rischiavano di strapparsi, anche il timone era stato abbandonato perché ero andato a prua a gioire con gli altri; sulla Niña e sulla Pinta la stessa scena: tutti a pensare che avevamo toccato terra indiana passando per l’oceano Atlantico … confermando che la terra è rotonda …

O O O

Ecco, questo è quello che si potrebbe leggere sul diario di un marinaio imbarcato sulla nave Santa Maria di Cristoforo Colombo durante il viaggio per la scoperta dell’America. Cristoforo Colombo nacque a Genova, fra il 26 agosto e il 31 ottobre 1451 e morì a

Valladolid, il 20 maggio 1506. Cittadino della Repubblica di Genova prima e suddito

spagnolo poi, è stato tra i cinque principali navigatori italiani che presero parte al

processo di esplorazione delle grandi scoperte geografiche a cavallo tra il XV e il XVI

secolo. Deve la sua fama mondiale alla scoperta del continente americano, avvenuta il

12 ottobre del 1492.

Davide Moretti (anni 11- seconda media)

((anni 11)

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REMINESCENZEREMINESCENZEREMINESCENZEREMINESCENZE … RICORDI… RICORDI… RICORDI… RICORDI … RIMEMBRANZE… RIMEMBRANZE… RIMEMBRANZE… RIMEMBRANZE

LE TORRI GEMELLE

Ne sentiamo parlare con accenni accorati dall'11 Settembre 2001. Ne sentiremo parlare sempre, ormai è così, perché, con il loro drammatico abbattimento, è cambiato il mondo e la sua storia. Sono passati dieci anni e sembra ieri. Ricordo che piansi dinnanzi alla TV nel vedere quello scempio. E con me milioni di spettatori in Italia e nel pianeta. Vale la pena quindi tracciarne, a futura memoria, un rapido profilo, rimandando, comunque, alle riviste specializzate, per maggiori approfondimenti. Facevano parte del World Trade Center di New York, situato nella parte sud dell'isola di Manhattan, un complesso di sette edifici disegnati dall'architetto Minoru Yamasaki e dall'ingegnere Leslie Robertson. Sorgevano nel cuore di Manhattan (Lower Manhattan) famoso in particolare proprio per l'eccezionale evidenza delle torri gemelle (Twin

Towers) e ne dominavano l’orizzonte. Sembravano due enormi scatole rettangolari proiettate verso il cielo. Erano state costruite dal 1966 al 1973, alte 420 metri, si articolavano in 110 piani nei quali erano distribuiti blocchi di uffici di organizzazioni pubbliche e private, nazionali ed estere, banche, assicurazioni, ditte immobiliari, imprese di spedizione, istituti scientifici, negozi e ristoranti. La facciata in alluminio finemente strutturato (circa 43.600 finestre, larghe soltanto 55 cm.) avvolgevano lo scheletro di fitte colonne d’acciaio. Su entrambe le Torri furono impiegate tonnellate di acciaio (in totale 180 mila) e chilometri di cavi elettrici (4.800). Gli uffici erano frequentati quotidianamente da circa 80 mila persone. Erano considerate il centro del potere economico mondiale. Vi lavoravano 50 mila addetti. Per i turisti costituivano una tappa obbligata. Dalla piattaforma, al 107 piano, della South Tower (Torre Sud) che si raggiungeva in appena 58 secondi, si godeva di un fantastico panorama che abbracciava a largo raggio l’intera New York. Sempre al 107 piano , ma della North Tower (Torre Nord), sorgeva il ristorante Windows on the World, (Finestra sul mondo) dal quale New York appariva in tutta la sua suggestione. Il 17 agosto 1974 l’acrobata Philippe Petit, passò da una Torre all’altra camminando su un cavo, facendo volteggiare con molta destrezza l’asta della quale si serviva per non perdere l’equilibrio. Per circa un’ora tenne con il fiato sospeso centinaia di persone che assistevano alla sua spettacolare e temeraria impresa. Dall’11 Settembre non ci sono più, disintegrate da un attacco terroristico senza precedenti; anche gli edifici minori sono stati distrutti o danneggiati irreversibilmente e quindi abbattuti nei mesi successivi. Tra le costruzioni demolite va ricordato anche un luogo di culto: la chiesa greco-ortodossa di San Nicola. Oggi, dove prima c'era la torre nord è stata creata una fontana quadrata (delle stesse dimensioni della base della torre). Essa è un monumento in ricordo di quel giorno, infatti sui lati della fontana sono incisi i nomi delle vittime.

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La ricostruzione dell’intero World Trade Center, al momento affidata all'architetto polacco-americano Daniel Libeskind e al suo Master Plan for the New World Trade

Center è prevista entro il 2015. Una sfida orgogliosa della più potente democrazia del mondo, l’America che duramente colpita dal feroce attacco terroristico alle Torri gemelle, ha il diritto che ha esercitato e sta esercitando, con un larghissimo consenso internazionale, di reagire. a ricordo perenne dell'infamia e della barbarie del terrorismo, da combattere e annientare ovunque si annidi. Perché il terrorismo è subdolo, vigliacco, pericoloso, mortale. Sono quindi con l’America. Ma sono anche, decisamente, con le vittime innocenti, a prescindere dallo stato di appartenenza. Non si tratta di una posizione moralistica o evangelica bensì di un convincimento profondo che ho maturato nel corso degli anni, facendo piazza pulita di romanticismi, luoghi comuni e false esaltazioni: per motivi ideali ci si può schierare o meno con chi fa la Storia, ma sempre e comunque si può e si deve essere solidali con chi la subisce.

Carmelo Pelle

La fontana-monumento è formata da un'ampia vasca lungo la quale sono incisi i nomi di circa 3mila vittime

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ALIMENTAZIONE E SALUTEALIMENTAZIONE E SALUTEALIMENTAZIONE E SALUTEALIMENTAZIONE E SALUTE

UNA CONVERSIONE RECENTE: LA DIETA VEGETARIANA

La dieta di ciascuno dipende da molti fattori. Non si può generalizzare e stabilire una dieta standard, valevole per tutti. Occorre tenere conto: del tipo di costituzione, delle abitudini e delle tradizioni (familiari, locali, nazionali), dei gusti, delle intolleranze alimentari e infine anche delle malattie, per le quali molti cibi sono proibiti (per esempio i dolci per i diabetici). Ognuno dovrebbe scegliere i propri alimenti, in base al gusto ed anche in base alla digeribilità dei cibi. Quando non riusciamo a interpretare il nostro gusto, perché condizionati dalle abitudini e tradizioni culinarie o perché spinti a cibarci di certi alimenti, a causa di particolari stati d’animo, allora dovremmo esaminare gli effetti che producono i cibi ingeriti sul nostro organismo. Li digeriamo bene? Ci procurano benessere? Se si, allora quei cibi sono adatti al nostro organismo. Producono meteorismo o flautolenza? Causano stitichezza o diarrea? Acidità di stomaco? Ci danno pesantezza? Se fosse presente uno qualsiasi di questi disturbi, allora il cibo ingerito dovrà essere escluso dalla nostra dieta. Spesso può capitare che non ci sentiamo bene pur mangiando cibi adatti alla nostra costituzione. Ciò può succedere qualora la nostra dieta è povera, cioè non copre completamente il fabbisogno quotidiano del nostro organismo in termini di proteine, zuccheri, amidi, grassi, vitamine e sali minerali. Può anche capitare che abbiamo mangiato troppo. E’ consigliabile, per mantenere una buona salute, alzarsi sempre da tavola con un pochino di fame (riempire lo stomaco non più dell’80%). Anche una breve passeggiata dopo mangiato aiuta a digerire. Anzitutto si raccomanda di alimentarsi con cibi biologici, poiché per essi non vengono usati concimi chimici, pesticidi e diserbanti. La scelta di prodotti biologici per la nostra alimentazione, oltre a garantire la nostra salute, contribuisce ad eliminare l’inquinamento dell’ambiente e quindi a salvare la nostra terra. Oggi molti si sono avvicinati all’alimentazione vegetariana con motivazioni diverse. Ciò è avvenuto in particolare in seguito all’allarme suscitato dal morbo della “mucca pazza” (BSE) con diminuzione notevole dei consumi di carne. Tuttavia già da tempo, vi erano stati altri motivi di preoccupazione per varie forme di inquinamento, dovute all’uso di svariate sostanze chimiche nell’allevamento animale, alla manipolazione genetica, ecc. Chi pensa che sia giusto non mangiare più la carne e il pesce, dovrebbe prendere questa decisione come un obiettivo da raggiungere con gradualità, in quanto un organismo abituato ad assumere con frequenza e piacere tali alimenti, non dovrebbe abbandonarli tutti in una volta per non avere problemi di salute, dovuti alla difficoltà di assorbire le sostanze di cui si ha bisogno, o complicazioni psicologiche nello staccarsi dai sapori abituali. Importante è la decisione libera, profonda e meditata, non condizionata da pressioni altrui, che potrebbero provocare un rigetto e un ritorno sui propri passi. Vi sono specifiche indicazioni, per chi cambia dieta, per evitare carenze e dare all’organismo l’aiuto necessario. Il risultato positivo del tentativo di diventare vegetariani in modo stabile, si ottiene se si hanno pazienza, perseveranza, e conoscenze adeguate ma anche con l’aiuto di chi ha già fatto il percorso o lo sta facendo, e i tempi e i modi variano da persona a persona. E’ necessario distinguere i differenti tipi di dieta vegetariana, si parla infatti di: Dieta Vegetariana - E’ una dieta che elimina dall’alimentazione, ogni tipo di carne animale, compresi i pesci e i crostacei, ma si continuano a mangiare i sottoprodotti animali, quali latte, uova, formaggio e miele.

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Molto spesso questa scelta di vita, viene fatta dai cosiddetti animalisti contrari all’uccisione degli animali. Chi applica questa filosofia, spesso però fa uso di prodotti ben poco salutari per l’organismo umano come, ad esempio, tutti i prodotti industriali, surgelati, alterati con conservanti e coloranti, o di dubbia provenienza. Dieta vegetaliana o vegana - Il vegetaliano rinuncia a tutti i prodotti di origine animale anche uova, latte, miele e formaggio, nella convinzione che il corpo umano sia adatto ad assumere e digerire prodotti vegetali e che ciò sia l’unico modo per scongiurare forti danni. Il termine deriva appunto dal latino Vegetalis, ossia “appartenente al regno vegetale”. Dieta crudista - Il crudista pone come condizione necessaria l’assunzione di cibi crudi, soprattutto per motivi salutisti. Anche questa dieta ha i suoi vantaggi: stimola la digestione, pulisce l’intestino e disintossica, fa dimagrire, idrata, è ipoproteica, economica e veloce. Viene potenziata l’assunzione di cibi con componenti fondamentali per una buona e corretta nutrizione come vitamine e sali minerali. Dieta fruttarista - E’ una dieta pressoché impossibile ai nostri giorni. Il fruttarista si nutre infatti di frutta fresca, biologica e matura, e nient’altro. Per quanto riguarda l’alimentazione vegetariana di tipo “vegano” (che esclude anche i prodotti lattiero-caseari, di cui abbiamo parlato precedentemente) possiamo dire che non produce carenze accertate, per quanto riguarda proteine e sali minerali essenziali. Le diete vegetariane in genere, sono poi assolutamente complete, sia per quanto riguarda gli amminoacidi essenziali (assicurati dalla presenza di cereali e legumi, del pesce, dei formaggi e delle uova), sia per minerali e vitamine. Le radici della filosofia vegetariana, attraversano in qualche modo le varie epoche storiche. Ce ne è traccia nei Veda indiani, si trovano nell’antico Egitto, nell’antica Grecia, ne parlano i primi concili cristiani, se ne parla durante il medioevo e nel periodo dell’umanesimo, e infine anche nell’Illuminismo, fino ad arrivare ai nostri giorni e alla forma di vegetarianesimo attualmente nota. Le cause della scelta di un’alimentazione vegetariana possono essere tante, legate non solo a riti e dogmi religiosi, ma a motivazioni etiche, salutiste, ecologiche ed economiche. Le possibili carenze di un vegetariano o di un vegano, interessano: il ferro (anemie), le proteine (raramente), e la vitamina B12, calcio e vitamina D (nei vegani soprattutto). Per quel che riguarda il ferro, la carne ne è sicuramente una buona fonte, e una dieta vegetariana deve essere correttamente bilanciata, per fornire quantità adeguate di questo minerale. Per prevenire questa carenza, si può aggiungere limone alle verdure o utilizzare pentole di ferro. Un fattore da considerare, è il ciclo mestruale nelle donne che richiede un incremento di ferro, difficilmente soppesabile in una dieta esclusivamente vegetariana. Le proteine possono essere compensate con legumi e frutta secca oleosa. La carenza di vitamina B12, è particolarmente significativa nella dieta vegana poiché le fonti di questa vitamina sono solo animali. I primi sintomi di una carenza, sono l’anemia perniciosa, vertigini, difficoltà di concentrazione, perdita della memoria, debolezza. Una modalità per affrontare la ridotta assunzione di vitamina B12, può essere quella di utilizzare latte di soia integrato da B12. La carenza di calcio, che è un minerale abbondante nei latticini ed essenziale per la formazione dello scheletro, diventa un problema presente nella dieta veg. Infine la vitamina D, mentre i vegetariani la assumano con le uova, i vegani devono introdurla nella dieta tramite alimenti vegetali fortificati, per esempio latte di soia arricchito con vitamina D. In generale comunque non è possibile improvvisare una dieta vegetariana. E’ fondamentale contattare un medico esperto o un dietista per calibrarla in modo adeguato.

Antonella Bailetti Operatrice sanitaria - Roma

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SPIRITUALITÀ SPIRITUALITÀ SPIRITUALITÀ SPIRITUALITÀ

nei sentieri del vissuto quotidiano

C’E’ DIO DA INCONTRARE "Pregare non è tanto ottenere, quanto piuttosto diventare."

Sören Kierkegaard

"Quando intraprendiamo il nostro cammino spirituale, vogliamo parlare molto con Dio

e finiamo per non ascoltare ciò che Egli ha da dirci. Perciò, è sempre consigliabile

rilassarsi un po'.

Ciò non è facile: noi abbiamo la tendenza naturale a fare sempre la cosa giusta, e

pensiamo che potremo riuscire a migliorare il nostro spirito solo se lavoreremo senza

sosta. In realtà, è importante tentare, cadere, rialzarsi e proseguire; ma dobbiamo

lasciare che Dio ci aiuti.

Nel mezzo di un grande sforzo, dobbiamo guardare noi stessi, ma allo stesso tempo

dobbiamo consentire che Egli si riveli e ci guidi. Dobbiamo permettere, di tanto in

tanto, che Egli ci prenda in braccio" Paulo Coelho

All'inizio di una meditazione sulla preghiera (guidata dalla sottoscritta) qualche anno fa, ho chiesto ai partecipanti cosa fosse per loro la preghiera: dalle loro risposte ho scoperto che molti associano l'idea di preghiera a una richiesta, una sorta di "monologo interiore" durante il quale si recitano formule prestabilite "per lo più scritte da altri" (cito testualmente). Qualcuno ha ammesso che la maggior parte delle volte dopo pochi minuti non sa più cosa dire e si chiede come fare per restare più a lungo davanti a Dio senza annoiarsi o spazientirsi. Altri mi hanno parlato di una sensazione di disagio provata durante quelle lunghe pause silenziose. Nessuno dei presenti mi ha parlato di altri aspetti importanti della preghiera: il dialogo, il contatto, l'adorazione e l'ascolto. La preghiera, dice Kierkegaard, è autentica non quando è Dio che sta ad ascoltare ciò che gli domandiamo, ma quando è l'orante ad ascoltare. Abbiamo due orecchie e una bocca... Dovremmo ascoltare il doppio di quanto parliamo, ma ci risulta molto difficile con chi è di fronte a noi in carne e ossa e lo può essere ancora di più se si tratta di una "entità invisibile"! Captare la voce di un Dio che consideriamo molto distante da noi non è certo semplice, se non ci prepariamo un po' e non lo consideriamo vicino, amico, in ascolto, presente nella nostra storia. Per pregare in maniera autentica, per praticare la preghiera contemplativa, è necessario allenarsi per coltivare pian piano questo germe divino dentro di sé. Non solo. Pregare significa mettersi in viaggio, diventare un altro, cambiare, altrimenti, diceva Teresa d'Avila (e lei di preghiera se ne intendeva) non abbiamo realmente pregato. La preghiera ti trasforma se glielo lasci fare. Dio prende spazio nella nostra vita, sempre di più, se gliene diamo. Così ci nutre e ci trasforma facendoci scoprire ciò che siamo realmente. Molti confondono il dialogo della propria coscienza con la preghiera rivolta a Dio. Per questo mi permetto di affermare che la preghiera è anche meditazione, ma la meditazione non è preghiera.

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Ho letto molto sull'argomento, dopo aver praticato per anni la preghiera contemplativa, sperimentando formule diverse. Il mio scopo è stato soprattutto ascoltare ciò che Dio ha da dirmi, dopo aver creato il “deserto” dentro di me. Quando ho iniziato ero molto giovane e non avevo nessuna guida. Una mia maestra suora, quando ero molto piccola ci diceva sempre che se la sera prima di andare a dormire fossimo riusciti a far tacere tutti i rumori ed i pensieri, avremmo potuto ascoltare la voce di Dio! Ma come fare, mi chiedevo, impossibile per me non pensare! La mia ricerca iniziò proprio allora, me ne sono resa conto solo di recente. Non mi era facile, non sapevo come creare il silenzio assoluto dentro di me, sentivo solo il desiderio di ascoltare la voce di Dio, ne avevo sete, ma i miei pensieri mi distraevano. Solo molti anni dopo ho scoperto che anche quella era preghiera. Quel tempo di ricerca infantile, poi di sperimentazione più o meno consapevole è stato comunque utilissimo: posizione, respirazione, stati d'animo, distrazioni e slanci dello spirito, tutto mi ha spinta a leggere, ad integrare, ma soprattutto a lasciarmi condurre. Ho scoperto che molti avevano sperimentato, con molti condividevo la stessa sete. Ho scoperto che amare e pregare era la stessa cosa. E si impara ad amare amando, come si impara a pregare pregando. S. Ignazio di Loyola pregava disteso a terra, S. Francesco d'Assisi ripeteva una preghiera per ore, come un mantra, fino ad entrare nel cuore di Dio (e per questa ragione qualcuno lo considera un grande yogi)! Ho provato anche queste tecniche e alla fine ho capito che la ricerca non era soltanto mia, ma che anche Dio veniva a prendermi per condurmi da Lui e per mostrarmi il mio vero volto, la mia vera identità. Ho avuto il privilegio di incontrare un Dio che parla, sin da bambina. Così mi è stato raccontato, così l’ho inteso e amato, sin da allora. Da adulta ho continuato a cercarlo a cuore aperto, senza fronzoli e ricerche troppo intellettuali, ma con il desiderio puro e semplice di un contatto con Lui. Questo mi ha fatto sperimentare la preghiera come un incontro d'amore in cui si torna a casa per lasciarsi amare: pregare è come ritrovare un vecchio amico per parlargli dei nostri guai e trovare sollievo, si, ma è anche riconoscersi nella propria autenticità, a cuore nudo, spogliato del superfluo, grazie alla Sua presenza. Era ciò che cercavo, lo scopo della ricerca, fare spazio, pulizia, per accogliere meglio e per trovare la mia identità e la mia missione grazie alla Guida Celeste. Sentirmi a mia volta accolta, amata, guidata. San Francesco in fondo questo chiedeva nella sua Preghiera Semplice: di essere strumento di Dio. Pregando il crocifisso di San Damiano chiedeva "Cosa vuoi che io faccia?" La sua preghiera fu ascoltata e esaudita! Da qualche anno sperimento "la preghiera del cuore", cioè la preghiera incessante, descritta nel libro “Il pellegrino russo”. E' una pratica silenziosa nella quale il pensiero, il respiro e la preghiera diventano una cosa sola. Diventiamo ciò che recitiamo e Dio si intreccia, poi si fonde con la nostra quotidianità, come un sottofondo continuo che segue il respiro, il battito del cuore, i gesti, i pensieri, le parole... tutto il nostro essere. E' una pratica antichissima, affascinante, che trasforma. La preghiera come l'aria che si respira, come il sangue che scorre nelle vene.

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Io credo che la ricerca di Dio sia una strada che ognuno di noi deve percorrere secondo la propria inclinazione. Dio ci ha dato tanti percorsi per giungere a Lui, basta trovare il proprio. Noi ci mettiamo lì, con l'amore, il desiderio, la sete: ci consegniamo nelle mani di Dio e poi Lui fa il resto, se lo accogliamo a cuore aperto. In questo percorso personale non dobbiamo dimenticare la preghiera comunitaria, altrettanto importante: anche questa dimensione, riscoperta dopo tanti anni di ricerca individuale, ha reso ancora più ricca la mia esperienza di preghiera personale e solitaria. Le esperienze si mescolano in un crescendo, la strada è lunga e bella, ancora c'è molto da imparare e da vivere. C'è Dio da incontrare: mettiamoci dunque in cammino e in ascolto, con un cuore nuovo.

Claudia Pelle Ordine Francescano Secolare

Fraternità San Marco Evangelista in Agro Laurentino - Roma

Piazza Giuliani e Dalmati e-mail [email protected]

Laudato si, mi Signore, per Sora Luna e le stelle: in cielo l’hai formate clarite e preziose e belle.

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VISITA AL MUSEO ARCHEOLOGICO LAVINIUM (3 giugno 2011) Presenti 12 associati con ingresso gratuito e guida a carico del Gruppo. Il Museo si trova a pochi metri dal Borgo medievale che sorge sull'antica città di Lavinium, oggi Pratica di Mare, fondata dal mitico eroe troiano Enea, al quale è dedicato. All’interno sono illustrate le tematiche del viaggio e il tipo di imbarcazione usata negli anni risalenti al 1200 a.C. I reperti esposti sottolineano ancora l'atmosfera di religiosità che circondava il centro laziale e la sua comunità: ne fanno fede il grande santuario di Minerva, le tombe e i corredi funerari, le offerte votive... Il Museo, inaugurato nel 2005 come mostra permanente dal titolo “Hic Domus Aeneae”, viene arricchito nel 2008 dai reperti provenienti dalla c.d. “Tomba di Enea”e nel 2009 dalla statua in terracotta policroma di Minerva Tritonia, del V sec. a.C . Nel nostro percorso, condotti da una esauriente guida, abbiamo fatto un ritorno alle origini: secondo Virgilio, Enea, col padre Anchise, la moglie Creusa, il figlio Ascanio e i penati, abbandona la città di Ilio (Troia) in fiamme, e inizia il suo lungo viaggio che, tra forti tempeste e l'ostilità di Giunone, lo porta a Cartagine, da Didone, poi in Sicilia, indi a Cuma dalla Sibilla, finchè sbarca nel Lazio in prossimità del Tevere. Accolto dal re Latino, ne sposa la figlia Lavinia e fonda la città di Lavinium. Il figlio Ascanio, detto anche Julo, da origine alla citta di Albalonga generando Romolo, fondatore di Roma, il capostipite della romana gens Julia. CONVIVIO DI BENVENUTO ALL'ESTATE (23 giugno 2011) Si è svolto presso il ristorante Jack's di Ostia Lido. Presenti 28 associati su 30 prenotati. I due mancanti si erano giustificati per tempo. Quota di partecipazione euro 30,00. Il menu è stato ricco e ricercato: “fantasia di mare” per antipasto, gnocchi con zucca e gamberetti, e strozzapreti allo scoglio, primi piatti, filetto di orata e calamari fritti, per secondo; contorni, bevande, dessert, caffè. Come tradizione, prima del dessert sono stati estratti due premi. Il primo, un frammento di tegola antica raffigurante un cavaliere in torneo, opera dell'artista Silvana Costa, nostra associata, è stato vinto da Irina Utkina; il secondo, un buono per 2 persone da utilizzare presso lo stesso ristorante Jack's pizza, bruschetta e birra è stato vinto dal socio Francesco Ruggiero. Su iniziativa del nostro Coordinatore, il terzo premio, il libro di poesie in romanesco “Er chiaroscuro de la vita” dell'associata Rossana Mezzabarba è stato donato a tutti i partecipanti, offerto dal Gruppo Erato Cida Inps, attingendo dai proventi del tesseramento 2011. VARIE L’inserto di questo numero è costituito da una toccante testimonianza del Presidente di Bianco Airone Pazienti Onlus, ing. Aldo Sardoni, nostro associato, affetto da una grave malattia oncoematologica che racconta la sua esperienza, una lotta impari contro il male, affrontata con coraggio, determinazione e a volte con una punta di ironia.

a cura di Antonio Pillucci

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IN LIBRERIAIN LIBRERIAIN LIBRERIAIN LIBRERIA

SANTI, POETI , NAVIGANTI, EVASORI E BADANTI di Enrico Vaime (Aliberti editore - pagg. 318 - € 18) Il racconto lieve ed acuto di un Autore brillante, dall'ironia graffiante ma bonaria, profondo conoscitore del mondo dello spettacolo di un Paese che non c'è più... Un mondo (cinema, teatro, televisione) nel quale Enrico Vaime ha operato sin da giovanissimo prevenendo al successo dopo anni di dura gavetta e nel quale ancora opera, apprezzato conoscitore ed affermato professionista. Il libro completa la biografia romanzata dell'Autore, raccontata con consumata ironia ne I cretini non sono più quelli di una volta e Anche a costo di mentire. COSA TIENE ACCESE LE STELLE di Mario Calabresi (Ed. Mondadori - pagg.130 - € 17) Oggi il nichilismo, la sfiducia, il fatalismo, sono gli umori e i sentimenti più diffusi nel Paese: gli anziani hanno nostalgia del passato, i giovani si rassegnano alla mancanza di prospettive, ed è comune la convinzione di essere costretti vivere nella stagione peggiore della nostra Storia. Calabresi, in questo libro ha ricomposto i frammenti di un tempo in cui si faceva fatica a vivere ma era sempre accesa una speranza di un presente non così paralizzato da non riuscire a mettere a fuoco l'esempio di chi non ha mai smesso di credere nel futuro. Un gran viaggio nel vissuto del Paese attraverso la vicenda umana di chi - scienziati, artisti, imprenditori, giornalisti e gente comune - è stato capace di inseguire i propri sogni, affrontando a testa alta le sfide collettive e individuali nel mondo di oggi. C'è chi è riuscito a dare una speranza agli ammalati incurabili,chi è diventato un prestigioso astronomo e spera di vedere ancora l'uomo su Marte, chi ha trasformato la sua tesi di laurea in un'azienda californiana di successo, chi ha deciso di cambiare il proprio destino, giocando l'unica carta a sua disposizione: lo studio. Per scoprire la vita, le stelle restano accese, illuminano il nostro cammino, alimentano la nostra fantasia e i nostri sogni, e ci insegnano a non tener mai bassa la testa, neanche quando in noi c'è il buio... Ricordiamolo! La libertà si conquista con la volontà sempre e non piangiamo su noi stessi da imbelli... Dello stesso Autore: Spingendo la notte più in là La Fortuna non esiste

a cura di Carmelo Pelle

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PER STRAPPARE UN SORRISOPER STRAPPARE UN SORRISOPER STRAPPARE UN SORRISOPER STRAPPARE UN SORRISO … povero TOTTI!!! Totti entra in un negozio di elettronica e dice: - Aho... vojo compra' 'no stereo! Il commesso: - Sony? - No... io nun so' capace! Totti decide di partecipare al Milionario per dimostrare di avere una certa cultura. Gerry Scotti pone la prima domanda: - Per cosa è famoso monsignor Della Casa? - Questa 'a so', pe la produzione de vino!!! - Ma a me risulta per aver scritto "Il Galateo"... - A Gerri, io sto galateo nun so manco che è, ma in tutti i ristoranti ndo so' stato, aoh... ce l'avevano tutti er vino "Della Casa". Totti, ritiratosi ormai dal mondo del calcio, si compra un bel casale in mezzo ai boschi. Per passare il tempo, essendo ancora giovane e forte, decide di farsi un po' di legna per l'inverno. Non avendo una tuta da lavoro va in un negozio e fa al commesso: - 'Ngiorno... vorei 'na tuta pe' lavora'... Il commesso: - Che taglia? - La legna, perché? Totti va a Trigoria e Conti gli dice: - Ah France'... ma non te sei accorto che c'hai una scarpa della Nike e una dell'Adidas?!? Dai vai a casa a cambiatte! Francesco torna di corsa a casa e poi di nuovo al campo d'allenamento dove trova l'allenatore al quale fa: - A Bru', m'hai fatto anna' a casa pe' gnente... pure lì c'ho una scarpa della Nike e una dell'Adidas... Totti e Del Piero stanno facendo un compito al Cepu. Tutti e due consegnano e Totti gli fa: "come è andato il compito? " Del Piero risponde: "l’ho consegnato in bianco! " E Totti: "anke io… m’ho pensano ke avemo copiato! " Marzullo invita Totti in trasmissione e lo intervista: - lei ha mai letto un libro - si, leggetti rin tin tin - lessi! lo corregge Marzullo - no no moo ricordo bene, era proprio rin tin tin.

a cura di Giuseppe Spinelli

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L'ITALIA DEI CAMPANILIL'ITALIA DEI CAMPANILIL'ITALIA DEI CAMPANILIL'ITALIA DEI CAMPANILI L'urbanesimo ha determinato un massiccio afflusso nelle grandi città di cittadini

provenienti da varie regioni d'Italia. Per dar loro indirizzi e assistenza e per favorire

unione tra gli stessi, sono nate varie associazioni regionali. Si reputa opportuno farle

conoscere, per consentire, a chi lo desidera, di aderirvi. Iniziamo con due associazioni

abruzzesi presenti a Roma.

ASSOCIAZIONE ABRUZZESE DI ROMA Fu fondata il 25 aprile 1886 da Silvio Spaventa, fulgido esponente del Risorgimento italiano, nativo di Bomba (Chieti). Lo scopo sociale, oltre alla solidarietà, era ed è quello di promuovere e sviluppare le relazioni tra abruzzesi a Roma sotto l'aspetto economico, sociale e morale. Dopo la sua morte nel 1893, gli succedette alla guida Francesco Filomusi Guelfi, allievo di Spaventa e del fratello Bertrando e, come loro, insigne giurista e filosofo. Il sodalizio ha continuato negli anni la sua attività, con particolare impegno nel campo sociale. Molte le iniziative prese per il terremoto della Marsica del 1915. Nel 1943 si costituiva a Roma un attivissimo centro di assistenza per i profughi. Il 28 giugno 1944, liberata Roma, venne promossa la ricostruzione dell'associazione con atto del Notaio De Vita, con uno statuto aggiornato, il cui scopo era ed è quello di “tutelare, difendere e potenziare in ogni campo la regione abruzzese”. Intensa l'attività profusa in difesa del patrimonio artistico ed etnografico, e della valorizzazione delle bellezze naturali. Con Decreto Legge 12 aprile 1946 l'Associazione veniva eretta ad Ente Morale, e nel 1975, costituiva un “Comitato per la difesa ecologica dell'Abruzzo” svolgendo, sotto la guida del Sen. Giuseppe Spataro, una energica promozione delle tematiche ambientali. Forte impulso alle attività culturali, a cui parteciparono numerose e qualificate personalità, quali Paratore, Spadolini, Zichichi, De Rita, Irti..., fu dato dal presidente On.le Romeo Ricchiuti. Nel 2001, il nuovo Presidente On. Avv. Giovanni Dell'Elce, ristrutturò integralmente la sede dell'Associazione con l'allestimento di ambienti eleganti e funzionali. Nel 2007 è divenuto Presidente l'imprenditore pescarese Dott. Roberto Di Vincenzo, che ha potenziato il ruolo di connessione tra l'Abruzzo e la Capitale. L'Associazione aderisce all'UNAR (Unione delle Associazioni Regionali, con sede in Roma - Via Aldovrandi). L'attività dell'Associazione Abruzzese che ha sede a Piazza Cavour, 3 – 00186, Tel 06.688047734, prevede una serie di iniziative di rilevante spessore, quali convegni, anche internazionali, conferenze, mostre, incontri, visite.

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IL SODALIZIO DEGLI ABRUZZESI “S. CAMILLO DE LELLIS” di Roma Il Sodalizio prese vita all'indomani della guerra, allorché un gruppo di abruzzesi, assieme all'allora Mons. Corradino Bafile (poi cardinale), diede vita al “Centro di assistenza per gli sfollati d'Abruzzo”. Da qui nacque, il 4 febbraio 1945, nella bellissima chiesa della Maddalena, dove operò ed è sepolto S. Camillo De Lellis, il “Pio Sodalizio degli Abruzzesi S. Camillo de Lellis”, per aiutare ed assistere abruzzesi sia residenti che sfollati a Roma. Tra i presenti, il Card. Tedeschini, Mons. Gilla Gremigni, vescovo allora eletto, di Teramo e l'On. Giuseppe Spataro. Lo Statuto era stato redatto dall'esimio giurista sulmonese Prof. Giuseppe Capograssi. Oltre che alla Maddalena, il Sodalizio si riunisce ancor oggi, nella bellissima basilica di stile gotico-lombardo San Camillo de Lellis in Via Sallustiana 24, che l’anno scorso ha festeggiato il centenario della consacrazione, avvenuta il 16.5.1910. In occasione del primo decennale, Pio XII conferì alla generosa e attivissima sodale Olga De Chelis la medaglia d'oro di “Benemerita”. Con decreto del Presidente della repubblica n. 1937 del 23 dicembre 1962 il sodalizio è stato riconosciuto “Associazione laicale a scopo di culto e religione”. Nel 1959 divenne Alto Patrono il Card. Alberto Di Jorio, che acquistò per il Sodalizio un ampio appartamento sito in Via di S. Costanza, 7 - 00198 Roma - tel 06-8605495, [email protected], da allora sede dello stesso. Nel 1970, sotto la presidenza dell'Avv. Girolamo Santucci, un convegno dal titolo “Nuove dimensioni operative del Sodalizio” ridimensionò l'ambito assistenziale ed instaurò nuove forme di carità, quali l'istituzione, avvenuta nel 1980, di un “Centro di consulenza familiare”. Nel 1975 divenne Alto Patrono il Card. Corrado Bafile, che fu richiamato a Roma, dall'estero dove svolgeva attività diplomatica, come Prefetto della Congregazione per le Cause dei Santi alle dipendenze di Paolo VI. Attualmente è Alto Patrono Mons. Giuseppe Molinari, arcivescovo metropolita de L'Aquila ed è Presidente Giuseppe Santeusanio, professor di Anatomia Patologica a Tor Vergata. Il Sodalizio si avvale anche di un Assistente ecclesiastico e fin dagli inizi pubblica un periodico, che dal 1964 ad oggi si chiama “Vita Nostra”. Annualmente vengono promosse varie proposte, talune anche di carattere religioso, quali S. Messe per celebrare il Natale, la Pasqua, e le ricorrenze sociali, come la fondazione del sodalizio, la nascita, la conversione e la morte di S. Camillo, l'anniversario della morte dei nostri cardinali protettori, e di amici e benefattori defunti. A maggio Sodali incontrano i vescovi abruzzesi che vengono convocati a Roma per l'assemblea della C.E.I. L'8 dicembre una delegazione di Sodali reca un omaggio floreale alla Madonna dell’Immacolata a Piazza di Spagna. Di carattere culturale, sono le conferenze, presentazione di libri, proiezione di filmati, visite guidate... Sul piano caritativo, il Sodalizio bandisce annualmente un concorso per borse di studio per studenti meritevoli e bisognosi.

Antonio Pillucci

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SQUILLI DI TROMBA...RULLISQUILLI DI TROMBA...RULLISQUILLI DI TROMBA...RULLISQUILLI DI TROMBA...RULLI DI TAMBURI....DI TAMBURI....DI TAMBURI....DI TAMBURI.... LO SPIRITO DI CORPO Lo Spirito di Corpo è un aspetto della vita di cui si parla poco o forse se ne sta perdendo il seme e per chi lo sta “innaffiando” è quasi come tornare a scuola e comporre un tema, ma non di fantasia perché l’argomento è reale, individuato, chiaro, non lascia dubbi ed il titolo è a dir poco altisonante: per noi militari “d’annata” ha un sapore antico e scalda il cuore. E’stato emozionante, per me ormai al sessantesimo giro attorno al sole, rinvenire un piccolo fascicolo datato1916, edito per la Regia Accademia, rispolverare un concetto sentito da sempre ed un compendio scritto anche per i posteri nel “memoriale militare” dell’epoca: viene chiesto se si voglia conoscere il significato recondito dell’argomento in questione proprio nella prefazione e la risposta c’è. Riporto testualmente: “…ma questo regolamento è soprattutto il codice morale dell’Esercito e fornisce i principi ed i metodi per creare e rafforzare quella sostanziale disciplina intima che, persuasa la mente, avvince al dovere, profondamente sentito e compreso, il cuore e l’anima…”. Enfasi a parte, in questo estratto del regolamento di disciplina militare ho trovato dettati proprio quei principi morali che formano la base e la forza della istituzione militare: lo Spirito di Corpo. E’ quel sentimento di solidarietà che si stabilisce tra i componenti di un Corpo e che è generato dall’avere in comune un altissimo scopo, dalla comunanza delle fatiche, dei pericoli, degli eventi prosperi o avversi, dalla reciprocità degli aiuti dati e ricevuti: una seconda vera “famiglia”. Concetto diverso dal “cameratismo”che è quel sentimento di fraternità che si stabilisce tra i componenti delle Forze Armate e che scaturisce dal pensiero di avere una stessa Bandiera. Lo Spirito di Corpo, diciamolo pure, è più forte in chi è più generoso, ma ciascuno deve considerare come propri la reputazione e l’onore del Corpo cui appartiene ed adoperarsi per accrescerne il prestigio. In tutti i gradi della gerarchia militare, la disciplina e l’autonomia sono tanto necessari quanto la volontà e la capacità di lavorare insieme. Ciò che “riunisce” è il compito comune e la certezza di poter contare sugli altri agevola l’adempimento degli obblighi e la realizzazione dell’obiettivo comune: rafforzare lo Spirito di Corpo significa rafforzare la capacità di lavoro di tutti. Per Spirito di Corpo intendo anche il lecito ed umano desiderio di aggregarsi e di condividere con altri una comune “passione”: essere un gruppo di uomini diverso da “altri gruppi di uomini”. Quando le persone riconoscono di essere unite da un legame è perché ne hanno preso coscienza e lo Spirito di Corpo aleggia su di loro e con loro rimane sempre. Ma noi del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana tutto questo lo dimostriamo dal 1866 al fianco delle Forze Armate. Ma noi, in servizio ed in congedo, tutto questo lo sappiamo perché prodigarci per gli altri, comunicare questo sentimento e trasfonderlo con un sorriso è, in fondo, il nostro mestiere: l’impatto è profondo. Penso sia doveroso, in chiusura di questa dissertazione, citare chi dello Spirito di Corpo ne ha fatto un vessillo, un Eroe italiano decorato della Medaglia d’Argento al Valor Militare che porta il nome di Carlo Delcroix: “Il dovere sia la tua legge, e la fede la tua forza, e

la coscienza il tuo premio; il tuo cammino sia nella tua vita, e la tua meta oltre”. Parole più belle non si potranno mai trovare.

Ennio Maria Bizzi Capitano del Corpo Militare della Croce Rossa Italiana

in congedo

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ECONOMIA… AFFARI… FINANZAECONOMIA… AFFARI… FINANZAECONOMIA… AFFARI… FINANZAECONOMIA… AFFARI… FINANZA

Aon Spa - (www.aon.it) Sede di Milano -Via Andrea Ponti 8-10 - tel 02.45434652 - fax 02.45463652 Sede di Torino - Corso Marconi 10 - tel 011.5762471 - fax 011.5622808 COSA È Aon in Italia, leader nella consulenza per la gestione dei rischi e nel brokeraggio assicurativo e riassicurativo, è presente con 40 uffici e si avvale di oltre 1000 dipendenti. Aon opera al fianco di Aziende ed Enti appartenenti ad ogni settore di attività, fornendo soluzioni competitive e personalizzate per la gestione del rischio, grazie all’esperienza ed alla competenza di professionisti altamente qualificati. Il network internazionale di Aon, che possiede comprovate competenze tecniche e conoscenze specifiche dei mercati locali, consente di supportare il Cliente in tutte le sue attività in ogni paese del mondo. COSA FA Aon nel mondo Aon Corporation, Casa Madre del gruppo con sede a Chicago, è leader mondiale anche nei risk management,nell’intermediazione assicurativa e riassicurativa e nella consulenza di management e delle risorse umane. Aon è attiva con 59000 dipendenti impiegati in 500 uffici presenti in più di 120 Paesi ed è quotata al mercato azionario di New York (NYSE). Risorse Globali, Servizio Locale, Soluzioni personalizzate Aon crea valore esclusivo per il Cliente, instaurando un rapporto di fiducia che dura nel tempo, attraverso un’attenta comprensione del business dell’azienda e l’applicazione di soluzioni adeguate per la gestione dei rischi che consentono di realizzare i suoi obbiettivi strategici. Per essere più vicino alle esigenze del Cliente, Aon si è dotata di un’organizzazione a matrice capace di fornire efficienza e competenza nella risoluzione di problematiche legate al rischio. Aree territoriali, definite in base alle caratteristiche che accomunano il territorio. Ogni Regional Manager è in grado di comprendere le esigenze e le problematiche delle aziende nelle aree in cui operano, anticipando le soluzioni ove nascono nuove situazioni di rischio. Divisioni specialistiche, create sulla base della tipologia e dimensione dell’azienda riguardano:

- Clienti Nazionali (Grandi Aziende, PMI, Banche e Istituzioni Finanziarie,Enti Pubblici, Construction e Project Finance, Sport, Spettacolo e tempo libero).

- Clienti Internazionali, sia con sede italiana che estera.

- Clienti Corporate, imprese mondiali c on particolari esigenze.

Gruppi di lavoro, caratterizzati da una elevata e specifica esperienza nei settori di attività.

Attilio Aghemo – Aon di Torino -Tel 011.5762463 e-mail: [email protected] (consulenze gratuite)

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SPORT SPORT SPORT SPORT E ….E ….E ….E ….

IL BENESSERE DELLA PRATICA SPORTIVA NELLE PERSONE ANZIANE Le attuali conoscenze mediche e gli studi sociali concordano nel ritenere fondamentale l'attività fisica in tutte le fasi della vita dell'uomo. In particolare nelle persone con più di 65 anni, la pratica di uno sport due volte alla settimana per almeno 30 minuti, incrementa le resistenze totali dell'organismo, limita l'involuzione muscolo-scheletrica e cardio-vascolare, stimola le capacità psico-intellettuali del soggetto. Un tessuto muscolare quotidianamente attivo è, infatti, il motore attraverso cui sono impiegati la maggioranza degli zuccheri, grassi e proteine introdotti con l’alimentazione. Un muscolo inattivo, invece, limita la potenzialità espressiva della persona e conduce ad un invecchiamento precoce ed accompagnato da tutte quelle patologie legate alla sedentarietà. La pratica non deve essere vista come sporadica e funzionale ad una momentanea necessità di recupero fisico in relazione a patologie mediche, ma come impostazione di base di uno stile di vita “attivo”, base di un programma di prevenzione valido a qualsiasi età. In Italia, i dati del Ministero della Salute (nota 1 - “Relazione sullo stato sanitario del Paese 2001-2002”) sembrano indicare che solo una persona su quattro over-65 pratichi sport con regolarità. L’indagine ISTAT “Lo sport che cambia” del 2005 (nota 2), conferma il dato, indicando la percentuale di 21.7% per gli over-65 con attività fisicomotoria regolare ai quali si devono anche aggiungere un 13.2% di praticanti non regolari e mostra soprattutto come il numero di praticanti sia aumentato tra il 1995 e il 2000 anche tra gli over-65. Infine è evidente dai dati analizzati come esista una correlazione tra la pratica sportiva e la diminuzione delle patologie croniche anche per le fasce di età avanzata. La scelta dello sport deve sempre essere preceduta da un incontro con il proprio medico, il quale valuterà l’opportunità di eseguire tutti gli accertamenti necessari per poter poi muoversi in totale sicurezza. Successivamente il confronto con un esperto di sport, all’interno di strutture specifiche come palestre e centri sportivi, porterà all’individuazione della disciplina che si concilierà con eventuali limitazioni mediche e che risponderà maggiormente alle preferenze del soggetto, in modo da offrire con la pratica sportiva un momento di svago oltre che di piacere. Unire un’alimentazione sana ed equilibrata alla pratica di un’attività fisica “leggera”, come ad esempio il Pilates, il Taichi, il nuoto, la corsa leggera è, in sintesi, elemento importante per garantirsi uno stato di benessere fisico e mentale a qualsiasi età.

Roberto Moretti

Presidente Comitato Lazio Federazione Italiana Sport Orientamento

Nota1:http://www.salute.gov.it/speciali/pdSpeciali.jsp?sub=3&id=45&area=ministero&lang=it&titolo=&idhome=44 Nota 2: http://www3.istat.it/dati/catalogo/20051012_00/arg0529_lo_sport_che_cambia.pdf

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SINDACATO… SINDACALE…SINDACATOSINDACATO… SINDACALE…SINDACATOSINDACATO… SINDACALE…SINDACATOSINDACATO… SINDACALE…SINDACATO

INTERVISTA AL DR. GIORGIO CORRADINI Presidente della Confederazione della CIDA Una manovra iniqua e senza riforme I più recenti provvedimenti voluti dal governo hanno visto la dura opposizione della Confederazione dei Dirigenti e delle Alte Professionalità – CIDA che ha chiesto, in tutte le sedi istituzionali e sui maggiori quotidiani nazionali, la loro modifica. Abbiamo chiesto al Presidente della Confederazione, Giorgio Corradini alcune precisazioni in merito D. Presidente, perché avete definito questa manovra iniqua e dannosa?

R. Innanzitutto perché non affronta i veri nodi dello sviluppo e poi perché si accanisce, in particolare, sul pubblico impiego e sui pensionati. D. Può spiegarci in che modo?

R. Nel pubblico impiego, per effetto della manovra e di altri recenti misure del Governo, gli organici vengono tagliati in maniera lineare, fatta eccezione per i dirigenti di nomina politica, il tfr viene ritardato fino a due anni, la contrattazione collettiva viene bloccata fino al 2014, i premi di produzione vengono ridotti ai dirigenti, se i ministri non risparmiano su spese che loro stessi hanno deciso, il contributo di solidarietà viene applicato per le retribuzioni annue lorde al di sopra dei 90 mila euro. Per i pensionati, invece, al contributo di solidarietà si somma anche il congelamento della perequazione sui trattamenti. D. Che ripercussioni ci potrebbero essere?

R. Questi provvedimenti avranno di sicuro strascichi pesanti sui servizi e sullo stato sociale, se poi a tutto questo si aggiunge l’assenza di riforme strutturali, è facile capire perché questa manovra sia assolutamente inaccettabile. D. A quali riforme si riferisce?

R. Innanzitutto alla riforma del fisco, che potrebbe assicurare maggiore equità anche attraverso una maggiore lotta all’evasione, invece, i grandi patrimoni sono stati graziati e la lotta all’evasione rinviata ad un futuro indefinito, poi alla riforma della giustizia civile, che potrebbe garantire tempi di decisione più rapidi e infine a quella delle pubbliche amministrazioni, che consentirebbe di snellire la burocrazia ed evitare la duplicazione di funzioni. Se a questo si aggiunge anche che i maggiori privilegi ai parlamentari rimangono, in barba ai cittadini che devono stringere la cinghia per far fronte alla crisi, è palese che chi amministra non dà affatto il buon esempio! D. Quali sono le altre mancanze di questa manovra?

R. Sul piano degli investimenti e della crescita la manovra prevede poco o nulla. Niente è stato fatto per incentivare le iniziative imprenditoriali riducendo i tempi ed i costi della burocrazia, per favorire l’accesso al credito, per attirare gli investimenti dall’estero. In compenso, nonostante i pareri contrari delle maggiori parti sociali, la manovra è intervenuta sui livelli contrattuali.

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D. Ci spieghi meglio

R. La contrattualistica nazionale dovrebbe essere lasciata all’autonomia negoziale delle parti sociali perché la condivisione delle regole costituisce una condizione essenziale per il più coerente e armonico sviluppo delle relazioni industriali. Un intervento del legislatore non aiuta ma rende, semmai la situazione più difficile e complessa. Gli interventi, se proprio dovevano esserci, avrebbero dovuto prevedere la detassazione strutturale della retribuzione legata ai risultati per tutti i lavoratori sia pubblici che privati, una maggiore integrazione tra strumenti pubblici e bilaterali per ridurre i tempi di sostegno e riqualificare il lavoratore disoccupato attraverso politiche attive e misure per rendere più efficiente il mercato del lavoro ponendo al centro i giovani e le donne. Ma anche di queste auspicabili misure per ora non c’è traccia. D. Come si sta muovendo, in questo frangente la CIDA?

R. Da pochi giorni i vertici della CIDA, della CONFEDIR-MIT e delle loro Federazioni aderenti hanno confermato la decisione di procedere alla realizzazione di una confederazione unitaria della dirigenza e delle alte professionalità. Il progetto si rende necessario per raccogliere attorno ad un nuovo soggetto unitario tutte le alte professionalità permettendo di realizzare un salto di qualità importante nel rafforzamento dell'azione futura a tutela delle categorie rappresentate. I tempi previsti per la realizzazione di questo obiettivo finale dovrebbero essere di 6 mesi e comunque non superiori ad un anno. Nella fase transitoria che porterà alla nascita del nuovo soggetto sociale, la "Costituente Manageriale" svolgerà due compiti: quello di essere da subito l'interlocutore unico del management nei confronti delle Istituzioni con una devoluzione delle funzioni di rappresentanza da parte della CIDA e della CONFEDIR-MIT e quello di preparare la convergenza delle due Confederazioni nel nuovo soggetto unitario che, dopo la sua costituzione, sarà aperto a tutte le realtà associative del nostro target rappresentativo.

Teresa Lavanga

Ufficio Stampa CIDA Via Barberini 36 - 00187 Roma

Tel 06.97.60.51.11 Fax 06.97.60.51.09

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IL NOSTRO ORGANIGRAMMA

COMITATO ESECUTIVO Coordinatore: Carmelo PELLE Vice: Rocco FERRI Giuseppe SPINELLI Amministrazione: Rosario PROCOPIO Organizzazione: Silvana COSTA Relazioni Pubbliche: Scipione GIOFFRE’ Segretario: Alberto CECI

COMITATO DI REDAZIONE

Coordinatore: Carmelo PELLE Redattori: Silvana COSTA Antonio PILLUCCI Mario ANTONINI

RESPONSABILI DI SETTORE:

Antonio DE CARLO rapporti ADPRAI Antonio DE CHIARO cinema e musica classica Adriano LONGHI poesia in vernacolo Ezio NURZIA turismo Claudia PELLE spiritualità Giulio SORDINI teatro in romanesco e pittura Rosario ZIINO escursioni e caccia Roberto MORETTI sport

RAPPRESENTANTI PERIFERICI:

Attilio AGHEMO (Torino) Gaetano BARTOLI (Palermo) Lillo BRUCCOLERI (Genova) Paola DURANTI (Livorno) Marino FABBRI (Reggio Emilia) Dario FRAGALE (Messina) Giuseppe GIGLIOTTI (Cosenza) Giuseppe GONZALES (Parma) Massimo IANNICELLI (Lametia Terme) Mario LOMONACO (Campobasso) Armando LO PUMO (Genova) Mario MIRABELLO (Catanzaro) Franco MUSTARI (Catanzaro) Carlo OLANDA (Catanzaro) Salvatore PINTUS (Genova) Gesuino SCANO (Sassari) Mario SCOCCHIERI (Locri) Nicla SPINELLA (Livorno)) Enrico VIGNES (Latina) Vincenzo VITRANO (Trapani) Pietro ZAPPIA (Reggio Calabria).

L’adesione è libera. L’auspicio è di garantire la presenza di rappresentanti del Gruppo in ogni

provincia d’Italia.

Associati: a) di diritto gli iscritti al Sindacato; b) per libera scelta il personale dell’INPS in servizio o in pensione e le persone appartenenti ad altri ambienti di lavoro su presentazione di un associato.

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