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OBIETTIVIDELLATESI
• Verificare l’attendibilità della metodologia proposta nel prevedere il comportamento di una
fondazione sulla base di risultati relativi a casi sperimentali pubblicati in letteratura; • Analizzare le direttive dettate dalla normativa vigente (D.M. 14/01/2008) per questa tipologia
di fondazione mista; • Analizzare una strategia di progettazione più razionale, nella quale affidare ai pali il ruolo di
controllo dei cedimenti, in accordo anche con la nuova normativa
PERCHE’SIFARICORSOAFONDAZIONISUPALI?Il ricorso ad una fondazione su pali, invece che ad una fondazione diretta, dipende caso per caso da un gran
numero di fattori, fra cui:
la necessità di limitare i cedimenti della struttura;
l’esigenza di scaricare le sollecitazioni su porzioni di terreno più profonde con caratteristiche
meccaniche migliori;
le caratteristiche ed i requisiti della struttura in elevazione;
la realizzazione di una fondazione diretta sarebbe possibile, ma presenterebbe cedimenti
incompatibili con la statica e/o con la funzionalità della struttura in elevazione;
la necessità di difendere le fondazioni, ad esempio di ponti, da fenomeni di erosione dovuti alla
presenza di un alveo.
L’evidenza sperimentale mostra che i cedimenti delle usuali fondazioni dirette sono circa tre volte maggiori
di quelli delle fondazioni su pali (Cooke, 1986).
D’altro canto, è diffusa la convinzione che prevedere il cedimento di una fondazione su pali sia molto più
difficile che prevederne il carico limite.
STUDIODELCOMPORTAMENTODELLEFONDAZIONISUPALINella pratica, quasi sempre, al fine di semplificare il problema dello studio della interazione terreno –
fondazione, si preferisce valutare separatamente la risposta della fondazione alle azioni verticali e alle
azioni orizzontali.
Lo studio del comportamento delle fondazioni su pali soggette ad azioni verticali ha interessato da diversi
anni il gruppo di Ingegneria geotecnica di Napoli (DICEA), nel quale si sono realizzati alcuni programmi di
calcolo dedicati all’analisi del comportamento di gruppi di pali e del comportamento di piastre (a contatto
con il terreno) su pali soggetti a carichi verticali (NAPRA).
ILCODICEDICALCOLONAPRAIl programma NAPRA (Russo, 1996) consente di analizzare piastre di fondazioni su pali di forma rettangolare
e di rigidezza finita, soggette a carichi verticali concentrati o ripartiti ed a coppie. Il programma è articolato
in due parti principali:
Una prima parte riguarda l’analisi ad elementi finiti della piastra e la scrittura della matrice delle
rigidezze;
La seconda parte riguarda il complesso pali‐terreno, che viene analizzato con il metodo dei
coefficienti di interazione.
NAPRA consente di valutare in modo combinato effetti quali:
• la capacità del terreno di assorbire carichi provenienti dalla sovrastruttura
• la presenza di un elemento di collegamento alla testa dei pali avente rigidezza finita
• l’unilateralità del contatto piastra‐terreno.
MODELLAZIONEDEGLIELEMENTIINNAPRAIl codice di calcolo prevede che:
La piastra sia modellata come un solido bi‐dimensionale, a comportamento elastico lineare,
omogeneo ed isotropo, usando la teoria dei solidi a piastra, basata sull’ Hp geometrica che una
delle dimensioni del mezzo sia di gran lunga inferiore alle altre 2 e che i carichi esterni agiscano in
direzione ortogonale al piano medio;
La non linearità di comportamento dei pali, sia simulata seguendo i suggerimenti di Caputo e
Viggiani (1984), concentrandola all’interfaccia palo‐terreno;
Il terreno di fondazione sia schematizzato come una sequenza di strati elastici orizzontali.
COMEMODELLIAMOILSOTTOSUOLO?I moduli E forniti sono moduli secanti Es. Sono, quindi, stime di un valore medio. Nelle nostre analisi con
NAPRA siamo interessati ai moduli tangenti iniziali.
Lo scopo è di avere un modello che riduca il margine di soggettività nella modellazione e nella stima delle
proprietà dei terreni.
STEPPERLAMODELLAZIONEDELSOTTOSUOLO?1) Valutiamo il rapporto tra queste rigidezze ed una delle rigidezze presa come riferimento:En/E12) DallacurvaQ‐Wdelpalosingolo,abbiamounvaloredellacedevolezzainizialedelpalosingolo;3) Attraverso un procedimento iterativo con l’ausilio di NAPRA, calibriamo i moduli E degli strati fino a
che Cedevolezza iniziale del palo singolo da NAPRA = Cedevolezza iniziale da curva Q‐W;
RISULTATO: Moduli elastici tangenti iniziali
NAPRA assume un comportamento elastico lineare del terreno. La non linearità resta affidata alla curva Q‐
W del palo.
Caso2:Studiodiunmodellosperimentaleinlaboratoriosupiastresupaliinsabbia–(ElGarhyetal.)Il programma sperimentale prevedeva 40 prove su modelli in acciaio (piastra 30 cm x 30 cm, pali D = 10
mm, L=200, 300 e 500 mm), in terreno sabbioso.
Tipi di prove:
• prove su palo singolo;
• prove su piastra;
• prove su “piled raft” con 1, 4, 9 e 16 pali.
Variando la lunghezza dei pali a parità di diametro (D = 10 mm) sono stati ottenuti rapporti di snellezza L/D
diversi (20, 30 e 50).
Attraverso la variazione di spessore della piastra sono stati ottenuti rapporti fra le rigidezze di piastra e
terreno variabili in un range che va da 0,39 a 10,56.
I valori del Qlim del palo singolo sono forniti dall’autore della sperimentazione, al variare della lunghezza dei
pali.
Il terreno è stato modellato in 3 strati con moduli E calcolati con il procedimento iterativo, a partire dalla
cedevolezza iniziale del palo singolo.
E’ stato possibile verificare l’influenza che hanno diversi fattori sulla previsione del cedimento, quali:
• il numero di pali;
• il rapporto di snellezza L/D;
• la rigidezza relativa piastra ‐ terreno (Krs).
Si ottiene:
• Un incremento di capacità portante all’ aumentare di N;
• Una riduzione di w all’aumentare di N e L/D;
0.00
0.01
0.02
0.03
0.04
0.05
0.06
0.07
0 1 2 3 4
Carico (KN)
Cedimento (mm)
L/D=50
L/D=30
L/D=20
0
2
4
6
8
10
12
14
0 5 10 15 20 25
Load
(KN)
W (mm)
Piastra su 4 pali4 piles Napra
4 pilesexperimental
0
2
4
6
8
10
12
14
0 5 10 15 20 25
Load
(KN)
W (mm)
Piastra su 16 pali16 piles Napra
16 pilesexperimental
0
2
4
6
8
10
12
14
0 5 10 15 20 25
Load
(KN)
W(mm)
Piastra su 4 pali
4 piles Napra
4 pilesexperimental
0
2
4
6
8
10
12
14
0 5 10 15 20 25
Load
(KN)
W (mm)
Piastra su 16 pali
16 piles Napra
16 pilesexperimental
La diminuzione del rapporto L/D e del numero di pali comporta una linearizzazione del comportamento Q‐
w, poiché NAPRA non tiene conto della non linearità del terreno.
Risultati in termini di ripartizione del carico in condizioni di esercizio, nel caso in cui L/D = 50
Aumentando il n° di pali da 4 a 16 il carico sui pali aumenta di circa il 40%, e il cedimento diminuisce di circa
il 20%.
Risultati in termini di ripartizione del carico in condizioni di esercizio, nel caso in cui L/D = 20
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
W (mm)
Misura di ripartizione del carico Q su piastra con 4 pali (Curve Napra)
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
W (mm)
Misura di ripartizione del carico Q su piastra con 16 pali (Curve Napra)
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
W (mm)
Misura di ripartizione del carico Q su piastra con 4 pali (Curve Napra)
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
piastra su 4 pali
Qpiles/Qtot 25,42% Qraft/Qtot 74,58% Wes =10,59mm
piastra su 16 pali
Qpiles/Qtot 67,13% Qraft/Qtot 32,87% Wes = 8,37mm
piastra su 4 pali
Qpiles/Qtot 6,54%
Qraft/Qtot 93,46%
Wes = 12,91mm
Aumentando il n° di pali da 4 a 16 il carico sui pali aumenta di circa il 15%, e il cedimento diminuisce di circa il 20%.
Risultati in termini di riduzione dei cedimenti in condizioni di esercizio, nel caso in cui L/D = 50
Risultati in termini di riduzione dei cedimenti in condizioni di esercizio, nel caso in cui L/D = 20
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
W (mm)
Misura di ripartizione del carico Q su piastra con 16 pali (Curve Napra)
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
0.000.050.100.150.200.250.300.350.400.450.500.550.600.650.700.750.800.850.900.951.00
1 palo 4pali 9pali 16pali
Wpiled/W
unpiled
numero di pali
Wpiledraft/Wunpiledraft piastre su pali L/D 50
Wpiled/Wunpiled NAPRA
Wpiled/Wunpiled EXPERIM
0.000.050.100.150.200.250.300.350.400.450.500.550.600.650.700.750.800.850.900.951.00
1 palo 4pali 9pali 16pali
Wpiled/W
unpiled
numero di pali
Wpiledraft/Wunpiled raft piastre su pali L/D 20
Wpiled/Wunpiled NAPRA
Wpiled/Wunpiled EXPERIM
piastra su 16 pali
Qpiles/Qtot 21,87%
Qraft/Qtot 78,13%
Wes =10,53mm
In entrambi i casi NAPRA da risultati coerenti con quelli della sperimentazione, e sottolinea che
aumentando i pali da 9 a 16 non vi è alcun beneficio in termini di riduzione dei cedimenti.
Caso3:Studiodiunmodellosperimentaleinlaboratoriosupiastresupaliinsabbia–(Fattahetal.)Il programma sperimentale prevedeva prove su 9 configurazioni diverse di piastre in alluminio (pali D = 12
mm, L=200 mm), in terreno sabbioso.
Tipi di prove:
• prove su palo singolo;
• prove su piastra;
• prove su “piled raft” con dimensioni crescenti con il n° di pali
I rapporti geometrici che rientrano nelle analisi sono costanti:
• L/d = 17
• s/d = 3
• Ag/A = 0,48
I valori del Qlim del palo singolo sono forniti dall’autore della sperimentazione, al variare della lunghezza dei
pali.
L B Araft
Gruppo
di pali
m m m2
‐
0,06 0,024 0,0014 1x2
0,09 0,024 0,0022 1x3
0,132 0,024 0,0032 1x4
0,06 0,06 0,0036 2x2
0,09 0,06 0,0054 2x3
0,132 0,06 0,0079 2x4
0,09 0,09 0,0081 3x3
0,132 0,09 0,0119 3x4
0,132 0,132 0,0174 4x4
Piastre su pali
Ag /A
Il terreno è stato modellato in 5 strati con moduli E calcolati con il procedimento iterativo, a partire dalla
cedevolezza iniziale del palo singolo:
Risultati in termini di capacità portante delle piastre su pali in condizioni di esercizio
L’aumento del n° di pali e delle dimensioni della piastra, porta ad un aumento di capacità portante. I
risultati ottenuti con NAPRA sono in linea con i risultati della sperimentazione.
0
1
2
3
4
5
6
7
8
9
10
11
0.00 0.01 0.02 0.03
Settlm
ent (m
m)
Load (KN)prova su palo singolo
palo…
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
1x2 1x3 1x4 2x2 2x3 2x4 3x3 3x4 4x4
Carico (KN)
Modello di piastra su pali
Confronto dei Qes = Qlim/F.S.
Qes Curve Napra
Qes Curve Sperimentali
Risultati in termini di ripartizione del carico in condizioni di esercizio
In tutti i casi vediamo che la ripartizione del Qtot è costante e pari a circa il 90% trasmesso dai pali e la
restante parte dalla piastra. Questo perchè:
• n° pali e dimensioni piastre aumentano, ma Ag/A costante
• Il pile spacing ratio (s/d) è costante
CONSIDERAZIONICONCLUSIVEAttraverso le analisi condotte, utilizzando il codice NAPRA per lo studio delle interazioni, si è appurato che, in
presenza di dati sufficienti, la metodologia proposta risulta essere ben consolidata per l’analisi dell’interazione
terreno‐struttura.
Abbiamo mostrato come esistano ormai metodologie ben consolidate per l’analisi dell’interazione terreno‐
struttura (calcolo del cedimento medio e differenziale; ripartizione dei carichi fra piastra e pali; caratteristiche
della sollecitazione nella piastra) per fondazioni su pali. Queste metodologie possono essere usate per l’analisi
nell’ambito dei criteri di progetto esistenti, o più significativamente per esplorare e consolidare criteri di
progetto innovativi, che consentano di ottenere di più con meno.
L’affidabilità delle analisi, come sempre in Ingegneria geotecnica, non dipende tanto dalla raffinatezza degli
algoritmi di calcolo, ma dalla scelta di appropriate relazioni di corrispondenza, e cioè da un’appropriata
modellazione del problema.
I 2 aspetti fondamentali che abbiamo sottolineato in questo lavoro di tesi sono la ripartizione del carico totale
tra struttura di collegamento e pali, e l’efficienza delle palificate nella riduzione dei cedimenti
RipartizionedelcaricototaletrapiastraepaliL’ultimo passaggio dell’analisi è stato quello di valutare la ripartizione del carico totale sulla struttura di
collegamento e sui pali. Questo perché come sappiamo il progetto di una fondazione su pali, cosi come quello di
ogni altra opera, deve garantire il soddisfacimento di determinati requisiti stabiliti dalla normativa vigente. A tal
proposito la vecchia normativa al C.5.1 prescriveva che: “Deve essere determinato il carico limite del singolo palo
e quello della palificata, e verificata l’ammissibilità dei cedimenti della palificata in relazione alle caratteristiche
della sovrastruttura. La valutazione del carico assiale sul palo singolo deve prescindere dal contributo delle
strutture di collegamento direttamente appoggiate sul terreno. Il valore del F.S. non deve essere < 2,5 nel caso in
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1x2 1x3 1x4 2x2 2x3 2x4 3x3 3x4 4x4
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
Modello di piastra su pali
Ripartizione del carico Q
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
cui il carico limite sia valutato con metodi teorici, mentre nel caso in cui vengano eseguite prove di carico a
rottura, può essere accettato un F.S. non <2.”
Accade che, nella realtà, le fondazioni su pali progettate secondo l’approccio convenzionale a rottura e
trascurando l’apporto delle strutture di collegamento, sono sovradimensionate in termini di F.S. reale e danno
luogo a cedimenti che spesso sono inutilmente ridotti.
E’ quindi necessario disporre di metodi di analisi delle fondazioni su pali in condizioni di esercizio, sia per
prevederne i cedimenti, sia per studiare l’interazione terreno – struttura in modo adeguato ad un soddisfacente
progetto strutturale, sia per esplorare, invece, strategie di progetto alternative basate sull’uso dei pali per il
controllo dei cedimenti assoluti e differenziali.
Ed in questo verso è andata la ricerca, che ha portato, negli ultimi decenni, a mettere a punto procedure
relativamente semplici ed affidabili per l’analisi dell’interazione fra il terreno ed una fondazione su pali.
Nello stesso verso è quindi andata la nuova normativa tecnica che, rispetto alla vecchia, prevede la possibilità di
tenere conto della ripartizione dei carichi tra struttura di collegamento e pali, ed infatti al C6.4.3 prescrive che:
“Nelle fondazioni miste, le verifiche dovrebbero essere condotte a partire dai risultati di analisi di interazione tra
il terreno e la fondazione costituita dai pali e dalla struttura di collegamento, che porti alla determinazione
dell’aliquota dell’azione di progetto trasferita al terreno direttamente dalla struttura di collegamento, e di quella
trasmessa dai pali.”
Vediamo, quindi cosa accade nei casi analizzati.
Per risalire ad una ripartizione dei carichi tra struttura di collegamento e pali, in condizioni di esercizio, avevamo
bisogno di un valore di esercizio del carico agente e di conseguenza un valore di esercizio del cedimento medio.
Quindi abbiamo valutato un Qlim come quel Q che corrisponde ad un W pari al 10% della dimensione minore
della piastra B (30 cm), e che individuo come cedimento limite (WLIM = Bx10%=3cm). Adottiamo questo valore
limite poiché sia le curve sperimentali che quelle ottenute con NAPRA, non mostrano un andamento asintotico,
e ciò rende difficile l'individuazione precisa di un punto rappresentativo del Qlim. Dopo di che introduciamo un
FATTORE DI SICUREZZA pari a 2,5 e valutiamo un Qes al quale corrisponde un Wes.
Per quanto riguarda il caso studiato da El Garhy nell’articolo “Behavior of raft on settlement reducing piles”
riassumendo i risultati vediamo che:
Piastra con spessore 0,5 cm e pali L/D 50
piastra su 1 palo Qpiles/Qtot 6,79%
Qraft/Qtot 93,21%
W 11,mm
piastra su 4 pali Qpiles/Qtot 23,92%
Qraft/Qtot 76,08%
W 10,mm
piastra su 9 pali Qpiles/Qtot 47,13%
Qraft/Qtot 52,87%
W 9,mm
piastra su 16 pali Qpiles/Qtot 69,03%
Qraft/Qtot 30,97%
W 8,mm
Tabella 37 – Riassunto dei risultati in termini di ripartizione del carico su piastra di spessore 0,5 cm e pali L/D 50
L’aliquota di carico trasmessa dai pali passando da piastra su un palo a piastra su 16 pali aumenta di circa il 62%.
Questo risultato è dovuto sicuramente all’aumento del numero di pali e quindi all’aumento del rapporto Ag/A,
che caratterizza la disposizione in pianta dei pali.
s/d Ag/A
piastra su 4 pali 3 0,01
piastra su 9 pali 3 0,04
piastra su 16 pali 3 0,09
Chiaramente, di contro, l’aliquota di carico trasmessa dalla piastra diminuisce della stessa percentuale. Per
quanto riguarda i cedimenti possiamo notare che passando da 9 pali a 16 pali c’è una diminuzione di cedimento
che possiamo definire trascurabile.
Analogo risultato lo si ottiene andando ad aumentare lo spessore della piastra da 0,5 cm a 1,5 e lasciando
invariato il rapporto di snellezza dei pali:
Piastra con spessore 1,5 cm e pali L/D 50
piastra su 1 palo Qpiles/Qtot 7,01%
Qraft/Qtot 92,99%
W 11,mm
piastra su 4 pali Qpiles/Qtot 25,42%
Qraft/Qtot 74,58%
W 10,mm
piastra su 9 pali
Qpiles/Qtot 48,70%
Ag /A
Qraft/Qtot 51,30%
W 8,mm
piastra su 16 pali
Qpiles/Qtot 67,13%
Qraft/Qtot 32,87%
W 8,mm
Tabella 38 – Riassunto dei risultati in termini di ripartizione del carico su piastra di spessore 1,5 cm e pali L/D 50
Anche in questo caso l’aliquota di carico trasmessa dai pali passando da piastra su un palo a piastra su 16 pali
aumenta di circa il 60%. Chiaramente, di contro, l’aliquota di carico trasmessa dalla piastra diminuisce della
stessa percentuale. Per quanto riguarda i cedimenti possiamo notare che passando da 9 pali a 16 pali c’è una
diminuzione di cedimento che possiamo definire trascurabile.
Dopo di che abbiamo ridotto il rapporto di snellezza dei pali da 50 a 20, riducendo sostanzialmente la lunghezza
dei pali e lasciando costante il diametro. Abbiamo visto che la percentuale di carico trasmesso dai pali aumenta
passando da piastra su un palo a piastra su 16 pali, ma di una percentuale minore rispetto al caso precedente, e
più precisamente si passa da un aumento del 60% ad uno del 20%.
Piastra con spessore 1,5 cm e pali L/D 20
piastra su 1 palo
Qpiles/Qtot 1,61%
Qraft/Qtot 98,39%
W 13,mm
piastra su 4 pali
Qpiles/Qtot 6,46%
Qraft/Qtot 93,54%
W 12,mm
piastra su 9 pali
Qpiles/Qtot 13,92%
Qraft/Qtot 86,08%
W 11,mm
piastra su 16 pali Qpiles/Qtot 21,63%
Qraft/Qtot 78,37%
W 11,mm
Tabella 39 – Riassunto dei risultati in termini di ripartizione del carico su piastra di spessore 1,5 cm e pali L/D 20
Quindi, per il caso studiato da El Garhy possiamo dire che per quanto riguarda la ripartizione dei carichi tra pali e
piastra:
‐ Il carico trasmesso dai pali aumenta di percentuali che vanno dal 20% al 60% aumentando il numero di pali al di
sotto della piastra da 1 a 16 e mantenendo costante il pile spacing ratio (s/d);
‐ Il carico trasmesso dai pali aumenta all’aumentare del rapporto Ag/A, che tiene conto della disposizione dei pali
al di sotto della piastra;
‐ Il carico trasmesso dai pali diminuisce al diminuire del rapporto di snellezza L/D da 50 a 20, quindi diminuisce al
diminuire della lunghezza dei pali, dato che il diametro è costante.
Chiaramente alla diminuzione o all’aumento del carico trasmesso dai pali, corrisponde rispettivamente un
aumento o diminuzione del carico trasmesso dalla piastra.
Per quanto riguarda il caso proposto da Fattah, “Effect of pile group geometry on bearing capacity of piled raft
foundations”, riassumendo i risultati vediamo che:
Piled raft
RIPARTIZIONE DEI CARICHI
Curve Napra
Wes Qpiles/Qtot Qraft/Qtot
‐ mm ‐ ‐
1x2 (2 pali) 0,46 89,59% 10,41%
1x3 (3 pali) 0,45 93,93% 6,07%
1x4 (4 pali) 0,56 92,97% 7,03%
2x2 (4 pali) 0,85 93,53% 6,47%
2x3 (6 pali) 1,71 92,86% 7,14%
2x4 (8 pali) 1,31 92,68% 7,32%
3x3 (9 pali) 2,59 89,21% 10,79%
3x4 (12 pali) 2,57 90,65% 9,35%
4x4 (16 pali) 3,62 89,24% 10,76%
Figura 150 ‐ Ripartizione dei carichi per i vari modelli di piastre
In tutti i casi vediamo che la ripartizione del carico totale è costante e pari a circa il 90% trasmesso dai pali e la
restante parte dalla piastra. Questo si spiega con il fatto che:
‐ Il numero di pali aumenta ma nello stesso tempo aumenta l’area della piastra per cui il rapporto Ag/A rimane
costante;
‐ Il pile spacing ratio (s/d) è costante per tutte le piastre su pali, e rimane al di sotto del valore di 10, come
riportato in dati sperimentali contenuti in letteratura.
EfficienzadeigruppidipaliQuello che ci aspettiamo è che arrivati ad un certo numero di pali strettamente necessario a ridurre i cedimenti,
installare altri pali non da alcun beneficio rilevante ai fini della diminuzione dei cedimenti, quindi in qualche
modo diventa inutile ed oneroso andare ad aggiungere altri pali.
D’altronde in letteratura ci sono delle case histories nelle quali andando a fare delle analisi su fondazioni reali, e
riducendo il numero di pali, si è visto che il cedimento medio non cambia o comunque cambia di una
percentuale trascurabile. Un caso emblematico che si ritrova in letteratura è quello della pila 7 del ponte sul
Garigliano. In questo caso si è andato a studiare quale sarebbe stato il comportamento se, invece dei 144 pali
0%
10%
20%
30%
40%
50%
60%
70%
80%
90%
100%
1x2 1x3 1x4 2x2 2x3 2x4 3x3 3x4 4x4
Qpiles/Qtot , Q
raft/Q
tot
Modello di piastra su pali
Ripartizione del carico Q
Qpiles/Qtot
Qraft/Qtot
realmente utilizzati, fossero stati impiegati 1/4 dei pali. In altri termini, si è andato a studiare cosa sarebbe
accaduto se invece di progettare secondo il tradizionale approccio basato sul coefficiente di sicurezza a rottura,
previsto dalla vecchia normativa, si fosse adottato un approccio di riduzione del cedimento. Si trattava di
un’applicazione ritenuta affidabile perché eseguita con un programma di calcolo, appunto il NAPRA, ed un
modello di sottosuolo tarato, per cosi dire, sul comportamento della fondazione reale.
Figura 151 ‐ Efficienza dei pali della pila 7 del ponte sul Garigliano
La figura mostra in modo molto evidente che la riduzione del numero di pali non provoca incrementi significativi
del cedimento, anche per un numero di pali assai ridotto, passando ad esempio da 144 a 35 pali, l’incremento di
cedimento è di circa il 20%.
Questi risultati mostrano con grande evidenza le possibilità di risparmio insite in un approccio al progetto più
realistico di quello tradizionale, in cui appare evidente la possibilità di adoperare un numero di pali nettamente
minore di quello effettivamente adottato. In questo modo si risparmiano risorse e si protegge l’ambiente
giungendo ad una soluzione ottimizzata.
E ineffetti in questo lavoro di tesi abbiamo ottenuto dei risultati che vanno in questa direzione. Infatti nel caso
proposto da El Garhy, “Behavior of raft on settlement reducing piles” riassumendo i risultati vediamo che per la
piastra di spessore 1 cm e pali con L/D = 50:
L/D 50 spessore piastra 1 cm NAPRA L/D 50 spessore piastra 1 cm EXPERIM
1 pile 1 pile
Wpiled/Wunpiled 0,95 Wpiled/Wunpiled 0,87
n°pali 1 n°pali 1
4 piles 4 piles
Wpiled/Wunpiled 0,83 Wpiled/Wunpiled 0,73
n°pali 4 n°pali 4
9 piles 9 piles
Wpiled/Wunpiled 0,74 Wpiled/Wunpiled 0,64
n°pali 9 n°pali 9
16 piles 16 piles
Wpiled/Wunpiled 0,73 Wpiled/Wunpiled 0,56
n°pali 16 n°pali 16
Tabella 39 – Riassunto dei risultati in termini di efficienza dei pali L/D 50
Nel passare da piastra senza pali ad una piastra su 9 pali NAPRA mostra una diminuzione dei cedimenti di circa il
25% mentre nel successivo passaggio da 9 pali a 16 la diminuzione è trascurabile (circa il 2%). Notiamo che
NAPRA sottostima un po’ questa diminuzione rispetto alla sperimentazione di El Garhy, che mostra una
diminuzione del cedimento medio di circa il 35% nel passaggio da piastra senza pali a piastra su 9 pali, e una
diminuzione più trascurabile nel passaggio da 9 a 16 pali.
Stesso discorso quando aumentiamo lo spessore della piastra da 1 a 1,5 cm lasciando inalterato il rapporto di
snellezza dei pali:
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
0.35
0.40
0.45
0.50
0.55
0.60
0.65
0.70
0.75
0.80
0.85
0.90
0.95
1.00
No pile 1 pile 4 piles 9 piles 16 piles
Wpiled/W
unpiled
numero di pali
W piled raft/W unpiled raft piastre con t=1 cm e L/D 50
Wpiled/WunpiledNAPRA
Wpiled/WunpiledEXPERIM
Qualitativamente il discorso è analogo nel caso in cui diminuiamo il rapporto di snellezza dei pali da 50 a 20,
andando sostanzialmente a diminuire la lunghezza dei pali da 50 a 20 cm. Infatti anche in questo caso si ha una
diminuzione del cedimento medio di circa il 25 % tra unpiled raft e piled raft su 9 pali, mentre la variazione di
cedimento da 9 a 16 pali è ancora trascurabile.
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
0.35
0.40
0.45
0.50
0.55
0.60
0.65
0.70
0.75
0.80
0.85
0.90
0.95
1.00
No pile 1 pile 4 piles 9 piles 16 piles
Wpiled/W
unpiled
numero di pali
W piled raft/W unpiled raft piastre con t=1,5 cm e L/D 50
Wpiled/Wunpiled NAPRA
Wpiled/WunpiledEXPERIM
0.00
0.05
0.10
0.15
0.20
0.25
0.30
0.35
0.40
0.45
0.50
0.55
0.60
0.65
0.70
0.75
0.80
0.85
0.90
0.95
1.00
No pile 1 pile 4 piles 9 piles 16 piles
Wpiled/W
unpiled
numero di pali
W piled raft/W unpiled raft piastre con t=1 cm e L/D 20
Wpiled/Wunpiled NAPRA
Wpiled/WunpiledEXPERIM
In definitiva i risultati ottenuti sono influenzati dai seguenti rapporti:
‐ L/d che è il rapporto tra la lunghezza e il diametro dei pali, ovvero rapporto di snellezza;
‐ Ag/A che è il rapporto tra l’area occupata dal gruppo di pali e l’area della piastra, e tiene conto, quindi, della
disposizione dei pali al di sotto della piastra;
‐ s/d che è il rapporto tra l’interasse e il diametro dei pali, ovvero pile spacing ratio, che rimane al di sotto del
valore di 10, come riportato in dati sperimentali contenuti in letteratura, e che influenza la determinazione dei
coefficienti di interazione tramite la seguente funzione:
1
1log 10 , 1996
in cui i coefficienti A, B e C vengono determinati dal codice NAPRA tramite una procedura interna, che consiste
nell’interpolare linearmente i valori dei coefficienti la cui densità viene impostata con il parametro passo all’
interno del programma.
In conclusione, in primo luogo, attraverso le analisi condotte, utilizzando il codice NAPRA per lo studio delle
interazioni, si è appurato che è senz’altro possibile prevedere i cedimenti di una fondazione su pali almeno con
altrettanta attendibilità di quelli delle fondazioni dirette. A tal fine è indispensabile disporre dei risultati di prove
di carico su pali, ma anche di un’accurata caratterizzazione geotecnica del sottosuolo, in mancanza dei quali si
può incorrere in errori significativi. In particolare il modello simula in modo soddisfacente la ripartizione dei
carichi tra la piastra e i pali nella maggior parte dei casi trattati.
La disponibilità di metodi sufficientemente attendibili per lo studio di una fondazione su pali in condizioni di
esercizio, consente di sostituire al tradizionale metodo di calcolo a rottura una strategia più razionale, nella
quale, in accordo anche con la nuova normativa, ai pali viene affidato il ruolo essenziale di controllo dei
cedimenti.
Attraverso formulazioni sempre di tipo empirico si potrebbe ricercare una soluzione ottimale (anche in termini
di costi di realizzazione dell’opera), in fase di progetto, tenendo conto del reale contributo della piastra
all’interno del sistema che si è dimostrato essere tutt’altro che trascurabile. La ricerca di una soluzione ottimale
può essere fatta attraverso variazioni del numero, lunghezza e disposizione in pianta dei pali.