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Curiosità, Cronache di Gara e News dal Mondo Western 0/13 w w w . t e a m p e n n i n g b a s i l i c a t a . I t

Oltre il fence magazine - primo numero

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“Oltre il fence” è il luogo virtuale dove presentare i nostri centri ippici, dare voce ai personaggi del mondo equestre lucano, ricevere utili consigli dai professionisti del nostro settore, ripercorrere le tappe dei trekking più emozionanti, rivivere i capitoli della nostra storia western. Buon viaggio a tutti!

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Curiosità, Cronache di Gara e News dal Mondo Western

0/13 w w w . t e a m p e n n i n g b a s i l i c a t a . I t

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S O M M A R I O

EDITORIALE Viaggio virtuale nel mondo dell’equitazione americana.Un sito e un magazine per legare il popolo western della Basilicata

TREkkINGIl graffio della montagna

I CENTRIEquitazione a 360 gradi nel cuore del parco.Il Centro Agrippico Petrucco della Fattoria Sotto il Cielo ha festeggiato i venti anni di attività

MASCALCIACavalli a... piedi nudi nei boschi

BASILICATA WESTERN STORYLa lampada accesa

I CONSIGLI DEL VETERINARIORicomincia la stagione delle gare. Tu sei pronto?

PILLOLE DI HORSMANSHIPL’uomo e il cavallo, il dialogo naturale

RITRATTI WESTER LUCANIIntervista ad Annamaria Cutro

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EDITORIALEInformazioni, utilità, storie e curiosità sui personaggi del “nostro” west

Viaggio Virtuale nel mondo dell’equitazione americana.Un sito e un magazine per legare il popolo western della Basilicata

Tutto ciò che avreste sempre voluto sapere sul mondo

dell’equitazione americana in Basilicata e non avete mai osato

chiedere. E tanto altro ancora.

Team Penning Basilicata parte con un progetto ambizioso ma

possibile. Informare, divertire, incuriosire, per diffondere il più pos-

sibile la cultura del cavallo e del country life style in Basilicata.

Siamo partiti dal team penning perché è la disciplina intorno alla

quale il nostro working team si è “coagulato”, a partire dal comi-

tato organizzatore del campionato 2012 e del prossimo campionato

del 2013. Team Penning Basilicata, dunque, nasce innanzitutto

per dare ai partecipanti, ma anche ai semplici simpatizzanti, una

informazione quanto più completa possibile su date, regolamenti,

rating delle discipline americane con i vitelli. Il sito nasce anche

con l’intento di semplificare i rapporti tra gli atleti e le segreterie,

grazie ad una sezione dedicata alle pre-iscrizioni. Ma questo è stato

soltanto il punto di partenza. Immediatamente il nostro occhio di ap-

passionati è caduto anche su altre discipline, più o meno vicine al

team penning, e su tutto ciò che riguarda il cavallo e l’equitazione.

Per questo su Team Penning Basilicata troverete anche notizie

riguardo al turismo equestre, alle attività agonistiche, alle nuove

tendenze che riguardano il rapporto uomo-cavallo. E siccome tutto

questo ci è sembrato ancora poco, abbiamo pensato anche ad un

nostro magazine on line. “Oltre il fence” sarà il luogo virtuale

dove presentare i nostri centri ippici, dare voce ai personaggi del

mondo equestre lucano, ricevere utili consigli dai professionisti del

nostro settore, ripercorrere le tappe dei trekking più emozionanti,

rivivere i capitoli della nostra storia western.

Buon viaggio a tutti!

RedazioneGiovanna LaguardiaPiero CovielloEmidio FilaceMarta PiantaGiovanni Allegretti

Direttore EditorialePiero [email protected]

Direttore ResponsabileGiovanna [email protected]

Progetto GraficoMarta [email protected]

FotografiaGivanni [email protected]

Hanno collaborato a questo numeroNicola CarlomagnoMariarosaria Manfredonia

www.teampenn ingbas i l i ca ta . I t

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Esistono sentieri, che come un sottile squarcio solcano la montagna, sono

vie antiche, tracciate nei secoli dagli uomini, percorsi che si perdono nei

grovigli dei ginepri e tra gli aculei dei rovi.

Passaggi stretti e ripidi, al margine dei crepacci, di cui non conosci bene

la traccia, ti orienti con difficoltà e riesci solo ad immaginare dove ti pos-

sano accompagnare, l’affronti con il gusto dell’ignoto, quello che carat-

terizza un vero amante dei trekking a cavallo.

Il tratturo lo vedi è come un fulmine, attraversa l’argilla e spacca i calcari

per poi biforcasi a monte verso la vetta ed a valle verso il fiume.

Ed è il sentiero sconosciuto che fa riaffiorare in te il gusto di esplorare,

“ NOME DEL PERCORSO IL TRATTURO DEL BRACCONIERE

DIFFICOLTà PERCORSOALTA

DURATACIRCA DUE ORE E MEZZO

SENZA IMPREVISTI!

PARTENZA LA CORTE RANCH, ANZI (PZ)

Il graffIo della montagna Impegnativo percorso con partenza da La Corte Ranch

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treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing treKKing

per il puro piacere di conoscere dove

porta quella linea che riga il pendio della

montagna. Gli alberi ti disorientano,

cerchi dei riferimenti, un recinto, il

taglio di un bosco, una particolare

formazione rocciosa, o un vecchio

casolare abbandonato. Quando ti senti

perduto, tornano alla mente le parole

del tuo amico cacciatore, che più volte

ti ha descritto quel luogo, perché proprio

lungo quel ripido pendio ha sfidato il

cinghiale. E’in momenti come questo,

che affiorano i ricordi e gli insegnamenti

del vaccaro che conosce bene la sua

montagna e sa come guidare al pascolo

la mandria, e metti a frutto i suoi

insegnamenti. L’acqua scorre copiosa

al margine del sentiero, le piogge e la

neve caduta qualche giorno fa, hanno

reso l’argilla viscida, i passaggi non

sono semplici, il fango si amalgama

ai ciottoli e dobbiamo procedere con

grande perizia, i cavalli spesso scivolano

affrontando il pendio. Oggi c’è il sole

ma l’aria è rigida, entra nei polmoni e

punge, proprio come pungono le spine

dei rovi che troviamo lungo il sentiero.

Cerchiamo di proteggere il viso dagli

aculei, con le falde dei nostri Tumbstone

e Stetson, affrontiamo i rovi affidandoci

ai nostri cavalli, che dopo qualche

piccola esitazione si calano nei cespugli

spinosi, incuranti dei graffi e delle spine

che si conficcano nelle nostre mani e

nelle cosce. Procediamo in fila indiana,

affidandoci alla conoscenza ed alla

bravura di Nicola, ci troviamo nell’agro

di Anzi, splendido paese del Parco dell’

Appennino Lucano, ospiti della Corte

“ Avventura ad Anzi,

tra i boschi, la montagna e

la fiumara

Page 6: Oltre il fence magazine - primo numero

Ranch, di proprietà del bravo maniscalco

e penner Nicola Ciani.

Tutto intorno alla scuderia è un reticolo di

sentieri che conducono verso magnifiche

faggete, il luogo ideale come base di

partenza per trekking a cavallo dal gusto

avventuroso.

Attraversato il punto più scomodo del

sentiero, alla nostra destra si presenta

un precipizio da brivido, la traccia nelle

arenarie è davvero sottile, sono circa

quindici i metri da percorrere, lo faccia-

mo con estrema cautela. Per scaricare

la tensione ci concediamo una sosta,

la salita ripida ha messo a dura prova

il nostro equipaggiamento, smontiamo

da cavallo per sistemare sella, sotto-

sella, pettorale e ne approfittiamo per

far riprendere fiato ai cavalli. Il paesag-

gio è magnifico, il cielo è di un azzurro

abbagliante. Un sorso d’acquavite per

riscaldarci ed ora affrontiamo la discesa

verso valle. La traccia del tratturo si è

persa, deviamo verso un casolare ab-

bandonato, i rovi si sono impossessati

delle mura in pietra i rami di una quercia

escono dal tetto ed avverto un senso di

malinconia nel vedere tra i cespugli ciò

che resta del pozzo e dell’aia, la vecchia

stalla e quello che doveva essere il forno

a legna. Proseguiamo lungo il viottolo

d’ingresso del casolare, osservo il colore

scuro del legno marcio dei pali tarlati,

trattenuti dalla rete metallica arrugginita,

che un tempo componevano la staccio-

nata. Scendiamo ancora di quota, ora la

temperatura è più dolce, intercettiamo

la fiumara di Anzi, che a causa delle

continue piogge dei giorni scorsi, si è in-

grossata notevolmente, ed ha portato via

un tratto del sentiero. Fermi sull’argine

eroso del fiume, decidiamo di scendere

nell’alveo, per raggiungere la sponda

opposta dove si ricongiunge la traccia

del sentiero.

L’acqua scorre forte, dobbiamo calarci

lungo un dislivello di circa un metro e

mezzo, quasi del tutto verticale, la

cavalla di Nicola inizialmente si rifiuta,

poi dopo non poche esitazioni, tasta

con gli anteriori i ciottoli, trattenendo il

Page 7: Oltre il fence magazine - primo numero

ombre si proiettano lungo il selciato.

Ancora una volta, l’acqua si è imposses-

sata del sentiero, il guado risulta più dif-

ficoltoso del precedente, a questo punto

però non possiamo tornare indietro.

Percorriamo il passaggio con non poche

difficoltà e proseguiamo nell’alveo del fi-

ume, per circa due chilometri. L’acqua è

davvero fredda e in alcuni punti supera

le nostre ginocchia, i nostri cavalli sanno

dove mettere i piedi, ed è bellissimo as-

coltare il suono cupo degli zoccoli, che

affrontano la corrente del fiume.

Riusciamo ad intravedere di nuovo la

traccia del tratturo, usciamo dal greto

del fiume e saliamo lungo un viottolo

che porta ad un gruppo di case. Un

breve pezzo di strada asfaltata ed in

lontananza riesco a vedere la scuderia

ed i cavalli al pascolo, siamo un po’ in-

freddoliti e provati, ma tutti siamo molto

soddisfatti, mi affianco a Claudio e Pie-

ro, ci incanaliamo lungo il viale che con-

duce alla Corte Ranch. Mentre scrivo al

computer, la cronaca di questo trekking,

osservo i dorso della mia mano sinistra

e con nostalgia accarezzo la cicatrice

prodotta dell’aculeo di uno dei tanti rovi

attraversati.

Emil McFil

posteriore in modo da scivolare lungo

l’argine eroso. Guadato il fiume, Nicola,

affronta l’argine sulla riva opposta, la

cavalla con l’agilità di uno stambecco

affronta il dislivello, poi ripete il passaggio

per ben tre volte, in modo da rendere più

dolce la pendenza a noi che lo seguiamo.

Affrontiamo uno per volta il passaggio, i

nostri cavalli inizialmente si rifiutano, ma

con calma e maestria, riusciamo tutti ad

attraversare questo punto così ostico.

Procediamo per un tratto costeggiando

il fiume lungo il letto alluvionale, alla

nostra destra orografica, a guardia del

corso d’acqua vi sono degli splendidi

pioppi, la luce del sole, filtra tra i rami ed

è uno spettacolo vedere come le lunghe

Page 8: Oltre il fence magazine - primo numero

i centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri centri

centr

equItazIone a 360 gradI nel cuore del parcoIl Centro Agrippico Petrucco della Fattoria Sotto il Cielo ha festeggiato i venti anni di attività

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Equitazione a tutto tondo tra le fresche

acque del lago Pantano e i boschi rigo-

gliosi del parco nazionale dell’Appennino

Lucano.

Il Cap, Centro Agrippico Petrucco della

Fattoria Sotto il Cielo, è sicuramente uno

dei centri ippici più longevi di tutta la

Basilicata. Fondato nel 1992, vanta, in

oltre un ventennio di attività, “incursioni”

in quasi tutte le discipline dell’equitazione,

inglese ed americana. Fin dalla sua

nascita il Cap ha fatto del turismo

equestre uno dei fulcri principali della

propria attività, favorito in questo anche

dalla splendida ubicazione. Numerosi

sono stati i lunghi trekking organizzati

nel corso degli anni (anche un viaggio

di preparazione al raduno nazionale Ante

di Fiuggi nel 1995), di cui l’ultimo nel

settembre del 2012: un viaggio a cavallo

di due giorni nel territorio del parco

dell’Appennino lucano. Ma il Cap, oggi

guidato dal presidente Luigi Di Lorenzo,

nella sua lunga storia non ha trascurato

le altre discipline dell’equitazione, di

campagna e non. Ad esempio, è stato

il primo (e finora unico) centro della

Basilicata a dotarsi di un percorso di

campagna ad ostacoli, sul quale nel

1994 si sono tenute le prove di cross di

ben due concorsi completi. Il centro si è

anche distinto nel salto ostacoli, settore

oggi sotto la guida dell’istruttore Fise di

secondo livello Gerardo Datena. Lo staff

della scuola di equitazione è completato

anche dagli istruttori di secondo livello di

equitazione di campagna Luigi Di Lorenzo

e di primo livello sempre di equitazione di

campagna Paola Fiore. è del 2012, inoltre,

l’interessante progetto deniominato

“Amico Cavallo”, portato avanti con

l’associazione sportiva Old Friends di

Picerno, per l’inserimento sociale di

giovani con problemi comportamentali.

Un’esperienza che il centro spera di

ripetere anche nel 2013. Lo scorso anno

al sodalizio si è aggiunto anche Piero

Coviello, responsabile dell’equitazione

americana. E anche qui il Cap si è

distinto su più fronti. Oltre ad essere nel

comitato organizzatore del campionato

2012 e del campionato 2013 di

Team Penning, può vantare nella sua

“scuderia” atleti impegnati sui campi

di gara regionali e nazionali, come lo

stesso Coviello. Tra i programmi futuri,

oltre al Team Penning, anche il Trail

Horse. Per il presidente Di Lorenzo, del

resto, la sella western è un primo amore:

molti lo ricordano ancora, tra la fine degli

anni ‘80 e l’inizio dei ‘90, agguerrito

concorrente nelle gimkane in sella al suo

candido e smazzettatissimo Silver.

Giovanna Laguardia

“ Dall’equitazione di campagna, alle discipline olimpiche, all’equitazione

americana

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maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia maScalcia

“ La ferratura ostacola tante delle funzioni fisiologiche

dello zoccolo

cavallI a... pIedI nudI neI boschI

In lontananza avverto un rumore cupo, mi

inoltro nella boscaglia e riesco a scorgere

un branco di cavalli che capeggiati da un

magnifico stallone nero, si spostano alla

ricerca di un buon pascolo. Le femmine

osservano i puledri che si avvicinano cu-

riosi verso i rami delle querce, cerco di

approssimarmi tentando di non far ru-

more, la mia cavalla punta le orecchie

verso l’orizzonte, con le mani muovo

delle fronde e lo stallone si accorge di

noi. Mi osserva per un attimo, poi con

un fulmineo roll back si lancia al galoppo

lungo il pendio. Il giovane stallone viene

seguito senza indugio dalle cavalle e dai

puledri, e tutti senza alcuna esitazione

si gettano chi al trotto e chi al galoppo

dietro al capobranco. Decido di acco-

darmi, ma la mia cavalla scivola in più

punti, non sembra sicura,non sa dove

mettere i piedi, eppure i cavalli bradi che

ci hanno preceduto hanno affrontato la

coltre di detriti senza esitazione.

Li osservo adesso affrontare il versante

argilloso di una collina reso viscido dalle

piogge dei giorni scorsi, ed anche in

questo caso i cavalli bradi attraversano

il tratto senza alcun problema, mentre

la mia cavalla con gli zoccoli ferrati,

al trotto tende ad irrigidirsi scivolando

in più punti. Decido di far ritorno alla

scuderia e mentre percorro un tratturo

pianeggiante, mi chiedo come sia possi-

bile che dei cavalli scalzi riescano ad af-

frontare con maggiore sicurezza e senza

conseguenze terreni con caratteristiche

differenti quali la scivolosità del fango o

la durezza dei frammenti di rocce.

Avevo letto qualcosa in merito ma non

ricordo con precisione dove, poi riesco a

recuperare un vecchio articolo che par-

lava del maniscalco Jaime Jackson , lo

rileggo con calma e riesco a scoprire che

tutto ha inizio nei primi anni ’80 quando

proprio, Jaime Jackson, venne chiamato

a ferrare alcuni Mustang catturati che

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“ La filosofia del barefoot nasce dall’osservazione

dei branchi in libertà

dovevano essere adottati nell’ambito del

programma del BLM (Bureau of Land

Management, il demanio degli USA).

Quando Jaime provò a ferrarli, si ac-

corse che i chiodi si piegavano contro

la muraglia di questi cavalli selvaggi, e

dapprima si stupì, poi cominciò a chie-

dersi come fosse possibile una cosa

del genere. Così cominciò a studiare

sia l’aspetto di questi zoccoli, che la vita

che conducevano questi cavalli, che altro

non erano che i discendenti dai cavalli

delle varie ondate di europei che via via

colonizzarono il nord America, e che si

mescolarono tra loro (da cui “Mustang”,

forse dallo spagnolo “Mesteño”, miscug-

lio), dando origine a questa popolazione di

cavalli, forti, resistenti, bellissimi, forgiati

dal loro ambiente, ma non diversi geneti-

camente dai nostri cavalli domestici.

Dall’articolo poi riesco a risalire

all’associazione italiana per il piede e

la gestione naturali del cavallo Barefoot

Horse Italia (BHI), contatto il Presidente

Luca Gandini, e vengo a conoscenza che

di li a poco si terrà a Castel Lagopesole,

in provincia di Potenza, uno dei corsi

Base di Barefoot Horse Italia, mi metto

in contatto con la dottoressa Ludovica

Kowoll, organizzatrice del corso che si

terrà presso il Centro Ippico “I Cavalieri

di Bianca Lancia”, mi spiega quando e

come iscriversi al corso e finalmente

dopo mail e telefonate, ci conosciamo di

persona.

“Barefoot horse” tradotto alla lettera

vuol dire “cavallo scalzo”, ma sarebbe

meglio tradurlo come “cavallo dal piede

naturale”, dotato cioè della forma che

la natura aveva pensato per quel piede,

nonché libero da qualsiasi tipo di ferra-

tura che ostacoli le tante e fondamentali

funzioni dello zoccolo, ma non per questo

lasciato abbandonato a se stesso. Anzi,

ancor più il piede naturale deve essere

ben pareggiato e lasciato libero di raf-

forzarsi attraverso una gestione naturale

che riguardi tutta la vita del cavallo.

Emil McFil

Page 12: Oltre il fence magazine - primo numero

BaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorYBaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorYBaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorY BaSilicata WeStern StorY

Pomeriggio freddo e piovoso di novembre, la lampada accesa, agenda

aperta, stilo tra le dita, ed i ricordi mi corrono davanti. La stagione

agonistica del 2004 è terminata, ci siamo divertiti le polemiche non sono

mancate, ma tangibile sul volto di tutti i cowboys, la voglia di ricominciare

presto. Le tappe annunciate hanno subito delle modifiche, il calendario

non è stato rispettato in pieno. Tutto ciò non ha fatto altro che rendere

più emozionanti le performance. Terminate le competizioni non possono

dire altro che, noi Lucani quell’anno abbiamo organizzato davvero un bel

campionato regionale, con ben due Special Event, attirando cavalieri dalle

varie regioni italiane.

“ Pennellate di cronaca

di un anno da ricordare

la lampada accesa Il 2004, tanti Special Event e Saverio Giuzio conquista l’america

Page 13: Oltre il fence magazine - primo numero

EccO glI EPIsOdI salIEnTI dI

quElla EsalTanTE sTagIOnE.

• Domenica 27 Giugno 2004, Country

Club di Satriano di Lucania, gli

organizzatori veloci tra i partecipanti,

i saluti tra gli atleti, la musica country

di sottofondo, la brava Maria al solito

intrattiene i cavalieri ed il pubblico.

Insomma il clima d’ogni nostro evento,

i tecnici di campo coadiuvati dal Giudice

Carmine Buono, i cronometristi e lo staff

della segreteria. Io mi sono sistemato,

alla base della mastodontica quercia, che

protegge la parte superiore dell’arena

di questo splendido maneggio. Poco

distante da me Marcella, preoccupata ed

emozionata per il marito, Donato Punella,

un concorrente ricco di travolgenti

trovate, che sa spesso coinvolgere gli

addetti alla segreteria Michele e Nino,

disponibili ed efficienti come sempre.

Pole Bending, Barrel racing e Team

Penning, queste le discipline dove si

misureranno i concorrenti. Sorseggiando

una birra gelata, con il mio fedele cane

al lato ho seguito le evoluzioni di questi

bravissimi atleti che fino a tarda sera

hanno davvero saputo entusiasmare il

numeroso pubblico. Al Country Club di

Satriano, ho visto con i miei occhi, che

cos’è la sportività, grazie ad un manipolo

di giovanissimi cowboy’s.

Solo quattro i partecipanti al Pole Bending

Youth, Raffaele Buono su Dakota, Vito

Riviezzi su The Wilde Ride, Michele

Conticchio su Cikita ed ancora Raffaele

Buono questa volta su Oara.

Raffaele su Dakota, abbatte uno dei

paletti: è un no time. Vito Riviezzi, è

grintosissimo, ma qualcosa non va ed è

no time anche per lui, tocca ancora una

volta a Raffaele, questa volta con Oara,

se la gioca tutta ed è percorso netto

chiudendo in 23,818. Lo sportivissimo

Michele Conticchio a questo punto,

potrebbe aggiudicarsi ad un facilissimo

secondo posto, ma spinge Cikita a

manetta sui paletti e purtroppo è no

time, sportivamente eleganti, hanno

dato esempio di maturità ai cavalieri più

adulti. Complimenti boy’s continuate

così.

• Sono passate appena due settimane,

siamo a Luglio 2004, sabato 10 e

domenica 11 ed è Special Event a

Tito. Il campo sportivo per l’occasione

Page 14: Oltre il fence magazine - primo numero

si trasforma in arena, l’impegno dei

volontari e di tutti gli organizzatori

hanno fatto sì che la struttura sportiva si

mutasse in villaggio western.

Undicimila gli euro di montepremi,

agguerritissimi i partecipanti, venuti dal

Piemonte, dalla Calabria, dalla Puglia,

dalla Campania e dal Molise, non

me ne voglia nessuno se non è stato

menzionato. In queste due giornate di

sport Salvatore Siniscalchi non poteva

passare inosservato, in sella al fortissimo

Too fine to be true è vincitore, sin dalle

qualifiche. Il Team Ferrero dal Piemonte

mi ha colpito per la qualità tecnica dei

propri atleti. Mariangela Capuozzo

sul suo splendido cavallo arabo dal

candido manto è stata sicuramente la

più elegante in sella. Saverio Giuzio, il

nostro district director nelle due giornate

di gara ha saputo stupire il pubblico con

performance molto valide da un punto

di vista tecnico.Un continuo crescendo

quello di Saverio ed Oara. Antonio

Pascale dimostra ancora una volta che

pazienza e tenacia sono gli ingredienti

giusti per fare di un puledro un buon

cavallo. Davide Ghiara e Gianfranco

Garelli, oltre ad arbitrare con Carmine

Buono questo Special Event, con la loro

simpatia hanno elargito buoni consigli a

tutti i concorrenti.

Molto belle le performance di Emilio

Messineo, e del Campano Antonio La

Marca.

I miei complimenti vivissimi sono rivolti al

bravo Antonio Marmo che alternandosi in

sella a Sonny Bar Keen e l’indomita Jafla,

disputa davvero due giornate di gare in

crescendo. Ricordiamo, per dovere di

cronaca, che questi concorrenti a Tito

hanno sfidato Safari Play Boy condotto

dalla bravissima Lucia Adornetto.

• Il fieno è ormai nei fienili, sistemato

in rotoli o in ballette, il profumo è

ancora intenso, ne strappo un ciuffo

e assaporo con il mio olfatto il fragore

della primavera. L’intenso caldo

conferma invece che siamo ad Agosto,

ed a San Rufo, domenica 22 è tappa

del campionato di barrel racing e pole

bending. Molti dei cowboys sono tornati

dalle ferie, qualcuno ancora non è

andato in vacanza, si discute di viaggi

e progetti per l’autunno, finalmente è di

nuovo gare. Sicuramente premiati gli

sforzi, di Antonio Marmo, organizzatore

di questa tappa di campionato. Sul volto

del pubblico, si denota divertimento

e buonumore, si avverte nell’aria un

clima di rilassatezza. Si parte con il pole

bending, alla grande la performance del

padrone di casa Antonio Marmo, che si

aggiudica uno spettacolare primo posto

della prima divisione, seguito dal nostro

District Director Saverio Giuzio.

Si mettono da parte i paletti e fanno

ingresso nell’arena i barili, Antonio

Marmo agguerrito più che mai sfiora per

un pelo l’en plaine, con un bellissimo

secondo posto della prima divisione,

in sella allo splendido Sonny Bar Keen,

preceduto dal bravissimo Nicola Russillo

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si erano dati appuntamento a Satriano di

Lucania presso il Country Club. La brava

e preparatissima, Lucia Adornetto teneva

uno stage di barrel. Per niente avara

di consigli, non si è dispensata, dallo

svelare molti dei trucchi e dei segreti

fondamentali per fare di un cavallo un

buon cavallo da barrel e di un atleta un

ottimo e temuto concorrente sempre nel

rispetto della sportività. Dopo una lezione

teorica si è scesi tutti in arena per mettere

in atto ciò di cui si è discusso. Vediamo

ora cosa è successo a Calvello, ancora

una volta gli youth, le nostre promesse,

si sono distinti per sportività e grinta,

splendendo come stelle brillanti di un

firmamento equestre. E’ la gara di pole

bending, cinque i concorrenti, Giacomo

Coccorullo su Lilly Jek, Raffaele Buono

su Oara, Cristian Abbate su Danaka,

ancora Raffaele su Miss Holly Play Boy

e Cristian su Tai Step. Con grinta e

sportività si sono giocati questa disputa

fino in fondo archiviando tutti dei no time.

Ancora una volta sono stati super sportivi

regalandoci un’altra lezione di vita. Gli

open nel pole, dimostrano ancora, che

gli allenamenti e la costanza portano

ad uniformare i tempi. A classificarsi

per primo è il bravo Gerardo Dilorenzo

con un tempo di 22.07 su Shalips

preciso e velocissimo. Messi da parte

i paletti si passano a disporre i barili in

campo, ben ventisei i partenti pronti a

volare nelle girate. Little John e Vittorio

Avigliano, 17,28 il tempo, grande il

cavallo bravo è il cavaliere, chiunque li

ha visti correre sa la grinta che sanno

trasmettere. Conclusesi le gare, sotto

il cielo ammantato di stelle, un vento

piacevolmente fresco accarezzava sia

i concorrenti che il pubblico, numeroso

e partecipe come sempre. Questa

era l’ultima gara di campionato, di un

campionato bello ed entusiasmante,

ma non è certamente il nostro ultimo

anch’egli in forma smagliante. Vorrei

parlarvi adesso di un cowboy che merita

tutta la mia ammirazione, si tratta del

bravo Michele De Luca, in sella al suo

Sire, è sempre più elegante, determinato

e signorile, esempio sicuramente da

seguire.

• Ventinove di Agosto del 2004, ci

trasferiamo questa volta in un paese

bellissimo, ospitale e rigoglioso,

una giornata calda ma non afosa.

Attraversando il bosco della Sellata il

colore predominante è il verde intenso

delle querce e dei faggi e dei rigogliosi

pini. Superata località Pierfaone mi

dirigo verso Calvello, ed è qui che

questa domenica sarà gare ed è

divertimento assicurato. Nei pressi del

campo sportivo intravedo la gente che

si accomoda sugli spalti, molti i curiosi,

che si aggirano tra i cavalli ed i cavalieri.

Solo ieri 28 Agosto, molti dei cowboys,

Page 16: Oltre il fence magazine - primo numero

appuntamento, non potevamo finire così.

Ventisei di Settembre, siamo ancora

una volta a Calvello, questa volta non

affrontiamo né i paletti del pole bending

né i barili del barrel, ma affrontiamo la

buona cucina lucana, tutti amici, parenti

e simpatizzanti. è il momento più atteso,

quello della premiazione, intervallata

da una riunione dove abbiamo voluto

fare un resoconto di quello che è stato

e di quello che sarà. Un modo per

esprimere le proprie opinioni riguardanti

lo svolgimento delle gare, in modo da

fare sempre meglio negli anni a seguire,

per noi il dialogo è la formula segreta per

una crescita esponenziale. Ma passiamo

ora ai premiati si inizia con il Barrel. La

prima divisione è del bravissimo Vittorio

Avigliano, la seconda invece spetta a

Saverio Giuzio, ancora la terza è dello

spumeggiante Antonio Marmo ed ex

equo la quarta divisione se l’aggiudicano

gli sportivissimi Giuseppe Danella e

Vincenzo Sassano.

Tutti i concorrenti hanno conquistato

l’accesso alle finali del 10/12 settembre

a Travagliato (Brescia). Nel pole bending

invece la prima divisione, dimostrando

che la costanza negli allenamenti, e

l’amore per questo sport premia, se

l’aggiudica il giovane e bravo Raffaele

Buono.

La seconda spetta al grintosissimo Nicola

Russillo, a Tommaso Salvia va invece la

terza divisione. Sia nel barrel youth che

nel pole bending youth, come afferma il

giudice Carmine Buono, “non c’è storia”

Raffaele Buono (figlio del giudice) è il

primo. A Travagliato, Saverio si aggiudica

la IV divisione, l’arena di Augusta in

Georgia lo attende, si vola dunque negli

States. Sono fiero di lui perché il 6

novembre sarà l’unico componente della

rappresentativa italiana che proviene da

una regione meridionale, la Lucania

la più piccola ma come sempre la più

agguerrita.

• Sabato 2 ottobre, Special event al

Country Club di Satriano di Lucania.

Un sole di inizio autunno, torna a

Page 17: Oltre il fence magazine - primo numero

qualifiche, la tensione tra i concorrenti

aumenta, l’adrenalina si sente nell’aria,

le preoccupazioni degli organizzatori si

allentano, i cavalli sono pronti. Saverio

Giuzio seguito da tutti i partecipanti,

capeggia una bella sfilata in arena, gli

applausi del pubblico, l’entusiasmo dei

cowboy, i riflettori sono accesi su questi

atleti. Si parte come sempre con il pole

bending, tutti schizzano intorno ai paletti

con velocità e precisione, ma senza

ombra di dubbio questo è lo special event

di Salvatore Siniscalchi, determinato ed

agguerrito più che mai, forse ci teneva

in particolar modo ad essere l’icona del

manifesto pubblicitario che andrà in

stampa il prossimo anno, ora sceglieremo

una sua foto a cavallo e l’anno prossimo

sarà lui il protagonista dello special

event. Pole e Barrel indistintamente sono

di suo dominio, bravo riesce comunque

a contenere la sua esuberanza, si

tratta di un concorrente giovane, che

mostra di saperci davvero fare in queste

discipline. Ricordo con molto piacere la

sera di sabato quando i Blues Stuff con

la loro travolgente musica hanno tenuto

un concerto fino a tarda ora dove tutti

concorrenti e pubblico si sono scatenati

in balli e cori. I concorrenti della

Calabria ancora una volta hanno dato

spettacolo tutti indistintamente dagli

youth agli open. Ricordo con grande

piacere Carmelo Martino che sin dal

venerdì, ha dato dimostrazione di saper

essere un grande cavaliere, unendo

alle competizioni il divertimento e la

voglia di aggregazione. Recandomi in

questi giorni, al maneggio o in selleria,

incontrando i miei amici cowboy del XXI

secolo, riesco a leggere nei loro occhi

voglia di ricominciare presto.

I cavalli nel loro manto invernale,

l’autunno in tutto il suo splendore,

l’odore dei calcari

umidi,l’argilla bagnata e le cataste di

legna ben ordinate, pronte ad ardere,

annunciano che è tempo di prepararci

ad un nuovo campionato.

Emil McFil

splendere sull’arena in seguito ad una

perturbazione che aveva colpito la

Lucania nelle precedenti giornate ed

aveva destato qualche preoccupazione

negli organizzatori. Tanti i partecipanti

per lo più provenienti dal meridione, due

giornate in cui il vero vincitore è stato

lo spirito e la voglia di divertirsi. Al di là

della competizione, importante come

sempre, i momenti che hanno scolpito la

mia memoria sono stati l’armonia tra noi

Lucani e gli amici della Calabria e della

Campania, la voglia di stare insieme,

di fare equitazione western, con un

rispetto ed una fratellanza difficile da

individuare in altri sport. Nel primo

pomeriggio di sabato si è iniziato con le

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i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario i conSigli del Veterinario

Tra pochi mesi, l’aria dei cieli lucani sarà di nuovo pervasa dalla stagione

dei cowboys: il profumo del cuoio, la musica country, i panini con la

salsiccia, i vitelli radunati o i barili ben posizionati, gli scongiuri prima della

partenza, la fotocellula che inizia a segnare i secondi, le incitazioni del

pubblico, il cuore del cavaliere che sembra battere il tempo coprendo il

suono delle note, l’adrenalina che tiene tutti col fiato sospeso. E poi, loro,

i cavalli. Tutto si gioca in una manciata di secondi. E allora, perché non

arrivare preparati atleticamente al meglio? La differenza tra un cavaliere

professionista ed uno occasionale, non è data dal numero di anni passati

in sella o dall’ultimo riconoscimento preso, variabili troppo spesso affidate

alla soggettività o alle congiunture di un’ottima giornata: la fa l’attenzione

che si pone al soggetto cui chiediamo prestazioni così spinte ed in modo

I consIglI del veterInarIoRICOMINCIA LA STAGIONE DELLE GARE: TU, SEI PRONTO?

“ Tra pochi mesi, l’aria dei

cieli lucani sarà di nuovo pervasa

dalla stagione dei cowboys

Page 19: Oltre il fence magazine - primo numero

continuativo, per un’intera stagione.

Quando è l’ultima volta che abbiamo

preso il cavallo? Che ci abbiamo fatto?

Passare, per esempio, dalle passeggiate

(per quanto giornaliere o impegnative)

al circuito di gara, nei tempi richiesti

da una gara, non è operazione che

possa compiersi senza un adeguato

percorso di preparazione. Perché masse

muscolari così sviluppate, come quelle

dei nostri cavalli, specie se parliamo di

Quarter o Paint o Appaloosa, possano

riuscire ad affrontare il vero e proprio

allenamento migliorando la prestazione

fisica e riducendo il rischio di infortuni,

devono essere riscaldate.

IL RISCALDAMENTO

Il riscaldamento non è altro che una

serie di movimenti che preparano tutto

l’organismo, ed in particolare l’apparato

locomotore, con l’obiettivo di ottenere

il miglior rendimento durante lo sforzo

successivo. Ed è di fondamentale

importanza. La sua definizione fisiologica

è quella di incrementare la temperatura

dei muscoli e del sangue, rappresentando

la fase di transizione dal riposo all’attività

(aumentando la temperatura corporea

l’attività degli enzimi responsabili della

produzione di energia è ottimizzata,

aumenta anche l’approvvigionamento

di sangue ai muscoli e, di conseguenza,

viene favorito l’apporto di nutrienti e lo

scambio gassoso al muscolo in attività).

Gli effetti benefici del riscaldamento

sono:

• la diminuzione della viscosità

intramuscolare, ematica ed articolare;

• l’apertura del letto capillare, quindi

una migliore vascolarizzazione periferica;

• il miglioramento delle qualità elastiche

dei muscoli e dei tendini;

• l’aumento moderato degli atti

respiratori, della frequenza cardiaca e

della gittata sistolica.

• L’apparato cardio-circolatorio e

respiratorio si preparano a sopportare

un più elevato impegno lavorativo,

migliorando sia il rifornimento che

l’utilizzazione di ossigeno (diluendo

perciò la produzione di lattato durante

l’attività, riducendo l’abbassamento del

pH e quindi il fenomeno dell’acidosi);

• la prevenzione di incidenti articolari e

legamentosi;

• una migliorata attivazione del sistema

neuro-muscolare per la coordinazione

e la tecnica dei gesti sportivi e per la

velocità di contrazione muscolare.

L’acidosi rappresenta l’eccessivo

accumulo di ioni idrogeno che causa

un aumento dell’acidità, quindi, un

abbassamento del pH nel sangue e nel

muscolo, che è correlato alla produzione

di acido lattico. L’incremento dei livelli

di acido lattico è associato alla fatica

muscolare.

Di conseguenza, la fatica neuromuscolare

può portare ad una riduzione della

capacità del muscolo di produrre forza.

Il riscaldamento dovrebbe durare da

un minimo di 10 ad un massimo di 20

minuti in base al tipo di allenamento

previsto.

La durata del riscaldamento può variare

notevolmente, a seconda dell’intensità

dell’attività fisica, delle condizioni

ambientali e del livello di forma fisica dei

soggetti. Un basso grado di allenamento

aerobico richiede un breve riscaldamento,

mentre un’attività fisica potente o intensa

necessita di un maggiore riscaldamento.

Il tempo tra il riscaldamento e l’inizio

dell’allenamento non dovrebbe superare

i 10 minuti, altrimenti gli effetti positivi di

tale pratica verrebbero persi.

Il riscaldamento dovrebbe coinvolgere un

maggiore numero di gruppi muscolari,

o gruppi muscolari molto estesi,

per promuovere l’attività cardiaca e

enfatizzare il flusso sanguigno verso i

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muscoli, aumentando la temperatura

dei muscoli stessi. L’intensità

del riscaldamento deve essere

sufficientemente bassa da non portare

all’affaticamento fisico. Il riscaldamento

può essere generale o specifico.

Il riscaldamento generale consiste in

movimenti che non necessariamente

coinvolgono segmenti muscolari che

saranno principalmente reclutati durante

l’attività. Il suo scopo è quello di favorire

un incremento della temperatura

corporea, eseguendo movimenti che

richiedono l’uso di grandi gruppi

muscolari; il riscaldamento specifico

consiste nel riprodurre movimenti che

imitano l’esercizio vero e proprio che si

dovrà eseguire, favorisce un aumento

della temperatura muscolare settoriale,

e può essere applicato in sport o

attività fisiche specifiche. Per le prime

settimane di ripresa dell’allenamento,

sarebbe meglio attenersi a regimi più

bassi di lavoro, partendo anche da 5

minuti di riscaldamento generale e 5

di quello specifico, per poi aumentare

gradualmente entrambi.

Oltre che effettuare un buon

riscaldamento (l’animale deve essere

rilassato perché possano distendersi e

riscaldarsi adeguatamente i muscoli),

può rivelarsi un’ottima strategia inserire

all’interno dell’allenamento (quindi dopo

il riscaldamento), riprese di esercizio

al passo, disegnando ampi “8”, per

esempio tra due barili al centro del

rettangolo di lavoro ben distanti tra loro,

oppure mettendo lungo la sua diagonale

tre paletti da pole bending (che con la

distanza l’uno dall’altro coprano tutta la

lunghezza della diagonale).

Questo permetterà al vostro cavallo, oltre

che di prendere fiato, anche di utilizzare

meglio i muscoli della schiena, così da

rendere più fluide, precise e veloci, le

“girate” intorno al barile, se si tratta di un

barrellista, o di cambiare repentinamente

direzione, mantenendo agilità e velocità,

se è un penner. Lo stesso esercizio può

essere effettuato al trotto completamente

allungato, in un senso e nel senso

immediatamente opposto (fatto da un

solo lato non obbligherebbe il cavallo a

flettere la schiena anche dal lato opposto

e verrebbe meno la ginnastica). Non va

effettuato al galoppo, che sia canter o

peggio ancora galoppo veloce, non si

ottiene il grado necessario di flessione

ed allungamento dei muscoli sopra citati

. Una volta terminato il programma di

lavoro che vi siete prefissati ( va da sé che

per le prime settimane un allenamento,

diviso in riscaldamento ed esercizio

vero e proprio, dovrebbe durare 30

minuti costanti tutti i giorni, per passare

ad allenamenti più intensi, sempre nel

rispetto della fisiologia dell’animale e

nel desiderio di prevenire qualunque

trauma) è di altrettanta importanza fare

lo stretching, in modo da “ri-allungare”

e mantenere elastici i gruppi muscolari

più utilizzati nell’attività. L’allenamento,

specialmente se intenso, lascia contratta

la muscolatura, che perderebbe giorno

dopo giorno elasticità, se non venisse

effettuato un corretto stretching. Alcuni

lo consigliano (per le stesse ragioni)

anche pre allenamento, cioè esattamente

tra il riscaldamento e l’allenamento.

Finito l’esercizio, scendete da cavallo,

Page 21: Oltre il fence magazine - primo numero

toglietegli la sella e, ponendovi sempre

con le gambe semi flesse, i piedi ben

puntati sul terreno e, tenendo il bacino

indietro facendo perno, nei piegamenti,

sui muscoli della coscia, afferrategli uno

alla volta tutti e 4 gli arti, allungandoli

verso di voi, avendo cura di permettere

al cavallo di capire cosa gli state

chiedendo. Non forzatelo, cioè, oltre i

limiti dell’escursione dell’articolazione. Il

cavallo non deve avere paura: è essenziale

che i muscoli non siano tesi e che si

allunghino gradualmente. Ogni esercizio

richiede un tempo di 5 – 15 secondi

e va ripetuto 2 – 3 volte, articolazione

per articolazione, procedendo per bipedi

paralleli (prima i due anteriori poi i due

posteriori).

ALCUNI ESEMPI DI ESERCIZI DI STRETCHING

Una volta terminato anche lo stretching,

l’allenamento può dirsi concluso e

soprattutto completo. Non vi resterà che

regalare al vostro cavallo il suo meritato

relax dopo avergli dedicato le giuste

cure (non mettetelo mai nel box sudato,

magari dopo averlo semplicemente

dissellato) e dargli appuntamento per

un nuovo allenamento. E ora che siete

perfettamente allenati, siete sicuri non

serva altro per affrontare al meglio

l’imminente stagione atletica?

Mariarosaria Manfredonia

Page 22: Oltre il fence magazine - primo numero

HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP HorSemanSHiP

l’uomo e Il cavallo, Il dIalogo naturaleDalle luci dei best seller alla vita quotidiana in scuderia

Natural Horse Man Ship letteralmente viaggio naturale di cavallo e uomo. Volete parlare di Pat Parelli,

Monty Roberts, Buck Brannaman o altri nomi che non sto qui ad elencarvi, il “percorso” è simile:

un uomo, capace di dialogare in modo naturale, accompagna il cavallo e lo prepara alla vita “domestica”.

Quasi a prenderlo per mano e dirgli di non preoccuparsi che nessuno mangerà nessuno. Fantastico!

Pensate ad un uomo (un predatore) e un cavallo (una preda) che diventano amici, complici. Nel lavoro

con le mandrie come nel tirare l’ aratro o nell’ eseguire un pattern di reining o una ripresa di dressage

o saltare ostacoli. Molti bravi cavalieri sono bravi a fare eseguire queste manovre , solo per elencarne alcune,

ai loro cavalli con mezzi e atteggiamenti molto assortiti. Ma quante persone conoscete in grado di far si che il

cavallo desideri davvero di fare quanto richiesto? Pensate che volete andare a cavallo e il vostro cavallo non

vede l’ora.

E’ questa la grande differenza tra essere cavalieri e addestratori e essere natural horse-man.

Page 23: Oltre il fence magazine - primo numero

Vedere le cose dal punto di vista del

cavallo. I cavalli hanno un grande cuore

basta solo instillare in loro il desiderio.

Essere dei buoni leader significa mostrare

la strada e non obbligare a percorrerla.

Essere dei leader significa fare le cose

con il cavallo e per il cavallo e non

“AL” cavallo .

Non domarlo ma prepararlo. Non

costringerlo a bere ma far si che

abbia sete. Belle parole vero. Ma

se grandi cavalieri o anche i piu’

semplici frequentatori di maneggi

sono sempre piu’ interessati a questa

filosofia, a questo” modo di vedere

le cose” non credo sia solo merito del

libro e il film: l’uomo che sussurrava ai

cavalli.

Certo un best seller e un bel film

hanno fatto conoscere queste persone

speciali capaci di entrare nelle menti

di questi splendidi animali, ma sotto la

falsa maschera dello stregone, della

persona dai super poteri.

In realtà queste persone speciali

non hanno super poteri hanno

solo dedicato la loro vita ai cavalli

e ora la dedicano alle persone che

vogliono approcciarsi in modo

naturale ai cavalli. In effetti i primi a

dover imparare sono gli umani che

sono estranei il più delle volte alle

forme più elementari di comunicazione

non verbale, (linguaggio del corpo).

Si vede spesso in giro durante raduni e

gare gente che in campo ha dato mostra

di se della propria abilità equestre ma

che per il ritorno a casa ricorre a mille

espedienti per caricare il cavallo sul

trailer.

Oppure ricorre a sedativi e altre alchimie

chimiche per ferrare o tosare il proprio

equide, o più semplicemente per

“tranquillizzarlo”.

E’ un po’ come legare o sedare il

proprio fidanzato o fidanzata per farlo/a

salire in macchina o farsi toccare.

Se davvero amiamo i cavalli e il nostro è un

amore vero senza compromessi credo sia

nostro dovere perfezionare in primis la

nostra forma di comunicazione e rivedere

accuratamente la nostra leadership.

Solo così anche il cavallo ci considererà

dei buoni amici del tempo libero.

Nicola Carlomagno

“Breve introduzione alla filosofia

dell’Horsemanship

Page 24: Oltre il fence magazine - primo numero

ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani ritratti WeStern lucani

“ è salita in sella per la prima volta

a quattro anni e da allora non si è più fermata

” Chioma selvaggia, occhi ammaliatori e...

fischio paralizzante. Anna Maria Cutro è

certamente la first lady, la prima donna

del team penning lucano, sia per una

questione cronologica, visto che è stata

la prima rappresentante del gentil sesso

in Basilicata a calcare le arene in una

gara di team penning, sia per la sua

prorompente personalità, che ne ha fatto

una protagonista di primo piano della

nostra western story. Nel corso della

sua lunga carriera di amazzone non si

è fatta mancare nulla, dai trekking, alle

cavalcate storiche, all’agonismo. Tutto

con uguale ed immutata passione. Nel

frattempo ha fatto in tempo anche a

diventare mamma di due bellissimi figli,

Noemi ed Antonio, che oggi hanno 14

e 11 anni.L’abbiamo incontrata per

conoscere i particolari più intriganti della

sua storia equestre.

a che età hai avuto il tuo primo contatto con l’equitazione?

A quattro anni, grazie a mio padre Pietro

che mi ha trasmesso la passione.

Devo confesssare, però, che quella

prima esperienza in sella non fu con un

cavallo ma con un mulo.

E il tuo primo cavallo?

Non lo dimenticherò mai. Era un

appaloosa con un occhio celeste e si

chiamava Doc. Avevo sette anni quando

mio padre me lo ha affidato. Era un

piccolo puledrino di tre mesi che aveva

appena perso la madre e così mio padre

me lo ha affidato affinché lo svezzassi. E

stato con me per molti anni, con lui ho

partecipato soprattutto a manifestazioni

storiche. Un anno alla parata dei Turchi

a Potenza l’associazione Culturale Porta

Salza ci ha premiato come cavallo e e

amazzone col costume più bello.

Anche al Carnevale di Cava de’Tirreni

conquistammo un primo premio.

quando Il team pennIng sI tInge dI rosa A tu per tu con Anna Maria Cutro, la prima Lady Penner della Basilicata

Sopra: Annamaria al provino per l’attore Giuliano Gemma

Sotto: Annamaria alle prese con il Barrel Racing

Page 25: Oltre il fence magazine - primo numero

E poi che fine ha fatto doc?

Direi una bella fine, visto che dopo

alcuni anni è stato venduto all’attore

Giuliano gemma, protagonista di tanti

western all’italiana. In quell’occasione

ebbi anch’io l’occasione di diventare

attrice. Gemma mi volle per un provino,

che feci con successo a Cava de’ Tirreni.

Mio padre però si oppose all’idea che io

calcassi il palcoscenico e così rimase

solo un sogno nel cassetto.

sei stata la prima donna a partecipare anche alla corsa di sant’antonio a Pignola, sentitissimo “palio” della Basilicata...

Si,è vero. Con Doc ho fatto diverse

edizioni, ma la prima volta, in realtà,

ero proprio una ragazzina, appena dieci

anni, in sella ad un argentino di nome

Ramon. La stessa età che oggi ha mio

figlio Antonio che dall’anno scorso ha

cominciato a partecipare.

E l’incontro con il mondo dell’agonismo? Il team penning è stato il tuo primo amore o hai provato qualche altra disciplina prima?

La prima esperienza agonostica l’ho

fatta nel 2001, quando c’è stato il primo

special eventi del mondo western a

Satriano. Mi sono cimentata nel barrel

racing con il mio cavallo di allora,

Skipper, ma le prove di velocità non mi

hanno preso il cuore. Così ho deciso di

provare il team penning, che trovo molto

più entusiasmante, perché si crea un

vero affiatamento con il cavallo, con i

vitelli e con i compagni di gara.

Il team penning ti ha subito presa moltissimo...

Si. Per un paio di stagioni, nel 2003/2004

sono andata a montare all’Horse Point

di Forenza, da Vittorio Avigliano. Il mio

secondo figlio Antonio era piccolisssimo

e arrivare a Forenza era una vera

impresa, con passeggino, pannolini e

biberon al seguito. Poi, non avendo la

possibilità di montare a casa, mi sono

trasferita a Tito Scalo alla Collinetta con

Antonio Pietrafesa. Al culmine di quella

stagione ho fatto un primo e un terzo

posto in uno speciale event in Campania

in team con Antonio Petrafesa e con mio

marito Rocco.

Manchi dalle scene agonistiche da un paio di stagioni, a quando il rientro?

Purtroppo non è stato un periodo

facilissimo per me, per vari motivi, e

quindi sono stata costretta ad una pausa

forzata dall’agonismo, ma spero di poter

tornare a gareggiare già da questa

stagione.

Pausa dall’agonismo, ma non certo pausa dai cavalli...

Certo che no. Quelli fanno parte della

famiglia. Per me sono come degli

altri figli. Pensa che a Natale porto il

panettone anche a loro. Sono i cavalli di

famiglia!

quando Il team pennIng sI tInge dI rosa A tu per tu con Anna Maria Cutro, la prima Lady Penner della Basilicata

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