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Curiosità, Cronache di Gara e News dal Mondo Western
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Oltre Il Fence Anno 1/ N. 0 in attesa di registrazionePubblicazione mensile / Dicembre 2013
RedazioneGiovanna Laguardia / [email protected] Coviello / [email protected] Filace / [email protected] Abascià / [email protected] Pianta / [email protected] Allegretti / [email protected]
Direttore EditorialePiero Coviello
Direttore ResponsabileGiovanna Laguardia
Progetto GraficoMarta Pianta
FotografiaGiovanni Allegretti
Hanno collaborato a questo numeroMariarosaria ManfredoniaNicola CarlomagnoPer le foto del trekking: Delia Grassi
Errata corrige:Oltre il fence n.8 mese di Novembrearticolo finale Barrel Racing e Pole bending
Primo posto III divisione Campionato regionale Pole bending Open: Mario Fornarini su Fiammetta
EDITORIALE Cronaca di un appuntamento mancato
OLTRE IL fENCE, un anno da ricordare
I CENTRICentro ippico Ferretti
BAREfOOTUn’alimentazione da atleta
BASILICATA WESTERN STORYIl Western show sbarca a Potenza
TREKKINGCavalli e tradizioni nelle valli di Comacchio
Il maniscalco che amava il trekking4 chiacchiere con Giuseppe Berardone
VETERINARIAProfessione: il medico veterinario
CON GLI OCCHI DEL GIUDICESef e Fitetrec ante, scopriamo le differenze
PILLOLE DI HORSEMANSHIPFinalmente si sale in sella
RITRATTI WESTER LUCANIIntervista a Sergio Di Benedetto
BARREL RACINGFuturity, Pascale reserve champion
TEAM PENNING Antonio Marmo, il principe dei Futurity
COUNTRY MUSIC Nashville, la città dalle mille note country
CAVALLI CAMPIONIMister Smarty Linx Mr: il grigio che piace alle...donne
RADUNIViaggio alla scoperta dell’antica Salvia
SOMMARIO
EDITORIALE
Quest’anno nessun atleta del team penning ha rappresentato la
Basilicata nell’arena della Fiercavalli Verona, giunta nel 2013 alla sua
centoquindicesima edizione. Un’assenza che, soprattutto alla luce degli
ottimi risultati del 2012, quando la rappresentativa lucana alla Coppa
delle Regioni, per la prima volta al completo con quattro squadre, aveva
conquistato un lusinghiero quinto posto e una squadra tutta lucana aveva
addirittura vinto il trofeo Challenge, deve far riflettere.
Per la cronaca, gli eroi dell’edizione 2012 erano stati i componenti dei
seguenti team: Basilicata 1 con Vittorio Avigliano/Romeo Avigliano/Michele
Zotta (vincitori anche del Challenge), Basilicata 2 con Nicola Ciani/ Donato
Punella/Angelo Gravina, Basilicata 3 con Beniamino Straziuso/Piero
Coviello/Antonio Pietrafesa e Basilicata 4 con Rocco Laccertosa/Antonio
Capece/Antonio Flore. Guardando a questi risultati, l’assenza diventa
davvero pesante, per tutti gli appassionati delle discipline dell’equitazione
americana. Quali siano state le motivazioni individuali che hanno spinto i
nostri atleti a disertare l’arena veronese è difficile da immaginare. Di certo
una motivazione di carattere generale ha pesato fra tutte. Una “brutta bestia”
che sta comprimendo e riducendo ai minimi termini l’intero movimento
sportivo in Basilicata e non solo. Stiamo parlando, naturalmente, della crisi
economica che da qualche tempo sta attanagliando l’Italia e che nel 2013 si
è ulteriormenente aggravata, costringendo tutti i lucani a tirare la cinghia e
a ridurre le spese per il divertimento, nel caso degli atleti non professionisti,
e per gli investimenti nel caso di quelli professionisti. Un problema che
non riguarda soltanto la disciplina del team penning, ovviamente. Prova
ne sia che anche i “cugini” degli speed events hanno quasi tutti disertato
l’appuntamento di Verona, lasciando il solo Tonino Pascale a rappresentare
NessuNa rappreseNtativa Nel team peNNiNg, uN solo atleta Negli speed eveNts
CronaCa di un appuntamento manCatoNel 2013 per la prima volta i cavalieri lucaNi disertaNo la fiera di veroNa
aGenda deL meSe
BarreL raCinG e poLe BendinG15/17 novemBre
Campoionato itaLiano e trofeo deLLe reGioni fitetreC-ante
C.i .Lo SCoiattoLo pontedera (pi)
team penninG 17 novemBre
ore 14.00 2ª tappa Campionato invernaLe team penninG
La fazenda aLexandra – Crotone
eventidomeniCa 17 novemBre
daLLe 9.30 aLLe 16.30eSCurSione miCoLoGiCa Guidata
preSSo iL rifuGio montano “La faGGeta” a maLBoSChetto
(LatroniCo).
fitneSS domeniCa 1 diCemBre
1° raduno di turiSmo equeStre
CavaLCando Con i BrotherS oLiva
SCaLa – CoStiera amaLfitana (Sa)
fiere 13/14 diCemBre
5° edizione di Country ChritSmaS
quartiere fieriStiCo pordenone
risultati e dal possibile tornaconto personale. Allora forse
dovremmo andare tutti a lezione dai ragazzi del Trentino
Alto Adige, che nel 2013 per la prima volta hanno portato
una propria rappresentativa alla Coppa delle regioni a
Verona. Dodici ragazzi tutti giovani, maschi e femmine,
eleganti nelle loro camicie a scacchi bianche e turchese,
puliti nella loro equitazione, scesi in campo senza paura
a confrontarsi con le “vecchie volpi” del team penning
nazionale, senza badare al risultato, ma solo con la voglia
di esserci e di crescere e di far capire a tutti che il Trentino
Alto Adige del Team Penning c’è. Se non è spirito sportivo
questo....
Giovanna Laguardia
la Basilicata sullo scenario nazionale (un rappresentante
davvero di... lusso, comunque). Un problema generale che
in questa disgraziata stagione 2013 ha appesantito l’aria
per tutte le federazioni sportive. Dal calcio, alla pallavolo al
basket, dove si è faticato davvero tanto a trovare... volontari
per completare gli organici dei campionati regionali e in
qualche caso la mancanza di sponsor ha impedito di
allestire roster competitivi. Una sponsorizzazione, invece,
per la partecipazione lucana alla Coppa delle regioni a
Verona, in extremis, era stata trovata, grazie al paziente e
certosino lavoro di una parte del comitato organizzatore.
Una sponsorizzazione che avrebbe permesso di coprire
una buona fetta delle spese. Anche in questo modo, però,
i cavalieri lucani non se la sono sentita di partire per la
impegnativa trasferta veronese. Allora forse bisogna dire
che, oltre al “contante”, è mancato un po’ di quel senso
di appartenenza che spinge un atleta a superare tutte le
difficoltà se in gioco c’è la rappresentanza della propria
terra d’origine in una competizione tricolore. Non localismo
ma orgoglio lucano. Quel sano spirito di gruppo che
spinge a smussare tutte le differenze e le rivalità, quando
in gioco c’è la bandiera della propria regione. Quella
voglia di esserci e di confrontarsi, di portare la propria
esperienza comune sugli scenari nazionali che spinge a
scendere in campo e a dare il meglio, a prescindere dai
Cari amici,
è passato ormai quasi un anno da quel nove marzo, quando, durante il gran
galà inaugurale della stagione del team penning alla sala Arcobaleno di
Brindisi di Montagna, ci presentammo all’attenzione degli appassionati del
mondo del cavallo, con un po’ di emozione ma anche con tanto orgoglio,
per essere riusciti a mettere nero su bianco un pezzetto della nostra storia,
partendo dalla nostra disciplina di riferimento, il team penning, ma andando
anche oltre, per esplorare tutto l’universo cavallo, dal barrel racing al
trekking, alla gimkana. E non abbiamo intenzione di fermarci qui.
Abbiamo raccontato i personaggi che hanno fatto grande l’equitazione
della Basilicata, i centri ippici che lavorano quotidianamente per mantenere
attivo il movimento equestre. Abbiamo cercato di farvi rivivere, attraverso
le parole e le immagini le emozioni delle sfide più rilevanti che la cronaca
sportiva ha offerto durante la stagione. Abbiamo pennellato i paesaggi
della Basilicata e di altre regioni italiane, per farvi assaporare il gusto del
trekking. Abbiamo provato a fornirvi notizie ed utili spunti di riflessione sulla
gestione naturale del cavallo, sulle patologie veterinarie, sulla ferratura e
sulle moderne tecniche di barefoot, grazie al prezioso apporto dei nostri
collaboratori fissi Nicola Carlomagno e Mariarosaria Manfredonia. In questi
mesi siamo anche cresciuti. Il nostro giornale si è arricchito di nuove
oLtre iL fenCe, un anno da riCordare
la
re
da
zi
oN
e
Piero
Giovanna
Emidio
Giovanni
Marta
Grazia
“un anno da ricordare”, come recitava il titolo di un
celebre film sulla storia del purosangue Secretariat, tanto
per rimanere in tema equestre. Un anno di successi che
ci spinge a continuare e a fare sempre di più e sempre
meglio per raccontare la nostra piccola, grande comunità
equestre e per raggiungere insieme a tutti voi sempre
nuovi traguardi.
La redazione
rubriche, da “cavalli campioni” (tanto per ricordarci che
il protagonista assoluto del nostro magazine è sempre
lui, il cavallo), fino a “con gli occhi del giudice”, un vero
punto di riferimento per la miglior comprensione dei
regolamenti di gara, passando per “ il viaggio nel mondo
della musica country” guidato dalla nostra Marta e per
“i trekking dei lettori”, che ci ha portato anche una new
entry in redazione, Grazia Abascià. Nel corso dei mesi
abbiamo ricevuto innumerevoli testimonianze di interesse
ed apprezzamenti per il nostro magazine, sia da parte
di cavalieri e amazzoni, sia da parte di non addetti ai
lavori, che non hanno mancato di notare la serietà degli
approfondimenti, l’ottima fattura degli articoli, l’eleganza
del progetto grafico, la suggestività delle fotografie.
Un risultato che non può che farci immeso piacere.
Insomma, per noi di Oltre il Fence il 2013 è stato davvero
i Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri
EquitazionE d’élitE con vista lagoI grandi eventi sono da sempre la vocazione dell’Azienda ferretti al Pantano
Nasce tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del secolo scorso come
circolo ippico La Briglia, affiliato Fise, annesso all’azienda agricola e agrituristica Ferretti
a Pantano di Pignola. Una felice intuizione sullo stretto legame fra tradizioni agricole ed
equitazione come mezzo per promuovere il territorio. Fin da subito si caratterizza per la
fascia alta del servizio offerto e per la propensione verso l’élite dell’equitazione, ovvero il
salto ostacoli praticato ad alto livello. Scuderie moderne ed ariose, due campi ostacoli,
di cui uno illuminato, una elegante club house in legno, spazi esterni estremamente
curati, istruttori di fama nazionale, fra i quali Giovanni Losito, Massimo Tozzi e Fabrizio
De Vivo. Per molti anni il circolo ippico La Briglia è stato il vero “motore” dell’ostacolismo
in provincia di Potenza. Tanto da meritare, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del
2000, di essere designata quale tappa del circuito classico che l’allora Unire (Unione
nazionale italiana incremento razze equine), riservava ai giovani cavalli da salto ostacoli di
produzione selezionata. Per l’occasione
il circolo La Briglia allestì anche un
campo da salto ostacoli in erba. Era la
prima volta che il circuito Unire sbarcava
in Basilicata. In seguito l’onore di
ospitare il circuito nazionale in Basilicata
è toccato solamente per un paio di anni
alle Masserie del Falco di Forenza. Ma,
in tema di grandi eventi, il centro della
famiglia Ferretti non si è limitato ad
ospitare l’equitazione “english”. In tempi
più recenti ricordiamo, infatti, un paio di
memorabili edizioni di Basilicata Country
& Co., kermesse dell’equitazione e del
country life style organizzata da LA
Vaccariccia di San Chirico Nuovo, che
ha portato alla ribalta delle cronache
numerosi piccoli centri della Basilicata
e che nel 2008 e nel 2009 è stata
ospitata proprio nell’elegante struttura
di contrada Pantano. Nel 2008, dal 31
maggio al 2 giugno, il centro Ferretti
ha ospitato la quinta edizione della
manifestazione, con tre giorni di gare,
show, dimostrazioni ludico-sportive,
momenti di aggregazione, con il cavallo
come grande protagonista, ma anche
con finestre su altri sport, sempre legati
alla natura e al verde, come tiro con
l’arco, arrampicata libera, parapendio,
e su agriturismo, turismo rurale e
allevamento. Il bis nel 2009, il 25, 26 e
27 con la VI edizione di Basilicata Country
& Co, con gare di numerose discipline
della monta western, dal barrel racing,
al pole bending al team penning.
Giovanna Laguardia
“Fra i centri ippici lucani è tra quelli che vantano
le più antiche tradizioni
”
Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefoot Barefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefootBarefoot Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot
“Barefoot: l’importanza del giusto equilibrio
negli elementi nutritivi
”
un’alimEntazionE da atlEtaLa performance sportiva come base per calcolare la razione
Con l’aiuto del dottor Alberto Barozzi,
proseguiamo nel nostro viaggio
attraverso le relazion i tra piede scalzo ed
alimentazione.
Parliamo di razionamento e fabbisogni dei
cavalli, parametri fondamentali che non
vanno sottovalutati in quanto, tengono
conto di molti fattori che determinano
la buona funzionalità del piede e di tutto
l’apparato muscolo scheletrico del cavallo.
Di fondamentale importanza è farsi
seguire da un veterinario alimentarista,
senza improvvisare o seguire i consigli
di allevatori o pseudo tali, che spesso si
trasmettono di scuderia in scuderia.
Stabilire a priori un razionamento senza
conoscere i parametri di riferimento,
lavoro, età, peso del soggetto, non è
assolutamente possibile. Avere queste
informazioni per costruire un programma
alimentare è fondamentale, anche perché,
essendo un programma dinamico, varia
in funzione della variazione dei fattori
che lo compongono, e deve essere
organizzato in base ad un obbiettivo.
Ad esempio, il peso ottimale che viene
stabilito dall’alimentarista con valutazioni
complessive ben precise, sarà in funzione
di un’attività’ sportiva determinata, oppure
funzionale ad una crescita ponderale
del puledro nel rispetto della crescita
fisiologica delle ossa e delle cartilagini,
o ad una gravidanza o altro ancora. I
parametri sono:
Individuali genetici: peso, razza, età, sesso
Individuali fisiologici: accrescimento, gravidanza, stato di salute generale
Individuali esterni: lavoro
Esterni: clima
Per ciascuno dei parametri elencati,
è necessario determinare i fabbisogni
relativi; oggi possediamo riferimenti sicuri,
almeno per una parte di essi, derivanti
da sperimentazioni fatte su di un elevato
numero di soggetti che permettono un
grado di precisione molto accurato.
Sono i seguenti:
energia complessiva, proteina grezza,
carboidrati e fibre, lipidi, vitamine
liposolubili A,D,E,K,F, calcio, fosforo,
magnesio, cloro, sodio, potassio, ferro,
rame, zinco, manganese, selenio, zolfo,
cobalto, iodio, vitamine idrosolubili gruppo
B, H, PP, aminoacidi principali, acqua.
I fabbisogni relativi, che derivano dall’analisi
di centinaia di migliaia di soggetti, sono
stati raccolti e coordinati in banche dati
costantemente aggiornate. L’analisi di
queste informazioni rende possibile, oggi,
la determinazione dei reali fabbisogni dei
cavalli, siano essi galoppatori, trottatori,
cavalli da salto, da dressage, fattrici,
puledri e così via.
Man mano che la sperimentazione
prosegue, si vanno determinando
anche i fabbisogni relativi a minerali
meno conosciuti, come oro, argento,
alluminio, piombo ecc. La zootecnia, ha
oggi raggiunto livelli di perfezionamento
molto alti, infatti, per quanto riguarda gli
animali da reddito come bovini, suini,
volatili, la tecnica alimentare è molto
avanzata, il dietologo-alimentarista è in
grado di far raggiungere i massimi livelli
di produzione utilizzando alimenti diversi.
L’alimentazione, riconosciuta ormai come
fondamentale pilastro delle alte produzioni,
è una scienza, e nulla è lasciato al caso.
Nel mondo del cavallo le cose non sono
così semplici, in linea di massima il cavallo
non entra a far parte degli animali da
produzione zootecnica, nel senso che non
viene collocato allo stesso modo del bovino,
del suino o dell’ovino. Se pensiamo ad un
cavallo, lo immaginiamo come ardente
destriero e non certo come produttore di
latte o, ohimè, di altro. Non collocandosi
come animale da reddito, non rientra
nei canoni tradizionali dell’allevamento.
La fantasia sostituisce la tecnica, e le
emozioni dell’uomo, passione, estetica,
soddisfazione, amore, anche presunzione,
conducono la vita del cavallo. Non
sempre, però, ciò è bene ! Le esperienze
maturate in anni ed anni di vicinanza e di
conoscenza stretta del cavallo, non sono
assolutamente da mettere in discussione;
chi ha convissuto per una vita con questo
animale, ha ormai ben poco da imparare.
La tecnologia moderna ha fatto, però,
passi da gigante, lo verifichiamo nell’uomo,
che oggi dispone, ad esempio, di una
tecnica medica inimmaginabile solo 25
anni fa. Quindi, ove è possibile, contribuire
vantaggiosamente al miglioramento e al
buon mantenimento del cavallo, è una
cosa decisamente ben fatta. L’allevatore
che si dedica alla produzione zootecnica
propriamente detta, bovini da latte ad
esempio, oggi si avvale esclusivamente
di tecnici alimentaristi per determinare
il regime alimentare dei propri animali;
questo lo fa nonostante provenga da
esperienze anche di molte generazioni.
Una razione per un animale da reddito,
fa fronte ai seguenti fabbisogni:
mantenimento, stare in piedi, alzarsi
e coricarsi, spostarsi, assumere e
masticare l’alimento, digerire l’alimento
stesso, assorbire e assimilare i principi
nutritivi, produzione, crescita, gravidanza,
latte, lavoro, lana, uova, piume. Il cavallo
presenta un importantissimo elemento in
più: la “performance sportiva”. E’ questo
elemento che necessita di attenzioni
particolari; se non è ben valutato, l’errore
farà ingrassare o dimagrire, correre più
piano, saltare poco o perdere energia
dopo il primo giorno di gara. Per lo sportivo
professionista, tennista, ciclista, calciatore,
ci si avvale sempre del dietologo per
migliorare le prestazioni, i risultati raggiunti
oggi sono da attribuire, in buona parte, ad
una corretta alimentazione. Per il cavallo
è la stessa cosa, se lo vogliamo avere in
perfetta forma è necessario l’intervento di
un esperto. L’alimentazione deve essere
adatta al tipo di attività sportiva che viene
praticata, per il cavallo da trotto o da
galoppo o da salto è necessario fornire
energia che verrà utilizzata in un tempo
brevissimo, pochi minuti, ossidazione
anaerobica quindi, grande consumo di
glicogeno, e accumulo di acido lattico che i
muscoli devono essere in grado di smaltire
rapidamente. Il cavallo da dressage,
facendo un lavoro diverso, con ossidazione
aerobica, può utilizzare i grassi per avere
energia, quindi può “essere fasciato” di
più, non troppo, però ! Il cavallo sportivo
NON deve essere grasso; al pari dell’uomo.
Un tennista non sarà mai grasso, eppure è
in grado di sostenere partite lunghissime
con sforzi muscolari notevolissimi. Il
puledro troppo grasso avrà, da adulto,
problemi alle articolazioni nell’attività
sportiva futura. Eppure tutti sostengono
che il cavallo deve “pagare l’occhio” come
si dice in gergo, non deve avere la “riga
della fame”, e soprattutto deve essere ben
pieno nella zona sopra la grassella, alla
fine della pancia per intenderci. In realtà
quella zona, che spesso si presenta con
un incavo anche marcato, non dipende
dall’alimentazione, ma al lavoro, infatti
un cavallo poco muscolato, non allenato,
vede diminuire naturalmente le proprie
masse muscolari, più erano sviluppate e
più diminuiscono.
Emidio Filace
BaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeSt
“ Tre giorni di manifestazioni
e grande divertimento
organizzati dall’Ibha
”
Anno 2006, mese di giugno, giorni 23, 24 e 25, la location, Centro Sportivo
di Macchia Giocoli, di Potenza. L’Evento è il Potenza Western Show,
organizzato dalla IBHA (Italian Barrel Horse Association), associazione
tutta lucana di barrel racing e pole bending, che ha saputo mettere in piedi
grazie ad un apparato organizzativo davvero magnifico, una tre giorni
interamente dedicata al barrel racing, al pole bending ed al team penning.
Non sono mancati gli spazi espositivi, l’ottima birra e il divertimento che
è stato assicurato dal toro meccanico e dalle ragazze coyote che hanno
coinvolto tutti con i loro passi di linee dance e la musica country suonata
da diverse band che la sera si sono esibite per allietare le calde serate di
fine giugno. Oltre un anno di organizzazione e fatica, ma gli sforzi sono
stati ripagati dalla grande partecipazione dei cavalieri provenienti da tutta
Italia, e dal grande successo che la manifestazione ha riscosso in termini
di pubblico e spettacolo.
Il sabato si comincia con il Pole Bending. A regolare tutti è Giovanni Adamo
su Double Bar Peppy, il tempo è buono, 22:168, ma a stupire chi non lo
conosce è il giovane Carlo Ariete su Niven, solo due decimi lo separano
dalla vittoria. Terzo è Marino Tindaro. La seconda divisione è appannaggio
di Alberto Marino che precede Saverio Giuzio. In terza divisione vince
il wEstErn show sbarca a potEnzaNel 2006 per la prima volta la città capoluogo protagonista di un grande evento
il giovane Donato Danella davanti a
Mariano Gnasso e Giuseppe Danella.
Il Barrel Racing vede una gara tirata
fino all’ultimo, il campo è grande,
veramente grande, il fondo è buono, i
giudici Carmine Buono e Patrizia Fiorillo
pongono i barili sulle massime misure.
Sulle ali di un tifo verace il titese
Raffaele Buono, Futurity Champion in
carica, con Miss Olly Playboy ferma
il cronometro su 17”390, per solo 5
millesimi Matteo Bergamini su DC Ibea
Dunit è secondo, ma, come spesso usa
fare, si aggiudica anche la terza piazza
su Kiss. In seconda divisione Giovanni
Adamo su Eros Side Up precede Marino
Tindaro su Silver Dooker, terzo Stefano
Franchini su Sugar, oggi Marino Tindaro
sembra un esattore, implacabile si
presenta a riscuotere anche per la
vittoria nella terza divisione, secondo
è Pasquale Palmieri su Shalips e
terzo Luigi Orsi su Royal Daw Jessy.
In quarta tornano i lucani, Antonio
Pascale su Mufasa vince davanti ad
Antonio Nardozza su Pepita, al terzo
posto Antonino Sciammetta su Wolf.
La serata vede il nostro Chief Editor,
Dario Bezzi, invitato per l’occasione
dagli organizzatori, impegnato insieme
alle autorità locali nelle premiazioni.La
notte prosegue con musica country e lo
spettacolo di linee dance delle ragazze
coyote,spettacolo organizzato sempre
dalla premiata ditta Saverio & Co.
Per le gare ci si rivede la domenica
pomeriggio il montepremi è lo stesso
del sabato, da leccarsi i baffi. La
temperatura è sempre calda, la voglia
di gareggiare altrettanto, subito in
campo la Open di Barrel, il campo
tiene bene e si prevedono tempi
in discesa. Questa volta Matteo
Bergamini non ci si accontenta del
secondo posto: decide di vincere con
17”206 e si piazza anche al secondo
posto! Quello che impressiona è che i
cavalli arrivano nella stessa sequenza
e con il solito minimo distacco. Al
terzo posto Giuseppe Intonaco su King
Super Star. Non ci stupiamo della
cosa: il giorno prima era appollaiato al
quarto posto, aspettava solo di fare un
passettino avanti. In seconda divisione
vince Stefano Franchini su Sugar
seguito da Christian Basile su Cody e
Gigi De Felice su Play Girl. Carlo Ariete
continua a piazzare risultati e vince
la terza divisione su Sonny Bar King
precedendo Giovanni Cerilli su My
Impress Black e terzo Luigi Orsi che
ha fatto l’abbonamento con questo
piazzamento. La quarta divisione vede
premiati il vincente Donato Danella
su Idis, davanti al simpaticissimo
Carmelo Martino su Havana Sweet,
al terzo posto una new entry, Donato
Genovese su The Cloud Of Dakota.
Ben 28 gli Youth che si presentano in
arena, Raffaele Buono non ripete gli
errori della Open e stacca il Best Time
della manifestazione con 17”055,
Raffaele ed Olly escono tra gli applausi
del pubblico. Il più vicino è Cristian
Abate con Tay Step ed ancora un
terzo posto per Luigi Orsi su Royal.
Per i Novice, veramente alle prime
gare, vince Carmelo Votta che porta a
casa anche il secondo posto, al terzo
posto Rosa Postiglione. Tornano in
campo i paletti per la Youth e vince un
nome nuovo, Elisa Colella, seguita da
Raffaele Buono e Cristian Abate. Tra i
Novice vince Emilio Azzato davanti a
Michele Pessolano e Antonio Pecora.
Emidio Filace
treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG
cavalli E tradizioni nEllE valli di comacchioLa stagione 2013 del Club Italia Trekking equestre si chiude a Riolo Terme
“ Sport, cultura e gastronomia
nel gran finale organizzato
dall’associazione
”
Sport, cultura e gastronomia per il gran finale della stagione 2013
del Cite, Club Italia Trekking equestre, con un trekking che ha messo
daccordo cavalieri ed accompagnatori, alla scoperta del suggestivo
parco regionale della Vena dei Gessi e delle Valli di Comacchio, dal 10
al tredici ottobre scorsi. Anche nell’ultima tappa (le cinque precedenti
si sono tenute a Cuneo, sulle colline del Barolo, sul lago di Bolsena,
fra Toscana e Lazio, sulle Dolomiti del Brenta in Trentino, nel parco
nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e sulla Sila in Calabria), i fedelissimi
del Cite al loro arrivo a Riolo Terme, in provincia di Ravenna, sono stati
accolti dalla pioggia, che è stata compagna fedele di molte avventure
equestri nel corso del 2013. Il maltempo, comunque, non scoraggia i veri
appassionati di equitazione di campagna e così è stato anche in questo
caso. Al loro arrivo a Riolo i cavalieri, provenienti da tutte le parti d’Italia
e di tutte le età, dai venti agli oltre ottant’anni, sono stati accolti con una
sorta di “aperitivo culturale”, la visita guidata alla rocca sforzesca di
Riolo Terme, antica roccaforte della Valle del Senio, che sorse insieme
al suo borgo sul finire del XIV secolo, come presidio per opera della
città di Bologna, sede municipale fino al settembre 1985 ed oggi museo
medioevale. Il giorno successivo, nonostante il tempo grigio e uggioso,
impermeabili alla mano, tutti in sella verso località Monte Battagliola, con
un percorso collinare dolce e gradevole, reso tuttavia un po’ scivoloso ed
insidioso dalla pioggia. Col passare delle ore, però, la situazione meteo
va migliorando ed i cavalieri arrivano
al punto tappa in agriturismo, dove li
attende un pranzo davvero luculliano a
base di pasta di casa al ragù ed altre
specialità locali, sotto un bel sole.
Il giorno dopo, il sabato, cavalieri ed
accompagnatori si riuniscono per una
giornata dedicata all’arricchimento
culturale: tutti in autobus a Comacchio
dove è in programma la visita al museo
della nave romana, rinvenuta nel 1981
in località Valle Ponti a pochi chilometri
da Comacchio. Di epoca imperiale (fine
del I secolo a.C.), la nave era destinata
al commercio fluviale e avrebbe dovuto
risalire il delta del Po per raggiungere
i mercati interni della pianura Padana.
Il suo naufragio presso l’antico litorale
romano, molto più arretrato rispetto a
quello odierno, e il rapido insabbiamento
hanno consentito la conservazione
per duemila anni dell’intero carico.
Di grande interesse anche la visita
alla Manifattura dei Marinati, l’antica
fabbrica che ha rimesso in moto l’intero
ciclo di lavorazione delle anguille e
delle acquadelle. Nel pomeriggio,
dopo un pranzo a base, ovviamente,
di anguilla, tutta la comitiva ha potuto
toccare con mano le dure condizioni
di vita dei pescatori di anguille nel
secolo scorso, con una gita in battello
nelle Valli di Comacchio. Il giorno
dopo, quello dell’arrivederci, di nuovo
tutti in sella, questa volta sotto un
bel sole. La meta è Monte Mauro, il
punto più alto della catena dei Gessi,
caratteristica non solo per le vene
di gesso visibili ad occhio nudo, ma
anche per le argille azzurre e i calanchi,
tanto simili ai paesaggi della collina
materana. Una bella passeggiata tra
stupendi paesaggi. Unico “incidente”,
il malaugurato incontro con uno
sciame di vespe di terra che ha
provocato un autentico parapiglia
fra i cavalli e cavalieri, con un fuggi
fuggi generale e alcune cadute, per
fortuna senza conseguenze, proprio
a pochi chilometri dalla meta finale,
il maneggio in località Cardello, dove
una lunga tavolata attende cavalieri
ed accompagnatori per il pranzo e il
bicchiere della staffa.
Giovanna Laguardia
treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG
“ Sport, cultura e gastronomia
nel gran finale organizzato
dall’associazione
”
maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia
“L’esperienza del giovane professionista
di San Chirico Raparo
”
Giuseppe Berardone, 25 anni di San Chirico Raparo, da sempre
appassionato di cavalli da poco più di quattro anni maniscalco. L’esigenza
di ferrare i propri cavalli, lo porta a praticare la bottega di vecchi
maniscalchi della zona, ma, non soddisfatto dell’insegnamento di questi
vecchi maestri, per lo più fabbri dediti alla ferratura di cavalli pesanti e
muli, decide di approfondire gli studi, avvalendosi di testi specialistici ed
iscrivendosi alla SIPE, associazione dalla quale periodicamente riceve
presso il suo centro, La Collina del Cavallo, gli aggiornamenti in materia
di mascalcia. Le ricerche sul web, ed i testi di mascalcia alimentano la
sua passione per lo studio del piede del cavallo, tanto che Giuseppe,
decide di far diventare questa sua passione un vero e proprio lavoro.
Conosce Nicola Carlomagno, ed incuriosito dal pareggio barefoot horse,
cerca di carpire gli insegnamenti e i consigli del maniscalco - horseman
di Lauria, suggerimenti che con il passare del tempo applica anche nelle
ferrature.
Giuseppe Berardone, ferra e pareggia prevalentemente cavalli da trekking,
disciplina molto praticata nel suo territorio, che si trova a metà strada tra
il Parco della Val d’Agri e il Parco del Pollino. Da qualche tempo inoltre
maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia
il maniscalco chE amava il trEkkingGiuseppe Berardone, dalle antiche botteghe allo studio del barefoot
si organizzano nel suo territorio delle
gimkane western, che stanno attirando
un buon numero di appassionati,
portando il giovane maniscalco, ad una
ricerca sulla ferratura più consona per
questa tipologia di disciplina. Sono però le
transumanza che si organizzano a cavallo
della fine di maggio e l’inizio di giugno,
gli eventi che lo vedono impegnato
come maniscalco di servizio in una tre
giorni dove molti cavalieri provenienti
dall’intera Basilicata percorrono i
tratturi delle magnifiche montagne che
contornano San Chirico Raparo. A tal
proposito, chiedo a Giuseppe Berardone,
che tipo di ferratura consiglierebbe a
chi deve affrontare un lungo trekking,
o che abitualmente utilizza il proprio
cavallo per delle passeggiate. Giuseppe
mi risponde che innanzitutto il piede del
cavallo che affronta sentieri con terreni
vari deve avere un’ottima aderenza
e deve pertanto avere una ferratura
comoda. Il maniscalco di San Chirico
Raparo, utilizza due tipologie di ferri
a seconda se il cavallo è un cavallo di
stazza imponente, tipo cavallo murgese,
o cavalli con una corporatura leggera ed
un piede più piccolo tipo quarter horse
o cavallo arabo. Il ferro utilizzato per
cavalli di stazza è un ferro Continental,
ferro che ha una lega molto resistente
e che si lavora bene, mentre per cavalli
più leggeri lui consiglia un ferro Eventer,
dotato di un ottimo arrotondamento e
costituito di una lega particolarmente
leggera.
Prima di salutarci Giuseppe, mi confida
che con un gruppo di amici, si stanno
organizzando per formare un team
da iscrivere al prossimo campionato
regionale di Team Penning e a tal
proposito vorrebbe studiare con qualche
corso d’aggiornamento specifico, quella
che è la ferratura specifica per un cavallo
da team penning.
Emidio Filace
il maniscalco chE amava il trEkkingGiuseppe Berardone, dalle antiche botteghe allo studio del barefoot
SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI
profEssionE: il mEdico vEtErinario.Storia di una passione che chiamano lavoro.
Quando avevo 9 anni il mio papà, stanco ormai di avere una bambina deficiente per
casa che si sedeva al contrario mimando avventure fantastiche con tanto di indiani e
cowboy (!!!), decise di portarmi a cavallo. Ricordo Fiore, la prima pony su cui mi fecero
salire, in un piccolo maneggio a Castellaneta Marina sulle sponde del fiume Lato: ero
emozionata e spaventata al tempo stesso. Quel giorno, mentre provavo a mantenere
l’equilibrio in quella nuova posizione, dissi a papà «io farò la veterinaria».
«Cambierai mille volte idea» disse lui.
A quel pomeriggio sono seguiti tanti pomeriggi e poi le domeniche e poi i raduni e
poi…ogni momento era quello giusto. Niente mi faceva sentire più a casa di quegli
occhi, di quel calore che l’animo del cavallo riusciva a trasmettermi, di quell’odore
che oggi continuo a credere sia il più buono del mondo. Prima ancora che venisse
acclarata scientificamente, avevo sperimentato l’ippoterapia. Così, ha inizio la mia
avventura: un giorno del lontano 1992 nelle aule di Valenzano a provare il test di
ammissione alla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari.
Il tempo mi aveva dato ragione, non avevo cambiato idea…
Sono passati molti anni da quel 1992, alla laurea ed abilitazione all’esercizio
“Dal Caos Dio creò un mondo e dalle
grandi passioni nasce un popolo.
” (Lord Byron)
professionale, sono seguiti una
specializzazione e decine di corsi di
aggiornamento e chissà quanti altri
ancora seguiranno. Perché è la mia
passione. Perché non vorrei essere
nient’altro che un medico veterinario.
Non è solo un lavoro, ma un modo di
essere. Un medico veterinario premette
sempre ad un cinema, ad una cena con
amici o ad una serata di pesca «se non
mi chiamano, ci vediamo….», persino
il viaggio di nozze è organizzato su
un’assenza che non superi la settimana!
Perchè sappiamo che quando il cellulare
squilla, l’adrenalina è tale per cui si va.
Non esistono orari, festività o amori,
piogge torrenziali o caldo asfissiante, si
va e basta.
E’ una passione ed un richiamo,
un’identità imprescindibile, un dovere
ineludibile, un entusiasmo inesauribile.
Purtroppo, però, le giornate non sono
tutte rosa, le urgenze non vanno tutte
bene, a volte gli animali muoiono,
e muoiono nonostante te. Difficile
spiegare cosa accade quando non
ce la fai, te lo porti dentro per giorni
anche se ostenti indifferenza e asettica
rassegnazione. Noi abbiamo a che fare
con esseri senzienti, vite che dipendono
dalle nostre azioni, dalla nostra diagnosi,
dalla rapidità con cui arriviamo alla
diagnosi. A volte facciamo davvero
fatica, soprattutto se la chiamata non è
tempestiva. Negli ultimi anni purtroppo,
complice una crisi che sembra non dare
tregua, il medico veterinario è sempre
più in fondo alla scala delle figure
professionali che vengono chiamate
quando un animale sta male. E si perde
tempo prezioso. Costiamo tanto….non ce n’è bisogno….in fondo basta
dare l’antibiotico…e poi...poi c’è internet. La nostra professione è forse
l’unica al mondo nella quale tutti si sentono in diritto di ingerire. Nessuno
si sognerebbe mai, infatti, di dire ad un medico cosa andrebbe fatto in
una specifica situazione, eppure tutti abbiamo avuto almeno una volta
la febbre alta o una colichetta o ancora un parente anziano in casa,
ma non è la stessa cosa che possedere un animale. Sì, perché chi ha
animali da tempo tende a confondere l’esperienza con la scienza e a
credere scientificamente validati comportamenti che spesso raccontano
solo una grande fortuna. Non si diventa veterinari perché in casa, magari
da generazioni, ci sono animali, si diventa veterinari perché si studia per
esserlo. E la differenza non è cosa da poco. Più frustrante di un risultato
disatteso, c’è il dover spiegare che quello che si è fatto è frutto di studio
e non di improvvisazione. Il medico veterinario ricorre ad una radiografia
o ecografia, per avere una conferma ad un sospetto diagnostico, non
per poter fare una diagnosi. Non ne parliamo se l’interlocutore fa un
mestiere per il quale interagisce con l’animale: lì siamo spacciati! Io non
so fare il maniscalco o l’allenatore/istruttore, ma tutti i maniscalchi e gli
istruttori/allenatori pensano di saper fare
il veterinario. Ed ecco che allora quello
che è il lavoro più bello del mondo diventa
una trappola: chi conosce bene cosa è
la deontologia, non parlerà mai male di
un professionista o di un collega davanti
e/o con il cliente. Nel 1808 Pierre-Marc-
Gaston de Lévis, un politico francese,
nelle sue Massime e Riflessioni, scrisse:
«il tempo logora l’errore e leviga la verità»,
ma non sempre va così. Più facilmente,
persone poco attente, con il tempo
tendono a dimenticare e confondere le
cose, i fatti, le persone… Chi è onesto,
per esempio, e prima di tutto con se
stesso, sa benissimo cosa ha fatto con
il suo animale, prima e soprattutto dopo
aver chiamato il medico veterinario,
ma molto spesso preferisce scaricare
ogni responsabilità (ovviamente se le
cose non sono andate bene) sul medico
veterinario. Ed è sempre molto pettegola
questa categoria di persone! Ed in
ultimo c’è la Croce della Benficenza.
Perché, infatti, il medico veterinario è
l’unico medico che si pensa di poter non
pagare? Quando andate a fare la spesa,
la fate su un vespino bianco e muniti
di passamontagna? Non credo proprio,
ma quando viene il veterinario a casa,
e non per un’urgenza, la prima risposta
di molti di voi è «poi ci vediamo che
mò non tengo soldi», perché il medico
veterinario ama gli animali ed è un
missionario. Menomale che non siamo
pediatri e lavoriamo con i bambini: ci
toccava l’elemosina per strada!!!!
Ho scelto di concludere l’anno con
questo articolo raccontandovi la mia
professione, perché penso che quella
tra medico veterinario, maniscalco,
proprietario ed allenatore sia
un’interlocuzione tutta ancora da scrivere
e che si possa davvero arrivare a parlare
tutti la stessa lingua. Tutti unicamente
concentrati sull’unico risultato degno di
nota: la salute dell’animale, nel rispetto
del lavoro dell’uomo. Noi popolo di Oltre
il fence dobbiamo imparare ad andare
oltre qualunque forma di protagonismo
e diventare una squadra concentrata
sul valore della bellezza di un cavallo
sano che vince una gara o che corre in
un bosco, nell’armonia di una famiglia
che insieme a lui scopre il piacere della
condivisione e dello stare insieme.
Mariarosaria Manfredonia
CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE
Le competizioni di team penning, sono disciplinate con norme
e regole che, a seconda se patrocinate dalla Sef Italia o dalla
Fitetrec Ante, differiscono in alcuni punti del regolamento.
Analizzeremo i due regolamenti, cercando di fare chiarezza
ai tanti penners che spesso hanno partecipato a competizioni
patrocinate dalla Fitetrec Ante e della Sef Italia, ed hanno
avuto difficolta ad interpretare l’uno o l’altro regolamento.
Nell’articolo che regolamenta le entrate di categoria,
troviamo nel regolamento della Fitetrec Ante, la categoria
Quick Draw, una classe aperta ai soli Penners molto esperti
(Rating 7-6-5). In questa categoria si evidenziano le doti dei
singoli cavalieri, infatti, dopo aver disputato una gara con il
team con il quale si sono iscritti, se qualificati entro i primi dieci
posti, disputeranno la finale non più con lo stesso ma con un
nuovo team, formato grazie ad un sorteggio casuale tra tutti
cavalieri entrati in finale. Le regole saranno le stesse delle
altre categorie a differenza del numero dei capi assegnato:
non dovranno essere portati nel Pen i tre capi con lo stesso
numero, bensì una sequenza (es . se chiamato il numero 5 i
Penners dovranno portare nel Pen i capi contrassegnati con
“Categorie, tempo, entrate, responsabilità della mandria
e numero di vitelli
”
sEf E fitEtrEc antE, scopriamo lE diffErEnzETeam penning: ecco quali sono i punti dove i due regolamenti divergono
i numeri 5-6-7). Il regolamento Sef Italia
invece, non prevede questa categoria.
Inoltre il regolamento Sef Italia prevede
che verranno accettate un massimo di
numero 6 (sei) iscrizioni del medesimo
cavallo per categoria; fatta eccezione
della categoria Youth ove non è fissato
alcun limite per le entrate del cavallo.
Il Regolamento della Fitetrec Ante,
prevede invece che vengano accettate un
massimo di numero 4 (quattro) iscrizioni
del medesimo cavallo ad una categoria,
con un massimo di 6 (sei) nella giornata
di gara, salvo casi particolari approvati
dal veterinario di servizio. Per quanto
concerne la categoria denominata
Futurity entrambi i regolamenti
prevedono che, data la giovane età dei
soggetti impegnati, il numero massimo
delle entrate del medesimo cavallo sia
ristretto a 2 (due).
Passiamo ora al Tempo limite: il
regolamento Fitetrec Ante prevede che
il tempo limite previsto possa essere
di 60, 75 o 90 secondi, in base alle
categorie. Il tempo sarà indicato nelle
Norme di Partecipazione relative alla
competizione stessa. Nel regolamento
Sef Italia invece, il tempo limite previsto
varierà tra i 60 ed i 90 secondi, in base
alle categorie e dovrà essere indicato
sulle norme di partecipazione relative
alla competizione stessa
I due regolamenti, differiscono
ancora, nella norma che disciplina la
responsabilità del team nei confronti
della mandria, il regolamento Sef Italia,
prevede che una volta entrato in arena,
il Team diventa totalmente responsabile
della mandria assegnatagli. Il Team
ha 30 secondi di tempo dopo l’inizio
del go per segnalare ai Giudici qualora
ritenesse che all’interno della mandria
in campo, tra i capi ancora da utilizzare
nel GO, vi sia un capo non idoneo, ed
attendere la loro decisione in merito
successivamente al consulto veterinario.
Nel regolamentoFitetrec Ante non sono
previsti i trenta secondi di tempo dopo
l’inizio del go. Una volta entrato nell’arena
il Team diventa totalmente responsabile
della mandria assegnatagli. Prima
che il Go inizi, cioè prima che parta il
cronometraggio del tempo e prima che
al Team venga assegnato il numero,
il Team può segnalare ai Giudici ed
attendere la loro decisione, qualora
ritenesse che all’interno della mandria in
campo tra i vitelli ancora da utilizzare nel
Go vi sia un capo non idoneo.
Altra norma che differisce, in maniera
molto sostanziale tra i due regolamenti, è
la norma che va a disciplinare il numero
massimo di capi. Il regolamento
Fitetrec Ante prevede che se più di
3 vitelli avranno varcato la Foul-Line
sarà assegnato un No-Time,il quarto
animale dovrà però aver attraversato
completamente ( 4 zampe ) tale linea.
Sarà sanzionato un No-Time anche
quando a varcare la Foul-Line sarà più
di un capo non assegnato. Differente
è la norma dettata dal regolamento
Sef Italia, che invece disciplina che
in qualunque momento del go, se un
numero superiore ai 4 (quattro) capi avrà
varcato la Foul – Line sarà assegnato un
No-Time. Il quinto animale dovrà però
aver attraversato completamente (con
tutte e quattro le zampe) la Foul-Line.
Queste le differenze tra le norme
che regolamentano le competizioni
patrocinate da Sef Italia e da Fitetrec
Ante, sulle quali speriamo di aver
fatto luce grazie al prezioso aiuto del
Giudice Carmine Buono, che oltre ad
essere Giudice Nazionale Sef Italia è
anche Giudice Nazionale Fitetrec Ante
e che è stato di fondamentale aiuto
nell’analizzare il regolamento di questa
federazione.
Emidio Filace
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finalmEntE si salE in sEllaMontare a cavallo per la prima volta con il metodo Parelli
Salve amici horseman ci siamo lasciati l’ultima volta parlando delle tecniche e dei principi
naturali per presentare giocando la sella al nostro cavallo e come sellare in modo naturale
e fare i controlli prima di montare tra cui l’importantissima flessione naturale che dovrà
essere eseguita senza costrizioni e senza paure da parte del cavallo. Se tutto è stato
effettuato con scrupolo e con savvy è giunto il momento di montare in sella. Iniziamo
afferrando con decisione il pomo della sella e tiriamo verso il basso quasi a voler sbilanciare
il cavallo che si preparerà cosi al nostro peso sulla staffa e imparerà a stare fermo mentre
montiamo. Ora prendiamo una ciocca di criniera insieme alla lunghina con una mano e con
l’altra prendiamo il pomo, dopo ovviamente aver messo il piede nella staffa, e saltelliamo
fino a issarci su con le nostre anche parallele alle anche del cavallo e se lui sta fermo, dopo
aver accarezzato con la mano che teneva il pomo il lato opposto a quello dove siamo noi,
possiamo salire e sederci in sella con delicatezza. In questo momento la cosa piu’ saggia è
restare per alcuni minuti fermi per insegnare al nostro cavallo a non partire subito appena ci
sediamo in sella. Anche perché prima di partire al passo è necessario controllare l’ efficacia
della nostra flessione laterale. Se c’è qualcosa che non funziona, ci toccherà riscendere e
giocare ancora un po’ da terra. Se invece il cavallo cede il collo senza problemi lanciamo
la lunghina sopra la testa del cavallo per passarla all’altro lato del collo e chiedere anche
qui la flessione laterale. Ripetere
innumerevoli volte: che ci crediate
o no, questo esercizio rende il
nostro cavallo più sicuro di ogni
imboccatura. da notare che non ho
parlato di montare da sinistra perché
un cavallo addestrato naturalmente
non deve creare problemi sia che
montiate da destra che da sinistra
e inoltre bisogna abituare il cavallo
a essere ambidestro per essere
sempre preparati ad ogni evenienza
(savvy è anche questo).
Ora siamo in sella e il nostro cavallo
è rilassato e noi con una redine in
mano siamo in totale sicurezza,
perché ricordate una redine per
controllare e due per comunicare.
Iniziamo a muoverci per il rettangolo
con la redine rilassata e lasciamo
in questa fase libera scelta al
cavallo sulla direzione da prendere
e usiamo la redine di controllo solo
se aumenta l’andatura, altrimenti
comportiamoci come un ospite
della sua schiena e ricordiamoci
che in questo momento lui ci sta
dando tutto perché si sta fidando
di un predatore seduto sulla groppa
di una preda. Non parlo adesso di
andature e altri esercizi ma solo di
stare in sella rilassati per dar tempo
al cavallo di abituarsi alla nostra
presenza sulla sella e tempo a noi di
abituarci all’idea di cavalcare senza
imboccatura ma in freestyle.
Nicola Carlomagno
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Tra le sue migliori qualità c’è quella di rendere semplici le cose complicate e divertenti quelle un po’ noiose. Il segreto del suo successo come istruttore e trainer probabilmente è proprio questo. Del resto l’insegnamento, per sua stessa ammissione, è la sua vera passione. Stiamo parlando del pugliese Sergio di Benedetto, cavaliere, trainer e istruttore. Nato a Bisceglie, Di benedetto attualmente lavora a Bari al centro ippico Country Life, ma da qualche tempo a questa parte ha cominciato a spostare l’asse della sua attenzione anche verso la Basilicata, dove nel frattempo si cominciano a cogliere i primi vagiti del reining. Nei mesi scorsi, infatti, ha tenuto un seguitissimo clinic a La Collinetta Quarter
Horse di Tito Scalo. Oltre il Fence lo ha voluto conoscere meglio.
Sergio, come nasce la tua passione per il cavallo?Ho cominciato a montare fin da bambino. Anche se la mia non è una vera e propria famiglia di cavalli, mio padre è sempre stato un appassionato ed ha cominciato a portarmi con lui fin da piccolo. Ho iniziato a montare dal 1986, con il noto reiner pugliese Gregorio Minervini.
Il reining è stato il tuo primo amore o ti sei approcciato più tardi a questa disciplina?No, le prime esperienze agonistiche non sono state con il reining: ho iniziato a fare delle gare di pleasure e di gimkana
un rEinEr col pallino di insEgnarEIl pugliese Sergio Di Benedetto: cavaliere, trainer, istruttore
“Dal 1986, una lunga storia di passione e grande impegno
”western, poi dal 1990 ho iniziato con il reining.
Qual è stata l’esperienza che ti ha segnato in maniera più profonda dal punto di vista professionale?Sicuramente l’esperienza a Siena con Filippo Masi, che è durata quattro anni, dal 2002 al 2005. Dal punto di vista professionale mi ha arricchito davvero moltissimo. Dal punto di vista agonistico, invece, il momento che considero il più “alto” della mia carriera sicuramente è stato la vittoria nel maturity di reining del 2008, nella categoria intermediate open, con il cavallo Dun It Up In Smoke, della Grc Horses.
E’ stato lui il cavallo più importante della tua carriera?Sicuramente è stato tra i più importanti, anche se ricordo con paricolare affetto anche Shining Slide, che ho personalmente addestrato, anche lui finalista al Maturity 2008 e anche lui della Grc Horses.
da cavaliere a istruttore il passaggio è stato complicato?Diciamo che all’inizio è stato quasi un po’ forzato, visto che per poter presentare i non pro in gara devi per forza avere il patentino di istruttore, soprattutto da quando i legami tra la Federazione Italiana Sport Equestri e il mondo del reining sono diventati per così dire indissolubili, mentre l’equitazione americana di base è passata sotto la responsabilità della Fitetrec-Ante. Così mi sono trovato in un certo senso “costretto” ad intraprendere questa carriera di quadro tecnico. Devo dire però che ho grande passione per l’insegnamento e quindi alla fine è andata bene così.
Tu hai sempre lavorato nel mondo del cavallo. Come vedi il tuo futuro e quali progetti hai?Questa è davvero una bella domanda, soprattutto considerando l’attuale momento storico, con la crisi che sta mettendo in ginocchio anche il mondo dell’equitazione e dell’allevamento. Diciamo che la mia speranza è di continuare a rimanere a lavorare nell’ambiente del reining e di farlo sempre al meglio.
Parlaci del centro dove lavori.Dal 2011 lavoro in un centro ippico proprio alle porte di Bari, a circa un chilometro e mezzo dalla città. Si chiama Country Life e vi si può praticare sia l’equitazione inglese sia l’equitazione americana. Annesso al centro, di proprietà di Giacomo Ricciardi, c’è anche un piccolo allevamento di quarter. Attualmente l’allevamento fa solo monta privata, con il seme dei migliori stalloni in circolazione. E’ in arrivo comunque anche uno stallone di pregio che opererà direttamente in allevamento.
Quali sono attualmente i tuoi cavalli di punta?E’ davvero difficile scegliere. Al momento ho in lavoro alcuni giovani cavalli, un puledro da futurity, un maschio di quattro anni e due femmine di cinque anni. Poi ci sono i cavalli degli allievi. Sono tutti ottimi cavalli e non vorrei fare un torto a nessuno, perciò diciamo che li considero tutti cavalli di punta.
Giovanna Laguardia
BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG BarreL raCinG
futurity, pascalE rEsErvE championAl cavaliere lucano in sella a Safari Zero la fibbia fitetrec Ante
Una pattuglia lucana dai numeri estremamente risicati, quella che è scesa in campo ai campionati
nazionali di barrel racing e Pole Bending che si sono tenuti il 15, 16 e 17 novembre scorsi al circolo
Ippoco Lo Scoiattolo di Pontedera, ma capace di acuti da ricordare. A difendere i colori della Basilicata
nell’arena del centro ippico toscano c’erano soltanto Antonio Pascale e Saverio Giuzio, con tre cavalli: il
grigio Mister Smarty Linx Mr, cavallo di punta di Pascale, reduce dalla vittoria nella classifica nazionale
Top Horse Nbhai nell’arena di Verona, la puledra Safari Zero, iscritta al futurity Fitetrec Ante sotto la
sella di Pascale ma di proprietà di Giuzio, e Melman N Dream, la bella paint nuova compagna di gara
di Giuzio dopo il “pensionamento” della grigia Ohara. I due lucani hanno collezionato numerosi buoni
piazzamenti tra i quali spicca il titolo di reserve champion nel futurity di barrel raciong ottenuto dal
binomio Pascale/Safari Zero. Una settantina in tutto i binomi che sono scesi in campo a Pontedera da
tutta Italia, in una sfida all’ultimo millesimo di secondo per aggiudicarsi una fetta del succoso montepremi
complessivo di 30mila euro. In palio le fibbie di campione tricolore nelle categorie pole bending open,
barrel racing open, futurity 4 anni, barrel racing lady e trofeo delle regioni barrel racing. Titoli che, per
la cronaca, sono andati a Federico Tanzi, Campione Italiano sia di Barrel che di Pole, Giovanni Adamo
nella categoria Futurity, Tiziana Ferrigno nella categoria Lady e al Lazio per il Trofeo delle Regioni. Per
quanto riguarda i “nostri”, invece, da registrare lo splendido titolo di reserve champion nel futurity di
“In gara al circolo ippico Lo Scoiattolo
di Pontedera anche Saverio Giuzio
”
barrel racing, la gara nazionale riservata
ai giovani soggetti di quattro anni,
che Antonio Pascale ha conquistato
in sella a Safari Zero. Pascale ha fatto
registrare nella gara del 15 novembre
un secondo posto in seconda divisione
marcando il tempo di 18”482 e nel go
del 16 novembre un terzo posto in prima
divisione con il tempo di 17”603. Ottima
ma sfortunata, invece, la prestazione di
Pascale in sella al suo Mister Smarty Linx
Mr: per pochissimi “spiccioli” Pascale ha
concluso la finale del barrel racing open
all’ultimo posto della prima divisione
anzichè al primo della seconda divisione:
16”831 il suo tempo, 16”951 quello del
vincitore della seconda divisione Fabio
Mancini in sella a Sugar Call Surprise:
dodici centesimi che hanno impedito al
campione di Satriano di tornare a casa
con un’altra “medaglia” al collo. Anche
Saverio Giuzio, dal canto suo, nella finale
del pole bending open, è rimasto fuori dal
podio per pochissimo: si è classificato
quarto della terza divisione con un
tempo di 24”151, alle spalle di Giancarlo
Zoboli su Spothugtnic (23”759), mentre
nel barrel racing open, sepmpre in sella
a Melman N Dream, ha fgirato in terza
divisione, piazzandosi nella “pancia”
della classifica con un tempo di 17”984.
Giovanna Laguardia
“In gara al circolo ippico Lo Scoiattolo
di Pontedera anche Saverio Giuzio
”
teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG
antonio marmo, il principE dEi futurityIl centro ippico Erbanito sul gradino più alto del podio a Vomano e Verona
E’ Antonio Marmo, titolare del centro ippico Erbanito, il vero principe del futurity di team penning
2013. Il trentenne cavaliere di San Rufo, infatti, è riuscito nell’impresa di portare il nome suo
e del suo centro per ben due volte sul gradino più alto del podio, a Vomano e a Verona, nella
classica competizione riservata ai puledri di tre e quattro anni. La vasta e competente platea
dell’arena veronese, in occasione della fiera, ha visto trionfare il cavaliere campano (ma lucano di
adozione, sia per vicinanza geografica sia per la lunga comunanza di intenti con il Team penning
Basilicata) in compagnia di Oscar Chavez e di Rolando Aita, con il team Erbanito Orizzonte Chavez.
Nell’occasione Marmo montava Arc Montana Whiz, femmina quarter di quattro anni che ha
acquistato e preparato personalmente per l’evento. La scena veronese si è rivelata particolarmente
ricca di sodisfazioni quest’anno per Marmo e il suo team, che ha conquistato anche un terzo
posto nella Limited a 11 punti Sef Italia. Ma il giovane trainer ha avuto motivo di gioire anche
per i suoi allievi. Nella città scaligera, in occasione della centoquindicesima edizione della fiera
cavalli, infatti, la sua giovanissima allieva Anna Maria Grottola di appena nove anni, si è laureata
campionessa europea di pony games nel barrel racing e nel pole bending, in sella al pony Barby,
di proprietà del figlio di Antonio Marmo. E tutto questo è ancora poco. La settimana precedente
Marmo aveva addirittura giocato al raddoppio nel futurity targato Fitetrec-Ante, disputato in
Abruzzo, al Centro Ippico Vomano Ranch della famiglia Di Giacinto, in concomitanza con la tappa
unica del Campionato Italiano di Team Penning e con il trofeo delle Regioni della stessa disciplina.
In quell’occasione infatti il cavaliere
di San Rufo si è piazzato al primo e al
secondo posto (e per la verità anche al
quinto). Sul primo gradino del podio il
team Chaves Futurity (Antonio Marmo,
Patrizio Tommasetti e Oscar Chavez),
con sei vitelli nel tempo complessivo
di 78”11. Sul secondo gradino il team
Erbanito Futurity (Antonio Marmo,
Giuseppe Di cerbo e Mirko Marino), con
cinque vitelli nel tempo complessivo di
90”38. A Vomano Marmo ha conquistato
la vittoria in sella a Smartly Abigale, altra
femmina quarter di quattro anni e il
secondo posto con Arc Montana Whiz.
In quella stessa occasione Marmo e il
suo team hanno fatto anche parte della
rappresentativa della Campania che ha
conquistato il terzo posto nella Coppa
delle Regioni, con il team Campania
3 (Antonio Marmo, Mirko Marino e
Gennaro Libretti). Nell’arco del 2013
l’atleta campano ha messo in carniere,
tra le altre cose, anche un secondo
posto nel campionato Nord Italia Sef a
Reggio Emilia, in squadra con Oscar
Chavez e Gennaro Libretti, la vittoria
nel campionato regionale campano Sef
Italia di team penning, il quarto posto
nel campionato regionale Fitetrec Ante
e il quarto posto nella South Italy Master
Cup Sef Italia, in team con Mirko Marino
e Belisario Tafuri.
Giovanna Laguardia
“Onore anche per la piccola Anna Maria Grottola,
campionessa europea pony
”
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nashvillE, la città dallE millE notE countryCowboys e rodei contaminano la country music
Immaginare la musica country americana solo come qualcosa di tradizionale e conservatore sarebbe
ingiusto e inesatto. Basti pensare come, in un lasso di tempo breve, si sia evoluta e rinnovata, di pari
passo con i grandi cambiamenti storici e sociali che l’America di quegli anni si trovava ad affrontare.
Siamo nella metà degli anni 30, il passo importante per la crescita è ormai compiuto e mentre nel
sudest del paese il concetto di musica è ancora legato alle tradizioni popolari, nel Texas e in Oklahoma
si affermano rapidamente nuovi stili. Le radio e le trasmissioni crescono a dismisura in tutte le grandi
città e gli strumenti elettronici, come la chitarra, vengono introdotti rinnovandone il sound.
Così come il microfono che permetterà ai cantanti di creare effetti vocali fino ad ora mai sentiti.
Una città in particolare fece da propulsore per i cambiamento che sarà destinata, negli anni, a restare
la Patria della Conuntry Music: Nashville.
A Nashville, capitale del Tennesse, nascono le prime stazioni radio, le prime case discografiche e i
primi studi di registrazione. Era il 5 Ottobre 1925 e un certo Jimmy Thompson, detto Uncle Jimmy
(lo zio Jimmy) conduceva gia una trasmissione radiofonia di grande successo ai microfoni della
WSM, una radio locale di Nashville. Si trattava dell’esibizione dal vivo, via etere, di gruppi provenienti
dalle montagne, che suonavano musica. Due anni dopo il 10 dicembre 1927 quella trasmissione,
iniziata quasi per gioco, divenne una delle piu grandi istituzioni musicali del Country. Trasmessa
ininterrottamente fino ad oggi, la “Grand Ole Opry” , diventerà, infatti, il tempio di questo genere
musicale.
Nel 1938, alla Opry si esibisce per la prima
volta un autore destinato a fare epoca:
Roy Acuff che nel ‘42 insieme a Fred
Rose fonderà la prima casa discografica di
Nashville chiamata “Acuff-Rose”, una delle
principali agenzie di ricerca di talenti di tutto
il Sud degli Stati Uniti. Tre anni dopo, nel
1945, nasce il primo studio di registrazione.
Nashville in pochi anni si riempie di negozi,
studi di registrazione, case discografiche,
talent-scouts, musicisti, editori, un mondo
complesso e variopinto che ruota attorno
alla musica popolare, ormai largamente
commercializzata.
Ma torniamo alla musica suonata e cantata.
Se da un lato Nashville stravolge il modo di
venderla e diffonderla, dall’altro lato ci sono
i musicisti che sperimentano nuovi generi.
In questo lasso di tempo che va dalla metà
degli anni 30 agli anni 50 nascono e si
contaminano a vicenda due generi che
vedono il musicista come una sorta di
personaggio a tutti gli effetti. Nasce la “
COWBOY MUSIC “ e il “WESTERN SWING”.
La figura del cowboy canterino affascina e
contamina anche il cinema hollywoodiano
e quello che pian piano sarà destinato
a diventare il “Musical cinematografico”
spostando il suo centro gravitazionale
da Broadway a Hollywood. Si canta di
rodei, dei cowboys e le loro avventure.
Molti furono i personaggi che la fecero
da padroni. Ricordiamo tra questi il “Re
dei Cowboys” Roy Rogers. Sotto l’aspetto
sonoro, invece, la musica assume delle
sfumature che sono un mix tra country, jazz,
ragtime, polka e folk fino a codificare un
vero e proprio stile sonoro: il “wester swing
sound”. Bob Wills e Milton Brown furono i
maestri sperimentatori della Western Swing.
Diedero vita insieme a formazioni musicali di
grande successo come gli “Alladin Laddies”
i “Musical Brownies” con Fred Calhoun ( il
“Nuove idee e strumenti innovativi per uno stile tutto nuovo
”
primo pianista a suonare in una string band
texana) i “Texas Playboys” (il primo gruppo
musicale ad introdurre la batteria, strumenti
a fiato e strumenti elettronici). Insomma
furono dei veri e propri musicisti di frontiera,
I responsabili dell’inizio dell’era moderna del
country, coloro che riuscirono a trasmettere
con la musica il cambiamento radicale che
l’america stava subendo.
Marta Pianta
CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni
A quattro anni ha lasciato appena intravedere le sue possibilità. A cinque anni è esploso,
dimostrando di essere potente, atletico e facile da gestire. Ecco perchè attualmente è
uno dei cavalli sulla scena nazionale del barrel più “corteggiato”, soprattutto dalle Lady.
Si tratta di Mister Smarty Lynx Mr, il bel paint appendix nato al Matese Ranch con il
quale il grande barrellista lucano Antonio Pascale ha conquistato nel 2013 numerosi ed
importanti traguardi.
Pascale acquista lo stallone grigio lo scorso anno, in prospettiva Futurity di barrel. Nel
2012, però, Mister Smarty Lynx Mr viene un po’ messo in ombra dal suo compagno di
scuderia, Mk Special Posy, altro paint, all’epoca di proprietà di Salvatore Santarsiero, in
sella al quale Pascale vince la gara più importante riservata ai quattro anni. Mister Smarty
Lynx, invece, vince il “premio di consolazione”: il primo posto in seconda divisione del
Futurity. Ma Tonino ha fiducia nel suo potente grigio e continua a lavorarlo con la
certezza che un anno di maturazione in più darà grandi benefici a questo soggetto. E i
fatti gli danno ragione. Nel 2013 Mister Smarty Lynx Mr vince quasi tutto quello che c’è
da vincere nella disciplina del barrel racing. Nell’arena di Sperlonga ai primi di settembre
il binomio lucano veste la “maglia d’argento”, ovvero conquista il titolo di reserve
champion nel Maturity 2013, il campionato italiano riservato ai cavalli di cinque anni
ed oltre, che si è disputato in tappa unica al meglio dei tre go. «Sapevo - commenterà
“Cavalli campioni: il Reserve Champion
Maturity di barrel 2013
”il grigio chE piacE allE... donnEMister Smarty Linx Mr: potente, atletico e facile, le Lady lo adorano
Pascale in una intervista alla Gazzetta del
Mezzogiorno all’indomani del risultato-
che lo scorso anno il cavallo non era
ancora maturo, soprattutto dal punto di
vista mentale. Comunque sono convinto
che abbia ancora molti margini di
miglioramento». Un mese dopo, alla fine
di settembre, Pascale e Mister Smarty
Lynx vincono il campionato regionale
lucano di barrel racing, laureandosi
campioni nell’arena del circolo ippico
Le Sorgive di Marsico Nuovo. Non solo.
Nell’edizione 2013 della Fieracavalli di
Verona (nella quale il binomio era l’unico
in rappresentanza della Basilicata nelle
discipline western), Mister Smarty Lynx
Mr viene incoronato “Top Horse” del
2013, ovvero miglior cavallo da barrel
dell’anno, grazie ai punteggi accumulati
nelle manifestazione nazionali,
interregionali e regionali. Inoltre Pascale
e il suo cavallo si piazzano quarti nella
Master Cup, sfida tra i primi classificati
dei campionati regionali delle quattro
divisioni. Infine, Pascale affitta il cavallo
ad una ragazza siciliana per correre
nel campionato Lady, dove il grigio si
è assicurato la vittoria nella seconda
divisione. Da cui la sua fama di cavallo
facile, adatto anche alle ragazze più esili.
Quali i progetti per il futuro di questo
magnifico grigio volante, ammesso che
“Cavalli campioni: il Reserve Champion
Maturity di barrel 2013
”
resti nelle scuderie di Pascale (che per
la terza volta consecutiva sarà premiato
dal Coni lucano quale miglior atleta nella
disciplina dell’equitazione)? “Il cavallo
ha dimostrato il suo valore sul campo
– dice Pascale – e certamente non lo
svenderò. I mei programmi per l’anno
prossimo sono di disputare il campionato
europeo di barrel racing e di mettere il
cavallo anche nel pole bending”.
Giovanna Laguardia
raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni
viaggio alla scopErta dEll’antica salviaOttava passeggiata a cavallo nel territorio di Savoia di Lucania
Estate a Savoia di Lucania, da qualche anno a questa
parte, vuol dire anche equitazione di campagna. E
infatti domenica 18 Agosto 2013 è stata organizzata
l’ottava passeggiata a cavallo nel territorio della
cittadina. Circa quaranta i cavalieri ed amazzoni che
hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal
Salvia Ranch.
Il gruppo dei cavalieri si è riunito domenica mattina in
Piazza Plebiscito e dopo aver percorso un breve tratto
sull’asfalto per le vie del paese, si è addentrato nella
zona sterrata.
Il tracciato, circa 15 km, ha toccato diversi posti
suggestivi e di interesse paesaggistico; il Casino
dei cavalli, vecchio rudere dove venivano dimorati
gli amici a quattro zampe in tempi passati, il bosco
Luceto, caratterizzato da alberi di alto fusto e dalle
abbondantissime piante aromatiche da cui ne deriva
anche l’antico nome del paese stesso, Salvia, e la
zona limitrofa alle splendide cascate generate dal
fiume Melandro. Proprio qui, area di particolare
bellezza paesaggistica dove la natura è quasi
incontaminata e selvaggia, gli organizzatori hanno
predisposto un brack deliziando la vista di tutti i
partecipanti ed esaltando cosi anche i sapori di
panini e pizze. Molti dei partecipanti hanno colto
l’occasione per approfondire notizie di questa
parte del territorio che rimane ancora sconosciuta
anche ai lucani: molti dei cavalieri non sapevano
dell’esistenza delle cascate in questa parte della
Basilicata.
Risaliti in sella cavalieri ed amazzoni si sono
avventurati lungo bellissimi sentieri di castagneti,
tipici della zona, passando per la suggestiva statua
di San Rocco a circa 1000 m di altitudine fino a
giungere presso il maneggio in C.da Santa Maria.
Ad attendere la compagnia una lunga tavolata nella
zona chiamata dai locali “la famiglia degli alberi”,
vasta pianura caratterizzata dalla presenza di dieci
querce secolari che formano una naturale zona
ombreggiata che ben si presta ad essere utilizzata
raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduniraduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni raduni
come area picnic. Il pranzo, preparato
grazie alla collaborazione dei gestori del
Salvia Ranch e dei proprietari dei cavalli
ospiti del maneggio, è stato caratterizzato
da piatti tipici della tradizione Salviana
accompagnati dalla musica e dai balli
tipici eseguiti dal gruppo folk del paese.
Hanno contribuito alla buona riuscita
della manifestazione anche il Comune
di Savoia e la protezione civile che ha
seguito il gruppo con le auto, nelle zone
accessibili, ed ha gestito per i passaggi
sull’asfalto per evitare problemi al traffico
e cavalieri. “La nostra speranza è quella
di riuscire ad organizzare anche per
l’anno prossimo un raduno che consenta
di mostrare i nostri suggestivi paesaggi
agli amanti dei trekking, cercando di
allargare la partecipazione anche a
“L’obiettivo del Salvia Ranch è aprire un’ippovia fino
alle cascate
”
i raduni dei Lettori queSta BaCheCa è dediCata ai voStri raduni. ContattateCi e raCContateCi Le voStre paSSeGGiate a CavaLLo. Saranno puBBLiCate neLLa noStra ruBriCa Curata da Grazia. SCrivete a [email protected]
cavalieri di altre regioni limitrofe al fine
di diffondere anche le nostre tradizioni.
Questo è quanto ha dichiarato Diego
Loisi del Salvia Ranch, anticipando
che si sta lavorando, in collaborazione
con la protezione civile, ad individuare
un possibile percorso che consenta di
arrivare fino alle cascate, attualmente
non raggiungibili.
Nella speranza che tali iniziative possano
avvicinare sempre più persone al mondo
dell’equitazione ed in particolare alle
passeggiate, auguriamo un buon lavoro
agli amici del Salvia Ranch.
Grazia Abascià
w w w . t e a m p e n n i n g b a s i l i c a t a . I t