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Curiosità, Cronache di Gara e News dal Mondo Western w w w . t e a m p e n n i n g b a s i l i c a t a . I t

OLTRE IL FENCE N.9

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Page 1: OLTRE IL FENCE N.9

Curiosità, Cronache di Gara e News dal Mondo Western

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Page 2: OLTRE IL FENCE N.9

Oltre Il Fence Anno 1/ N. 0 in attesa di registrazionePubblicazione mensile / Dicembre 2013

RedazioneGiovanna Laguardia / [email protected] Coviello / [email protected] Filace / [email protected] Abascià / [email protected] Pianta / [email protected] Allegretti / [email protected]

Direttore EditorialePiero Coviello

Direttore ResponsabileGiovanna Laguardia

Progetto GraficoMarta Pianta

FotografiaGiovanni Allegretti

Hanno collaborato a questo numeroMariarosaria ManfredoniaNicola CarlomagnoPer le foto del trekking: Delia Grassi

Errata corrige:Oltre il fence n.8 mese di Novembrearticolo finale Barrel Racing e Pole bending

Primo posto III divisione Campionato regionale Pole bending Open: Mario Fornarini su Fiammetta

Page 3: OLTRE IL FENCE N.9

EDITORIALE Cronaca di un appuntamento mancato

OLTRE IL fENCE, un anno da ricordare

I CENTRICentro ippico Ferretti

BAREfOOTUn’alimentazione da atleta

BASILICATA WESTERN STORYIl Western show sbarca a Potenza

TREKKINGCavalli e tradizioni nelle valli di Comacchio

Il maniscalco che amava il trekking4 chiacchiere con Giuseppe Berardone

VETERINARIAProfessione: il medico veterinario

CON GLI OCCHI DEL GIUDICESef e Fitetrec ante, scopriamo le differenze

PILLOLE DI HORSEMANSHIPFinalmente si sale in sella

RITRATTI WESTER LUCANIIntervista a Sergio Di Benedetto

BARREL RACINGFuturity, Pascale reserve champion

TEAM PENNING Antonio Marmo, il principe dei Futurity

COUNTRY MUSIC Nashville, la città dalle mille note country

CAVALLI CAMPIONIMister Smarty Linx Mr: il grigio che piace alle...donne

RADUNIViaggio alla scoperta dell’antica Salvia

SOMMARIO

Page 4: OLTRE IL FENCE N.9

EDITORIALE

Quest’anno nessun atleta del team penning ha rappresentato la

Basilicata nell’arena della Fiercavalli Verona, giunta nel 2013 alla sua

centoquindicesima edizione. Un’assenza che, soprattutto alla luce degli

ottimi risultati del 2012, quando la rappresentativa lucana alla Coppa

delle Regioni, per la prima volta al completo con quattro squadre, aveva

conquistato un lusinghiero quinto posto e una squadra tutta lucana aveva

addirittura vinto il trofeo Challenge, deve far riflettere.

Per la cronaca, gli eroi dell’edizione 2012 erano stati i componenti dei

seguenti team: Basilicata 1 con Vittorio Avigliano/Romeo Avigliano/Michele

Zotta (vincitori anche del Challenge), Basilicata 2 con Nicola Ciani/ Donato

Punella/Angelo Gravina, Basilicata 3 con Beniamino Straziuso/Piero

Coviello/Antonio Pietrafesa e Basilicata 4 con Rocco Laccertosa/Antonio

Capece/Antonio Flore. Guardando a questi risultati, l’assenza diventa

davvero pesante, per tutti gli appassionati delle discipline dell’equitazione

americana. Quali siano state le motivazioni individuali che hanno spinto i

nostri atleti a disertare l’arena veronese è difficile da immaginare. Di certo

una motivazione di carattere generale ha pesato fra tutte. Una “brutta bestia”

che sta comprimendo e riducendo ai minimi termini l’intero movimento

sportivo in Basilicata e non solo. Stiamo parlando, naturalmente, della crisi

economica che da qualche tempo sta attanagliando l’Italia e che nel 2013 si

è ulteriormenente aggravata, costringendo tutti i lucani a tirare la cinghia e

a ridurre le spese per il divertimento, nel caso degli atleti non professionisti,

e per gli investimenti nel caso di quelli professionisti. Un problema che

non riguarda soltanto la disciplina del team penning, ovviamente. Prova

ne sia che anche i “cugini” degli speed events hanno quasi tutti disertato

l’appuntamento di Verona, lasciando il solo Tonino Pascale a rappresentare

NessuNa rappreseNtativa Nel team peNNiNg, uN solo atleta Negli speed eveNts

CronaCa di un appuntamento manCatoNel 2013 per la prima volta i cavalieri lucaNi disertaNo la fiera di veroNa

aGenda deL meSe

BarreL raCinG e poLe BendinG15/17 novemBre

Campoionato itaLiano e trofeo deLLe reGioni fitetreC-ante

C.i .Lo SCoiattoLo pontedera (pi)

team penninG 17 novemBre

ore 14.00 2ª tappa Campionato invernaLe team penninG

La fazenda aLexandra – Crotone

eventidomeniCa 17 novemBre

daLLe 9.30 aLLe 16.30eSCurSione miCoLoGiCa Guidata

preSSo iL rifuGio montano “La faGGeta” a maLBoSChetto

(LatroniCo).

fitneSS domeniCa 1 diCemBre

1° raduno di turiSmo equeStre

CavaLCando Con i BrotherS oLiva

SCaLa – CoStiera amaLfitana (Sa)

fiere 13/14 diCemBre

5° edizione di Country ChritSmaS

quartiere fieriStiCo pordenone

Page 5: OLTRE IL FENCE N.9

risultati e dal possibile tornaconto personale. Allora forse

dovremmo andare tutti a lezione dai ragazzi del Trentino

Alto Adige, che nel 2013 per la prima volta hanno portato

una propria rappresentativa alla Coppa delle regioni a

Verona. Dodici ragazzi tutti giovani, maschi e femmine,

eleganti nelle loro camicie a scacchi bianche e turchese,

puliti nella loro equitazione, scesi in campo senza paura

a confrontarsi con le “vecchie volpi” del team penning

nazionale, senza badare al risultato, ma solo con la voglia

di esserci e di crescere e di far capire a tutti che il Trentino

Alto Adige del Team Penning c’è. Se non è spirito sportivo

questo....

Giovanna Laguardia

la Basilicata sullo scenario nazionale (un rappresentante

davvero di... lusso, comunque). Un problema generale che

in questa disgraziata stagione 2013 ha appesantito l’aria

per tutte le federazioni sportive. Dal calcio, alla pallavolo al

basket, dove si è faticato davvero tanto a trovare... volontari

per completare gli organici dei campionati regionali e in

qualche caso la mancanza di sponsor ha impedito di

allestire roster competitivi. Una sponsorizzazione, invece,

per la partecipazione lucana alla Coppa delle regioni a

Verona, in extremis, era stata trovata, grazie al paziente e

certosino lavoro di una parte del comitato organizzatore.

Una sponsorizzazione che avrebbe permesso di coprire

una buona fetta delle spese. Anche in questo modo, però,

i cavalieri lucani non se la sono sentita di partire per la

impegnativa trasferta veronese. Allora forse bisogna dire

che, oltre al “contante”, è mancato un po’ di quel senso

di appartenenza che spinge un atleta a superare tutte le

difficoltà se in gioco c’è la rappresentanza della propria

terra d’origine in una competizione tricolore. Non localismo

ma orgoglio lucano. Quel sano spirito di gruppo che

spinge a smussare tutte le differenze e le rivalità, quando

in gioco c’è la bandiera della propria regione. Quella

voglia di esserci e di confrontarsi, di portare la propria

esperienza comune sugli scenari nazionali che spinge a

scendere in campo e a dare il meglio, a prescindere dai

Page 6: OLTRE IL FENCE N.9

Cari amici,

è passato ormai quasi un anno da quel nove marzo, quando, durante il gran

galà inaugurale della stagione del team penning alla sala Arcobaleno di

Brindisi di Montagna, ci presentammo all’attenzione degli appassionati del

mondo del cavallo, con un po’ di emozione ma anche con tanto orgoglio,

per essere riusciti a mettere nero su bianco un pezzetto della nostra storia,

partendo dalla nostra disciplina di riferimento, il team penning, ma andando

anche oltre, per esplorare tutto l’universo cavallo, dal barrel racing al

trekking, alla gimkana. E non abbiamo intenzione di fermarci qui.

Abbiamo raccontato i personaggi che hanno fatto grande l’equitazione

della Basilicata, i centri ippici che lavorano quotidianamente per mantenere

attivo il movimento equestre. Abbiamo cercato di farvi rivivere, attraverso

le parole e le immagini le emozioni delle sfide più rilevanti che la cronaca

sportiva ha offerto durante la stagione. Abbiamo pennellato i paesaggi

della Basilicata e di altre regioni italiane, per farvi assaporare il gusto del

trekking. Abbiamo provato a fornirvi notizie ed utili spunti di riflessione sulla

gestione naturale del cavallo, sulle patologie veterinarie, sulla ferratura e

sulle moderne tecniche di barefoot, grazie al prezioso apporto dei nostri

collaboratori fissi Nicola Carlomagno e Mariarosaria Manfredonia. In questi

mesi siamo anche cresciuti. Il nostro giornale si è arricchito di nuove

oLtre iL fenCe, un anno da riCordare

la

re

da

zi

oN

e

Piero

Giovanna

Emidio

Giovanni

Marta

Grazia

Page 7: OLTRE IL FENCE N.9

“un anno da ricordare”, come recitava il titolo di un

celebre film sulla storia del purosangue Secretariat, tanto

per rimanere in tema equestre. Un anno di successi che

ci spinge a continuare e a fare sempre di più e sempre

meglio per raccontare la nostra piccola, grande comunità

equestre e per raggiungere insieme a tutti voi sempre

nuovi traguardi.

La redazione

rubriche, da “cavalli campioni” (tanto per ricordarci che

il protagonista assoluto del nostro magazine è sempre

lui, il cavallo), fino a “con gli occhi del giudice”, un vero

punto di riferimento per la miglior comprensione dei

regolamenti di gara, passando per “ il viaggio nel mondo

della musica country” guidato dalla nostra Marta e per

“i trekking dei lettori”, che ci ha portato anche una new

entry in redazione, Grazia Abascià. Nel corso dei mesi

abbiamo ricevuto innumerevoli testimonianze di interesse

ed apprezzamenti per il nostro magazine, sia da parte

di cavalieri e amazzoni, sia da parte di non addetti ai

lavori, che non hanno mancato di notare la serietà degli

approfondimenti, l’ottima fattura degli articoli, l’eleganza

del progetto grafico, la suggestività delle fotografie.

Un risultato che non può che farci immeso piacere.

Insomma, per noi di Oltre il Fence il 2013 è stato davvero

Page 8: OLTRE IL FENCE N.9

i Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri Centri

EquitazionE d’élitE con vista lagoI grandi eventi sono da sempre la vocazione dell’Azienda ferretti al Pantano

Nasce tra la fine degli anni Ottanta e l’inizio degli anni Novanta del secolo scorso come

circolo ippico La Briglia, affiliato Fise, annesso all’azienda agricola e agrituristica Ferretti

a Pantano di Pignola. Una felice intuizione sullo stretto legame fra tradizioni agricole ed

equitazione come mezzo per promuovere il territorio. Fin da subito si caratterizza per la

fascia alta del servizio offerto e per la propensione verso l’élite dell’equitazione, ovvero il

salto ostacoli praticato ad alto livello. Scuderie moderne ed ariose, due campi ostacoli,

di cui uno illuminato, una elegante club house in legno, spazi esterni estremamente

curati, istruttori di fama nazionale, fra i quali Giovanni Losito, Massimo Tozzi e Fabrizio

De Vivo. Per molti anni il circolo ippico La Briglia è stato il vero “motore” dell’ostacolismo

in provincia di Potenza. Tanto da meritare, tra la fine degli anni Novanta e l’inizio del

2000, di essere designata quale tappa del circuito classico che l’allora Unire (Unione

nazionale italiana incremento razze equine), riservava ai giovani cavalli da salto ostacoli di

Page 9: OLTRE IL FENCE N.9

produzione selezionata. Per l’occasione

il circolo La Briglia allestì anche un

campo da salto ostacoli in erba. Era la

prima volta che il circuito Unire sbarcava

in Basilicata. In seguito l’onore di

ospitare il circuito nazionale in Basilicata

è toccato solamente per un paio di anni

alle Masserie del Falco di Forenza. Ma,

in tema di grandi eventi, il centro della

famiglia Ferretti non si è limitato ad

ospitare l’equitazione “english”. In tempi

più recenti ricordiamo, infatti, un paio di

memorabili edizioni di Basilicata Country

& Co., kermesse dell’equitazione e del

country life style organizzata da LA

Vaccariccia di San Chirico Nuovo, che

ha portato alla ribalta delle cronache

numerosi piccoli centri della Basilicata

e che nel 2008 e nel 2009 è stata

ospitata proprio nell’elegante struttura

di contrada Pantano. Nel 2008, dal 31

maggio al 2 giugno, il centro Ferretti

ha ospitato la quinta edizione della

manifestazione, con tre giorni di gare,

show, dimostrazioni ludico-sportive,

momenti di aggregazione, con il cavallo

come grande protagonista, ma anche

con finestre su altri sport, sempre legati

alla natura e al verde, come tiro con

l’arco, arrampicata libera, parapendio,

e su agriturismo, turismo rurale e

allevamento. Il bis nel 2009, il 25, 26 e

27 con la VI edizione di Basilicata Country

& Co, con gare di numerose discipline

della monta western, dal barrel racing,

al pole bending al team penning.

Giovanna Laguardia

“Fra i centri ippici lucani è tra quelli che vantano

le più antiche tradizioni

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Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefoot Barefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefoot Barefoot Barefoot BarefootBarefootBarefoot Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot Barefoot

“Barefoot: l’importanza del giusto equilibrio

negli elementi nutritivi

un’alimEntazionE da atlEtaLa performance sportiva come base per calcolare la razione

Con l’aiuto del dottor Alberto Barozzi,

proseguiamo nel nostro viaggio

attraverso le relazion i tra piede scalzo ed

alimentazione.

Parliamo di razionamento e fabbisogni dei

cavalli, parametri fondamentali che non

vanno sottovalutati in quanto, tengono

conto di molti fattori che determinano

la buona funzionalità del piede e di tutto

l’apparato muscolo scheletrico del cavallo.

Di fondamentale importanza è farsi

seguire da un veterinario alimentarista,

senza improvvisare o seguire i consigli

di allevatori o pseudo tali, che spesso si

trasmettono di scuderia in scuderia.

Stabilire a priori un razionamento senza

conoscere i parametri di riferimento,

lavoro, età, peso del soggetto, non è

assolutamente possibile. Avere queste

informazioni per costruire un programma

alimentare è fondamentale, anche perché,

essendo un programma dinamico, varia

in funzione della variazione dei fattori

che lo compongono, e deve essere

organizzato in base ad un obbiettivo.

Ad esempio, il peso ottimale che viene

stabilito dall’alimentarista con valutazioni

complessive ben precise, sarà in funzione

di un’attività’ sportiva determinata, oppure

funzionale ad una crescita ponderale

del puledro nel rispetto della crescita

fisiologica delle ossa e delle cartilagini,

o ad una gravidanza o altro ancora. I

parametri sono:

Individuali genetici: peso, razza, età, sesso

Individuali fisiologici: accrescimento, gravidanza, stato di salute generale

Individuali esterni: lavoro

Esterni: clima

Per ciascuno dei parametri elencati,

è necessario determinare i fabbisogni

relativi; oggi possediamo riferimenti sicuri,

almeno per una parte di essi, derivanti

da sperimentazioni fatte su di un elevato

numero di soggetti che permettono un

grado di precisione molto accurato.

Sono i seguenti:

energia complessiva, proteina grezza,

carboidrati e fibre, lipidi, vitamine

liposolubili A,D,E,K,F, calcio, fosforo,

magnesio, cloro, sodio, potassio, ferro,

rame, zinco, manganese, selenio, zolfo,

cobalto, iodio, vitamine idrosolubili gruppo

B, H, PP, aminoacidi principali, acqua.

I fabbisogni relativi, che derivano dall’analisi

di centinaia di migliaia di soggetti, sono

stati raccolti e coordinati in banche dati

costantemente aggiornate. L’analisi di

Page 11: OLTRE IL FENCE N.9

queste informazioni rende possibile, oggi,

la determinazione dei reali fabbisogni dei

cavalli, siano essi galoppatori, trottatori,

cavalli da salto, da dressage, fattrici,

puledri e così via.

Man mano che la sperimentazione

prosegue, si vanno determinando

anche i fabbisogni relativi a minerali

meno conosciuti, come oro, argento,

alluminio, piombo ecc. La zootecnia, ha

oggi raggiunto livelli di perfezionamento

molto alti, infatti, per quanto riguarda gli

animali da reddito come bovini, suini,

volatili, la tecnica alimentare è molto

avanzata, il dietologo-alimentarista è in

grado di far raggiungere i massimi livelli

di produzione utilizzando alimenti diversi.

L’alimentazione, riconosciuta ormai come

fondamentale pilastro delle alte produzioni,

è una scienza, e nulla è lasciato al caso.

Nel mondo del cavallo le cose non sono

così semplici, in linea di massima il cavallo

non entra a far parte degli animali da

produzione zootecnica, nel senso che non

viene collocato allo stesso modo del bovino,

del suino o dell’ovino. Se pensiamo ad un

cavallo, lo immaginiamo come ardente

destriero e non certo come produttore di

latte o, ohimè, di altro. Non collocandosi

come animale da reddito, non rientra

nei canoni tradizionali dell’allevamento.

La fantasia sostituisce la tecnica, e le

emozioni dell’uomo, passione, estetica,

soddisfazione, amore, anche presunzione,

conducono la vita del cavallo. Non

sempre, però, ciò è bene ! Le esperienze

maturate in anni ed anni di vicinanza e di

conoscenza stretta del cavallo, non sono

assolutamente da mettere in discussione;

chi ha convissuto per una vita con questo

animale, ha ormai ben poco da imparare.

La tecnologia moderna ha fatto, però,

passi da gigante, lo verifichiamo nell’uomo,

che oggi dispone, ad esempio, di una

tecnica medica inimmaginabile solo 25

anni fa. Quindi, ove è possibile, contribuire

vantaggiosamente al miglioramento e al

buon mantenimento del cavallo, è una

cosa decisamente ben fatta. L’allevatore

che si dedica alla produzione zootecnica

propriamente detta, bovini da latte ad

esempio, oggi si avvale esclusivamente

di tecnici alimentaristi per determinare

il regime alimentare dei propri animali;

questo lo fa nonostante provenga da

esperienze anche di molte generazioni.

Una razione per un animale da reddito,

fa fronte ai seguenti fabbisogni:

mantenimento, stare in piedi, alzarsi

e coricarsi, spostarsi, assumere e

masticare l’alimento, digerire l’alimento

stesso, assorbire e assimilare i principi

nutritivi, produzione, crescita, gravidanza,

latte, lavoro, lana, uova, piume. Il cavallo

presenta un importantissimo elemento in

più: la “performance sportiva”. E’ questo

elemento che necessita di attenzioni

particolari; se non è ben valutato, l’errore

farà ingrassare o dimagrire, correre più

piano, saltare poco o perdere energia

dopo il primo giorno di gara. Per lo sportivo

professionista, tennista, ciclista, calciatore,

ci si avvale sempre del dietologo per

migliorare le prestazioni, i risultati raggiunti

oggi sono da attribuire, in buona parte, ad

una corretta alimentazione. Per il cavallo

è la stessa cosa, se lo vogliamo avere in

perfetta forma è necessario l’intervento di

un esperto. L’alimentazione deve essere

adatta al tipo di attività sportiva che viene

praticata, per il cavallo da trotto o da

galoppo o da salto è necessario fornire

energia che verrà utilizzata in un tempo

brevissimo, pochi minuti, ossidazione

anaerobica quindi, grande consumo di

glicogeno, e accumulo di acido lattico che i

muscoli devono essere in grado di smaltire

rapidamente. Il cavallo da dressage,

facendo un lavoro diverso, con ossidazione

aerobica, può utilizzare i grassi per avere

energia, quindi può “essere fasciato” di

più, non troppo, però ! Il cavallo sportivo

NON deve essere grasso; al pari dell’uomo.

Un tennista non sarà mai grasso, eppure è

in grado di sostenere partite lunghissime

con sforzi muscolari notevolissimi. Il

puledro troppo grasso avrà, da adulto,

problemi alle articolazioni nell’attività

sportiva futura. Eppure tutti sostengono

che il cavallo deve “pagare l’occhio” come

si dice in gergo, non deve avere la “riga

della fame”, e soprattutto deve essere ben

pieno nella zona sopra la grassella, alla

fine della pancia per intenderci. In realtà

quella zona, che spesso si presenta con

un incavo anche marcato, non dipende

dall’alimentazione, ma al lavoro, infatti

un cavallo poco muscolato, non allenato,

vede diminuire naturalmente le proprie

masse muscolari, più erano sviluppate e

più diminuiscono.

Emidio Filace

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BaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeStBaSiLiCata WeStern Story BaSiLiCata WeSternStoryBaSiLiCataWeSt

“ Tre giorni di manifestazioni

e grande divertimento

organizzati dall’Ibha

Anno 2006, mese di giugno, giorni 23, 24 e 25, la location, Centro Sportivo

di Macchia Giocoli, di Potenza. L’Evento è il Potenza Western Show,

organizzato dalla IBHA (Italian Barrel Horse Association), associazione

tutta lucana di barrel racing e pole bending, che ha saputo mettere in piedi

grazie ad un apparato organizzativo davvero magnifico, una tre giorni

interamente dedicata al barrel racing, al pole bending ed al team penning.

Non sono mancati gli spazi espositivi, l’ottima birra e il divertimento che

è stato assicurato dal toro meccanico e dalle ragazze coyote che hanno

coinvolto tutti con i loro passi di linee dance e la musica country suonata

da diverse band che la sera si sono esibite per allietare le calde serate di

fine giugno. Oltre un anno di organizzazione e fatica, ma gli sforzi sono

stati ripagati dalla grande partecipazione dei cavalieri provenienti da tutta

Italia, e dal grande successo che la manifestazione ha riscosso in termini

di pubblico e spettacolo.

Il sabato si comincia con il Pole Bending. A regolare tutti è Giovanni Adamo

su Double Bar Peppy, il tempo è buono, 22:168, ma a stupire chi non lo

conosce è il giovane Carlo Ariete su Niven, solo due decimi lo separano

dalla vittoria. Terzo è Marino Tindaro. La seconda divisione è appannaggio

di Alberto Marino che precede Saverio Giuzio. In terza divisione vince

il wEstErn show sbarca a potEnzaNel 2006 per la prima volta la città capoluogo protagonista di un grande evento

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il giovane Donato Danella davanti a

Mariano Gnasso e Giuseppe Danella.

Il Barrel Racing vede una gara tirata

fino all’ultimo, il campo è grande,

veramente grande, il fondo è buono, i

giudici Carmine Buono e Patrizia Fiorillo

pongono i barili sulle massime misure.

Sulle ali di un tifo verace il titese

Raffaele Buono, Futurity Champion in

carica, con Miss Olly Playboy ferma

il cronometro su 17”390, per solo 5

millesimi Matteo Bergamini su DC Ibea

Dunit è secondo, ma, come spesso usa

fare, si aggiudica anche la terza piazza

su Kiss. In seconda divisione Giovanni

Adamo su Eros Side Up precede Marino

Tindaro su Silver Dooker, terzo Stefano

Franchini su Sugar, oggi Marino Tindaro

sembra un esattore, implacabile si

presenta a riscuotere anche per la

vittoria nella terza divisione, secondo

è Pasquale Palmieri su Shalips e

terzo Luigi Orsi su Royal Daw Jessy.

In quarta tornano i lucani, Antonio

Pascale su Mufasa vince davanti ad

Antonio Nardozza su Pepita, al terzo

posto Antonino Sciammetta su Wolf.

La serata vede il nostro Chief Editor,

Dario Bezzi, invitato per l’occasione

dagli organizzatori, impegnato insieme

alle autorità locali nelle premiazioni.La

notte prosegue con musica country e lo

spettacolo di linee dance delle ragazze

coyote,spettacolo organizzato sempre

dalla premiata ditta Saverio & Co.

Per le gare ci si rivede la domenica

pomeriggio il montepremi è lo stesso

del sabato, da leccarsi i baffi. La

temperatura è sempre calda, la voglia

di gareggiare altrettanto, subito in

campo la Open di Barrel, il campo

tiene bene e si prevedono tempi

in discesa. Questa volta Matteo

Bergamini non ci si accontenta del

secondo posto: decide di vincere con

17”206 e si piazza anche al secondo

posto! Quello che impressiona è che i

cavalli arrivano nella stessa sequenza

e con il solito minimo distacco. Al

terzo posto Giuseppe Intonaco su King

Super Star. Non ci stupiamo della

cosa: il giorno prima era appollaiato al

quarto posto, aspettava solo di fare un

passettino avanti. In seconda divisione

vince Stefano Franchini su Sugar

seguito da Christian Basile su Cody e

Gigi De Felice su Play Girl. Carlo Ariete

continua a piazzare risultati e vince

la terza divisione su Sonny Bar King

precedendo Giovanni Cerilli su My

Impress Black e terzo Luigi Orsi che

ha fatto l’abbonamento con questo

piazzamento. La quarta divisione vede

premiati il vincente Donato Danella

su Idis, davanti al simpaticissimo

Carmelo Martino su Havana Sweet,

al terzo posto una new entry, Donato

Genovese su The Cloud Of Dakota.

Ben 28 gli Youth che si presentano in

arena, Raffaele Buono non ripete gli

errori della Open e stacca il Best Time

della manifestazione con 17”055,

Raffaele ed Olly escono tra gli applausi

del pubblico. Il più vicino è Cristian

Abate con Tay Step ed ancora un

terzo posto per Luigi Orsi su Royal.

Per i Novice, veramente alle prime

gare, vince Carmelo Votta che porta a

casa anche il secondo posto, al terzo

posto Rosa Postiglione. Tornano in

campo i paletti per la Youth e vince un

nome nuovo, Elisa Colella, seguita da

Raffaele Buono e Cristian Abate. Tra i

Novice vince Emilio Azzato davanti a

Michele Pessolano e Antonio Pecora.

Emidio Filace

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treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG

cavalli E tradizioni nEllE valli di comacchioLa stagione 2013 del Club Italia Trekking equestre si chiude a Riolo Terme

“ Sport, cultura e gastronomia

nel gran finale organizzato

dall’associazione

Sport, cultura e gastronomia per il gran finale della stagione 2013

del Cite, Club Italia Trekking equestre, con un trekking che ha messo

daccordo cavalieri ed accompagnatori, alla scoperta del suggestivo

parco regionale della Vena dei Gessi e delle Valli di Comacchio, dal 10

al tredici ottobre scorsi. Anche nell’ultima tappa (le cinque precedenti

si sono tenute a Cuneo, sulle colline del Barolo, sul lago di Bolsena,

fra Toscana e Lazio, sulle Dolomiti del Brenta in Trentino, nel parco

nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e sulla Sila in Calabria), i fedelissimi

del Cite al loro arrivo a Riolo Terme, in provincia di Ravenna, sono stati

accolti dalla pioggia, che è stata compagna fedele di molte avventure

equestri nel corso del 2013. Il maltempo, comunque, non scoraggia i veri

appassionati di equitazione di campagna e così è stato anche in questo

caso. Al loro arrivo a Riolo i cavalieri, provenienti da tutte le parti d’Italia

e di tutte le età, dai venti agli oltre ottant’anni, sono stati accolti con una

sorta di “aperitivo culturale”, la visita guidata alla rocca sforzesca di

Riolo Terme, antica roccaforte della Valle del Senio, che sorse insieme

al suo borgo sul finire del XIV secolo, come presidio per opera della

città di Bologna, sede municipale fino al settembre 1985 ed oggi museo

medioevale. Il giorno successivo, nonostante il tempo grigio e uggioso,

impermeabili alla mano, tutti in sella verso località Monte Battagliola, con

un percorso collinare dolce e gradevole, reso tuttavia un po’ scivoloso ed

insidioso dalla pioggia. Col passare delle ore, però, la situazione meteo

Page 15: OLTRE IL FENCE N.9

va migliorando ed i cavalieri arrivano

al punto tappa in agriturismo, dove li

attende un pranzo davvero luculliano a

base di pasta di casa al ragù ed altre

specialità locali, sotto un bel sole.

Il giorno dopo, il sabato, cavalieri ed

accompagnatori si riuniscono per una

giornata dedicata all’arricchimento

culturale: tutti in autobus a Comacchio

dove è in programma la visita al museo

della nave romana, rinvenuta nel 1981

in località Valle Ponti a pochi chilometri

da Comacchio. Di epoca imperiale (fine

del I secolo a.C.), la nave era destinata

al commercio fluviale e avrebbe dovuto

risalire il delta del Po per raggiungere

i mercati interni della pianura Padana.

Il suo naufragio presso l’antico litorale

romano, molto più arretrato rispetto a

quello odierno, e il rapido insabbiamento

hanno consentito la conservazione

per duemila anni dell’intero carico.

Di grande interesse anche la visita

alla Manifattura dei Marinati, l’antica

fabbrica che ha rimesso in moto l’intero

ciclo di lavorazione delle anguille e

delle acquadelle. Nel pomeriggio,

dopo un pranzo a base, ovviamente,

di anguilla, tutta la comitiva ha potuto

toccare con mano le dure condizioni

di vita dei pescatori di anguille nel

secolo scorso, con una gita in battello

nelle Valli di Comacchio. Il giorno

dopo, quello dell’arrivederci, di nuovo

tutti in sella, questa volta sotto un

bel sole. La meta è Monte Mauro, il

punto più alto della catena dei Gessi,

caratteristica non solo per le vene

di gesso visibili ad occhio nudo, ma

anche per le argille azzurre e i calanchi,

tanto simili ai paesaggi della collina

materana. Una bella passeggiata tra

stupendi paesaggi. Unico “incidente”,

il malaugurato incontro con uno

sciame di vespe di terra che ha

provocato un autentico parapiglia

fra i cavalli e cavalieri, con un fuggi

fuggi generale e alcune cadute, per

fortuna senza conseguenze, proprio

a pochi chilometri dalla meta finale,

il maneggio in località Cardello, dove

una lunga tavolata attende cavalieri

ed accompagnatori per il pranzo e il

bicchiere della staffa.

Giovanna Laguardia

treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG treKKinG

“ Sport, cultura e gastronomia

nel gran finale organizzato

dall’associazione

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maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia

“L’esperienza del giovane professionista

di San Chirico Raparo

Giuseppe Berardone, 25 anni di San Chirico Raparo, da sempre

appassionato di cavalli da poco più di quattro anni maniscalco. L’esigenza

di ferrare i propri cavalli, lo porta a praticare la bottega di vecchi

maniscalchi della zona, ma, non soddisfatto dell’insegnamento di questi

vecchi maestri, per lo più fabbri dediti alla ferratura di cavalli pesanti e

muli, decide di approfondire gli studi, avvalendosi di testi specialistici ed

iscrivendosi alla SIPE, associazione dalla quale periodicamente riceve

presso il suo centro, La Collina del Cavallo, gli aggiornamenti in materia

di mascalcia. Le ricerche sul web, ed i testi di mascalcia alimentano la

sua passione per lo studio del piede del cavallo, tanto che Giuseppe,

decide di far diventare questa sua passione un vero e proprio lavoro.

Conosce Nicola Carlomagno, ed incuriosito dal pareggio barefoot horse,

cerca di carpire gli insegnamenti e i consigli del maniscalco - horseman

di Lauria, suggerimenti che con il passare del tempo applica anche nelle

ferrature.

Giuseppe Berardone, ferra e pareggia prevalentemente cavalli da trekking,

disciplina molto praticata nel suo territorio, che si trova a metà strada tra

il Parco della Val d’Agri e il Parco del Pollino. Da qualche tempo inoltre

maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCiamaSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia maSCaLCia

il maniscalco chE amava il trEkkingGiuseppe Berardone, dalle antiche botteghe allo studio del barefoot

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si organizzano nel suo territorio delle

gimkane western, che stanno attirando

un buon numero di appassionati,

portando il giovane maniscalco, ad una

ricerca sulla ferratura più consona per

questa tipologia di disciplina. Sono però le

transumanza che si organizzano a cavallo

della fine di maggio e l’inizio di giugno,

gli eventi che lo vedono impegnato

come maniscalco di servizio in una tre

giorni dove molti cavalieri provenienti

dall’intera Basilicata percorrono i

tratturi delle magnifiche montagne che

contornano San Chirico Raparo. A tal

proposito, chiedo a Giuseppe Berardone,

che tipo di ferratura consiglierebbe a

chi deve affrontare un lungo trekking,

o che abitualmente utilizza il proprio

cavallo per delle passeggiate. Giuseppe

mi risponde che innanzitutto il piede del

cavallo che affronta sentieri con terreni

vari deve avere un’ottima aderenza

e deve pertanto avere una ferratura

comoda. Il maniscalco di San Chirico

Raparo, utilizza due tipologie di ferri

a seconda se il cavallo è un cavallo di

stazza imponente, tipo cavallo murgese,

o cavalli con una corporatura leggera ed

un piede più piccolo tipo quarter horse

o cavallo arabo. Il ferro utilizzato per

cavalli di stazza è un ferro Continental,

ferro che ha una lega molto resistente

e che si lavora bene, mentre per cavalli

più leggeri lui consiglia un ferro Eventer,

dotato di un ottimo arrotondamento e

costituito di una lega particolarmente

leggera.

Prima di salutarci Giuseppe, mi confida

che con un gruppo di amici, si stanno

organizzando per formare un team

da iscrivere al prossimo campionato

regionale di Team Penning e a tal

proposito vorrebbe studiare con qualche

corso d’aggiornamento specifico, quella

che è la ferratura specifica per un cavallo

da team penning.

Emidio Filace

il maniscalco chE amava il trEkkingGiuseppe Berardone, dalle antiche botteghe allo studio del barefoot

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SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLISOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI SOSCAVALLI

profEssionE: il mEdico vEtErinario.Storia di una passione che chiamano lavoro.

Quando avevo 9 anni il mio papà, stanco ormai di avere una bambina deficiente per

casa che si sedeva al contrario mimando avventure fantastiche con tanto di indiani e

cowboy (!!!), decise di portarmi a cavallo. Ricordo Fiore, la prima pony su cui mi fecero

salire, in un piccolo maneggio a Castellaneta Marina sulle sponde del fiume Lato: ero

emozionata e spaventata al tempo stesso. Quel giorno, mentre provavo a mantenere

l’equilibrio in quella nuova posizione, dissi a papà «io farò la veterinaria».

«Cambierai mille volte idea» disse lui.

A quel pomeriggio sono seguiti tanti pomeriggi e poi le domeniche e poi i raduni e

poi…ogni momento era quello giusto. Niente mi faceva sentire più a casa di quegli

occhi, di quel calore che l’animo del cavallo riusciva a trasmettermi, di quell’odore

che oggi continuo a credere sia il più buono del mondo. Prima ancora che venisse

acclarata scientificamente, avevo sperimentato l’ippoterapia. Così, ha inizio la mia

avventura: un giorno del lontano 1992 nelle aule di Valenzano a provare il test di

ammissione alla facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari.

Il tempo mi aveva dato ragione, non avevo cambiato idea…

Sono passati molti anni da quel 1992, alla laurea ed abilitazione all’esercizio

“Dal Caos Dio creò un mondo e dalle

grandi passioni nasce un popolo.

” (Lord Byron)

Page 19: OLTRE IL FENCE N.9

professionale, sono seguiti una

specializzazione e decine di corsi di

aggiornamento e chissà quanti altri

ancora seguiranno. Perché è la mia

passione. Perché non vorrei essere

nient’altro che un medico veterinario.

Non è solo un lavoro, ma un modo di

essere. Un medico veterinario premette

sempre ad un cinema, ad una cena con

amici o ad una serata di pesca «se non

mi chiamano, ci vediamo….», persino

il viaggio di nozze è organizzato su

un’assenza che non superi la settimana!

Perchè sappiamo che quando il cellulare

squilla, l’adrenalina è tale per cui si va.

Non esistono orari, festività o amori,

piogge torrenziali o caldo asfissiante, si

va e basta.

E’ una passione ed un richiamo,

un’identità imprescindibile, un dovere

ineludibile, un entusiasmo inesauribile.

Purtroppo, però, le giornate non sono

tutte rosa, le urgenze non vanno tutte

bene, a volte gli animali muoiono,

e muoiono nonostante te. Difficile

spiegare cosa accade quando non

ce la fai, te lo porti dentro per giorni

anche se ostenti indifferenza e asettica

rassegnazione. Noi abbiamo a che fare

con esseri senzienti, vite che dipendono

dalle nostre azioni, dalla nostra diagnosi,

dalla rapidità con cui arriviamo alla

diagnosi. A volte facciamo davvero

fatica, soprattutto se la chiamata non è

tempestiva. Negli ultimi anni purtroppo,

complice una crisi che sembra non dare

tregua, il medico veterinario è sempre

più in fondo alla scala delle figure

professionali che vengono chiamate

quando un animale sta male. E si perde

Page 20: OLTRE IL FENCE N.9

tempo prezioso. Costiamo tanto….non ce n’è bisogno….in fondo basta

dare l’antibiotico…e poi...poi c’è internet. La nostra professione è forse

l’unica al mondo nella quale tutti si sentono in diritto di ingerire. Nessuno

si sognerebbe mai, infatti, di dire ad un medico cosa andrebbe fatto in

una specifica situazione, eppure tutti abbiamo avuto almeno una volta

la febbre alta o una colichetta o ancora un parente anziano in casa,

ma non è la stessa cosa che possedere un animale. Sì, perché chi ha

animali da tempo tende a confondere l’esperienza con la scienza e a

credere scientificamente validati comportamenti che spesso raccontano

solo una grande fortuna. Non si diventa veterinari perché in casa, magari

da generazioni, ci sono animali, si diventa veterinari perché si studia per

esserlo. E la differenza non è cosa da poco. Più frustrante di un risultato

disatteso, c’è il dover spiegare che quello che si è fatto è frutto di studio

e non di improvvisazione. Il medico veterinario ricorre ad una radiografia

o ecografia, per avere una conferma ad un sospetto diagnostico, non

per poter fare una diagnosi. Non ne parliamo se l’interlocutore fa un

mestiere per il quale interagisce con l’animale: lì siamo spacciati! Io non

so fare il maniscalco o l’allenatore/istruttore, ma tutti i maniscalchi e gli

Page 21: OLTRE IL FENCE N.9

istruttori/allenatori pensano di saper fare

il veterinario. Ed ecco che allora quello

che è il lavoro più bello del mondo diventa

una trappola: chi conosce bene cosa è

la deontologia, non parlerà mai male di

un professionista o di un collega davanti

e/o con il cliente. Nel 1808 Pierre-Marc-

Gaston de Lévis, un politico francese,

nelle sue Massime e Riflessioni, scrisse:

«il tempo logora l’errore e leviga la verità»,

ma non sempre va così. Più facilmente,

persone poco attente, con il tempo

tendono a dimenticare e confondere le

cose, i fatti, le persone… Chi è onesto,

per esempio, e prima di tutto con se

stesso, sa benissimo cosa ha fatto con

il suo animale, prima e soprattutto dopo

aver chiamato il medico veterinario,

ma molto spesso preferisce scaricare

ogni responsabilità (ovviamente se le

cose non sono andate bene) sul medico

veterinario. Ed è sempre molto pettegola

questa categoria di persone! Ed in

ultimo c’è la Croce della Benficenza.

Perché, infatti, il medico veterinario è

l’unico medico che si pensa di poter non

pagare? Quando andate a fare la spesa,

la fate su un vespino bianco e muniti

di passamontagna? Non credo proprio,

ma quando viene il veterinario a casa,

e non per un’urgenza, la prima risposta

di molti di voi è «poi ci vediamo che

mò non tengo soldi», perché il medico

veterinario ama gli animali ed è un

missionario. Menomale che non siamo

pediatri e lavoriamo con i bambini: ci

toccava l’elemosina per strada!!!!

Ho scelto di concludere l’anno con

questo articolo raccontandovi la mia

professione, perché penso che quella

tra medico veterinario, maniscalco,

proprietario ed allenatore sia

un’interlocuzione tutta ancora da scrivere

e che si possa davvero arrivare a parlare

tutti la stessa lingua. Tutti unicamente

concentrati sull’unico risultato degno di

nota: la salute dell’animale, nel rispetto

del lavoro dell’uomo. Noi popolo di Oltre

il fence dobbiamo imparare ad andare

oltre qualunque forma di protagonismo

e diventare una squadra concentrata

sul valore della bellezza di un cavallo

sano che vince una gara o che corre in

un bosco, nell’armonia di una famiglia

che insieme a lui scopre il piacere della

condivisione e dello stare insieme.

Mariarosaria Manfredonia

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CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICECON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE CON gLI OCChI dEL gIudICE

Le competizioni di team penning, sono disciplinate con norme

e regole che, a seconda se patrocinate dalla Sef Italia o dalla

Fitetrec Ante, differiscono in alcuni punti del regolamento.

Analizzeremo i due regolamenti, cercando di fare chiarezza

ai tanti penners che spesso hanno partecipato a competizioni

patrocinate dalla Fitetrec Ante e della Sef Italia, ed hanno

avuto difficolta ad interpretare l’uno o l’altro regolamento.

Nell’articolo che regolamenta le entrate di categoria,

troviamo nel regolamento della Fitetrec Ante, la categoria

Quick Draw, una classe aperta ai soli Penners molto esperti

(Rating 7-6-5). In questa categoria si evidenziano le doti dei

singoli cavalieri, infatti, dopo aver disputato una gara con il

team con il quale si sono iscritti, se qualificati entro i primi dieci

posti, disputeranno la finale non più con lo stesso ma con un

nuovo team, formato grazie ad un sorteggio casuale tra tutti

cavalieri entrati in finale. Le regole saranno le stesse delle

altre categorie a differenza del numero dei capi assegnato:

non dovranno essere portati nel Pen i tre capi con lo stesso

numero, bensì una sequenza (es . se chiamato il numero 5 i

Penners dovranno portare nel Pen i capi contrassegnati con

“Categorie, tempo, entrate, responsabilità della mandria

e numero di vitelli

sEf E fitEtrEc antE, scopriamo lE diffErEnzETeam penning: ecco quali sono i punti dove i due regolamenti divergono

Page 23: OLTRE IL FENCE N.9

i numeri 5-6-7). Il regolamento Sef Italia

invece, non prevede questa categoria.

Inoltre il regolamento Sef Italia prevede

che verranno accettate un massimo di

numero 6 (sei) iscrizioni del medesimo

cavallo per categoria; fatta eccezione

della categoria Youth ove non è fissato

alcun limite per le entrate del cavallo.

Il Regolamento della Fitetrec Ante,

prevede invece che vengano accettate un

massimo di numero 4 (quattro) iscrizioni

del medesimo cavallo ad una categoria,

con un massimo di 6 (sei) nella giornata

di gara, salvo casi particolari approvati

dal veterinario di servizio. Per quanto

concerne la categoria denominata

Futurity entrambi i regolamenti

prevedono che, data la giovane età dei

soggetti impegnati, il numero massimo

delle entrate del medesimo cavallo sia

ristretto a 2 (due).

Passiamo ora al Tempo limite: il

regolamento Fitetrec Ante prevede che

il tempo limite previsto possa essere

di 60, 75 o 90 secondi, in base alle

categorie. Il tempo sarà indicato nelle

Norme di Partecipazione relative alla

competizione stessa. Nel regolamento

Sef Italia invece, il tempo limite previsto

varierà tra i 60 ed i 90 secondi, in base

alle categorie e dovrà essere indicato

sulle norme di partecipazione relative

alla competizione stessa

I due regolamenti, differiscono

ancora, nella norma che disciplina la

responsabilità del team nei confronti

della mandria, il regolamento Sef Italia,

prevede che una volta entrato in arena,

il Team diventa totalmente responsabile

della mandria assegnatagli. Il Team

ha 30 secondi di tempo dopo l’inizio

del go per segnalare ai Giudici qualora

ritenesse che all’interno della mandria

in campo, tra i capi ancora da utilizzare

nel GO, vi sia un capo non idoneo, ed

attendere la loro decisione in merito

successivamente al consulto veterinario.

Nel regolamentoFitetrec Ante non sono

previsti i trenta secondi di tempo dopo

l’inizio del go. Una volta entrato nell’arena

il Team diventa totalmente responsabile

della mandria assegnatagli. Prima

che il Go inizi, cioè prima che parta il

cronometraggio del tempo e prima che

al Team venga assegnato il numero,

il Team può segnalare ai Giudici ed

attendere la loro decisione, qualora

ritenesse che all’interno della mandria in

campo tra i vitelli ancora da utilizzare nel

Go vi sia un capo non idoneo.

Altra norma che differisce, in maniera

molto sostanziale tra i due regolamenti, è

la norma che va a disciplinare il numero

massimo di capi. Il regolamento

Fitetrec Ante prevede che se più di

3 vitelli avranno varcato la Foul-Line

sarà assegnato un No-Time,il quarto

animale dovrà però aver attraversato

completamente ( 4 zampe ) tale linea.

Sarà sanzionato un No-Time anche

quando a varcare la Foul-Line sarà più

di un capo non assegnato. Differente

è la norma dettata dal regolamento

Sef Italia, che invece disciplina che

in qualunque momento del go, se un

numero superiore ai 4 (quattro) capi avrà

varcato la Foul – Line sarà assegnato un

No-Time. Il quinto animale dovrà però

aver attraversato completamente (con

tutte e quattro le zampe) la Foul-Line.

Queste le differenze tra le norme

che regolamentano le competizioni

patrocinate da Sef Italia e da Fitetrec

Ante, sulle quali speriamo di aver

fatto luce grazie al prezioso aiuto del

Giudice Carmine Buono, che oltre ad

essere Giudice Nazionale Sef Italia è

anche Giudice Nazionale Fitetrec Ante

e che è stato di fondamentale aiuto

nell’analizzare il regolamento di questa

federazione.

Emidio Filace

Page 24: OLTRE IL FENCE N.9

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finalmEntE si salE in sEllaMontare a cavallo per la prima volta con il metodo Parelli

Salve amici horseman ci siamo lasciati l’ultima volta parlando delle tecniche e dei principi

naturali per presentare giocando la sella al nostro cavallo e come sellare in modo naturale

e fare i controlli prima di montare tra cui l’importantissima flessione naturale che dovrà

essere eseguita senza costrizioni e senza paure da parte del cavallo. Se tutto è stato

effettuato con scrupolo e con savvy è giunto il momento di montare in sella. Iniziamo

afferrando con decisione il pomo della sella e tiriamo verso il basso quasi a voler sbilanciare

il cavallo che si preparerà cosi al nostro peso sulla staffa e imparerà a stare fermo mentre

montiamo. Ora prendiamo una ciocca di criniera insieme alla lunghina con una mano e con

l’altra prendiamo il pomo, dopo ovviamente aver messo il piede nella staffa, e saltelliamo

fino a issarci su con le nostre anche parallele alle anche del cavallo e se lui sta fermo, dopo

aver accarezzato con la mano che teneva il pomo il lato opposto a quello dove siamo noi,

possiamo salire e sederci in sella con delicatezza. In questo momento la cosa piu’ saggia è

restare per alcuni minuti fermi per insegnare al nostro cavallo a non partire subito appena ci

sediamo in sella. Anche perché prima di partire al passo è necessario controllare l’ efficacia

della nostra flessione laterale. Se c’è qualcosa che non funziona, ci toccherà riscendere e

giocare ancora un po’ da terra. Se invece il cavallo cede il collo senza problemi lanciamo

la lunghina sopra la testa del cavallo per passarla all’altro lato del collo e chiedere anche

Page 25: OLTRE IL FENCE N.9

qui la flessione laterale. Ripetere

innumerevoli volte: che ci crediate

o no, questo esercizio rende il

nostro cavallo più sicuro di ogni

imboccatura. da notare che non ho

parlato di montare da sinistra perché

un cavallo addestrato naturalmente

non deve creare problemi sia che

montiate da destra che da sinistra

e inoltre bisogna abituare il cavallo

a essere ambidestro per essere

sempre preparati ad ogni evenienza

(savvy è anche questo).

Ora siamo in sella e il nostro cavallo

è rilassato e noi con una redine in

mano siamo in totale sicurezza,

perché ricordate una redine per

controllare e due per comunicare.

Iniziamo a muoverci per il rettangolo

con la redine rilassata e lasciamo

in questa fase libera scelta al

cavallo sulla direzione da prendere

e usiamo la redine di controllo solo

se aumenta l’andatura, altrimenti

comportiamoci come un ospite

della sua schiena e ricordiamoci

che in questo momento lui ci sta

dando tutto perché si sta fidando

di un predatore seduto sulla groppa

di una preda. Non parlo adesso di

andature e altri esercizi ma solo di

stare in sella rilassati per dar tempo

al cavallo di abituarsi alla nostra

presenza sulla sella e tempo a noi di

abituarci all’idea di cavalcare senza

imboccatura ma in freestyle.

Nicola Carlomagno

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Tra le sue migliori qualità c’è quella di rendere semplici le cose complicate e divertenti quelle un po’ noiose. Il segreto del suo successo come istruttore e trainer probabilmente è proprio questo. Del resto l’insegnamento, per sua stessa ammissione, è la sua vera passione. Stiamo parlando del pugliese Sergio di Benedetto, cavaliere, trainer e istruttore. Nato a Bisceglie, Di benedetto attualmente lavora a Bari al centro ippico Country Life, ma da qualche tempo a questa parte ha cominciato a spostare l’asse della sua attenzione anche verso la Basilicata, dove nel frattempo si cominciano a cogliere i primi vagiti del reining. Nei mesi scorsi, infatti, ha tenuto un seguitissimo clinic a La Collinetta Quarter

Horse di Tito Scalo. Oltre il Fence lo ha voluto conoscere meglio.

Sergio, come nasce la tua passione per il cavallo?Ho cominciato a montare fin da bambino. Anche se la mia non è una vera e propria famiglia di cavalli, mio padre è sempre stato un appassionato ed ha cominciato a portarmi con lui fin da piccolo. Ho iniziato a montare dal 1986, con il noto reiner pugliese Gregorio Minervini.

Il reining è stato il tuo primo amore o ti sei approcciato più tardi a questa disciplina?No, le prime esperienze agonistiche non sono state con il reining: ho iniziato a fare delle gare di pleasure e di gimkana

un rEinEr col pallino di insEgnarEIl pugliese Sergio Di Benedetto: cavaliere, trainer, istruttore

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“Dal 1986, una lunga storia di passione e grande impegno

”western, poi dal 1990 ho iniziato con il reining.

Qual è stata l’esperienza che ti ha segnato in maniera più profonda dal punto di vista professionale?Sicuramente l’esperienza a Siena con Filippo Masi, che è durata quattro anni, dal 2002 al 2005. Dal punto di vista professionale mi ha arricchito davvero moltissimo. Dal punto di vista agonistico, invece, il momento che considero il più “alto” della mia carriera sicuramente è stato la vittoria nel maturity di reining del 2008, nella categoria intermediate open, con il cavallo Dun It Up In Smoke, della Grc Horses.

E’ stato lui il cavallo più importante della tua carriera?Sicuramente è stato tra i più importanti, anche se ricordo con paricolare affetto anche Shining Slide, che ho personalmente addestrato, anche lui finalista al Maturity 2008 e anche lui della Grc Horses.

da cavaliere a istruttore il passaggio è stato complicato?Diciamo che all’inizio è stato quasi un po’ forzato, visto che per poter presentare i non pro in gara devi per forza avere il patentino di istruttore, soprattutto da quando i legami tra la Federazione Italiana Sport Equestri e il mondo del reining sono diventati per così dire indissolubili, mentre l’equitazione americana di base è passata sotto la responsabilità della Fitetrec-Ante. Così mi sono trovato in un certo senso “costretto” ad intraprendere questa carriera di quadro tecnico. Devo dire però che ho grande passione per l’insegnamento e quindi alla fine è andata bene così.

Tu hai sempre lavorato nel mondo del cavallo. Come vedi il tuo futuro e quali progetti hai?Questa è davvero una bella domanda, soprattutto considerando l’attuale momento storico, con la crisi che sta mettendo in ginocchio anche il mondo dell’equitazione e dell’allevamento. Diciamo che la mia speranza è di continuare a rimanere a lavorare nell’ambiente del reining e di farlo sempre al meglio.

Parlaci del centro dove lavori.Dal 2011 lavoro in un centro ippico proprio alle porte di Bari, a circa un chilometro e mezzo dalla città. Si chiama Country Life e vi si può praticare sia l’equitazione inglese sia l’equitazione americana. Annesso al centro, di proprietà di Giacomo Ricciardi, c’è anche un piccolo allevamento di quarter. Attualmente l’allevamento fa solo monta privata, con il seme dei migliori stalloni in circolazione. E’ in arrivo comunque anche uno stallone di pregio che opererà direttamente in allevamento.

Quali sono attualmente i tuoi cavalli di punta?E’ davvero difficile scegliere. Al momento ho in lavoro alcuni giovani cavalli, un puledro da futurity, un maschio di quattro anni e due femmine di cinque anni. Poi ci sono i cavalli degli allievi. Sono tutti ottimi cavalli e non vorrei fare un torto a nessuno, perciò diciamo che li considero tutti cavalli di punta.

Giovanna Laguardia

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futurity, pascalE rEsErvE championAl cavaliere lucano in sella a Safari Zero la fibbia fitetrec Ante

Una pattuglia lucana dai numeri estremamente risicati, quella che è scesa in campo ai campionati

nazionali di barrel racing e Pole Bending che si sono tenuti il 15, 16 e 17 novembre scorsi al circolo

Ippoco Lo Scoiattolo di Pontedera, ma capace di acuti da ricordare. A difendere i colori della Basilicata

nell’arena del centro ippico toscano c’erano soltanto Antonio Pascale e Saverio Giuzio, con tre cavalli: il

grigio Mister Smarty Linx Mr, cavallo di punta di Pascale, reduce dalla vittoria nella classifica nazionale

Top Horse Nbhai nell’arena di Verona, la puledra Safari Zero, iscritta al futurity Fitetrec Ante sotto la

sella di Pascale ma di proprietà di Giuzio, e Melman N Dream, la bella paint nuova compagna di gara

di Giuzio dopo il “pensionamento” della grigia Ohara. I due lucani hanno collezionato numerosi buoni

piazzamenti tra i quali spicca il titolo di reserve champion nel futurity di barrel raciong ottenuto dal

binomio Pascale/Safari Zero. Una settantina in tutto i binomi che sono scesi in campo a Pontedera da

tutta Italia, in una sfida all’ultimo millesimo di secondo per aggiudicarsi una fetta del succoso montepremi

complessivo di 30mila euro. In palio le fibbie di campione tricolore nelle categorie pole bending open,

barrel racing open, futurity 4 anni, barrel racing lady e trofeo delle regioni barrel racing. Titoli che, per

la cronaca, sono andati a Federico Tanzi, Campione Italiano sia di Barrel che di Pole, Giovanni Adamo

nella categoria Futurity, Tiziana Ferrigno nella categoria Lady e al Lazio per il Trofeo delle Regioni. Per

quanto riguarda i “nostri”, invece, da registrare lo splendido titolo di reserve champion nel futurity di

“In gara al circolo ippico Lo Scoiattolo

di Pontedera anche Saverio Giuzio

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barrel racing, la gara nazionale riservata

ai giovani soggetti di quattro anni,

che Antonio Pascale ha conquistato

in sella a Safari Zero. Pascale ha fatto

registrare nella gara del 15 novembre

un secondo posto in seconda divisione

marcando il tempo di 18”482 e nel go

del 16 novembre un terzo posto in prima

divisione con il tempo di 17”603. Ottima

ma sfortunata, invece, la prestazione di

Pascale in sella al suo Mister Smarty Linx

Mr: per pochissimi “spiccioli” Pascale ha

concluso la finale del barrel racing open

all’ultimo posto della prima divisione

anzichè al primo della seconda divisione:

16”831 il suo tempo, 16”951 quello del

vincitore della seconda divisione Fabio

Mancini in sella a Sugar Call Surprise:

dodici centesimi che hanno impedito al

campione di Satriano di tornare a casa

con un’altra “medaglia” al collo. Anche

Saverio Giuzio, dal canto suo, nella finale

del pole bending open, è rimasto fuori dal

podio per pochissimo: si è classificato

quarto della terza divisione con un

tempo di 24”151, alle spalle di Giancarlo

Zoboli su Spothugtnic (23”759), mentre

nel barrel racing open, sepmpre in sella

a Melman N Dream, ha fgirato in terza

divisione, piazzandosi nella “pancia”

della classifica con un tempo di 17”984.

Giovanna Laguardia

“In gara al circolo ippico Lo Scoiattolo

di Pontedera anche Saverio Giuzio

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teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninGteampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG teampenninG

antonio marmo, il principE dEi futurityIl centro ippico Erbanito sul gradino più alto del podio a Vomano e Verona

E’ Antonio Marmo, titolare del centro ippico Erbanito, il vero principe del futurity di team penning

2013. Il trentenne cavaliere di San Rufo, infatti, è riuscito nell’impresa di portare il nome suo

e del suo centro per ben due volte sul gradino più alto del podio, a Vomano e a Verona, nella

classica competizione riservata ai puledri di tre e quattro anni. La vasta e competente platea

dell’arena veronese, in occasione della fiera, ha visto trionfare il cavaliere campano (ma lucano di

adozione, sia per vicinanza geografica sia per la lunga comunanza di intenti con il Team penning

Basilicata) in compagnia di Oscar Chavez e di Rolando Aita, con il team Erbanito Orizzonte Chavez.

Nell’occasione Marmo montava Arc Montana Whiz, femmina quarter di quattro anni che ha

acquistato e preparato personalmente per l’evento. La scena veronese si è rivelata particolarmente

ricca di sodisfazioni quest’anno per Marmo e il suo team, che ha conquistato anche un terzo

posto nella Limited a 11 punti Sef Italia. Ma il giovane trainer ha avuto motivo di gioire anche

per i suoi allievi. Nella città scaligera, in occasione della centoquindicesima edizione della fiera

cavalli, infatti, la sua giovanissima allieva Anna Maria Grottola di appena nove anni, si è laureata

campionessa europea di pony games nel barrel racing e nel pole bending, in sella al pony Barby,

di proprietà del figlio di Antonio Marmo. E tutto questo è ancora poco. La settimana precedente

Marmo aveva addirittura giocato al raddoppio nel futurity targato Fitetrec-Ante, disputato in

Abruzzo, al Centro Ippico Vomano Ranch della famiglia Di Giacinto, in concomitanza con la tappa

unica del Campionato Italiano di Team Penning e con il trofeo delle Regioni della stessa disciplina.

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In quell’occasione infatti il cavaliere

di San Rufo si è piazzato al primo e al

secondo posto (e per la verità anche al

quinto). Sul primo gradino del podio il

team Chaves Futurity (Antonio Marmo,

Patrizio Tommasetti e Oscar Chavez),

con sei vitelli nel tempo complessivo

di 78”11. Sul secondo gradino il team

Erbanito Futurity (Antonio Marmo,

Giuseppe Di cerbo e Mirko Marino), con

cinque vitelli nel tempo complessivo di

90”38. A Vomano Marmo ha conquistato

la vittoria in sella a Smartly Abigale, altra

femmina quarter di quattro anni e il

secondo posto con Arc Montana Whiz.

In quella stessa occasione Marmo e il

suo team hanno fatto anche parte della

rappresentativa della Campania che ha

conquistato il terzo posto nella Coppa

delle Regioni, con il team Campania

3 (Antonio Marmo, Mirko Marino e

Gennaro Libretti). Nell’arco del 2013

l’atleta campano ha messo in carniere,

tra le altre cose, anche un secondo

posto nel campionato Nord Italia Sef a

Reggio Emilia, in squadra con Oscar

Chavez e Gennaro Libretti, la vittoria

nel campionato regionale campano Sef

Italia di team penning, il quarto posto

nel campionato regionale Fitetrec Ante

e il quarto posto nella South Italy Master

Cup Sef Italia, in team con Mirko Marino

e Belisario Tafuri.

Giovanna Laguardia

“Onore anche per la piccola Anna Maria Grottola,

campionessa europea pony

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CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiCCountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiCCountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiCCountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC CountrymuSiC

nashvillE, la città dallE millE notE countryCowboys e rodei contaminano la country music

Immaginare la musica country americana solo come qualcosa di tradizionale e conservatore sarebbe

ingiusto e inesatto. Basti pensare come, in un lasso di tempo breve, si sia evoluta e rinnovata, di pari

passo con i grandi cambiamenti storici e sociali che l’America di quegli anni si trovava ad affrontare.

Siamo nella metà degli anni 30, il passo importante per la crescita è ormai compiuto e mentre nel

sudest del paese il concetto di musica è ancora legato alle tradizioni popolari, nel Texas e in Oklahoma

si affermano rapidamente nuovi stili. Le radio e le trasmissioni crescono a dismisura in tutte le grandi

città e gli strumenti elettronici, come la chitarra, vengono introdotti rinnovandone il sound.

Così come il microfono che permetterà ai cantanti di creare effetti vocali fino ad ora mai sentiti.

Una città in particolare fece da propulsore per i cambiamento che sarà destinata, negli anni, a restare

la Patria della Conuntry Music: Nashville.

A Nashville, capitale del Tennesse, nascono le prime stazioni radio, le prime case discografiche e i

primi studi di registrazione. Era il 5 Ottobre 1925 e un certo Jimmy Thompson, detto Uncle Jimmy

(lo zio Jimmy) conduceva gia una trasmissione radiofonia di grande successo ai microfoni della

WSM, una radio locale di Nashville. Si trattava dell’esibizione dal vivo, via etere, di gruppi provenienti

dalle montagne, che suonavano musica. Due anni dopo il 10 dicembre 1927 quella trasmissione,

iniziata quasi per gioco, divenne una delle piu grandi istituzioni musicali del Country. Trasmessa

ininterrottamente fino ad oggi, la “Grand Ole Opry” , diventerà, infatti, il tempio di questo genere

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musicale.

Nel 1938, alla Opry si esibisce per la prima

volta un autore destinato a fare epoca:

Roy Acuff che nel ‘42 insieme a Fred

Rose fonderà la prima casa discografica di

Nashville chiamata “Acuff-Rose”, una delle

principali agenzie di ricerca di talenti di tutto

il Sud degli Stati Uniti. Tre anni dopo, nel

1945, nasce il primo studio di registrazione.

Nashville in pochi anni si riempie di negozi,

studi di registrazione, case discografiche,

talent-scouts, musicisti, editori, un mondo

complesso e variopinto che ruota attorno

alla musica popolare, ormai largamente

commercializzata.

Ma torniamo alla musica suonata e cantata.

Se da un lato Nashville stravolge il modo di

venderla e diffonderla, dall’altro lato ci sono

i musicisti che sperimentano nuovi generi.

In questo lasso di tempo che va dalla metà

degli anni 30 agli anni 50 nascono e si

contaminano a vicenda due generi che

vedono il musicista come una sorta di

personaggio a tutti gli effetti. Nasce la “

COWBOY MUSIC “ e il “WESTERN SWING”.

La figura del cowboy canterino affascina e

contamina anche il cinema hollywoodiano

e quello che pian piano sarà destinato

a diventare il “Musical cinematografico”

spostando il suo centro gravitazionale

da Broadway a Hollywood. Si canta di

rodei, dei cowboys e le loro avventure.

Molti furono i personaggi che la fecero

da padroni. Ricordiamo tra questi il “Re

dei Cowboys” Roy Rogers. Sotto l’aspetto

sonoro, invece, la musica assume delle

sfumature che sono un mix tra country, jazz,

ragtime, polka e folk fino a codificare un

vero e proprio stile sonoro: il “wester swing

sound”. Bob Wills e Milton Brown furono i

maestri sperimentatori della Western Swing.

Diedero vita insieme a formazioni musicali di

grande successo come gli “Alladin Laddies”

i “Musical Brownies” con Fred Calhoun ( il

“Nuove idee e strumenti innovativi per uno stile tutto nuovo

primo pianista a suonare in una string band

texana) i “Texas Playboys” (il primo gruppo

musicale ad introdurre la batteria, strumenti

a fiato e strumenti elettronici). Insomma

furono dei veri e propri musicisti di frontiera,

I responsabili dell’inizio dell’era moderna del

country, coloro che riuscirono a trasmettere

con la musica il cambiamento radicale che

l’america stava subendo.

Marta Pianta

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CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioniCavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni CavaLLiCampioni

A quattro anni ha lasciato appena intravedere le sue possibilità. A cinque anni è esploso,

dimostrando di essere potente, atletico e facile da gestire. Ecco perchè attualmente è

uno dei cavalli sulla scena nazionale del barrel più “corteggiato”, soprattutto dalle Lady.

Si tratta di Mister Smarty Lynx Mr, il bel paint appendix nato al Matese Ranch con il

quale il grande barrellista lucano Antonio Pascale ha conquistato nel 2013 numerosi ed

importanti traguardi.

Pascale acquista lo stallone grigio lo scorso anno, in prospettiva Futurity di barrel. Nel

2012, però, Mister Smarty Lynx Mr viene un po’ messo in ombra dal suo compagno di

scuderia, Mk Special Posy, altro paint, all’epoca di proprietà di Salvatore Santarsiero, in

sella al quale Pascale vince la gara più importante riservata ai quattro anni. Mister Smarty

Lynx, invece, vince il “premio di consolazione”: il primo posto in seconda divisione del

Futurity. Ma Tonino ha fiducia nel suo potente grigio e continua a lavorarlo con la

certezza che un anno di maturazione in più darà grandi benefici a questo soggetto. E i

fatti gli danno ragione. Nel 2013 Mister Smarty Lynx Mr vince quasi tutto quello che c’è

da vincere nella disciplina del barrel racing. Nell’arena di Sperlonga ai primi di settembre

il binomio lucano veste la “maglia d’argento”, ovvero conquista il titolo di reserve

champion nel Maturity 2013, il campionato italiano riservato ai cavalli di cinque anni

ed oltre, che si è disputato in tappa unica al meglio dei tre go. «Sapevo - commenterà

“Cavalli campioni: il Reserve Champion

Maturity di barrel 2013

”il grigio chE piacE allE... donnEMister Smarty Linx Mr: potente, atletico e facile, le Lady lo adorano

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Pascale in una intervista alla Gazzetta del

Mezzogiorno all’indomani del risultato-

che lo scorso anno il cavallo non era

ancora maturo, soprattutto dal punto di

vista mentale. Comunque sono convinto

che abbia ancora molti margini di

miglioramento». Un mese dopo, alla fine

di settembre, Pascale e Mister Smarty

Lynx vincono il campionato regionale

lucano di barrel racing, laureandosi

campioni nell’arena del circolo ippico

Le Sorgive di Marsico Nuovo. Non solo.

Nell’edizione 2013 della Fieracavalli di

Verona (nella quale il binomio era l’unico

in rappresentanza della Basilicata nelle

discipline western), Mister Smarty Lynx

Mr viene incoronato “Top Horse” del

2013, ovvero miglior cavallo da barrel

dell’anno, grazie ai punteggi accumulati

nelle manifestazione nazionali,

interregionali e regionali. Inoltre Pascale

e il suo cavallo si piazzano quarti nella

Master Cup, sfida tra i primi classificati

dei campionati regionali delle quattro

divisioni. Infine, Pascale affitta il cavallo

ad una ragazza siciliana per correre

nel campionato Lady, dove il grigio si

è assicurato la vittoria nella seconda

divisione. Da cui la sua fama di cavallo

facile, adatto anche alle ragazze più esili.

Quali i progetti per il futuro di questo

magnifico grigio volante, ammesso che

“Cavalli campioni: il Reserve Champion

Maturity di barrel 2013

resti nelle scuderie di Pascale (che per

la terza volta consecutiva sarà premiato

dal Coni lucano quale miglior atleta nella

disciplina dell’equitazione)? “Il cavallo

ha dimostrato il suo valore sul campo

– dice Pascale – e certamente non lo

svenderò. I mei programmi per l’anno

prossimo sono di disputare il campionato

europeo di barrel racing e di mettere il

cavallo anche nel pole bending”.

Giovanna Laguardia

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viaggio alla scopErta dEll’antica salviaOttava passeggiata a cavallo nel territorio di Savoia di Lucania

Estate a Savoia di Lucania, da qualche anno a questa

parte, vuol dire anche equitazione di campagna. E

infatti domenica 18 Agosto 2013 è stata organizzata

l’ottava passeggiata a cavallo nel territorio della

cittadina. Circa quaranta i cavalieri ed amazzoni che

hanno partecipato alla manifestazione organizzata dal

Salvia Ranch.

Il gruppo dei cavalieri si è riunito domenica mattina in

Piazza Plebiscito e dopo aver percorso un breve tratto

sull’asfalto per le vie del paese, si è addentrato nella

zona sterrata.

Il tracciato, circa 15 km, ha toccato diversi posti

suggestivi e di interesse paesaggistico; il Casino

dei cavalli, vecchio rudere dove venivano dimorati

gli amici a quattro zampe in tempi passati, il bosco

Luceto, caratterizzato da alberi di alto fusto e dalle

abbondantissime piante aromatiche da cui ne deriva

anche l’antico nome del paese stesso, Salvia, e la

zona limitrofa alle splendide cascate generate dal

fiume Melandro. Proprio qui, area di particolare

bellezza paesaggistica dove la natura è quasi

incontaminata e selvaggia, gli organizzatori hanno

predisposto un brack deliziando la vista di tutti i

partecipanti ed esaltando cosi anche i sapori di

panini e pizze. Molti dei partecipanti hanno colto

l’occasione per approfondire notizie di questa

parte del territorio che rimane ancora sconosciuta

anche ai lucani: molti dei cavalieri non sapevano

dell’esistenza delle cascate in questa parte della

Basilicata.

Risaliti in sella cavalieri ed amazzoni si sono

avventurati lungo bellissimi sentieri di castagneti,

tipici della zona, passando per la suggestiva statua

di San Rocco a circa 1000 m di altitudine fino a

giungere presso il maneggio in C.da Santa Maria.

Ad attendere la compagnia una lunga tavolata nella

zona chiamata dai locali “la famiglia degli alberi”,

vasta pianura caratterizzata dalla presenza di dieci

querce secolari che formano una naturale zona

ombreggiata che ben si presta ad essere utilizzata

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come area picnic. Il pranzo, preparato

grazie alla collaborazione dei gestori del

Salvia Ranch e dei proprietari dei cavalli

ospiti del maneggio, è stato caratterizzato

da piatti tipici della tradizione Salviana

accompagnati dalla musica e dai balli

tipici eseguiti dal gruppo folk del paese.

Hanno contribuito alla buona riuscita

della manifestazione anche il Comune

di Savoia e la protezione civile che ha

seguito il gruppo con le auto, nelle zone

accessibili, ed ha gestito per i passaggi

sull’asfalto per evitare problemi al traffico

e cavalieri. “La nostra speranza è quella

di riuscire ad organizzare anche per

l’anno prossimo un raduno che consenta

di mostrare i nostri suggestivi paesaggi

agli amanti dei trekking, cercando di

allargare la partecipazione anche a

“L’obiettivo del Salvia Ranch è aprire un’ippovia fino

alle cascate

i raduni dei Lettori queSta BaCheCa è dediCata ai voStri raduni. ContattateCi e raCContateCi Le voStre paSSeGGiate a CavaLLo. Saranno puBBLiCate neLLa noStra ruBriCa Curata da Grazia. SCrivete a [email protected]

cavalieri di altre regioni limitrofe al fine

di diffondere anche le nostre tradizioni.

Questo è quanto ha dichiarato Diego

Loisi del Salvia Ranch, anticipando

che si sta lavorando, in collaborazione

con la protezione civile, ad individuare

un possibile percorso che consenta di

arrivare fino alle cascate, attualmente

non raggiungibili.

Nella speranza che tali iniziative possano

avvicinare sempre più persone al mondo

dell’equitazione ed in particolare alle

passeggiate, auguriamo un buon lavoro

agli amici del Salvia Ranch.

Grazia Abascià

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