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Decreto Ministeriale 26 giugno 1984C
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enna Classificazione di reazione al fuoco ed
omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi.
Il componente
(o i componenti variamente associati)
che può (o possono)
partecipare alla combustione in dipendenza della propria
natura chimica e delle effettive condizioni di messa in opera per
l'utilizzazione.
MATERIALEC
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REAZIONE AL FUOCO
Grado dì partecipazione di un materiale combustibile al fuoco al quale è sottoposto.
In relazione a ciò i materiali sono assegnati ( D.M. 26.06.1984) alle classi 0, 1, 2, 3, 4, 5 con l'aumentare della
loro partecipazione alla combustione; quelli di classe 0 sono incombustibili.
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OMOLOGAZIONE DI MATERIALE Al FINI DELLA PREVENZIONE INCENDI
Procedura tecnica amministrativa con la quale viene provato il prototipo di materiale, certificata la sua classe di reazione al fuoco ed emesso da parte del Ministero dell'Interno il provvedimento dì autorizzazione alla riproduzione del prototipo stesso prima della immissione del materiale sul mercato per l'utilizzazione nelle attività soggette alle norme di prevenzione incendi.
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CERTIFICATO DI PROVA
Rapporto rilasciato dal centro studi ed esperienze del Ministero dell'Interno CSE o da altro
laboratorio legalmente riconosciuto dal ministero stesso, nel quale si certifica la reazione al fuoco del campione sottoposto ad esame.
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PRODUTTORE
Fabbricante del materiale, nonché ogni persona che, apponendo il proprio nome, marchio o segno distintivo sul materiale, si presenti come produttore dello stesso.
Si considera altresì produttore chi importa e/o commercializza un materiale di
importazione.
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MARCHIO DI CONFORMITÀ
Indicazione ed indelebile apposta dal produttore, sul materiale,
riportante, ì seguenti dati, nome o altro segno distintivo del
produttore, anno di produzione, classe di reazione al fuoco, estremi
dell'omologazione.
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DICHIARAZIONE DI CONFORMITÀ
Dichiarazione del produttore con cui si attesta la conformità del
materiale al prototipo omologato.
Tale dichiarazione dovrà riportare tra l'altro gli estremi dell'omologazione.
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CAMPIONATURA TESTIMONE
Materiale opportunamente contrassegnato depositato presso il Centro Studi ed Esperienze del Ministero dell'Interno in
qualità tale da permettere l'esecuzione delle prove necessarie per la loro classificazione.
La campionatura testimone può essere eliminata dopo 5 anni dall'ottenimento dell'omologazione del materiale.
Il prototipo del materiale viene provato su istanza del produttore dal CSE ( o da altro laboratorio autorizzato) che
ne certifica la classe di reazione al fuoco, rilasciando il certificato di prova.
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Il Ministero dell'Interno conclude la procedura amministrativa,
emettendo l'atto di omologazione, con cui autorizza il richiedente alla riproduzione
del prototipo prima dell'immissione del prodotto sui mercato per l'utilizzazione nelle attività soggette alle norme di
prevenzione incendi.
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Sulla falsa riga di quanto previsto per i locali di pubblico spettacolo
( D.M. 6 luglio 1983, D.M. 26 agosto 1996),
la normativa italiana prevede, ad esempio,
specificatamente per l'edilizia scolastica all'art. 3.1 del D.M. 26.8.1992:
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Reazione al fuoco dei materiali
Per la classificazione di reazione al fuoco dei materiali sì fa riferimento al D.M 26.6.1984;
1) negli atri, nei corridoi di disimpegno, nelle scale, nelle rampe e nei passaggi in genere è consentito l'impiego dei materiali di classe 1 in ragione del 50% massimo della loro superficie totale (pavimenti- pareti- soffitti- proiezioni orizzontali delle scale). Per la restante parte deve essere impiegato materiale di classe 0;
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2) in tutti gli altri ambienti è consentito che i materiali dì rivestimento dei pavimenti siano di classe 2 e che i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambi le facce e gli altri materiali di rivestimento siano di classe 1, oppure di classe 2 se in presenza di impianti di spegnimento automatico asserviti ad impianti di rilevazione incendi;
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I rivestimenti lignei possono essere mantenuti in opera, tranne che nelle vie di esodo e nei laboratori, a condizione che vengano opportunamente trattati con prodotti vernicianti omologati di classe 1 di reazione al fuoco, secondo le modalità e le condizioni contenute nel decreto 6. 3.1992;
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3) i materiali di rivestimento combustibili, ammessi nelle varie alla reazione al fuoco debbono essere posti in aderenza agli elementi costruttivi di classe 0, escludendo spazi vuoti ed intercapedini;
4) i materiali suscettibili di prendere fuoco su entrambi la facce (tendaggi) devono essere di classe di reazione al fuoco non superiore a 1.
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• Questo è un esempio di quelle che si definiscono “norme verticali”.
• Il D.M. 6.3.1992 introduce una grande novitàrispetto al D.M. 26.6.1984: ha riconosciuto l'equivalenza della classe di reazione al fuoco del materiale legnoso su cui è applicato un prodotto verniciante ignifugo, con la classe di reazione al fuoco attribuita al prodotto verniciante stesso.
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Una larga applicazione di quanto previsto nel decreto è prevedibile sicuramente nelle attività già esistenti nei casi in cui sussiste l'obbligo di impiego di materiali omologati per quanto attiene la reazione al fuoco e per i quali occorrerebbe procedere a onerose sostituzioni.
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• Si possono prevedere utili applicazioni nelle attività in cui si fa largo uso di materiali legnosi che vengono lavorati ed assemblati in corso d'opera come ad esempio gli allestimenti fieristici e simili.
• Un ulteriore campo di applicazione è costituito da tutti i rivestimenti lignei sia in attività preesistenti che in attività nuove, per i quali risulti più convenienti fare ricorso all'impiego dei prodotti vernicianti piuttosto che ricorrere a rivestimenti omologati.
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L'unica limitazione all'utilizzo di questi prodotti è la validità della loro efficacia protettiva stabilita dalla norma per un tempo massimo di cinque anni dal momento dell'applicazione.
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Le norme sulla classificazione e omologazione dei materiali per la reazione al fuoco non prendono, ancora, in considerazione due aspetti forse secondari in un incendio, ma sicuramente primari per la sicurezza delle persone la densità (opacità) dei fumi e la tossicità dei gas sviluppati dalla combustione dei materiali che costituiscono gli arredi ed i rivestimenti.
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METODI DI PROVA PREVISTI DAL DECRETO MINISTERIALE
26 GIUGNO 1986
METODO ISO/DIS 1182.2 - PROVA DI NON COMBUSTIBILITÀ
Questa prova ha lo scopo di stabilire se un materiale contribuisce o no all'incendio.
I suoi risultati forniranno una informazione che le autorità ufficiali potranno utilizzare per decidere se il materiale n questione può essere
destinato senza rischio eccessivo a certi impieghi nelle costruzioni, per esempio, nella via di accesso e di evacuazione.
Apparecchi per prova di non combustibilità
METODO CSE RF 1/75/A - REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI SOSPESI E SUSCETTIBILI DI
ESSERE INVESTITI DA UNA PICCOLA FIAMMA SU ENTRAMBE LE FACCE
Questa norma descrive un metodo per la determinazione del tempo di post-combustione, del tempo di post-incandescenza, della zona danneggiata e del gocciolamento di una provetta sottoposta all'azione di una piccola fiamma applicata al suo bordo inferiore. Questa norma è utilizzabile per tutti i materiali che nella loro applicazione pratica sono sospesi verticalmente e possono essere investiti dalla fiamma su entrambe le facce, ad esempio: tendaggi, scenari teatrali, tendoni da circo, teloni per capannoni a struttura pneumatica, ecc. Il metodo fornisce un'indicazione orientativa sulla reazione al fuoco di un materiale nella fase iniziale di un incendio, sotto l'azione di una sorgente di ignizione di limitata entità.
Camera di combustione
METODO CSE RF 2/75/A - REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI CHE POSSONO ESSERE INVESTITI DA UNA PICCOLA FIAMMA SU UN
SOLA FACCIA
Questa norma descrive un metodo per ladeterminazione del tempo di post - combustione, deltempo di post-incandescenza, della zona danneggiatae del gocciolamento di una provetta sottopostaall'azione di una piccola fiamma applicata su una solafaccia. Questa norma è utilizzabile per materiali darivestimento e per pavimenti pareti e soffitti,serramenti, ecc., che possono essere investiti dallafiamma su una sola faccia. Il metodo fornisceun'indicazione orientativa sulla reazione al fuoco diun materiale nella fase iniziale di un incendio, sottol'azione di una sorgente di ignizione di limitata entità.
Sistemazione per la prova
METODO CSE R 3/77 - REAZIONE AL FUOCO DEI MATERIALI SOTTOPOSTI
ALL'AZIONE DI UNA FIAMMA D'INNESCO IN PRESENZA DI CALORE RADIANTE
Questa norma descrive un metodo per la determinazione della velocità di propagazione della fiamma lungo una superficie, della post-incandescenza, della zona danneggiata e del gocciolamento di una provetta sottoposta all'azione di una fiamma d'innesco in presenza di calore radiante.
Il metodo fornisce un'indicazione orientativa sulla reazione al fuochi di un materiale in una fase dell'incendio successiva a quella iniziale.
Assieme pannello radiante
METODO CSE RF 4/83 - REAZIONE AL FUOCO DI MOBILI IMBOTTITI SOTTOPOSTI ALL'AZIONE DI
PICCOLA FIAMMA.
Questa norma descrive un metodo per la valutazione della combustione in presenza o meno di fiamma e/o incandescenza di mobili imbottiti.
Il metodo fornisce un'inclinazione orientativa sulla reazione al fuoco di un mobile nella fase iniziale di un incendio, sotto l'azione di una sorgente di ignizione di limitata entità.
DEFINIZIONI
Mobile imbottito.
Manufatti destinato a sedersi e costituito da: rivestimento, interposti, imbottitura e struttura. Qualunque di questi componenti può mancare ad eccezione dell'imbottitura.
Rivestimento.
Componente esterno di copertura.
Interposto.
Componente collocato fra il rivestimento e l'imbottitura.
Imbottitura.
Componente di riempimento.
Struttura.
Componente rigido di supporto.
Sedile.
Parte del mobile imbottito destinato a sedersi.
Schienale.
Parte del mobile destinato ad appoggiare la schiena.
Assieme dell'apparecchiatura di prova
TABELLA DI CLASSIFICAZIONE DEI MATERIALI IN BASE AI METODI DI PROVA ISO DIS 1182.2, CSE RF 1/75/A, CSE RF 2/75A, CSE RF 3/77
--------------------------------------------------- -----------------------------------------------
METODI DI PROVA (CSE) CONDIZIONI DA SODDISFARE | CLASSE
--------------------------------------------------- ----------------------------------------+------
Non combustibilità Condizione descritte |
ISO DIS 1182.2 dall'ISO DIS 1182.2 | 0
|
CSE RF 3 . . . . . . . . Categoria 1 | |
|. . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . . . . . | 1
CSE RF 1 o CSE RF 2 . . .Categoria 1 | |
|
CSE RF 3 . . . . . . . . Categoria | 2 | | 1 | |
| | o | |. . . . . . . . . . .. . . . . . . . . . . | 2
CSE RF 1 o CSE RF 2 . . .Categoria | 1 | | 2 | |
|
CSE RF 3 . . . . . . . . Categoria | 3 | | 2 | | 1 | | 3 | | 2 | |
| | o | | o | | o | | o | | . . . . . . . . . | 3
CSE RF 1 o CSE RF 2 . . .Categoria | 2 | | 3 | | 3 | | 1 | | 2 | |
|
CSE RF 3 . . . . . . . . Categoria | 4 | | 3 | | 3 | | 4 | | 2 | | 4 | | 1 | |
| | o | | o | | o | | o | | o | | o | |. .| 4
CSE RF 1 o CSE RF 2 . . .Categoria | 3 | | 4 | | 3 | | 2 | | 4 | | 1 | | 4 | |
|
CSE RF 3 . . . . . . . . Categoria 4 | |
| . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . | 5
CSE RF 1 o CSE RF 2 . . .Categoria 4 | |
|
--------------------------------------------------- -----------------------------------------------
L'attribuzione delle classi 1, 2, 3, 4 e 5 di reazi one al fuoco è data dalla combinazione delle catego rie risultanti dalle prove eseguite
ALTRE NORME SIGNIFICATIVE
Decreto Ministeriale del 14/01/1985Attribuzione ad alcuni materiali della classe di reazione al fuoco 0 (zero) prevista dall'allegato A1.1 al D.M. 26 giugno 1984: «Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione
incendi».
Art. 1
Ai materiali di seguito elencati è attribuita la classe di reazione al fuoco 0 (zero) senza che siano sottoposti alla prova di non combustibilità ISO/DIS 1182.2 prevista dall'allegato A1.1 al D.M. 26 giugno 1984:
•materiali da costruzione, compatti o espansi a base di ossidi metallici (ossido di calcio, magnesio, silicio, alluminio ed altri) o di composti inorganici (carbonati, solfati, silicati di calcio e altri) privi di legamenti organici;
•materiali isolanti a base di fibre minerali (di roccia, di vetro, ceramiche ed altre) privi di legamenti organici;
•materiali costituiti da metalli con o senza finitura superficiale a base inorganica.
Circolare n° 27 MISA del 21/09/1985
Caratteristiche non essenziali di omologazione nel campo della
reazione al fuoco. - Estensione delle omologazioni.
La circolare ha ribadito che le prove necessarie per la classificazione di reazione al fuoco di poltrone riguardano unicamente i materiali costituenti:
•l’imbottitura
•l’interposto (se previsto)
•il rivestimento
Sono invece ininfluenti:
•il materiale di supporto:
•la dimensione della poltrona
•la forma della poltrona il colore ed il disegno del tessuto di rivestimento
L’omologazione può essere pertanto estesa a poltrone che si differenziano da un modello già omologato solo per i parametri
influenti.
Decreto Ministeriale del 05/08/1991
Commercializzazione e impiego in Italia dei materiali destinati all'edilizia legalmente riconosciuti in uno dei paesi CEE sulla base delle norme di
reazione al fuoco.
1. I materiali legalmente omologati in uno dei Paesi della Comunità economica europea sulla base delle norme di reazione al fuoco armonizzate o di quelle straniere riconosciute equivalenti, possono essere commercializzati in Italia per essere impiegati nel campo di applicazione disciplinato dal decreto del 26 giugno 1984.
2. Per le finalità di cui al comma 1 dovrà essere presentata apposita istanza diretta al Ministero dell'interno - Direzione generale della protezione civile e dei servizi antincendi.
3. L'istanza di cui al precedente comma dovrà essere corredata della documentazione necessaria alla identificazione del materiale e dei relativi certificati di prova rilasciati da laboratori riconosciuti dalle competenti autorità dello stato membro.
Circolare n° 18 MI.SA. del 03/08/1998
Oggetto: Reazione al fuoco dei materiali - Decreto del Ministero dell'Interno del 5 agosto 1991
Procedura per il rilascio dell'omologazione da parte del
Ministero dell'interno per prodotti già omologati in un paese
dell'Unione Europea.
•In attesa dell'emanazione delle norme armonizzate, i materiali di cui al comma 1 dell'articolo unico di detto decreto 5 agosto 1991, possono essere omologati dal Ministero dell'interno senza oneri di prova, qualora dall'esame delle certificazioni di cui al comma 3 dello stesso articolo unico, risultino assicurate le stesse garanzie di sicurezza richieste dalla regolamentazione italiana vigente in materia.
•A tal fine il fabbricante dovrà produrre apposita istanza corredata della documentazione necessaria alla identificazione del materiale e della relativa certificazione di prova rilasciata da laboratori riconosciuti dalle competenti autorità dello Stato Membro.
•La stessa istanza dovrà riportare inoltre le generalità del legale rappresentante della società produttrice ed i dati identificativi del prodotto, nonché l'uso finale del prodotto stesso.
•La certificazione e le documentazioni poste a corredo della istanza dovranno essere redatte in lingua italiana, ovvero accompagnate da traduzione in lingua italiana in conformità alle norme vigenti.
Normativa di Riferimento
Ministero dell'InternoDIPARTIMENTO DEI VIGILI DEL
FUOCO,DEL SOCCORSO PUBBLICO E DELLA
DIFESA CIVILE
D.M. 26/06/84Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi.
DECRETO 14 gennaio 1985Attribuzione ad alcuni materiale della classe di reazione al fuoco 0 (zero) prevista dall’allegato A1.1 al decreto ministeriale 26 giugno 1984: “Classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi”
CIRCOLARE 27 MI (SA) del 21/09/1985Caratteristiche non essenziali di omologazione nel campo della reazione al fuoco. Estensione delle omologazioni
CIRCOLARE N. 17 MI(SA) del 16 Aprile 1987Omologazioni ed estensioni delle omologazioni per i materiali omogenei prodotti in spessori e colori variabili
NOTA MINISTERIALE N° 15580/4190 SOTT.3 del 30/12/93Omologazione di serie di mobili imbottiti.
Circolare n. 3 MI.SA. (95) 3 del 28/02/1995D.M. 26.6.1984 - Omologazione nella reazione al fuoco di materiali di rivestimento e di materiali isolanti in vista posti non in aderenza agli elementi costruttivi.
NOTA prot. NS 2809/4190sott. 3 del 05/07/1995Omologazioni di serie di materassi, guanciali e supporti imbottiti per materassi sommier).
NOTA MINISTERIALE Prot. NS 2580/4190 sott. 3 del 08/05/1996Omologazione di serie di materassi e guanciali.
NOTA MINISTERIALE Prot. N° NS 6859/4190 SOTT.3 del 22/11/1996Procedure per la richiesta di omologazione dei materiali ai sensi del D.M. 26 giugno 1984.
DECRETO 3 settembre 2001Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di reazione al fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi.
LETTERA CIRCOLARE Prot. N° 7590/4190 Sott. 3 del 15 Novembre 2001Attuazione del D.M. 3 Settembre 2001 recante “Modifiche ed integrazioni al decreto 26 giugno 1984 concernente classificazione di Reazione al Fuoco ed omologazione dei materiali ai fini della prevenzione incendi”.
Circolare n° 13 del 16/10/2002DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/2001 - Omologazione di divani-letto e poltrone-letto ai fini della reazione al fuoco.
Circolare n° 22 del 24 Novembre 2003DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/2001 – Omologazione di copriletti e coperte ai fini della reazione al fuoco.
CIRCOLARE n° 7 del 18 Giugno 2004DD.MM. 26/06/1984 e 03/09/2001 – Omologazione di mobili fissati, e non, agli elementi strutturali, realizzati con più materiali omogenei.
ERRORI COMMESSI CON MAGGIOR FREQUENZA NELL’IMPIEGO DI MATERIALI DI RIVESTIMENTO
•IMPIEGO DI MATERIALI CERTIFICATI DA LABORATORI UFFICIALI MA NON ANCORA RICONOSCIUTI DAL MINISTERO DELL’INTERNO
•IMPIEGO DI MATERIALI CERTIFICATI DA LABORATORI NON UFFICIALI
•IMPIEGO DI MATERIALI PER POSIZIONI DIVERSE RISPETTO A QUELLE CERTIFICATE
•IMPIEGO DI MATERIALI NON OMOLOGATI TRATTATI A POSTERIORI CON SOSTANZE IMPREGNANTI IGNIFUGHE
•IMPIEGO DI MATERIALI DI RIVESTIMENTO OMOLOGATI SU STRUTTURE COMBUSTIBILI
•IMPIEGO DI COLLANTI DI TIPO DIVERSO RISPETTO A QUELLI RIPORTATI SULLA CERTIFICAZIONE
•IMPIEGO DI MATERIALI OMOLOGATI MA DI CLASSE SUPERIORE RISPETTO A QUELLA AMMESSA
•PRESENZA DI INTERCAPEDINI VUOTE TRA IL RIVESTIMENTO E LA STRUTTURA
•MANCATA COMPUTAZIONE DEI MATERIALI DI RIVESTIMENTO OMOLOGATI AI FINI DELLA REAZIONE AL FUOCO NEL CALCOLO DEL CARICO D’INCENDIO