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Orientamento formativo e progettazione per competenze Riflessione sulla natura e lo sviluppo di competenze strategiche necessarie per orientarsi nello studio, nella vita e nel lavoro

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Orientamento formativo e progettazione per competenze

Riflessione sulla natura e lo sviluppo di competenze strategiche necessarie per

orientarsi nello studio, nella vita e nel lavoro

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Tre riferimenti

a) La competenza esperta in una pratica umana (Aristotele)

b) La competenza nello svolgere un’attività in un contesto storico e culturale (Teoria dell’attività)

c) La competenza nell’affrontare le situazioni esistenziali fondamentali (Robinsohn)

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Evocano un concetto di competenza come possedere e saper valorizzare risorse interne

adeguate e risorse esterne disponibili per affrontare:

a) pratiche umane fondamentali b) attività di studio o di lavoro

c) situazioni esistenziali sfidanti

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L’insistenza nel valorizzare il concetto di competenza nei contesti formativi deriva in gran

parte dalla constatazione che ogni vero apprendimento implica sia un’azione

appropriata da parte del soggetto, sia il suo influsso sulle azioni seguenti.

Inoltre è stato evidenziato un bisogno fondamentale di competenza da parte di ogni

essere umano.

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In particolare:

Quali le competenze necessarie per affrontare le transizioni fondamentali che i giovani (e i non

più giovani) devono affrontare nella propria esperienza sia scolastica, sia universitaria, sia

lavorativa e professionale?

A) Quali transizioni? B) Quali competenze?

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Alcune transizioni fondamentali :a) tra primo ciclo e secondo ciclo di istruzione e

formazione;b) tra secondo ciclo e università (o istruzione

terziaria)c) tra mondo dello studio e mondo del lavoro e

delle professioni;d) tra un ambito lavorativo e un altro (mobilità

orizzontale);e) tra un livello di carriere lavorativa e uno

superiore (mobilità verticale);

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Il mio intervento vuole centrare l’attenzione su una meta-competenza, cioè una competenza di

natura strategica che dovrebbe facilitare la necessità di affrontare tali transizioni o

transizioni analoghe: la competenza nel saper dirigere se stessi

nell’apprendimento e nel lavoro.

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Osservazione iniziale sulla motivazione

L’azione umana prende avvio da un’interazione tra il sé (inteso come il sistema di attese, desideri, convinzioni, significati, motivi, conoscenze e abilità che caratterizza il

soggetto) e l’ambiente (la situazione, gli oggetti, le persone, le sfide, i compiti), quale

esso è percepito.

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Di qui emerge la sollecitazione interna a intervenire per trasformare la situazione

percepita per giungere a una nuova situazione migliore prefigurata come obiettivo da

raggiungere.

La decisione di agire (o elaborazione dell’intenzione d’azione) chiude il processo pre-decisionale, ma apre quello della volizione, cioè della progettazione concreta dell’azione decisa,

della sua attuazione coerente e persistente e della valutazione attenta dei suoi risultati.

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Dirigere se stessi nel proprio apprendimento culturale e/o professionale lungo tutto l’arco della vita

Si devono integrare concettualmente due prospettive complementari

1) Autodeterminazione: al livello strategico

Riguarda la dimensione della scelta, del controllo di senso e di valore, dell’intenzionalità dell’azione.

E’ il registro della motivazione, della decisione, del progetto, anche esistenziale.

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2) Autoregolazione: al livello tattico

Evoca monitoraggio, valutazione, pilotaggio di un sistema d’azione, si insiste di più sul registro del

controllo strumentale dell’azione.

Si richiede di sorvegliare la coerenza, la tenuta, l’orientamento dell’azione e regolarne il

funzionamento o pilotarla.

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Quattro componenti alla base della meta-competenza del saper gestire se stessi nell’acquisire e sviluppare le proprie competenze (nell’apprendere e nel lavorare):

a) una componente diagnostica e decisionale;b) una componente progettuale e organizzativa;c) una componente gestionale e regolativa;d) una componente valutativa.

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a) La componente di natura diagnostica e decisionale.

Di fronte a un compito e a un impegno più o meno nuovo e complesso da affrontare entra in gioco la relazione che si viene a stabilire tra il sé

e il proprio patrimonio consapevolmente già disponibile in termini di conoscenze, abilità e competenze già acquisite e la percezione di

quanto è richiesto dalla situazione con cui ci si deve confrontare.

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b) La componente progettuale e organizzativa.

Include l’elaborazione di un progetto di sviluppo o di trasferimento delle competenze di cui si è consapevoli mediante l’acquisizione

progressiva delle conoscenze e delle abilità necessarie e la loro valorizzazione in contesti

di pratica coerenti con gli obiettivi da raggiungere.

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c) La componente di natura gestionale e regolativa (conoscenza e gestione di strategie

di autocontrollo).

Sono state individuate sei strategie fondamentali:

1) Strategie di attenzione selettiva delle informazioni pertinenti e inibizione di quelle

inutili o distraenti

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2) Strategie di mantenimento nella memoria di lavoro e di codificazione delle informazioni che

proteggono le intenzioni e migliorano o mantengono efficienti i piani d’azione correnti,

mentre eliminano elementi che potrebbero indebolirli o renderli inefficaci.

3) Strategie cognitive di governo, come una certa parsimonia nel ricercare le informazioni che possono facilitare o inibire la realizzazione

delle intenzioni, selezionando solo quelle fondamentali.

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4) Strategie di controllo delle emozioni che possono ridurre la forza del processo volitivo sia nel la predisposizione di un piano d’azione,

sia durante l’azione.

5) Strategie di controllo e di protezione delle motivazioni di fronte a motivazioni alternative

6) Strategie di organizzazione e governo dell’ambiente di apprendimento.

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d) La componente di natura valutativa. Criteri di autovalutazione:a) padronanza raggiunta: percezione di competenzab) le prestazioni precedenti: ruolo motivazionale

c) le prestazioni altrui: apprendistato cognitivo e praticod) la collaborazione attuata: come obiettivo e strategia di apprendimento

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Le attribuzioni causali: quali le cause di un successo o di un fallimento?

Interne o esterne, stabili o instabili; controllabili o incontrollabili.

Dai giudizi ripetuti agli stili attributivi.Generano reazioni emozionali, positive o negative, in molti casi sulla base di una

percezione di responsabilità. A lungo andare ne rimangono segnate le

disposizioni motivazionali stabili che precedono l’azione, come l’autostima, la percezione di

competenza, ecc.

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Conclusione

Il tedesco S. Robinsohn ha elaborato all’inizio degli anni settanta una proposta di

impostazione dell’attività formativa basata sull’analisi delle situazioni fondamentali della

vita che sollecitano lo sviluppo di adeguate competenze personali.

Analoga prospettiva sembra essere stata assunta dalle proposte europee in ordine alla competenze chiave da sviluppare nei processi

di apprendimento permanente. 2022 aprile 2010