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Entsorga Italia S.r.l. Strada per Castelnuovo S.,7 - 15057 Tortona (AL) P. IVA 01755850060 Tel.0131.811383 - Fax 0131.873281 www.entsorga.it - [email protected] PROVINCIA DELL’OGLIASTRA COMUNE DI OSINI REALIZZAZIONE AMPLIAMENTO IMPIANTO DI TRATTAMENTO RR.SS.UU. PER LA PRODUZIONE DI COMPOST” SITO IN AGRO NEL COMUNE DI OSINI SS: 125 KM. 92,600 PROGETTO ESECUTIVO M001 Rev. A - RELAZIONE TECNICA GENERALE E CALCOLI DI PROCESSO PROGETTISTA Dott. Ing. P.P. CELLA MAZZARIOL

P276 M001 Rev. A - Relazione tecnica generale e calcoli ... · 2/70 1 OGGETTO DELLA RELAZIONE TECNICA - INTRODUZIONE Scopo della presente relazione è documentare in modo dettagliato

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Entsorga Italia S.r.l. Strada per Castelnuovo S.,7 - 15057 Tortona (AL)

P. IVA 01755850060 Tel.0131.811383 - Fax 0131.873281 www.entsorga.it - [email protected]

PROVINCIA DELL’OGLIASTRA

COMUNE DI OSINI

REALIZZAZIONE AMPLIAMENTO IMPIANTO DI TRATTAMENTO RR.SS.UU. PER LA PRODUZIONE DI COMPOST” SITO IN

AGRO NEL COMUNE DI OSINI SS: 125 KM. 92,600

PROGETTO ESECUTIVO

M001 Rev. A - RELAZIONE TECNICA GENERALE

E CALCOLI DI PROCESSO PROGETTISTA Dott. Ing. P.P. CELLA MAZZARIOL

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INDICE

1 OGGETTO DELLA RELAZIONE TECNICA - INTRODUZIONE .............................. 2 2 RIFERIMENTI NORMATIVI ....................................................................................... 3 3 LOCALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO........................................................................ 4

3.1 Ubicazione - Mappale - Foglio - Accesso ........................................................ 4 4 STATO ATTUALE DELL’IMPIANTO ......................................................................... 7

4.1 Descrizione delle sezioni di impianto presenti.................................................. 9 4.1.1 Sezione di ricezione e pretrattamento..........................................................................9 4.1.2 Sezione di biossidazione accelerata (sezione ACT- “Active Composting Time”) ......10 4.1.3 Sezioni di maturazione ...............................................................................................10 4.1.4 Sezione di vagliatura finale e finissaggio ...................................................................11 4.1.5 Sezione di stoccaggio del prodotto finito....................................................................12 4.1.6 Altre opere e dotazioni dell’impianto ..........................................................................12

5 AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO: DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI CRITERI PROGETTUALI ................................................................ 15

6 DATI PROGETTUALI E BILANCIO DI MASSA DELL’IMPIANTO ......................... 19 6.1 Generalità sui dati di produzione di organico da R.D. in Ogliastra ................ 19 6.2 Dati a base del progetto e bilancio di massa dell’impianto ............................ 34

7 DIMENSIONAMENTO DELLE SEZIONI DI TRATTAMENTO SOGGETTE AD AMPLIAMENTO ....................................................................................................... 40 7.1 Potenziamento della sezione ACT................................................................. 40 7.2 Ampliamento della sezione di maturazione.................................................... 48

7.2.1 Ampliamento della sezione di maturazione primaria insufflata ..................................48 7.2.2 Verifica dell’idoneità della sezione di maturazione secondaria..................................53

7.3 Implementazione della sezione di raffinazione............................................... 55 7.4 Altri interventi ................................................................................................... 58

8 GESTIONE ARIA CONTAMINATE DA ODORI ...................................................... 59 8.1 Descrizione delle sezioni di impianto presenti e dei Criteri di calcolo e

dimensionamento, e descrizione dei sistemi di presidio (biofiltrI).................. 59 8.2 AMPLIAMENTO............................................................................................... 63

9 INDICAZIONI PER L’INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI IN MATERIA DI SICUREZZA E DI IGIENE DEL LAVORO............................................................... 65

10 CRONOPROGRAMMA............................................................................................ 69

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1 OGGETTO DELLA RELAZIONE TECNICA - INTRODUZIONE

Scopo della presente relazione è documentare in modo dettagliato l’ampliamento

dell’impianto di compostaggio finalizzato al riciclaggio ed al recupero di rifiuti organici, con

produzione di compost utilizzabile quale ammendante in agricoltura e floricoltura, impianto

di trattamento RR.SS.UU. per la produzione di compost” sito in agro nel comune di Osini

SS: 125 Km. 92,600

La Comunità Montana n. 11 Ogliastra ha realizzato un impianto di trattamento di rifiuti con

produzione di compost di qualità in località Quirra-Osini avente la funzione di trattare la

frazione umida e lo scarto del verde proveniente dalle raccolte differenziate dei rifiuti

urbani, avente potenzialità di 3.500 t/a, di cui presumibilmente 2.600 t/a di FORSU e 900

t/a di strutturante verde. Il progetto dell’impianto è stato redatto tenendo conto dei requisiti

previsti nelle Linee Guida relative alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione

di compost D.G.R Lombardia del 16 aprile 2003 – n.7/12764 che pur non essendo norma

cogente, viene considerata una norma di buona tecnica costruttiva a livello nazionale.

I lavori di realizzazione dell’impianto si sono svolti nel periodo luglio-2004/giugno 2006, in

forza della concessione edilizia n.11/2004 del 25.06.2004 rilasciata dal Comuni di Osini

alla Comunità Montana n.11. Il sito di ubicazione aveva precedentemente ricevuto il

parere favorevole alla localizzazione di un impianto di gestione rifiuti da parte della

Provincia di Nuoro (Nota n. 30961 del 22.10.2002.

La Legge Regionale 21 aprile 2005 n. 7 all’art. 38 ha stabilito la cessazione della

Comunità Montana d’Ogliastra con la proclamazione del Presidente dell’omonima

Provincia, la quale è succeduta nei rapporti giuridici ed economici della soppressa

Comunità Montana. La titolarità dell’impianto di trattamento rifiuti è passata quindi alla

Provincia di Ogliastra (nota n° 2323 del 26.10.2005 ) che ha curato l’avvio e l’esercizio.

L’impianto è stato autorizzato all’esercizio dalla Provincia dell’Ogliastra (determinazione

Segretario Generale n.23 del 05.10.2005) in regime di comunicazione mediante le

procedure semplificate ai sensi degli artt. 31 e 33 del D. Lgs. 22/97, per una potenzialità di

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3.500 t/a. L’impianto ha altresì ricevuto dal competente Assessorato Regionale Difesa

Ambiente l’autorizzazione alle emissioni in atmosfera ai sensi del D.P.R. 203/88 (determ.

2938/II del 9.12.2004) e dalla Provincia dell’Ogliastra l’autorizzazione allo scarico delle

acque reflue (detr. Segretario Generale n. 23 del 05.10.2005.

L’esercizio è effettivamente iniziato nell’ottobre 2005.

In virtù delle modifiche normative stabilite dal D.M. n. 186 del 5 aprile 2006, che ha

individuato le potenzialità massime degli impianti di trattamento rifiuti per poter fruire delle

procedure autorizzative semplificate, potenzialità che risultano superiori a quella

dell’impianto di Quirra, la Provincia dell’Ogliastra ha provveduto ad inoltrare (Nota n. 4272

del 28.06.2006) alla Regione Autonoma della Sardegna, ai sensi del citato D.M. 186,

domanda per l’ottenimento dell’autorizzazione secondo la procedura ordinaria

(autorizzazione ex art. 28 D.Lgs. 22/97 ora sostituito dall’art.208 del D.Lgs. 152/06); l’iter

autorizzativo è in fase conclusiva al momento della redazione del presente progetto e

l’esercizio dell’impianto prosegue, in virtù del comma 5 dell’art. 11 del DM 5 febbraio 1008

così come modificato dall’art.1 del D.M. 186/06, nelle more dell’emanazione del

provvedimento da parte della R.A.S.

Poiché la produzione di FORSU e scarto verde dalle raccolte comunali si è mostrata di

entità superiore alle previsioni della pianificazione regionale, la Provincia dell’Ogliastra ha

richiesto (v. delibera della Giunta Provinciale n.16 del 27.09.2005) alla RAS, nell’ambito

del Bando POR SARDEGNA POR 2000-2006 Asse 1 Misura 1.4 - 2005 “finanziamento

a sostegno delle iniziative dirette alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani” con apposita

scheda descrittiva ed elaborati progettuali di massima, un finanziamento per l’ampliamento

della potenzialità dell’impianto.

2 RIFERIMENTI NORMATIVI

Il progetto, tiene conto dell’iter autorizzativo previsto ai sensi del artt. 208 del Decreto

Legislativo 03 Aprile 2006, n.152; “Testo unico ambientale”e delle prescrizioni contenute

nel DM 5 febbraio 1998 come modificato dal DM 186 del 5 aprile 2006 “Individuazione dei

rifiuti pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi dell’all1, sub-all.

1, punto 16 del DM 5 febbraio 1998 come modificato dal DM 186 del 5 aprile 2006.

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Lo stesso è inoltre redatto tenendo conto dei requisiti previsti nelle Linee Guida relative

alla costruzione e all’esercizio di impianti di produzione di compost di qualità

dell’Ordinanza Comissariale del 29 maggio 2002 riguardanti la progettazione, costruzione

e la gestione (rif. GURS parte 1 n°27/2002 suppleme nto ordinario).

Si fa inoltre presente che l'opera in parola non rientra tra quelle che necessitano giudizio di

compatibilità ambientale ai sensi del D.P.R. 12/04/96 e s.m.i.

3 LOCALIZZAZIONE DELL’IMPIANTO

3.1 UBICAZIONE - MAPPALE - FOGLIO - ACCESSO

L’intervento si rivolge al bacino di utenza della provincia dell’Ogliastra, identificata come

sub-ambito B2 nella precedente pianificazione regionale in materia di gestione dei rifiuti

urbani. La provincia dell’Ogliastra è ubicata nella zona orientale della fascia centrale della

Sardegna e coinvolge una popolazione residente di circa 60.000 abitanti, a cui si

aggiunge una popolazione turistica nei tre mesi estivi stimabile in circa 30.000 abitanti

equivalenti.

La scelta del sito di ubicazione dell’impianto di trattamento con produzione di compost a

servizio dell’Ogliastra, dopo anni di intenso dibattito, è stata operata con la concertazione

di tutti i comuni ogliastrini e con il coordinamento della ex-Comunità Montana n°11, le cui

competenze sono state acquisite dalla Provincia dell’Ogliastra. Gli Enti Locali avevano

infatti ritenuto positiva la proposta del Comuni di Osini che metteva a disposizione un sito

nella propria isola amministrativa in Località Quirra, ubicata all’estremità meridionale

dell’Ogliastra. Pur decentrata rispetto alla distribuzione della popolazione del

comprensorio, la proposta di ubicazione è stata giudicata positivamente anche perchè

l’opera in argomento si configura come terminale di una filiera di trattamento/recupero di

una frazione specifica di rifiuto ed il territorio limitrofo ha le caratteristiche idonee per

l’utilizzo del compost prodotto. Attualmente infatti il compost prodotto dall’impianto in

esercizio, il cui ampliamento forma l’oggetto del presente progetto, viene assorbito dal

comparto agricolo del territorio.

Dalla cartografia si evince che la zona vasta di Quirra, che confina anche con la provincia

di Cagliari, è caratterizzata dalla presenza di isole amministrative di numerosi comuni

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dell’Ogliastra: in prossimità del sito, che come detto è ubicato in agro del Comune di Osini,

si contano infatti le isole amministrative di Jerzu, Arzana, Lanusei, Loceri.

Il sito di localizzazione dell’impianto, dell’estensione di circa 12.700 mq, è ubicato in

vicinanza del tracciato attuale della S.S. 125 – orientale sarda, da cui si accede all’altezza

del Km. 92,500 tramite una pista sterrata di penetrazione agraria, attualmente in fase di

rettificazione ed adeguamento. Sempre in adiacenza al sito è prevista nel breve termine,

la realizzazione del nuovo tracciato della S.S. 125.

L’area dell’impianto presenta un andamento morfologico sub-pianeggiante con leggera

pendenza verso sud-est; occupa una zona compresa tra due aste torrentizie, di cui il Rio

Asinalis (asta a sud) riveste la maggiore importanza; l’asta torrentizia è tributaria in destra

idrografica del Rio Quirra, posto a est oltre ed in adiacenza alla S.S. 125, e vi riversa le

acque tramite apposito sottopasso; a ovest del sito la conformazione orografica si modifica

per una maggiore acclività.

Il centro abitato più vicino è quello di Tertenia, a circa 7 Km. verso nord, mentre il confine

tra la provincia di Cagliari e dell’Ogliastra è ubicato a circa 3 km. a sud. Il centro abitato in

provincia di Cagliari più vicino al sito è quello di Villaputzu a circa 23 Km., ma va

menzionata anche la frazione di Quirra a circa 14 Km.

Il sito in cui ricade l’impianto ha una destinazione urbanistica G (Aree per insediamento

servizi generali) e precisamente G5 “Impianto di trattamento rifiuti urbani per la produzione

di compost” in virtù della deliberazione del C.C. n.30 del comune di Osini in data

25.09.2003. L’area vasta circostante il sito di ubicazione dell’impianto ha invece una

destinazione agricola (zona E), ed è caratterizzata dalla presenza dell’asta fluviale del Rio

Quirra, nella cui sponda destra sono localizzate numerose attività agricole, legate per lo

più a vigneti, potenziali ricettori del compost di qualità prodotto nell’impianto.

L’area vasta circostante il sito di ubicazione dell’impianto ha una destinazione agricola (zona E), ed è caratterizzata dalla presenza dell’asta fluviale del Rio Quirra, nella cui sponda destra sono localizzate numerose attività agricole, legate per lo più a vigneti, potenziali ricettori del compost di qualità che andrà a prodursi con la realizzazione dell’impianto di cui al presente progetto.

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Il sito è individuato catastalmente al Fg. N°18 Map . 8.

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4 STATO ATTUALE DELL’IMPIANTO

L’impianto si basa su un processo di stabilizzazione aerobica delle matrici organiche

provenienti dalla raccolta differenziata dei rifiuti urbani operata nei comuni del territorio

dell’Ogliastra. Il processo si pone pertanto l’obiettivo di trattare la frazione alimentare

(scarti di cucina, scarti mercatali) e lo scarto verde al fine di ottenere un ammendante

compostato che deve trovare collocazione in ambito agricolo, forestale e florovivaistico e

che dunque deve essere caratterizzato da una elevata qualità in modo da qualificare il

materiale nell’ambito della disciplina nazionale dei fertilizzanti (ex L. 748/84 ora sostituita

dal Decreto Legislativo 29 aprile 2006, n. 217). Il processo dunque prevede la

trasformazione biologica aerobica del materiale, che evolve attraverso uno stadio termofilo

e porta alla stabilizzazione ed umificazione della sostanza organica.

La scelta tecnologica per l’attuazione dell’intervento è stata improntata alla modularità ed

alla flessibilità, requisiti importanti se si considera che il bacino di utenza non è di elevata

consistenza demografica (circa 60.000 abitanti residenti) ma che risente di una importante

variazione stagionale stante l’elevata popolazione fluttuante turistica presente soprattutto

nel periodo estivo.

L’impianto adotta, oltre alla fase di ricezione e pre-trattamento in ambiente confinato con

controllo dei rapporti di miscelazione e delle matrici chimico-fisiche delle matrici in

ingresso, un processo di lavorazione su tre stadi:

- fase di fermentazione accelerata;

- fase di maturazione;

- fase di raffinazione e completamento del processo con una fase di maturazione finale.

Per la fase di fermentazione accelerata è stato adottato un sistema statico imperniato su

bio-celle (in containers) insufflate modulari. In questa fase si garantisce il mantenimento

della temperatura del materiale in fermentazione sopra i 55°C per almeno 3 giorni, come

stabilito dalle norme vigenti, e l’ottenimento di un materiale caratterizzato da una ridotta

attività biologica, misurata attraverso l’ indice respirometrico dinamico (I.R.D.) che deve

mantenere un valore al disotto della soglia dei 1.000 mgO2/kg Sv.h.

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Il materiale in uscita dalla fermentazione accelerata subisce un secondo stadio di

trattamento biossidativo in una fase denominata di maturazione, avente lo scopo di ridurre

ancor più il grado di attività biologica fino al raggiungimento di un valore di I.R.D. < 500

mgO2/kg Sv.h, soglia al disotto della quale il materiale si considera sostanzialmente

stabile ed utilizzabile come ammendante compostato in campo agricolo. Lo stadio di

maturazione viene attuato mediante sub-stadi:

- una prima fase di maturazione con insufflazione forzata d’aria (maturazione primaria);

- una maturazione secondaria con aerazione naturale garantita mediante rivoltamenti

periodici;

- una maturazione finale, sempre con rivoltamenti periodici ma meno frequenti, sul

materiale in uscita dalla raffinazione e che consente il completamento del processo

nella sezione di stoccaggio del prodotto finito.

In tutte le fasi di trattamento biologico si attua un controllo del processo attraverso il

controllo della temperatura, dell’umidificazione del materiale e della quantità di aria

fornita. Il tempo complessivo di durata del processo deve essere non inferiore a 80 giorni,

secondo i requisiti stabiliti dalle recenti B.A.T., citate in premessa.

Tra la maturazione secondaria e quella finale l’impianto adotta una sezione di trattamento

di raffinazione mediante vagliatura; questa sezione consente di separare il materiale fine

(il compost) da un materiale a pezzatura più grossolana (sovvallo) che presenta delle

caratteristiche fisiche e chimico-biologiche tali da permettere un suo recupero in testa al

processo (fase di pre-trattamento); il sovvallo infatti fornisce materiale di struttura e con

nuclei di attività biologica che, miscelato al rifiuto fresco in ingresso, consente

l’ottimizzazione di tutte le fasi biologiche sia dal punto di vista fisico (la presenza di

strutturante permette di evitare l’impaccamento dello scarto alimentare ed un grado di

porosità della miscela utile al mantenimento delle condizioni aerobiche), sia dal punto di

vista biologico (azione catalizzante esercitata dai nuclei microbici presenti nel materiale di

ricircolo).

L’eccesso di materiale strutturante dopo vari ricircoli rappresenta lo scarto di processo e

deve essere avviato a smaltimento preferibilmente in impianti termici con recupero

energetico, dal momento che risulta ricco di materiale plastico che rappresenta

un’impurezza nel processo di trattamento.

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4.1 DESCRIZIONE DELLE SEZIONI DI IMPIANTO PRESENTI

Nei paragrafi seguenti si descrivono le sezioni di trattamento dell’impianto di compostaggio

di qualità a servizio del comprensorio dell’Ogliastra attualmente in esercizio.

L’impianto è dimensionato per il trattamento di un flusso complessivo di rifiuti pari a 3.500

t/a, di cui circa 2.800 t/a di FORSU e 900 t/a di scarto verde.

4.1.1 Sezione di ricezione e pretrattamento

I veicoli di conferimento, dopo pesatura, conferiscono il materiale nell'apposita sezione di

ricezione, realizzata in ambiente chiuso e mantenuto in depressione. Il verde e lo

strutturante sia fresco che di ricircolo viene accatastato in cumulo all’esterno, su piazzale

pavimentato, mentre la FORSU e le restanti tipologie conferite verranno avviate

direttamente nel capannone di ricezione, al cui interno sono ricavati appositi settori per lo

stoccaggio della FORSU e dello strutturante; l’area di ricezione ha una superficie e

volume tali da garantire un accumulo del materiale per almeno 5 giorni di conferimento,

secondo la potenzialità autorizzata.

L’impianto non ha in dotazione l’apparecchiatura bio-trituratrice per la cippatura dello

strutturante legnoso; durante l’esercizio si sopperisce con campagna periodica di

triturazione mediante apparecchiatura a nolo o con l’apparecchiatura disponibile entro il

capannone.

All’interno infatti è presente la sezione di pretrattamento con adatta apparecchiatura trito-

miscelatrice (P = 59 kW ad alimentazione elettrica) atta a dosare ed omogeneizzare il

materiale in ingresso in opportuni rapporti al fine di creare il giusto mix da avviare al

processo di biossidazione.

Il capannone viene tenuto in depressione con apposita ventilazione (V1- P= 9,2 kW.), che

assicura un ricambio almeno pari a 2 vol/h, ed invio dell’aria esausta al trattamento di bio-

filtrazione ubicato all’esterno. Il capannone è munito di portoni con sistemi a

chiusura/apertura automatica rapida ed a tenuta.

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Il trattamento dell’aria esausta viene assicurato da una sezione di biofiltrazione che

consente il raggiungimento di una concentrazione odorigena in uscita non superiore a 300

u.o./mc e garantisce un tempo di contatto non inferiore a 45 secondi.

4.1.2 Sezione di biossidazione accelerata (sezione ACT- “Active Composting

Time”)

La miscela di materiale pretrattato viene avviata alla sezione di biossidazione accelerata,

costituita da un sistema modulare di bio-celle (n.8 biocontainers da 25 mc. cad.) asservito

ad un biofiltro, sempre in container. Le bio-celle sono insufflate con aria fresca (aria di

processo) mediante apposito sistema unico di ventilazione (V2 – P = 2,2 kW) e sono

alimentate da un flusso idrico (percolato di ricircolo) per la bagnatura del materiale. L’aria

esausta viene aspirata e convogliata al biofiltro mediante distinto ventilatore (V3 – P= 2,2

kW) preceduto da un demister per l’intercettamento e lo scarico condensa; i percolati

vengono scaricati mediante apposita rete verso una vasca unica di raccolta. Nelle

condizioni nominali di esercizio (flusso di rifiuti in entrata in impianto pari a 3.500 t/a) il

sistema modulare di biocelle garantisce un tempo di permanenza di circa 14-15 gg. Il

materiale in uscita possiede un IRD < 1.000 mgO2/kg SV.h.

Il biofiltro asservito al sistema modulare ha un volume utile di 21 mc. ed è dimensionato

per un tempo di permanenza non inferiore a 45 secondi nelle normali condizioni di

insufflazione (portata di circa 1.700 mc/h).

4.1.3 Sezioni di maturazione

Il materiale proveniente dalla sezione ACT viene trasferito alla successiva sezione di

maturazione, organizzata, come detto in precedenza, in sub-fasi.

La sezione di maturazione primaria insufflata avviene entro un capannone telonato con

tensostruttura di sostegno; il capannone ha una superficie complessiva di 450 mq., di cui

circa 250 mq utili per il deposito del materiale; tale settore è dotato di sistema di

canalizzazione per l’insufflazione dell’aria di processo annegato entro il fondo in cls; l’aria

viene convogliata mediante una serie di n. 4 ventilatori (V5 – P= 4x 4,8 kW) ubicati

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all’esterno. Il materiale in maturazione, disposto in cumuli di circa 2,0 m. di altezza, viene

anche periodicamente rivoltato mediante apposita pala meccanica.

Nelle condizioni di massima potenzialità il materiale (che ha subito una riduzione per

perdite di processo di circa il 30% in peso in fase ACT) permane in fase di maturazione

primaria per un tempo di circa 30-35 gg.

Il capannone viene mantenuto in depressione con sistema di aspirazione (V6 – P = 9,2

kW) in grado di assicurare un ricambio di almeno n.2 volumi/h. L’aria aspirata viene

convogliata ad un biofiltro esterno in grado di garantire un tempo di contatto di almeno 45

secondi. Il sistema di aspirazione e trattamento dell’aria esausta è identico a quello

adottato nel capannone di ricezione-pretrattamento.

I percolati vengono avviati per gravità al sistema di raccolta centralizzato; questo sistema

è organizzato con una primo pozzetto in cui è alloggiata una pompa per il sollevamento al

limitrofo serbatoio di accumulo; in parte il percolato viene ricircolato per le esigenze di

processo nella fase ACT e nella maturazione mediante apposita pompa preceduta da una

sistema di filtrazione autopulente per evitare che questa corrente idrica provochi

intasamento degli ugelli di distribuzione del liquido nella massa di rifiuto in fermentazione o

in maturazione.

Il materiale in uscita dalla maturazione viene avviato mediante pala o autocarro nell’aia di

maturazione secondaria sotto tettoia. Il materiale viene disposto in cumuli e viene aerato

mediante rivoltamento periodico con l’apposita pala meccanica. Il tempo di permanenza in

questa fase è dell’ordine dei 30-35 giorni e garantisce il completamento del processo.

Il materiale in uscita dalle sezioni di maturazione garantisce il rispetto del limite dell’I.R.D.

di 500 mg O2/Kg SV.h. I percolati formatisi in questa sezione vengono avviati alla rete di

collettamento che fa capo alla vasca centralizzata di raccolta.

4.1.4 Sezione di vagliatura finale e finissaggio

Il materiale maturo prima di essere avviato allo stoccaggio viene sottoposto ad una

sezione di vagliatura in grado di separare le impurezze ancora presenti, di uniformare la

pezzatura del materiale ai valori usuali di mercato e di separare le pezzature più grosse

per essere riutilizzate come strutturante. La sezione di vagliatura finale è ubicata in

apposito settore dell’aia tettoiata in cui avviene la maturazione secondaria. E’ in dotazione

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all’impianto un’apparecchiatura vagliatrice a tamburo rotante (fori diametro 8 mm) del tipo

mobile montato su telaio a 2 assi; l’apparecchiatura ha n. 2 nastri di uscita del materiale (il

fino ed il sovvallo), è alimentata a gasolio, ha una potenza di 45 kW ed ha una

potenzialità di lavorazione di almeno 20 mc/h. Col diametro dei fori in uso si ha una

separazione di circa il 60% del compost (materiale fine), mentre il restante 40% è

rappresentato dal sovvallo; la dimensione dei fori è sufficientemente ridotta da garantire un

compost ad alto grado di purezza ma, nel contempo, si ottiene un elevato flusso di

sovvalli in cui si concentrano le impurezze (sostanzialmente plastiche); il sovvallo viene

per lo più ricircolato in testa come materiale strutturante, mentre l’eccesso viene avviato

allo smaltimento.

4.1.5 Sezione di stoccaggio del prodotto finito

Il compost maturo e vagliato viene stoccato in apposita settore pavimentato all’aperto; le

acque meteoriche di percolazione nei cumuli del compost stoccato vengono intercettate e

avviate al sistema centrale di raccolta.

Nel settore di stoccaggio, quando ritenuto necessario, si esegue la bagnatura e il

rivoltamento del materiale per garantire un grado di stabilità ancor maggiore.

4.1.6 Altre opere e dotazioni dell’impianto

L’impianto, realizzato su area interamente pavimentata, è dotato di differenti reti di

captazione delle acque di risulta:

- rete di captazione delle acque dei piazzali con avvio delle acque di seconda pioggia al

Rio Asinalis (compluvio esterno): le acque infatti attraversano l’impianto di trattamento

delle acque di prima pioggia in cui è alloggiata una pompa per lo svuotamento

dell’apposito settore di raccolta (P=2,2 kW);

- rete di captazione delle acque di percolazione provenienti dalle aree sensibili, con

avvio dei liquami ad apposita vasca di raccolta adeguatamente impermeabilizzata; il

sistema di raccolta è costituito da un primo pozzetto con pompa di sollevamento (PR1

– P = 1,1 kW), da n.2 vasche in c.a. fuori terra da 20 mc. cad per l’accumulo e da un

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secondo pozzetto di alloggiamento di una pompa (PR2 – P= 4 kW) per il ricircolo del

percolato come acqua di processo; l’eccedenza dei percolati viene allontanata a

depurazione esterna mediante cisterna;

- rete fognaria per le acque nere sanitarie dai bagni ubicati nel locale spogliatoi con invio

a fossa settica; il troppo pieno della fossa viene convogliato alla rete di raccolta

percolati.

L’impianto è dotato di rete antincendio con gruppo di pressurizzazione da 5,5 kW e

motore di compensazione da 2,2 kW collegati a n.2 vasche esterne da 20 mc. L’impianto

consta di 7 punti di ubicazione di appositi idranti ed è implementato anche da un sistema

di estintori fissi e mobili.

L’approvvigionamento idrico è garantito da n.2 pozzi esterni in cui sono alloggiate distinte

pompe per la mandata all’impianto. In prossimità della maturazione secondaria è presente

apposito manufatto per l’alloggiamento del quadro elettrico di comando delle pompe di

approvvigionamento idrico

In prossimità della zona di stoccaggio dello strutturante è stata realizzata una cabina

elettrica MT/BT da 250 kVA per le esigenze attuali e di ampliamento.

L’impianto è dotato di un sistema centralizzato di controllo per la gestione automatizzata

dei processi di trattamento; il sistema di controllo è localizzato entro il fabbricato uffici, in

cui si trova anche il quadro generale di comando.

Completa la dotazione infrastrutturale dell’impianto:

- il locale spogliatoio per il personale, dotato di bagni;

- il locale mensa attrezzato e dotato di presa idrica con strumento potabilizzatore UV da

10 mc/h;

- il locale officina

- una pesa;

- una piazzola di lavaggio per i mezzi in uscita dall’impianto;

- una recinzione perimetrale con rete metallica inserita in apposito cordolo, di altezza

complessiva fuori terra pari a 2,00 m.;

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- un doppio canale di guardia che convoglia le acque provenienti dall’esterno verso il

limitrofo Rio Asinalis;

- un cancello ad apertura elettrica per l’ingresso all’impianto;

- un impianto di illuminazione dotato di n.8 punti di emissione luminosa con proiettore

tipo stradale;

- una pista in terra battuta per l’accesso dalla S.S. 125.

Per quanto riguarda la pista di accesso va precisato che è stato predisposto uno specifico

progetto di adeguamento e rettificazione della strada (che verrà asfaltata) e che

permetterà l’accesso dalla SS 125 in condizioni di maggiore sicurezza rispetto alla

situazione attuale. I lavori di adeguamento della strada (inseriti in un progetto di

adeguamento che prevede una serie di altre opere minori quali ad esempio la

piantumazione perimetrale, la realizzazione di appositi muretti di contenimento e la

sopraelevazione della zona di ubicazione del trito-miscelatore entro il capannone di

ricezione e pretrattamento) hanno terminato l’iter di approvazione ed assegnazione e

stanno per essere realizzati.

Va altresì precisato che l’impianto nella sua concezione originaria aveva previsto la

possibilità di ampliamento della sezione di fermentazione accelerata: infatti la zona

immediatamente adiacente già dotata di pozzetti per la raccolta dei percolati e per il

passaggio dell’alimentazione elettrica. Anche l’esistente quadro generale di comando ha

uno specifico vano per l’alloggiamento delle sezioni di alimentazione elettrica destinate

all’ampliamento.

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15/70

5 AMPLIAMENTO DELL’IMPIANTO: DESCRIZIONE GENERALE DEGLI INTERVENTI CRITERI PROGETTUALI

Obiettivo del progetto è l’ampliamento della potenzialità di trattamento dell’impianto, fino al

raddoppio della potenzialità attuale, intervenendo su quelle sezioni che necessitano di una

implementazione per garantire lo svolgimento del processo di stabilizzazione biologica nel

rispetto dei parametri individuati dalle B.A.T.

La configurazione attuale scaturisce da un progetto originario che aveva già considerato la

necessità di ampliamento delle sezioni processistiche biologiche, prevedendo degli spazi

fisici per l’alloggiamento delle varie apparecchiature/attrezzature.

Nell’articolazione delle varie sezioni di impianto, venne infatti prevista la presenza di

appositi spazi per:

- il raddoppio della sezione di fermentazione accelerata;

- l’ampliamento della sezione di maturazione primaria;

- l’ampliamento della sezione di maturazione secondaria;

oltre alla predisposizione di altre opere infrastrutturali (ricezione-pretrattamento-officina-

sistema di controllo, reti idriche e fognarie, …) tali da poter soddisfare le esigenze anche

con l’aumento delle potenzialità.

Gli interventi di cui al presente progetto, pertanto, non devono prevedere l’ampliamento di

tutte le sezioni di impianto, tanto più che i fondi finanziari disponibili comunque non lo

permetterebbero, ma solo di quelle che entrerebbero in sofferenza dalla presenza di

maggiori quantità di rifiuti.

Va inoltre tenuto conto che l’esercizio ormai biennale dell’impianto ha portato in evidenza

alcune problematiche che occorre affrontare per rendere ottimale l’esercizio; le più salienti

sono legate soprattutto:

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- alla presenza di consistenti quantità di sovvallo, il cui ricircolo deve essere

massimizzato per sopperire alla carenza di strutturante fresco e per ottimizzare il costo

di gestione; nel sovvallo si concentra il materiale plastico (impurezza per il processo di

trattamento) che deve essere fortemente limitato per poter raggiungere l’obbiettivo del

massimo ricircolo;

- la necessità di un migliore pretrattamento dello scarto verde e dello strutturante

finalizzato all’ottenimento di una pezzatura idonea alla costituzione di un mix FORSU-

strutturante tale da ottimizzare il processo biologico di stabilizzazione;

- la necessità di ulteriori mezzi mobili per il trasferimento del materiale nelle varie

sezioni.

Da questo inquadramento schematico generale si deduce che la priorità degli interventi

dovrà riguardare nell’ordine:

a) l’aumento della potenzialità della sezione di fermentazione accelerata;

b) l’aumento della potenzialità della sezione di maturazione;

c) la previsione di un’apparecchiatura di separazione delle plastiche dal sovvallo;

Non si ritiene di dover intervenire nella sezione di ricezione in quanto le dimensioni del

capannone garantiscono un tempo di stoccaggio quantomeno di 2 giorni, anche in

previsione di un raddoppio (circa 7.000 t/a) delle quantità di rifiuti in ingresso.

Non si ritiene altresì di dover intervenire sui sistemi di aspirazione delle sezioni di ricezione

e di maturazione in quanto in grado di rispettare requisiti minimali (ricambio di n.2 vol./h)

già stabiliti dall’autorizzazione esistente; in particolare il requisito di un ricambio di n.2

volumi/h nel capannone di ricezione può essere considerato sufficiente con la prescrizione

di interventi interni dell’operatore con pala meccanica avente cabina chiusa e climatizzata.

Rispetto a queste indicazioni, nel presente progetto si ritiene di dover indicare come

ugualmente prioritario anche un intervento di ampliamento della fase di maturazione

primaria, in modo da dare una maggiore flessibilità e robustezza all’impianto e garantire lo

svolgimento del processo secondo parametri operativi di sicurezza anche in presenza di

un raddoppio dei rifiuti al trattamento.

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Mentre per dar corso all’intervento del raddoppio dei moduli della fase ACT ed alla

fornitura dell’apparecchiatura deplastificatrice non sono individuabili problemi particolari

per via del fatto che il progetto originario e la disposizione attuale delle sezioni ha già

previsto la possibilità di ubicazione di queste sezioni aggiuntive (il deplastificatore va infatti

inserito nell’area sotto tettoia in accoppiamento con il vaglio esistente; il raddoppio della

fase ACT può essere ubicato in area adiacente ai moduli esistenti), per l’intervento di

implementazione della maturazione insufflata occorre studiare un intervento più articolato

rispetto al semplice ampliamento dell’attuale capannone di maturazione.

Si opta per l’inserimento di una ulteriore sezione di maturazione insufflata in adiacenza

all’aia tettoiata di maturazione secondaria, in biocelle con copertura di telo traspirante

previo spostamento del manufatto di alloggiamento del quadro di comando delle pompe di

approvvigionamento idrico.

La sezione di maturazione insufflata aggiuntiva prevede una copertura delle biocelle con

telo traspirante, le cui caratteristiche di dettaglio vengono specificate nei successivi capitoli

di dimensionamento, appoggiato sul materiale in maturazione; è una soluzione di

frequente uso nelle sezioni di maturazione degli impianti di compostaggio di qualità, in

grado di evitare la fuoriscita del vapor acqueo (e delle sostanze odorigene) ma che

garantisce il flusso dell’aria di processo.

Questa soluzione consente di realizzare una sezione funzionale a tutto il processo con

costi contenuti, dal momento che evita la necessità di un biofiltro ad hoc. La soluzione

impiantistica, inoltre, può essere ulteriormente migliorata nel futuro (con maggiori

disponibilità economiche) prevedendo semplicemente un diverso sistema di supporto del

telo al fine di migliorare le operazioni di gestione e mantenendo inalterato il sistema di

platea insufflata di fondo.

La sezione di maturazione insufflata aggiuntiva può essere utilizzata in serie o in parallelo

alla sezione di maturazione insufflata esistente: il materiale in uscita dalla fase ACT, infatti,

può rispettivamente essere avviato integralmente nel capannone esistente e

successivamente nella sezione aggiuntiva (frazionando i tempi di permanenza), oppure

essere distribuito proporzionalmente nelle due sezioni per il totale del tempo di

permanenza previsto in progetto. La prima soluzione appare preferenziale in quanto

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permette di avviare alla sezione aggiuntiva (ubicata all’esterno) un materiale che ha un

maggiore grado di stabilità biologica.

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6 DATI PROGETTUALI E BILANCIO DI MASSA DELL’IMPIANT O

6.1 GENERALITÀ SUI DATI DI PRODUZIONE DI ORGANICO D A R.D. IN OGLIASTRA

Prima di scendere nel dettaglio tecnico del dimensionamento si presenta il quadro dei dati

progettuali di riferimento, al fine di individuare la potenzialità dell’impianto necessaria a

soddisfare le esigenze di trattamento del flusso di organico da raccolta differenziata

proveniente dal territorio ogliastrino. Sulla base della potenzialità si imposta il bilancio di

massa dell’impianto per individuare i dati tecnici per il dimensionamento delle varie sezioni

oggetto di ampliamento, quest’ultimo presentato nel capitolo successivo.

Per la provincia dell’Ogliastra si dispongono dei dati sulla popolazione e sulla produzione

di rifiuti rilevata nell’arco temporale 1997-2006 (f.te Osserv. Regionale Rifiuti). Si dispone

altresì dei dati di conferimento dell’umido da R.D. dal periodo di entrata in esercizio

dell’attuale impianto (ottobre 2005). I dati storici della produzione dei rifiuti in Ogliastra

vengono riepilogati nel prospetto seguente, disaggregati per anno.

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Anno Abitanti

Produzione

RU da

abitanti

residenti

(Kg/a)

Produzione

RU da

abitanti

fluttuanti

(Kg/a)

Produzione

totale rifiuti

urbani

indifferenziati

(Kg/anno)

Totale

materiali

differenziati

(Kg/anno)

Produzione

complessiva

rifiuti urbani

(Kg/a)

Incidenza

Raccolta

Differenziata

(%)

1997 59.961 21.215.543 2.991.550 24.207.093 0 24.207.093 0,0

1998 59.546 21.735.002 2.803.290 24.538.292 23.500 24.561.792 0,1

1999 59.203 21.959.028 3.114.948 25.073.976 385.600 25.459.576 1,5

2000 58.951 21.479.750 2.509.486 23.989.236 401.766 24.391.002 1,6

2001 58.653 21.004.216 2.903.450 23.907.665 551.960 24.459.625 2,3

2002 58.380 20.049.590 3.206.428 23.256.018 770.486 24.026.504 3,2

2003 58.281 19.174.790 3.495.938 22.670.728 764.291 23.435.019 3,3

2004 58.135 19.381.573 2.712.347 22.093.920 1.271.932 23.365.852 5,4

2005 58.135 18.927.559 2.534.081 21.461.640 1.892.464 23.354.104 8,1

2006 57.960 11.913.630 1.438.490 13.352.120 6.595.388 19.947.508 33,1

Emerge una sostanziale costanza nella produzione di rifiuti urbani (oscillazione tra 23.000-

25.000 t/a) nel decennio ma nell’ultimo anno di rilevazione si registra una drastica

diminuzione (circa 20.000 t/a), che risulta contestuale all’aumento consistente della R.D.

arrivata a quasi il 35%.

E’ il risultato dell’avvio diffuso delle raccolte differenziali domiciliari, per lo più del tipo

secco-umido, che hanno consentito di limitare la produzione complessiva di rifiuti e di

minimizzare la produzione di rifiuti indifferenziati da avviare allo smaltimento. Ruolo

importante in questo processo ha avuto l’impianto di compostaggio di Quirra, avviato a fine

2005, che ha permesso di garantire destinazione certa alla frazione umida e che, con

effetto sinergico, ha consentito ai comuni di portare a regime il sistema delle raccolte

secco-umido.

Esaminando i dati si nota che l’incidenza della produzione di rifiuti da fluttuanti rispetto ai

residenti (quantificata sulle quantità dell’indifferenziato) si mantiene mediamente intorno al

14% ed è sostanzialmente concentrata nei tre mesi estivi canonici; in questi mesi la

produzione aggiuntiva rappresenta un’aliquota tra il 50-60% della produzione dei residenti

per cui si può stimare, in prima approssimazione, che la popolazione aggiuntiva

equivalente media nel periodo estivo è di circa 32.000-33.000 unità.

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Il contributo pro-capite della produzione dei rifiuti in Ogliastra nel 2006 è di 345 kg/ab.anno

se riferita ai soli residenti; in particolare nel periodo invernale la produzione è di circa 0,8

kg/ab/giorno, mentre nel periodo estivo il contributo cresce (per via dei fluttuanti) a circa

1,3 kg/ab/giorno.

Relativamente ai materiali da sola R.D. prodotti in Ogliastra, nel prospetto seguente si

riepilogano i dati quantitativi (espressi in t/a) registrati (fonte Osservatorio Regionale

Rifiuti) nel 2006.

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QUADRO DEI DATI DELLA R.D. IN OGLIASTRA NEL 2006

(Dati in t/anno)

Comune

Popolazione

Istat al 31-

12-2006

Scarto

alimentare

(FORSU)

Scarto

verde Vetro

Carta

Cartone Plastiche

Imballaggi

metallo

Beni

Durevoli RUP

Altri

materiali

al

recupero

Totali RD

(t/anno)

Arzana 2.610 89 0 26 49 30 0 0 0 0 194

Bari Sardo 3.898 0 0 56 136 51 0 10 0 18 272

Baunei 3.846 177 0 95 86 26 0 29 0 14 428

Cardedu 1.597 45 0 61 63 25 3 0 0 0 196

Elini 572 11 0 8 17 8 0 0 0 0 44

Gairo 1.634 63 0 32 23 7 1 0 0 0 125

Girasole 1.050 83 0 19 33 15 0 3 0 42 195

Ilbono 2.266 128 0 15 24 9 0 0 0 0 176

Jerzu 3.297 162 0 28 65 25 0 0 0 11 292

Lanusei 5.728 313 0 169 219 37 0 0 0 0 738

Loceri 1.251 36 0 25 56 12 0 1 0 0 131

Lotzorai 2.168 90 5 44 49 32 0 1 0 0 220

Osini 880 46 0 0 3 2 0 0 0 0 51

Perdasdefogu 2.239 147 0 39 44 16 0 1 0 13 261

Seui 1.478 0 0 65 15 0 0 0 0 19 99

Talana 1.085 13 0 34 24 6 0 0 0 0 77

Tertenia 3.767 202 2 108 113 42 0 6 0 4 477

Tortoli 10.309 1.245 0 169 406 146 0 12 0 4 1.983

Triei 1.125 36 0 10 30 17 0 0 0 0 94

Ulassai 1.584 102 0 14 20 4 0 0 0 0 139

Urzulei 1.378 25 0 49 26 24 0 0 0 0 124

Ussassai 668 16 0 61 42 28 15 0 0 5 168

Villagrande Stris. 3.530 5 0 32 0 0 0 5 0 72 114

Totale Provincia

Ogliastra 57.960 3.032 7 1.159 1.543 562 19 70 0 202 6.595

I dati evidenziano che la sostanza organica rappresenta quasi il 50% del totale, quasi

interamente costituita da scarto alimentare mentre modesto è il conferimento dello scarto

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verde; ciò evidenzia che il flusso dei rifiuti in ingresso all’impianto di Quirra non sono

bilanciati secondo le esigenze del processo, e che risulta importante intervenire con

appositi ricircoli e/o con conferimenti da ambito esterno

Per esaminare con maggiore dettaglio il flusso della frazione organica, è opportuno

analizzare anche il contributo pro-capite registrato per ciascun comune ogliastrino, benché

riferito ai soli abitanti residenti. Questi dati sono riportati nel prospetto seguente.

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QUADRO DEL GETTITO PRO-CAPITE DI ORGANICO REGISTRATO NEL 2006 IN OGALIATRA

Comune

Popolazione Istat al 31-12-2006

FORSU (t/a)

Scarto verde

(t/a)

Totale Sostanza

organica da R.D. (t/a)

Gettito pro-capite medio

annuo (kg/ab/anno)

Arzana 2.610 89 0 89 34

Bari Sardo 3.898 0 0 0 0

Baunei 3.846 177 0 177 46

Cardedu 1.597 45 0 45 28

Elini 572 11 0 11 18

Gairo 1.634 63 0 63 38

Girasole 1.050 83 0 83 79

Ilbono 2.266 128 0 128 57

Jerzu 3.297 162 0 162 49

Lanusei 5.728 313 0 313 55

Loceri 1.251 36 0 36 29

Lotzorai 2.168 90 5 95 44

Osini 880 46 0 46 52

Perdasdefogu 2.239 147 0 147 66

Seui 1.478 0 0 0 0

Talana 1.085 13 0 13 12

Tertenia 3.767 202 2 204 54

Tortoli 10.309 1.245 0 1.245 121

Triei 1.125 36 0 36 32

Ulassai 1.584 102 0 102 64

Urzulei 1.378 25 0 25 18

Ussassai 668 16 0 16 24

Villagrande Stris. 3.530 5 0 5 1

Totale Provincia Ogliastra 57.960 3.032 7 3.039 52

Il dato evidenzia un contributo pro-capite medio di oltre 50 kg/ab/anno nel 2006, ma con

alcuni comuni che non hanno ancora avviato il sistema di raccolta secco-umido. Va altresì

tenuto conto che alcune amministrazioni comunali hanno portato a regime il sistema di

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raccolta solo in corso d’anno, per cui il conferimento pro-capite è tendenzialmente in

aumento.

Questi dati evidenziano che l’impianto di Quirra nella configurazione attuale (con una

potenzialità di trattamento complessiva di 3.500 t/a di cui 2.600 t/a di FORSU) ha avuto

difficoltà già nel 2006 a soddisfare le esigenze del territorio ogliastrino ed è entrato più

volte in sofferenza, tanto più nel periodo estivo in cui si ha un incremento sensibile dei

conferimenti per via del già citato flusso turistico: al proposito è emblematico il dato di

Tortolì che presenta un contributo pro-capite di oltre 120 kg/ab/anno proprio in virtù della

presenza turistica che induce un innalzamento sensibile dei conferimenti.

E’ importante, quindi, esaminare anche i dati dei conferimenti mensili registrati

nell’impianto di Quirra nel 2006 e nel 2007. I dati sono presentati nei prospetti di pagine

seguenti.

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26/70

QUADRO DEI CONFERIMENTI MENSILI DI SOSTANZA ORGANIC A DA R.D. NELL’IMPIANTO DI QUIRRA NEL 2006

(dati espressi in kg)

COMUNI gen. feb. mar. apr. mag. giu. lug. ago. set. ott. nov. dic.

Totale

anno

2006

1 Arzana 0 0 6.470 0 510 8.600 7.600 8.670 8.340 8.130 5.260 6.520 60.100

2 Barisardo 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

3 Baunei 0 0 3.350 16.570 17.690 18.180 25.080 33.320 17.740 16.720 12.650 15.450 176.750

4 Cardedu 1.610 510 140 220 150 310 1.970 12.530 8.370 5.650 6.030 7.720 45.210

5 Elini 0 1.670 0 0 3.020 1.770 1.100 0 0 1.600 1.410 0 10.570

6 Gairo 4.410 3.530 3.090 5.020 6.550 6.920 6.880 5.780 6.120 5.230 4.330 4.650 62.510

7 Jerzu 0 5.880 15.830 13.200 16.140 17.910 19.030 16.440 14.020 14.770 14.200 14.780 162.200

8 Girasole 0 1.370 6.990 6.780 7.860 8.260 10.380 11.630 8.370 8.000 7.290 6.500 83.430

9 Ilbono 0 4.720 13.990 11.540 13.530 10.790 14.040 16.380 11.190 10.700 10.320 11.260 128.460

10 Lanusei 0 21.330 32.320 24.810 27.490 28.060 34.530 29.920 28.830 29.920 27.830 27.930 312.970

11 Loceri 0 6.110 3.270 0 5.760 3.210 3.460 3.280 0 2.510 6.110 2.540 36.250

12 Lotzorai 0 11.690 5.230 10.360 8.900 9.410 8.610 19.030 6.200 8.870 6.300 0 94.600

13 Osini 2.830 2.840 3.240 3.460 4.040 4.000 4.330 4.710 4.380 4.320 3.860 3.530 45.540

14 Perdas 12.620 11.430 13.720 11.090 11.350 12.360 12.900 11.970 12.200 11.870 10.870 14.640 147.020

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15 Seui 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0

16 Talana 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.590 2.590

17 Tertenia 13.910 12.740 13.070 13.050 12.740 12.000 18.940 40.180 19.500 15.740 15.040 16.810 203.720

18 Tortolì 62.290 54.200 67.240 62.820 99.560 123.390 189.950 218.690 140.870 66.770 88.270 70.760 1.244.810

19 Triei 2.530 1.930 4.410 3.450 3.520 3.830 8.240 2.190 1.810 1.670 2.600 0 36.180

20 Urzulei 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 2.620 2.620

21 Ulassai 8.070 8.050 9.330 8.340 8.660 8.040 8.240 9.210 8.280 8.720 7.910 8.740 101.590

22 Ussassai 0 0 0 0 1.310 4.670 2.150 1.810 1.580 1.580 1.280 1.820 16.200

23 Villagrade 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 920 3.700 4.620

Totale Ogliastra 108.270 148.000 201.690 190.710 248.780 281.710 377.430 445.740 297.800 222.770 232.480 222.560 2.977.940

EXTRA OGLIASTRA 0

Villaputzu 0 0 18.210 20.590 20.240 18.000 13.800 20.440 15.880 13.020 11.940 14.900 167.020

Muravera sfalci verdi 0 0 0 0 0 64.260 92.280 64.790 55.260 57.210 66.280 63.590 463.670

Muravera 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 0 340 340

Totali Conferiti 108.270 148.000 219.900 211.300 269.020 363.970 483.510 530.970 368.940 293.000 310.700 301.390 3.608.970

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QUADRO DEI CONFERIMENTI MENSILI DI SOSTANZA ORGANIC A NELL’IMPIANTO DI QUIRRA NEL 2007

(Dati espressi in kg)

n. Comune gennaio febbraio marzo aprile maggio giugno luglio agosto settembre

1 Arzana 6.460 5.865 7.790 2.980 10.740 3.380 7.610 3.830 5.120

2 Barisardo 0 0 0 0 0 0 15.810 28.510 23.110

3 Baunei 20.520 18.680 19.470 21.500 19.550 22.110 26.900 31.730 16.360

4 Cardedu 7.780 7.310 6.900 7.220 6.720 10.890 19.540 30.530 12.520

5 Elini 2.240 2.180 1.320 1.240 2.880 4.090 840 2.820 0

6 Gairo 6.690 6.610 4.890 3.870 4.820 3.090 2.830 2.530 2.940

7 Girasole 7.760 6.170 7.730 8.260 6.800 8.220 9.910 12.170 7.410

8 Ilbono 13.900 11.480 10.610 8.780 11.980 10.140 10.330 14.260 8.680

9 Jerzu 18.560 15.340 16.020 15.200 13.850 14.720 16.680 16.970 13.300

10 Lanusei 32.240 28.940 31.700 29.820 30.430 25.660 26.690 24.880 22.630

11 Loceri 3.100 2.405 3.880 2.160 2.940 6.400 2.470 9.010 0

12 Lotzorai 11.730 1.480 3.160 8.630 3.030 6.610 11.310 10.570 13.130

13 Osini 4.270 3.740 3.930 3.790 3.920 4.170 4.890 5.650 3.960

14 Perdasdefogu 15.210 14.150 15.190 14.680 14.170 11.780 11.990 11.550 10.270

14 bis Poligono 900 1.970 1.870 960 1.440 1.660 1.790 1.200

15 Seui 0 0 0 0 0 0 0 0 0

16 Talana 0 1.890 1.450 1.780 1.500 1.990 0 0 2.810

17 Tertenia 18.410 15.730 15.980 16.950 17.490 13.750 30.410 38.470 20.190

18 Tortolì 86.220 93.090 88.440 94.970 111.880 139.530 208.450 239.640 131.350

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19 Triei 1.400 3.235 3.060 3.100 1.260 3.680 3.610 3.190 5.510

20 Ulassai 10.050 8.710 8.820 9.100 8.180 7.950 8.770 10.550 7.520

21 Urzulei 1.940 3.005 1.100 1.920 3.270 1.190 0 0 10.420

22 Ussassai 1.520 1.680 1.420 1.680 1.240 1.610 1.210 1.590 1.690

23 Villagrande 3.860 3.210 2.020 0 0 0 0 0 0

Totale Ogliastra 273860 255800 256850 259500 277610 302400 421910 500240 320120

EXTRA

OGLIASTRA

24 Villaputzu 18.800 16.150 700 0 0 0 0 0 0

25 Muravera 15.040 38.630 47.410 58.930 0 0 0 0 0

Totale 307.700 310.580 304.960 318.430 277.610 302.400 421.910 500.240 320.120

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Per una visualizzazione immediata delle oscillazioni, i dati mensili sono riassunti nelle

due figure seguenti, relative ai conferimenti nel 2006 e nel 2007 (fino a settembre).

Sono evidenziati i totali dei conferimenti provenienti dai comuni dell’Ogliastra ed i totali

complessivi; nell’impianto infatti, fino all’aprile 2007, è stato accettato anche l’umido e

lo scarto verde proveniente dai comuni di Villaputzu e Muravera; dal maggio 2007

questi conferimenti sono stati bloccati per raggiunti limiti di potenzialità dell’impianto.

Attualmente l’eccesso delle quantità conferite dai comuni ogliastrini rispetto al totale

autorizzato viene avviato all’impianto di trattamento di Olbia.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Andamento dei conferimenti mensili nell'impianto di Quirra - Anno 2006

0

100.000

200.000

300.000

400.000

500.000

600.000

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Mesi

Con

ferim

enti

(kg/

mes

e)

Totale OgliastraTotali Conferiti

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31 /70

/

Dai dati registrati in impianto si possono dedurre le seguenti caratteristiche della

produzione dell’umido in Ogliastra:

- nel periodo di luglio-agosto i conferimenti risultano superiori del 50-60 % rispetto alla

media degli altri mesi dell’anno;

- dopo una prima fase del 2006 i conferimenti di umido dal sistema Ogliastra sono

progressivamente aumentati fino a stabilizzarsi intorno a 300 kg/mese nell’ultimo

periodo;

- i conferimenti nel luglio-agosto del 2007 sono risultati rispettivamente dell’ordine dei

420-500 kg/mese;

Va rilevato che non tutti i comuni ogliastrini hanno ancora attivato il sistema di raccolta

secco-umido mentre alcuni lo hanno avviato solo in tempi recentissimi. E’ opportuno,

quindi, effettuare una estrapolazione ed un previsione sull’entità dei conferimenti futuri Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Andamento dei conferimenti mensili nell'impianto di Quirra - Anno 2007

0

100000

200000

300000

400000

500000

600000

1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 11 12

Mesi

Con

ferim

enti

(kg/

mes

e)

Totale Ogliastra

Totale Conferiti

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/

sulla base dei gettiti registrati nelle situazioni più consolidate. I dati del 2006 e le

previsioni per il 2007 sono presentati nel prospetto seguente.

Comune

Popolazione Istat al 31-12-2006

Gettito pro-capite medio annuo – 2006

(kg/ab/anno)

Gettito pro-capite medio

annuo – estrapolazione

2007 (kg/ab/anno)

Arzana 2.610 34 27

Bari Sardo 3.898 n.a. n.a

Baunei 3.846 46 68

Cardedu 1.597 28 91

Elini 572 18 41

Gairo 1.634 38 31

Girasole 1.050 79 95

Ilbono 2.266 57 59

Jerzu 3.297 49 57

Lanusei 5.728 55 59

Loceri 1.251 29 34

Lotzorai 2.168 44 43

Osini 880 52 58

Perdasdefogu 2.239 66 71

Seui 1.478 n.a n.a

Talana 1.085 12 14

Tertenia 3.767 54 66

Tortoli 10.309 121 154

Triei 1.125 32 33

Ulassai 1.584 64 67

Urzulei 1.378 18 22

Ussassai 668 24 27

Villagrande Stris. 3.530 n.a n.a

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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/

La media provinciale (escludendo i comuni nei quali non è stata attivata la raccolta

secco-umido o è stata appena avviata come a Barisardo) risulta di circa 62 kg/ab/anno

nel 2006 e di circa 75 kg/ab/anno nel 2007.

Nel brevissimo termine, con l’attivazione del sistema di raccolta secco-umido in tutti i

comuni si possono pertanto prevedere dei conferimenti dell’ordine di 4.300-4.400 t/a di

FORSU, con una media mensile di circa 340 t/mese e punta nei mesi di luglio-agosto

dell’ordine di 450-550 t/mese.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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6.2 DATI A BASE DEL PROGETTO E BILANCIO DI MASSA DE LL’IMPIANTO

Per l’individuazione dei dati a base del progetto di ampliamento occorre considerare lo

scenario attuale, presentato nel precedente paragrafo, e quello futuro stabilito dal

recente Piano Regionale di gestione dei Rifiuti Urbani che in sintesi è stata adottato

dalla G.R. con del. n. 51/15 del 12.12.2006. Il Piano è attualmente in fase di procedura

V.A.S. (Valutazione Ambientale Strategica).

Nello scenario attuale le produzioni sono, come detto, dell’ordine delle 4.300-4.400

tonnellate su base annua (contributo pro-capite di circa 75 kg/ab/anno), frutto di un

sistema di R.D. che raggiunge valori dell’ordine del 35%.

Per il futuro (al 2010) la Regione Sardegna prevede che ciascun ambito provinciale

raggiunga livelli di R.D. pari almeno al 50% della produzione complessiva di rifiuti

urbani. Il Piano esplicita le quantità prevedibili nello scenario futuro per ciascuna

frazione merceologica; per la frazione organica si indica un valore medio del gettito di

140 kg/ab/anno a fronte di un contributo pro-capite di produzione complessiva di rifiuti

urbani di 560 kg/ab/anno; per la provincia dell’Ogliastra si prevede una produzione

complessiva di rifiuti urbani pari a circa 24.000 t/anno ed un flusso di sostanza organica

al trattamento di circa 8.400 t/a.

I dati disponibili al 2006, confermati anche dalle prime rilevazioni del 2007, indicano una

produzione complessiva di rifiuti urbani in Ogliastra di circa 20.000 t/a e contributo pro-

capite medio di 345 kg/ab/anno, con netta diminuzione rispetto agli anni precedenti

come evidenziato nel parag. 4.1. Il raggiungimento di livelli di R.D. pari almeno al 50%

fanno dedurre un flusso di sostanza organica proporzionalmente inferiore, rispetto alle

previsioni del Piano Regionale, quantificabile con un gettito di circa 85-90 kg/ab/anno. I

quantitativi attesi nello scenario futuro sono pertanto nel range 5.000-5.200 t/a,

comprensivi sia del flusso di scarto alimentare (FORSU) che dello scarto verde.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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/

Per la peculiarità della situazione ogliastrina, sulla base dei dati desunti da oltre un

anno di esperienza dei sistemi di raccolta differenziata in cui è stato registrato un

conferimento dello scarto verde molto modesto, può essere realisticamente ipotizzata

una situazione di conferimento quasi esclusivamente a carico della FORSU.

Riassumendo, dalla disamina eseguita emerge che la situazione attuale della raccolta

differenziata in Ogliastra è tale che il gettito pro-capite di sostanza organica (FORSU),

dell’ordine di 75 kg/ab/anno, sia molto vicina a quella prevedibile nello scenario futuro

(RD complessiva al 50%) quantificabile in un gettito di circa 90 kg/ab/anno.

Pertanto il dato base dimensionale per l’ampliamento dell’impianto può essere dedotto

da questo valore di gettito con una previsione di conferimento di FORSU di circa 5.200

t/anno.

A tale flusso va aggiunto lo strutturante per la costituzione di una miscela equilibrata.

L’aliquota preferenziale è dell’ordine del 30-35% in peso e quindi nel range 1.600-1.800

t/a per un flusso complessivo al trattamento nel range 6.800-7.000 t/anno. Qualora lo

strutturante non sia reperibile integralmente nel flusso fresco in ingresso all’impianto, vi

è comunque necessità di un ricircolo per garantire l’ottimale bilanciamento dei

componenti.

Per quanto concerne l’andamento stagionale dei conferimenti, sulla base

dell’andamento registrato tra il 2005-2007 nell’impianto di Quirra, possono essere

considerati i valori riportati nel seguente prospetto dei dati di progetto.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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Dati di progetto Valore U.M.

Portata annua FORSU ingresso impianto 5.200 t/anno

Portata annua strutturante 1.800 t/anno

Portata complessiva mix rifiuti in ingresso impiant o 7.000 t/anno

Portata media mensile FORSU su base annua 433 t/mese

Flusso medio mensile FORSU escluso periodo luglio-agosto 400 t/mese

Flusso FORSU mese di luglio 500 t/mese

Flusso FORSU mese di agosto 700 t/mese

Portata media giornaliera mix rifiuti (su base annua) 22,5 t/giorno

Portata media giornaliera mix rifiuti (escluso periodo estivo) 18,0 t/giorno

Portata di punta giornaliera mix rifiuti (periodo estivo) 31,5 t/giorno

I rifiuti potenzialmente ammessi in ingresso all’impianto sono quelli rientranti nelle

norme stabilite nel D.M. 5 febbraio 1998 “Individuazione dei rifiuti non pericolosi

sottoposti alle procedure semplificate di recupero”, Allegato 1 – suballegato 1, punto 16

“Rifiuti Compostabili”. Come già evidenziato, nei due anni di esercizio (dall’ottobre

2005) i flussi effettivi in ingresso sono stati quelli appartenenti alla categoria della

frazione organica dei rifiuti urbani raccolti separatamente (CER 200108 e CER 200302 -

FORSU) ed ai rifiuti di giardini e parchi (CER 200201 – scarti ligneocellulosici) mentre

non sono trattati i fanghi di depurazione civile in quanto il Piano Regionale di gestione

rifiuti ne ha sconsigliato l’inserimento negli impianti di compostaggio di qualità.

Non sono prevedibili al momento flussi significativi di altri materiali potenzialmente

inseribili come matrici in ingresso (rifiuti vegetali di coltivazioni agricole, rifiuti vegetali da

attività agroindustriali, rifiuti tessili di origine vegetale e animale, carta e cartone, fibre e

fanghi di carta). Non è improbabile tuttavia che in fase di esercizio si possa pensare

all’inserimento anche di un’aliquota di carta/cartone qualora in carenza di strutturante,

ma l’evenienza deve essere considerata al più sperimentale.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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/

Sulla base dei dati progettuali di tabella è possibile redigere lo schema del flusso di

massa semplificato che consente di stimare i dati progettuali di ingresso nelle singole

sezioni di impianto. Il bilancio di massa è presentato nello schema di pagina seguente.

A chiarimento dei dati del bilancio si precisano alcune considerazioni:

- la quantità di materiali di scarto è stata computata pari al 5% circa della FORSU in

ingresso; il materiale infatti, secondo il regolamento di gestione attualmente in uso,

può essere accettato solo se le impurezze non eccedono il menzionato limite

ponderale;

- la sezione di raffinazione, implementata col deplastificatore, può raggiungere, con

un passaggio multiplo, livelli di separazione tra compost (materiale fine) e sovvallo

del 65-70%;

- il sovvallo ottenuto dal vaglio e deplastificato può essere avviato al ricircolo in testa

all’impianto, rendendo meno onerosa la necessità di approvvigionamento di

strutturante fresco.

Eliminato: 70

Eliminato: 70

Eliminato: 70

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/

IMPIANTO DI TRATTAMENTO RIFIUTI URBANI CON PRODUZIONE DI COMPOST

BILANCIO DI MASSA SEMPLIFICATO

Matrici

Quantità

media

annua (t/a)

Densità

(t/mc)

Volume

medio

annuo

(mc/a)

Quantità

media

giornaliera

(t/g)

Volume

medio

giornaliera

(t/g)

FASE RICEZIONE-PRETRATTAMENTO

Forsu 5200 0,7 7.429 16,8 24,0

Strutturante fresco 780 0,3 2.599 2,5 8,4

Strutturante di ricircolo 1.020 0,4 2.551 3,3 7,1

Mix ingresso al pretrattamento 7.000 0,56 12.578 19,4 34,9

Mix uscita pretrattamento 7.000 0,68 10.294 19,4 28,6

FASE ACT

Mix ingresso 7.000 0,68 10.294 19,4 28,6

Percentuale calo 30% 20%

Mix Uscita 4.900 0,55 8.909 13,6 24,7

FASE MATURAZIONE INSUFFLATA

Mix in ingresso 4.900 0,55 8.909 13,6 24,7

Percentuale di calo 10% 10%

Mix Uscita 4.410 0,5 8.820 12,3 24,5

FASE MATURAZIONE FINALE

Mix in ingresso 4.410 0,5 8.820 12,3 24,5

Percentuale di calo 10%

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Mix Uscita 3.970 0,5 7.940 11,0 22,1

FASE RAFFINAZIONE CON VAGLIATURA E SEPARAZIONE AD ARIA

Mix in ingresso al vaglio 3.970 0,5 7.940 11,0 22,1

Compost maturo 2.700 0,6 4.499 7,5 12,5

Sovvallo dalla vagliatura 1.270 0,4 3.176 3,5 8,8

Sovvallo di scarto dal separatore

aeraulico

250 0,25 1.000 0,7 2,8

Sovvallo potenzialmente al ricircolo 1.020 0,4 2.551 2,8 7,1

BILANCIO COMPLESSIVO

Matrici in ingresso al trattamento 7.000 0,56 12.579 22,6 40,6

Compost Maturo 2.700 0,6 4.500 7,5 12,5

Scarti allo smaltimento 250 0 1.000 0,7 2,8

Perdite di processo 4.050

% Compost prodotto sul flusso al

trattamento

39%

% Scarti 4%

% Perdite di processo 58%

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7 DIMENSIONAMENTO DELLE SEZIONI DI TRATTAMENTO SOGGETTE AD AMPLIAMENTO

Il dimensionamento dell’impianto viene effettuato per la potenzialità di 7.000 t/a di

miscela in ingresso al trattamento. I flussi in ingresso alle singole sezioni sono deducibili

dallo schema del bilancio di massa semplificato. L’ubicazione delle sezioni di

trattamento ampliate è presentata nelle tavole grafiche di progetto.

Nel prosieguo si approfondisce il dimensionamento delle singole fasi di trattamento

soggette ad ampliamento.

7.1 POTENZIAMENTO DELLA SEZIONE ACT

Il flusso del materiale in ingresso all’impianto (7.000 t/anno di FORSU) corrisponde ad

una portata di circa 22,0 tonnellate se riferito al singolo giorno di conferimento. Nella

sezione di ricezione-pretrattamento (non interessata dal presente progetto di

ampliamento) avviene la mix delle varie matrici ed il flusso complessivo può

considerarsi ripartito in tutte le giornate annue (per semplicità di calcolo fissate in 360).

Dunque il materiale miscelato e pretrattato in ingresso alla sezione di fermentazione

accelerata può essere quantificato in circa 19,4 tonn/giorno corrispondenti ad un

volume di circa 28,6 mc/giorno.

Considerando un tempo di permanenza di circa 14 giorni (corrispondenti a 12 giorni di

effettivo conferimento) si deduce:

V = Qgior * t = 28,6 * 14 = 400 mc.

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la necessità di una volumetria di circa 400 mc. per le esigenze medie del processo.

L’impianto attualmente dispone di una serie di n.8 biocelle da 25 mc. cad per un totale

di 200 mc. Si rileva pertanto la necessità di implementazione della sezione ACT con la

predisposizione di un ulteriore modulo di n.8 biocelle della medesima volumetria delle

esistenti.

Nel periodo di punta estiva, con un conferimento di un massimo di 700 ton/mese di

FORSU e quindi di circa 950 ton/mese di mix (al 30-35% di strutturante), si può stimare

un flusso medio giornaliero di circa 31,7 ton/g equivalenti ad un volume giornaliero di

circa 46,5 mc. Con la volumetria disponibile si garantisce un tempo di permanenza di

circa 8,5 giorni, superiore al valore minimo di 7 giorni indicato anche dalle BAT per

garantire un adeguato processo di fermentazione accelerata.

L’ingombro totale del nuovo modulo costituito da n.8 biocelle e da n°1 biofiltro è di circa

300 mq. da alloggiare in adiacenza al modulo già esistente.

La scelta dell’implementazione dell’attuale sezione ACT con medesima tipologia di

attrezzatura è motivata sia con una maggiore facilità di esercizio, sia col fatto che

l’impianto è già nato con la predisposizione al raddoppio della esistente sezione di

trattamento (compresa l’esistenza di pozzetti di alloggiamento delle reti di raccolta

scarichi idrici); inoltre la presenza di un semplice raddoppio dei moduli esistenti

permette l’utilizzo dell’esistente sistema di controllo automatizzato di processo,

adeguatamente potenziato.

Si tratta dunque di fornire e predisporre n.8 containers in acciaio, del tipo scarrabile con

rulli posteriori di scorrimento, verniciati ed adeguatamente dotati di portelloni superiore

e posteriore con adeguate guarnizioni di tenuta dell’aria. Nella foto è presentata la

tipologia di containers attualmente in uso.

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La parte di fondo del container deve essere attrezzata con un adeguato vano, per il

convogliamento dell’aria di processo e per la raccolta di condense e percolati,

sottostante al piano di sostegno del materiale

in fermentazione; questo piano di fondo deve

essere realizzato con elementi preferibilmente

smontabili in acciaio che garantiscano difficoltà

di intasamento e facile pulizia garantendo il

passaggio dell’aria. Nella foto a lato è visibile il

sistema attualmente in uso.

Nel vano occorrerà prevedere, in

corrispondenza dell’attacco alla tubazione di

convogliamento aria nella finestra di uscita, un

sistema di alette in acciaio inox avente

funzione di demister, ovvero di intercettamento

della condensa trascinata dal flusso d’aria in

aspirazione.

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Ogni container deve essere altresì dotato di uno scarico di fondo dei percolati e delle

condense, di un sistema per l’alimentazione idrica nella parte superiore da ottenere

mediante apposita tubazione in acciaio inox dotata di ugelli e di apposito sistema di

alloggiamento di una sonda interna per la misura della temperatura entro la massa dei

rifiuti in fermentazione.

Per quanto riguarda il

sistema di scarico di

condense e percolati,

ciascuna tubazione viene

collegata ai pozzetti già

esistenti (in quanto

previsti nell’impianto per

l’ampliamento – vedi foto

a lato), a loro volta

collegati alla rete di

scarico già predisposta.

Tali pozzetti, così come la

canaletta grigliata hanno

necessità di essere

sottoposti a pulizia, prima degli interventi di realizzazione delle guardie idrauliche e dei

successivi allacci.

Nell’inserimento delle tubazioni nei pozzetti (n. 2 tubazioni per ciascun pozzetto) va

infatti tenuto conto della necessità di creare un sistema di guardia idraulica che

permetta di vincere la depressione esistente entro le biocelle.

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Per quanto riguarda l’alimentazione

idrica ai bio-containers, il sistema deve

essere allacciato alla esistente

tubazione di ricircolo dei percolati

proveniente dal sistema centralizzato di

raccolta. La tubazione è già presente

nell’area di ubicazione dei moduli

biocelle, (v. foto a lato) e va previsto

esclusivamente l’allaccio. Per

l’alimentazione idrica al biofiltro si

utilizzerà acqua di approvvigionamento

e potrà sfruttarsi la presenza di

apposito punto di distribuzione in

adiacenza alla tubazione di ricircolo

percolati, come si vede nella stessa

foto a lato.

Il modulo di biocelle deve essere equipaggiato con sistema di ventilazione

dimensionato per le necessità aerobiche del processo. Per il dimensionamento si

utilizza il parametro di portata specifica unitaria riferita alla quantità di materiale al

trattamento, i cui valori di riferimento sono dell’ordine di 10-12 Nmc/h per ton. di rifiuto in

ingresso alla fase ACT. Nel nuovo modulo aggiuntivo, la quantità di materiale al

trattamento può essere quantificata in un massimo di 140 t, in differenti fasi

processistiche (transitorio iniziale, igienizzazione, raffreddamento,..), per un totale di

circa 1.400-1.700 Nmc/h. di aria richiesta per il processo.

Il sistema attuale prevede che tale necessità venga assolta da un sistema di

ventilazione costituito da un’unica soffiante (P=2,2 kW) per tutti i containers e da un

unico ventilatore di aspirazione, della stessa potenza, per tutti i containers in modo da

convogliare l’aria esausta al sistema di biofiltrazione.

Per il nuovo modulo si ritiene di dover adottare un sistema di aerazione differente,

impostato su un processo di sola aspirazione in luogo di un doppio sistema di

insufflazione + aspirazione. In questo modo si può ottenere un più affidabile grado di Eliminato: 70

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depressione all’interno dei containers con minore rischio di dispersione di aria esausta

odorigena all’esterno e maggiore uniformità del processo; in sostanza l’aria aspirata

dall’esterno, passando attraverso la massa in fermentazione nel containers, diventa

aria di processo e si configura come sistema di contenimento della dispersione degli

odori all’esterno essendo interamente captata e convogliata alla biofiltrazione. Questo

sistema, inoltre, è più efficace per limitare fenomeni di corrosione nel sistema di

chiusura e per limitare i rischi di disfunzione che possono manifestarsi nel tempo per via

di perdita di efficienza nel sistema di giunzione tra containers e portelloni/coperchi.

Al fine di migliorare la flessibilità dell’esercizio si ritiene, altresì, di dover dotare ciascuna

biocella di distinto ventilatore di aspirazione, dotato di inverter, che convoglia l’aria

aspirata in unica condotta di adduzione al biofiltro.

Per il dimensionamento dei ventilatori, si considera una pressione statica di almeno

5.000 Pa ed una portata d’aria di almeno 200 Nmc/h cad.; con questi valori si perviene

ad un valore di potenza di ciascun ventilatore pari a 0,75 kW, con una potenza

nominale complessiva del sistema pari a 6,0 kW. Per una regolazione adeguata delle

portate d’aria ciascun ventilatore viene dotato di inverter.

La tubazione di collettamento dell’aria esausta di processo verso il biofiltro è prevista in

acciaio inox con diametro da 220 mm., montata su apposita incastellatura in acciaio

zincato, quest’ultima fissata a pavimento. Da ciascun container si diparte una tubazione

flessibile in materiale plastico che si inserisce nel collettore mediante appositi collari. Si

rammenta la già menzionata necessità di predisporre, nel vano inferiore dei

biocontainers in corrispondenza dell’innesto con la tubazione flessibile, una serie di

alette in acciaio inox per l’intercettamento delle condense, al fine di meglio preservare

l’efficienza dei ventilatori di aspirazione, che potranno essere allontanate insieme ai

percolati.

Per quanto riguarda il biofiltro, si adotta un sistema similare a quello esistente: si

attrezza un distinto e specifico container scarrabile in acciaio, su cui va ad inserirsi la

tubazione di collettamento dell’aria esausta. Il containers-biofiltro, verniciato sia

internamente che esternamente, dotato di portellone posteriore per facilitare le Eliminato: 70

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operazioni gestionali di svuotamento e controllo, viene alloggiato in adiacenza alle

biocelle a formare un sistema del tutto equivalente a quello attuale.

Per il dimensionamento del biofiltro si utilizza il parametro di carico volumetrico

specifico di 80 Nmc/mc.h, consigliato come parametro ottimale dalle B.A.T., per cui

risulta necessaria una volumetria netta di letto filtrante di 21 mc. Si considera inoltre un

carico superficiale di 100 Nmc/mq x h e quindi una superficie minima di 16,8 mq con

altezza di strato di almeno 1,25 m. Il tempo di contatto in queste condizioni risulta di 45

secondi, ritenuto ottimale dalle specifiche stabilite dalle B.A.T. Il container-biofiltro avrà

pertanto le seguenti dimensioni:

- capacità netta 21 mc;

- larghezza 2,4 m;

- lunghezza 6,2 m;

- altezza effettiva 2,5 m,; altezza utile per il riempimento 1,5 m.

del tutto analogo al biofiltro attualmente in esercizio (vedi foto seguente).

Il biofiltro viene dotato di

sistemi di umidificazione,

scarico di fondo dei

percolati, e di sonde per

il controllo della

temperatura e

dell’umidità dell’aria in

uscita:

- il sistema di

umidificazione è

costituito da una

tubazione posizionata in

sommità, dotata di

appositi ugelli spruzzatori, ed allacciata alla rete di alimentazione idrica;

- nel fondo del container è previsto apposito foro di scarico dei percolati, dotato di

attacco rapido e valvola di intercetto; la tubazione di scarico dei percolati in materiale Eliminato: 70

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plastico (HDPE) viene collegata ad apposito pozzetto inserito nella rete di scarico degli

altri percolati provenienti dalle biocelle che convoglia il refluo al sistema di raccolta

centralizzato;

- il container-biofiltro viene dotato di apposto foro per l’inserimento della sonda di misura

della temperatura della massa biofiltrante; viene altresì dotato di supporto nella parte

superiore per l’alloggiamento della sonda di rilevazione in continuo dell’umidità dell’aria

in uscita.

Il materiale di riempimento del biofiltro, su cui vengono trattenute le sostanze osmogene

da ossidare, è costituito da materiali vegetali soffici, porosi e stabili nel tempo, che,

mantenuti in condizioni di umidità e aerazione controllati, realizzano le condizioni

ambientali affinché le colonie di microrganismi neutralizzino le componenti maleodoranti

dell’aria.

Si opta per materiali lignei tipo corteccia, in

pezzatura nel range 20-120 mm. adatti a

garantire adeguata porosità ed a sviluppare

una superficie con caratteristiche chimico-

fisiche idonee sia alla filtrazione che allo

sviluppo di colonie di microrganismi deputati

all’azione biologica di ossidazione dei

composti osmogeni.

Il letto biofiltrante viene sostenuto da un

fondo costituito da apposite piastrelle in

materiale plastico rinforzato con appositi

supporti per creare un vano sottostante di

ingresso dell’aria esausta di processo. Nella

foto si presenta il sistema attualmente in uso

nel biofiltro esistente.

Il processo di fermentazione deve essere governato da un sistema di controllo

automatico a distanza che, sulla base del valore di temperatura della massa di rifiuti al

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trattamento e dell’umidità del flusso d’aria in uscita, agisca sul flusso di aria in

aspirazione (mediante modulazione dell’inverter) e sul flusso idrico di bagnatura

(mediante apposite valvole asservite a specifici misuratori di portata).

Le informazioni sullo stato del processo devono essere registrate e presentate a video

con apposito quadro sinottico. Il sistema di controllo del nuovo modulo farà riferimento

all’hardware già esistente in impianto ed ubicato nel locale uffici.

L’allaccio elettrico del sistema di ventilazione e più in generale del controllo del

processo può fare riferimento all’apposito cavo esistente, appositamente previsto per

l’ampliamento di questa sezione. Il dettaglio è visibile nella foto seguente.

7.2 AMPLIAMENTO DELLA SEZIONE DI MATURAZIONE

7.2.1 Ampliamento della sezione di maturazione prim aria insufflata

Ll’ampliamento della sezione di maturazione non può essere condotta prevedendo

l’ampliamento dell’attuale capannone di maturazione primaria in quanto la dislocazione

attuale del biofiltro non permette l’allungamento del capannone senza intervenire sulla

rimozione dello stesso e suo conseguente rifacimento, con onere economico

insostenibile stante le disponibilità finanziarie.

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E’ stata altresì menzionata l’esigenza che l’ampliamento della fase di maturazione

comprenda in ogni caso l’ampliamento della fase di maturazione primaria insufflata, in

modo da dare robustezza e flessibilità all’intero processo.

D’altro canto il raddoppio dei flussi in ingresso comportano una diminuzione del tempo

di permanenza delle matrici nell’attuale capannone di maturazione primaria. Dal bilancio

di massa semplificato si deduce un flusso di materiale proveniente dalla fase ACT di

circa 13,6 t/g corrispondenti ad un volume giornaliero di 24,7 mc.

Nel capannone attuale la superficie utile a disposizione per la maturazione insufflata è

di circa 250 mq., con un volume di materiale depositato di circa 500 mc. Il tempo di

permanenza con le nuove condizioni di flusso in ingresso sarebbe pari a circa 20 gg.,

al limite di validità per una ottimale conduzione del processo.

Nonostante le BAT non indichino un tempo di permanenza minimale per una

maturazione insufflata (limitandosi a indicare che il tempo di permanenza globale tra

fase ACT e fase di maturazione sia non inferiore a 80 giorni), è opportuno prevedere

un tempo di permanenza nella maturazione insufflata almeno pari a 30 gg in modo che

il materiale, che dovrà proseguire la maturazione in aia all’aperto, abbia un sufficiente

grado di stabilità che minimizzi il problema degli odori; attualmente si garantisce un

tempo di permanenza di circa 35 gg. ed il materiale in uscita presenta un grado di

stabilità soddisfacente.

Si opta pertanto per l’inserimento di una ulteriore sezione di maturazione insufflata in

modo che sia rispettato un tempo di permanenza complessivo della maturazione

primaria di 35-40 gg. Per il rispetto di questo parametro occorre quindi garantire una

volumetria complessiva almeno pari a:

V = 24,7 mc/g * 35 gg = 865 mc

e quindi un volume aggiuntivo di circa 365 mc. di materiale in maturazione aerata.

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Il sistema di maturazione insufflata aggiuntiva viene ubicata in adiacenza all’aia tettoiata

di maturazione secondaria, previa rimozione dell’attuale manufatto di alloggiamento del

quadro di comando delle pompe di approvvigionamento idrico.

Il sistema di maturazione insufflata consiste in due biocelle composte ciascuna da una

platea insufflata realizzata in calcestruzzo sp. 20 cm. al disopra della pavimentazione

attuale (in modo da non dover intervenire con pesanti “scassi” sull’esistente), nella

quale viene inserita una rete di insufflazione costituita da tubazioni dotate di appositi

ugelli per la fuoriuscita dell’aria di processo, collegate al ventilatore mediante un

collettore di mandata. Il materiale da trattare viene disposto al di sopra della platea a

formare un cumulo che viene attraversato dall’aria.

Le pareti delle biocelle saranno in CLS, con portoni ad apertura rapida e la parte

superiore delle stesse sarà composta da una centina atta a sostenere il telo traspirante

in grado di permettere la fuoriuscita dell’aria ma di mantenere confinato il vapor acqueo

e quindi anche le sostanze osmogene in esso disciolto o veicolate. Il cumulo viene

frazionato in due parti equivalenti, ciascuna con la propria rete di insufflazione

comandata da distinto ventilatore, al fine di rendere più agevole e più flessibile la

gestione.

Nel lato lungo la recinzione vengono ubicati i ventilatori con i collettori di mandata su cui si innestano le tubazioni longitudinali di insufflazione;

Il lato fronte al piazzale viene lasciato libero per garantire le operazioni di formazione e dismissione dei cumuli, operazioni effettuate mediante pala meccanica.

Le dimensioni di ciascuno dei due settori sono di seguito riportate:

- superficie complessiva di ogni settore: 16 m. x 10 m

- superficie interessata dalle tubazioni di insufflazione: 8 m. x 17 m.

- superficie occupata dal sistema ventilatore-collettore: 1,10 x 9 m.

- superficie a disposizione del cumulo: 10 m x 14 m.

- superficie coperta dalla membrana: 10 m x 16 m

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La rete di insufflazione è formata da n. 9 tubazioni in PVC Ø 125 mm. ad interasse 80

cm. annegate entro la platea in cls; le tubazioni ricevono l’aria dal ventilatore attraverso

un collettore di mandata in acciaio inox Ø 300, avente anche funzione di camera per la

distribuzione uniforme dell’aria nelle 9 tubazioni; ogni tubazione possiede, inoltre, degli

ugelli di insufflazione, di forma tronco-conica per evitare intasamenti, posti ad un

interasse circa 40 cm, ed è dotata di coperchio di ispezione per le operazioni di pulizia.

Le tubazioni longitudinali sono in una estremità collegate al collettore di mandata

mediante apposite tubazioni flessibili, mentre nell’altra sono collegate tra loro con una

tubazione trasversale che consente di raccogliere gli eventuali percolati.

La platea è in leggera pendenza (1%) verso la canaletta di raccolta dei percolati (20 cm

x 20 cm.), dotata di griglia carrabile, posizionata nel lato libero della platea e che corre

lungo tutta la dimensione trasversale. I percolati vengono quindi convogliati in un

pozzetto di lato 30 cm., da cui con tubazione Ø 200 mm. vengono avviati verso il

sistema di raccolta centralizzato. Il pozzetto di raccolta dei percolati dalla canala

grigliata è in collegamento anche con la tubazione di chiusura delle estremità dei tubi di

insufflazione dell’aria per l’allontanamento degli eventuali percolati prodotti all’interno

degli stessi.

Le dimensioni volumetriche del cumulo, dipendono evidentemente dall’altezza dello

stesso, che in fase di esercizio può variare tra 2-4 m.; generalmente si contiene

l’altezza in circa 3,0 m. ed il volume complessivo effettivo di ciascun cumulo è di circa

380 mc. In totale, quindi, il doppio settore consente di garantire almeno 760 mc

Per quanto riguarda il dimensionamento del ventilatore di insufflazione dell’aria di

processo si fa riferimento ad un parametro unitario di circa 8 Nmc/h per ton. di materiale

in maturazione; poiché la massima quantità di materiale in maturazione è valutabile in

380 t. (mix con densità 0,5 t/mc) si deduce la necessità di una portata d’aria di circa

3.000 Nmc/h.; cautelativamente si prevedono n. 2 ventilatori da 2.000 Nmc/h cad.; si

perviene alla necessità di n.2 ventilatori della potenza non inferiore a 7,5 kW cad. che

operano in mandata, dotati di inverter per una regolazione fine delle portate d’aria.

Il sistema non necessita di un biofiltro per il trattamento dell’aria in uscita in quanto i

cumuli vengono coperti con speciale membrana traspirante.

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Si tratta di una membrana sandwich con due supporti in poliestere che racchiudono una

membrana in grado di permettere gli scambi di O2 e CO2 con l’esterno ma di bloccare lo

scambio al vapor acqueo grazie alla struttura in micropori; questa barriera comporta un

effetto condensa e blocca la dispersione degli odori e dei microrganismi batterici. In

sostanza la membrana traspirante è impermeabile all’acqua ma non all’aria

consentendo di liberare nell’atmosfera l’aria insufflata.

I teli previsti sono in materiale sintetico con la parte centrale traspirante in modo da

permettere di liberare in atmosfera l’aria insufflata. Nel contempo esso è impermeabile

alle acque meteoriche, impegnendo la bagnatura indesiderata del cumulo. La bordatura

esterna è realizzata in polietilene armato e presenta una serie di anelli cuciti a distanza

regolare che permettono l’ancoraggio del perimetro del telo alla centina sottostante ed

alle pareti in CLS.

Il telo deve rispettare le seguenti caratteristiche:

Resistenza trazione DIN 53 354 : Trama >120 daN/5cm; Ordito >120 daN/5cm

Resistenza penetrazione H2O ISO 811 >800mbar

Resistenza traspirazione ISO 11092 <20 m2 Pa/W

Peso unitario 260-300 g/m2

Il sistema di maturazione insufflata con copertura traspirante non necessita a rigore di

un sistema di bagnatura in quanto l’ambiente che si crea entro il telo risulta ad elevato

grado di umidità, proprio per l’assenza di scambio di vapor acqueo con l’esterno. Non si

prevede nel presente progetto l’adozione di un sistema specifico di bagnatura, essendo

comunque possibile nel futuro provvedere l’inserimento di tale sistema con apposite

tubazioni microforate collegate alla presa idrica esterna ubicata nelle vicinanze

Come modalità operativa gestionale è preferibile che il sistema aggiuntivo di

maturazione insufflata con copertura traspirante venga utilizzato in serie alla

maturazione entro il capannone esistente: il materiale in uscita dalla fase ACT di norma

dovrà infatti essere avviato interamente al capannone e, dopo una permanenza di circa

20 giorni, avviato alla maturazione per il completamento del tempo di permanenza di

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35-40 gg. Entro il capannone, prima dell’allontanamento del materiale, può essere

effettuata una specifica operazione di bagnatura, qualora ritenuta opportuna, rendendo

di fatto superflua una specifica operazione entro il sistema a biocelle, peraltro assai

complicata dal punto di vista gestionale.

Per quanto riguarda il sistema di gestione e controllo del processo di maturazione,

avviene in automatico sulla base della rilevazione in continuo della temperatura nella

massa al trattamento mediante sonda a termoresistenza, dello stesso tipo di quella

utilizzata nella fase ACT e nella maturazione insufflata nel capannone. Nel PC

attualmente ubicato nel locale uffici viene installato apposito software di controllo che

gestisce l’inverter e regola la portata del ventilatore (il software deve poter regolare

anche le valvole per la bagnatura del materiale qualora nel futuro si opti per

l’inserimento tra cumulo e telo delle tubazioni di alimentazione idrica); la gestione

avviene sulla base della temperatura che deve essere mantenuta nei valori ottimali di

processo. Nel PC il quadro sinottico deve poter registrare in continuo i valori di

temperatura entra la biomassa in trattamento.

7.2.2 Verifica dell’idoneità della sezione di matur azione secondaria

Con la sezione aggiuntiva di maturazione insufflata primaria, il tempo di permanenza

della biomassa in stabilizzazione risulta dell’ordine dei 50-55 giorni.

Per il completamento della maturazione, fino a realizzare il tempo di permanenza

residuo di almeno 80 giorni l’impianto dispone già di un’aia sotto tettoia della superficie

utile di circa 600 mq., di cui circa 400 mq a disposizione della maturazione secondaria

ed il restante per l’alloggiamento delle apparecchiature di raffinazione.

La biomassa in uscita dalle biocelle viene trasferita mediante pala meccanica all’aia

adiacente e qui disposta in cumuli e periodicamente rivoltata con pala meccanica.

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Il flusso medio di biomassa alla maturazione secondaria risulta di circa 24,5 mc/giorno.

Considerando una superficie utile effettivamente disponibile di circa 280 mq (la restante

è necessaria come fascia di transito per l’operatività della pala meccanica) si ha la

possibilità di formare cumuli di 7 m. di larghezza per una lunghezza totale di 40 m;

considerando un’altezza del cumulo di circa 3 m. si ha una volumetria complessiva dei

due cumuli di circa 400 mc., che garantisce un tempo di permanenza di circa 15 gg.

L’ulteriore tempo residuo (circa 20 gg) necessario per il raggiungimento del tempo di

permanenza complessivo di circa 90 gg viene garantito nell’aia di stoccaggio del

compost maturo: l’impianto infatti è dotato di apposito settore di stoccaggio avente una

superficie di circa 1.000 mq all’aperto.

Da questa disamina si deduce che la situazione attuale dell’impianto può garantire con

buon margine di sicurezza il completamento del processo di maturazione e che non vi è

necessità di un’ampliamento della sezione di maturazione secondaria per garantire una

potenzialità di 7.000 t/g di mix di rifiuti al trattamento.

Con nuovi fondi finanziari può essere opportuno ampliare l’aia sotto tettoia per la

maturazione secondaria in modo da rendere disponibile l’aia di stoccaggio finale al solo

accumulo del prodotto finito.

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7.3 IMPLEMENTAZIONE DELLA SEZIONE DI RAFFINAZIONE

Entro l’area tettoiata, per un impegno della superficie di circa 200 mq., è attualmente

ubicata il vaglio rotante avente lo scopo di separare il materiale fine (compost) dal

sovvallo; l’efficienza di separazione è di circa il 60% ma con l’implementazione della

sezione può giungere a livelli del 65-70% con un doppio passaggio al vaglio del

sovvallo deplastificato.

Sulla base del bilancio di massa dell’impianto si stima che, nelle nuove condizioni di

flusso di materiali in ingresso, alla sezione di vagliatura giunga un flusso di circa 11

t/giorno pari a circa 22 mc/g. Il vaglio attuale, avente una potenzialità di lavoro di

almeno 20 mc/h, è ampiamente sufficiente per le necessità della sezione anche con

una potenzialità raddoppiata e pertanto non ha necessità di essere ampliato.

La sezione di raffinazione ha tuttavia necessità di essere resa più funzionale con

l’inserimento di una apparecchiatura in grado di separare il materiale plastico presente

nel sovvallo in modo da massimizzare il ricircolo di questo materiale.

E’ pertanto necessario che nell’ambito dei lavori di cui al presente progetto sia prevista

la fornitura e la posa in opera di un’apparecchiatura deplastificatrice che deve

funzionare in accoppiamento col vaglio esistente.

Si tratta di un’apparecchiatura classificatrice aeraulica che permette di separare il

materiale leggero grazie ad un flusso d’aria di trascinamento. Il funzionamento

generale del classificatore è presentato nello schema seguente.

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Il materiale viene scaricato in apposita tramoggia che può essere alimentata anche

direttamente dal nastro trasportatore del sovvallo proveniente dal vaglio; il materiale

cade su un nastro di trasporto al disotto del quale è ubicata una ventola di insufflazione

di aria ad alta velocità che stacca le parti leggere dal substrato e le tiene in volo nel

tunnel soprastante ; le parti leggere sono quindi captate da una ventola aspirante prima

che si depositino sul nastro e vengono convogliate all’esterno; il materiale privato delle

parti leggere continua la sua corsa nel nastro di scarico su cui possono essere montate

altre apparecchiature di separazione, quali un tamburo magnetico o una tavola vibrante

per consentire la separazione di ferrosi o di materiali pesanti quali sassi o vetri (non

necessarie per l’impianto in argomento)

L’efficienza di separazione delle plastiche è di circa il 70-80%, soprattutto se viene

prevista l’adozione di una doppia ventola di aspirazione che consente di intercettare il

leggero non aspirato dalla prima ventola.

La macchina possiede un quadro elettrico con pannello di comando, per l’uso in

automatico o manuale, al fine di permettere la regolazione e manutenzione singole dei

motori e del nastro. Eliminato: 70

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La macchina scelta per il presente progetto, dotata di dispositivi di sicurezza con arresto

totale, dovrà preferenzialmente essere dotata di doppia ventola di aspirazione, con

utilizzo indipendente delle due, e comunque garantire una efficienza di intercettamento

del materiale plastico almeno pari al 70%.

L’ingombro della macchina può essere così indicato:

Lunghezza totale 6.550 mm

Larghezza 1.800 mm

Altezza di lavoro 3. 450 mm

La potenza complessiva della macchina è di circa 24 kW, considerando l’impegno di

potenza del ventilatore e delle ventole aspiranti nonché del nastro e la capacità oraria è

dell’ordine dei 20-30 mc.

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7.4 ALTRI INTERVENTI

A completamento degli interventi descritti, si prevede la realizzazione di alcune opere

minori ma indispensabili per la funzionalità dell’impianto, di seguito descritte.

In primo luogo è necessario procedere alla rimozione dell’attuale fabbricato di

alloggiamento del quadro di comando delle pompe di emungimento dell’acqua dai pozzi

per far luogo all’ubicazione della platea insufflata. Il quadro può essere ubicato in

apposito armadio a norma.

Inoltre è necessario provvedere all’ubicazione di un nuovo idrante in adiacenza alla

nuova sezione di maturazione insufflata per garantire la perfetta copertura dell’impianto

antincendio anche nei nuovi settori di attività.

Altre opere riguardano l’implementazione della rete elettrica di distribuzione ed i relativi

allacci elettrici per le nuove sezioni di trattamento.

Non vi è necessità di implementazione delle rete idriche e fognarie in quanto sufficienti

anche con la realizzazione delle nuove sezioni di trattamento. L’entità dei percolati

aggiuntivi è infatti minimale e l’entità delle acque dei piazzali sarà anche inferiore

all’esistente per via della realizzazione di una nuova area tettoiata.

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8 GESTIONE ARIA CONTAMINATE DA ODORI

8.1 DESCRIZIONE DELLE SEZIONI DI IMPIANTO PRESENTI E DEI CRITERI DI CALCOLO E DIMENSIONAMENTO, E DESCRIZIONE DEI SIS TEMI DI PRESIDIO (BIOFILTRI).

Il materiale in fase di processo nei biocontainer richiede un’insufflazione d’aria allo

scopo di ossidare il materiale. L’esigenza di ossigeno per far avvenire le reazioni, e

quindi di aria, cambia nel tempo; è maggiore all’inizio, quando la miscela fresca è ricca

di sostanza organica fermentescibile, e minore alla fine, quando le reazioni ne hanno

consumato buona parte. Per questo motivo, le portate d’aria sono gestite da inverter e/o

da valvole a farfalla motorizzate, in base all’andamento del processo, valutato con la

misurazione della temperatura del materiale.

Le arie di processo esauste, saranno inviate a biofiltri al fine di depurarle dagli odori.

VERIFICA RICAMBI ARIA ALL'INTERNO DEL CAPANNONE

Il volume del capannone di ricezione e miscelazione ed il capannone di maturazione

primaria insufflata hanno identiche caratteristiche strutturali e dimensionali:

volume capannone 3416 mc

Per tale volume si ipotizzano 2 ricambi ora che quindi comportano una portata minima

di aspirazione pari a

3416*2 = 6832 Nm3/h volume minimo di aria da inviare al biofiltro

I ventilatori scelti hanno una portata pari a 7200 Nmc/h, e saranno alimentati tramite

inverter, al fine di poter regolare le portate ottenendo un considerevole risparmio

energetico rispetto ad una classica soluzione con regolazione a serranda.

La fase maggiormente interessata alla produzione di odori sgradevoli per l’impianto

proposto è quella di prima trasformazione, dove la temperatura elevata favorisce la

dispersione in atmosfera delle sostanze che si producono durante la prima fase di

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trasformazione dei rifiuti in compost; le sostanze maggiormente responsabili dei cattivi

odori sono l’ammoniaca, i composti organici azotati, gli acidi grassi volatili, i solfuri e i

solfati di diversa origine.

L’aria presente, per la sua natura, dovrà essere trattata prima della sua immissione in

atmosfera. A tal fine si propone un impianto di aspirazione dell’aria con un sistema di

abbattimento odori mediante biofiltro.

Come detto, la portata complessiva da trattare è pari a 7200 Nmc/h. Il biofiltro, viene

calcolato sulla base di 80 Nm3/h x m3 di materiale biofiltrante, come previsto nelle Linee

Guida per il Compostaggio della Regione Lombardia ottenendo un volume complessivo

complessivo minimo pari a 7200/80=90 mc.

Per i due capannoni, si prevede pertanto la realizzazione di n. 2 biofiltri aventi ognuno le

seguenti dimensioni:

- superficie netta interna 75 mq

- larghezza netta interna 5 m

- lunghezza netta interna 15 m

- altezza letto filtrante 1,3 m

- volume: 97,5 mc > 90 mc, valore minimo

richiesto in base alle LL. GG. Regione Lombardia

- materiale: sovvallo ricavato dal processo di

compostaggio di solo verde depurato da impurità (inerti, carta, plastica, <1%)

- tempo di ritenzione dell’aria da trattare: 48,7 5 s > 45 s richiesti dalle LL. GG.

Regione Lombardia

I biofiltri così dimensionati saranno realizzati con pareti di contenimento realizzate con

pannelli modulari in alluminio e puntoni di rinforzo dello stesso materiale, e il plenum di

distribuzione dell’aria sarà suddiviso in tre settori. Le vasche così ottenute saranno

rivestite con un telo impermeabile in poliestere spalmato con PVC, in modo da impedire Eliminato: 70

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la dispersione di percolati, che saranno convogliati a tre pozzetti di scarico collegati con

la vasca di raccolta. Ogni settore dei biofiltri presenta la possibilità di essere alimentato

- con l’aria da depurare - indipendentemente dagli altri, grazie a valvole di regolazione a

farfalla. Questa soluzione permetterà di sostituire il materiale biofiltrante senza fermare

il processo: la sostituzione del materiale filtrante avverrà in un settore per volta,

chiudendone la relativa mandata. Infatti, il dimensionamento utilizzato per definire il

biofiltro è cautelativo, e permette di avere una sufficiente efficienza di abbattimento

anche con soli due terzi di biofiltro in funzione.

Sul fondo in calcestruzzo del biofiltro, sopra al telo di rivestimento, è posta una

pavimentazione grigliata formata da piastrelloni in polipropilene rinforzato con fibra di

vetro di dimensioni unitarie pari a 500x500 mm, sorretti da coni in polipropilene. Su tale

pavimentazione grigliata è posto lo strato di materiale biofiltrante. Questa soluzione

permette di ottenere un plenum di distribuzione ed omogeneizzazione delle portate

d’aria.

Mantenendo le medesime prestazioni del biofiltro è possile optare per una

pavimentazione in CLS composti da elementi in calcestruzzo armato a piastra (200x120

cm), prefabbricati, dotati di opportune nervature di rinforzo. Le piastre sono dotate di

fessure per il passagio dell'aria ed appoggiano su supporti prefabbricati in cls in modo

da ottenere, al di sotto della pavimentazione un plenum di equalizzazione della

pressione, un corretto passaggio a bassa velocità dell’aria ed una omogenea

distribuzione dell'aria. La pavimentazione forata è carrabile con una portata massima di

3500 kg/mq, in modo da facilitare il posizionamento del materiale da biofiltrazione.

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Foto 8 – Biofiltro in alluminio

Foto 9 – Biofiltro in alluminio e pavimentazione grigliata

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VERIFICA DIMENSIONAMENTO BIOFILTRI DEL MODULO A BIOCONTAINER

La portata dei ventilatori è pari a 2.400 Nmc/h. da inviare a trattamento in biofiltro

scarrabile, se si considerano i dati medi di funzionamento registrati e verificati in

routinaria attività del sistema, e quindi, considerando la presenza (nello stesso modulo)

di rifiuti a diversi stadi di processo (rifiuto fresco e stabilizzato, e stadi intermedi), la

potenza mediamente erogata dai ventilatori sarà sempre inferiore a 1.700 Nmc/h , dato

considerato per il dimensionamento.

Per tale quantità d’aria, considerando la solita portata specifica pari a 80 Nm3/h x m3 di

materiale biofiltrante, otteniamo un volume minimo pari a 21,25 mc.

Le caratteristiche di tale biofiltro, sono le seguenti:

- superficie netta interna 13,7 mq

- larghezza netta interna 2,24 m

- lunghezza netta interna 6,10 m

- altezza letto filtrante 1,65 m

- volume: 22,6 mc > 21,25mc, valore minimo

richiesto in base alle LL. GG. Regione Lombardia

- materiale: sovvallo ricavato dal processo di compostaggio di solo verde depurato da

impurità (inerti, carta, plastica, <1%)

- tempo di ritenzione dell’aria da trattare: 48,53 s > 45 s richiesti dalle LL. GG.

Regione Lombardia

8.2 AMPLIAMENTO

Il medesimo ragionamento relativo all’intero impiabnto è da considerarsi valido anche

per l’ampliamento previsto, in quanto non saranno necessari altri biofiltri per l’area di

ricezione e per la fase di maturazione, in quanto l’area di ricezione resta invariata e la Eliminato: 70

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fase di ricezione viene ampliata con biocelle con sistema di copertura a teli traspiranti e

pertanto non sarà necessario un biofiltro per il trattamento delle arie.

Per l’ampliamento della fase ACT la verifica del dimensionamento dei biofiltri è la

medesima di quella relativa al sistema esistente vista la tipologia dell’impianto relativo

all’ampliamento.

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9 INDICAZIONI PER L’INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI IN MATERIA DI SICUREZZA E DI IGIENE DEL LAVORO

Il Piano di Sicurezza e Coordinamento in applicazione all’art.12 del D.Lgs 14.08.1996

n° 494 e s.m.i. (D.Lgs.N°528/99), concernente le pr escrizioni minime di sicurezza e di

salute nei cantieri temporanei.

Gli elaborati prima dell'inizio dei lavori dovranno essere notificati alla A.S.L. ed

all'Ispettorato del Lavoro competenti per territorio, secondo quanto previsto dalle norme

vigenti.

Il Piano, tenuto conto della tipologia dei lavori da eseguire, è stato redatto in coerenza

alle seguenti linee guida:

o valutazione delle interferenze lavorative legate alle attività esistenti all’interno

dell’area e costituite dall’attività di gestione dell’impianto di compostaggio nella

configurazione esistente.

Tali interferenze si manifestano in particolare durante le fasi di posa in opera del

nuovo modulo ACT e di realizzazione della platea insufflata per l’ampliamento

della maturazione primaria.

La viabilità esistente per l’accesso all’area di ubicazione dell’impianto è tale da

permettere la minimizzazione dei rischi legati alle interferenze lavorative legate

soprattutto al transito degli automezzi.

o nella parte dei lavori inerenti la realizzazione platee, pavimentazioni e strutture in

elevazione, si devono considerare le normali precauzioni per evitare rischi

derivanti dal transito dei mezzi di lavoro (escavatori, camion, rulli compattatori,

autobetoniere, etc.), rischi relativi ad alla realizzazione e posa in opera di

armature e dei getti di calcestruzzo, nonché di cadute dall’alto.

o per la parte dei lavori inerenti la posa in opera di apparecchiature

elettromeccaniche, poiché queste sono sostanzialmente riferibili a sistemi Eliminato: 70

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elettromeccanici di ventilazione e/o ad apparecchiature fornite già assemblate, i

rischi maggiori appaiono da riferire alla fase di scarico, di avvio, di messa in

tensione e di verifica delle stesse;

o l’attività di formazione ed informazione dei lavoratori deve essere principalmente

incentrata alla fase di verifica delle macchine, con specifiche schede che

presentino i protocolli comportamentali per ciascuna di esse;

o per i restanti lavori, riferibili alla implementazione di reti idriche, fognarie ed

elettriche, si dovranno osservare le normali precauzioni durante la fase di posa e

di allaccio, in modo particolare per ciò che concerne la fase di messa in tensione

della nuova sezione dell’impianto elettrico.

Non sono riferibili alle normali attività di cantiere rischi specifici igienico-sanitari in

quanto i lavoratori non saranno a diretto contatto con rifiuti.

Diverso il discorso per la fase di avviamento preliminare e di esercizio delle nuove

sezioni di impianto che dovrà essere eseguita in presenza di rifiuti di matrice organica,

altamente putrescibile. In questa fase dovranno essere considerati i rischi da contatto,

la presenza di aerosol dispersi, la presenza di percolati contaminati che obbligano i

lavoratori ad indossare l’abbigliamento tipico degli operatori del settore raccolta rifiuti,

con tute e guanti di spessore adeguato e mascherine di protezione.

Per quanto riguarda le opere necessarie all’esecuzione delle attività di gestione nel

rispetto dei criteri di sicurezza ed igiene del lavoro, l’impianto è già dotato di locale uffici,

spogliatoi e locale mensa, sufficienti anche nella situazione di ampliamento

dell’impianto; il nuovo personale necessario può essere infatti indicato in una unità

operativa aggiuntiva e dunque le strutture attualmente esistenti risultano del tutto

adeguate alla nuova dotazione organica.

Relativamente ai requisiti specifici legati al D.Lgs. N°626/94, la Società appaltatrice

della gestione dell’impianto, che ha già provveduto alla redazione del relativo

documento di “Valutazione dei rischi nell’ambiente di lavoro” ai sensi del su citato

D.Lgs. N°626/94 e s.m.i. per le attività esistenti (impianto di compostaggio nella

configurazione attuale), essendo affidataria anche dell’attività di ampliamento, deve Eliminato: 70

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provvedere all’opportuno aggiornamento in relazione ai rischi derivanti dalla gestione

delle nuove sezioni dell’impianto di compostaggio

Prima dell'entrata in esercizio delle nuovi sezioni di impianto, il datore di lavoro

provvederà alla formazione ed informazione dei lavoratori in relazione alle nuove

tipologie impiantistiche, ai sensi del già citato D.Lgs.N°626/94.

A tale proposito verrà redatto un apposito manuale da consegnare agli operatori

dell'impianto, in cui saranno riportate tutte le misure di sicurezza da adottare per

ciascuna manovra e/o procedura. Particolare importanza verrà attribuita alla dotazione

dei Dispositivi di Protezione Individuale per gli operatori..

Inoltre il personale verrà sottoposto periodicamente a visite mediche di controllo

secondo le procedure che verranno indicate dal medico responsabile.

I metodi di prevenzione e protezione dei lavoratori nell'ambito del D.Lgs. N° 626/94,

possono essere così sinteticamente riassunti:

-dovrà essere affìssa la ulteriore necessaria segnaletica di sicurezza di cui al D.Lgs. N°

493/96; nei diversi settori dell'impianto saranno affissi in posizione ben visibile i cartelli

di Prescrizione, di Segnalazione, di Avvertimento e di Pericolo, in particolare saranno

posizionati cartelli di divieto di accesso alle persone non autorizzate ai diversi settori di

stoccaggio e di lavorazione, con l'indicazione dei materiali e delle macchine presenti e

di segnalazione dei rischi specifici;

-verrà altresì affìssa cartellonistica con indicazione dei numeri di telefono utili (VV.FF.,

Guardia medica, Protezione civile, etc) e le indicazioni per i primi soccorsi in caso di

incidenti alle persone;

-le principali vie di transito e di accesso all'impianto dovranno essere mantenute

sgombre, correttamente segnalate, secondo quanto disposto dal già citato D.Lgs. N°

493/96,

-come già accennato in precedenza i lavoratori dovranno, secondo quanto previsto

dalla legge, essere sottoposti alle visite mediche periodiche nonché alle relative analisi

ed ulteriori accertamenti specialistici ove richiesti;

-dovranno essere eseguite periodicamente le misure dei materiali aerodispersi, delle Eliminato: 70

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emissioni derivanti dai biolfiltri, nonché le rivelazioni fonometriche secondo quanto

disposto dalle norme vigenti (D.Lgs. N° 277/91- DPC M 14/11/1997);

-le macchine operatrici dovranno essere mantenute in perfetta efficienza e saranno

sottoposte ad un programma di manutenzione sistematica; i relativi libretti d'uso e

manutenzione dovranno essere disponibili sul luogo di lavoro, dovrà altresì essere

rispettato integralmente quanto disposto dal D.P.R.N0 459/96 (Direttiva Macchine).

-gli operatori dovranno sempre avere a disposizione i Dispositivi di Protezione

Individuale (D.P.I.) atti a proteggere nelle attività di movimentazioni e stoccaggi

materiali anche fermentescibili, manipolazione di prodotti acidi e alcalini, disinfettanti,

detergenti corrosivi ed emulsioni, manipolazione di oggetti con spigoli vivi. Nel caso

specifico appaiono indispensabili scarpe del tipo antinfortunistico, casco di protezione,

dispositivi di protezione dell'udito (otoprotettori e cuffie), maschere antipolvere ed anti-

aerosol, guanti contro le aggressioni meccaniche, chimiche e biologiche.

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10 CRONOPROGRAMMA

ID NOME ATTIVITA' DURATA IMPORTO MESE 1 MESE 2 MESE 3 MESE 4 gg € S1 S2 S3 S4 S5 S6 S7 S8 S9 S10 S11 S12 S13 S14 1 OG1 56 57.339,04 2 impianti elettrici 10 17.962,55 3 Platea insufflata biocelle 5 10.000,00 4 Lavorazioni accessorie 56 772,77 5 Pareti biocelle 15 28.603,73 6 OS14 44 463.203,02 7 Macchinari e attrezzature 1 55.000,00 8 Nuova sezione ACT 11 308.000,00 9 Impianto Turtle 18 100.203,02

10 Prove di funzionamento e avvio impianto 9 10.485,95

Formattato: Destro 3,94 cm,

Superiore: 2,5 cm, In basso: 2

cm, Larghezza 29,7 cm,

Altezza: 21 cm

Tabella formattata

Tabella formattata

Tabella formattata

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