75
Anno V - N.2/2015 – Reg. trib. Roma N. 167/2011 – R. o.C. n. 23371 (29 marz o 2013) – spediz. in abb. po st. – d. l. 353/2003 (conv. in l. 27/02/2004 n. 46) art. 1, comma 2 - dCB Roma Pace & Solidarietà R iVistA dell ’A ssoCiAzioNe N AzioNAle V ittiMe C iVili di G UeRRA oNlUs N. 2 - 2015 Pace & Solidarietà R iVistA dell ’A ssoCiAzioNe N AzioNAle V ittiMe C iVili di G UeRRA oNlUs N. 2 - 2015 A pAGiNA 4 A pAGiNA 4 la scuola della pace la scuola della pace A pAGiNA 18 A pAGiNA 18 Contro il terrorismo Contro il terrorismo A pAGiNA 37 A pAGiNA 37 Un mondo da sminare Un mondo da sminare diAloGo di pACe diAloGo di pACe

Pace & Solidarietà

  • Upload
    others

  • View
    4

  • Download
    0

Embed Size (px)

Citation preview

Page 1: Pace & Solidarietà

An

no

V -

N.2

/201

5 –

Reg

. tri

b. R

oma

N. 1

67/2

011

– R

.o.C

. n. 2

3371

(29

mar

zo 2

013)

– s

ped

iz. i

n a

bb

. pos

t. –

d. l

. 353

/200

3 (c

onv.

in l

. 27/

02/2

004

n. 4

6) a

rt. 1

, com

ma

2 - d

CB

Rom

a

Pace & SolidarietàRiVistA dell’AssoCiAzioNeNAzioNAleVittiMeCiVili diGUeRRA oNlUs

N. 2 - 2015

Pace & SolidarietàRiVistA dell’AssoCiAzioNeNAzioNAleVittiMeCiVili diGUeRRA oNlUs

N. 2 - 2015

A pAGiNA 4A pAGiNA 4

la scuola della pacela scuola della pace

A pAGiNA 18A pAGiNA 18

Contro il terrorismoContro il terrorismo

A pAGiNA 37A pAGiNA 37

Un mondo da sminareUn mondo da sminare

diAloGo di pACediAloGo di pACe

ANVCG - Via Marche, 54 - 00187 - Roma

PASO copertina 02-2015 13-07_Layout 1 13/07/2015 19:36 Pagina 2

Page 2: Pace & Solidarietà

Pace & Solidarietà N. 2-2015

via marche, 54 - 00187 – Roma tel. 06.59.23.141, Fax 06.59.21.860e-mail: [email protected], sito: www.anvcg.it

direttoreAvv. Giuseppe CASTRONOVO

caporedattoreGlauco Galantee-mail: [email protected]

comitato di RedazioneAntonio Bisegna

Aurelio FrulliGiuseppe GuarinoPaolo IacobazziAntonio VizzaccaroGiuseppe Zanon

graficoFrancesco Vizzani

Registrazione della testata: iscrizione al Tribunale di Roma n. 167/2011 - R.O.C. n. 23371 (29 marzo 2013)Spedizione in abbonamento postale - D. L. 353/2003(conv. in L. 27/02/2004 n.46) art.1, comma 2

numero 2/2015

stampato da: tipolitografia trullo s.r.l.via delle idrovore della magliana, 173 - 00148 Roma

in copertina: il Presidente della Repubblica sergio mattarella col Presidente dell’anvcg giuseppe castronovo nei giardini del Quirinale (Roma, 1 giugno 2015)

Rivista dell’associazione

nazionale vittime civili di gueRRa onlus

Pace & Solidarietà

PASO 02-2015 16-07_Layout 1 16/07/2015 15:25 Pagina 2

Page 3: Pace & Solidarietà

3Pace & Solidarietà N. 2-2015

indice anno v - n.2/2015

un mondo da sminare 4se la pace non brilla dell’avv. Giuseppe Castronovo 8Intervista a Tania de Zulueta (UNRWA) - Palestinesi, l’esigenza di uno Stato 11La testimonianza - Manifestazione contro le bombe e le mine inesplose 13Battaglia planetaria contro le mine dell’On. Linda Lanzillotta, Vicepresidente del Senato 15la scuola della pace di Maria Marinello 18nuova norimberga per chi pratica le guerre ingiuste - Intervista al prof. Luciano Zani di Glauco Galante 22L’ANVCG e il corso di formazione 25galleria fotografica 26Resistenza e libertà dell’On. Sergio Mattarella, Presidente della Repubblica 28le ferite della grande guerra di Cesare Venturi 31Se il Presidente va in trincea 33contro il terrorismo di Giuseppe Scimè 37la luce della democrazia di Alfonso Stefanelli 39la fabbrica della pace di Papa Francesco 43le radici della Repubblica di Davide Venturi 45La ricorrenza a Pesaro 46

notizie utili di Paolo Iacobazzi 47Integrate indennità di accompagnamento per superinvalidi Chiuse dieci Ragionerie Territoriali dello StatoDetraibilità spese per trasporto disabili (p. 48)IVA agevolata per adattamenti autovetture disabili (p. 48)

nuove regole per le pensioni da lavoro di Paolo Iacobazzi 49

notizie dalla Presidenza anvcg 51A Marzabotto in omaggio alle vittime

notizie dalle sezioni dell’anvcg 53La Liberazione celebrata a Prato di Aurelio Frulli

Brescia commemora le vittime dei bombardamenti di Carlo Inverardi (p. 53)

Festa della Primavera al Divino Amore di Antonio Bisegna (p. 55)

Associazioni combattentistiche dal Vescovo di Latina (p. 56)

Guerra e disabilità, incontro a Firenze (p. 56)

Viaggio della memoria della Sezione di Reggio Emilia di Laura Stabellini (p. 57)

71° anniversario dell’eccidio ardeatino (p. 59)

A Gorizia commemorate 665 vittime delle foibe (p. 60)

A Palermo in ricordo delle vittime dei bombardamenti (p. 61)

Pioggia di solidarietà a Parma (p. 62)

Mese della pace a Valmontone (p. 63)

La Festa della Repubblica vista da Caltanissetta (p. 64)

Commemorazione del 70° anniversario dell’eccidio delle Fosse del Frigido (p. 65)

Ravenna, i militari caduti nella Grande Guerra in un libro (p. 66)

A Castel Bolognese tra storia e memoria (p. 67)

A Modena commemorato il 70° Anniversario della fine della Guerra (p. 68)

Onorate le vittime civili nel veronese (p. 69)

A Gorizia contro gli ordigni bellici (p. 70)

Siracusa non dimentica (p. 71)

Assemblee sezionali dell’ANVCG (p. 71)

alla memoria 73

Poesie di Giuseppe Guarino, Ovidio Mantovano 74

cara rivista ti scrivo 75

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 3

Page 4: Pace & Solidarietà

4 Pace & Solidarietà N. 2-2015

1 gentilmente concesso dal Presidente dell’ANMIG Bernardo Traversaro2 che si celebra ogni anno il 4 aprile, ndr

La melodia della pace e della solidarietà è ri-suonata a Roma il 9 aprile 2015. Si è tenuta

infatti – presso l’Auditorium della Casa Madredei Mutilati d’Italia1 – la celebrazione della Gior-nata Mondiale per l’Azione contro le mine e gliordigni bellici inesplosi2 organizzata dall’Asso-ciazione Nazionale Vittime Civili di Guerra(ANVCG).All’evento hanno partecipato oltre 200 persone,tra cui la Vice Presidente del Senato Linda Lan-zillotta, il Sen. Giuseppe Marinello, i rappresen-tanti dell’UNRWA (Agenzia delle Nazioni Unite

per i rifugiati palestinesi) e dell’UNMAS (Agen-zia delle Nazioni Unite per lo sminamento uma-nitario), dirigenti nazionali, regionali eprovinciali dell’ANVCG, vittime civili di guerradel Lazio nonché due classi di studenti.La manifestazione – intitolata “Conoscere per Ri-conoscere. Viaggio nelle scuole d’Italia e di Gaza”e moderata dalla giornalista RAI Lucia Goracci –si è aperta con la proiezione di un’anteprima deldocumentario informativo che l’Associazione havoluto su questo tema.Dopo i saluti di rito delle autorità e una volta te-

GIORNATA MONDIALe CONTRO GLI ORDIGNI BeLLICI

ampia partecipazione all’iniziativa organizzata dall’anvcg pressola casa madre dei mutilati d'italia. Presentata il 9 aprile l’iniziativa“conoscere per Ri-conoscere. viaggio nelle scuole d’italia e di gaza”

un mondo da sminare

auditorium della casa madre dei mutilati d'italia

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 4

Page 5: Pace & Solidarietà

5Pace & Solidarietà N. 2-2015

nuti gli interventi del Presidente dell’ANVCGGiuseppe Castronovo e della Presidente del-l’UNRWA Tana de Zulueta, sono stati illustrati irisultati del progetto di prevenzione e sensibi-lizzazione dal contatto con gli ordigni inesplosinelle scuole di Gaza. Questa Striscia mediorien-tale è martoriata da migliaia di ordigni inesplosirimasti sul terreno nel tempo, anche dopo l’ul-timo conflitto della scorsa estate. Quindi si puntaa informare la popolazione sui rischi che corre,soprattutto i più giovani. Per illustrare in manieradettagliata la situazione sul terreno sono interve-nuti Hani al Faqawi, esperto di UNMAS, in vi-deoconferenza in diretta da Gaza, e WesamAbu-Wardaun dell’UNRWA, che hanno fattofornito una dettagliata descrizione delle diffici-lissime condizioni dei rifugiati palestinesi in quel-l’area e degli operatori umanitari. È stata poiproiettata la versione araba dello spot di sensibi-lizzazione al pericolo degli ordigni bellici ine-splosi, che l’Associazione ha realizzato lo scorsoanno e che l’UNRWA ha trasmesso nel suo ca-nale satellitare di carattere educativo.“Il numero di ordigni bellici che vengono trovatiogni anno in Italia – ha spiegato Roberto Serio,Segretario generale dell’ANVCG – è in media su-periore ai 60 mila. Questi sono dati ufficiali delministero della Difesa. L’anno scorso c’è stato

anche un decesso. In seguito alle ferite provocatedall’esplosione di un ordigno bellico è morto unuomo nel bellunese. Inoltre, sia nel 2013 che nel2014 abbiamo registrato casi di gravi ferimenti adue cifre che riguardano per la maggior parte mi-nori, operai e collezionisti”.Sul fronte della bonifica del territorio, ha prose-guito Serio, “ultimamente la situazione sta legger-mente migliorando. Il grosso della bonifica bellicaè stato fatto negli anni immediatamente succes-sivi alla fine del secondo conflitto mondiale, maovviamente con gli strumenti dell’epoca che nonerano in grado di intercettare ad esempio ordi-gni a una certa profondità e che negli anni stannovenendo fuori”.“La cosa importante è che la bonifica venga fattacon maggiore sistematicità. È la cosiddetta ‘bo-nifica sistematica’. Attualmente, nel momentoin cui si costruiscono le fondamenta di un pa-lazzo o si fanno dei lavori infrastrutturali e ven-gono fuori degli ordigni, vengono chiamati ireparti specializzati che effettuano le cosiddettebonifiche occasionali. Quello che noi diciamo datempo è che andrebbe ampliata la bonifica siste-matica”. “Nel momento in cui in un posto si tro-vano determinati tipi di ordigni è infatti probabilese non praticamente certo che in quel luogo ci siastato un bombardamento o una battaglia. Quindi

da destra il sen. giuseppe marinello, lucia goracci (Rai) e l’avv. giuseppe castronovo (Presidente dell’anvcg)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 5

Page 6: Pace & Solidarietà

6 Pace & Solidarietà N. 2-2015

se c’è un ordigno è probabile che nonsia l’unico e che l’intera zona sia inte-ressata”.Proprio per questa ragione l’ANVCGha messo a punto una campagna in-formativa nelle scuole. “Stiamoperfezionando con il ministero del-l’Istruzione un protocollo d’intesache ci vedrà fianco a fianco il pros-simo anno scol a s t i c o p e r f a r ei n f o r m a z i o n e e sensibilizza-zione. Quell’informazione che se cifosse stata avrebbe potuto e potrebbeevitare molti incidenti anche perchéstatisticamente quelli che si fanno piùmale sono gli studenti in età scolare, lacui curiosità e imprudenza li portamolto spesso ad avvicinarsi a questi or-digni, pensando magari che a distanzadi tanti anni non possano più nuo-cere”.“Secondo i dati UNICEF – ha affer-mato il Segretario dell’ANVCG – nel

al centro Raphaël dallaporta (fotografo e artista)

casa madre mutilati d’italia (auditorium a Roma)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 6

Page 7: Pace & Solidarietà

7Pace & Solidarietà N. 2-2015

2013 i morti nel mondo per ordigni ine-splosi sono stati 3.308. Il dato com-prende 1.112 bambini, 333 dei qualimorti in seguito alle ferite. Se si calcolaquello che accade qui in Italia a distanzadi settant’anni dall’ultimo conflitto,quando gli ordigni erano comunquepiuttosto obsoleti dal punto di vista tec-nologico, si stima quanto potrannomantenere la capacità distruttiva quellimoderni”.A Gaza l’informazione sui rischi da or-digni inesplosi arriva regolarmente ascuola. A spiegarlo è stata la presidentedel Comitato italiano dell’UNRWA, Ca-yetana de Zulueta. L’UNRWA èl’agenzia Onu che assiste i rifugiati pa-lestinesi.Grande impatto emotivo sui presentiha avuto, inoltre, l’intervento di Nico-las Marzolino3, che ha ricordato ladrammatica vicenda di cui lui e i suoiamici sono rimasti vittime a seguitodello scoppio di un ordigno bellico nel-l’area della Val di Susa nella primaveradel 2013.Sono state, quindi, presentate le linee d’azionedella campagna di prevenzione sugli ordigni bel-lici inesplosi, mostrando il materiale visivo e labozza dell’opuscolo informativo – illustrato concompetenza dal Capitano Zonzin – che l’Asso-ciazione sta preparando e verrà realizzato e di-stribuito in collaborazione con il Ministerodell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca.È seguito poi l’intervento del fotografo RaphaëlDallaporta, che ha presentato il suo lavoro “An-tipersonnel”, incentrato sulla rappresentazionedi mine antiuomo e ordigni bellici, con una par-ticolare modalità espressiva che mette in evi-denza la disumanità di queste armi e del lorocommercio.

La giornata si è chiusa quindi con la presenta-zione della nuova edizione – realizzata dell’As-sociazione – del libro “La mia bonifica”, a cura diGiovanni Lafirenze, in cui vengono descritte, conla consueta passione, le sue esperienze.Si è trattato di un evento ricco di contenuti in cuiè stato possibile affrontare il tema degli ordignibellici e della loro pericolosità per la popolazionecivile sotto diversi punti di vista e con diversevoci, riuscendo a suscitare l’interesse di tutti gliintervenuti e, in modo particolare, dei più gio-vani che, al termine dei lavori, si sono intrattenutiper porre domande a Nicolas Marzolino e aWesam Abu-Wardaun facendosi raccontare leloro esperienze.

ordigno bellico inesploso della seconda guerra mondiale

(Foto ministero difesa)

3 Ha avuto volto segnato dalla seconda guerra mondiale a soli 17 anni. Nicolas Marzolino è un ragazzo che, in Val di Susa, ha raccolto un ordignobellico quando si trovava con due amici in un campo di patate delle campagne piemontesi, il 2 marzo del 2013. Nicolas, dopo aver raccolto un oggettosimile a un lumicino, ha assistito a una deflagrazione improvvisa in seguito a un click, gli è saltata la mano ed è diventato cieco. Anche il suo amicoLorenzo ha perso la vista, mentre a un terzo ragazzo (Stefano) è stata almeno risparmiata la disabilità.

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 7

Page 8: Pace & Solidarietà

Pace & Solidarietà N. 2-20158

“Ci troviamo in occasione della celebra-zione della Giornata Mondiale per la

promozione dell’azione contro le mine e gli ordi-gni bellici inesplosi indetta dalle Nazioni Unite,che ricorre il 4 aprile di ogni anno. Con questa ri-correnza, l’ONU ha voluto richiamare l’attenzionesulla realtà che questo fenomeno rappresenta innumerosissimi Paesi del pianeta, che a diverso ti-tolo e con differente intensità, sono minacciatidalla presenza di mine e di ordigni inesplosi, tal-volta – come in Italia – anche a distanza di tantianni dalla fine dei conflitti.Ogni anno, nel mondo, decine di chilometri qua-drati di territorio vengono bonificati e tornano a di-sposizione delle comunità per la ricostruzione e laripresa delle attività socioeconomiche.

Tuttavia, la strada è ancora lunga: 84 Paesi riman-gono minati e si stima che un’area del loro territo-rio pari a 2/3 dell’Italia possa ancora esseredisseminata di mine e ordigni inesplosi.Lo sminamento è un’operazione costosa e difficile:molti Paesi non se lo possono permettere e, anchequando vengono reperite le risorse, non sempre siriesce a liberare completamente il territorio dagliordigni, perché molti di questi sono progettati pro-prio in modo da non essere localizzati.le vittime di queste armi sono per la grandissimaparte civili, in una misura ormai pari a oltre il 90%delle vittime totali dei conflitti. e queste armi con-tinuano a ferire e ad uccidere anche molti annidopo la conclusione formale dei combattimenti.Io sono rimasto cieco all’età di 9 anni a causa di

IL 9 APRILe PReSSO LA CASA MADRe DeI MuTILATI

molti Paesi sono ancora disseminati di mine: i rischi per i civili possono essere elevati

se la pace non brillaavv. giusePPe castRonovoPresidente dell’ANVCG

l’avv. castronovo con lucia goracci (Rai), moderatrice dell’incontro organizzato dall’anvcg a Roma

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 8

Page 9: Pace & Solidarietà

9Pace & Solidarietà N. 2-2015

una penna-bomba (un ordigno volutamente mo-dellato sulla forma di una penna… a tanto arrivala malvagità e la spietatezza di chi conduce leguerre), che ho raccolto pensando si trattasse diun oggetto innocuo.Questo è successo nel 1944, quindi ancora durantela Seconda Guerra Mondiale, ma fatti tragica-mente simili al mio sono accaduti in gran numeroanche dopo la fine del grande conflitto, comeprova il fatto che nell’Associazione Nazionale Vit-time Civili di Guerra vi sono molte migliaia diiscritti invalidi nati dopo il 1945.Purtroppo fatti del genere possono ancora succe-dere, anche a 70 anni dalla fine della SecondaGuerra Mondiale: può sembrare incredibile e as-surdo, ma Nicolas e Lorenzo – che sono qui con noi– hanno vissuto un tragico incidente così simile almio appena due anni fa, nella primavera del 2013.Non si è trattato di un episodio isolato: pochisanno, infatti, che ogni anno in Italia vengono tut-tora rinvenuti oltre 60.000 ordigni (dati del Mini-stero della Difesa), principalmente della secondaguerra mondiale, che hanno causato e continuanoa causare invalidità, mutilazioni, e, in alcuni casi,anche la morte, come accaduto nel 2011 a Castel-nuovo Berardenga e nel 2014 a Cencenighe inProvincia di Belluno o, ancora, nel settembrescorso su una spiaggia dell’Isola di Groix, in Bre-tagna, dove un giovane campeggiatore di 26 anniè morto, dilaniato dall’esplosione di un ordignobellico risalente alla Seconda Guerra mondiale.le mine e gli ordigni bellici sono ingannatoriper loro natura: anche quando sono nati per es-sere nascosti sottoterra, le loro forme insolite –spesso deformate dallo scorrere del tempo e dal-l’erosione – finiscono con lo stimolare la curiositàumana e in particolare dei bambini e dei ragazzi,con tragiche conseguenze.noi, vittime civili di guerra italiane, noi che ab-biamo subìto in prima persona, sul nostro fisicoe nella nostra anima, la violenza della più san-guinosa guerra di tutti i tempi, abbiamo sempreritenuto un nostro dovere morale agire per evi-tare il ripetersi di tragedie come le nostre. È conquesto sentimento e col desiderio che la guerra fi-

nisca per sempre nel nostro Paese che l’Associa-zione Nazionale Vittime Civili di Guerra ha vo-luto lanciare una campagna per informare lapopolazione sull’attualità di questo fenomeno eper scongiurare nuovi incidenti connessi al ritro-vamento di ordigni bellici inesplosi. Vogliamo farconoscere – specialmente alle nuove generazioni– i pericoli che derivano dagli ordigni bellici na-scosti nel terreno e che può capitare di trovare inqualsiasi parte dell’Italia. Questo servirà, nei no-stri intenti, ad evitare altre tragiche fatalità, maanche a far capire cosa significano in concreto letante notizie che ogni giorno arrivano dagli sce-nari di guerra diffusi nel mondo.Sapere che, a 70 anni di distanza dalla fine dellaSeconda Guerra Mondiale, vi sono ancora cosìtanti ordigni bellici nascosti nel suolo italiano facapire immediatamente quanto a lungo si riper-cuoteranno nel tempo gli effetti dei bombarda-menti e delle azioni di guerra di cui veniamo aconoscenza ai giorni nostri.Nel mondo globalizzato di oggi, la nostra re-sponsabilità e la nostra sensibilità non devono piùrimanere ingabbiate dai confini geografici. Ancheper l’Associazione Nazionale Vittime Civili diGuerra limitare il suo campo d’azione alla realtàitaliana sarebbe tradire gli intenti e i valori su cuiè stata fondata.Infatti ai giorni nostri, grazie a un progresso cul-turale in cui le nuove tecnologie giocano un ruolofondamentale, le sofferenze delle vittime civili diguerra sono ormai sentite come una violazionedei diritti fondamentali comuni a tutti gli esseriumani e considerate un fatto inaccettabile, a pre-

nicolas, vittima di un ordigno bellico

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 9

Page 10: Pace & Solidarietà

10 Pace & Solidarietà N. 2-2015

scindere da dove si verifichino. Com’è noto, sonotante le aree del mondo in cui i conflitti, le guerreaperte oppure “a bassa intensità”, portano di-struzione, dolori, sofferenze, soprattutto sulla po-polazione civile, con conseguenze che sitrascineranno per generazioni intere (sia sulle per-sone che nel territorio). Tra le zone più martoriatec’è sicuramente il Medio Oriente, che da anni viveuna situazione di guerra che sembra ormai dive-nuta purtroppo cronica. In questa sfortunata re-gione del mondo, vi è una delle aree di guerra piùcritiche e pericolose per le persone che ci vivono:la striscia di Gaza, una sottile striscia di terra incui vive una popolazione di oltre 1,5 milioni dipersone, di cui 1,2 milioni sono rifugiati. Qui l’As-sociazione Nazionale Vittime Civili di Guerra hascelto di operare insieme all’UNRWA (l’AgenziaONU per i rifugiati Palestinesi) e con il supportotecnico di UNMAS (l’Agenzia ONU per l’azionecontro le mine e gli ordigni bellici inesplosi), perportare l’impegno contro gli ordigni bellici in uncontesto in cui questi costituiscono una realtàquotidiana.La collaborazione con l’UNRWA è stata un’occa-

sione di scambio e arricchimento reciproco di ma-teriali e buone pratiche nell’azione contro gli or-digni bellici: grazie a questa partnership - adesempio - lo spot realizzato dall’Associazione, giàtrasmesso sulle tre reti RAI lo scorso mese di di-cembre nell’ambito delle iniziative RAI per il so-ciale, è stato diffuso nella sua versione araba dalcanale satellitare dell’UNRWA, potendo così rag-giungere una ampia platea di ragazzi e ragazze emetterli in guardia sui pericoli che derivano dagliordigni; allo stesso modo la campagna di sensibi-lizzazione che l’Associazione si accinge a portarenelle scuole italiane si potrà avvalere anche dellemetodologie che l’UNRWA ha sviluppato sulcampo, nella sua lunga esperienza educativa.Del progetto vi parleranno più diffusamente irappresentanti delle due agenzie dell’ONU cheabbiamo l’onore di avere qui con noi oggi e chesaluto e ringrazio per la presenza e per l’impegno.Voglio concludere il mio intervento eviden-ziando, con soddisfazione e riconoscenza, l’im-pegno che lo Stato Italiano ha messo e mette nelladifficile lotta per proteggere le popolazioni civilidagli ordigni di guerra: ricordo – solo a titolo diesempio – che l’Italia è firmataria del trattato diOttawa contro le mine antiuomo, sottoscritto nel1997 al termine di una campagna di opinione acui prese parte anche l’Associazione NazionaleVittime Civili di Guerra; ha ratificato e reso ese-cutivo nel 2009 la Convenzione di Ginevra sui re-siduati bellici esplosivi, che – tra l’altro – obbligagli Stai membri ad “adottare tutte le precauzionipossibili per proteggere la popolazione civile, i ci-vili isolati e i beni di carattere civile contro i rischiinerenti ai residuati bellici esplosivi e i loro effetti”;ha approvato nel 2012 una specifica legge per ri-durre i rischi derivanti dal possibile rinvenimentodi ordigni bellici inesplosi nei cantieri.Cari amici, cari ragazzi, la furia della guerra è ter-ribile e sembra inarrestabile quando si sprigionain tutta la sua potenza di morte; non lasciamociperò demoralizzare da questa apparenza e ricor-diamo sempre che abbiamo a disposizioneun’arma che è più potente di tutte le armi delmondo: la cultura della pace”.

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 10

Page 11: Pace & Solidarietà

11Pace & Solidarietà N. 2-2015

Alta, esile, con una voce fragile come le causeche difende. A parlare è Tana de Zulueta, Pre-sidente del Comitato Italiano per l’UNRWA(Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiatipalestinesi), intervenuta in occasione delgrande convegno organizzato dall’Associa-zione Nazionale Vittime Civili di Guerra loscorso 9 aprile a Roma.cosa può fare la comunità internazionaleper contrastare l’attacco compiuto dall’isis aidanni dei campi palestinesi?C’è stato un appello accorato, da parte delCommissario generale dell’UNRWA – lo sviz-zero Pierre Krähenbühl – che, al Consiglio diSicurezza dell’ONU, ha unanimemente ap-provato una risoluzione chiedendo che siatolto l’assedio e che possa pervenire all’aiutodella popolazione civile del campo palestineseche ha subito bombardamenti anche in questigiorni (nell’aprile 2015, ndr) da parte dell’ae-ronautica siriana.l’attacco, quindi, non è solo effettuato dal-l’isis ma anche da parte dell’esercito gover-nativo siriano?L’esercito siriano presumibilmente sta cer-cando di fermare l’avanzata dell’Isis perché[questa organizzazione terroristica], avendoconquistato un campo profughi, sta a due chi-lometri dal palazzo del presidente Assad.Però nel campo sono intrappolate delle vit-time civili che non neanche siriane, ma pale-stinesi: vivono lì dal 1957 e sono letteralmenteprese tra due fuochi. Sono vittime, ad un lato,di un’occupazione violenta (alcuni di lorosono stati uccisi dall’Isis con decapitazioni) e,nel frattempo, sono stati bombardati anchedai siriani. Sono delle vittime civili sacrificali.Nessun caso può essere più emblematico di

queste persone. È difficile vedere una solu-zione, ma io ritengo – come il Commissariogenerale dell’UNRWA – che c’è la volontà daparte del Consiglio di Sicurezza1 di risolverequesta situazione. Questa crisi ha messo indubbio la credibilità stessa delle istituzioni in-ternazionali: se esse non possono salvare que-ste persone si devono interrogare sulla lorodignità.complessivamente, a causa del conflittoisraelo-palestinese, continua lo “stillicidio”di vittime… la soluzione di due stati perdue popoli le sembra percorribile?È la soluzione che continuano a sostenere leNazioni Unite, ma è stata sconfessata dal vin-citore delle elezioni israeliane, il primo mini-stro Benjamin Netanyahu (riconfermato

INTeRVISTAATANA DeZuLueTA(uNRWA)

Palestinesi, l’esigenza di uno stato

1 i suoi cinque membri permanenti con potere di veto sono Cina, Francia, Russia, Regno Unito e Stati Uniti, ndr

tana de zulueta, Presidente dell’unRWa

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 11

Page 12: Pace & Solidarietà

12 Pace & Solidarietà N. 2-2015

politicamente nelle elezioni del 2015, ndr), ilquale ha detto che non avverrà mai sotto ilsuo mandato (poi però ha smentito quantodetto, ma non si sono riscontrati reali passiavanti, ndr). una forza d’interposizione di caschi blu èopportuna?Questa soluzione in Libano – proposta a suotempo dall’Italia per separare Hezbollah dagliisraeliani – ha funzionato. La forza d’interpo-sizione dell’Onu garantisce la frontiera delSud del Libano e, nonostante gli incidenti checontinuano, va tutelata. È questione di volontàpolitica: Israele non ha voluto prendere inconsiderazione questa soluzione, ma è quellaper la quale dovremo lavorare. Si deve trovareuna soluzione che garantisca i diritti di ognisingolo palestinese e di ogni singolo israe-liano a vivere in sicurezza la propria vita.Quanti sono i rifugiati palestinesi da voi sti-mati?Quelli che ricevono assistenza sono appenameno di cinque milioni, dispersi in cinque ter-ritori diversi: Gaza, la Cisgiordania, i territoripalestinesi occupati da Israele, Libano, Gior-dania e Siria.cosa ricevono dall’unRWa?Assistenza di base. Ricevono l’istruzione (finoalla scuola media), mentre per l’istruzione su-periore ci sono scuole tecniche di formazioneprofessionale; l’assistenza sanitaria di base(maternità, medici), ma non gestisce ospedali;microcredito (assistenza all’imprenditoria). Sitratta di servizi che normalmente gestisce unComune [una Regione o uno Stato]. Questi in-sediamenti sono, a volte, delle città, con ge-stione dei rifiuti, dell’acqua e infrastrutture dibase. Tutto questo con un personale che, per il95%, è palestinese (sono essi stessi rifugiati).si tratta probabilmente di una delle aree piùinstabili del mondo… Quali sono le condi-zioni di vita quotidiana del palestinesemedio?Convivere con l’incertezza (sulla propria

sorte, sul proprio diritto a una cittadinanza ea una propria identità), convivere col timoredelle propria incolumità fisica… Nel caso diGaza c’è incertezza sulla sopravvivenza ma-teriale: c’è gente a cui manca una quantità suf-ficiente di cibo (tanta è la difficoltà di fararrivare i beni dentro Gaza perché c’è unblocco, un assedio militare [sotto forma di em-bargo] da parte dei Paesi circostanti: né Israelené l’Egitto riconoscono il governo di Hamasche gestisce Gaza. Quindi, da quando l’asse-dio è cominciato, la stragrande maggioranzadella popolazione è diventata indigente, al100% dipendente dall’assistenza che le Na-zioni Unite possono offrire.lo stato palestinese ha ottenuto però, negliultimi tempi, anche nuovi riconoscimentiufficiali importanti (penso, ad esempio, allasvezia) proprio in quanto entità politica sta-tuale. Recentemente anche l’italia ha fattoun tentativo controverso al riguardo. co-munque, a livello di coscienza globale sem-bra crescere questa sensibilità. Qual è il suoauspicio accanto a una riduzione delle vit-time civili?Nell’immediato vorrei che fossero tutelate lepersone che si trovano in pericolo di vita:stiamo parlando di decine di migliaia di per-sone; ma a lungo termine la soluzione politicaresta necessaria e l’UNRWA è nata come or-ganizzazione temporanea. Quindi il mio au-spicio è vederla sciolta: che non ci sia piùbisogno di un’organizzazione per l’assistenzaai rifugiati palestinesi perché avranno un loroPaese entro i cui confini poter governare sestessi. I palestinesi sono stati i grandi dimen-ticati di questi anni tranne che nei momentipiù drammatici. Io credo però che questo stiacambiando. C’è un movimento nella Comu-nità internazionale per “forzare” la soluzionepolitica che non si può più rimandare. Moltiparlamenti europei hanno fatto dei gesti di ri-conoscimento dello Stato palestinese che po-tranno portare a una soluzione. (g.g.)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 12

Page 13: Pace & Solidarietà

13Pace & Solidarietà N. 2-2015

di sara agnelli(Scuola Corrado Melone, III M, Ladispoli-Rm)

Giovedì 9 Aprile 2015 io, la mia classe ed altri

alunni abbiamo assistito a una manifestazione

contro le mine e gli ordigni bellici inesplosi a

Roma, presso l'Auditorium della Casa Madre

dei Mutilati d'Italia. Si è trattato dell'evento

"Conoscere per Ri-conoscere. Viaggio nelle

scuole d'Italia e di Gaza", tenutosi in occa-

sione della Giornata Mondiale per la promo-

zione e l'assistenza all'azione contro le mine e

gli ordigni bellici inesplosi [del 4 aprile], or-

ganizzata dall'Associazione Nazionale Vit-

time Civili di Guerra onlus in collaborazione

con il Comitato Italiano per l'UNRWA,

l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati

palestinesi.

Nel mondo, purtroppo, la gloria spesso equi-

vale alla vittoria bellica. “Ogni volta che si ini-

zia una guerra non la si finisce mai”: queste

sono le parole iniziali di un discorso di un As-

sistente Tecnico B.C.M. (Bonifica Campi Mi-

nati), durante un documentario che abbiamo

visto all’inizio della manifestazione per intro-

durci l’argomento trattato: la campagna di

sensibilizzazione relativa agli ordigni bellici

inesplosi che prenderà il via nelle scuole ita-

liane il prossimo anno. In questo filmato scor-

revano immagini ed interviste. in particolare

sugli eventi di ritrovamento di mine e ordigni

inesplosi, ma ancora funzionanti, costruiti più

di settant’anni fa oppure addirittura di cento

anni fa, ma che colpiscono ancora le genera-

zioni di oggi.

Purtroppo abbiamo appreso che il nostro Paese

è ancora colmo di ordigni di origine bellica

inesplosi e molte volte cittadini totalmente in-

nocenti vengono colpiti, mutilati o perdono la

vita. Basta digitare su Google “ordigni ine-

splosi scoperti” per accorgerci che quasi quoti-

dianamente se ne ritrovano ancora! Spesso,

quando gli Assistenti B.C.M. vanno nei campi per

rimuovere o disinnescare questi ordigni, vedono

decine e decine di ragazzi che giocano con totale

serenità su questi suoli disseminati da mine.

Malauguratamente ancora oggi ci sono per-

sone che ritrovano questi oggetti, con forme

strane e spesso colorate, che inducono alla cu-

riosità di scoprire di cosa si tratta: quindi li si

maneggia fino a farli esplodere. Un avveni-

mento simile è accaduto ad un ragazzo poco

più grande di noi presente in sala, Nicolas

Marzolino. Nel 2013 a Novalesa tre ragazzi di

quindici anni erano in un campo a preparare

il suolo per la produzione di patate. Si accor-

sero della presenza di un oggetto, simile ad un

barattolo colorato. Quell’oggetto era una

bomba a mano lanciata durante la Seconda

Guerra Mondiale, che è esploso solo in quel-

l’occasione, provocando gravi danni al corpo:

il ragazzo è stato privato della vista e della

mano.

Dopo aver ascoltato il messaggio inviato dal

Presidente della Repubblica, Sergio Matta-

rella, è intervenuto Giuseppe Castronovo, Pre-

sidente dell’Associazione Nazionale Vittime

Civili di Guerra (ANVCG). Egli è stato pri-

vato della vista all’età di nove anni, quando

LA TeSTIMONIANZA

manifestazione contro le bombe e le mine inesplose

casa madre dei mutilati, Roma

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 13

Page 14: Pace & Solidarietà

14 Pace & Solidarietà N. 2-2015

trovò insieme ad un altro bambino di circa

sette anni una penna esplosiva che al sole bril-

lava. All’epoca decisero di spartirsi ciò che ave-

vano ritrovato, come se fosse un tesoro

prezioso. Cercarono di dividerla, ma con le

loro mani piccole non ci riuscirono; così pre-

sero una pietra di piccole dimensioni e,

quando premettero sull’oggetto, questo

esplose, privando di una mano il bambino più

piccolo e della vista Giuseppe.

Il Presidente Castronovo ci ha fatto un di-

scorso molto bello, che approvo completa-

mente, dicendo che noi adolescenti siamola luce e la speranza e abbiamo il compitodi costruire le fondamenta per le genera-zioni future. Dobbiamo nutrire questo impe-

gno, ed è la ragione che deve guidare i nostri

comportamenti, senza affidarci all’istinto e

alla violenza: esse portano solo morte e muti-

lati. Noi dobbiamo costruire la pace, per-ché essa porta la libertà, la giustizia, lademocrazia. La parola “guerra” deve es-sere abolita. essa è un’offesa alla cultura,alla ragione, all’intelligenza, alla sensi-bilità e all’umanità.

Inoltre abbiamo ascoltato la Vicepresidente del

Senato Linda Lanzillotta, che ha detto che è

molto più economico spendere per sminare il

territorio che sostenete le spese ed il dolore per

curare e mantenere chi viene mutilato. Quindi

ha parlato il Senatore Giuseppe Marinello,

presidente Commissione Ambiente e Territo-

rio, poi Lucia Goracci e il Rappresentante del-

l’Agenzia per rifugiati palestinesi, che hanno

toccato con grande sensibilità ed esaustività

gli argomenti attuali, in particolare quelli di

valenza bellica nella zona della città di Gaza.

Quindi un responsabile di sicurezza – per

conto dell’URNWA – ci ha raccontato, grazie

ad alcune slide, come è composta la sua orga-

nizzazione internazionale, in cosa consista e

gli interventi effettuati a Gaza. Quest’argo-

mento è stato affrontato anche da Hani Fa-

gawi, membro dell’UNMAS (United Nations

Mine Action Service), una delle Agenzie del-

l’ONU – attraverso un collegamento Skype –,

illustrandoci con immagini e testi ciò che l’or-

ganizzazione fa.

Dopo la testimonianza di Nicolas Marzolino,

il ragazzo ferito dall’esplosione di una bomba

a mano a Novalesa [Torino], e del suo papà,

Raphaël Dallaporta ci ha mostrato il suo

nuovo book fotografico intitolato “Antiper-

sonnel”, riguardante gli ordigni bellici ine-

splosi e la loro pericolosità.

Molto interessante è stato il discorso del Ca-

pitano Zonzin, che ci ha parlato dell’argo-

mento in modo approfondito, in particolare

soffermandosi sui ruoli fondamentali che le

Forze dell’Ordine svolgono e delle azioni prin-

cipali che dobbiamo fare nel caso trovassimo

un oggetto di cui non ne sappiamo né la na-

tura né la provenienza. A chiudere l’incontro

è stato, infine, Giovanni Lafirenze, che ha par-

lato del suo libro “La mia bonifica. Ordigni

inesplosi nei conflitti mondiali in Italia”, che

ciascuno di noi ha avuto in regalo.

Mi è piaciuta moltissimo questa esperienza

perché ho appreso tante cose importanti e, in

particolare, sono rimasta colpita dalla maniera

limpida, dolce e diretta con la quale Giuseppe

Castronovo ha condotto il suo discorso, nono-

stante abbia toccato argomenti “duri” e forti.

Ringraziamo il Preside, i nostri docenti, il

Sindaco Paliotta e l’Associazione Nazionale

Vittime Civili di Guerra, promotrice del-

l’evento.

capitano zonzin

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 14

Page 15: Pace & Solidarietà

15Pace & Solidarietà N. 2-2015

“Gentili ospiti, ho accolto volentieri l’invitoa questo incontro in occasione della

Giornata mondiale per la promozione e l’assistenza al-

l’azione contro le mine e gli ordigni inesplosi.Già dal solo titolo, ‘CONOSCERE PER RI-CO-NOSCERE - Viaggio nelle scuole d’Italia e diGaza’, si possono desumere spunti di riflessione,dato che in esso si focalizzano tre elementi moltosignificativi: ‘Gaza’ come luogo emblematico, inrappresentanza di tutte le aree martoriate nelmondo; quindi ‘scuola’, perché spesso di questatipologia di ordigni sono vittime i bambini e peril ruolo fondamentale che la scuola può e devesvolgere nell’informare; infine ‘Italia’, perché il

nostro territorio non è esente dal problema, inquanto non ancora completamente ripulito deiresidui bellici dell’ultimo conflitto mondiale.in oltre 60 Paesi del mondo sono stati dissemi-nati più di 100 milioni di mine. Di questi Paesi,Afghanistan, Bosnia, Cambogia, Iraq, Yemen,Sudan, Angola, Somalia, Mozambico, Vietnamsono tra i maggiormente interessati dal pro-blema, così come la Striscia di Gaza, territorio, sì,di estensione limitata ma dove la concentrazionedegli ordigni inesplosi è elevatissima, anche acausa degli eventi bellici più recenti.Con la legge n. 374 del 1997 l’Italia ha messo albando questo vergognoso strumento di distru-

IL 9 APRILe 2015 A ROMA, INTeRVeNTO PReSSO LA CASA DeI MuTILATI

in oltre 60 Paesi del mondo sono stati disseminati più di 100 milioni di ordigniantiuomo che minacciano la società civile e, in particolare, i bambini

Battaglia planetaria contro le mine

linda lanzillottaVicepresidente del Senato

la vicepresidente del senato lanzillotta, il Presidente dell’anvcg castronovo e il vicepresidente vigne

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 15

Page 16: Pace & Solidarietà

16 Pace & Solidarietà N. 2-2015

zione di massa e il 1° Ottobre 1999 ha ratificato ilTrattato di Ottawa, adottato il 3 dicembre 1997con la firma di 122 stati. Essi si sono impegnati, inprimo luogo, a impedire ogni produzione, uso,stoccaggio ed esportazione di ordigni antiper-sona, quindi a distruggere tutte le mine esistentinei rispettivi arsenali, bonificare le aree minatenel proprio territorio e, infine, a fornire assistenzatecnica e finanziaria per le operazioni di smina-mento e l’assistenza alle vittime. Oggi sono 161 iPaesi firmatari del Trattato e soltanto 36 nazioni,tra cui potenze mondiali come Cina, Russia, StatiUniti e Paesi quali India, Pakistan e Siria, nonhanno ancora aderito. Con l’importante Dichia-razione di Maputo, poi, i Paesi aderenti al Trat-tato di Ottawa sulle mine antipersona, dismessala produzione, rinnovano gli altri impegni as-sunti.Pur esistendo ancora un considerevole mercatooscuro – con l’improvvisa comparsa di minierein Sudan e Yemen – mentre prima di Ottawaerano oltre 50 gli stati produttori di mine, dal-l’approvazione del Trattato a oggi si sono ridottia 12. Nell’ordine, Cina, Cuba, India, Iran, Myan-mar, Corea del Nord, Pakistan, Russia, Singa-pore, Corea del Sud, Stati Uniti, e Vietnam.Purtroppo ci troviamo, però, a constatare chesono ancora molti i grandi stati che tuttora pro-ducono questa perversa e subdola arma mor-tale che colpisce per la grande maggioranzacivili. negli ultimi 14 anni il maggior numero dipersone uccise dalle mine si sono registrate inafghanistan, cambogia e colombia, e dei civiliuccisi circa il 47% sono bambini.I piccoli sono particolarmente esposti agli ordi-gni che comunemente definiamo “mine an-tiuomo” – incluse le bombe a grappolo – che,essendo spesso colorate e luccicanti, risultano at-traenti ai loro occhi. Inoltre, per la loro piccolacorporatura, gli effetti di questi dispositivi su diessi sono fisicamente più devastanti, aumen-tando, rispetto agli adulti, le probabilità di mortein seguito ad una deflagrazione. Infatti, per oltrel’85% dei casi, arrivano in ospedale quando èormai troppo tardi.

Questi armamenti insidiosi mietono vittimeanche a decenni di distanza dalla cessazione deiconflitti. Se prendiamo ad esempio un Paesecome l’Afghanistan, dove sono stati usati mas-sicciamente, procedendo agli attuali ritmi di smi-namento, secondo alcune stime, per bonificarecompletamente il Paese occorrerebbero oltre4.000 anni! Anche in Italia, sebbene l’ultimo con-flitto bellico risalga a 70 anni fa, pochi sanno che,secondo dati del Ministero della Difesa, ognianno vengono rinvenuti oltre 60.000 ordigni e siregistrano ferimenti gravi, talvolta mortali. Il 29marzo dell’anno scorso, il Ministero della Difesaha comunicato di aver rinvenuto e disinnescatouna bomba da 20 libbre contenente esplosivo adalto potenziale a Valderice, a pochi passi da unacasa di riposo per anziani.Per non parlare degli enormi costi – e non mi ri-ferisco ai costi di produzione delle mine an-tiuomo, che invece, purtroppo, sono molto bassi– che queste “presenze scomode” comportano intermini sia economici che sociali: oltre alle spese

auditorium della casa madre dei mutilati d’italia

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 16

Page 17: Pace & Solidarietà

17Pace & Solidarietà N. 2-2015

che i singoli Paesi e le organizzazioni internazio-nali debbono sostenere per la bonifica, lo svi-luppo di intere regioni dei Paesi più contaminatiè gravemente compromesso per la presenza diordigni inesplosi, i quali, terminati i conflitti, im-pediscono la costruzione di case, strade, scuole,strutture sanitarie e altri servizi essenziali. Inol-tre ostacolano seriamente l’accesso ai terreni agri-coli, la loro irrigazione, il pascolo e l’allevamentodel bestiame. Si aggiunga a ciò il rallentamentodel rimpatrio dei rifugiati e degli sfollati i quali,ignari della loro collocazione sul territorio, sonotra le principali vittime di tali ordigni.Ritengo, pertanto, che sia un dovere dello Statoitaliano e di tutti i Paesi impegnarsi affinché, daun lato, sia interdetta in tutto il mondo la fabbri-cazione di nuove mine antiuomo e sia assicuratala distruzione di quelle esistenti e, dall’altro, siproceda con convinzione e determinazione allo

sminamento dei territori infestati.L’Italia, in primis, nella sua dichiara-zione a Maputo ha individuato come“zona grigia” della Convenzione l’as-senza dell’adesione di molti Paesi. Ri-mane, in particolare, non chiara laposizione degli Stati Uniti: il primo co-losso economico del mondo, sebbeneabbia rassicurato di non produrre piùmine antipersona, è l’unico Paesedell’Alleanza Nato a non aver aderitoal Trattato di Ottawa e quindi serba, difatto, il diritto di detenerle ed utiliz-zarle nelle diverse zone di guerra delmondo, fino a esaurimento delle scorte(tra i 10 e i 13 milioni!). La partecipa-zione di 12 Stati non parte del Trattato,tra cui Cina, Libia e gli stessi Stati Unitialla Conferenza ha, comunque, dimo-strato la forza della messa al bandodelle mine antipersona.Ritengo che si debba agire a livello dicomunità internazionale per fare ulte-riori passi avanti. Per quanto riguardagli Stati Uniti, dovrebbe cominciare amuoversi la Nato, con una chiara

azione diplomatica congiunta, per promuovernel’adesione al Trattato, mentre per gli altri Paesi sideve lavorare alacremente in sede ONU. Questoper quanto concerne la sfera di azione della poli-tica e della diplomazia.Oltre a ciò, è fondamentale procedere, paralle-lamente, con campagne di informazione e sen-sibilizzazione rivolte alle popolazioni, inparticolare ai giovani, affinché chi si imbatte inquesti ordigni sappia come comportarsi: unacorretta informazione è, infatti, il primo passoper evitare ulteriori tragedie. Per questo sonoparticolarmente lieta di poter dare con la miapresenza qui, in rappresentanza del Senatodella Repubblica, un contributo a questa cam-pagna.In conclusione, ringrazio di cuore gli organiz-zatori per l’invito e per il loro costante e lode-vole impegno”.

sen. linda lanzillotta, vicepresidente del senato

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 17

Page 18: Pace & Solidarietà

18 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il 7 aprile 2015 è stata presentata a Roma laScuola di aggiornamento di Alta formazione

“Giuseppe Arcaroli”, istituita dall’AssociazioneNazionale Vittime Civili di Guerra (ANVCG) edall’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigio-nia, dall’Internamento, dalla Guerra di Libera-zione e loro familiari (ANRP). L’incontro, svoltosipresso la sede dell’ANRP1, ha offerto l’occasioneper esporre i nobili e ambiziosi obiettivi di edu-cazione alla cultura della pace e dei diritti umani.La Scuola di Alta formazione è intitolata a Giu-

seppe Arcaroli, e si pone in linea con l’attività pro-mossa dallo storico Presidente2 dell’ANVCG (dal1964 al 2010) che, sebbene rimasto vittima deibombardamenti durante gli anni giovanili, hasempre cercato di portare l’attenzione delle Istitu-zioni e dell’opinione pubblica sui problemi delleVittime Civili di Guerra, promuovendo – pressoi fori nazionali ed internazionali – i valori dellapace e della solidarietà che da sempre l’Associa-zione rappresenta.Nelle parole del Presidente Giuseppe Castronovo

L’APPuNTAMeNTO DeL 7 APRILe 2015

dalla collaborazione fra l’anvcg e l’anRP, con la partecipazione dell’università sapienza di Roma, nasce una scuola di alta formazione intitolataall’ex Presidente dell’associazione giuseppe arcaroli. il primo corso è stato incentrato su “Peacekeeping, conflitti internazionali e crimini di guerra”

la scuola della pace

maRia maRinello

da sinistra l’avv. giuseppe castronovo (anvcg), enzo orlanducci (anRP) e luciano zani (università sapienza)

1 sita in via Labicana, ndr2 venuto a mancare il 18 luglio 2012, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 18

Page 19: Pace & Solidarietà

19Pace & Solidarietà N. 2-2015

c’è stato un sentito richiamo all’attivitàdel proprio predecessore: “Ricordo conquanta determinazione Arcaroli volleche la Nostra Associazione partecipassealla campagna internazionale per ilbando delle mine antiuomo sul finiredegli anni ’90, intuendo che l’Associa-zione non poteva più – nel mondo con-temporaneo – restare confinata nei suoiambiti tradizionali, ma doveva perse-guire i suoi ideali con un’aspirazione piùampia; un’idea di cui io sono fortementeconvinto e che cerco di portare avanti intutti i modi nel mio mandato di Presi-dente dell’ANVCG”.Nel proprio intervento l’avv. Castronovoha poi precisato che il generale ricono-scimento delle invalidità e delle perditedovute alla guerra come violazione deidiritti umani e del fondamentale dirittoall’integrità psicofisica della persona aprescindere dalla differenza fra civili emilitari, costituisce la base dell’intesa fraANVCG e ANRP, che si è tradotta nellafondazione della Scuola di Alta Formazione Ar-caroli.Se lo scorso secolo è stato contraddistinto dalleGrandi Guerre, il nuovo secolo pare ancora ca-ratterizzato da conflitti. Gli eventi cui ogni giornoassistiamo, pur avendo i tratti tipici degli scontribellici, non sempre sono così facilmente decifrabilie per ciò stesso sfuggono ad una – seppur minima– regolamentazione internazionale. Conseguenzaancor più evidente di tale circostanza è il fatto cheoggi non è neppure possibile avere una stimacerta ed affidabile delle vittime dei conflitti incorso né è possibile quantificare certezza gli eventibellici in atto. Ma, al di là di numeri e quantifica-zioni, un fatto è certo ed indiscutibile: i civili sonosempre più sotto attacco, costituendo oramai il90% delle vittime dei conflitti armati (dato ancorpiù spaventoso se si pensa che una vittima civilesu 3 è un bambino sotto i 14 anni) ed è assai vero-simile che questa percentuale sia destinata ad au-mentare considerato il vertiginoso sviluppo delle

tecnologie belliche e la maggiore potenza dellearmi oggi utilizzate.Scarsa efficacia dimostra qualsiasi tentativo dellaComunità internazionale di dare regolamenta-zione alle attività belliche. L’unica strategia vin-cente sembrerebbe dunque quella volta a creare ipresupposti per un mutamento delle coscienze edella sensibilità dell’opinione pubblica. In talsenso è quindi fondamentale mirare – attraversoun’adeguata formazione rivolta soprattutto allenuove generazioni – ad instillare una cultura dellapace.Come sottolineato dal Prof. Enzo Orlanducci –Presidente dell’ANRP –, l’Associazione Nazio-nale Vittime Civili di Guerra e l’Associazione Na-zionale Reduci dalla Prigionia, dall’Internamento,dalla Guerra di Liberazione conoscono diretta-mente le atrocità della guerra: proprio in virtù ditale doloroso ma importante retaggio, hanno ildovere di proporre agli Organismi internazionalie ai governi di ogni Paese l’aggiornamento delle

Presentazione del corso in Peacekeeping presso l’anRP

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 19

Page 20: Pace & Solidarietà

20 Pace & Solidarietà N. 2-2015

norme internazionali umanitarie, facendosi por-tatori dell’afflato della società civile che desiderail pieno recepimento e la completa attuazione erispetto del diritto umanitario stesso. D’altra parte, sebbene la sensibilità dell’opinionepubblica e dei mass media rispetto al problemadei conflitti armati sia fortemente cresciuta – so-prattutto a partire dalla seconda meta del XX se-colo – non può sottacersi come, in effetti, i conflittisi siano via via sempre più “ incattiviti”, ripropo-nendo con forza i mai risolti problemi legati altrattamento dei prigionieri, dei feriti, della po-polazione civile e, in generale, dei soggetti piùdeboli oggetto di vessazioni negli scenari bel-lici.In tale quadro si inserisce il primo promettentefrutto della collaborazione fra i due storici EntiMorali, ovvero il primo Corso di Alta Formazionein Peacekeeping, conflitti internazionali e vittime civili

di guerra realizzato d’intesa con il Corso di laureamagistrale in Scienze Sociali Applicate della Sa-

pienza Università di Roma. Esso si rivolge almondo dei giovani e di coloro che operano nellaformazione e nel contesto di istituzioni non go-vernative impegnate nell’area delle relazioni in-ternazionali, con la finalità di formare personalealtamente competente e specializzato nella tuteladei diritti umani in situazioni di conflitto armato.I contenuti delle lezioni – che termineranno in au-tunno – sono stati efficacemente esposti dal Di-rettore del Corso, Professore Zani3, che coordinaun corpo docente composto da tredici qualifica-tissimi insegnanti e liberi professionisti. Il Profes-sore Zani ha, quindi, aperto il proprio interventocon il ricordo dei 150 studenti recentemente mortiin Kenya e, più in generale, richiamando l’atten-zione dei numerosi giovani presenti nei confrontidi coloro cui, ancora oggi, l’accesso all’istruzioneè impedito con la violenza per motivi etnici, reli-giosi o, più semplicemente, per il controllo poli-tico delle masse. Nel tratteggiare il programma del percorso di

a sinistra la moglie dell’ex Presidente giuseppe arcaroli, a destra la figlia e al centro da sinistra l’attuale Presiden-

te giuseppe castronovo (anvcg) e orlanducci (anRP)

3 Luciano ZANI - Professore ordinario di storia contemporanea. Presidente dell'Area didattica Sociologia e Ricerca sociale applicata. Dipartimentodi Scienze sociali ed economiche - Facoltà di Scienze politiche, Sociologia, Comunicazione della Sapienza Università di Roma.

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 20

Page 21: Pace & Solidarietà

21Pace & Solidarietà N. 2-2015

studi è stato postol’accento sull’unicitàed innovatività diquesta proposta for-mativa che nasce pro-prio dal fatto che essaè il frutto della coope-razione fra istituzionidella società civile cheoperano nel settoredella formazione e delsociale. L’istituzione èrivolta, in particolare,alla trattazione deitemi relativi al diritto umanitario e legati, più ingenerale, al problema della tutela dei diritti umaniin situazione di conflitti bellici, al fine di esami-nare le conseguenze di questi ultimi nei confrontidella popolazione civile, dei prigionieri, dei feritie degli stessi belligeranti. Tratto distintivo delCorso in “Peacekeeping conflitti internazionali evittime civili di guerra” è la multidisciplinarietàche permetterà di approfondire gli argomenti og-getto di studio nelle loro varie sfaccettature, inmodo da poter al meglio comprendere il deva-stante impatto dei conflitti a tutti i livelli della so-cietà e della cultura.In tale quadro viene, in primo luogo, esaminatoil concetto di Peacekeeping ovvero di sviluppodelle operazioni di mantenimento della pacepromosse nell’ambito delle Nazioni Unite, inparticolare negli ultimi 20 anni; dalle operazioniche si limitavano a monitorare e, in qualchemodo, ad assicurare il rispetto degli accordi dicessate il fuoco ed il mantenimento di zone cu-scinetto fra le parti belligeranti, ai tentativi diprevenire i conflitti armati promuovendo unacostante azione per il disarmo multilaterale eper la non proliferazione e il divieto dell’uso edel commercio di armi nucleari e termonucleari,alle operazioni, infine, di costruzione dellapace4.

L’accento del Corso è poi rivolto alle vittime deiconflitti. Dalla Grande Guerra a oggi lo scenarioè, infatti, profondamente mutato; nei contestibellici più recenti si è assistito ad un drammaticoribaltamento del rapporto fra le vittime militarie le vittime civili. Non può essere sottaciuta ladolorosa constatazione per cui oggi le parti bel-ligeranti dei vari conflitti in atto nello scacchiereinternazionale, colpiscono le popolazioni civilinon solo come effetto collaterale – più o menovoluto – delle proprie operazioni, ma come ob-biettivi specifici.La particolare articolazione del corso, poi, saràin grado di offrire un approccio unico allo stu-dio della materia: gli studenti potranno affinaregli strumenti formativi che l’Università è ingrado di offrire fondendoli con le testimonianzee le memorie dei protagonisti, in uno alla letturae decodificazione dei mezzi di informazione .L’ambizioso obiettivo cui mira la Scuola “Giu-seppe Arcaroli” si racchiude nell’auspicio concui il Presidente Castronovo ha salutato i 22 gio-vani studenti del Corso di Alta formazione:“Sono certo che basti offrire all’opinione pub-blica un quadro veritiero, informato e realisticodella guerra per far sì che emerga spontanea-mente, in chi ascolta, il naturale anelito alla paceche riposa nella parte migliore di tutti noi”.

4 cioè azioni volte a creare i presupposti per la stabilità in scenari potenzialmente esplosivi attraverso il supporto delle istituzioni pubbliche, il so-stegno alla riorganizzazione delle forze dell’ordine e degli apparati giudiziari nonché, ovviamente, offrendo il necessario supporto economico

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 21

Page 22: Pace & Solidarietà

22 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Prof. zani, quale peso hanno le vittime civilinella storia?

È chiaro che si tratta di un tema molto complesso,che si è modificato nel corso del tempo. Nella sto-ria dell’umanità ci sono sempre state vittime, maprobabilmente – dall’inizio del Novecento in poi,dall’avvento della società di massa – questo ter-mine si è caricato di significato diversi e sempremaggiori rispetto al passato.Le vittime civili nella prima guerra mondiale fu-rono numericamente inferioririspetto al numerodelle vittime mili-tari. Del restoquella fu unaguerra carat-terizzata daelementicondensatinel luogoprincipaledella guerra:la trincea.

Si tratta di elementi che portarono a milionidi morti militari a seguito delle caratteristi-che della guerra stessa, cioè non di movi-

mento ma statica, in cui la potenza di fuocoe la tecnologia già sviluppata dell’arti-

glieria consentiva di evitare attacchiche apparivano obiettivamente

“suicidi” (anche se gli statimaggiori cercavano di

perseguirli);quindici fu un

INTeRVISTA AL PROF. LuCIANO ZANI, DIReTTORe DeL CORSO IN PeacekeePing

dal secondo conflitto mondiale le vittime civili sono più delle vittime militari

nuova norimberga per chipratica le guerre ingiuste

glauco galante

il Prof. luciano zani

Professore ordinario di Storia Contempo-ranea nella facoltà di Sociologia della Sa-pienza Università di Roma. Nella Facoltàdi Sociologia insegna Storia Contempora-nea nei corsi triennali e Storia sociale e cul-turale nelle magistrali. Per tre anni è statoPreside della Facoltà di Sociologia della Sa-pienza Università di Roma (dal 1° novem-bre 2008), diventando membro di dirittodel Senato Accademico.

È membro del collegio dei docenti delDottorato di “Storia delle istituzioni eu-ropee”, sede centrale dell’Università diMilano, nonché membro del Consiglio

Scientifico della rivista “Mondocontemporaneo”.

chi è zani

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 22

Page 23: Pace & Solidarietà

23Pace & Solidarietà N. 2-2015

enorme numero di vittimemilitari. Ci furono peròanche molte vittime ci-vili: il fronte interno fu, asua volta, colpito ma so-stanzialmente in fun-zione del fronte di guerra,che era una linea moltoestesa che andava dal Bal-tico al Mar Adriatico.con la seconda guerramondiale cos’è acca-duto?Si è ribaltato completa-mente il rapporto travittime civili e vittimemilitari1 (le prime sonodivenute numericamente superiori, ndr). Bastipensare ai bombardamenti delle città, a Hiro-shima e Nagasaki, per citare soltanto gli elementipiù noti. La mia impressione è che si possa individuare unsalto di qualità nella tematica delle vittime anchedal punto di vista teorico. Ormai non si tratta piùdi “effetti collaterali” – anche molto importanti –delle guerre, ma di conflitti che vengono scate-nati precipuamente contro i civili (quello divienel’obiettivo che, comunque, ha al centro la crea-zione delle vittime non militari).Le motivazioni sono le più varie, ma il salto di“qualità” sta proprio in questa asimmetria: la po-tenza di fuoco dell’aggressore è spesso esclusiva-mente tecnologica – pensiamo ai droni –, mentrele conseguenze reali sono proprio legate alle vit-time civili in quanto tali (evidentemente il loro“effetto” mediatico è molto più forte rispetto allevittime militari).invece, per quanto riguarda i terroristi, c’è unamessa in atto di tecniche barbariche d’esecuzione.c’è una contraddizione netta tra l’ipertecnologiaoccidentale (i droni sono strumenti di morte ma

possono anche salvare i civili) e le tecniche messein atto da alcuni gruppi terroristici…Sì. Ora non so se sia troppo ardita un’afferma-zione di sintesi: nelle guerre, a partire dal nove-cento in poi, è sempre facile riscontrare unacontemporaneità di arcaismo e di alta tecnolo-gia. Si pensi alla prima guerra mondiale: è stataaltamente tecnologica dal punto di vista della po-tenza di fuoco, delle armi… Una mitragliatriceaveva la possibilità di colpire mille volte di più diquanto potesse colpire un moschetto nelle guerraprecedenti di fine Ottocento. Quindi si aveva altatecnologia a vari livelli, soprattutto dal punto divista dell’artiglieria, ma il discorso è diventato poipiù evidente nella seconda guerra mondiale, conl’importanza aveva il mezzo corazzato, l’avia-zione, il sommergibile, ecc., tutti strumenti di altatecnologia militare. Però, nello stesso tempo, la prima guerra mon-diale è la guerra della vanga, della zappa, delletronchesi per tagliare i reticolati nemici, cioè è laguerra del soldato-minatore che sta dalla mattinaalla sera “chiuso” in una trincea umida2. laguerra è un evento talmente sconvolgente ri-

Prima guerra mondiale (rievocazione) (Foto Rigoni)

1 Secondo lo storico americano Joseph V. O'Brien le vittime civili della seconda guerra mondiale sono state oltre 48,5 milioni, mentre quelle mili-tari più di 22,5 milioni, per un totale che supera i 71 milioni (fonte: documentazione.info), ndr

2 a contatto con gli escrementi, i cadaveri, il sangue, le pulci, i pidocchi… (Questo vale ovviamente anche per gli internati della seconda guerra mon-diale).

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 23

Page 24: Pace & Solidarietà

24 Pace & Solidarietà N. 2-2015

spetto alla quotidianità della pace che implica,in genere, un ribaltamento dei valori rispettoalla vita civile. Il primo (e più evidente) è quelloche, in guerra, si possa uccidere legalmente, cosache noi non faremmo mai in una condizione dipace e di normalità. cosa ci dice del gas letale utilizzato nei campi diconcentramento (Zyclon-B)?Quello è simbolo tecnologico di ciò che venne uti-lizzato dai nazisti nei campi di concentramentoper la “soluzione finale”. Per quanto riguarda an-cora la compresenza di arcaismo e di altissimatecnologia, tutta la soluzione finale avviene conun colpo alla nuca: si scavano fosse comuni e sieliminano interi villaggi – di ebrei polacchi, perfare un esempio – colpendoli in questo modo. Poii nazisti si rendono conto che questa è una solu-zione estremamente costosa, improduttiva e per-sino psicologicamente difficile da sostenere.Allora la tecnologia viene in soccorso dei nazisticon una soluzione “asettica”: quella dei gas.Questo legame tra tecnologia e arcaismo (che sipuò evocare a proposito dell’Isis) a me sembraquasi una costante riprodotta e riproducibile,forse anche per il carattere insieme arcaico e mo-derno di qualunque guerra. Da questo punto divista anche l’Isis è contemporaneamente arcai-smo (decapitazione) e altissimo sfruttamento me-diatico; anzi, il primo è in funzione del secondo.Quindi anche qui convivono questi due elementi.Quello che a noi sembra bestiale, dal loro puntodi vista è invece un voluto sfruttamento media-tico di moltiplicazione del “consenso”.secondo lei è improprio parlare di terza guerramondiale composta da più focolai di guerra osi può accogliere questa definizione?Io non sono un patito delle definizioni. Quindimi verrebbe da dire: noi non sappiamo ancoraquali saranno le caratteristiche della terza guerramondiale, anche se ovviamente mi auguro cheessa non ci sia. In qualche modo, se pensiamo a

una proliferazione di focolai di conflitto, temoche, da questo punto di vista, i rischi siano pa-recchi. Penso che sia sbagliato parlare già oggi diterza guerra mondiale, non solo per non citarlacome rischio, ma anche perché mi auguro che cisiano le possibilità che le risorse per attivare stru-menti istituzionali e militari di regolamentazioneinternazionale dei conflitti – i queli sembrano, inqualche modo, in ritardo – che, secondo me, sonol’unico modo per evitare una terza guerra mondiale.ad esempio ci sono le operazioni di peacekee-ping (messe in atto anche dall’onu) che pos-sono andare in questa direzione…Io sono assolutamente convinto che debba es-sere così se vogliamo cercare di diminuire la con-flittualità e procedere verso scenari di pacepiuttosto che di guerra. Non vedo quali possanoessere altre soluzioni se non l’Onu e, appunto,non più paralizzato da veti, che sono stati deiclassici nel corso della Guerra Fredda, ma che ri-schiano di proseguire. Se non c’è un adegua-mento politico-istituzionale globale allaconflittualità endemica – in tutti i tipi possibiliche abbiamo davanti – non vedo soluzioni.Credo però che non ci sia, ma che ci debba es-sere, un interesse da parte degli attori geopoli-tici perché funzioni tutto questo. I tribunali internazionali dovrebbero essere sem-pre più improntati a uno “spirito di verità”; miriferisco, ad esempio, al processo di Norim-berga3, che giustamente ha sanzionato i mag-giori responsabili criminali della “soluzionefinale”, ma che forse andava anche esteso oltrequei confini (poteva prendere in considerazionescenari e responsabilità più ampie).Quindi, a suo giudizio, andrebbero rafforzati itribunali internazionali per perseguire i criminidi guerra?Si dovrebbe fare oggi una Norimberga nei con-fronti di tutti coloro che praticano politiche d’in-tervento bellico ingiustificato e criminale.

3 Tribunale militare internazionale istituito nell’agosto 1945 da Gran Bretagna, USA, Francia e URSS contro i dirigenti del regime nazista accusatidi cospirazione nella preparazione di una guerra di aggressione, crimini contro la pace, crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Il primo e più im-portante dei processi ebbe luogo tra il 20 novembre 1945 e il 1° ottobre 1946. La sentenza condannò a morte 12 dei 24 imputati principali. A questo pro-cesso ne fecero seguito altri contro personalità politiche minori, alti ufficiali, industriali, direttori, medici e “custodi” dei campi di concentramento, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 24

Page 25: Pace & Solidarietà

25Pace & Solidarietà N. 2-2015

“Peacekeeping, conflitti internazionali evittime civili di guerra” è il tema delnuovo corso della Scuola di aggiorna-mento e alta formazione “GiuseppeArcaroli” promosso dell’AssociazioneNazionale Vittime Civili di Guerra(ANVCG) e dall’ANRP, l’AssociazioneNazionale Reduci dalla Prigionia, dall’in-ternamento, dalla guerra di liberazione eloro familiari, d’intesa con l’UniversitàSapienza di Roma. Complessivamente120 ore (90 ore per lezioni frontali, 30 oreper esercitazioni e workshop). Le lezionisi sono tenute a partire dal 9 aprile 2015,dopo la presentazione che si è svolta duegiorni prima a Roma. Il corso, diretto dalprof. Luciano Zani, risponde all’esigenzadi formazione per il settore occupazionale

relativo all’area delle relazioni internazio-nali, in particolare riguardo ai dirittiumani ed alle conseguenze dei conflittibellici. Si è rivolto a giovani in possesso dilaurea , a studenti iscritti alle lauree ma-gistrali, di tutte le discipline, a docenti discuole secondarie di primo o secondogrado, a dirigenti degli enti promotori edi enti e istituzioni non-governative im-pegnati nell’area delle relazioni interna-zionali. “L’iniziativa si inserisce nelquadro delle attività istituzionali e di pro-mozione sociale svolta in campo nazio-nale ed internazionale”, spiegano irispettivi presidenti dei due organismi as-sociativi promotori, Giuseppe Castronovo(ANVCG) ed Enzo Orlanducci del-l’ANRP.

COSTRuIRe LA PACe

l’anvcg e il corso di formazione

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 25

Page 26: Pace & Solidarietà

26 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il Capo dello Stato incontra il Presidente dell'ANVCG Giuseppe Castronovo

nei Giardini del Quirinale (1 giugno 2015)

Da sinistra il Presidente della Repubblica Mattarella, il Segretario Generale del-

l’ANVCG Roberto Serio e il Presidente dell’Associazione Giuseppe Castronovo

Da destra il Ministro della Difesa Pinotti, il Presidente della Repubblica Mat-

tarella e il Consigliere Nazionale dell’ANVCG Antonio Bisegna (25 aprile 2015)

Alessandro Pellegrini, Francesco Corradini, Antonio Bisegna e Aladino (Festa

della Repubblica)

Frecce tricolori Il Capo dello Stato

GalleriaIl Presidente della Repubblica e l’ANVCG

PASO 02-2015 21-07_Layout 1 21/07/2015 11:17 Pagina 26

Page 27: Pace & Solidarietà

27Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il Capo dello Stato Mattarella in p.za Venezia (Roma) Cerimonia di commemorazione della liberazione dal nazifascismo

Il Presidente Mattarella saluta il pubblico in visita ai giardini del

Palazzo del Quirinale

Da destra il Ministro della Difesa Pinotti, il Capo dello Stato Mattarella

e il Capo dello Stato Maggiore della Difesa

Rivista Militare in occasione della Festa della Repubblica (Foto Quirinale) Il Capo dello Stato Mattarella sull’altare della Patria

fotograficaCelebrazioni per la Liberazione e la Festa della Repubblica

PASO 02-2015 21-07_Layout 1 21/07/2015 11:17 Pagina 27

Page 28: Pace & Solidarietà

28 Pace & Solidarietà N. 2-2015

“Alla vigilia del 70° anniversario della Libe-razione, alla presenza delle Signore Mini-

stro della Difesa e Ministro dell’Istruzione, deivertici delle Forze Armate, sono particolarmentelieto di questo incontro con voi, rappresentantidelle Associazioni Combattentistiche e d’Arma,della Confederazione fra le Associazioni Combat-tentistiche e partigiane, dei Reduci del Gruppo diCombattimento Friuli e dell’Associazione Nazio-nale Reduci della Friuli. L’Italia vi deve riconoscenza per la libertà ricon-quistata; ed è un privilegio per me, in questi primimesi del mandato di Presidente della Repubblica,ribadire, alla vostra presenza, l’altastima e la consi-derazione di cui godete tra i nostri concittadini. il 25 aprile è il giorno della libertà di tutti. una li-bertà costata sacrifici e sangue, sofferenze e dedi-zione, in molti casi, molti, fino all’eroismopersonale. La Resistenza mise radici nelle città enelle campagne, costruendo una rete di solidarietàumana, e anche di condivisione civile e ideale,senza le quali sarebbe stato impossibile il riscattomorale del nostro Paese. Questa dimensione po-polare si è rafforzata allora anche grazie ai molti filiche la legarono all’impegno sul campo del movi-mento patriottico partigiano e di quello del risortoEsercito italiano, tenuto a battesimo nella dura bat-taglia di Mignano Montelungo. Proprio questa unità di sentimenti e di popolo fu al-lora la prova di dignità che l’Italia riuscì a dare a sestessa e al mondo, dopo che molte istituzioni ave-vano ceduto all’indomani dell’8 settembre. Questadignità è alle fondamenta della Liberazione nazio-nale e della rinata idea di Patria.Nella nostra memoria condivisa è oggi ben chiaro

a tutti il valore resistenziale di quel rifiuto di cedereall’esercito nazista che ufficiali e soldati opposerofino a pagare sovente il prezzo della vita. Al contributo dei militari che si unirono in varimodi alla lotta di Liberazione, è finalmente piena-mente riconosciuto l’apporto decisivo dei 600 milasoldati internati nei campi di concentramentoperché negarono ogni collaborazione agli occu-panti, intendendo con questo loro atto di compiereun dovere verso l’Italia.

IL 25 APRILe

incontro con gli esponenti delle associazioni combattentistiche e d’arma nel 70° anniversario della liberazione

Resistenza e libertà

on. seRgio mattaRellaPresidente della Repubblica

Il Presidente della Repubblica Sergio Matta-rella, in occasione delle celebrazioni per il 70°anniversario della Liberazione, ha incontratoal Quirinale le rappresentanze delle Associa-zioni Combattentistiche e d’Arma. Nel corsodell’incontro hanno preso la parola il Presi-dente del Consiglio Nazionale Permanentedelle Associazioni d’Arma, Mario Buscemi, ilPresidente della Confederazione Italiana frale Associazioni Combattentistiche e Parti-giane, Bernardo Traversaro, e il Ministro dellaDifesa Roberta Pinotti. Il Capo dello Stato ha, quindi, pronunciato ildiscorso riportato in queste pagine. Hannopartecipato all’evento il Ministro dell’Istru-zione, dell’Università e della Ricerca StefaniaGiannini, il Capo di Stato Maggiore della Di-fesa Gen. Claudio Graziano, i rappresentantidell’Associazione Nazionale Reduci dellaFriuli, numerosi esponenti del mondo poli-tico, autorità civili e militari.

le celebrazioni al Quirinale

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 28

Page 29: Pace & Solidarietà

29Pace & Solidarietà N. 2-2015

Senza tutto questo non avremmo conquistatocon onore il traguardo della libertà, nonavremmo avuto la forza di intraprendere il cam-mino democratico che la Costituzione ha poi san-cito, non ci saremmo presentati nei difficilinegoziati di pace con quel credito che gli Alleati,comunque, ci riconobbero.la Resistenza e la liberazione sono elementi fon-dativi della storia repubblicana, un segno distin-tivo della nostra identità nazionale e un punto ditrasmissione di valori tra le generazioni. Nellescorse settimane ho incontrato persone e visitatoluoghi che custodiscono la memoria del cammino,tragico ed eroico, che ha condotto l’Italia dallaguerra – e dalla negazione dei diritti fondamentalidell’uomo – alla libertà ritrovata, al riconoscimentodel primato della persona umana, alla pace, al-l’apertura verso il progetto europeo. Nel sacrariodelle Fosse Ardeatine ho portato il deferente omag-gio alle vittime di uno degli eccidi più spaventosidella guerra. il pensiero deve andare a tutti, ai tanti, civili e mi-litari, donne e uomini, giovani e anziani, che pa-garono con la vita l’assurdità di una guerrad’aggressione, di una volontà di potenza, di unasopraffazione della dignità e della libertà. Dob-

biamo saper custodire erivitalizzare le istituzionidella nostra democraziaperché in esse c’è il lascitodi chi, con coraggio e sa-crificio, ha combattuto labattaglia per aprire a noiun futuro migliore. Edobbiamo fare altret-tanto con i nostri figli e inostri nipoti. Dobbiamopassare loro il testimone:indicando nella libertà lafonte dei diritti, ma altempo stesso di respon-sabilità e di doveri. Dob-biamo applicare laCostituzione, che è laviva eredità del 25 aprile.

Nel giorno in cui celebriamo la Liberazione del-l’Italia, non possiamo evitare di pensare al mar Me-diterraneo, la culla della nostra civiltà che rischia diessere trasformata in un cimitero. La nostra uma-nità si ribella di fronte a questo, settant’anni fa comeoggi, di fronte alle vite spezzate. ieri contro la so-praffazione nazifascista, oggi contro chi opprimeintere popolazioni, etnie, gruppi religiosi, co-stretti a fuggire dal fuoco delle armi, dall’indi-genza, dal sopruso, dal fanatismo religioso.dobbiamo unire l’impegno nel soccorso umani-tario, in una lotta inflessibile contro i trafficantidi esseri umani e contro il terrorismo. E qui unpensiero di riconoscenza va alle donne e agli uo-mini della nostra Marina, dei settori di mare di altriCorpi Militari che, con generosità e impegno, siprodigano nel Mediterraneo per soccorrere tantepersone disperate che cercano un futuro miglioree vengono spesso messe a rischio della vita inmezzo al mare da criminali, trafficanti di esseriumani. vogliamo che l’europa democratica, protagoni-sta settant’anni or sono nella lotta contro i re-sponsabili dei peggiori crimini contro l’umanità,sappia rendersi consapevole oggi della propriaresponsabilità storica, e che sia artefice di un’ini-

il Presidente sergio mattarella nel corso dell’'incontro con gli esponenti delle

associazioni combattentistiche e d’arma nella ricorrenza del 70° anniversario

della liberazione (Foto Quirinale)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 29

Page 30: Pace & Solidarietà

30 Pace & Solidarietà N. 2-2015

1 Fonte: Quirinale (ns i grassetti), ndr

ziativa politica nuova verso i Paesi d’Africa e delMedio Oriente per rimuovere lì le cause che pro-vocano queste disordinate e pericolose migrazionidi persone disperate.È la memoria del 25 Aprile che ci impone questacoerenza. E ci spinge a collaborare – come recital’articolo 11 della nostra Costituzione – con le or-ganizzazioni internazionali che promuovono lapace tra le nazioni e la giustizia tra i popoli. In que-sta logica va inteso e si colloca il contributo dellenostre Forze Armate che rappresentano il nostroPaese nelle missioni di pace nelle aree più difficilidel mondo, laddove sono a rischio la libertà e la si-curezza delle popolazioni civili, o dove i conflittisono tali da evocare spettri di morte, di distruzione,di tirannia. È la solidarietà a consentire la costru-zione di infrastrutture di pace. E grandi sono la re-sponsabilità e il compito della politica per svuotarei giacimenti di odio e per contrastare i rigurgiti dinazionalismo e di autoritarismo. La libertà ritrovata della nostra nazione, anche at-traverso eventi e luoghi che furono teatro di terri-bili sofferenze, ha radicato ancor più tra gli italianisentimenti di pietà, di umanità, di rispetto che co-stituiscono gli antidoti migliori al rigenerarsi deigermi di violenza e di follia. Su questo terreno divalori e di cultura, si radicano anche le nostre ForzeArmate, le cui competenze e la cui professionalitàsono parte della ricchezza del nostro Paese. Le Forze Armate hanno dimostrato il loro valoresettant’anni fa e continuano a farlo oggi, dentro efuori i confini nazionali, laddove è richiesto il no-stro contributo alla pace, alla stabilità e alla sicu-rezza. Nel momento in cui celebriamo la Festa della Li-berazione, il mio pensiero va anche ai due fanti diMarina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone,che da oltre tre anni attendono giustizia. A loro è ri-volto il mio incoraggiamento, e ai loro familiari lamia vicinanza, con l’assicurazione che l’impegnodell’Italia nei loro confronti non si è attenuato. In questa ricorrenza, così importante per la nostrademocrazia, desidero esprimere davanti a tutti voi,

Presidenti e rappresentanti delle Associazioni par-tigiane, combattentistiche e d’Arma, la mia grati-tudine verso i protagonisti e la solidarietà verso levittime di quella lotta. Il mio sincero apprezza-mento va – a nome del nostro Paese – ai tanti citta-dini che si impegnano quotidianamente amantenere vivo nella società il ricordo della lottaper la libertà e dell’eroica difesa degli ideali di Patria. Così come le Forze Armate si stanno trasformandoper adeguarsi ai tempi, così esorto tutti a trovaresempre nuove idee, energie e iniziative sia per farconoscere la nostra storia comune, sia per arricchirei tanti e lodevoli interventi a cui spingono i principidel vostro associazionismo.La Vostra azione, oltre che riferimento per la so-cietà civile, è fondamentale nei confronti dei gio-vani, il cui talento non può andare disperso. Lasocietà globale offre straordinarie opportunità, madobbiamo saper collegare i valori al futuro, la no-stra memoria comune alla costruzione di un temponuovo. La vostra esperienza e la vostra passionecivile sono molto importanti in questo senso. Continuate – è l’invito che vi rivolgo – in questapreziosa opera di accompagnamento delle nuovegenerazioni nel solco dell’impegno, della respon-sabilità, della solidarietà, della giustizia. Ne riceve-ranno beneficio la società civile e le nostreistituzioni democratiche.Viva la Liberazione. Viva la Repubblica. Viva l’Ita-lia”1.

la liberazione a Bologna il 25 aprile 1945 (Foto usis)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 30

Page 31: Pace & Solidarietà

31Pace & Solidarietà N. 2-2015

Parlare della Prima GuerraMondiale è difficile e, allo

stesso tempo, facile: sia per leverità che non si possono com-prendere e sia per i milioni dimorti che non si possono ca-pire, perché emozioni e in-ganni hanno coperto molteverità storiche e i relativi sacri-fici delle famiglie degli italiani.L’attentato di Sarajevo del 28giugno 1914 ad opera di unostudente serbo1, costato la vitaall’arciduca ed erede del tronoasburgico Francesco Ferdi-nando e a sua moglie Sofia, fu la miccia che feceesplodere la Prima Guerra Mondiale. L’Austria,dopo essersi assicurata l’appoggio dell’impera-tore tedesco2, il 28 Luglio 1914 dichiarò guerraalla Serbia, scatenando l’inferno in Europa: laFrancia, appoggiata da Russia e Inghilterra, sischierò a sua volta contro Austria e Germania. L’Italia mantenne un atteggiamento di neutra-lità per poco tempo; poi, fatte le dovute consi-derazioni, si schierò apertamente: il 23 Maggio1915 dichiarò la guerra a fianco delle forze d’In-tesa, in cambio dei diritti territoriali su Trentino,Alto Adige, Istria e Dalmazia. Il conflitto as-sunse carattere planetario con l’entrata inguerra, a fianco dell’Intesa, di Giappone e StatiUniti.

Nella Prima Guerra Mondiale persero la vitacirca 37 milioni di persone3. Questi sono i fatticrudi: di società e Nazioni che scatenarono unenorme conflitto per sviluppare potenzialità in-dustriali in tutta Europa ed espandersi in nuovenazioni emergenti (che chiedevano prodotti in-dustriali per la propria crescita e lo sviluppo tec-nologico).Occorre riflettere sugli armamenti in dotazionealle potenze protagoniste all’inizio della PrimaGuerra Mondiale: la Francia, l’Inghilterra la eGermania avevano una dotazione bellica circail 70% superiore rispetto all’Italia. Come abbiamo detto, il 23 Maggio 1915 l’Italiadichiarò guerra all’Austria e Ungheria, affer-mando di far parte della Triplice Alleanza e ab-

uN SeCOLO FA L’ITALIA APRIVA Le OSTILITà

tantissime le vittime: persero la vita milioni di persone, mentre molte altre rimasero invalide

cesaRe ventuRiPresidente Regionale ANVCG - Marche

le ferite della grande guerra

Ricostruzione dell’assalto dei soldati italiani ai danni degli austriaci

(Battaglia dei tre monti, in provincia di vicenza) (Foto Rigoni)

1 Gavrilo Princip, nazionalista serbo, ndr2 Guglielmo II, ndr3 Si tratta evidentemente di stime piuttosto vaghe. Secondo alcuni autori questa è la cifra massima presunta (ma altri si spingono a 40 milioni d’in-

dividui), mentre quella minima supererebbe comunque almeno i 10 milioni, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 31

Page 32: Pace & Solidarietà

Pace & Solidarietà N. 2-201532

bandonando, quindi, la sua neu-tralità. Questo fu l’inizio dellaPrima Guerra Mondiale. La qualecoinvolse il nostro Paese inun’esperienza mai sperimentataprima per numero di militari e cit-tadini inconsapevoli della dimen-sione del quadro operativo bellico.Comunque, quando l’uomo pensadi risolvere i suoi problemi, di cre-scita economica o civile, con guerree atrocità, perde e perderà sempre,non solo su piano economico maanche su quello umano.Ora è d’obbligo di evidenziare chec’erano in Trentino, Friuli e AltoAdige popolazione italiane che mal vivevanosotto il giogo austriaco, ove già si poteva perce-pire qualche fastidioso timore razziale; l’Italianon solo entrò in guerra per ragioni storiche, pertrattati di pace precedenti ingiusti, ma lo fece in-sieme alla Triplice Alleanza ergendosi4 a po-tenza europea. L’Italia, dopo l’unità territoriale, nonostantetutte le sue meravigliose realtà storiche e bel-lezze naturali, viveva una “negatività culturale”,un tasso di analfabetismo molto alto. Le batta-glie, le sconfitte5 e, finalmente, il riscatto dellavittoria contro Austria, Ungheria e Germaniahanno contribuito all’orgoglio nazionale. L’Ita-lia partecipò al Grande Conflitto pagando unalto prezzo di morti (654 000) e invalidi (451645); i dispersi furono oltre 600 mila; ma le cifrereali non si sapranno mai.Certamente, con la sua partecipazione da pro-tagonista, l’Italia si sentiva motivata sempre dipiù. Il nostro Paese combatteva contro forze su-periori che hanno occupato i suoi antichi con-fini, e i giornali del tempo, i giovani dellaborghesia rampante – che nelle università siesaltavano all’idea di partire per il fronte – eranoentusiasti; ma poi erano frenati dalle famiglie

(più consapevoli della cruda realtà della guerra)e, allora, occorreva arruolare con ogni mezzopiù soldati possibile negli strati sociali inferiori:forza lavoro comune, contadini, artigiani di ognimestiere.I militari sollecitavano l’Esecutivo e, soprattutto,Re Vittorio Emanuele III preoccupato, alla visitadella realtà del fronte, premeva sul Governo af-finché inviasse più soldati: si era reso conto chenon si poteva dilatare troppo a lungo l’imma-gine devastante di masse di militari scoraggiantiper i ritardi e le immense cataste di morti pu-trefatti nonché la confusione in cui versava il Su-premo Stato Maggiore. Le cronache del tempomanifestavano con moderazione, mascherandoi disagi per attenuare le tensioni. Il Re chiese alGoverno di fare presto, con un invio di un nu-trito numero di soldati, scelti e preparati connuove mitragliatrici e mezzi di trasporto più af-fidabili.La situazione era drammatica, poiché i mesipassavano e i morti aumentavano. Persino i fe-riti avevano difficoltà a essere trasportati: ilfreddo, il ghiaccio… il terreno era melma dovei soldati affondavano fino alla cintola e, di notte,la temperatura si abbassava molto. Il Comando

vita di trincea tedesca (Foto great War Primary document archive)

4 o pretendendo di ergersi, ndr5 una tra tutte: la celebre disfatta di Caporetto del 24 ottobre 1917, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 32

Page 33: Pace & Solidarietà

33Pace & Solidarietà N. 2-2015

Supremo pensò anche di rafforzare il numerodei militari ideando uno stratagemma: promet-tere appezzamenti di terreni incolti in Sardegnae in Campania… Chi si arruolava volontaria-mente veniva blandito con tante promesse!Bisogna dare atto che, quando si trattò di ana-lizzare la situazione con grande realtà, di puntidi cedimento da parte delle potenze tedesche eaustroungariche, l’Esercito Italiano – rafforzatoda nuovi militari – ribaltò la situazione anchemodulando strategie intelligenti. Mi sia concesso, a questo punto, un ricordo difamiliare . Un cugino di mia madre, Quinto Sec-chiaroli, era nel corpo chiamato Arditi, e rac-contava che – essendo un contadino bravo asalire su gli alberi – decise, su ordine del suo co-

mandante, che occorresse un gesto simbolicoimportante: prese la Bandiera Italiana e la fissòin cima al Palazzo del Comune di Trieste. I do-cumenti, le lettere ai famigliari, erano sempreimprontati alla speranza di riuscire a cavarsela,con il miraggio della casa lontana: nei momentidi pausa fissava le foto dei genitori e dei fratelli,che teneva gelosamente nel portafoglio (nonpoche lacrime vennero versate).La guerra fece un’operazione culturale non in-differente: servì anche a mettere in contatto tanticommilitoni (dal siciliano al torinese, dal sardoal veronese, dal napoletano al lombardo), poi-ché le loro origini si sono amalgamate negli ita-liani, creando intese e unità operative efficienti.Queste informazioni, raccolte da storici e da ap-passionati di ricerche storiche, sono ancora con-traddittorie: dopo un secolo non si è compresané saputa la verità sui tanti fatti tragici avvenutinell’Esercito; invece, le realtà dei cimiteri si ve-dono e parlano alle nostre coscienze (uno pertutti, il Cimitero Ossario di Redipuglia). SuaSantità Papa Francesco disse: “La guerra è unafollia, distrugge anche ciò che Dio ha creato dipiù bello: l’essere umano. La guerra distruggetutto, anche il legame tra fratelli. La guerra èfolle, il suo piano di sviluppo è la distruzione:volersi sviluppare mediante la distruzione”.

Prima guerra mondiale, soldati nel nord italia

Il Presidente della Repubblica Sergio Matta-rella, nel 100° anniversario dell'ingresso del-l’Italia nella Grande Guerra, il 24/5/2015 hareso omaggio ai caduti visitando il museodella Grande Guerra e le trincee scavate daisoldati sul monte San Michele del Carso. Accompagnato dal Ministro della Difesa Ro-berta Pinotti, il Capo dello Stato è intervenutoalla cerimonia celebrativa che si è aperta conun minuto di silenzio in memoria dei cadutidella Grande Guerra. Al saluto del Sindaco diSagrado, Elisabetta Pian, ha fatto seguito la be-nedizione dell’Ordinario Militare per l’Italia,

Mons. Santo Marcianò. Il Capo dello Stato èstato accolto dal coro degli Alpini e dai bam-bini della scuola media di Sagrado. La cele-brazione si è conclusa con l’intervento delMinistro Pinotti e del Presidente Mattarella.

mattarella: fu un tragico conflitto evitabile“Cento anni fa, il 24 maggio del 1915, l’Italiaentrava in guerra. Truppe non sempre prepa-rate e armate in modo adeguato varcavano ilconfine. Vi era, nei vertici politici e militari, laconvinzione che l’intervento sarebbe stato dibreve durata: l’apertura di un nuovo fronte a

se il Presidente va in trincea

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 33

Page 34: Pace & Solidarietà

34 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Sud – era la previsione – avrebbe rapidamentecostretto l’Austria-Ungheria alla resa. Già il 21 giugno, giorno del primo attacco ge-nerale, la speranza di trasformare la guerra inuna «passeggiata a Lubiana» si dimostrerà il-lusoria. Benché inferiori per numero, le truppeaustro-ungariche resistevano tenacemente.Nei primi mesi di guerra l’esercito italiano, cheha scritto in quegli anni pagine gloriose, persela sua parte migliore: gli effettivi e i volontari,i più addestrati e i più motivati.Ben presto ci si dovette rendere conto che,anche sul fronte italiano, il conflitto avrebbepreso, come nel resto d’Europa, la forma diguerra di trincea. Se ogni assalto – una parola così temuta daisoldati – si trasformava in una carneficina, lavita nelle trincee, così realisticamente descrittanei diari e nelle lettere dei soldati, non era unsollievo. Fango, pioggia, parassiti, malattie. Equelle attese, lente e snervanti: per il rancio, perla posta, per il cambio. O, inesorabilmente, perun nuovo assalto. Il cui esito sarebbe stato dif-ficilmente risolutivo per le sorti della guerra,

ma decisivo per il personale destino di mi-gliaia e migliaia di uomini. «Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie»,scriveva Giuseppe Ungaretti dal fronte, doveera fantaccino, fissando in versi stupendi ilsenso di totale precarietà che regnava al fronte. Come era diversa, alla prova dei fatti, quellavita di guerra dal sogno luminoso di gloria, dalmito della vittoria, vagheggiati da intellettualie poeti nei mesi precedenti all’entrata in guerra! non vi era bellezza tra le trincee, solo orrori,atrocità e devastazioni. Lo aveva ben intuitoRenato Serra, spirito nobile di uomo e di lette-rato, partito volontario e morto sul Podgòra.Serra scriveva: «Non c’è bene che paghi la la-grima pianta invano, il lamento del ferito che èrimasto solo, il dolore del tormentato di cui nes-suno ha avuta notizia, il sangue e lo strazioumano che non ha servito a niente. Il bene deglialtri, di quelli che restano, non compensa ilmale, abbandonato senza rimedio nell’eternità».Eppure, in questo universo fatto di fango, disofferenze, di stenti e di morte, migliaia e mi-gliaia di soldati, dell’una e dell’altra parte, sop-

il Presidente mattarella depone una corona al cippo italo-ungherese sul monte san michele (Foto Quirinale)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 34

Page 35: Pace & Solidarietà

35Pace & Solidarietà N. 2-2015

portarono prove incredibili, compirono atti digrande valore e di coraggio e gesti di toccantesolidarietà. […] I soldati italiani, in maggioranza contadini,provenienti da storie e regioni diverse, scopri-rono per la prima volta, nel senso del dovere,nella silenziosa rassegnazione, nella condi-zione di precarietà, l’appartenenza a un unicodestino di popolo e di nazione. Molti di loro, forse, non riuscirono mai a com-prendere le ragioni di quella guerra. Ma nel-l’animo dei sopravvissuti rimase scolpito,accanto alle insanabili ferite, il senso di averpartecipato a un evento di fondamentale im-portanza per la vita della nazione. La coscienza nazionale, prima appannaggio ri-stretto di élites intellettuali, si allargava e siconsolidava tra il fango delle trincee. Se, nel 1914, l’Europa si era trovata in armiquasi per un fatale e incontrollato succedersidi avvenimenti, il nostro Paese faceva ingressonella prima guerra mondiale dopo un anno ditrattative diplomatiche, giocate su due tavoli.La scelta ebbe grandi conseguenze, alcunedelle quali, allora, difficilmente immaginabili.Il terribile conflitto, che flagellò l’Europa perquattro anni, disgregò imperi e depose re-gnanti. Abbatté antichi confini, fece nascerenuove nazioni, cambiò radicalmente menta-

lità, sogni, consuetudini, linguaggi.La guerra fu anche un grande fattoredi modernizzazione, industriale,scientifica, sociale. Ma mai crescita dimodernità fu pagata a così caroprezzo. Da un punto di vista umani-tario fu una carneficina: vi persero lavita 10 milioni di militari e un nu-mero indefinito di civili, vi furonomilioni di feriti e di mutilati. Di-strusse economie fiorenti, produsselutti e devastazioni, fame e miseria. Sul piano geopolitico, le sue conse-guenze – anzitutto, i trattati di pacetroppo duri – costituirono i presup-

posti per nuovi e ancor più tragici eventi in Eu-ropa e nel mondo.Ci troviamo sul monte San Michele, in rap-presentanza del popolo italiano e in memoriadei combattenti e delle vittime di tutto il con-flitto per rendere loro onore, per ricordare que-ste sofferenze e il desiderio di pace. Questo è ilsignificato dell’esposizione del tricolore in que-sta giornata. Sono oggi qui, con noi, gli ambasciatori di na-zioni e popoli i cui soldati, allora, combatte-vano e morivano sull’altro fronte: l’Austria,l’Ungheria, la Slovenia e la Croazia. Oggisiamo popoli e nazioni legati da saldi vincoli diamicizia e di collaborazione e dal comune fu-turo europeo. […]Il San Michele è un luogo sacro. Su questa al-tura, di quota modesta, ma di straordinaria im-portanza strategica, si tennero furiosicombattimenti tra le truppe italiane e quelle au-stro-ungariche.I soldati dell’una e dell’altra parte combattevanoe morivano, valorosamente, per la conquista ola difesa di pochi metri di terra, avanzando e ar-retrando di continuo. La distanza tra le trinceenemiche era qui ridottissima. Si poteva sentireil nemico parlare e respirare.Ogni metro di questa altura, "il gigante vestitodi ferro", è costato prezzi altissimi per en-

il capo dello stato mattarella con i ragazzi ragazzi a monte

san michele il 24 maggio 2015 (Foto Quirinale)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 35

Page 36: Pace & Solidarietà

36 Pace & Solidarietà N. 2-2015

trambe le parti. Lo testimonia ilmuseo qui eretto. […]Quanto sangue versato, quanto do-lore in questi luoghi! È passato un secolo dall’inizio della"Grande Guerra". La ricerca storicaha scandagliato a fondo tutti gliaspetti di quel tremendo conflitto: lestrategie militari, le responsabilitàdella politica e della diplomazia, lapropaganda, il contributo degli in-tellettuali, l’industria degli arma-menti, l’economia di guerra. Più di recente si è data voce, attra-verso la pubblicazione di epistolari ediari, agli anonimi fanti di trincea, talvolta semi-analfabeti, alle loro speranze e alle loro paure. Si è messo in luce il contributo delle donne ri-maste a casa, a vegliare sui figli, o andate infabbrica o nei campi, a sostituire i mariti che sitrovavano al fronte. La Prima Guerra Mondiale è un campo ster-minato di ricerca. Ci sono capitoli ancora daapprofondire. Pensiamo alle sofferenze delle popolazioni delFriuli e di parte del Veneto durante l’occupa-zione dopo Caporetto. Pensiamo all’altraguerra, quella della minoranza italiana del-l’Impero Austro-ungarico: 100 mila trentini egiuliani spediti a combattere contro i russinelle lontane terre di Galizia. Pensiamo a tantedecisioni che sono state assunte durante laguerra. Non dobbiamo avere paura della verità. Senzala verità, senza la ricerca storica, la memoriasarebbe destinata a impallidire. E le celebra-zioni rischierebbero di diventare un vano eser-cizio retorico. In Italia, nonostante sia passato un secolo, lamemoria di quella guerra, la “GrandeGuerra”, è ancora sentita, e vanno ringraziati

Onorcaduti e le Associazioni che tengono vivala memoria di tanti luoghi che è bene ricordareperché lì si è spiegata, con grande valore e congrande impegno, l’attività del nostro esercito edelle nostre Forze Armate. Non c’è comune, per piccolo che sia, che nonabbia il suo monumento ai caduti. Non c’è fa-miglia che non abbia una storia da raccontareo da tramandare. Rivestono grande significato i tanti progetti diricerca su quegli anni di guerra impostati e rea-lizzati da giovani studenti. Il ricordo di tanto sacrificio non deve sbiadire.Le atroci sofferenze, inflitte e ricevute, non de-vono essere rimosse. il conflitto 1914-’18 fu una tragedia immaneche poteva essere evitata. la guerra, ogniguerra, porta sempre con sé sofferenza, di-struzione e morte. i caduti, di ogni nazione e di ogni tempo, cichiedono di agire, con le armi della politica edel negoziato, perché in ogni parte delmondo si affermi la pace. si tratta del modo più alto per onorare, au-tenticamente commossi, il tanto sangue ver-sato su queste pendici martoriate […]” 6.

6 Fonte: Quirinale (ns i grassetti e i pochi passi omessi), ndr

il Presidente mattarella in occasione del suo intervento alla

cerimonia per il 100° anniversario dell'ingresso dell’italia nella

grande guerra (Foto Quirinale)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 36

Page 37: Pace & Solidarietà

37Pace & Solidarietà N. 2-2015

La guerra è la più diffusa forma moderna di“terrorismo” e la democrazia è necessaria

per la pace e per minare le forze del terrorismoin senso stretto. Le nazioni democratiche de-vono cercare di trovare il modo per privare i ter-roristi ed i dittatori dall’ossigeno della“pubblicità” da cui dipendono: si dovrebbechiedere ai media di convenire un codice vo-lontario di condotta secondo il quale non do-

vrebbero alimentare o mostrare nulla che possa

aiutare involontariamente la causa dei terroristi a li-

vello di propaganda.Il terrorismo si è trasformato nell’arma sistema-tica di una guerra che non conosce confini: ra-ramente ha un volto; il non sentirsi responsabiledei danni è parte della sua essenza. I jihadistiprendono una o due frasi fuori contesto, le di-storcono e poi pretendono di avere una giusti-

ficazione divina.Non c’è nulla che ordini di massacrare donne ebambini per compiacere colui che chiamanoAllah. Il potere dei terroristi di influenzare la co-scienza di massa è la misura del nostro declinoin quanto forgiatori della sensibilità umana e delpensiero civile. Combattere e vincere cento bat-taglie non è prova di suprema eccellenza: la su-prema bravura consiste nel piegare la resistenzadel nemico senza combattere.Paolo VI lanciò un appello a tutte le persone dibuona volontà per la celebrazione di una Gior-nata mondiale della Pace il primo giorno di ognimese, come augurio e insieme promessa cheessa potesse “dominare lo svolgimento dellastoria avvenire”. “Lo sviluppo è il nuovo nomedella pace”, ricordava Paolo VI1. Inoltre Gio-vanni Paolo II si chiedeva, in un messaggio del

eDuCARe ALLA LeGALITà

la tendenza al conflitto va combattuta in ogni sua forma

contro il terrorismogiusePPe scimèPresidente Revisori della Sezione di Agrigento - ANVCG

1 si veda l’enciclica Populorum Progressio, nella quale Paolo VI sostiene che “lo sviluppo è il nuovo nome della pace”. Nello stesso documento il papascriveva: “L’ora dell’azione è già suonata: la sopravvivenza di tanti bambini innocenti, l’accesso a una condizione umana di tante famiglie sventurate,la pace del mondo, l’avvenire della civiltà sono in gioco. A tutti gli uomini e a tutti i popoli di assumersi le loro responsabilità”, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 37

Page 38: Pace & Solidarietà

38 Pace & Solidarietà N. 2-2015

primo gennaio 19872, “può esistere una verapace, quando uomini, donne e bambini nonpossono vivere la loro piena dignità umana?Può esserci una pace duratura in un mondo re-golato da relazioni sociali, economiche e politi-che che favoriscono un gruppo o una nazione aspese di un’altra?”. In effetti può stabilirsi unapace genuina solo con il riconoscimento dellauguaglianza fra tutti gli esseri umani.È indispensabile alimentare in famiglia, neiposti di lavoro ricreativi e in ogni centro di ag-gregazione la cultura e l’educazione alla lega-lità, intesa come acquisizione di una coscienzacivile e come promozione di una cultura del ri-spetto delle leggi e norme che regolano la vitasociale: questo deve essere l’obiettivo primariodi ciascuno di noi. Tale consapevolezza è l’ele-mento essenziale nella stessa formazione dellacoscienza civile e su di essa può fondarsi il con-tributo attivo delle più giovani generazioni allacausa della protezione e del progresso dei dirittiumani nel mondo e, dunque, della tolleranza,

della convivenza della democrazia e della pace.Quindi necessita promuovere la formazionespirituale e morale ispirata ai principi della Co-stituzione, favorire una completa ed efficace al-fabetizzazione culturale e sociale, ancheattraverso percorsi formativi di educazione allaconvivenza civile, contribuire a costruire un si-stema di servizi integrato che coinvolga le ri-sorse per una corretta conoscenza del significatoed il valore della legalità e della Pace.Comprendere il valore dell’essere Persona e ma-turare la consapevolezza di essere portatori divalori etici e civili, prevenire comportamentinon corretti e/o deviati, avviare un processo diconsapevolezza e di sensibilizzazione per scon-giurare le prepotenze e le barbarie che talvolta sitrasformano negli eccidi di cui le cronache quo-tidiane ci informano e documentano.Per tutto ciò il nostro quotidiano impegno diportatori di veri valori morali è utile ed indi-spensabile e saremo sempre orgogliosi della no-stra storia e del nostro presente.

Paolo vi

2 celebrazione della XX giornata mondiale della pace dedicata allo sviluppo e alla solidarietà, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 38

Page 39: Pace & Solidarietà

39Pace & Solidarietà N. 2-2015

La formazione storica del nostroPaese è stata cadenzata e si ca-

ratterizza anche per le tante guerreche, per brevità, rinviamo ai ma-nuali di storia: i periodi di pace sonostati brevi e, spesso, pieni di sacrificivuoi per la guerra appena finita,vuoi per la preparazione di quellache si sarebbe combattuta successi-vamente. Dal 21 aprile 1945 ad oggi sono tra-scorsi 70 anni senza guerra; pur-troppo mai abbiamo goduto di un periodo di pacecosì lungo. Anche se turbolenze e tensioni – con qual-che centinaio di morti e feriti – non sono mancati pertensioni politiche e disarmonie nello sviluppo econo-mico e sociale, quindi per la non realizzazione diun’uguaglianza effettiva anche a livello politico, per letroppe corruzioni e speculazioni e una certa fratturatra eletti ed elettori divenuta pericolosa per la stessademocrazia. I cambiamenti sono, comunque, stati notevolissimi egrandi i mutamenti economici e sociali: per chi ha lamia età basti ricordare la propria infanzia, mentre igiovani è sufficiente che parlino con un nonno peraverne una conferma puntuale. Infatti, 70 anni dipace rappresentano un risultato positivo inequivo-cabile; ma se prevalgono le luci, ci sono tuttaviaombre che occorre diradare, e convincersi che, se si

vuole conseguire un’uguaglianza effettiva e genera-lizzata, la solidarietà economica, sociale e politica è lavia maestra obbligata: è dall’attuazione degli artt. 2 e3 della Costituzione1 che potrà mantenersi il prezio-sissimo bene della pace, questo bisogno innato e di-ritto irrinunciabile dell’uomo. i principi costituzionali di libertà, democrazia, soli-darietà, uguaglianza effettiva e pace, quindi di giu-stizia, sono stati i valori propri della Resistenza, diquel movimento spontaneo, popolare e di massa chenacque e si sviluppò sotto il Fascismo e che, dopo lasua caduta (25 luglio 1943), si fece palese e sempre piùampio, invitando alla ribellione e al combattimentofino alla vittoria. Senza alcun dubbio, la Resistenza significò un ri-scatto morale e politicoe permise al nostro Paese e aisuoi cittadini di riappropriarsi della dignità e del va-

21 APRILe 2015: 70° ANNIVeRSARIO DeLLA LIBeRAZIONe DI BOLOGNA

i valori della Resistenza che hanno ispirato la nostra costituzione sono fondamentali per un’autentica convivenza civile

la luce della democrazia

la liberazione a Bologna (Foto: museodellaresistenzadibologna.it)

alFonso steFanelliSocio della Sezione dell’ANVCG di Bologna, Presidente dell’AICG-Sez. emiliano-Romagnola

1 Art. 2: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua perso-nalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale.

Art. 3: “Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opi-nioni politiche, di condizioni personali e sociali.

È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, im-pediscono il pieno sviluppo della persona umana e l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale delPaese”.

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 39

Page 40: Pace & Solidarietà

40 Pace & Solidarietà N. 2-2015

lore che meritano. I partigiani furono essenzialmentegiovani, ragazze e ragazzi che seppero scegliere lastrada giusta, liberandosi dal funesto indottrinamentofascista, nella cui cultura erano nati e cresciuti. I valoridella Resistenza si sono trasfusi nei principi fonda-mentali della Costituzione e ciò fa sì che la Resistenzasia diventata un patrimonio e un valore di tutti. Sono ancora i giovani, le ragazze e i ragazzi di oggi,che possono far superare i risentimenti passati – chenon ha senso protrarre all’infinito – ed è da questaconsapevolezza che deve partire, specialmente daigiovani studenti, la cultura che si fonde e deve viveredell’amore per la pace. Noi sopravvissuti, oltre il dramma personale, ricor-diamo con angoscia gli avvenimenti di quel tragicoperiodo, consistenti in morti, mutilati, odi, atrocità e di-struzioni ad opera di terribili bombardamenti. Ben 94furono quelli operati su Bologna, veri e propri “ura-gani di fuoco” perpetrati con bombe incendiarie e di-rompenti, sganciate indiscriminatamente, chedistrussero e misero sottosopra le piazze, le strade,migliaia di edifici, chiese, teatri e aziende e dissemi-narono la città di migliaia di morti e mutilati: i dece-duti furono 2481 e i feriti oltre 2000; vennero distruttitotalmente 1336 fabbricati (mentre quelli distrutti par-zialmente furono 1582) e 200 aule scolastiche; furonogravemente colpiti furono Palazzo d’Accursio, SanPietro, la Prefettura, l’Archiginnasio, San Giovanni inMonte, San Francesco, l’Ospedale Maggiore e le vieIndipendenza, Belle Arti, Rizzoli e le più importantiaziende della città. Insomma, Bologna fu ridotta ad una città di calcinaccie di macerie, con una popolazione inebetita e diso-rientata, tanto da perdere la cognizione della realtà.Tanti bolognesi morirono anche sui vari fronti e i sol-dati che tornarono dovettero affrontare il dolorosis-simo incontro con le madri, le mogli e le fidanzate dichi non sarebbe più tornato: fu un rientro mesto e pe-noso… erano logori, avviliti e scettici; nessuno ebbe laqualifica di eroe, ma ci fu addirittura un certo imba-razzo, una certa freddezza. Fu un rientro nella quotidianità colmo di tanti inter-rogativi tenuti per sé (in fondo al cuore) e che, per il ti-more di non essere creduti, si trasformarono in unrimuginare senza risposte: eppure sapevano di aver

fatto di tutto per la salvaguardia della loro dignità,vuoi come persone, vuoi come soldati. Essi non pote-rono descrivere le loro sofferenze, le struggenti no-stalgie, la grande fame e le tante angherie patite, ildolore per l’amico morto tra le loro braccia e le umilia-zioni subite quando, da veri “resistenti”, preferironola deportazione e il lavoro coatto vietato dalla Con-venzione di Ginevra anziché sottostare al nazifasci-smo: su tutto prevalse la “pancia” e la voglia di vivere. Rovistando tra i ricordi personali, vorrei fare un amar-

cord del terribile settembre 1943. Quando, bambinomartoriato per l’esplosione di una bomba a mano, mitrovavo a dibattermi tra la vita e la morte all’ospedaleS. Orsola di Bologna, con accanto un altro bambino,Gianni, nelle mie stesse condizioni. In piedi, duemamme che cercavano di non farci sentire i loro sin-ghiozzi e, fuori, un lungo e ampio corridoio che, inoccasione dei bombardamenti, si riempiva di un’in-finità di mutilati e nell’aria un grossissimo, continuo eindistinto urlo fatto di singoli gemiti, grida di doloree richieste di aiuto, un tremendo urlo “collettivo” chepenetrava nella mia cameretta, giungendo alle mieorecchie fino a sconvolgermi (ero un bambino im-paurito, impotente e ignaro di ciò che accadeva fuori). Lo stesso è accaduto a migliaia e migliaia di altri bam-bini colpiti da un razzo, dall’esplosione di una spo-letta, di una penna stilografica, un portasigarette, unabambolina o un “uccellino” oppure un altro giocat-tolo od oggetto esplosivo lucente per attirare l’atten-zione, seminascosti tra i calcinacci o in un cespuglio oin mezzo a una siepe o in un buco di un muro semi-crollato, messi lì a bella posta per ordine di un “bene-

Brigata toni matteotti (Foto: museodellaresistenza-

dibologna.it)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 40

Page 41: Pace & Solidarietà

41Pace & Solidarietà N. 2-2015

merito” stratega che, per i dolori e la rabbia che provo-cava, credeva di far prima a vincere: giocattoli che avreb-bero dovuto arrecare gioia e, invece, rubarono agli ignaribambini talora la vita, talaltra gli occhi, le mani, le gambe.Dico ironicamente: “Grazie ‘umanissimi’ adulti, grazie ‘il-luminato’ stratega!”.Bologna, come tutta l’Italia, era una polveriera a cieloaperto, disseminata di questi balocchi: occorreva su-bito disinnescare, bonificare e, ancor prima, mettere inguardia dai rischi. Ma intanto, ogni giorno, venivanouccisi o feriti centinaia e centinaia di bambini che an-davano a moltiplicare i futuri “mutilatini di don Gnoc-chi”, il generoso sacerdote – poi beatificato, a cui va ilnostro riconoscimento – che li raccolse, li spronava e liincoraggiava ad istruirsi e ad apprendere un mestiere,dimostrando così che ce la si poteva ancora fare. Dopo la fine della guerra l’aria, purtroppo, restò sa-tura di rancori, accuse, recriminazioni e odi insanabiliche sfociarono in una “seconda guerra civile” che siprotrasse fino al 1948, con vendette, uccisioni, illega-lità numerosissime e ingiustificate, con ombre e stra-scichi incresciosi e dolorosissimi anche per ilmovimento della Resistenza. Solo più tardi si sentì il bisogno di far cessare i veleni.Dall’infimo livello in cui si era precipitati nacque ilpassaparola di dover ricostruire e rimettere l’Italia inpiedi: era il sogno che tutti nutrivano in cuore e, dopoterribili prove, tornò il ritrovato gusto della libertà,della democrazia e di un prospero vivere civile. Questo è ciò che voleva la Resistenza autentica: senzadi essa l’Italia sarebbe stata diversa e sicuramente peg-giore; questo “secondo Risorgimento” ha un valore

fondamentale, è un patrimonio di tutti che deve es-sere salvaguardato perché è stato la premessa per lanuova Costituzione nei cui principi si trasferirono isuoi valori: il 25 aprile 1945 è una data simbolo chedovrebbe unire tutti gli italiani. Per non spezzare il filo della memoria, colleghiamoora il passato remoto al passato prossimo e al presentee prendiamo atto che il calvario tremendo avutosinella guerra civile del 1945-’48 si è ripetuto anche suc-cessivamente con una serie di gravissime violenze:vengono alla mente la strage del 2 agosto 19802, i de-litti della banda della Uno bianca3 e l’assassinio delprofessor Biagi4, eseguiti dai più recenti nemici dellacivile e pacifica convivenza nella nostra Bologna. È vero che i caduti e i mutilati – anche se di ideolo-gie diverse, anche se combattenti in schieramenticontrapposti – meritano rispetto e religiosa pietà.Occorre, tuttavia, precisa Tina Anselmi, che “non siimbroglino le carte, non si possono cancellare le dif-ferenze e stravolgere il passato e, proprio per questo,non si può chiedere di onorare i caduti qualunquefosse la loro ideologia politica e qualunque fosse loschieramento in cui avevano combattuto: è un fatto,gli schierati non erano entrambi dalla parte giusta, néavevano lo stesso peso morale e diverse erano le ra-gioni per le quali sacrificarono le loro vite”. “I parti-giani erano dalla parte giusta e i repubblichini dallaparte sbagliata” e furono i partigiani ad avere il corag-gio di battersi per il riscatto della coscienza nazionale. Se gli uni fecero la scelta giusta e gli altri la scelta sba-gliata, se gli uni stanno dalla parte vincente e gli altridalla parte perdente, si possono, poi, porre sullo stessopiano, valutarli e onorarli nello stesso modo quando,sempre e dovunque, agli uni si riservano il premio el’alloro e agli altri si chiede di avere un po’ di riserva-tezza? Volerli porre, ad ogni costo, sullo stesso pianosignifica voler stravolgere e strumentalizzare la storia. Poiché, tuttavia, è assurdo protrarre all’infinito questacontrapposizione e mantenere vive le braci sotto lacenere, per superare le antiche e persistenti contrap-posizioni, spegnere i focolai di intolleranza e metterenella faretra le frecce affilate sempre pronte a ferire,invece di ricordare tutto o, addirittura, incoraggiarele vecchie lacerazioni e soffiare sul fuoco, a volte è pre-feribile dimenticare un poco per contribuire, con la

divisione modena (Foto: museodellaresistenzadi-

bologna.it)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 41

Page 42: Pace & Solidarietà

42 Pace & Solidarietà N. 2-2015

medicina dell’oblìo, a far pace. In ogni caso, noi con-fidiamo in voi giovani, figli e nipoti dei primi attori: inun dibattito-dialogo, voi chiarirete i dubbi e capiretele scelte ideologiche di allora e individuerete le even-tuali responsabilità con una generosità di rapporti e in-tenti che sicuramente sortiranno pace ecomprensione, spazzando via la nuvolaglia che an-cora persiste. I giovani hanno bisogno di unità, di con-divisione, di un impegno di tutti per una civile eprospera convivenza. Lasciamo loro la gioia dellacondivisione del 25 aprile, data simbolo per una ri-presa che necessita di armonia e collaborazione, con-trari ai monologhi e ad un dialogo “chiacchierata” oad un buonismo vuoto che non vanno a costruirenulla, ma un dialogo-condivisione, un dialogo-par-tecipazione proprio di quella cittadinanza attiva chein molti auspichiamo. Sarete ancora voi giovani, come70 anni fa, a fare ciò che i padri e i nonni non sono staticapaci perché troppo legati a vicende personali. Voi giovani riuscirete a mettere una pietra sul pas-sato, a trovare la sperata concordia e a correggere ladeformazione negli atteggiamenti espressa fin qui ecosì sconfiggere l’hybris (tracotanza orgogliosa chenell’antica Grecia gli dèi giustamente punivano), allaquale in troppi si sono abbandonati e, così, approdaree ritrovarci in una memoria condivisa, riconoscendoalla Resistenza il merito di averci condotto alla finedella guerra, della monarchia, dello Statuto Albertino,della discriminazione tra uomini e donne e tra razzae razza, alla nascita della Repubblica e all’emanazionedi una nuova Costituzione imperniata sui valori an-tifascisti e fondativi di libertà, democrazia, solidarietà,“uguaglianza effettiva senza distinzione di sesso,razza, lingua, religione, opinioni politiche, condizionipersonali e sociali” e al ripudio della guerra, quindialla pace. Sarà anche naturale che, dopo 70 anni, tanti ammini-stratori e politici compresi, non sappiano dei fatti dellaSeconda Guerra Mondiale: sarà forse a causa dellalontananza o, più probabilmente, per l’egoismo –sempre più la regola –, ma anche se non hanno co-nosciuto l’estrema durezza della vita, subìto la perditadi una persona cara o la mutilazione di sé o di altri oabbiano subito violenza sui sentimenti, non è ac-cettabile che fatti così gravi, pur se lontani, abbiano

perso significato. Pertanto, rivolgendomi ai giovani dico: il ricordo saràla vostra forza e il vostro impegno, costituirà la linfache impedirà di cadere nell’indifferenza, a voi andrà iltestimone se ricorderete sempre il passato, cosicchénon si ripeteranno i tragici eventi che abbiamo vissuto. Noi bolognesi non dimenticheremo mai i gravi fattiche hanno coinvolto la nostra città né l’entusiasmo ge-nerale per l’arrivo attraverso Strada Maggiore delleForze Alleate, con in testa i polacchi, i quali – al motto“Per la vostra e per la nostra libertà” – issarono la lorobandiera sulla Torre Asinelli, sul punto più alto dellacittà, seguiti dagli angloamericani della 34ma divi-sione di fanteria e l’intera V armata con a capo il Ge-nerale Clark e i nostri soldati del regio esercito (brigateLegnano, Friuli e Folgore), risaliti con gli Alleati dalMeridione con la qualifica di “cobelligeranti” e, moltopiù tardi, di “corpo italiano di liberazione” e i parti-giani che, ordinata la sollevazione generale, avevanooccupato per primi i punti nevralgici della città. Vorremmo che questa fosse l’occasione per ricordaree riflettere per non dimenticare il passato se non sivuole che lo Stato e la società civile si avviino a un ine-vitabile declino. È questa l’occasione per visitare i monumenti e ono-rare i caduti di tutte le guerre e del terrorismo: noi in-tendiamo testimoniare l’assurdo della guerra e, più ingenerale, l’assurdo della violenza dell’uomo sul-l’uomo e siamo consapevoli che queste tragedie di-pendono dal nostro impegno per la giustizia, per lapace e per la solidarietà, con cui ci misuriamo nellenostre scelte quotidiane.

l’viii armata passa i fiumi uniti (Foto: museodel-

laresistenzadibologna.it)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 42

Page 43: Pace & Solidarietà

43Pace & Solidarietà N. 2-2015

ari ragazzi,vi ringrazio dell’invito che mi avete fatto a lavo-rare con voi nella “Fabbrica della pace”! È un belposto di lavoro perché si tratta di costruire una so-cietà senza ingiustizie e violenze, in cui ogni bam-bino e ragazzo possa essere accolto e crescerenell’amore. c’è tanto bisogno di fabbriche dellapace, perché purtroppo le fabbriche di guerra nonmancano! La guerra è frutto dell’odio, dell’egoi-smo, della voglia di possedere sempre di più eprevalere sugli altri. E voi, per contrastarla, vi im-pegnate a diffondere la cultura dell’inclusione,della riconciliazione e dell’incontro.In questo progetto siete coinvolti in tanti: voialunni delle scuole, appartenenti a diverse etnie ereligioni; la fondazione “La Fabbrica della Pace”,che ha promosso questo progetto educativo; gli

insegnanti e i genitori; il Ministero dell’Istruzione;e la Conferenza Episcopale Italiana. È un bel cam-mino, che richiede coraggio e fatica perché tutticomprendano la necessità di un cambiamento dimentalità, per garantire sicurezza ai bambini delPianeta, in particolare a quelli che abitano in zonedi guerra e di persecuzione. Tenendo conto dellevostre domande vorrei darvi alcuni suggerimentiper lavorare bene in questo cantiere della pace.Prendo spunto proprio dall’espressione “Fabbricadella pace”. il termine “fabbrica” ci dice che lapace è qualcosa che bisogna fare, bisogna co-struire con saggezza e tenacia. Ma per costruireun mondo di pace, occorre incominciare dal no-stro “mondo”, cioè dagli ambienti in cui viviamoogni giorno: la famiglia, la scuola, il cortile, la pa-lestra, l’oratorio… Ed è importante lavorare in-

L’11 MAGGIO IL PONTeFICe AGLI ALuNNI ITALIANI

la guerra è frutto di odio, egoismo e desiderio di prevaricazione. Bisognaimpegnarsi a diffondere, invece, la cultura dell’incontro e dell’inclusione

la Fabbrica della pace

PaPa FRancesco

Papa Francesco

«C

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 43

Page 44: Pace & Solidarietà

44 Pace & Solidarietà N. 2-2015

sieme alle persone che vivono accanto a noi: gliamici, i compagni di scuola, i genitori e gli educa-tori. C’è bisogno dell’aiuto di tutti per costruire unfuturo migliore. Agli adulti, anche alle istituzioni,compete di stimolarvi, sostenervi, educarvi ai va-lori veri. E voi, mi raccomando, non arrendetevimai, nemmeno di fronte alle difficoltà e alle in-comprensioni. ogni vostra azione, ogni vostrogesto nei confronti del prossimo, può costruirepace. Ad esempio, se vi capita di litigare con uncompagno, fare subito pace; o chiedere scusa aigenitori e agli amici quando si è mancato in qual-cosa. il vero costruttore di pace è uno che fa ilprimo passo verso l’altro. e questa non è debo-lezza, ma forza, la forza della pace. Come pos-sono finire le guerre nel mondo, se noi non siamocapaci di superare le nostre piccole incompren-sioni e i nostri litigi? I nostri atti di dialogo, di per-dono, di riconciliazione, sono “mattoni” cheservono a costruire l’edificio della pace.Un’altra cosa molto bella della vostra “Fabbrica” èche non ha frontiere: si respira un clima di acco-glienza e d’incontro senza barriere o esclusioni. Difronte a persone che provengono da Paesi ed etniedifferenti, che hanno altre tradizioni e religioni, ilvostro atteggiamento è quello della conoscenza edel dialogo, per l’inclusione di tutti, nel rispettodelle leggi dello Stato. E poi avete capito che percostruire un mondo di pace è indispensabile inte-ressarsi alle necessità dei più poveri, dei più soffe-renti e abbandonati, anche quelli lontani. Penso atanti vostri coetanei che solo per il fatto di essere

cristiani sono stati cacciati via dalle loro case, dailoro Paesi, e qualcuno è stato ucciso perché tenevain mano la Bibbia! E così il lavoro della vostra “fab-brica” diventa veramente un’opera di amore.Amare gli altri, specialmente i più svantaggiati, si-gnifica testimoniare che ogni persona è un dono diDio. Ogni persona!Ma proprio la pace stessa è dono di Dio, un donoda chiedere con fiducia nella preghiera. Per questoè importante non solo essere testimoni di pace edi amore, ma anche testimoni di preghiera. La pre-ghiera è parlare con Dio, il nostro Padre che è neiCieli, e confidargli i desideri, le gioie, i dispiaceri.La preghiera è chiedergli perdono ogni volta chesi sbaglia e si commette qualche peccato, nella cer-tezza che Lui perdona sempre. La sua bontà versodi noi ci spinge ad essere, anche noi, misericordiosiverso i nostri fratelli, perdonandoli di cuorequando ci offendono o ci fanno del male. E, infine,la pace ha un volto e un cuore: il volto e il cuore diGesù, il Figlio di Dio, che è morto sulla croce ed èrisorto proprio per donare la pace ad ogni uomo ea tutta l’umanità. Gesù è “la nostra pace” (Ef 2,14),perché ha abbattuto il muro dell’odio che separagli uomini tra loro.Ecco, cari ragazzi, e cari amici, quello che volevodirvi. Vi ringrazio ancora per avermi coinvoltonella “Fabbrica della pace”. Lavoriamo insiemein questo grande cantiere. Vi chiedo, per favore,di non dimenticarvi di pregare per me. Da partemia, vi ricordo con affetto, prego per voi e vi be-nedico».1

1 Fonte: www.vatican.va (ns i grassetti)

“Perché tanti potenti non vogliono la pace? Per-ché vivono delle guerre”. La questione diventalimpida nelle parole di Papa Francesco nellostraordinario dialogo dell’11 maggio 2015 coni bambini delle scuole primarie di Roma pre-senti in Aula Nerviall’udienza organizzata dallaFondazione “Fabbrica della pace”.Infatti – secondo quanto riferisce l’Agenzia di

stampa Agi – secondo il Papa dietro le guerrec’è sempre anche “l’industria delle armi”.“Questo è grave: alcuni potenti – conclude –guadagnano la vita con la fabbrica delle armi ele vendono a questo paese perché vada controquello... È l’industria della morte, la cupidigiache ci fa tanto male, la voglia di avere più de-naro”.

Quei potenti che vivono delle guerre

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 44

Page 45: Pace & Solidarietà

45Pace & Solidarietà N. 2-2015

1 Saluto il sindaco di Pesaro Matteo Ricci, il presidente della Provincia, tutte le autorità politiche, civili, i rappresentanti delle Forze Armate e dei corpidi polizia operanti sul nostro territorio, le autorità religiose e naturalmente saluto tutti voi, i cittadini di Pesaro, venuti oggi a festeggiare il 69° Anni-versario della Repubblica Italiana. Permettetemi un saluto particolare a sua eccellenza il prefetto dott. Luigi Pizzi che ha inserito nel programma di oggianche il discorso di un rappresentante del Coordinamento delle associazione combattentistiche e d’arma. Eccellenza, penso che questa sia la prima volta,e di questo la ringrazio sia personalmente che a nome di tutto il nostro coordinamento.

2 la citazione classica di Hobbes è homo homini lupus (“l’uomo è lupo per l’uomo”, in riferimento a un istinto ferino di sopraffazione proprio dellostato di natura. Da ciò che noto l’espressione è stata utilizzata per la prima volta da Plauto), ndr

3 Stato assolutistico incarnato nel monarca, ndr4 Secondo Hobbes per consentire al sovrano di mantenere l’ordine bisogna che gli uomini passino dallo stato di sopraffazione tipico dello stato di

natura allo stato civile: a questo scopo bisogna alienare tutti i diritti al monarca, che li restituisce in cambio di una rinuncia alla libertà sciolta da ognivincolo. Infatti, scrive la Treccani, “questo stato di libertà assoluta diventa immediatamente anarchia e stato di guerra. Proprio l’uguaglianza naturalerende tale stato una guerra senza confini e senza soluzione […], perché nessun vincitore sarà mai tanto più forte degli altri da non temere di essere asua volta ucciso con la forza o con l’inganno. Inoltre, tale guerra impedisce di fruire realmente dell’enorme libertà di cui l’uomo potrebbe godere”. Dun-que, prosegue la Treccani, “la società civile nasce con l’uscita da questo stato di povertà e di paura. Ma per fondare la società sarà necessario cambiaretutto: gli uomini devono darsi nuove regole di condotta morale e sociale senza assumere nient’altro che l’uguaglianza e l’antagonismo di partenza; nonhanno nulla da portarsi fuori dallo stato di natura; non ci sono, per esempio, diritti innati variamente definiti che poi la società politica sarà chiamataa rispettare, perché nello stato di natura esiste solo lo ‘ius in omnia’, causa di guerra. Si impone così la necessità di istituire una realtà di convivenza to-talmente nuova (la società civile), la cui legittimazione è costituita da un patto di unione liberamente sottoscritto sulla base di un calcolo razionale e difinalità soggettive, prima tra tutte la garanzia della vita”, ndr

5 Celebre la sua “Lettera sulla tolleranza” (1689), in cui scrive: “Lo Stato è, a mio modo di vedere, una società umana costituita unicamente al finedella conservazione e della promozione dei beni civili. Chiamo beni civili la vita, la libertà, l'integrità fisica e l'assenza di dolore, e la proprietà di og-getti esterni, come terre, denaro, mobili, ecc.”. Però, a differenza di Hobbes, la società civile non può essere costituita affidandosi a una volontà asso-luta, cioè all'arbitrario dominio di un sovrano, ndr

“[…]1 Poco fa abbiamo deposto delle corone d’alloronel sacrario dentro la Cappella Sant’Ubaldo Un

luogo simbolo perché rappresenta la memoria dei ca-duti delle nostre guerre. Ma è anche un simbolo per noidel Coordinamento del lavoro infaticabile e carico dipassione di un uomo che ha creduto nelle nostre asso-ciazioni e che ha contribuito a far sì che la Cappella san-t’Ubaldo diventasse sempre più una perla della nostracittà (Pesaro, ndr), fruibile non solo in queste ricorrenze,ma tutto l’anno.Rivolgo il mio sguardo al cielo e saluto con un grande ab-braccio il Granatiere Franco Giorgini. Oggi celebriamo la fondazione della Repubblica ita-liana ed è sempre bene che un Paese si fermi a ricordarele proprie fondamenta, i motivi e le ragioni della sua con-vivenza. Certo, per noi che non abbiamo vissuto il periododella Monarchia ci sembra di parlare di un mondo lon-tano, di una cosa scontata. Ma così non è. In questo contesto vorrei ripercorrere brevemente la sto-ria del pensiero che ci ha condotto al presente. Partiamodal concetto di assolutismo, come quello esposto nel Prin-

cipe di Machiavelli [scritto nel 1513], passando per il Le-viatiano di Hobbes [pubblicato nel 1651], il quale procla-mava che per ciascun uomo ogni altro è, come lui, unconcorrente avido di potenza sotto tutte le forme2. Da qui,quindi, il trasferimento del potere a un Leviatano3del di-ritto naturale al possesso di ogni cosa4. L’assolutismo èstato “minato” concettualmente alla sua radice da pen-satori come Locke5 e Montesquieu, secondo cui si po-

IL 2 GIuGNO 2015 NeLLe MARChe

Ricordare le nostre origini è fondamentale per la pace: la costituzione è la nostra stella polare

le radici della Repubblica

davide ventuRiVicecoordinatore delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma

l'autore col sindaco di Pesaro matteo Ricci e il Pre-

sidente della Provincia locale

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 45

Page 46: Pace & Solidarietà

46 Pace & Solidarietà N. 2-2015

teva ottenere la Libertà solo tramite [la limitazione e ] ladistribuzione dei poteri. Siamo stati illuminati dal “Con-tratto sociale”6di Rousseau, per approdare, infine, alle ri-voluzioni democratiche che portarono alle due primegrandi Repubbliche: quella degli Stati Uniti d’America equella Francese.Mi soffermo un attimo sulla parola Repubblica.Con questotermine i romani definirono la nuova forma di organizza-zione del potere dopo la cacciata dei Re. Infatti, la Res pu-

blicaera la cosa pubblica, del popolo, il bene comune. NellaRepubblica l’attore principale è la virtù, che porta ad ante-porre il bene dello Stato al proprio particolare interesse.La costituzione repubblicana, come scrisse Kant nella suaopera “Per la Pace Perpetua”, “è l’unica perfettamenteadeguata al diritto degli uomini, ma è anche la più diffi-cile da istituire e più difficile da conservare tanto che sonoin molti ad affermare che lo Stato dovrebbe essere unoStato fatto di Angeli, perché gli uomini, con le loro ten-denze egoistiche, non sono all’altezza di una forma cosìsublime”.Bene, il cittadino italiano e i nostri governi non hanno maiambito a ricoprire un ruolo celeste di kantiana memoria,ma hanno dimostrato di essere all’altezza della Costitu-zione, di apprezzarne i principi e di lavorare per far sì chei suoi articoli venissero applicati nella loro interezza. Gliitaliani 69 anni fa si sentirono, per la prima volta nella sto-ria, artefici e protagonisti del proprio presente.Il 2 giugno del 1946, oltre a scegliere la forma di governo(Repubblica), i cittadini italiani (e per la prima voltaanche le donne) elessero anche i componenti dell'As-semblea Costituente7 che doveva redigere la nuovaCarta costituzionale8.Oggi è la giornata giusta per ribadire che la Costituzioneè il nostro faro, la nostra stella Polare, e che bisogna vivereil presente come i padri costituenti la scrissero: supe-rando con la dialettica e il confronto tutti i particolarismie gli egoismi che caratterizzano l’uomo. Ma questa ricorrenza ci offre anche l’opportunità per ri-proporre a tutti l’importanza del valore delle associa-zioni – come quelle che io oggi rappresento – che si sonosempre impegnate nel tenere vivo il ricordo dei sacrifici;che, con la loro partecipazione, hanno contribuito e con-

tribuiscono a tenere alto il valore delle istituzioni e raf-forzare il concetto di Libertà. Perché come ha scritto un famoso poeta-cantante (Gior-gio Gaber):“La libertà non è star sopra un albero

non è neanche il volo di un moscone

la libertà non è uno spazio libero

libertà è partecipazione”.

E noi oggi siamo qui per partecipare.

Viva l’Italia, viva la Repubblica”.

6 Pubblicato nel 1762, ndr7 ....8 essa venne redatta da un’apposita Commissione composta da 75 membri, poi approvata dall’intera assemblea il 22 dicembre 1947 e pubblicata

sulla Gazzetta Ufficiale il 27 dicembre. Entrò in vigore il primo gennaio 1948, ndr

Nel corso della giornata del 2 giugno 2015 è statacelebrata a Pesaro la ricorrenza del 69° Anniversa-rio della Fondazione della Repubblica. Al mattino,preceduta dalla deposizione di una corona pressola Cappella votiva di S. Ubaldo, si è svolta in Piazzadel Popolo, alla presenza delle autorità e con vastapartecipazione dei cittadini e di giovani studenti,la cerimonia istituzionale a cui il Prefetto Luigi Pizziha dato avvio con la rassegna dei reparti schierati.A seguire la solenne cerimonia dell’Alzabandieraaccompagnata dalle note dell’Inno di Mameli ese-guita dalla banda musicale di Colombarone di Pe-saro; l’evento è culminato con la lettura delmessaggio del Presidente della Repubblica daparte del Prefetto e le allocuzioni celebrative delVice Presidente delle Associazioni Combattentisti-che e d’Arma, del Presidente della Provincia di Pe-saro e Urbino e del Sindaco di PesaroNel pomeriggio, presso il Salone Metaurense dellaPrefettura, si è proceduto alla consegna di sedicidiplomi di onorificenza dell’Ordine al Merito dellaRepubblica Italiana e di due medaglie d’onore allamemoria dei deportati e reduci dai lager nazistidurante il secondo conflitto mondiale. L’evento ce-lebrativo programmato presso la Prefettura si èconcluso con il concerto dell’Orchestra di fiati delConservatorio Statale di Musica “G. Rossini” di Pe-saro diretta dal Maestro Michele Mangani.

la ricorrenza a Pesaro

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 46

Page 47: Pace & Solidarietà

47Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il trattamento complessivo spettante a titolodi pensione di guerra ai grandi invalidi con

particolari assegni di superinvalidità è compo-sto – oltre che dal trattamento base – da unaserie di assegni accessori, che però solo in partesono liquidati d’ufficio. In particolare, vengonoliquidati d’ufficio l’assegno di superinvalidità el’indennità di assistenza e di accompagna-mento. Sono però liquidate a domanda l’inte-grazione all’indennità di accompagnamentosostitutiva del secondo e terzo accompagna-tore e l’ulteriore integrazione prevista dallalegge n.422/90 per le situazioni di particolaregravità.Queste integrazioni hanno un importo molto ri-levante ed è, pertanto, fondamentale attivarsitempestivamente, non appena viene ricono-sciuta una qualifica che dia ad esse diritto.L’art.6 della legge n.261/1991 prevede, infatti,che queste integrazioni abbiano la stessa decor-renza della pensione base, qualora la relativadomanda sia stata presentata entro un anno dalriconoscimento della superinvalidità (che essepresuppongono). In caso contrario, la decor-renza è quella del mese successivo alla datadella domanda.Per verificare che queste integrazioni siano pre-senti nel trattamento in essere, vi consigliamo diconfrontare l’importo in pagamento con l’im-porto riportato nella nostra rivista nel primo nu-mero dell’anno.Le categorie di superinvalidità che sono inte-ressate da questa problematica sono:

Lettera A

- alterazioni organiche e irreparabili di ambo gliocchi che abbiano prodotto cecità bilaterale as-soluta e permanente;- perdita anatomica o funzionale di quattro artifino al limite della perdita totale delle due manie dei due piedi insieme;- lesioni del sistema nervoso centrale (encefalo emidollo spinale) che abbiano prodotto paralisitotale dei due arti inferiori e paralisi della ve-scica e del retto (paraplegici rettovescicali);- alterazioni delle facoltà mentali tali da richie-dere trattamenti sanitari obbligatori in condi-zioni di degenza nelle strutture ospedalierepubbliche o convenzionate.

Lettera A-bis

- perdita di ambo gli arti superiori fino al limitedella perdita delle due mani;- disarticolazione di ambo le cosce o l’amputa-zione di esse con la impossibilità assoluta e per-manente dell’applicazione di apparecchio diprotesi.

integrate indennità di accompagnamento per superinvalidi

Dal primo febbraio 2015 le Ragionerie Ter-ritoriali dello Stato di Biella, Crotone,

Enna, Lecco, Lodi, Massa Carrara, Prato, Ri-mini, Verbania e Vibo Valentia sono state chiuse

chiuse dieci Ragionerie territoriali dello stato

NOTIZIe uTILI

Paolo iacoBazzi

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 47

Page 48: Pace & Solidarietà

48 Pace & Solidarietà N. 2-2015

ed accorpate a quelledi altre province, inesecuzione del pianodi riduzione degli uf-fici periferici del MEF(Ministero dell'Eco-

nomia e delle Finanze) deciso da tempo.Com’è noto, le Ragionerie Territoriali dello Statosono gli uffici competenti per tutto ciò che con-cerne le pensioni di guerra e ad esse vanno in-dirizzate tutte le istanze in materia. Indichiamodi seguito a quali Ragioneria Territoriale delloStato (RTS) devono ora rivolgersi i residenti

nelle province oggetto dell’accorpamento:Provincia nuova Rts di residenza di competenzaBiella VercelliVerbania NovaraLecco ComoLodi PaviaRimini Forlì-CesenaMassa-Carrara LuccaPrato FirenzeVibo Valentia Reggio CalabriaCrotone CatanzaroEnna Caltanissetta

Nella circolare n.17/E del 24 aprile 2015l’Agenzia delle Entrate ha specificato quali

agevolazioni fiscali possono spettare per i con-tributi che vengono volontariamente erogati aONLUS per il trasporto dei disabili che necessi-tano di cure mediche periodiche.L’Agenzia ha ritenuto di dover distinguere duetipologie di contributi, che devono essere di-stinte in base all’esame caso per caso della docu-mentazione attestante la natura del rapporto trail disabile e la onlus. Qualora i contributi siano delle erogazioni li-berali, indipendenti dal servizio di trasporto –seppure erogati in occasione di questo – l’age-volazione fiscale spettante sarà quella prevista

in generale per le donazioni alle onlus.Se invece si tratta di un corrispettivo, anche a for-

fait, per il servizio di trasporto, la relativa spesasarà detraibile per l’intero importo quale spesasanitaria, fermo restando che la onlus dovrà ri-lasciare regolare fattura.

detraibilità spese per trasporto disabili

Nella circolare n.17/E del 24 aprile 2015l’Agenzia delle Entrate ha chiarito che

anche alla riparazione (e non solo all’installa-zione) degli adattamenti realizzati sulle auto-vetture delle persone disabili e al costo deiricambi relativi agli adattamenti, possa essereapplicata l’aliquota IVA agevolata del 4 percento. Per tali spese è altresì possibile fruiredella detrazione IRPEF, purché non si superi illimite massimo di spesa quadriennale di18.075,99 euro.

iva agevolata per adattamenti autovetture disabili

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 48

Page 49: Pace & Solidarietà

49Pace & Solidarietà N. 2-2015

1 con la nota n.7989 del 13/2/2015

Non c’è dubbio che il settore previdenziale èquello che, negli ultimi anni, ha subìto il

maggior numero di riforme e modifiche, fino a di-ventare un vero e proprio labirinto in cui è diffi-cile orientarsi. Senza addentrarci nei dettagli, diseguito cercheremo di fare il punto su alcuni par-ticolari aspetti previdenziali che riguardano i pen-sionati di guerra o, più in generale, i lavoratori condisabilità.

Beneficio di legge e sistema contributivoA seguito di un quesito posto dall’AssociazioneNazionale Vittime Civili di Guerra1, l’INPS ha con-fermato che il beneficio di cui all’art.2, comma 1,della legge n.336/70 (i cosiddetti “tre scatti” sullapensione) è applicabile anche alle pensioni o allequote di pensione calcolate con il sistema contri-butivo. In questo caso, sui beneficiconcessi viene calcolato un montantecontributivo pari al 33% di detto im-porto. Questo, a sua volta, sarà molti-plicato per il coefficiente previsto dallalegge. Con queste indicazioni l’INPSha sostanzialmente confermato la va-lidità generale dell’orientamento giàespresso a suo tempo per le vittimedel terrorismo e delle stragi (con la cir-colare n.113 del 19 Ottobre 2005).Ricordiamo che il beneficio di cui al-l’art.2, comma 2, della legge n.336/70(la concessione della qualifica o dellaclasse di stipendio superiore) – pur es-sendo formalmente ancora in vigore –può trovare applicazione solo nei casi

in cui la qualifica o classe superiore sia attribuibilecome “normale svolgimento della carriera lavora-tiva” e, quindi, senza la necessità di procedureconcorsuali. Questo caso si verifica ormai molto dirado e, dunque, raramente questo beneficio trovaapplicazione nell’attuale contesto contrattuale.

maggiorazione di anzianità per lavoratori inva-lidi Ai sensi dell’articolo 80, comma 3, della legge 23dicembre 2000, n.388, ai lavoratori sordomuti – ov-vero agli invalidi per qualsiasi causa con invaliditàriconosciuta superiore al 74 per cento ovveroascritta alle prime quattro categorie – è attribuito arichiesta, con effetto dal 1° febbraio 2002, un bene-ficio di due mesi di contribuzione figurativa fino allimite massimo di cinque anni per ogni anno di

Benefici e agevolazioni per gli invalidi e i pensionati di guerra

nuove regole per le pensioni da lavoroPaolo iacoBazzi

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 49

Page 50: Pace & Solidarietà

50 Pace & Solidarietà N. 2-2015

servizio effettivamente svolto presso pubblicheamministrazioni o aziende private ovvero coope-rative (utile esclusivamente ai fini del diritto e dellamisura della pensione).È importante tenere conto che il beneficio non siconfigura come un accreditamento di contributisulla posizione assicurativa, ma determina sola-mente una maggiorazione di anzianità, che as-sume rilevanza solo in funzione delriconoscimento e della liquidazione del tratta-mento pensionistico. Una prima conseguenza diquesta natura è che la maggiorazione non è rico-noscibile ai fini diversi da quello a pensione, comeper esempio il diritto alla prosecuzione volontaria. Una seconda conseguenza – certamente più im-portante – è che questo beneficio non assume rile-vanza nel calcolo della quota di pensionecontributiva (per le pensioni a calcolo misto) ov-vero della pensione da liquidare integralmente conil sistema contributivo, dato che, secondo l’INPS, atal fine vanno considerati solo i periodi di contri-buzione effettiva, figurativa o volontaria versata oaccreditata sulla posizione assicurativa dell’inte-ressato.La maggiorazione è, invece, utile per il calcolo del-

l’anzianità, al fine di evitare le penalizzazioni chela legge attuale prevede per chi va in pensioneprima di avere i requisiti previsti.

Requisito anagrafico per la pensione di vecchiaiaper i lavoratori invalidiLa normativa in vigore prevede che, per l’accessoal pensionamento di vecchiaia, debbano sussisteredeterminati requisiti anagrafici, oltre che un’an-zianità contributiva pari a 20 anni. Questi requisitianagrafici variano di anno in anno, a seconda delmodificarsi della cosiddetta “speranza di vita”2.È importante sapere che, per gli invalidi “in mi-sura non inferiore all’80%”, continua ad applicarsiil vecchio limite di età di 60 anni per gli uomini edi 55 anni per le donne, in virtù della norma di sal-vaguardia contenuta nell’art.1, comma 8, del De-creto n.503/1992.La sussistenza di questo requisito deve essere cer-tificata dagli uffici sanitari dell’INPS. Il riconosci-mento eventualmente già operato da altro ente –come ad esempio quello della Commissione me-dica per le pensioni di guerra – costituisce ele-mento di valutazione per la formulazione delgiudizio medico-legale.

2 è la durata della vita prevista per i nuovi nati, attualmente in Italia pari a 80,2 anni per gli uomini e a 84,9 per le donne, ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 50

Page 51: Pace & Solidarietà

51Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il Presidente Nazionale dell’ANVCG, l’avv. Giu-seppe Castronovo, ha voluto rendere omaggio alle

vittime civili di guerra custodite nel Sacrario di Marza-botto (Bologna), coinvolgendo in prima persona ilConsiglio Nazionale dell’Associazione. Il 28 maggio ilPresidente Provinciale di Bologna e dell’Emilia Roma-gna dell’ANVCG, il dott. Giovanni Battista Zamboni,ha preso contatto con l’ing. Romano Franchi, Sindacodi Marzabotto, il quale ha apprezzato l’iniziativa of-frendo gentilmente per l’evento la Sala consiliare delComune.Nel pomeriggio si sono recati al Sacrario tutto il Consi-glio Nazionale dell’ANVCG, il Segretario generale avv.Roberto Serio, presente anche il Sindaco con i PresidentiProvinciali dell’Emilia Romagna dell’Associazione,Dopo il suono di tromba, che ha eseguito anche il “Si-lenzio fuori ordinanza”, in un’atmosfera di commozioneè stata deposta una corona d’alloro davanti all’altare. Accompagnati dalla guida Edda Rossi che da anni,come volontaria, svolge questo compito, si sono recatia bordo di due pullman sui luoghi dell'eccidio e hanno

ascoltato il racconto degli episodi più toccanti.“La visita a Marzabotto, anche da parte del ConsiglioNazionale dell'ANVCG – ha affermato il PresidenteCastronovo –, l’abbiamo sentita come doverosa, inquanto quella località ha avuto 1830 vittime civili am-mazzate dai tedeschi. Noi volevamo rendere onore aquesti caduti innocenti che la Seconda guerra mon-diale, purtroppo, ha seminato ovunque. Perché que-sto? Perché vogliamo insegnare alle nuove generazioniche la guerra crea distruzione per tutti, non solo tra ivinti ma anche tra i vincitori. La guerra non è limitataai campi di battaglia, ma colpisce le popolazioni civili:i bambini, le donne, i lavoratori. Le bombe colpisconola popolazione civile e, indebolendola, si scoraggiano igoverni. La speranza grande dell'uomo dev'esserequella di non promuovere più guerre per nessuna ra-gione; ma bisogna affidare tutto al dialogo, ai colloqui,agli incontri fino a quando non si trovi una soluzioneche soddisfi le parti. Perché la pace produce giustizia,libertà, democrazia. La pace – ha concluso Castronovo– migliora l’umanità”.

a marzabotto in omaggio alle vittime

l’avv. giuseppe castronovo, Presidente dell’associa-

zione nazionale vittime civili di guerra

da destra g. B. zamboni (sez. emilia Romagna), R.

Franchi (sindaco di marzabotto), g. castronovo (Pre-

sidente anvcg) e R. serio (segr. gen. anvcg)

NOTIZIe DALLA PReSIDeNZA ANVCG

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 51

Page 52: Pace & Solidarietà

52 Pace & Solidarietà N. 2-2015

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 52

Page 53: Pace & Solidarietà

53Pace & Solidarietà N. 2-2015 53

1 quando fu liberata la città di Milano e di Torino, data – ricorda pratoreporter.it, sito diretto da Paolo Calamai – in seguito adottata come giornatasimbolica della Liberazione del nostro Paese dall'occupazione nazifascista, ndr

Il 25 aprile del 19451 viene comunementericordata dalla storiografia ufficiale

come la data della “Liberazione” del Po-polo Italiano dal giogo e dall’orrore del na-zifascismo. Col tempo la memoriaingiallisce, i ricordi dei vivi si attenuano enon mancano i tentativi di sminuirne il va-lore fondamentale per la rinascita della de-mocrazia italiana. Senza voler mitizzare o,peggio ancora, appropriarsene in modo fa-zioso, la Resistenza ha rappresentato unodei momenti più alti della storia del Paese.In quest’occasione il vento deve fischiareancora per ricordare i valori delle vittimecivili di guerra e per chi è caduto per darcila libertà. Da quel movimento spontaneo edi popolo, dal sacrificio dei tanti martiriche sacrificarono le loro giovani vite per unalto ideale nasce l’Italia moderna e la suaCostituzione, una delle più avanzate delmondo intero. Per cui è doveroso, primaancora che giusto, celebrare il valore ina-lienabile della Resistenza. Anzi, oggi comeallora, anche se in termini e condizioni di-versissime, tante sono le storture della so-cietà che debbono essere superate, tante leingiustizie sociali e troppe le sofferenze ed i di-sagi che tanta parte degli italiani tutt’ora sof-frono. Per cui, pur nella consapevolezza che ilraggiungimento della società perfetta rimaneuna bella utopia, ogni persona giusta e di buonsenso ha il dovere, nel ricordo di quel 25 Aprile1945, di impegnarsi per migliorare questo no-stro mondo ancora tanto ingiusto. Ricordo, in-

fine, che il 6 settembre i pratesi celebreranno il71° anniversario della liberazione di Prato e,come ogni anno, la sera alle 21:30 partirà la mar-cia della Pace da Villa Fiorita a Figline, luogodell'eccidio dei 29 martiri del paese. La nostraAssociazione, insieme ai suoi iscritti, sarà pre-sente alla deposizione della corona d'alloro almonumento ai Partigiani in piazza 29 Martiri.(Aurelio Frulli, Vice Presidente Nazionale ANVCG)

Asettant'anni dalla fine della II Guerra mon-diale, per ricordare i tanti bombardamenti

che colpirono la città di Brescia e la sua provincia,dove morirono sotto le macerie ed in seguito alle

Brescia commemora le vittime dei bombardamenti

la liberazione celebrata a PratoNOTIZIe DALLe SeZIONI DeLL’ANVCG

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 53

Page 54: Pace & Solidarietà

54 Pace & Solidarietà N. 2-2015

2 il primo attacco dal cielo in quelle zone fu il 25 Agosto 1915, quando gli austriaci bombardarono la Tempini, causando la morte di 6 operai e il fe-rimento di parecchi altri.

3 che ringraziamo anche per la loro collaborazione e partecipazione.

ferite riportate circa mille persone, la Se-zione di Brescia, Domenica primo Marzo2015, ha fatto celebrare una Santa Messaofficiata da Sua Eccellenza Mons. MarioVigilio Olmi, Vescovo Emerito della città.La cerimonia commemorativa, comeogni anno, è stata celebrata nel santuariodi Sant'Angela Merici, la cui chiesa fu col-pita proprio il 2 Marzo del 1945 mentreera in corso la Santa Messa dove, assiemeal parroco, perirono sotto le macerie 25persone e più di cento furono i feriti.Quel giorno non fu solo la chiesa di San-t'Angela ad essere colpita, ma tanti altri edifici eluoghi pubblici, stabilimenti e molte case privateoccupate da intere famiglie, alcune delle quali fu-rono completamente annientate. Alla fine di quel giorno si contarono più di ot-tanta morti e centinaia di feriti, che andarono aingrossare le file delle Vittime Civili di Guerra.Molti altri furono i bombardamenti dall'inizio delconflitto bellico. Il tragico “battesimo” di guerrabresciano avvenne dalle ore 13 alle 14 del giorno14 Febbraio 1944, proprio all'inizio del quintoanno di guerra. La città fu sorvolata e bombar-data da alcune decine di Fortezze Volanti, cheavevano come obiettivo alcuni punti strategicicome la stazione ferroviaria e alcune fabbriche.Quell'attacco, storicamente il primo della IIGuerra Mondiale nel bresciano2, vide purtroppocolpite chiese e abitazioni private: il bi-lancio delle vittime fu molto pesante. Gliordigni lanciati dai bombardieri semina-rono orrore, panico e distruzione: unatrentina furono i morti e un centinaio i fe-riti. A questo primo bombardamento neseguirono molti altri fino a quello piùviolento, con conseguenze più pesanti,del 13 Luglio 1944 quando, durante lanotte e poi in una seconda ondata nellatarda mattinata, i bombardieri scarica-rono sulla città un altissimo numero di

bombe che, oltre ai danni materiali di edifici pub-blici, a chiese, stabilimenti e case private, causa-rono la morte di 105 persone e il ferimento dioltre trecento. Monsignor Olmi, nell'omelia, dabuon conoscitore della storia e con la sua lungaesperienza di pastore, ha ricordato tutti questi av-venimenti non solo come cronaca, ma con unaforte riflessione sulla inutilità della guerra e suidanni da essa causati, non soltanto quelli mate-riali ma anche su quelli gravanti sullo spiritodella persona umana. Alla cerimonia di comme-morazione hanno assistito, oltre alle autorità civilie militari della città, molte Vittime Civili diGuerra, con il Presidente ed i Consiglieri dell'As-sociazione, molte Associazioni Combattentisti-che e d'Arma con i propri Labari3. (Il Presidente

della Sezione di Brescia Carlo Inverardi)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 54

Page 55: Pace & Solidarietà

55Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il 19 aprile 2015, su invito del Rettore del San-tuario del Divino Amore, Monsignor Pietro

Bongiovanni, la Sezione Interprovinciale diRoma e Rieti era presente all'evento della XIIFesta della Primavera, con tutto il Consiglio, socie con la partecipazione della Sezione Provincialedi Latina presieduta dal Cav. Sante Cerrone e isuoi soci, per un totale di circa 250 partecipanti.Ospitati durante la Santa Messa delle ore 11:00nella navata centrale tra le autorità, i soci raccoltinella solenne messa celebrata dal Cardinale S.E.Reverendissima Monsignor Nunzio Galantino,

Segretario Generale della CEI, dove alla finedella stessa, riuniti all'esterno per la solenne pro-cessione, hanno assistito all'atterraggio dell'eli-cottero del corpo forestale nella quale è stataprelevata la corona da donare alla Madonna.Durante la processione sono stati benedetti tuttii casolari vicini, fino al raggiungimento dellatorre del 1° miracolo dove sono state benedettele auto d'epoca.La stessa manifestazione è stata allietata dallabanda musicale del quartiere e da intratteni-menti per grandi e piccoli.

Festa della Primavera al divino amore

Festa della primavera al divino amore (Roma, 19 aprile 2015)

il consigliere nazionale antonio Bisegna (sulla destra) e l’ex

sindaco di Roma gianni alemanno (il secondo da sinistra) messa al divino amore

labaro dell'anvcg (sezione prov. di Roma)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 55

Page 56: Pace & Solidarietà

56 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il 17 marzo 2015 una rappresentanza delle Asso-ciazioni Combattentistiche e d’Arma con sede

presso la “Casa del Combattente” di Latina, è stata ri-cevuta nella Curia Vescovile da S.E. Mons. MarianoCrociata, Vescovo di Latina, per un saluto e convi-viale conoscenza dei compiti statutari delle singolerealtà associative.Il presidente Prov.le dell’Associazione Nazionale Vit-time Civili di Guerra – Cav. Sante Cerroni – nell’in-dirizzare in apertura il saluto al Vescovo, ha intesorivolgere un sentito ringraziamento per aver accoltol’invito d’incontro richiesto fin dal suo arrivo a Latina (novembre del2013). Entrato subito in tema di Solidarietà e Pace, hamesso in luce le continue efferatezze che ancora pro-vocano numerosi conflitti armati in varie parti delmondo, lasciando sul campo vittime innocenti conmutilazioni permanenti, illustrando, al contempo,l’attività degli organi statutari nazionali e regionaliper l’istituzione di un Osservatorio sotto l’egida del-l’Onu per risolvere, o almeno lenire, il gravoso pro-blema degli ordigni bellici inesplosi, sensibilizzandole istituzioni preposte alla necessità del recuperopsico-sociale degli ex bambini soldato esistenti in al-

cune nazioni del continente africano e, in particolarmodo, in Sierra Leone (attività dell’ANVCG con-dotta in collaborazione con l’Ong Dokita Onlus).

associazioni combattentistiche dal vescovo di latina

Processione al divino amore (Roma) il cardinale nunzio galantino

Il 4 e 5 giugno si è svolto a Firenze, presso laCasa del Mutilato, ove è sita la Sezione del-

l'ANVCG cittadina, il convegno su “Guerra e di-

sabilità: i mutilati italiani e i conflitti mondiali”, acura del Comitato Toscano dell'ANMIG e ilCISRSM4.

guerra e disabilità, incontro a Firenze

4 Centro Interuniversitario di Studi e Ricerche Storico Militari

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 56

Page 57: Pace & Solidarietà

57Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il Convegno intendeva affrontare la complessadei Mutilati e degli Invalidi di guerra nei dueconflitti mondiali, mettendo in luce anche le im-portanti differenze tra Militari e Civili e delle loroconseguenze sociali e politiche. Considerando letematiche, certo interessanti e importanti, la Se-zione di Firenze dell’ANVCG riteneva, come èstato, esserne parte attiva. In due giorni sono statepresentate e illustrate varie tematiche alle qualisono seguiti approfondimenti e dibattiti.Il 4 giugno, dopo il saluto del Presidente Nazio-nale dell'ANMIG, il Prof. Claudio Betti, e il ben-venuto del Presidente della locale Sezione, sonoiniziati i lavori con l'introduzione del Coordina-tore Nicola Labanca, dell'Università di Siena, sultema delle Esperienze di guerra e mutilazioni, acui è seguita la ‘lezione’ su “Emozioni e corpimutilati” della Prof.ssa Vanda Wilcox dell'Uni-versità di Roma. È poi intervenuta Martina Sal-vante, dell'Istituto Storico Germanico di Roma,prof.ssa Università di Firenze, con “Storie deiCiechi di guerra”, a cui ha fatto seguito l'inter-vento del Prof. Andrea Scartabellati con “Esi-stenze mutilate”; invece Ugo Pavan della Torre,dell’ANMIG di Roma, ha parlato dell'impor-tanza dell' Associazionismo dal 1917 e del rela-

tivo riconoscimento da parte dei vari Governi. In-fine si è tenuto un dibattito interessante e co-struttivo, a cui ha partecipato anche ilRappresentante dell' ANVCG.La giornata del 5 giugno – dedicata al tema “LoStato per i mutilati” – è iniziata con l'apertura alladiscussione da parte di Martina Salvante che hapresentato i relatori: il primo è stato il ProfessorePaolo Francesco Peloso di Firenze ha parlato di“Guerra e psichiatria tra primo e secondo con-flitto”; ha fatto seguito Fabio Montella, con l'in-teressante tema delle “Cure e protesi per imutilati: esempi di riabilitazione”. Quindi è in-tervenuto l’esperto Pierluigi Pironti, con “L'evo-luzione delle pensioni di guerra italiane dalleorigini fino all’avvento del fascismo”, a cui hafatto seguito Filippo Masina con “La Repubblicadelle pensioni”. Al termine dei lavori è stataaperta la discussione a cui, in modo fattivo, haportato il proprio contributo il Presidente Pro-vinciale e Vice Presidente Nazionale AurelioFrulli, che ha illustrato l'ANVCG e l'essenzialità

delle Vittime Civili di Guerra nel contesto storico,umano e civile e come la stessa sia proiettata versoil futuro, senza per questo venire meno al seguiree sostenere i Soci nelle loro esigenze. Come assi-curato dalla Sezione locale, l’interesse mostratodai convenuti verso l’ANVCG è stato vivo.

casa del mutilato di Firenze

Insieme a mio marito ho partecipato quest'anno per

la prima volta al Viaggio della Memoria organizzato

dall'ISTORECO di Reggio Emilia, che ogni anno

guida circa mille studenti di vari istituti superiori, do-

centi ed anche privati cittadini nei luoghi della storia

del novecento.

Quest'anno il viaggio ci ha portato in Polonia, nel-

l'antica città di Cracovia ed ai campi di concentra-

viaggio della memoria della sezione di Reggio emilia

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 57

Page 58: Pace & Solidarietà

58 Pace & Solidarietà N. 2-2015

mento e di sterminio di Auschwitz-Birkenau.

Al nostro rientro abbiamo travato con facilità gli ag-

gettivi per descrivere il centro storico di Cracovia con

l'immensa piazza dove ha sede la splendida chiesa go-

tica di Santa Maria, così come abbiamo descritto il ca-

ratteristico quartiere ebraico di Kazimierz con le sue

sinagoghe, e non abbiamo nascosto di essere rimasti (io

di certo) a bocca spalancata davanti alla cattedrale co-

struita nelle miniere di sale di Wieliczka, che abbiamo

visitato il penultimo giorno del nostro viaggio.

Quando, però, la memoria ritorna al ghetto ebraico e

alla "piazza delle sedie vuote"(a ricordo degli ebrei che

furono deportati e degli oggetti personali, dei mobili da

cui dovettero separarsi) ma ancora di più quando ri-

percorro la strada che abbiamo fatto a piedi, sotto la

pioggia e la neve che ci hanno accompagnati per tutta

la mattina, al campo di sterminio di Birkenau, allora il

tono della voce si smorza e le parole non sono più così

scorrevoli... La vastità, la solitudine, il freddo del campo

e delle impietose baracche di legno, non certo adatte ad

inverni con 20/30° sotto zero, sono solo le prime im-

pressioni, cui si aggiungono, si sovrappongono le im-

magini del percorso che i prigionieri erano costretti a

fare una volta scesi dai treni e che come noi, in questi

giorni, decine di gruppi di giovani e adulti provenienti

da ogni parte del mondo, ripercorrono in silenzio. Il

campo di concentramento di Auschwitz 1 che racconta

com'era la vita quotidiana per chi non era condannato

a morire subito, non suscita certo meno orrore, orrore

descritto con straordinaria intensità ed immediatezza

dallo scenografo Marian Kolodziej (sopravvissuto ad

Auschwitz) nelle sue opere grafiche oggi conservate

presso il Centro Missionario Padre Kolbe situato ad al-

cuni chilometri dai campi di Auschwitz.

L'angoscia che suscitano i disegni dello scenografo po-

lacco ricompare nel cortile dell'appello del campo di con-

centramento con la forca costruita con le traversine

della ferrovia, o davanti alle celle di punizione piccole e

buie o nelle sale dove sono state costruite le teche del

museo colme di scarpe, capelli, piccoli oggetti personali,

montature di occhiali... di chi aveva perso il diritto alla

dignità, alla serenità, alla vita, alla memoria.

Tra le informazioni e le "istruzioni per l'uso" che ci

sono state date per affrontare questo viaggio c'è un con-

siglio che mi piace tenere a mente e che suggerisce di

non lasciare troppo spazio all'emozione del momento,

ma di assorbire immagini, notizie, dati da rielaborare,

affinché diventino conoscenza e, nel caso, testimo-

nianza: quello che abbiamo visto non si può cancellare.

Al materiale distribuito da ISTORECO abbiamo ag-

giunto alcune copie del libro “Custodi della memoria,

promotori di pace”.

Laura StabelliniSezione Provinciale di Reggio Emilia - ANVCG

Rappresentanti dell’anvcg nel ghetto di cracovia assieme ad alcuni studenti (foto d'archivio)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 58

Page 59: Pace & Solidarietà

59Pace & Solidarietà N. 2-2015

Il 24 marzo 2015, a partire dalle ore10, si è svolta la Manifestazione del

71° Anniversario dell’Eccidio Ardea-tino, alla presenza del Capo delloStato Sergio Mattarella. Al suo arrivosi è dato inizio al corteo per la deposi-zione della corona di alloro per le 335vittime trucidate; era accompagnatodal Ministro della Difesa Pinotti, dalCapo di Stato Maggiore della DifesaGraziano e da Rosina Stame, Presi-dente dell’Anfim (Associazione Na-zionale Famiglie Italiane Martiricaduti per la libertà della Patria). Iltutto è avvenuto al cospetto di molte-plici presenze che sostavano sul palcodelle autorità: il Presidente del SenatoPietro Grasso, i generali comandantidelle forze armate aeronautica, eser-cito, carabinieri e marina, il Governa-tore del Lazio Nicola Zingaretti, ilPrefetto Roma Capitale Pecoraro, ilCommissario della Provincia di RomaCapitale, il Sindaco di Roma CapitaleIgnazio Marino nonché il Presidenteemerito della Corte CostituzionaleGiovanni Maria Flick. Hanno, inoltre,partecipato i sindaci delle città martiriche ricordano gli eccidi effettuati daitedeschi, tra cui il Sindaco di Sant’Anna

71° anniversario dell’eccidio ardeatino

tra i vessilli compare anche il gonfalone dell'anvcg (sez. di Roma,

alfiere corradini)

al centro il consigliere nazionale dell’anvcg Bisegna

Palco delle autoritàalle Fosse ardeatine furono uccise 335 persone

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 59

Page 60: Pace & Solidarietà

60 Pace & Solidarietà N. 2-2015

di Stazzema Maurizio Verona, oltre ai gonfalonidelle Associazioni Combattentistiche, compresoquello della Sezione Interprovinciale di RomaRieti retto dall'Alfiere Francesco Corradini.Erano presenti molti studenti provenienti dalleProvincie del Lazio. Notevole l’affluenza di cit-tadini romani, anche appartenenti a famiglie divittime trucidate, compresi i familiari di alcuniinvalidi civili di guerra dell’Associazione. Inol-tre erano presenti numerosi cittadini della Co-munità Ebraica di Roma e il loro rappresentateRiccardo Pacifici.Successivamente alla deposizione della Corona,

il Capo dello Stato ha preso posto sul palcod'onore; quindi ha preso la parola la PresidenteAnfim Rosina Stame, la quale ha ricordato tuttigli eventi accaduti all’epoca. Aladino Lombardi– segretario generale dell’Anfim – ha fatto poil’appello di tutti i martiri (da Agnini Ferdinandoa Zironi Augusto). Il Capo dello Stato e le altreautorità sono state, infine, invitate a visitare l’in-terno del Mausoleo. La commemorazione è pro-seguita presso il Tempio Maggiore (Sinagoga inLungotevere de’ Cenci).

il capo dello stato mattarella con la Presidente del-

l’anfim Rosina stame e il governatore del lazio nico-

la zingaretti

al centro il sindaco di Roma ignazio marino

Il 3 maggio 2015 ricorre il 70° anniversa-rio dell’occupazione di Gorizia da parte

delle truppe jugoslave del maresciallo Tito,che si concluse dopo 45 giorni. Durantequesto periodo scomparvero ben 665 go-riziani che furono prelevati dalle loro case,deportati e gettati nelle foibe: la loro colpafu solo quella di difendere l’italianità diGorizia. Nella circostanza si è svolta unacerimonia commemorativa presso il Mo-numento che li ricorda, con un lapidarioove sono scolpiti tutti i nomi. La sezione diGorizia era presente con diversi Associatiaccompagnati dal presidente Otello Dre-ossi e da autorità civili e militari.

a gorizia commemorate 665 vittime delle foibe

Parco Rimembranza (gorizia)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 60

Page 61: Pace & Solidarietà

61Pace & Solidarietà N. 2-2015

Si è tenuta l’8 maggio a Palermo, in PiazzaSett’Angeli, la commemorazione del 72°

Anniversario del devastante bombarda-mento che, il 9 maggio 1943, si è abbattutosulla città, provocando centinaia di morti e ladistruzione del tessuto urbano.A commemorare le vittime di questa tragicapagina di storia, è stata l’Associazione Na-zionale Vittime Civili di Guerra, che si è ri-trovata intorno al monumento dedicato allevittime, posando una corona d’alloro. Il tuttoè avvenuto alla presenza di tanti giovanirappresentanti delle scuole di Palermo e pro-vincia, di importanti massime autorità civili,religiose e militari, tra cui il Vice Sindaco,dott. Arcuri, il Vice Comandante della Re-gione militare Sud, Gen. B. Francesco Arena,il Cappellano militare, Don Giuseppe Ter-ranova, il Ten. Col. Leonardo Soloperto-Capo sezione affari generali e Presidio dellaRegione Militare sud, il Presidente Nazio-nale dell’ANVCG Giuseppe Castronovo, ilVice Presidente nazionale Michele Vigne, ilSegretario generale Roberto Serio, il Presi-dente provinciale di Messina Renato Colosi,il Presidente provinciale di Trapani BarbieraGiovanni e il Consigliere provinciale di Ca-tania Pellegrino.L’evento è proseguito nel salone monumen-tale del Liceo scientifico “Benedetto Croce”,dove il Prof. Guarino – il Presidente provin-ciale dell’ANVCG di Palermo –, dopo avereringraziato tutti i presenti per la loro parte-cipazione, ha ricordato ai numerosi studentipresenti questa triste pagina della storia dellanostra città.A seguire il Prof. Michelangelo Ingrassia,docente di Storia Contemporanea pressol’Ateneo palermitano, il quale si è soffermatosul legame storico e politico tra le vittime deibombardamenti e i caduti partigiani per lalibertà.Le conclusioni sono state affidate all’avv. Ca-

a Palermo in ricordo delle vittime dei bombardamenti

da sinistra il prof. giuseppe guarino (Presidente dell’associa-

zione di Palermo) con l’avv. giuseppe castronovo (Presidente

nazionale dell’anvcg)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 61

Page 62: Pace & Solidarietà
Page 63: Pace & Solidarietà
Page 64: Pace & Solidarietà

64 Pace & Solidarietà N. 2-2015

venti di guerra la nostra Valmontone deve rispon-dere con iniziative rivolte alla pace, alla tolleranzae all’amore reciproco”. L’iniziativa di sabato 23 maggio è stata di valenzaistituzionale. Oltre all’ANVCG, hanno partecipatonumerosi sindaci con i gonfaloni delle rispettivecittà, e ha avuto il suo culmine nel conferimentodell’encomio solenne ad Emergency e della cittadi-nanza onoraria al dottor Fabrizio Pulvirenti, il me-dico dell’Associazione inviato in Sierra Leone perl’epidemia di ebola, che ha vinto la propria batta-glia personale contro la malattia.È stato il primo italiano colpito dal virus mentreprestava il suo servizio di volontariato. Dunque èstato insignito a Valmontone della cittadinanzaonoraria, oltre alla consegna, da parte del-l’ANVCG, dell’emblema dell’Associazione (conpergamena di benemerenza consegnata durante lacerimonia dal Presidente Antonio Bisegna).Durante la manifestazione sono stati onorati dal-l’emblema associativo e pergamena di beneme-renza il Vescovo Vincenzo Apicella, concedendol’onore della consegna dello stesso al SenatoreBruno Astorre. Successivamente è stato premiato ilSindaco di Valmontone. Proseguendo la cerimo-nia sono stati elogiati da Bisegna tutti i Consiglieri,i fiduciari zonali i collaboratori, i sindaci del co-mune di Artena e Labico con pergamena di bene-

merenza e portachiavi con stemma associativo.Sono stati omaggiati di quest’ultimi anche i primicittadini delle zone limitrofe partecipanti.Alla cerimonia erano presenti 15 sindaci delle zonelimitrofe con gonfalone, molteplici soci della nostraencomiabile associazione, la delegata alle PoliticheSociali della città Metropolitana Gemma Azuni, ilConsigliere Regionale Fabio Bellini e il SenatoreBruno Astorre.

Il 2 e il 3 giugno 1946 si tenne il referendumistituzionale, indetto a suffragio universale,

con il quale gli italiani venivano chiamati alleurne per esprimersi su quale forma di governo,

monarchia o repubblica, dare al Paese, in se-guito alla caduta del fascismo. Il 2 giugno si ce-lebra pertanto la nascita della nazione, ciò inmaniera simile al 14 luglio francese (anniversa-

la Festa della Repubblica vista da caltanissetta

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 64

Page 65: Pace & Solidarietà

65Pace & Solidarietà N. 2-2015

rio della Presa della Bastiglia) e al 4 luglio sta-tunitense (giorno del 1776 in cui venne firmata

la Dichiarazione d’indipendenza). Nel 2001, su impulso dell’allora Presidente dellaRepubblica Carlo Azeglio Ciampi, il 2 giugno ètornato ufficialmente ad essere un giorno fe-stivo e la Festa della Repubblica, pertanto, hanuovamente assunto la sua collocazione tradi-zionale. In tutto il mondo in quella data le am-basciate italiane tengono un festeggiamento cuisono invitati i Capi di Stato del Paese ospitante.Come ogni anno, l’Associazione Nazionale Vit-time Civili di Guerra di Caltanissetta, nella per-sona del suo Presidente Giovanni Scribani e icomponenti il direttivo, sono stati presenti allacerimonia.

Lo scorso 16 settembre 2014 si è tenuta la com-memorazione del 70° anniversario della

strage nazi-fascista perpetrata presso il fiume Fri-gido (Massa Carrara). Nella chiesetta di San Leo-nardo è stata celebrata la S. Messa,successivamente sono state deposte le corone dialloro al Monumento ai Caduti, alla Lapide inmemoria delle Vittime e, dopo l’orazione uffi-ciale, alla Stele commemorativa della strage delleFosse del Frigido realizzata dal Conte Gio’. Qui,in occasione della sua inaugurazione avvenuta il21.10.1954, Piero Calamandrei ricordava come daquei “giorni disperati” fosse nata la Resistenza, eindividuava i caratteri della Resistenza apuana5.Per onorare questi morti facciamo un brevecenno della vicenda. Nella primavera-estate 1944il carcere di Massa aveva sede in due luoghi di-stinti: la Sezione Penale in Via Pellegrini e la Se-zione Giudiziaria al Castello Malaspina. Il carcerepenale poteva ospitare meno di 200 detenuti, main quel periodo ne ospitava 700, in quanto vierano anche i reclusi provenienti da altre carceri(Capraia, Pianosa, Gorgona, ecc.) che, a causadegli eventi bellici, si era provveduto a sfollare.

Nel 1944 il carcere penale venne sgomberato a se-guito dei continui attacchi dei partigiani e per il ti-more che i bombardamenti alleati alla vicinaferrovia potessero favorire la fuga dei prigionieri.Il castello Malaspina, che sovrasta la città, si trovòad essere l'unico luogo adatto a fungere da car-cere cittadino. Con l'avvicinarsi del fronte, il 2 Set-tembre 1944 le autorità tedesche avevanoordinato lo sfollamento dell’intera popolazionedi Massa da effettuarsi entro il 15 settembre. Il 14settembre i tedeschi presero in consegna il car-cere, sostituendo il personale italiano. La mattina

commemorazione del 70° anniversario dell’eccidio delle Fosse del Frigido

5 “Qui gli eroismi e i sacrifici non furono soltanto dei partigiani in armi, ma furono di tutta la popolazione civile, rinserrata tra le linee di combatti-mento, come in un immenso campo di concentramento, tra le mine e le cannonate, nella desolante terra di nessuno. Per questo alla provincia apuana,unica tra le province d’Italia, è stata data la Medaglia d’Oro: a tutta la provincia apuana, partigiana tutta, che seppe per diciannove mesi, con le suesole forze, difendere e riconquistare giorno per giorno la sua libertà e il suo pane”.

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 65

Page 66: Pace & Solidarietà

66 Pace & Solidarietà N. 2-2015

del 16 settembre i soldati delle SS tedesche in ri-tarata fecero credere ai carcerati che sarebberostati trasferiti in un carcere dell’Italia settentrio-nale e, quindi, li caricarono sui camion. In realtàvennero portati a poca distanza: sulle rive delfiume Frigido, presso l’allora distrutta chiesa diSan Leonardo, ordinarono ai detenuti di scen-dere e si diressero verso l’argine destro, dove lacaduta di alcune bombe aeree aveva prodotto treampi crateri. Qui vennero tutti fucilati e ricoperticon poca terra. Fu così consumato l’eccidio piùtremendo e selvaggio perché non si trattava dirappresaglia, bensì unicamente di un modo disbarazzarsi di un peso ingombrante durante laritirata delle SS che, infatti, lo stesso giorno ab-bandonarono la zona consegnandola alle truppecombattenti. Si trattava di detenuti per lo più per motivi poli-tici, per reati minori, alcuni ergastolani, alcuniprovenienti dal rastrellamento effettuato allaCertosa di Farneta, personalità di Lucca, Pisa eLivorno. I trucidati, tra cui anche due donne,provenivano da 61 province italiane e 5 Statiesteri: erano giovani, umili e inermi. Dell’Eccidiosi venne a conoscenza poco dopo la Liberazione,quando un gruppo di cittadini si recò all’UfficioIgiene e Sanità per comunicare che, sulla sponda

destra del fiume Frigido, erano sepolte in buchepreesistenti un numero imprecisato di cadaveridi cittadini di ogni parte d’Italia. Il lavoro di riesumazione iniziò il 27 gennaio 1947e terminò il 20 marzo successivo. Lo stesso annosolo 63 delle 147 vittime ebbero un oggettivo ri-conoscimento (all’epoca della riesumazione); lealtre furono formalmente identificate sulla basedei registri carcerari. La foto del recupero dei restidelle vittime dell’Eccidio fa da copertina al libro“I civili nella Resistenza”, edito dalla nostra As-sociazione nel 50° anniversario della Resistenza edella Liberazione. La località Fosse del Frigido, sito di una delle piùferoci stragi naziste, ha un particolare valore sim-bolico. È sempre stato, nel corso dei secoli, luogodi sosta e di ristoro di viandanti e pellegrini pro-venienti da ogni Paese: vi sorgeva dapprima laTaberna Frigida, mansio romana sulla Via EmiliaScauri e, in età medioevale, l’ospedale annessoalla chiesa di San Leonardo lungo la via Franci-gena, strada che metteva in comunicazione laRoma dei Papi con il mondo d’Oltralpe. Sul per-corso di quei pellegrini che andavano in cerca diuna pace interiore, la coscienza e la memoria pos-sono ripercorrere gli orrori della guerra per pre-parare la pace tra gli uomini.

Iravennati morti durante la Grande Guerrasono 4080, di cui circa la metà per malattia. A

loro è dedicato il volume “Militari ravennati ca-duti nella guerra nazionale 1915-1918”, che rac-

Ravenna, i militari caduti nella Grande Guerra in un libro

PASO 02-2015 21-07_Layout 1 21/07/2015 11:18 Pagina 66

Page 67: Pace & Solidarietà

67Pace & Solidarietà N. 2-2015

conta diverse appassionanti storie. Con questaopera la Prefettura di Ravenna ha voluto con-tribuire, nell’ambito delle celebrazioni del cen-tenario della Prima guerra mondiale, adarricchire il patrimonio delle testimonianze delprimo conflitto mondiale, con la realizzazionedi una ricerca di documenti atte-stanti le vicende militari di tanti gio-vani ravennati chiamati alle armi.La presentazione del volume è av-venuta presso la Prefettura il 27Maggio 2015. Per l’ANVCG di Ra-venna era presente la Vicepresi-dente Bianchi.Tutto è cominciato nel 2010, grazieal presidente pro tempore del co-mitato provinciale di Ravennadell’associazione Famiglie Caduti eDispersi in Guerra e dell’allora presidente diANVCG Ravenna Andrea Cassani, che hannopresentato all’ufficio di Gabinetto della Prefet-tura l’istanza per acquisire notizie sulle circo-stanze del decesso del fante Giacomo Cassani(parente di Andrea Cassani). Tale istanza hadato il via a un procedimento di ricerca e colla-borazione con il Commissariato generale Ono-ranze caduti di guerra del ministero della

Difesa, per la definizione di alcuni casi di di-spersi, fino ad arrivare alla pubblicazione delvolume. “A noi resta il dovere di continuare anon dimenticare”: queste le parole con cui il pre-fetto Francesco Russo si è rivolto ai tanti inter-venuti per la presentazione, in particolare

studenti degli istituti superiori ra-vennati. “Voi ragazzi – ha aggiuntoil Prefetto – siete molto vicini per etàa quella generazione di giovani che,forse senza saperlo, ha contribuitoalla formazione di una coscienzanazionale e che, purtroppo, sonostati protagonisti di una sanguinosaguerra di trincea”. Infatti, come emerso dalle ricerche,l’età media dei caduti ravennati eradi 20 anni e 2 mesi, considerando

che erano tutti compresi nella fascia 17-21 anni.Molti di loro conoscevano solo il dialetto e, ca-tapultati in regioni d’Italia sconosciute, fatica-vano pure a spiegare i dolori di cui soffrivano.Al volume è stata aggiunta un’appendice (“La-pidi da proteggere”) in cui sono descritte e fo-tografate venti lapidi. L’obiettivo ora è quello diconservarle e ristrutturarle facendo una raccoltafondi attraverso il Museo del Risorgimento.

Nell’ambito del programma delle celebrazionidel 70° anniversario della Resistenza e Libe-

razione di Castel Bolognese, si è tenuta il giorno 4Aprile 2015 la presentazione della banca dati foto-grafica relativa alle Vittime Civili di Guerra del co-mune di Castel Bolognese, a cura del socioPromotore di Pace Andrea Soglia, figlio della no-stra Fiduciaria Giuseppina Bosi. Attualmente laraccolta è pubblicata ed è in fase di completamentosul sito www.castelbolognese.org, ma è comunquein programma la pubblicazione di un libro con ilcontributo della Sez. di Ravenna dell’ANVCG.Alla presentazione, a cura del Sig. Andrea Soglia,hanno partecipato autorità comunali, regionali erappresentanti di Associazioni. In rappresentanza

della sezione di Ravenna era presente il Presidenteonorario Andrea Comm. Cassani. Sono seguiti in-terventi e testimonianze di parenti delle vittime e ditestimoni di guerra.

A Castel Bolognese tra storia e memoria

PASO 02-2015 21-07_Layout 1 21/07/2015 11:18 Pagina 67

Page 68: Pace & Solidarietà

68 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Domenica 17 maggio 2015,presso il Monumento alle

Vittime Civili di Guerra di Mo-dena, si è svolta la Commemo-razione del 70° Anniversariodella fine della Seconda GuerraMondiale alla presenza dellemassime autorità locali, quali ilVice Prefetto Carmen Castaldo,l’Assessore al Comune Tom-maso Rotella, l’Arch. delComune Ilaria Braida e ilconsigliere di quartiere StefanoManicardi, nonché dei rappre-sentanti delle sezioni dell’Emi-lia Romagna, dei tanti soci eamici della Sezione modenese dell’ANVCG.In tale occasione è stata inaugurata una nuovalapide in marmo con le scritte in bronzo, bene-detta dal Parroco.È intervenuto il Presidente della Sezione di Mo-dena, il Cav. Ercole Semeghini, il quale ha ri-cordato la storia e il significato del monumento,ma soprattutto il sacrificio di tante vittime chenon deve essere dimenticato dalle nuove gene-razioni. A seguire è stato organizzato un pranzo sociale,in occasione del quale sono state consegnate

due pergamene: una alla vedova del compiantoPresidente Cav. Umberto Cestari (in ricordo delsuo operato) e l’altra alla Scultrice del Monu-mento di Sassuolo Roberta Giovannini (comeringraziamento).

a modena commemorato il 70° anniversario della fine della guerra

il soffio della vita di Roberta giovannini (bozzetto)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 68

Page 69: Pace & Solidarietà

69Pace & Solidarietà N. 2-2015

Adistanza di un settantennio dalla finedel secondo conflitto mondiale, di-

versi Caduti civili di guerra della provinciascaligera, a differenza dei Caduti militari,non hanno i loro nomi incisi su monumentio targhe ricordo a perenne memoria.Per volontà della popolazione e delle isti-tuzioni, in alcune località si è voluto porrerimedio a tale omissione, con il concorsodella Sezione di Verona dell’ANVCG.Palazzolo, una bella frazione del Comunedi Sona, nel 70° della Liberazione, ha vo-luto ricordare i civili morti per la secondaguerra mondiale con l’inaugurazione diuna lapide, con nomi, età e data di mortedi otto persone (non militari, ma vittime inermi).La stampa locale ha pubblicato la foto di ogni Ca-duto, la sua storia di vita e le circostanze che cau-sarono il decesso. Tra loro tre bimbi, tre donne edue uomini.La mattina del 25 aprile 2015, nella Chiesa delpaese, è stata officiata, in forma solenne, una SantaMessa in onore dei Caduti di tutte le guerre, civilie militari. Hanno presenziato autorità locali e pro-vinciali, il Gruppo Alpini del luogo e numerosigagliardetti di varie associazioni, un delegatodella Sezione scaligera con soci. Erano presentinumerosi familiari dei Caduti.L’omelia del parroco è stata in-centrata sul sacrificio di coloroche hanno dato la vita alla Pa-tria, in modo particolare dellevittime civili innocenti. Al-l'uscita dalla chiesa si è formatoun lungo corteo per rendereomaggio al monumento “AiCaduti” e per scoprire la lapidecommemorativa delle otto vit-time civili.Sono seguiti discorsi comme-morativi da parte del Sindaco diSona Gianluigi Mazzi e dell'or-ganizzatore Luigi Tacconi, evi-

denziando il sacrificio di tutti coloro che hannoperso la vita a causa dei conflitti bellici. Hanno poipreso la parola il Parroco del luogo e il rappre-sentante della nostra Associazione Ettore Maga-lini, sindaco provinciale, che hanno resotestimonianza dell’alto sacrificio compiuto dallapopolazione negli anni della guerra.La toccante celebrazione si è conclusa con una riu-nione conviviale di tutti i partecipanti alla Baitadegli Alpini di Palazzolo di Sona, preceduta daun minuto di raccoglimento con il pensiero ri-volto alle Vittime di tutte le guerre.

onorate le vittime civili nel veronese

scoprimento della lapide delle vittime civili

la lapide di Palazzolo vittime civili

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 69

Page 70: Pace & Solidarietà

70 Pace & Solidarietà N. 2-2015

momento commemorativo a verona il sindaco con le autorità religiose e i soci in piazza

6 tutela degli interessi delle vittime civili che nel corso dell’ultima guerra pagarono un tributo altissimo a causa di bombardamenti, eccidi, rappre-saglie, deportazioni

L’Associazione nazionale vittime civili diguerra ha promosso, nell’ambito delle cele-

brazioni per il 70° anniversario della sua fonda-zione, una campagna nazionale contro il rischio,ancora incombente, degli ordigni bellici inesplosi.A questo scopo la Sezione di Gorizia dell’ANVCGha istituito, a partire dallo scorso anno scolastico,delle borse di studio per gli alunni delle scuole se-condarie di primo grado della provincia. Dopo gliistituti di Gorizia e Lucinico, hanno aderito al pro-getto anche Monfalcone con gli Istituti “Randac-cio” e “Giacich” e Fogliano Redipuglia, conl’Istituto Comprensivo “L. Verni”. Della scuolamedia di Fogliano Redipuglia sono stati premiatiotto studenti alla presenza del sindaco signor Cal-ligaris, della Dirigente sco-lastica dott.ssa Carletti e deirappresentanti dell’Associa-zione. Il Presidente della Se-zione di Gorizia Dreossi –dopo aver brevemente illu-strato le finalità dell’Asso-ciazione 6 – ha premiato glialunni Elisa Bragagnolo,Giulio Sebastian Rinaldi,Francesca Cerlenco, AuroraPaolini, Lisa Cechet, Co-stanza Corso, Thomas Do-

nato e Martina Tambarin per la scuola di Foglianoe gli alunni Manuel Bussanich, Librimir Sara Da-mira, Nicolò Fabbro, Giulia Cecotti, Francesco Lo-vati e Chiara Miniussi per le scuole di Monfalconeper essersi distinti nella stesura di un elaboratoscritto sul valore irrinunciabile della pace.

a gorizia contro gli ordigni bellici

alunni premiati col sindaco di monfalcone silvia altran, il Presidente della

sezione di gorizia dreossi, il vice Presidente negri e la segretaria Rigonat

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 70

Page 71: Pace & Solidarietà

71Pace & Solidarietà N. 2-2015

La mattina di sabato 20 giugno 2015 il Sig.Francesco Magnano, presidente del-

l’ANVCG della Sezione provinciale di Siracusa –accompagnato dal vicepresidente Sig. Branca Do-menico e da alcuni soci –, ha partecipato alla con-versazione “Siracusa non dimentica”, svoltasi inmemoria del bombardamento anglo-americanodel 19 giugno 1943. L’evento si è tenuto presso lasede della capitaneria di porto della città siciliana,che ha gentilmente messo a disposizione i localinella lista di cerimonie cui la stessa aderisce, per il150° anniversario della sua istituzione. Sono in-tervenuti, oltre alle Autorità, alcuni storici locali:il Preside Concetto Scandurra ha ampiamente re-lazionato sulla coscienza della memoria e sullavolontà di non dimenticare e a tenere semprevivo, con manifestazioni di questo tenore, il ri-cordo di quanto avvenuto a Siracusa ; la dott.ssaGianblanco ha illustrato i rifugi antiaerei di Sira-cusa; l’avv. Forestiere ha illustrato i bombarda-menti anglo-americani sulla Sicilia nell’estate del1943, ricordando, in particolare, quello avvenutoa Palermo il 9 maggio dello stesso anno. Il Co-mandante della capitaneria di Siracusa, il dott. La-Tella, ha tenuto a ricordare con sincero affetto

l’importante cerimonia organizzata dalla Sezionedi Siracusa, svoltasi il 28 febbraio 2015 in ricordodelle vittime del bombardamento del 27/02/1943,e culminata con la deposizione di una lapide mar-morea proprio nel luogo dove perirono le 57 per-sone. Terminata la conversazione, tutti gliintervenuti hanno avuto l’opportunità di visitareil rifugio antiaereo dell’ex stazione marittima.“Anche questo momento – sottolinea la Sezionedi Siracusa – è stato toccante, in quanto alcunepersone presenti hanno ricordato con commo-zione quando, nel lontano 1943 affluivano, in quelluogo angusto per mettersi al riparo dai bombar-damenti”.

siracusa non dimentica

7 in Piazza Brunelleschi, 2

ASSeMBLee SeZIONALI DeLL’ANVCG

Il 9 maggio 2015 si è svolta presso la Casadel Mutilato fiorentina7 la XVI Assembleadella Sezione ANVCG di Firenze per l'ele-zione del Presidente Provinciale, del Con-siglio Direttivo e del Collegio dei SindaciRevisori, a cui hanno partecipato nume-rosi Soci delle due Province. Come Presi-dente dell'Assemblea è stato eletto ilPresidente della Sezione di Pistoia MasiLuigi. Erano, tra l’altro, presenti i Presi-denti delle Sezioni della Toscana e Perso-nalità della Regione. Il Consigliere

Nazionale Antonio Bisegna, Presidentedella Sezione di Roma e Presidente Regio-nale del Lazio, ha dato lettura del saluto aiSoci di Firenze e Prato del Presidente Na-zionale avv. Giuseppe Castronovo.Il Presidente FF Aurelio Frulli ha ricordatola figura del predecessore, il compiantoAlberti Biagio che per due decenni avevaguidato la Sezione e poi ha presentato laRelazione morale e finanziaria della Se-zione dal 2012 al 2014, illustrando anche iprogetti in essere oltre al lavoro svolto

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 71

Page 72: Pace & Solidarietà

72 Pace & Solidarietà N. 2-2015

compreso l'anno in corso.Dopo interessanti e vari interventi deiSoci, il Presidente dell'Assemblea, avendomesso ai voti la relazione letta dal Presi-dente Provinciale FF, che veniva accoltaall'unanimità, dichiarava aperta la vota-

zione che si svolgeva correttamente. Altermine dello scrutinio si dava lettura deinominativi degli eletti.Presidente Provinciale risultava eletto ilSig. Aurelio Frulli, Orfano di Guerra epensionato di Firenze.

come consiglieri effettivi sono stati scelti:Sig.ra Bellomia Anna Maria Invalida 8ª cat. e Orfana - pensionata - FirenzeSig. Calamai Paolo Grande invalido - pensionato - PratoSig.ra Carloni Alberti Liliana Vedova di Invalido - pensionata - Firenze

Civile di GuerraSig. Curtatone Giuliano Invalido 6ª cat. - Pensionato - Bagno a Ripoli (Fi)Sig. Gratteri Antonio Invalido 2ª cat. - Pensionato - FirenzeSig. Moroni Piero Invalido 7ª cat. - Pensionato - Calenzano (Fi)Sig. Pisani Giovanni Grande Invalido - Pensionato - FirenzeSig. Sottili Roberto Grande Invalido - Pensionato - Compiobbi (Fi)

consiglieri supplenti:Sig. Lenzi Benito Invalido 7ª cat. - Pensionato - Scandicci (Fi)Sig. Midollini Mario Invalido 5ª cat. - Pensionato - Firenze

sindaci Revisori effettivi:Sig. Paoletti Libero Mutilato 3ª cat. - Pensionato - San Donnino (fraz. di Fi)Sig. Paoletti Roberto Grande Invalido - Pensionato - PratoSig. Tanganelli Aldo Grande Invalido - Pensionato - Scandicci (Fi)

sindaci Revisori supplenti:Sig. Pinzauti Aliberto Grande Invalido - Pensionato - Camaiore (Lu)Sig. Ridi Francesco Grande Invalido - Pensionato - Firenze

sezione di trevisodata: 30/5/2015Presidente Provinciale : Dino DaniottiConsiglieri : Ugo Bortolin, Giorgio Boschiero, Rosalia Della Giustina, Francesco SottanaConsiglieri supplenti : Ugo Dalla Torre, GIovanno Longheu, Pietro PadoinSindaci : Cristiano Cavallin, Danilo Villardi, Renzo ZanattaSindaci supplenti : Mario Cendron, Stefano Marta

PRESIDENTI REGIONALI

lombardia (14/2/2015) : Gino Mattioli (Sezione di Milano - Presidente), Guglielmo Rocchetti (Sezione di Bergamo - Vice Presidente)

sicilia (24/2/2015) : Giuseppe Guarino (Sezione di Palermo - Presidente), Giovanni Barbiera (Sezione di Trapani - Vice Presidente)

calabria (24/3/2015) : Marziale Varano (Sezione di Catanzaro - Presidente), Ada Adua Sapone Falzea (Sezione di Reggio Calabria - Vice Presidente)

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 72

Page 73: Pace & Solidarietà

73Pace & Solidarietà N. 2-2015

La sezione provinciale di Vicenza dell’ANVCG ricordail Socio Wladimiro todescato, da sempre grande soste-

nitore del Sodalizio. Todescato, invalido di 6° categoria,è mancato lo scorso gennaio lasciando un grande vuoto.

Il Cav. giovanni capo Remo, deceduto il19/04/2015, è stata una persona devota all'Asso-ciazione Nazionale Vittime Civili di Guerra,uomo onesto, gentile ed altruista, sempre prontoa regalare un sorriso al prossimo e nonostante lasua grande invalidità era sempre pronto, in prima

linea, per il bene dell'Associazione stessa. La caricadi Presidente della Sezione di Napoli è stata perlui motivo di orgoglio ed onore, l'Associazione etutti i suoi componenti erano una famiglia per lui.Inutile sottolineare che ha lasciato un immensovuoto nell'Associazione e nel cuore di tutti noi.

“elio toaff,uomo di profonda cultura e di radi-cate convinzioni religiose, fu testimone di pace edi dialogo. Era un punto saldo di riferimento, sti-mato e benvoluto, per tutti gli italiani”. “Sono ri-masto profondamente turbato dalla notizia dellascomparsa del professor Elio Toaff, per lunghianni rabbino capo di Roma. Avrebbe compiutocento anni a fine mese e avevo in programma unavisita di auguri”: è quanto ha letto il Presidentedella Repubblica, Sergio Mattarella, nel messag-gio di saluto al Tempio Maggiore, durante la ce-rimonia tenutasi a Roma lo scorso 20 aprile. “Vittima delle indegne leggi razziali – una dellepagini più buie della storia d’Italia – aderì alla Re-sistenza, nelle file di Giustizia e Libertà. Fatto pri-gioniero dai tedeschi, scampò miracolosamente– ha ricordato il Capo dello Stato – alla fucilazione.Trasferitosi a Roma nel Dopoguerra, si pose allaguida spirituale e morale di una delle più antichecomunità ebraiche d’Europa, sconvolta dalla de-portazione del Ghetto e dalle altre persecuzioni,restituendole coraggio e voglia di vivere”.

“Uomo di profonda cultura e di radicate convin-zioni religiose, fu testimone di pace e di dialogo.La sua altezza morale lo fece diventare una figuravenerata tra gli ebrei d’Italia. L’incontro nel Tem-pio maggiore di Roma con Giovanni Paolo II, dicui serbo ancora intatta l’emozione, ha costituitouna pagina alta e bella. Quel giorno, dalla Sina-goga di Roma, si è levato un messaggio univer-sale, che indicava al mondo la via del dialogo edella fratellanza tra le religioni. Quel giorno hacontribuito, in grande misura, a chiudere una se-colare ferita nel corpo della nostra Nazione, fattadi pregiudizi, incomprensioni, ostilità e persecu-zioni. Elio Toaff non va soltanto commemoratoma ne va ricordato, oggi e in futuro, l’insegna-mento morale e civile. I tempi che viviamo se-gnano una graverecrudescenza dell’antisemitismoche non va sottovalutata. Anche per questo va ri-badito con forza il rifiuto a ogni discriminazione,sancito dalla nostra Costituzione. Ribadiamo ilnostro sì alla vita, alla convivenza, alla sicurezza,alla libertà religiosa per tutti i cittadini”1.

Con grande dolore comunico che il 29 marzo scorso ci

ha lasciati Augusto Ferrari, 76 anni. Con grande co-

raggio ha saputo affrontare e superare nella sua adole-

scenza l'evento drammatico: l'esplosione di un ordigno

di guerra che lo ha privato di un occhio e causato altre

problematiche. Laureato in lingue e letterature straniere,

aveva da poco ottenuto un significativo riconoscimento:

i tanti anni di attività d’insegnante tecnico di Judo erano

stato premiati con il 6° Dan. Schivo di personalismi, ha

speso la sua vita per portare il Judo nella provincia e

nella città di Novara. Sotto la sua guida sono nati tanti

istruttori e maestri che, ancora oggi, sono in attività e ha

dato a molti atleti la soddisfazione di raggiungere risul-

tati a livello nazionale. Lo piangono la moglie Emilia

con la famiglia tutta e lo ricordano con grande commo-

zione i suoi Judoka. (Emilia Pistoia ved. Ferrari)

alla memoRia

1 testo tratto da quirinale.it (grassetti nostri), ndr

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 73

Page 74: Pace & Solidarietà

74 Pace & Solidarietà N. 2-2015

Scordare non potrò d’aver vedutoUn ciel notturno trapunto di stelle,brillanti com le tremule fiammelle,accese innanzi al volto di Gesù.

Scordare non potrò d’aver vedutoUn verde prato intessuto di fioriCon le corolle di mille colori,che l’anima illuminano e il cuor.

Scordare non potrò di aver vedutoIl magico tramonto di mia villaIl sole rubro, il mar che sfavilla,l’amplesso nell’occaso tutto d’or.

Scordare non potrò d’aver vedutoLa mia famiglia attorno al santo desco,i piatti colmi di cibo modesto,il cuore gonfio di felicità.

Scordare non potrò d’aver vedutoLa mia famiglia attorno a un braciere,intenta a recitare le preghiereche conciliavano con il divin.

Scordare non potrò d’aver vedutoIl volto di mia moglie adolescente:gli occhi di cielo, la chioma fluente,illuminata dai raggi del sol.

Scordare non potrò d’aver vedutoIl volto tuo distrutto dal dolore,mentre in ginocchio davanti al Signore,imploravam la grazia io e tu.

Scordare non potrò d’aver vedutoI volti di mia prole adolescente,che ho fissato bene nella menteper ricordarli quando non vedrò.

Scordare non potrò d’aver vedutoIl corpo d’una donna senza veli,le grazie ostese agli sguardi anelidi chi si pasce di cotal vision.

Scordare non potrò d’aver vedutoDi un bambino l’ineffabil riso,prodromica vision del Paradiso,epifania della Divinità.

Scordare non potrò d’aver vedutoLe violenze brute della guerra,in tutte le contrade della terra in cui alligna con brutalità.

Scordare non potrò d’aver vedutoDieci bambini sparsi sulla terra,straziati dall’infamia della guerra,matrigna di ogni oscenità.

Scordare non potrò d’aver vedutoL’amata mia Baucina1 addormentataSotto una coltre di neve ovattataBaciata dal selenico lucor;e io che vi cammino senza duce,guidato solamente dalla luce D’Artemide, germana del Dio sol.

Ma d’esser cieco io scordar non possoPerché la cecità è un peso grosso,che mi ha tolto l’autonomia,la libertà e la santa follia,

d’andar da sol dove mi porta il cuorelasciando a casa l’accompagnatore;senza di lui, io sarei un bel nulla, sarei, solamente un homo bulla.

Ma il buio che mi fascia non mi opprime,non mi ha tolto l’arte di far rime,di affrontar la vita a viso apertoe conquistarmi il massimo rispetto.

Al mondo ho dato più di quel che ho avuto,e di ciò io mi sono compiaciuto;io dalla vita non ho avuto sconti,ma ho sempre onorato i miei conti

nonostante io sia un cieco veroin nessun caso io ho visto “nero”con il sostegno di famiglia e amici ho pur vissuto molti di’ felici.

Prof. giuseppe guarinoPresidente dell’ANVCG di Palermo

1 paese in provincia di Palermo, ndr

Versi diversi

scordare non si può d’aver veduto

Poesie delle vittime civili

PASO 02-2015 17-07_Layout 1 17/07/2015 12:59 Pagina 74

Page 75: Pace & Solidarietà

75Pace & Solidarietà N. 2-2015

cara rivista ti scrivo“PACe e SOLIDARIeTà” RISPONDe AI queSITI DeI LeTTORI

La Sig.ra A.D. ha visto che la scadenza delpagamento della sua pensione previden-ziale è stata spostata al 1° del mese e chiedealla nostra rivista se questo avverrà ancheper la pensione di guerra di cui è titolare.

L’unificazione delle procedure di paga-mento al primo giorno lavorativo

di ogni mese al momento interessa so-lamente le pensioni erogate a qualun-que titolo dall’INPS.Questa novità non riguarda le pensionidi guerra che, essendo gestite dal Mi-nistero dell’Economia, continuerannoad essere pagate alle consuete sca-denze.

Il Sig. L.C., invalido civile di guerra, si ri-volge alla nostra rivista per sapere qualiformalità siano necessarie per inoltrareun ricorso alla Corte dei Conti contro ilmancato accoglimento di una domanda diaggravamento e se sia necessaria l’assi-stenza di un avvocato.

Iricorsi in materia di pensioni di guerraalla Corte dei Conti non

necessitano di particolariformalità: il ricorso si pre-senta in carta semplice enon è necessaria l’assi-stenza di legali. È però fon-damentale che al ricorso siaallegata una certificazionesanitaria proveniente dauna struttura pubblica, rila-sciata successivamente alladomanda di aggravamentoo nei sei mesi antecedenti.

Oltre a ciò, è indispensabile notificare unacopia originale del ricorso attraverso l’uf-ficiale giudiziario alla Ragioneria Territo-riale dello Stato che ha emesso ilprovvedimento, pena la sua inammissibi-lità.Naturalmente è poi consigliato allegaretutta la documentazione sanitaria utileper far valere le proprie ragioni.

Si comunica che, in data da definire, tra settembre e ottobre è prevista la giornata Nazionale della Pacee Solidarietà nella città di Chieti, con l'inaugurazione di un nuovo monumento dedicato alle Vittime Ci-vili di Guerra. I soci interessati alla partecipazione sono pregati di contattare la sezione di appartenenza.

AVVISO

PASO 02-2015 16-07_Layout 1 16/07/2015 15:26 Pagina 75