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15 PERCORSI ANTOLOGIA 3 Pagine di STORIA Nei testi degli scrittori il NOVECENTO

Pagine di STORIA Nei testi degli scrittori

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Page 1: Pagine di STORIA Nei testi degli scrittori

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PERCORSI

ANTOLOGIA 3

Pagine di STORIANei testi degli

scrittoriil NOVECENTO

Page 2: Pagine di STORIA Nei testi degli scrittori

722

competenze di letturaPercorso

I personaggi• Un soldato tedesco.

• Un soldato francese.

Il tempo• Prima guerrmondiale (1914-1918).

I luoghi• Una buca nella trincea, tra il fronte tedesc

e quello francese.

La storiaUn soldato tedesco, durante la notte, si nasconde dentro una buca. Dopo poco, all’improvviso, cade nella stessa buca un soldato francese, un nemico. Il soldato tedesco, allora, lo colpisce con il pugnale fino a ridurlo in fin di vita. Durante l’agonia dell’uomo, il soldato tedesco si rende conto di che cosa ha fatto e soffre molto. Quando il francese muore, il tedesco promette che farà in modo che ciò non debba accadere mai più.

Io non ti volevo uccidereStai per leggere un testo che ti farà immedesimare nei pensieri e nei sentimenti di un soldato in trincea.

DIZIONARIO MULTILINGUE

PAROLE CHIAVE PER CAPIRE

trincea: lungo scavo nella terra, fatto dai soldati per proteggersi.rantolare: respirare affannosamente, in modo faticoso, di chi sta morendo.

F R A N C I A

I T A L I A

R E G N OU N I TO

GERMANIA

AUSTRIA

Fronteoccidentale

SVIZZERA(neutrale)

Chi ha scritto il testoErich Maria Remarque (1898-1970), scrittore tedesco che ha combattuto nella Prima guerra mondiale.

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competenze di lettura

Io non ti volevo uccidere

Percorso

SVILUPPO L’uomo colpito respira faticosamente. Il tedesco vorrebbe tappargli la bocca per non sentirlo. Si sposta nell’angolo più lontano rispetto all’uomo che ha colpito: tiene il coltello in pugno, pronto a colpirlo di nuovo se necessario. Ma l’altro è in fin di vita e non può fare del male a nessuno. Intanto all’esterno il fuoco delle mitragliatrici continua senza fermarsi: il tedesco non può fuggire.Inizia a farsi giorno e l’uomo colpito a morte continua a rantolare.Adesso il soldato può vederlo meglio: è un uomo con un paio di baffetti, si tiene una mano sulla ferita. Gli si avvicina: il corpo del ferito è immobile, ma i suoi occhi fissano il tedesco. Il soldato vede nell’uomo l’orrore della morte. Tenta di soccorrerlo: gli apre un po’ il colletto, gli poggia la testa più comodamente, gli bagna le labbra con dell’acqua, benda le ferite. Ma il sangue scorre sotto le bende e per l’uomo non c’è niente da fare: ricomincia a rantolare e ogni suo respiro è una sofferenza per il soldato tedesco.È il primo uomo che ha ucciso con le sue mani. Stare lì con lui, vederlo morire a poco a poco è una vera tortura.L’uomo muore alle tre del pomeriggio.

SITUAZIONE INIZIALE

È notte. Un soldato tedesco, mentre torna al proprio accampamento, perde la strada e si nasconde dentro una buca. È molto spaventato perché teme che qualcun altro possa saltare nella stessa buca. Che fare in quel caso? «Se qualcuno salta dentro, lo colpisco» pensa per tranquillizzarsi. Intanto, all’esterno, le mitragliatrici non smettono di sparare colpi. A un tratto, qualcosa casca giù nella buca, proprio addosso al soldato. È un uomo. Senza nemmeno riflettere, inizia a colpirlo come un pazzo. Quando si calma, la sua mano è completamente bagnata di sangue.

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competenze di letturaPercorso

CONCLUSIONE Il soldato francese si chiama Gérard Duval e fa il tipografo. Il soldato tedesco si scrive l’indirizzo e poi mette tutto di nuovo nella giacca del morto. Gérard Duval resterà per sempre legato alla vita del soldato tedesco, che ora sente che quella tragica esperienza ha rovinato entrambi. Se riuscirà a scampare al massacro, si batterà contro la guerra affinché episodi come quello che ha vissuto non accadano mai più.

(Adatt. da: E. M. Remarque, Niente di nuovo sul fronte occidentale, Mondadori)

Il soldato tedesco sistema meglio il cadavere, gli chiude gli occhi e lo osserva attentamente. Inizia a immaginare la sua vita: forse ha una moglie e le scrive spesso. E forse questa moglie riceverà ancora per qualche settimana le lettere che lui le ha spedito… Come sarà quella donna? Tutti questi pensieri fanno riflettere il soldato tedesco: in fondo quello era un uomo come lui. Così inizia a parlare con il cadavere: gli dice che se potesse tornare indietro nel tempo non lo ucciderebbe più. Gli chiede perdono. Solo in quel momento si rende conto che anche lui ha una mamma preoccupata, proprio come la sua. Senza le divise che li rendono diversi, potrebbero essere fratelli. Fuori intanto si continua a sparare. Il soldato tedesco decide che scriverà alla moglie dell’uomo. L’uniforme del francese è aperta e si vede il portafoglio. Ha un po’ di timore nel prenderlo, perché ha paura di scoprire il nome di quell’uomo. Perché quel nome lo accompagnerà per tutto il resto della sua vita. Alla fine, però, lo prende e lo apre: dentro ci sono alcune fotografie della moglie e della figlia. Ci sono anche delle lettere in francese. In quel momento capisce che non avrà il coraggio di scrivere alla donna, ma fa una promessa a se stesso: le manderà dei soldi una volta finita la guerra.

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competenze di lettura Percorso

1. Individua nel testo e trascrivi cinque parole che riguardanola guerra. GUERRA: • • •

• •

2. La frase “Senza le divise che li rendono diversi,potrebbero essere fratelli” significa cheA. sono parenti, anche se hanno divise differentiB. hanno scelto di stare uno contro l’altro anche se sono fratelliC. sono diversi nelle divise, ma hanno in comune l’essere uominiD. le divise li hanno fatti diventare nemici, anche se si volevano bene

3. In quale momento della giornata si svolge la vicenda?

4. Chi sono i due protagonisti?

5. Dove si trovano?6. In quale periodo storico avviene il fatto narrato?

7. Che cosa scopre il protagonista a proposito della vita del soldatonemico? Completa:

• il nome

• il cognome

• il mestiere

• la famiglia

• la nazionalità

8. Qual è, secondo te, il momento centrale della narrazione?Scrivi che cosa succede con parole tue e spiega perché questomomento è importante.

a. Il momento centrale di questo racconto è quando

b. Secondo me questo momento è importante perché fa capire

LESSICO

ANALIZZARE

ESPRIMERE E VALUTARE

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competenze di letturaPercorso

L’episodio narratoCirca venti soldati italiani sono bloccati a metà di un paese nella campagna russa. Un soldato italiano, quello che racconta la storia, entra in un’isba. Dentro ci sono soldati russi armati. Chiede da mangiare e una donna gli dà latte e miglio. Tutti i russi lo guardano fermi, in silenzio. La donna gli dà anche del miele per i suoi compagni. Il soldato ringrazia, esce dall’isba e torna dai compagni. Tutti ricorderanno quell’esperienza.

Potrà tornare a succedereStai per leggere un testo autobiografico, in cui l’autore racconta un episodio che ha vissuto.

R U S S I A

Mar Nero

Don

Don

Volga

I luoghi• Russia, lungo il fiume DonUn piccolo paese, un’isba (sempliccasa in legno della campagna russa).

Il tempo• Nel dicembre del 1942, durantla Seconda guerra mondialeÈ pieno inverno.

I personaggi e l’autore• Il sergente Mario Rigoni Stern, il protagonistaÈ il narratore della storia e ne è anche l’autore.

• Il tenente Danda, più una ventina di soldati italiani

tutti compagni di Mario.

• Uomini, donne e bambini russi dell’isba.• I soldati russi.

DIZIONARIO MULTILINGUE

PAROLE CHIAVE PER CAPIRE

isba: abitazione russa fatta di tronchi d’albero, con una grande stufa al centro.

munizioni: proiettili e altri materiali con cui si caricano le armi da fuoco.plotone: insieme di squadre di soldati, all’interno di una compagnia militare.solidarietà: sentimento di vicinanza, di condivisione.

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competenze di lettura

Potrà tornare a succedere

Percorso

SVILUPPO Avevo molta fame. Dovevo mangiare qualcosa. Corsi e raggiunsi un’isba. Una pallottola dei soldati russi i passò vicino. Bussai alla porta dell’isba ed entrai. Avevo paura perché era una casa dei nemici. Tenni pronto il fucile. Alcuni soldati russi erano seduti a tavola e mangiavano. Anche loro avevano il fucile. Potevano uccidermi, perché io ero il nemico. C’erano anche delle donne e dei bambini. Chiesi a una donna da mangiare. La donna non disse nulla e mi diede un piatto di zuppa di latte e miglio. Io misi via il fucile e mangiai. Tutti mi osservavano; nessuno parlava.«Grazie» dissi alla donna. «Prego» rispose lei.Uscii. Nell’ingresso vidi delle arnie1. Chiesi alla donna un po’ di miele e lei me lo diede. Pensai: «Tutto qui sembra così naturale! Questi russi sono uomini come me, non sono miei nemici. Siamo tutti uguali, la guerra non ha senso».Non avevo più paura. In quell’isba tutti, i soldati, le donne e i bambini si erano comportati da uomini, con senso di solidarietà e di fratellanza.

SITUAZIONE INIZIALE

Eravamo in venti circa. Eravamo a metà di un paese al centro della campagna russa. Aspettavamo il resto del plotone, ma non arrivavano. Anche il nostro capitano non arrivava. Da soli non potevamo andare avanti né tornare indietro: eravamo bloccati. I soldati russi sparavano dalle case vicine. Non avevamo quasi più munizioni e non sapevamo che cosa fare. Eravamo confusi e disorientati. Il tenente Danda era rimasto indietro; attraversò la strada per unirsi a noi; i russi spararono da una casa vicina e lo ferirono a un braccio.

1. arnie:cassette per allevare le api.

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competenze di letturaPercorso

In quel momento pensai che c’era ancora speranza: «Se è successo una volta può succedere ancora. Forse gli uomini possono smettere di fare la guerra e vivere in un altro modo».

CONCLUSIONE Tornai dai miei compagni. Tutti insieme mangiammo il miele. Pensai: «È stato come un bel sogno».

(Adatt. da: Mario Rigoni Stern, Il sergente nella neve, Einaudi)

1. In questo testo, che è una narrazione memorialistica, spessol’autore si sofferma sulle sue emozioni e su quelle dei personaggi.Le parole che esprimono le emozioni sono dunque moltoimportanti. Per ciascuna situazione individua l’emozione provatadal personaggio. Attenzione: tre emozioni sono in più!

riconoscenza • rabbia • paura • speranza • senso di fratellanza • invidia • confusione

• Il sergente Mario sta per entrare nell’isba. È una casa nemica

Mario prova

• Il sergente Mario riceve dalla donna la zuppa e il miele

Mario prova

• La donna dà al sergente Mario il pane e il miele

La donna prov

• Il sergente Mario pensa che forse in un futuro gli uomini saranno diversi

Mario prova

2. Osserva attentamente le immagini. Poi rispondi alle domande:consulta il testo se necessario. Cercare i “perché” ti aiuteràa riflettere sulla storia!

LESSICO

COMPRENDERE

a. Perché i venti soldati sono bloccatial centro del paese? Perché

hanno finito le munizioni mancano il capitano e il resto del plotone, non sanno che cosa fare

il tenente Danda è ferito sono affamati e devono cercare il cibo

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competenze di lettura Percorso

3. Nella narrazione memorialistica l’autore raccontaciò che ha vissuto in momenti storici molto particolari.Egli dunque è stato non soltanto testimone ma anche protagonista. a. I fatti raccontati in questo testo sono

veri di fantasia

b. Il racconto è scritto in prima persona in terza persona in seconda persona

c. Il protagonista del racconto (Mario Rigoni Stern)infatti è anche l’autore del racconto V F

d. Il tempo della narrazione è il presente il passato il futuro

I fatti si sono svolti nel dicembre del durante la

ANALIZZARE

b. Perché il sergente Mario ha pauradi entrare nell’isba? Perché

pensa che i suoi compagni si arrabbino gli abitanti dell’isba sono russi e quindi suoi nemici

ha paura che non gli diano da mangiare ha paura di non controllarsi e di uccidere tutti: in fondo sono nemici

c. Perché la donna dà al sergente la zuppae il miele? Perché

ha paura di essere uccisa prova un senso di solidarietà e di fratellanza anche con il nemico

la zuppa è tanta e ce n’è per tutti il sergente parli bene di lei al suo capitano

d. Perché il sergente Mario pensa:«È stato come un bel sogno»? Perché

chi combatte non si aspetta atti di generosità dai nemici

era molto stanco, forse si era addormentato

la zuppa e il miele erano molto buoni, buoni da sogno!

chi combatte sogna a occhi aperti

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SCH

EDAPER ANALIZZARE IL GENERE

LA NARRAZIONE MEMORIALISTICALa narrazione memorialistica è una particolare forma di racconto autobiografico che riguarda eventi particolarmente importanti di cui lo scrittore è stato non soltanto testi-mone attento, ma anche protagonista, per avervi preso parte o esservi stato coinvolto.

PERCHÉ SI SCRIVE UNA NARRAZIONE MEMORIALISTICA?Gli scopi alla base delle narrazioni memorialistiche possono essere molteplici:

• documentare lo svolgimento di determinati episodi e ricostruire il tipo di cultura e di mentalità che li ha fatti maturare;

• contribuire alla conoscenza del passato, rendendo viva testimonianza di impor-tanti e spesso drammatici eventi storici che, una volta raccontati, possano servire di monito alle future generazioni affinché non dimentichino quanto è accaduto e non commettano gli stessi errori;

• spiegare attraverso quali esperienze si è realizzata la propria maturazione interio-re, come si è giunti a determinate scelte o a rivedere precedenti idee e posizioni.

LE CARATTERISTICHE DELLA NARRAZIONE MEMORIALISTICA• Gli avvenimenti raccontati sono realmente accaduti, anche se il modo in cui ven-

gono presentati riflette il punto di vista dell’autore. La narrazione oscilla quindi tra il realismo e l’espressione di emozioni e sensazioni dello scrittore.

• L’autore racconta quasi sempre in prima persona.

• Volendo fare un resoconto il più possibile fedele dei fatti, l’autore tende, il più delle volte, a disporre ordinatamente gli episodi seguendo il loro naturale svolgi-mento cronologico.

• Fortemente condizionato dall’esperienza vissuta, l’autore alterna il racconto dei fatti alle riflessioni.

IL MESSAGGIOMolti autori sono consapevoli dell’assoluta priorità del messaggio da comunicare, dell’importante testimonianza di cui sono portatori, quindi non si attardano in descri-zioni troppo lunghe e accurate dei luoghi o dei personaggi, lasciando che gli aspetti di questi ultimi emergano attraverso la fedele ricostruzione dei fatti.

IL LINGUAGGIOSolitamente lo stile è essenziale e di immediata forza comunicativa.

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PER ANALIZZARE IL GENERE

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SCHEDA

Quarantasei sotto zero Nella notte, affondando fino al ginocchio, procedevamo av-volti da una nube di neve levata dal vento. Incappucciati nei passamontagna e intabarrati nei cappotti duri e bianchi, ave-vamo assunto l’aspetto di grotteschi pupazzi di neve.Il freddo tagliava, mordeva, succhiava le carni incartapecori-te, bruciava le labbra, le narici, i bronchi; insostenibile.– Sergente Bartolan! – chiamò Reitani preoccupato per lasorte della ventisei. – Tu hai una pila, cerca di dare un’oc-chiata ai termometri dei pezzi1 e a un orologio, se ti riesce.Quando il capo-pezzo2 si riavvicinò, disse scostando dallabocca il passamontagna: – Sono le due signor capitano, e sia-mo a quarantasei gradi sotto zero.– A quanto? – domandò Reitani riparando con la mano l’o-recchio dal sibilare del vento.

svolgimento dei fatti in ordine cronologico

prima persona: l’autore ha vissuto

ciò che racconta

stile essenziale, di immediata comunicatività

Un esempio, per capire meglio.

Analizziamo un esempio, attraverso una breve pagina tratta dal romanzo Centomila ga-vette di ghiaccio. L’autore è Giulio Bedeschi, un medico che nel 1943 partecipò alla di-sastrosa campagna di Russia come ufficiale degli alpini. Insieme con i soldati della XXVI Divisione, Bedeschi visse l’esperienza di un’estenuante e drammatica ritirata: migliaia di chilometri percorsi a piedi da soldati allo sbando, mal equipaggiati, abbandonati a se stessi, costretti a difendersi dalle imboscate del nemico e dai rigori di un clima terribile.

1. pezzi:le varie armi usatein artiglieria, a cominciare dai cannoni.

2. capo-pezzo:il responsabile dell’artiglieria.

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LA NARRAZIONE MEMORIALISTICA

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SCH

EDA

– Quarantasei sotto zero. Non posso sbagliare, ho guardatotre termometri e il tenente Perbellini ha controllato.– Vuol dire morire – disse ad alta voce un soldato vicino.Fu spaventoso quando uomini validi fino a quel punto sen-tirono le forze fisiche crollare mentre l’animo ancora volevaprocedere: tutti camminavano contro il vento dosando conangosciosa cautela le estreme sfuggenti energie, quando quelliiniziarono a piegare un ginocchio nella neve, poi l’altro, poicurvavano la schiena, affondavano le mani nella neve e tende-vano la testa in avanti, gli occhi fuori dalle orbite, protesi in unimmane sforzo disperato, simili a cani rattenuti dalla catena.Nelle prime ore della mattina il vento cessò, dando tregua aimarciatori, ma il freddo si mantenne accanito.La colonna si era spinta molto a nord, durante la notte; forses’era portata quasi all’altezza di Rossosch. A un certo puntola marcia subì un intoppo, poiché le slitte stentavano a supe-rare un pendio nevoso molto lungo e ripido, e i muli avevanobisogno di riprender fiato a mezza salita.

(G. Bedeschi, Centomila gavette di ghiaccio, Mursia)

il messaggio, le riflessioni

fatti e luoghi reali

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Page 13: Pagine di STORIA Nei testi degli scrittori

MISURA LE TUE COMPETENZE

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Verso la PROVA NAZIONALE

Verifica finale con autovalutazione

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È finita.Vacanze. Vacanze. Vacanze.Per tre mesi. Come dire sempre.La spiaggia. I bagni. Le gite in bicicletta con Gloria.E i fiumiciattoli di acqua calda e salmastra, tra le canne, immerso fino alle ginocchia, alla ricerca di avannotti, girini, tritoni1 e larve d’insetti.Pietro Moroni appoggia la bici contro il muro e si guarda in giro.Ha dodici anni compiuti, ma sembra più piccolo della sua età.È magro, abbronzato. Una bolla di zanzara in fronte. I capelli neri, tagliati corti, alla meno peggio, da sua madre. Un naso all’insù e due occhi grandi, color nocciola. Indossa una maglietta bianca dei mondiali di calcio, un paio di pantaloncini jeans sfrangiati e i sandali di gomma trasparente, di quelli che fanno la pappetta nera tra le dita.Dov’è Gloria? Si chiede.Passa tra i tavolini affollati del bar Segafredo.Ci sono tutti i suoi compagni.E tutti ad aspettare, a mangiare gelati, a cercarsi un pezzetto d’ombra.Fa molto caldo.Da una settimana sembra che il vento sia sparito, che abbia traslocato da qualche altra parte portandosi appresso tutte le nuvole e lasciando un sole enorme e incandescente che ti bolle il cervello nel cranio.Sono le undici di mattina e il termometro segna trentasette gradi.Le cicale strillano come ossesse sui pini dietro il campo di pallavolo.Il cancello della scuola è chiuso.I risultati non sono ancora stati affissi.Una paura leggera si muove furtiva nella pancia, spinge contro il diaframma e riduce il respiro.Entra nel bar.Nonostante si schiatti di caldo, ci sono un sacco di ragazzini assiepati intorno all’unico videogioco.Esce.Eccola!Gloria se ne sta seduta sul muretto. Dall’altra parte della strada. La raggiunge. Lei gli dà una pacca sulla spalla e gli chiede: «Hai paura?».

La pecora nera (rossa)Niccolò Ammaniti

PRIMA PARTE • TESTO A TESTO NARRATIVO

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

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75

«Un po’».«Pure io».«Smettila» fa Pietro. «Ti hanno promosso. Lo sai».Davanti al bar c’è movimento.Tutti si risvegliano, attraversano la strada e si accalcano contro il cancello chiuso.Italo, il bidello, con le chiavi in mano avanza nel cortile urlando: «Piano, piano, così vi fate male».«Andiamo». Gloria si avvia verso il cancello.Pietro ha la sensazione di avere due cubetti di ghiaccio sotto le ascelle. Non riesce a muo-versi.Intorno tutti che spingono per entrare.Ti hanno bocciato!È così. Non è un presentimento. Non è un sospetto.È così. (Perché?)Perché è così.Certe cose si sanno e non ha nessun senso chiedersi il perché.Come ha potuto credere di essere promosso?Vai a vedere. Che aspetti? Vai. Corri.Rompe finalmente la paralisi e s’incunea tra i compagni. Il cuore gli rulla una marcetta furibonda sotto lo sterno.Sgomita. «Fatemi passare… Voglio passare, per favore».«Calma! Calma! Non spingete… Piano, mann…». Italo sta sul lato del cancello e quando vede Pietro gli muoiono le parole in bocca.Ti hanno bocciato.È scritto negli occhi del bidello.Pietro lo fissa un istante e si lancia di nuovo, a rotta di collo, verso le scale.Sale i gradini a tre a tre ed entra.Il capannello si è aperto lasciandogli spazio fino ai tabelloni.Leggi.Cerca la sua sezione.B! Dov’è!? La sezione B? Prima B, seconda B. Eccola!È l’ultima a destra.Abate. Altieri. Bari…Comincia a scorrere con lo sguardo l’elenco dall’alto in basso.Un nome è scritto in rosso.C’è un bocciato.Più o meno a metà colonna. Roba di M, N, O, P.Hanno bocciato Pierini.Moroni.Strizza gli occhi e quando li riapre intorno tutto è sfocato e ondeggia.Rilegge il nome.

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MISURA LE TUE COMPETENZEVerso la PROVA NAZIONALE

A1. Il testo ha inizio conA. l’arrivo di Pietro a scuolaB. i progetti di Pietro per le vacanzeC. la descrizione dell’ultimo giorno di scuolaD. la descrizione del comportamento di Pietro 1

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Moroni Pietro Non ammessoNon sai leggere?Una voce gli rimbomba nel cervello. Come ti chiami tu?(Eh, che c’è?)Come ti chiami?(Chi? Io…? Io mi chiamo… Pietro Moroni. Moroni Pietro.)E lì c’è scritto Moroni Pietro. E proprio accanto, in rosso, stampatello, grosso come una casa, Non ammesso.Allora la sensazione era giusta.Ora non ci deve pensare.Ora deve solo andarsene.«Pietro! Pietro! Allora?!».Si gira.Gloria.«Allora? Sono stata promossa?».Pietro fa segno di sì.«Ah! Che bello! Sono stata promossa! Sono stata promossa!» urla Gloria e incomincia ad abbracciare quelli che le stanno intorno.Perché fa tutte queste scene?«Tu? E tu?».Rispondile, forza.Si sente male. Gli sembra che dei calabroni tentino d’entrargli nelle orecchie. Ha le gambe molli molli e le guance infuocate.Gloria si fa spazio tra la ressa e lo raggiunge.«Pietro, che hai? Ti senti male?» gli domanda e guarda i tabelloni.«Non ti hanno amm…?».E Pietro Moroni si rende conto che tutti lo fissano e gli stanno addosso, che lui là in mezzo è il giullare, la pecora nera (rossa) e che anche Gloria è dall’altra parte, insieme a tutti gli altri e non importa niente, assolutamente niente, che lo stia guardando con quegli occhi da Bambi.

(Tratto da: N. Ammaniti, Ti prendo e ti porto via, Mondadori)

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

A2. Pietro appoggia la bici e si guarda in giro perché

A. non sa se fermarsi contro il muroB. cerca con gli occhi gli altri suoi compagniC. si chiede dove sia GloriaD. ha paura che si sappiano già i risultati 1

A3. Nella descrizione di Pietro distingui le espressioni soggettive e quelle oggettive. Metti una crocetta per ogni riga.

ESPRESSIONI DEL TESTO SOGGETTIVE OGGETTIVE

a. Ha dodici anni compiuti

b. una bolla di zanzara in fronte

c. capelli neri, tagliati corti, alla meno peggio

d. occhi grandi, color nocciola

e. sandali… di quelli che fanno la pappetta nera…

5

A4. Tra il momento in cui Pietro arriva a scuola e quello in cui si accorge che il cancello è ancora chiuso (righe 7-23) pensieri e sensazioni si susseguono.

Riordinali numerando da 1 a 6.

ESPRESSIONI DEL TESTO NUMERO

a. Nell’attesa di vedere i risultati mangiano gelati

b. Fa molto caldo

c. Passando tra i tavolini del bar vede tutti i suoi compagni

d. Sembra che il vento sia sparito

e. Si chiede dove sia la sua amica Gloria

f. Le cicale stridono ossessivamente

6

A5. Quale personificazione usa l’autore, riferendosi al vento? Trascrivila:

1

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MISURA LE TUE COMPETENZEVerso la PROVA NAZIONALE

A6. La paura di Pietro si muove “furtiva” (riga 25), cioèA. rubataB. attentaC. silenziosaD. inosservata 1

A7. Quando Pietro raggiunge Gloria seduta sul murettoA. la sua amica gli dà una gomitata affettuosa e gli chiede cosa farà

nelle vacanzeB. la sua amica dice di aver paura e Pietro la zittisce dicendole

che sarà promossaC. è contento e pensa di essere fortunato ad avere un’amica come leiD. invita la sua amica al bar, per non far vedere che prova una grande paura

1

A8. Quando tutti si avviano verso il cancello, Pietro in un primo momentoA. non riesce a mantenere la calma e si accalca per entrareB. corre insieme a tutti i suoi compagni e spinge per arrivare primoC. vorrebbe scappare via perché è sicuro che è stato bocciatoD. si sente paralizzato e dà inizio a una specie di dialogo interiore 1

A9. Chi pronuncia le parole in corsivo “Vai a vedere. Che aspetti? Vai. Corri” (riga 52)?A. I compagni di PietroB. GloriaC. Pietro, tra sé e séD. Il bidello Italo 1

A10. Pietro spinge per entrare e ha subito la conferma di essere stato bocciato. Dove lo legge?

1

A11. Dopo che Pietro ha letto, “grosso come una casa, non ammesso” decide cheA. si tratta di un’ingiustiziaB. i suoi timori erano giustiC. nessuno ha capito quanto valeD. deve andarsene via subito 1

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

A12. Che cosa pensa Pietro della reazione di Gloria, quando le fa segno che è stata promos-sa? Trascrivi la riga che contiene il pensiero di Pietro.

1

A13. Alla fine, Pietro si rende conto cheA. è solo, tutti gli altri si sono allontanatiB. è circondato dai compagni ma loro neppure lo guardano C. è come un buffone che fa divertire il pubblicoD. è stato abbandonato anche dalla sua amica Gloria 1

A14. Pietro si rende conto che è “la pecora nera” perchéA. ha paura e ha i capelli neriB. è malvisto da tutti i suoi compagniC. si è segnalato per le qualità negativeD. ha deluso le aspettative degli altri 1

A15. La parola tra parentesi “(rossa)” (riga 103 e titolo) fa riferimento al coloreA. della scritta sul tabelloneB. che indica pericolo, catastrofeC. del sangue, e lui si sente feritoD. che lui più detesta 1

A16. Nel testo sono presenti alcune similitudini ed espressioni figurate. Individua e trascrivi le espressioni del testo, in corrispondenza al significato di ciascuna.

SIGNIFICATO SIMILITUDINI - ESPRESSIONI FIGURATE

SIMILITUDINI ED ESPRESSIONI DEL TESTO

a. il cuore gli batte nel petto come un tamburoche suona una marcia dal ritmo rabbioso

b. smette di parlare, come se non riuscisse piùa tirar fuori le parole

c. le orecchie gli ronzano forte forte

d. occhi tristi e dolci

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PARTE A TOTALE PUNTI 28

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Verifica finale con autovalutazione

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Molti la considerano la più bella favola di Natale, paragonandola a un mira-colo. Nei libri di Storia non ce n’è traccia, tuttavia se ne parla in film e romanzi, materiali d’archivio, lettere, nonché in una struggente canzone folk dell’artista inglese Mike Harding, dal titolo Christmas 1914. Eccone alcuni versi: «I fucili ri-masero in silenzio […] senza disturbare la notte. Parlammo, cantammo, ridemmo […] e a Natale giocammo a calcio insieme, nel fango della terra di nessuno». La partita in questione si svolse realmente, e fu giocata il 25 dicembre 1914 nei pressi della cittadina belga di Ypres. Campo di gioco: la no man’s land («terra di nessu-no»), lo spazio che divideva le trincee inglesi da quelle tedesche. Fu il momento culminante di quella che passerà alla storia come «tregua di Natale».

Conflitto. Nell’estate del 1914 l’Europa era divenuta teatro di una guerra che vedeva opposti due grandi schieramenti: Gran Bretagna, Francia e Russia da una parte; Germania, Austria-Ungheria e Turchia dall’altra. Più tardi sarebbero entrati nel conflitto anche Bulgaria, Giappone, Italia, Stati Uniti e una serie di Paesi «minori», trasformando così la contesa nella prima guerra su scala globale dell’umanità.

All’inizio il fronte più caldo fu proprio quello occidentale (tra il Belgio e il Nord della Francia) dove inglesi, francesi e belgi dovettero contrastare l’avanzata tedesca. Dopo una sanguinosa battaglia nei pressi di Ypres, a fine autunno gli eserciti si ritrovarono però impantanati (qui e altrove) in un’estenuante guerra di logoramento tutta combattuta intorno alle trincee. Da questi fossati profondi un paio di metri e rinforzati alla buona con tavole di legno, i soldati si lanciava-no quotidianamente all’assalto del nemico, guadagnando o cedendo ogni volta pochi metri di terreno e trascorrendo il resto della giornata tra fango, pioggia e cadaveri in decomposizione. Queste condizioni riguardavano tutti e il «mal comune» provocò presto il verificarsi di episodi di solidarietà tra nemici (che si trovavano peraltro a pochi passi di distanza gli uni dagli altri). I soldati dei due eserciti cominciarono a scambiarsi alcuni «favori», come non aprire il fuoco durante i pasti.

Nel dicembre del 1914, dopo aver dato ordine alle truppe di non interrompere per nessun motivo i combattimenti, i comandi dei due eserciti fecero arrivare nelle prime linee piccoli pacchi dono (era pur sempre Natale) contenenti dolci,

Pace in trinceaMatteo Liberti

PRIMA PARTE • TESTO B TESTO ESPOSITIVO-ARGOMENTATIVO

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liquori, tabacco, alberelli natalizi e candele. A Ypres, la sera della vigilia, i tede-schi addobbarono le postazioni scambiandosi gli auguri e cantando motivetti natalizi; in una trincea qualcuno intonò la canzone Stille nacht, Silent night per gli inglesi. Da quel momento, e per buona parte della serata, i soldati dei due eserciti non smisero più di cantare, ognuno nella propria lingua e ognuno al riparo della propria postazione. Al momento di andare a dormire un po’ tutti erano ormai convinti che qualcosa di straordinario stesse per verificarsi: all’alba i tedeschi esposero infatti piccoli cartelli con le scritte «Buon Natale» e «Non sparate, noi non spariamo». Era il segnale d’inizio.

Fratellanza. Ricominciarono i canti e gli applausi, poi dalla trincea tedesca uscì un uomo: nella nebbia gli inglesi lo intravidero appena, quanto bastava per notare che era disarmato. I britannici, increduli, uscirono dai loro ripari e si incamminarono verso i tedeschi, che fecero altrettanto. «Ho visto la cosa più straordinaria che si possa vedere: stavamo per sparare a quel tedesco […] e poco dopo eravamo tutti in festa» scrisse il soldato inglese Dougan Charter in una lettera alla famiglia.

Dopo aver sepolto i corpi dei commilitoni uccisi nei combattimenti dei gior-ni precedenti, i due schieramenti fraternizzarono, preparando una festa in pie-na regola. «Fritz portò sigari e brandy, Tommy della carne di manzo e sigarette» canta Mike Harding nella sua canzone. Inglesi e tedeschi si regalarono caffè e cioccolata, marmellata e sigari, tè e whisky, nonché alcuni accessori delle divise. Ci fu persino chi si fece fotografare in gruppo. «Non vi fu un solo momento di odio: per un po’ nessuno pensò più alla guerra» disse il soldato britannico Bruce Bairnsfather.

Il simbolo di quell’insolito Natale di guerra divenne la partita di calcio che si tenne a Ypres fra le truppe inglesi e quelle tedesche. I palloni furono messi insieme con stracci pieni di sabbia legati con lo spago, mentre le porte furono delimitate da pile di cappotti: per qualche ora la «terra di nessuno» si trasformò in un campo di calcio.

Il soldato inglese George Eade ricorda: «Un tedesco mi sussurrò con voce tremante: oggi abbiamo avuto la pace, ma da domani tu combatterai per il tuo Paese e io per il mio. Buona fortuna». Poi, in silenzio, tornò dalla propria parte.

Il miracolo era finito la sera stessa di Natale.Gli alti comandi, per evitare che i soldati familiarizzassero col nemico, deci-

sero di spostarli a turno in diverse zone del fronte. Partì anche un’operazione di censura di qualsiasi notizia che riguardasse la tregua del 1914 e si arrivò a negare ufficialmente che fosse mai avvenuta.

Massacro. Nel 1915 la guerra riprese più dura che mai. E negli anni successivi Ypres divenne famosa per i bombardamenti con armi chimiche che coinvolsero anche la popolazione (la cittadina diede il nome a uno dei gas utilizzati, l’iprite).

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Ad annunciare il ritorno alla normalità guerresca, tra i britannici, fu un secco comunicato alle truppe: «Mai più tregue, partite di calcio incluse […]. In guerra non bisogna mai interrompere l’uccisione del nemico». E così, in pochi mesi, quella bella storia di Natale fu relegata nell’oblio. Non tutti la presero male: un soldato di origini austriache, all’epoca dei fatti di stanza proprio nella zona di Ypres, fu ben lieto di ricominciare a sparare, avendo criticato con violenza quella «stupida tregua».

Il suo nome era Adolf Hitler.Di opinione opposta, invece, restò sempre Bertie Felstead, un signore inglese

morto il 22 luglio 2001, a 106 anni. Bertie era l’ultimo reduce ancora in vita ad aver preso parte a una certa partita di calcio giocata in uno speciale giorno di Natale: la meno famosa, ma forse la più straordinaria della Storia.

(Tratto da: Matteo Liberti, Pace in trincea, in «Focus Storia»)

B1. La parte iniziale di questo articolo (righe 1-10) ha la funzione diA. esporre in modo chiaro l’argomento, suddividendolo in paragrafiB. esporre in breve l’argomento, per suscitare l’interesse dei lettoriC. esporre commenti e testimonianze per suscitare il parere dei lettoriD. esporre il motivo per cui l’autore ha deciso di parlare della vicenda 1

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B2. La parola “traccia” (riga 2) in questo contesto ha il significato diA. abbozzo B. ormaC. segno D. accenno 1

B3. La canzone inglese è definita “struggente” (riga 3) perché A. è intensa, tormentosa e dolce allo stesso tempoB. i suoi versi parlano di una guerra distruttivaC. i suoi versi hanno una struttura particolareD. è eseguita con una strumentazione particolare 1

B4. La parola “nonché” (riga 3) si potrebbe sostituire con l’espressione A. tanto piùB. tanto menoC. come pureD. non solo 1

B5. Leggi le domande e completa la prima tabella con i numeri delle risposte elencate nella seconda tabella. Fai attenzione: non tutte le risposte sono corrette, ma più di una rispo-sta può essere abbinata a una domanda.

DOMANDE RISPOSTE N.

a. Che cosa accadde? n.

b. Quali sono le fonti? n.

c. Come è giudicata la vicenda? n.

RISPOSTE

1 Un fatto straordinario, quasi miracoloso

2 Film, romanzi, canzoni

3 Nelle trincee inglesi e tedesche

4 Una tregua tra nemici di fronti opposti

5 Un atto di insubordinazione

6 Il momento culminante della guerra

7 I libri di storia

8 Molte testimonianze di protagonisti 4

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B6. Nell’estate del 1914, in Europa erano in guerra su fronti opposti

A. Bulgaria, Germania, Austria-Ungheria e Gran Bretagna, Francia, Russia

B. Bulgaria, Francia, Austria-Ungheria e Gran Bretagna, Germania, Russia

C. Germania, Austria-Ungheria, Turchia e Gran Bretagna, Francia, Russia

D. Germania, Austria-Ungheria, Russia e Gran Bretagna, Francia, Turchia 1

B7. L’espressione “il fronte più caldo” (riga 17) significa

A. il fronte più afoso

B. il fronte dove le perdite erano più dure

C. il fronte più difficoltoso

D. il fronte con i combattimenti più aspri 1

B8. Consultando il testo (righe 17-29), completa.

a. La linea del fronte occidentale nel 1914 passava tra il

e il

b. Nell’autunno 1914 gli eserciti si fronteggiarono presso la cittadina

di ���������������������������������������������� dove subirono molte perdite.

c. Dopo questa battaglia, ebbe inizio la cosiddetta ,

combattuta nel fango delle 5

B9. Quali caratteristiche definiscono una guerra di logoramento (righe 20-25)? Metti una crocetta per ogni riga.

SÌ NO

a. È una guerra in cui i soldati dei fronti opposti trascorrono gran parte dellegiornate nelle rispettive trincee

b. Le trincee dei due fronti si trovano molto spesso a poca distanza le unedalle altre

c. Quando si verifica un attacco, i soldati dei due fronti devono percorrere dicorsa lunghe distanze

d. Le condizioni dei soldati sono terribili, sono immersi nel fango e circondatidai corpi dei compagni uccisi

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B10. Nella frase «Queste condizioni riguardavano tutti» (riga 25), la parola “queste” si riferisce

A. a qualcosa che è già stato detto

B. a qualcosa di cui si dirà in seguito

C. al nascere di episodi di solidarietà

D. alla voglia di scambiarsi favori 1

B11. Nel dicembre 1914 i comandanti delle truppe diedero ordine di non interrompere per nessun motivo i combattimenti (righe 30-31), perché

A. l’arrivo dei pacchi dono avrebbe potuto distrarre i soldati

B. vi erano già stati piccoli episodi di solidarietà tra i nemici

C. nelle trincee più vicine era stato organizzato un Natale comune

D. temevano che i soldati nemici si scambiassero i pacchi dono 1

B12. “Al momento di andare a dormire un po’ tutti erano ormai convinti che qualcosa di stra-ordinario stesse per verificarsi” (righe 38-39) perché

A. era la vigilia di Natale e tutti si aspettavano qualche novità

B. i soldati dei fronti opposti avevano trascorso la seracantando a voce alta canzoni natalizie

C. i soldati erano inquieti e scontenti di trovarsi lontano da casaproprio nel giorno di Natale

D. dopo la serata di canti natalizi, c’era tra i soldatiun diffuso desiderio di festa e di pace 1

B13. All’alba del giorno di Natale, quale segnale dà inizio alla tregua?

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B14. Quale fu l’emblema di quella giornata, che la rese così insolita nell’infuriare della guerra?

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B15. I comandanti delle truppe censurarono le notizie sulla tregua natalizia (righe 67-69) perché

A. volevano evitare punizioni esemplari per i soldati che avevano partecipato ai festeggiamenti

B. volevano evitare che i nemici tornassero altre volte a fraternizzare tra loro

C. non volevano che si sapesse che tra i soldati c’era un forte desiderio di pace

D. la tregua non era stata importante, la battaglia infatti era ripresa subito il giorno successivo 1

B16. Durante la Prima guerra mondiale, per la prima volta nella storia, furono usate nuove armi: quali? Cerca l’informazione nell’ultima parte del testo e trascrivila.

1

B17. Nella parte conclusiva dell’articolo l’autore riporta opinioni diverse riguardo a quel gior-no di Natale.Completa la tabella scrivendo di chi è ciascuna opinione elencata.

OPINIONE CHI LA PENSA COSÌ?

a. Mai più tregue e tanto meno partite di calcio comandi

b. Stupida tregua

c. La più straordinaria partita della Storia

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B18. Quale funzione hanno le carte che accompagnano il testo?

A. Sono un elemento ornamentale per rendere più gradevole il testoB. Permettono di localizzare con maggior precisione l’episodioC. Illustrano le caratteristiche di una guerra di logoramentoD. Permettono di capire meglio il modo in cui si svolge l’episodio 1

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

B19. Come tutti gli articoli giornalistici, anche il testo che hai letto può essere analizzato con il metodo delle cinque W, le cinque domande fondamentali. Completa tu la tabella con le risposte, riferendoti all’episodio principale del testo.

DOMANDE RISPOSTE

a. (Who) Chi?

b. (What) Che cosa?

c. (When) Quando?

d. (Where) Dove?

e. (Why) Perché?

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B20. Lo scopo di questo articolo è soprattuttoA. informare su luoghi di particolare interesse storico

riguardo alla Prima guerra mondialeB. far conoscere al pubblico dei lettori le opinioni di alcuni personaggi,

testimoni dei fattiC. informare circa avvenimenti che furono censurati

nella convinzione che siano di particolare interesse storico e umanoD. dimostrare che molto spesso anche sui libri di storia

non è riportata tutta la verità dei fatti 1

PARTE B TOTALE PUNTI 37

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MISURA LE TUE COMPETENZEVerso la PROVA NAZIONALE

C1. Indica la funzione della parola “come” nelle frasi date nella tabella. Metti una crocetta per ogni riga.

AVVERBIO INTERRO GATIVO

AVVERBIO COMPARATIVO

CONGIUNZIONE TEMPORALE

a. Come lo vide, cessò di sparare

b. Quel giorno, come si sperava, vifu pace

c. Come si è potuto dimenticare un episodio simile?

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C2. Nella frase «Fu il momento culminante di quella che passerà alla storia come tregua di Natale» cambia la forma verbale “passerà” usando il condizionale passato.

1

C3. Nella frase “Ho visto la cosa più straordinaria che si possa vedere” l’aggettivo è usato al gradoA. comparativo di maggioranzaB. superlativo relativoC. superlativo assolutoD. comparativo di uguaglianza 1

C4. Nella frase “le porte furono delimitate da pile di cappotti” a. il verbo è di

A. forma attivaB. forma passiva

b. Riscrivi la frase, trasformandola nella forma che hai escluso in precedenza.

2

C5. In quale frase il verbo “essere” è predicato verbale?A. Tedeschi e inglesi erano sprofondati nelle trinceeB. Tedeschi e inglesi furono amici per un giornoC. Tedeschi e inglesi erano in attesa del NataleD. Tedeschi e inglesi erano usciti dalle trincee 1

SECONDA PARTE • GRAMMATICA

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MISURA LE TUE COMPETENZE Verso la PROVA NAZIONALE

C6. Completa la tabella indicando il modo, il tempo e la forma di tutte le voci verbali.

VOCE VERBALE MODO TEMPO FORMA

a. cantammo

b. essendo trasformato

c. impantanati

d. trovavano

e. aver sepolto

f. furono delimitate

6

C7. Indica la funzione sintattica (soggetto, complemento…) delle parole sottolineate nelle seguenti frasi.

a. Molti la paragonano a un miracolo

b. In una trincea qualcuno intonò la canzone

c. Partì un’operazione di censura di qualsiasi notizia

d. Dalla trincea tedesca uscì un uomo

4

C8. In ciascun periodo della tabella indica il tipo della subordinata sottolineata.

PROPOSIZIONE SUBORDINATA TIPO DI SUBORDINATA

a. I due schieramenti fraternizzarono, preparando una festa in piena regola

consecutivafinaletemporalemodale

b. Il simbolo di quel Natale fu la partita di calcioche si tenne a Ypres

relativaoggettivatemporalecondizionale

c. Si arrivò a negare ufficialmenteche fosse mai avvenuta

relativaoggettivatemporalecondizionale 3

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C9. Leggi il periodo “Bertie era l’ultimo reduce ancora in vita ad aver preso parte a una certa partita di calcio”.a. Trascrivi la proposizione implicita:

b. Trasforma l’implicita in esplicita:

2

C10. Leggi il seguente periodo: “Gli alti comandi, per evitare che i soldati familiarizzassero col nemico, decisero di spo-starli a turno in diverse zone del fronte.”a. Scrivi la frase principale:

b. Indica da quante subordinate è formato il periodo:A. unaB. dueC. treD. quattro 2

PARTE C TOTALE PUNTI 25

• Ho trovato la lettura del testo narrativo Afacile di media difficoltà difficile

• Ho trovato la lettura del testo espositivo-argomentativo Bfacile di media difficoltà difficile

• Nei testi A e B, ho avuto difficoltà a risponder

• Nella grammatica, ho avuto difficoltà a risponder

AUTOVALUTAZIONE TOTALE PUNTI TESTO A + TESTO B + GRAMMATICA .../90

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