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processo partecipativoBENI COMUNI E CITTADINANZA ATTIVA: DAL QUARTIERE ALLA CITTÀL.R. 3/2010 Regione Emilia-Romagna, Bando 2016
parchi urbani e spazi pubblicitemporaneità, multifunzionalitàe partecipazione come inneschiper ripensare, riprogettaree valorizzare gli spazi aperti
Elena Farnèarchitetto ed esperta di progettazione partecipata2 febbraio 2017, Reggio nell’Emilia
LABORATORIO URBANOPARCO NILDE IOTTI
Il riuso dei luoghi attraverso forme d’uso temporanee e spazi multifunzionali sta via via diffondendosi.L’idea alla base delle molte esperienze in atto è il tentativo di rispondere alla crisi economica e dare vita a nuovi modelli di sviluppo urbano e territoriale a consumo di suolo zero, volti alla valorizzazione del patrimonio (edifici e aree dismesse), di spazi aperti e di aree pubbliche (e private) inutilizzate o sottoutilizzate, favorendo e stimolando forme spontanee di gestione.
I numerosi progetti attivati dimostrano che gli usi temporanei e la multifunzionalità dei luoghi sono un’opzione non solo possibile, ma necessaria:• per traguardare l’abbandono,• per innescare processi di rivitalizzazione urbana,• per stimolare le comunità a immaginare nuove forme di cura dei beni comuni,• per intercettare le competenze e la creatività dei territori inventando nuove forme di economia.
In Italia non esiste una legge che regola gli usi temporanei dei beni comuni. Tuttavia, dalle molte sperimentazioni di successo si evince che - prima delle risorse economiche - uno dei fattori indispensabili che entrano in gioco è il coinvolgimento attivo delle comunità.Gli usi temporanei, la multifunzionalità, la sperimentazione degli usi attivano forme di ascolto, innesco, accompagnamento alla trasformazione!
ESTONOESUNSOLAR / Saragozza. Da spazi inutilizzatia luoghi abitati e gestiti da abitanti e associazioni #01
programma occupazionale > 50 operai senza lavoro vengono impiegati in attività retribuite per la messa in sicurezza e la chiusura di lotti e spazi inutilizzati e abbandonati nella città di Saragozza
l’utilizzo temporaneo e la multifunzionalità rappresentano uno strumento dinamico, che consente di interpretare in maniera flessibile e non consueta il concetto di spazio pubblico > riuso dal basso, la comunità si attiva e affianca il programma del comune
ESTONOESUNSOLAR / Saragozza. Da spazi inutilizzatia luoghi abitati e gestiti da abitanti e associazioni
le fasi > la proprietá cede lo spazio temporaneamente, estonoesunsolar indaga le necessitá dei residenti e assieme a cittadini e associazioni le progetta e le concretizza, la squadra di operai disoccupati le realizza
gli spazi > la proprietá dei lotti é sia pubblica che privata. I proprietari cedono il loro uso in modo temporaneo. Gli usi proposti sono pubblici
ESTONOESUNSOLAR / Saragozza. Da spazi inutilizzatia luoghi abitati e gestiti da abitanti e associazioni
metodo di lavoro > l’autocostruzione, la reversivibilità e la precarietà degli interventi è l’assunto di tutte le trasformazioni
la gestione > la maggior parte degli spazi vengono richiesti e gestiti da associazioni, gruppi informali, scuole, centri sociali, centri anziani,...
funzioni > aree gioco per bambini, circuiti per triciclo, campi di pallacanestro, calcetto, pallamano, aree per il gioco delle bocce, ping pong, giardini, orti urbani, nuove aree boscate
ESTONOESUNSOLAR, Saragozza. Da spazi inutilizzatia luoghi abitati e gestiti da abitanti e associazioni
ESTONOESUNSOLAR. Dimensioni, funzioni, costi interventiad esempio: € 25/mq orti, € 25/mq parco con area giochi, € 118-€ 75/mq piazza e zona verde, € 43/mq campi pallacanestro
ESTONOESUNSOLAR. Spazi verdi attrezzati e vivibili a manutenzione differenziata (parco non è sempre prato!)
ESTONOESUNSOLAR. Spazi attrezzati, fruibili, vivibili(e a basso costo di realizzazione e manutenzione)
l’area, interclusa tra i binari, viene abbandonata negli anni ’60 per via degli alti costi di manutenzione delle linee merci poco utilizzate > gli abitanti residenti già dagli anni ‘70 sollecitano l’amministrazione di Berlino nella trasformazione dell’area dismessa per realizzare un parco urbano. I comitati propongono le prime idee di riuso e di accessibilità basate sul mantenimento della vocazione ‘selvaggia’ del sito, con l’abbandono molti alberi sono cresciuti spontaneamente
GLEISDREIECK PARK, Berlino. Da area ferroviaria interclusa e dismessa a parco urbano
usi promiscui e multifunzionalità > Il parco, realizzato in tre stralci funzionali, è suddiviso in tre macro aree, collegate da nuovi percorsi che affiancano in lunghezza i vecchi binari ferroviari. L’area ad est e centrale del parco ha un’estensione di 17 ettari ed è connotata dalle attrezzature sportive: ci sono aree gioco, campetti da basket, piste di parkour e freestyle, pedane, campi per il calcetto, aree relax. Le aree a ovest e a sud hanno un’estensione di 12 ettari e corrispondono rispettivamente a quella più naturale e a quella del grande prato rustico
GLEISDREIECK PARK, Berlino. Da area ferroviaria interclusa e dismessa a parco urbano
realizzazione degli interventi > la città stipula un accordo con la società ferroviaria per la riconversione a parco > gli interventi saranno finanziati dalle società private impegnate nei cantieri post Muro di Berlino, trasferendo sul parco parte degli oneri di urbanizzazione
manutenzione > il progetto di paesaggio, la scelta della vegetazione e i suoli del parco evocano un aspetto rustico e campestre, in cui si alternano aree a bassa manutenzione (con aree boscate e prati fioriti) e aree a maggiore cura concentrate in zone specifiche (le grandi terrazze, le aree per lo sport e il gioco)
GLEISDREIECK PARK. Da area ferroviaria interclusa e dismessa a parco urbano promosso dai cittadini
GLEISDREIECK PARK. La maggior parte delle funzioni collettivee ad alta manutenzione rimangono concentrate
GLEISDREIECK PARK. Le aree a bosco e i percorsi a ovest del parco. Riuso e utilizzano materiali naturali e/o economici
GLEISDREIECK PARK. Mappa fruitiva con le funzioni del parco(informare i cittadini delle opportunità e degli spazi accessibili)
Il primo tra gli interventi pianificati e realizzati dopo la caduta del Muro di Berlino per la riqualificazione del quartiere di Adlershof fu il grande parco urbano di 70 ettari sorto sugli spazi della pista di volo del vecchio aeroporto, il primo della Germania > Il parco è stato pensato come il cuore di un nuovo quartiere, uno spazio per lo svago degli abitanti, per lo sport e per godere della natura
ADLERSHOF PARK, Berlino. Da aeroporto dismessoa parco urbano e di quartiere
funzioni sociali > orti e giardini condivisi, spazi gioco per bambini, piste da skate e freestyle, terrazze in quota panoramiche
funzioni ecologiche > prato rustico in evoluzione (zero manutenzione, il gregge che vive nel cuore del parco - inaccessibile alle persone - si nutre dell’erba che cresce), filari di alberi, fasce boscate
connessioni > percorsi a margine del parco e diagonali di attraversamento ADLERSHOF PARK, Berlino. Da aeroporto dismessoa parco urbano e di quartiere
ADLERSHOF PARK. Cartelli a tema. Raccontare il ruolo della natura e dell’ecologia e stimolare la didattica
Il vecchio aeroporto di Tempelhof è oggetto di un grande progetto di trasformazione per ospitare nel 2017 la IGA, una manifestazione di giardinaggio di rilievo internazionale che in Germania si svolge ogni 10 anni e attrae milioni di visitatori > con la dismissione dell’aeroporto, in attesa degli interventi, l’area è stata utilizzata dai cittadini come parco spontaneo per lo sport, il giardinaggio e l’orticoltura, gli eventi e i raduni sportivi, per picnic e grigliate all’aperto
TEMPELHOF PARK, Berlino. Da aeroporto dismessoa ‘parco spontaneo’ in attesa di riconversione
TEMPELHOF PARK. Orti spontanei in cassetta. Chiunque voglia può fare il proprio orto, purché non a terra
Che ruolo affidiamo alla partecipazionenella creazione di spazi e processi del genere?La partecipazione deve essere trasparente, deve saper coinvolgere le persone, sviluppare il consenso, stimolare l’interesse e dare spazio alla creatività.In particolar modo, se l’obiettivo è la valorizzazione e la cura di un bene o di uno spazio (anche attraverso forme di presidio temporaneo e/o permanente), il processo partecipativo deve saper attivare la comunità a tutti i livelli (amministrazione, impresa, terzo settore, scuola, quartiere,...) affinché si formi unacultura del bene comune in grado di generare risposte intelligenti a bisogni precisi.
La progettazione partecipata richiede l’uso di tecniche, metodi e figure professionali specifiche, in grado di progettare, organizzare e gestire il processo in tutte le sue fasi, da quella ideativa e organizzativa sino all’avvio e allo sviluppo vero e proprio.È indispensabile la presenza di facilitatori esperti,a cui è utile affiancare in ogni fase del processo altre figure creative (comunicatori, makers, giornalisti, artisti, sportivi, cittadini,...) e tecniche (funzionari dell’amministrazione, professionisti ed esperti dei temi trattati,...):• per informare al meglio i partecipanti dei tempi e delle fasi in cui saranno coinvolti e del proprio ruolo;
• per sviluppare idee, contenuti e fattibilità in progress.
Nella mia esperienza la commistione di saperi popolari tecnici ed esperti, a supporto e sviluppo della facilitazione, possono favorire il processo rendendolo:
• più rapido, soprattutto su temi complessi e le cui scelte devono misurarsi con procedimenti amministrativi;
• più efficace, soprattutto quando sono necessarie competenze specialistiche per arrivare ad un esito articolato o ad un progetto spaziale vero e proprio;
• più creativo e sperimentale, soprattutto quando non esiste una soluzione univoca, oppure, in assenza di norme codificate e per cui è necessaria una buona dose di invenzione e sperimentazione per testare usi e funzioni.